Galleria Dell'accademia Cosentina
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CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE ISTITUTO PER IL LESSICO INTELLETTUALE EUROPEO E STORIA DELLE IDEE ARCHIVIO DEI FILOSOFI DEL RINASCIMENTO GALLERIA DELL’ACCADEMIA COSENTINA PARTE SECONDA a cura di SANDRA PLASTINA 1 - 5 0 - 97828 - 88 - ISBN 978 ROMA ILIESI CNR 2016 Copyright © 2016 ILIESI-CNR Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee. Tutti i diritti sono riservati. Presentazione (di Sandra Plastina) Schede pubblicate: Tideo Acciarini (1430/1440 – dopo il 1498), di Stefania Di Mare Gabriele Barrio (prima deca del 1500-dopo il 1578), di Benedetto Clausi Realdo Colombo (ca. 1510/1520-1559), di Valentina Bellantone Vittoria Colonna (1490-1547), di Sandra Plastina Aelia Laelia Crispis, di Carmela Giacobini Isabella D’Este (1474-1539), di Serena Paola Mazza Gioacchino da Fiore (ca. 1135-1202), di Luca Parisoli Valentino Gentile (ca. 1515-1566), di Francesco G. Sacco Giulio Iasolino (ca. 1538-1622), di Emilio Sergio Vincenzo Maggi (1498-1564), di Stefania Di Mare Giacomo Antonio Marta (1559-1629), di Federico Roggero Coriolano Martirano (1503-1555), di Carlo Fanelli Bernardino Ochino (1487-1565), di Viviana Strangis Giulia Orsini jr (ca. 1550 – 1609), di Emilio Sergio Annibale Rosselli (1525-1592), di Daniele Rosselli Tiberio Rosselli (ca. 1480-1550), di Daniele Rosselli Nicola Salerno (ca. 1490-dopo il 1536), di Stefania Di Mare Pietro Antonio Sanseverino (ca. 1490/1495-1559), di Francesca Pugliese Andrea Vesalio (1514-1564), di Valentina Bellantone DI SANDRA PLASTINA Sin dalla comparsa del primo volume della Galleria dell’Accademia Cosentina – Archivio dei filosofi del Rinascimento, nel 2014, Eugenio Canone ha ben creduto di aggiungere al titolo principale dell’opera (nata come una “Galleria” di ritratti, di voci biografiche) un sottotitolo esplicativo, che rinviasse in primo luogo all’idea di un archivio, di un repository, di un data-base e, non secondariamente, all’ampiezza storico- geografica, in termini di bio-bibliografia intellettuale, che il progetto andava già dimostrando in non poche voci contenute nel primo volume. Questo secondo volume mantiene gli impegni presi nel corso della pubblicazione delle prime ventiquattro voci, a partire dai requisiti scientifico-editoriali relativi alla scelta di ciascuna delle nuove schede biografiche (diciannove in tutto) inserite nel secondo volume. Da una parte, occorreva continuare il lavoro intrapreso nel 2014 – quello, cioè, di fornire, in un quadro scientificamente rigoroso e filologicamente aggiornato (alimentato dalle più recenti ricerche in corso), una “galleria” dei principali protagonisti della storia delle istituzioni culturali calabresi e del Mezzogiorno d’Italia tra la fine del XV secolo e la prima metà del XVII secolo. Dall’altra, incrociandosi le biografie di quegli autori (Telesio, Parrasio, Martirano, Casopero, Quattromani, Muti, Doni, Vecchietti, Franco, Lilio etc.) con il più largo contesto storico ed intellettuale del resto d’Italia e dell’Europa del Rinascimento, era inevitabile dover chiamare in causa e ricostruire anche le biografie di quella rete di uomini di lettere, pensatori, eruditi, uomini di scienza, patroni e personaggi politici che, compresi insieme in un network unitario, compongono il variegato e affascinante paesaggio di quella che sarà chiamata, a tempo debito, respublica literaria. Nel presente volume si trovano voci e ritratti differenti: figure come Tideo Acciarini piceno, maestro di Giano Parrasio e di molti altri intellettuali calabresi; poeti minori come Nicola Salerno, allievo del Parrasio e maestro di Giano Teseo Casopero; letterati, eruditi e pensatori di diversa fama, come Gabriele Barrio, Coriolano Martirano, Valentino Gentile, Annibale e Tiberio Rosselli; ma anche un autore del calibro di Gioacchino da Fiore, il cui lascito intellettuale è parte integrante del patrimonio della religiosità meridionale. Parimenti, si è data continuità alla ricostruzione del contesto scientifico e socio-culturale che lega i destini degli intellettuali calabresi alla storia d’Italia (tra Mantova, Roma, Bologna, Padova, Firenze, Siena, Pisa) e in particolare della Napoli cinque-secentesca: ecco perché compaiono, in volume, uomini e donne del Rinascimento come Vittoria Colonna, Isabella D’Este, Giulia Orsini jr, Vincenzo Maggi, Giacomo Antonio Marta, Bernardino Ochino, Pietro Antonio Sanseverino, Realdo Colombo, Andrea Vesalio e Giulio Iasolino. Una scheda speciale è stata dedicata ad un enigma bolognese, quello di Aelia Laelia Crispis, tema caro a Franco Bacchelli – tanto da volergli dedicare un volume, sedici anni or sono –, di recente ripreso, insieme all’edizione di alcuni frammenti poetici di Bernardino Telesio, nella monografia di Luca Irwin Fragale, Microstoria e Araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza (Milano, The Writer, 2016). L’auspicio di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa seconda parte della Galleria dell'Accademia Cosentina è quello di arricchire l’Archivio Tommaso Campanella di nuovi materiali, potenzialmente preziosi per tutti coloro che si avvicinano, per motivi di ricerca o di studio, alla storia delle idee e delle istituzioni scientifiche del Rinascimento europeo e della prima età moderna. 5 DI STEFANIA DI MARE 1430/1440 Tideo Acciarini nasce intorno a questo arco di tempo a Sant’Elpidio a Mare, rigogliosa cittadina situata alle pendici di una dorsale del subappennino marchigiano, tra le valli del fiume Tenna e del torrente Ete Morto. La paternità dell’umanista marchigiano rimane ancora oggi controversa. Figlio di Matteo Nicolò, seguendo la ricostruzione fatta da Giuseppe Praga, o più verosimilmente di Antonio di Camarro, abitante della contrada di S. Martino, come testimonia la riforma consiliare elpidiense del 24 agosto 1455, la quale disponeva di eleggere «in magistrum scolarum magistrum Taddeum Antonii Camarri». Secondo quest’ultima fonte, dunque, l’Acciarini ricevette una formazione umanistica nello stesso ambiente familiare. Cfr. G. PRAGA, Acciarini, Tideo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, vol. 1 (1960); Archivio Storico Comunale di Sant’Elpidio a Mare (ASCSE), Consilia, A VI (1), f. 157r (si vedano anche i ff. 161v-162r, datati 30 settembre 1455, relativi alla lettera patente e all’accettazione dell’incarico; i ff. non numerati sono relativi all’8 dicembre 1457, data della conferma dell’insegnamento per l’anno successivo, e al 4 aprile 1458, data della richiesta della licenza di lasciare l’incarico). Cfr. anche R.M. BORRACCINI VERDUCCI, Scuole e maestri della Marca nei secoli XIV-XV, in Scuola e insegnamento, Atti del XXXV Convegno di studi maceratesi (Abbazia di Fiastra, Tolentino), 13-14 novembre 1999, Macerata, Centro di Studi Storici Maceratesi, 2001, pp. 73-152, spec. pp. 141-143. 1458-1462 Dopo il giovanile esordio in patria nel circolo dei Piccolomini, a partire dal 1458, sotto la protezione di Silvio (1405-1464), principe di Monte Marciano, Tideo Acciarini è nominato a Pesaro gramatice professor con un contratto della durata di tre anni per l’insegnamento nelle scuole pubbliche del contado. Sono anni nei quali egli compone una raccolta di Carmina in lode di Alessandro (1409-1473), Battista (1446-1472) e Costanzo Sforza (1447-1483). La produzione dei Carmina ha suggerito agli studiosi l’ipotesi che l’Acciarini abbia svolto presso la corte degli Sforza il ruolo di precettore, sebbene l’assenza di una documentazione effettiva non consenta di avere conferme in merito – informazioni più certe si hanno sui nomi dei precettori Matteo Collenucci (1415-1470) e Martino Filetico (1430-1490). La questione resta comunque aperta, se si considera la dichiarazione di Nicola Capponi, meglio noto come Cola Montano (prima metà del XV secolo-1482), offerta nella dolorosa Confessione di Firenze del 1481 che gli costò la vita a causa delle controversie aperte con la municipalità fiorentina. Il Capponi, ricostruendo gli avvenimenti politici salienti della sua vita, che lo videro al servizio dei più importanti signori dell’epoca, menziona Tideo Acciarini tra gli uditori delle sue lezioni durante il suo primo soggiorno milanese: «Di que’ dì, giovai molto al signor Costanzo Sforza, come ben sanno Domenico Bargnani e Jacopo d’Adria, che allora trovavansi in Roma per quel signore; questo feci, parte per amore di Costanzo, che amai sempre da quando fui a Milano, al tempo del duca Francesco, dove Tideo da Sanlupidio, maestro dello stesso Costanzo, udiva le mie lezioni, e lo stesso Tideo ed Angelo d’Adria e Niccolò da Palude molti beneficj mi aveano fatti in casa del signor Costanzo, ove ero considerato come uno della famiglia dello stesso signore» (G. LORENZI, Cola Montano. Studio storico, Milano, Pio Istituto Tipografico, 1875, p. 64). La testimonianza del Montano, vissuto a Milano tra il 1462 e il 1466 sotto il ducato di Francesco Sforza (1401-1466), conferma comunque il rapporto esistente tra Costanzo Sforza e Tideo Acciarini, e fornisce una spia importante circa i suoi spostamenti e le attività di precettore e maestro di studia humanitatis. 7 Per le relazioni con i Piccolomini e il Nimira, si veda il codice S.1.1. conservato presso la Biblioteca Angelica di Roma, edito da E. NARDUCCI, Catalogus codicum manuscriptorum praeter graecos et orientales in Bibliotheca Angelica, Romae, 1893, pp. 438 sgg., in particolar modo l’epistola di Antonio Paoli “Tydeo suo”. Sul rapporto con gli Sforza, si veda F. LO PARCO, Tideo Acciarini umanista marchigiano del sec. XV con sei “Carmina” e un “Libellus” inediti, «Annali dell’Istituto Tecnico G.B. Della Porta