DD’’aappppeennddiizzii ppaaggoo Corpi Santi di , e Porta Vercellina; Pieve di . A cura di Giovanni Liva

n. 1.

Corpi Santi di Porta Romana

1724 marzo 21

Interrogatorio di Giovanni Battista Ballino, 60 anni, abitante alla cascina Pregarella, fittabile in parte di un terreno asciutto di 28 pertiche, di proprietà di Carlo Maschio, lavorato ad ortaglia con un affitto annuale di lire 400; e, per un’altra parte, dei Reverendi Padri di S. Giovanni in Conca per pertiche 12 di aratorio vitato asciutto, similmente lavorato ad ortaglia, con pagamento di un affitto di lire 144. Ballino precisava che se avesse ottenuto acqua dai vicini avrebbe potuto adacquare tutto il detto terreno come più volte gli fosse riuscito. Egli seminava: verdura, magiostre [fragole] e meloni, [ed inoltre dichiarava che l’avitato], un anno con l’altro, non mi rende [che] una brenta di vino alla pertica. Poi seta non ne faccio più di libbre due all’anno.

Fondo Catasto, b. 3337 (v. 3) n. 2.

Mappa dei Corpi Santi di Porta Romana e

1722

Le due immagini (particolari a-b) riproducono due dettagli della mappa, indicanti rispettivamente la collocazione della cascina Pregarella e, nel terzo foglio della mappa, i nomi dei possessori fra cui risulta Carlo Maschio proprietario della suddetta cascina.

Fondo Mappe Piane Prima Serie, Catasto Teresiano, Mappe di attivazione, b. 3338

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 3.

Corpi Santi di Porta Romana

1724 marzo 23

Interrogatorio di Ambrogio Besteco, 40 anni, abitante alla cascina Guardarenga, detta anche Paradisa, fittabile di Giulio Cesare Vago Beretta di un terreno di 50 pertiche di aratorio vitato asciutto che comprendeva anche una casa. Egli dichiarava che è patuito di pagare lire 700 all’anno, ma la verità si è che resto ogni anno in debito di quasi duecento lire, anche in considerazione della mancanza d’acqua per irrigare. Precisava che: il detto denaro serve per celebratione d’una messa quotidiana qui in Milano, et altre messe sei per cadauna settimana nel Borgo di Mazenta [Magenta], quali sei messe non vengono in tutto celebrate quando io non posso pagare per intiero. Il terreno era seminato a frumento, segale, granoturco (melgone) e qualche puoca verdura cioè legumi e verze, piantati dopo che era stato raccolto il frumento.

Fondo Catasto, b. 3337 (v. 3)

n. 4.

Mappa dei Corpi Santi di Porta Romana e Porta Vigentina

1722

Le due immagini (particolari a-b) riproducono due dettagli della mappa, indicanti rispettivamente la collocazione della cascina Paradisa, di proprietà di Giulio Cesare Vago Beretta, e il cartiglio.

Fondo Mappe Piane Prima Serie, Catasto Teresiano, Mappe di attivazione, b. 3338

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 5.

Corpi Santi di Porta Romana

1724 aprile 3

Interrogatorio di Carlo Bianchi, 18 anni, abitante al Gentilino, fittabile dei Reverendi Padri di S. Damiano alla Scala. Egli lavorava 70 pertiche di terreno, metà prato adacquatorio con raggione d’acqua propria, e per l’altra mettà aratorio vittato asciutto con qualche moroni [gelsi], pagando un affitto annuo di lire 1000, compresa la casa consistente in quattro stanze, stalla e canape [cantine]. Precisava poi che, oltre a frumento, segale, granoturco (melgone) e qualche melone, il vittato mi rende solamente uno staro di vino per pertica per essere molto raro di viti. Vi sono puoi anche in questo fondo alcune piante di persici [peschi], dalle quali ne ricavo lire 40 circa all’anno. Il prato stenta rendermi quattro fassi di fieno per pertica all’anno, perché patisce molto l’asciutto non havendo questo acqua continua ma solamente d’un giorno ogni quindeci. Fondo Catasto, b. 3337 (v. 3) n. 6.

Corpi Santi di Porta Ticinese

1724 gennaio 10

Interrogatorio di Giuseppe Monferino, 62 anni, abitante a Ronchetto inferiore, fittabile del conte Giuseppe Arconati, livellario1 dell’Abbazia dei Santi Nazaro e Celso. Il terreno, 1200 pertiche, era coltivato metà a prato adacquatorio ma con acqua che si prende in affitto dalla Regia Camera in raguaglio di lire 500 per ogni oncia, la qual acqua si estrae dal Naviglio Grande, e metà aratorio semplice asciutto con viti, pagando un affitto complessivo di lire 4900 all’anno più 8 oche di appendizi. Nella proprietà si seminavano frumento, segale e granoturco (melgone), ma il prodotto era scarso essendo il terreno scarsamente fertile poiché fino a puochi anni a questa parte era in tutto risato [risaia] e in conseguenza sortumoso [acquitrinoso]. Quanto al fieno, di cui si facevano tre tagli annuali, il fittabile precisava che l’agostano e il terzolo li faccio consumare dalle mandre dalle quali ne ricavo il formaggio. Fondo Catasto, b. 3337 (v. 6)

1 Il livello è una tipologia di contratto agrario.

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 7.

Mappa dei Corpi Santi di Porta Ticinese

1722

Le due immagini (particolari a-b) riproducono due dettagli della mappa, dove sono disegnati un tratto del Naviglio Grande, zona caratterizzata dalla rilevante presenza dell’acqua con canali, rogge e fontanili, e il cartiglio della mappa, rilevata dal geometra Giuseppe de Llinas dal 7 luglio al 18 agosto 1722 e copiata in 23 fogli dai disegnatori Gerolamo Corradini e Eugenio Odone.

Fondo Mappe Piane Prima Serie, Catasto Teresiano, Mappe di attivazione, b. 3339

n. 8.

Corpi Santi di Porta Ticinese

1724 gennaio 12

Interrogatorio di Baldassar Gerla, 40 anni, abitante ai Tre Ronchetti in una cascina chiamata Ronchetta di mezzo, fittabile di Giuseppe Visconti. Egli dichiarava che in precedenza lavorava 220 pertiche, ora ridotte a 145, poiché le rimanenti erano state date in dote dal proprietario a una figlia che era diventata monaca nel Monastero Maggiore di Milano. Il terreno consisteva per metà in aratorio vitato asciutto, una porzione in aratorio semplice sempre senza acqua e una rimanente piccola parte in prato, atteso che un fittabile mio parente, che gode terreni superiori [cioè a monte] alli miei mi lascia correre qualche puoca acqua de collatizzi [canali]. L’affitto ammontava a lire 600 più gli appendizi del valore di lire 24 circa, oltre all’obbligo di mandare, ogni dieci o quindici giorni, huomini e bestie al servitio del Regio Castello di Milano per la restaurazione del mede[si]mo. Frumento, segale e granoturco (melgone) erano le principali coltivazioni, unitamente a qualche rara vite, a pochi moroni (gelsi) e al fieno: il maggengo più pregiato era venduto, mentre del agostano e terzuolo me ne servo per consumo delle mie mandre, come altresì del rimanente de frutti per consumo di mia famiglia.

Fondo Catasto, b. 3337 (v. 6)

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 9.

Mappa dei Corpi Santi di Porta Ticinese con porzione di Ronchetto delle Rane

1722

Particolare della mappa dove è evidenziato il Roncheto de Mezo, cascina di proprietà di Giuseppe Visconti.

Fondo Mappe arrotolate, Mappe originali Catasto Teresiano, b. 1178 n. 10.

Corpi Santi di Porta Ticinese

1724 febbraio 24

Interrogatorio di Carlo Bestetto, 40 anni, abitante alla Conchetta lungo la strada per Pavia, fittabile di Gaetano Lonati per una casa ove esercisco lavanderia, con comprese 7 pertiche di aratorio vitato asciutto, con pagamento di un affitto complessivo annuale di lire 210. Bestetto precisava che: si come mi servo del spatio di d[ett]o terreno per distendere li pan[n]i ad asciugare, mi curo puoco del seminerio, a riserva d’un puoco di segale quale mi rende puoco più che cinque stara in raguaglio di pertica. Egli lasciava quindi la maggior parte del terreno a erba per distendere li cavezzi [rotoli] di tela e pan[n]i come sopra.

Fondo Catasto, b. 3337 (v. 6) n. 11.

Corpi Santi di Porta Ticinese con Porta Ludovica

1725

Elenco alfabetico dei possessori fra i quali risulta, alla particella catastale n. 108, don Gaetano Lonati proprietario di un terreno affittato a lire 210, dove il fittabile ha impiantato una lavanderia.

Fondo Catasto, b. 2891

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 12.

Corpi Santi di Porta Vercellina

1724 maggio 30

Interrogatorio di Domenico Lamperti, 40 anni, che abitava alla cascina Bregonzina, fittabile dei Monaci di S. Vittore di Milano, di un terreno di 37 pertiche, vicino al Foppone (cimitero) di Porta Vercellina, tutto vigna aratoria con pochi moroncelli [gelsi]. L’affitto ammontava a lire 420 all’anno più 6 capponi di appendizi, ma Lamperti precisava che solitamente restava in debito di portione considerabile perché non ricavo da poter pagare la metà.

Fondo Catasto, b. 3337 (v. 5)

n. 13.

Mappa dei Corpi Santi di Porta Vercellina

1722

Le due immagini (particolari a-b) riproducono due dettagli della mappa, indicanti la cascina Bonetta Borgonzina (Bregonzina) e il Foppone (cimitero) di S. Giovannino.

Fondo Mappe Piane Prima Serie, Catasto Teresiano, Mappe di attivazione, b. 3336

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 14.

Corpi Santi di Porta Vercellina

1724 maggio 30

Interrogatorio di Melchiorre Cimnago, 30 anni, abitante alla cascina S. Siro, fittabile di Francesco Pecchio di un terreno di 66 pertiche, di cui la maggior parte era aratorio con viti, più una porzione di prato e poca ortaglia - il tutto con raggione d’acqua proveniente da fontane, quali ordinariamente patiscono l’asciutto, - e inoltre di una piccola parte di aratorio semplice asciutto con un sito di casa. L’affitto, non ancora registrato con un’investitura ufficiale dal notaio, ammontava a lire 8 alla pertica per il terreno adibito a vigna, prato e ortaglia, e a lire 6 alla pertica per quello asciutto, più gli appendizi. Questi consistevano in n.4 capponi, n.4 polastri, n.4 dozine d’ova, n.5 aglio e n.10 cipole. Frumento, segale, granoturco (melgone) e miglio - piantato dopo il raccolto del frumento - erano le principali colture, unitamente a aglio, cipole, legumi e verze seminate nell’ortaglia.

Fondo Catasto, b. 3337 (v. 5)

n. 15.

Mappa dei Corpi Santi di Porta Vercellina

1722

Le due immagini (particolari a-b) riproducono due dettagli: la Cassina S. Siro e, sul margine sinistro del foglio 10, l’elenco dei nomi dei possessori fra cui risultano Carlo e Francesco Pecchio, proprietari della suddetta cascina.

Fondo Mappe Piane Prima Serie, Catasto Teresiano, Mappe di attivazione, b. 3336

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 16.

Cimiano, Pieve di Bruzzano

1721 marzo 13

Interrogatorio di Andrea Villa, fittabile di una possessione di circa 573 pertiche, proprietà del monastero di S. Maria Annunciata alla Vecchiabbia (presso la roggia Vettabbia) sito a Porta Ticinese a Milano, divisa in 186 pertiche di prato adacquatorio, 100 di aratorio semplice adacquatorio, 263 di aratorio avitato adacquatorio più le case. L’entità dell’affitto era di lire 3141 con l’aggiunta degli appendizi. Di ognuno di questi si elencava con precisione il valore in denaro: un animale di libbre 120 il quale importa lire sessanta, capponi paia venti sette che importano lire cinquanta quatro, ocche grasse num.o quatro che importano lire nove, annitre num.o quatro che importano lire quatro, avena stara sei, ceci st. due, orzo st. uno, fascine due centinara, num.o sei vitture [trasporti], e due b[rent]e di vino crodello, li quali appendizi d’avena, ceci, faro ed orzo l’anno scorso 1720 sono importati lire sedeci.

Fondo Catasto, b. 3338 n. 17.

Cimiano, Pieve di Bruzzano

1721 [marzo 14]

Sommario dell’investitura d’affitto risultante nel menzionato interrogatorio di Andrea Villa. Tra gli appendizi da versare alle monache di S. Maria Annunciata erano previsti un animale di libbre 120, un certo numero di capponi, oche, polli e precise quantità di prodotti della terra come avena, ceci, farro, orzo, vino crodello (novello) e fascine. L’affittuario era obbligato a trasportare a sue spese tali merci al mercato di Milano (vitture n. 6 a Mil.o con 4 bovi), a spazzare e mantenere nette le rogge, fontanili, fossi e scolatori della possessione, nonché a fornire fieno e biada ai cavalli degli agenti del monastero durante le ispezioni al podere. La proprietà, in caso di tempesta e brina notabile, era obbligata a risarcire i relativi danni (fare il ristoro) secondo quanto stabilito da due garanti. Fondo Catasto, b. 3338

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013 n. 18.

Dergano, Pieve di Bruzzano

1722 marzo 13

Interrogatorio di Francesco Pagano, 60 anni, affittuario di un terreno asciutto di 90 pertiche di proprietà di Melchiorre Claro, diviso in aratorio semplice, 47 pertiche, e aratorio con viti le rimanenti 43. Egli pagava annualmente in prodotti un affitto di moggia 12 formento [frumento], moggia 8 segale, la metà del vino e della seta che si raccoglie nel sud.o terreno [cioè], purché non venghino disgrazie dal cielo, brente 10 di vino e libbre 5 di seta. Come appendizi versava al padrone ogn’anno 8 caponi, 8 pollastri, 8 dozzene d’ova, libre 10 di lino.

Fondo Catasto, b. 3338 n. 19.

Dergano, Pieve di Bruzzano

1722

Interrogatorio di Felice Tradato, 34 anni, fittabile di un terreno asciutto di 228 pertiche di proprietà del dott. Antonio Langlois e di Carlo Ruscone, diviso in aratorio semplice, 27 pertiche, e aratorio con viti le rimanenti 201. Egli pagava annualmente un affitto misto in denaro e prodotti: lire 828, moggia 18 di formento [frumento], e la metà del vino e della seta che si raccoglie nel sud.o terreno [cioè], purché non venghino tempeste, brente 15 vino e libbre 10 di seta. Pago per appendici ogn’anno 16 caponi, 14 pollastri, 14 dozzene d’ova, stara 2 di legumi e libre 10 di lino. Di seguito si elencavano le colture seminate e le rispettive rese agrarie: formento, del quale se ne raccoglierà stara tre e mezzo per pertica, compresa la semenza di tre quartari; […] segale delle quali si raccoglierà stara quattro per pertica, compresa la semenza di tre quartari; […] melgone [granoturco] del quale se ne raccoglierà un moggio per pertica. Fondo Catasto, b. 3338

Mostra documentaria D’Appendizi pago – sezione Bruzzano e Corpi Santi a cura di G. Liva © Archivio di Stato di Milano 2013