a tutto in questo numero Intervista a Salvatore Accardo
Musiche da concerto dei grandi didatti del violino AR Benvenuto Disertori e la viola d’amore La quotazione degli strumenti ad arco: le ultime aste
Sulle tracce del Segreto di Paganini tutto arco CO a La liuteria a Cremona nel ’700
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Organo ufficiale di ESTA Italia 5 numero 5 - anno III prezzo di copertina 8 € Fausto Cacciatori conservazione e restauro la nuova sede di costruzione strumenti ad arco cremonabooks &violins in Piazza del Comune Cremona (Largo Boccaccino, 12/14) a Cremona tel. +39 0372 31743 lunedì 15,30/19,30 Via Ettore Sacchi, 16 www.cremonabooks.com martedì/sabato 9,30/19,30 26100 Cremona - tel 346 2311727 [email protected] domenica 10,00/19,00 [email protected] a tutto in questo numero AR Intervista a Salvatore Accardo
Nuovi capolavori a Cremona con CO “Friends of Stradivari” Organo ufficiale di ESTA Italia Musiche da concerto dei grandi didatti del violino numero 5 - anno III Intervista ad Antonio Monzino iscritto al registro stampa periodica al n. 441 in data 21.4.2008 “Incontri sul palcoscenico” edizione 2010 direttore responsabile Giovanni Battista Magnoli Benvenuto Disertoni e la viola d’amore assistente e coordinatrice editoriale Paola Carlomagno Intervista a Daniel Palmizio comitato di redazione Marco Andriotti Le quotazioni degli strumenti ad arco: Barbara Bertoldi Fausto Cacciatori le ultime aste Alberto Campagnano Paola Carlomagno Ennio Francescato Recensioni Bruno Giuranna Satu Jalas La colla animale a caldo, un adesivo sempre attuale Luca Sanzò segreteria di redazione Sulle tracce del segreto di Paganini: Anna Domaneschi l’opera di Francesco Sfilio editore e redazione CREMONABOOKS Cremona, Largo Boccaccino, 12/14 tel. 0372 31743 - fax 0372 537269 La liuteria a Cremona nel settecento [email protected] www.cremonabooks.com Il quartetto di Venezia interpreta grafica, impaginazione, raccolta pubblicitaria FORMAT - Cremona, via A. Rodano, 21 i quartetti di Cherubini tel. 0372 800243 - fax 0372 800244 [email protected] - www.formatcr.it “Il quinto dito perduto”. L’uso del pollice stampa: Fantigrafica - CR nelle antiche diteggiature violinistiche Comitato Direttivo ESTA Italia Bruno Giuranna presidente Musicisti in erba sul lago Satu Jalas vice-presidente Ennio Francescato segretario Marco Andriotti Laboratorio Arvedi: diagnostica manufatti lignei Barbara Bertoldi Alberto Campagnano e strumenti musicali Luca Sanzò Ursula Schaa Soci Onorari Claudio Abbado Salvatore Accardo Piero Farulli Renato Zanettovich
In copertina: Salvatore Accardo al Teatro Ponchielli di Cremona
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Luca Sanzò
Per chi non lo sa, per chi non se ne in- tende, il gol di Turone è qualcosa che non significa nulla, un non senso. Ma per due appassionati tifosi di calcio, uno romanista e uno juventino, il gol di Turone è un evento che segna un inizio e una fine. Era il 10 maggio 1981, erano gli anni delle grandi sfide fra la Juventus di Giovanni Trapattoni e la Roma di Nils Liedholm, le due squadre correvano insieme ai primi posti e si contendevano gli scudetti (qua- si sempre vinti dalla Juventus). In uno scontro diretto, a poche giornate dalla fi- ne del campionato, fu annullato un gol del romanista Maurizio Turone, ad una manciata di minuti dalla fine. Sarebbe sta- to il sorpasso e probabilmente lo scudetto della Roma, ma l’arbitro lo annullò. Per fuorigioco, disse. Finì 0 a 0, con quel gol sarebbe finita 1 a 0 per la Roma. La sera lo vedemmo in televisione, seduti in pol- trona, che il gol era valido, ma tant’era e tanto fu. Scudetto alla Juventus. Fine del- l’inizio. Inizio della fine. È l’ultimo giorno di corso alla Chigiana. Ci siamo visti nella sua aula, suonava un bravo ragazzo croato, poi un’audizione a un bambino, accompagnato dalla madre. Sorrisi, abbracci. Per me è sempre emo- zionante incontrare Salvatore Accardo, uno dei maggiori violinisti viventi e un didatta straordinario. Grande appassionato e tifoso di calcio come me. Juventino lui, parla di Turone. Il maestro ha invitato i ragazzi a un rin- romanista io, per cui è giocoforza, ogni Siamo diretti a casa Accardo, con una bel- fresco in casa sua. Tra non molto ci sarà volta da allora, parlare ancora di quel gol. la terrazza che sancisce la varietà delle tor- confusione, ne approfittiamo per sederci e Ancora oggi discutiamo sulla moviola, sui ri e dei suoni di Siena. Il palio è finito da lasciare che la serata senese mantenga il centimetri di differenza fra uno scudetto e poco, ha vinto la Civetta, stavolta, e si sen- fresco che promette. un altro, e anche stavolta, per le strade di tono i tamburi dei festeggiamenti, che qui Lasciamo momentaneamente Turone e Siena, fra i turisti e i senesi indaffarati, si durano giorni e giorni. cominciamo.
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Le ho sentito raccontare, una volta, dell’estrema Greco, dove abitavamo, era solo un pic- che per me suonare era la cosa più sem- facilità che sentì subito nel suonare il violino, ciò colo paesino all’epoca, e non era proprio plice di questo mondo. Insomma questo è la portava a ipotizzare una vita precedente in possibile trovare un violino. Mio padre stato l’inizio, la mia facilità e il regalo di cui lei era stato già violinista, vorrei cominciare dovette quindi andare a Napoli, lì girò mio padre. Pensa che possiedo ancora quel da questo racconto. per strade e vicoli tutto il giorno in cerca quarto di violino. La cosa è questa: mio padre Vincenzo, in- di un liutaio. E poi cosa successe? cisore di cammei, adorava la musica e suo- Ti voglio ricordare, inoltre, che non po- Poi incominciai la sera stessa la prima nava il violino da dilettante. Suonava in teva neanche prendermi un violino delle tournée della mia vita, mia cugina mi casa e il suo repertorio spaziava dalle can- dimensioni normali, vista la mia piccola portò in giro per tutto il vicinato, dalla zoni napoletane alle arie d’opera, ne co- statura, e questo rendeva ancora più diffi- colona, dalla parrucchiera… a loro suo- nosceva tante, tutte rigorosamente impa- cile la ricerca. navo tutto il mio repertorio e, lo ripeto, rate ad orecchio, poi c’erano le canzoni Alla fine però la sua costanza fu premiata, per me era veramente naturale. Ripen- del momento, a me piaceva più di tutte riuscì a trovare un quartino da un liutaio. sandoci oggi è sorprendente la facilità con Lili Marleen [la canzone che grazie alla ra- La sera, tornato stanco a casa, me lo mise cui facevo, dopo neanche un giorno di dio travalicò i confini della Germania in sul letto mentre dormivo. Il mattino se- possesso del violino, un motivo giusto e guerra, portata in tutto il mondo da Mar- guente mi svegliai e vidi questo astuccio intonato. In pratica sapevo già cosa do- lene Dietrich e poi proibita dal nazismo nero… capii subito di cosa si trattasse. Lo vessi fare prima di farlo. Per dare una spie- perché considerata disfattista, nda]. Mio aprii ed entusiasta mi misi a suonare subi- gazione a questo devo per forza di cose padre mi raccontava che quando ero mol- to e con facilità. La prima melodia, inuti- darne una sovrannaturale, sono costretto to piccolo ero incantato mentre suonava le dirlo, fu Lili Marleen,e la cosa incredi- cioè a fare l’ipotesi di una sorta di rein- quella melodia e se cambiava pezzo io mi bile, forse per l’appunto “sovrannaturale”, carnazione, come se io in una vita prece- mettevo a piangere, costringendolo a suo- era che sapevo benissimo cosa fare con le dente fossi un violinista.Altre spiegazioni, narla di nuovo. dita della mano sinistra e con l’arco, e ti razionali e logiche, non ce ne sono. Il violino fu, così, parte importante della garantisco che suonavo tutto giusto, non Fra quelle razionali può esserci una spiccata mia prima infanzia, tanto che a tre anni, solo le note già intonate, ma anche il rit- propensione all’imitazione di gesti altrui? insieme ai miei cugini, avevamo costruito mo. Poi dopo essermi impratichito con la In fondo era stato per giorni e giorni incantato dei giocattoli con delle corde, queste era- mia melodia preferita, cominciai anche le a guardare suo padre suonare. no in realtà degli elastici che io ero ri- altre cose che ero abituato a sentire da Sicuramente c’era anche quello, l’imita- uscito a tendere sufficientemente da po- mio padre, soprattutto di Giacomo Puc- zione faceva parte del mio bagaglio di at- terli pizzicare, la cosa mi prese molto, ave- cini: ad esempio il coro a bocca chiusa titudini, ma non può bastare come spie- vo anche io la possibilità di emettere dei della Madama Butterfly, oppure l’aria «Nes- gazione, anche perché, attenzione, mio suoni, o qualcosa che a dei suoni somi- sun dorma». padre non era intonato come invece già lo gliasse. Dopo un po’ di tempo ci fu inevi- E ricordo che non smettevo più di suo- ero io. tabilmente il giorno in cui, stanco di piz- nare. Pensa che mia madre, che era in cu- zicare elastici, chiesi a mio padre di com- cina, sentiva questo bel suono di violino, e E neanche era a posto come impostazione stru- prarmi un violino. siccome era migliore di quello che era mentale, immagino. Un violino vero, di legno, con le corde e abituata a sentire da mio padre, pensava No, certamente non era a posto.Ti ricor- l’archetto. Ricordo che mio padre fu da ci fosse la radio accesa, ma poi è venuta in do che era un autodidatta, suonava per subito molto contento di questa mia ri- camera da letto e mi ha visto: le è preso istinto e piacere, che certamente era una chiesta, appassionato com’era di un’arte un colpo, era come fulminata dalla sor- cosa buona, ma non ebbe mai un mae- che forse io avrei potuto praticare meglio presa; ricordo che correva per casa gri- stro che gli dicesse cosa fare per essere a di lui, ma fu molto difficile accontentarmi. dando «Salvatore suona! Salvatore suo- posto strumentalmente. Calcola che eravamo nel 1944, uno degli na!», e la cosa divertente è che io mi me- Si era innamorato del violino tanti anni anni peggiori della guerra, e Torre del ravigliavo che tutti si meravigliassero, visto prima, ascoltando il grande violinista Ar-
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rigo Serato, componente del Trio Italia rella maggiore, senza riscontrare in lei un lo sono abbastanza da creare giuste aspet- insieme ad Alfredo Casella e Arturo Bo- vero interesse, quindi immaginati la sua tative, ma quando, magari in un’intervista, nucci. gioia quando si rese conto non solo che mi chiedono cosa consiglierei a dei bam- Li aveva conosciuti su una nave. Il Re ave- io ero entusiasta dell’idea di suonare, ma bini che dovessero avere il dono di una va regalato a mio padre, in quanto inciso- che avevo anche delle spiccatissime doti particolare predisposizione al violino, di- re di cammei, una crociera su una nave che facevano di me uno studente speciale. co che piuttosto di consigliare i bambini esposizione dove per l’appunto poteva Riguardando indietro, oggi non possiamo che bisognerebbe consigliare i genitori, perché esporre i suoi lavori. Su questa nave suo- elogiare il comportamento di suo padre. Io, che un bambino molto dotato non è affatto nava tutte le sere il trio, e mio padre era come lei sa sono un insegnante, ho visto non facile da gestire. sempre lì ad ascoltare. pochi “bambini prodigio” o, il più delle volte, Io sono stato veramente fortunato in ogni Fece naturalmente amicizia con Serato al presunti tali. In genere in casi come questi il mio passaggio, in ogni tappa. quale disse «se dovessi avere un figlio sarà maggiore ostacolo per loro può venire proprio Innanzitutto ho avuto dei genitori intel- violinista». dai genitori, che con il loro comportamento ligenti che si sono affidati subito a un in- Quindi, come vedi, il suo amore per il possono creare delle aspettative sbagliate ed es- segnante; e questa è la seconda fortuna violino aveva radici antiche e si era tra- sere causa di frustrazioni varie. che ho avuto: era molto bravo Luigi sformato in un’aspettativa nei confronti Hai perfettamente ragione, anche a me D’Ambrosio. dei figli.Aveva tentato prima con mia so- portano molti bambini dotati, e a volte Sulle prime non mi voleva, ricordo che
Salvatore Accardo, Kumiko Nagai, Rocco Filippini, Fernando Caida Greco, Elena Faccani e Bruno Giuranna interpretano Verklärte Nacht Op. 4 di Schönberg per “Omaggio a Cremona” il 28 aprile 2007 al Teatro Ponchielli
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quando mio padre ci andò per chiedergli una lezione: mai suonare cose più difficili del li- E quando do questo tipo di consigli spero di farmi da guida, D’Ambrosio gli disse di vello a cui si è. sempre di essere ascoltato perché, te lo ri- no, non gli importava granché delle as- Certamente. Il mio maestro, nonostante peto, la fortuna che ho avuto è stata che i sicurazioni di mio padre circa le mie do- io avessi doti e talento, mi ha fatto sempre miei genitori si siano totalmente affidati ti, ne aveva visti tanti, di bambini dotati, e fare delle cose meno difficili non solo, all’intelligenza e all’esperienza del mio non aveva né tempo né voglia per me. come sarebbe ovvio, di quelle che erano al maestro, dandogli carta bianca. Mi ricordo di fuori della mia portata, ma anche, e che D’Ambrosio parlava spesso con mio Beh probabilmente, essendo un insegnante mol- davvero lo fece sempre, di quelle che avrei padre e gli diceva che, se qualche volta il to quotato, tutto ciò era vero, e magari era tar- potuto fare. Ricordo che lo spiegò anche maestro dà delle gocce di veleno bisogna tassato da richieste di genitori convinti di avere a mio padre, che, da entusiasta qual era, accettarle. Ho un ricordo bellissimo del in casa il nuovo Paganini. avrebbe voluto, che so, che io suonassi su- mio maestro, e gli sono grato anche di Era proprio così. Poi, grazie alle insistenze bito i Capricci di Paganini. D’Ambrosio quelle gocce che, talvolta, mi ha fatto in- di mio padre riuscimmo finalmente ad gli diceva che fare queste cose anzitempo gerire. ottenere, per una certa mattina alle 11, un mi avrebbe rovinato la mano. Guarda, pro- appuntamento con D’Ambrosio. Non sta- babilmente è anche una questione fisica, A proposito di didattica, ho, da insegnante, vamo più nella pelle, mio padre mi portò direi atletica: un ragazzino può fare delle un’altra curiosità. Se guardiamo una faccia del- ben vestito, col mio quartino,a casa del cose ma altre non può farle, ed è sempre la medaglia vediamo che la facilità che lei ha maestro. Arrivammo alle 11 precise, ov- meglio fargli suonare bene cose meno dif- avuto ha certamente tracciato con chiarezza il viamente, ma la cameriera che ci aprì la ficili, piuttosto che fargli inseguire una suo percorso, ma l’altra faccia rischia di essere, in porta, candidamente ci disse che lui non tecnica che ancora non ha, col risultato un caso del genere, una non facile predisposi- c’era: «no, il maestro non c’è», disse pro- di farlo suonare male. zione al rapportarsi con i problemi strumentali, prio così, ancora lo ricordo. In sostanza si che è indubbiamente necessaria ad un buon in- era dimenticato del nostro appuntamento. Un lavoro di questo tipo è certamente molto segnante. In altre parole, se vuole, gliela giro Non sapevamo che fare, alla fine deci- più lungimirante. in chiave provocatoria: come fa un violinista demmo di aspettarlo, lì in casa sua. Il mae- Sì, assolutamente, ma tutto ciò è fonda- che ha avuto meno difficoltà ad insegnare ad af- stro arrivò all’una, vedendoci lì si ricordò mentale, e quella è stata una grande for- frontarle? Lei come ha superato questa appa- improvvisamente dell’impegno, e non- tuna per me: in seguito anche da inse- rente dicotomia? ostante si avvicinasse l’ora del pranzo, non gnante ho fatto tesoro di quell’esperienza. L’ho superata semplicemente perché, non- ebbe il coraggio di mandarci via, per cui Quando scelgo i pezzi che i miei allievi ostante e anzi proprio perché avevo faci- disse «va bene, piglia il violino e accorda- debbono studiare o quando qualcuno vie- lità, ho avuto la coscienza di studiare esat- lo». Figurati! Io non avevo mai accordato ne da me a chiedermi consiglio, magari tamente quanto quelli che ne hanno me- il violino e non sapevo bene neanche co- per un bambino piccolo, come hai visto no, se non addirittura di più. Questo lo me si facesse, allora tentai qualcosa che tu stesso prima in Chigiana, rispondo debbo, oltre che, come ho già detto, ai somigliasse a un’accordatura, dopodiché sempre la stessa cosa. Il bambino che ab- miei genitori e al mio maestro, al mio ca- D’Ambrosio mi disse «fammi una scala». biamo sentito ha delle buone doti, è into- rattere e al mio grandissimo, sviscerato Inutile dire che neanche una scala l’avevo nato ed ha il senso del suono, lo hai sen- amore per il violino. Ho fatto cioè in mo- mai fatta, ma dovevo tentare e quindi co- tito pure tu. Alla madre ho detto che il do che il mio talento, in qualche modo, minciai. Gli bastarono, per fortuna, poche figlio deve fare gli studi di Hans Sitt, che si generasse anche una mia abitudine a sen- note, poi disse «va bene, ti prendo». E pen- fanno durante i primi due anni del con- tire sempre un livello alto nelle mie ese- sare che mio padre aveva portato con sé servatorio, e che sono ben di meno di cuzioni. Ciò ha fatto sì che io mi prepa- una valigia piena di pezzi da suonare. quello che quel bambino sarebbe in grado rassi ad affrontare con molta pazienza, ad di fare, ma sono formativi per il suono, esempio, i momenti, le intere giornate a A proposito di pezzi da suonare, mi interessa per l’arco, l’intonazione e la disciplina volte, in cui i miei bioritmi mi facevano molto una cosa che le ho sentito dire prima a strumentale. calare di livello, come è fisiologico in cia-
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scuno di noi. Non ho mai ceduto, insom- d’arco che hai, per così dire, avuto in do- ne le spese sono quelle istituzioni che ma, alla tentazione di crogiolarmi sul mio no da Dio. Anche questo può accadere, fanno le cose serie, fatte per bene. talento, e questa certamente è stata un’ot- ma certamente è impossibile che tu sap- Infatti le istituzioni concertistiche che stanno tima cosa. Forse, grazie a questo, possia- pia insegnare ciò che non conosci, e que- chiudendo sono le piccole, non di rado quelle mo dire che io abbia fatto non solo un sto vale per tutto, tecnica, repertorio, pro- che hanno fatto meglio, e inoltre quelle che più lavoro di risoluzione dei problemi, che prio tutto. fanno promozione di giovani concertisti. comunque ho avuto e risolto, ma anche Per fortuna ho l’impressione che ora ci Chi ne paga le spese sono proprio i gio- un altro, non meno importante, di pre- sia una nuova generazione di insegnanti, vani che non hanno più a disposizione venzione dei medesimi. nei nostri conservatori che, nonostante quelle che erano delle vere e proprie pa- la crisi culturale che c’è da molto tempo, lestre, dove ci si poteva andare a confron- E questo fa sì oggi che lei sia un ottimo inse- hanno eroicamente fatto propria questa tare con un pubblico minore per numero, gnante, perché uno che ha facilità potrebbe ave- filosofia: sono giovani molto preparati e, ma spesso maggiore per competenza e re la tentazione di lavorare meno. se sarà concesso loro lo spazio ed i mezzi partecipazione emotiva. È vero, ma infatti non tutti i bambini che per fare la professione, potranno farla hanno facilità arrivano poi alla carriera di molto bene. Se dicessi che tutto ciò è terribile, userei un ter- violinista: per questa ci vuole un vero e mine troppo impegnativo? proprio lavoro da certosino, che è ciò che Tutto ciò è, però, paradossale perché accade Purtroppo no, è veramente terribile. C’è dovrebbero fare tutti. proprio in un’epoca in cui soffriamo per una in atto una devastante crisi culturale. grave crisi culturale. Secondo lei questa crisi è Quando una cosa del genere si nota in Per quello che riguarda il repertorio e le tecni- solo italiana? tutte le parti politiche, quando la situa- che di esecuzione, oltre alle prassi legate alle va- La crisi è ovunque, ma purtroppo ho zione resta immutata con qualsiasi schie- rie epoche della musica, non pensa che una l’impressione che in Italia la situazione ramento vada al governo, anzi addirittura persona che voglia insegnare debba mettersi sia peggiore. La ragione in realtà è molto peggiora, vuol dire che la crisi è culturale. nell’ottica di spaziare fra le varie metodologie e semplice, in Italia non c’è un’educazione avere una conoscenza ottima, o almeno buona, musicale di base. È un cane che si morde Parliamo ora dei corsi alla fondazione Walter di tutto il repertorio e della tecnica? la coda, perché senza questa educazione Stauffer di Cremona, che da vent’anni forma- Certo, secondo me non puoi insegnare viene a mancare il pubblico giovane. no strumentisti di alto livello. Quanto ha im- quello che non sai suonare, non puoi par- Infatti l’età media di coloro che vanno ai parato facendo lezione alla Stauffer? lare di un repertorio che non conosci. concerti è sempre più alta, e senza i gio- Io dico sempre che insegnare è meravi- Non a tutti gli insegnanti si può chiede- vani, tra il pubblico, viene a mancare l’e- glioso perché si impara tanto, e non solo re di essere dei grandi concertisti ma a sigenza stessa dell’educazione musicale. perché, com’è ovvio, negli anni si impara tutti si deve chiedere di conoscere, e be- Non si conosce più la musica, e quindi ad insegnare anche a se stessi, ma anche ne, il repertorio e la tecnica. non se ne sente neppure più il bisogno. perché gli allievi, soprattutto quelli avan- Di avere studiato e acquisito entrambe le Abbiamo giovani che arrivano alla lau- zati che, come sai, alla Stauffer abbondano, cose.Ti faccio solo uno dei tanti esempi rea senza capire un’acca di musica, nean- spesso forniscono delle nuove idee, nuove che ti potrei fare: prova a pensare che suc- che dal punto di vista storico. diteggiature, arcate o sfumature di inter- cede quando un allievo deve studiare un Continuando con questo ragionamento si pretazione. particolare colpo d’arco e il suo inse- capisce perché, poi, coloro che ci gover- A Cremona e negli altri posti dove ho in- gnante magari non lo conosce. Se tu non nano non sanno fare altro che tagliare segnato e insegno, ho davvero imparato sai fare quel colpo d’arco come fai a in- fondi alla cultura, della quale non sono molto; pensa anche all’opportunità di suo- segnarlo? in grado di cogliere l’importanza. nare, oltre che con gli altri docenti, pure A volte può persino succedere la situa- Quando questo avviene vengono tirati con gli allievi. Insisterei sull’importanza zione opposta, cioè che lo sai fare ma non in ballo sempre gli sprechi, che indub- della musica da camera, del suonare assie- lo sai insegnare, perché magari è un colpo biamente ci sono stati; ma alla fine a far- me agli altri, perché tutto ciò insegna
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Salvatore Accardo e Andrea Mosconi, conservatore dei beni liutari della città di Cremona moltissimo. Nella musica da camera, ad esempio dalle scuole inglesi, dove la mu- che mettemmo insieme questi ragazzi: co- esempio, la tua libertà finisce dove inizia sica da camera si fa di più e prima di minciammo a provare la Serenata di Dvo- quella dell’altro, esattamente come nella quando si fa in Italia. rák e rimasi veramente impressionato dal- vita. Molti strumentisti, anche buoni dal l’intonazione e dal suono che veniva da punto di vista tecnico, ascoltano se stessi È questo lo spirito con cui lei ha fondato l’Or- tutte le parti, non solo dai primi leggii. invece di ascoltare gli altri, perché non chestra da camera italiana? sono stati abituati a fare la musica da ca- Certo, in più, se vai a vedere ti accorgi Vorrei che ora parlassimo di quel grande violi- mera in un certo modo e a un certo li- che questo è l’unico esempio di orche- nista che lei ha conosciuto e frequentato: Davyd vello. Un camerista lo si riconosce subito, stra i cui componenti vengono tutti dal- Oistrakh. quando suona con l’orchestra, ma anche la stessa scuola, dalle classi di Giuranna, Il mio secondo padre. quando suona Bach per violino solo. Con Filippini e Petracchi. Con un presupposto Bach si fa della musica da camera, una fu- così, si comincia già a lavorare da un altro Per questo faccio questa domanda proprio a lei. ga a quattro voci deve avere il suo senso piano. Ho creato un gruppo di strumen- Me lo fece conoscere Riccardo Brengola, polifonico. tisti di prim’ordine. I violini sono quasi che era stato finalista al concorso di Bru- Trovo che ciò sia veramente fondamenta- tutte spalle di altre orchestre o ragazzi che xelles, vinto da Oistrakh. Avevo un bel le per i ragazzi e bisognerebbe prendere fanno concerti. Ricordo la prima volta rapporto con Brengola, da cui avevo avu-
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to i primi rudimenti della musica da ca- mera. Mi presentò ad Oistrakh a Roma, negli anni ’50, dopo un concerto. Io ave- vo 14-15 anni e lui era alla sua prima tournée nell’Europa occidentale; parlava, non molto bene, il tedesco ed io, ancora meno bene, l’inglese. Mentre Brengola gli parlava del mio talento, io ero molto inti- morito. Mi disse di andare l’indomani nel suo albergo, perché mi avrebbe ascoltato volentieri. Andai il giorno dopo a farmi sentire; emozionantissimo suonai un adagio e fu- ga di Bach e due capricci di Paganini, in- fine la cadenza del concerto di Khacatur- jan, scritta proprio da Oistrakh e non an- cora pubblicata. Fu molto sorpreso e mi dronanza del pezzo e del nostro strumen- quanto prima dimenticarsi dei problemi domandò come facessi ad averla; io gli to. Non capii subito cosa volesse dire, l’ho tecnici e pensare alla musica, per cui la dissi che l’avevo copiata dal disco. Rise di capito non molto tempo fa. tecnica è importantissima, perché serve a cuore. Mi trovò solo un paio di errori, non averne, di problemi. Una percentua- due note nelle scale velocissime e poi una Devo dire che questa affermazione suona osti- le? Forse sarà paradossale ma per me, fra piccola cosa quando ritorna il tema. Iniziai ca pure a me. tecnica e musica la giusta proporzione è un bellissimo rapporto con lui che durò Significa arrivare a suonare sperimentan- 100 e 100. tutta la vita. Mi ha insegnato molto, mi do. Fare, cioè, in pubblico certe cose che ha detto delle cose che sono rimaste nel- faresti solo a casa, come provare una nuo- Qual è stato il compositore più importante che la mia mente come stampate a fuoco. Una va diteggiatura, un nuovo fraseggio, una ha conosciuto e col quale ha lavorato? volta mi disse che noi dobbiamo stare at- nuova arcata, dopo che per anni magari Ci sono stati compositori importanti che tenti a non dimostrare al pubblico quanto ne hai fatta un’altra, e vedere come va. Se hanno scritto per me, è stata una bella siamo bravi, ma a far capire al pubblico riesci a fare questo in pubblico vuol dire esperienza conoscerli e suonare la loro la fortuna che abbiamo ad avere a che fa- che hai padronanza dello strumento. musica, ma forse l’esperienza più bella è re con la musica, e questa è una cosa che stata quella di suonare un compositore pochi hanno anche fra i grandi, questa è Per arrivare a questo ci vuole, però, un gran che non ha scritto per me. Sto parlando di l’umiltà di suonare e non di far sentire lavoro, una base tecnica importante. Da uno a Alberto Ginastera. Suonai per la prima quanto si è bravi. Fra le due cose c’ è una cento, quanto spazio deve occupare, secondo lei, volta in Europa il suo Concerto per violino e gran differenza. la tecnica nello studio quotidiano? orchestra, che aveva scritto nel 1963 per La tecnica è fondamentale per fare mu- Ruggiero Ricci. Poi ebbi l’occasione di Quindi una maggior condivisione col pubblico sica: tu puoi avere le idee più straordinarie conoscerlo, negli Stati Uniti, e passai un dell’atto del fare musica. ma se non conosci la tecnica le conoscerai mese e mezzo con lui, ascoltammo molta Sì, mi ha insegnato l’umiltà, la stessa che lui solo tu. Non ci si può e non ci si deve musica sua, dall’opera Don Rodrigo alla aveva, verso la musica, verso i compositori dimenticare della musica, perciò al con- musica da camera, i quartetti per archi, il e i colleghi. Un’altra cosa importante che certo bisogna pensare solo ad essa.Tutto quintetto con pianoforte. Sono rimasto mi disse fu che noi dobbiamo imparare a questo è possibile solo se in precedenza davvero affascinato, innanzitutto dalla per- studiare in pubblico: nel momento che ci si è acquisita la necessaria padronanza.An- sona, era davvero un gran signore, di gran- riusciamo vuol dire che abbiamo la pa- che questo me lo diceva Oistrakh, bisogna de talento e cultura musicale, poi dalla
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bellezza delle sue composizioni. Tuttora Fu così che mio padre e Totò si incon- Ma ora, a distanza di tanti anni, possiamo di- amo molto il suo Concerto per violino e or- trarono, e naturalmente fui portato anche re che il gol di Turone c’era? chestra, che purtroppo non si ascolta così io a conoscerlo, gli fui presentato come il No che non c’era! spesso come meriterebbe. figlio di Vincenzo:devi sapere che a an- cora oggi a Torre Del Greco per gli an- Le bambine mi stanno cacciando via. A proposito delle inconfondibili voci che sen- ziani del paese io sono «‘o figlie ‘e Vi- Hanno ragione, sono stanche di questo tiamo dall’interno della casa, com’è l’esperien- cienz». Insomma conobbi Totò a 5 anni signore brutto e pelato che le priva delle za della paternità per Salvatore Accardo? e, non appena lo vidi, scoppiai a ridere. coccole paterne. Mi alzo e ringrazio il Non si può esprimere l’emozione della Oggi che conosco a memoria tutti i suoi maestro Accardo, che sorride gentile, esco prima volta che ho visto le mie gemelline. film, sono molto orgoglioso della fortuna in strada e capito proprio in mezzo ai fe- La gioia e l’amore che ho provato subito e che ho avuto.Totò incarna tanta napole- steggiamenti del palio. che provo ogni giorno di più. Dopo anni tanità, inoltre mi ricorda mio padre, per Lo si porta per le strade e lo si mostra a di viaggi in giro per il mondo, ora devo cui l’ho sempre amato profondamente. tutti i senesi.A portarlo, al ritmo dei tam- dire che vado via sempre a malincuore da buri,c’è tutta la contrada, uomini, don- casa e, se devo farlo per molto tempo, fac- E la passione per il calcio? ne, ragazzi e bambini, sono tutti molto cio di tutto per portare l’intera mia fami- È una passione forte. Giocavo a calcio, presi dall’evento, perché il palio è un gio- glia. Ora come vedi (e come senti) sono come tutti i bambini, e giocavo bene. Il co, quindi è una cosa seria, dinanzi alla qui con me [è arrivato il momento in cui problema era che giocavo in porta, quin- quale siamo tutti uguali. E perché vincere una delle due reclama il padre, la tiene in di mettevo seriamente a rischio le mie è un’esperienza entusiasmante, e se si vin- braccio quando lo vedo tornare, nda]. È mani e le mie dita. Ma paravo davvero ce tutti insieme lo si può rivivere meglio, stata decisamente l’esperienza più bella bene, pensa che un giorno arrivarono a ancora dopo anni, perché in ogni posto della mia vita. casa i dirigenti del Napoli, che mi avevano dove si va c’è una piccola grande storia visto nei tornei in spiaggia giocati di na- da raccontare. E sono sicuro che, ancora Ora una cosa per la quale la invidio tanto: scosto da mio padre. oggi,a To rre Del Greco, c’è chi parla d’o l’aver conosciuto Totò. Avevo 12 anni, immaginati la sorpresa di figlie ’e Vicienz, che sapeva parare bene, e Ah,Totò,che meraviglia. Posso dirti che è mio padre, che si vide questi signori in sarebbe stato un grande portiere del Na- stata la continuazione di mio padre. Me casa che gli chiedevano di portarmi alle poli, ma ha dovuto smettere di giocare lo ricorda molto ancora oggi, quando ve- giovanili del Napoli. Ne andai a parlare per colpa del violino. do i suoi film. Devi sapere che per me anche col mio maestro, che mi vide com- mio padre era tutto, oggi non so più se battuto e aveva paura che io lasciassi il definirlo padre o fratello o amico, perché violino, ma alla fine scelsi di rifiutare: il davvero era tutto questo, e soprattutto mio violino era troppo importante per me, an- padre “era”Totò.Spesso la sera a casa ci ri- zi, smisi pure di giocare in porta e co- univamo tutti e lui faceva l’imitazione di minciai a giocare in attacco, ma ti con- Totò, ma molte delle mosse, delle espres- fesso che ero un disastro perché ero pi- sioni e delle parole che diceva erano gro, in porta stavo meglio, e poi mi piace- LUCA SANZÒ spontanee, nello stile di Totò. È come, va comandare la difesa. Luca Sanzò, concertista e violista del Quartetto cioè, se anche Totò facesse l’imitazione di La mia carriera di centrattacco durò non Michelangelo, collabora inoltre come prima vio- mio padre. più di due o tre partite, poi ho definitiva- la nelle orchestre del teatro dell’Opera di Roma e del Teatro Lirico di Cagliari. Molto attivo nel Ci divertivamo moltissimo. Devi sapere mente lasciato perdere. campo della didattica, autore della revisione che mio padre, come incisore, faceva dei Mi è rimasta la grande passione, ho sem- dei 41 capricci di Bartolomeo Campagnoli edi- lavori per il conte Caetani a Torre Del pre seguito la mia squadra del cuore, la ta da Ricordi, è docente di viola presso il Con- Greco, il conte era amico di Totò,che lo Juventus, sono amico dei giocatori e del- servatorio Santa Cecilia di Roma. È compo- andava spesso a trovare. l’allenatore. nente del Comitato Direttivo di ESTA-Italia.
9 SCHEDA PERSONALE D’ISCRIZIONE (Scrivere in stampatello)
E.S.T.A. – ITALIA Presidente: Bruno Giuranna
Il sottoscritto, titolo: M° Prof. /(ssa) Dott. /(ssa) Sig./(ra) cognome: nome: nato a: il: residente a: provincia di: C.A.P.: in via/piazza: n. telefono: fax: e-mail: @ eventuale altro indirizzo a cui inviare la posta ESTA: via: n. Città o località: C.A.P.: strumento: Violino Viola Violoncello Contrabbasso Altro (specificare ) professione (barrare una o più categorie): Concertista Direttore Insegnante Formatore di insegnanti Compositore Ricercatore/Musicologo Studente Altro (specificare) presso: (è possibile allegare il proprio Curriculum Vitae) se studente (per gli allievi di insegnanti privati, fornire i dati sul docente di seguito richiesti, è facoltativo), allievo della classe del Prof..:
CHIEDE di iscriversi a codesta Associazione in qualità di (barrare la voce che interessa): Socio Studente Euro 20,00 Socio Ordinario Euro 30,00 Socio Sostenitore contributo annuo superiore a Euro 50,00
La quota associativa può essere versata a mezzo Bollettino Postale sul C/C N. 92466960 intestato a: ESTA-Italia, c/o Camera di Commercio di Cremona, Piazza Stradivari 5, 26100 – Cremona, oppure tramite Bonifico Bancario sul C/C n. 000000180098 intestato a ESTA-Italia presso la BANCA CREMONESE DI CREDITO COOPERATIVO, via Roma 14, 26100 Cremona, ABI: 8454, CAB: 11403, CIN: E, CODICE PAESE: IT, IBAN: IT43E0845411403 000000180098, BIC: ICRA IT MMC M0, con causale:“Quota associativa annuale 20 ”
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI (Legge 675/96) I dati personali sono ad uso esclusivo del Consiglio Direttivo e servono alla compilazione dell’elenco dei Soci, di cui va inviata an- nualmente copia all’ESTA Centrale.Vi preghiamo di compilare il quadro sottostante, qualora ESTA-ITALIA decidesse di rendere dis- ponibile, ai soli Soci, l’elenco.