Leggi La Ricerca Il Lago Di Cingoli Nel Territorio

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Leggi La Ricerca Il Lago Di Cingoli Nel Territorio Mirko Montecchiani [email protected] - www.amialaluna.it Università degli studi di Macerata Corso di Geografia – Professoressa Claudia Robiglio A.A. 2000/2001 IL LAGO DI CINGOLI NEL TERRITORIO 1 / 26 Mirko Montecchiani [email protected] - www.amialaluna.it Sommario Introduzione ..................................................................................................................................3 Cenni sulla geografia della Val Musone....................................................................................5 Come è nato il progetto diga .......................................................................................................7 Come è stata realizzata la diga..................................................................................................10 Microclima in relazione allʹinvaso............................................................................................17 Gli scopi della diga .....................................................................................................................18 La Val Musone servita dalla diga .............................................................................................19 Fiumi a confronto........................................................................................................................22 Il turismo ......................................................................................................................................24 Conclusione, ringraziamenti e bibliografia .............................................................................26 2 / 26 Mirko Montecchiani [email protected] - www.amialaluna.it Introduzione Così dice il Signore: …la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare… Questo passo biblico, preso nella sua grandezza e con un poʹ di immaginazione, basterebbe da solo ‐ si fa per dire ‐ a riassumere lo scopo fondamentale della diga di Castreccioni a Cingoli. Di una cosa ero certo fin dallʹinizio: il lavoro da A sinistra lʹimponente svolgere avrebbe riguardato, in qualche modo, il sbarramento con la cabina di territorio della mia zona. Non è ancora scesa la nera presa irrigua e potabile. In basso a destra si nota lo notte sul monte di Cingoli: questo detto si è tramandato i per più di duemila anni tra le generazioni della gente di questo territorio, una gente indubbiamente legata, affezionata a queste zone, alla loro vita che scorre semplice e tranquilla, ai loro paesaggi colorati, alla loro storia piena di fascino e mistero, alle loro stagioni profumate, alle montagne dellʹAppennino marchigiano che silenziosamente fanno da sfondo a suggestivi tramonti, al panorama che da Cingoli, il Balcone delle Marche, arriva fino al mare, attraversando distese coltivate, colline, città, colori. La diga di Castreccioni è andata ad imporsi su un territorio e su una mentalità dai quali non è stata disapprovata e messa negativamente in discussione, ma accolta ed acclamata, eccetto da qualche organizzazione ambientalista che ai fini di rifiutare la vista di un enorme muro di cemento che crea un impatto notevole sullʹambiente, non si è forse resa conto veramente dei benefici che la diga ha portato e che in futuro porterà alla zona di Cingoli e allʹintera valle del Musone: basti pensare allʹirrigazione senza lʹuso di combustibile per pompare lʹacqua dal fiume ai campi, allʹenergia alternativa che se ne può ricavare, allʹuso antincendio che favorirebbe lo spegnimento dei focolai che potrebbero svilupparsi nella zona ‐ notevolmente boschiva ‐ prelevando acqua dallʹinvaso con elicotteri, allʹuso idropotabile e ai notevoli benefici che le infiltrazioni dellʹacqua nel sottosuolo hanno portato alle sorgenti limitrofe, alla fauna ittica del Musone che dʹora in poi verrà salvaguardata, grazie a un deflusso continuo e regolare dellʹacqua per mezzo di uno scarico perpetuo dalla diga, al turismo in via di sviluppo con relative costruzioni di agriturismo ed altre strutture, al lavoro che la diga ha dato a molti disoccupati della zona durante la sua realizzazione… Allʹinizio, le idee sullʹargomento da trattare erano vaghe e numerose, ma io volevo trovare qualcosa di originale, di nuovo, di significativo e di particolarmente tipico della 3 / 26 Mirko Montecchiani [email protected] - www.amialaluna.it zona e spero, parlando di questa diga che ha segnato un punto fondamentale nella storia di Cingoli, di avere in qualche modo raggiunto il mio obiettivo. Il punto fondamentale su cui ruota lʹintero lavoro e che dovrebbe ben emergere è la considerazione di come il creare un lago artificiale sia un aspetto rilevante dellʹorganizzazione dellʹuomo nel suo territorio e della disposizione del territorio stesso al miglioramento della vita dellʹuomo. Conseguente a questo, un secondo punto da trattare sarà il significativo mutamento del territorio, dopo lʹinvaso (… stavo per dire sconvolgimento), dai punti di vista geografici, dei servizi e delle attività. In alcune parti del lavoro non potrò astenermi dallʹusare termini strettamente tecnici di cui mi astengo dal darne spiegazione, pertanto la loro conoscenza si dà per scontata, soprattutto perché il loro utilizzo, nella maggior parte dei casi, vuole soltanto richiamare lʹattenzione sulla significatività di ciò che si sta trattando, sempre relativa allʹargomento organizzazione del territorio. Un esempio di ciò potrebbe essere la realizzazione della diga, nel cui caso vengono riportate caratteristiche della costruzione che non devono servire per capire comʹè fatta la diga, ovvero non solo, ma più che altro ciò che essa ha comportato a livello organizzativo del territorio. Non bisognerà soffermarsi dunque su aspetti prettamente specialistici di idraulica o di ingegneria, ma considerare detti aspetti esclusivamente secondo il criterio sopra descritto. 4 / 26 Mirko Montecchiani [email protected] - www.amialaluna.it Cenni sulla geografia della Val Musone Il corso del fiume Musone si sviluppa nella parte mediana dell’Appennino marchigiano; esso inizia nella zona di Prati di Tàgliole, fra il monte Pagliano e il monte Lavacelli e prosegue in direzione nord fino alla sezione di sbarramento, situata in località Ponte della Petrella (dove è nata la diga); più precisamente, si forma dalla confluenza del Fosso Acqua della Vita, del Fosso di Ugliano e del Fosso di Valdiola, sulle pendici orientali del monte Canfaito (1111m) e di altri rilievi orientati in direzione appenninica che appartengono alla dorsale marchigiana: la propaggine più orientale dell’Appennino Umbro‐Marchigiano. Il Musone presenta le caratteristiche tipiche dei corsi d’acqua appenninici, a carattere torrentizio, e cioè deflussi scarsi nei mesi estivi, più consistenti negli altri mesi, con valori massimi nelle stagioni autunnali e primaverili; questa tipologia fluviale risente fortemente delle piogge e delle secche, di conseguenza, prima della costruzione dell’invaso, in certi periodi dell’anno l’acqua non arrivava alla foce in quanto, lungo il corso, veniva prelevata per usi soprattutto irrigui. L’asta fluviale è stata suddivisa in cinque settori: ⎯ l’area della foce (Villa Musone e Piani della Baraccola, in provincia di Ancona), lungo il fiume Aspio che confluisce col Musone; ⎯ la bassa valle tra Villa Musone e il Mulino Nuovo di Valcarecce, dove inizia la dorsale carbonatica di Cingoli, e larga parte del bacino dell’Aspio, a monte della Baraccola; ⎯ la media valle, nella dorsale di Cingoli, tra Mulino Nuovo e Castreccioni; ⎯ l’alta valle tra Castreccioni e Chigiano (bacino della Laga); ⎯ le valli interne prossime alle sorgenti, sia del Musone che dei suoi affluenti, sui fianchi delle varie dorsali. La pianura costiera che si estende per circa 4,5km nell’entroterra, è caratterizzata da basse pendenze dell’alveo; la larghezza della valle è massima e raggiunge i 4km alla confluenza con l’Aspio; il tracciato è irregolare. La bassa Pianura è caratterizzata da pendenze dell’alveo più elevate, da un progressivo restringimento del letto e dalla presenza, ai lati della valle, di lembi anche notevolmente estesi di terrazze alluvionali oloceniche e pleistoceniche. Sono presenti numerosi gradini a valle di briglie in cemento o in massicciata; i gradini hanno altezze di qualche metro a monte di Villa Musone, ma risalendo il fiume, come nei pressi della confluenza del Fosso Scarpata, la loro altezza supera i cinque metri, originando vere e proprie cascate; più a monte l’altezza dei gradini decresce nuovamente e rimane nell’ordine di qualche metro. 5 / 26 Mirko Montecchiani [email protected] - www.amialaluna.it La media valle all’interno della dorsale di Cingoli, compresa tra Mulino Nuovo e Castreccioni, non presenta sostanziali variazioni rispetto alle caratteristiche del tratto più interno della media pianura. L’alveo presenta un tracciato a meandri; la sua ampiezza è di poche decine di metri e si presenta talora profondamente incassato nelle terrazze pleistoceniche ed oloceniche o nel substrato roccioso come al Ponte della Petrella o a Crevalcuore. Le caratteristiche geomorfologiche dell’alta valle sono state in parte occultate dalla realizzazione dell’invaso in oggetto, comunque, il tracciato dell’alveo alterna tratti a meandri a tratti regolari. Nelle dorsali le pendenze medie degli alvei aumentano notevolmente e lungo il Fosso di Elcito, in corrispondenza dell’affioramento delle rocce particolarmente resistenti del calcare massiccio, si sono formate pareti subverticali
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