Michelangelo e Tiziano ad un tempo» (Arcangeli). A terra, tra gli strumenti musicali, lo spartito ha un San Lorenzo ostenta una nudità pagana che reinterpreta quella dei Sapienti. Anche Bastianino dilata ternita del Buon Amore dipinta negli anni ottanta dove i raggi di luce divina sono pennellate diritte e sottili detto il Bastianino, nasce a intorno al 1528, come si evince dal fatto che l’8 dicembre titolo singolare, «Canone. Chi capisce legga»: chi conosce la musica saprà interpretare il testo enig- l’anatomia eroica di , la gonfia e infine quasi la dissolve, velandola come la superficie di un di colore che scendono dalla colomba. Dai vapori, dai lampi, dalla ruggine preziosa aggallano il cestino da 1548 risulta iscritto alla Confraternita della Morte i cui soci dovevano avere compiuto vent’anni. Alla pari del matico dove compare una sola voce, saprà quante sono le altre, quali le entrate e le altezze. Il vecchio vetro appannato dal vapore di un alito. lavoro, il libro, il leggio. Del possibile modello tizianesco (Annunciazione, Venezia, chiesa di San Salvador) è fratello Cesare, apprende il mestiere nella bottega del padre Camillo, attivo nella decorazione delle residenze Bastianino prosegue per la sua strada, anche lui enigmatico oracolo che non rappresenta tutto ma Quali erano le riflessioni di Bastianino su temi scottanti che agitavano il suo tempo?Dialoghi , Vite di pit- scartato tutto ciò che vi è di fragoroso e macchinoso. estensi. Il vuoto documentario e di opere (perdute le pitture del 1546 nel palazzo estense di Copparo e il Gonfa- lascia interpretare e immaginare. Correva l’anno 1598, fine di un secolo, fine della civiltà estense e non tori e Trattati ragionavano su luce, ombra, colore, la cui importanza era rivendicata dalla scuola veneta L’Allegoria con Bacco (35) è la sola opera profana da cavalletto conosciuta di Bastianino. Dipinto gon- lone saldato dalla citata confraternita nel 1548) impedisce la conoscenza di questo primo momento. Secondo la lontana fine di Bastianino stesso che morirà nel 1602. Agostino Superbi, vent’anni dopo, di questo e lombarda, mentre il primato del disegno era reclamato dalla scuola tosco-romana. E il nudo? Nell’arte fio di deformazioni, di particolari e di allusioni che ricordano l’irridente immaginazione, popolare e storiografia compie un viaggio a Roma, dove rimane folgorato dagli affreschi di Michelangelo, prima del 1553, pittore affermava: «avea una maniera differente da tutti, la quale a chi piace e a chi non piace». sacra era bandito? L’ultima sessione del Concilio di Trento del 1563 aveva prescritto che «nulla di pro- aristocratica a un tempo, di . Non tutto è decifrabile anche se l’ambito è quello della ico- al seguito di Jacopo Bonacossi, archiatra di Paolo III. La giovanile Vergine in gloria e i Santi Pietro e Paolo per la fano e nulla di indecente» fosse esposto in chiesa e poco dopo (1564) il Giudizio di Michelangelo fu nografia di Bacco e degli effetti del vino: dalla allegrezza, alla lussuria (la scimmia, la serva nera con il parrocchia di Vigarano Pieve (1554-1556) documenta uno stile ampio e solenne messo a punto tra la lezione di 4 Michelangelo riflesso. Formò i suoi nudi cosi disinvolti e pastosi che censurato. Nelle residenze private si continuava a dipingere ignudi: come nelle sale del Castello, per il fuso tra i capelli), alla loquacità (la gazza). Oscuro il significato dei due fanciulli, l’uno con il fiasco di Dosso e Battista Dossi e la prima esperienza michelangiolesca. Nel 1554 è pagato per le Fatiche di Ercole, affreschi sembrano, come i vetri, in un sol fiato buttati duca Alfonso II, intorno al 1574, dove Sebastiano e altri pittori affrescano il tema antiquario ideato da vino e una rete piena di sassi sulle spalle, l’altro elegantemente vestito intento a bere da un piccolo bic- distrutti in una loggetta del Castello e realizza con Camillo La Pazienza (Modena, Galleria Estense), impresa per le Cesare Barotti 1770 Pirro Ligorio dei Giochi ginnici dell’antichità. Ben diverso il contesto e il contenuto del Giudizio univer- chiere. Domina la larga figura centrale dalla bocca grande, dalle enormi mani, deformazioni che sem- camere del duca Ercole II. Forse nella seconda metà degli anni cinquanta cade un altro viaggio a Roma, ma nel sale (video) della Cattedrale di Ferrara (1577-1581). In contemporanea alle Instructiones dell’autorevole brano sottolineare la grossolanità del personaggio. 1559 lavora agli allestimenti per le feste in onore del nuovo duca Alfonso II. Negli anni Sessanta riceve incarichi Questa sala è dedicata all’influenza di Michelangelo. È probabile che nel corso degli anni Cinquanta Carlo Borromeo del 1577, «si eviterà rigorosamente tutto ciò che sia profano, turpe o osceno, disonesto Infine con alcuni sottoquadri delle pale di San Paolo dal cardinale Ippolito d’Este (tra cui copie del Ritratto di Alfonso I di Tiziano) e insieme al fratello e al padre, da Fran- il giovane Sebastiano più di una volta partisse per approfondire le sue scelte lontano dalle leader- e procace», Bastianino e soprattutto il vescovo ferrarese del momento ritengono lecito il nudo nel luogo ritorniamo all’ultima attività di Sebastiano. Negli stessi cesco d’Este per la decorazione, con uso abbondante di grottesche, della Palazzina Marfisa. Bastianino è pittore ship paterna. A Roma la Cappella Sistina (Volta 1512, Giudizio universale 1541) e la Cappella Paolina più sacro della città. In duomo il genio del pittore si manifesta pienamente in un confronto, non sotto- anni, era attivo nella stessa chiesa Scarsellino (Ferrara, estense, lavora nell’ambito territoriale del ducato e per una corte ricca di interessi culturali, teatrali, letterari, musi- (Conversione di San Paolo 1545, Crocefissione di San Pietro 1550) erano una grandiosa fonte di nudi, messo, con Michelangelo. L’opera è straordinaria nella composizione per cerchi concentrici attorno a 1550 circa - 1620): i due si guardano con interesse. La cali e antiquari che chiede a lui e alla bottega l’esecuzione di decorazioni d’interni, di apparati per festeggiamenti di scorci, di gesti, che furono divulgati dai disegni realizzati dagli artisti durante i soggiorni di studio. Cristo e nel disfacimento della forma plastica. Nella parte inferiore, l’ultima a essere eseguita, le forme Sacra Famiglia (34) (Collezione privata) attribuita e rappresentazioni teatrali, e il restauro di quadri e pitture. La diffusione tramite traduzione incisoria si fece consistente dalla seconda metà degli anni Quaranta. aperte fino al non finito sembrano sorprendenti «anticipi di Goya e dell’espressionismo» (Arcangeli). al giovane pittore, mostra una elaborazione già sei- La punta di diamante delle commissioni ducali sono i soffitti e i fregi per le tre sale dell’APPARTAMENTO DELLO Giorgio Ghisi (Mantova, 1520-1582) si cimentò nell’im- Documentano l’interesse per i tardi affreschi della cappella Paolina di Michelangelo due bulini (Bolo- centesca della pennellata sciolta e libera del vecchio SPECCHIO in Castello. Gli ambienti erano stati gravemente danneggiati dal terremoto del 1570, Bastianino, con presa di riprodurre il Giudizio universale (15) (, gna Pinacoteca Nazionale, GDS) attribuiti a Nicola Beatricetto (metà del sec. XVI): l’uno rappresenta la maestro. Ma il cuore della pittura di Bastianino rimane Leonardo da Brescia e Ludovico Settevecchi, realizza il programma iconografico incentrato sui giochi ginnici ide- Pinacoteca Nazionale, GDS) in un unico grande foglio uti- Conversione di San Paolo (20), l’altro riproduce una figura della Crocefissione di San Pietro, l’Uomo a una faccenda molto personale. Nella Discesa al limbo ato da Pirro Ligorio ed è pagato nel 1574. lizzando dieci matrici. braccia conserte (21), nel gesto dell’inazione, che fu alla base dell’invenzione vasariana da cui Camillo (31) (Ferrara, Fondazione CARIFE), inserita nell’ancona Il confronto con Michelangelo si fa ineluttabile con la commissione del Giudizio Universale, affresco nel catino absi- Esito di incontri ravvicinati con forme e temi di Michelan- e Sebastiano Filippi trassero la Pazienza esposta all’inizio della mostra. della Resurrezione (circa 1590), sotto il vessillo di carta dale della Cattedrale (1577-1581) caratterizzato da forme espanse e frante delle figure. Tuttavia è l’avvicinamento gelo furono, alla fine degli anni Sessanta, il Giudizio uni- La Madonna con Bambino (22) (Bologna Pinacoteca Nazionale, GDS), disegno a matita nera e rossa, velina, patriarchi o filosofi barbuti e bionde fanciulle al Tiziano maturo, sia dal punto di vista formale sia cromatico, che chiarisce l’«annebbiamento filamentoso delle versale per San Cristoforo alla Certosa, a pochi passi dalla viene offerto alla riflessione degli studiosi come possibile opera di Bastianino da inserire nel rarefatto emergono dal buio increduli della loro salvezza, esclu- figure», il loro perdersi nello sfumare estremo della materia e il loro riemergere, per poi riaffondare, grazie ai bagliori, mostra, dove Bastianino si cimentò una prima volta con il corpus grafico del pittore. sivamente illuminati dalla luce di Cristo. Il San Paolo ai guizzi coloristici di una pittura che, alla vigilia della Devoluzione di Ferrara (1598), sembra essere oscuramente modello e il tema michelangiolesco e il San Girolamo per la (32), sottoquadro dell’Annunciazione (1590-1591), consapevole della fine di un’epoca. Emblematiche sono le tre pale di San Paolo e la Santa Cecilia, ideata posterior- LAMP I chiesa della Madonnina, del 1569. 5 Il fare di Sebastiano ordinariamente incontra il genio de’ soli intendenti... risalta nel rosso della veste. Prima di questa Natività mente al 1598 per l’altare della famiglia Goretti in Santa Maria in Vado, chiesa dove nel 1602 Bastianino sarà sepolto. Anche Dosso Dossi aveva scrutato la Volta sistina, conclusa cosicché fino al giorno d’oggi ha egli la gloria che suole avvenire agli oracoli, notturna con Angeli (33), allegata alla Circoncisione nel 1512. Nei due Sapienti dell’antichità (16, 17) (Ferrara, d’essere più ammirati che intesi (1594-1599) erano stati dipinte altre Notti di Adora- Chiara Guerzi SUBLIMI Fondazione CARIFE), del 1520 circa, con il suo tipico liber- G. Baruffaldi (1697-1722) zioni, da quella di Correggio (per Reggio Emilia, 1523- tinaggio creativo, sottopose gli ignudi sistini a una carica 1530) a quella di Luca Cambiaso (per San Domenico a Ferrara di esagerazione dei particolari anatomici. Inoltre, uomini La saletta ripercorre l’attività di Sebastiano dagli anni sessanta. Nella Madonna con il Bambino (23) si coglie a Bologna, c. 1570 ma qui tutto è depurato da ogni PINACOTECA NAZIONALE DI FERRARA atletici dai gesti bruschi sono ingaggiati per illustrare le arti l’approfondimento sui grandi pittori che Bastianino aveva alle spalle, Michelangelo, Raffaello, Dosso, da cui spettacolarità e ridotto all’essenziale: il bambino è TRA MICHELANGELO E TIZIANO liberali, solitamente figure femminili. Il Sapiente con libro parte per una evoluzione personale, ignorando logiche manieristiche, verso una morbida larghezza dell’im- un faretto fluorescente la cui luce abbaglia i volti Corso Ercole I d’Este, 21 BASTIANINO E IL CANTIERE DI SAN PAOLO (Grammatica) (16) porta con gesto repentino la mano alla fini di Maria e dell’angelo. Piccole pitture, accesso- pianto, un colore che sembra lievitare dall’interno, come sciolto dalla luce entro contorni che si modulano tel. 0532 205844 testa, colto da improvviso pensiero. Il Sapiente con com- nel controluce dell’alone dorato del fondo. Analoghe riflessioni possono essere fatte per le squisite tavolette rie appendici dei grandi dipinti, dove al netto della fax 0532 204857 passo e sfera (Astrologia) (17) misura gli astri prima che consunzione della materia conseguenza di affu- con l’Adorazione dei pastori, l’Assunta e la Natività della Vergine (24, 25, 26) provenienti dal monastero [email protected] direzione regionale www.pinacotecaferrara.beniculturali.it per i beni culturali e paesaggistici svaniscano alla luce del mattino. Se nella Sistina la resa delle di S. Antonio in Polesine. micature e di successive puliture, si legge ancora dell’Emilia Romagna ombre si unisce a un disegno netto dei profili dei corpi, in benissimo l’ispirazione libera, intima e visionaria che SOPRINTENDENZA PER I BENI STORICI, Davanti all’Annunciazione (27), forse dipinta tra il 1575 e il 1580 dalla chiesa di Sant’Agostino, si avverte Bastianino informazioni e prenotazioni gruppi ARTISTICI ED ETNOANTROPOLOGICI PER LE PROVINCE DI Dosso l’insegnamento di Giorgione, appreso a Venezia, Natività notturna con Angeli fa di Bastianino un poeta del secondo Cinquecento. tel. 0532 244949 BOLOGNA, FERRARA, FORLÌ-CESENA, RAVENNA, RIMINI disomogeneità stilistica e una esteriorità lontana dall’intima concentrazione di Bastianino. Il possente SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI rende il colore caldo e morbido sfumato dall’ombra. PER LE PROVINCE DI RAVENNA, FERRARA, FORLÌ-CESENA, RIMINI Padre Eterno in alto, dalla strana posa michelangiolesca e di stesura molto libera è di mano di Sebastiano, ORARI DI APERTURA INGRESSO La Conversione (18) e il Battesimo di san Romano ad mentre Maria e l’angelo, nitidi nei volumi e nella stesura, sono attribuiti a Ludovico Settevecchi (Modena, 6 Chiesa della Conversione di San Paolo - sala video martedì, mercoledì 4€ intero / 2€ ridotto IN COLLABORAZIONE CON opera di San Lorenzo (19) furono realizzati negli anni 1520? - Ferrara, 1590), pittore che collabora con Bastianino in diverse occasioni, soprattutto tra il 1574 9.00 - 14.00 gratuito per minori 13 DICEMBRE 2014 Ottanta da Sebastiano per la chiesa di San Romano come e il 1576 negli affreschi nel Castello Estense. L’assegnazione a Settevecchi è corroborata dal confronto Il percorso della mostra termina con quest’ultima sala dove è possibile approfondire la conoscenza giovedì - domenica di 18 anni, soci ICOM, 15 MARZO 2015 laterali di un dipinto centrale (disperso) che rappresen- 9.00 - 19.00 personale MiBACT, studenti con la Madonna con il Bambino e i santi Lorenzo e Stefano (28) (Ferrara, Fondazione CARIFE) del nono della chiesa della Conversione di San Paolo attraverso quattro video che ne raccontano la storia, l’archi- ultimo ingresso tava «in notturna» il martirio del santo. A destra, il milite universitari iscritti a facoltà Arcidiocesi decennio. Del pittore modenese la Sacra Famiglia (29) (Collezione privata) dipinta tra il 1575 e il 1580, tettura e decorazione e gli interventi di messa in sicurezza a seguito del sisma del 2012. 30' prima della chiusura di Ferrara - Comacchio Romano assiste al martirio del diacono Lorenzo a cui umanistiche ed artistiche Pinacoteca Nazionale di Ferrara Bastianino che mostra affinità con il lessico di Bastianino nella espansione delle forme e nella morbidezza cromatica. lunedì chiuso ingresso gratuito ogni chiede di essere convertito, a sinistra Lorenzo lo battezza. Conversione di San Romano Le riflessioni su colore e luce emergono nella dimensione visionaria dell’Annunciazione (30) per la Confra- Anna Stanzani prima domenica del mese Palazzo dei Diamanti Se non diversamente indicato le opere citate sono presso la Pinacoteca 3 UNA MOSTRA TRA TUTELA E VALORIZZAZIONE Nazionale di Ferrara o provenienti dalla chiesa di San Paolo 1 Il prologo. Una corte del Rinascimento Egli non sa vedere ormai che la notte, i crepuscoli, le apparizioni Francesco Arcangeli, 1963 Questa mostra non è una mostra, è un salvataggio: i dipinti Le Vedute di città (1, 2) attribuite a Girolamo Marchesi (c. 1471-1550) invitano a entrare nella Ferrara del andavano preservati dalle condizioni della chiesa d’origine 6 Cinquecento, grande centro del Rinascimento. Le tavole, la cui data 1520 si legge sopra una porta, svilup- Nella sala successiva la Circoncisione (7) di Bastianino per il Duomo illustra lo stato dell’arte circa nove pano temi di pittura, architettura, prospettiva, scenografia teatrale, tarsia che interessavano l’architetto danneggiata dal terremoto del 2012 e da proibitive situa- Chiesa della Conversione anni dopo. La disposizione allineata, frontale delle figure e delle architetture è resa più articolata da quella zioni ambientali. È dunque un’opera di tutela territoriale. di San Paolo - video Sebastiano Serlio (c. 1475-1554). Il punto di vista rialzato, il punto di fuga centrale e la luce uniforme, sorta di proscenio basso in primo piano, frutto di complicazioni spaziali ispirate da Pellegrino Tibaldi, dove Ma portare i dipinti di Bastianino alla Pinacoteca Nazionale concorrono a una veduta dove gli edifici si succedono con chiarezza prospettica pierfrancescana e limpi- stanno le michelangiolesche figure. Se il retaggio paterno si avverte nei tratti di alcuni volti, la luminosità di Ferrara non è un semplice atto pratico: avvia lo straor- dezza di visione dal primo piano all’ultimo. vellutata intride anche i colori timbrici, i corpi si espandono nelle larghe vesti e la luce penetra attenuata nel dinario racconto dell’adesione del pittore al linguaggio Anche il raro Coperchio di cassa di clavicembalo con scena dionisiaca (3), della seconda metà del Cin- fondo del tempio dove, nella penombra, tremano due piccole fiammelle. di Michelangelo e alla sua monumentalità egemonica. quecento, evoca la cultura della corte ferrarese: la passione per la musica, che esigeva musicisti prove- Queste modeste fiammelle introducono la dialettica cinquecentesca di luce e ombra che altera il chiarore Emerge allora l’evidenza di un peculiare michelangioli- nienti da ogni dove e la produzione e decorazione di strumenti musicali, la preferenza per le raffinate omogeneo dell’arte del Quattrocento. Le riflessioni e le esperienze di Giorgione, Correggio, Sebastiano del smo proprio della Ferrara di Alfonso II d’Este, emozionato 5 «grillerie rabescate» che decoravano le residenze e, infine, il gusto per le favole antiche e gli interessi di Piombo nei primi decenni, indagano un nodo che Leonardo aveva avvertito come fondamentale cioè la di sensibilità veneta e tizianesca; così contrastante con la Il fare di Sebastiano... storia naturale. Lungo la riva erbosa del fiume, passa una stravagante imbarcazione con una sfinge, un pittura come «scienzia che s’astende in ombra e luce»: con l’ombra l’arte diventa adulta, altrimenti è solo tradizione di Taddeo Zuccari o con la versione in voga a satiro e Bacco, impegnati in libagioni, e una fanciulla; sono forse tutti intenti al canto ispirato dall’ebbrezza disegno infantile. Il tema svilupperà poi tutti i contenuti derivati dalla contrapposizione metaforica e sim- Bologna, per mano di Pellegrino Tibaldi o Bartolomeo Pas- del vino. Attorno un campionario curioso e fantasioso di farfalle, libellule, lucertole, aironi, anguille e pesci. bolica tra luce-spirito e ombra-materia. serotti (ma anche Laureti, Samacchini o Sabatini). Nitido e ALLE COLLEZIONI PERMANENTI La notte del Sant’Agostino (8) di Dosso Dossi è integrale, rischiarata appena dalla luna oltre la finestra scultoreo, quello dei bolognesi, che impone immobilità e 2 Antefatti. La cultura del padre, un ritorno all’ordine circolare e dalle fiammelle della città di Dio. La tavola fa parte del Polittico Costabili per Sant’Andrea, eternità alle forme, come immobile e eterna, chiara e veri- attualmente smontato a seguito dei lavori post sismici al Palazzo dei Diamanti e visibile in altra sala simile, risulta loro la verità rivelata. Per Bastianino invece la Le preferenze del duca Alfonso I, grande mecenate, negli della Pinacoteca. Era stato commissionato a Dosso e a Garofalo nel 1513, poi intorno al 1520 fu ridipinto verità si rivela dal sentimento più vaporoso e magmatico 4 anni del suo principato (1505-1534) furono rivolte all’origina- da Dosso accentuando intensi effetti cromatici e luministici di derivazione giorgionesca. della coscienza. Due maniere così vicine geograficamente Michelangelo lissimo Dosso Dossi (c. 1486-1542) nutrito dell’arte di Gior- Gesù Cristo e il buon ladrone (9) (Bologna, Pinacoteca Nazionale) di Tiziano (1489/90-1576) è un fram- e così lontane nello spirito. Ecco: appena un’opera entra riesso gione, Tiziano, Michelangelo e Raffaello. Poi, nell’età di Ercole mento di una Crocifissione destinata a San Salvador a Venezia, eseguita tra il 1559-1563, mai collocata nel Museo, è sufficiente assecondarne i contenuti propri, II (1534-1559), nella quale si sviluppa l’attività di Camillo nella chiesa e vista nello studio del pittore da Giorgio Vasari nel 1566. È opera non finita dell’ultimo le evidenze che sgorgano dal suo confronto con le altre, Filippi (Ferrara, 1505/08-1574), padre di Bastianino, l’estro periodo sperimentale e innovativo nella conduzione della pennellata sciolta che smaterializza i corpi. 3 Bastianino Bastianino perché si accenda un racconto di storia dell’arte. Que- dossesco cede alla normalizzazione classicista di Garofalo, Vasari (1568) osservò che il modo di fare delle ultime opere di Tiziano era «assai differente dal fare suo Resurrezione (particolare) Annunciazione sta estensione è intrinseca a ogni atto pratico di tutela, Egli non sa vedere di Giovanni da Udine, dello stesso fratello minore di Dosso, da giovane […] condotte di colpi, tirate via di grosso e con macchie». Negli anni Settanta Bastianino si ormai che la notte, 1 i crepuscoli,le apparizioni Battista (doc. dal 1517-1548) che a Roma aveva frequentato bene l’affiorare dei corpi quasi per «trasudazione» della materia, come gli angioletti ai lati del Redentore. quando il Museo vive quale centro di territori culturali. Il prologo interessò all’ultima bruciante pittura di Tiziano. Una corte La Resurrezione raffigura il compimento della missione di Cristo sulla terra che iniziò con l’avviso angelico Centro simultaneamente di ricovero e di discorso. del Rinascimento la bottega di Raffaello, e di cui vediamo ilSan Giovani Evan- Tiziano muore nel 1576, Michelangelo era morto nel 1564, tra i due grandi vecchi prende forma nella matu- gelista a Patmos (4) per Santa Maria in Vado. rità il linguaggio di Bastianino, attraverso la tappa fondamentale del Giudizio universale, grande affresco del concepimento miracoloso e la pronta accettazione di Maria. L’Annunciazione (11), eseguita tra il 1590- Lugi Ficacci - Soprintendente BSAE Nella Resurrezione con i santi Sisto, Bernardo, Lorenzo in Duomo (1577-81), a cui per l’espansione dei volumi delle figure, la sommarietà di certe parti, dovrebbe 1591, è esposta prima del restauro della tavola che mostra evidenti fenditure. Tuttavia la superficie pittorica e Giorgio (5) tavola devastata dalla guerra, che Camillo è tra le meglio conservate tra i dipinti di San Paolo, nonostante l’alterazione del blu della veste di Maria. Nel 2014 un finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha permesso l’avvio INIZIO MOSTRA essere contemporanea la Madonna con Bambino e i santi Matteo e Lucia (13). Filippi aveva dipinto per San Bartolomeo e datato 1550, la I piccoli angeli lavorati «alla prima», magistralmente sommari che emergono dalla luce, ricordano Renoir. da parte della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna delle operazioni che Nella nuova chiesa di San Paolo l’allestimento degli altari iniziò dalla seconda metà degli anni Ottanta: il luce si diffonde nello sfondo e sui quattro santi che sono La luce divina della colomba, attraverso una sottile nebbia, vela i colori timbrici delle vesti. Il pittore non si porteranno al restauro dell’edificio e intanto ha consentito la disinfestazione, il primo consolidamento delle 2 giovane Domenico Monio dipinse (entro il 1592) per il presbiterio quadroni enormi, gremiti, d’impianto Antefatti. simmetricamente disposti di profilo, il lungo collo proteso tosco-romano e aggiornati sul cromatismo in chiaro di Paolo Veronese. Niente di più diverso dalla notte, cura in genere della resa dei dettagli ma qui osserva la sorprendente fossetta del mento di Maria e la luce parti pericolanti, la protezione delle opere inamovibili e la rimozione della maggior parte dei dipinti, depositati La cultura del padre, un ritorno all’ordine e gli occhi alzati. Bastianino, che era attivo nella azienda che sfiora l’erma intagliata nel sostegno del leggio, sfuggente come se fosse un inquietante clandestino sia al Centro di raccolta e di primo intervento presso il Palazzo Ducale di Sassuolo sia alla Pinacoteca Nazionale dai crepuscoli, dalle apparizioni che Sebastiano immaginò per tre cappelle laterali. Eseguì anche i sot- paterna fin dal 1546 e nel cinquanta era sui vent’anni, forse dell’annuncio, o una ardita metamorfosi che emerge dallo sfondo. Il ritratto del committente, Orlando Cri- di Ferrara. Da questo lavoro nasce la mostra con l’intento di comunicare il patrimonio ferrarese e di sensibiliz- toquadri delle ancone lignee e gli affreschi nei catini delle cappelle. Nella frattura dal contesto origina- avrebbe potuto dipingere, uniformandosi ed eludendo al spi, viene fuori come un pensiero che si concretizza nella meditazione. zare sulle sue difficoltà conservative. Le pale carmelitane che si espongono, infatti, non sono in perfetto stato un pennello veloce, libero dalla forma chiusa, una emancipazione ispirata dai veneti, da Tiziano in particolare rio non si coglie, in mostra, il mirabile effetto dei bagliori delle opere incastonate come pietre preziose tempo stesso, il raffaellismo del padre, certi brani in leggera L’interesse carmelitano per la passione di Cristo è espresso dalla Circoncisione (12): primo sangue versato conservativo, in particolare l’Annunciazione di Bastianino e il San Girolamo di attendono un e applicata da Bastianino con effetti dirompenti, alla umanità eroica e irriducibile di Michelangelo. L’attributo nell’oro delle ancone. Si può però apprezzare da vicino la temeraria libertà di una pittura che è materia in penombra e dai contorni più sfumati. da Gesù e prolessi della passione. La qualità degli strati sottili di colore si può apprezzare nella testa del restauro il cui finanziamento questa mostra spera di stimolare. sublime coglie, infine, l’altezza e l’emozionante effetto che ci procura la visione di questa esperienza artistica trasformazione e il modo di mettere giù il colore velocemente sulla tela, cercando mescolanza e transi- Con La Pazienza (6) (Modena, Galleria Estense), commissio- zione tra spazio e corpi, conseguenza della riflessione sulla pittura veneziana. Pervenendo a un eloquio sacerdote, altrove la superficie, aggredita da solventi, ha perso pigmento. A paragone della prece- così personale e originale sullo sfondo del secondo Cinquecento. Il terremoto del 1570 aveva molto danneggiato la chiesa carmelitana. Nel 1573 iniziò il cantiere di riedificazione nata a Camillo, si avverte il diffondersi nei lavori paterni del che non si basa sulla chiarezza sintattica dell’immagine, ma sull’«unione e la dipendenza dei sensi», paral- dente Circoncisione, qui l’idea era di creare un ambiente fluido e notturno, un flusso ondeggiante Dopo il lampo aforistico di Roberto Longhi, Bastianino fu indagato nel 1963 da Francesco Arcangeli in una per volontà del duca d’Este, su progetto di Alberto Schiatti. Gli Este lasciarono Ferrara nel 1598 a seguito dell’an- modo di Bastianino di pensare la figura e gli stacchi dei volumi, lelo figurativo del «parlar disgiunto» di . che non trova ostacoli, anche le colonne sono diventate tortili e ondulanti. Tirate vie e «indiligenti» nessione della città allo Stato della Chiesa. San Paolo fu consacrata nel 1611 ma i lavori si protrassero. Nella appassionata monografia che coglieva nel pittore la sensibilità di esprimere la fine della civiltà rinascimen- e cioè secondo un morbido allargamento dei contorni e una La Resurrezione (10) alta e stretta, forse risale alla fine degli anni Ottanta del Cinquecento. Gesù risor- le figure dello sfondo buio: «per negligenza o arte», si chiedevano gli storiografi locali, che registrano prima fase del completamento decorativo, tra la fine degli anni Ottanta e la fine del secolo, furono all’opera tale estense e la «romantica distruzione della grande forma plastica italiana». Sono seguiti le intense rico- cedevolezza di influsso dossesco che fanno crescere e lievitare gente levita, innalzato da un’onda luminosa sopra il sepolcro appena accennato dallo spigolo al centro. l’uso di sfumare i contorni con le dita. Compare anche qui l’efebico volto parmigianinesco che in tanti Domenico Monio, Scarsellino e il più anziano Sebastiano Filippi detto il Bastianino (Ferrara 1528/32-1602). gnizioni organizzate da J. Bentini, Bastianino. La pittura a Ferrara nel secondo cinquecento, 1982 e L’impresa la silhouette. Il duca Ercole II aveva ordinato una rappresenta- Camillo e Sebastiano Filippi Di Tiziano ricorda la Trasfigurazione (Venezia, San Salvador) o l’atletico michelangiolesco Risorto con il dipinti s’affaccia tra le figure, quasi una firma. La Pazienza Lampi sublimi è la concisa descrizione con cui Roberto Longhi (in Officina ferrarese, 1934) tradusse sia l’essenza di Alfonso II, 1985; la mostra a cura di A. Emiliani e G. Venturi, Tasso, Tiziano e i pittori del parlar disgiunto,1997 zione della virtù della Pazienza esemplata su quella appena vessillo della vittoria in pugno del Polittico Averoldi (Brescia, SS. Nazaro e Celso). La luce della nuova fede Nel 1598 il musicologo Antonio Goretti commissionò la Santa Cecilia (14), per Santa Maria in Vado. visiva delle opere che questo pittore eseguì in San Paolo, sia il loro processo creativo ed esecutivo: i lampi sono con scritti di G. Agostini; «Ferrara. Voci di una città» n. 12-13, 2000 e i preziosi lavori di V. Romani, Per Bastia- ideata da Giorgio Vasari (Firenze, Galleria Palatina di Palazzo trionfa sul paganesimo: in basso i corpi dei soldati si agitano sommari, confusi, nell’ombra rossiccia. A Bologna Bastianino aveva riflettuto sulla Santa Cecilia di Raffaello in San Giovanni in monte (Bolo- quelli che agitano una scena figurativa post rinascimentale e controriformata che si è infoscata, non ha limpi- nino. Le pale di San Paolo e un libro di disegni del Castello Sforzesco, 2001; di A. Pattanaro, Camillo Filippi «pittore Pitti). Il motto oraziano «la goccia scava la pietra» è tradotto nell’immagine di una giovane incatenata, L’uomo disteso ripercorre una serie di cadute e folgorazioni (da Raffaello, da Michelangelo). «I gesti sono gna, Pinacoteca Nazionale) e a Ferrara, con colori sottili come veline, la stravolge sotto un enorme e dezza e chiarore e s’immerge in drammatici effetti luministici. Il sostantivo evoca anche i rapidi movimenti di intelligente», 2012; di Anna Valentini, Sebastiano Filippi e Antonio Goretti (…), in ”Musica e figura” I, 2011. a braccia conserte, che attende che le gocce provenienti da una clessidra a acqua corrodano le catene. ancora quelli della Sistina, della Paolina, balenano ora in un soffio enorme, grave» (Arcangeli). Si avverte un po’ deformante ingrandimento che la trasforma in una «molle e potente virago (…) progenie da