ALTO ASTIGIANO Comune Di CASTELNUOVO DON BOSCO

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ALTO ASTIGIANO Comune Di CASTELNUOVO DON BOSCO UNIONE COLLINARE: ALTO ASTIGIANO Comune di CASTELNUOVO DON BOSCO Borgo castellano, antico luogo di frontiera e di transito, Castelnuovo Don Bosco è una delle porte del Monferrato Astigiano . Il castello, costruito intorno al XII secolo, diede vita ad un borgo. Nel corso del medioevo il Castello fortezza fu utilizzato come opera difensiva grazie alla sua posizione strategica, fino a quando i possedimenti nel corso del Cinquecento ricaddero sotto la giurisdizione dei Savoia. Il toponimo deriva da castrum novum , castello nuovo, forse per distinguerlo dal Castello di Castiglione o da quello di Rivalba. A ricordo di San Giovanni Bosco (1815-1888) che qui nacque, il Comune nel 1930 deliberò di assumerne il nome. Il nucleo originario ha una struttura ad asse portante verso il Castello, oggi scomparso, con andamento lineare. Su di esso si innestano vicoli che portano al paese basso sul versante ovest, che si sono sviluppati tra Sette e Ottocento. Il paese, sorto a controllo della direttrice tra Asti e Chieri, appare oggi costituito da una splendida cortina di palazzi signorili con ricchi cornicioni, balconate e torrette che conferiscono al centro storico una particolare imponenza. Elementi urbani Asse del nucleo originario Il paese è diviso in rioni di cui Fornaca è la parte più con palazzotti antica del paese, formatasi attorno al Castello della settecenteschi: Palazzo Madonna. Le fanno corona i vecchi rioni di Funtanass , Rivalba, Villa Filipello, Casa Fucina , Caretto e Casotto . Nella parte alta del paese Natale di San Giuseppe sorge anche la Parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo Cafasso che conserva una tela di Guglielmo Caccia . Nel centro storico si trovano molti pregevoli edifici di epoche diverse, dalla seicentesca Chiesa di San Bartolomeo con il suo campanile romanico al Palazzo dei Rivalba con una bella facciata barocca sovrastata da una torre, da Villa Filippello, in stile liberty, con il suo bel giardino, alla casa natale di San Giuseppe Cafasso . Nella parte bassa del paese, lungo l’arteria che collega i maggiori centri abitati, si sono formati i borghi Mulino e Piazza Dante , detti Fund du leu, fondo del luogo. Proprio la piazza da cui prende il nome il borgo, piazza Dante, è il cuore del paese basso ove si articolano le principali attività commerciali, sociali e civiche. Non lontano da Piazza Dante sorge la Casa Natale del Beato Allamano, nipote del Cafasso, fondatore dei Missionari della Consolata. Presenza di mura e giardini Dal paese basso sono ancora oggi visibili il muraglione pensili posto all’ingresso sud del nucleo originario e ampi tratti dei bastioni del Borgo. Questi sostegno i giardini pensili appartenenti alle palazzine settecentesche che costituiscono gli elementi peculiari del tessuto architettonico del centro storico. Frazioni Bardella Poco oltre l’abitato di Castelnuovo Don Bosco, lungo la strada provinciale che porta a Chivasso, si trova Bardella. Il toponimo sarebbe legato alla presenza longobarda, come attesta la presenza di una Cappella campestre dedicata a San Michele, tutore della monarchia germanica. Già in epoca romana, lungo il rio Bardella correva un’importante via di comunicazione e il corso d’acqua segnava il confine. L’insediamento sarebbe sorto, dunque, come stanziamento strategico. La borgata è nota per le sue cave di gesso e il forno ancora esistente. Inoltre i cartunè d’Bardela, carrettieri di Bardella, 1 giungevano con i loro carri in tutto il Piemonte. Nella valle del Rio Bardella si trova anche una famosa fonte solforosa, che già nell’Ottocento il chimico G.L. Cantù , professore all’Università di Torino, descrisse per le sue eccellenti proprietà. Un vecchio adagio recita Cartunè fin, beivuma l’vin lasuma l’acqua’d sulfu per cui’d Turin , carrettiere fino beviamo il vino lasciamo l’acqua solforosa a quelli di Torino. Adagiata sulle colline tra Bardella e Nevissano domina il paesaggio la Chiesetta romanica di Santa Maria di Cornareto, risalente al XII secolo, dalla quale si apre una stupenda vista panoramica. Sulla strada vicinale Bricco Sereno sorge la settecentesca Chiesetta di San Michele Arcangelo. Fruibilità: tutte le Chiese durante le feste patronali Mondonio San Domenico Un magnifico esempio di borgo di impianto medioevale Savio è Mondonio, oggi denominato Mondonio San Domenico Savio perché il giovane Santo visse nel paese e vi morì nel 1857. La casa dove morì il quindicenne Domenico è uno un museo (ri-allestito a cura dell’Ecomuseo BMA e dei Salesiani del Colle don Bosco), aperto tutti i giorni. L’antico borgo, Comune indipendente fino al 1929, custodisce il Castello dei Signori Mondovio con la sua imponente torre quadrata, la Parrocchia di Santa Maria del Rosario e l’antico forno comunale. In località Raseto , nei pressi delle cascine fortificate Garesio , si trova la Chiesa romanica di Santa Maria, posta su un piccolo poggio, nata come parrocchiale, ma abbandonata quando gran parte della popolazione si trasferì a formare il borgo fortificato di Mondonio. Fruibilità: la Chiesa durante la festa patronale, il museo di Domenico Savio è aperto tutti i giorni. Morialdo; sede Ecomuseo La più popolosa borgata di Castelnuovo Don Bosco è BMA Morialdo, costituita da numerosi rioni sparsi sulle belle colline: Bugin, Bric, Caneuva, Cascina lunga, Guarina, Magnaval, Michebiun, Munfrin, Pecà, Rnenta, Sot, Valgunguna . Sui suoi colli, in una cascina dei Becchi , nel 1815 nacque Giovanni Bosco. Nel concentrico è ben conservata la Chiesa settecentesca di San Pietro. Poco lontano si trova la casa contadina dove visse Domenico Savio. Oggi le colline di Morialdo ospitano sul Colle Don Bosco il grande Santuario Salesiano , meta di pellegrinaggio. Al Colle don Bosco sono situati due importantissimi musei: il museo etnografico e il museo etnologico, entrambi contengono oggetti di alto pregio (vedi scheda). L’edificio che ospitava le scuole di Morialdo, dopo un attento restauro, è oggi sede dell’ Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano . Nelle ex aule scolastiche opera un laboratorio didattico indirizzato ai più piccoli, un laboratorio per fare l’idromele (bevanda celtica ottenuta dalla fermentazione del miele) e un centro mostre. Fruibilità: Ecomuseo BMA, Frazione Morialdo 82, tel. +390119872014, [email protected] Nevissano Le cascine Gili, Mastrassi, Tarantini, Vilara, Vironi formano Nevissano , l’antico borgo rurale in cui nel Cinquecento nacque il giurista e scrittore Giovanni Nevizzano . Forse per la sua posizione isolata e l’antica presenza di fitti boschi la valle è chiamata anche Val di merlu . 2 Le case arroccate hanno all’interno i tipici soffitti decorati in gesso. Ranello Di origine romana è invece il borgo di Ranello, formato da cascinali sparsi, bellissimi esempi di architettura rurale. All’ingresso del paese si trova l’ ippocastano centenario, la vecchia scuola e la Chiesa di Santa Maria della Neve. Elementi singoli Sito del Castello fantasma Il Castello, segno dell’importanza dell’insediamento, con la torre, il parco e la venne probabilmente costruito intorno alla metà del Chiesa della Madonna del 1100 e i primi signori furono i de Castronovo, ai quali Castello seguirono i de Rivalba. L’edificio, che dominava il paese dalla cima della collina, era una vera e propria rocca di frontiera, dato che il territorio di Castelnuovo divideva i possedimenti di Asti da quelli di Chieri. A metà del Trecento il complesso difensivo comprendeva anche i Castelli di Castiglione, Lovencito, Mainito e Mondonio. Oggi di quel Castello, completamente distrutto, da oltre sei secoli, non rimangono che i sotterranei, una torre ed i resti dei bastioni sulle cui rovine fu edificata nel secolo XVII la Chiesa della Madonna Assunta o Madonna del Castello, in seguito ricostruita. Il sito ospita, anche, un parco di pertinenza della torre. Fruibilità: domenica visite guidate del Gruppo Storico di Castelnuovo Don Bosco (per informazioni contattare il Comune, via Roma 12, tel. +390119876165) Parrocchiale di Sant’Andrea Nella parte alta del paese sorge la Parrocchiale di Apostolo con sagrato su Sant’Andrea Apostolo. Nella Chiesa fu battezzato strada Giovanni Bosco nel secondo decennio dell’Ottocento. La Chiesa barocca rimaneggiata nel XIX secolo, a pianta centrale, si presenta con una semplice facciata settecentesca. All’interno è conservata un’importante tela di Guglielmo Caccia . Importante luogo di devozione perché venne frequentata, e vi ricevettero i sacramenti, da Domenico Savio, Giuseppe Allamano, Giuseppe Cafasso, Giovanni Bosco. Fruibilità: durante le funzioni religiose Il sagrato su strada accoglie l’ingresso della Parrocchiale che con un lato porticato dà su piazza Cafasso, la più importante del nucleo originario. Santuario dei Becchi Il Santuario voluto dai Salesiani in pieno conflitto bellico, sorge sul colle nativo di San Giovanni Bosco (1815-1888) e fu edificato in base al progetto dell’ingegnere Enea Ronca . I lavori per l’edificazione della chiesa furono avviati nel 1961 e pochi anni più tardi fu aperta ai fedeli la Chiesa inferiore. Nel 1984 fu inaugurata anche la Chiesa superiore al cui interno è collocata la grandiosa statua lignea del Cristo Redentore Risorto, opera dello scultore Corrado Piazza . Fanno parte del complesso dedicato a San Giovanni Bosco anche la casetta in cui visse fino ai sedici anni, la casa Cavallo, la casa del fratello Giuseppe, il prato e il pilone del sogno. Sorge anche il piccolo Santuario di Maria Ausiliatrice costruito nel 1915 a ricordo del primo centenario della nascita del Santo. 3 Il Colle ospita le collezioni del Museo della vita contadina dell’800 e quelle
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