Circolazione, Cessione, Riciclaggio
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C ircolazione, cessione, riciclaggio Domenico di Micco, Marcilio Franca Filho, Geo Magri Circolazione, cessione, riciclaggio Alcuni profili giuridici dell’arte e del suo mercato Con prefazione di Tomaso Montanari € 20,00 QUADERNI DEL DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO 18/2020 Domenico di Micco, Marcilio Franca Filho, Geo Magri Circolazione, cessione, riciclaggio Alcuni profili giuridici dell’arte e del suo mercato Prefazione di Tomaso Montanari Opera finanziata con il contributo del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e di ISAIDAT - Istituto Subalpino per l’Analisi e l’Insegnamento del Diritto delle Attività Transnazionali, Ente di ricerca con il Patrocinio dell’Accademia dei Lincei Il presente volume è stato preliminarmente sottoposto a revisione da parte di una Commis- sione di Lettura interna, nominata dal Consiglio del Dipartimento di Giurisprudenza. Det- ta Commissione ha formulato un giudizio positivo sull’opportunità di pubblicare l’opera. Quaderni del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino Domenico di Micco, Marcilio Franca Filho, Geo Magri, Circolazione, cessione, riciclaggio. Alcuni profili giuridici dell’arte e del suo mercato © 2020 - Università degli Studi di Torino Via Verdi, 8 – 10124 Torino www.collane.unito.it/oa/ [email protected] ISBN: 9788875901561 Prima edizione: Maggio 2020 Grafica, composizione e stampa: Rubbettino Editore Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale Indice Prefazione 9 Premessa 13 Parte prima La circolazione Il mercato dell’arte 17 1. Il commercio d’arte tra libero mercato e tutela dei beni di interesse culturale: alcune riflessioni introduttive sui diversi modi di legiferare 17 2. Premesse terminologiche: bene culturale e opera d’arte 24 3. Il commercio di “cose antiche” e usate 33 3.1 L’attestato di autenticità e di provenienza 37 4. Vizi del consenso e mercato dell’arte 42 5. Il diritto di seguito 58 6. Piattaforme digitali e mercato dell’arte 66 7. Blockchain e mercato dell’arte 70 7.1 I primi utilizzi della blockchain nel mondo delle aste 76 8. Passaggio del rischio e trasferimento della proprietà durante le aste: il caso Girl with Balloon 78 La circolazione dei beni culturali 85 1. L’obbligo di denuncia degli atti di trasferimento 85 2. Il diritto di prelazione 88 2.1 I presupposti per l’esercizio della prelazione 92 2.2 Il procedimento di prelazione 94 3. L’acquisto a non domino di beni culturali 100 4. L’uscita dal territorio nazionale 112 4.1 (Segue) L’uscita definitiva 116 4.2 (Segue) L’uscita temporanea 121 5. Conclusioni: il mercato dell’arte in bilico tra interessi economici e vincoli culturali 125 Parte seconda La cessione Italia, Inghilterra, Francia, Brasile e Messico: uno strumento e cinque declinazioni nazionali in un’indagine comparante. Tra convergenze e dissonanze 131 1. Lo strumento 131 2. Italia: Guttuso e l’infausto destino della legge 512/1982: tra carenze e disattenzioni 133 3. Inghilterra: un’esperienza senza eguali 135 3.1. Segue: alcuni dati del Report 2019 “Cultural Gifts&Acceptance in Lieu” 138 4. Francia: i successi di una procedura negoziale efficiente 142 5. Un fattore esterno: il paradiso perduto delle successioni 146 6. Ragioni economiche nella tragedia degli immobili 148 7. Il caso del Brasile: un interessante laboratorio per la gerarchia delle fonti 149 8. Il coraggio visionario del Messico 151 9. Guttuso, Malraux, Rivera, Keynes: una premessa comune a tutte le legislazioni? 154 10. Conclusioni. L’Italia e le ragioni del flop 158 Parte terza Il riciclaggio Il contributo della Due Diligence nella lotta al riciclaggio di denaro sul mercato dell’arte 165 1. Il lato oscuro dell’arte 165 2. 2020. Un doppio anniversario e un’unica prospettiva 169 3. Due Diligence: origine e concetto 170 4. La Due Diligence quale strumento di autoregolamentazione: uno sguardo comparante 173 5. Brasile: un ricco quadro normativo per la lotta al riciclaggio 176 6. Brasile: il crescente ricorso alla Due Diligence 179 7. Il riflesso culturale del MERCOSUR 182 8. Conclusioni 186 Parte quarta Tra problemi e prospettive Integrità e trasparenza nel mercato dell’arte 191 1. “’U Caravaggiu”. La storia di un furto, le ombre della mafia e il problema del mercato nero 191 2. La relazione della Commissione parlamentare di inchiesta 193 3. Una difficile regolamentazione: tra strumenti di hard e di soft law 215 4. Uno strumento di soft law per la lotta al riciclaggio di denaro sporco e contro il finanziamento del terrorismo 218 4.1. Segue: traduzione commentata delle Linee guida RAM 220 5. Conclusioni 239 Bibliografia 241 Notizie sugli Autori 253 Prefazione «Di tanti sublimi esemplari lasciati in mano d’un ceto generalmente ignorante, se non nemico delle belle arti, assai pochi sono i non laceri, anneriti, abbruciati, mal ridipinti, situati a svantaggio e in varie guise sostanzialmente lesi…»: sono parole del 1777, e appartengono al piano che i Riformatori allo Studio di Padova (sorta di Ministero della Cultura della Repubblica di Venezia) presentarono, su invito del Senato veneto, per il restauro di tutte le pitture «di pubblica ragione» (ma di proprietà privata) esistenti in quello Stato. Vi leggiamo una complessa consapevo- lezza, che oggi esprimeremmo così: il patrimonio culturale, bene comune di straordinaria rilevanza, è, per una parte cospicua, proprietà privata di – e qui le parole possono restare le stesse senza perdere aderenza al nostro tempo – «un ceto generalmente ignorante». Più che un giudizio, è una constatazione: ereditieri, collezionisti e mercanti spesso non hanno oggi – come non avevano allora – gli strumenti culturali per affrontare consapevolmente la grande responsabilità di maneggiare, custodire, tra- mandare questo bene di tutti. Ed è esattamente per questo che è così importante che l’università (e prima la scuola) facciano fino in fondo la loro parte: per esempio fissando in un libro e quindi diffondendo riflessioni, analisi, proposte come quelle contenute nelle prossime pagine. Pagine agguerrite nella discussione tecnica del diritto dei beni cultura- li, eppure aperte – come forse testimoniano perfino queste righe, chieste a un non giurista – alle questioni fondamentali che esso solleva: la tensione tra pubblico e privato, quella tra libertà di impresa e utilità sociale e, an- cor più profondamente quella tra persona e mercato. E, quando affiora – discreto, equilibrato, documentato –, il giudizio dei tre autori è sempre sorretto dalla consapevolezza della priorità dell’utilità sociale, del fine pubblico del patrimonio, della sua funzione ‘umanizzante’. Mi è capitato di attraversare in prima persona molte questioni sollevate nelle prossime pagine: il problema dell’autenticità delle opere sul mercato 9 (per esempio nel caso del Crocifisso falsamente attribuito a Michelangelo che fu comprato dallo Stato nel 2009), quello del mercato illegale dei beni culturali (che ha compiuto il suo misfatto principe commissionando di fatto la distruzione della Biblioteca dei Girolamini a Napoli) o ancora il tentativo (purtroppo solo propagandistico) di rilanciare la legge ‘Guttuso’ sul pagamento fiscale attraverso beni culturali. Questioni che, in diverso modo e in diverso grado, svelano il fallimento dello Stato nell’attuazione del dettato dell’articolo 9 della Costituzione. Può sembrare che, di fronte a eventi come questi, sia poca cosa l’episodio del prestito dell’Uomo Vi- truviano di Leonardo, che le Gallerie dell’Accademia di Venezia hanno spedito al Louvre in occasioni delle celebrazioni vinciane del 2019: eppure la questione dell’uscita temporanea dei beni culturali dal territorio della Repubblica (la cui normazione nelle prossime pagine sarà puntualmente esaminata) non è meno rivelatrice circa il rapporto che oggi lega politica, norme, mercato (in questo caso, mercato del consenso) e patrimonio cul- turale. Ne sono così convinto da aver dedicato a questa storia un piccolo libro, di prossima pubblicazione, scritto insieme a Gino Famiglietti. Qua vorrei solo notare che un’analisi della genesi storica dell’articolo 66 del Codice dei Beni Culturali mostra che l’idea del ‘fondo principale’ ina- movibile di ogni museo ha a che fare con la costruzione di una riserva pubblica irriducibile alle pressioni delle ragioni del consenso politico del momento e alle esigenze del mercato: un progetto oggi negato, eppure forse necessario come mai prima. Ma il valore del libro che state leggendo non sta solo nella profondità critica con cui si affrontano i singoli nodi: bensì nella sua capacità di tenere in tensione, in ogni pagina, l’analisi puntuale con l’attuazione dei principi di fondo. Ed è per questo che, leggendolo, quel famoso ‘ceto’ (i proprietari privati, ma anche il ceto politico) può comprendere soprattutto questo, che dichiarare che una ‘cosa’ è un ‘bene culturale’ significa assegnare ad essa un solo fine: essere visto, goduto e compreso, da più persone possibile. La «sola, vera valorizzazione è la conoscenza critica» ha scritto Andrea Emiliani – lo storico dell’arte e soprintendente che ha ridato dignità e cir- colazione culturale alla legislazione artistica degli antichi stati italiani. E per valorizzare davvero un bene culturale bisogna mantenerlo visibile (non chiuso in un caveau, dopo magari esser servito a ripulire denaro sporco), nel territorio nazionale (non per malintesi nazionalismi identitari, ma perché solo i nessi con questo territorio lo rendono davvero comprensibile, rendendolo un ‘testo’ in ‘contesto’), possibilmente