Filippo Turati Carlo Silvestri Carteggio E Scritti 1922 - 1926
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
FILIPPO TURATI CARLO SILVESTRI CARTEGGIO E SCRITTI 1922 - 1926 Inventario a cura di Lucia R. Petese FILIPPO TURATI CARLO SILVESTRI CARTEGGIO E SCRITTI 1922 - 1926 Inventario a cura di Lucia R. Petese SOMMARIO Il lavoro di riordino, inventariazione e digitalizzazione dei documenti è stato finanziato dalla Direzione Generale Archivi con il coordinamento scientifico della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio tra il 2019 e il 2020 ed è stato realizzato con il software Archiui e pubblicato online sulle « piattaforme www.lazio900.it e https://inventari.san.beniculturali.it/ BIOGRAFIA PAG. 4 STORIA ARCHIVISTICA PAG. 6 STRUTTURA PAG. 6 CRITERI DI ORDINAMENTO PAG. 6 CONTENUTO PAG. 6 NOTE PAG. 7 INVENTARIO SERIE 1. CORRISPONDENZA PAG. 9 SERIE 2. SCRITTI PAG. 23 INDICE DEI NOMI PAG. 31 INDICE DEI LUOGHI PAG. 32 © Fondazione Bettino Craxi ETS Sede Legale: 20144 – Milano – Via Tortona, 31 – C.F. 97267510150 Sede Operativa: 00198 – Roma – Via Montevideo 2/a Tel. 06.855.08.11 – Fax 06.855.08.136 [email protected] – [email protected] www.fondazionecraxi.org ISBN 978-88-88483-14-6 Edizione: settembre 2020 Collezione Filippo Turati - Carlo Silvestri 1922 - 1926 (1)* Il delitto Matteotti sembrò rompere definitivamente i rapporti tra Silvestri e Mussolini. Nel 1924 Carlo Silvestri era a capo della redazione romana del Biografia: Carlo Silvestri nacque a Milano 8 luglio 1893. Nel 1910, appena «Corriere della Sera». Quando il leader socialista fu assassinato (il 10 giugno) diciassettenne, iniziò a lavorare al «Corriere della Sera» come collaboratore dopo il suo celebre e coraggioso discorso in Parlamento, Silvestri si convinse per le cronache sportive, ma presto venne spostato alla cronaca politica. Vicino che il capo del governo avesse avuto un ruolo nell'organizzazione di quello al pensiero socialista, fu amico di Filippo Turati e del primo Mussolini, tanto che è ricordato come il primo assassinio politico dell'Italia unita. Il giornalista che quando questi divenne direttore del quotidiano nazionale del PSI «Avanti!» accusò apertamente Mussolini di essere il mandante dell'omicidio. Inizialmente (ottobre del 1912), lo convinse a collaborarvi. il «Corriere» pubblicò i suoi articoli; poi ritenne opportuno prenderne le Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, Silvestri si appassionò alla distanze. Silvestri continuò ad attaccare il capo del governo sulle colonne del battaglia politica tra ‘interventisti’ e ‘neutralisti’ e si schierò sulle posizioni dei quotidiano cattolico «Il Popolo». Per tale campagna di stampa venne confinato primi, come d’altronde l’intero «Corriere della Sera». Si entusiasmò quindi per nel 1926 sull'isola di Ustica, per essere poi, nel giugno del 1928, trasferito a Lipari l’ingresso nel fronte interventista di una fazione dei sindacalisti rivoluzionari, e, nell’agosto del 1930, a Ponza e infine a Lipari. Al confino ebbe contatti con guidata da Alceste De Ambris; seguì inoltre con partecipazione il dibattito che alcuni dei primi antifascisti, tra i quali Carlo Rosselli. agitava il PSI e – come cronista politico del «Corriere» – fu testimone della Ritornato libero nel 1932, fu riammesso al giornalismo e si riavvicinò a drammatica seduta della sezione milanese del partito che vide l’espulsione Mussolini, ma non riuscì ad ottenere la tessera del PNF. Evidentemente il di Mussolini. Nel dopoguerra, furono la radicalizzazione del movimento regime diffidava ancora di lui, tanto che quando l’Italia entrò in guerra (10 socialista e l’attrazione che la rivoluzione russa esercitava sulle masse operaie giugno 1940) venne anche internato. Fu rilasciato nel gennaio del 1941, ma solo ad avvicinare Silvestri all’ala riformista del PSI (ancora guidata da Turati). Egli grazie all’intervento di Luigi Veratti – ex socialriformista e medico personale manifestò una particolare avversione per i socialisti di estrema sinistra che a di Mussolini –, il quale sollecitò il capo del governo a riconsiderare le posizioni Torino si erano riuniti intorno al settimanale «L’ordine nuovo», fondato e diretto politiche di Silvestri. da Antonio Gramsci. In occasione del congresso di Livorno (gennaio del 1921), Dopo l'8 settembre 1943 Silvestri aiutò decine di esuli o perseguitati dal dove si consumò la crisi del PSI, Silvestri bollò sul «Corriere» con parole di fuoco fascismo. L'organismo umanitario da lui creato fu soprannominato «Croce gli scissionisti – la corrente dei ‘comunisti puri’, guidata da Amadeo Bordiga, Rossa Silvestri». Durante la guerra di liberazione Silvestri fece da "mediatore" che diede vita al Partito comunista d’Italia – e, nel contempo, mosse forti tra il governo di Salò e le forze della Resistenza; cercherà di avviare trattative tra critiche alla maggioranza massimalista, unica responsabile, a suo avviso, del Mussolini, da una parte, ed il PSIUP e il Partito d’Azione dall'altra, proponendo clima di violenza che andava imponendosi nel Paese. In quel frangente Silvestri il passaggio dei poteri in cambio dell'esodo delle formazioni tedesche, dello si schierò dalla parte di Turati, anche se apprezzò l’atteggiamento di Giacinto scioglimento della RSI, e dell'incolumità delle famiglie dei fascisti. Menotti Serrati – leader dei ‘comunisti unitari’ –, che aveva rifiutato la richiesta, Tra il 1944 e il 1945 Silvestri eseguì una lunga serie di interviste a Mussolini. avanzata dal Partito comunista sovietico e dalla III Internazionale, di prendere Nel febbraio 1945 ebbe colloqui con Nicola Bombacci e con il prefetto Gatti. parte alla scissione. Furono visionati i documenti e dati di rilevante importanza, in grado di chiarire Nel ‘biennio legalitario’ del governo Mussolini (1922-24), Silvestri si rivelò quel meccanismo criminoso che il 10 giugno 1924 aveva portato al rapimento e un instancabile mediatore tra il capo del fascismo e l’ambiente del socialismo alla morte di Matteotti. Mussolini lo incaricò di creare un archivio, da mettere a moderato. Nell’estate del 1923 favorì – convinto così di contribuire alla disposizione degli studiosi una volta che la situazione politica si fosse stabilizzata. ‘normalizzazione’ del clima politico – i contatti del capo del governo con alcuni I successivi rinvii e la repentina fine della Repubblica Sociale Italiana impedirono alti dirigenti della CGdL. Ma il fallimento delle complesse trattative rappresentò la realizzazione dell'archivio. Silvestri però raccolse le parole di Mussolini nei per Silvestri una delusione cocente, e gli fece capire che Mussolini intendeva libri che pubblicò successivamente. per ‘normalizzazione’ il mero inglobamento di alcune forze nel suo progetto di Nel 1947 si celebrò il secondo processo sul delitto Matteotti. Silvestri, convocato allargamento del consenso al governo. come principale teste dell'accusa, definì Mussolini completamente innocente. La * I numeri accanto a ciascun lemma costituiscono il rimando al puntatore associato a ciascuna unità e riportato a Corte d'assise romana decise di non utilizzare la sua testimonianza. Nello stesso fianco di ogni descrizione archivistica. 4 < > 5 anno uscì il suo libro-inchiesta Matteotti Mussolini e il dramma italiano. Il delitto che ha mutato il corso della nostra storia, in cui Silvestri sollevava Mussolini dalle Note: La Collezione Turati - Silvestri è stata digitalizzata, schedata e inventariata responsabilità del delitto del deputato socialista. Ciò nonostante la sua adesione dall'archivista Lucia R. Petese e il lavoro è stato finanziato dalla Direzione Generale agli ideali democratici resta netta. Archivi con il coordinamento scientifico della Soprintendenza archivistica e Negli anni del dopoguerra, Silvestri fu autore di diversi saggi. Scrisse: Turati bibliografica del Lazio tra il 2019 e il 2020; la schedatura e l'inventariazione sono state l’ha detto: socialisti e Democrazia cristiana, Milano-Roma 1946; I responsabili della realizzate con la piattaforma digitale Archiui nell'ambito del progetto Lazio900. catastrofe italiana, 1946; Contro la vendetta, Milano, 1948; Mussolini, Graziani e l’antifascismo: 1943-’45, Milano 1949; Matteotti, Mussolini e il dramma italiano. Il Quantità: 41 delitto che ha mutato il corso della nostra storia, 1947. Tipologia: pezzi Morì a Milano il 4 febbraio 1955. [Nota biografica tratta da Mauro Canali, Carlo Silvestri, in Dizionario biografico degli italiani, vol.92, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018]. Storia archivistica: Il ritrovamento della Collezione Filippo Turati - Carlo Silvestri, composta da 31 lettere e 10 scritti, è avvenuto tra la documentazione del fondo della Direzione nazionale del PSI recuperato dalla Fondazione Bettino Craxi nel 2015. La Collezione Turati - Silvestri insieme alla Collezione Giuseppe Garibaldi - Celso Ceretti sono di proprietà della Fondazione Bettino Craxi e sono state dichiarate di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio il 26 ottobre 2018. Struttura: La Collezione è strutturata in due serie e i documenti seguono l’ordine cronologico: - Serie 1: Corrispondenza, 1922-1925 - Serie 2: Scritti, 1924-1926. Criteri di ordinamento: La Collezione è stata ordinata in base alla tipologia documentale e secondo un ordine cronologico. Ad ogni singola scheda è stata associata l'immagine in jpg del documento descritto. Contenuto: La Collezione è composta da 31 lettere e 10 elaborati, nello specifico 26 lettere di Filippo Turati a Carlo Silvestri, capo della redazione romana del «Corriere della Sera», 2 lettere indirizzate alla madre, e 2 lettere autografe di Anna Kuliscioff,