I Luoghi E La Memoria

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I Luoghi E La Memoria i Enrico Agostinis I luoghi e la memoria Toponomastica ragionata (e non) della Villa di Collina, Territorio della Carnia alteraltogorto.altervista.org I luoghi e la memoria. Toponomastica ragionata (e non) della Villa di Collina, Territorio della Carnia. © òýýÞ-òýÔâ Enrico Agostinis òýÔçç Milano - piazza Carlo Donegani, ¥ [email protected] Milano/Collina, Ô luglio òýÔâ Enrico Agostinis I luoghi e la memoria Toponomastica ragionata (e non) della Villa di Collina, Territorio della Carnia A mio padre n questo genocidio della cultura cui stiamo assistendo, in questa rarefazione della memoria che ci fa dimenticare i nomi stessi dei luoghi, c’è chi va in senso contrario. Paolo Rumiz c’è di che sentirsi meno soli mentre anche noi, nel nostro piccolo, andiamo ‘‘in direzione ostinata e contraria’’. l’autore ndice Nota alla seconda edizione (web) 5 Notazioni nel testo 9 I Parte introduttiva 13 1 I luoghi e la memoria 1.1 Quando, e come 15 1.2 Perché I luoghi e la memoria 15 1.3 E, nalmente, che cosa 17 2 Territorio, vie d’accesso, viabilità 2.1 Territorio 19 2.1.1 Territorio e toponomastica 23 2.2 Vie d’accesso e viabilità 25 2.2.1 La via per il paradiso: lunga e travagliata 28 2.2.2 Microviabilità 31 2.2.3 Viabilità e toponomastica 33 3 Economia, popolazione, lingua 3.1 Economia 35 3.1.1 Economia e toponomastica 36 3.2 Popolazione 37 3.2.1 Popolazione e toponomastica 38 3.3 Lingua 38 3.3.1 Lingua e toponomastica 39 4 La base toponomastica 4.1 Origini della toponomastica 41 4.2 Un hors d’œuvre alla collinotta: spigolature toponomastiche 43 ¥ ndice II Parte analitica 45 5 Uso delle preposizioni e degli avverbi nella toponomastica 5.1 Preposizioni, avverbi, articoli 47 5.2 Criteri di elencazione e chiavi di lettura 49 6 Repertorio toponomastico 51 III Appendici 247 A Perizia di “strade e trozzi” da Collina alla Chiesa Parrocchiale di san Giovanni Battista in Frassenetto, eettuata dal Pubblico Perito Antonio Pascoli (ÔÞâÀ) 249 B Quadro sinottico dei toponimi 253 Posizionamento dei toponimi sulla CTR 258 Riferimenti bibliograci 259 Riferimenti documentali 261 Elenco delle gure 263 ,ota alla seconda edizione (web) A nove anni dall’uscita in stampa I luoghi e la memoria si ripresenta in veste elettro- nica. Niente carta, niente trasporti e problemi di reperibilità, ma tutto a portata di un clic seduti a casa propria. Tutto facile? Non proprio. Dietro tutto ciò ci sono sempre persone che lavorano, in questo caso soprattutto Adelchi Puschiasis cui va tutta la mia gratitudine per l’ospitalità su alteraltogorto.altervista.org e per l’infaticabile lavoro di editing. E poi c’è il lavoro del vostro scrivano. Il tempo passa e la toponomastica si muove, tanto in avanti che all’indietro. Nascono nuovi toponimi, o nuovi appellativi che vanno ad aggiungersi o a sostituire i preesistenti; dagli archivi e dalle biblioteche (e dal web) ne sbucano altri, oppure ancora vengono nuovi spunti a confermare – e talvolta a smentire – ipotesi etimologiche avanzate in precedenza, comprese quelle di chi scrive. E così sono stati ripescati dall’oblio ç toponimi nuovi di zecca (o vecchi come il cucco e prima completamente dimenticati), molti altri sono stati ritoccati e altri ancora rivoltati come un calzino, per un totale che ammonta ora a çòò toponimi. La toponomastica è materia viva: non gode di ottima salute nell’uso comune (provate a chiedere a un collinotto non ragazzino, ma quaranta/cinquantenne, quan- ti dei toponimi qui riportati conosce: se arriva al ò –çý% è un grande successo), ma questi lavori e le occasioni d’incontro e di scambio fra chi si occupa di questi argo- menti a qualsiasi livello, dall’accademico all’amatore, sono la linfa che la mantiene in vita per chi se ne vorrà occupare domani, a qualsiasi titolo. Questa è anche l’occasione per ribadire tutti, ma proprio tutti i ringraziamenti dell’edizione originale estendendoli anche a chi, magari frammezzo a qualche appunto critico, ha voluto anche mostrare qualche segno di apprezzamento. Non li cito singolarmente perché certo ne dimenticherei qualcuno, e non vorrei che se ne avesse a male. Ma tutti voi – dal professore all’appassionato dilettante che, magari sconosciuti l’uno all’altro, vi incrociate in archivi e biblioteche... –, sappiate che vi sono grato. È anche l’occasione di un tributo a chi ci ha lasciato, a Gino del Fabbro alla cui opera continueremo ad attingere molto a lungo perché come nessun’altra si presta, per vastità e profondità, a illustrare questi luoghi e la loro storia. Mandi Gino, e grazie di dut. â ,ota alla seconda edizione (web) Ed ecco inne come riconoscere nel testo le principali novità rispetto al volume a stampa. I capitoli e i toponimi oggetto di revisione più o meno profonda, per i quali nel testo è cambiato qualcosa di signicativo, sono titolati in carattere blu: Ôý. Agâr di Macìlos [in -] Per garantire coerenza e continuità con l’edizione a stampa, dei toponimi è stata mantenuta la precedente numerazione progressiva alfabetica, ciò che d’altra parte ha costretto a una numerazione extra per i toponimi non presenti nell’edizione a stampa, qui caratterizzati dal susso ‘‘bis’’ aggiunto al numero identicativo dei toponimi che li precedono. Il titolo dei toponimi ‘‘nuovi’’ è evidenziato in carattere rosso: ÔÔbis. Agâr dal Plevàn [lu -] La graa è stata adattata, nei limiti del possibile, alla graa uciale. Per il suono palatale sordo, quello dell’italiano cielo e cervello, il segno č è stato sostituito con ç. Avremo dunque poç (pozzo), riçot (ricciolo) e çurviel (cervello). Nulla si è invece potuto per i suoni sibilanti palatali, sia sordo come nell’italiano scena, fascia, che sonoro come nel francese j di jolie e Jean, suoni che la graa uciale risolve quando intervocalici (ssj, sj) o in ne di parola (sj) ma che lascia indierenziati rispetto alla "s" quando preconsonantici. Posto che una soluzione mista avrebbe accresciuto il già elevato grado di con- fusione e di dicoltà di lettura, continueremo quindi a rendere i suoni sibilanti palatali come in precedenza: il sordo con š come in viéšto (veste), pašòn (pascolo), špìoli (specchio) e šošedâ (sbadigliare); il sonoro con ş come in Şualt (Osvaldo), rôşo (rosa), mieşdì (mezzogiorno) e şglonf (gono). Anche gli altri suoni che richiedono l’impiego di segni diacritici mantengono la graa precedente: palatale sonoro = gˇ come in gˇuligno (brina), aricato dentale sonoro = ž come in žucher (zucchero). I plurali che terminano con il suono z sono ora resi con çs (per le parole termi- nanti al singolare con ç: braç = braccio, braçs = bracci) e ts (per le parole terminanti al singolare con t: ret = diritto, rets = diritti). Ciò a esclusione dei nomi della to- ponomastica uciale, che sono resi quali si ritrovano in cartograa: Monte Floriz, Forcella Monumenz ecc... Va da sé che gli stessi nomi, quando non più rappresenta- tivi della toponomastica uciale ma viceversa riferentisi alla toponomastica locale e pertanto espressi in lingua locale, sono resi nella corrispondente graa: ju Flurîts, ju Monuments ecc. Inne, in chiusura di volume è stato eliminato il quadro sinottico dei toponimi con il riferimento ai quadranti della Carta Tecnica Regionale cartacea. In sostitu- zione della tabella – a mio avviso utile (diversamente non l’avrei messa) in quanto ,ota alla seconda edizione (web) Þ unico nesso ‘‘reale’’ con il territorio, ma che di fatto nessuno avrà utilizzato – è stata inserita una porzione della CTR vera e propria con l’indicazione dei toponimi sul territorio. Con i modesti mezzi a disposizione è stato un gran lavoro (o almeno un lavoraccio, via), tutt’altro che semplice ed eettuato con la massima accura- tezza possibile, compatibilmente (anche) con i problemi di spazio e cercando di proporzionare le dimensioni delle scritte con l’estensione dei luoghi corrispondenti. Tuttavia... Tuttavia non andate a misurare la collocazione dei toponimi sulla mappa e le loro dimensioni con il centimetro! Nuovamente, buona lettura ;ingraziamenti (ovvero quando ringraziare non è solo un dovere, ma anche un piacere). Senza il fattivo e assiduo contributo di molti, e segnatamente di coloro che seguono in questo elenco, questo lavoro sarebbe stato meno completo e meno interessante, o non sarebbe stato del tutto. Il primo pensiero va a mio padre, mia prima fonte di informazione, che mai avrebbe immaginato una conclusione come questa. Nel ringraziarlo e ricordarne i cent’anni dalla nascita mi piace pensare che, non senza qualche immancabile critica, avrebbe apprezzato questo lavoro, e forse ne sarebbe stato orgoglioso. Mandi, vòn. Un particolare e sentito ringraziamento va a Luigino Tamussin (Gjgjìn di Maçócol) e Nelio Toch (Nèlio di Nuži), per le preziosissime e dettagliate informazioni riguardo al territorio e alla sua fruizione, ai dettagli, alla storia e molto, molto altro ancora. Grazie di cóur. Un grandissimo grazie a Enos Costantini per le spinte, le frenate, le correzioni di rotta, gli indirizzi, i preziosissimi consigli e... molto di più. Come sempre, un ringraziamento a Gino Del Fabbro per alcune delle immagini d’epoca (a dispetto dello spirito giovane!), copertina compresa. Né, sebbene obtorto collo (il suo!), posso questa volta omettere dal pubblico ringraziamen- to mio fratello Giorgio, infaticabile e puntualissimo – e molto, molto più che pignolo! – “ispettore” dei miei lavori, oltre che a sua volta preziosa fonte di informazioni e riferimenti. E grazie inne ai lettori che pur rilevando inevitabili imprecisioni e inesattezze avranno comunque modo di apprezzare questo lavoro, nella speranza che ciò che esso ore sia più di quanto toglie. Buona lettura. ,otazioni nel testo bbreviazioni Q quota media in metri s.l.m. (per i corsi d’acqua, limiti superiore e inferiore) G orientamento prevalente del terreno: GN = nord, GS = sud, GE = est, GO = ovest, GG = çâý° (vetta o culmine) sx sinistra (se non diversamente specicato, sempre intesa in senso orograco) dx destra (se non diversamente specicato, sempre intesa in senso orograco) or.
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