Pagliacciruggero Leoncavallo on Heute Auf Morgen - on Heute Auf Morgen V Chönberg S FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA
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CopertaToPrint_dtt:v 10-12-2008 10:35 Pagina 1 9 La Fenice prima dell’Opera 2008 9 2008 agliacci Fondazione Stagione 2008 P Teatro La Fenice di Venezia Lirica e Balletto vonheute Arnold Schönberg eoncavallo L aufmorgen Dall’oggi al domani PagliacciRuggero Leoncavallo on heute auf morgen - on heute auf morgen V chönberg S FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA Von heute auf morgen (Dall’oggi al domani) opera in un atto op. 32 libretto di Max Blonda musica di Arnold Schönberg Pagliacci dramma in due atti libretto e musica di Ruggero Leoncavallo Teatro La Fenice venerdì 12 dicembre 2008 ore 19.00 turni A1-A2 domenica 14 dicembre 2008 ore 15.30 turni B1-B2 martedì 16 dicembre 2008 ore 19.00 turni D1-D2 giovedì 18 dicembre 2008 ore 19.00 turni E1-E2 sabato 20 dicembre 2008 ore 15.30 turni C1-C2 La Fenice prima dell’Opera 2008 9 Oscar Kokoschka (1886-1980), Arnold Schönberg (1924). Olio su tela. Londra, Marlborough Fine Art. La Fenice prima dell’Opera 2008 9 Sommario 5 La locandina 7 La realtà allo specchio di Michele Girardi 13 Anna Maria Morazzoni Un gioco pericoloso 23 Virgilio Bernardoni Cantante, uomo, istrione: declinazioni del personaggio in Pagliacci di Leoncavallo 35 Von heute auf morgen: libretto e guida all’opera a cura di Federico Fornoni 79 Von heute auf morgen in breve a cura di Maria Giovanna Miggiani 81 Argomento – Argument – Synopsis – Handlung 85 Pagliacci: libretto e guida all’opera a cura di Federico Fornoni 121 Pagliacci in breve a cura di Maria Giovanna Miggiani 123 Argomento – Argument – Synopsis – Handlung 127 Federico Fornoni Bibliografia 135 Online: «Realtà, realtà, signori! realtà» a cura di Roberto Campanella 143 Dall’archivio storico del Teatro La Fenice Operazione dittico a cura di Franco Rossi Ruggero Leoncavallo (1907). Von heute auf morgen (Dall’oggi al domani) opera in un atto op. 32 libretto di Max Blonda musica di Arnold Schönberg editore proprietario Schott Music, Mainz, rappresentante per l’Italia Sugarmusic, Milano personaggi e interpreti Il marito Georg Nigl La moglie Brigitte Geller L’amica Sonia Visentin Il cantante Mathias Schulz Il bambino Michelangelo D’Adamo Pagliacci dramma in due atti libretto e musica di Ruggero Leoncavallo editore proprietario Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano personaggi e interpreti Nedda (nella commedia Colombina) Adina Nitescu Canio (nella commedia Pagliaccio) Piero Giuliacci Tonio (nella commedia Taddeo) Juan Pons Peppe (nella commedia Arlecchino) Luca Casalin Silvio Marco Caria Due contadini Francesco Sauzullo Piergiorgio Freddi maestro concertatore e direttore Eliahu Inbal regia Andreas Homoki scene Frank Philipp Schlössmann costumi Gideon Davey light designer Franck Evin Orchestra e Coro del Teatro La Fenice maestro del Coro Claudio Marino Moretti Piccoli Cantori Veneziani maestro del Coro Diana D’Alessio in lingua originale con sopratitoli in italiano nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice 6 LA LOCANDINA prima di ogni rappresentazione verrà proiettato, in collaborazione con Fondazione Bevilacqua La Masa, Teatro La Fenice, illycaffè, con il sostegno generale di Fondazione di Venezia e il sostegno tecnico di Epson, il film William Kentridge. (REPEAT) from the beginning / Da Capo a cura di Francesca Pasini direttore dei complessi musicali Marco Paladin di palcoscenico direttore degli allestimenti scenici Massimo Checchetto direttore di scena e di palcoscenico Lorenzo Zanoni maestri di sala Luca De Marchi Stefano Gibellato altri maestri di sala Alberto Boischio Luigi Di Bella altro maestro del Coro Ulisse Trabacchin altro direttore di palcoscenico Valter Marcanzin assistente alla regia Martina Weber maestri di palcoscenico Raffaele Centurioni Ilaria Maccacaro maestro rammentatore Pier Paolo Gastaldello maestro alle luci Jung Hun Yoo altro maestro del Coro Elena Rossi (Piccoli Cantori Veneziani) capo macchinista Vitaliano Bonicelli capo elettricista Vilmo Furian capo sartoria e vestizione Carlos Tieppo capo attrezzista Roberto Fiori responsabile della falegnameria Paolo De Marchi coordinatore figuranti Claudio Colombini scene Fondazione Arena di Verona attrezzeria Laboratorio Fondazione Teatro La Fenice (Venezia) costumi Sartoria Brancato (Milano) calzature Laboratorio Fondazione Teatro La Fenice (Venezia) CTC (Milano) parrucche e trucco Effe Emme Spettacoli (Trieste) sopratitoli realizzazione Studio GR (Venezia) la cura dei testi proiettati è di Maria Giovanna Miggiani La realtà allo specchio Un dittico inedito di opere brevi – un atto unico vero e proprio di Arnold Schönberg, due atti con prologo, ma struttura da atto unico, di Leoncavallo – chiude la stagione 2008 del Teatro La Fenice e la serie relativa della «Fenice prima dell’opera». Von heu- te auf morgen e Pagliacci: un titolo ingiustamente poco noto in Italia, il primo, segui- to dall’«apoteosi del teatro popolare», celebrata in Piazza San Marco nel 1957 – come ricorda Franco Rossi –, dove fu dato insieme al compagno di sempre, in piena sintonia d’ideali poetici, Cavalleria rusticana. Anche nell’opera di Mascagni un gesto d’autore rompe la convenzione rappresentativa con lo scopo di palesare il ‘vero’, la siciliana di Turiddu che spezza il preludio strumentale, alla quale risponde il prologo di Leonca- vallo. Dal canto suo, è vera tranche de vie, senza forzature particolari, la vicenda rac- contata da Schönberg, che ci mostra persino una conversazione telefonica in un inter- no borghese moderno (siamo negli anni Trenta del Novecento), dove due coniugi in crisi ritrovano la loro armonia proprio quando entrambi vengono apertamente messi alla prova dal possibile tradimento dell’altro. C’è dunque interazione in questo nuovo dittico, che ci fa vedere una realtà ‘adulte- rina’ riflessa da specchi differenti: Schönberg scrive un atto spensierato, ricco di ironia rivolta sia alla prassi amorosa borghese, sia verso il concetto di ‘moda’, e lo risolve con ottimismo mostrando un’esperienza condivisa e rifiutata in nome dell’amore vero, men- tre Leoncavallo procede a senso unico verso la catastrofe, velandola con l’espediente della commedia (teatro nel teatro) per potenziarne la conclusione, col duplice omicidio del solito marito geloso e violento. E se, come afferma Canio nell’atto primo di Pa- gliacci, «il teatro e la vita non sono la stessa cosa» magari «il vissuto che può avere ori- ginato la descrizione di questo “gioco pericoloso” tra una coppia regolare e una even- tuale» in Von heute auf morgen – come scrive Anna Maria Morazzoni nel saggio iniziale – «può suggerire un collegamento diretto con la relazione tra i coniugi Schön- berg: il compositore non era estraneo al sentimento e al tormento della gelosia e la per- sonalità della seconda moglie – giovane, spiritosa, elegante e corteggiata [la si ammiri fotografata col marito a p. 18] – poteva offrirgli elementi di preoccupazione». Si è molto discusso sulla scelta ‘metateatrale’ di Leoncavallo, che trova peraltro pre- cedenti a bizzeffe nel mondo letterario francese (dalla Femme de Tabarin di Catulle Mendès, 1876, modello diretto del compositore napoletano, scendendo fino al Théâtre de Clara Gazul di Prosper Merimée, 1825): nel secondo saggio Virgilio Bernardoni, pur 8 MICHELE GIRARDI tenendo presenti le indagini sin qui svolte sugli aspetti più evidenti del dramma (mani- festo del ‘verismo’ musicale attuato mediante scambio «tra finzione e verità»), preferi- sce «concentrare l’attenzione sul punto di vista del personaggio, sulla sua ‘voce’ e sul- le modalità mediante le quali esso si costituisce quale soggetto agente. Un orientamento che mira al cuore della poetica veristica, individuata da Leoncavallo con intuito pre-pi- randelliano nella dialettica tra ‘personaggio’ e ‘persona’. L’incommensurabilità tra l’aspetto esteriore dell’attore e la sostanza dell’uomo, infatti, è ciò che rende effettiva- mente tragico il dramma della gelosia del protagonista Canio, il quale vive così pro- fondamente la dicotomia attore/uomo da rimuginarci sopra nel monologo pronuncia- to tra sé e sé alla fine dell’atto primo: “Bah, se’ tu forse un uom! Tu se’ Pagliaccio!”, sviluppando così il ‘concetto’ culminante dell’allocuzione che il commediante Tonio, lo “scemo” che quasi fool shakespeariano coglie il fondo delle cose, rivolge al pubblico prima che lo spettacolo abbia inizio: “piuttosto che le nostre povere / gabbane d’istrio- ni, le nostr’anime / considerate, poiché noi siam uomini / di carne e d’ossa”». Se Leoncavallo colse con Pagliacci un successo indiscutibile, grazie alla carica co- municativa delle sue scelte narrative e musicali, Schönberg non ebbe lo stesso riscon- tro, nonostante rientrasse nei suoi obiettivi. Impiegò il metodo dodecafonico, ma non per amore della novità a ogni costo, bensì con lo scopo di conseguire, come rileva Fe- derico Fornoni nella guida all’ascolto, «l’unitarietà complessiva del lavoro. In altre pa- role, la serie verrebbe ad assumere una funzione drammaturgica in senso tradizionale. Tale legame con la tradizione si riscontra anche ad altri livelli, in primo luogo, quello formale. Nel flusso continuo del discorso musicale che caratterizza Von heute auf mor- gen, sono pur sempre riconoscibili arie, duetti e persino un quartetto, inframmezzati da recitativi o fulminei interludi orchestrali». L’opera, particolarmente vivificata da un’orchestrazione sempre varia e interessante, tiene benissimo sotto il profilo musicale e drammaturgico, grazie anche a un libretto molto ben costruito, dovuto a Gertrud Kolisch Schönberg. Dopo aver passato in ras- segna l’atto unico di coppia anche come questione ‘di genere’, Anna Maria Morazzoni (che