a tutto in questo numero Intervista a Salvatore Accardo Musiche da concerto dei grandi didatti del violino AR Benvenuto Disertori e la viola d’amore La quotazione degli strumenti ad arco: le ultime aste Sulle tracce del Segreto di Paganini tutto arco CO a La liuteria a Cremona nel ’700 Tariffa regime libero: Poste Italiane spa - sped. in a. p. 70% DCB (Cremona C.L.R.) ISBN 88-8359-135-8 Organo ufficiale di ESTA Italia 5 numero 5 - anno III prezzo di copertina 8 € Fausto Cacciatori conservazione e restauro la nuova sede di costruzione strumenti ad arco cremonabooks &violins in Piazza del Comune Cremona (Largo Boccaccino, 12/14) a Cremona tel. +39 0372 31743 lunedì 15,30/19,30 Via Ettore Sacchi, 16 www.cremonabooks.com martedì/sabato 9,30/19,30 26100 Cremona - tel 346 2311727 [email protected] domenica 10,00/19,00 [email protected] a tutto in questo numero AR Intervista a Salvatore Accardo Nuovi capolavori a Cremona con CO “Friends of Stradivari” Organo ufficiale di ESTA Italia Musiche da concerto dei grandi didatti del violino numero 5 - anno III Intervista ad Antonio Monzino iscritto al registro stampa periodica al n. 441 in data 21.4.2008 “Incontri sul palcoscenico” edizione 2010 direttore responsabile Giovanni Battista Magnoli Benvenuto Disertoni e la viola d’amore assistente e coordinatrice editoriale Paola Carlomagno Intervista a Daniel Palmizio comitato di redazione Marco Andriotti Le quotazioni degli strumenti ad arco: Barbara Bertoldi Fausto Cacciatori le ultime aste Alberto Campagnano Paola Carlomagno Ennio Francescato Recensioni Bruno Giuranna Satu Jalas La colla animale a caldo, un adesivo sempre attuale Luca Sanzò segreteria di redazione Sulle tracce del segreto di Paganini: Anna Domaneschi l’opera di Francesco Sfilio editore e redazione CREMONABOOKS Cremona, Largo Boccaccino, 12/14 tel. 0372 31743 - fax 0372 537269 La liuteria a Cremona nel settecento [email protected] www.cremonabooks.com Il quartetto di Venezia interpreta grafica, impaginazione, raccolta pubblicitaria FORMAT - Cremona, via A. Rodano, 21 i quartetti di Cherubini tel. 0372 800243 - fax 0372 800244 [email protected] - www.formatcr.it “Il quinto dito perduto”. L’uso del pollice stampa: Fantigrafica - CR nelle antiche diteggiature violinistiche Comitato Direttivo ESTA Italia Bruno Giuranna presidente Musicisti in erba sul lago Satu Jalas vice-presidente Ennio Francescato segretario Marco Andriotti Laboratorio Arvedi: diagnostica manufatti lignei Barbara Bertoldi Alberto Campagnano e strumenti musicali Luca Sanzò Ursula Schaa Soci Onorari Claudio Abbado Salvatore Accardo Piero Farulli Renato Zanettovich In copertina: Salvatore Accardo al Teatro Ponchielli di Cremona 1 a tutto AR CO Intervista a Salvatore Accardo Luca Sanzò Per chi non lo sa, per chi non se ne in- tende, il gol di Turone è qualcosa che non significa nulla, un non senso. Ma per due appassionati tifosi di calcio, uno romanista e uno juventino, il gol di Turone è un evento che segna un inizio e una fine. Era il 10 maggio 1981, erano gli anni delle grandi sfide fra la Juventus di Giovanni Trapattoni e la Roma di Nils Liedholm, le due squadre correvano insieme ai primi posti e si contendevano gli scudetti (qua- si sempre vinti dalla Juventus). In uno scontro diretto, a poche giornate dalla fi- ne del campionato, fu annullato un gol del romanista Maurizio Turone, ad una manciata di minuti dalla fine. Sarebbe sta- to il sorpasso e probabilmente lo scudetto della Roma, ma l’arbitro lo annullò. Per fuorigioco, disse. Finì 0 a 0, con quel gol sarebbe finita 1 a 0 per la Roma. La sera lo vedemmo in televisione, seduti in pol- trona, che il gol era valido, ma tant’era e tanto fu. Scudetto alla Juventus. Fine del- l’inizio. Inizio della fine. È l’ultimo giorno di corso alla Chigiana. Ci siamo visti nella sua aula, suonava un bravo ragazzo croato, poi un’audizione a un bambino, accompagnato dalla madre. Sorrisi, abbracci. Per me è sempre emo- zionante incontrare Salvatore Accardo, uno dei maggiori violinisti viventi e un didatta straordinario. Grande appassionato e tifoso di calcio come me. Juventino lui, parla di Turone. Il maestro ha invitato i ragazzi a un rin- romanista io, per cui è giocoforza, ogni Siamo diretti a casa Accardo, con una bel- fresco in casa sua. Tra non molto ci sarà volta da allora, parlare ancora di quel gol. la terrazza che sancisce la varietà delle tor- confusione, ne approfittiamo per sederci e Ancora oggi discutiamo sulla moviola, sui ri e dei suoni di Siena. Il palio è finito da lasciare che la serata senese mantenga il centimetri di differenza fra uno scudetto e poco, ha vinto la Civetta, stavolta, e si sen- fresco che promette. un altro, e anche stavolta, per le strade di tono i tamburi dei festeggiamenti, che qui Lasciamo momentaneamente Turone e Siena, fra i turisti e i senesi indaffarati, si durano giorni e giorni. cominciamo. 2 a tutto AR CO Le ho sentito raccontare, una volta, dell’estrema Greco, dove abitavamo, era solo un pic- che per me suonare era la cosa più sem- facilità che sentì subito nel suonare il violino, ciò colo paesino all’epoca, e non era proprio plice di questo mondo. Insomma questo è la portava a ipotizzare una vita precedente in possibile trovare un violino. Mio padre stato l’inizio, la mia facilità e il regalo di cui lei era stato già violinista, vorrei cominciare dovette quindi andare a Napoli, lì girò mio padre. Pensa che possiedo ancora quel da questo racconto. per strade e vicoli tutto il giorno in cerca quarto di violino. La cosa è questa: mio padre Vincenzo, in- di un liutaio. E poi cosa successe? cisore di cammei, adorava la musica e suo- Ti voglio ricordare, inoltre, che non po- Poi incominciai la sera stessa la prima nava il violino da dilettante. Suonava in teva neanche prendermi un violino delle tournée della mia vita, mia cugina mi casa e il suo repertorio spaziava dalle can- dimensioni normali, vista la mia piccola portò in giro per tutto il vicinato, dalla zoni napoletane alle arie d’opera, ne co- statura, e questo rendeva ancora più diffi- colona, dalla parrucchiera… a loro suo- nosceva tante, tutte rigorosamente impa- cile la ricerca. navo tutto il mio repertorio e, lo ripeto, rate ad orecchio, poi c’erano le canzoni Alla fine però la sua costanza fu premiata, per me era veramente naturale. Ripen- del momento, a me piaceva più di tutte riuscì a trovare un quartino da un liutaio. sandoci oggi è sorprendente la facilità con Lili Marleen [la canzone che grazie alla ra- La sera, tornato stanco a casa, me lo mise cui facevo, dopo neanche un giorno di dio travalicò i confini della Germania in sul letto mentre dormivo. Il mattino se- possesso del violino, un motivo giusto e guerra, portata in tutto il mondo da Mar- guente mi svegliai e vidi questo astuccio intonato. In pratica sapevo già cosa do- lene Dietrich e poi proibita dal nazismo nero… capii subito di cosa si trattasse. Lo vessi fare prima di farlo. Per dare una spie- perché considerata disfattista, nda]. Mio aprii ed entusiasta mi misi a suonare subi- gazione a questo devo per forza di cose padre mi raccontava che quando ero mol- to e con facilità. La prima melodia, inuti- darne una sovrannaturale, sono costretto to piccolo ero incantato mentre suonava le dirlo, fu Lili Marleen,e la cosa incredi- cioè a fare l’ipotesi di una sorta di rein- quella melodia e se cambiava pezzo io mi bile, forse per l’appunto “sovrannaturale”, carnazione, come se io in una vita prece- mettevo a piangere, costringendolo a suo- era che sapevo benissimo cosa fare con le dente fossi un violinista.Altre spiegazioni, narla di nuovo. dita della mano sinistra e con l’arco, e ti razionali e logiche, non ce ne sono. Il violino fu, così, parte importante della garantisco che suonavo tutto giusto, non Fra quelle razionali può esserci una spiccata mia prima infanzia, tanto che a tre anni, solo le note già intonate, ma anche il rit- propensione all’imitazione di gesti altrui? insieme ai miei cugini, avevamo costruito mo. Poi dopo essermi impratichito con la In fondo era stato per giorni e giorni incantato dei giocattoli con delle corde, queste era- mia melodia preferita, cominciai anche le a guardare suo padre suonare. no in realtà degli elastici che io ero ri- altre cose che ero abituato a sentire da Sicuramente c’era anche quello, l’imita- uscito a tendere sufficientemente da po- mio padre, soprattutto di Giacomo Puc- zione faceva parte del mio bagaglio di at- terli pizzicare, la cosa mi prese molto, ave- cini: ad esempio il coro a bocca chiusa titudini, ma non può bastare come spie- vo anche io la possibilità di emettere dei della Madama Butterfly, oppure l’aria «Nes- gazione, anche perché, attenzione, mio suoni, o qualcosa che a dei suoni somi- sun dorma». padre non era intonato come invece già lo gliasse. Dopo un po’ di tempo ci fu inevi- E ricordo che non smettevo più di suo- ero io. tabilmente il giorno in cui, stanco di piz- nare. Pensa che mia madre, che era in cu- zicare elastici, chiesi a mio padre di com- cina, sentiva questo bel suono di violino, e E neanche era a posto come impostazione stru- prarmi un violino. siccome era migliore di quello che era mentale, immagino. Un violino vero, di legno, con le corde e abituata a sentire da mio padre, pensava No, certamente non era a posto.Ti ricor- l’archetto. Ricordo che mio padre fu da ci fosse la radio accesa, ma poi è venuta in do che era un autodidatta, suonava per subito molto contento di questa mia ri- camera da letto e mi ha visto: le è preso istinto e piacere, che certamente era una chiesta, appassionato com’era di un’arte un colpo, era come fulminata dalla sor- cosa buona, ma non ebbe mai un mae- che forse io avrei potuto praticare meglio presa; ricordo che correva per casa gri- stro che gli dicesse cosa fare per essere a di lui, ma fu molto difficile accontentarmi.
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