Visita Ad Limina Dei Vescovi Dell'angola (24-31 Ottobre SPECIALE SEDOC
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CSD5383 Comunicazione Servizio Documentazione (SeDoc) Visita ad limina dei vescovi dell'Angola (24-31 ottobre_SPECIALE SEDOC Avvenimento: 24/10/2011 Distribuzione: 22/10/2011 - 11.16.25 Distribuito da: SeDoc (Lisa Zengarini) INDICE La Repubblica di Angola p. 2 La Repubblica Democratica di São Tomé e Príncipe p. 6 La Chiesa in Angola, Principe e São Tomé. Struttura p. 8 Le diocesi p. 9 Cronologia schematica della Chiesa p. 10 La presenza e il ruolo della Chiesa cattolica in Angola oggi p. 11 Intervista a mons. Gabriel Mbilingi presidente della Ceast p. 14 La vita della Chiesa p. 18 I viaggi apostolici di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI in Vol. II Angola, Principe e São Tomé e le precedenti visite ad limina 1 Repubblica di Angola (República de Angola) Superficie: 1.246.700 km2. È il quinto Paese dell‟Africa per estensione dopo il Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, l‟Algeria e la Libia). Il suo territorio è più esteso della Francia, della Germania, della Gran Bretagna e dell‟‟Italia messe insieme. Confini e territorio. Confina a nord e a nord-est con la Repubblica Democratica del Congo, a est con lo Zambia e a sud con la Namibia e a ovest si affaccia sull‟Oceano Atlantico con 1600 km di coste. L‟interno è formato da un vasto altopiano. La provincia di Cabinda è un‟exclave angolana posta tra la Repubblica Democratica del Congo e il Congo. L‟altitudine dell‟altopiano, in media intorno a 1200 m, determina un clima abbastanza temperato. Capitale Luanda Popolazione 16.335.000 abitanti (Annuario Statistico della Chiesa 2009) Gruppi etnici: Netta maggioranza di etnia Bantu Lingua Portoghese (ufficiale), Bantu , Khoisan Religione La maggioranza della popolazione è cristiana, di cui cattolici 55,6% (9.079.000 - Annuario Statistico della Chiesa 2009) e protestanti 15%. Seguono i seguaci delle religioni tradizionali (28%). I musulmani sono circa 80–90mila. Forma di Governo Repubblica presidenziale Presidente e Capo del governo: José Eduardo dos Santos (Movimento Popolare per la Liberazione dell‟Angola - MPLA), in carica dal 20 settembre 1979 Primo Ministro Antonio Paulo Kassoma (nominato dal MPLA il 26 settembre 2008) Unità monetaria Kwanza Indice di sviluppo umano 0,564( 143° posto) Membro di ONU, OPEC, SADC , UA e WTO , associato UE 2 Cenni storici e contesto socio-politico Il nome del Paese, “Angola” deriva da quello del Re N‟Gola che regnava sulla popolazione Mbundu, residente nell‟odierna Luanda, nella seconda metà del XVI secolo. N‟Gola era il sovrano del Regno di Ndongo, vicino meridionale di un altro grande Regno della regione: quello del Congo. Entrambi regni furono sottoposti al potere coloniale del Portogallo. Il Regno di Ndongo così come quello del Congo e altri regni (Muapungo e Matamba), secondo il Trattato di Berlino (1884 – 1885), entrarono a far parte del territorio della moderna Angola. La presenza portoghese fin dagli inizi fu forte e nella prima fase incontrastata. Alcuni tentativi di sottrarre queste colonie a Lisbona, da parte di altre potenze coloniali europee, fallirono sempre, a differenza di quanto accadde con manovre simili tra le potenze coloniali nel caso di altre nazioni africane. Queste circostanze poi complicarono notevolmente il processo di decolonizzazione a partire dagli anni ‟60. Un processo che si concluse nel 1975 con l‟indipendenza e l‟inizio di una lunga guerra civile che ha insanguinato il Paese fino al 2002. L’Angola dopo l’indipendenza: 27 anni di guerra civile (1975-2002) Tra il 1975 e il 2002 in Angola si è combattuta una sanguinosa guerra civile che è costata a questa giovane nazione almeno 500mila morti (fino 1,5 milioni secondo il World Factbook della CIA), senza contare la tragedia dei mutilati, degli orfani, delle vedove, dei profughi e degli sfollati. In questo arco di tempo furono firmati tra i tre principali gruppi armati (MPLA, UNITA e FNLA) che avevano lottato contro il colonialismo portoghese diversi accordi, che tuttavia non furono sempre rispettati, ragion per cui la guerra civile si è protratta per 27 anni con fasi alterne di tregua e scontri bellici. Ad alimentare il conflitto non c‟era solo la rivalità dei movimenti che avevano partecipato alla lotta per l‟indipendenza, ma anche le superpotenze che durante la Guerra Fredda si combattevano in diverse regioni del pianeta attraverso Paesi “terzi”. Da non trascurare poi i forti interessi sulle ricche risorse del Paese: il petrolio e i diamanti angolani. Mentre l‟MPLA aveva il sostegno dell‟Unione Sovietica e di Cuba, l‟UNITA aveva quello del Sudafrica dell‟apartheid e degli Stati Uniti. Subito dopo l‟insediamento “ad interim” nel 1979 di Dos Santos, dopo la morte di Neto, l‟UNITA di Savimbi riprese la guerriglia contro l‟MPLA che sembrò concludersi con gli “Accordi di Lisbona” del 31 maggio 1991. Dopo le elezioni del 29 settembre 1992, sotto l‟egida dell‟ONU, vinte da Dos Santos, l‟UNITA riprese le armi finanziandosi in buona misura con i proventi illegali del commercio dei diamanti. I nuovi “Accordi di Lusaka” del 20 novembre 1994, che prevedevano la smobilitazione delle forze dell'UNITA e la formazione di un 3 governo di “unità nazionale” (costituito l'11 aprile del 1997), furono subito vanificati per la mancata partecipazione di Savimbi. Poi, alla fine, dopo la morte in combattimento di quest‟ultimo (2 febbraio 2002) l‟UNITA accettò le proposte di Dos Santos, tra cui l‟amnistia, mettendo fine all‟opposizione armata. La pacificazione. Il Paese, dunque, dal 2002 ha iniziato un difficile processo di pacificazione. La fine delle ostilità da parte dell‟UNITA è stato anche il risultato del disorientamento politico del movimento che si era ridotto ad un insieme caotico di piccole bande armate. Nel frattempo infatti, il Presidente Dos Santos aveva ribaltato la propria politica interna (con il graduale abbandono del marxismo-leninismo) ed estera (stabilendo alleanze con gli Stati Uniti, Gran Bretagna e Portogallo). Dos Santos si è schierato risolutamente a fianco degli gli USA, sia nella guerra in Afghanistan, sia in quella in Iraq. L'8 novembre 2008 l'Angola ha inviato truppe a Goma nella Repubblica Democratica del Congo, per stabilizzare la situazione nel Paese dilaniato dal conflitto del Kivu. Da allora Dos Santos ha puntato su un legame sempre più stretto con il Portogallo. Il ritiro dei soldati stranieri. La fine della Guerra Fredda è coincisa con il graduale ritiro delle truppe cubane presenti in Angola. Il 20 dicembre 1988 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite votò all'unanimità una Risoluzione che stabiliva la formazione di un nuovo gruppo di osservatori militari, incaricati di controllare questo ritiro. Allo stesso periodo risale il ritiro delle truppe sudafricane e quindi l‟indipendenza della vicina Namibia. La situazione socio-economica dell’Angola dopo la fine della guerra L'Angola è un Paese potenzialmente assai ricco, sia per quel che riguarda le risorse agricole sia per quel che riguarda le risorse minerarie, anche se ancora non abbastanza valorizzato; ciò soprattutto per le scarse possibilità che lo stesso Portogallo ebbe, in passato, di attuare profondi interventi nell'economia angolana. Il governo di Lisbona realizzò comunque le prime infrastrutture (strade, ferrovie ecc.), creò le prime piantagioni e diede inizio dell'attività estrattiva; più modesta, ma non esigua nel contesto africano, la presenza portoghese nell'industria di trasformazione, che a partire dagli anni Sessanta del Novecento registrò un buon incremento. Ciò però comportò una crescente dipendenza dall'estero, con il risultato di rendere ancora più drammatica la situazione venutasi a creare dopo il crollo, in Portogallo del regime salazariano (1974) con la conseguente fuga di capitali e di quadri tecnici portoghesi e l'internazionalizzazione della guerra di liberazione. La vittoria di Neto e l'instaurazione di un regime socialista portarono ad alcuni profondi mutamenti: la confisca e la nazionalizzazione delle terre, la creazione di grandi aziende di Stato e di cooperative, la nazionalizzazione delle banche e delle industrie; tuttavia, lo scarso successo di questa politica costrinse, sul finire degli anni Ottanta del Novecento, il Paese a liberalizzare l'economia. Con la fine della guerra civile nel 2002 la situazione macroeconomica è migliorata. Il settore petrolifero, insieme alla produzione di diamanti, è diventato la risorsa principale del Paese e ha cominciato a 4 favorire una crescita economica anche nel settore delle costruzioni, nella ricostruzione delle infrastrutture e nel commercio. Il PIL, negli ultimi dieci anni è cresciuto di oltre il 10% e nel 2009 si attestava sui 83.384 ml $ USA. Il PIL pro capite era di 4.961 $ USA (2008). Il Paese continua comunque a dipendere dagli aiuti internazionali e la disoccupazione rimane elevata. Il 23 giugno 2010 sono stati sottoscritti importanti accordi economici bilaterali con il Brasile che intende stabilire relazioni privilegiate con l‟Angola (Fonti: Dossier “Benedetto XVI in Africa. Camerun-Angola – 17-23 marzo 2009”, a cura di Luis Badilla Morales; Sapere.it - lz) 5 São Tomé e Príncipe (República democrática de São Tomé e Príncipe) Superficie 1.001 kmq Confini e territorio. Arcipelago dell‟Oceano Atlantico, nel Golfo di Guinea, comprendente le isole di São Tomé e Príncipe e alcuni isolotti rocciosi. Capitale São Tomé Popolazione 160.000 (ASC 2009) Gruppi etnici Africani, mulatti, portoghesi Lingua Portoghese (ufficiale) , creolo-portoghese Religione cattolici Netta maggioranza cristiana (80%) di cui cattolici il 72% circa (115.000 - Annuario Statistico della Chiesa 2009) e protestanti