Prestine Dellanostramemoria
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Mercoledì 24 26 Ottobre 2005 Bresciaoggi Inizi Anni Settanta. Sulla strada Prestine che collega la Valle Camonica con Crocedomini, le punto d’incontro delle tre valli bresciane, si o t o g r a f i e incontra l’albergo rifugio f Campolaro, della nostra memoria ad un’altitudine di circa 1400 metri. Le passeggiate che vi si possono fare e la pace che a definizione è di Gabriele Rosa vi si trova L sono i beni maggiori di che sottolinea: «La popolazione questa zona. apparve sempre più gentile e aitante di quella dei luoghi vicini». A lungo, insieme a Bagolino rivendicò la sua autonomia Il Paese della gente Il lavoro quotidiano complica la vita famigliare, soprattutto Fine Anni Cinquanta. La struttura urbanistica dell’antico centro l’allevamento e l’educazione dei figli. Allora i nonni devono abitato non si discosta per nulla da quella, tipica, degli altri intervenire ed accollarsi anche l’assistenza dei nipoti. Tuttavia, ardita paesi della Valle. Il selciato delle strette vie ed i volti di raccordo per i bambini, questa presenza dei nonni, fatta di amore ed tra una casa e l’altra sono delle costanti che li caratterizzano e attenzione, è un completamento educativo indispensabile e che svolgono delle funzioni la cui utilità è stata compresa con arricchente. di Gian Battista Muzzi l’esperienza di lunghi secoli. Sulsignificato del nome Prestine gli stu- ro, con Bagolino, liberi comuni come diosi di topografia hanno espresso, co- «le Andorre nei Pirenei»; in altre paro- sa che succede spesso, opinioni diver- le si rifiutavano di partecipare alle spe- se. Il Sina e il Pieri fanno risalire il no- se, come veniva loro richiesto dalle au- me agli Etruschi (da Prestina), l’Ertani torità bresciane. Queste diatribe dura- parla di Brôthön (mescolanza di celtico rono decenni e, alla fine, dopo sconti ri- e iberico) con significato di palafitta su chiesti ed ottenuti, Prestine dovette ce- terrapieno e l’Olivieri, più prosaica- dere. Inizio Anni mente,lo fa derivare dal lombardo «pre- L’economia del paese si sviluppò Cinquanta. Una stin» (forno, donde anche il prestinaio, enormemente nei secoli che vanno dal delle tradizioni fornaio). Com’è ovvio le opinioni sono ’500 al ’700 non solo per grazie al legna- del lavoro opinabili, ma non ininfluenti, in questo me tratto dai boschi ed all’allevamento camuno, data caso,perché collocherebbero nel tempo delbestiame, ma soprattutto per la lavo- razione del ferro che avveniva in due la e daterebbero l’origine stessa del paese. conformazione I rinvenimenti archeologici testimo- fucine; vi si producevano falci e falcetti per il taglio dell’erba e padelle che veni- rocciosa del nierebbero l’esistenza di popolamento, terreno, era nella zona dell’attuale paese, ancora in vano portate al mercato di Pisogne, in tempi preistorici in collegamento con concorrenza con gli altri centri della legata alle le stazioni preistoriche dei laghetti di Valgrigna. Si giunse ad un massimo di calchere, Ravenole; lo stesso toponimo Castelar, tre fucine, due molini (di cui uno a due manufatti nei dato ancora oggi alla parte superiore ruote), una segheria ed un torchio: e quali si faceva del paese, indica una conformazione per una popolazione che mai superò, in cuocere il del terreno tipica degliantichi castellie- quei secoli, i cinquecento abitanti era minerale per ri. veramente un record. farne calce, Nel 1874 affiorarono tombe romane a Non pare che la famosa peste del 1630 usata nelle conferma della conquista e presenza di abbia mietuto vittime; anzi proprio du- costruzioni o quella civiltà. Solo dopo la conquista rante queste tragedie la popolazione messa in longobarda, secondo Gabriele Rosa, del paese aumentava grazie all’arrivo vendita sui comparve il nomedi Prestine, cherical- di persone che vi si rifugiavano nella mercati della ca il nome di Preston «nel Lankashire, speranza di fuggire al contagio. Ma po- valle. fondazionedegli Anglosassoni». Duran- chi anni dopo, nel 1634, una spaventosa te questo stesso periodo si svilupparo- alluvione, che coinvolse Prestine, Bien- no, Berzo, Esine e Niardo, causò danni 1967. Finalmente la gerla è piena e la famiglia può tornare a casa. Gli adulti tengono in no l’escavazione e la lavorazione del fer- mano gli attrezzi tipici del lavoro; il padre ha la falce, la nonna il rastrello per riunire l’erba o ro oltre chel’utilizzo della diorite (porfi- incalcolabili. La frana, che ancora sive- de, il 7 luglio smottò nella Valle delle il fieno e la mamma porta la gerla. I bambini imparano guardando ed apprezzando la do verde), proseguito fino all’Ottocen- bellezza della vita all’aria aperta. to. Valli o di Crocedomini: dopo tre giorni Conl’avvento dei Franchi buona par- s’aprì un varco tra l’enormità dei mate- te del territorio di Prestine passò, pro- riali che aveva trascinato con sé e dila- gò, travolgendo boschi e ponti e strade. babilmente, a Bienno e al Vescovo di Un’intera contrada scomparve, un mo- Brescia, che lo infeudò al monastero di lino, una fucina e la montagna su cui S. Faustino. Nonostante queste suddi- stava eretta la chiesa parrocchiale e la tanze e le occupazioni quotidiane nel canonica furono colpite e rimasero di- Il paesaggio e la vita rustica negli anni tra il ’40 e il ’50 bosco, nel pascolare le capre efare il car- roccate. bone, la popolazione di Prestine appar- Ma non poteva mancare l’aiuto cele- ve sempre più gentile ed aitante di quel- ste; narra infatti la tradizione popolare la dei paesi vicini (Gabriele Rosa). Non che nel fondovalle, dove giunsero i de- solo; sapevano anche garantirsi una triti della tragedia, sulle acque galleg- certa autonomia come si evince dall’at- giasse il simulacro della Madonna. Re- to del 17 ottobre 1336, con il quale il co- cuperato venne poi collocato nel san- mune e gli abitanti di Prestine erano in- tuario mariano del luogo. La popolazio- vestiti del feudo vescovile, sul quale ri- ne non si perse d’animo e riattivò le fon- siedevano, con tutte le decime dei nova- ti della propria ricchezza, come costruì li e veterali in cambio di un canone an- una nuova parrocchiale e ingrandì il nuo e del giuramento di fedeltà. santuario. Con il comune di Bienno si ebbero Nel 1799, con la nuova riorganizzazio- normali urti per la determinazione dei ne dovuta ai Francesi, fu diviso il patri- confini, ma a creare problemi al paese monio degli «originari» di Bienno, di furono le lotte fratricide tra guelfi di cui Prestine era frazione; parte dei beni Prestine e ghibellini camuni guidati andarono al Comune, parte alla «Socie- dai Federici; per la sua fedeltà Venezia tà dei Signori» e, a Prestine, alla «Socie- concesse l’esenzione da ogni imposta tà degli antichi originari» composta dai ed onere legato a prestazioni cui erano Trombini, dai Tottoli e dai Monchieri; tenuti i paesi del contado e anche della in seguito fu aggiunta, per benemeren- Valle. I fieri abitanti, «la gente ardita di za, la famiglia dei Panizzoli. Presten» la chiamava il Rosa, diedero Verso la fine dell’Ottocento Prestine, provadi ulteriore attaccamento a Vene- o per lo meno alcune famiglie, puntaro- zia nel 1453 schierandosi, agli ordini di no sul turismo grazie alla rivalutazione Marone Ronchi e Bartolone dei Nobili dell’antica Fonte di Salice; sorse, per di Lozio, contro i Bergamaschi e i Mila- l’intraprendenza di Giacomo Trombi- nesi guidati dal Colleoni, a difesa di Pa- ni, il primo albergo di 25 stanze. In se- spardo. Nacquero, per tali questioni po- guito gli alberghi divennero tre, Stella, litiche generali, sanguinosi contrasti Mirto e Panizzoli. Ma il turismo fu poca con Bienno e alcuni criminali biennesi cosa e gli abitanti furono costretti al- recarono danni ed uccisero senza che i l’emigrazione. E qui iniziano le dolenti loro reggenti intervenissero; fu Bien- note del secolo appena passato: la I guer- Fine Anni Quaranta: via Ripa. Una bella panoramica di Prestine nella quale si Fine Anni Cinquanta: via Crocedomini. La fotografia permette di ammirare le no, in seguito, condannato al risarci- ra mondiale con i suoi morti, il fasci- può notare buona parte del centro e la sua collocazione sull’erto crinale. Già case di pietra di Prestine, ma anche tutta la vita rustica e contadina che le si mento. smo, la II guerra con altri morti e la Re- si vedono poggioli in cemento, ma molto sono ancora di legno. In centro alla sviluppava intorno. Si notino i pollai con le galline, il canale nel quale avranno Ebbero anche accesi contrasti con i sistenza, momento del riscatto della di- foto, sotto la montagna innevata, si vede l’albergo Stella, polo attrattivo del sguazzato le oche e la botte pronta per accogliere il mosto a fermentare. Il Rettori di Brescia e la Comunità di Val- gnità degli italiani. paese, con la sua insegna. canale portava l’acqua per far funzionare la ruota del molino. le poiché rivendicavano la loro autono- Nel secondo dopoguerra il paese subì mia e la loro indipendenza quasi fosse- un grave fenomeno di spopolamento..