“La Gestione Agro-Pastorale Storica Del SIC
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LIFE12 NAT/IT/000818 Conservazione e recupero delle praterie xero-termiche della Valle di Susa mediante la gestione pastorale LIFE12 NAT/IT/000818 ‐ Xero‐grazing Azione A2 – Analisi della gestione attuale e pregressa LA GESTIONE AGRO‐PASTORALE STORICA DEL SIC IT1110030 “OASI XEROTERMICHE DELLA VALLE DI SUSA‐ORRIDO DI CHIANOCCO E FORESTO” INTRODUZIONE .................................................................................................................................................. 4 LA GESTIONE DEL SIC DAL 1400 AL 1800 ........................................................................................................... 6 Note sull’uso di alcuni terreni del SIC dal XV al XVI secolo ........................................................................... 6 1422: enfiteusi di vari beni siti sulle fini di Foresto ................................................................................... 6 1433: contesa delle acque tra le Comunità di Mompantero e di Foresto di Susa .................................... 6 1435: vendita di una pezza di alteno nella regione detta dell’Anoleta (Bussoleno) ................................. 7 1448: enfiteusi di varie pezze di terra sulle fini di Mompantero .............................................................. 7 1503‐1569: vendite e investiture riferite al territorio di Mompantero .................................................... 7 1568: cessione di ragioni sovra certi pascoli di Mompantero ................................................................... 8 Il XVII e il XVIII secolo e l’avvento del Catasto Sabaudo ................................................................................ 8 1759: Il Catasto Sabaudo di Mompantero............................................................................................... 10 Il XIX secolo .................................................................................................................................................. 15 1826: nuove controversie tra le Comunità di Foresto e di Mompantero per questioni d’acque ........... 15 1829: mappa territoriale del Circondario di Susa per il catasto antico ................................................... 15 1834‐1842: il dizionario geografico‐storico‐statistico‐commerciale di Goffredo Casalis ....................... 16 1867: vendita di beni provenienti dall’asse ecclesiastico in territorio di Foresto ................................... 16 LA GESTIONE DEL SIC DAL 1900 AI GIORNI NOSTRI ........................................................................................ 18 L’inizio del ‘900 ............................................................................................................................................ 18 1902: il Catasto particellare del Comune di Chianoc (Chianocco) .......................................................... 18 1906‐1908: mappe catastali della Regione Pian Colori (Bussoleno) ....................................................... 19 1928‐1936: dati e censimenti per le attività agro‐pastorali (Foresto e Bussoleno) ................................ 20 1934: il Catasto irriguo di Mompantero .................................................................................................. 22 Gli anni antecedenti al 1950 secondo alcune testimonianze orali .......................................................... 24 Il secondo dopoguerra ................................................................................................................................. 26 Gli anni successivi al 1950 secondo alcune testimonianze orali ............................................................. 26 1982‐2010: i dati dei Censimenti Generali dell’Agricoltura .................................................................... 28 1988‐2010: le ortofotocarte digitali ........................................................................................................ 32 2004: i Piani Forestali Territoriali IPLA .................................................................................................... 32 Le mappe catastali del Nuovo Catasto Terreni ........................................................................................ 33 I “SEGNI” DELLA GESTIONE AGRO‐PASTORALE PREGRESSA DEL SIC .............................................................. 36 I fabbricati, le mulattiere e i sentieri ........................................................................................................... 37 Le sistemazioni delle pendici: terrazzamenti e ciglionamenti ..................................................................... 40 2 LIFE12 NAT/IT/000818 ‐ Xero‐grazing Azione A2 – Analisi della gestione attuale e pregressa I muretti a secco di confine, di protezione e di contenimento degli animali .............................................. 44 Le sistemazioni irrigue per la distribuzione dell’acqua e le cisterne di raccolta ......................................... 46 CONCLUSIONI .................................................................................................................................................. 48 APPENDICE: NOTA alle INCISIONI RUPESTRI e al SITO ARCHEOLOGICO “LE VOUTE” del SIC IT1110030 ....... 49 Le incisioni rupestri del SIC .......................................................................................................................... 49 Il sito “Le Voute” .......................................................................................................................................... 51 ALLEGATI .......................................................................................................................................................... 52 3 LIFE12 NAT/IT/000818 ‐ Xero‐grazing Azione A2 – Analisi della gestione attuale e pregressa INTRODUZIONE Il SIC IT1110030 “Oasi xerotermiche della Valle di Susa‐Orrido di Chianocco e Foresto” si estende su una superficie di circa 1250 ha. Secondo una stima basata su dati raccolti nell’ambito dell’azione di progetto A2 “Analisi delle gestione attuale e pregressa”, almeno il 30% di questo territorio è stato intensamente coltivato sino al 1950, senza considerare in tale percentuale le superfici a prato e quelle destinate al pascolamento e le coltivazioni realizzate su terreni pianeggianti. I documenti e le informazioni disponibili, seppure spesso frammentari e limitati a piccole porzioni del sito, hanno infatti consentito di individuare le principali modalità di utilizzazione dell’area, la loro diffusione e la loro evoluzione lungo un arco di tempo di circa 600 anni, rivelando l’esistenza di un’intensa attività agricola fino almeno alla metà del XX secolo. Ciò è attualmente testimoniato dalla presenza di ampie aree di territorio modellate con sistemazioni di pendice a terrazzi e ciglioni, che in passato erano destinate a ospitare vigneti, coltivi e prati, e anche dalla diffusione di bealere destinate all’irrigazione. Anche alcuni toponimi delle borgate locali, come Vignoletti, sono del resto indice della storica vocazione agricola di quelle aree. Nel corso dei decenni successivi al 1960, le utilizzazioni agro‐pastorali si sono poi mantenute in modo intermittente, ma sempre con una progressiva riduzione, solo in alcune piccole aree del sito, specialmente in prossimità dei centri abitati, mentre la maggior parte del territorio è stata interessata da un abbandono massiccio e abbastanza improvviso dovuto alla migrazione delle popolazioni montane verso le città. Ciò ha determinato una rapida trasformazione delle coperture vegetali e del paesaggio in generale, processo tuttora in corso e i cui risultati sono ampiamente visibili. Il SIC IT1110030 è attualmente di grande importanza per la presenza di praterie xero‐termiche afferenti all’habitat 6210* “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” e delle specie vegetali e animali a esse collegate. La principale valenza naturalistica che ha motivato la costituzione delle Riserve Naturali e, in seguito, del SIC, è proprio legata alle particolarità climatiche e geologiche che hanno portato alla conservazione delle praterie aride in oggetto e di molte specie stenomediterranee e steppiche che si trovano al di fuori dal loro areale “tradizionale”. L’abbandono delle coltivazioni e dei vigneti avvenuto nel secondo dopoguerra ha determinato una prima diffusione delle praterie xero‐termiche nelle aree terrazzate (ancor oggi osservabili nelle aree preservate dal rimboschimento naturale). In seguito, si sono tuttavia innescati fenomeni di ricolonizzazione del territorio da parte di specie legnose, con la costituzione di nuclei arbustati e, successivamente, di aree a bosco, tra le quali è principalmente diffusa la roverella. Queste dinamiche di invasione hanno avuto come conseguenze la progressiva riduzione e frammentazione delle stesse superfici a prateria che si erano insediate con l’abbandono delle coltivazioni e il rapido degrado dell’habitat stesso in termini di pregio floristico, tendendo tali elementi a scomparire negli stadi di invasione più evoluti. Solo in alcune aree, caratterizzate da un substrato roccioso limitante per lo sviluppo della vegetazione arborea, le praterie si sono conservate e si manterranno in futuro anche in assenza di gestione. Inoltre, lo stesso paesaggio modellato dall’uomo nel corso dei secoli è andato degenerandosi, con il progressivo ricoprimento da parte del bosco, soprattutto alle altitudini più basse, della maggior parte delle aree