Anno XV - Numero ??? - 19 maggio 2009 Le Interviste Parlano il direttore Gelmetti ed il regista Zeffirelli A Pag. 2 Questa volta prima dell’opera Tre brani musicali di Mascagni al posto di un altro atto unico A Pag. 4 La storia di “Pagliacci” Un fatto di vera cronaca, ambientato nel luogo originale: Montaldo Uffugo A Pag. 6 e 11 L’arte del clown Storia dell’eterno sforzo dell’uomo per far sorridere A Pag. 8 e 9 Il pagliaccio cattivo Il lato perfido delle maschere, da Arlecchino ai giorni nostri A Pag. 10 e 12

PAGLIACCI di Ruggero Leoncavallo Pagliacci 2 Il Giornale dei Grandi Eventi Parlano il direttore Gianluigi Gelmetti ed il regista Franco Zeffirelli Un’ambientazione anni ‘60 per il capolavoro di Leoncavallo

agliacci, opera in un atto tradizio- getto della Bohème, n.d.r.) avessero criti- Prossimi appuntamenti nalmente abbinata nelle rappresen- cato in modo così acceso Leoncavallo». Stagione 2009 - Teatro Costanzi tazioni ad un altro titolo melo- L’allestimento è lo stesso visto e applau- drammatico, questa volta sarà l’unica dito dal 14 al 19 febbraio scorso (quattro Popera in palcoscenico: contrariamente a le recite) al Maggio Musicale Fiorentino. 18 - 23 Giugno LE GRAND MACABRE quanto vuole la tradizione - che la vede il Una messa in scena rivoluzionaria per di György Lieti più delle volte in ac- uno dei padri nobili Stagione estiva - Terme di Caracalla coppiata con Cavalle- della regìa italiana, ria Rusticana di Ma- che, di solito, è sem- pre molto rispettoso 14 Luglio - 06 Agosto TOSCA scagni - l’opera sarà di Giacomo Puccini preceduta da alcune delle indicazioni de- pagine sinfoniche del gli autori. 29 Luglio - 09 Agosto CARMEN compositore livorne- Al posto della piazza di Georges Bizet se: l’Inno al Sole, dal- di un paesino cala- brese di fine Otto- l’opera Iris e la Sinfo- 02 - 09 Ottobre PELLÉAS ET MÉLISANDE nia da Le Maschere e cento, la periferia de- di Claude Debussy l’Intermezzo da Ca- gradata di una città valleria Rusticana. del Sud, negli anni 29 - 06 Novembre TANNHÄUSER Secondo Zeffirelli, in- Franco Zeffirelli e Gianluigi Gelmetti ‘60. E’ questa l’am- di Richard Wagner fatti, il dittico Caval- bientazione scelta leria-Pagliacci non giova alla compren- dal Maestro Franco Zeffirelli che rifugge 18 - 31 Dicembre LA TRAVIATA sione né dell’una né dell’altra opera, co- ogni allestimento «oleografico» tradizio- di Giuseppe Verdi me se il pubblico fosse esposto a una so- nale. La scena appare ricca, piena di co- vrabbondanza di emozioni. lori, di movimenti di masse, come nello «Ho sposato quest’idea di Zeffirelli - spiega stile del maestro fiorentino. I coristi e le ~ ~ La Locandina ~ ~ il Maestro Gianluigi Gelmetti, che torna comparse non vestono i panni di conta- sul podio del “suo” teatro - e senza saper- dinelli e massaie rurali, bensì quelli di lo ho scelto gli stessi brani che Mascagni proletari e borghesi. Invece di scorci pit- Teatro Costanzi, 19 - 27 maggio 2009 amava eseguire prima di Pagliacci, opera che toreschi e piazzette baroccheggianti, la Mascagni apprezzava moltissimo, pur non scenografia comprende l’officina di un amando, anch’egli, la messa in scena con- gommista, lamiere di «bandone», moto- PAGLIACCI temporanea con Cavalleria». rini, biciclette, Vespe e, sullo sfondo, Dramma in un prologo e due atti «Quando si parla di Verismo – continua quelle grandi locandine, un po’ kitsch, Libretto e musica di Ruggero Leoncavallo Gelmetti - occorre usare il massimo rispetto con le facce di clown, come ancor oggi se verso questo concetto, molto spesso usato ne vedono in provincia. Prima rappresentazione: Milano, Teatro dal Verme, 21 maggio 1892 superficialmente come sinonimo di eccessi- «Solitamente evito ogni tipo di “attualizza- zione”- - tuttavia in que- vo e troppo realistico. Il Verismo di Leonca- spiega Zeffirelli Maestro concertatore Gianluigi Gelmetti vallo coincide con il momento in cui l’arte sto caso l’opera di Leoncavallo si prestava, e Direttore esprime senza più pudori i sentimenti uma- perché lo stesso autore voleva rendere «con- Mestro del Coro Andrea Giorgi ni, svelandoli per quello che sono. Ma anco- temporaneo» quel mondo pittoresco. Leonca- Regia e scene Franco Zeffirelli ra con educazione. Come dichiara Tonio nel vallo trasse spunto, peraltro, da una vicenda Costumi Raimonda Gaetani Prologo, il compositore intende proporre la realmente accaduta, un caso che giudicò suo verità dei sentimenti, con una musica che padre, magistrato a Cosenza, riguardante Personaggi / Interpreti ricerca la suprema illusione, l’illusione del una compagnia di attori girovaghi, in cui un Nedda (S) vero. Pagliacci è un lavoro straordinaria- marito geloso uccise la moglie e l’amante di (nella commedia Colombina) Myrtò Papatanasiu (19, 21, 24, 27) mente accurato, a livello melodico, armoni- lei. Mentre con Rigoletto non avrei ma potu- Susanna Branchini (20, 23, 26) / Mina Yamazaki (22) to fare un’operazione del genere, con Pagliac- co e dall’orchestrazione raffinata. Un’opera Canio (T) (nella commedia Pagliaccio) Stuart Neill (19, 21, 23, 24, 26) colta, ricca di significati, che non va diret- ci sì: giullari gobbi nelle corti europee non ci Renzo Zulian (20, 22, 27) ta in modo solamente duro, ma anche lieve, sono più, mentre si trovano ancora compa- trasparente. Non mi sono mai spiegato per- gnie di teatranti che portano il loro spettaco- Tonio (Bar) (nella commedia Taddeo) Seng-Hyoun Ko (19, 21, 23, 26) ché compositori e librettisti di altissimo li- lo in piccoli paesi». Silvio Zanon (20, 22, 24, 27) vello come Catalani, Boito, Pizzetti, soprat- A proposito di teatri, il Maestro non per- Peppe (T) (nella commedia Arlecchino) Danilo Formaggia (19, 21, 23, 26, 27) tutto Puccini (con il quale Leoncavallo de occasione per gettare un sasso nello Cristiano Olivieri (20, 22, 24) ebbe degli screzi per l’esclusiva sul sog- stagno: «Il teatro musicale italiano deve mantenersi da solo, come ne- Silvio (Bar) Domenico Balzani (19, 21, 24) Il GiornaleG dei GrandiG EventiE gli Stati Uniti, con gli sponsor Pierluigi Dilengite (20, 23, 26) / Gianpiero Ruggeri (22, 27) Direttore responsabile privati. Da noi bisognerebbe eliminare tutti gli aiuti pub- ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA Andrea Marini blici agli enti lirici e detassare Coro di Voci Bianche di Roma dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Direzione Redazione ed Amministrazione totalmente i biglietti. Lo Stato e del Teatro dell’Opera di Roma Via Courmayeur, 79 - 00135 Roma dovrebbe limitarsi piuttosto a Allestimento Opere Scenografiche S.R.L. e-mail: [email protected] L’OPERA SARA’ PRECEDUTA DALL’ESECUZIONE DI TRE CELEBRI BRANI SINFONICI sovvenzionare - e bene - la for- DI PIETRO MASCAGNI: L’INNO DEL SOLE DA IRIS, L’OUVERTURE DA LE MASCHERE Editore A. M. mazione dei giovani artisti. Ci E L’INTERMEZZO DA CAVALLERIA RUSTICANA. Stampa Tipografica Renzo Palozzi sono tanti giovani, ricchi di Via Vecchia di Grottaferrata, 4 - 00047 Marino (Roma) talento e di idee che hanno de- Registrazione al Tribunale di Roma n. 277 del 31-5-1995 ciso di dedicare la loro vita al- Visitate il nostro sito internet © Tutto il contenuto del Giornale è coperto da diritto d’autore l’arte e non riescono a trovare Le fotografie sono realizzate in digitale l’occasione per potersi espri- con fotocamera Kodak Easyshare V705 www.giornalegrandieventi.it mere».. dove potrete leggere e scaricare i numeri del giornale Andrea Cionci Pagliacci Il Giornale dei Grandi Eventi 3

on è solito stravolgere il det- buttato nel febbraio scorso. die da parte di diversi colleghi. Le Repliche tato del libretto Franco Zeffi- Per queste otto recite torna sul podio Tale opera, piuttosto breve nonostan- Mercoledì 20 maggio, ore 20.30 relli, regista di questo spetta- del Costanzi – dove l’opera Pagliacci te il prologo ed i due atti, viene di so- Giovedì 21 maggio, ore 20.30 colo, ma per una volta ha voluto at- è andata in scena per 9 volte – Gian- lito presentata abbinata ad un altro la- Venerdì 22 maggio, ore 20.30 tualizzare l’ambientazione portando- luigi Gelmetti, che di questo Teatro voro, il più delle volte Cavalleria rusti- Sabato 23 maggio, ore 18.00 N Domenica 24 maggio, ore 17.00 ne è stato direttore principale fino a 2 cana di Mascagni. Questa volta, inve- la in una periferia degradata del Sud Martedì 26 maggio, ore 20.30 Italia degli Anni Sessanta. Come al anni fa. ce, a precedere l’opera saranno tre ce- Mercoledì 27 maggio, ore 20.30 suo solito un allestimento ricco, son- Pagliacci, che debuttò al Teatro Dal lebri brani sinfonici sempre di Masca- tuoso, pieno di colori e di masse va- Verme di Milano nel 1892, fu la pri- gni: L’Inno del sole (e non “al sole” co- riopinte. Un allestimento questo, ma opera di Leoncavallo e gli conferì me comunemente chiamato) dall’Iris L’editoriale creato proprio per l’Opera di Roma un immediato grandissimo successo. (adottato anche come Inno Olimpico), nel 1992 e poi rivisitato per il Mag- Un successo che però attirò verso il l’Overture da Le Maschere e l’Intermez- Aspettando gio Musicale Fiorentino dove ha de- compositore napoletano molte invi- zo di Cavalleria rusticana. Chiarot

I colorati Pagliacci di Zeffirelli di Andrea Marini Sembra ormai certa la con- vergenza tra Ministero dei Beni Culturali e Comune di Roma sul nome di Cristiano Chiarot come nuovo Soprin- tendente al Teatro dell’Ope- ra di Roma. Sembra, abbia- mo detto, perché nei giorni scorsi, al Ministero dei Beni Culturali sull’argomento c’è stata una riunione tra i soci fondatori ed in particolare tra Ministero - rappresenta- to dall’attivissimo ed estre- mamente attento ai proble- mi di Roma Sottosegretario Francesco Giro - Sindaco della Capitale Alemanno e Presidente della Regione La vicenda, che trae spunto da un La Trama Preso dalla rabbia per il rifiuto di Marrazzo. La decisione do- reale fatto di cronaca al centro di un Nedda, Tonio racconta il segreto del- veva essere annunciata uffi- processo di cui fu giudice il padre di la donna al marito Canio, il quale ac- cialmente quel giorno, ma Leoncavallo, si svolge a Montalto Uffugo in Calabria, il gior- corre per sorprenderla durante il convegno amoroso. Silvio invece a fine giornata le no di Mezzagosto, fra il 1865 e il 1870. però riesce a fuggire e Canio, minacciando Nedda, tenta di agenzie di stampa tacevano farle confessare il nome dell'amante. A questo punto inter- ogni notizia. Pare che l’in- Prologo: il commediante Tonio annuncia la commedia che viene il commediante Peppe e ricorda a Canio che la recita contro si sia bloccato su del- sta per essere rappresentata ed il credo artistico dell'autore. sta per cominciare. le resistenze del Presidente Spiega che si tratta di un soggetto Verista, il quale racconta Canio soffre, ma deve tenere per sé i suoi sentimenti. Que- della Regione Marrazzo che degli autentici sentimenti umani che possono nascondersi sto è il destino dei pagliacci: tramutare il pianto in risate e il lasciando la sala avrebbe dietro la finzione scenica. dolore in smorfie. detto «è solo una riunione in- terlocutoria». Atto I: Nel paese calabrese, alle tre del pomeriggio. I contadini Atto II: La sera, durante la rappresentazione della commedia. I C’è da sperare, per il bene acclamano festosi l'arrivo di un gruppo di teatranti di giro- contadini e le contadine accorrono per assistere allo spetta- del Teatro, che questa attesa vaghi. Il capo della compagnia Canio, vestito da pagliaccio, colo dei pagliacci, accolti da Tonio, Peppe e Nedda. Fra gli non duri ancora a lungo. Ci invita tutti i contadini e le contadine allo spettacolo che si spettatori c'è anche Silvio. sono da preparare le stagio- terrà in serata. Lo spettacolo inizia. Colombina (Nedda), in assenza del ma- ni, da reimpostare – forse Canio sospetta che il commediante Tonio insidi la moglie rito Pagliaccio (Canio), attende il buffo servo Taddeo (To- anche drasticamente, cer- Nedda e lo avverte che, se nella finzione la scena di una spo- nio) che le deve portare la cena. Giunge Arlecchino (Peppe) cando di salvare e valorizza- sa sorpresa in flagrante tradimento può creare una situazio- pronto a dichiararle il suo amore. Arriva quindi anche Tad- re le maestranze - la vita di ne comica, nella realtà una vicenda simile potrebbe conclu- deo il quale, nonostante le sarcastiche battute di Colombina, un Teatro. Cristiano Chiarot dersi in tragedia. Il discorso è interrotto dall'arrivo degli le confessa di non riuscire a dimenticarla, ma accortosi del- viene dal Teatro La Fenice zampognari. Le donne si avviano verso la chiesa e gli uomi- la presenza di Arlecchino, se ne va, lasciando soli i due in- di Venezia, una realtà picco- ni in taverna, lasciando Nedda da sola. namorati. la ma forse tra le più vitali La donna non riesce a nascondere il proprio turbamento do- Mentre Arlecchino rinnova le sue promesse d'amore e pro- del mondo lirico italiano. In po le parole del marito e canta un'aria in cui celebra la libertà pone a Colombina di avvelenare il marito e quindi fuggire quella sede Chiarot si è oc- degli uccelli nel cielo. insieme, Taddeo ritorna ed annuncia l'imminente arrivo di cupato tra l’altro di Marke- Nel frattempo Tonio si avvicina e le confessa il proprio amo- Pagliaccio. Arlecchino si dilegua, mentre Pagliaccio entran- ting e Comunicazione, pro- re, ma ella lo respinge deridendolo e gli dice di tenere le sue do in scena ode pronunciare da Colombina le medesime pa- prio quello di cui è grave- confessioni d'amore per lo spettacolo della sera. Addolora- role che ella - nella realtà - aveva detto poche ore prima a Sil- mente carente l’Opera di to, il commediante giura di vendicarsi. vio. In quello spettacolo si ripete, dunque, la stessa scena di Roma. Ma il Soprintendente Entra in scena Silvio, un giovane possidente di campagna gelosia del pomeriggio. Pagliaccio vuole conoscere il nome in pectore è anche uomo allo della zona, il vero amante di Nedda. La donna gli racconta dell'amante di Colombina. A questo punto finzione e realtà stesso tempo risoluto e di l'accaduto e Silvio le propone di fuggire con lui la notte stes- si confondono. Quando la donna risponde che l'uomo che dialogo. C’è da sperare, sa: in questo modo potrà affrancarsi dal marito e dalla vita era con lei è Arlecchino, il marito la incalza chiedendole il dunque, che sia messo nelle girovaga che non ama. Mentre Nedda cerca di resistere a nome del suo vero amante ed accecato dalla gelosia, la col- condizioni di lavorare al più queste proposte, Tonio ritorna non visto e ascolta le parole pisce con un pugnale. presto, che non gli siano po- di Silvio. Alle continue insistenze del giovane possidente, Nedda cade invocando Silvio. L'amante accorre al suo fian- sti dinnanzi pretestuosi Nedda si lascia convincere e promette di fuggire con lui du- co, ma Canio uccide anche lui. Poi, rivolgendosi al pubblico, ostacoli. E questo per il bene rante la notte. annuncia: «La commedia è finita!». del Teatro. Pagliacci 4 Il Giornale dei Grandi Eventi Prima di “Pagliacci”, tre brani del compositore livornese Mascagni sinfonico per iniziare

er me lui fu maschere) fischiata negativo del pubblico e più di un li- alla prima assoluta della critica Le maschere brettista o di in contemporanea contengono pagine un amico: molto spesso fu in sei teatri diffe- piacevoli, rese dal mu- anche«P il consigliere, l’i- renti! Con uno sicista con mano legge- spiratore, poiché aveva sforzo promozio- ra e gustosa orchestra- come pochi la visione del- nale notevole, in- zione. Spicca la Sinfo- le grandi linee sceniche; fatti, l’editore Son- nia di gusto cimarosia- insomma creava il dram- zogno organizzò il no (era l’epoca in cui si ma, non era un semplice debutto di questo riscopriva Il matrimonio riduttore come tanti». lavoro contempo- segreto, appunto di Ci- Così in vecchiaia Ma- raneamente la stes- marosa), vivace, scor- scagni ricordò l’amico sa sera: il 17 (!) revole, deliziosa: i due e collaboratore Luigi Il- gennaio 1901 a Ge- temi principali eviden- lica. Letterato avventu- nova, Milano, Ro- ziano i differenti carat- roso e geniale, Illica fu ma, Torino, Vene- teri del lavoro, il caldo certamente il librettista zia e Verona. In e intenso lirismo (l’a- più aperto e brillante realtà avrebbe more fra i due giovani dell’era post-verdiana. dovuto esserci an- innamorati) e il gioco Con Mascagni diede che Napoli, ma al degli inganni; si pensi vita ad un sodalizio im- San Carlo il debut- ad esempio a quelle portante che produsse to slittò di qualche brillanti terzine ai bas- tre titoli assai diversi giorno per l’im- si, simili a tanti sberlef- l’uno dagli altri: Iris provvisa indispo- fi: «Se tutto lo spartito (1898), escursione nel sizione di un can- fosse potuto rimanere al- simbolismo orientaleg- tante. l’altezza della Sinfonia – giante, Le maschere Fu un fiasco gene- commentò uno dei cri- (1901) riscoperta della rale tanto che Illica tici dell’epoca Giorgio commedia dell’arte, e inviò a Mascagni Vigolo – avremmo avuto Isabeau (1911) primo uno spiritoso tele- un capolavoro di brio e avvicinamento masca- Pietro Mascagni gramma: «Sei fia- quasi il Falstaff di Ma- gnano al decadentismo schi rasentano il suc- scagni». che avrebbe poi portato e non “Inno al sole” co- pianissimo al fortissi- cesso. Consoliamoci». a Parisina con D’An- me in genere si dice: è, mo, il tema si espande, Nonostante il verdetto Roberto Iovino nunzio. infatti, il sole a cantare coinvolge l’orchestra e Iris e Le maschere sono «Son io, sion io la vita». infine il coro che entra certamente fra le opere Mascagni costruisce appunto con l’Inno. più interessanti di Ma- l’avvio dell’opera con Pagina d’effetto che scagni, il tentativo estrema eleganza. Par- Mascagni riprenderà (perfettamente riuscito te dalla notte e da suo- alla fine ad accompa- nel primo caso, più di- ni cupi sprofondati al gnare la sventurata Iris scutibile nel secondo) grave in orchestra: so- verso la morte. Questo di esplorare nuove po- norità soffuse quasi brano, per la sua tenzialità espressive impercettibili. Poi (I straordinaria forza, della drammaturgia primi albori) appare il bellezza e senso evoca- musicale. In entrambe tema più convinto e tivo, è stato adottato si ritrova una pagina scolpito, sia pur sem- anche come Inno Olim- sinfonica d’ampio re- pre con volumi sonori pico. spiro e d’indubbio ri- contenuti. I fiori si ri- lievo. svegliano, la tessitura Le Maschere orchestrale sì ampia a L’Iris e L’inno del Sole toccare gli acuti e poi, Nell’affrontare Le ma- finalmente, spunta schere, Mascagni si po- In Iris si tratta del cele- l’aurora e in un cre- se l’obbiettivo di rilan- berrimo “Inno del Sole” scendo di tensione dal ciare il teatro comico italiano. Non ci riuscì e del re- Programma sto se il compositore li- vornese può vantare il primato di essere di- ventato un nome di ri- Musiche di Pietro Mascagni chiamo internazionale in una sola sera con il debutto della sua pri- Da Iris: Inno del Sole ma opera (Cavalleria Da Le maschere: Overture rusticana), vanta pur- troppo anche il più tri- Da Cavalleria rusticana: Intermezzo ste record di avere Caricatura di Mascagni e Le Maschere di Augusto Majani alias Nasica avuto un’opera (Le Pagliacci Il Giornale dei Grandi Eventi 5 Stuart Neill Susanna Bianchini, Mina Tasca Yamazaki e Canio, Capo della Myrtò Papatanasiu compagnia e marito geloso Nedda, attrice e moglie fedifraga Il tenore Stuart Mill interpreterà il ruolo di Canio, Pagliaccio tradito dalla bella moglie Nedda. Il ruolo di Nedda sarà interpretato dai Soprani Susanna Branchini, Mina er le sue esibizioni in tutto il mondo, Stuart Neill si è affermato Yamazaki e Myrtò Papatanasiu come uno dei tenori più importanti del nostro tempo: collabora con il Metropolitan Opera, il Teatro alla Scala, La Fenice, la usanna Branchini si diploma al Conservatorio Morlacchi Vienna Statsoper, il Royal Opera Covent Garden e numerose altre (Perugia) e debutta in Carmen al Teatro Nazionale di Roma Pistituzioni musicali internazionali. Ha inoltre lavorato con direttori (2002). Si esibisce poi in Turandot e in Madama Butterfly nei d’orchestra di notevole calibro (tra cui Zubin Mehta e Lorin Maazel) più importanti teatri italiani. Nel 2004 è Tosca e ottiene grandi suc- e con orchestre di grande livello. Il suo debutto è stato al Metropoli- Scessi anche all’estero con La forza del destino e Alzira di Giuseppe tan Opera di New York, dove ha interpretato Arturo ne I Puritani. E’ Verdi. E’ poi Mimì ne La Boheme, Desdemona in Otello e Nedda ne stato poi Edgardo in Lucia di Lamermoor all’Opera I Pagliacci, rappresentato anche in Giappone de Paris, ha partecipato all’Oberto di Giuseppe (2007). Molto intensa la sua attività concertisti- Verdi alla Royal Covent Garden e all’Aida all’Alte ca, sia per le celebrazioni verdiane, sia per i 140 Opera Frankfurt. Nell’attuale stagione ha inter- anni dalla morte di Francesco Cilea. Nel 2008 è pretato La Tosca, Don Carlo e Requiem e dopo Ca- alle Terme di Caracalla, all’Arena di Verona e nio ne I Pagliacci sarà Radames in Aida e insieme al Teatro Massimo di Palermo. In questa sta- alla Rundfunk Sinfonie Orchester Berlin, interpre- gione dopo Nedda ne I Pagliacci a Roma sarà terà la IX sinfonia di Beethoven. con lo stesso ruolo a Palermo e parteciperà al- Renzo Zulian si esibisce nei principali teatri del l’Opera Festival di Savonlinna in Finlandia. mondo e collabora con le più importanti istituzio- Mina Tasca Yamazaki debutta al Teatro Giglio ni liriche italiane per le quali interpreta, tra le al- di Lucca come Ciociosan in Madama Butterfly, tre, opere come Il Trovatore, Aida, La forza del desti- ruolo che riveste in seguito in Italia e all’estero no, La Bohème, Tosca, Madama Butterfly, Manon Le- (Salisburgo, Oslo, Cagliari, Roma, Helsinki, scaut, Turandot, Cavalleria rusticana, La Traviata, Ri- Trieste, Venezia, Palermo, Città del Messico). goletto e Pagliacci. Svolge inoltre attività concerti- Artista dotata di una spiccata sensibilità, è par- stica, in Italia e all’estero. Si esibisce in vari ruoli ticolarmente portata per l’interpretazione di al Festival Puccini di Torre del Lago, a Parma, a ruoli drammatici: è stata infatti Violetta ne La Napoli, a Trieste, a Siviglia, alla Philadelphia Traviata, Mimì ne La Boheme, Donna Elvira nel Opera Company e allo Staatstheater di Stuttgart. Don Giovanni, Liù nella Tirandot. Ha inoltre Ospite più volte dell’Opera di Vancouver, tra le partecipato a diverse manifestazioni artistiche, sue più recenti interpretazioni vi sono l’Adriana tra cui il Festival Verano di Madrid, il Festival Lecouvreur Andrea Chénier I ve- a Catania, a Trieste, Myrtò Papatanasiu e Stuart Neill Puccini di Torre del Lago il Festivalles di San- spri siciliani all’Opéra di Toulon. Ha inoltre preso tander. parte alla produzione dei Vespri siciliani in occa- Myrtò Papatanasiu, diplomata al Conservato- sione delle Celebrazioni Verdiane e poi pubblicata in DVD. Diverse le rio di Salonicco e musicologa, vince numerosi concorsi e si perfe- sue tournée in tutto il mondo, che lo vedono cantare anche a Santia- ziona prima al Megaron di Atene e poi all’Opera di Milano. De- go del Cile e in Corea del Sud. Recentemente si è esibito a Torino e a butta all’Opera di Salonicco con Il Combattimento di Tancredi e Clo- Napoli in Cavalleria rusticana e a Vancouver con Tosca. Tra i suoi pros- rinda ed in seguito interpreta il Fidelio, il Medium e Il matrimonio se- simi impegni, la Norma alla Palm Beach Lyric Opera e Il Trovatore al- greto, che vanno in scena anche all’estero. E’ poi anche Donna An- l’Opera di Atlanta. na nel Don Giovanni, la Missa Solemnis, Petite Messe Solennelle, e par- tecipa a numerose lavori andati in scena in tutto il mondo. Nel Seng – Hyoun Ko e Silvio Zanon 2007 è Violetta ne La traviata a Roma e nel 2008 è Tosca. Ha poi an- che inciso arie e duetti di Rossini, il Turco in Italia e Don Giovanni Tonio, gobbo factotum con l`Opera di Amsterdam e la IX Sinfonia di Beethoven con la Syd- e vendicativo ney Symphony Orchestra.

Ad alternarsi nel ruolo di Tonio - che nella Commedia interpreta il pagliac- Silvio Zanon inizia a studiare canto nel 1996. Dotato di una voce cio Taddeo - saranno i baritoni Seng – Hyoun Ko e Silvio Zanon. dal timbro drammatico e incisivo, molto adatta ai ruoli verdiani e veristi, nel 2000 vince il concorso “Primo Palcoscenico”. Si esibi- eng – Hyoun Ko si diploma all’Accademia di Musica di Seoul sce poi in numerose città italiane (tra esse la natia Venezia, dove (1985), prosegue gli studi all’Accademia della Scala e vince interpreta in prima mondiale il S. Francesco d’Assisi) e su presti- numerosi concorsi, per poi debuttare con Le nozze di Figaro a giosi palcoscenici internazionali (Germania, Spagna, Giappone, Seoul (1982), dove in seguito si esi- Slovenia e Grecia). Nel 2002 vince i premi Sbirà spesso con un repertorio di “Ettore Bastianini” e “L.Dordoni”. Molto opere verdiane e veriste. Dal 1990 il attento alla cura del personaggio e alla baritono canta spesso in Italia (Fe- qualità scenica, Zanon si dimostra anche stival di Torre del Lago, Festival un artista assai duttile, specializzandosi in Verdi di Parma, Teatro Verdi di Pa- regia e drammaturgia presso il teatro sta- dova, Teatro del Maggio musicale bile del Veneto (2006). Reduce dall’inter- Fiorentino) in Europa (Spagna, pretazione del Rigoletto a Vicenza, dopo Francia, Germania, Belgio, Grecia e Tonio ne I Pagliacci sarà Scarpia in Tosca a Svizzera), in Giappone, negli Stati Torre del Lago (luglio – agosto 2009) e in Uniti e in Israele. Vincitore del Fe- Norvegia (novembre 2009). stival di Orange nel 2006 e nel 2007, l’artista è attualmente in tournee Seng – Hyoun Ko Pagina a cura C. Di G. - Foto Corrado M. Falsini con I Pagliacci. Pagliacci 6 Il Giornale dei Grandi Eventi La Storia dell’Opera Quel Prologo, quasi un manifesto verista

oi non potete tentare l’ultima nuità, in un gioco maca- Renè Leibowitz, tuttavia, neppure lonta- battaglia e in bro governato da Leonca- uno degli apostoli della namente avere cinque mesi vallo con indubbia effica- dodecafonia, nella sua Hi- un’idea di quel che successe scrissi il poema e cia musicale. stoire de l’Opera considerò «nella Vsala del Costanzi in la musica di que- il lavoro degno «di occu- quella serata indimenticabi- st’opera...». Il debutto e la critica pare un posto privilegiato le. Dopo la Siciliana il pub- Il compositore tra i capolavori dell’arte liri- blico applaudì, dopo la Pre- scelse - lo di- Il debutto avvenne il 22 ca». ghiera acclamò con entusia- chiarò egli stes- maggio 1892 al Dal Ver- I giudizi della critica non smo, dopo il duetto tra San- so - una vicen- me di Milano con la dire- interessavano affatto l’e- tuzza e Turiddu diede in da reale alla zione di Arturo Toscanini ditore cui stavano a cuore manifestazioni di gioia deli- quale aveva as- e la interpretazione, nei solo gli esiti commerciali. rante. Alla fine dell’opera gli sistito, un fatto panni di Tonio, di Victor E il 2 giugno Sonzogno spettatori parevano letteral- di sangue av- Maurel che era stato il scriveva con soddisfazio- mente impazziti». Scriveva venuto nel primo Jago verdiano. ne a Guido Menasci, uno così il grande soprano 1865 a Montal- Fu un successo sincero di dei due librettisti di Ca- Gemma Bellincioni, pri- to di Calabria e pubblico con qualche ri- valleria rusticana: «...Pa- ma Santuzza, ricordando giudicato da serva da parte della criti- gliacci sono un vero succes- Il baritono Victor Maurel, primo Tonio il trionfo di Cavalleria ru- suo padre, un ca e della “intellighentia” so e Leoncavallo, alla dovuta sticana al suo debutto nel magistrato di di allora. Nel giudicare le lunga distanza da Pietro maggio 1890. Lo stesso idee liberali. In realtà di per dirvi come pria: “Le la- opere di quel periodo non [Mascagni] è un composito- Mascagni aveva scritto al quel tragico episodio solo grime che noi versiam son c’erano mezze misure. O re e che ha il colpo padre due giorno dopo: alcuni particolari sono false! Degli spasimi e dei no- le si amava o le si odiava d’occhio teatrale sicuro. Or- «Mai mi sarei immaginato confluiti nel libretto. Lo stri martir non allarmate- con passione. Achille Te- mai l’omnibus musicale del- un entusiasmo simile». spunto arrivò dalla coltel- vi!” No. L’autore ha cercato deschi sul Corriere della se- la Scuola Mascagni è al La clamorosa affermazio- lata con la quale un gio- invece pingervi uno squar- ra profetizzò, sbagliando completo...Coi compositori ne dell’opera mascagna- vane del paese aveva uc- cio di vita. Egli ha per mas- clamorosamente: «Succes- che ho già e coi concorsi na ebbe ripercussioni no- ciso per gelosia il dome- sima sol che l’artista è un so immediato quanto effime- triennali io faccio già più di tevoli sull’intero mondo stico di casa Leoncavallo. uomo e che per gli uomini ro». Rimski-Korsakov de- quello che si può fare per de- teatrale italiano. Non solo La cornice festosa gli fu scrivere ei deve. E al vero finì il lavoro leoncavallia- terminare il risveglio del- cambiò la vita di Masca- invece suggerita dalla ispiravasi... Dunque vedrete no “musica illusionista” e l’arte musicale italiana e far- gni che si trasformò in particolare solennità del amar sì come s’amano gli es- Camille Bellaigue af- le riprendere il primato nel una sola sera da un sem- ferragosto di Montalto seri umani; vedrete de l’odio fermò di aver provato or- mondo...». plice maestruncolo di dedicato alla Madonna i tristi frutti. Del dolor gli rore durante l’ascolto. Roberto Iovino provincia al compositore della Serra. Fonti lettera- spasimi, urli di rabbia udre- più famoso delle nuove rie furono invece La fem- te e risa ciniche». La polemica generazioni. Indicò la me de Tabarin di Catulle Opera di grande effetto strada anche ai suoi com- Mendés e Un drama nuevo drammatico, Pagliacci pagni di lavoro, quei mu- di Estebanez. L’opera, ri- contiene alcune pagine di con Mendès sicisti della cosiddetta fiutata da Ricordi, venne grande popolarità. Si “Giovine Scuola Italiana” acquistata da Sonzogno. pensi naturalmente a “Ri- di pagliaccio” che, in un che stavano faticosamen- Un ottimo affare: Pagliacci l tema della gelosia che scatena la tragedia non era in- procedere melodico teso, te cercando un difficile e Cavalleria da allora for- solito al tempo di Leoncavallo. Si pensi a Carmen, su uno strumentale scuro, equilibrio fra tradizione e mano un dittico perfetto, Otello, Cavalleria rusticana. riassume l’essenza stessa innovazione. Il primo a spesso riproposto conte- Ma l’opera che doveva portare il compositore napoletano del dramma: il contrasto capire la portata dell’in- stualmente. alla ribalta somigliava in maniera impressionante a La venzione mascagnana fu fra l’apparenza doverosa- I Femme du tabarin del francese Catulle Mendès (1841-1909), mente gaia dell’attore e il Leoncavallo: «Dopo il suc- Il Prologo che di recente era stata pubblicata a Parigi. Era questa una suo animo scosso dalla cesso di Cavalleria – scris- novella in dialogo (che l’autore aveva redatto in forma di gelosia e dal dolore. L’ele- se anni dopo - mi chiusi in Pagliacci nella sua prima pièce teatrale in un atto) in cui un delitto d’onore veniva mento di maggior novità casa disperato ma risoluto a stesura era definita nel li- consumato sulle tavole del palcoscenico, tra l’incredulità sta nella costruzione bretto “Opera in un atto”. degli spettatori. La concordanza tra il libretto di Leonca- drammaturgica dell’ope- Durante le prove, però, vallo e il testo di Mendès dimostra che il musicista aveva ra, una sorta di teatro nel Leoncavallo pensò (forse avuto certamente modo di conoscere la pièce. teatro, formula assai cara su suggerimento di Mau- Mendès, venuto a conoscenza del libretto di Leoncaval- al Novecento. Ed è pro- rel) di introdurre il Prolo- lo, protestò vigorosamente contro il presunto plagio e prio questa trovata a ren- go, suddividere il lavoro con una lettera sul “Figaro” del 9 giugno 1899 rivendicò dere la trama avvincente: in due parti e inserire l’In- la paternità del soggetto e intentò addirittura una causa. dalla finzione si passa al- termezzo orchestrale (e La causa fu poi ritirata (giacché anche La Femme du Taba- la realtà (anch’essa finzio- anche in questo caso si rin aveva dei precedenti letterari!), ma Leoncavallo volle ne!) in un gioco che, come vede l’analogia con Caval- lo stesso ribattere alle accuse. Rivelò allora di aver tratto nella vita, mescola com- leria). Il Prologo acquistò ispirazione da un fatto realmente accaduto, un delitto media e tragedia. Il coro un’importanza fonda- d’onore a cui egli aveva assistito in prima persona du- che in scena assiste alla mentale perchè divenne rante l’infanzia trascorsa in Calabria. rappresentazione delle una sorta di manifesto del Per rafforzare la sua difesa, il compositore citò come maschere è protagonista e verismo: «Io sono il Prolo- testimone proprio quel D’Alessandro (nell’opera Ca- pubblico insieme e quella go. Poiché in scena ancor le nio), che aveva commesso il delitto e che, uscito di pri- rappresentazione passa antiche maschere mette l’au- gione, era stato assunto a servizio dal barone Sprovie- dal divertimento alla effe- tore, in parte ei vuol ripren- ri in Calabria. dere le vecchie usanze e a voi ratezza di un omicidio E. Ca. Enrico Caruso di nuovo inviami. Ma non senza soluzione di conti- Pagliacci Il Giornale dei Grandi Eventi 7 Guida musicale Preludio e Prologo, immagini dell’opera

immagine di tutto spesso con varie trasforma- una valenza fondamentale ma nel quello che è la musi- zioni melodiche nell’opera. per quanto riguarda l’enun- quale ca dei Pagliacci è rac- Ad esso segue, quasi sim- ciazione di alcuni importanti ognuno chiusa nel Preludio, perfetto bolicamente, quello della aspetti della poetica verista può ritro- L’scenario che anticipa i colo- gelosia di Canio, serpeg- dell’autore. vare un ri accesi del resto dell’ope- giante, accennato dai vio- Tonio, lo scemo, si presenta po’ di se ra. Una musica vivace, qua- loncelli. al pubblico secondo la tra- stesso. si elettrizzata, sottolinea Dopo la ripresa del tema dizione della Commedia Dopo un l’atmosfera gioiosa e rusti- iniziale, il Preludio si lega dell’Arte e, come un allego- magnilo- ca di festa paesana, pur direttamente al Prologo, in- ria della coscienza dell’arti- quente senza giocare la carta scon- troduzione classica del me- sta, spiega le intenzioni del “Incomin- tata della melodia popola- lodramma secentesco che compositore che, ispiratosi ciate!” di re. La strumentazione ricca viene volutamente ripreso a un fatto realmente acca- Tonio, si e onnipresente svolge un da Leoncavallo: è un mo- duto, ha cercato di dipinge- apre il si- Ruggero Leoncavallo discorso a immagine di tut- mento di estrema difficoltà re uno squarcio di vita: pario… ta l’opera, accenna tre dei vocale che spinge la voce “egli ha per massima sol che Dopo il quattro leitmotiv organizza- del baritono ad acuti impe- l’artista è un uom e che per gli folgorante successo della lasciato tracce profonde ti dall’autore e oppone vio- gnativi, come il la bemolle e uomini scrivere ei deve!”. prima recita al Teatro Dal anche in Italia. Il giovane lentemente la piena orche- il sol naturale. La vocalità Con tale affermazione Verme di Milano, l’opera fu compositore, appena usci- stra alle risposte acute e verista, infatti, è tutta sfo- Leoncavallo esprime, anche replicata immediatamente to dal Conservatorio di Na- trillanti dei flauti e dell’ot- gata tra il registro centrale se in maniera non del tutto nei grandi teatri lirici stra- poli, si professava un se- tavino. La struttura ritmica guace dell’idea wagneria- è impiantata su una tradi- na, pur senza abbandonare zionale misura ternaria di le caratteristiche e le anti- 3/8 da cui si discosta per che tradizioni della musica accennare in 2/4 al corno, italiana che ritroviamo ben piano e dolorosamente, lo presenti in tutta la sua pro- straziante tema della risata duzione. Tuttavia la sua dolorosa del pagliaccio. È il era una musica nuova, che motivo conduttore più for- sfuggiva a quel predeter- tunato dell’opera, ma minato controllo dall’alto Leoncavallo sceglie di non che il modello wagneriano abusarne facendolo ricom- richiedeva: essa puntava parire solo al termine del alla sollecitazione dell’e- primo atto, nel celebre ario- motività immediata del so “Vesti la giubba”, e alla pubblico. fine dell’opera dove, con Anche la critica francese un’esplosione orchestrale ebbe parole sprezzanti per in fortissimo (fff), accompa- questa musica “tumultuosa gna la frase finale di Tonio e vistosa” di cui null’altro “…la commedia è finita!”. e quello acuto con grandi ancora cosciente, un cam- nieri di Vienna, Varsavia, sapeva dire se non che i fa- Il secondo leitmotiv compa- salti di sesta e quarta; è biamento storico nel rap- Berlino, ottenendo strepito- cili effetti drammatici e un re subito dopo: è quello prorompente, fortemente porto compositore-pubbli- si e reiterati successi. lirismo grossolano la desti- dell’amore adulterino tra espressiva e sovente all’u- co, ovvero lo spostamento All’ammirazione entusia- navano al pubblico piccolo Nedda e Silvio, che ricorre nisono con l’orchestra. dell’asse della comunica- stica del pubblico, per lun- borghese delle grandi città Il Prologo si zione artistica verso l’inter- go tempo non corrispose, italiane. Tale atteggiamen- deve al cele- locutore, la rinuncia allo comunque, una benevola to di sufficienza era bre baritono statuto demiurgico dell’ar- considerazione da parte nient’altro che un tentativo francese Vic- tista-creatore, a cui si sosti- della critica: la stampa spe- di arginare la novità prove- tor Maurel: fa- tuisce l’assecondamento cializzata tedesca cercò di niente dall’Italia e perdurò moso più per del gusto dell’ascoltatore. ridimensionare la novità fino all’intervento del le sue eccezio- Come scrissero i musicisti rappresentata da Pagliacci grande critico e musicista nali qualità di della Giovane Scuola veri- sottolineando una presun- René Leibowitz, il quale interprete che sta: “Il miglior giudice di mu- ta diretta filiazione dalla per primo prese le difese per la bellezza sica è infatti il nostro cuore musica del “campione” lo- del Verismo musicale. della sua voce, commosso”. cale Wagner. Si scrisse che L’opera italiana stava in- suggerì a Nella seconda parte del senza Tristano e Isotta o fatti rialzando la testa dopo Leoncavallo Prologo, che ha la forma tra- senza i Maestri cantori di l’esaurimento del filone ro- di aggiungere dizionale dell’aria, si mani- Norimberga una simile ope- mantico e questo non pote- questa famosa festa l’aspetto fondamenta- ra non sarebbe mai stata va che preoccupare forte- pagina musi- le dei sentimenti, esposti in concepita. Effettivamente, mente i francesi, legati alla cale che, oltre tutta la loro umanità, sep- considerando che Leonca- produzione naturalistica di ad essere un pure spinti all’estremo. vallo era stato il librettista autori come Alfred Bru- importante Mentre il musicista compo- di se stesso e che nell’opera neau e Gustave Charpen- spazio solisti- ne, le lagrime scendono sul ricorrono ben quattro leit- tier, e i tedeschi, fedeli al genio di Bayreuth. La prima edizione dello spartito Pagliacci co per il bari- suo viso ed egli è intima- motive, si può immaginare tono, assume mente partecipe del dram- come il wagnerismo avesse An. Ci. Pagliacci 8 Il Giornale dei Grandi Eventi L’arte del pagliaccio Da “uomo del villaggio” a beniamino di bambini ed adulti

lown, termine ingle- rimprovero: “Procurate che quale è, più che un perso- se, significa uomo quelli che fan le parti dei naggio rituale, la materia- del villaggio. È una buffoni non dican più di lizzazione stessa di una deformazione di clod, e de- quanto è scritto per loro; per- sfaccettatura, di una esi- Criva dal latino colonus: abi- ché ce n’è di quelli che ridono genza naturale e spontanea tatore di colonia, colono, essi stessi, per indurre una dell’animo umano: l’ele- contadino. Per estensione, certa quantità di stupidi spet- mento che commenta, che equivale a villano, impac- tatori a ridere pure, benché irride, che giuoca e che al- ciato, goffo. frattanto debba prestarsi at- leggerisce, anche dal di È difficile stabilire la sua tenzione a qualche battuta es- dentro, il dramma. prima apparizione nel senziale del dramma”. Nelle giostre e tauroma- mondo dello spettacolo. Come il campo di Enrico V chie di Corea, cui accenna- Esso non è, infatti, che il ha il suo soldato “spacco- no anche i sonetti del Belli, grottesco nello spettacolo e ne”; come un carattere emi- intervengono i nani per pertanto nasce con lo spet- nentemente tragico, quale il una parodia della corrida, L'Orchestre du Cirque in una illustrazione di Paris Illustrè del 1883 tacolo. Don Giovanni, è affiancato documentata in stampe “taurine” anche dal Pinelli. dove più, dove meno, per Ecco che cosa occorre per di- Nelle corse dei bàrberi, co- quanto differenti siano le ventare un clown sul serio, me quelle del Palio di Sie- sfumature con cui si pre- un clown in grande. E questo na, appare di tanto in tan- sentano, è in germe il per- è niente se l’artista non trova to, a sollazzo della folla, il sonaggio del clown. in sé l’ispirazione e quella, ca- fantino gobbo, o esotico, o Ma nel circo il clown rag- ro mio, non c’è nessuno che la lillipuziano, dal nomignolo giunge il suo vero posto e possa insegnare”. burlesco, che assume nello si realizza più compiuta- Confrontiamo il clown spettacolo il ruolo di clown. mente. Staccandosi dalla “ideale”, ora, con un famo- Nel rodeo troveremo sem- tragedia e dalla commedia, so comico dell’arte, Tiberio pre, accanto ai più abili ca- in cui interviene come una Fiorilli detto Scaramuccia, e valieri, il montatore - im- coloritura d’ambiente, co- vediamo in che cosa consi- piastrato di fuliggine - me una diversità, diventa ste il suo spettacolo: è salta- d’un asino o d’un bufalo autonomo. Non è più il vil- tore, acrobata, ammaestra- che finisce per essere getta- lano importuno delle eclo- tore di bestie - si presenta to comicamente a terra, do- ghe cinquecentesche dei sempre col suo fedele pap- po aver resistito a una serie “Rozzi” che interrompe i pagallo - cantante, musici- di tentativi sempre più vio- teneri colloqui delle Ninfe sta, versificatore, danzato- lenti per essere disarciona- e dei Pastori e ne viene cac- re, imitatore. Nell’ “entra- to. Nelle riviste su ghiaccio ciato con insulti e bastona- ta” del “Minuetto dell’Asi- o acquatiche non aspettere- te, né è l’incauto buffone nello” dà fuoco a tutte le mo molto a vedere appari- che Amleto tiene a bada. È polveri del suo repertorio: re il pattinatore o il tuffato- - finalmente - il meneur du “L’Asinello innamorato / can- re comico, vestiti in manie- jeu; e soltanto qui l’attribu- ta e raglia a tutte l’ore / pare ra ridicola: il tuffatore, po- to di clown, uomo rustico, “Concerto in maschera” di Richard Geiger. (Collezione Privata) niamo, in un vecchio costu- uomo della colonia, diven- me a strisce del principio ta soggetto. Non più rincal- È una reincarnazione del da Sganarello, nuovo San- del secolo. E in tutti questi zo, né condimento; assu- mimo e del sannio, del per- cho per nuovo Don Chi- personaggi, e in molti altri, me, infine, il ruolo di pro- sonaggio comico della sciotte; come tagonista. commedia e del giullare. È perfino negli Quali sono le caratteristi- il diavolo e il vizio della sa- oratori appaio- che del clown? Quali gli cra rappresentazione e del no, talvolta, sul- elementi della sua arte? mistero. È il prosecutore la scena di una Ascoltiamo che cosa richie- delle tradizioni delle ma- cattedrale, le de Francesco Fratellini, che schere della commedia del- maschere comi- fra i clowns è stato tra i più l’arte: zanni (da sannio) e che (ricordo il grandi, da un vero clown. E arlecchini. Ma soprattutto Guglielmo d’A- ne ricostruiremo le caratte- rappresenta un elemento quitania del Per- ristiche e virtù che si avvi- naturale, spontaneo, eter- golesi), così non cinano, come è facile accor- no, dello spettacolo. È il v’è forma di gersi, al tipo stesso del co- servo sciocco spagnolo (el spettacolo che, mico dell’arte: “Un pagliac- gracioso). È il giullare (jester rovesciando l’a- cio non deve solo saper far l’i- o fool) del teatro elisabettia- zione tragica e diota per divertire la gente; no e si confonderà più tar- la tensione deve essere acrobata, danzato- di con Pierrot e Pulcinella. drammatica al re, prestigiatore e cavalleriz- È il comico - già preesisten- grottesco, non zo, ciarlatano e un pochino te allo Shakespeare - cui esiga la presen- Il clown Rhum musicista. Il pagliaccio deve Il Trio Louis Ronx, Geo, Foottit, Madame Foottit Amleto rivolgerà qualche za del clown. Il conoscere tutte le arti insieme. Pagliacci Il Giornale dei Grandi Eventi 9 I Clown che hanno fatto storia L’eterno comico contrasto tra il “Magnifico” e lo “Zanni”

ffermatosi in In- che tanta fortuna ebbe in ghilterra, il primo Russia, il trio Cavallini e, clown è di origine prima d’essi, i Fratellini: italiana. Si chiama Joe Gri- Francesco elegante clown Amaldi, è vissuto dal 18 di- bianco, Paolo, dal frack cembre 1779 al 31 maggio scomposto, e Alberto, dalle 1837. Charles Dickens è il immense scarpe, l’enorme suo biografo. trucco sugli occhi, le lam- Nipote del saltatore Gio- padine che si accendono van Battista Nicolini Gri- sui calli: un Auguste. Be- maldi, detto Gamba di Fer- niamini degli scrittori, dei ro, debuttò come attore nel pittori, degli intellettuali di 1800 in una arlecchinata tutto il mondo, ebbero un mostrando un eccezionale bibliotecario di eccezione: estro comico, degno della Tristan Bernard. Raymond commedia dell’arte. Era Radiguet ha descritto il lo- saltatore, danzatore, comi- ro camerino nel Ballo del co, cantante, parodista ed conte d’Orgel, in una se- quenza che si svolge, nel un musico affannato / quando era famoso anche per le febbraio 1920, al Circo narra il suo valore / e cantan- sue “invenzioni”: con frut- “I Saltimbanchi” di Pablo Picasso Medrano. Un altro grande do d’amor va - ut re mi fa sol ta e verdura eseguiva un ritratto, con quattro for- cima, senza cadere; si ap- ce stonata. Sono il Magnifi- clown è lo svizzero Grock la” (ragli). maggi, una culla e un pa- poggiava in equilibrio su co e lo Zanni della comme- (Adrien Wettach; 1880- Dalla osservazione comica, rafuoco, costruiva una car- una piramide di bottiglie; dia dell’arte, il parlatore e il 1959), figlio di un orolo- dalla caduta, dal frizzo, dal rozza. Fu considerato di si fingeva scimmia; saltava compare distratto, quello giaio cultore di atletismo e lazzo, dalla capriola, il valore pari a quello di soldati con baionetta in che picchia con la paletta di acrobazia. Maestro in ogni clown, come nel “Minuetto Kean. spalla, facendo tutta una gomma, cioè lo schiaffo-ba- specialità della pista, ebbe dell’Asinello”, è passato all’ serie di giuochi, ora audaci, stone, e quello che prende anche grandi qualità mu- “intermezzo”, all’ “entrata”, ora lepidi. Era giocoliere, gli schiaffi. Il nome auguste sicali. Fece coppia per sei al “numero”. Prima ha in- Jean Baptiste Auriol cavallerizzo, funambolo, viene da un garzone scioc- anni, dal 1907, con Anto- trattenuto il pubblico tra un attore, ercole. co, tanto mal vestito da di- net; più tardi ebbe per esercizio e l’altro del volteg- Un posto di primo piano Dopo Joe Grimaldi e Au- vertire il pubblico, come lo partner, prima Max van giatore o dell’acrobata, poi nella storia del clown oc- riol, troviamo tra i clown Charlot del film Il Circo che Emden, poi Alfred Schatz. ha eseguito lui stesso qual- cupa Jean Baptiste Auriol più celebri: James Clement entra nella pista con una pi- Ma il numero perfeziona- che virtuosità musicale, infi- (1806-1881), ammirato da Boswell, parodiatore di la di piatti e la tiene a lungo to con l’andare degli anni ne è arrivato a compiere, Théophile Gautier: clown- Shakespeare, (1826-1859); i in equilibrio finche non fi- e personalissimo, in una dapprima da solo, poi ac- acrobata, entrava in pista Price che crearono il “violi- nisce per farla cadere. Cop- esibizione che durava compagnato da altri pa- su trampoli di quattro me- no saltatore”, suonato an- pia classica di Magnifico e complessivamente più di gliacci, il suo numero o en- tri, ne perdeva uno e conti- che nel salto mortale; i mi- Zanni possiamo vedere nei mezz’ora, era quello mu- trata comica: commedia sin- nuava a stare in equilibrio, mi acrobati Hanlon Lees, le due clowns divenuti tetica, sketch, mimodramma saltellava con l’altro. Salta- cui memorie ebbero la pre- celebri col cinema: comico. va su una colonna di sedie fazione di Théodore de Bran- Olivier Hardy e Stan Mario Verdone rovesciate e vi restava in ville; Billy Hayden, Tony LaureI. Grice, Medrano detto “Augusto di serata” è Boum Boum, la coppia il clown che è presente Foottit e Chocolat, e Dario e in pista per l’intero Bario, Antonet (Umberto spettacolo, riempie Guillaume di Brescia), gli intervalli, è sem- Beby (Frediani), Rhum, gli pre attivo creando in- Zavatta, Little Walter, i rus- convenienti, parlan- si Karandash e Popov, i Ri- do al direttore di pi- vels, Joe Jackson inventore sta, fingendo di aiuta- di acrobazie ciclistiche co- re gli uomini della miche. barriera e in realtà in- fastidisce, ricevendo Il celebre clown Grock Il “Magnifico” e lo “Zanni” colpi e spinte. “Clown musicale” è quello che Nella coppia di clowns tro- esegue numeri musicali an- sicale, al piano, con la fi- viamo il clown bianco e il che con bicchieri, campa- sarmonica, col minuscolo toni, dai francesi chiamato nelli e campanacci, come violino estratto da una auguste. Il primo è elegan- nei numeri di Ferdinand valigia, con la sedia che te, infarinato, col berretti- Guillaume (Polidor). gli dava il modo di fare no a pan di zucchero, il ve- salti e cadute bizzarre di stito di un pezzo, pieno di Clown italiani grande comicità. Grock ha lustrini e di stelle. Il secon- scritto anche alcuni libri do è impacciato, malvesti- Come Antonet Guillaume, di ricordi. Foottit to, senza grazia, con la vo- sono italiani Giacomino, Mario Verdone Pagliacci 10 Il Giornale dei Grandi Eventi La deformità come fenomeno da baraccone Ridi Tonio, pagliaccio cattivo, anzi … sogghigna!

o spettatore ha mai riflet- suscitare ammirazione ed invi- naggi, ma, paradossalmente, tuto sul motivo per cui i dia, ma nello stesso tempo, ciò anche la paura fittizia indot- clown vengono rappresen- da cui vogliamo prendere le di- ta dai lazzi e dagli scherzi tati con grottesche deformazioni stanze, suscitando, al contrario, pesanti che si scambiano tra Lsomatiche, come mani o piedi curiosità, stupore e disgusto: il loro; in altre parole, essi si- enormi, grandi bocche disegna- circo, in altre parole, punta ad mulano, apparendo deformi te, nasoni e orecchie sproposita- evocare emozioni di segno op- ed aggressivi, una diversità te? La risposta è piuttosto sem- posto e per questo si adatta be- estrema sia fisica che psico- plice: essi riproducono quelle ne alla disincantata ingenuità logica e, dunque, mettono che erano le autentiche defor- dei bambini. Alcune figure affi- alla prova, soprattutto nei mità di cui erano affetti gli infe- ni al pagliaccio sono state reclu- soggetti più giovani, la capa- lici “fenomeni da baraccone” tate dalla Commedia dell’Arte cità di attingere ai propri li- che, fino ai primi anni del XX se- sotto forma di Maschere, allo velli emozionali primari e di scopo di confrontarsi con essi. Per creare per- questo, molti bambini piangono bontà-cattiveria molto attinente sonaggi con nel vedere i pagliacci e, per lo alla figura del pagliaccio Tonio. tratti psico- stesso motivo, le reazioni del Egli, infatti, interpretando il logici speci- pubblico nei confronti del Tonio personaggio di Taddeo, ne in- fici, sottoli- di Leoncavallo sono quelle tipi- carna le inclinazioni buffone- neati dall’e- camente riservate al “cattivo” di sche, ma nello stesso tempo, at- sasperazio- turno. Questo rimanda al pro- traverso il suo aspetto deforme, ne di talune blema del nostro rapporto pro- anche quelle subdolamente deformità blematico con il “diverso”, qua- malvagie espresse contro la bel- somatiche o le che sia la natura di questa di- la Nedda che, inorridita dal suo dalle carat- versità: nella notte dei tempi, le aspetto, lo respinge. E siccome, teristiche difformità somatiche erano cer- le deformità sono comunque se- dei costumi tamente fonte di curiosità, ma gno di malattia, esse rappresen- che indossa- anche di paura, poiché l’appar- tano anche il tentativo estremo no: la dop- tenenza ad un gruppo sociale, di giustificare i suoi comporta- piezza infi- con tutti i vantaggi che ne deri- menti vendicativi: l’ambivalen- da è espres- vavano, dipendeva dal fatto di za del personaggio, infatti, va di sa, così, dal- poter essere accettati dal grup- pari passo con quella del pub- colo, popolavano i circhi ambu- la tuta multicolore di Arlecchi- po stesso sulla base di una rela- blico che è in grado di accettare lanti e che, successivamente, no, la presunzione saccente dal- tiva uniformità dell’aspetto la figura di Tonio, solo se indot- con l’affermarsi di un maggiore la pancia di un Balanzone “pie- esteriore. Per questo motivo, si to ad impietosirsi per lui e per il rispetto per i diritti e per la di- no di sé”; Dalla Commedia del- sono formati gruppi diversi, suo triste destino. Malattia, gnità umana, ne furono esclusi, l’arte al melodramma di fine spesso contrapposti, e per lo bruttezza e malvagità si confer- proprio come oggi sta accaden- ‘800, forse il più efficace epigo- stesso motivo, probabilmente, si mano così come i tre pilastri su do agli animali, ritenuti umilia- no teatrale del pagliaccio carat- sono venute strutturando, nel cui è imperniato lo spirito ro- ti dalla costrizione ad effettuare terizzato somaticamente è rap- corso dei secoli quelle “razze” mantico che ha appassionato esercizi assurdi ed innaturali. presentato dal Tonio-Taddeo di umane che nulla hanno a che generazioni di melomani. Pensando alla “Sindrome di Stoc- Leoncavallo. La sua gobba, in- vedere con differenziazioni di colma”, l’ambigua e paradossale fatti (o la deformità generica, tipo evolutivo. Ciò non ha im- Giuseppe Magnarapa attrazione esercitata dal carnefi- nelle edizioni più recenti dell’o- pedito a soggetti con caratteri- Neuropsichiatra e scrittore ce sulla sua vittima, si può capi- pera), si presta alle buffonerie stiche somatiche estreme, di ri- re anche la cosiddetta “Sindrome della maschera di Taddeo, ma manere nell’immaginario come di Barnum”, cioè l’altrettanto anche alla dinamica dramma- oggetti di sentimenti altrettanto ambigua attrazione che noi tut- turgica dell’opera. In altre paro- estremi : il loro frequente confi- ti, chi più chi meno, e soprattut- le, Tonio recita nella parte dello namento nei circhi non ha impe- to i soggetti in età molto giova- sciocco Taddeo perché brutto, dito ad alcuni di essi di condur- ne, proviamo nei confronti di ma per lo stesso motivo diven- re una vita relativamente digni- soggetti con caratteristiche so- ta cattivo quando Nedda lo re- tosa e, a qualcuno, neppure di matiche estreme che possono spinge. diventare famoso come accadde essere di segno negativo (il na- all’Uomo Elefante, John Mer- no, la donna barbuta, i gemelli Caratteristiche somatiche comuni, rick. siamesi, i soggetti deformi) ma rassicurante elemento Per tornare al pagliaccio, possia- anche di segno positivo (forzuti, dell’aspetto esteriore mo dire che esso rappresenta la giocolieri, acrobati e domatori) sintesi estrema del processo di in soggetti, cioè, dotati di “pote- I pagliacci, in genere, attraggo- simbolizzazione che ha permes- ri” particolari. Il circo è, appun- no particolarmente i bambini e, so di salvaguardare il significa- to, la più antica istituzione capa- infatti, non a caso , il diverti- to del personaggio, conferendo- ce di mettere insieme questi mento del pubblico (anche me- gli una dignità artistica (vedi estremi opposti, lo spettacolo lomane!) è legato alla sua capa- l’“IT” di Stephen King) che ne che punta direttamente a sma- cità di regredire parzialmente ha saputo sfruttare le contraddi- scherare il nostro inconscio, sul piano psicologico, in modo zioni, aggiungendo ai vecchi bi- mettendo in evidenza ciò che da apprezzare non solo il trucco nomi allegria-tristezza e paura- vorremmo essere, allo scopo di che rende ridicoli questi perso- attrazione, quello più recente Pagliacci Il Giornale dei Grandi Eventi 11 L’ambientazione del libretto di “Pagliacci” Da un ricordo d’infanzia la chiave della storia

ue sono essenzial- Consilina, Eboli, Napoli, pei cantori […] La nostra vita mente i motivi per Potenza, Arezzo, Cava dei a Montalto scorreva lieta e fa- cui il compositore Tirreni e Montalto Uffugo, cile, tra balli, mascherate, rice- napoletano Ruggero Leon- dove Ruggero giunse con vimenti in casa delle migliori Dcavallo, illustre esponente la famiglia nel 1862, all’età famiglie del luogo […], le della Giovane Scuola italia- di soli cinque anni, e dove scampagnate o le gite ai bagni na con Puccini, Mascagni e rimase fino al 1868. Domi- di mare a Paola, che erano un Giordano, che professò ciliato al primo piano di vero viaggio di parecchie ore, e Montalto Uffugo. Chiesa della Madonna della Serra ideali di rinnovamento del- un’antica casa di proprietà le gite a Cosenza, il capoluogo, l’opera lirica in senso veri- degli Alimena, ai piedi del- che la prima volta mi stordì ciullo, a quelle impressioni, morte e, sempre per amore sta, sin dall’età di cinque la torre del campanone, al quasi fosse un’immensa popo- a quel mondo fatto di sogni della ‘sua’ terra, nel 1913 anni e fino alla fine dei suoi rione Castello, visse qui gli losa città”. e di speranze che ormai era pensò addirittura di candi- giorni rimarrà legato a anni più belli della sua fan- Molti anni più tardi Leon- trascorso, ma che lui desi- darsi come deputato alle doppio filo a Montalto Uf- ciullezza. Nella piccola cit- cavallo volle che Pagliacci derava tanto recuperare. Il elezioni politiche nel colle- fugo, cittadina calabrese in tadina calabra, che all’epo- venisse rappresentata an- 17 dicembre 1902 il succes- gio di Cosenza. provincia di Cosenza, ricca ca contava poco più di che all’Opéra di Parigi, per- so fu clamoroso, tanto che Montalto ricambiò sempre di storia e tradizioni e pa- 5.000 anime, Ruggero fre- ché riteneva importante l’11 gennaio 1903 il Consi- tanto attaccamento, dedi- tria di personaggi insigni quentò col fratello maggio- proporre sul rinomato pal- glio Comunale di Montalto candogli una via, un bar, nell’ambito della cultura, re Leone la Scuola Pia di coscenico francese la rico- gli conferì la cittadinanza una filarmonica, una sala che deriva il suo nome da grammatica, sotto la dire- struzione della sua diletta onoraria. cinematografica e, nel cor- mons altus, per l’ubicazione zione del sacerdote Giu- Montalto, ispirandosi e at- Fu poi particolarmente vi- so degli anni, diverse mani- elevata da cui domina la seppe Rossi. Fu un soggior- tenendosi il più possibile cino a Montalto quando nel festazioni per commemora- valle del fiume Crati. In- no breve quello del piccolo agli splendidi e indelebili 1905 un terremoto portò re l’illustre cittadino. nanzitutto a Montalto Ruggero a Montalto, ma es- ricordi di quand’era fan- nel paese distruzione e Paola Palermo Leoncavallo ha vissuto dal senziale per la sua futura 1862 al 1868 i momenti più attività di compositore e li- Montalto Uffugo nell’Opera belli della sua infanzia; in brettista. L’esperienza di secondo luogo, pur essen- vita a Montalto, paese della do trascorsi molti anni dal sua infanzia, dell’allegria, l teatro e la vita non son la stessa co- sinistro, e l’altro nel ventre da’ fratelli Luigi e suo soggiorno in Calabria, della spensieratezza, dei sa”, recita Canio nel primo atto dei Giovanni D’Alessandro fu Domenico suoi il compositore recuperò da primi studi musicali, e l’im- sanguinosi Pagliacci, ma sarà pro- compaesani che quivi eransi postati. La si di- quei ricordi ormai lontani portanza che anni più tardi prio Leoncavallo, autore del libretto e ceva che i d’Alessandro si erano determinati a una vicenda di sangue real- avrà per Leoncavallo, è am- “dellaI musica di questo capolavoro veri- ciò per questioni precedentemente avuto collo mente accaduta nel paesi- piamente descritta dallo sta, che si ispirerà proprio a quel sugge- Scavello a causa di gelosie donnesche. Per le no calabrese, che farà da stesso compositore nella stivo “nido di memorie” della sua gio- quali ferite la sera del sei suddetto mese a cir- canovaccio alla trama del sua pseudo-autobiografia, ventù, quando con la famiglia risiedeva a ca le ore due della notte lo Scavello finiva di libretto di Pagliacci, il suo dal titolo Appunti vari delle Montalto Uffugo, trasponendo nella fin- vivere”. massimo capolavoro. autobiografici [sic] di R. zione scenica un fatto di sangue realmen- La grandezza dell’opera Pagliacci sta pro- La famiglia Leoncavallo - la Leoncavallo, conservata nel te accaduto a Montalto il 5 prio nella capacità di aver moglie Virginia d’Auria ed Fondo Ruggero Leoncaval- Marzo 1865. Il processo pe- trasposto sul palcoscenico i figli Leone, Ruggero e Ga- lo presso la Biblioteca Can- nale che seguì al fattaccio con efficacia situazioni e stone - seguì per lungo tonale di Locarno: di cronaca nera fu presie- personaggi di quell’episo- tempo il padre Vincenzo, “I miei ricordi cominciano ad duto dal padre di Leonca- dio reale così cruento, fa- magistrato di origine pu- avere invece un nesso, in rap- vallo, Vincenzo, all’epoca cendo nel contempo rivi- gliese nei trasferimenti di porto di continuità da quando magistrato presso la Giudi- vere la Montalto nel clima lavoro in diverse sedi del mio padre fu traslocato a catura Mandamentale di della festa di ferragosto, centro-sud dell’Italia: Sala Montalto Uffugo, in provin- Montalto, e fu a carico dei che si svolge tra l’1 e il 15 cia di Cosenza. […] fratelli Giovanni e Luigi agosto per onorare la Ver- Montalto è però il pae- D’Alessandro, accusati di gine Santissima della Ser- se della mia infanzia, omicidio premeditato e ag- ra, patrona del paese. delle mie birichinate e guato ai danni di Gaetano Nel libretto, infatti, sono ri- dei primi studi. Si è vi- Scavello, domestico di casa presi elementi del paese e sto come io nascessi in Leoncavallo. Come si legge della festa patronale, quali un ambiente in cui dagli atti processuali con- Montalto Uffugo. L’atrio dove av- i costumi locali “con le van- l’arte era una parte es- servati nell’Archivio di Sta- venne il delitto, demolito nel 1962 tere, i tummarini e i caratteri- senziale della mia vita. to di Cosenza, il movente stici cappelli a cirvuni”, la fe- Mio padre stesso era di tale assassinio fu dovuto a “gelosie don- de del popolo che in abito da festa si reca appassionato di musica nesche riguardanti una donna che non meri- nel Tempio della Serra, le danze zingare- e più d’una volta la sua tava riguardi”: sche, gli spettacoli dei saltimbanchi, gli voce squillante sonora “La sera del 5 spirante mese a circa le ore 4 strumenti musicali tipici di quelle terre echeggiò sotto le volte della notte il nominato Gaetano Scavello di come la zampogna, l’uso di terminologie della piccola chiesa ca- Carmine di questo Comune, mentre usciva da frequenti nel gergo dialettale quali ‘coma- labrese in occasione questo Teatro, che è sito nel fondo dell’atrio di re’ e ‘compare’, oltre che la messa a fuoco della festa della Ma- questo locale di S. Domenico, per giungere nel di sentimenti e affetti propri della gente La famiglia Leoncavallo: il padre Vincen- donna di Mezz’agosto, quale debbonsi percorrere due lati dell’atrio del Sud, come la gelosia, la focosità, la zo, la madre Virginia D’Auria ed i primi durante la messa da un medesimo, e giunto a piè della detta scala in- passionalità, la virilità e l’onore. due figli: Leone e Ruggero palco costruito apposta terna ricevé due colpi di stili uno nel braccio P. Pal. Pagliacci 12 Il Giornale dei Grandi Eventi La maschera portata nella commedia di “Pagliacci” da Peppe Arlecchino, demone o simpatica canaglia?

l tenero fido arlec- secolo questo personag- aristocratici e die italienne, riscosse gran- chin», così Leon- gio era una figura affine a prelati, sicuro de successo in Francia, cavallo descrive quella di un demone cto- di passare im- ammirato per le doti il carattere della masche- nio (divinità sotterranea mancabilmente acrobatiche che lo con- «ra indossataI dal comme- legata alle attività vulca- impunito. traddistinguevano. diante Peppe (secondo niche e sismiche della ter- Essendo un Biancolelli fu il favorito di tenore), forse l’unico dei ra). Nella sua Historia Ec- servo, il perso- Luigi XIV, fino alla morte, commedianti dall’indole clesiastica, Orderico Vitale naggio di Ar- avvenuta nel 1688. mite e buona, in qualche racconta dell’apparizione lecchino aveva Carlo Goldoni, considera- modo sovrapponibile al di una familia Herlechini, il pregio di po- to uno dei padri della ruolo ricoperto sul pal- un corteo di anime ter essere libe- commedia italiana, diede chetto del teatro itineran- morte guidato da un de- ramente inter- lustro alla maschera scri- te. Peppe è, infatti, il per- mone/gigante. Ritrovia- pretato rispetto vendo tanti capolavori sonaggio che, all’interno mo la figura di Hellequin ad altri ruoli; per il suo personaggio, della vicenda di sangue, nel charivari, un antico ri- sebbene la mi- interpretato spesso dal- cerca di far rinsavire il ca- tuale di pubblica condan- mica fosse più l’attore Antonio Sacco. pocomico Canio dal vi- na e derisione delle se- importante del- Una di esse è Arlecchino - brare il colpo sull’aman- conde nozze dei vedovi la parola, non Servitore di due padroni, e te, prima che lo «spettaco- nel corso del XVI secolo. mancava un ca- presenta un Arlecchino lo nello spettacolo» abbia Questo era caratterizzato novaccio, com- birichino e grazioso, spo- inizio. da grida, gesti osceni, fra- posto da battu- gliato completamente dei Sulle origini della ma- stuono e travestimenti ed te improvvise, suoi significati originari e schera di Arlecchino, co- era praticato soprattutto imbrogli e bur- popolari. Goldoni lo nell’Europa Centrale e in le a spese dei privò di tutto quello che nosciuta in tutto il mon- Pablo Picasso - Arlecchino seduto do, si è molto disquisito; Inghilterra, nel Medioe- padroni avidi e definiva volgarità, inde- com’è noto essa è frutto vo. taccagni. cenza, inverosimiglianza dell’innesto dello Zanni Si trattava probabilmente scenica al personaggio, Quando non sa come ca- della commedia all’im- bergamasco con perso- di un modo per esorciz- indossa la tunica larga e varsi d’impaccio o libe- provviso, ma che origina- naggi diabolici farseschi zare la paura del sopran- bianca, con alcune pezze rarsi da un guaio, Arlec- riamente ed in essenza naturale; l’avvento del colorate sparse. chino diventa un abile rappresentava l’atteggia- Cristianesimo non A partire dalle incisioni maestro nel far funziona- mento popolare. La rifor- era riuscito a sradi- della Raccolta Fossard, pre- re le gambe: fa capriole, ma goldoniana produsse care queste manife- cedenti a Martinelli, Ar- piroette e salti acrobatici. il lento declino delle ma- stazioni di caratte- lecchino appare invece Il Duca di Mantova, pro- schere in scena fino alla re pagano, che, so- con una specie di calza- tettore della Compagnia loro pressoché totale prattutto nelle maglia; da questo alcuni degli accesi nominò presto scomparsa. campagne, eserci- deducono che discenda nuovo capocomico il La maschera si è traman- tavano ancora fa- direttamente dai giocolie- buon Martinelli, che in- data fino ai nostri giorni, scino e timore. Nel- ri di strada che, notoria- terpretò Arlecchino fino grazie agli attori Marcello la tradizione popo- mente, avevano un costu- alla morte, avvenuta nel Moretti (1919-1961) e Fer- lare francese del me attillato. 1630. ruccio Soleri, (1929), il Due-Trecento tro- Altri Arlecchini famosi quale, per oltre 25 anni ha viamo un diavolo Tristano Martinelli e gli calcarono le scene nel cor- interpretato un apprezza- chiassoso e scurri- altri grandi Arlecchini so dei secoli, artisti come to ed ineguagliabile Ar- le, gran inventore Dominique Biancolelli, lecchino. di beffe e truffe: è Come detto, Tristano con la troupe della Comé- Livio Magnarapa l’Alichino dantesco Martinelli fu uno dei pri- (21° canto, 118) il missimi attori a vestire i quale, con altri panni di Arlecchino; avu- della tradizione popolare chiassosi diavoli, fa parte ta l’occasione di girare francese. della scorta, non richiesta, per l’Europa con la Com- La sua carriera teatrale che viene assegnata ai pagnia degli Accesi, riuscì nasce nel ‘500, imperso- due poeti pellegrini nel- presto ad imporsi grazie nato dall’attore Alberto l’Inferno, nel passaggio alle sue capacità mimiche Naselli, conosciuto anche per la bolgia dei barattie- e fu particolarmente ap- come Zan Ganassa; suc- ri. prezzato alla Corte di cessivamente è il manto- Nel corso del Seicento, la Francia, dove ricevette il vano Tristano Martinelli maschera assume i con- plauso della coppia reale che modifica il personag- notati di una scimmia an- e dei cortigiani. gio, adattandolo ai gusti tropomorfica dal ghigno Re Enrico III era letteral- del pubblico parigino e malefico, con sopracciglia mente innamorato di donandogli una nuova vistose e un gran bernoc- questo Arlecchino e invi- parlata: una sorta di mi- colo sulla fronte, mentre, tava spesso a corte il Mar- scuglio tra veneto, emilia- nel libro Composition de tinelli per goderne le ge- no e lombardo, con paro- Réthorique, di Tristano sta, coprendolo di doni. le straniere imparate lun- Martinelli, si trova un in- Di tale simpatia approfit- go la strada. cisione che rappresenta tava l’attore, che si per- L’origine più antica del forse il primo Arlecchino metteva di attaccare con personaggio è legata alla o il primo attore che im- sfottò satirici piuttosto Ferruccio Soleri, ultimo Arlecchino ritualità agricola; nel XII pose una forte presenza pesanti uomini politici, Pagliacci Il Giornale dei Grandi Eventi 13 I lavori di Leoncavallo La “maledizione” di Pagliacci, opera di troppo successo

trano destino, quello na del teatro musicale “se- Lui che con Chatterton e ne Scuola cercarono di ri- di Ruggero Leonca- rio”, ma anche al rilancio con I Medici sembrava più sollevare. Leoncavallo vallo. Musicista di so- dell’operetta che da noi era orientato verso il ripristino profuse particolare impe- lido mestiere, letterato for- sempre stata trattata con tardoromantico del dram- gno, ottenendo un buon Smatosi alla scuola di Car- sufficienza, quasi fosse ma lirico a sfondo storico. successo con La reginetta ducci, artista sensibile e pa- avanspettacolo, forse per la I Medici, prima parte di una delle rose (1912, su testo triota fervente che non presenza di una solida tra- trilogia italiana mai com- di Forzano). esitò a stracciare le lettere dizione di opera comica. pletata, nel 1893 sortirono Allo scoppio della guer- del Kaiser e restituire le E Pagliacci non fu opera ca- un clamoroso fiasco. Né ra, Leoncavallo fu fra i onorificenze ricevute nelle suale ma, al di là dei gusti meglio le cose andarono più appassionati sosteni- sue tournée in Germania personali, rappresenta uno quando il povero Leonca- tori dell’interventismo. quando scoppiò la prima dei lavori più rilevanti in vallo si trovò costretto a L’8 giugno 1915 scrisse guerra mondiale. Eppure il campo teatrale del reperto- competere con Puccini. ad Illica una bella lettera giudizio dei suoi contem- rio di fine Ottocento. Tutti e due, si scoprì, stava- in cui gli esprimeva la Formatosi al no musicando Bohéme da sua ammirazione per la Conservato- Murger. Puccini la mise in decisione di partire volon- non so perchè mi abbiano fat- rio di Napoli, scena nel 1896, Leoncaval- tario per il fronte a 58 anni: to critico musicale. Tu devi Leoncavallo lo qualche mese dopo e, «Lascia che ti abbracci e che ti scrivere un articolo su que- frequentò an- naturalmente, perse nel esprima la mia invidia per st’opera». «Ma io non l’ho che la facoltà confronto. Tuttavia, la- non poter fare altrettanto». mai sentita...». Insomma, di lettere a sciando da parte la delizio- Nel 1916 al Carlo Felice di scrissi l’articolo senza aver Bologna, at- sa opera pucciniana, la Genova Leoncavallo pro- mai sentito questo Mameli; tratto dalla fi- Bohéme di Leoncavallo con- pose Goffredo Mameli. Di l’articolo fu pubblicato e poi gura di Car- tiene pagine di estrema questo lavoro, che ebbe dopo conobbi Leoncavallo il ducci. Non gradevolezza e coglie forse scarsissima fortuna, è testi- quale dichiarò che mai, nes- completò il più che la partitura del monianza una recensione sun critico, lo aveva compreso corso di lau- concorrente, lo spirito au- firmata Vittorio Guerriero così profondamente...». rea, ma co- tentico dell’originale ro- ma scritta dal giovanissi- Alla sua morte, sul tavolo nobbe Pascoli manzo francese. mo Eugenio Montale. Lo di lavoro c’era un Edipo Re e si avvicinò Nel 1900 le quotazioni di stesso poeta ha ricordato, su libretto in un atto di For- al teatro wa- Leoncavallo tornarono a anni dopo, quell’episodio: zano che portato a termine gneriano che salire grazie al successo di «...incontrai una sera Vittorio da Giovanni Pennacchio aveva in Bo- Zazà, rappresentata al tea- Guerriero che, poi, dopo, fu con preesistenti musiche logna il suo tro Lirico di Milano. L’ope- noto come autore di roman- leoncavalliane, andò in sce- centro italia- ra è una rivisitazione di zi... era critico musicale di un na postumo nel 1920 a Chi- no di propul- quel mondo del cafè-chan- giornale; mi diceva: «io non cago. sione. Tra- tant che Leoncavallo aveva mi intendo affatto di opere, Roberto Iovino montato il so- frequentato nel suo sog- gno di mette- giorno parigino. Interpre- re in scena un tata da grandi artiste, Zazà proprio spet- fu conosciuta in breve tem- tacolo, Leon- po in tutto il mondo. Leon- poranei, dai critici agli stes- cavallo lasciò Bologna e cavallo usò mano leggera, si colleghi fu sempre seve- iniziò una vita errabonda abbozzò efficaci scene ro nei suoi confronti. Con che lo portò dal Cairo a Pa- d’ambiente, trovò alcune punte di sarcasmo e di aci- rigi in cerca di fortuna. Pa- melodie felici. dità persino eccessive. gliacci non fu - come nel ca- Nel 1904 Leoncavallo si Per Puccini e Mascagni, so di Mascagni - la prima trasferì a Brissago sulla Leoncavallo era “bisbestia”: opera effettivamente scrit- sponda svizzera del Lago «Bestia il primero, Leon, be- ta: altre giacevano chiuse Maggiore. Lì avrebbe in se- stia il secondo, cavallo, bestia nel cassetto in attesa di una guito registrato con Enrico l’intero, Leoncavallo». rappresentazione. Caruso la celebre romanza E alla sua morte, nell’ago- Mattinata (“L’aurora di sto 1919, D’Annunzio che Schiacciato dal successo bianco vestita”) che è tutto- sapeva essere pungente e di Pagliacci ra fra le sue melodie più velenoso quanto sensuale e popolari. aulico commentò: «E’ un Il trionfo dei Pagliacci Mattinata ci introduce nel eccellente finale di quel copio- spianò però la strada ad al- repertorio più “leggero” so fabbro di melodrammi e di tri titoli. Ma, come Cavalle- trattato da Leoncavallo. operette che aveva congiunti ria rusticana per Mascagni, Non solo le liriche da ca- nel suo nome i nomi di due be- costituì una sorta di male- mera ma anche l’operetta stie nobili e morì soffocato dal- dizione. Anche per Leon- che in Italia era sempre sta- l’adipe melodico». cavallo bissare il primo ta a un livello alquanto Eppure Leoncavallo rico- trionfo fu impresa impossi- basso (se la si confronta prì un ruolo non indiffe- bile. Non solo. L’etichetta con i capolavori francesi di rente nella cultura musica- di “compositore verista” se la Offenbach o viennesi di le del suo tempo, contri- trovò cucita addosso senza Strauss e Lehár) e che pro- buendo non solo alla fortu- neanche rendersene conto. prio i musicisti della Giovi- Pagliacci 14 Il Giornale dei Grandi Eventi

I commenti della stampa dopo il debutto del febbraio scorso a Firenze Il compositore e librettista «Un allestimento di Zeffirelli che Ruggero colpisce ed affascina» Leoncavallo

uesto allestimento scenografico de affermando che «muovere le masse è una a professione paterna di I Pagliacci firmato da Franco Zeffi- delle cose più difficili da realizzare sul palco- magistrato portava la fa- relli, ha debuttato al Teatro del scenico» e «nel movimento incessante c’è la miglia Leoncavallo a spo- Maggio Musicale Fiorentino dal 14 al 19 firma del grande regista». starsi di frequente. Così Rugge- Qfebbraio scorso, rivelandosi per spettatori Anche la recensione del sito teatro.org ro nacque a Napoli nel 1857. (17/02/2009) è essenzialmente favorevo- L e critici una gradita sorpresa. La scena, in Qualche anno dopo, il padre precedenza ambientata nella piazza di un le: nell’articolo pubblicato, che sottolinea Vincenzo fu trasferito in Cala- paesino calabrese dell’Ottocento, è ora tra- il buon successo di pubblico, si legge, in- bria e nel 1865 a Montalto Uffu- sportata in un cantiere degli anni Cin- fatti, che lo spettacolo è «molto curato nel- go (attuale provincia di Cosen- quanta e Sessanta, tra operai, biciclette, l’aspetto esteriore e con un sicuro dominio del za) giudicò quel fatto di sangue lambrette e discariche a cielo aperto. movimento scenico dei singoli e delle masse, ispirato dalla gelosia che a quasi trent’anni di distanza si Le opinioni su questa nuova interpreta- con una scena talmente bella che il verismo di- trasformò nel soggetto dell’opera più celebre di Ruggero zione del lavoro di Leoncavallo, basato su venta kolossal», anche se «dando tanto rilievo Leoncavallo: Pagliacci. un fatto di cronaca vera, sono state per lo alla cornice compromette la violenza della sce- Tornato a Napoli nel 1866 Ruggero, seguendo una pas- più positive. Se, infatti, La Repubblica na finale che perde in pregnanza drammatica». sione che era anche dei genitori, entrò al Conservatorio di (15/02/2009) descrive l’allestimento come Meno entusiasti le valutazioni espresse San Pietro a Majella, dove si diplomò nel 1874. Contem- «sfarzoso e traboccante di personaggi», senza da L’Unità (18/02/2009) e da Il Nuovo poraneamente s’iscrisse all’Università di Bologna, dove spazi vuoti sulla scena, il Corriere fioren- Corriere (16/02/2009), che parlano ri- seguì le lezioni di Giosuè Carducci. Negli stessi anni tino parla di uno spettacolo «di grande im- spettivamente di «successo buono ma non portò a compimento la partitura dell’opera storica Chat- patto visivo, ricco, sontuoso e coloratissimo, esaltante» e di «opera barocca ma terton, d’ispirazione wagneriana, che però fu rappresen- con grande cura nella definizione dello spazio apprezzata», con un allestimento che «in tata solo nel 1896 (al Nazionale di Roma), quando Leon- scenico» e con una «vistosa caratterizzazione un’opera ridondante come Pagliacci appesan- cavallo si era già guadagnato la notorietà. dei personaggi» (17/02/2009). Anche Libe- tisce la scena già di per sé sovraccarica di pas- Finiti gli studi, il compositore trascorse un breve periodo in ro (18/02/2009) ha parole di apprezza- sioni e tragedia». Egitto su invito di uno zio e tentò la fortuna come pianista e mento per il lavoro di Zeffirelli, Cristina Di Giorgi direttore di banda, ma fu costretto alla fuga nel 1882 quan- do il governo inglese, preoccupato per le sorti della gestio- Pagliacci all'Opera di Roma ne del Canale di Suez, intervenne militarmente in Egitto. Si trasferì allora a Parigi, dove inizialmente condusse una vita Costanzi - Caracalla 9 a 9 bohémienne suonando nei Café-concert, fra cui l’Eldorado. In breve tempo, grazie ad un rapido successo e all’amicizia col baritono Victor Maurel, entrò in contatto con gli ambienti opo quasi due anni dall'esordio mi- zione di Daniel Oren, la regia ed il famoso d’opera e con l’editore italiano Ricordi. lanese, Pagliacci giunse al Teatro Co- allestimento ambientato a Napoli firmato da Nel 1888 i rapporti italo-francesi s’inasprirono per il stanzi il 18 gennaio 1894. Direttore fu Franco Zeffirelli. Fra i protagonisti c'erano rafforzamento della Triplice Alleanza voluta da Crispi e Gaetano Cimini. Fra gli interpreti Carlo Leo Nucci, oltre a Giuseppe Giacomini, Ce- Leoncavallo dovette rimpatriare. Stabilitosi a Milano, ini- Lanfredi (Canio), Lina Pasini Vitale (Nedda) cilia Gasdia e Lorenzo Saccomani. ziò un’intensa collaborazione con Casa Ricordi come tra- D duttore e librettista e lavorò alla composizione di una tri- e Vittorio Brombara (Tonio). Ancora Zeffirelli regista nel giugno del 1994. Pochi anni dopo (il 19 ottobre 1914) una spe- Direttore Angelo Campori. Interpreti Giu- logia, il Crepusculum, che nelle sue intenzioni doveva com- ciale serata fu organizzata per i rimpatriati seppe Giacomini e Nicola Martinucci (Ca- prendere “I Medici”, “Savonarola” e “Cesare Borgia”, ma dalle terre occupate. Per l'occasione giunse- nio), Cecilia Gasdia e Carmela Apollonio di cui riuscì effettivamente a comporre solo I Medici, che ro a Roma Arturo Toscanini e cantanti d'ec- (Nedda), Paolo Gavanelli (Tonio), Claudio andò in scena solo nel 1893 senza troppo successo. cezione come Enrico Caruso (uno dei massi- Otelli (Peppe) e Orfeo Zanetti (Silvio). Nel frattempo il compositore iniziò la stesura di un nuo- mi interpreti del ruolo di Canio), Lucrezia L'ultima rappresentazione all'Opera di Ro- vo lavoro, Pagliacci, messo a punto in soli cinque mesi. Ri- Bori e Giuseppe De Luca. ma, in un Costanzi appena dotato di un si- cordi rifiutò l’opera che venne offerta all’editore Sonzo- L'edizione successiva fu nel maggio 1922 con stema di aria condizionata, per la stagione gno, già titolare dei diritti su Cavalleria rusticana di Ma- le scene di Cesare Ferri e Ettore Polidori. Sul estiva 2002. Dal 24 luglio al 3 agosto in sce- scagni. La “prima” al Teatro Dal Verme di Milano, il 21 podio Giulio Falconi per dirigere Fortunato na l’allestimento del Teatro Comunale di maggio 1892, fu un successo e il nome del compositore si De Angelis, Hina Spani e Benvenuto Franci. Bologna e del Teatro Massimo Bellini di Ca- diffuse anche all’estero. Dovettero passare quindi vent'anni e fu la tania con la regia di Liliana Cavani ripresa Nacque in quegli stessi anni anche la famosa disputa tra volta di Tullio Serafin che il 4 aprile del 1942 da Giovanna Maresta ambientato nella peri- Leoncavallo e Puccini per la proprietà morale del sogget- guidò Iris Adami Corradetti, Tito Gobbi ed feria romana degli anni ’50. Direttore Pier to “Scènes de la vie Bohème” di Henry Murger a cui en- il tenore Beniamino Gigli al suo esordio nel Giorgio Morandi. Interpreti Svetla Vassile- trambi stavano lavorando. ruolo di Canio. La regia era di Marcello Go- va, Angeles Blancas Gulin, Simona Baldoli- Nel 1900 il compositore ritrovò il consenso del pubblico voni e le scene di Camillo Parravicini, il qua- ni (Nedda), Nicola Martinucci, Alberto Cu- presentando al Teatro Lirico di Milano Zazà sempre su le tornò a Roma anche il 16 gennaio del 1958 pido e Josè Cura (Canio), Luo Nucci e Al- proprio libretto. Fu un momento attivo e ricco di progetti. per uno spettacolo diretto da Oliviero De berto Mastromarino (Tonio). Dopo la composizione di Majà, che andò in scena per la Fabritiis, con la regia di Carlo Acli Azzolini L’ultima rappresentazione di Pagliacci è sta- prima volta al Teatro Costanzi a Roma nel 1910, Leonca- e le voci di Mario Del Monaco, Nora De Ro- ta nel 2007 alle Terme di Caracalla (dall’8 al vallo dimostrò un crescente interesse per l’operetta. Ne sa e di nuovo Tito Gobbi. 14 agosto con 5 recite), abbinata al balletto produsse ben sette tra il 1910 e il 1919, senza però abban- Mentre alle Terme di Caracalla le rappre- Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev. donare l’opera a cui tornò nel 1916 con Goffredo Mameli, sentazioni estive di Pagliacci continuavano La sobria regia di entrambe i titoli fu curata lavoro patriottico a sostegno dell’interventismo nella Pri- con sorprendente regolarità (si contano ben da Beppe Menegatti. A dirigere, l’allora ma Guerra Mondiale. Gli ultimi due anni della sua vita li 7 edizioni fra il 1945 ed il 1960, più una nel 39enne giapponese Hirofumi Yoshida. Nei passò dedicandosi ad opere di minore rilievo o addirittu- 1939), per riascoltare l'opera al Costanzi bi- ruoli principali la bella Maria Carola (Ned- ra mai rappresentate. Morì il 9 agosto 1919 a Montecatini sognò aspettare quasi 35 anni, fino al Cente- da), Vincenzo la Scola (Canio), Carlo Guelfi Terme, mentre lavorava al libretto di Tormenta, ispirato nario della prima rappresentazione. Il 2 (Tonio), Francesco Piccoli (Peppe). ad un fatto di cronaca nera sarda. maggio 1992 i Pagliacci tornano con la dire- Mic. Mar. Ludovica Sanfelice Pagliacci Il Giornale dei Grandi Eventi 15

Dedicato ad uno dei compositori protagonisti del ‘900 Inaugurato a Roma l’Archivio Scelsi

poco più di vent’anni parte della sua capace di trasmettere attraverso dalla morte di Giacinto vita avvolto la sua musica un mondo sonoro Scelsi, compositore, dal mistero e che ha influenzato intere gene- poeta e artista che ha vissuto dalla riserva- razioni, legandosi fra l’altro ad Aappieno le temperie artistiche tezza: nato a La artisti come Jean Cocteau, Vir- del XX secolo, la Fondazione Spezia nel 1905 ginia Woolf, Walter Klein e Isabella Scelsi – che porta il no- si trasferì poco grandi interpreti quali Nikita me della amata sorella di Gia- dopo con la Magaloff e Pierre Monteux. cinto - ha aperto al pubblico sua famiglia a Fortemente influenzato dal dopo anni di riordino e catalo- Roma città che pensiero orientale, Scelsi si sof- gazione, il suo Archivio Stori- lasciò solo per i fermò molto sulla centralità del co. Preziosa raccolta di oltre suoi viaggi, suono, lo spiritualismo, il rap- 16.000 documenti di natura car- molti dei quali porto con le tematiche dell’eso- tacea e sonora in gran parte in Oriente, e terismo, il superamento della inediti, l’Archivio ha sede pres- nel periodo scrittura musicale tradizionale, so la Fondazione in via S. Teo- della seconda la virtualità, il rapporto con lo doro 8, nel cuore di Roma al guerra mon- spazio: le sue musiche furono Palatino, dove Scelsi visse gli diale quando da subito amate soprattutto dal ultimi anni della sua vita, e co- abitò in Svizze- pubblico francese e tedesco, stituisce il principale strumen- ra. Fu un caso a che accolse diverse sue prime to per l’effettiva conoscenza sé, in qualche esecuzioni assolute, mentre in della musica e della vita di uno modo ancora Italia ancora oggi il nome di dei grandi protagonisti del No- un enigma: ri- Scelsi risulta un mondo da sco- vecento musicale: si potranno musicale e artistico, i suoi scrit- fiutava le interviste, non voleva prire ed esplorare; ci auguria- così sfogliare le partiture di ti sulla musica e le arti, nonché essere fotografato, non conce- mo che l’apertura dell’archivio Scelsi, ascoltare le numerose re- la sua produzione poetica, che deva autografi se non l’ormai sia un’ottima occasione per en- gistrazioni originali, leggere la ha seguito di pari passo l’atti- noto simbolo del cerchio sotto- trare in questa affascinante corrispondenza che ebbe con vità compositiva. lineato dalla linea retta. Ma nel- realtà sonora. grandi personalità del mondo Scelsi fu personaggio per lunga la sua sincera riservatezza fu Mi. Ma. Novità in libreria Note alternative: la musica di Destra riscoperta in un saggio

n un momento di pacificazione na- al combat folk, spingendosi fino alla ri- zionale, un saggio, Note alternative, cerca sulle musiche tradizionali euro- squarcia il velo su un mondo musi- pee. cale - quello in qualche modo ricondu- Tra i cantautori di riferimento, spicca Icibile ai valori di destra - rimasto per Massimo Morsello, cui si deve quanto circa 40 anni al di fuori di ogni circuito di più poetico e originale sia stato scrit- commerciale. to dai cantautori militanti. Edito dalla piccola - ma agguerrita - ca- Le canzoni dei giovani di destra cele- sa editrice Trecento, è stato presentato brano l’amicizia, il cameratismo, il sì al- all’ultima edizione di Atreju, la festa di la vita e anche l’accettazione della mor- Azione Giovani; il libro di Cristina Di te, intesa come sacrificio di se stessi in Giorgi racconta l’evoluzione della mu- nome delle proprie idee. Ideali di vita sica della giovane destra. che affondano le proprie radici nella Musica “alternativa”, sia per i testi, de- tradizione più antica. cisamente non assimilabili alla musica Da qui il continuo richiamo agli episodi leggera comunemente intesa, sia per i della storia scritta dai “vinti”, (che da metodi di divulgazione, che in un mon- poco accenna a riemergere in ambito do dell’editoria musicale decisamente accademico e politico), con canzoni co- ostile, hanno dovuto battere le piste del me La Vandeana, e Jean, sui volontari ca- passaparola e dell’editing casalingo. duti nella difesa di Berlino. Dalle prime forme cantautoriali per vo- No all’aborto, no alla droga, no alla ce e chitarra dei primi anni ‘70, ad oggi, massificazione dell’individuo, sì alla la musica militante di destra si è tenuta Patria, alla Famiglia ed ai valori tradi- costantemente aggiornata per quanto zionali. C’è posto anche per l’amore, vi- riguarda le forme. Gruppi dai nomi sto quasi sempre sotto il lume di un evocativi come Compagnia dell’Anello, ideale che trascende la coppia. Una mu- Ezra Sound, Delenda Carthago, Amici sica dai contenuti forti, da scoprire, cer- del Vento, Innato Senso di Allergìa, tamente non adatta – si direbbe oggi - DDT e Decima Balder, hanno esplorato per “bamboccioni”. vari generi, che vanno dal rock, al rap, L. Di. D. _

Festival Internazionale della Filatelia ITALIA 2009. Tutti i francobolli del mondo in un solo spazio. A Roma.

Con Italia 2009, Roma diventa la capitale mondiale del francobollo. La grande esposizione internazionale sbarca nella città eterna per cinque intensi giorni dedicati alla filatelia. Protagoniste le migliori collezioni d’Europa, dei Paesi del bacino del Mediterraneo, nonché di Canada, Stati Uniti d’America, Argentina, Sudafrica e Australia. Non perdete l’appuntamento con la storia del francobollo.

Roma - Palazzo dei Congressi www.italia2009.it 21-25 ottobre 2009