COMUNE DI Provincia di Milano

PGT 2015 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

DOCUMENTO DI PIANO QUADRO CONOSCITIVO

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RELAZIONE

CORREZIONE DI ERRORI MATERIALI E RETTIFICA DEGLI ATTI DI ATTI PGT NON COSTITUENTI VARIANTE AGLI STESSI. (art.13, c.14bis della LR 12/05) APPROVAZIONE con Delibera del Commissario Prefettizio con poteri di C.C. n. 16 del 22/12/2015

Adottato con delibera C.C. n. 6 del 27/02/2012 Approvato con delibera C.C. n. 43 del 26/07/2012

MAGGIO 2015 Gennaio 2011 - rev. Ottobre 2012

COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE I

Il Sindaco Luca Zambon

Il Segretario Generale Dott.ssa Maria Luisa Abbate

Comune di Peschiera Borromeo ing. Pierluigi Taverni (responsabile settore Pianificazione e Gestione del territorio) gruppo di lavoro: geom. Elisabetta Atzeni, arch. Gabriella De Sanctis, geom. Emanuela Pedone, geom. Nadia Vernier

con la collaborazione del Centro Studi PIM dott. Franco Sacchi (Direttore Responsabile) gruppo di lavoro: arch. Cristina Alinovi (staff Pim)

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Sommario

PARTE I IL QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO DI RIFERIMENTO

Premessa ...... 6 Introduzione ...... 7 Le novità legislative e degli strumenti di pianificazione...... 7 Introduzione al Documento di Piano di Peschiera Borromeo...... 8 1. L’inquadramento e il contesto sovralocale ...... 11 1.1 Il contesto di area vasta: sistema insediativo e ambientale ...... 11 1.2 Le fasi di sviluppo ...... 16 1.3 Il sistema infrastrutturale: interventi sulla rete stradale e del trasporto pubblico su ferro ...... 18 1.4 Il sistema dei servizi e del commercio ...... 22 2. Gli strumenti di pianificazione sovraordinata: Piani Territoriali e Piani di Settore ...... 24 Introduzione ...... 24 2.1 Il Piano Territoriale Regionale [PTR]...... 25 2.2 Piano Territoriale Paesistico Regionale [PTPR]...... 31 2.3 La rete ecologica Regionale [RER] ...... 42 2.4 Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano [PTC]...... 43 2.4 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale [PTCP]...... 52 2.5 Il Piano di Assetto Idrogeologico [PAI]...... 62 2.6 Il Piano Cave ...... 67 2.7 Il Piano del Rischio aereo ...... 69

PARTE II IL QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE

1. Le fasi di sviluppo e le trasformazioni strutturali del sistema insediativo ...... 77 2. La struttura insediativa ...... 80 3. Il sistema dei servizi ...... 86 4. La mobilità e i trasporti ...... 91 5. Il sistema paesistico e ambientale ...... 92 6. Pianificazione di livello comunale ...... 94 7. La struttura socio-economica ...... 104 8. Vincoli sul territorio ...... 119 Piano di Zonizzazione Acustica Comunale (Z.A.C.) ...... 140 Piano Urbano Generale per i Servizi nel Sottosuolo (PUGSS) ...... 144 Studio geologico ...... 145 9. Le istanze dei cittadini e proposte in variante al PRG ...... 155

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INTRODUZIONE

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PARTE I IL QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO DI RIFERIMENTO

Premessa ...... 6 Introduzione ...... 7 Le novità legislative e degli strumenti di pianificazione...... 7 Introduzione al Documento di Piano di Peschiera Borromeo...... 8 1. L’inquadramento e il contesto sovralocale ...... 11 1.1 Il contesto di area vasta: sistema insediativo e ambientale ...... 11 1.2 Le fasi di sviluppo ...... 16 1.3 Il sistema infrastrutturale: interventi sulla rete stradale e del trasporto pubblico su ferro 18 1.4 Il sistema dei servizi e del commercio ...... 22 2. Gli strumenti di pianificazione sovraordinata: Piani Territoriali e Piani di Settore ...... 24 Introduzione ...... 24 2.1 Il Piano Territoriale Regionale [PTR]...... 25 2.2 Piano Territoriale Paesistico Regionale [PTPR]...... 31 2.3 La rete ecologica Regionale [RER] ...... 42 2.4 Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano [PTC]...... 43 2.4 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale [PTCP]...... 52 2.5 Il Piano di Assetto Idrogeologico [PAI]...... 62 2.6 Il Piano Cave ...... 67 2.7 Il Piano del Rischio aereo ...... 69

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Premessa Queste pagine, unitamente alle tavole di progetto, costituiscono un contributo finale del gruppo di lavoro alla predisposizione degli elaborati necessari per il nuovo Piano di Governo del Territorio. Contributo che è stato possibile dare grazie anche alla verifica, condivisione e all’offerta delle conoscenze di tutti gli attori partecipanti al processo di coinvolgimento, ciascuno per il proprio ruolo.

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Introduzione

Le novità legislative e degli strumenti di pianificazione. La redazione del nuovo strumento urbanistico comunale di Peschiera Borromeo avviene in una fase di profonda innovazione nel campo della pianificazione territoriale. Tale innovazione è legata alla sempre più avvertita necessità di rivedere i contenuti, le relazioni, i principi, le finalità e le procedure degli strumenti di pianificazione alle diverse scale, con l’obiettivo principale di garantire maggiore efficacia agli strumenti di piano e dunque all’azione pubblica. Le istanze di rinnovamento provenienti sia dall’ambito disciplinare, sia da quello politico amministrativo, pur se non ancora sancite all’interno di una nuova legge quadro a livello nazionale, hanno trovato una risposta nelle legislazioni urbanistiche regionali che, soprattutto a partire dalla metà degli anni novanta, hanno tentato di introdurre e interpretare i principi della riforma: la sostenibilità ambientale ed economica delle previsioni, l’equità di trattamento, la flessibilità, la partecipazione pubblica, la co- pianificazione, ecc. Non da ultima, la Regione Lombardia, con l’entrata in vigore della “Legge per il governo del territorio” 11 marzo 2005, n. 12, ha rivisto i contenuti e gli strumenti del sistema di pianificazione alle diverse scale territoriali. In particolare, a livello comunale lo strumento Piano regolatore generale (PRG) è stato sostituito dal Piano di governo del territorio (PGT), che definisce l’assetto del territorio comunale ed è articolato in tre atti: il Documento di piano, il Piano dei servizi, il Piano delle regole. All’interno del PGT, il Documento di piano è lo strumento con cui l’amministrazione delinea le principali politiche di sviluppo urbanistico del comune. Il Documento ha dunque un carattere essenzialmente politico-strategico e programmatorio, e si differenzia in maniera sostanziale dallo strumento urbanistico generale di tipo tradizionale (il PRG): non ha, infatti, effetti cogenti sul regime dei suoli, ma ha valenza di strumento di indirizzo attraverso il quale l'amministrazione definisce le iniziative di trasformazione territoriale da realizzare nell’arco temporale di cinque anni. Il Piano dei servizi è lo strumento di governo del territorio volto a programmare i servizi in funzione della domanda e delle linee di sviluppo dei singoli territori, superando la tradizionale disciplina degli standard urbanistici. L’oggetto del Piano è il sistema di attrezzature che costituisce la città di interesse pubblico e generale, in relazione all’effettiva fruibilità e accessibilità delle strutture di servizio. Il Piano non ha termini di validità, è sempre modificabile e ha carattere prescrittivo e vincolante, con effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Infine, il Piano delle regole definisce gli aspetti essenzialmente regolamentativi e gli elementi di qualità della città costruita. In particolare individua e definisce norme e prescrizioni relative agli ambiti del tessuto urbano consolidato (comprese aree libere

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intercluse/di completamento), agli immobili assoggettati a tutela, alle aree/edifici a rischio di compromissione e degrado, alle aree a pericolosità e vulnerabilità geologica, idrogeologica e sismica, ai nuclei di antica formazione e beni ambientali e storico- artistico-monumentali, agli ambiti agricoli. Come il Piano dei servizi, il Piano delle regole non ha termini di validità, è sempre modificabile e ha carattere prescrittivo e vincolante, con effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Ciascuno dei tre strumenti che compongono il PGT contribuisce a definire il quadro di riferimento nel governo dei processi di trasformazione urbana e territoriale. In particolare, e in estrema sintesi, le relazioni tra i tre strumenti e le loro rispettive funzioni sono individuabili:  nella verifica della coerenza degli interventi con le politiche urbanistiche delineate dal Documento di piano;  nel rispetto delle esigenze di interesse pubblico o generale individuate dal Piano dei servizi;  nella base di partenza data dai diritti d’uso del suolo stabiliti dal Piano delle regole.

Introduzione al Documento di Piano di Peschiera Borromeo. In applicazione dei contenuti della legge regionale 12/2005, art. 8, il presente Documento di Piano del Comune di Peschiera Borromeo è lo strumento “di regia” delle politiche urbanistiche, con contenuti di carattere prevalentemente strategico che definiscono l’assetto della struttura urbana ed elaborano le principali opportunità di sviluppo del territorio riferite al sistema ambientale e paesistico, dei servizi, abitativo, economico, della mobilità. Il Documento individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che hanno valore strategico per la politica territoriale, ambientalmente sostenibili e coerenti con le previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale. Il Documento esplicita la strategia paesistica assunta sia in riferimento alla tutela delle emergenze e caratterizzazioni paesaggistiche locali, sia in riferimento alla gestione delle trasformazioni che interesseranno il territorio comunale nonché alla risposta a specifiche domande e tendenze trasformative. Questo genere di valutazioni si trova poi a dialogare con quelle relative alle diverse componenti ambientali all’interno della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Inoltre, sulla base degli obiettivi strategici individuati, determina quelli quantitativi di sviluppo complessivi del PGT e fornisce criteri e direttive alla guida dei piani attuativi e degli atti di programmazione negoziata previsti per le aree di trasformazione. In particolare, il Documento di Piano definisce: - il quadro conoscitivo del territorio comunale ed i principali caratteri insediativi, ambientali, infrastrutturali;

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- gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione di valore strategico per la politica territoriale del comune, ambientalmente sostenibili e coerenti con le previsioni di livello sovra comunale; - le politiche di intervento per la residenza, le attività produttive, comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovracomunale ed in coerenza con gli obiettivi di sviluppo e con le politiche per la mobilità; gli ambiti di trasformazione, definendo i relativi criteri di intervento; gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT, tenendo conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale; la coerenza con il quadro di riferimento strategico definito dal PTC provinciale. I contenuti definiti dalla L.R. 12/2005 sono stati sviluppati, relativamente al quadro conoscitivo, nelle Parti I e II della presente Relazione e alle Tav. allegate al Documento di Piano dalla dpA 1.1 alla dpA 2.14. Gli obiettivi e le politiche per lo sviluppo sostenibile del territorio comunale sono invece contenuti nella Parte III della presente Relazione, di carattere progettuale, cui sono allegate le schede degli Ambiti di Trasformazione.

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PARTE I IL QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO DI RIFERIMENTO

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1. L’inquadramento e il contesto sovralocale

1.1 Il contesto di area vasta: sistema insediativo e ambientale La città di Peschiera Borromeo, posta a confine con il capoluogo, è compresa nell'ambito dell'Sud Est milanese, costituito da 14 comuni. Un territorio caratterizzato dalla presenza di importanti assi infrastrutturali, che hanno avuto un ruolo cardine nel guidare la configurazione del territorio urbano. Vi sono due direttrici radiali verso il capoluogo: la principale è quella costituita dalla via Emilia (infrastruttura stradale e ferroviaria), l'altra dalla Paullese. Con andamento tangenziale si sviluppano invece i tracciati delle Tangenziali milanesi (Est e Ovest), della Cerca e della -, questi ultimi posti al margine più esterno della provincia di Milano. La città di Peschiera Borromeo si trova al centro di questo complesso sistema ed il suo territorio è direttamente interessato da uno di questi due assi radiali: la Paullese. Si concentrano, quindi, su questo territorio tutti i tipi di reti e nodi di trasporto di grande rilevanza: dall'aeroporto internazionale di Linate, il cui sedime interessa Peschiera Borromeo, alla rete del trasporto locale di livello metropolitano. Si pensi ad esempio al capolinea della metropolitana MM3 collocato appena al di fuori dell'area, in prossimità del confine di . La collocazione del Sud Est Milano - in un quadrante nevralgico del sistema infrastrutturale della regione urbana milanese per quanto concerne i collegamenti sia radiali del capoluogo con l'Italia centrale ed il Sud, sia per l'allontanamento dal nucleo centrale dei traffici tangenziali di transito - ha determinato l'esigenza di definire di progetti il cui fine è rendere più agevole la circolazione e migliorare le condizioni di vivibilità delle zone attraversate, puntando anche ad elevare la dotazione di servizio di trasporto pubblico. In questo quadro si colloca il confronto in merito alle scelte più opportune e condivise per ottimizzare le connessioni in senso trasversale, che richiedono, per un verso, il rafforzamento dell'offerta infrastrutturale per le relazioni di transito (fatte salve le compatibilità ambientali e territoriali) e, contestualmente lo sviluppo della mobilità pubblica per gli spostamenti locali, integrata con le reti esistenti. A tale proposito si possono elencare i principali progetti per il sistema viario come il potenziamento della exSS415 – Paullese, la tangenziale Est esterna, la riqualificazione della SP40 Binaschina, la connessione tra la SP39 della Cerca e la SP40 Binaschina, la nuova viabilità di collegamento tra la ex SS415 a Peschiera B. e la SS9 Via Emilia. per quanto riguarda il sistema del trasporto pubblico bisogna citare il prolungamento della linea metropolitana M3 da San Donato M. a , che prevede una fermata a Peschiera Borromeo(via Matteotti), la nuova linea ferroviaria ad alta capacità Milano- Bologna relativamente vicina a Peschiera Borromeo e la previsione della linea

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metropolitana M4 che prevede una fermata all’aeroporto di Linate per proseguire verso .

La crescita urbana è dunque avvenuta lungo dell’asse della Paullese con uno sviluppo dei comuni che ha finora evitato la saldatura dei nuclei. Differente modalità di sviluppo si trova sul lato orientale dell'Emilia dove, invece, si è consolidata una conurbazione lineare, formata dai comuni di maggior peso demografico dell'area - San Donato Milanese e -, che si aggancia a nord con Milano, pur senza avere una continuità delle relazioni più strettamente urbane, e si proietta a sud verso la città di Melegnano ed i comuni ad essa circostanti di Carpiano, , e , rimanendone però separata da uno spazio aperto. Completano il disegno insediativo i comuni più discosti dalla rete infrastrutturale principale, che hanno mutato, più recentemente, la loro natura di centri agricoli in nuclei dove si distinguono separatamente le funzioni residenziali da quelle riservate alle attività economiche. Peculiarità dell'area riguardo al rapporto con Milano - a differenza della fusione che avviene invece in prossimità di molte delle principali direttrici - è la cesura nelle relazioni dirette tra i sistemi insediativi dovuta alla barriera costituita dalle infrastrutture della mobilità, quali il tracciato della Tangenziale est ed il sedime aeroportuale di Linate, che insistono sul territorio del capoluogo. Sotto il profilo della caratterizzazione funzionale degli insediamenti l'area vanta la presenza, in San Donato Milanese, di uno dei poli terziari metropolitani di più matura formazione, costituito dall’insediamento del gruppo ENI, oggi oggetto di consolidamento. Caratteristica che si sta implementando grazie alla realizzazione della sede della società informatica Microsoft a Peschiera Borromeo e a quella della IBM, appena ultimata a Segrate nell’ambito contiguo al Sud Est milanese. Le piattaforme della logistica stanno acquisendo un peso sempre più consistente nell'area, sia con insediamenti di recente realizzazione specificamente dedicati, sia con l'utilizzo di ampi comparti già edificati e adeguati ad accogliere tale funzione. Si distinguono per estensione soprattutto le concentrazioni nei Comuni di Carpiano e di San Giuliano Milanese, ma la presenza di imprese connesse alla logistica la si ritrova all'interno della aree produttive di quasi tutti i comuni del Sud Est Milano. La stessa città di Peschiera Borromeo ospita il Centro smistamento delle poste italiane oltre a una serie di aziende di logistica legate alla presenza dell’aeroporto di Milano – Linate. La funzione residenziale, prevalente sulle altre, è distribuita in modo pressoché omogeneo e caratterizza il paesaggio urbano in base alla differenza dei tipi edilizi presenti: dalle case alte ad elevata densità dei comuni più vicini a Milano o attorno al polo storico intermedio di Melegnano, alle zone estensive dei comuni ad ex tradizione rurale. Come in tutta la porzione sud della metropoli milanese, anche qui, negli ultimi decenni vi è stata una certa effervescenza della dinamica urbana. La percentuale di crescita

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dell'occupazione di suolo è ben maggiore della media provinciale. Il contributo allo sviluppo è stato offerto, prima (anni Ottanta ed in parte Novanta) da quasi tutte le realtà territoriali, ma più recentemente dai comuni di minori dimensioni. Tuttavia la superficie occupata da funzioni urbane copre il 22,5% dell'intero territorio: valore tra i più contenuti della Provincia, inferiore di circa dieci punti rispetto a quello medio provinciale, pari a 32,8% (riferito alla nuova delimitazione della Provincia Milano dalla quale è esclusa quella di Monza e Brianza). Riguardo alla dinamica demografica il Sud- Est si conferma, a livello provinciale, tra le aree più vivaci degli ultimi decenni; si ripropone però al suo interno il fenomeno più generale di spostamento progressivo della popolazione dall'area centrale ad aree più esterne, con i centri urbani tradizionalmente più densamente abitati (San Donato e Melegnano) che crescono meno della media provinciale, mentre aumentano maggiormente quelli meno abitati che offrono un più conveniente mercato immobiliare. Anche la dinamica dell'occupazione è assai vivace, con la crescita del numero degli addetti da circa un ventennio costantemente superiore alla media provinciale. Per quanto riguarda la sua distribuzione territoriale si ritrova lo stesso processo che interessa la popolazione: l'occupazione nei tradizionali "poli di sviluppo" - San Donato, San Giuliano e Melegnano - cresce a ritmi inferiori rispetto a quelli che si registrano in alcuni altri comuni di dimensione inferiore. Questo dato evidenzia l'attitudine di molte imprese a spostarsi verso aree più periferiche, alla ricerca di spazi a costi contenuti. La dotazione di servizi di livello sovra locale appare legata al livello gerarchico dei comuni, considerati sotto il profilo della dimensione demografica. Peschiera Borromeo, assieme a San Donato Milanese, San Giuliano Milanese e, Melegnano, sono le realtà con la più consistente dotazione di servizi, ma mentre San Donato e San Giuliano, e la stessa Peschiera, sono caratterizzate da un modello di urbanizzazione e di sviluppo economico pressoché identici a quelli del Capoluogo, Melegnano conserva caratteri e identità proprie e differenti da quelle dei comuni dell’hinterland milanese, giacché è storicamente il principale centro urbano e fornitore di servizi di livello sovra comunale di questo ambito. Per quanto riguarda il commercio, che svolge un ruolo di servizio nel senso più ampio del termine, solo negli ultimi decenni la grande distribuzione commerciale ha costituito delle vere e proprie polarità di scala metropolitana, soprattutto, lungo la via Emilia, nella parte sud di San Giuliano e Melegnano, e all'incrocio tra la Paullese e la Cerca. In questo periodo, si assiste ad un incremento dell’offerta commerciale anche lungo la ex SS415 Paullese con la realizzazione di un polo commerciale della grande distribuzione di vendita a Peschiera Borromeo a confine con San Donato Milanese.

Come per buona parte del territorio a sud del capoluogo, lo spazio aperto, riservato in prevalenza alla funzione agricola e regolato dalla presenza del Parco Agricolo Sud Milano, rappresenta ancora un elemento che caratterizza il Sud Est milanese, con un sistema idrico superficiale ben strutturato da una fitta rete di corsi d'acqua minori e

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dalle emergenze del fiume Lambro, del canale Muzza e del colatore Addetta, che qualificano il territorio sotto il profilo paesistico. A questi si aggiunge il cavo Vettabia, collocato nella parte più occidentale dell’area. Altre emergenze, legate al sistema dell’acqua, possono essere considerati i diversi bacini artificiali (laghetti), derivanti principalmente da cave non più attive e rinaturalizzate, dislocati nel territorio a partire dalla presenza della dell’Idroscalo.

L'intera area del Sud Est Milano è interessata dal Parco regionale Agricolo Sud Milano. In complesso le aree tutelate nell'ambito dei parchi coprono una superficie di 120 kmq, un'estensione, come già detto, tra le più rilevanti dell'intera area provinciale e, in valore assoluto, seconda solo all'Abbiatense-Binaschino. Il Parco Agricolo Sud Milano costituisce una cornice entro la quale si trovano elementi di notevole valore sotto il profilo naturalistico e paesistico come la riserva naturale del Carengione, le principali vie d'acqua (Lambro, Muzza, Addetta, Vettabia), nuclei e complessi edilizi di notevole interesse per la loro rilevanza storico-architettonica, oltre che aree riservate alla fruizione, alcune delle quali già occupate da strutture di interesse sovralocale. Si tratta ad esempio degli impianti per la pratica del golf in Zoate () e di quello che insiste in parte sul territorio di San Giuliano Milanese, e dell'Idroscalo, che rappresenta un polo di scala metropolitana per quanto riguarda la fruizione del tempo sul territorio di Peschiera Borromeo dove si estende una porzione degli impianti. La struttura dell'Idroscalo, di proprietà della Provincia di Milano richiede, per consolidare e rafforzare la propria funzione di polarità anche in relazioni al’Expo 2015, continuità negli interventi di manutenzione, adeguamento e sviluppo delle strutture e in questo quadro si che si potrebbero collocare progetti per migliorare le relazioni con il Parco Agricolo Sud Milano, in particolare verso Peschiera Borromeo, che potrebbe costituire una porta di accesso al Parco. Sempre all'interno del Parco Sud l'asta del colatore Addetta rappresenta oggetto particolare: dalle ipotesi progettuali di qualche tempo fa, con la definizione di una proposta di piano particolareggiato per interventi finalizzati alla valorizzazione ambientale e fruitiva dei territori circostanti, ad un più di recente studio, promosso dai Comuni, dal Parco Sud e dal Consorzio di bonifica della Muzza-Bassa Lodigiana, per la riqualificazione idraulico-ambientale. In tema di acque va ricordato come l'ambito del fiume Lambro ed il relativo sistema idrico rientra nei progetti di valorizzazione ambientale del bacino Lambro-Seveso-Olona, promossi dalla Regione Lombardia e dall'Autorità di Bacino del fiume Po. Una parte importante del Parco Agricolo Sud Milano, che riguarda i comuni di Peschiera Borromeo, San Donato Milanese e San Giuliano Milanese si trova a confrontarsi con i territori posti a ridosso della città densa che sono compresi nei Piani di cintura urbana. Per alcuni di questi strumenti, necessari a stabilire con maggior dettaglio gli elementi

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progettuali e gli interventi sui territori, è stato sottoscritto da alcuni comuni l'accordo per la loro definizione e ad oggi risultano ancora in fase di elaborazione. Infine, una particolare attenzione è dedicata ad iniziative per sostenere la realizzazione di piste ed itinerari ciclabili finalizzati alla fruizione, ma non solo, che trovano nel progetto Mi-Bici, promosso dalla Provincia, una vasta adesione da parte dei comuni dell'area. Si va così a prevedere un rafforzamento/potenziamento della rete ciclabile esistente e l'estensione attraverso la realizzazione di nuovi progetti.

Non da ultimo concorrono a definire il carattere del paesaggio degli spazi aperti anche alcune emergenze storico-architettoniche (per esempio nuclei urbani, abbazie) e, distribuite in modo omogeneo sull’intera area, il sistema delle cascine. Le cascine, che nei secoli scorsi, erano oggetto di importanti investimenti di lungo periodo e soggetto economico rilevante sui mercati internazionali nonché significativi non solo dal punto di vista economico, ma anche a fini abitativi e di servizi. Oggi una parte di questi stessi complessi trova un’ulteriore declinazione e tutela nei Piani di Cintura Urbana che vedono coinvolti assieme al Comune di Milano, la Provincia di Milano - Ente Gestore del Parco - e gli altri comuni interessati. Più in generale, oltre a questi importanti strumenti di pianificazione, il sistema delle cascine – che storicamente si è costituito come una maglia ampia cresciuta a ridosso di corsi d’acqua e di vie di comunicazione – potrebbe richiedere una capacità di visione ed azione capace di estendersi oltre i confini amministrativi comunali . L’approccio dovrebbe essere incentrato su uno sviluppo dell’urbanizzazione che sia il più possibile governato in modo unitario ed attento ai caratteri ambientali, infrastrutturali e socio-economici, inserito anche in una cornice importante come per esempio l’ Expo 2015.

Figura 1_Ambito Sud Est Milano

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Mentre, per quanto più attiene a Peschiera Borromeo, oltre alla presenza di un discreto numero di cascine che caratterizzano lo spazio agricolo, assume un rilievo significativo l’antico nucleo di Mirazzano e il castello Borromeo collocati nel suo territorio. Mentre contribuiscono a definire il carattere del paesaggio urbano la presenza di architetture contemporanee di pregio, unitamente al quartiere di Metanopoli in San Donato Milanese. Il Sud Est Milano si presenta quindi come un territorio composito nel quale il sistema urbano, ove prevale l'impianto più recente, è piuttosto compatto con una contenuta dispersione insediativa che evita la frantumazione degli spazi agricoli. Questi trovano continuità verso i territori a confine dell'area, con i comparti agricoli del pavese, per la parte sud occidentale, e le zone rurali del lodigiano a est. Nell'area sembra dunque convivano due sistemi d’uso del suolo piuttosto distinti tra loro: quello urbano e quello agricolo, che non hanno per ora trovato elementi in grado di favorire una maggiore compenetrazione.

1.2 Le fasi di sviluppo

Al pari di tutto l'arco Sud milanese, anche il territorio in esame è stato interessato negli ultimi decenni da una certa effervescenza per quanto concerne la dinamica urbana. Negli anni Ottanta-Novanta si è vista una crescita significativa dell’intera area attestata su una media che sfiora il 28% nel periodo 1981-1998, superiore di oltre dieci punti alla media provinciale. Un apporto a questa crescita deriva dallo sviluppo urbano che ha interessato in modo all'incirca analogo tutte le funzioni dalla residenza ai servizi alle attività economiche. La crescita urbana, seppure in maniera contenuta, è proseguita anche durante la prima parte degli anni duemila. L’incremento medio del suolo urbanizzato nel periodo 1998/2005 nell’area è pari al 7%. Il processo non risulta omogeneo. La dinamica risulta fortemente articolata con comuni, pur di non grande dimensione, che hanno sostanzialmente esaurito le previsioni di sviluppo contenute nei piani urbanistici. In complesso le disponibilità offerte dagli strumenti urbanistici comunali vigenti (al 2005) consentirebbero di portare l’insieme delle aree urbane (esistenti e previste) attorno al 28%, con un incremento di più di cinque punti rispetto alla situazione esistente. Naturalmente all’interno dell’area si evidenziano differenze a secondo della vicinanza dei comuni rispetto al capoluogo ed alle direttrici di penetrazione verso Milano. Per quanto attiene le modalità di occupazione del suolo, la quota riservata ad attività economiche si pone ad un livello leggermente inferiore alla media provinciale (21,8% contro 23,3%), con una significativa presenza di funzioni direzionali, concentrate in prevalenza in San Donato Milanese, mentre sempre più vasta è la porzione di suolo urbanizzato occupato da insediamenti con tipologie edilizie funzionali alle attività

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produttive, artigianale di magazzinaggio, spiccano in particolare le aree di Francolino di Carpiano e di Sesto Ulteriano a San Giuliano Milanese. Più articolate sono le considerazioni relative all'occupazione del suolo ad uso residenziale. La pressione residenziale1 nel Sud Est Milano (0,946) è nettamente inferiore a quella misurata in provincia di Milano (0,974 se si considera il capoluogo, 0,963 se non lo si considera) e nel capoluogo (0,991): si pone su livelli leggermente superiori solo ai valori registrati in una provincia agricola - e quindi a bassa pressione residenziale - come la provincia di Lodi (0,933).

Pressione residenziale Famiglie 2001 Abitazioni 2001 2001 Sud Est Milano 60.220 63.686 0,946 Milano 588.197 593.270 0,991 Provincia di Milano (con Monza e Brianza) 1.541.435 1.582.693 0,974 Provincia di Milano (capoluogo escluso e con 953.238 989.423 0,963 Monza e Brianza) Provincia di Lodi 77.979 83.608 0,933

Tabella 1_Pressione residenziale, 2001

% Famiglie 1991- % Abitazioni % Pressione

2001 1991-2001 residenziale 1991-2001 Sud Est Milano 16,0 14,2 1,9 Milano 0,7 -7,4 8,1 Provincia di Milano (con Monza e Brianza) 8,5 3,2 5,3 Provincia di Milano (capoluogo escluso e con 14,0 10,8 3,2 Monza e Brianza) Provincia di Lodi 16,3 14,6 1,7

Tabella 2_ Dinamica della pressione residenziale, 1991-2001

La dinamica della pressione residenziale2 mostra una crescente spinta sul patrimonio abitativo disponibile, anche se tale crescita (+1,9%) è nettamente inferiore a quella che si registra sia in provincia di Milano3 (+5,3% se si considera il capoluogo, +3,2% se non lo si considera) che nel capoluogo (+8,1%): anche in questo caso, solo in provincia di Lodi la dinamica della pressione residenziale è più contenuta (+1,7%).

1L'indice di pressione residenziale è definito come: Fam Pres Re s  AbTot in cui Fam rappresenta il numero delle famiglie e AbTot rappresenta il numero delle abitazioni totali. 2 La dinamica della pressione residenziale è invece come differenza tra variazione percentuale delle famiglie e variazione percentuale delle abitazioni totali, ovvero come:

Pres Re s  (Famt1 -Famt0 )/ Famt0 100 - (AbTott1 -AbTott0 )/ AbTott0 100 in cui, come in precedenza, Fam rappresenta il numero delle famiglie e AbTot rappresenta il numero delle abitazioni totali.

3 Provincia di Milano con Monza e Brianza.

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Nello specifico, riguardo all'occupazione del suolo per motivi residenziali, sono i comuni di dimensioni minori - spesso confinanti con i comuni più centrali, in cui sono localizzate le principali attività economiche - quelli sottoposti ad una maggiore e crescente pressione residenziale.

1.3 Il sistema infrastrutturale: interventi sulla rete stradale e del trasporto pubblico su ferro

L'area del Sud Est Milano, si è detto, risulta essere sede di uno dei principali nodi del sistema infrastrutturale della mobilità, non solo per la regione urbana milanese, ma, per lo meno, di scala nazionale. Si concentrano qui tutti i tipi di reti e nodi di trasporto di grande rilevanza: dall'aeroporto internazionale di Linate, il cui sedime interessa Peschiera Borromeo, alla rete del trasporto locale di livello metropolitano. Il riferimento è al capolinea della metropolitana M3 collocato appena al di fuori dell'area, in prossimità del confine di San Donato Milanese ed alla Stazione di Rogoredo, porta del Servizio Ferroviario Regionale. Il disegno dell'assetto stradale e ferroviario vede due direttrici radiali su Milano: la principale, di livello nazionale, lungo la quale corrono, tra loro parallele, l’autostrada A1 Milano-Bologna, la SS9 Via Emilia e la ferrovia Milano-Bologna; la seconda, di interresse regionale, diretta verso l'area cremonese, costituita dalla ex-SS415 Paullese. L'area è poi attraversata da reti viarie che consentono le connessioni in senso trasversale all'interno dell'area provinciale milanese: il sistema tangenziale milanese, che riguarda le aree più prossime al capoluogo; l’itinerario formato dalla SP39 della Cerca (tra Melegnano e l'area più settentrionale direzione - Monza) e dalla SP40 Binaschina (tra Melegnano e Binasco), che attraversa i comuni più esterni dell'area. Le connessioni intercomunali locali sono garantite da un reticolo viario minore (provinciale e comunale), che mette a sistema i diversi ambiti insediativi. Significativi sono i livelli di congestione del traffico veicolare lungo la maglia viaria, che coinvolge sia la rete locale, sia quella per i collegamenti di più lunga percorrenza, con situazioni particolarmente preoccupanti che riguardano: il tracciato della Paullese, soprattutto in prossimità del capoluogo; l'asse della Cerca/Binaschina, che si presenta come unico itinerario tangenziale alternativo alle ormai sature Tangenziali Est ed Ovest; il nodo di Melegnano che è particolarmente congestionato dalla convergenza e sovrapposizione del traffico proveniente dalla Via Emilia, dalla Cerca e dalla Binaschina, tra loro connesse solo indirettamente.

Per quanto concerne gli spostamenti abituali per motivi di lavoro o studio dai dati disponibili dell'ultimo Censimento (2001) emerge che quelli interni all'area Sud Est Milano sono pari al 18,4% del totale. E' un valore tra i meno elevati registrati a livello provinciale, ma in linea con gli altri ambiti territoriali a confine con il capoluogo.

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Analogamente a questi anche il Sud Est registra percentuali maggiori per gli spostamenti verso Milano (per il Sud Est la quota di spostamenti verso il capoluogo è pari al 32,1%). Sono molto forti anche le relazioni inverse di attrazione di flussi dal capoluogo alla periferia, per una percentuale pari al 9,2%, la più elevata dopo quella del confinante Sud Milano. Per quanto riguarda la relazione fra spostamenti e popolazione residente il valore (uno spostamento ogni due abitanti) è di qualche punto sopra la media provinciale, Milano esclusa. Contenuto è anche il rapporto degli spostamenti rispetto alla estensione della rete stradale e ferroviaria (spostamenti per km lineare di rete) che è ben inferiore al dato provinciale. Si tenga però conto che i movimenti considerati non includono i transiti, la cui incidenza è particolarmente elevata in questo territorio, ma solo le relazioni che hanno origine e/o destinazione all’interno dell’area. Infine, per quanto concerne le modalità con cui avvengono gli spostamenti, si rileva che la quota coperta dal trasporto pubblico è di poco superiore al 20%, in linea con quella degli altri ambiti territoriali più vicini al capoluogo, in generale dotati di una rete di servizio meglio integrata con quella del capoluogo.

La collocazione del Sud Est Milano - nel quadrante nevralgico del sistema infrastrutturale della regione urbana milanese - ha determinato l'esigenza di definire progetti il cui fine è rendere più agevole la circolazione in accesso all'area milanese e migliorare le condizioni di vivibilità delle zone attraversate, puntando anche ad elevare la dotazione di servizio di trasporto pubblico.

In questo quadro si collocano gli interventi programmati, in corso o di recente realizzazione dei quali si riportano, di seguito, per ciascuno di essi le principali caratteristiche:

Il Potenziamento della ex SS 415 Paullese L’intervento rientra tra quelli strategici dedicati al rafforzamento delle direttrici di mobilità il fine di migliorare le condizioni della circolazione lungo l’arteria di connessione tra l’area milanese e la cremasca. L’intervento riguarda l’ammodernamento in sede delle tratta tra Peschiera Borromeo (dove termina il tratto a due corsie per senso di marcia con carreggiate separate) e Spino d’Adda. L'intervento consiste nel raddoppio in sede della carreggiata, con adeguamento della sezione alla tipologia B–Strade Extraurbane Principali (carreggiate separate, due corsie per senso di marcia, banchine laterali e spartitraffico centrale) con intersezioni a due livelli. Allo stato attuale sono in corso i lavori del 1° lotto funzionale (tra Peschiera Borromeo e la SP 39 della Cerca), in carico alla Provincia di Milano, che ne prevede la conclusione entro la fine del 2011. La Provincia di Milano dovrà poi avviare le procedure per la gara di appalto integrato anche per il 2° lotto funzionale (tra la SP 39 e Spino d’Adda) e per la riqualificazione del ponte

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sul fiume Adda, in coerenza con l’analogo progetto definitivo promosso dalla Provincia di Cremona. Per quanto riguarda la tratta in San Donato Milanese fino al fiume Lambro, già a doppia carreggiata, in seguito ad uno specifico Accordo tra Provincia di Milano, Parco Agricolo Sud Milano e Comuni di San Donato Milanese e Peschiera Borromeo, è stato predisposto uno Studio di fattibilità che ne prevede la defemaforizzazione, l'adeguamento alla tipologia B–Strada Extraurbana Principale e la riorganizzazione delle connessioni con la maglia di livello secondario, con l’eliminazione delle intersezioni a raso. Un terzo intervento riguarda la penetrazione urbana in territorio comunale di Milano, dallo svincolo sulla tangenziale Est, fino a via Bacchiglione (circonvallazione esterna di Milano), con connessione intermedia al quartiere Rogoredo-Montecity. L'intervento è in carico al Comune di Milano ed è suddivisa in 5 lotti funzionali. In particolare l'ultimazione del 1° lotto ha consentito il completamento dello svincolo tra la Paullese e la tangenziale.

La Tangenziale est esterna Altro importante intervento, relativo, in questo caso, ai collegamenti trasversali, è rappresenta-to dalla Tangenziale Est Esterna di Milano, nuovo asse di tipo autostradale di collegamento tra la A1, a sud di Melegnano, e la A4, nei pressi di Agrate Brianza, per il quale è in corso di predisposizione il progetto definitivo. Tale itinerario, nella tratta meridionale, si interconnette, oltre che con la A1 a Cerro al Lambro, anche con la exSS9 via Emilia a Vizzolo Predabissi, con la exSS415 Paullese tra Paullo e Zelo Buon Persico (in corrispondenza di un nuovo importante nodo di interscambio modale con il capolinea del previsto prolungamento della linea metropolitana M3), con la Rivoltana (in corrispondenza del tratto in variante a sud di ), con la BreBeMi e con la Cassanese, mettendo a sistema le direttrici radiali del sud-est milanese. Connessi al progetto sono previsti anche interventi sulla viabilità minore.

La connessione tra la SP39 della Cerca e la SP40 Binaschina Il progetto predisposto dalla Provincia di Milano, che riguarda la risoluzione della connessione tra le due strade provinciali, viene recepito dal progetto definitivo di Tangenziale Est Esterna.

La riqualificazione della SP40 Binaschina Nel settembre 2005 è stato siglato uno Schema di Accordo tra le Provincia di Milano, di Pavia, il Parco Agricolo Sud Milano ed i Comuni compresi tra la A7, la SP40 e la ferrovia Milano-Pavia per la redazione di uno Studio d’area nelle cui conclusioni si sono considerate in modo integrato gli aspetti territoriali, ambientali ed infrastrutturali e si sono proposte soluzioni progettuali riguardanti un intervento che vada a migliorare la vivibilità delle aree urbane attraversate dalla SP40, che, in prospettiva, potranno essere

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by-passate da alcuni tratti in variante, con il mantenimento dell’asse storico per l’accessibilità locale.

La nuova viabilità di collegamento tra la ex SS 415 a Peschiera B. e la SS 9 Via Emilia L’itinerario è costituito da un tracciato che si sviluppa in parallelo alla Paullese, tra la SP159 e la SP15b, per poi proseguire fino alla SS11, aggirando a sud l’abitato di San Donato Milanese e scavalcando il fiume Lambro. La prima tratta, tra la SP159 e la SP15b, rientra tra gli impegni definiti dalla Conferenza di Servizi per il rilascio dell’autorizzazione per l’apertura di un nuovo centro commerciale in Peschiera Borromeo; mentre per la seconda tratta è stato predisposto uno Studio di fattibilità, in seguito ad uno specifico Accordo tra Provincia di Milano, Parco Agricolo Sud Milano, Comuni di San Donato Milanese e Peschiera Borromeo. L’itinerario può essere suddiviso in tre lotti funzionali: rotatoria svincolo Paullese-rotatoria centro commerciale; rotatoria centro commerciale-rotatoria via Monticello di San Donato; rotatoria via Monticello-intersezione via Emilia. La realizzazione della connessione fra la Paullese e l’Emilia, unitamente alla defemaforizzazione della Paullese permetterebbe al comune di San Donato Milanese di: a) alleggerire gli assi urbani dal traffico di attraversamento (in particolare le vie Morandi, Maritano,Gela e l’Emilia); b) migliorare l’accessibilità all’ospedale e alla città.

Il prolungamento M3 Il prolungamento della linea M3 da San Donato Milanese a Paullo, per il quale è in corso di redazione il progetto definitivo; l’intervento prevede un tracciato prevalentemente parallelo all’asse della Paullese, in sotterranea nella tratta iniziale fino a poco prima di e fuori terra nella tratta successiva; sono previste 5 stazioni intermedie oltre al capolinea di Paullo (nodo di interscambio ferro-gomma all’incrocio con la Paullese e con la futura Tangenziale Est Esterna), due delle quali, sotterranee, più prossime all’area urbana di San Donato Milanese, ossia Peschiera B. (via Matteotti) e San Donato Centro (viale De Gasperi).

Lo sviluppo del Servizio Ferroviario Regionale L’entrata in funzione della linea ferroviaria ad alta capacità Milano-Bologna ha consentito di liberare capacità sulla linea storica da destinare al potenziamento del Servizio Ferroviario Regionale. In particolare le previsioni per questa direttrice riguardano le linee S1 Lodi-Saronno, la cui attivazione è già stata avviata, nello scorso dicembre, nelle fasce orarie di morbida e, da giugno durante tutto l’arco della giornata, ed S12 Melegnano-Varedo, di rafforzamento dell’offerta sulla tratta a maggiore domanda. Le fermate di San Donato Milanese e Borgo Lombardo (San Giuliano M.) sono destinate quindi ad acquisire un ruolo di rilievo per l’incentivazione del trasferimento modale dell’utenza verso il trasporto pubblico.

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1.4 Il sistema dei servizi e del commercio

La presenza di servizi di livello sovra locale è strettamente legata alla scala gerarchica dei comuni dell'area Sud Est Milanese, considerati sotto il profilo della dimensione demografica. San Donato Milanese, in primo luogo, vede il maggior numero di attrezzature insediate sul proprio territorio, seguono poi, con un numeri pressoché identici, San Giuliano Milanese, Peschiera Borromeo e Melegnano. I rimanenti comuni sono molto più distanziati quanto alla presenza di strutture di servizio. La geografia della distribuzione dei servizi sul territorio trae origine dai caratteri storici del sistema insediativo del Sud Est Milano: innanzitutto gli assi infrastrutturali dell'Emilia, dove spiccano San Donato Milanese, quale vera e propria company town, e San Giuliano Milanese, e della Paullese, con Peschiera Borromeo, dove tanto il modello di urbanizzazione quanto il modello di sviluppo economico sono più simili a quelli del nucleo centrale dell'metropolitana; cui si contrappone l’altra parte del territorio del Sud Est che con Melegnano, principale centro urbano e fornitore di servizi di livello sovracomunale, si è storicamente identificata con pratiche sociali ed economiche derivanti dal mondo agricolo. Sul versante del livello di qualità dei servizi presenti, secondo quanto rilevato in una recente indagine condotta dal Centro Studi PIM per la Provincia di Milano, se si considerano le principali categorie di classificazione dei servizi, si evidenziano le polarità di Melegnano e in San Donato Milanese nel settore dell’istruzione superiore, con quest’ultimo che è anche sede di strutture che operano nel campo dell’Università e della Ricerca. Riguardo ad un altro settore di rilievo, quale quello della Sanità, si confermano sempre questi due ambiti, in particolare con San Donato Milanese che è sede di una struttura ospedaliera con una particolare specializzazione di cardiochirurgia, mentre sul territorio del comune di Vizzolo Predabissi, in una zona prossima al confine di Melegnano ha sede l'Ospedale. Minore offerta di servizio sembra invece riscontrarsi in questa area per quanto concerne un’attrattività di scala metropolitana relativa al settore dell’intrattenimento culturale. Con riferimento ad una specifica funzione quale quella del commercio, che svolge un ruolo di servizio nel senso più ampio del termine, nel Sud Est Milano solo recentemente si sono realizzate delle polarità di scala metropolitana con insediamenti della grande distribuzione commerciale, alimentare e non. I luoghi dove hanno trovato sede e si sono sviluppate, secondo il tradizionale modello seguito dal processo localizzativi di tali funzioni, sono quelli in affaccio ai principali assi infrastrutturali. I principali punti di concentrazione sono: il nucleo a sud della struttura urbana di San Giuliano Milanese, nel territorio dello stesso comune, lungo l’asse storico della via Emilia, e nel comune di un’area che ha l’affaccio principale sulla Paullese in prossimità dell’intersezione con la direttrice tangenziale della Cerca.

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Una offerta commerciale, comunque di scala superiore a quella locale composta in prevalenza da medie strutture, è poi presente in forma meno organizzata e concentrata nei principali comuni con localizzazioni che privilegiano quasi sempre la prossimità alla rete stradale principale. In ogni caso ulteriori approfondimenti sul tema del commercio sono sviluppati nella PARTE II par. 6 della presente Relazione.

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2. Gli strumenti di pianificazione sovraordinata: Piani Territoriali e Piani di Settore

Introduzione

La redazione del Piano di Governo del Territorio ha rappresentato l’occasione per l’adeguamento della disciplina urbanistica comunale agli strumenti di pianificazione regionale e provinciale (Piano Territoriale Regionale, di seguito PTR, Rete Ecologica Regionale (RER) e Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, di seguito PTCP) nonché ai piani di settore che esplicano nei confronti della pianificazione comunale effetti immediatamente vincolanti, tra questi il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano (PTC del PASM), il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), il Piano Cave. Le disposizioni degli strumenti sopra richiamati sono state recepite negli elaborati cartografici del presente Documento di Piano nonché nel Piano delle Regole e nei rispettivi “Indirizzi Normativi e Schede-Norma” e Norme Tecniche di Attuazione. Conformemente a quanto stabilito all’art. 57 della LR 12/2005 e dei criteri e indirizzi di cui alla DGR 22 dicembre 2005, n. 8/1566 e alla successiva DGR 28 maggio 2008, n. 8/7374, sono altresì allegati al PGT lo Studio Geologico, ai fini della definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica e dell’adeguamento al PAI. Nella definizione dei contenuti del Documento di Piano, nel Piano delle Regole e nel Piano dei Servizi e nelle rispettive norme che disciplinano l’attività urbanistica ed edilizia sul territorio, si è dunque tenuto conto delle previsioni contenute agli strumenti sopra citati e della loro sovrapposizione. In definitiva, le vocazioni del territorio, gli usi, le trasformazioni ammesse sono il risultato dell’interpretazione contestuale di un insieme di disposizioni volte, ciascuna, alla tutela di interessi differenti. I beni e le aree sottoposte a un regime di limitazione all’edificazione in base alle disposizioni legislative vigenti e alla disciplina dei piani territoriali di Regione e Provincia ovvero di Piani di Settore, anche predisposti da altri Enti o a ulteriori verifiche alla scala di dettaglio relativamente alle previsioni non direttamente vincolanti di detti piani, sono riportati ai seguenti elaborati cartografici del Documento di piano, oltre che nel Piano delle Regole, Tav. n. 2.12 dpA “Sistema Territoriale Insediativo: Carta dei Vincoli”, scala 1:8.500; Tav. n. 2.13 dpA “Sistema Territoriale Ambientale: Carta dei Vincoli paesistico- ambientali”, scala 1:8.500; nonché nelle carte dei vincoli dello Studio Geologico, parte integrante del Piano di Governo del Territorio. Nei paragrafi che seguono vengono riportati, in sintesi, i riferimenti normativi e le principali previsioni di ciascuno degli strumenti di pianificazione territoriale e di settore, con specifico riferimento sia a quelle che incidono direttamente sia a quelle che hanno comunque riflessi sul sistema territoriale comunale e delle quali si è tenuto conto nella redazione del PGT.

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2.1 Il Piano Territoriale Regionale [PTR].

Come definito all’art. 20 della LR 12/2005, il Piano Territoriale Regionale “costituisce quadro di riferimento per la compatibilità degli atti di governo del territorio dei comuni” in merito all’idoneità dell’atto a conseguire gli obiettivi fissati dal PTR, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti. In particolare, hanno immediata prevalenza sul Piano di Governo del Territorio comunale le previsioni del PTR relative ad opere infrastrutturali (linee di comunicazione, mobilità, poli di sviluppo regionale) e all’individuazione di zone di preservazione e di salvaguardia ambientale. Sulle aree interessate da queste previsioni il PTR può avere inoltre valore di vincolo conformativo della proprietà. In questo senso lo studio degli atti di pianificazione regionale è indispensabile nell’ambito della stesura del Piano di Governo del Territorio al fine di recepire eventuali prescrizioni, di valutare la coerenza delle proprie scelte con gli obiettivi prefissati alla scala regionale e di individuare strumenti efficaci di azione.

Il Consiglio Comunale nella seduta del 19 gennaio 2010 ha approvato la proposta di Piano Territoriale Regionale che è composta dalle seguenti sezioni:

- Documento di Piano che contiene gli obiettivi e le strategie di sviluppo per la Lombardia; - Piano Paesaggistico, che integra e aggiorna i contenuti del Piano Paesistico Territoriale Regionale(PTPR) e di cui si dice nel prosegui; - Strumenti Operativi, che individua strumenti, criteri e linee guida per perseguire gli obiettivi proposti; - Sezioni tematiche, che contiene l’Atlante di Lombardia e approfondimenti su temi specifici; - Valutazione Ambientale, che contiene il Rapporto Ambientale e altri elaborati prodotti nel percorso di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano.

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Il Documento di Piano è la componente del Piano Territoriale Regionale (PTR) che contiene gli obiettivi e le strategie, articolate per temi e sistemi territoriali, per lo sviluppo della Lombardia. Il Documento di Piano, con riferimento alla LR 12/2005: - indica i principali obiettivi di sviluppo socio economico del territorio regionale(art. 19 comma 1); - individua gli elementi essenziali e le linee orientative dell’assetto territoriale regionale e nazionale con particolare attenzione al loro inserimento nel paesaggio e nel territorio rurale e forestale (art. 19 commi 1 e 2); - definisce gli indirizzi di riassetto del territorio (art. 55 comma 1); - indica puntuali rimandi agli indirizzi e alla disciplina in materia di paesaggio, cui è dedicata la sezione Piano Paesaggistico (art.76); - costituisce elemento fondamentale quale quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio di comuni, province, comunità montane, enti gestori di parchi regionali, nonché di ogni altro ente dotato di competenze in materia (art. 20 comma 1); - identifica i principali effetti del PTR in termini di obiettivi prioritari di interesse regionale e di individuazione dei Piani Territoriali d’Area Regionali (art. 20 commi 4 e 6).

Il Piano Territoriale Regionale ha come obiettivo il costante miglioramento della qualità della vita dei cittadini nel loro territorio secondo i principi dello sviluppo sostenibile. Tale modalità di sviluppo va garantita a breve, a medio e soprattutto a lungo termine, ed è perseguibile ponendo attenzione a tre dimensioni fondamentali: - la sostenibilità economica: lo sviluppo deve essere economicamente efficiente nel processo ed efficace negli esiti; - la sostenibilità sociale: lo sviluppo deve essere socialmente equo; - la sostenibilità ambientale: lo sviluppo economico e sociale deve avvenire nel rispetto dell’ambiente naturale o più in generale dell’ambiente fisico, delle risorse naturali ed energetiche, del paesaggio e del patrimonio culturale, senza compromettere le caratteristiche che consentono la sua conservazione. Il PTR definisce tre macro-obiettivi quali basi delle politiche territoriali lombarde per il perseguimento dello sviluppo sostenibile, che concorrono al miglioramento della vita dei cittadini: - rafforzare la competitività dei territori della Lombardia; - riequilibrare il territorio lombardo; - proteggere e valorizzare le risorse della regione.

Per dare concretezza all’attuazione dei macro-obiettivi, il Documento di Piano propone 24 obiettivi ai quali fare riferimento per la definizione degli strumenti di pianificazione di livello subordinato.

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Di seguito si riportano i 24 obiettivi evidenziando quelli potenzialmente utili per la verifica di coerenza del Piano di Governo del Territorio del Comune di Peschiera Borromeo: 1 favorire come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: in campo produttivo e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente, nella gestione e nella fornitura dei servizi, nell’uso delle risorse e nella produzione di energia; nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio; 2 favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale e l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica; 3 assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi; 4 perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio; 5 migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare, nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria attraverso: la promozione della qualità architettonica degli interventi, la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici, il recupero delle aree degradate, la riqualificazione dei quartieri di ERP, l’integrazione funzionale, il riequilibrio tra aree marginali e centrali, la promozione di processi partecipativi; 6 porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero; 7 tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità ambientale, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico; 8 perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio, sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente del suolo e delle acque; 9 assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 10 promuovere l’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche ed agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo; 11 promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione ma anche come settore turistico, privilegiando le modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile, il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione delle risorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a

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basso impatto ambientale, lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità; 12 valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale; 13 realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l’utilizzo estensivo di suolo; 14 riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat; 15 supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo; 16 tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti; 17 garantire la qualità delle risorse naturali ed ambientali, attraverso: la progettazione delle reti ecologiche; la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti; il contenimento dell’inquinamento delle acque acustico, elettromagnetico e luminoso; la gestione idrica integrata; 18 favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica; 19 valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale ed agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia; 20 promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati; 21 realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio; 22 responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale, commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo); 23 gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali attraverso il miglioramento della cooperazione;

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24 rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti.

I 24 obiettivi devono essere considerati come riferimento fondamentale in quanto il Documento di Piano del PTR al capitolo 3.1 Compatibilità degli atti di governo del territorio in Lombardia recita: “il PTR costituisce quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio ...” e quindi “ciascun atto che concorre a vario titolo e livello al governo del territorio in Lombardia deve confrontarsi con il sistema di obiettivi del PTR.” ... “L’assunzione degli obiettivi del PTR all’interno delle politiche e delle strategie dei diversi piani deve essere esplicita e puntualmente riconoscibile con rimandi diretti”.

A valle degli obiettivi nel Documento di Piano vengono poi enunciati gli orientamenti per l’assetto del territorio regionale. A questo proposito, con riferimento alla realtà di Peschiera Borromeo, si ritiene utile segnalare quali siano le proposizioni di riferimento “Le zone di preservazione e salvaguardia ambientale” e, in particolare, “Fasce fluviali del PAI”, “Sistema delle aree protette: parchi regionali”.

Figura 2_DdP tavola 1 "Polarità e poli di sviluppo" [PTR]

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Per consentire una lettura più immediata, sia da parte delle programmazioni settoriali, sia da parte di diversi territori della Regione, i 24 obiettivi del PTR vengono declinati secondo due punti di vista: tematico e territoriale.

I tematismi di riferimento sono: - Ambiente (aria, cambiamenti climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, rumore e radiazioni ...); - Assetto territoriale (infrastrutture e mobilità, equilibrio territoriale, modalità di utilizzo del suolo, rifiuti ...); - Assetto economico/produttivo (industria, agricoltura, commercio, turismo, innovazione, energia, rischio industriale, ...); - Paesaggio e patrimonio culturale; - Assetto sociale (popolazione e salute, qualità dell’abitare, patrimonio ERP, ...

I sistemi territoriali individuati, che caratterizzano la Lombardia dal punto di vista morfologico, socio-economico e ambientale, sono: - Metropolitano; - della Montagna; - Pedemontano; - dei Laghi; - della Pianura Irrigua; - del Po e dei Grandi Fiumi.

Il PTR costituisce quadro di riferimento per la costruzione degli atti di governo del territorio e nell’ambito della Valutazione Ambientale e della valutazione di compatibilità del Documento di Piano del PGT, in particolare per quanto riguarda la rispondenza: - al sistema degli obiettivi di piano; - agli orientamenti per l’assetto del territorio regionale; - agli indirizzi per il riassetto idrogeologico - agli obiettivi tematici e per i sistemi Territoriali; - alle disposizioni e indirizzi del Piano Paesaggistico, secondo gli effetti previsti dalla normativa di piano; - alle previsioni costituenti obiettivi prioritari di interesse regionale; - ai Piani territoriali Regionali d’Area. In particolare i Comuni, in sede di predisposizione del Documento di Piano di PGT, indicano i Sistemi Territoriali del PTR cui fanno riferimento per la definizione delle proprie strategie e azioni. Il comune di Peschiera Borromeo può essere ricondotto prevalentemente al sistema territoriale metropolitano ovest.

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Figura 3_DdP tavola 4 "I sistemi territoriali" [PTR]

2.2 Piano Territoriale Paesistico Regionale [PTPR].

Il Piano Paesaggistico regionale, quale sezione specifica del Piano Territoriale Regionale, assume, aggiorna e integra il Piano territoriale paesistico vigente [approvato dal Consiglio Regionale il 6 marzo 2001 con DCR n. VII/1997], ribadendone i principi ispiratori. Le integrazioni sostanziali che il Piano Paesaggistico regionale introduce riguardano in particolare: - l’ampliamento del quadro conoscitivo, relativamente alla lettura dei paesaggi della Lombardia (omissis); - una maggiore articolazione della disciplina regionale, che va ad interessare quei contesti e sistemi paesaggistici di rilevanza regionale (laghi, fiumi, navigli e canali ecc) contraddistinti talora da difficoltà e criticità in merito ad una corretta e coerente gestione, cercando di incidere sia in termini di sensibilizzazione e responsabilizzazione dei diversi enti sia tramite l’individuazione di indirizzi e di disposizioni immediatamente prevalenti; - una maggiore integrazione tra politiche paesaggistiche e altre politiche di settore come per esempio quelle ambientali e di difesa del suolo, quelle agricole e turistiche, quelle infrastrutturali ed energetiche, ricercando adeguate forme di

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dialogo e sinergie operative, ma anche fornendo una griglia normativa in grado di chiarire i reciproci rapporti; - la descrizione del complesso tema del degrado paesaggistico e dei rischi di degrado e la declinazione dei conseguenti orientamenti normativi e di indirizzo per la riqualificazione delle situazioni già in parte o in toto compromesse e la prevenzione di futuri fenomeni di compromissione; - il completamento degli indirizzi e delle disposizioni per la pianificazione comunale, provinciale delle aree protette, al fine di rendere le azioni di piano più incisive e coordinate, e coerenti con i criteri di monitoraggio e controllo che la Regione si sta dando anche tramite il SIT integrato; - approccio propositivo e non solo difensivo della pianificazione paesaggistica ... - una maggiore enfasi alla valorizzazione dei percorsi e dei luoghi che possono contribuire a sviluppare ulteriori e auspicabili modalità di fruizione e apprezzamento del paesaggio (omissis). Il tema di maggiore complessità introdotto, anche alla luce di quanto richiesto dal Codice dei Beni culturali e del paesaggio, in particolare dall’art 143, comma 1, lettera g), riguarda l’individuazione delle aree significativamente compromesse o degradate dal punto di vista paesaggistico, e la proposizione di specifici indirizzi per gli interventi di riqualificazione, recupero e contenimento del degrado. Vengono introdotte in tal senso nella cartografia del Piano paesaggistico specifiche tavole volte ad evidenziare le situazioni di maggiore attenzione, in termini e su scala regionale, per l’individuazione delle aree e degli ambiti di degrado paesaggistico riconosciuto e per la presenza di processi potenzialmente generatori di degrado paesaggistico, definendo di conseguenza specifici indirizzi per gli interventi di riqualificazione e di contenimento di tali processi, dando anche indicazioni di priorità in merito ad interventi di compensazione territoriale ed ambientale inseriti in una prospettiva di miglioramento del paesaggio interessato dalle trasformazioni.

Focalizzando l’attenzione sul territorio di Peschiera Borromeo si evidenzia che il Piano Paesaggistico Regionale lo classifica come unità tipologica di paesaggio “bassa pianura” e all’ambito di contiguità con il Parco Agricolo Sud Milano in cui è parzialmente compreso4. Il PTPR, pertanto, colloca il territorio comunale di Peschiera Borromeo al all’interno del paesaggio della pianura cerealicola.

Il paesaggio della bassa pianura viene distinto nella cartografia a seconda degli orientamenti colturali prevalenti: foraggero nella parte occidentale della bassa pianura, cerealicolo in quella centrale e orientale. Esso si estende con grande uniformità in quasi

4 Questo fa si che sia soggetto all’Art. 18 (Tutela paesistica degli ambiti di specifico valore storico-ambientale e di contiguità ai parchi regionali) delle Norme di Attuazione e Indirizzi di Tutela del PTPR. L’articolo 18 sancisce nel punto 2 che “Relativamente agli ambiti di contiguità ai parchi regionali dell’Oglio Nord, Oglio Sud e Sud Milano (…) i Piani Territoriali di Coordinamento delle Province di Milano (…) per i territori di rispettiva competenza, dovranno assicurare la coerenza con le previsioni dei Piani Territoriali di Coordinamento dei parchi per le aree esterne ai parchi e il coordinamento tra le previsioni e le disposizioni dei P.T.C. delle province stesse; fino all’entrata in vigore dei P.T.C. provinciali valgono le previsioni degli strumenti urbanistici comunali”

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tutta la bassa pianura lombarda. Gli insediamenti prevalentemente hanno una matrice generatrice pre-romana, romana e medievale, dalla dimensione. Il sistema irriguo, derivato dai fiumi e dai fontanili, è l’elemento che ha determinato la sua destinazione agricola, la sua organizzazione e, dunque, il paesaggio. L’introduzione di nuove colture e la meccanizzazione dei lavori nei campi ha gravemente impoverito la tessitura minuta del paesaggio agrario, con l’eliminazione delle alberature, delle partizioni, della trama irrigua e di collegamento viario. Nella Bassa Milanese è la tendenza defluente dei cavi irrigui e dei canali a costruire la geometria ordinatrice del paesaggio. Nel territorio si leggono: caratteristiche tipologiche e gerarchiche nella distribuzione e complessità del reticolo idraulico; presenza di filari e alberature, ma anche boscaglie residuali che assumono forte elemento di contrasto e differenziazione del contesto; reticolo viario della maglia poderale e struttura dell’insediamento in genere basato sulla scala dimensionale della cascina isolata, del piccolo nucleo di strada, del centro ordinatore principale; vari elementi diffusivi di significato storico e sacrale. La bassa pianura quindi presenta grande ricchezza e diversità di elementi insediativi forse non immediatamente percepibili nella difficoltà degli orizzonti visuali di pianura, ma in sé consistenti e fortemente strutturati. Inoltre, riveste grande importanza, non solo paesistica, la ben nota fascia delle risorgive associata in molti casi, residualmente, ai prati marcitori. Al tempo stesso il Comune è anche attraversato ad occidente dal paesaggio delle fasce fluviali. nonché il PTR, a riguardo del contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica, evidenzia ambiti di degrado paesistico provocati da processi di urbanizzazione, infrastrutturazione pratiche e usi urbani, da sottoutilizzo e da criticità ambientali. Con riferimento agli elementi caratterizzanti il territorio di Peschiera Borromeo è utile riprendere alcune indicazioni normative.

Infrastruttura idrografica artificiale della pianura: principali navigli storici, canali di bonifica e rete irrigua (art. 21) 1. “ (omissis) 2. La tutela dell’infrastruttura idrografica artificiale persegue l’obiettivo di salvaguardare i principali elementi e componenti della rete, nelle loro diverse connotazioni (...) garantendone il funzionamento anche in riferimento alle potenzialità di risorsa paesaggistica e ambientale. sono da promuovere, in tal senso, azioni coordinate per lo sviluppo di circuiti ed itinerari di fruizione sostenibile del territorio che integrino politiche di valorizzazione dei beni cultural, del patrimonio e dei prodotti rurali, delle risorse ambientali e idriche, in scenari di qualificazione paesaggistica di ampio respiro; 3. (omissis) 4. (omissis) 5. (omissis)

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6. la rete irrigua nel suo complesso costituisce un valore paesaggistico regionale, le province e i parchi individuano, con consorzi irrigui e i consorzi di bonifica, criteri e modalità di manutenzione e riorganizzazione della stessa tendo conto del valore ecologico, (...) 7. I fontanili ancora attivi sono da salvaguardare e valorizzare in riferimento alla loro funzionalità idraulica ed ecosistemica, alla particolare connotazione vegetazionale ed al significato simbolico e testimoniale che rivestono nel sistema paesistico rurale, (...); al fine di valorizzare il ruolo storico e le valenze paesaggistiche e ambientali di questi luoghi, la pianificazione locale, (…) impedisce opere di urbanizzazione e nuova edificazione per una fascia di almeno 10 metri intorno alla testa del fontanile e lungo entrambi i lati dei primi 200 metri dell’asta promuove: a. il recupero e la riqualificazione (…); b. la tutela dell’alimentazione idrica (…).

Rete verde regionale (art. 24) 7. I comuni partecipano al’attuazione della rete verde regionale con la definizione del sistema del verde comunale nei propri PGT e, in particole, tramite l’individuazione dei corridoi ecologici e di un sistema organico del verde di connessione tra territorio rurale ed edificato, di cui all’articolo 9 comma 1 della l.r. 12/2005, coerenti con le priorità, di cui al precedente comma 3, indicate dalla pianificazione regionale e dai P.T.C. di parchi e province.

Individuazione e tutela dei Centri, Nuclei e Insediamenti Storici (art. 25) 1. La Regione assume come riferimento base per l’identificazione e la perimetrazione dei centri, nuclei e insediamenti storici, la prima levata delle tavolette IGM in scala 1/25.000. 2. I comuni, in base alle specifiche connotazioni paesaggistiche locali, valutano l’opportunità di utilizzare per l’individuazione di centri, nuclei e insediamenti storici anche altre rappresentazioni cartografiche relative allo stato di fatto del territorio comunale precedenti al 1950. 3. (omissis) 4. (omissis) 5. (omissis) 6. (…) i comuni riportano sulla cartografia aggiornata aerofotogrammetrica, in loro possesso, i perimetri dei centri, nuclei e insediamenti anche di carattere rurale, comprendendovi gli eventuali spazi aperti pubblici e privati interclusi, ed esterni adiacenti, nonché la individuazione di edifici isolati e/o manufatti di rilievo storico- ambientale, specificando e motivando eventuali scostamenti rispetto a quanto contenuto nella cartografia di cui al comma 1. 7. (omissis)

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8. Il PGT individua le misure e le azioni più idonee per salvaguardare e promuovere il recupero dei centri e nuclei di antica formazione e degli insediamenti rurali tradizionali, nel rispetto delle specifiche connotazioni identitarie legate agli aspetti storico-architettonici e ai consolidati sistemi ed elementi di relazione con il contesto.

Riconoscimento della viabilità storica e di interesse paesaggistico (art. 26) 1. “(omissis) 2. Rientrano nei compiti e negli obiettivi della pianificazione paesaggistica il riconoscimento e la tutela della viabilità che presenta i seguenti requisiti: - rete fondamentale di grande comunicazione (…); - tracciati viari storici (…); - viabilità di fruizione panoramica e ambientale (…). 3. (omissis) 4,5,6,7,8,9, 10, 11 (omissis) 12. In prima applicazione si riconosce come viabilità di fruizione ambientale e panoramica di rilevanza regionale quella indicata dalla tavola E, e correlati repertori, come: Tracciati guida paesaggistici. 13, 14 (omissis) 15. I comuni in sede di predisposizione o di revisione dei PGT, o con provvedimento specifico, riconoscono la viabilità di cui al presente articolo e inseriscono nei rispettivi piani urbanistici norme idonee a tutelarne la riconoscibilità e i rapporti con il contesto, tenuto conto delle funzioni attualmente svolte dalle strade stesse e delle caratteristiche del territorio attraversato.” 16. Ai tracciati di cui ai commi precedenti si applicano gli indirizzi e le raccomandazioni di tutela contenuti nel Piano di sistema relativo ai tracciati base paesistici.

Riqualificazione paesaggistica di aree ed ambiti degradati o compromessi e contenimento dei processi di degrado) (art. 28) 1. Ai fini paesaggistici, le aree e gli ambiti ove si registra la “perdita, deturpazione di risorse naturali e di caratteri culturali, storici, visivi, morfologici testimoniali”, ovvero la banalizzazione, l’impoverimento e la perdita dei caratteri paesaggistici identitari, vengono assunti quali aree e ambiti compromessi o degradati ovvero a rischio di degrado secondo le definizioni successivamente indicate. La condizione di degrado o compromissione è comunque connessa non solo alla perdita dei caratteri e valori preesistenti ma anche al riconoscimento del mancato raggiungimento di una nuova condizione qualitativamente significativa sul piano dell’abitabilità dei luoghi e al correlato arricchimento e/o valorizzazione del loro patrimonio naturalistico, artistico-culturale, estetico (durevole e dunque trasmissibile). Si definiscono:

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- Compromessi gli ambiti e le aree laddove si è manifestata la perdita definitiva e irreversibile della connotazione originaria, determinata sia da interventi di trasformazione sia da abbandono; - Degradati gli ambiti e le aree laddove si è manifestata la perdita parzialmente o totalmente reversibile della connotazione originaria, determinata sia da interventi di trasformazione sia da abbandono,; - a rischio di degrado/ compromissione gli ambiti e le aree laddove è possibile prevedere a breve/medio termine il determinarsi di fenomeni di degrado e/o compromissione paesaggistica. 2. (omissis) 3. Nelle aree e negli ambiti indicati al precedente comma 1 la disciplina paesaggistica persegue i seguenti obiettivi: - nelle aree e negli ambiti degradati o compromessi, favorire gli interventi di recupero e riqualificazione ai fini di reintegrare o reinterpretare i valori paesaggistici preesistenti ovvero di realizzare nuovi valori paesaggistici correlati con questi; - nelle aree e negli ambiti a rischio di degrado e/o compromissione paesaggistica mettere in atto misure di prevenzione e di contenimento dei processi che lo determinano; - concentrare prioritariamente gli interventi di compensazione in tali aree ed ambiti ai fini del perseguimento delle finalità soprindicate. 4. (omissis) 5. In applicazione del criterio di maggior definizione, di cui all’articolo 6, gli atti a valenza paesistica di maggior dettaglio ed in particolare i P.G.T. e i P.T.C. di parchi e province, a fronte degli studi paesaggistici compiuti: - verificano e specificano la delimitazione delle aree e degli ambiti di degrado o compromissione del paesaggio e di quelli a rischio di degrado/compromissione paesaggistica secondo le tipologie indicate nella Parte quarta degli Indirizzi di tutela del presente piano; - ne articolano la relativa disciplina d’uso e i programmi di riqualificazione in coerenza con i contenuti e gli obiettivi paesaggistici locali, tenendo conto di quanto prescritto dal presente articolo e degli obiettivi di riqualificazione e di contenimento del degrado indicati al precedente comma 3 e secondo quanto indicato nella Parte quarta degli Indirizzi di Tutela del presente piano. 6, 7, 8, 9, 10, 11 (omissis) 12. Al fine di facilitare l’attuazione di azioni coordinate di riqualificazione paesaggistica e di prevenire possibili forme di futuro degrado e compromissione, valgono comunque le presenti indicazioni e prescrizioni regionali: a) il recupero delle aree dismesse in contesto urbano o periurbano deve essere orientato non solo al recupero funzionale e urbanistico delle stesse ma anche, previa

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riqualificazione delle matrici ambientali, alla riqualificazione e qualificazione paesaggistica (omissis); b) i piani cave provinciali definiscono ex ante scenari di recupero complessivo delle aree oggetto delle previsioni estrattive a cessata attività, precisando le linee di interazione con le previsioni di potenziamento e valorizzazione della rete verde provinciale e regionale, di riqualificazione e valorizzazione del territorio (omissis); c) i nuovi impianti di trattamento rifiuti devono prevedere adeguati interventi di sistemazione degli spazi pubblici o di pubblico affaccio e di potenziamento del verde al fine di limitarne l‟impatto paesaggistico e ricostruire qualificanti elementi di correlazione con il contesto, in ogni caso detti impianti non possono essere collocati nelle seguenti tipologie di territori: - territori contermini ai laghi, di cui alla lettera b) articolo 142 del D. Lgs. 42/2004, - immobili ed aree di cui all’articolo 157 e alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 134 del D.Lgs. 42/2004, fatti salvi impianti di termovalorizzazione correnti con la programmazione regionale, - in adiacenza a immobili ed aree di cui agli articoli 10 e 11 del D. Lgs. 42/2004, - sono comunque fatte salve indicazioni e prescrizioni più restrittive di cui ai precedenti articoli del presente Titolo o derivanti da specifica disciplina di tutela definita dalla Giunta Regionale in riferimento a singoli beni paesaggistici o a particolari ambiti di rilevanza paesaggistica, - si applicano inoltre, per le diverse fattispecie di interventi e impianti, le indicazioni specifiche più restrittive contenute negli atti di indirizzo, di pianificazione e di attuazione della normativa comunitaria, nazionale e regionale relativa i rifiuti; d) le nuove grandi strutture di vendita e di centri commerciali non possono di massima interessare gli ambiti di parchi e riserve naturali e di P.L.I.S., in ogni caso, (omissis), considerando in tal senso: - qualità e quantità degli elementi verdi e dei percorsi ciclo-pedonali di connessione con le reti verdi provinciali e comunali, - la previsione di interventi compensativi specificamente orientati alla riqualificazione e ricomposizione paesaggistica di aree all’intorno, - l’attenta e organica progettazione degli affacci sulla viabilità pubblica con specifica cura dei prospetti architettonici e delle aree pedonali e di parcheggio, - sono fatte salve indicazioni o prescrizioni più specifiche di cui ai precedenti articoli del presente Titolo e alla disciplina di tutela a corredo delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico di beni paesaggistici; e) piani e progetti relativi a nuove aree e impianti industriali, poli logistici e grandi impianti tecnologici, devono prevedere una specifica quota della superficie scoperta da dedicare alla realizzazione di elementi verdi di inserimento paesaggistico e ambientale, (omissis);

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f) l‟interramento delle linee elettriche è da promuovere prioritariamente nei parchi e nelle riserve naturali e in corrispondenza di aree e beni di cui alla lettere a) e b) di cui all’articolo 136 del D. Lgs. 142/2004; g) l’installazione di impianti di tele e radio comunicazione è da limitare il più possibile in tutte le aree e gli immobili di cui all’ articolo 136 dello stesso D. Lgs. 42/2004, gli enti territoriali competenti individuano in tal senso criteri di esclusione degli stessi in riferimento alle esigenze di tutela dei caratteri connotativi del paesaggio, sono fatte salve eventuali prescrizioni indicate nella disciplina di tutela a corredo delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico o degli atti di cui all’articolo 157 del D. Lgs. 42/2004 e succ. mod. e integ.; h) l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, e in particolare di impianti eolici e grandi impianti fotovoltaici, in mancanza di specifici criteri per il corretto inserimento paesaggistico, tengono prioritariamente conto delle indicazioni di tutela, salvaguardia e (omissis); i) fatte salve le indicazioni contenute nei Piani di sistema Tracciati base paesistici, di cui al precedente articolo 11 comma 3 lettera b), e quanto in merito indicato per la pianificazione locale e la verifica paesaggistica dei progetti, le previsioni e i progetti di nuove infrastrutture della mobilità devono essere corredati da specifico studio e indicazioni progettuali relativi al disegno degli spazi liberi contermini e alla organizzazione di strutture e spazi di servizio, volti a garantire: la salvaguardia delle componenti paesaggistiche di maggiore connotazione del contesto, la non occlusione di visuali significative, la minor compromissione possibile di corridoi verdi ed ecologici, l’introduzione di elementi significativi e coordinati di correlazione con il contesto in riferimento ad equipaggiamenti verdi delle fasce stradali e ricostruzione di alberate e macchie boschive, la riqualificazioni di situazioni di degrado e compromissione paesaggistica dei territori attraversati in coerenza con gli obiettivi locali di ricomposizione del paesaggio; sulla base di detti studi e indicazioni vengono altresì individuati, con gli enti locali, gli interventi compensativi prioritariamente finalizzati al miglioramento del paesaggio in riferimento all’inserimento dell’infrastruttura; j) Al fine di evitare la formazione di situazioni di degrado e di promuovere una migliore qualificazione paesaggistica del territorio regionale, nel caso di interventi di razionalizzazione della viabilità esistente che comportino la dismissione di tronchi o tratti stradali a seguito di varianti di percorso, l’Ente gestore predispone e attua, ove possibile,un progetto di recupero e valorizzazione paesaggistica (omissis). 13, 14, 15 (omissis) 16. Al fine di promuovere la riqualificazione degli ambiti degradati, prevenire fenomeni di degrado e potenziare la rete verde regionale, la Giunta regionale supporta e propone azioni locali integrate tramite: la realizzazione di sistemi verdi

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agroalimentari, lo sviluppo di scenari di riqualificazione paesaggistica locale condivisi, l’individuazione di specifici piani d’area.

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Figura 4_DdP tavola A "Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio" [estratto PTR]

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Figura 5_DdP tavola G "Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale" [estratto PTR]

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2.3 La rete ecologica Regionale [RER]

La D.g.r. 27 dicembre 2007- n.8/6415 - Criteri per l’interconnessione della Rete Ecologica Regionale con gli strumenti di programmazione territoriale degli enti locali fornisce alle Province ed ai Comuni lombardi i riferimenti necessari per l’attuazione delle reti ecologiche in Lombardia, in coerenza con l’impianto del Piano Territoriale Regionale (PTR), ai sensi della l.r. n.12/05. Esso si colloca all’interno del processo di progressiva precisazione del PTR, e deve pertanto essere considerato come un primo documento colto a fornire schemi generali di azione. Il PTR riconosce la RER tra le infrastrutture prioritarie per la Lombardia e ne definisce i contenuti generali al capitolo 1.5.6. Gli obiettivi generali della RER sono: - riconoscere le aree prioritarie per la biodiversità; - individuare un insieme di aree e azioni prioritarie per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di ricostruzione naturalistica ai vari livelli territoriali - fornire lo scenario ecosistemico di area vasta e i collegamenti funzionali per: - l’inclusione dell’insieme dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000 (Direttiva Comunitaria 92/43/CE); - il mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette nazionali e regionali; - l’identificazione degli elementi di attenzione da considerare nelle diverse procedure di Valutazione Ambientale; - l'integrazione con il Piano stralcio per l'assetto idrogeologico (PAI) del Po che costituisce riferimento per la progettazione e la gestione delle reti ecologiche (comma 12, art.1, N.A. del PAI). - articolare il complesso dei servizi ecosistemici rispetto al territorio, attraverso il riconoscimento delle reti ecologiche di livello provinciale e locale (comunali o sovracomunali). Con la delibera 8/8515 del 26 novembre 2008 si propone l’inclusione di criteri attuativi della rete ecologica regionale tra gli strumenti operativi ai sensi dell’art.20, comma 2, della proposta di PTR approvata con d.g.r. n. 6447/2008. Le strutture fondanti della rete ecologica regionali, rappresentate nella mappa riportata nel seguito, sono state distinte in elementi primari e secondari, in relazione alla loro importanza ecosistemica, ambientale e paesaggistica. Gli elementi primari, così definiti in quanto rappresentano il sistema portante del disegno di rete, sono: aree di primo livello, interne ed esterne alle aree prioritarie per la biodiversità; gangli primari, nodi prioritari sui quali appoggiare i sistemi di relazione spaziale all’interno del disegno di rete ecologica;

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corridoi primari, elementi fondamentali per favorire la connessione ecologica tra aree inserite nella rete; varchi, identificabili con i principali restringimenti interni agli elementi della rete oppure con la presenza di infrastrutture lineari all’interno degli elementi stessi.

Gli elementi secondari svolgono una funzione di completamento del disegno di rete e di raccordo e connessione ecologica tra gli elementi primari. Per la Rete Ecologica Comunale si rinvia la trattazione alla Relazione di progetto del Documento di Piano.

2.4 Il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano [PTC].

2.4.1 La partizione generale dei territori del parco Il parco regionale di cintura metropolitana “Parco Agricolo Sud Milano” (di seguito PASM) è stato istituito con la LR 24/1990. Ai sensi dell’art. 2 della LR 32/96 “Integrazioni e modifiche alla LR 86/83 (…)” è classificato quale Parco regionale agricolo di cintura metropolitana. Con DGR 7/818 del 3 agosto 2000, è stato approvato il Piano Territoriale di Coordinamento (di seguito PTC) del Parco Agricolo Sud Milano. Il piano disciplina il territorio del parco individuato da un apposito perimetro. Nel PTC sono perimetrate le riserve naturali e le aree che costituiscono parco naturale ai sensi della LR 32/96 in attuazione della L.394/91 “Legge quadro sulle aree protette” da approvarsi con apposita legge regionale. Fino all’approvazione della predetta legge le medesime aree sono soggette alla disciplina dettata dal PTC stesso e in particolare alle disposizioni di cui al Capo II. Ai sensi dell’art. 1 della relative Norme di Attuazione, “le previsioni urbanistiche del PTC sono immediatamente vincolanti per chiunque, sono recepite di diritto nelle negli strumenti urbanistici generali dei Comuni interessati e sostituiscono eventuali previsioni difformi che vi fissero contenute”.

Alla Tav. A “Articolazione territoriale delle previsioni di piano”, il PTC individua la partizione generale del territorio del parco, distinguendo le diverse parti del territorio in funzione delle peculiarità proprie di ciascun ambito. In particolare vengono individuati tre ambiti a carattere generale a) “Territori agricoli di cintura metropolitana”, b) “Territori agricoli e verde di cintura urbana - ambito dei Piani di cintura urbana” e c) “Territori di collegamento tra città e campagna – fruizione” disciplinati, rispettivamente agli artt. 25, 26 e 27 delle relative Norme di Attuazione. All’interno della partizione generale sopra descritta, il PTC del parco dettaglia la destinazione delle diverse parti del proprio territorio distinguendo tra gli “Ambiti delle tutele ambientali, paesistiche e naturalistiche” di cui agli artt. dal 28 al 34 -vi rientrano le aree appositamente

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perimetrate ai fini della proposta di istituzione di parco naturale ai sensi dell’art. 1-, gli “Ambiti della fruizione”, di cui agli artt. dal 35 al 37, e infine gli “Elementi puntuali di tutela” disciplinati al Capo IV artt. da 38 al 44, ciò in relazione alle peculiarità e alle connotazioni proprie di ciascun ambito.

Si riportano, di seguito, i principali contenuti del PTC del Parco, con riferimento alle aree e agli elementi del territorio comunale che vi sono compresi. Ai fini del previsto adeguamento del Piano di Governo del Territorio al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco, dette aree ed elementi sono disciplinati alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole.

Territori Agricoli di cintura metropolitana (art. 25 NA) Si tratta delle aree che per collocazione, compattezza e continuità nonché per l’elevata produttività sono destinate all’esercizio e alla conservazione della funzione agricolo- produttiva assunte quale settore strategico prioritario per la caratterizzazione e la qualificazione del Parco. Per detti ambiti il PTC del Parco detta all’art. 25 delle relative Norme di attuazione un’apposita disciplina, sostanzialmente volta alla conservazione dell’integrità e della compattezza di detti ambiti e del relativo patrimonio edilizio rurale esistente, definendo altresì gli interventi edilizi ammessi in relazione allo svolgimento dell’attività agricola nonché le norme per la trasformazione d’uso degli edifici e delle strutture rurali. Per quanto riguarda il territorio del Comune di Peschiera Borromeo, si tratta di parte dei territori più orientale del territorio comunale, sostanzialmente coincidenti con lo spazio agricolo centrale che include al suo interno il sistema delle cascine.

Territori agricoli e verde di cintura urbana, ambito dei piani di cintura urbana (art. 26 NA) Si tratta dei territori per i quali il PTC del Parco, in considerazione della loro collocazione intermedia tra l’agglomerato dell’area milanese e i vasti territori agricoli di cintura metropolitana, dispone la redazione di appositi piani di cintura di iniziativa dell’Ente Gestore di concerto con i comuni interessati. Le finalità perseguite per tali ambiti sono volte alla salvaguardia, al recupero paesistico ambientale e di difesa dell’attività agricola produttiva con la realizzazione di interventi anche legati alla fruizione delle aree del parco quali aree a verde attrezzature sociali e ricreative impianti sportivi e funzioni di interesse generale. Relativamente al Comune di Peschiera Borromeo, rientrano in tale seconda categoria i territori contigui all’idroscalo nonché quelli posti nella porzione settentrionale la valle del Lambro. In particolare, detti ambiti ricadono rispettivamente nel Piano di Cintura Urbana comparto 4 (PCU 4) Parco est “Idroscalo” e nel Piano di Cintura Urbana comparto 5 (PCU 5) “Lambro Monluè” per i quali l’Allegato A alle NTA detta gli orientamenti e gli indirizzi.

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In particolare per il Comparto 4, all’interno del quale ricadono parte dei territori di Milano, Segrate, oltre a Peschiera Borromeo, tali orientamenti e indirizzi sono finalizzati alla “creazione di un sistema continuo di parchi urbani: dall’Idroscalo al Parco Forlanini in direzione Milano e ad est dell’idroscalo in direzione dei quartieri San Felice e San Bovio. Previsione di sviluppo-rafforzamento della funzione di polo sportivo – ricreativo di livello metropolitano oggi svolta dall’Idroscalo, in particolare attraverso l’utilizzo delle aree poste ad est dell’Idroscalo stesso. Recupero delle cave cessate in comune di Peschiera”. Per il Comparto 5 “Lambro Monluè” al quale sono interessati oltre al territorio del Comune di San Donato, quelli dei comuni di Milano e Peschiera Borromeo, il Parco esplicita i seguenti orientamenti e indirizzi “I temi dominanti sono la presenza del Fiume Lambro e la sistemazione delle sponde, la valorizzazione del nucleo di Monluè compreso il parco urbano del Comune di Milano, il recupero delle aree di degrado a Sud dell’aeroporto di Linate”. E’ importante sottolineare che i territori del comune ricompresi all’interno del parco ricadono per una porzione significativa all’interno dei due Piani di cintura sopra descritti. Fanno infatti eccezione le aree a nord di San Bovio (comparto m) e quelle intercluse fra la frazione di Bettola e Zeloforamagno a sud di via 25 Aprile(comparto n), le quali rientrano negli ambiti della fruizione, la zona di interesse naturalistica del Carengione, il tratto vallivo più meridionale del Lambro e la parte orientale del Comune.

Territori di collegamento tra città e campagna – Ambiti della Fruizione (art. 27 NA) Interessano le aree definite di collegamento tra città e campagna le quali, per la loro collocazione costituiscono fasce di raccordo tra i territori di cintura metropolitana e le conurbazioni, esterne al parco. La finalità perseguita dal piano è essenzialmente quella della fruizione di tali aree da parte del pubblico in funzione ricreativa, educativa, culturale e sociale, nel rispetto dell’ambiente naturale e dell’attività agricola. In particolare detta finalità è perseguita attraverso un apposito strumento di attuazione, il “Piano di Settore della Fruizione”, strumento di iniziativa dell’Ente Gestore che lo approva, sentito il consiglio direttivo del Parco, in esso vengono determinati interventi e trasformazioni ammesse secondo quanto stabilito agli artt. 19 e 35 delle NTA del PTC. Rientra in tale terza partizione generale la porzione di territorio comunale compreso tra le conurbazioni di Zeloforamagno e Bettola a sud di via 25 Aprile(comparto n) nonché le aree a nord di San Bovio (comparto m). Detti territori ricadono precisamente all’interno del Comparto di fruizione “m” e “n” per i quali l’Allegato B alle NTA detta orientamenti e indirizzi progettuali sostanzialmente volti: - all’estensione delle attrezzature già esistenti attorno al Lago Malaspina con interventi rivolti alla forestazione urbana (comparto m); - all’estensione delle attrezzature culturali, ricreative e sportive a partire già dal parco esistente attorno al lago di cava recuperato(comparto n).

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Secondo le disposizioni del PTC del Parco, i Comuni possono contribuire alla definizione, coerentemente ai contenuti del Piano di Fruizione, degli interventi necessari in ordine alla realizzazione di aree a standard per verde e impianti sportivi, ovvero, anche in assenza del piano della fruizione acquisito l’assenso del Parco, per la realizzazione degli interventi elencati all’art. 19, c. 3 tra cui “percorsi pedonali, ciclabile, equestri, spazi per la sosta aree verdi attrezzate per il gioco all’aria aperta, parcheggi prioritariamente in corrispondenza degli spazi di sosta e delle aree verdi attrezzate (…)”. Quanto agli interventi ammessi per i complessi rurali non più funzionali all’attività agricola, finalizzati alla trasformazione a residenza dell’originaria destinazione, essi sono accettati nel rispetto delle disposizioni di cui al c. 4 dell’art. 27, lett. da a) a d), dovendo essere preliminarmente verificata l’idoneità delle infrastrutture viarie e la vicinanza al centro abitato, la domanda aggiuntiva di servizi pubblici in relazione al nuovo peso insediativo, nonché dovendo detti interventi non comportare ampliamenti ed essere improntati alla tutela storico-monumentale e ambientale - paesistica.

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Legenda

Figura 6_PTC Parco Agricolo Sud Milano, Tavola A "Articolazione territoriale delle previsioni di Piano"

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2.4.2 Gli ambiti delle tutele ambientali, paesistiche e naturalistiche

Zone di interesse naturalistco (art. 31 NA) Nel caso del Comune di Peschiera Borromeo,il PTC del Parco individua un ambito di tutela e valorizzazione paesistica, un zona di interesse naturalistico ricadente nel bosco del Carengione. Per tale area il PTC ha come “obiettivo quello di favorire la massima espressione delle potenzialità naturali, sia sotto il profilo vegetazionale, sia sotto il profilo faunistico, è prevalente rispetto all'esercizio economico dell'agricoltura”. Per tale ambito, inoltre, il PTC del Parco propone l’istituzione di parco naturale, ai sensi dell’art. 1 delle relative NTA. Come già detto al paragrafo precedente, le aree ricadenti in tale ambito sono interamente comprese all’interno del perimetro di proposta di parco naturale ai sensi delle LLRR 86/83 e 32/96, in attuazione della L. 394/91 “Legge quadro sulle aree protette”.

Zone di transizione agricolo/naturalistico (art. 32 NA) Nel caso del Comune di Peschiera Borromeo, si tratta aree che circondano il Bosco del Carengione e che il PTC del Parco prescrive al mantenimento ed al potenziamento di situazioni ecotonali ed alla costituzione di corridoi ecologici tra zone classificate di interesse naturalistico dallo stesso. Tali zone sono interamente ricomprese nel perimetro di parco naturale ai sensi dell’art.1 delle NTA del Parco. In tali zone prioritariamente il permanere delle attività agricole tradizionali e favorisce il potenziamento ed il miglioramento naturalistico delle fasce alberate, della vegetazione di ripa, dei filari e dell’ambito attraversato dal Lambro per il quale il PTC propone l’istituzione di parco naturale, ai sensi dell’art. 1 delle relative NTA. Esso rientra dunque tra le aree del parco “interessate dalla presenza dei corsi d’acqua, dai relativi ambiti vallivi e delle aree a contorno delle incisioni fluviali, tendenzialmente ribassate rispetto al piano fondamentale della pianura”.

Zone di protezione delle pertinenze fluviali (art. 33 NTA) Nel caso del Comune di Peschiera Borromeo, si tratta dell’ambito attraversato dal Lambro per il quale il PTC propone l’istituzione di parco naturale, ai sensi dell’art. 1 delle relative NTA. Esso rientra dunque tra le aree del parco “interessate dalla presenza dei corsi d’acqua, dai relativi ambiti vallivi e delle aree a contorno delle incisioni fluviali, tendenzialmente ribassate rispetto al piano fondamentale della pianura”. Le “zone di protezione delle pertinenze fluviali” sono disciplinate dall’art. 33, il quale detta disposizioni volte al rafforzamento, alla ricostruzione e alla valorizzazione dei caratteri di naturalità e al consolidamento idrogeologico e rinvia altresì al Piano di Settore “Vulnerabilità idrogeologica” di cui all’art. 18. Per queste zone il PTC del Parco propone l’estensione del vincolo idrogeologico 8 art. 33, c. 2 nonché il recepimento del Piano di Assetto Idrogeologico (art. 18).

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Zona di tutela e valorizzazione paesistica (art. 34 NA) Comprendente aree di particolare interesse e rilevanza paesistica per morfologia del suolo, densità dei valori ambientali, storici e naturalistici, in cui l’attività agricola contribuisce a mantenere e migliorare la qualità del paesaggio; fanno parte di tale zona anche aree i cui caratteri del paesaggio agrario vanno valorizzati e rafforzati. In questa zona si privilegiano “interventi di tutela, valorizzazione e ricostruzione degli elementi compositivi della trama del paesaggio agrario, quali la rete irrigua, le alberature di ripa, gli edifici rurali e il relativo reticolo storico di connessione.

Sub – zone parchi urbani – Impianti sportivi e ricreativi esistenti (art. 36NA) Il PTC del Parco individua all’interno del parco le aree interessate da parchi urbani e da complessi sportivi e ricreativi esistenti o progettati, per i quali valgono le previsioni degli strumenti urbanistici comunali; i progetti non ancora realizzati e le eventuali varianti sono inviate al parco per essere sottoposti al parere previsto dalle presenti norme. Omissis. Nelle sub-zone di cui al presente articolo valgono le prescrizioni di cui all’art. 35, comma 3.

Sub – zona cave cessate (art. 37 NA) Nelle sub-zone cave cessate, l’ente gestore del parco, d’intesa con i comuni interessati ed in assonanza con gli indirizzi di cui al piano cave, promuove specifici progetti per il recupero ambientale nel rispetto delle norme di cui all’art. 39 della LR 14/1998. Il piano di fruizione, di cui all’art.19, relativamente alla sub-zona cava cessata, precisa ulteriormente le caratteristiche e i limiti di ammissibilità degli interventi. Per gli specchi d’acqua artificiali, di cui è ammessa l’attrezzatura di uso pubblico, salvo diverse disposizioni del piano di settore: a) omissis, b) una quota continua, di almeno il 20% del totale delle sponde, resta inaccessibile al pubblico, c) le sponde, salvo i percorsi e gli accessi per il pubblico od altre esigenze progettuali, sono piantumate con vegetazione autoctona, d) è comunque vietata la navigazione a motore, e) è ammessa la recinzione dell’intero spazio attrezzato, comprese le pertinenze, f)omissis. (omissis)

Fontanili e zone umide (art.41 NA) I fontanili attivi esistenti e gli ambiti vegetazionali e idrogeologici connessi agli stessi e alle relative aste costituiscono zone umide il cui sistema complesso è contemporaneamente di alto valore naturalistico e ambientale, funzionale agli usi agricoli e tipico del paesaggio della pianura irrigua. I comuni, in accordo con l’ente gestore del parco, possono prevedere la creazione di piccole attrezzature di osservazione di studio, percorsi pedonali necessari alle visite, purchè compatibili con le finalità della conservazione, della valorizzazione naturalistica e dell’uso irriguo, disciplinati anche dal PSA. I fontanili sono attivamente conservati dai proprietari e conduttori nel loro assetto tradizionale effettuando tutte le operazioni di pulizia e

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drenaggio volte ad impedire l’eventuale riempimento spontaneo. Inoltre entro una fascia di 10m dal limite dell0incisione morfologica della testa e lungo l’asta del fontanile, almeno per il primo tratto di 200m, deve essere mantenuta la vegetazione spontanea. L’ambito dei fontanili e le relative aree di rispetto, per le quali è vietata ogni opera di trasformazione, sono definiti transitoriamente da una fascia non inferiore a 50m misurati dall’orlo dei fontanili.

Percorsi di interesse storico-paesistico (art. 43 NA) Percorsi di origine storica o di particolare interesse per la percezione del paesaggio agrario del parco (…) sono parte strutturante del sistema della fruizione del Parco.

Non da ultimo, si deve tenere presente anche il Piano di Settore Agricolo del Parco (PSA) approvato con deliberazione del Consiglio Direttivo n. 33 del 17 luglio 2007, ai sensi dell’articolo 7 delle NTA del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco.

Come già detto al paragrafo precedente, le aree ricadenti in tale ambito sono interamente comprese all’interno del perimetro di proposta di parco naturale ai sensi delle LLRR 86/83 e 32/96, in attuazione della L. 394/91 “Legge quadro sulle aree protette”. La parte più settentrionale dell’ambito risulta anche inclusa nel Piano di Cintura Urbana comparto 5 (PCU 5) “Lambro Monluè”, cui si è già accennato in precedenza.

2.4.3 Elementi puntuali di tutela e Aree

Nuclei di grande valore storico-architettonico (art. 38 NA) Si tratta dei nuclei di grande valore storico-architettonico già oggetto di vincolo ai sensi del DLgs 42/2004 che per posizione, caratteristiche morfologiche e tipologiche, presenza di elementi architettonici di rilievo o per valori storico-paesistici sono ritenuti meritevoli di tutela. Ai sensi dell’art. 38 delle NTA, la disciplina dei beni rientranti in tale categoria è demandata agli strumenti urbanistici comunali nel rispetto delle disposizioni statali e, nel caso di ristrutturazione urbanistica, previo piano attuativo esteso all’area perimetrata dal PTC del Parco. Nel territorio comunale viene individuato come tale il nucleo di Mirazzano e il castello Borromeo.

Insediamenti rurali isolati di interesse paesistico (art. 39 NA) Si tratta degli insediamenti rurali isolati di interesse paesistico che per posizione, caratteristiche morfologiche e tipologiche, presenza di elementi architettonici di rilievo o per valori paesistici sono ritenuti meritevoli di tutela. Ai sensi dell’art. 39 delle NTA, la disciplina dei beni rientranti in tale categoria è demandata agli strumenti urbanistici

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comunali nel rispetto delle disposizioni di cui al c. 3 e, nel caso di ristrutturazione urbanistica, previo piano attuativo esteso all’area perimetrata dal PTC del Parco. Sono individuati quali “Insediamenti rurali di interesse paesistico” la cascina Biassano, già oggetto di un intervento di recupero secondo le disposizioni del PTC, e la cascina Giberta, la cascina Fiorano; la cascina Boscana.

Emergenze storico-architettoniche (art. 40 NA) Si tratta di complessi e singoli edifici considerati dal piano di rilievo storico- architettonico e monumentale che per caratteristiche morfologiche e tipologiche, presenza di elementi architettonici di rilievo o per valori storico-archiettonici sono ritenuti meritevoli di tutela. Ai sensi dell’art. 40 delle NTA, la disciplina dei beni rientranti in tale categoria è demandata agli strumenti urbanistici comunali nel rispetto delle disposizioni di cui al c. 3 e, nel caso di ristrutturazione urbanistica, previo piano attuativo esteso all’area perimetrata dal PTC del Parco. Sono individuati quali “Insediamenti rurali di interesse paesistico” la cascina Longhignana, già oggetto di un intervento di recupero secondo le disposizioni del PTC.

Navigli e corsi d’acqua (art. 42 NA) Ai sensi dell’art. 42 della NTA, il sistema delle acque irrigue è sottoposto a tutela, in quanto parte integrante della struttura morfologica del tessuto storico e paesistico e della infrastrutturazione agraria del territorio del Parco. In particolare, il Parco tutela l’integrità dei manufatti storici ad essi relativi mediante interventi di restauro e ripristino. Nelle more dell’approvazione di un apposito piano di settore, il PTC dispone l’inedificabilità in una fascia di 100 m dalle sponde. Sono altresì tutelati dal Parco alcuni altri corsi d’acqua minori, per le qualità paesistiche degli stessi o dei territori attraversati. Per tali corsi d’acqua sono tutelati in particolare, i tracciati storici, la naturalità delle sponde, i manufatti di derivazione o superamento, i ponti, rimanendo viceversa escluse le opere di copertura, intubamento, rettifica o impermeabilizzazione degli alvei.

Marciti e prati marcitori (art. 44 NA) All’interno del territorio comunale viene individuata, nel PTC del Parco, un’area marcite da tutelare in quanto valore di testimonianza della storia, del paesaggio agrario ed anche per la sua importanza sotto il profilo naturalistico. Si introduce la possibilità di eliminare la marcite solo previa autorizzazione dell’ente gestore del Parco, sentito il parere agronomico del competente servizio della Provincia di Milano.

Area di coltivazione cave (art. 45 NA) Ai soli fini ricognitivi, gli elaborati cartografici del PTC riportano gli ambiti di cava attiva. Al termine dell’attività estrattiva l’ambito sarà soggetto alle disposizioni di cui all’art. 37

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“sub-zona cave cessate”, in base alle quali l’Ente Gestore, d’intesa con i comuni interessati, promuove specifici progetti per il recupero ambientale. Nel caso di Peschiera Borromeo, rientra in tale categoria di aree l’ambito della cava San Bovio-Cascina Gallolo(ATEg259 e la cava Fornace (ATEg26).

2.4 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale [PTCP].

Come precisato all’art. 15 della LR n. 12/2005, il Piano territoriale di coordinamento provinciale è atto di indirizzo della programmazione socio-economica della Provincia, con efficacia paesaggistico-ambientale, che definisce: - gli obiettivi di sviluppo economico-sociale a scala provinciale; - il dimensionamento, la realizzazione e l’inserimento paesaggistico delle infrastrutture della mobilità, delle linee di comunicazione e delle infrastrutture di rete, la cui localizzazione sul territorio assume valore indicativo; - i criteri di individuazione a scala comunale degli ambiti destinati all’attività agricola; - gli elementi qualitativi a scala provinciale o sovracomunale e i contenuti minimi sui temi di interesse sovracomunale da recepire nel Piano di Governo del Territorio; - l’assetto idrogeologico del territorio; - le indicazioni puntuali per gli insediamenti di rilevanza sovracomunale; - le previsioni di tutela paesistica atte a raggiungere gli obiettivi del PTR, anche con individuazione di ambiti in cui sarebbe opportuno istituire parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS). Il PTCP vigente è stato approvato, ai sensi della LR 1/2000, nell’ottobre del 2003 (Del. C.P. n. 55 del 14 ottobre 2003). Con delibera G.P. n. 606/2009 è stato deliberato il nuovo avvio per il suo adeguamento alla LR 12/2005 e della contestuale Valutazione Ambientale Strategica. Fino al suddetto adeguamento, ai fini della valutazione di compatibilità con il PTCP dei Piani di Governo del Territorio, si applica la delibera G.P. n. 332/2006.

Lo strumento provinciale rappresenta lo snodo fra le strategie territoriali regionali e la pianificazione comunale e i diversi strumenti di settore. Il Piano delinea, al livello provinciale, il quadro organico di riferimento del sistema paesistico-ambientale, insediativo e delle infrastrutture della mobilità, delineando indirizzi di valorizzazione e tutela finalizzati a garantire la sostenibilità dello sviluppo. Esso punta pertanto a definire la maglia fondamentale delle reti e delle altre scelte strategiche di livello provinciale, lasciando alle Amministrazioni comunali -con cui la Provincia ha avviato, fin dalle prime fasi di redazione del Piano, una stretta collaborazione e cooperazione che ha portato

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all’organizzazione di 12 Tavoli Interistituzionali di confronto e di consultazione- l’attuazione degli obiettivi di Piano mediante lo sviluppo delle altre scelte territoriali. Il Comune di Peschiera Borromeo è compreso all’interno dell’ambito Sud-Est Milano. Secondo quanto stabilito dalla disciplina regionale vigente all’epoca della sua redazione (LR 1/2000) relativa alla compatibilità degli strumenti urbanistici comunali con la pianificazione provinciale, il Piano contiene indirizzi per la pianificazione comunale e un sistema articolato di regole e meccanismi incentivanti volti ad assicurare che le scelte comunali siano in linea con gli obiettivi tracciati dal piano. Ecosostenibilità, ossia l’assunzione di criteri di sviluppo sostenibile nella definizione delle politiche di programmazione, valorizzazione paesistica, quale verifica trasversale della qualità dello sviluppo, e sviluppo economico per l’attrattività e la competitività del territorio provinciale, rappresentano le principali strategie del piano.

2.4.1 Gli indirizzi per il Sistema paesistico-ambientale Il PTCP individua all’interno del territorio provinciale le “Unità Paesistico Territoriali” (cfr. PTCP, Tav. 6), sulle quali è basata la lettura e l’interpretazione progettuale del territorio. A ciascuna Unità Paesistico Territoriale vengono infatti associati i “Programmi di azione paesistica” che declinano il progetto di riqualificazione paesistico-ambientale del PTCP in azioni strategiche di livello locale, fondate sulle potenzialità paesistiche di ciascun ambito e sulle criticità ambientali rilevate. Il territorio del comune di Peschiera Borromeo, è compreso in parte nella “media pianura occidentale della fascia dei fontanili” e, in parte, nella “Valle del Lambro a sud e della Vettabbia”, per le quali il PTCP propone Programmi di azione paesistica.

Figura 7_Tavole 6 "Unità Paesistico territoriali" [PTCP]

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Le aree agricole del territorio comunale, sostanzialmente tutte comprese all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, vengono individuate dal PTCP della Provincia di Milano all’interno di due vasti comparti di aree definite “ambiti di rilevanza paesistica” e “ambiti di rilevanza paesistico fluviale”, in quest’ultimo caso coincidenti con la valle del Lambro e la Vettabbia (cfr. PTCP, Tav. 3g e art. 31 delle NdA). Si tratta, secondo la descrizione fornita dal PTCP, di “aree connotate dalla presenza di elementi di interesse storico, geomorfologico, naturalistico e in cui si manifestano dinamiche idrauliche, intese come sistemi territoriali costituiti dal corso d’acqua naturale e dal relativo contesto paesistico, caratterizzato da elementi morfologici, naturalistici, storico-architettonici e culturali. Sono altresì comprese le aree che necessitano di una riqualificazione dal punto di vista paesistico. Le modalità di intervento ammesse in tali zone rispondono al principio della valorizzazione”. Gli indirizzi del PTCP per la valorizzazione di tali ambiti, “mirano alla tutela e al potenziamento degli elementi e delle unità ecosistemiche che li caratterizzano, oltre che allo sviluppo di attività ricreative e culturali compatibili con l’assetto paesistico e, in riferimento alle aree fluviali, purché non in contrasto con le esigenze di tutela naturalistica e nel pieno rispetto della funzionalità ecologica di tali ambiti. E’ da perseguire la conservazione, la riqualificazione ed il recupero del paesaggio e dei suoi elementi costitutivi”. La Provincia assume questi ambiti come zone prioritarie per orientare contributi e finanziamenti derivanti dalle normative europee, nazionali e regionali di settore e promuove programmi e progetti strategici ai fini della loro valorizzazione.

L’analisi della struttura e degli elementi del paesaggio è stata effettuata ricomprendendo detti elementi all’interno di due grandi categorie “di interesse storico- paesaggistico” e “di interesse naturalistico-ambientale”. Tali categorie ricoprono gran parte del territorio comunale. Rientrano nel primo gruppo quegli elementi del patrimonio storico-architettonico che rendono possibile “lo studio dei processi storici e culturali che hanno definito forme e modalità di antropizzazione del territorio”. Con riferimento al territorio comunale, il PTCP include tra i “centri storici e nuclei di antica formazione” alcuni “brani” del tessuto storico peschierese (castello Borromeo, il nucleo di Mirazzano, Mezzate, San Bovio, Cascina Loghignana, Canzo, Linate, Zeloforamagno); figurano invece tra gli “insediamenti rurali di interesse storico” le cascine Carolina, del Bosco, Monasterolo, Deserta, Fornace, Bettola, Brusada, Giberta, Fiorano, Biassano,Pestazza, Boscana, e Longhignana, le ultime sei oltre al borgo di Mirazzano e del Castello definiti anche “insediamenti rurali di rilevanza paesistica”. Testimonianze significative della storia e della cultura che costituiscono emergenze puntuali vengono segnalate in corrispondenza della chiesa parrocchiale di San Bovio,

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Zeloforamagno, Mirazzano, Mezzate, Canzo e di Linate. Esempi di “architettura civile residenziale” vengono invece segnalate in corrispondenza di un immobili in San Bovio (n. 1 edificio), in Mezzate (n.3 edifici), in Canzo (n. 1 edificio), nel borgo del Castello Borromeo (n. 2 edifici), in Canzo (n. 1 edificio)e in Linate(n. 1 edificio). Da ultimo il PTCP segnala anche due architetture militari in corrispondenza della cascina Longhignana e del Castello Borromeo. Per quanto riguarda le aree a rischio archeologico, nel territorio comunale ne vengono individuate tre : ad est del castello Borromeo, ad est della cascina Monasterolo e nel centro di San Bovio. Tra le emergenze storiche si evidenzia anche il parco del castello Borromeo come facente parte dei “giardini e parchi storici”.

Di particolare interesse è inoltre l’individuazione del grande ambito territoriale di rilevanza naturalistica in località Carengione, coincidente con la proposta di parco naturale al cui interno ricade la zona di interesse naturalistico così come individuato dal PTC del Parco Agricolo Sud Milano. Il PTCP riprende anche i due ambiti della fruizione individuati nel PTC del Parco Agricolo Sud Milano, quali il comparto m e n. Gli indirizzi del PTCP prevedono per tali beni “la tutela conservativa, volta al mantenimento e al ripristino della loro originaria struttura e consistenza e al mantenimento dell’integrità e della significatività, anche estetico-visuale, del contesto paesistico-ambientale connesso, nonché la promozione di riutilizzi e recuperi, volti anche alla conservazione dei significati degli organismi, dei luoghi e dei contesti che li hanno prodotti originariamente”.

Tra gli elementi del paesaggio di interesse naturalistico-ambientale il PTCP individua i “percorsi di interesse paesistico”, i quali, collegando mete di interesse storico e ambientale permettono la conoscenza e la comprensione dei diversi paesaggi.

Figura 8_Composizione Tavole 3g- e 3h "Sistema paesistico ambientale" [PTCP]

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All’interno del territorio del comune di Peschiera Borromeo viene in particolare segnalato il percorso che provenendo da Segrate-quartiere San felice si snoda, prima attraverso la cascina Longhignana, poi verso la frazione di Mirazzano passando nel borgo del castello Borromeo raggiungendo Pantigliate. Sono altresì individuati, all’interno di tale gruppo di elementi le “aree boscate”, “arbusteti, siepi e filari”, e i “fontanili attivi e non attivi”. Gli elementi del paesaggio di interesse naturalistico-ambientale concorrono alla costruzione del progetto di ricostruzione della rete ecologica a livello provinciale. La “Rete ecologica” riportata alla Tav. 4 del PTCP individua in particolare, come corridoio ecologico, il reticolo idrografico che caratterizza il territorio di Peschiera Borromeo. In particolare i corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale risultano identificati come “principale corridoio ecologico dei corsi d’acqua”, nel caso del fiume Lambro, e come “corsi d’acqua minori da riqualificare a fini polivalenti” nel caso, ad esempio, il canale scolmatore. Ai fini del riequilibrio ambientale e della connessione dei sistemi naturali esistenti, la realizzazione di corridoi ecologici lungo i corsi d’acqua naturali e artificiali assume infatti una valenza estremamente rilevante. Specifiche linee guida per la realizzazione di tali interventi sono contenute nel “Repertorio B degli interventi di riqualificazione ambientale” allegato al PTCP. Ricade all’interno del territorio comunale, e più precisamente in corrispondenza del Carengione, un ganglio secondario al quale si applicano le disposizioni di cui all’art. 57 delle NA del PTCP.

Figura 9_Tavole 4 "Rete ecologica" [PTCP]

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In corrispondenza degli ambiti territoriali caratterizzati nel primo caso dalla Valle del Lambro, poi a sud dell’Idroscalo e fra l’idroscalo e San Bovio sono altresì individuate delle “Zona extraurbana con presupposti per l’attivazione di progetti di consolidamento ecologico”, alla quali si applicano ai fini della prescritta riqualificazione, le disposizioni di cui agli artt. 61 e 42 delle Norme di attuazione del PTCP nel caso di interventi di trasformazione.

Conformemente alla disciplina dettata dal PTCP la ricognizione di aree ed elementi storico architettonici operata ha mero valore indicativo e deve essere confermata alla scala di dettaglio in sede di redazione degli strumenti urbanistici comunali.

Ai fini della “Difesa del suolo” (cfr. PTCP, Tav. 2g-h e artt. da 44 a 47 delle NdA), il PTCP promuove “la prevenzione del rischio idrogeologico, il risanamento delle acque superficiali e sotterranee, la tutela degli aspetti ambientali attraverso la pianificazione e programmazione di interventi compatibili” nonché il recupero delle aree dismesse e da bonificare (Cfr. PTCP, art. 48 NdA) “per il contenimento del consumo di suolo, l’eliminazione della contaminazione dei suoli e la propagazione degli inquinanti”, a tale ultimo proposito il PTCP fornisce ai comuni un importante indirizzo quello dell’utilizzo preferenziale a fini urbanizzativi di tali aree, previa bonifica.

Figura 10_ Composizione Tavole 2g e 2h "Difesa del suolo" [PTCP]

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Le acque superficiali e sotterranee costituiscono un sistema complesso formato da un reticolo idrografico superficiale gerarchizzato in tratti principali e secondari, connesso a corpi idrici sotterranei a loro volta distinti in falda freatica superficiale e falde profonde”. E’ pertanto evidente che esse, interagendo dinamicamente, “costituiscono un ciclo idrogeologico la cui gestione deve avvenire in modo unitario, sia in termini qualitativi che quantitativi. Il PTCP rappresenta dunque un’importante occasione di innovazione politica e gestionale nel coordinamento degli interventi settoriali verso l’obiettivo comune del risanamento e della tutela, ma soprattutto della riqualificazione ambientale e storico- culturale” La tavola 2 “Difesa del suolo” di PTCP segnala per il Comune di Peschiera Borromeo, oltre al reticolo idrografico, caratterizzato anche alla “Tavola 4 – Rete ecologica”, la presenza di pozzi pubblici elementi strettamente connessi al ciclo delle acque, oltre agli ambiti di cava in corrispondenza della Cava San Bovio (ATEg25), cava Fornace (ATEg26) e cava Robbiano , in ma a confine con Peschiera Borromeo. Per quanto riguarda gli impianti di depurazione, anch’essi riportati dal PTCP al “ciclo delle acque”, peschiera Borromeo è dotata di impianto di depurazione a sud di Bellaria che serve anche i comuni limitrofi come evidenziato anche dai tracciati, riportati in tavola, dei collettori.

2.4.2 Gli indirizzi per il Sistema insediativo e della mobilità Dall’analisi dell’evoluzione del territorio della provincia emerge chiaramente come le spinte insediative degli ultimi decenni abbiano provocato una diffusa tendenza all’urbanizzazione massiccia del suolo. Dai dati sul territorio urbanizzato raccolti nel corso della redazione del PTCP si desume che il suolo deve essere considerato una risorsa scarsa il cui utilizzo ha pesanti conseguenze sull’intero sistema territoriale. Il PTCP considera, dunque, prioritario individuare delle regole per l’utilizzo di tale risorsa affinché la “gestione del territorio” possa avvenire in un’ottica di sostenibilità. Il PTCP attua gli obiettivi assunti attraverso l’esplicitazione di “linee generali di riferimento per lo sviluppo insediativo fondate sulla autoregolamentazione del ritmo di crescita, il contenimento del consumo di suolo e la verifica della sostenibilità ambientale delle scelte di sviluppo, attraverso i criteri di compatibilità e il sistema dei meccanismi premiali; attraverso la valutazione delle condizioni di accessibilità come presupposto alla localizzazione di interventi di rilevanza sovracomunale e alla realizzazione di trasformazioni di rilevante peso insediativo; al riconoscimento dei centri di rilevanza sovracomunale quali polarità evidenti (…)”.

Relativamente al sistema insediativo, gli indirizzi del PTCP ai comuni si fondano sulle seguenti scelte:  contenere il consumo di suolo, considerato risorsa scarsa e non riproducibile e, a tal fine, privilegiare il riuso di aree già urbanizzate e fornire alle amministrazioni

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comunali criteri (diversificati a seconda dei diversi contesti) per la programmazione nel tempo degli ulteriori sviluppi urbanizzativi dei nuovi strumenti di pianificazione;  verificare la sostenibilità ambientale delle scelte rispetto ad un set di indicatori;  valutare la dotazione infrastrutturale esistente e programmata in rapporto all’assetto insediativo al fine di contribuire alla riduzione dei livelli di traffico;  migliorare la qualità ambientale/paesaggistica del territorio provinciale e aumentare la dotazione di aree verdi di riequilibrio ecologico-ambientale;  incentivare meccanismi attuativi basati su logiche di perequazione territoriale, per la ridistribuzione dei costi e dei benefici delle operazioni immobiliari.

Il giudizio di compatibilità con il PTCP degli strumenti urbanistici comunali, consiste nella valutazione complessiva della coerenza tra le strategie generali indicate dal PTCP e gli obiettivi e le conseguenti azioni della pianificazione locale. Il sistema dei criteri nel suo complesso può essere considerato come strumento di supporto e traccia per la predisposizione di una autovalutazione strategica degli strumenti urbanistici comunali da parte delle stesse amministrazioni locali.

Gli obiettivi strategici a scala provinciale che il PTCP ha individuato come prioritari alla scala locale sono:

Obiettivo O1 – compatibilità ecologica e paesistico-ambientale delle trasformazioni. Persegue la sostenibilità delle trasformazioni rispetto alla qualità e quantità delle risorse naturali; aria, acqua e vegetazione.

Obiettivo O2 – integrazione fra i sistemi insediativo e della mobilità. Presuppone la coerenza tra le dimensioni degli interventi e le funzioni insediate rispetto al livello di accessibilità proprio del territorio, valutato rispetto ai diversi modi del trasporto pubblico e privato di persone, merci, informazioni.

Obiettivo O3 – ricostruzione della rete ecologica provinciale. Prevede la realizzazione di un sistema di interventi atti a favorire la ricostruzione della rete ecologica provinciale, la biodiversità e la salvaguardia dei varchi inedificati fondamentali per la realizzazione dei corridoi ecologici.

Obiettivo O4 – compattazione della forma urbana. E’ finalizzato a razionalizzare l’uso del suolo e a ridefinire i margini urbani; ciò comporta il recupero di aree dismesse o degradate, il completamento prioritario delle aree intercluse nell’urbanizzato, la localizzazione dell’espansione in adiacenza all’esistente e su aree di minor valore agricolo e ambientale, nonché la limitazione ai processi di saldatura tra centri edificati.

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Obiettivo O5 – innalzamento della qualità insediativa. Persegue un corretto rapporto tra insediamenti e servizi pubblici o privati di uso pubblico attraverso l’incremento delle aree per servizi pubblici, in particolare a verde, la riqualificazione ambientale delle aree degradate e il sostegno alla progettazione architettonica di qualità e l’attenzione, per quanto possibile, alla progettazione edilizia ecosostenibile e bioclimatica. Persegue inoltre la diversificazione dell’offerta insediativa anche al fine di rispondere alla domanda di interventi di “edilizia residenziale sociale” diffusi sul territorio e integrati con il tessuto urbano esistente.

L’insieme di tali obiettivi costituisce un sistema di riferimento in grado di orientare le azioni di pianificazione locale, indirizzandole verso scelte strategiche in sintonia con la visione territoriale di vasta scala, in una logica unitaria di sostenibilità delle scelte.

I comuni sono classificati, in base all’attuale indice di consumo di suolo, secondo cinque classi omogenee definite in funzione della specificità dell’ambito territoriale di appartenenza. Ad ognuna di queste classi è attribuita una percentuale massima di possibile incremento misurato rispetto alla superficie urbanizzata esistente. L’ammissibilità di ulteriori incrementi urbanizzativi nel PGT è pertanto contenuta all’interno del valore indicato quale “variazione massima ammissibile” individuata a partire dalla classe omogenea in cui il Comune ricade e previa verifica dell’avvenuto utilizzo di almeno il 75% delle previsioni già contenute nel PRG5. Al fine di misurare alcuni dei principali effetti di carattere territoriale derivanti dalle scelte di pianificazione comunale, come l’integrazione tra l’assetto insediativo e il sistema della mobilità, la tutela e la valorizzazione ambientale, il PTCP ha individuato poi 7 “Indicatori di sostenibilità”6, di cui alla tabella allegata alle NA del PTCP. Il Piano intende dunque valutare e misurare, anche numericamente, la qualità delle previsioni contenute dagli strumenti urbanistici comunali e monitorare il raggiungimento degli obiettivi di PTCP sottesi dagli indicatori stessi.

Nel caso del Comune di Peschiera Borromeo, il Documento di Piano prevederà in parte il riuso di aree già urbanizzate, in parte la sostanziale conferma delle aree già destinate dal PRG ad aree di espansione (C e D) , salvo due aree libere pertanto esso comporta un consumo di suolo minimo. Il PTCP prevede infine inoltre la possibilità di accedere a forme di incentivazione, in termini di contributi economici o maggiori possibilità di espansione urbanizzativa,

5 Quanto alla localizzazione delle espansioni, occorre altresì tener conto delle ulteriori limitazioni contenute in altri strumenti di pianificazione sovra locale. 6 I1 Riuso del territorio urbanizzato; I2 Permeabilità dei suoli urbani; I3 Dotazione di aree verdi piantumate; I4 Frammentazione degli insediamento produttivi; I5 Accessibilità alle stazioni ferroviarie e/metropolitane; parcheggi di interscambio; I6 Dotazione di piste ciclopedonali, I7 Connettività ambientale.

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calibrate in base al grado di sensibilità della pianificazione comunale rispetto agli obiettivi di ecosostenibilità, misurata sulla base degli indicatori definiti precedentemente e sulla assunzione di politiche/azioni di riqualificazione urbanistica, paesistica e ambientale. Le regole definite dal PTCP prevedono forme di incentivazione e sostegno per quelle amministrazioni che intendono promuovere ed attuare politiche di pianificazione particolarmente attente alle problematiche territoriali, ambientali e paesistiche assunte come prioritarie dal PTCP e contenute nella tabella 5 allegata alle NA del PTCP “Politiche e azioni di riqualificazione urbanistica, paesistica e ambientale”.

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2.5 Il Piano di Assetto Idrogeologico [PAI].

Il Piano di Bacino previsto dalla L. 183/89, è lo strumento fondamentale della pianificazione di settore atto a contrastare i fenomeni di dissesto geologico e di rischio idrogeologico. Il Piano Stralcio per l’Assetto idrogeologico del Fiume Po, il cui bacino comprende anche il Fiume Lambro quale suo affluente, è stato approvato con D.P.C.M. del 24.05.2001 ed è stato pubblicato sulla G.U. N. 183 del 8.08.2001. Successivamente, a seguito dei rilevanti fenomeni di esondazione verificatisi nel bacino del Fiume Lambro, dapprima nell’Ottobre 2000 e poi nel mese di Novembre 2002, con D.P.C.M. 10 Dicembre 2004 è stata approvata la “Variante al Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI). Il PAI contiene norme e vincoli specifici di natura idraulica che, in alcune aree, limitano l’uso del suolo a scopo urbanistico e, in altre, demandano ai Comuni territorialmente competenti gli approfondimenti per la verifica della compatibilità delle previsioni urbanistiche con le condizioni di dissesto idraulico ed idrogeologico delineate dal PAI stesso. La Regione Lombardia, con Deliberazione della Giunta Regionale 11 Dicembre 2001 – n. 7/7365 “Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del Fiume Po (PAI) in campo urbanistico”, Art. 17, comma 5, della Legge 18 Maggio 1989 n. 183 ha determinato per gli Enti interessati, la necessità di avviare procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici. Ai sensi della deliberazione citata, i Comuni sono tenuti a conformare le previsioni degli strumenti urbanistici comunali con le condizioni di dissesto reale o potenziale presenti sul loro territorio secondo le modalità e i criteri di cui al comma 3 dell’art. 18 delle norme di Attuazione del PAI. Con successiva D.G.R. 22 Dicembre 2005, n° 8/1566, “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di Governo del territorio, in attuazione dell’Art.57, Comma 1, della L.R. 11 Marzo 2005, n°12”, la Regione Lombardia ha aggiornato le disposizioni per l’applicazione del PAI in campo urbanistico. Successivamente, con D.G.R. 28 Maggio 2008, n° 8/7374, la Regione Lombardia ha disposto l’aggiornamento dei suddetti “Criteri ed indirizzi”.

2 5.1 Le Fasce fluviali L’asta del fiume Lambro oggetto del PAI è quella sub lacuale che inizia, a monte, all’incile del lago di Pusiano in comune di Merone e termina, a valle, alla confluenza con il Deviatore Redefossi in comune di San Giuliano ed ha una lunghezza complessiva di 64 Km. Tale tratto è caratterizzato da una grande complessità legata alla plurisecolare azione modificativa dell’uomo tesa da un lato allo sfruttamento della risorsa idrica e dall’altro alla difesa dalle piene.

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Dal punto di vista idraulico il fiume Lambro, compreso tra il lago di Pusiano e la confluenza con il Deviatore Redefossi, presenta diversi tratti a differente comportamento: il Comune di Peschiera Borromeo è interessato dal tratto in cui il Fiume attraversa il territorio pianeggiante fortemente antropizzato in cui sono presenti lunghi tratti canalizzati vincolati da numerosi ponti ed attraversamenti, in particolare si tratta di quello compreso tra il ponte di Viale Forlanini a Milano alla confluenza con il Deviatore Redefossi (tratto 5). La variante al PAI è stata sviluppata nell’ottica di ridurre a valori compatibili le condizioni di rischio idraulico per i centri abitati e di eliminare le interferenze viarie, sia ai fini della sicurezza delle stesse, sia per evitare i maggiori effetti indotti sulle aree allagate. In funzione dei criteri generali di sistemazione definiti dalla Autorità di Bacino, la ricerca della migliore soluzione di assetto idraulico per l’intera asta è stata affrontata attraverso una procedura di verifica del funzionamento idraulico di scenari di sistemazione diversi. L’assetto di progetto risultante, per ogni tratto omogeneo in cui è stato suddiviso il Lambro, è pertanto rappresentato dalla delimitazione delle fasce fluviali approvata con la variante del PAI. In conseguenza delle osservazioni raccolte e recepite positivamente dalla Regione Lombardia sono state inoltre apportate alcune modeste variazioni alla delimitazione della fasce. Le fasce fluviali tengono conto dei diversi elementi dell’alveo che ne determinano la connotazione fisica: caratteristiche geomorfologiche, dinamica evolutiva, opere idrauliche, caratteristiche naturali ed ambientali. L’individuazione delle fasce rappresenta l’assetto di progetto del corso d’acqua determinando i caratteri idraulici dell’alveo in condizioni di piena e le modalità d’uso della regione fluviale perimetrata. Per il tratto che interessa il Comune di Peschiera Borromeo, la fascia A (fascia di deflusso della piena) risulta contenuta nell’alveo inciso, nel primo tratto fino al ponte della SP 415 – Strada Paullese, mentre nel successivo tratto, inviluppa i meandri; la fascia B, relativa alle aree interessate da piena di riferimento (Tr = 200 anni) delimita una fascia, sostanzialmente parallela e agricola, sul lato orientale del corso del fiume, l’unica abitato che lambisce è quello di Linate. Essa è infatti quasi integralmente sostituita da una Fascia B "di progetto" che definisce le aree sondabili a seguito dell’esecuzione di interventi, quali l'eliminazione di alcune traverse, l’adeguamento delle sezioni dell’alveo e dei ponti compresi nel tratto e la realizzazione di alcune opere arginali, volti nel complesso ad eliminare o ridurre le esondazioni dovute alla piena di riferimento. La Fascia C relativa alle aree interessate da esondazioni in occasione di eventi a carattere catastrofico (un tempo di ritorno di 500 anni) risulta (rispetto al PAI previgente) estremamente ampliata nella fascia orientale del Comune, andando a includere il sedime aeroportuale, l’area produttiva di Zeloforamagno per continuare , a sud della strada Paullese, sull’area commerciale in costruzione e sul depuratore per finire su aree ancora agricole.

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Oltre alla delimitazione delle fasce fluviali, il PAI prevede interventi attivi di riduzione delle portate attraverso laminazioni in fascia o in aree di laminazione controllata. Si tratta di interventi che consentono di ridurre il valore di colmo della piena di progetto transitante a valle, attraverso la laminazione della piena stessa in aree di espansione adeguate (interventi di laminazione naturale, casse di laminazione controllata). Nel tratto del Comune di Peschiera Borromeo detti interventi si sostanziano nel mantenimento delle espansioni naturali nel Parco Agricolo Sud Milano.

Interventi attivi di riduzione dei livelli Gli interventi previsti per il tratto che interessa il comune di Peschiera Borromeo sono essenzialmente di contenimento delle piene. Questi interventi sono rappresentati dalle opere di contenimento dei livelli idrici, costituiti da argini o da muri arginali, in funzione della diversa collocazione rispetto alla sponda incisa dell’alveo. La tipologia costruttiva di tali opere varia da rilevati in terra, eventualmente con protezioni dall’erosione del parametro sul lato fiume, a strutture in calcestruzzo nei casi in cui gli spazi disponibili richiedono il minimo di ingombro planimetrico. Nel tratto interessato dal Comune di Peschiera Borromeo sono previste arginature tra le sezioni LA67 (traversa di Bolgiano) e LA65.2 (ponte SP 415) lungo entrambe le sponde.

2. 5.2 Adeguamento alla normativa del PAI Come accennato, nella Variante al PAI, ampie zone abitate ed urbanizzate del Comune di Peschiera Borromeo, nella fascia orientale, risultano classificate in Fascia C delimitata da un “limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C”. Il PAI vigente individua le seguenti fasce fluviali (art. 28 delle Norme di Attuazione):

Limite della fascia A corrispondente a quella di deflusso della piena, è costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente, ovvero dall’insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena;

Limite della fascia B esterna alla precedente, è costituita dalla porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento (TR = 200 anni); il limite di tale fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento. Il Piano indica poi, con apposito segno grafico, denominato "limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C", le aree che saranno interessate da fenomeni di esondazione a seguito della realizzazione delle opere idrauliche programmate per la difesa del territorio (cave di laminazione, argini o altre opere di contenimento). Allorché dette opere saranno realizzate, i confini della Fascia B si intenderanno definiti in conformità al tracciato dell’opera idraulica eseguita e la delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino, di presa d’atto

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del collaudo dell’opera, varrà come variante automatica del previgente Piano per il tracciato di cui si tratta.

Limite della fascia C esterna alle precedenti e corrispondente alle aree di inondazione per piena catastrofica (T.R. = 500 anni); è costituita dalla porzione di territorio che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento.

Per ogni fascia fluviale, il PAI definisce vincoli e prescrizioni: le fasce A, B e C, sono normate, nell’ordine, agli artt. 29, 30 e 31 delle relative Norme di attuazione. Mentre per le fasce A e B il PAI indica espressamente le attività vietate e quelle consentite, per la Fascia C rimanda alla redazione, da parte di Regioni o Province, di Programmi di previsione e prevenzione (art. 31, c, 1) e attribuisce ai comuni la competenza a regolamentarne le attività consentite i limiti e i divieti nei propri strumenti di pianificazione urbanistica. Ai sensi delle Norme del PAI, (art. 27, c. 1) sono immediatamente vincolanti le prescrizioni, riguardanti le trasformazioni d’uso del territorio in relazione agli obiettivi di sicurezza idraulica, di cui agli artt. 1, cc. 5 e 6, 29, c. 2, 30, c. 2, 32, cc.3 e 4; 38; 38 bis, 39, cc. da 1 a 6, 41. Fermo restante il carattere immediatamente vincolante delle prescrizioni dell’appena citato art. 27, comma 1, ai sensi dell’art. 17, comma 6 della Legge 183/89, gli enti territorialmente interessati hanno l’obbligo di adeguare i propri strumenti urbanistici alla variante PAI. Come noto, ai sensi del punto 5, art. 31 delle Norme di Attuazione del PAI “Nei territori della Fascia C, delimitati con segno grafico indicato come “limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C” nelle tavole grafiche, per i quali non siano in vigore misure di salvaguardia ai sensi dell’art. 17, comma 6, della L. 183/1989, i Comuni competenti, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici, entro il termine fissato dal suddetto art. 17, c. 6, ed anche sulla base degli indirizzi emanati dalle Regioni ai sensi del medesimo art. 17, c. 6, sono tenuti a valutare le condizioni di rischio e, al fine di minimizzare le stesse ad applicare anche parzialmente, fino alla avvenuta realizzazione delle opere, gli articoli delle Norme del PAI relative alla Fascia B, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 1, c. 1, lett. b), del D.L. n. 279/2000 convertito, con modificazioni, in L. 365/2000”.

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Figura 11_Tavole 5bis "Lambro Zona B-PR" [PAI]

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2.6 Il Piano Cave

Il Piano Cave è lo strumento con il quale si attua la programmazione in materia di ricerca e coltivazione delle sostanze minerarie di cava. Gli artt. 2 e 4 della LR 14/98 delega alle Provincie la programmazione dell’attività estrattiva mediante la predisposizione di un Piano Provinciale che tenga conto dei fabbisogni complessivi di materiale da estrarre. Il Piano cave provinciale identifica gli ambiti territoriali nei quali è consentita l'attività estrattiva, determina tipi e quantità di sostanze di cava estraibili nonché le modalità di escavazione e le norme tecniche da osservare nell’esercizio dell’attività. Il Piano inoltre individua le destinazioni finali delle aree al termine della coltivazione e ne detta i criteri per il ripristino. L'art. 9 della suddetta legge prevede, inoltre, la possibilità che il Piano sia sottoposto, su iniziativa della Provincia, a variazione o revisione per l'adeguamento ad eventuali fabbisogni aggiuntivi o per eventuali adeguamenti tecnici. Con D.C.R. 16 maggio 2006 n° VIII/166, è stato approvato il nuovo Piano Cave, predisposto sulla base di criteri di cui alla D.G.R. 26.02.1999, n. 6/41714. Esso, in particolare, prevede due ambiti cava in Peschiera Borromeo e uno a confine con il territorio comunale ma ricadente in Mediglia . Per l’ambito territoriale di Peschiera Borromeo//, identificato dalla sigla ATEg25, l’assegnazione di un quantitativo di mc. pari a 2.230.000 con una profondità massima di scavo di 42 metri.

Per l’ambito territoriale di Peschiera Borromeo/Pantigliate, identificato dalla sigla ATEg26, l’assegnazione di un quantitativo di mc. pari a 3.380.000 con una profondità massima di scavo di 40 metri. Per l’ambito territoriale di Mediglia/Peschiera Borromeo, identificato dalla sigla ATEg27, l’assegnazione di un quantitativo di mc. pari a 1.906.000 con una profondità massima di scavo di 35 metri. Il volume mancante al fabbisogno decennale pari mc. 760.000 è stato assegnato a compensazione all’ATEg25 di San Bovio. Da questi dati si evincono le enormi potenzialità estrattive del comune di Peschiera Borromeo. Le volumetrie concesse per gli ambiti ATEg25-C1 e ATEg26, sono le maggiori dell’intero territorio provinciale, cui bisogna aggiungere i giacimenti20 individuati e non ancora sfruttati.

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Figura 12_ Il nuovo Piano Cave, Legenda e stralcio ambiti ATEg25, ATEg26 e ATEg27

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2.7 Il Piano del Rischio aereo7

2.7.1 Le nuove disposizioni del Codice della navigazione aerea Le disposizioni contenute al citato art. 9 del Regolamento hanno ad oggetto in particolare la limitazione: a) alle attività non compatibili e ai livelli di presenza umana e b) alle attività potenzialmente pericolose per la sicurezza della navigazione.

Esse incidono in modo diverso sulla disciplina delle aree a seconda che queste ricadano all’interno di tre distinte zone, come appositamente individuate dal Regolamento e precisamente: - Zona di Tutela A. In tale zona è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone. - Zona di Tutela B. In tale zona possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone. - Zona di Tutela C. In tale zona possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi e nuove attività non residenziali. Nelle tre zone di Tutela inoltre dovranno essere evitate le costruzioni di: a) insediamenti ad elevato affollamento; b) scuole, ospedali ed in generale obiettivi sensibili; c) attività che possano creare percolo di incendio, esplosione e danno ambientale.

La geometria delle Zone di Tutela è stata modificata attraverso l’approvazione dell’Emendamento n. 7 del 20/10/2011 che da un lato ha esteso la Zona di Tutela C e dall’altra ha introdotto la Zona di Tutela D per le piste di codice 3 e 4: - Zona di Tutela D. In tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi (ad esempio stadi) a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc.

Le geometrie delle testate 17/35 e 18/36, in parte si sovrappongono essendo le piste parallele, pertanto nelle zone interessate da entrambe le geometrie di tutela, prevalgono le disposizioni di tutela più restrittive previste per le piste di codice 3 e 4.

7 Modifica introdotta con la “CORREZIONE DI ERRORI MATERIALI E RETTIFICA DEGLI ATTI DI ATTI PGT NON COSTITUENTI VARIANTE AGLI STESSI. (art.13, c.14bis della LR 12/05). APPROVAZIONE con Delibera del Commissario Prefettizio con poteri di C.C. n. 16 del 22/12/2015”

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Di seguito si riportano, a titolo esemplificativo, gli schemi delle geometrie delle Zone di Tutela per illustrare le modifiche introdotte a seguito dell’emendamento n. 7 del 20/10/2011.

Nelle tre zone inoltre dovranno essere evitate le costruzioni di: a) insediamenti ad elevato affollamento; b) scuole, ospedali ed in generale obiettivi sensibili; c) attività che possano creare percolo di incendio, esplosione e danno ambientale.

Figura 13_ La seconda figura riporta le geometrie modificate a seguito dell’emendamento n. 7 del 20/10/2011

2.7.2 Il rischio connesso all’Aeroporto di Linate Rientrando nell’area di influenza dell’Aeroporto di Milano Linate, il Comune di Peschiera Borromeo è interessato dalle disposizioni del Codice della Navigazione e, conseguentemente, da quelle contenute nel Regolamento dell’ENAC. L’obbligo dell’adeguamento della vigente disciplina urbanistica comunale al Regolamento, è stato affrontato nell’ambito della redazione del Piano di Governo del Territorio per poi essere adeguato alle modificazioni inserite dall’emendamento n. 7 del 20/10/2011 .

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La sovrapposizione delle “Zone di Tutela A, B, C, D”, come individuate dal Regolamento, con gli elaborato cartografici sia del Documento di Piano Vigente Tav. 2.12dpA “Sistema insediativo: carta dei vincoli” che nella Tav. P01 “Individuazione aeroporto e aree di tutela”del presente Piano del Rischio, hanno evidenziato, più precisamente, che il territorio comunale è interessato da tutte le Zone di Tutela e per entrambe le piste dell’aeroporto (testate n. 17-35, n. 18-36) che vanno a coinvolgere anche i Comuni limitrofi.

Il territorio del Comune di Peschiera Borromeo include al suo interno gran parte del sedime aeroportuale e in particolare entrambe le piste dell’aeroporto di Linate (Enrico Forlanini) con una parte di attrezzature e infrastrutturazioni tecniche di supporto all’attività di volo, interne al sedime aeroportuale.

In generale, si rileva che una parte significativa del territorio ricadente all’interno delle zone di rischio dal grado di tutela più elevato, fatta eccezione per il nucleo di Linate e la fascia lungo via Di Vittorio, comprende ambiti fortemente connotati in senso ambientale e pertanto interessati solo marginalmente da trasformazioni urbanizzative e attività antropiche, si pensi all’ambito vallivo del Lambro e alle aree ricadenti all’interno del Parco Agricolo Sud Milano.

Per semplicità descrittiva, il testo della presente Relazione è stato articolato considerando separatamente le due piste con le relative zone di Tutela. In particolare, la descrizione è stata organizzata iniziando dalla frazione di Linate (pista 17-35), spostandosi poi sulla pista 18-36. Quest’ultima pista è stata trattata prima per la porzione a SUD e poi per la zona ad EST della stessa in particolare le località di Zeloforamagno, Foramagno, Canzo, Mezzate e Idroscalo. In sintesi, nella trattazione del Piano si parlerà delle Zone di Tutela ricadenti sulla località di Linate (pista n. 17- 35), sulla porzione SUD della testata n. 36 e per concludere sul lato EST della pista n.18-36.

TESTATE N. 17-35 (frazione di LINATE) La località di Linate è interessate dalla: Zona di Tutela A, che ricade quasi totalmente all’interno del sedime aeroportuale, eccezion fatta per un breve tratto di via Baracca, adiacente all’Aeroporto in direzione Milano, e una porzione del fiume Lambro; Zona di Tutela B, che comprende gran parte del nucleo edificato di Linate e aree agricole per lo più incluse nel Parco Agricolo Sud Milano; Zona di Tutela C, all’interno della quale, ricadono la zona ad uso produttivo esistente dalle dimensioni maggiori (Centro di smistamento delle POSTE Italiane) e una parte considerevole di aree agricole, per quota significativa interne al Parco Agricolo Sud Milano, oltre al sedime aeroportuale (pista 18-36); Zona di Tutela D, che contiene le aree della valle del Lambro in Parco Agricolo Sud Milano, oltre ad una porzione a nord del sedime aeroportuale (pista n. 17-35).

TESTATA N. 36 (direzione SUD) Questa porzione di territorio comunale è interessata dalla: Zona di tutela A, che è in parte occupata dal sedime aeroportuale e in parte da aree agricole ricadenti nel Parco Regionale Agricolo Sud Milano che corre lungo il sedime dell’aeroporto stesso. Quest’ultime aree si contraddistinguono per essere quasi

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totalmente non costruite fatta eccezione per la presenza di una cascina storica esistente (cascina Boscana). Destinazione agricola confermata nel PGT approvato nel 2012 che non ammette nuove edificazioni per questa Zona di Tutela;

Zona di tutela B, che comprende aree quasi totalmente non costruite e dedicate all’attività agricola oltre alla presenza del fiume Lambro, quest’ultimo confine naturale con il comune di San Donato Milanese. L’unica eccezione costruita è una porzione minima di due edifici produttivi esistenti collocati marginalmente alla zona di tutela verso est. Anche in questo caso il PGT conferma la destinazione d’uso agricola e la disciplina esistente come completamento produttivo per la parte di edifici produttivi esistenti. Si precisa che per le aree produttive è ammessa la nuova edificazione limitatamente ad un UF pari 0,5 mq/mq inferiore rispetto all’0,8 mq/mq previsto per le stesse aree esterne alle Zone di Tutela.

TESTATE N. 18-36 (direzione EST) Questa porzione di territorio comunale è interessata dalla: Zona di tutela C, oggetto del recente ampliamento, che comprende parti non edificate e agricole lungo il fiume Lambro verso sud, intorno al cimitero di Canzo e fra l’aeroporto ed uno specchio d’acqua artificiale (ex cava a sud dell’Idroscalo). Va sottolineato che gran parte di queste aree ricadono all’interno del Parco Agricolo Sud Milano – Piano di Cintura Idroscalo, ad eccezione delle aree limitrofe al cimitero di Canzo e al radar esistente in via Traversi. Le porzioni rimanenti sono per la quasi totalità a destinazione d’uso produttiva. Si precisa che per queste aree produttive è ammessa la nuova edificazione limitatamente ad un UF pari 0,5 mq/mq inferiore rispetto all’0,8 mq/mq previsto per le stesse aree esterne alle Zone di Tutela.

Zona di tutela D, oggetto della nuova previsione, che include al suo interno una situazione molto simile a quella della Zona di Tutela C per presenza di capannoni produttivi esistenti e aree agricole. Anche in questa situazione le aree agricole ricadono per la quasi totalità all’interno del Parco Agricolo Sud Milano – Piano di Cintura Idroscalo. Le porzioni rimanenti sono per la quasi totalità a destinazione d’uso produttiva sempre con una forte vocazione alla logistica, salvo alcune strutture ricettive, il piccolo nucleo di Canzo e Foramagno e ad alcuni servizi esistenti in parti dismessi come l’ex – mensa in via Di Vittorio. Relativamente ai nuclei storici si precisa che sul nucleo di Foramagno insiste un Piano di Recupero vigente e in fase di ultimazione mentre quello di Canzo è stato identificato nel PGT come “Nucleo di antica formazione”. Si precisa, inoltre, che per le aree produttive è ammessa la nuova edificazione limitatamente ad un UF pari 0,8 mq/mq mentre per le aree residenziali la nuova edificazione è ammessa con UF pari a 0,35 mq/mq. La differenza più sensibile si riscontra nelle previsioni strategiche del Documento di Piano che su un’area libera fra via Di Vittorio e Strada Provinciale Paullese prevede un Ambito di Trasformazione a vocazione produttiva e terziaria. Si evidenzia che questa previsione non assume effetti diretti sul regime dei suoli fin quando non si attua per mezzo di Piano attuativo, fino ad allora il Piano delle Regole la disciplina come area agricola. Da ultimo, va precisato che il Documento di Piano Vigente prevede, inoltre, la possibilità di usufruire di forme di incentivazione per favorire il recupero e la trasformazione della città esistente produttiva, attraverso il miglioramento delle prestazioni energetiche degli

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edifici, ammettendo l’uso commerciale fino al massimo di medie strutture di vendita (1.500 mq di Sup. di Vendita) ad esclusione delle merceologia alimentare.

Confronto con lo strumento urbanistico previgente (Piano Regolatore Generale - PRG) Si rileva che il PGT ha sostanzialmente operato scelte urbanistiche in continuità con le previsioni contenute nel PRG previgente. Inserendo limitazioni significative per le aree ricadenti nelle Zone di Tutela A e limitazioni all’edificazioni invece per le altre zone B e C. In particolar modo per la località di Linate, data la sua vicinanza immediata vicinanza al fiume Lambro e al sedime aeroportuale, il PGT, oltre, ad aver confermato il perimetro dell’urbanizzato esistente ha provveduto a stralciare una previsione di piano attuativo residenziale non attuata e una a standard.

Per le aree a sud della Testata n. 36 non vi è discontinuità fra i due strumenti di pianificazione in quanto la quasi totalità delle superfici ricade nella tutela sovraordinata del Parco Regionale oltre ad avere i vincoli di isorischio, fatta eccezione per una porzione minima di un’area produttiva esistente e satura.

Per le aree a est delle Testate n. 18-36 si rileva, ancora, una sostanziale conferma delle previsioni contenute nel PRG per le parti edificate che hanno incluso, a loro volta, anche la pianificazione attuativa vigente, mentre per le parti non edificate non è stato riproposta una previsione di piano attuativo produttivo, collocata in adiacenza al’area dell’esistente radar, mentre in corrispondenza dell’intersezione fra via Di Vittorio e la Strada Provinciale Paullese è stata inserita, esclusivamente nel Documento di Piano Vigente, un Ambito di Trasformazione a carattere terziario - produttivo a completamento del sistema lineare lungo la via Di Vittorio.

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Figura 14_ Zone di tutela individuate sulla base cartografica comunale 2011 (Linea rossa indica il confine comunale)

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PARTE II IL QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO

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PARTE II IL QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE

1. Le fasi di sviluppo e le trasformazioni strutturali del sistema insediativo ...... 77 2. La struttura insediativa ...... 80 3. Il sistema dei servizi ...... 86 4. La mobilità e i trasporti ...... 91 5. Il sistema paesistico e ambientale ...... 92 6. Pianificazione di livello comunale ...... 94 7. La struttura socio-economica ...... 104 8. Vincoli sul territorio ...... 119 Piano di Zonizzazione Acustica Comunale (Z.A.C.) ...... 140 Piano Urbano Generale per i Servizi nel Sottosuolo (PUGSS) ...... 144 Studio geologico ...... 145 9. Le istanze dei cittadini e proposte in variante al PRG ...... 155

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1. Le fasi di sviluppo e le trasformazioni strutturali del sistema insediativo

Le cascine e i nuclei rurali La struttura insediativa oggi esistente è con forte evidenza condizionata dalle origini agricole della città. Organizzata intorno a differenti e riconoscibili nuclei abitati, collocati intorno alla strada di Linate e di Paullo, ed originariamente soggetti alla pieve di Mezzate, la prima fase di sviluppo, di natura agricola, si deve alla presenza di rogge e cavi, derivati dal canale della Muzza (1220-30) e soprattutto dal Naviglio della Martesana (1457-60). Lo sviluppo delle aziende agricole costituì l’elemento economico trainante fino al XIX sec., definendo una struttura imperniata sulla presenza delle numerose cascine e nuclei rurali. Al 1861 la popolazione residente era di 2.696 abitanti, mantenutasi più o meno costante fino alla fine del secolo. La lettura dell’IGM al 1888 ben evidenzia la struttura insediativa di Peschiera B., con il nucleo della città identificato nella figura del castello Borromeo ed i nuclei cascinali e borghi rurali che hanno dato il nome ancora alle attuali frazioni della città. L’altro elemento di rilievo è legato al sistema infrastrutturale. I due assi principali sono definiti dalla vecchia statale Paullese, che connetteva il quadrante sud-est a Milano e l’arteria nord-sud da Mirazzano a San Felice, passante sul medesimo sedime dell’attuale via Lombardia.

Figura 15_IGM 1888

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L’armatura infrastrutturale La fase che va dalla fine del 1800 alla seconda guerra mondiale è caratterizzata dalle grandi trasformazioni infrastrutturali, che hanno definito le modalità di sviluppo della città e dell’intero quadrante est di Milano. Nel 1928 viene realizzato l’Idroscalo e tra il 1935 e 1936 sorge l’aeroporto di Linate (anche se non nella sua attuale configurazione), che cominciarono a definire la barriera “fisica” tra l’abitato milanese e la campagna di Peschiera Borromeo. Sorge nel frattempo anche il grande scalo ferroviario di Segrate, che insieme allo sviluppo complessivo della cintura ferroviaria milanese, accompagna lo sviluppo del capoluogo, allora in forte crescita. L’IGM del 1936 fa comprendere appieno il peso di queste trasformazioni sul bilancio complessivo della macroarea, definendo un notevole salto di scala dei fenomeni urbani condizionanti la nascente area metropolitana. A livello locale la crescita della città è ancora molto contenuta, con un moderato consolidamento dei preesistenti borghi rurali e di alcune costruzioni in accostamento alle cascine esistenti. In particolare comincia a crescere la frazione di Bettola, che insieme a Linate fa registrare la maggior crescita, dovuta in primo luogo alla crescente importanza rivestita dal ruolo della statale Paullese, sempre più importante nel rapporto con Milano. Il cuore della città è comunque ancora gravitante sul castello Borromeo e sul borgo di Mirazzano.

Figura 16_IGM 1936

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La fase del grande sviluppo Il pieno inserimento degli insediamenti peschieresi nelle dinamiche metropolitane avvenne a partire dagli anni Sessanta, ma soprattutto nel ventennio successivo. L’IGM del 1964 ci mostra come vi sia il consolidamento del sistema infrastrutturale, con l’ampliamento dell’aeroporto di Linate verso sud, che arriva ad assumere l’attuale configurazione, e la conseguente interruzione del vecchio tracciato della statale Paullese. Proprio per questo viene realizzata la nuova Paullese, per mantenere il canale di connessione con Milano. La statale si annette alla nuova tangenziale est di Milano, che di fatto va a definire il limite di sviluppo verso est del capoluogo. Queste trasformazioni territoriali hanno un effetto rilevante sul futuro sviluppo della città di Peschiera Borromeo. La modifica del tracciato della Paullese spinge di fatto verso la progressiva saldatura dei nuclei collocati sulla direttrice stessa (Bettola, Zeloforamagno, Mezzate), oltreché portare al progressivo isolamento del nucleo di Linate dal resto della città. In particolare si può notare come cresca sensibilmente il nucleo di Bettola, preludendo allo sviluppo imponente che investirà la città negli anni successivi, oltreché consolidare quello che si identificherà come il centro della nascente città. Analizzando la carta, è possibile intravedere una serie di insediamenti a sud di Mezzate, probabilmente sorti in maniera spontanea, che ancora oggi caratterizzano quella parte di città. L’altro dato di rilievo riguarda l’industria. Sulla carta del 1964 compaiono infatti i primi insediamenti industriali tra Canzo e Foramagno, dando avvio alla fase di grande sviluppo del sistema produttivo di quel quadrante della città.

Figura 17_IGM 1964

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2. La struttura insediativa

Peschiera Borromeo è oggi una città caratterizzata da molteplici volti e vocazioni, ricca di risorse e potenzialità originate da un territorio particolarmente dinamico. Città dell’abitare, del lavoro e dei servizi, Peschiera Borromeo ricopre come evidenziato un ruolo di primordine nelle dinamiche dell’ambito Sud-Est Milanese, inserita in un sistema ambientale di pregio.

I 22.6738 residenti e le numerose attività produttive si organizzano in otto differenti comparti: Bettola, Zeloforamagno, Foramagno-Canzo, Bellaria, Mezzate, Linate, San Bovio e Mirazzano-Castello Borromeo, che nell’insieme concorrono a definire l’organizzazione complessiva del sistema insediativo.

L’impianto attuale della città di Peschiera Borromeo si è definito nel tempo a partire da alcuni elementi. In primo luogo la forte presenza degli spazi aperti e del sistema agricolo, consolidatosi anche a seguito dell’istituzionalizzazione del Parco Agricolo Sud Milano; il sistema infrastrutturale, con la forte presenza dell’aeroporto di Linate e dell’idroscalo che hanno condizionato lo sviluppo e i rapporti con la città di Milano; l’origine rurale, che ha lasciato in eredità una struttura insediativa fondata sulla presenza dei nuclei cascinali e la conseguente sostanziale assenza di un vero nucleo storico; una rapida crescita del sistema insediativo con caratteri definiti e ben riconoscibili. Questi elementi, letti in serie, danno evidenza dell’attuale struttura di Peschiera Borromeo, una città di oltre 22 mila abitanti, con un tessuto economico e produttivo consolidato e in continuo movimento, che conta 2 mila unità locali delle imprese private per quasi 12 mila addetti.

La lettura verrà qui impostata quindi a partire da questi elementi che concorrono a definire l’attuale struttura insediativa, aprendo di fatto a quelli che saranno nella fase successiva gli affondi progettuali del PGT.

Gli elementi di infrastrutturazione territoriale La città si è sviluppata in primo luogo intorno ad un complesso e articolato sistema infrastrutturale, che di fatto ha portato all’attuale organizzazione della città.

L’aeroporto di Linate rappresenta la principale infrastruttura di livello sovralocale insediata nel comparto territoriale, che permette alla città, ed in particolare alle attività economiche, di contare sulla presenza di un canale di connessione internazionale. Elemento di connessione sulle “reti lunghe” rappresenta al contempo una barriera fisica tra Peschiera Borromeo e Milano. La presenza del sedime aeroportuale ha così definito

8 Fonte dati Istat al 31/12/2009

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II una cesura, contenendo lo sviluppo di entrambi i comuni ed evitandone la possibile saldatura.

L’offerta di trasporto è centrata principalmente sulla modalità stradale. La rete è strutturata a livello territoriale intorno ai due grandi assi radiali costituiti dalla Paullese a sud e dalla Rivoltana a nord, su cui si distribuiscono i principali flussi da e per Milano. In particolare la statale Paullese costituisce la spina sulla quale si è organizzato il sistema insediativo, canale di connessione con Milano e di attraversamento per gli spostamenti da e per il capoluogo sia per la città stessa che per i comuni posti a sud-est della città. Questa condizione ha portato ad uno sviluppo lineare degli insediamenti lungo l’infrastruttura viaria, limitando almeno inizialmente lo sviluppo degli ambiti posti a nord, in particolare San Bovio, sviluppandosi nel tempo secondo differenti modalità.

A livello locale l’organizzazione della mobilità si distribuisce e connette alla rete principale a partire dai due assi Est-Ovest (via XXV Aprile-via II Giugno e via Milano-via I° Maggio-via Matteotti) e sui due assi Nord-Sud (via Buozzi-via Grandi-via Di Vittorio e via Lombardia), ai quali si aggiunge, nella parte meridionale, via Melegnano, tronco urbano della S.P.159 Sordio-Bettola.

Un sistema infrastrutturale oggi particolarmente in sofferenza, con la statale Paullese costantemente in sovraccarico di flussi, e le relative esternalità che investono la città e la SP15b che accoglie oltre al traffico locale anche molti movimenti in attraversamento tra nord e sud, evidenziando la necessità di ripensare il sistema complessivo della mobilità urbana e dei flussi di scala sovralocale.

Figura 18_Estratto Tav. 2.2 dpA, Quadro Conoscitivo_Destinazioni d’uso prevalente

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La città dell’abitare Attorno e congiuntamente alle infrastrutture si è sviluppato un articolato sistema insediativo, organizzato sugli otto comparti sopra citati. In particolare per quanto riguarda gli insediamenti residenziali appare efficace una lettura a partire da questa natura, originata dai differenti nuclei e successivamente cresciuta per parti, soprattutto attraverso la realizzazione di grandi interventi di carattere unitario.

Provando a leggere e dare un’interpretazione nel suo complesso alla città, è possibile riconoscere la compresenza di alcuni elementi che la caratterizzano nel suo complesso. In primo luogo la forte e determinante presenza della “città pubblica”, organizzata in particolare sull’asse di sviluppo centrale tra Bettola e Zeloforamagno. La compresenza di quartieri di edilizia economica e popolare con quartieri ad impianto unitario rende l’immagine della città moderna, fondata sui modelli dell’edilizia aperta e sul rapporto con lo spazio pubblico. A questa città si contrappone il modello basato sulla presenza di enclave residenziali di alta qualità, concentrate in particolare nella frazione di San Bovio ma anche in alcune parti di Bettola e Zeloforamagno. Il terzo elemento di caratterizzazione sono gli antichi nuclei cascinali e borghi rurali, e la sostanziale assenza di un vero nucleo storico. Di fatto questi elementi costituiscono la matrice dello sviluppo di Peschiera Borromeo, città dell’abitare.

Il cuore della città è organizzato intorno al nodo di Bettola, che si estende senza soluzione di continuità fino alla frazione di Zeloforamagno, incentrato sull’asse di via Matteotti. L’impianto urbano si è in questo caso definito per isole, dai caratteri anche profondamente differenti. Il tessuto, in prevalenza residenziale, si caratterizza per la presenza di numerosi interventi a carattere unitario, realizzati a partire dagli anni ’70 e ’80. Questi hanno configurato un tessuto aperto, con ampi spazi verdi, servizi e attrezzature collettive. Accanto ai quartieri di edilizia economica e popolare si accostano interventi più recenti, con palazzine a medio-alta densità. Di più recente formazione sono invece gli interventi a bassa densità che si organizzano entro enclave residenziali prevalentemente composte da villette uni e bifamiliari. Nel complesso questa

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II composizione tipologica ha portato alla realizzazione di un tessuto composto da grandi “tasselli”, separati ma connessi dalla città pubblica che si è organizza al loro interno e al loro intorno, con parchi urbani di qualità e servizi pubblici distribuiti in modo capillare.

L’ambito di Bellaria, localizzato a sud della Paullese, soffre di un parziale distacco dal resto della città a causa dell’attraversamento della stessa arteria viabilistica, che ne causa il parziale isolamento. Il tessuto urbano vede la compresenza di attività produttive, prevalentemente accostate alla statale, e di insediamenti residenziali che si sviluppano in continuità con la frazione di Robbiano a Mediglia. Quest’ambito è oggi oggetto, insieme a San Bovio, delle più importanti trasformazioni in corso, nello specifico con la realizzazione di un centro commerciale ad ovest e di un importante intervento residenziale, che andranno a ridefinire parzialmente la natura dell’ambito e la necessità di ripensarne i rapporti con il resto della città.

La debolezza strutturale dell’ambito nel suo complesso richiede interventi di completamento e riorganizzazione complessiva dell’intero ambito urbano, cercando di risolvere la difficile convivenza tra funzioni e le parti ancora irrisolte.

Mezzate presenta i caratteri più distinti rispetto al resto della città. Qui infatti, attorno all’antico borgo rurale, si è progressivamente consolidato un tessuto variegato,

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II composto prevalentemente da palazzine e villette uni e bifamiliari. Si è recentemente concluso il piano di recupero che ha portato alla riqualificazione degli insediamenti rurali storici dell’antico borgo di Mezzate, con il recupero degli edifici e la riorganizzazione dello spazio pubblico intorno ad una nuova piazza. Quello che più emerge è la frammistione con attività artigianali e produttive, che in alcuni casi determinano situazioni di degrado e incompatibilità funzionale, in particolare nell’ambito che si sviluppa verso sud fino a via XXV Aprile.

Situazione analoga e anzi ancor più problematica si riproduce a Canzo e Foramagno, con residui di insediamenti residenziali, legati alla cascina Canzo e al borgo di Foramagno, ormai immersi in un tessuto produttivo consolidato e in fase di continua espansione e specializzazione. Qui i piani di recupero recentemente approvati hanno consentito la riqualificazione di cascina Canzo e prossimamente del borgo di Foramagno.

La frazione di Linate si contraddistingue di fatto per il suo parziale isolamento nei confronti del resto della città. Toccata solo marginalmente dalla grande ondata di sviluppo che ha invece interessato il resto della città, causa la presenza dell’aeroporto omonimo, Linate si compone di un mix funzionale in grado di sostenerne in parte l’autonomia non solo fisica ma anche funzionale.

Figura 19_Estratto Tav. 2.3 dpA, Quadro Conoscitivo_Destinazioni d’uso al piano terra e stato di utilizzo

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San Bovio è il nucleo oggetto delle principali trasformazioni in fase recente e attuale, con il completamento del comparto C3 e la realizzazione dei comparti C1 e C2. Qui si concentrano i maggiori interventi edilizi e di conseguenza un forte aumento della popolazione e delle attività economiche. Proprio questo sviluppo richiede oggi attenzione rispetto sia alle dinamiche di funzionamento interne, legate al sistema dei servizi, che in termini di rapporto con le altre parti della città. Organizzata intorno a tre grandi comparti unitari la frazione è in fase di trasformazione, con un sistema dei servizi in potenziamento ma con limiti strutturali che dovranno essere risolti, sul tutti il sistema infrastrutturale.

In ultimo i borghi di Mirazzano e del Castello Borromeo, che rappresentano l’identità storica e culturale della città. Caratterizzati per la persistenza di un tessuto storico di qualità, rappresentano un’eccellenza sia per la qualità del tessuto storico che per l’integrazione con gli spazi aperti di pregio. È ancora ben riconoscibile la matrice rurale degli insediamenti, che di fatto mantengono un rapporto diretto con l’attività agricola ancora molto presente negli ambiti del Parco Sud.

Accanto a questi ambiti si estende un articolato sistema di cascine, che costituiscono le permanenze storiche e rappresentano a tutt’oggi sia la memoria dell’attività agricola del passato ma anche e soprattutto una risorsa per la città, grazie alle aziende agricole ancora operative sul territorio.

La città del lavoro Il sistema produttivo si sviluppa prevalentemente tra le frazioni di Foramagno e Canzo, lungo il tracciato della S.P. 15b, articolando un tessuto compatto ed omogeneo dove sono insediate un mix di attività produttive, artigianali, logistiche e direzionali. Un tessuto produttivo caratterizzato dalla presenza di grossi comparti, in particolare sviluppatisi in prossimità del sedime aeroportuale di Linate, oggi organizzati in prevalenza a servizio della logistica, particolarmente legata al sistema aeroportuale. Più in sofferenza, sia dal punto di vista della qualità urbana che della dimensione economica risultano invece le piccole attività produttive e artigianali, che si innestano puntualmente con piccoli capannoni, molti dei quali risultano essere dismessi o in stato di degrado. Il secondo comparto produttivo è individuato a sud di Mezzate. In quest’ambito vi è un grosso comparto di recente formazione verso est, in affaccio sul cuore del Parco Sud, composto in prevalenza da poche grandi imprese. Accanto, sul fronte ovest, vi è invece la presenza di piccoli lotti a carattere produttivo-artigianale frammisti ad un tessuto prevalentemente residenziale, seppure anch’esso di relativa qualità.

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Ad ovest di Bettola, isolato rispetto al centro della città, è presente un ambito produttivo consolidato e in fase di completamento, con un prolungamento anche oltre via 2 giugno. L’ultimo ambito produttivo si estende a sud, oltre la Paullese. Qui si presenta forse il maggior grado di complessità e disorganizzazione della struttura insediativa, con evidenti problemi legati alla compresenza di molteplici e differenti elementi e funzioni. Questa parte di città dovrà essere oggetto di attente valutazioni in fase di progettazione, in particolare attraverso la previsione di completamento della viabilità e nella definizione delle funzioni da insediare o trasformare. Accanto ed entro il tessuto produttivo si è nel tempo consolidato un articolato sistema terziario-direzionale e commerciale. Internamente a quelle che potrebbero apparire come aree produttive omogenee spesso si sono insediate, anche all’interno dei medesimi capannoni, attività direzionali ed uffici in genere. Da rilevare infine come le due maggiori trasformazioni in corso di tipo non residenziale riguardino attività economiche che andranno ad influenzare e ridefinire il tessuto economico esistente. A sud della Paullese è in fase di realizzazione un grande comparto commerciale legato alla grande distribuzione alimentare e non alimentare, la prima e unica Grande Struttura di Vendita (GSV) presente nel territorio comunale. Nella frazione di San Bovio è in fase di ultimazione e di prossimo insediamento la sede di una grande multinazionale legata all’informatica, che porterà sul territorio comunale un elevato numero di nuovi lavoratori, perlopiù pendolari in entrata.

3. Il sistema dei servizi

Quest’organizzazione per parti della città è supportata da un’elevata dotazione di servizi, che non si esprime esclusivamente a livello quantitativo, ma che può contare anche su attrezzature di assoluta qualità e di rilievo sovracomunale. Dal calcolo dell’offerta dei servizi, considerando le superfici destinate ai soli servizi pubblici, risulta che la dotazione pro-capite di aree per abitante è pari a 57 mq., per un totale di 1.290.388 mq di aree. Un dato molto elevato, che testimonia l’attenzione nella costruzione della città pubblica nel tempo. Questo dato peraltro si riferisce esclusivamente alla dotazione di servizi di tipo fruitivo per i soli cittadini, quindi escludendo i servizi sovralocali e, tecnologici e le attrezzature sportive private, che se aggiunti eleverebbero sensibilmente questo dato. Bisogna inoltre segnalare come nelle aree attualmente in fase di trasformazione siano stati programmati ca. 250 mila mq. di aree per servizi pubblici, che andranno ad incrementare ulteriormente l’offerta sul territorio.

I grandi servizi di livello sovralocale sono rappresentati in particolare dall’aeroporto di Linate e dall’Idroscalo. L’aeroporto di Linate si identifica come un’eccellenza e

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II un’opportunità assoluta per la città, soprattutto per le attività economiche insediate sul territorio e per le possibilità derivanti dalla stretta vicinanza di un’attrezzatura che consente canali di scambio e comunicazione a livello intercontinentale. La localizzazione tra Peschiera e Segrate di diversi headquarters di grandi aziende internazionali è infatti anche legata alla presenza del vicino aeroporto, dimostrandone le enormi potenzialità. L’altro grande servizio di carattere sovralocale è l’idroscalo. Seppur solo parzialmente incluso nel comune di Peschiera Borromeo (come pure l’aeroporto di Linate), rappresenta una risorsa di eccellenza unica per la città, polarità per lo sport e il tempo libero e dotazione unica per caratteristiche in tutta l’area metropolitana.

A livello locale in generale la città presenta una distribuzione razionale e capillare del sistema dei servizi in tutta la città, compresi i comparti più distanziati dal nucleo centrale di Bettola-Zeloforamagno. Si può subito infatti notare come la distribuzione dei servizi, del verde e dei parcheggi sia uniforme, senza lasciare particolari deficit in determinati ambiti. Provando ad analizzare i dati per macrotipologie di servizi, cercando quindi di capire il peso specifico delle differenti componenti all’interno del complesso di aree, possiamo scomporli in: verde, attrezzature per lo sport e il tempo libero, attrezzature collettive comunali e pubbliche, attrezzature scolastiche dell'obbligo e spazi per la sosta.

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Figura 20_Estratto Tav. 2.9 dpA, Quadro Conoscitivo_ Aree e attrezzature di interesse generale pubbliche e di uso pubblico: offerta esistente9

Il verde rappresenta certamente la quota maggiore in termini quantitativi. Il verde pubblico incide per il 38% sul totale delle aree destinate a servizi, assommando quasi 500 mila mq., che significa oltre 21 mq/ab. Di queste aree quasi 400 mila mq. sono verde attrezzato, 19 mila mq. piazze e spazi pubblici e i restanti sono aree verdi non attrezzate o di valore ambientale. Ciò significa che, al di là di una mera valutazione in termini quantitativi, le aree verdi sono ben qualificate anche sotto il profilo qualitativo. In ogni quartiere è infatti presente un parco di valenza urbana, per dimensioni e qualità delle attrezzature presenti, dando la possibilità ai cittadini di fruire del verde senza la necessità di spostarsi con l’auto. L’unico elemento di attenzione si può ascrivere alla messa a sistema di questa articolazione di spazi verdi, in particolare di quelli minori, che potrebbero essere valorizzati ancor più con la realizzazione di percorsi ciclabili e

9 Modifica introdotta con la “CORREZIONE DI ERRORI MATERIALI E RETTIFICA DEGLI ATTI DI ATTI PGT NON COSTITUENTI VARIANTE AGLI STESSI. (art.13, c.14bis della LR 12/05). APPROVAZIONE con Delibera del Commissario Prefettizio con poteri di C.C. n. 16 del 22/12/2015”

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II pedonali. Rispetto alla rete dei percorsi ciclopedonali si può rilevare come di fatto sia abbastanza estesa a livello urbano, formata però da tratti che spesso si interrompono rendendo di fatto frammentato il sistema ciclabile. Molti i percorsi che si inoltrano anche nel Parco Sud, in questo caso con prevalente valenza paesaggistica. Definiti in particolare sui percorsi poderali, grazie alla forte presenza degli stessi negli ambiti agricoli del Parco, richiedono anch’essi una migliore messa a sistema, con il completamento di alcuni tratti e il potenziamento di altri. In questo caso si rileva l’importanza del ruolo della riserva del Carengione, che potrebbe erigersi a cuore del Parco Sud in Peschiera anche attraverso un’adeguata rete di percorsi di connessione e di attraversamento.

Le attrezzature per lo sport e il tempo libero rappresentano uno degli elementi caratterizzanti maggiormente il sistema dei servizi di Peschiera Borromeo. Il totale delle aree destinate alle attrezzature sportive ammonta a 428 mila mq. di superficie, di cui 122 mila pubbliche e le restanti private. A queste va andrebbe aggiunto il ruolo dell’Idroscalo, a completamento di una dotazione non comune, che di fatto caratterizza la vocazione della città.

Il sistema scolastico, con particolare riferimento alla formazione primaria, si estende in modo omogeneo su tutto il territorio. Sotto il profilo quantitativo risultano destinate all’istruzione (considerando le scuole dell’obbligo) 92 mila mq. di aree, ovvero 4 mq/ab. Sul territorio di Peschiera Borromeo sono dunque presenti 6 scuole dell’infanzia (di cui 3 private), 4 scuole primarie e 3 scuole secondarie di I° grado. Relativamente alla distribuzione l’offerta è complessivamente distribuita in modo coerente e completo rispetto al peso della popolazione, con alcuni squilibri e delle volte potenziali situazioni di sovrabbondanza, non tanto in termini quantitativi (che anzi andranno verificati), quanto in termini di potenziale accorpamento e razionalizzazione di alcune strutture e plessi. Nello specifico le scuole dell’infanzia sono presenti in tutti i quartieri, andando incontro alle necessità di accessibilità pedonale, seppur a Mezzate e Linate l’offerta è esclusivamente privata. Le scuole primarie sono correttamente bilanciate, coprendo correttamente la domanda. Infine le scuole secondarie di I° grado, che potrebbero meritare un discorso maggiormente articolato. Allo stato attuale i tre plessi che le ospitano coprono la domanda. Se il polo di San Bovio pare necessario, visto l’evidente distacco del quartiere dal resto della città e il crescente peso insediativo, al contrario i due plessi di Bettola e Zeloforamagno potrebbero essere oggetto di un potenziale accorpamento entro un unico plesso. Questo permetterebbe la razionalizzazione di alcuni costi e una migliore distribuzione di alunni e risorse. Tutto ciò a condizione di una eventuale compatibilità con gli eventuali costi di realizzazione delle nuove strutture e

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II conseguente le valutazioni sul possibile riutilizzo di quelle eventualmente dismesse o meglio destinate ad altri usi. A livello qualitativo non vi sono particolari situazioni di degrado, grazie al costante stanziamento a bilancio di opere di potenziamento e riqualificazione delle strutture esistenti. Rimandando alle schede analitiche contenute nel Piano dei Servizi, si rileva qui solamente come le uniche strutture che presentano un parziale stato di degrado, senza però particolari problemi, siano la scuola dell’infanzia “Collodi”, in via Indipendenza e parte del plesso scolastico di via Dante Alighieri. Rispetto al sistema scolastico si rimanda alla fase progettuale del Documento di Piano, dove verrà approfondito sia il tema del dimensionamento complessivo, in coerenza con le trasformazioni in corso e le previsioni dello strumento, sia in termini di distribuzione spaziale, razionalizzazione e potenziamento del servizio, che oggi raggiunge tutte le parti della città con però alcune situazioni che presentano la possibilità di interventi di riorganizzazione e accorpamento di alcuni poli.

Le attrezzature collettive di carattere generale, a cui si ascrivono le attrezzature socio- sanitarie, culturali, amministrative e religiose vanno a completare la vasta offerta di sevizi della città. Il peso di queste attrezzature è ca. il 30% dell’offerta totale, pari a 393 mila mq. di superficie. Entrando nello specifico quello che più emerge è la carenza di strutture e attrezzature per gli anziani, tra le fasce più deboli della popolazione. Non vi sono infatti strutture specializzate, che possano accogliere gli anziani offrendo inoltre un luogo di aggregazione per un’intera fascia di popolazione. L’altro elemento di attenzione riguarda la sede comunale, oggi costretta in spazi ridotti e poco funzionale sia per i dipendenti che per i cittadini, non solo in termini di spazio ma anche di connessione, con l’assenza di fermate del trasporto pubblico in prossimità e il ridotto numero di spazi per la sosta.

Infine uno sguardo merita la dotazione di servizi legate alle infrastrutture per la mobilità. I parcheggi pubblici coprono ca. 186 mila mq. di superficie, con una quota pro- capite di oltre 8 mq/ab. In questo caso riveste molta importanza la localizzazione degli spazi per la sosta, che ad una prima indagine non sembra presentare particolari deficit o aree critiche, se non in alcune limitate situazioni puntuali. Un’attenta valutazione dovrà essere condotta in prospettiva della localizzazione della nuove fermata della metropolitana linea M3, prevista in via Matteotti.

Peschiera Borromeo si presenta quindi una città ricca di risorse e potenzialità, spesso espresse ma in taluni casi ancora latenti, con alcune circoscritte problematiche che necessitano di un’attenzione e di un trattamento specifico a livello di Piano.

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4. La mobilità e i trasporti Il quadro della domanda di mobilità che interessa il territorio comunale di Peschiera Borromeo risente in misura molto rilevante dello stretto rapporto di dipendenza che lo lega al capoluogo provinciale. Ne risulta una configurazione estremamente polarizzata che è confermata, con riferimento alla sola componente sistematica della domanda (spostamenti casa-scuola e casa-lavoro), anche dai risultati del censimento del 2001. Al 2001, la popolazione residente che si sposta giornalmente all’interno del comune è pari a 3.953 abitanti, all’esterno del comune a 8.351 abitanti. Dai dati ISTAT 2001 si evince che complessivamente il comune di Peschiera è interessato da oltre 19.700 spostamenti, di cui il 41,8% è in uscita dal comune, il 39,9% in ingresso, ed il restante 19,3% rappresenta gli spostamenti interni. Analizzando questi flussi si possono fare alcune considerazioni: - le uscite per lavoro sono pari al 76% del totale; - negli gli spostamenti interni, quelli per lavoro e quelli per studio si equivalgono; - per il flusso in entrata, la quota degli studenti è esigua (5%).

Passando all'analisi dei mezzi utilizzati per effettuare la tratta prevalente di spostamento, considerando separatamente gli spostamenti in entrata e in uscita e differenziando quelli per lavoro da quelli per studio, si evince che il mezzo più utilizzato è quello l’auto privata (come conducente per il flusso di lavoro e come passeggero per gli studenti), mentre il secondo mezzo più utilizzato è un mezzo pubblico: la metropolitana per i lavoratori e il bus extraurbano di linea o scolastico dagli studenti. La metropolitana raggiunge il 10,3% di utilizzo per gli spostamenti in uscita mentre solo il 2% per gli ingressi, percentuale poco rilevante; per lavoro l’auto (conducenti+trasportati) serve l'84,8% dei viaggi in ingresso ed il 77% di quelli in uscita.

Per quanto riguarda la mobilità per lavoro in ingresso a Peschiera Borromeo il ruolo dominante è svolto dal comune di Milano che genera il 21,8% degli spostamenti (1.584), mentre gli altri 6 comuni confinanti ne generano il 18,5%; un legame di attrattività non trascurabile si rileva poi con i comuni di San Giuliano, Paullo, Zelo BP, Sesto SG, Cologno che generano più di 100 spostamenti ciascuno. L'analisi degli spostamenti in uscita evidenzia la forte relazione con il capoluogo; il 55,9% dei lavoratori che escono da Peschiera gravita, infatti, su Milano. Altri comuni attrattori sono Segrate, San Donato e San Giuliano con il 19% degli spostamenti. Il bacino di gravitazione principale si esaurisce comunque nei comuni di prima/seconda cintura del comparto nord-est. Gli studenti in uscita da Peschiera per il 66% hanno come destinazione Milano (che conferma il ruolo attrattore) e come ulteriori destinazioni si evidenziano San Donato e Segrate.

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Un discorso particolare merita il trasporto collettivo, in particolare quello pubblico locale. Attualmente Peschiera Borromeo a livello di trasporto collettivo gravita quasi esclusivamente su San Donato Milanese, capolinea delle differenti linee di autobus e attestamento della linea metropolitana M3. La previsione di prolungamento della linea M3 fino a Peschiera Borromeo influirà notevolmente sul sistema della mobilità e sulla rete dei trasporti pubblici, offrendo la possibilità di connessione diretta della città con Milano. Attualmente il problema maggiore si identifica nella difficoltà di organizzare un trasporto collettivo integrato e continuo tra le differenti parti di città. In particolare la frazione di San Bovio risulta sconnessa al centro di Peschiera, non essendovi una rete viaria in grado di supportare il passaggio di una linea di trasporto pubblico. Ciò comporta non pochi problemi nell’organizzazione complessiva del sistema, con elevati costi sia economici che collettivi. Ciò sarà ancor più importante proprio in corrispondenza realizzazione della nuova stazione della linea metropolitana, la quale dovrà essere accessibile a tutti i residenti non con mezzo privato ma con mezzo pubblico. La localizzazione centrale sconsiglia infatti di attrarre traffico veicolare, quanto piuttosto di orientarsi verso un’efficiente sistema integrato che possa connettere tutte le parti della città. Infine il trasporto ferroviario si attesta alternativamente sulla linea SFR di San Donato Milanese o di Rogoredo a sud e a Segrate nord in merito al servizio ferroviario regionale. La previsione attestamento della porta dell’Alta Capacità ferroviaria a Segrate offrirà invece la possibilità di accedere alla rete nazionale, offrendosi come alternativa al sistema aeroportuale.

5. Il sistema paesistico e ambientale La valenza ecologica, paesistica ed ambientale degli ambiti e degli elementi presenti sul territorio comunale costituisce il quadro di riferimento per la fase di valutazione preventiva ed anche precondizione per l’utilizzo e le trasformazioni territoriali. Le modalità di intervento ammesse negli ambiti e per ogni singolo elemento sono disciplinate in base ai principi di valorizzazione e riqualificazione. La valorizzazione riguarda il riconoscimento, il mantenimento e il ripristino dei caratteri fondamentali originari degli ambiti e degli elementi individuati. La riqualificazione riguarda il recupero del territorio in un’ottica di rispetto e valorizzazione dei beni e dei diversi contesti territoriali che potenzialmente rappresentano una risorsa in termini paesistico- ambientali, nonché il mantenimento di un equilibrato rapporto fra aree edificate e territorio libero, attraverso il riordino delle frange urbane, il ripristino dei degradi artificiali e naturali, l’arricchimento delle componenti che possono svolgere un ruolo attivo nella ricostruzione del paesaggio. Al fine di definire modalità diversificate di tutela e valorizzazione e di avviare specifici processi di miglioramento della qualità paesistica degli interventi sul territorio, sono individuati gli ambiti ed elementi paesistici i cui caratteri definiscono l’identità e la riconoscibilità dei luoghi e che pertanto rivestono un

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II ruolo connotativo e strutturante del paesaggio. L’incisione valliva del Lambro, la compattezza delle aree agricole, la ricchezza del sistema delle acque, la grande diffusione di insediamenti di origine rurale, rappresentano le caratteristiche principali del territorio extraurbano del comparto territoriale in esame.

Figura 21_Estratto Tav. 2.8 dpA, Quadro Conoscitivo_ Carta del paesaggio

Il permanere nel tempo delle attività produttive tipiche dell’agricoltura e dell’allevamento, ha contribuito al mantenimento del paesaggio proprio della bassa pianura irrigua e delle tradizioni storiche e socio-culturali che ancora oggi connotano in modo significativo questa parte di territorio provinciale. Per la sua spiccata vocazione agro-silvo-colturale, il territorio non urbanizzato di Peschiera Borromeo è quasi interamente ricompreso all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, il cui Piano Territoriale di Coordinamento è strumento di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, di tutela dell’alta produttività del settore primario e di governo dei fenomeni di sviluppo. I valori ambientali delle aree a Parco sono quelli caratteristici della pianura irrigua milanese, con un'agricoltura intensiva, caratterizzata da opere di sistemazione agraria (rete dei canali irrigui, siepi e filari) che si affiancano ad elementi naturalistici di maggior pregio (zone di fontanili, residue zone boscate) e ad emergenze di carattere architettonico. Il cuore del sistema ambientale di Peschiera Borromeo è rappresentato dalla riserva naturale del Carengione, un territorio di oltre 23 ha nel quale i fontanili, una fitta rete di

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II rogge, le colture irrigue, le aree incolte sono gli elementi che concorrono a fornire una immagine del paesaggio tradizionale della campagna lombarda. A definire il carattere del paesaggio degli spazi aperti concorrono poi alcuni elementi naturali, le emergenze storico-architettoniche e, distribuite in modo omogeneo sull’intera area, le cascine, oggi importante testimonianza di un'epoca passata, considerato che nel tempo hanno ridotto in parte il loro ruolo ai fini dell'attività agricola. Per quanto riguarda i beni storico-architettonici, le emergenze sono rappresentate su tutte dal Castello quattrocentesco dei Borromeo e dal nucleo di Mirazzano, il cui rapporto d’integrazione con lo spazio aperta ne definisce in primo luogo la qualità. L’individuazione della rete ecologica, sia provinciale che regionale, sono a testimonianza della qualità del sistema ambientale, insieme polivalente di collegamento tra corridoi ecologici e direttrici di permeabilità, tra ambienti naturali e ambienti agricoli, diversificati tra loro dalle differenti caratteristiche ecosistemiche: matrice naturale primaria, gangli primari e secondari, zone periurbane ed extraurbane.

Le acque Il fiume Lambro, che corre lungo il confine ovest della città, definendone in alcuni tratti il confine, è un’importante risorsa del territorio, che merita di essere valorizzata. A livello sovralocale, la proposta di realizzazione di un parco naturale fluviale, è a testimonianza dell’importanza che riveste questo corso d’acqua, sia a livello ambientale, che di potenziale fruizione in alcune sue parti. Il sistema delle acque non si limita però alla sola presenza del Lambro. Sul territorio di Peschiera Borromeo si contano infatti numerosi fontanili, considerati oggetto di elevata qualità dello spazio aperto agricolo ed elemento caratteristico della pianura irrigua lombarda. A corredo di queste elementi lungo tutto il territorio comunale scorre una fitta rete di rogge, anch’esse elemento che merita attenzione e una politica di valorizzazione. Il sistema delle acque si completa infine con degli elementi artificiali, ovvero gli specchi d’acqua residuo delle attività di cava. Oltre al laghetto azzurro, parzialmente fruibile e ricompreso nel cuore della città, vi sono diversi altri specchi d’acqua, in particolare i due in direzione dell’idroscalo, che messi a sistema entro una rete di percorsi ed adeguatamente messi in sicurezza potrebbero costituire un’importante risorsa ambientale.

6. Pianificazione di livello comunale

Il PRG vigente Il PRG vigente di Peschiera Borromeo è stato approvato dalla Regione Lombardia con D.G.R. n° 31648 del 10/10/1997 - B.U.R.L. n° 44 - Serie Editoriale Inserzioni - del

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29/10/1997. Successivamente all’approvazione sono state apportate varianti parziali o semplificate, per adeguamenti a normativa sopravvenuta o per piani attuativi approvati in variante allo strumento urbanistico o ancora per dare attuazione a programmi di opere pubbliche. La struttura del PRG vigente si articola individuando le seguenti zone omogenee:

6 zone omogenee residenziali • Zona A – nucleo rurale di interesse storico e monumentale corrispondente al castello Borromeo e al nucleo di Mirazzano. • Zona B1 – risanamento del patrimonio edilizio esistente: sono concessi interventi di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia che riguardino esclusivamente opere interne e singole unità immobiliari, con il mantenimento delle destinazioni d’uso originarie e senza aumento della volumetria. Queste azioni possono essere compiute previa autorizzazione edilizia e/o concessione edilizia. Gli interventi di demolizione e ricostruzione sono consentiti previa approvazione di un Piano di Recupero. • Zona B2 – residenziale satura: sono zone di recente edificazione in cui l’edificazione consentita corrisponde ad interventi di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia che non comportino aumento di volumetria, eccetto i completamenti edilizi previsti dai piani di lottizzazione già a pprovati. • Zona B3 – di completamento residenziale: l’obiettivo della norma è l’edificazione di lotti liberi che vadano a fornire un aspetto unitario alla zona. L’edificazione è consentita con procedura di concessione. Almeno ¼ della superficie scoperta fondiaria delle aree scoperte deve essere adibita a verde e piantumate. • Zona ZR – di recupero: si tratta dell’insieme di edifici rurali dismessi. Il recupero dovrà prevedere il mantenimento della tipologia a corte chiusa o semichiusa, i materiali usati dovranno essere analoghi a quelli della tradizione locale e la colorazione degli edifici si dovrà uniformare a quella dei manufatti locali tradizionali dell’architettura rurale. • Zone C – di espansione: si intendono come tali le aree comunali prive in tutto o in parte di urbanizzazioni primarie o interessanti zone già oggetto di pianificazione attuativa. Le modalità di intervento avviene attraverso un piano attuativo preliminare esteso all’intero ambito geograficamente individuato e con una successiva concessione edilizia.

2 zone omogenee per le funzioni produttive • Zona D1 – di completamento produttivo: sono zone destinate al completamento di impianti produttivi esistenti e si attuano mediante concessione edilizia. • Zona D2 – di sviluppo produttivo: è una zona destinata all’inserimento di nuovi impianti per la produzione e la distribuzione delle merci e per le attività terziario-

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II direzionali pertinenziali. Si attua mediante rilascio di concessione edilizia subordinata all’approvazione di Piani Attuativi estesi all’intero ambito indicato nelle tavole. La zona D2 prevede poi altre due sottozone: D2TP, adibita a terziario-produttivo di livello avanzato; D2C, destinata all’insediamento di attività commerciali con medie strutture di vendita (MSV) e grandi strutture di vendita (GSV), subordinata ad approvazione e convenzione di piano di lottizzazione sovracomunale.

5 zone omogenee agricole • Zona E1 - produttiva agricola. • Zona E2 - di rispetto ambientale e interesse agro paesistico. • Zona E3 – cave. • Zona E4 - Riserva orientata del Carengione. • Zona ZRE - di recupero dei complessi ed edifici rurali.

2 zone omogenee destinate ad attrezzature di interesse generale • Zona F1 – attrezzature per il tempo libero di interesse intercomunale. • Zona F2 – verde attrezzato intercomunale.

Il tessuto urbano si organizza perlopiù per la residenza nelle zone B2, sature, con la conseguenza di non evidenziare la presenza di lotti liberi o zone di completamento residuali. Anche i tessuti produttivi sono quasi completamente saturi, con qualche residuo legato però perlopiù alla pianificazione attuativa.

La pianificazione attuativa L’attività di ricognizione sullo stato di attuazione degli strumenti urbanistici vigenti ha riguardato in particolar modo la parte relativa alla pianificazione attuativa. Nelle tabelle di seguito si riassume lo stato della pianificazione attuativa, suddividendo tra interventi di tipo residenziale e interventi di tipo produttivo, terziario e commerciale. In primo luogo si è valutato lo stato di fatto e di attuazione, distinguendo tra piani attuati, non attuati e in fase di realizzazione. Di ciascun piano attuativo, oltre all’identificazione, vengono riportati i dati relativi alla superficie territoriale e alla superficie fondiaria, con il relativo indice territoriale e conseguente volumetria e superficie lorda di pavimento prevista dal PRG. Per i piani attuativi residenziali si sono calcolati anche gli abitanti teorici derivanti dalle trasformazioni, sulla base del parametro di 100 mc/ab come stabilito dalle NTA del PRG. Oltre al dimensionamento degli interventi si è provato a verificare le cessioni di aree standard avvenute per ciascun piano, rapportandole con la quota prevista da PRG. Questo ai fini della verifica e del calcolo sulle quantità medie di aree cedute, ma soprattutto per meglio comprendere le dotazioni e determinare in fase progettuale le

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II possibili quote di cessioni da prevedere negli Ambiti di Trasformazioni che saranno previsti dal PGT.

Figura 22_Estratto Tav. 2.11 dpA, Quadro Conoscitivo_ Stato di attuazione del PRG vigente

Il PRG vigente ha previsto 12 ambiti di sviluppo residenziale, per un totale di 631 mila mq. di Superficie territoriale e una Slp generata di 257 mila mq. Di queste previsioni solamente una è rimasta inattuata ad oggi, il comparto C10 a Linate. Questa previsione, peraltro di ridotte dimensioni, sconta molti limiti in termini di vincoli indiretti, che ne precludono le possibilità di realizzazione. Dei restanti piani attuativi 6 sono stati completati, oltre alla prima parte del comparto C3 in San Bovio, con l’insediamento di oltre 4 mila abitanti teorici. Altri 4 piani attuativi, più il completamento del C3 in San Bovio, sono in fase di attuazione e si prevede possano essere ultimati nel breve periodo. A tale proposito nella Delibera di approvazione del PGT, l’Amministrazione Comunale da atto che, con provvedimento del Responsabile del Settore Pianificazione e Gestione del Territorio n. 3697, in data 8 febbraio 2011, è stato dato avvio al procedimento di autotutela volto al riesame ed all’eventuale annullamento, tra l’altro, delle delibere consiliari di adozione ed approvazione del “PII Bellaria”. Tale iter si è al momento concluso il 30 ottobre con Delibera di CC n. 52 di annullamento parziale del PII di Bellaria, relativamente a: - la previsione delle aree e delle opere a parco urbano pubblico ed a scuola materna;

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- la previsione inerente l’edificazione del lotto 2, avente superficie pari a 14.574 mq e una volumetria di 44.765 mc. Vengono confermate le previsioni sui lotti 1 e 3, in fase di realizzazione, per complessivi 83.307 mc, ferma l’esigibilità dei corrispettivi urbanistici adeguati, necessari, e sostitutivi delle opere di urbanizzazione secondaria e di qualità non più attuabili, unitamente al perseguimento di tutte le condizioni di salubrità e sicurezza che consentano il rilascio del certificato di agibilità delle singole unità immobiliari. Si ravvisa dunque una riduzione delle volumetrie previste, rispetto alla tabella 3 di seguito riportata, di 44.765 mc riferibili al comparto cd. C12.

Le volumetrie generate saranno importanti ai fini del calcolo del dimensionamento del PGT, in quanto si prevede che i nuovi abitanti generati da queste trasformazioni andranno ad insediarsi da qui ai prossimi cinque anni. Ciò significa che agli attuali abitanti di Peschiera Borromeo, 22.673 al 31/12/2009, si andranno ad aggiungere 3.378 abitanti teorici insediabili nei piani attuativi in fase di realizzazione, portando la quota teorica di partenza degli abitanti per il PGT a circa 26 mila abitanti.

Residenziale PRG VIGENTE Standard Comparto Località destinazione Stato di fatto e di ST Sf It Volume max Slp Abitanti Previsto Ceduto d'uso attuazione (mq) (mq) (mc/mq) (mc) (mq) teorici (100mc/ab) C4 Bettola residenziale Realizzato 34.057 28.450 1,42 48.361 16.120 484 13.541 2.981 C6 Bettola residenziale Realizzato 16.334 10.032 1,10 17.967 5.989 180 5.031 6.445 C7 Bellaria residenziale Realizzato 26.819 16.884 1,10 29.501 9.834 295 8.260 8.036 C8 Bellaria residenziale Realizzato 67.691 35.790 1,10 74.460 24.820 745 20.849 20.291 C9 Mezzate residenziale Realizzato 23.269 15.222 1,03 23.967 7.989 240 6.711 5.667 C11 San Bovio residenziale Realizzato 19.375 7.993 1,10 21.313 7.104 213 5.968 5.363 C3 (fase 1) San Bovio residenziale Realizzato 180.623 108.845 1,10 198.685 66.228 1.987 55.632 56.784 Totale Piani attuati 368.168 223.216 414.254 138.085 4.143 115.991 105.567 C5 Bettola residenziale In fase di realizzazione 27.746 15.075 1,10 30.521 10.174 305 8.546 10.136 C12 Bellaria residenziale In fase di realizzazione 76.921 35.857 1,65 126.920 42.307 1.269 35.538 29.004 C1 San Bovio residenziale In fase di realizzazione 42.455 26.564 0,96 40.757 13.586 408 11.412 15.885 C2 San Bovio residenziale In fase di realizzazione 42.165 25.413 1,74 73.367 24.456 734 20.543 16.230 C3 (fase 2) San Bovio residenziale In fase di realizzazione 60.208 36.282 1,10 66.228 22.076 662 18.544 18.928 Totale Piani in fase di attuazione 249.495 139.191 337.792 112.597 3.378 94.582 90.183 C10 Linate residenziale Non attuato 13.394 6.740 1,50 20.091 6.697 201 6.648 0 Totale Piani non attuati 13.394 6.740 20.091 6.697 201 6.648 0

Abitanti al 31/12/2009 22.673 Abitanti di partenza PGT 26.051 TabellaProduttivo/terziario/commerciale 3_Stato di attuazione del PRG vigente_piani attuativi residenziali PRG VIGENTE Standard Comparto Località destinazione Stato di fatto e di ST Sf Uf Volume max Slp Qc Previsto Ceduto d'uso attuazione (mq) (mq) (mq/mq) (mc) (mq) Rispetto alle previsioni di tipo produttivo, terziario e commerciale la fase di attuazione D1/1 ex D2 Foramagno produttivo Realizzato 267.053 240.348 0,80 192.278 50% - 0 D1/2 ex D2 Foramagno produttivo Realizzato 23.271 20.944 0,80 16.755 50% - 0 haD1/3 exdenotato D2 Foramagno maggioriproduttivo difficoltà.Realizzato Vi sono257.817 infatti177.950 5 ambiti0,80 rimasti142.360 inattuati,50% più un- residuo113.500 D2/4 Bellaria produttivo Realizzato 8.194 8.194 0,70 4.095 50% - 0 sulD2/6 compartoBettola D2/10produttivo a Canzo.Realizzato Il totale delle18.189 aree16.747 non0,70 attuate ammonta9.899 50% a 62 mila- mq.1.442 di D2/7 Foramagno produttivo Realizzato 175.111 130.445 0,70 85.758 50% - 16.005 D2/8 Mezzate produttivo Realizzato 85.754 58.506 0,70 42.556 50% - 16.290 superficieD2/9 Canzo territoriale,produttivo perRealizzato un totale di 10.869quasi 10.86937 mila0,70 mq. di Slp.7.608 Questo50% elemento- deve0 D2/10 Canzo produttivo Realizzato 28.698 28.698 0,70 20.089 50% - 0 necessariamenteD2A Canzo alberghiero rappresentareRealizzato un fattore13.671 11.964 di riflessione0,70 per6.836 le scelte50% di piano,- che1.714 Totale Piani attuati 888.627 704.665 528.233 148.951 dovrannoD2TP San Bovio necessariamenteterziario In fase di tenererealizzazione in considerazione83.107 61.585 0,80 l’oggettiva24.987 difficoltà30% attuale- delle22.378 D2/C Bellaria commerciale In fase di realizzazione 95.420 56.532 0,50 38.412 40% - 32.854 previsioniTotale Piani in fase didi attuazione tipo produttivo. Bisogna 178.527però altrettanto118.117 notare63.398 come in realtà il residuo55.232 D2/1 Zeloforamagno produttivo Non attuato 9.536 5552 0,70 3.886 50% 3.372 - nonD2/2 siaCanzo particolarmenteproduttivo Non elevato attuato in termini18.137 di15.535 proporzione0,70 complessiva10.875 50% delle aree2.602 messe- D2/3 Zeloforamagno produttivo Non attuato 16.434 13.415 0,70 9.391 50% 2.750 - D2/5 Bettola produttivo Non attuato 11.143 11.143 0,70 7.800 50% 0 - inD2/10 gioco.Canzo I compartiproduttivo di maNonggiore attuato dimensione3.656 sono3.656 infatti0,70 stati realizzati,2.559 50% mentre gli0 ambiti- D2/11 Canzo produttivo Non attuato 3.351 3.351 0,70 2.346 50% 0 - residualiTotale Piani non attuati sono tutti di dimensioni relativamente62.257 contenute. 36.856 Gli interventi 8.724 in fase di ST residua 62.257 mq Slp residua 36.856 mq 98

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Residenziale PRG VIGENTE Standard Comparto Località destinazione Stato di fatto e di ST Sf It Volume max Slp Abitanti Previsto Ceduto d'uso attuazione (mq) (mq) (mc/mq) (mc) (mq) teorici (100mc/ab) C4 Bettola residenziale Realizzato 34.057 28.450 1,42 48.361 16.120 484 13.541 2.981 C6 Bettola residenziale Realizzato 16.334 10.032 1,10 17.967 5.989 180 5.031 6.445 C7 Bellaria residenziale Realizzato 26.819 16.884 1,10 29.501 9.834 295 8.260 8.036 C8 Bellaria residenziale Realizzato 67.691 35.790 1,10 74.460 24.820 745 20.849 20.291 C9 Mezzate residenziale Realizzato 23.269 15.222 1,03 23.967 7.989 240 6.711 5.667 C11 San Bovio residenziale Realizzato 19.375 7.993 1,10 21.313 7.104 213 5.968 5.363 C3 (fase 1) San Bovio residenziale Realizzato 180.623 108.845 1,10 198.685 66.228 1.987 55.632 56.784 Totale Piani attuati 368.168 223.216 414.254 138.085 4.143 115.991 105.567 C5 Bettola residenziale In fase di realizzazione 27.746 15.075 1,10 30.521 10.174 305 8.546 10.136 C12 Bellaria COMUNE DIresidenziale PESCHIERAIn fase BORROMEO di realizzazione [Provincia76.921 di Milano35.857] 1,65 126.920 42.307 1.269 35.538 PARTE29.004 II C1 San Bovio residenziale In fase di realizzazione 42.455 26.564 0,96 40.757 13.586 408 11.412 15.885 C2 San Bovio residenziale In fase di realizzazione 42.165 25.413 1,74 73.367 24.456 734 20.543 16.230 C3 (fase 2) San Bovio residenziale In fase di realizzazione 60.208 36.282 1,10 66.228 22.076 662 18.544 18.928 Totale Piani in fase di attuazione 249.495 139.191 337.792 112.597 3.378 94.582 90.183 realizzazioneC10 Linate sonoresidenziale di tipoNon attuato commerciale13.394 e terziario,6.740 1,50 attuati20.091 per6.697 mezzo201 di Programma6.648 0 IntegratoTotale Piani non attuati di Intervento, di cui quello 13.394 commerciale6.740 in variante20.091 6.697 al PRG201 per 6.648 mezzo del0 Abitanti al 31/12/2009 22.673 Documento di Inquadramento. Abitanti di partenza PGT 26.051

Produttivo/terziario/commerciale PRG VIGENTE Standard Comparto Località destinazione Stato di fatto e di ST Sf Uf Volume max Slp Qc Previsto Ceduto d'uso attuazione (mq) (mq) (mq/mq) (mc) (mq)

D1/1 ex D2 Foramagno produttivo Realizzato 267.053 240.348 0,80 192.278 50% - 0 D1/2 ex D2 Foramagno produttivo Realizzato 23.271 20.944 0,80 16.755 50% - 0 D1/3 ex D2 Foramagno produttivo Realizzato 257.817 177.950 0,80 142.360 50% - 113.500 D2/4 Bellaria produttivo Realizzato 8.194 8.194 0,70 4.095 50% - 0 D2/6 Bettola produttivo Realizzato 18.189 16.747 0,70 9.899 50% - 1.442 D2/7 Foramagno produttivo Realizzato 175.111 130.445 0,70 85.758 50% - 16.005 D2/8 Mezzate produttivo Realizzato 85.754 58.506 0,70 42.556 50% - 16.290 D2/9 Canzo produttivo Realizzato 10.869 10.869 0,70 7.608 50% - 0 D2/10 Canzo produttivo Realizzato 28.698 28.698 0,70 20.089 50% - 0 D2A Canzo alberghiero Realizzato 13.671 11.964 0,70 6.836 50% - 1.714 Totale Piani attuati 888.627 704.665 528.233 148.951 D2TP San Bovio terziario In fase di realizzazione 83.107 61.585 0,80 24.987 30% - 22.378 D2/C Bellaria commerciale In fase di realizzazione 95.420 56.532 0,50 38.412 40% - 32.854 Totale Piani in fase di attuazione 178.527 118.117 63.398 55.232 D2/1 Zeloforamagno produttivo Non attuato 9.536 5552 0,70 3.886 50% 3.372 - D2/2 Canzo produttivo Non attuato 18.137 15.535 0,70 10.875 50% 2.602 - D2/3 Zeloforamagno produttivo Non attuato 16.434 13.415 0,70 9.391 50% 2.750 - D2/5 Bettola produttivo Non attuato 11.143 11.143 0,70 7.800 50% 0 - D2/10 Canzo produttivo Non attuato 3.656 3.656 0,70 2.559 50% 0 - D2/11 Canzo produttivo Non attuato 3.351 3.351 0,70 2.346 50% 0 - Totale Piani non attuati 62.257 36.856 8.724

ST residua 62.257 mq Slp residua 36.856 mq Tabella 4_Stato di attuazione del PRG vigente_piani attuativi produttivi, terziari e commerciali

Infine, accanto alle aree di espansione sottoposte a pianificazione attuativa, sono stati approvati 6 piani di recupero, che hanno partecipato alla trasformazione degli ambiti degradati del tessuto urbano, in particolare dei nuclei rurali e di alcune cascine. Oltre a questi bisogna ricordare il Piano Particolareggiato Mirazzano-Castello, che va ad interessare una parte di città particolarmente complessa e dal notevole valore storico e architettonico. L’elenco dei Piani di recupero approvati:

- Piano Particolareggiato zona A - Mirazzano Castello - nucleo rurale di interesse storico paesistico e monumentale in conformità al PRG vigente; approvazione con D. G.C. num. 90 del 27/04/2007.

- Piano di Recupero residenziale via Bixio - in variante al PRG vigente; approvazione con D.C.C. num. 14 del 26/03/2007; pubblicazione BURL num. 24 del 13/06/2007.

- Piano di Recupero via IV Novembre - zona B1 - località Canzo.

- Piano di Recupero Cascina Monasterolo - in variante al PRG vigente; approvazione con D.C.C. num. 32 del 05/05/2008 esecutiva dal 01/06/2008; pubblicazione BURL num. 30 del 23/7/2008.

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- Piano di Recupero Cascina TRASI - zona B1 - Via Veneto - variante semplificata ex l.r. 23/1997; approvazione con D.C. num. 44 del 18/5/2009 esecutiva; pubblicazione BURL num. 27 del 8/7/2009.

- Piano di Recupero Foramagno - zona B1 - Via Martiri di Cefalonia angolo Via Di Vittorio- variante semplificata ex l.r. 23/1997; approvazione con D.C.C. num. 55 del 27/09/2010 esecutiva.

L’adeguamento del PRG ai criteri di urbanistica commerciale Il regolamento regionale n. 3 del 21/07/2000 prevede due ipotesi ai fini dell’adeguamento del PRG ai criteri di urbanistica commerciale: la prima limitata alla “classificazione” secondo le nuove tipologie del Dlgs 114/98 delle destinazioni d’uso già presenti nel PRG, in tale caso la variante ha natura semplificata e può essere attuata con la procedura prevista dalla LR 23/97; la seconda ipotesi, invece, ricorre qualora il Comune intenda mutare le destinazioni d’uso esistenti, introducendo nuove aree con destinazione commerciale. L’analisi del PRG vigente evidenzia che l’attività di commercio al dettaglio è consentita senza particolari limitazioni in quasi tutte le zone di PRG secondo diverse definizioni della destinazione d’uso contenute (negozi di prima necessità, attività commerciali non aventi caratteristiche di grande distribuzione, attività commerciali in genere, impianti di distribuzione merci). Si tratta di definizioni generiche che non riescono a dimensionare quantitativamente e qualitativamente gli insediamenti possibili. Le attività ammesse nelle diverse zone urbanistiche del PRG, sono:

Zone di PRG ART. Descrizione B1 – di risanamento del patrimonio 27 Attività commerciali non in contrasto e compatibili edilizio esistente con la tipologia edilizia esistente e con i caratteri della mobilità carraia e pedonale esistente B2 - residenziale satura 27 Attività commerciali non in contrasto e compatibili con la tipologia edilizia residenziale esistente B3 – omogenea, di completamento 27 Attività commerciali non aventi caratteristiche di residenziale grande distribuzione non in contrasto e compatibili con la tipologia edilizia residenziale esistente C - di espansione 28 Attività commerciali strettamente collegate alla residenza e in edifici non autonomi, come negozi di prima necessità D1 - di completamento produttivo 29 Attività commerciali in sostituzione totale o parziale dell’attività produttiva in atto D2 – di sviluppo produttivo 30 Nuovi impianti per la distribuzione di merci

Tabella 5_Le attività commerciali compatibili per zone di PRG

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La struttura commerciale di Peschiera Borromeo, essendo una città relativamente recente e priva di un vero centro storico con la relativa rete commerciale, non presenta un disegno organico di crescita e distribuzione territoriale, caratterizzato da una precisa gerarchia delle funzioni commerciali, in quanto le dimensioni delle singole zone presentano caratteristiche di estrema frammentazione e di scarsa integrazione, oltre che di ridotta coerenza con i principi di funzionalità e accessibilità necessariamente richiesti alle localizzazioni commerciali. In questo senso la struttura commerciale risulta variamente articolata, con una serie di esercizi di vicinato a servizio delle singole frazioni. Lungo la statale Paullese si è sviluppato un frammentato sistema commerciale, che troverà nella realizzazione del nuovo comparto commerciale a sud della Paullese un nuovo punto di attestamento. Sulla base degli indirizzi forniti dal PRG vigente, e seguendo il modello programmatorio indicato dalla Regione (tessuto urbano consolidato, ambiti di trasformazione urbana, aree extraurbane) l’articolazione delle destinazioni d’uso può essere così definita: • ESV = esercizi di vicinato < 250 mq • MSV = medie strutture vendita 250/2500 mq • GSV = grandi strutture di vendita >2500 mq

Zone di PRG ESV MSV GSV Note B1 – di risanamento del patrimonio SI NO NO edilizio esistente B2 - residenziale satura SI NO NO B3 – omogenea, di completamento SI SI NO MSV < 400 mq. superf. Vendita residenziale C - di espansione SI SI NO MSV < 400 mq. superf. Vendita D1 - di completamento produttivo SI SI NO MSV < 600 mq. superf. Vendita D2 – di sviluppo produttivo SI SI NO MSV alimentari: solo in frazione S. Bovio e lungo percorso S.S. 415

Tabella 6_Articolazione delle strutture di vendita per classe dimensionale e compatibilità con le zone di PRG

Le attività commerciali già esistenti in zona omogenea AP Standard (previsti in PEEP comparto PS2 - mercati di quartiere) possono continuare ad esercitare l'attività nei limiti consentiti dal Piano di Zona, salvo adeguamenti delle dotazioni di parcheggi. Per quanto attiene gli standard urbanistici, fermo restando il rispetto di quanto previsto dalla LR 51/75 per gli “esercizi di vicinato” (100% Slp con facoltà di monetizzazione) è opportuno prevedere una diversa dotazione per le medie strutture di vendita: il 120% fino alla superficie di vendita di 600 mq ed incrementando tale valore fino al 150% per le medie strutture di vendita con superficie superiore a tale limite e facenti capo al settore alimentare. In questo caso la possibilità di monetizzazione è ridotta al 50% e non può

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II riguardare la quota destinata ai parcheggi. Per le grandi strutture vale quanto disposto dalla LR 14/99 e dal RR 3/00: 200% della Slp degli insediamenti.

La pianificazione dei comuni contermini Oltre al quadro degli strumenti di pianificazione sovracomunale descritto nella parte I della relazione e allo stato di attuazione del vigente PRG, pare utile dare una sintetica lettura degli elementi di rilievo esistenti e previsti all’interno degli strumenti urbanistici dei comuni contermini a Peschiera Borromeo, come riportato nella tavola del mosaico informatizzato degli strumenti urbanistici vigenti (MISURC) nell’allegato cartografico del Quando Conoscitivo (tavola DpA. 1.1).

Comune di Milano. Il comune di Milano è in fase di approvazione del proprio PGT, nel quale prevede alcuni ambiti di trasformazione potenzialmente interessanti per Peschiera Borromeo. L’Ambito di Trasformazione Periurbana, denominato “Cascina Monluè”, finalizzato al recupero ambientale delle sponde del fiume Lambro, con la realizzazione di un parco urbano e il recupero delle cascine e dei rustici esistenti, oltreché della struttura con destinazione alberghiera mai conclusa. L’Ambito di Trasformazione Periurbana “Idroscalo” punta a rafforzare il corridoio verde di connessione tra la città e l’Idroscalo attraverso la realizzazione di un sistema continuo di aree a parco e il recupero degli ambiti compromessi in particolare dal sistema infrastrutturale (svincoli tangenziale est). Si propone inoltre di qualificare i margini del parco, riorganizzando e qualificando anche le componenti urbane in affaccio, lungo i tracciati di via Corelli e viale Forlanini. L’Ambito di Trasformazione di Interesse Pubblico Generale “Forlanini” si pone l’obiettivo di riorganizzare l’ambito tra la ferrovia e la tangenziale est, realizzando nuovi spazi pubblici legati allo sport e all’intrattenimento, valorizzando le strutture già esistenti. Oltre ai detti ambiti di trasformazione c’è la previsione di realizzazione di due linee di forza del trasporto collettivo potenzialmente interessanti per Peschiera Borromeo: la prima in direzione Segrate, la seconda in direzione San Donato.

Comune di Segrate. Il PGT del comune di Segrate, in fase di approvazione, è stato recentemente pubblicato. Nel Documento di Piano sono individuati diversi ambiti di trasformazione, in particolare in attestamento sull’asse nord-sud, con fuoco nell’area della ex-dogana. Le trasformazioni previste configurano nuove centralità urbane legate alla residenza e al commercio, definendo una nuova porta d’ingresso alla città di Milano. Gli ambiti più significativi ed in relazione con Peschiera Borromeo sono rappresentati dall’accordo di programma “Centro Commerciale” che interessa tre aree: l’ex dogana - fintecna dove verrà realizzata una grande struttura di vendita; un’area tra il parco Forlanini, l’Idroscalo e Linate dove non verranno concentrate volumetrie mantenendo il

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II corridoio tra il parco e l’Idroscalo; infine un’area tra l’Idroscalo e San Felice di concentrazione residenziale. Si prevede poi, in previa realizzazione dei Piani di Cintura del Parco Sud, la possibilità di realizzare un area sportiva di interesse sovracomunale sul confine con Peschiera Borromeo. Le linee di indirizzo del PGT di Segrate propongono inoltre lo spostamento della stazione di porta dell’Alta Capacità da Pioltello a Segrate, proponendo Segrate come Porta Est di Expo 2015.

Comune di San Donato Milanese. Il PGT di San Donato Milanese, in fase di approvazione, contiene previsioni interessanti il comune di Peschiera Borromeo sotto il profilo ambientale e infrastrutturale. L’ambito a trasformazione vincolata Valle del Lambro prevede la realizzazione di un parco fluviale, in accordo con la pianificazione sovraordinata. A livello infrastrutturale viene confermata la bretella di collegamento ad est con Peschiera Borromeo, in accordo con la programmazione della Provincia di Milano. Vi è poi un ambito di trasformazione a vocazione commerciale lungo la statale Paullese, in prossimità del confine comunale.

Figura 23_Estratto tav. 1.1. dpA_Quadro Conoscitivo_Sistema insediativo esistente e previsto

Comune di Mediglia. Il comune di Mediglia è quello che presenta maggiore superficie confinante con il comune di Peschiera. Il PGT, approvato in data 12 luglio 2011, prevede un ambito di trasformazione a vocazione prevalentemente residenziale con una quota di terziario in località Robbiano, poco oltre il confine di Peschiera Borromeo.

Comune di Pioltello. Il PGT risulta in fase di elaborazione. Confinante a nord con il territorio comunale di Peschiera. Il territorio a confine è attualmente ad uso agricolo,

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II con previsioni però di aree da adibire a servizi e a residenza e altre a parchi/verde attrezzato/attrezzature sportive e ricreative. L’area di confine più ad est, è adibita ad una cava di dimensioni rilevanti nelle vicinanze della quale si sviluppa la frazione di San Bovio, del comune di Peschiera.

Comune di Rodano. Il comune di Rodano ha adottato il proprio PGT nel novembre 2010. Confinante a nord est con il comune di Peschiera Borromeo, gli ambiti limitrofi, ricadenti nel Parco Agricolo Sud, sono destinati ad uso agricolo. Si segnala la presenza della cava in territorio di Peschiera confinante sia con il comune di Rodano che con quello di Pantigliate.

Comune di Pantigliate. Confina ad est con il comune di Peschiera Borromeo. La fascia di confine, ricadente nel Parco Agricolo Sud, è utilizzata ad usi agricoli. Non vi sono particolari previsioni di interesse intercomunale, se non a livello infrastrutturale. Entrambi i comuni sono interessati dal progetto di riqualificazione della statale Paullese e dalla programmazione del prolungamento della linea M3 della metropolitana.

7. La struttura socio-economica

Caratteristiche e dinamiche della popolazione La popolazione di Peschiera Borromeo risulta pari a 22.600 abitanti al 31.12.2009. La serie storica, a partire dai dati disponibili al 1861, mostra una popolazione costante, al di sotto delle 3.000 unità, fino al 1900. Nei primi decenni del XX secolo l’andamento demografico subisce una prima fase di maggiore incremento, che porta la popolazione quasi a raddoppiare tra il 1901 ed il 1921; tale processo viene tuttavia bruscamente interrotto con un ritorno sui livelli di inizio secolo (3.759 abitanti nel 1951). È a partire dal secondo dopoguerra che la popolazione torna a crescere intensamente, con una crescita del 64,6% negli anni sessanta e del 65,9% nel decennio successivo: dal 1961 al 1981 la popolazione passa da 4.892 abitanti a 13.358). La crescita continua anche nei decenni successivi. Colpisce il dato riferito agli anni novanta, durante i quali Peschiera Borromeo continua a crescere in modo consistente (9,3%) in controtendenza rispetto ad altri comuni contermini e in maniera comunque maggiore rispetto alla Provincia di Milano10 in generale. Anche gli ultimi anni vedono un aumento percentuale della popolazione maggiore rispetto alla media dei comuni contermini, della Provincia di Milano e della Lombardia (cfr grafico 1, grafico 2, tab.1 e tab.2).

10 Per una più completa comparazione con i dati storici, In queste pagine per Provincia di Milano si intende quella precedente alla costituzione della Provincia di Monza e della Brianza. Nelle tabelle, con “Provincia Milano +” si intende la provincia con il Comune di Milano, con “Provincia di Milano –“ la provincia senza il capoluogo.

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Grafico 1_ Dinamica della popolazione 1951-2009 (ISTAT)

Grafico 2_ Dinamica della popolazione 1951-2009 – Variazioni percentuali (ISTAT)

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Descrizione 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2009

Mediglia 3.574 3.481 6.113 6.170 8.413 10.287 12.075 Pantigliate 1.198 1.818 2.926 4.166 4.872 5.154 5.872 Paullo 3.259 4.461 6.655 7.851 9.613 10.108 10.995 Peschiera Borromeo 3.759 4.892 8.053 13.353 18.539 20.264 22.673 Pioltello 6.401 13.803 28.566 30.098 34.165 31.936 35.496 Rodano 1.463 1.166 1.297 2.396 4.558 4.325 4.365 San Donato Milanese 2.667 10.296 26.872 31.962 31.331 32.354 32.606 Segrate 3.627 8.740 18.209 30.507 32.368 33.199 33.916 Provincia di 2.324.71 2.983.90 3.727.84 3.839.00 3.738.68 3.707.21 3.963.91 Milano* + 7 3 1 6 5 0 6 Provincia di 1.050.56 1.401.48 1.995.84 2.234.23 2.369.39 2.450.99 2.656.42 Milano* - 3 2 1 3 0 9 1 Totale comuni selezionati 25.948 48.657 98.691 126.503 143.859 147.627 157.998 Totale 6.566.15 7.406.15 8.543.38 8.891.65 8.856.07 9.032.55 9.826.14 Lombardia 4 2 7 2 4 4 1 *Precedente alla costituzione della Provincia di Monza e della Brianza Tabella 7_ Popolazione residente ai Censimenti e al 2009 (ISTAT)

1951- 1961- 1971- 1981- 1991- 2001- Comune 1961 1971 81 1991 2001 2009 Mediglia -2,6% 75,6% 0,9% 36,4% 22,3% 17,4% Pantigliate 51,8% 60,9% 42,4% 16,9% 5,8% 13,9% Paullo 36,9% 49,2% 18,0% 22,4% 5,1% 8,8% Peschiera Borromeo 30,1% 64,6% 65,8% 38,8% 9,3% 11,9% Pioltello 115,6% 107,0% 5,4% 13,5% -6,5% 11,1% Rodano -20,3% 11,2% 84,7% 90,2% -5,1% 0,9% San Donato Milanese 286,1% 161,0% 18,9% -2,0% 3,3% 0,8% Segrate 141,0% 108,3% 67,5% 6,1% 2,6% 2,2% Provincia Milano + 28,4% 24,9% 3,0% -2,6% -0,8% 6,9% Provincia Milano - 33,4% 42,4% 11,9% 6,0% 3,4% 8,4% Totale comuni selezionati 87,5% 102,8% 28,2% 13,7% 2,6% 7,0% Totale Lombardia 12,8% 15,4% 4,1% -0,4% 2,0% 8,8% Tabella 8_ POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI - Variazioni percentuali 1951 – 2009 (ISTAT)

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Dal 2001 al dicembre 2009 cresce il peso percentuale delle persone di età più avanzata: dal 5,6% al 7,2% quelle tra i 60 e i 64 anni, dal 10,9% al 15,6% quelle di età maggiore di 65 anni. Quest’ultimo dato è comunque minore a quello dei comuni contermini e della media Lombarda (tab. 3).

0-5 6-10 11-14 15-19 20-24 25-29 30-59 60-64 65 e + Totale Mediglia 8,0 4,9 4,0 4,6 4,6 5,3 48,7 5,7 14,3 100,0 Milano 5,4 4,2 3,0 3,7 3,9 5,0 44,6 6,2 23,9 100,0 Pantigliate 6,9 4,7 3,9 4,5 4,6 5,0 46,8 6,6 17,0 100,0 Paullo 6,3 5,0 3,7 4,7 5,1 5,6 45,3 6,2 18,1 100,0 Peschiera Borromeo 6,8 5,0 3,8 4,6 4,6 4,6 47,8 7,2 15,6 100,0 Pioltello 6,6 5,3 4,0 5,2 5,2 5,9 46,6 5,6 15,6 100,0 Rodano 6,7 4,5 3,6 4,4 4,7 5,9 46,1 8,6 15,5 100,0 San Donato Milanese 6,0 5,4 4,1 4,6 4,3 4,8 43,7 6,1 21,2 100,0 Segrate 6,0 5,3 4,0 4,4 4,3 4,3 44,3 6,8 20,5 100,0 Comuni selezionati 5,6 4,3 3,1 3,8 4,0 5,0 44,7 6,2 23,3 100,0 PROV MI + 5,8 4,6 3,4 4,2 4,4 5,3 45,4 6,3 20,6 100,0 Totale Lombardia 5,9 4,7 3,5 4,4 4,6 5,5 45,1 6,2 20,1 100,0

Tabella 9_ Popolazione residente totale per classe di età al 31.12.2009 – Percentuali (ISTAT)

0-5 6-10 11-14 15-19 20-24 25-29 30-59 60-64 65 e + Totale MEDIGLIA 6,3 5,2 4,0 5,3 6,2 8,8 48,2 5,7 10,2 100 PANTIGLIATE 5,5 4,7 3,9 4,7 6,6 8,6 47,0 6,4 12,7 100 PAULLO 5,9 4,7 3,9 5,0 5,8 7,4 47,0 6,5 13,7 100 PESCHIERA BORROMEO 5,8 5,1 4,0 5,2 5,9 7,4 50,1 5,6 10,9 100 PIOLTELLO 6,1 5,1 4,0 5,1 6,4 8,5 46,3 5,9 12,6 100 RODANO 5,3 4,5 3,8 6,2 7,2 8,4 50,2 5,4 9,0 100 SAN DONATO MILANESE 6,0 4,5 3,3 4,2 5,1 8,3 46,7 7,1 14,7 100 SEGRATE 5,9 4,6 3,4 4,2 5,6 8,1 47,5 7,4 13,2 100 MILANO 4,6 3,5 2,6 3,5 4,6 7,4 44,5 7,3 21,9 100 Totale comuni selezionati 6,0 4,8 3,7 4,7 5,9 8,2 47,5 6,5 12,8 100 Totale Lombardia 5,4 4,3 3,4 4,6 5,7 7,8 44,6 6,5 17,8 100

Tabella 10_ Popolazione residente totale per classe di età e stato civile. 1.1.2001 - Percentuali

Il peso percentuale delle classi di età varia anche rispetto alle diverse frazioni da cui è composto il comune di Peschiera Borromeo. Si nota per esempio la maggior presenza di anziani a Linate e a seguire a Mezzate (sia nella fascia 65-74 che in quella successiva). Altre frazioni hanno invece una presenza maggiore di bambini: per esempio Bellaria /11,6% sotto ai sei anni) ma anche la stessa Mezzate (8,6%) contro il 2,9% di Canzo.

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classi S. BOVIO/S. ZELO/ età/ FELICE/S. MONASTEROLO/ TOT. PESCHIERA quartieri BELLARIA BELLINGERA BETTOLA CANZO LINATE MEZZATE FELICINO FOROMAGNO BORROMEO 0-5 182 28 406 8 67 201 327 310 1529 6-10 91 37 320 15 47 164 184 233 1091 11-14 68 22 296 8 41 105 109 210 859 15-18 63 26 268 7 48 75 141 214 842 19-29 99 89 697 32 98 201 425 698 2339 30-58 866 320 3069 131 452 1159 1979 2590 10566 59-64 77 63 562 23 104 138 397 566 1930 65-75 84 73 591 34 151 176 390 632 2131 > 75 44 38 435 19 109 112 172 384 1313 Totale 1574 696 6644 277 1117 2331 4124 5837 22600 Tabella 11_ Popolazione residente per classi di età e quartiere – Peschiera Borromeo, 31 luglio 2009

classi S. BOVIO/S. ZELO/ età/ FELICE/S. MONASTEROLO/ TOT. PESCHIERA quartieri BELLARIA BELLINGERA BETTOLA CANZO LINATE MEZZATE FELICINO FOROMAGNO BORROMEO 0-5 11,56% 4,02% 6,11% 2,89% 6,00% 8,62% 7,93% 5,31% 6,77% 6-10 5,78% 5,32% 4,82% 5,42% 4,21% 7,04% 4,46% 3,99% 4,83% 11-14 4,32% 3,16% 4,46% 2,89% 3,67% 4,50% 2,64% 3,60% 3,80% 15-18 4,00% 3,74% 4,03% 2,53% 4,30% 3,22% 3,42% 3,67% 3,73% 19-29 6,29% 12,79% 10,49% 11,55% 8,77% 8,62% 10,31% 11,96% 10,35% 30-58 55,02% 45,98% 46,19% 47,29% 40,47% 49,72% 47,99% 44,37% 46,75% 59-64 4,89% 9,05% 8,46% 8,30% 9,31% 5,92% 9,63% 9,70% 8,54% 65-75 5,34% 10,49% 8,90% 12,27% 13,52% 7,55% 9,46% 10,83% 9,43% > 75 2,80% 5,46% 6,55% 6,86% 9,76% 4,80% 4,17% 6,58% 5,81% Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Tabella 12_ Popolazione residente per classi di età e quartiere – Peschiera Borromeo, 31 luglio 2009 – Percentuali per quartiere

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Interessante ai fini del PGT (anche perché maggiormente corrispondenti alla domanda di appartamenti) è il dato riferito alle famiglie. Queste crescono maggiormente della popolazione. Al 31 dicembre 2009 risultano essere insediate sul territorio comunale 9.422 famiglie. Esse sono cresciute, in otto anni, del 19,6%, contro l’11,9% della popolazione (cfr. tabella 7 e grafico). La maggior crescita proporzionale del numero di famiglie rispetto a quello dei residenti è una iniziata da diversi decenni, e che investe tutta la Lombardia.

2001 2009 2001-2009 Peschiera Borromeo 7876 9422 19,62925 Provincia Milano + 1545503 1794845 16,13339 Lombardia 3652954 4249155 16,32107

Tabella 13_ Famiglie 2001 e 2009 e variazione percentuale (ISTAT)

I dati dei Censimenti: istruzione, occupati, patrimonio abitativo Purtroppo gli ultimi dati censuari disponibili risalgono al 2001. Di seguito ne riportiamo alcuni, rimandando al paragrafo seguente sugli aspetti attuali relativi all’economia.

Grado di istruzione Per quanto riguarda il grado di istruzione, si è registrato un progressivo innalzamento del livello di istruzione della popolazione residente, che ha portato il grado di istruzione della popolazione residente al 2001 ai seguenti livelli: -1.979 laureati, pari al 4,3% della popolazione al 2001 con più di 6 anni, pari a 19.068 abitanti); -6.618 diplomati di scuola superiore, pari al 10,38% del totale della popolazione; -5.582 con licenza di scuola media inferiore, pari al 29,27% del totale; -3.505 con licenza di scuola elementare, pari al 18,38% del totale; -1.344 alfabeti, privi del titolo di studio; -40 analfabeti, di cui 18 con oltre 65 anni.

Occupati per posizione professionale Al 2001 a Peschiera Borromeo, rispetto al totale degli occupati pari a 9.913 persone, vi erano 7.500 in posizione professionale da dipendente o comunque subordinata e 2.413 in posizione professionale autonoma (1.273 lavoratori in proprio, 897 imprenditori e liberi professionisti, 133 soci di cooperativa e 110 coadiuvanti familiari).

Occupati per sezione di attività economica Sempre rispetto al totale degli occupati, rispetto al settore di attività economica si registra la seguente distribuzione:

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- 2.711 persone occupate nel settore dell’industria - 2.162 persone nel settore del commercio - 1.980 nel settore del credito e assicurazioni, servizi alle imprese e noleggio - 1.888 nel settore delle altre attività, comprese all’interno dei terziario e dei servizi, non comprese nella voce successiva - 1.079 nel settore dei trasporti e delle comunicazioni - 93 nel settore dell’agricoltura.

Consistenza e caratteristiche del patrimonio abitativo Il tema affrontato è quello della consistenza e delle caratteristiche del patrimonio abitativo del comune di Peschiera Borromeo al censimento ISTAT dal 1981 al 2001, valutando anche le dinamiche intercorse nel suddetto periodo. Nel decennio 1981-1991 gli alloggi sono aumentati del 49,1% (+2.343 alloggi), mentre le stanze sono aumentate del 59,1%, con un incremento della dimensione media degli alloggi, da 3,7 a 3,9 stanze per alloggio. Nel decennio 1991-2001 gli alloggi sono aumentati del 15,7% (+1.117 alloggi), mentre le stanze sono aumentate del 9,5%, con una riduzione della dimensione media degli alloggi, da 3,9 a 3,7. Il patrimonio edilizio si è quindi notevolmente incrementato anche nel decennio degli anni Novanta. Nel frattempo si è registrato il superamento del fenomeno della coabitazione, così come si è ridotto il numero delle abitazioni vuote (da 1.972 alloggi nel 1991 a 389 nel 2001). Al 2001 gli alloggi in proprietà sono ben l’73,19%, rispetto al 65,7% del 1991; quelli in affitto sono il 17,6%, rispetto al 22,6% del 1991. In provincia di Milano la proprietà è sensibilmente meno diffusa (69% al 2001 e 62% al 1991), mentre anche in provincia di Milano l’affitto è continuamente in calo (33% nel 1991 e 25% nel 2001). Al 2001 il 7,4% degli edifici risalgono a prima del 1945 (epoca di costruzione o rinnovo), il 58,7% sono del periodo 1946/1981 ed il 33,9% degli ultimi vent’anni. La situazione mette in risalto come gli alloggi occupati siano tutti dotati dei principali servizi, quali acqua potabile, riscaldamento, servizi igienici, ma emerge anche l’utilità di regole che promuovano interventi di adeguamento del patrimonio edilizio in termini di dotazione di servizi, per mantenere in uso ed efficienti una buona parte degli edifici esistenti che oggi superano i trent’anni di vita e che sono poco meno della metà del totale.

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Tabella 14_ Popolazione e abitazioni 1991-2001

Gli indicatori sul patrimonio abitativo evidenziano una realtà “migliore” della media provinciale: meno alloggi vuoti, alloggi occupati leggermente più grandi, una maggior quota di proprietà e l’assenza di fenomeni di sovraffollamento e di coabitazione. Al 2001 la superficie media delle abitazioni di Peschiera Borromeo è pari a 92,02 mq contro la media provinciale di 85,30 mq e quella regionale di 91,74 mq; su 7.847 famiglie (sempre al 2001), 6.080 risiedono in un abitazione di loro proprietà, 1.464 in affitto e le restanti 303 in altro titolo. Il numero di abitazione è pari a 8.320.

Tabella 15_ Abitazioni occupate per numero di stanze e numero di occupati, 2001

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Tabella 16_ Domanda di abitazioni da sovraffollamento, 2001

Come si nota dalle tabelle soprastanti, l’11,4 % degli occupanti, si trova in una situazione di sovraffollamento, di cui il 5% è in una situazione di disagio grave.

Figura 24_ Dinamica delle abitazioni in Provincia di Milano nel periodo 1991-2001

Nelle pagine successive si riportano le principali caratteristiche del patrimonio edilizio desunte dal censimento del 2001.

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Patrimonio edilizio al 2001

Alloggi totali Totale 8320 alloggi Occupati 7847 alloggi 30489 stanze 3,88 stanze/alloggio 94,31% Occupanti 7874 famiglie 20250 abitanti 2,57 abitanti/famiglia 1,0 famiglia/alloggi 0,66 abitanti/stanza Vuoti 389 alloggi 4,68% Altra tipologia 84 alloggi 1,01%

Edifici per epoca di costruzione (valori assoluti e percentuali) Prima del 1919 55 4,56% 1919-1945 34 2,82% 1946-1961 157 13,01% 1962/1971 230 19,06% 1972/1981 321 26,58% 32/anno 1982/1991 294 24,36% 29/anno Dopo il 1991 116 9,61% 12/anno ______Totale 1.207 100%

Alloggi occupati da residenti per titolo di godimento Proprietà 77,48% 6.080 alloggi con 24.548 stanze 4,04 stanze/alloggio 16.000 abitanti 0,65 abitanti/stanza Affitto 18,66% 1.464 alloggi con 4.813 stanze 3,29 stanze/alloggio 3.586 abitanti 0,75 abitanti/stanza Altro titolo 3,86% 303 alloggi con 1.128 stanze 3,72 stanze/alloggio 664 abitanti 0,59 abitanti/alloggio

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Alloggi occupati per numero di stanze (valori assoluti e percentuali) Totale alloggi occupati da residenti 7847 alloggi con 30.489 stanze 7874 famiglie con 20.250 abitanti 728.822 mq di superficie abitabile

174 alloggi 2,22% da 1 stanza 174 stanze 176 famiglie 245 abitanti 924 alloggi 11,78% da 2 stanze 1848 stanze 930 famiglie 1618 abitanti 1538 alloggi 19,60% da 3 stanze 4614 stanze 1544 famiglie 3441 abitanti 3209 alloggi 40,89% da 4 stanze 12836 stanze 3212 famiglie 8694 abitanti 1450 alloggi 18,48% da 5 stanze 7250 stanze 1456 famiglie 4506 abitanti 552 alloggi 7,03% da 6 e + stanze 3864 stanze 556 famiglie 1746 abitanti

La struttura produttiva Al censimento del 2001, il tasso di occupazione era di 57,65% e quello di disoccupazione del 3,97%, con una disoccupazione giovanile del 16,51%. La popolazione attiva di Peschiera Borromeo ammontava a 10.323 persone, di cui 9.913 effettivamente occupate (la restante quota era formata da disoccupati o da persone in cerca di prima occupazione). Se confrontato con il totale dei residenti con età compresa fra i 15 e i 65 anni (17.194 abitanti), tale valore determina un tasso di attività pari al 60,04%: un valore che si colloca più di sette punti al di sopra della media regionale (52,86 %), e che può dunque ritenersi decisamente elevato. Tale effetto è da mettersi in relazione, presumibilmente, con la bassa età media della popolazione, e dunque con una ridotta presenza di persone ritiratesi dal lavoro. La percentuale di occupati per attività economica mette in rilievo che l’industria e, ancora meno, l’agricoltura non hanno una funzione principale: la maggior quota di occupati si concentra nelle altre attività.

Grafico 3_ Occupati per attività economica, anno 2001 (ISTAT)

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In particolare gli addetti alle Unità Locali delle imprese, delle istituzioni pubbliche e delle imprese no profit rilevate al censimento industria e servizi per sezione di attività economica nel 2001, risulta essere:

Tabella 17_ Unità locali, anno 2001 (ISTAT)

Il territorio comunale di Peschiera si caratterizza per una rilevante presenza di attività produttive. Il numero degli addetti nel 1991 pari a 9.322 unità, con un incremento di oltre 2.000 unità rispetto al valore del 1981 (7.294), oggi si attesta sulle 11.064 unità, anche il numero di unità locali appare in forte crescita. Se rapportati alla popolazione residente, tali valori evidenziano un profilo economico nettamente orientato alle attività produttive: il rapporto addetti/residenti si mantiene infatti sempre al di sopra di 0,5, con un saldo occupati-addetti costantemente negativo. Il territorio di Peschiera si comporta, dunque, come un attrattore netto di forza lavoro dai Comuni circostanti. Per quanto concerne la ripartizione settoriale delle attività, nel corso degli ultimi anni si rileva una forte dinamica delle attività terziarie, che rappresentano ormai il primo ramo d’attività, avendo superato il comparto secondario, anch’esso comunque in sensibile crescita. All’interno del settore terziario, presenta un’incidenza particolarmente elevata il settore dei trasporti e delle comunicazioni; il che rappresenta un evidente effetto della prossimità all’aeroporto di Linate ed alle zone di attività logistica collocate nel suo immediato intorno. Fra la popolazione non attiva, le casalinghe rappresentavano l’ 11,9% dei residenti (contro una media regionale del 14,1%), gli studenti, da ritenersi rappresentativa dei soli studenti universitari e delle scuole medie superiori, il 7,8% (media regionale 6,1%) ed i ritirati dal lavoro il 17,1% (media provinciale 22,7%). La popolazione che non rientra nella forza di lavoro per altre condizioni risulta essere del 3,2% (totale in Lombardia 4,3%). Se si analizzano le unità locali delle imprese, delle istituzioni pubbliche e delle imprese no profit per classe dimensionali (dal censimento del 2001) si evince che sono, per lo

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II più, imprese di piccole e piccolissime dimensioni: circa l’83 % ha un numero uguale o inferiore a 5 addetti.

CLASSI DIMENSIONALI

Tabella 18_ Classi dimensionali delle unità locali, anno 2001 (ISTAT)

Al censimento del 2001, per l’agricoltura, nel territorio comunale di Peschiera Borromeo, risultavano attive 16 aziende agricole, che disponevano di una superficie aziendale pari a quasi 538,7 ha. Si trattava in tutti i casi di aziende a conduzione diretta. Delle 16 aziende la quasi totalità ha un’utilizzazione a seminativi. La superficie agricola totale, rilevata all’interno dei confini comunali, era pari a circa 1.170 ha, ovvero alla metà del territorio comunale. Si tratta di un valore sostanzialmente allineato alla media provinciale (nei confini 1990, ovvero ad inclusione dell’attuale Provincia di Lodi), ma di assoluto rilievo per un Comune appartenente alla prima corona metropolitana. La superficie agricola utilizzata (SAU), pari al 90% della superficie agricola totale, era destinata in larghissima prevalenza a seminativi, con piccole quote di prati permanenti e pascoli. Del tutto assenti risultavano le colture permanenti, i boschi ed i pioppeti. Di minor rilievo appariva invece il patrimonio zootecnico, limitato a circa 1.100 capi – in larghissima parte bovini. Facendo una valutazione rispetto agli anni passati, si nota un forte decremento delle attività nel settore agricolo.

Grafico 4_ Superficie agricola per forma di utilizzazione, anno 2001 (ISTAT)

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Il settore secondario rappresenta una discreta componente della struttura produttiva locale. I settori tradizionalmente prevalenti sono rappresentati dall’industria metallurgica, meccanica ed elettromeccanica. Queste industrie rappresentano ancora più del 50% degli addetti al settore secondario, ma si caratterizzano per una dinamica occupazionale contenuta o negativa, con conseguente riduzione della loro incidenza sul settore. La distribuzione territoriale delle attività industriali si caratterizza per la presenza di grandi comparti specializzati, tendenzialmente separati dalle zone residenziali. Le principali concentrazioni si ritrovano a Canzo-Foramagno (tra via Di Vittorio e l’aeroporto di Linate) ed a Zeloforamagno, in fregio meridionale alla via della Liberazione, nonché a Bettola, tra via II Giugno e la stessa via della Liberazione. Ulteriori insediamenti produttivi si trovano a San Bovio, Linate, Bellaria e Mezzate. Quest’ultima frazione si caratterizza per un tessuto misto, con commistione fra attività artigianali, industriali e residenziali. Il settore terziario rappresenta il principale settore di attività economica del territorio peschierese. Esso presenta una dinamica sensibilmente positiva, per quanto concerne sia gli addetti che le attività locali. I principali rami di attività sono costituiti dal commercio all’ingrosso ed al dettaglio, dai trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e dalle attività immobiliari e professionali. Questi ultimi due settori, nel decennio 1991- 2001, appaiono in forte crescita, avendo fatto registrare tassi di incremento pari rispettivamente al +115 ed al +258%. Le principali concentrazioni di servizi (pubblici e privati) si ritrovano a Bettola e Zeloforamagno. Una presenza più diffusa contraddistingue le frazioni di Mezzate, Canzo- Foramagno e Linate, mentre San Bovio è caratterizzata da alcuni poli di un certo rilievo.

Unità locali e Addetti alle imprese private oggi Se i dati censuari si fermano al 2001, è possibile tracciare un quadro più recente delle attività economiche attraverso altre fonti. L’Archivio Statistico delle Unità Locali delle Imprese Attive (ASIA-UL) realizzato dall’ISTAT, e riferito al 2008, fornisce informazioni su unità locali ed addetti. E’ necessaria estrema cautela nel comparare questi dati - che sono riferiti alle sole imprese private e sono calcolati attraverso elenchi amministrativi di diversa natura e indagini campionarie - con quelli del Censimento, che invece comprendono anche il settore pubblico. Tuttavia, essi sono estremamente utili per tracciare un quadro economico attuale.

Innanzitutto guardiamo la distribuzione degli addetti per macro-attività economiche. Si nota la forte presenza di attività di trasporto e magazzinaggio rispetto agli altri territori. Gli addetti ai servizi privati (sebbene questo dato è poco attendibile perché

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II riferito al solo settore privato, in una serie di attività in cui conta molto il peso del pubblico) risultano invece inferiori alla media degli altri territori.

Provincia indust costr trasporto e Comme alloggio e servi altri TOTALE ria uz. magazz. rcio ristoraz. zi servizi Peschiera 2.442 587 3364 2.667 510 1806 406 11.782 Borromeo Prov. Monza e 10157 2815 5243 11042 56867 9015 21772 280857 Brianza 3 7 1 Provincia di 28097 1077 5257 103999 270818 82897 91900 1464110 Milano 1 77 48 11067 3761 9324 LOMBARDIA 220865 672911 201150 246177 3756491 07 99 82

Tabella 19_ Addetti alle imprese private 2008 per attività e province [ASIA/UL – ISTAT]

Provincia indust costr trasporto e comme alloggio e servi altri TOTALE ria uz. magazz. rcio ristoraz. zi servizi Peschiera 20,73 4,98 15,3 Borromeo % % 28,55% 22,64% 4,33% 3% 3,45% 100% Prov. Monza e 36,20 10,00 18,7 Brianza % % 3,90% 20,20% 3,20% 0% 7,80% 100% 19,20 7,40 35,9 Milano % % 7,10% 18,50% 5,70% 0% 6,30% 100% 29,50 10,00 24,8 LOMBARDIA % % 5,90% 17,90% 5,40% 0% 6,60% 100%

Tabella 20_ Addetti alle imprese private 2008 per attività e province [ASIA/UL – ISTAT]

Questi dati di sfondo sono confermati dai dati più puntuali. Analizzando le singole attività così come classificate da ATECO 2007 (denominate “divisioni”), notiamo una fortissima caratterizzazione del comune. Infatti, tra le prime 5, esclusi il commercio all’ingrosso e quello al dettaglio, figurano tre attività (servizi postali, magazzinaggio e trasporto terrestre) legate alla logistica, che sono invece assenti se guardiamo alle principali attività a livello provinciale e lombardo.

46 53 52 47 49 commercio Servizi postali e Magazzinaggio e Commercio al Trasporto all’ingrosso attività di attività di dettaglio terrestre corriere supporto ai trasporti 1.629 1.515 1.228 836 620

Tabella 21_ Le prime 5 attività economiche per numero di addetti [ASIA/UL – ISTAT]

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8. Vincoli sul territorio

Il presente Quadro conoscitivo compie una prima ricognizione dei vincoli insistenti sul territorio comunale di Peschiera Borromeo, che potrà essere ulteriormente precisata e integrata in fase di elaborazione degli atti del PGT. La lettura compiuta è riconducibile a tre principali tipologie differenti:

 Vincoli di tutela e di salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici;  Vincoli riconducibili alle esigenze di difesa del suolo;  Vincoli amministrativi (limiti all’edificazione).

Vincoli di tutela e di salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici. Dalla ricognizione effettuata, per il quadro conoscitivo del PGT, sui beni di interesse storico - monumentale, tutelati ai sensi del DLgs 42/2004, in Peschiera Borromeo vengono indicati oggetto di vincolo esclusivamente il castello Borromeo e una casa colonica ad esso connessa, la cascina Longhignana, a dimostrazione del recente sviluppo edilizio della città. Il castello Borromeo e relative pertinenze sono state dichiarate Bene di interesse storico artistico ai sensi degli artt. 10, 13 – in data 17 agosto 1932 con Decreto del Ministero per i Beni e le attività culturali. Nel decreto vengono vincolati il castello e una casa contadina, ubicata in via San Carlo Borromeo. Grazie a un successivo decreto – in data 23 agosto 1966 con Decreto del Ministero per i Beni e le attività culturali, G.U. n. 247 del 24 ottobre 1966 - viene individuato un ampio ambito a vincolo indiretto, ai sensi dell’art. 45 DLgs 42/04, coincidente in parte con aree comunali e agricole volto ad evitare la compromissione della morfologia del castello e relativo borgo.

Beni di interesse artistico e storico

Castello Borromeo Il Castello di Peschiera è il più antico possedimento lombardo dei Borromeo, famiglia originaria di San Miniato in Toscana. Dopo varie vicissitudini familiari, l’erede della famiglia, Vitaliano Borromeo torna a Milano e diventa il capostipite del casato da cui derivarono San Carlo e Federigo Borromeo. Abilissimo finanziere, accorto politico, Vitaliano diventò l’uomo di fiducia di Filippo Maria Visconti, signore del Ducato milanese. Nel 1427 acquistò dai frati agostiniani che gestivano l’Ospedale Nuovo di Milano alcune loro proprietà situate tra Fiorano e Mirazzano, definite genericamente come le "cassine de’ frati neri" (dal colore dell’abito di quei religiosi). Una di queste cascine, accanto ad uno stagno o peschiera, dieci anni dopo fu fortificata con torri, fossato, ponti levatoi: nasce così questo monumento. Fu Renato Borromeo, il continuatore della stirpe, ad imprimere al castello la fisionomia che tuttora ammiriamo;

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II egli elesse Peschiera a sua dimora preferita, facendone non una fortezza usa alla guerra, bensì una residenza quasi principesca, splendidamente affrescata, ove trascorrere in ozio e letizia buona parte dell’anno. Del castello colpisce innanzitutto l’alta torre centrale, alla quale fanno corona quattro torrioni angolari, emergenti dall’acqua. Quest’ultima conferisce un fascino particolare al fabbricato; caso quasi unico in Lombardia, il fossato non è all’asciutto; nella peschiera antichissima, da cui ha preso il nome l’intero complesso, ancor oggi nuotano pesci di varie specie. L'edificio ha impianto quadrangolare ed è circondato da un fossato. Varcato il portone, ci si presenta un cortile pressoché quadrato: a sinistra, ambiente porticato con nove archi su pilastri di mattoni, non esistente in antico, ma risultato delle trasformazioni promosse da Renato Borromeo. A destra, al centro la Cappella gentilizia, intitolata a San Carlo, congiunta ai lati settentrionale e meridionale del castello da due muri, cavedi o cortiletti.

Casa contadina in via San Carlo Borromeo L’immobile costituiva unitamente al gruppo di rustici la parte agricola della fondo del Castello di Borromeo. Si tratta di edifici in muratura piena, con corpo di fabbrica rettangolare e destinati a diverse destinazioni, come deposito di attrezzi e di fieno, con l’eccezione di quello affacciato su strada con funzione residenziale. Tali edifici, disposti in planimetria a ferro di cavallo, hanno subito rimaneggiamenti vari nel corso dei secoli e sono in diverso stato di conservazione a seconda delle situazioni e dello stato di conservazione della copertura (tetto a falde rivestito in coppi).

La cascina Longhignana, collocata a nord del Carengione sulla strada comunale per San Bovio, è stata dichiarata Bene di interesse storico artistico ai sensi degli artt. 10, 13 – in data 22 aprile 1976 con Decreto del Ministero per i Beni e le attività culturali.

Cascina Longhignana Le origini medievali del Castello di Longhignana sono evidenti nei suoi elementi strutturali che si rilevano dalle vecchie carte: nasce come vero e proprio maniero dotato di torri, fortificazioni, fossato e ponte levatoio. Così vicino alla città, era utilizzato da uno dei proprietari, Bernabò Visconti, come casa di caccia per le battute nelle ricche campagne circostanti11. Sotto la dinastia dei Borromeo, il castello visse il periodo di maggior splendore. Come dimora di Lodovico Borromeo e della sua sposa Bona Maria da Longhignana, diviene una residenza visitata da nobili, per i quali si organizzavano fastosi banchetti. La struttura, in mattoni a vista, si articola in diverse parti, i rustici per le attività agricole e la parte residenziale, oggi riutilizzata sia come nuova abitazione che come sede di un ristorante.

11 La trasformazione di queste campagne in ciò che vediamo ancora oggi è però opera dei frati Umiliati: nel periodo antecedente il 1456, anno in cui vendettero il castello a Vitaliano Borromeo, procedettero alla costruzione del sistema dei fontanili che permise di avere prati e marcite in luogo di acquitrini e paludi.

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Il territorio comunale è altresì soggetto ai vincoli del DLgs 42/2004, art. 142 comma 1 lett. c) e f) in corrispondenza del fiume Lambro per un'estensione di 150 m dalle relative sponde. Lungo il corso del fiume Lambro, in aggiunta alla proposta di parco naturale nel PTC del Parco Agricolo Sud Milano, viene segnalata un’area quale Oasi di Protezione dal PTCP Vigente ai sensi del Vincolo venatorio ex LR 26/93 in territorio di San donato Milanese. Le altre aree vincolate riguardano lo spazio agricolo del territorio comunale, ricadente nel Parco Agricolo Sud Milano. La tutela del PASM riguarda quasi il 61% della superficie comunale, dove si evidenzia la presenza dell’oasi del Carengione quale aree di interesse naturalistico.

Da ultimo si segnalano le aree boscate vincolate che coprono in particolar modo l’oasi del Carengione ma vi sono anche molte segnalazioni riguardanti l’equipaggiamento verde del sistema agricolo come le formazioni longitudinali o le fasce boscate.

Oltre ai beni già tutelati con apposito decreto, il PGT ripropone gli immobili con valore stico architettonico segnalati anche nel PTCP. Il PGT potrà proporre per alcuni di essi la verifica della sussistenza dell'interesse culturale, ai sensi del DLgs 42/2004 degli artt. 10 e 12, in sede di redazione del PGT si è altresì proceduto alla ricognizione dello stato di consistenza dei beni storici e degli elementi del paesaggio.

Il primo immobile di interesse storico-documentale è la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, ubicata nella frazione di Mirazzano. La Chiesa dei Santi di Cosma e di Damiano è resa parrocchiale da Carlo Borromeo nel 1602. La fondazione della chiesa di Mirazzano risale, secondo le fonti indirette, almeno al XIV secolo. Dai recentissimi riscontri effettuati mediante l’indagine archeologia è possibile ipotizzare anche un’origine anteriore, relativamente alla più antica fase costruttiva emersa. La chiesa è a croce latina, formata da una navata unica divisa dal transetto mediante un “muro abbasso”: In questo setto divisorio è riconoscibile un elemento costruttivo resosi necessario per dividere il luogo di sepoltura (la navata) dal sancta santorum. Mattei. La chiesa è rinchiusa da superfici in cemento armato faccia-a-vista, che si sviluppano plani metricamente in una sequenza di piani paralleli. La sobrietà degli esterni penetra all'interno dell'edificio dove prevalgono i materiali semplici e naturali.

Il secondo immobile è la scuola (ex Asilo Besostri) in via San Carlo Borromeo in Mirazzano, costruito nel 1885. Si tratta di una palazzina di impianto quadrangolare, con tetto a padiglione, dotata di dettagli decorativi di pacato gusto Art Nouveau in facciata. Il corpo in linea sulla strada è scandito da una finestratura rettangolare sia al piano terra che al primo piano. Tutte le finestre sono incorniciate in pietra. E’ in pietra pure il davanzale delle finestre, sorretto da due piccole mensole. Il recente intervento

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(finalizzato alla rifunzionalizzazione come servizio sociale comunale) ne ha alterato l’aspetto esteriore, a causa delle reintonacatura con pigmento sintetico, della sostituzione del manto di copertura originale, dell’apertura di nuova finestre sul fronte orientale.

Il terzo immobile, in Mirazzano, è la casa in via Rizzini la cui attuale struttura ricalca però ancora oggi esattamente l’ubicazione in cui i disegni cinquecenteschi collocavano l’edificato di Mirazzano. Tale edificio è attualmente slegato dal tessuto insediativo, oltre che discordante dal contesto nei caratteri costruttivi. La vegetazione d’alto fusto che lo contorna ne impedisce comunque la percezione dai percorsi stradali.

Il quarto immobile, sempre in Mirazzano, è la casa in via Vittorio Veneto. La costruzione risale ad un periodo anteriore al 1833, anno dal quale ne è documentata l’esistenza. Casa d’abitazione in muratura di laterizio pieno intonacato, coperta da tetto a padiglione con mano di copertura a coppi. Attraversando il portone nell’edifico rustico in mattone a vista che segna l’inizio del complesso si accede ad un cortile. Il fronte è costituito dall’ingresso vero e proprio al castello, mentre un lato è terminato da una casa signorile circondata dal verde con numerose finestre che danno sul giardino. Il colonnato antistante la facciata (precedentemente sostegno della pergola) è costituito da 5 colonne monolitiche, la cui origine è tradizionalmente attribuita alla manica ovest del castello. Si tratterebbe infatti delle colonne sopravvissute dopo la sostituzione del colonnato architravato con un portico in laterizio nell’ala ovest del castello, nel 1700. Recenti interventi hanno stravolto e mutilato l’aspetto esteriore della casa comportando la perdita delle grandi teste di camino che sono documentate dalle fotografie fino al 1996. L’intonacatura sovrapposta alla facciata si può ritenere dannosa per il paramento sottostante e per la lettura storica dell’edificio.

Il quinto immobile è la chiesa di San Bovio. La chiesa fu costruita nel 1562, dopo la richiesta dei cittadini di san Bovio al cardinale Carlo Borromeo di erigere una parrocchia12. L’edificio ha subito interventi di ampliamento e di restauro soprattutto nell’ultimo secolo (a cui va aggiunta l’affrescatura del soffitto della navata nel 1896). Nei primi anni del ‘900 viene infatti aperta una nicchia nella cappella laterale destra e ampliata la chiesa con la costruzione delle ali sud e nord, con rispettive cappelle e sacrestia.

12 San Bovio è una frazione di Peschiera Borromeo confinante con Milano San Felice Si tratta di un quartiere tipicamente residenziale costruito attorno alla chiesetta di San Bovio, piccolo esempio di edificio religioso rurale, elevato dall'accrescersi degli abitanti, a parrocchia. La piazza antistante e' stata nel 2004 risistemata nella pavimentazione e arredi esterni, rendendola un simpatico luogo di ritrovo

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Il sesto immobile si trova anch’esso collocato nella frazione di San Bovio ed è la scuola di via Trieste. Nel 1948 alcuni locali della casa parrocchiale, a causa del costante sviluppo del borgo, furono adibiti ad oratorio. Infatti Intorno all'edificio religioso c'era il paese: fino alla metà del secolo scorso quattro case, l'osteria, il mulino e la cascina; poi, dagli anni Settanta, sviluppo impetuoso, con i signorili quartieri più a sud, ove risiedono circa tremila abitanti, e l'insediamento della Postal Market, azienda leader nel settore delle vendite per corrispondenza, sede di lavoro per molti peschieresi.

Il settimo bene è l’antica chiesa parrocchiale di Zeloforamagno in via Gramsci. La chiesa è risalente probabilmente alla dominazione dei Franchi. Dell'antico edificio di San Martino si sa solo che esso esisteva certamente già nel secolo XI, come attestato da documenti d'archivio. La chiesa venne riedificata nel 1519 con fondi devoluti a tale scopo da Galeazzo Visconti, signore di Zelo, ed eretta in parrocchia nel 1581 per voler di San Carlo Borromeo. La chiesa oggi esistente fu costruita nel 1692, utilizzando i muri perimetrali dell'edificio precedente. Attualmente è in buon stato di conservazione, sia all’esterno che all’interno. La facciata esterna verso la piazza è stata recentemente intonacata di giallo. Lungo la strada invece la chiesa conserva il suo originario paramento murario a vista, così come il piccolo campanile. Si accede alla porta d’ingresso tramite un pronao sorretto da due colonnine in pietra. L’interno è uno spazio unico coperto da una volta a botte, con due nicchie laterali per parte lungo le pareti, evidenziate dalle lesene in marmo di ordine gigante che corrono fino al soffitto.

L’ottavo bene è riferibile all’epoca Longobarda della quale rimangono poche testimonianze, come l’Oratorio di Foramagno. L’ Oratorio, databile intorno ai secoli del VII al XVI. La Chiesetta od Oratorio, posta all’ingresso del borgo, sconsacrata verso il 1900, fu abbandonata ed adibita a magazzino sino all’inutilizzo totale. Ora, a seguito di una donazione, fa parte del patrimonio comunale. Una prima parziale ristrutturazione è stata compiuta dal Comune di Peschiera Borromeo nel 2003, con la sistemazione del tetto e la messa in sicurezza dell’immobile, che tuttavia allo stato attuale risulta essere inutilizzabile.

Il nono immobile fa riferimento alla Cappella della Madonna delle Vittorie, conosciuta semplicemente anche come “Chiesetta di Canzo” è una piccola cappella attribuita al secolo XVIII, anche se la data esatta della sua costruzione è in epoca sconosciuta. Al suo interno vi è un pregevole altare barocco in terracotta, con le statue della Madonna del Rosario, degli angeli, ed un Cristo morto. Si tratta di un piccolissimo edificio, oggi interamente intonacato. La facciata che dà sulla strada, coperta da un tetto a falde, presenta un solo ingresso, un portoncino in legno sormontato da una piccola finestra tonda. Gli spigoli verso i fianchi della chiesa sono leggermente arrotondati, movimento sottolineato dallo zoccolo in pietra. Il tetto, probabilmente in passato sorretto da una

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II struttura in legno, è oggi costituito da una struttura in travi di cemento, la cui testa è visibile in facciata al di sotto delle falde.

Il decimo immobile è l’antica Osteria di Canzo è stata completamente restaurata. Oggi è un edificio a due piani, di cui quella al livello del terreno ospita la taverna, quello al primo piano è adibito a residenza. Varie aggiunte di diverse epoche con funzione residenziale completano l’edificio. L’esterno è intonacato in rosa, lasciando a vista la trave in legno che sostiene insieme ad un pilastro il corpo a sbalzo del primo piano, che lascia così l’ingresso alla locanda leggermente arretrato rispetto al filo della strada. A fianco dell’edificio, dove si trova uno spazio libero adibito a parcheggio, è possibile vedere quello che è uno dei resti di più antica fattura. Si tratta di un capannone in muratura a vista, ormai completamente ricoperto dall’edera e dalle piante selvatiche.

L’undicesimo immobile è la chiesa di San Pietro, costruita tra il VI e il VII secolo, la chiesa è ritenuta una delle più antiche nel Milanese che raccoglieva attorno a sé molte chiese minori, rettori ed oratori di Linate, Mirazzano, San Bovio, Fiorano e Biassano. L'edificio della chiesa subì diversi rifacimenti e ricostruzioni; l'attuale edificio risale alla metà del '700. A lato vi è la parte absidale della vecchia chiesa, in stile romanico lombardo, adibita ora a sagrestia. La facciata, a capanna, è in mattoni a vista, con gli elementi strutturali come i contrafforti e la cornice del timpano in pietra. Esiste una torre campanaria incassata nel corpo della chiesa, anche questa di costruzione settecentesca e in muratura a vista. La pieve di Mezzate cessò di esistere nel 1938 quando il titolo passò alla parrocchia di Linate assieme al Vicariato Foraneo.

Il dodicesimo bene si trova nella frazione di Linate ed è la chiesa di Sant’Ambrogio. La chiesa fu costruita almeno a partire dal secolo XIII. Della chiesa vecchia resta il campanile e parte delle mura13. Dell’antica chiesa resta il campanile e parte delle mura. La chiesa attuale, dedicata a Sant'Ambrogio è stata costruita tra la primavera del 1911 e la primavera del 1912 dai parrocchiani di Linate e di Pontelambro. L’unico materiale che compare in facciata è esclusivamente quello del mattone a vista. La diversa disposizione degli elementi va ad identificare gli elementi decorativi (come il rosone e le modanature che incorniciano la porta) e strutturali come la cornice marcapiano e le lesene.

Il tredicesimo e ultimo immobile individuato è il Convento degli Umiliati. Si tratta di un edificio a due piani, di cui una parte di nuova costruzione oggi adibita a residenza privata. L’ingresso alle singole stanze avviene dal pianterreno oppure tramite una scala

13 Linate crebbe al fianco della strada costruita dai Romani, che partiva da Milano e che portava fino a Trebbiano, in territorio Lodigiano. La sua storia più recente è legata alla presenza dei monaci dell'ordine degli Umiliati, che poco dopo il Mille costruirono, tra l'altro, cinque mulini, alcuni dei quali esistono tuttora. Già nel 1150 c'è a Linate una comunità retta da due consoli. La chiesa fu costruita almeno a partire dal secolo XIII.

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II posta in facciata, come in un ballatoio. L’edificio, probabilmente da sempre molto semplice e funzionale, è visibilmente stato più volte ritoccato, tanto da apparire oggi come un qualsiasi edificio residenziale abbandonato. Unico ricordo del passato è nella permanenza di una minuscola torre campanaria, che affiora dal tetto in coppi.

Vincoli riconducibili alle esigenze di difesa del suolo

Pozzi pubblici di captazione acqua potabile Le aree di tutela assoluta dei punti di captazione dell’acqua ad uso idropotabile (pozzi) e alle relative zone di tutela assoluta e di rispetto14:  n. 14 pozzi a nord-ovest lungo il confine dell’aeroporto nella frazione di Linate, la maggior parte delle loro fasce di rispetto si estendono tra lo spazio aperto e il sedime dell’aeroporto mentre le restanti ricadono sull’abitato residenziale di Linate;  n.3 pozzi a nord-ovest lungo la strada per il quartiere di Ponte Lambro la cui fascia ricade in parte su una zona consolidata residenziale in Milano e in parte su un’area produttiva esistente( centro smistamento delle Poste Italiane) in Peschiera;  n. 2 pozzi all’interno del sedime aeroportuale, nel suo lato orientale, la cui fascia ricopre solo aree sua pertinenza e l’area dell’Idroscalo;  n. 1 pozzi ubicati nella frazione di Canzo la cui fascia ricopre solo aree produttive;  n. 1 pozzo posizionati nella Zeloforamagno la cui fascia ricopre solo aree residenziali ;  n. 3 pozzi collocati nella frazione di Bettola, in prossimità del complesso scolatisco di via Dante, la cui fascia ricopre solo aree residenziali e parte delle pertinenze scolastiche;  n.1 pozzo ricadente nella frazione di San Bovio, sul lato meridionale del ex stabilimento Postalmarket, la cui fascia copre in parte tale area produttiva e per la restante su zone residenziali.

A Peschiera sono ubicati pozzi, così distinti:  pubblici ad uso idropotabile, con zona di rispetto definita con criterio geometrico (cerchio di raggio pari a 200 m).  pubblici ad uso idropotabile, attingente da acquifero protetto, con zona di rispetto definita con criterio idrogeologico e coincidente con la zona di tutela assoluta ex DGR 15137/1996. Per le aree di salvaguardia valgono i vincoli e le prescrizioni di cui all’art. 94 del D. Lgs.152/2006. In particolare, per l’attuazione

14 Il riferimento normativo è il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n° 258.

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degli interventi o delle attività elencate al comma 5 del citato D. Lgs. (tra le quali edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione, fognature, opere viarie, ferroviarie e in genere infrastrutture di servizio) all’interno delle zone di rispetto, in assenza di diverse indicazioni formulate dalla Regione ai sensi del citato comma 5, si fanno nel frattempo proprie le indicazioni fornite dalle D.G.R. 27 giugno 1996 n. 6/15137 e 10 aprile 2003 n. 7/12693;  pozzi privati;  pozzi con stratigrafia (vedi ALL.1.1 studio geologico);  pozzo monitorato dal Sistema Informativo Falda della Provincia di Milano.

Aziende a rischio di incidente rilevante nel territorio comunale15 In occasione delle redazione del PGT e della complessità di alcune di queste aziende a rischio di incidenti rilevanti, il comune ha provveduto all’elaborazione di un nuovo Elaborato Tecnico E-RIR, al quale si rinvia per una trattazione più dettagliata. Nell’ambito del territorio comunale di Peschiera Borromeo è presente un’attività industriale, appartenente a classe di lavorazione a rischio di incidente rilevante (art. 6 e 7 D.Lgs 334/99 e s.m.i.), pertanto essa è soggetta alla predisposizione della Scheda di Valutazione Tecnica ai sensi dell’art. 5 della L.r.19/2001. L’azienda in oggetto è la CARBODOLL Srl, sita in via Fratelli Bandiera, n.21, in zona prevalentemente industriale,nella vicinanze dell’aeroporto “Enrico Forlanini”. Nelle aree circostanti l’azienda sono presenti anche unità abitative. Per quanto concerne gli stabilimenti HUB Srl e R.A.I. Srl, siti c/o Aeroporto E. Forlanini, in Peschiera Borromeo e impiegati nello stoccaggio e movimentazione di Kerosene Jet-A1 per rifornimento aeromobili in transito nell’aeroporto di Linate hanno dichiarato, rispettivamente in data 21/04/08 e 25/09/08, che i quantitativi di sostanze sono inferiori a quelli previsti dall’Allegato I del D. Lgs. 238/05, per cui tali aziende non sono più soggette all’art.6 e 7 del D. Lgs. 334/99. Dall’indagine effettuata presso i comuni limitrofi, è emerso che nel Comune di Mediglia è presente un’azienda in art. 6 che costituisce fonte di rischio anche per parte del territorio di Peschiera Borromeo. Tale azienda è la MAPEI Spa.

CARBODOLL SRL I punti critici dell’impianto sono stati identificati come quelli nei quali si ha il deposito e la movimentazione delle sostanze pericolose: - Piazzali che ospitano i serbatoi contenenti solventi e in cui avvengono le operazioni di carico/scarico ATB. - Altre aree (tettoie) in cui sono stoccati prodotti pericolosi.

15 Elaborato Tecnico redatto in conformità ai disposti del Decreto Ministeriale 9 maggio 2001, redatto nel gennaio 2012, da Mercurio, Ambiente e Sicurezza, Cavallasca (Co).

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- Altre aree esterne oggetto di movimentazione da/verso le aree di confezionamento e spedizione. Sulla base dell’analisi storica condotta, dell’applicazione di metodi qualitativi descrittivi (check-list/what-if), della valutazione generale dei rischi sono stati identificati i seguenti scenari incidentali ragionevolmente credibili: TOP 1 Rilascio di liquido facilmente infiammabile (toluene) per rottura/perdita manichetta durante il travaso da autobotte. TOP 2 Rilascio di liquido facilmente infiammabile (solventi) durante la movimentazione di recipienti per inforcamento accidentale con carrello elevatore/caduta con completa fuoriuscita del prodotto. TOP 3 Rilascio di liquido pericoloso per l’ambiente (cicloesano): 3/A . sul suolo per rottura/perdita manichetta durante il travaso da autobotte; 3/B . nel suolo per rottura/perdita da serbatoi o tubazioni interrate. TOP 4 Rilascio di liquido pericoloso per l’ambiente durante la movimentazione di recipienti per inforcamento accidentale con carrello elevatore/caduta con completa fuoriuscita del prodotto. TOP 5 Rilascio di liquido tossico (metanolo) per rottura/perdita manichetta durante il travaso da autobotte. TOP 6 Rilascio di liquido tossico (metanolo) durante la movimentazione di recipienti per inforcamento accidentale con carrello elevatore/caduta con completa fuoriuscita del prodotto.

La determinazione delle aree di danno ha condotto alla seguente stima delle distanze a cui potrebbero manifestarsi rischi per l'ambiente e la popolazione:

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Tabella 22_ Risultati dall’analisi di rischio_Carbodoll Srl

La valutazione della compatibilità territoriale, analizzando l’inviluppo delle aree di danno e considerando le classi di probabilità degli eventi, individua le seguenti categorie compatibili:

Tabella 23_ Categorie territoriali compatibili con le aree di danno del deposito Carbodoll Srl

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MAPEI SPA Sintesi degli scenari incidentali descritti nella scheda di valutazione Sulla base dell’analisi dell’esperienza storica, dell’identificazione dei principali eventi, dell’analisi di Operabilità (HazOp) e della valutazione della loro probabilità di accadimento, sono stati identificati i seguenti scenari incidentali ragionevolmente credibili: TOP 1-1.1 Perdita di sostanza infiammabile ed ecotossica in baia di scarico ATC; TOP 2-2.1 Perdita di sostanza infiammabile ed ecotossica in locale pompe; TOP 3-PER_1 Decomposizione di perossido di benzoile nel fabbricato H, locale di stoccaggio perossidi. La determinazione delle aree di danno ha condotto alla seguente stima delle distanze a cui potrebbero manifestarsi rischi per l'ambiente e la popolazione:

Tabella 24_ Risultati dall’analisi di rischio_Mapei Spa

La valutazione della compatibilità territoriale, analizzando l’inviluppo delle aree di danno e considerando le classi di probabilità degli eventi, individua le seguenti categorie compatibili:

Tabella 25_ Categorie territoriali compatibili con le aree di danno dello stabilimento Mapei Spa ai sensi del D.M. 09/05/2001

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Nuovi insediamenti Sul territorio comunale di Peschiera Borromeo è ammessa la costituzione di nuove aziende a rischio di incidente rilevante rientranti nel campo di applicazione del D.Lgs. 334/99 e succ. mod. e int., purché rispettino le seguenti condizioni: - dovranno essere situate in aree esterne al centro abitato; - dovranno essere costruite nel rispetto delle prescrizioni di cui alla legislazione vigente; - le relative aree di danno, individuate ai sensi dell’Allegato al D.M.LL.PP. 9 maggio 2001, dovranno essere interamente contenute nelle aree di pertinenza dell’insediamento o in aree esterne limitrofe costituenti unica proprietà con l’area dell’insediamento R.I.R.; - all’interno delle relative aree di danno non dovranno essere presenti strutture in cui si prevede l’ordinaria concentrazione di persone né strade ad alto traffico veicolare; - all’interno delle relative aree di danno non dovranno essere presenti né beni culturali né ambientali né paesaggistici così come definiti dal decreto legislativo 22 Gennaio 2004 n. 42; - nel caso siano presenti corsi idrici si deve escludere la possibilità che questi ultimi vengano inquinati e possano trasportare sostanze tossiche in altre aree esterne a quelle considerate dalle aree di danno; - si deve evitare che un eventuale incidente comporti l’inquinamento delle risorse idriche profonde adibite ad uso idropotabile; - dovrà essere esclusa la possibilità di generare effetto domino con altre aziende a rischio di incidente rilevante. Modifiche insediamenti esistenti Gli insediamenti esistenti soggetti ai dettami del D.Lgs. 334/99 e succ. mod. e int. potranno effettuare modifiche impiantistiche o di attività fatto salvo che questo non generino aggravio di rischio rispetto alle condizioni in essere. Sviluppo urbanistico in aree a rischio Nelle aree a rischio a Peschiera Borromeo, così come individuate dall’Elaborato Rischi Incidenti Rilevanti, non si devono prevedere ulteriori espansioni. Questo non vieta la possibilità di generare diritti edificatori, che potranno essere semplicemente trasferiti in altre zone, in cui il rischio industriale sia assente.

Conclusioni Lo studio, condotto secondo le prescrizioni e gli indirizzi del DM LL.PP. 9 maggio 2001 “Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante” e le “Linee guida per la predisposizione dell’Elaborato tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti (E-RIR) nei Comuni con stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti” (Deliberazione Giunta regionale 10 dicembre 2004 - n. 7/19794). La valutazione della compatibilità ambientale con l’azienda Mapei Spa è stata effettuata anche sulla base del R.D. n.635 del 1940.

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Dall’analisi territoriale e documentale la scrivente ha verificato la parziale incompatibilità territoriale dello stabilimento CARBODOLL Srl di via Fratelli Bandiera 21, in cui si svolgono attività di stoccaggio, ai fini commerciali, e di confezionamento di prodotti petroliferi, solventi e prodotti chimici affini. Risulta opportuno che in sede di variante urbanistica e in caso di rilascio di concessione e autorizzazioni edilizie l’Amministrazione Comunale tenga conto che per le abitazioni occupanti la zona settentrionale limitrofa ai confini dello stabilimento esiste una incompatibilità, in merito alle aree di lesioni reversibili rispetto ai requisiti minimi stabiliti dal D.M. 9 maggio 2001. Inoltre risulterà necessario verificare se negli edifici industriali limitrofi allo stabilimento vi sia un’ordinaria presenza di persone, perché in quest’ultimo caso sarebbe opportuno applicare misure di prevenzione e protezione al fine di ridurre il rischio e rendere compatibili gli edifici industriali con le aree di danno. Per quanto concerne, invece, lo stabilimento MAPEI Spa, sito nel territorio comunale di Mediglia, ma confinante con il Comune di Peschiera Borromeo, dall’analisi territoriale, documentale e dall’incrocio dei dati risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi incidentali e degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili emerge la necessità di sottoporre a specifica regolamentazione le aree limitrofe ai confini dello stabilimento, in quanto esiste una incompatibilità con il parco pubblico in progetto e con parte del lotto 3 del nuovo quartiere residenziale “Le Residenze del Parco”, in frazione Bellaria del Comune di Peschiera Borromeo. Inoltre, considerando i commenti del consulente del Comune di Peschiera Borromeo, l’Ing. Barone, la scrivente ritiene opportuno, in via cautelativa, che in fase di pianificazione territoriale vengano imposte distanze e/o prescrizioni di sicurezza superiori a quelle minime stabilite dal D.M. 09/05/2001 sulla base dello stato dell’arte in materia. Infine, come suggerito dall’Art. 4 del D.M. 09 maggio 2001 ”In sede di formazione degli strumenti urbanistici nonché di rilascio delle concessioni ed autorizzazioni edilizie si deve in ogni caso tener conto, secondo principi di cautela, degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili esistenti e di quelli previsti” è consigliabile evitare l’inserimento di elementi ad alta vulnerabilità, quali la scuola materna, in zone prossime alle aree di danno. A tale proposito nella Delibera di approvazione del PGT, l’Amministrazione Comunale da atto che con provvedimento del Responsabile del Settore Pianificazione e Gestione del Territorio n. 3697, in data 8 febbraio 2011, è stato dato avvio al procedimento di autotutela volto al riesame ed all’eventuale annullamento, tra l’altro, delle delibere consiliari di adozione ed approvazione del “PII Bellaria”, che si è al momento concluso il 30 ottobre con Delibera di CC n. 52 di annullamento parziale del PII di Bellaria.

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Procedure di bonifica

Si allega di seguito l’elenco aggiornato delle procedure di bonifica in corso.

COMUNICAZIONE DI COMUNICAZIONE CONCLUSIVA SU ANALISI DI DATI CATASTALI INDIVIDUAZIONE COME SITO RISCHIO O BONIFICA ULTERIORI FG. MAPPALI CONTENUTO CONTENUTO DATA SPECIFICHE richiesta indicazione onere reale di €. 13.394,45 nel certificato di Richiesta di cancellazione dell'onere 7 13 destinazione urbanistica per 13/04/2011 reale per avvenuto incasso di €.13.394,45 esecuzione d'uffico degli interventi di bonifica

Comunicazione di avvenuta rilevazione di una situazione di 30, 136, 146, inquinamento con superamento dei tutto il sito 49 169, 171, *** *** valori limite di concentrazione 294, 296, 331 accettabili nel suolo in relazione alla destinazione d’uso industriale

comunicazione di avvenuta rilevazione di una situazione di area circoscritta pericolo concreto e attuale di all'area dei vecchi 54 16, 20 superamento dei valori di *** *** serbatoi di carburante concentrazione limite accettabili a rimossi seguito operazioni di rimozione di alcuni serbatoi interrati comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 1 11 10 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento

comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 2 11 12 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento

comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 3 11 15 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento certificazione dirigenziale n. 138 del comunicazione di avvenuta 19/04/2007 R.G. n. 8181/2007 di serbatoio RAI 4 11 16 rilevazione di una situazione di 05/06/2007 completamento degli interventi di inquinamento bonifica comunicazione di accertata serbatoio EX AGIP B 11 14 contaminazione di terreni e acqua *** *** di falda

comunicazione di accertata serbatoio EX AGIP A 11 11 situazione di inquinamento *** *** ambientale

comunicazione di accertata serbatoio EX ESSO 11 13 situazione di inquinamento *** *** ambientale132

CENTRO STUDI PIM [CON_0comunicazione1_14_ELA_TE20] di rischio potenziale RELAZIONE DDP di superamento delle punto vendita 72 65, 74 concentrazioni soglia di *** *** carburanti n.2062 contaminazione su campioni di terreno e acqua 85, 114, 127, comunicazione di accertata area circoscritta 37 *** *** 128 contaminazione del sito sul PRG va indicato che l'area è stata soggetta ad Analisi di Rischio e che ogni notifica situazione di superamento variazione dello stato di fatto e/o di ex Europlastic - ex delle concentrazioni soglie di destinazione urbanistica dovrà Euro Gloss - ora 49 104 27/09/2011 contaminazione nel sottosuolo e comportare la realizzazione di una Renolit Milano nelle acque di falda preventiva valutazione di compatibilità ambientale (riferimento verbale conferenza di servizi del 07/09/2011) comunicazione di accertata parte di: 1, 5, contaminazione del corso d'acqua 23, 24, 25, e delle relative sponde a seguito di Fontanile Borromeo 2 33, 34, 36, accertamento dell'ARPA eseguito *** *** (ad est della S.P.) 41, 82, 83, in data 26/06/2009 (nota prot. 85, 85, 89052 del 2/7/2009 atti comunali 16403 del 3/7/2009) approvazione analisi di rischio e dichiarazione di conclusione del procedimento di bonifica ambientale a seguito di effettuazione di analisi di rischio. comunicazione di avvenuto Sul PRG va indicato che l'area è stata punto vendita riscontro di alterazione delle soggetta ad Analisi di Rischio per la 60 47 12/01/2010 carburanti n. 12160 caratteristiche qualitative del destinazione d'uso industriale, che ogni sottosuolo variazione di tale stato di progetto dovrà comportare la realizzazione di una nuova valutazione di compatibilità ambientale e che è in corso apposito piano di monitoraggio Durante la seduta della conferenzza di servizi del 14/01/2010 è stata approvata l'Analisi di rischio ed il sito è stato dichiarato Comunicazione di situazione di non contaminato. Si è stabilito di indicare inquinamento riscontrata a seguito sul P.R.G. che tale area è risultata non del confronto delle analisi relative contaminata a seguito di analisi di ex Colorificio AZ 38 28 14/01/2010 alla qualità dei terreni prelevati rischio per lo stato di fatto e di progetto presso l’insediamento in data relativamente ai terreni e che ogni 21/11/2008 variazione di tale stato di progetto dovrà comportare la realizzazione di una nuova valutazione di compatibilità ambientale

Amministratore 83, 211, 216 comunicazione di accertata condomiale Franco 62 e subalterni *** *** contaminazione del sito Mancini 701 e 702

ex Fabriano. Area circoscritta: serbatoio comunicazione di accertata interrato per 70 9 situazione di inquinamento dei *** *** stoccaggio gasolio + terreni e della falda serbatoi esterni contentneti nafta

comunicazione di superamento ex Nuova Termo 45 partita 38 delle concentrazioni soglia di *** *** Phonix S.r.l. 2579 contaminazione COMUNICAZIONE DI COMUNICAZIONE CONCLUSIVA SU ANALISI DI DATI CATASTALI INDIVIDUAZIONE COME SITO RISCHIO O BONIFICA ULTERIORI FG. MAPPALI CONTENUTO CONTENUTO DATA SPECIFICHE richiesta indicazione onere reale di €. 13.394,45 nel certificato di Richiesta di cancellazione dell'onere 7 13 destinazione urbanistica per 13/04/2011 reale per avvenuto incasso di €.13.394,45 esecuzione d'uffico degli interventi di bonifica

Comunicazione di avvenuta rilevazione di una situazione di 30, 136, 146, inquinamento con superamento dei tutto il sito 49 169, 171, *** *** valori limite di concentrazione 294, 296, 331 accettabili nel suolo in relazione alla destinazione d’uso industriale

comunicazione di avvenuta rilevazione di una situazione di area circoscritta pericolo concreto e attuale di all'area dei vecchi 54 16, 20 superamento dei valori di *** *** serbatoi di carburante concentrazione limite accettabili a rimossi seguito operazioni di rimozione di alcuni serbatoi interrati comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 1 11 10 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento

comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 2 11 12 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento

comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 3 11 15 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento certificazione dirigenziale n. 138 del comunicazione di avvenuta 19/04/2007 R.G. n. 8181/2007 di serbatoio RAI 4 11 16 rilevazione di una situazione di 05/06/2007 completamento degli interventi di inquinamento bonifica comunicazione di accertata serbatoio EX AGIP B 11 14 contaminazione di terreni e acqua *** *** di falda

comunicazione di accertata COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] serbatoio EX AGIP A 11 11 situazione di inquinamento *** PARTE II *** ambientale

comunicazione di accertata serbatoio EX ESSO 11 13 situazione di inquinamento *** *** ambientale

comunicazione di rischio potenziale di superamento delle punto vendita 72 65, 74 concentrazioni soglia di *** *** carburanti n.2062 contaminazione su campioni di terreno e acqua 85, 114, 127, comunicazione di accertata area circoscritta 37 *** *** 128 contaminazione del sito sul PRG va indicato che l'area è stata soggetta ad Analisi di Rischio e che ogni notifica situazione di superamento variazione dello stato di fatto e/o di ex Europlastic - ex delle concentrazioni soglie di destinazione urbanistica dovrà Euro Gloss - ora 49 104 27/09/2011 contaminazione nel sottosuolo e comportare la realizzazione di una Renolit Milano nelle acque di falda preventiva valutazione di compatibilità ambientale (riferimento verbale conferenza di servizi del 07/09/2011) comunicazione di accertata parte di: 1, 5, contaminazione del corso d'acqua 23, 24, 25, e delle relative sponde a seguito di Fontanile Borromeo 2 33, 34, 36, accertamento dell'ARPA eseguito *** *** (ad est della S.P.) 41, 82, 83, in data 26/06/2009 (nota prot. 85, 85, 89052 del 2/7/2009 atti comunali 16403 del 3/7/2009) approvazione analisi di rischio e dichiarazione di conclusione del procedimento di bonifica ambientale a seguito di effettuazione di analisi di rischio. comunicazione di avvenuto Sul PRG va indicato che l'area è stata punto vendita riscontro di alterazione delle soggetta ad Analisi di Rischio per la 60 47 12/01/2010 carburanti n. 12160 caratteristiche qualitative del destinazione d'uso industriale, che ogni sottosuolo variazione di tale stato di progetto dovrà comportare la realizzazione di una nuova valutazione di compatibilità ambientale e che è in corso apposito piano di monitoraggio Durante la seduta della conferenzza di servizi del 14/01/2010 è stata approvata l'Analisi di rischio ed il sito è stato dichiarato Comunicazione di situazione di non contaminato. Si è stabilito di indicare inquinamento riscontrata a seguito sul P.R.G. che tale area è risultata non del confronto delle analisi relative contaminata a seguito di analisi di ex Colorificio AZ 38 28 14/01/2010 alla qualità dei terreni prelevati rischio per lo stato di fatto e di progetto presso l’insediamento in data relativamente ai terreni e che ogni 21/11/2008 variazione di tale stato di progetto dovrà comportare la realizzazione di una nuova valutazione di compatibilità ambientale

Amministratore 83, 211, 216 comunicazione di accertata condomiale Franco 62 e subalterni *** *** contaminazione del sito Mancini 701 e 702

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ex Fabriano. Area circoscritta: serbatoio comunicazione di accertata interrato per 70 9 situazione di inquinamento dei *** *** stoccaggio gasolio + terreni e della falda serbatoi esterni contentneti nafta

comunicazione di superamento ex Nuova Termo 45 partita 38 delle concentrazioni soglia di *** *** Phonix S.r.l. 2579 contaminazione COMUNICAZIONE DI COMUNICAZIONE CONCLUSIVA SU ANALISI DI DATI CATASTALI INDIVIDUAZIONE COME SITO RISCHIO O BONIFICA ULTERIORI FG. MAPPALI CONTENUTO CONTENUTO DATA SPECIFICHE richiesta indicazione onere reale di €. 13.394,45 nel certificato di Richiesta di cancellazione dell'onere 7 13 destinazione urbanistica per 13/04/2011 reale per avvenuto incasso di €.13.394,45 esecuzione d'uffico degli interventi di bonifica

Comunicazione di avvenuta rilevazione di una situazione di 30, 136, 146, inquinamento con superamento dei tutto il sito 49 169, 171, *** *** valori limite di concentrazione 294, 296, 331 accettabili nel suolo in relazione alla destinazione d’uso industriale

comunicazione di avvenuta rilevazione di una situazione di area circoscritta pericolo concreto e attuale di all'area dei vecchi 54 16, 20 superamento dei valori di *** *** serbatoi di carburante concentrazione limite accettabili a rimossi seguito operazioni di rimozione di alcuni serbatoi interrati comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 1 11 10 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento

comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 2 11 12 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento

comunicazione di avvenuta serbatoio RAI 3 11 15 rilevazione di una situazione di *** *** inquinamento certificazione dirigenziale n. 138 del comunicazione di avvenuta 19/04/2007 R.G. n. 8181/2007 di serbatoio RAI 4 11 16 rilevazione di una situazione di 05/06/2007 completamento degli interventi di inquinamento bonifica comunicazione di accertata serbatoio EX AGIP B 11 14 contaminazione di terreni e acqua *** *** di falda

comunicazione di accertata serbatoio EX AGIP A 11 11 situazione di inquinamento *** *** ambientale

comunicazione di accertata serbatoio EX ESSO 11 13 situazione di inquinamento *** *** ambientale

comunicazione di rischio potenziale di superamento delle punto vendita 72 65, 74 concentrazioni soglia di *** *** carburanti n.2062 contaminazione su campioni di terreno e acqua 85, 114, 127, comunicazione di accertata area circoscritta 37 *** *** 128 contaminazione del sito sul PRG va indicato che l'area è stata soggetta ad Analisi di Rischio e che ogni notifica situazione di superamento variazione dello stato di fatto e/o di ex Europlastic - ex delle concentrazioni soglie di destinazione urbanistica dovrà Euro Gloss - ora 49 104 27/09/2011 contaminazione nel sottosuolo e comportare la realizzazione di una Renolit Milano nelle acque di falda preventiva valutazione di compatibilità ambientale (riferimento verbale conferenza di servizi del 07/09/2011) comunicazione di accertata parte di: 1, 5, contaminazione del corso d'acqua 23, 24, 25, e delle relative sponde a seguito di Fontanile Borromeo 2 33, 34, 36, accertamento dell'ARPA eseguito *** *** (ad est della S.P.) 41, 82, 83, in data 26/06/2009 (nota prot. 85, 85, 89052 del 2/7/2009 atti comunali 16403 del 3/7/2009) approvazione analisi di rischio e dichiarazione di conclusione del procedimento di bonifica ambientale a seguito di effettuazione di analisi di rischio. comunicazione di avvenuto Sul PRG va indicato che l'area è stata punto vendita riscontro di alterazione delle soggetta ad Analisi di Rischio per la 60 47 12/01/2010 carburanti n. 12160 caratteristiche qualitative del destinazione d'uso industriale, che ogni sottosuolo variazione di tale stato di progetto dovrà comportare la realizzazione di una nuova valutazione di compatibilità ambientale e che è in corso apposito piano di monitoraggio Durante la seduta della conferenzza di servizi del 14/01/2010 è stata approvata l'Analisi di rischio ed il sito è stato dichiarato Comunicazione di situazione di non contaminato. Si è stabilito di indicare inquinamento riscontrata a seguito sul P.R.G. che tale area è risultata non del confronto delle analisi relative contaminata a seguito di analisi di ex Colorificio AZ 38 28 14/01/2010 alla qualità dei terreni prelevati rischio per lo stato di fatto e di progetto presso l’insediamento in data relativamente ai terreni e che ogni 21/11/2008 variazione di tale stato di progetto dovrà comportare la realizzazione di una nuova valutazione di compatibilità ambientale

Amministratore 83, 211, 216 comunicazione di accertata condomiale Franco 62 e subalterni *** *** contaminazione del sito Mancini 701 e 702

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ex Fabriano. Area circoscritta: serbatoio comunicazione di accertata interrato per 70 9 situazione di inquinamento dei *** *** stoccaggio gasolio + terreni e della falda serbatoi esterni contentneti nafta comunicazione di superamento ex Nuova Termo 45 partita 38 delle concentrazioni soglia di *** *** Phonix S.r.l. 2579 contaminazione Tabella 26

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Vincoli amministrativi (limiti all’edificazione) Sono individuati in alcune aree specifiche in relazione alle funzioni ed alle infrastrutture presenti sul territorio. Tali vincoli insistono sulle fasce di rispetto ambientale, stradale, degli elettrodotti, gasdotti, ossigenodotti, oleodotti e dei cimiteri.

Vincolo cimiteriale e Piano cimiteriale16: I riferimenti normativi sono costituiti dal vincolo ex art. 338 del Regio Decreto n° 1265/1934, che dispone le ampiezze minime delle fasce di rispetto cimiteriale e dalla recente Legge Regionale n° 22/2003 e dal successivo Regolamento Regionale del 9 novembre 2004. La procedura è comunale attraverso il piano cimiteriale e la modifica delle fasce di rispetto avviene attraverso la modifica del piano cimiteriale approvato dal Consiglio Comunale, sentito ASL e ARPA. Attualmente le fasce di rispetto dei cimitero di Peschiera variano da un minimo di 85 metri ad un massimo di 200 metri. Il P.R.C. per il comune di Peschiera Borromeo, è vigente dal 2006 e ha durata fino al 2025. La "pianificazione cimiteriale 2006-2025" è composta dall'insieme dei Piani Attuativi distinti per ogni sito cimiteriale comunale per i quali è stato previsto dove attuare e con quale dimensione l’ampliamento in superficie, dove eseguire prioritariamente l’ampliamento od integrazione interna ovvero la ristrutturazione, dove riorganizzare la dotazione di nuovi collegamenti viari, parcheggi pubblici, aree di servizio particolari, ecc. Il Piano cimiteriale aggiornato dall’Ufficio Tecnico nel luglio 2007, in base a quanto emerge dall’analisi condotte per tale Piano, presume alcuni ampliamenti dei quali si riporta di seguito i dati dimensionali individuati. ll piano, in particolare, prevede in prossimi 20 anni il fabbisogno di 3.600 nuovi posti salma, 350 nuovi ossari e 500 cinerari. Attualmente la disponibilità è di 1.400 ossari. Si è introdotta l’ipotesi di portare le cremazioni dal 7% al 15% nel giro di 10 anni e al 30% in 20 anni e di trasformare a partire da 2015, tutte le sepolture in tombino in sepolture in loculo, che necessitano minore spazio. Il fabbisogno espresso in superficie è di ulteriori 9.500 mq nella situazione favorevole e di 12.000 mq in quella più sfavorevole. A questi va aggiunta una fascia di verde di servizio per circa 2.000 mq per circa 2.000 mq per ciascun cimitero ampliato e si ottiene una necessità complessiva di vincolo per ampliamento di circa 16.000 mq.

Dimensioni complessive degli ampliamenti di progetto Tenendo conto:  degli ampliamenti in corso o appena realizzati nel cimitero di Mirazzano;

16 Piano cimiteriale 2006-2025,

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 dell’ampliamento già approvato per il cimitero di San Bovio;  delle opzioni previste nel Regolamento di Polizia Mortuaria collegato a questo Piano;  ella presumibile incidenza che la Griglia Tariffaria collegata a questo Piano potrà avere. Alle esigenze evidenziate in fase di analisi e tenuto conto degli indirizzi per poter orientare la domanda verso tipologie di sepoltura meno invasive, si è data risposta con: Mirazzano  un ampliamento di 9.650 mq del cimitero- la formazione di un giardino per la dispersione delle ceneri di 3.216 mq con al centro il percorso di un fosso che occupa, con la sezione netta502 mq.  la costruzione di una sala del commiato che insiste su un area, fra coperta e scoperta, di 1.200 mq di cui non utilizzabili, per vincolo per corso condotta gas, 250 mq.  una cintura di verde di servizio di 2.100 mq Linate  la creazione di un cimitero parco di 5.128 mq,  una cintura di verde di servizio di 1.226 mq e un’area a verde pubblico di133 mq funzionale ad assicurare l’accesso all’ampliamento direttamente dalla strada.  una cintura di verde di servizio di 1.226 mq San Bovio e/o Mirazzano  la riconversione di 1000 ossarini previsti nel progetto approvato di ampliamento in 250 cinerari a 4 posti. Le tavole di piano illustrano le soluzioni adottate.

Gli ampliamenti sono stati previsti da realizzare in funzione delle effettive esigenze intre stralci ciascuno, presumibilmente 2 nei primi 10 anni e il terzo nei secondi 10anni del Piano.

Impianti tecnologici La Tavola 2.12. dpA rappresenta una serie di strutture ed impianti tecnologici a rete. Sono presenti sul territorio di Peschiera Borromeo:  impianto di depurazione consortile, con relativa fascia di rispetto,  linee di distribuzione del gas (Rete SNAM);  linee di oleodotti ;  linea di ossigeno dotto;  linee di elettrodotti. Fascia di rispetto degli elettrodotti La normativa di riferimento in materia di elettrodotti è costituita dal DPCM 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”. Tale decreto fissa l’obiettivo di qualità (art. 4) e definisce i parametri per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti (art. 6). Il Decreto stabilisce che l’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici), sentita l’ARPA, definirà la metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti. Nel caso di livelli di tensione superiore a 150 kV sarà necessaria l’approvazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Il territorio di Peschiera Borromeo è interessato dalle seguenti linee:  3 linee che corrono parallele attraversando l’intero comune da sud-ovest a nord- est; una linea che corre da sud a est.  Facendo seguito alla trasmissione da parte di Terna Rete Italia dell’individuazione dei tracciati ad alta tensioni presenti sul territorio comunale (prot. gen. 0003356 del 05/02/2015), si è provveduto ad aggiornare le tavole dei vincoli del PGT. La modifica ha comportato l’individuazione dei tracciati a tensione 132 Kv e 220 Kv con le relative distanze di prima approssimazione (Dpa) così come comunicate dall’Ente.17

Tabella 27 Comunicazione di Terna Rete Italia (prot. gen. 0003356 del 05/02/2015), pagina 2.

17 Modifica introdotta con la “CORREZIONE DI ERRORI MATERIALI E RETTIFICA DEGLI ATTI DI ATTI PGT NON COSTITUENTI VARIANTE AGLI STESSI. (art.13, c.14bis della LR 12/05) APPROVAZIONE con Delibera del Commissario Prefettizio con poteri di C.C. n. 16 del 22/12/2015”

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Figura 25_ Estratto Tav. 2.12. dpA – Carta dei vincoli18

Fasce di rispetto stradale Classificazione della rete stradale Il Codice della Strada prevede tre categorie di strade urbane, e cioè:  la classe D, strade urbane di scorrimento, soddisfano le relazioni con origine e destinazione esterne al centro abitato, i movimenti di scambio fra il territorio extraurbano e quello urbano, nonché di garantire, con un elevato livello di servizio, anche gli spostamenti più a lunga distanza interni al centro abitato;  la classe E, strade urbane di quartiere, svolgono funzione di collegamento tra settori e quartieri limitrofi, o tra zone esterne di un medesimo quartiere. In tale categoria di strade ad unica carreggiata, con almeno due corsie e dotate di marciapiedi, rientrano in particolare le arterie destinate a servire, attraverso gli opportuni elementi viari complementari, gli insediamenti principali urbani e di quartiere;

18 Modifica introdotta con la “CORREZIONE DI ERRORI MATERIALI E RETTIFICA DEGLI ATTI DI ATTI PGT NON COSTITUENTI VARIANTE AGLI STESSI. (art.13, c.14bis della LR 12/05) APPROVAZIONE con Delibera del Commissario Prefettizio con poteri di C.C. n. 16 del 22/12/2015”

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 la classe F, strade locali, comprendono tutti gli altri assi viari, e sono a servizio preminente degli spostamenti pedonali e delle fasi iniziali e finali degli spostamenti veicolari generati e/o attratti dagli insediamenti ubicati lungo esse. Al fine di meglio adattare la classificazione funzionale contenuta nel Codice della Strada alle caratteristiche geometriche delle strade esistenti, le direttive ministeriali articolano ulteriormente tale classificazione introducendo categorie intermedie rispetto ai tipi previsti dal Codice della Strada e precisamente:  strade di scorrimento veloce, intermedie fra le autostrade e le strade di scorrimento;  strade interquartiere, intermedie fra quelle di scorrimento e quelle di quartiere;  strade locali interzonali, intermedie tra quelle di quartiere e quelle locali. Il Piano Urbano della Mobilità, recentemente redatto dal Centro Studi PIM, riporta la seguente classificazione della viabilità: A) Autostrada B) Strada extraurbana principale C/B) Strada extraurbana C) Strada extraurbana secondaria F) strada extraurbana locale D) strada urbana di scorrimento E) strada urbana di quartiere F) strada urbana locale. Centro abitato. Allo stato attuale, in relazione alle informazioni in nostro possesso, il comune di Peschiera Borromeo non ha ancora provveduto alla perimetrazione del centro abitato, ai sensi del Codice della Strada. Ne deriva che le fasce di rispetto stradali si sviluppano lungo la S.P. 415 Paullese e lungo la S.P. 15b, oltre ai tratti di viabilità in progetto da PRG Vigente.

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Vincoli e servitù aeroportuali La Tavola 2.12. dpA riporta i vincoli aeroportuali e le fasce isofoniche, in relazione alla normativa vigente, riporta in modo dettagliato i seguenti elementi di limitazione delle attività nelle aree circostanti l’aeroporti:  servitù aeroportuali, suddivise in servitù aeroportuali con zone totalmente prive di ostacoli, servitù aeroportuali pendenza 1:7, servitù aeroportuali pendenza 1:25, servitù aeroportuali pendenza 1:60  aree con vincoli di altezza nella realizzazione di edifici: Zona 1 con altezza massima di 126 metri s.l.m., Zona 2 con altezza massima di 130 metri s.l.m., Zona 4 con altezza massima 134 metri s.l.m. e Zona 5 con altezza massima 141 metri s.l.m.  fasce isofoniche: Fascia A, Fascia B e Fascia C.  fasce di rispetto aeroportuali: Zona A, Zona B, Zona C e D si veda quanto già trattato nella presente relazione nel capitolo riguardante dl Piano di Rischio Aereo.  curve di isorischio relative al Codice della Navigazione art. 715.

Piano di Zonizzazione Acustica Comunale (Z.A.C.) Il piano della Zonizzazione Acustica Comunale (Z.A.C.) del comune di Peschiera Borromeo risale al marzo 2002. Con il subentrare della Legge regionale in materia di inquinamento acustico (L.R. 10 agosto 2001, n°13) è stato redatto un rapporto di aggiornamenti di piano, che include:  una revisione generale dell’azzonamento proposto nel marzo 2002, con riferimento ad alcuni aspetti di dettaglio influenzati dai criteri suddetti e/o da sviluppi urbanistici intercorsi negli ultimi due anni;  l’effettuazione di una campagna di rilievi fonometrici volta a caratterizzare le condizioni di fonoinquinamento nei diversi comparti urbani del territorio comunale;  l’aggiornamento, in questa sede, dei rilievi di traffico sulla rete stradale urbana;  la verifica strumentale dei livelli di fonoinquinamento esistenti all’intorno dell’aeroporto di Linate. Gli obbiettivi generali di un Piano di Risanamento Acustico sono:  definizione degli standard di qualità da raggiungere nelle diverse parti del territorio comunale (zonizzazione acustica);  individuazione (sulla base di una opportuna campagna di misura) dei livelli di disturbo sonoro;  determinazione dei livelli di criticità locali derivanti dal confronto dei livelli di disturbo sonoro con gli standard di qualità;

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 predisposizione di un insieme integrato di azioni volto a fare fronte alle criticità individuate. Il piano della Zonizzazione Acustica Comunale (Z.A.C.) del comune di Peschiera Borromeo è articolato dalla relazione completata da due appendici riguardante le campagne di conteggi di traffico e di rilievo fonometrico oltre che da un’indagine sul rumore aeroportuale dello scalo di Linate.

La prima fase dell’azzonamento è costituita dall’identificazione delle aree particolarmente protette da collocare nella classe I, comprendente:  le aree ospedaliere;  le aree scolastiche;  le aree a verde pubblico, e le altre zone per le quali abbia rilevanza la quiete sonora (aree di particolare interesse storico, artistico ed architettonico e zone F del PRG) . Non è stata individuata alcuna area ospedaliera e sono state individuate 15 aree scolastiche. Per quanto riguarda le aree a verde pubblico, il piano individua che:  i parchi ed i giardini, interni al perimetro del centro abitato, risultano molto frammentati;  i campi sportivi e le altre zone per il tempo libero si collocano in fregio ad assi stradali;  le aree incluse nel Parco Agricolo Sud Milano si caratterizzano per una scarsa fruizione pubblica. E’ stata inserita, invece, fra le zone di classe I, in ragione delle sue caratteristiche di maggiore tutela ambientale, la Riserva naturale del Carengione.  L’identificazione delle aree residenziali, miste e d’intensa attività umana (classi II, III e IV) è avvenuta secondo il metodo delle densità. La distribuzione territoriale dei recettori vede la seguente distribuzione sul territorio:  i valori massimi di densità si riscontrano negli ambiti compresi tra via della Liberazione e via Matteotti, tra quest’ultimo asse e via XXV Aprile, nonché in alcune zone di San Bovio;  valori intermedi caratterizzano gli abitati di Bettola, Bellaria, Linate, Mezzate (parte Nord dell’abitato) e San Felice;  valori più limitati si riscontrano invece a Canzo, Foramagno, nella parte meridionale dell’abitato di Mezzate ed in alcune zone di San Bovio, nonché nei nuclei di Peschiera, Mirazzano, C.na Fiorano, C.na Pestazza, C.na Boscana, C.na Longhignana.  valori minimi o nulli, infine, si riscontrano nelle aree agricole aperte, ed anche in alcuni comparti industriali (a Linate, Foramagno, Mezzate).

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La distribuzione territoriale delle sorgenti è così articolata:  le maggiori densità si riscontrano nelle aree circostanti a via della Liberazione ed a via Di Vittorio, ambiti nei quali la presenza di un intenso traffico autoveicolare si sovrappone a quella di grandi complessi produttivi;  I quadranti occidentali del territorio comunale, interessati dalla presenza dell’aeroporto di Linate, presentano densità nettamente maggiori a quelle dei quadranti orientali, caratterizzati dalla presenza del Parco Agricolo Sud Milano;  le zone prevalentemente residenziali di Bettola, Mezzate e San Bovio presentano valori di densità intermedi;  la zona esclusivamente residenziale di San Felice presenta valori di densità decisamente limitati;  le zone agricole comprese fra Mirazzano, Bettola, Mezzate e San Bovio presentano valori di densità minimi o nulli. Le situazioni più critiche sono corrispondenti alle sezioni di censimento caratterizzate da media e altra densità49, in quanto al maggior livello potenziale di inquinamento acustico corrisponde anche una maggiore presenza di popolazione esposta. Queste sono concentrate in pochi ambiti del territorio comunale, ed in particolare a Zeloforamagno, Bellaria (specie a Sud di via XXV Aprile), Linate e Mezzate. In base al confronto delle densità ottenute, è stata individuata la seguente articolazione delle zone residenziali o miste nelle tre classi II, III e IV:  ricadono in classe IV la totalità della frazione di Linate, le zone residenziali comprese tra via della Liberazione e via Matteotti a Zeloforamagno e Bettola, i comparti non produttivi di Canzo e Foramagno, le zone prevalentemente residenziali del comparto meridionale di Mezzate;  ricadono in classe III buona parte dell’abitato di Bettola (a Nord di via XXV Aprile), Bellaria, San Bovio, nonché la porzione settentrionale dell’abitato di Mezzate;  ricadono in classe II l’abitato di San Felice, alcune frange dell’abitato di Bettola, il nucleo di Peschiera, le aree agricole e le cascine. Per quanto riguarda le aree industriali, la loro identificazione è avvenuta sulla base dell’azzonamento del Piano Regolatore Generale vigente.  La classe VI non è stata individuata.  Le zone incluse nella classe V comprendono in particolare:  il centro meccanografico delle Poste ed il comparto produttivo posto a Nord-Est dell’abitato di Linate;  l’ampio insieme di aree industriali collocate tra l’aeroporto di Linate e le vie Grandi e Di Vittorio (Canzo e Foramagno);  le aree industriali collocate in fregio Sud a via della Liberazione, e la zona del depuratore presso C.na Brusada (Bellaria-Zeloforamagno);

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 le aree industriali collocate ad Est di via Liguria e a Nord di via II Giugno (Bettola);  comparto industriale compreso tra le vie II Giugno, Liguria e della Liberazione.  la zona industriale di via della Resistenza (Mezzate); il comparto produttivo, collocato tra la via Trieste e la via Toscana, a San Bovio.

La strategia generale di risanamento del territorio comunale proposta dal piano è così articolata:  azioni di difesa dei recettori maggiormente sensibili, quali in particolare gli istituti scolastici e le altre zone collocate in classe I. Il conseguimento del valore- limite di 50 dB(A) diurni che richiede interventi specifici, da imputarsi ai rispettivi piani di risanamento.  azioni per il risanamento della ss415 Paullese a titolo indicativo:  aumento dell’altezza delle barriere acustiche, sino ad assicurare valori di attenuazione dell’ordine di almeno 7-8 dB(A) al secondo piano e di 2-3 dB(A) al quinto piano (poiché tali prestazioni comportano un considerevole innalzamento della barriera stessa, pare opportuno prendere in esame la possibilità di realizzarla in materiale trasparente – ad es. policarbonato, dotandola altresì di deflettore rientrante verso la carreggiata stradale);  o verifica dell’efficienza / costante manutenzione della pavimentazione fonoassorbente (secondo numerose rilevazioni sperimentali, un manto drenante deteriorato può comportare una attenuazione ridotta di 2-3 dB(A) rispetto alle migliori prestazioni, dell’ordine dei 4 dB(A));  o riduzione del limite di velocità lungo la carreggiata principale ed implementazione di un efficiente sistema di controllo (passando da 100 a 70 km/h si ottiene un risparmio di circa 3 dB(A))  interventi di contenimento alla fonte del rumore da traffico stradale sulla strada urbana, attraverso limitati interventi di riordino del sistema viabilistico, che in prima approssimazione possono essere ricondotti in: o definizione di limitazioni di orario / itinerario per il traffico pesante nelle ore notturne, con particolare riferimento ai comparti che si caratterizzano per condizioni di commistione tra attività residenziali e produttive (in particolare mezzate e Canzo); o proseguimento negli interventi di moderazione del traffico sulla rete di distribuzione interna agli abitati di Bellaria e Zeloforamagno (nel caso dell’intersezione Matteotti/Moro, potrebbe essere presa in esame la possibilità di sostituire il semaforo esistente con una rotatoria compatta). Sulla base delle indicazioni del piano e a partire da due tipi di situazioni, differenti tra loro, il piano individua un doppio elenco di priorità, relativo, rispettivamente, al

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II risanamento delle situazioni più rumorose, ed alla protezione delle scuole e delle altre zone di classe I. Poiché inoltre le situazioni più rumorose sono riconducibili all’aeroporto di Linate e/o alla strada Paullese, questo doppio ordine di priorità finisce per rispecchiare il quadro delle competenze amministrative, con particolare riferimento agli interventi che ricadono pienamente nel Piano di Risanamento Acustico comunale ed a quelli che, invece, risulteranno interni a piani redatti da altri soggetti. Sinteticamente l’ordine delle priorità è illustrato nella Tabella 5.8.

Piano Urbano Generale per i Servizi nel Sottosuolo (PUGSS)19 Il Piano Urbano Generale per i Servizi nel Sottosuolo (PUGSS) è lo strumento di pianificazione previsto dalla Direttiva della presidenza del consiglio del 3/3/99 e dalla legge regionale n. 26 del 12/12/2003 e si propone di:  pianificare e contenere l’attività di cantiere, limitando per quanto possibile l’impatto negativo sulle strade;  ottimizzare l’uso delle risorse idriche, energetiche ed elettriche;  contenere i costi economici e sociali. Le disposizioni contenute nel Piano Generale dei Servizi nel Sottosuolo sono volte all’organizzazione, alla gestione, al governo, alla razionalizzazione e allo sviluppo dei servizi presenti nel sottosuolo. Per perseguire tali obiettivi il comune deve operare per:  conseguire un quadro conoscitivo dei sottosistemi presenti; tale quadro sarà dotato di informazioni sulle caratteristiche e sulla tipologia dei servizi presenti, sulle ubicazioni topografiche e spaziali delle reti e delle strade;  definire un programma di infrastrutturazione del sottosuolo con gli indirizzi di progettazione, gli impegni economici e la temporalizzazione delle opere;  ridurre, in base ad una programmazione, le operazioni di scavo con conseguente smantellamento e ripristino delle sedi stradali per interventi sulle reti, limitando i costi sociali ed economici ed evitando la congestione del traffico veicolare per le strade interessate;  predisporre un “centro di gestione” per coordinare e monitorare l’esercizio dei vari servizi a rete in modo centralizzato ed intersettoriale con sistemi di segnalazione guasti o perdite;  promuovere modalità di posa che favoriscano le tecniche senza scavo (No Dig) e gli usi plurimi di allocazione dei sistemi. Nella fase di analisi del PGT si è fatto riferimento al Piano, redatto contestualmente al PGT 2008 e decaduto a seguito della revoca del PGT stesso, esclusivamente per l’analisi e l’individuazione delle reti di servizi presenti nel sottosuolo. Il Piano Urbano Generale dei Servizi del Sottosuolo (PUGSS) delinea uno scenario di possibili trasformazioni del sottosuolo comunale, in relazione agli indirizzi di sviluppo

19 Si fa riferimento al PUGSS redatto nel 2008 a corredo del PGT, adottato e poi revocato.

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II espressi dal Piano Regolatore Generale Il complesso dei sottoservizi a rete, presenti nel sottosuolo cittadino, al fine di svolgere un ruolo di supporto alle esigenze di sviluppo, deve rispondere ai criteri di efficienza (“capacità di garantire la razionale utilizzazione delle risorse impiegate nei sottoservizi a rete, sia come "efficienza tecnologica" che come "efficienza gestionale”), efficacia (“capacità di garantire la qualità del servizio in accordo alla domanda delle popolazioni servite e alle esigenze della tutela ambientale”) ed economicità (“misura della redditività della gestione aziendale”), rispetto ai fabbisogni richiesti ed alla qualità ambientale attesa. il PUGSS dovrà essere utilizzato come strumento di pre-pianificazione che propone delle modalità di intervento preventive sulle reti. Quindi il piano si pone come strumento di pre-attuazione, in quanto la fase di attuazione dovrà tener conto delle indagini conoscitive sullo stato delle reti. Inoltre, sarà opportuno sviluppare degli indicatori in base ai quali il piano subirà degli sviluppi e delle varianti. Sarà dunque compito dell’Amministrazione Comunale individuare nel dettaglio i percorsi migliori ed il tipo di infrastruttura più adatta alla posa delle nuove reti ed allacciamenti per le utenze che si andranno a creare con l’ampliamenti delle aree insediate. Il lavoro potrà svilupparsi in modo incisivo ed efficace se tutti i gestori di reti di sottoservizi presenti sul territorio di Peschiera Borromeo saranno coinvolti e parteciperanno attivamente al rinnovamento del sottosuolo stradale. Inoltre, poiché l’infrastrutturazione comporterà dapprima disagi per la manomissione delle sedi stradali (interventi volti comunque all’ottimizzazione delle reti con conseguente futura diminuzione dei costi sociali), sarà utile comunicare ai cittadini l’importanza di tali interventi ed eventualmente recepire, dagli stessi, utili richieste. Il PUGSS sarà, in questa fase, lo strumento a cui far riferimento al fine di avere uno sguardo d’insieme su tutti gli elementi coinvolti, per una più semplice e corretta individuazione delle soluzioni meno impattanti dal punto di vista territoriale e più funzionali, al fine di garantire l’efficienza del servizio minimizzando i disagi. Infine, come da specifiche del DPCM 3/3/99, art. 19, del Regolamento Regionale n. 3 art. 12, è prevista l’istituzione di un Ufficio per il Sottosuolo, soggetto referente del PUGSS, i cui compiti sono indirizzati a raccogliere le attività ordinariamente svolte dall’amministrazione comunale in materia di gestione del sottosuolo.

Studio geologico, idrogeologico e sismico di supporto al piano di governo del Territorio 20 Il Comune di Peschiera Borromeo è dotato di uno Studio Geologico, redatto dalla società di ingegneria SGP Servizi di geo-ingegneria e Progettazione s.r.l. di Pavia, conforme ai criteri di attuazione della LR 41/97, e di successive modifiche e integrazioni allo Studio Geologico approvato per l'entrata in vigore di nuove normative (Approvazione della

20 Riferimento: “Studio geologico, idrogeologico e sismico di supporto al Piano di Governo del Territorio”, parte integrante del PGT.d

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II variante al Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) con DPCM 10/12/2004; abrogazione della LR 41/97 ed entrata in vigore della LR 12/05; approvazione dei criteri e degli indirizzi regionali con D.g.r. 8/1566 del 22/12/2005). A questo studio si farà riferimento nel testo successivo con dicitura "studio geologico comunale di supporto al PRG (2006)". L'Amministrazione comunale di Peschiera Borromeo (MI) ha affidato l'incarico per la redazione dell'aggiornamento dello studio geologico del territorio comunale a supporto del Piano di Governo del Territorio (PGT) allo scrivente Studio Geologico GSM - Geo and Speleo Matters Consulting, che si è avvalso della collaborazione di GeoSFerA Studio Associato di Geologia. Il presente studio è realizzato in conformità alla D.g.r. 30 novembre 2011 -n. IX/2616 "Aggiornamento dei "Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell'art. 57, comma 1, della L.R. 11 marzo 2005, n. 12", approvati con D.g.r. 22 dicembre 2005, n. 8/1566 e successivamente modificati con D.g.r. 28 maggio 2008, n. 8/7374", come pubblicata nel BURL del 19 gennaio 2012 Serie Ordinaria n. 3 (Errata Corrige)".

2.2.1 Caratterizzazione geologica del territorio Caratteri idrogeologici del territorio Il territorio del Comune di Peschiera Borromeo è interamente compreso nella serie dei depositi marini e continentali di età neogenico-quaternaria. Si tratta quindi di sedimenti sciolti, costituiti da granulometria variabile tra l'argilla e la ghiaia con forti eterogeneità verticali e laterali. In modo molto schematico il quadro idrogeologico del territorio del Comune di Peschiera Borromeo, che sarà discusso in dettaglio nei paragrafi seguenti, è costituito, analogamente a quanto avviene in tutta l'area milanese, da una serie di più acquiferi, separati tra loro da livelli impermeabili o semipermeabili. La superficie piezometrica dell'acquifero superiore è prossima al piano campagna e, sul territorio, esistono numerose emergenze della falda dovute a scavi e cave. La superficie di emersione della falda di maggiore importanza è costituita sicuramente dall'Idroscalo, che rientra nella sua porzione meridionale nel territorio di Peschiera Borromeo; questo bacino, data la sua estensione, condiziona in modo abbastanza marcato l'andamento delle isopiezometriche, in quanto la falda affiorante, come in tutti i bacini, costituisce un'area con livello piezometrico uniforme. A livello generale, per inquadrare a grande scala dal punto di vista idrogeologico il territorio di Peschiera Borromeo, ci si può rifare a quanto indicato nell'allegato 3 "Classificazione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei di Pianura" del PTUA (Programma di Tutela e Uso delle Acque). Il Comune di Peschiera Borromeo ricade nella parte orientale del settore n° 18 dei 24 in cui è stato suddiviso il bacino Adda -Lambro, settore in cui ricadono anche i comuni di Segrate, Pioltello, Rodano, , Melzo, , Cassano d'Adda (parzialmente), Liscate, Settala, Pantigliate, Mediglia e . Il settore 18 si ubica in

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II corrispondenza della media pianura, a quota compresa tra 130 m s.l.m. a Nord e 90 m s.l.m. a Sud. Il limite orientale è definito dal fiume Adda, quello occidentale parzialmente dal fiume Lambro e si estende per un'area di 163.2 km2. In linea generale, rifacendosi all'allegato 3 del PTUA, il territorio di Peschiera Borromeo ricade nel settore 18 del bacino Adda-Ticino per il quale vengono forniti i seguenti dati relativi al primo acquifero. Acquifero tradizionale: differenziato. Base acquifero tradizionale: tra 80 e 40 m s.l.m.; da 60 a 130 m dal piano campagna. L'orizzonte di separazione tra la falda superficiale e la falda confinata dell'acquifero tradizionale risulta compreso all'incirca tra le quote di 90 e 55 m s.l.m.. Più nel dettaglio la quota della superficie piezometrica dell'acquifero superficiale è stata dedotta dai dati della Provincia di Milano -Sistema Informativo Falda utilizzando i dati di marzo e settembre 2010. Questi dati sono stati integrati con la disamina dell'evoluzione della falda basata sia sui dati pregressi messi a disposizione della Provincia di Milano sia, in parte, sulla cartografia delle isopiezometriche della città di Milano per la quale esistono serie più lunghe; infatti, essendo il territorio del Comune di Peschiera Borromeo confinante con quello di Milano, esso ricade nelle carte delle isopiezometriche di questo comune. La soggiacenza della falda è stata desunta dalle carte della soggiacenza della Provincia di Milano (anno 2010 e precedenti). Nell'anno 2010 la soggiacenza della falda è stata sempre inferiore ai 5 m nella maggior parte del territorio comunale. Durante il mese di settembre si evidenzia una piccola area nel settore SE del comune, in prossimità del confine, con soggiacenza leggermente maggiore, tra 5 e 10 m, mentre nel mese di marzo tale area ha soggiacenza tra 0 e 5 m e, in una ristretta zona a ridosso del confine Est del comune, la falda è addirittura subaffiorante. L'analisi delle precedenti carte fornite dalla Provincia di Milano, Sistema Informativo Falda, relative al periodo 2007-2009 mostrano una soggiacenza inferiore ai 5 m. A livello pluriennale si nota una tendenza ad un incremento nel livello medio della falda intorno agli anni 2001-2004 per quanto riguarda i piezometri in corrispondenza della cava ATE 26, cosa che non si osserva invece in quello dell'ATE 25. Dal 2004 al 2007 si assiste invece ad un progressivo abbassamento della falda in tutti i piezometri considerati, con i minimi che si assestano intorno all'estate 2007, dopo di che si ha una nuova risalita. Si nota anche che il piezometro 0151710198 è quello in cui la soggiacenza è più elevata con lunghi periodi, durante l'anno 2007, con soggiacenza maggiore di 5 m; tuttavia anche durante questo anno sono presenti periodi con soggiacenza inferiore. Il quadro illustrato dalle carte della Provincia di Milano, da cui si evince come la falda sia sempre prossima al piano campagna, con soggiacenze inferiori ai 5 m, è quindi estendibile a un arco di tempo maggiore (almeno fino al 1995) e può essere considerato come tipico del territorio del Comune di Peschiera Borromeo. La piezometria della falda superficiale, illustrata in tavola 4 -Carta idrogeologica, è stata desunta dai dati della Provincia di Milano, Sistema Informativo Falda, che mette a disposizione le piezometrie per l'intero territorio provinciale in carte redatte due volte l'anno. Sulla tavola sono

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II riportate le piezometrie relative ai mesi di marzo e settembre 2010 previo adattamento alla base topografica. In entrambi i mesi si osserva che la direzione di flusso della falda è orientata verso SSE. Le carte delle piezometrie della Provincia di Milano evidenziano una fluttuazione della falda, con quote piezometriche maggiori nel mese di marzo e valori più bassi nel mese di settembre; inoltre nel mese di marzo 2010 si evidenzia un marcato asse di drenaggio orientato circa NS centrato circa sulla cascina Longhignano, mentre nel mese di settembre tale asse di drenaggio non è più nettamente riconoscibile e il flusso della falda è circa NNW-SSE. Questa inflessione delle isoipiezometriche potrebbe essere legata all'effetto indotto dallo scoperchiamento della falda in corrispondenza dell'idroscalo. All'interno del bacino, infatti, l'acqua si equilibria lungo una superficie orizzontale, mentre nei terreni circostanti la falda mantiene una pendenza data dal gradiente idraulico; la superficie del bacino risulterà, quindi, più bassa se confrontata con la quota della falda nella zona di monte e più alta se confrontata con la quota della falda nella zona di valle. Questo implica una modifica nella geometria delle isopiezometriche perché si avrà un richiamo d'acqua verso il bacino a monte mentre si avrà ricarica a valle. Va notato che le carte della Provincia di Milano, se da un lato consentono un'analisi dettagliata della variazione della falda, avendo una scansione temporale ogni sei mesi circa, dall'altro hanno dei limiti per quanto riguarda la zona dell'Idroscalo e dei laghi di cava; infatti in questa carta viene trascurata la deformazione nella geometria delle isopiezometriche indotte dalla presenza di superfici libere.

Unità idrogeologiche Tradizionalmente il territorio del milanese è stato distinto in diverse unità idrostratigrafiche che ricalcavano i modelli stratigrafici desunti principalmente da stratigrafie dei pozzi per acqua. La ricostruzione più nota è quella di Avanzini et al. (1995) che prevede, nell'area del milanese, le seguenti unità idrostratigrafiche. Unità ghiaioso sabbiosa: si tratta dell'unità più superficiale che comprende quindi i depositi dell'Olocene e del Pleistocene superiore; è costituita principalmente da facies grossolane e solo localmente sono presenti lenti e livelli argillosi di limitata estensione. L'unità corrisponde al primo acquifero di Francani e Pozzi (1981). Lo spessore medio, da letteratura, è compreso tra i 20 e i 40 m. Unità sabbioso ghiaiosa: immediatamente sottostante alla precedente, questa unità corrisponde ai depositi fluvioglaciali del Pleistocene medio costituendo la base dell'acquifero tradizionale o il secondo acquifero di Francani e Pozzi (1981). L'unità è caratterizzata da una maggiore percentuale di sedimenti a granulometria più fine quali sabbia, limo e argilla. L'unità che, con la soprastante, forma il cosiddetto "Acquifero tradizionale", è separata dall'unità ghiaioso- sabbiosa da livelli di limi e argille talora estesi che portano alla formazione di falde semiconfinate e/o confinate. L'"Acquifero tradizionale" dunque è composto da più falde che vengono assimilate a un acquifero monostrato (Avanzini et al., 1995). Le

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II granulometrie minori diventano maggiormente abbondanti, coerentemente con il quadro geologico, andando verso Sud. Nell'area di interesse l'unità sabbioso ghiaiosa comprende anche i corpi che più a Nord formano l'unità dei ceppi, in quanto all'altezza del settore meridionale dell'abitato di Milano i corpi conglomeratici perdono la loro caratteristica cementazione e danno luogo a sedimenti del tutto paragonabili a quelli di questa unità (Avanzini et al., 1995). Quindi va notato che in quest'area la base dell'unità si estende fino al Pleistocene inferiore, età cui sono attribuiti, nel territorio più a Nord, i corrispondenti corpi conglomeratici. All'altezza di Milano l'unità è riscontrabile fino a circa 100-110 m di profondità, con spessori che possono raggiungere i 40-60 m e fortemente variabili a seconda dell'erosione subita. Unità sabbioso argillosa -facies continentale: questa unità raggruppa la serie di depositi di ambiente continentale e di transizione depositatisi al margine del bacino marino che si era instaurato nel Pliocene. E' caratterizzata da forti spessori di limi e argille, spesso associati a torbe e con marcate variazioni di colore, intercalati da lenti e livelli più grossolani costituiti da ghiaie e sabbie che possono raggiungere anche spessori considerevoli. Questi livelli sono sede di più acquiferi confinati che originano il terzo acquifero di Francani e Pozzi (1981). L'unità è facilmente distinguibile dalla soprastante unità, a causa del marcato cambio di litologia, mentre è di più difficile identificazione rispetto a quella sottostante; infatti la granulometria simile fa si che l'identificazione possa essere certa solo nel caso di ritrovamenti fossiliferi. Unità Argillosa -facies marina: questa unità è formata principalmente da argille e limi di colore grigio azzurro e, in misura minore, livelli e lenti a granulometria maggiore. L'unità, compresa nel terzo acquifero di Francani e Pozzi (1981), è datata al Pleistocene inferiore (Avanzini et al., 1995). L'identificazione di questa unità avviene con precisione con il rinvenimento di fossili marini che possono essere sia microfossili che macrofossili, questi ultimi facilmente riconoscibili anche da parte dei sondatori e quindi di più frequente identificazione. Come anticipato nel capitolo 4, recentemente Regione Lombardia & ENI Divisione Agip (2002) ridefiniscono la suddivisione degli acquiferi, correlando a scala di bacino dati sismici e dati di pozzo, definendo quattro gruppi di acquiferi nella successione sedimentaria. Come evidenziato in fig. 8.3 i limiti tra i diversi gruppi acquiferi non coincidono, se non in un caso, con i limiti tra le unità idrogeologiche e idrostratigrafiche tradizionali. In particolare il gruppo acquifero A, quello più superficiale, comprende una parte della unità ghiaioso-sabbiosa di Avanzini et al. (1995) e, di conseguenza, la parte superiore di quello che era definito il II acquifero da Francani e Pozzi (1981). Il gruppo acquifero B, invece, ha come limite di base la marcata differenziazione litologica che già aveva permesso di distinguere l'acquifero tradizionale dagli acquiferi profondi (Martinis e Mazzarella, 1971) o il II e III acquifero di Francani e Pozzi (1981) o l'unità sabbioso argillosa (sottostante) dalle unità conglomeratiche (sovrastanti) di Avanzini et al (1995).

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Si noti, inoltre, la differente attribuzione di età per la superficie di base che per Regione Lombardia & ENI Divisione Agip (2002) è compresa nel Pleistocene medio mentre per Avanzini et al. (1995) è del Pleistocene inferiore. I gruppi acquiferi C e D corrispondono agli "acquiferi profondi" tradizionali; nel gruppo C, superiore, si riconosce una sequenza di sedimenti con predominanza di sabbie fini, silt e argilla, in cui si hanno facies sia marine che transizionali e continentali organizzate in due distinti cicli regressivi intervallati da un ciclo trasgressivo tutti compresi nel Pleistocene medio. Il gruppo D, invece, è costituito da argille e silt con intercalate sabbie e ghiaie attribuite a delta conoidi.

Nella sezione idrogeologica allegata (A-B) (Studio geologico: fig. 8.4, vedi tavola 4 -Carta idrogeologica per la posizione) sono illustrati i pozzi, con i relativi filtri, e le superfici piezometriche relative a marzo e settembre 2010 (dati dal Sistema Informativo Falda). Nel territorio di Peschiera Borromeo è ben evidenziabile il limite che separa i gruppi acquiferi A e B dai gruppi acquiferi C e D che può essere collocato in prossimità della superficie posta a circa 100 metri di profondità. Appare invece più incerta la separazione tra il gruppo acquifero A e il gruppo acquifero B che potrebbe essere posta in corrispondenza della superficie 1. Data l'estrema variabilità delle facies nel sottosuolo del territorio comunale, non è possibile definire in modo univoco e preciso le caratteristiche di permeabilità delle unità. A grandi linee si possono considerare le unità del primo e del secondo acquifero come prevalentemente ghiaiose, con comunque una percentuale variabile di sabbia. Le unità dell'acquifero più profondo, il C, hanno invece una componente più fine. Nel PTUA viene fornito, in modo indicativo, un valore di trasmissività di 6'10-2 m2/s per la zona Ovest del settore 18, zona in cui ricade il territorio di Peschiera Borromeo.

Aspetti sismici Il Comune di Peschiera Borromeo ricade in zona sismica 4 (bassa sismicità) secondo la riclassificazione sismica del territorio nazionale (O.P.C.M. n.3274 del 20 marzo 2003 "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica", adottata con D.g.r. n. 14964 del 7 novembre 2003). Questa classificazione costituisce la pericolosità sismica di base (previsione deterministica o probabilistica che si possa verificare un evento sismico in una certa area in un determinato intervallo di tempo) che deve essere verificata e approfondita in fase di pianificazione territoriale e geologica in base ai criteri dettati dalla L.R. 12/2005. L'allegato 5 dello Studio"Analisi e valutazione degli effetti sismici di sito in Lombardia finalizzate alla definizione dell'aspetto sismico nei PGT" alla D.g.r. IX-1626 indica la metodologia per l'approfondimento e la valutazione dell'amplificazione sismica locale aggiornando il precedente allegato 5 alla D.g.r. 22 dicembre 2005, n. 8/1566, sulla base delle avvenute modifiche in materia di norme

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II tecniche sulle costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008). L'approfondimento prevede tre diversi livelli, di grado via via maggiore, in funzione della zona sismica di appartenenza e degli scenari di pericolosità sismica locale di seguito definiti. 1° livello: riconoscimento delle aree passibili di amplificazione sismica sulla base sia di osservazioni geologiche (cartografia di inquadramento), sia di dati esistenti. Questo livello, obbligatorio per tutti i Comuni, prevede la redazione della Carta della pericolosità sismica locale, nella quale deve essere riportata la perimetrazione areale (e lineare per gli scenari Z3a, Z3b e Z5) delle diverse situazioni tipo, riportate nella Tabella 1 dell'allegato 5, in grado di determinare gli effetti sismici locali (aree a pericolosità sismica locale -PSL). 2° livello: caratterizzazione semi-quantitativa degli effetti di amplificazione attesi negli scenari perimetrati nella carta di pericolosità sismica locale, che fornisce la stima della risposta sismica dei terreni in termini di valore di Fattore di Amplificazione (Fa). Per i Comuni ricadenti in zona sismica 4 tale livello deve essere applicato, negli scenari PSL Z3 e Z4, nel caso di costruzione di nuovi edifici strategici e rilevanti di cui al d.d.u.o. n. 19904 del 21 novembre 2003, ferma restando la facoltà dei Comuni di estenderlo anche alle altre categorie di edifici. Per le aree a pericolosità sismica locale caratterizzate da effetti di instabilità, cedimenti e/o liquefazione (zone Z1 e Z2 della Tabella 1 dell'allegato 5) non è prevista l'applicazione degli studi di 2° livello, ma il passaggio diretto a quelli di 3° livello. 3° livello: definizione degli effetti di amplificazioni tramite indagini e analisi più approfondite. Al fine di poter effettuare le analisi di 3° livello la Regione Lombardia ha predisposto due banche dati, rese disponibili sul Geoportale, il cui utilizzo è dettagliato nell'allegato 5 alla citata D.g.r.. Tale livello si applica in fase progettuale nei seguenti casi:  quando, a seguito dell'applicazione del 2° livello, si dimostra l'inadeguatezza della normativa sismica nazionale all'interno degli scenari PSL caratterizzati da effetti di amplificazioni morfologiche e litologiche (zone Z3 e Z4 della Tabella 1 dell'allegato 5);  in presenza di aree caratterizzate da effetti di instabilità, cedimenti e/o liquefazione (zone Z1 e Z2), nelle zone sismiche 2 e 3 per tutte le tipologie di edifici, mentre in zona sismica 4 nel caso di costruzioni di nuovi edifici strategici e rilevanti di cui al d.d.u.o. n. 19904 del 21 novembre 2003, ferma restando la facoltà dei Comuni di estenderlo anche alle altre categorie di edifici. Nel caso di sovrapposizione di più scenari sul medesimo ambito territoriale si dovrà procedere con il grado di approfondimento più cautelativo.

La fase propositiva dello Studio geologico è definita attraverso la redazione della carta di fattibilità geologica e delle norme geologiche di piano. Tale fase prevede modalità standardizzate di assegnazione della classe di fattibilità agli ambiti omogenei per pericolosità geologica e geotecnica e vulnerabilità idraulica e idrogeologica individuati

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II nella fase di sintesi, al fine di garantire omogeneità e obiettività nelle valutazioni di merito tecnico.

Carta di fattibilità geologica La Carta di Fattibilità Geologica (tavola 9), redatta alla scala dello strumento urbanistico, è l'elaborato finale che viene desunto dalla Carta di Sintesi e dalle considerazioni tecniche svolte nella fase di analisi; si tratta pertanto di una carta di pericolosità che fornisce le indicazioni in ordine alle limitazioni e destinazioni d'uso del territorio. A ciascun area della carta di sintesi, in base ai fattori di pericolosità/vulnerabilità presenti viene attribuita una classe di fattibilità (valore di ingresso) seguendo le prescrizioni della Tabella 1 (D.g.r. 30 novembre 2011 -n. IX/2616 Parte 1, par. 3.2), integrata con ulteriori fattori di pericolosità/vulnerabilità cosi come specificato nel precedente capitolo. La carta deve essere utilizzata congiuntamente alle "norme geologiche di piano" che ne riportano la relativa normativa d'uso (prescrizioni per gli interventi urbanistici, studi ed indagini da effettuare per gli approfondimenti richiesti, opere di mitigazione del rischio, necessità di controllo dei fenomeni in atto o potenziali, necessità di predisposizione di sistemi di monitoraggio e piani di emergenza). Nel caso in cui in un'area omogenea per pericolosità/vulnerabilità vi sia la presenza contemporanea di più fenomeni, è stato attribuito il valore più alto di classe di fattibilità; la relativa normativa associata contiene le prescrizioni che considerano la sussistenza di tutti i fenomeni evidenziati. In base alle valutazioni effettuate, considerando gli elementi geologici, geomorfologici ed idrogeologici riconosciuti, nel territorio in esame sono state individuate le seguenti classi di idoneità all'utilizzazione urbanistica: FATTIBILITA' CON CONSISTENTI LIMITAZIONI (CLASSE 3)  A) Aree pericolose dal punto di vista dell'instabilità dei versanti Aree estrattive attive o dismesse non ancora recuperate, comprendendo una fascia di rispetto da valutare in base alle condizioni di stabilità dell'area (3A)  B) Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico - Aree ad elevata vulnerabilità dell'acquifero sfruttato ad uso idropotabile e/o del primo acquifero (3B1); - Aree a bassa soggiacenza della falda o con presenza di falde sospese (3B2);  C) Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico - Aree con tirante idrico inferiore a 90 cm (piena con TR 200 anni) inserite in Fascia C della Variante al PAI del fiume Lambro [3.1 (C)]; Aree con tirante idrico inferiore a 90 cm (piena con TR 200 anni) inserite in Fascia C delimitata da un "limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C" della Variante al PAI del fiume Lambro [3.1 (BjC)]; Aree con tirante idrico inferiore a 90 cm (piena con TR 200 anni) al di fuori delle Fasce della Variante al PAI del fiume Lambro [3.1 (D)];

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- Aree non allagabili inserire in Fascia C della Variante al PAI del fiume Lambro [3.2 (C)j; Aree non allagabili inserire in Fascia C delimitata da un limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C" della Variante al PAI del fiume Lambro [3.2 (B/C)j Aree allagate in occasione di eventi alluvionali del novembre 1947 e 1951 al di fuori delle Fasce della Variante al PAI del fiume Lambro [3.3 (D)j  D) Aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche Aree con consistenti disomogeneità tessiturali verticali e laterali (3D). FATTIBILITA'CONGRAVILIMITAZIONI (CLASSE4)  B) Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico Aree con emergenze idriche diffuse (fontanili, sorgenti, aree con emergenza della falda) (4B1); Aree con emergenze idriche (lago di cava) (4B2)  C) Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Aree con tirante idrico superiore a 90 cm (piena con 'R 200 anni) inserite in Fascia A della Variante al PAI del fiume Lambro [4.1 (A)j Aree con tirante idrico superiore a 90 cm (piena con 'R 200 anni) inserite in Fascia B della Variante al PAI del fiume Lambro [4.2 (B)j Aree con tirante idrico superiore a 90 cm (piena con 'R 200 anni) inserite in Fascia C delimitata da un limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C" della Variante al PAI del fiume Lambro [4.3 (B/C)j L'intero territorio comunale, ad eccezione delle aree di cava con emergenza della falda, ricade negli ambiti di vulnerabilità idrogeologica (Aree ad elevata vulnerabilità dell'acquifero sfruttato ad uso idropotabile e/o del primo acquifero e Aree a bassa soggiacenza della falda o con presenza di falde sospese), e con scadenti caratteristiche geotecniche (Aree con consistenti disomogeneità tessiturali verticali e laterali). La relativa classe di ingresso, riportata nella Tabella 1 della D.g.r. 30 novembre 2011 -n. IX/2616 Parte 1, par. 3.2, attribuisce a tali ambiti una classe di fattibilità con consistenti limitazioni (3). Il precedente Studio Geologico di supporto al PRG (2006), redatto dalla società di ingegneria SGP Servizi di geo-ingegneria e Progettazione s.r.l. di Pavia, attribuiva a tali aree una classe di fattibilità con modeste limitazioni (2). La scelta di attribuire a queste aree la classe di fattibilità 3, coerentemente con le indicazioni in Tabella 1 della sopracitata D.G.R., è dettata dal fatto che mancano e/o sono scarse le informazioni e le indagini sufficientemente dettagliate per motivare una diminuzione della classe di ingresso.

Vincoli Il quadro dei vincoli in materia geologica, idrogeologica e di difesa del suolo esistenti sul territorio comunale di Peschiera Borromeo è da riferirsi sia a normative nazionali sia a direttive e regolamenti regionali. Lo Studio geologico, al quale si rimanda per una trattazione dettagliata, nella cartografia dei vincoli (cfr tavola 6 -Carta dei vincoli) individua pertanto quelle aree soggette a limitazioni d'uso del territorio derivanti da normative e piani sovraordinati in vigore di carattere prettamente geologico. Sulla base

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II dei criteri attuativi e successive modifiche alla L.R. 12/05 i principali elementi di vincolo alla pianificazione urbanistica locale sono:  vincoli derivati dalla pianificazione di bacino ai sensi della Legge 183/89 ed in particolare: -Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico, approvato con d.p.c.m. 24 maggio 2001 (Elaborato n. 8 -Tavole di delimitazione delle Fasce Fluviali); - Piano Stralcio delle Fasce Fluviali approvato con d.p.c.m. 24 luglio 1998 (in particolare per quanto riguarda la perimetrazione delle fasce fluviali del Fiume Po); -Quadro del disseto PAI; -Variante al Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) approvato con DPCM 24 maggio 2001 -Fasce Fluviali del fiume Lambro nel tratto dal Lago di Pusiano alla confluenza con il deviatore Redefossi (art.17, comma 6ter, legge 18 maggio 1989, n.183) approvata con DPCM 10 dicembre 2004.  vincoli di polizia idraulica ai sensi della D.g.r. 25 gennaio 2002 n. 7/7868 e successive modificazioni;  aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile;  vincoli derivati dal PTR;  geositi.

2.2.2 Reticolo idrico21 Le attività di polizia idraulica riguardano il controllo degli interventi di gestione e trasformazione del demanio idrico e del suolo in fregio ai corpi idrici, allo scopo di salvaguardare le aree di espansione e di divagazione dei corsi d'acqua, al fine di moderare le piene e di mantenere l'accessibilità al corso stesso. Il Comune di Peschiera Borromeo non è dotato di studio finalizzato all'individuazione del reticolo idrico minore ai sensi della D.g.r. n. 2762 del 22 dicembre 2011 "Semplificazione dei canoni di polizia idraulica e riordino dei reticoli idrici" di sostituzione della D.g.r. 25 gennaio 2002 n.7/7868 e successive modificazioni. Fino alla redazione di tale studio con conseguente espressione di parere positivo da parte della Sede territoriale regionale competente e recepimento dello studio mediante variante urbanistica, sulle acque pubbliche, così come definite dalla legge 5 gennaio 1994 n. 36 e relativo regolamento, valgono le disposizioni di cui al Regio Decreto 25 luglio 1904 n. 523, in particolare il divieto di edificazione ad una distanza inferiore ai 10 metri. Tale disposizione è ribadita anche dal PTCP secondo il quale all'art. 45 comma 3, si prevede che le disposizioni di cui alla fascia A del PAI si applicano altresì alla fascia di rispetto di 10 m lungo i corsi d'acqua di cui all'art. 96 del R.d. 523/1904. Inoltre, per i corsi d'acqua che si trovano ad attraversare gli ambiti di trasformazione, si

21 Riferimento: “Studio geologico, idrogeologico e sismico di supporto al Piano di Governo del Territorio”, parte integrante del PGT.d

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II raccomanda il divieto di copertura e tombinamento ai sensi dell'art.115 del Dlgs 152/2006 e s.m.i. e dell'art.46 comma g) del PTCP. Nell'ambito del presente studio, sono stati sottoposti a vincolo di polizia idraulica i corsi d'acqua indicati con il termine di canali, secondo quanto specificato nel par. 7.1. In via temporanea, in attesa della definizione a scala di maggior dettaglio del contesto idrogeologico specifico relativo ai singoli fontanili, il vincolo di polizia idraulica è stato esteso anche alle teste e alle aste dei fontanili attivi in quanti facenti parte del reticolo idrografico.

9. Le istanze dei cittadini e proposte in variante al PRG

L’iter procedurale del PGT prevede la raccolta delle istanze da parte dei cittadini a seguito dell’avvio di procedimento. Nel caso specifico il primo avvio di procedimento risale al 9 marzo 2006, con Delibera di Giunta Comunale n. 49. A seguito della mancata approvazione del PGT e relativo decadimento del procedimento per volontà dell’amministrazione, si è proceduto al riavvio del procedimento per la stesura del PGT, con Deliberazione di Giunta Comunale numero 188 del 03/11/2009. Nelle due fasi di raccolta delle istanze sono pervenute all’Amministrazione Comunale n° 60 istanze (di cui 11 fuori termine che si è deciso di tenere in ogni caso indicazione) formulate da cittadini e soggetti interessati. Le domande sono state localizzate e cartografate sulla tavola 2.14 dpA “Sistema territoriale insediativo: Mappatura delle istanze dei cittadini e proposte in variante al PRG”. Nella tavola in questione le domande sono state differenziate per tipologia di richiesta, secondo un criterio che ha tenuto in considerazione la differente destinazione funzionale proposta dai proprietari dei mappali catastali. L’analisi di ogni singola domanda e del loro insieme permettono di avere un quadro complessivo dei bisogni che i cittadini esprimono nei confronti del Piano regolatore attuale.

Le domande sono dunque state raggruppate e azzonate, e saranno vagliate con l’intento di verificare la possibilità di esaudimento, dove possibile e in linea con la direzione del PGT, compatibilmente con le leggi regionali o nazionali ed in particolare con la presenza del Parco Agricolo Sud Milano, che il PGT non può evidentemente modificare. Il nuovo PGT in fase di formazione terrà conto dei contenuti delle suddette istanze; in particolare esse potranno costituire un contributo alla formazione del PGT nella misura in cui le nuove funzioni richieste si riveleranno coerenti con gli obiettivi di carattere generale che motivano le scelte di sviluppo territoriale assunte dal Piano.

Richieste inerenti ambiti ricompresi nel Parco Agricolo Sud Milano A premessa delle valutazioni specifiche che verranno affrontate in seguito si vuole sottolineare il rapporto che intercorre tra le istanze e il Parco Agricolo Sud Milano. Molte

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano] PARTE II delle richieste pervenute insistono infatti entro i confini del Parco, chiedendone talvolta la modifica dei confini o genericamente l’attribuzione di una diversa destinazione funzionale. Pare chiaro come queste istanze non saranno prese in considerazione, se non in termini di riflessione generale sul tipo di sviluppo e funzioni da insediare che i cittadini vorrebbero per la città.

Richieste di sviluppo residenziale La maggior parte delle richieste pervenute hanno come oggetto la richiesta di trasformazione della destinazione in essere (di vario genere) in residenziale. Si contano infatti ben 35 istanze in tal senso, oltre la metà di quelle pervenute. Oltre a quelle ricadenti nel perimetro del parco, le richieste insistono su tutti gli ambiti liberi nelle frazioni di Bellaria e Mezzate, nelll’area libera lungo via II giugno e in alcune aree residuali o attualmente azzonate a standard non attuate.

Richieste di sviluppo produttivo Tra le istanze pervenute solamente 5 riguardano funzioni di tipo produttivo. Di queste due sono ricadenti nei confini del Parco, due su standard non attuati e una, in località Linate, soggetta ai vincoli aeroportuali e attualmente destinata a infrastrutture tecnologiche.

Richieste di sviluppo terziario e commerciale Le richieste in senso di sviluppo terziario commerciale si localizzano in due ambiti lungo la statale Paullese. Un’area libera all’incrocio con via Di Vittorio e un’area produttiva al limite est del comparto industriale.

Richieste di realizzazione nuovi servizi Si registrano tre istanze per la previsione di aree da destinare a servizi: una richiesta in località San Bovio per attrezzature e servizi religiosi, e due in località Linate e Canzo, limitrofe all’aeroporto servizi allo stesso e parcheggi.

Modifica e rettifica viabilità Sono inoltre pervenute richieste di intervento sulla viabilità: lungo via XXV Aprile si chiede la realizzazione di due rotatorie all’incrocio con via Aldo Moro e con via Fabio Filzi. Modifica della viabilità in prossimità delle cave a confine con Pantigliate.

Altre richieste Altre richieste riguardano in particolare: gli ambiti prossimi alle cave, di cui si richiede la riperimetrazione e l’adeguamento della viabilità; due richieste in ambiti ricadenti nei Piani di cintura del Parco Sud rivolte alla possibilità di ampliamento di strutture ed esercizi pubblici esistenti e variazione da zona agricola in aree per servizi sovralocali.

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CENTRO STUDI PIM [CON_01_14_ELA_TE20] RELAZIONE DDP