UNIONE COLLINARE: VAL RILATE

Comune di Montechiaro d’Asti

Montechiaro d’Asti è una villa nova fondata il 13 marzo 1200 da cittadini provenienti da e dai borghi, poi scomparsi, di Piesenzana, Maresco e Mairano, grazie alla volontà del di Asti. Sin dalle origini il paese seguì le sorti del Comune di Asti nelle successive controversie con i Marchesi del Monferrato , fino a quando, nel XIV secolo, divenne dominio visconteo e, come tale, fu inserito nei beni dotali di Valentina Visconti nel 1387, in occasione delle sue nozze con Luigi d'Orléans. Nel corso delle guerre franco-spagnole del XVI secolo il territorio venne occupato dalle diverse parti in lotta, prima di passare definitivamente tra i domini sabaudi ad inizio Seicento. Il nome del paese è composto da monte , il cui significato può riferirsi sia a un’altura, sia a una parte di colle destinata a pascolo e selva comune, e dall’aggettivo clarus , abitualmente impiegato per designare un’area priva di alberi. Il locus novus fu progettato con andamento longitudinale ad asse portante lungo la dorsale collinare che separa la Valle Versa dalla Val Rilate . Il paese era circondato da alte mura, ancora visibili sui lati settentrionale e sud-occidentale.

Elementi urbani Struttura urbana del locus La creazione del locus novus di Montechiaro d’Asti, novus documentata da un manoscritto del 1200, fu patrocinata dal Comune di Asti. Il paese sorse lungo la dorsale dello spartiacque tra la Valle Versa e la Val Rilate , di cui l’asse principale del borgo, l’attuale via Roma, segue con precisione l’andamento. A protezione del borgo furono costruite le alte mura che si intravedono ancora oggi nelle pareti di alcune abitazioni lungo piazza del Mercato, sul lato settentrionale del centro storico, nonché in numerosi altri punti del paese. Il percorso delle fortificazioni si può seguire lungo Via Vittorio Emanuele III, via Gerardi e piazza del Mercato. Nelle mura si aprivano tre porte in direzione dei tre borghi circostanti preesistenti: Piesenzana, Mairano e Maresco. La porta settentrionale, quella verso Mairano, corrisponde all’attuale Torre civica; essa rappresenta ancora oggi il principale ingresso pedonale del paese. Accesso al nucleo originario Le fortificazioni costruite a difesa del paese, più volte attraverso la Torre comunale riadattate nel corso del Medioevo, sono ancora leggibili e riconoscibili in diversi punti seguendo l’andamento ad anello di via Vittorio Emanuele III, via Gerardi e piazza del Mercato. Su quest’ultima piazza si affaccia la Torre civica, costruita a protezione dell’antica porta settentrionale: l’attuale percorso pedonale di accesso al borgo conduce alla base della Torre, dove si apre il suggestivo passaggio coperto che conduce alla piazza principale di Montechiaro d’Asti, Piazza Umberto I. E’ probabile che l’ultimo tratto in salita, prima del passaggio sotto la Torre, fosse assicurato da un ponte levatoio. Muraglia sul versante nord- Il bastione che sostiene il fianco della Chiesa ovest parrocchiale di Santa Caterina, all’estremità nord- occidentale del borgo, conserva tra i laterizi alcuni conci di arenaria scolpiti con motivi ad intreccio caratteristici dello stile romanico. A livello del sagrato, il muro di mattoni è attraversato da due cornici a denti di sega . Negli edifici circostanti, oltre alla ripresa delle cornici, sono conservate parti delle murature medioevali. Di particolare pregio è, in questa parte di mura, una superstite finestra a sesto acuto con profilo modanato.

1 Piazza Umberto I Su Piazza Umberto I si affaccia il Municipio, alloggiato in un’antica casa-forte costruita a ridosso delle mura e fiancheggiata da una torre. Quest’ultima, detta Torre dell’Orologio, ospita alla sua base la porta di Mairano, uno dei tre accessi medioevali al paese. Oggi l’antica porta costituisce il suggestivo ingresso pedonale del borgo. Il lato occidentale della piazza è costituito dal fianco della Chiesa di San Bartolomeo che si affaccia su via Piesenzana. Su Piazza Umberto I si svolgono le principali funzioni civiche, religiose e sociali della comunità. Piazza del Mercato Piazza del Mercato, caratteristica piazza sottomuro , fiancheggia per un lungo tratto le mura a nord-est del borgo. Lo spazio accoglie da molti anni le partite di tamburello a muro, sport assai praticato nel Monferrato Astigiano . Oggi ospita, anche, fiere e manifestazioni. Bastioni a sud-ovest con Dell’antico paese fortificato rimangono ancora oggi accesso alla Chiesa di Santa evidenti tratti di muraglia e di bastioni che circondano e Caterina sostengono il nucleo abitativo più antico. Sull’angolo sud-ovest dell’abitato l’accesso alla via principale, nella parte più alta del paese, è assicurato da una rampa e da una scala che, inerpicandosi sui bastioni, porta alla bella terrazza adiacente il sagrato della Chiesa di Santa Caterina. La zona a sud del nucleo originario, sviluppatasi a gradoni lungo il versante, ha inglobato l’antico profilo delle mura. Più in basso rispetto al recinto originario è stato eretto un muraglione ad archi, i caratteristici voltoni , che regge l’alto terrapieno. Belvedere in via Roma Di fronte alla piccola Chiesa di Sant’Anna, lungo via Roma, un piccolo piazzale allestito sopra gli antichi bastioni permette di apprezzare l’estendersi delle colline in direzione nord-est, verso la Valle Versa . Sulla sommità della collina prospiciente si erge la Chiesa barocca di Sant’Antonino. Un po’ più distante, sulla sinistra, s’intravede il boschetto nel quale sorge la Chiesa romanica di San Nazario con il suo alto campanile. Balcone panoramico in via Al di sopra dei Voltoni che reggono la parte sud del Pastrone paese corre via Petratti, tipica strada sopramuro , che costituisce un interessante punto panoramico dal quale si può apprezzare l’andamento delle colline che costituiscono la Val Rilate.

Frazioni Nocciola Le frazioni a valle si sono formate in tempi successivi alla creazione del nucleo originario, posto sulla cresta dello spartiacque. Lo sviluppo più marcato si è avuto nelle zone di valle. In particolare, sul lato della Val Rilate , l’insediamento di Nocciola si è ampliato intorno alla stazione ferroviaria, sulla linea Asti-Chivasso. In località Nocciola si trova un notevole complesso architettonico industriale del XIX secolo. Si tratta dell’antica distilleria Martini e Rossi, ora sede del GAL Basso Monferrato Astigiano . Nel suggestivo cortile del corpo principale si svolgono manifestazioni e concerti nel periodo estivo.

2 Località Bettola In località Bettola, situata in direzione nord, sul versante della Valle Versa , si è conservato un esempio significativo di archeologia industriale: si tratta di una fornace composta dalla camera di combustione, con numerose aperture laterali, sovrastata dall’alta ciminiera in laterizi. L’impianto serviva per la cottura dei mattoni.

Elementi singoli Parrocchiale di Santa L’attuale Chiesa parrocchiale di Santa Caterina fu Caterina edificata a partire dagli ultimi anni del Seicento sul sedime di un edificio precedente di cui è stata riutilizzata parte della struttura di sostegno. Il corpo principale fu terminato probabilmente entro i primi decenni del Settecento, mentre il campanile rimase incompiuto fino alla seconda metà del secolo. La facciata in cotto, che chiude prospetticamente la via centrale del paese, si presenta a due ordini, segnati da cornici aggettanti, caratterizzati dalla presenza di lesene e nicchie. Il coronamento è costituito da un timpano ad arco. L’interno si articola in un’unica navata, la cui volta è stata affrescata all’inizio del XX secolo dal pittore torinese Luigi Morgari , affiancata da tre cappelle su ogni lato. L’altare maggiore e alcune delle cappelle laterali sono decorate con stucchi policromi nello stile tipico dei Solari , celebre famiglia di artisti stuccatori. Sugli altari si osservano diverse tele del Sei e Settecento, una statua lignea della Madonna del Rosario del XVIII secolo, oltre al grande crocifisso sospeso risalente al XVI secolo. Da ricordare che nel Battistero è stata battezzata la nonna di San Giovanni Bosco. Fruibilità: durante le funzioni religiose Chiesa di Sant’Anna La piccola Chiesa di Sant’Anna fu edificata nel 1710 e fu sede della Confraternita delle Umiliate. La facciata, sulla centrale via Roma, presenta un portale con eleganti motivi a girali in cotto che spiccano sulla parte piana intonacata. L’edificio, recentemente restaurato, fu sopraelevato probabilmente entro il XVIII secolo, come indicato dai due cornicioni sovrapposti tra il portale e il timpano. Quest’ultimo, con andamento ad arco, conclude la facciata nascondendo in parte il sottile campanile. L’aula è rivestita internamente da pannelli in legno e decorata da diverse tele settecentesche, oltre che da alcune statue in legno e in terracotta. Fruibilità: per tre giorni durante la festa di Sant’Anna, 26 luglio Chiesa di San Bartolomeo La Chiesa di San Bartolomeo si affaccia sulla centrale via Piesenzana e chiude lateralmente la piazza del Municipio, piazza Umberto I. Le strutture portanti della chiesa risalgono in parte alla preesistente edificazione quattrocentesca: ne sono testimonianza alcuni archi a sesto acuto ancora visibili sul lato settentrionale, nonché le basi di alcuni pilastri e scoperte nella chiesa durante i recenti restauri oltre che pitture sulle pareti nascoste dai quadri della Via Crucis. L’edificio prese l’aspetto attuale a partire dalla metà del XVIII secolo, ma la facciata fu sopraelevata soltanto

3 nella seconda metà dell’Ottocento, mentre la decorazione dipinta sulle pareti interne risale al 1914. La facciata, a due ordini definiti da lesene e cornici poco aggettanti, è caratterizzata dal breve pronao che accoglie il portale. All’interno il carattere settecentesco dell’edificio si manifesta appieno nelle balaustre ricurve e negli inserti in scagliola, imitanti marmi colorati, che decorano gli altari. Il coro ligneo risale anch’esso, come gli elementi più significativi della decorazione, alla seconda metà del XVIII secolo. Fruibilità: durante le funzioni religiose. Chiesa della Confraternita L’edificio, addossato al fianco nord della Chiesa di San dell’Annunziata Bartolomeo, fu costruito nel XVI secolo sopra i bastioni medioevali. La sacrestia fu ricavata sfruttando un torrione semicircolare preesistente ancora visibile da via Gerardi, portandosi alla base delle antiche mura. La facciata si presenta oggi con un atrio voltato aperto al livello dell’ingresso. Il pronao così formato sostiene il coro dei confratelli, aggiunto forse all’edificio in un secondo tempo. All’interno si conserva un altare policromo di Francesco Solari , risalente alla seconda metà del XVIII secolo. Oltre alle suppellettili necessarie all’attività della Confraternita, è conservata un’interessante macchina processionale della Madonna Addolorata. Fruibilità: durante la festa patronale Cappella di San Defendente La Cappella di San Defendente e San Rocco si trova e San Rocco poco fuori le antiche mura del paese, in corrispondenza della distrutta porta di Maresco . L’edificio attuate risale al XVII secolo, ma fu ampliato e riadattato nei due secoli seguenti. L’ampliamento principale coincide con la creazione delle due cappelle laterali sul lato destro, tra XVIII e XIX secolo, che hanno reso asimmetrico il prospetto principale. La facciata, piuttosto semplice, è definita dal portale, sovrastato da un ampio oculo circolare, e dalle due paraste angolari che reggono un timpano triangolare. All’interno, la grande tela con la Madonna e il Trionfo dell’Eucarestia , del XVII secolo, proviene probabilmente dalla Chiesa di Santa Maria Maddalena. Fruibilità: intorno alla metà di maggio e per tre giorni durante la festa di San Rocco, 16 agosto Chiesa di Sant’Antonino La Chiesa barocca di Sant’Antonino si erge su un’altura a nord-est del paese. Essa fu fatta costruire dal Comune, che ne è tuttora proprietario, nella seconda metà del XVII secolo. La facciata in cotto, divisa in due ordini, è caratterizzata da lesene poco aggettanti e da sottili cornici. Piuttosto originali le volute schiacciate che costituiscono il raccordo tra l’ordine inferiore, decisamente più ampio, e quello superiore. Il coronamento è costituito da un timpano a sezione di arco. L’interno, a croce greca, è imponente anche se non di grandi dimensioni. L’altare maggiore, in stucco, fu realizzato dalla bottega dei fratelli Solari nella seconda metà del XVIII secolo. Alla stessa epoca risale la statua di San Bernardo da Mentone , patrono del paese. Fruibilità: durante la festa patronale

4

Il sagrato della Chiesa costituisce un punto panoramico dal quale è possibile cogliere la struttura medioevale del paese, con gli imponenti bastioni, nonché il complesso delle colline della Valle Versa . Cappella di Sant’Antonio Attestata nel XVII secolo, la Cappella di Sant’Antonio Abate Abate fu ricostruita nel 1734. L’edificio si segnala per l’alta qualità architettonica, seppur nelle piccole dimensioni. In particolare la facciata in cotto, a due ordini, esibisce una particolare soluzione adottata nell’ordine superiore: una cornice concava si diparte dalle paraste angolari riducendo la larghezza della facciata, che si congiunge così con il timpano ad arco formando una linea concava-convessa originale ed armoniosa. Fruibilità: durante la festa patronale Chiesa di Santa Maria Prima della fondazione di Montechiaro d’Asti, la piccola Assunta Chiesa campestre di Santa Maria Assunta era la parrocchiale del borgo di Piesenzana. A seguito della fondazione del locus novus di Montechiaro d’Asti il borgo di Piesenzana e la sua parrocchiale persero progressivamente importanza. L’abitato scomparve mentre la Chiesa, seppur più volte ricostruita, gli sopravvisse. L’ultimo intervento risale al XIX secolo, quando si intese recuperare le parti dell’edificio risalenti allo stile romanico-gotico. Oggi il piccolo edificio si presenta con una facciata a capanna in cui si apre il portale con arco a sesto acuto in conci di arenaria alternati a laterizi. L’abside circolare in mattoni riprende nell’andamento i modelli del romanico astigiano, con paraste, archetti pensili e cornice superiore a losanghe. Fruibilità: per i due giorni successivi all’Assunta, 15 agosto Chiesa di San Nazario e La Chiesa dei Santi Nazario e Celso è uno dei Celso principali monumenti del romanico astigiano. Situata circa due chilometri a nord dell’abitato di Montechiaro d’Asti, sul fianco di una collina, la si raggiunge percorrendo a piedi un breve sentiero che si dirama da una piazzola sulla strada che, dal paese, conduce alla Valle Versa . L’elemento più evidente dell’edificio è il grande campanile costruito con fasce sovrapposte di arenaria e di mattoni, che creano la tipica alternanza di colore, bianco e rosso, che caratterizza tutto il romanico del Monferrato Astigiano . La torre campanaria si sviluppa, sopra un alto zoccolo, in tre ordini. Nel primo si apre una stretta monofora, mentre in ognuno dei due livelli superiori si apre una elegante bifora. La Chiesa, anch’essa costruita con arenaria e mattoni, fu restaurata più volte. Tuttavia essa conserva in gran parte l’aspetto originario, databile tra l’XI e il XII secolo. La facciata, a capanna, è caratterizzata dal ricco portale inserito in un protiro appena accennato, definito da due lesene con capitelli scolpiti a motivi zoomorfi. I pilastri reggono un arco dalle strombature decorate a girali , a intrecci e a denti di lupo . Al di sopra del portale, su un fregio a palmette, poggiano due colonnine addossate alla parete che fanno da raccordo con il motivo ad archetti, in parte intrecciati, che corre lungo il coronamento della

5 facciata e lungo tutto il perimetro dell’edificio, poco sotto la linea di gronda. All’interno della Chiesa, oltre al pavimento e ad alcuni elementi decorativi settecenteschi, sono stati portati alla luce resti di affreschi del XV secolo. Fruibilità: in occasioni particolari

Elementi particolari Strade panoramiche Montechiaro d’Asti è l’epicentro delle Colline del Versa e del Rilate , la dorsale che collega a Piovà Massaia, spartiacque tra Valle Versa e la Val Rilate , confine storico tra il Marchesato del Monferrato e il Comune di Asti. Montechiaro d’Asti, per la presenza eccellente della Chiesa di San Nazario e Celso è inoltre una tappa obbligata negli itinerari tematici del romanico. La strada che segue verso nord-ovest l’andamento dello spartiacque, oltre la Chiesa di Santa Caterina, conduce al vecchio cimitero di Montechiaro d’Asti, sul colle in cui oggi sorge la piccola Chiesa di Santa Maria Assunta. Il tracciato, che conduce a Cortanze, possiede un alto valore paesaggistico poiché permette di apprezzare il sinuoso andamento delle colline della Val Rilate . La strada che conduce a , verso est, possiede un notevole valore storico e paesaggistico. Lungo il percorso si può apprezzare, dal basso, la struttura originaria del borgo di Montechiaro d’Asti. Poco oltre, la vivace varietà di paesaggi della Valle Versa permette di coglierne la complessa morfologia. Grande Bosco In località Beronco si trova il Grande Bosco , un terreno dal microclima particolarmente felice grazie al quale l’area è diventata una delle tartufaie più estese d’Italia. Linea ferroviaria Asti- I lavori per la costruzione della linea ferroviaria Asti- Chivasso Chivasso, che compresero anche la stazione di Montechiaro d’Asti, furono affidati alla direzione dell’ingegnere svizzero Jaques Sutter. La linea, della lunghezza di 52 chilometri, venne inaugurata il 20 ottobre 1912. Ancora oggi Montechiaro d’Asti è servita dalla stessa linea ferroviaria.

6

Avvenimenti Festa di Sant’Anna , 26 luglio Festa di San Rocco , 16 agosto Festa Patronale , 1 a domenica di settembre Fiera Regionale del Tartufo , 1 a domenica di novembre

Siti internet: http://www.Montechiaro d’Asti.info/ http://www.valrilate.it/presentazione/Montechiaro d’Asti.htm http://www.valleversa.it/municipio/Montechiaro d’Asti.htm www.lacabalesta.it/testi/comuni/Montechiaro d’Asti.html www.ilmonferrato.info/bs/mntcat/mntcat1.htm http://castellalfero.interfree.it/chiese/nazario.htm http://castellalfero.interfree.it/chiese/piesenzana.htm

Bibliografia:

C. BERTOLOTTO, L’oratorio della SS. Annunziata a Montechiaro d’Asti , in A. TORRE (a cura di), Confraternite. Archivi, edifici, arredi nell'Astigiano dal XVII al XIX secolo , Asti, 1999 L. BO, S critti sulle antiche parrocchie di Maresco, S. Nazario, S. Bartolomeo in Montechiaro d’Asti d’Asti , Vercelli 1985 R. BORDONE (a cura di), Le Villenove nell'Italia comunale , Montechiaro d’Asti 2003 A. BROSIO, Montechiaro d’Asti d'Asti , Asti 1961 E. EYDOUX, La nascita di una Villa Nuova: Montechiaro d’Asti d’Asti , in “Il platano”, n. 3-4, 1979, pp. 27-42 G. GASCA QUEIRAZZA, C. MARCATO, G. B. PELLEGRINI, G. PETRACCO SICARDI, A. ROSSEBASTIANO, Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani , Torino 1997, p.413 Il Piemonte paese per paese, vol. V, Firenze 1995, p.19-21 M. V. UGUCCIONI, Ricerche sugli statuti di Montechiaro d’Asti d’Asti, tesi di laurea, Università di Torino, Facoltà di Giurisprudenza, a.a. 1961-1962 T. VALENTE, M. S. INZERRA BRACCO, Montechiaro d’Asti , in Castelli e “ville-forti” nella Provincia di Asti a nord della valle del , I, Torino, 1985 G. VISCONTI, Montechiaro d’Asti d’Asti, Castelnuovo Don Bosco 2000

7