Trent'anni Di Giornalismo
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No. 2/2020 Aprile/Maggio Edita dal 1924 www.proticino.ch Fr. 4.– Organo ufficiale – Associazione «Pro Ticino» Trent’anni di giornalismo Lo scaffale letterario Distanti ma vicini Storie d’emigrazione Racconti al tempo del Coronavirus Per i tuoi servizi bancari, scegli comodità e risparmio. Pacchetto FAMIGLIA Pacchetto GIOVANE Pacchetto INDIVIDUALE Pacchetti BancaStato La banca disegnata per te. Per i tuoi servizi bancari scegli la soluzione unica a prezzo fisso che ti dà tutto incluso: conti, carte di credito e carte Maestro, prelevamenti senza spese in tutta la Svizzera e assicurazioni su viaggi e shopping. 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Purtroppo ho dovuto ricominciare, in quanto questa Sport 22 immagine è stata momentaneamente offuscata da una Lo sport si è adeguato, la salute prima di tutto sfida dalla portata difficile e inaspettata, che mette a dura prova la popolazione e l’economia del nostro Lo scaffale letterario 23 Cantone (e non solo). L’epidemia di Covid-19 è partita – «Voy a dormir, nodriza mía, acuéstame» da lontano, ma in poco tempo è diventata una real- – «Far fortuna in Merica» tà anche in Ticino che, vista la sua vicinanza con la Lombardia, è stato confrontato prima del resto della Distanti ma vicini 26 Svizzera con l’avanzata di questo virus. – Appunti nel tempo dell’epidemia Il Ticino è stato pertanto chiamato a svolgere un ruo- – Forza e coraggio lo da pioniere nell’affrontare la sfida del coronavirus. Ciò ha portato il Consiglio di Stato a prendere decisio- ni incisive e fino a oggi impensabili per una società libera e interconnessa come la nostra. Decisioni che, ne siamo consapevoli, implicano importanti rinunce e un’azione coesa da parte di cittadini, lavoratori e aziende. Questo impegno accresciuto permette, prima di tutto, di preservare la salute pubblica e di gestire al meglio l’evoluzione dell’epidemia per salvaguardare il nostro sistema sanitario. Solo così sarà possibile porre le basi per superare al più presto questa delicata situa- zione, permettendo al Ticino di ritrovare la sua quoti- dianità, quella delle interazioni sociali e delle attività economiche. Ciò rappresenta l’essenza della nostra comunità, che è ora chiamata a un grande sforzo. Il Governo cantonale sta seguendo attentamente l’evolversi della situazione, mettendo in campo tutto quanto di sua competenza per cercare di attenuare l’impatto sulla nostra econo- mia attraverso misure di sostegno. Misure a breve ter- mine come, ad esempio, il lavoro ridotto o il sostegno all’accesso al credito bancario permetteranno poi di elaborare un piano di rilancio rivolto al medio e lun- go periodo. Questa sarà un’altra sfida, che spero mi permetterà presto di inviarvi la cartolina del Ticino La stampa di un giornale imprenditoriale e innovativo promessa all’inizio. con una macchina rotativa Foto TiPress Segretaria di redazione: Amministrazione e pubblicità Abbonamenti (6 numeri): Tipografia: Alessandra Rossi Gabuzzi Elena Wildi-Ballabio Prezzi Svizzera, IVA esclusa Salvioni arti grafiche Via Filanda 9 Tel. + 41 (0)79 776 17 21 Normale: Fr. 30.– Tel. +41 (0)91 821 11 11 CH-6500 Bellinzona [email protected] Donatore: Fr. 60.– www.salvioni.ch e-mail: [email protected] Sostenitore: Fr. 50.– Tel. +41 (0)79 502 80 30 Abbonamenti e Grafica: Fax +41 (0)91 821 11 12 cambiamento indirizzi Prezzi Estero Variante sa > www.variante.ch Elena Wildi-Ballabio Europa: Fr. 48.– e-mail: [email protected] Tel. + 41 (0)79 776 17 21 Fuori Europa: Fr. 55.– [email protected] 3 Redazionale oto: TiPress oto: F 4 Il reportage di Vera Pagnoni Giornalista Alessio Togni e Gabriele Jelmini tre decenni al timone della Redazione italiana dell’ats Il localino è di quelli di una volta, un bar sotto i mento in seno all’ats. La fusione con l’agenzia foto- portici della città vecchia di Berna, dal pavimento grafica Keystone, la controversa ristrutturazione in legno levigato, i tavolini dal ripiano macchiato e sfociata in un memorabile sciopero dei giornalisti, consunto e scricchiolanti sedie di legno. Sorbiamo il riorientamento delle attività e l’abbandono della i nostri caffè. Il giornale giace sul tavolino, aper- storica sede della Länggasse. Jelmini, classe 1954, to alla pagina di attualità svizzera. Tra gli altri ha cessato l’attività nell’agosto dello scorso anno, articoli uno sull’ennesimo capitolo della questione mentre Togni, del 1957, si è scollegato per l’ultima giurassiana, firmato in calce da una sigla tra pa- volta dal sistema redazionale alla fine di gennaio. rentesi: (ats). (ats) o Agenzia telegrafica svizzera. L’agenzia, per oltre un secolo produttrice di notizie nelle tre lin- L’agenzia, un incontro quasi casuale gue nazionali, fornitrice di informazioni e stimoli La loro avventura all’ats ha preso il via attorno ai a giornali, radio e tv, e per anni luogo di attività dei primi anni 80. Dopo aver studiato letteratura ita- miei due accompagnatori. liana, filologia e filosofia all’Università a Friburgo Due giornalisti: Alessio Togni, per 33 anni a capo «sono entrato alle dipendenze dell’allora ats nel della Redazione italiana dell’ats, e Gabriele Jelmi- gennaio del 1983, e sono stato nominato capo della ni, vice caporedattore durante lo stesso periodo. Redazione italiana nel settembre del 1987», raccon- Due uomini in pensione da qualche mese, il cui ta Togni. In realtà il futuro caporedattore all’agen- percorso lavorativo è stato segnato dalle impor- zia ci approda per caso: «Ero uno studente papà e tanti tappe che hanno scandito l’evoluzione del ottenuta la laurea cercavo un lavoro retribuito. Mi giornalismo d’agenzia e il cui pensionamento ha sono presentato a un colloquio per un posto in Tici- casualmente coinciso con un profondo cambia- no, ma mi hanno detto che avevano appena assunto Le telex nella redazione dell’ats (1984) 5 RedazionaleIl reportage va, che mi ha assunto nonostante un test per me poco lusinghiero di tedesco e dattilografia».Le sue espe- rienze lavorative prima dell’esordio nel giornalismo sono state decisamente più muscolari: durante le va- canze il leventinese – che da piccolo sognava di fare il domatore di leoni ma che ha finito per laurearsi in storia svizzera e contemporanea all’Università di Friburgo – aiutava nella fienagione, faceva il pasto- re, lo spalatore di neve e persino il manovale nella costruzione della strada Dalpe-Gribbio. Verso nuove responsabilità Entrato a far parte dell’organico della Redazione italiana, allora guidata da Casanova, Togni ha lavo- rato dapprima come stagiaire e poi come redattore giornalista, fino a essere nominato, dopo quattro Togni e Jelmini, un vero lavoro di squadra. anni, caporedattore. «Il lavoro, con qualche respon- sabilità in più, è rimasto lo stesso. Nel tempo sono cambiati gli strumenti tecnici: quando ho iniziato a un giornalista dell’ats. Per un imprevedibile concor- Berna si era agli albori della computerizzazione e so di circostanze sono subentrato in agenzia a quel- in parte si lavorava ancora con le telescriventi». Jel- la persona. Come altri miei allora giovani colleghi mini, dopo aver svolto lo stage nella Redazione ita- pensavo di rimanerci due anni, il tempo di comple- liana, vi ha lavorato come redattore semplice fino tare lo stage di formazione. Per finire gli anni sono al 1987, quando è diventato vicecapo sotto il neono- diventati 37: e la formazione non è mai terminata». minato Togni. Un percorso soddisfacente: «non mi Durante gli studi Togni aveva sperimentato anche ha mai interessato tentare una carriera altrove». la via dell’insegnamento, con sporadiche supplenze Gli anni si susseguono, i giornalisti vanno e vengono, alle scuole medie, ma con minor successo. ma il duo alla testa della Redazione italiana resta co- «Ricordo che nel corso di una lezione – stavo spie- stante e affiatato. Il lavoro nei primi anni all’ats era gando a un allievo non particolarmente sveglio cosa molto diverso da quello dei giorni d’oggi. «Era un al- fosse un pronome – mi è sfuggita un’imprecazione. tro mondo», ricorda Jelmini pensando agli esordi in «Ma ’sore, non si dicono le parolaccÈ, mi ha rim- agenzia. «La redazione italiana era uno sgabuzzino proverato un suo compagno di classe. Da lì ho capi- in cui mitragliavano continuamente un paio di telex. to che quello non era il mio mestiere». In realtà in Sulle telex si scriveva pure, il testo era subito definiti- famiglia raccontano che da piccolo volesse fare il vo con ridottissime possibilità di correzioni. Ci limita- verduriere: «da ragazzino, quando trascorrevo le vamo allora in pratica a tradurre dal solo servizio ats vacanze estive sui Monti di Paudo, c’era un tizio che in francese, una fortuna per me che ero una schiappa percorreva la valle Morobbia con un camioncino in tedesco, e a copiare testi scritti a macchina da Ca- tutto strano e che vendeva ortaggi e verdura. Pare sanova e dal corrispondente da Palazzo federale, che che volessi fare quel mestiere, ma ad affascinarmi ce li spediva per posta pneumatica». era invero il veicolo. Da piccolo, per farla breve, non sognavo nulla di particolare, nemmeno di diventare I primi computer e nuove sfide giornalistiche adulto».