Trentino-Alto Adige
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ALTO ADIGE PAESAGGI E BORGHI D’ITALIA ALTO ADIGE PAESAGGI E BORGHI D’ITALIA L’Italia parla la sua lingua più sincera e potente attraverso paesaggi unici e piccoli borghi che, dall’entroterra alle coste, raccontano i ter- ritori attraverso i segni della natura e gli insediamenti dell’uomo ma anche con la storia, la cultura e le antiche tradizioni delle popolazioni che li abitano. L’opera dei più illustri letterati italiani e stranieri e le testimonianze dell’architettura e dell’arte descrivono le tante destinazioni eccellenti di uno straordinario viaggio sentimentale alla scoperta di una terra che emoziona. 100 Paesaggi e 1000 Borghi, tra storici e marinari: una varietà e una ricchezza di immagini difficile da eguagliare in tutto il mondo e ovun- que si può trovare un’ospitalità autentica e cordiale che fa sentire il turista a casa. “Viaggio Italiano” accompagna a visitare l’Italia e a “vederla” con la sensibilità dell’artista, del viaggiatore vero e dell’interprete appassio- nato dell’identità dei luoghi. ALTO ADIGE INDICE PAESAGGI L’ALTO ADIGE E LE SUE VALLI DA NORD A SUD ................................................................................9 L’ALTO ADIGE E LE SUE VALLI DA EST A OVEST .............................................................................29 LE DOLOMITI ....................................................................................................................................................45 BORGHI CAMPO TURES..................................................................................................................................................68 CASTELROTTO ................................................................................................................................................ 70 CHIUSA .................................................................................................................................................................72 EGNA ..................................................................................................................................................................... 74 GLORENZA ......................................................................................................................................................... 76 VIPITENO .............................................................................................................................................................78 BIBLIOGRAFIA PAESAGGI ..........................................................................................................................82 6 7 PAESAGGI 7 8 9 L’ALTO ADIGE E LE SUE VALLI DA NORD A SUD di fieno, hanno la piacevolezza e L’Alto Adige: quando il paesaggio la dedizione di raffinati giardini. diventa identità e l’identità pae- Sobrietà e ornamento “nordico” saggio. “Un paesaggio non più convivono in architetture forti e italiano e non ancora tedesco” insieme serene, capaci di dare come dice Giorgio Bocca, ma importanza ai monumenti della soprattutto una veduta sempre storia più antica, come ai luoghi stupefacente per la combinazio- della vita e del lavoro quotidiano. ne speciale di forza e di grazia, È stato scritto che attraversando per una maniera unica di porsi queste terre “se ne riceve la net- agli occhi del visitatore ispirando ta impressione di un’esistenza ovunque una sensazione di cura fattiva ed agiata”, il tutto vissuto amorevole e costante. Ci sono le dentro la cornice dei paesi ap- cime dei monti più spettacolari poggiati tra i monti come nelle d’Europa, i boschi e i prati d’altura civilissime piccole città che con- che disegnano gioielli con infinite servano un’atmosfera “romanti- gradazioni di verde, e ci sono le ca” vera, non esibita ma autenti- campagne dove le colture delle ca, frutto di un preciso modo di vigne, degli alberi da frutto, dei vivere conservando come meglio piccoli orti, persino delle distese si può cultura e natura. 9 Il Brennero ci aspetta. Al di là di Bressanone comincia a salire la via che supera uno dei varchi più importanti della cerchia alpina. Affrettiamoci a dare un saluto ai castani e alle viti; fra poco non ci si faranno innanzi che praterie e boschi di pini, e sulle cime più eccelse diademi di ghiaccio e neve. La vegetazione non muore del tutto mai; l’allettano questi orizzonti cristallini e fin nella fredda e triste valloncella in cui si trova la stazione del Brennero il dorso degli alberi ci si mostrerà vestito d’alberi e morbido d’erbe e stillante d’acque. Giovanni de Castro, 1869 (Passo del Brennero) Ma ecco che l’aria a poco a poco s’imbruna; i particolari sfumano e le masse si fanno sempre più grandi e imponenti; infine, mentre innanzi a me tutto passa come un fosco quadro misterioso, ecco da lontano ancora delle cime biancheggianti illuminate dalla luna. Adesso non aspetto se non che l’aurora rischiari questa gola di rupi in cui mi sono inerpicato sulla linea di confine tra sud e nord. Johann Wolfang Goethe, 1786 10 11 […] Giunto verso le nove a Sterzing (Vipiteno), (il postiglione) mi si fece comprendere che si aveva fretta di rimettersi in cammino. […] Così procedemmo fino a Bressanone, dove si riprese il cammino […] come sempre vertiginosamente, finché allo spuntar del giorno arrivammo a Collmann (Kollmann, Colma). […] Allo spuntar del giorno, scorsi i primi vigneti e incontrai anche una donna con pere e pesche. Si continuò così di gran trotto fino a Teutschen (Santa Trinità sul Renon), dove arrivai alle sette per rimettermi subito in cammino. E dopo d’aver preso un poco verso nord, scorsi finalmente, e il sole era già alto, la valle in cui giace Bolzano. Bolzano è tutta circondata da ardui monti, coltivati fino a una certa altezza, […]. Al piede del monte le colline sono coltivate a viti. Johann Wolfgang von Goethe, 1786 11 Dal Brennero la strada portava in giù, presto la neve si sciolse, comparvero tratti verdi. Pranzammo a Bressanone, all’una e mezza, mangiamo zuppa di piselli e trota, bevemmo del vino rosso tirolese. […] raggiungemmo Bolzano dopo le 3 e scendemmo alla “Kaiserkrone”. Hans Christian Andersen, 1872 L’Isargo è un fiume operoso. […] E incollerito precipita di rupe in rupe, serpeggiando tra le roccie di porfido che accennano spesso di chiudergli la via e che gli lasciano uno stretto passaggio, perché la valle è formata da una serie di conche, i cui orli grandiosi costellati di punte diamantine sorprendono l’occhio anche più abituato alle bellezze alpine. Giovanni de Castro, 1869 12 13 Similmente nel contorno di Brixen (Bressanone), in sulla via che mette a Innsbruck, è il santuario della Madonna del Soccorso, e a trecento passi da quello, più accosto alla valle di Brunechen (Val Pusteria), giace l’antica Badia di Neistift (Abbazia di Novacella). Antonio Bresciani, 1840 Per cena venimmo in una sola tappa a Brixen (Bressanone), quattro leghe; cittadina assai graziosa attraversata dal detto fiume (l’Isarco) sotto un ponte di legno, e sede di vescovado. Vedemmo qui due chiese assai belle, e fummo alloggiati all’aquila, ottima locanda. La pianura non è molto ampia; ma i monti d’intorno - specie sulla nostra sinistra - si stendono dolcemente da lasciarsi acconciare e pettinare fino alle orecchie, e tutto è pieno di campanili e villaggi fino a grande altezza sui monti. Michel de Montaigne, 1581 13 Amico mio, Brixen, che gli Italiano dicono Bressanone, è una gentile città posta in bellissimo sito a piè delle montagne, che dall’un lato conducono in Baviera, e nella Pusteria dall’altro. Essa è la sede del principato, e sorge in mezzo a larghe praterie ombrate da folte macchie d’alberi, e tutte corse dalle fresche Bressanone acque delle fontane, che scendono limpidissime e copiose dalle circostanti valli. Antonio Bresciani, 1840 I dintorni di Brixen (Bressanone), per luogo montano, sono assai deliziosi; conciossiaché le montagnuole, che costeggiano il Rienz (Rienza) e la diritta mano dell’Eisack (Isarco), porgono alla vista le più graziose prospettive che mai vedeste. Noi eravamo nell’agosto quando i frutti degli alberi maturano, i prati da tante acque irrigati verdeggiano, sono biondeggianti i campi della vena, della segala, dell’orzo e della spelta: per il che i dossi e le chine d’e monti paiono variamente dipinti. Antonio Bresciani, 1840 14 15 Se mai vi foste dimenticate le casette di legno con cui giuocavate da bambini, Bressanone ve le ricorda. È una città in miniatura; tutto vi è pulito, ridente e grazioso. Giovanni De Castro, 1868 (Bressanone) – la città santa del Trentino e del Tirolo – siede nell’angolo formato dall’Isargo e dalla Rienza. I due fiumi chiudono nel mezzo bellissime isolette di ontani e salici (Non vidi mai tanti salici come da Bolzano a Bressanone). La natura ha una grazia tutta italiana. C’è una luce ed un profumo che ricorda la nostra Brianza. Ti diresti non a piè del Brennero, ma a piè delle ultime diramazioni delle Alpi. Quegli insensibili pendii si vestono di un’erba soffice e fina. I dintorni della città sono tutti a viti. E cime più elevate a castani. Quei prati danno proprio una matta voglia di correre e di saltare. Giovanni De Castro, 1868 15 La strada tra Bressanone e Bolzano è estremamente romantica. Sulla destra si vedono rocce aguzze, sulla sinistra, scoscesi precipizi e di sotto, la corrente rapida dell’Eisack (Isarco), che potrei quasi definire una cataratta lunga varie miglia. Eppure il suolo aspro è molto spesso diversificato perché ci sono dei punti pieni di frutti e milioni di vigne spuntano fuori tra le rocce. Le vigne sono particolarmente ben coltivate. Il vino del Tirolo è molto buone