TOPONOMASTICA Nome Ufficiale Del Comune Usseglio Nome L.M
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TOPONOMASTICA Nome ufficiale del comune Usseglio Nome L.M. (escolo dou pò) Nome L.M. (normalizzata) Useui Microtoponimo Nome ufficiale Non documentato Nome tradiz. L.M. (escolo dou pò) Nome tradiz. L.M. (normalizzata) la Bòiri Coordinate UTM GPS ED1950 32 T 359277 5011294 Quota in m CTR 1:10000 1620 Eventuale significato Cavità naturale o artificiale sfruttata dall’uomo Descrizione geografica Il microtoponimo indica una cavità mineralizzata, del tutto o in parte artificiale, che si apre nel versante destro del basso vallone di Servin (‘d Servìn) entro una fascia di calcescisti. La mineralizzazione consiste in una concentrazione di solfuri massivi di ferro-rame-zinco legata a processi esalativo- sedimentari, formatasi in contesto geologico di tipo ofiolitico; essa può essere stata sfruttata, in età per ora imprecisabile, per il rame o per la produzione di acido solforico (a partire dalla pirite). Poco più in alto (1626 m) è presente una seconda cavità più piccola, interamente artificiale (fori di barramina). Parte turistico - storico - Bòira, nelle sue diverse varianti (bòiri, bora, boùira, boùire, etnografica bouìri, bourì, bura), è termine ampiamente diffuso non solo in area francoprovenzale (valli di Susa, Cenischia, Ala, Orco e Soana, alta Dora Baltea), ma anche occitana (sino ai Pirenei catalani), con significato di ‘grotta, cavità anche artificiale, buca profonda su terreno piano o fra grossi blocchi rocciosi’. A Usseglio B. Terracini registra “boiri botro” senza precisare se intenda botro nel senso letterario di ‘fossato, valloncello scosceso soggetto a forte erosione’ o in quello archeologico di ‘pozzo per rifiuti, libagioni od offerte’. In val Soana boijra/boijro compare in atti notarili del 1679-1749 con significato di ‘taglio del terreno dovuto a cause naturali (frane del terreno morenico, affossamenti talora con piccolo lago) o artificiali (gallerie e scarichi di miniere)’. Si segnalano: varie Boùire a Villarfocchiardo; Bòira d’Artè a Chianocco; Bura ‘d l’Ardjentéra/Ardjentèira, miniera di galena, e una seconda Bura a Gravere; Bòira dël Foulatoùn e un’altra Bòira senza nome a Mompantero; Boira dël Farfouièt a Novalesa; Bouìri dou Sarvàdjou, cava di cloritoscisto tra Ceres e Ala di Stura; Bojra dell’oro, piccola galleria mineraria a Sparone; Bora Frèidi a Ronco Canavese; bourì dla guiassi, ghiacciaia a Champorcher; Bòira dël Salé a Carema; Bora ‘d Iafè a Donato. Notevolmente chiarificatore il dualismo tra Bòira Fousca = ‘grotta buia’ (ingresso basso e stretto) e Bòira Tchéra = ‘grotta chiara’ (ingresso alto e ampio), con il quale sono indicate due piccole cavità lungamente frequentate dall’uomo preistorico sulla rupe di Salto (Cuorgné); le bòire si trovano qui in località Vòira, lemma con cui nel 1571 uno dei Libri delli Barba d’Ingrogna indica una miniera (“Sotto vno rocaZZo ~ / negro che fa la uoyra”). Si sarebbe portati a ipotizzare che il termine e il toponimo indichino entrambi quelle cavità sotterranee in cui, indipendentemente dall’origine naturale o artificiale, si sono svolte attività umane insediative o produttive, assumendo in tal modo carattere di marker archeologico. Probabili le relazioni con l’italiano medioevale buro < latino parlato *būriu(m) = ‘buio’, incrocio di borēus = ‘settentrionale’ e bǔrrus = ‘rosso cupo’, e con l’italiano medioevale borro = ‘burrone, vallone stretto’ < *bōrra(m), ossia cavità sotterranea vista come sprofondamento (bourra in Valchiusella e a Champorcher). La parentela con il lemma borna = ‘buco di sorgente, sorgente, grotta, galleria’, diffuso in area francoprovenzale e occitana (valli di Lanzo e d’Aosta, regioni occitane di Francia sino al Massiccio Centrale), talora messa in dubbio, pare trovare conferma nella borna dl’ermitta, cava di pietra ollare (bire di lavette) che a Champorcher, secondo una leggenda, sarebbe anche servita a un anacoreta, e nella Borna dla Glace a La Salle. Da scartare la relazione con il lemma occitano bòria (francese borie), che, nel duplice significato di ‘azienda agricola’ e ‘abitazione stagionale in pietre a secco aggettanti verso l’interno’, deriva dal latino tardo bǒ(v)ārǐa = ‘podere rurale, stalla bovina’ (cf. in area francoprovenzale Bouirèt a Ribordone, Buerët a Locana, Bouirët a Ceresole Reale). Contenuti multimediali Interno della Bòiri (foto Maurizio Rossi). Bòiri.mp3 Bibliografia Picol libretto così detto dei Barba, senza data ma del 1571 (Archivio di Stato di Torino, Sezione I, Materie economiche, Miniere, Mazzo 2, n. 8). [f. 12r]. ARNÒ C., LANA E. 2005. Ragni cavernicoli del Piemonte e della Valle d’Aosta. Torino: Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi. [p. 80, 82, 88, 93, 132, 160]. BERTOTTI G., PAVIOLO A., ROSSEBASTIANO A. 1994. Le valli Orco e Soana. Note sui nomi delle località, torrenti e montagne delle valli Orco e Soana e sul loro significato. Cuorgné: CORSAC. [p. 12-13, 52, 106, 120]. BERTOTTI M. 1979. 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