RELAZIONI E BILANCIO

al 31 DICEMBRE 2017

Relazioni e Bilancio

Al 31 Dicembre 2017

IW Società per Azioni Capitale Sociale Euro 67.950.000 Codice Fiscale e numero di iscrizione al Registro Imprese di Milano n. 00485260459 Sede Sociale e Direzione: Milano, Piazzale Fratelli Zavattari n. 12 Appartenente al “Gruppo UBI Banca” Aderente al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Unione di Banche Italiane S.p.A. Durata della Società, come prevista da Statuto: 31.12.2050

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Indice

Cariche Sociali e Direzione Generale ...... 4 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca ...... 5 Il Rating ...... 6 Principali dati e indicatori ...... 10 Relazione sulla Gestione ...... 11 Lo scenario di riferimento ...... 12 L’attività della Banca nel 2017 ...... 21 Il sistema di controllo interno ...... 27 Prospetti di bilancio riclassificati ...... 29 L’attività di ricerca e sviluppo ...... 43 Rapporti contrattuali con Società del Gruppo ...... 45 Altre informazioni ...... 46 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio ...... 64 Evoluzione prevedibile della gestione ...... 64 Proposte all’assemblea ...... 65 Prospetti Contabili ...... 66 Stato Patrimoniale ...... 67 Conto Economico ...... 68 Prospetto della Redditività Complessiva ...... 69 Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto ...... 70 Rendiconto Finanziario ...... 72 La Nota Integrativa ...... 73 Parte A - Politiche Contabili ...... 74 A.1 - Parte Generale ...... 74 Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali ...... 74 Sezione 2 Principi generali di redazione ...... 74 Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio ...... 86 Sezione 4 Altri aspetti ...... 86 Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea ...... 90 A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio ...... 93 A.3 - Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie ...... 113 A.4 - Informativa sul fair value ...... 113 A.5 - Informativa sul c.d. “Day one profit/loss” ...... 123 Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale ...... 124 Parte C - Informazioni sul conto economico ...... 158 Parte D - Redditività complessiva ...... 174 Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura ...... 175 Sezione 1 Rischio di credito ...... 175 Sezione 2 Rischi di mercato ...... 208 Sezione 3 Rischio di liquidità ...... 218 Sezione 4 Rischi operativi ...... 220 Parte F - Informazioni sul patrimonio ...... 226 Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda ...... 233 Parte H - Operazioni con parti correlate ...... 234 Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali ...... 238 Parte L - Informativa di settore ...... 242 Allegati al Bilancio d’esercizio ...... 243 Glossario ...... 247 Relazione della Società di Revisione ...... 271 Relazione del Collegio Sindacale ...... 278

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Cariche Sociali e Direzione Generale

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Presidente Caio Massimo Capuano

Vice Presidente Elvio Sonnino

Consiglieri Andrea Giochetta Frederik Herman Geertman Silvia Quilleri Giancesare Toffetti Renato Tassetti

COLLEGIO SINDACALE

Presidente Paolo Prandi

Sindaci effettivi Maria Rachele Vigani, Sergio Comincioli

Sindaci supplenti Francesco Fortina, Giorgio Luigi Guatri

DIREZIONE GENERALE

Direttore Generale Andrea Pennacchia

Vice Direttore Generale Cristian Fumagalli

SOCIETÀ DI REVISIONE

Deloitte & Touche S.p.A.

- Situazione aggiornata al 6 febbraio 2018 -

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Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca

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Il Rating

Di seguito si riportano i giudizi assegnati al Gruppo UBI Banca dalle principali agenzie internazionali.

Il 24 gennaio 2017, facendo seguito all’annuncio e alla successiva stipula del contratto per l’acquisizione dal Fondo di Risoluzione di tre delle quattro Banche Ponte costituite nel novembre 2015, Moody’s ha confermato i giudizi assegnati ad UBI Banca con Outlook Stabile. Il 6 ottobre 2017 l’Agenzia ha mantenuto a “Baa2” il rating a lungo termine attribuito all’Italia, con Outlook sempre Negativo (attualmente l’Italia resta l’unico Stato del’Area euro ad avere Outlook Negativo). Il successivo 17 ottobre Moody’s ha riaffermato l’Outlook Negativo sul sistema bancario del nostro Paese. Secondo l’Agenzia, relativamente alle banche italiane, l’aspettativa per i successivi 12-18 mesi continuerà ad essere condizionata dalle pressioni per ridurre lo stock dei crediti deteriorati, da una persistente modesta redditività, da significative esposizioni verso il rischio sovrano italiano, pur in un contesto di ripresa economica e di minori flussi in ingresso di crediti deteriorati. Inoltre, la diminuzione in atto negli stock di obbligazioni detenute dalla clientela retail sta accrescendo il rischio di perdite per depositanti e sottoscrittori di obbligazioni in uno scenario di risoluzione.

MOODY'S

Long-term Bank deposits rating (I) Baa2

Short-term Bank deposits rating (II) Prime-2

Baseline Credit Assessment (BCA) (III) ba2

Long-term Issuer Rating (IV) Baa3

Long-term Counterparty Risk Assessment (V) Baa2(cr)

Short-term Counterparty Risk Assessment (V) Prime-2(cr)

Outlook Stabile

(I) Capacità di rimborso dei depositi in valuta locale a lungo termine (scadenza originaria pari o superiore a 1 anno) (Aaa: miglior rating – C: default). (II) Capacità di rimborso dei depositi in valuta locale a breve termine (scadenza originaria pari o inferiore a 13 mesi) (Prime-1: massima qualità – Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime). (III) Il BCA non è un rating ma un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni (aaa: miglior rating – c: default). (IV) Giudizio sulla capacità dell’emittente di onorare il debito senior e le obbligazioni (Aaa: miglior rating – C: default). (V) Il Counterparty Risk (CR) Assessment non è un rating, ma un giudizio sulla probabilità di default negli impegni operativi e contrattuali assunti dalla banca [Aaa(cr): miglior rating – C (cr): default] [P-1 (cr): miglior rating – Not Prime (cr): non classificabile fra le categorie Prime].

Il 13 gennaio 2017, sulla base dell’annuncio della presentazione di un’Offerta vincolante sulle tre Banche Ponte, S&P Global Ratings ha confermato i rating di UBI Banca con Outlook Stabile. I rating sono stati nuovamente affermati nella periodica revisione annuale del 4 maggio 2017. Il 27 ottobre 2017 l’Agenzia ha innalzato i rating attribuiti all’Italia, portando il giudizio a lungo termine a “BBB”, dal precedente “BBB-”, e quello a breve termine ad “A-2”, dal precedente “A-3”, con Outlook Stabile. L’intervento ha riflesso le migliorate prospettive nazionali di crescita economica, sostenute dall’aumento degli investimenti e dell’occupazione, nonché dalla politica monetaria espansiva. S&P ha inoltre previsto il raggiungimento dell’obiettivo governativo in termini di rapporto deficit/Pil e l’inizio di una fase di contenimento dello stesso. Sulla revisione del giudizio ha infine pesato la soluzione delle crisi relative al

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Monte dei Paschi ed alle banche regionali venete, come pure l’accelerazione nella riduzione degli stock di crediti deteriorati. L’azione sul rating sovrano è stata seguita da una revisione dei rating assegnati alle banche italiane, resa nota il 31 ottobre 2017. In tale ambito l’Agenzia ha confermato i giudizi attribuiti ad UBI Banca, con Outlook Stabile.

S&P GLOBAL RATINGS

Short-term Issuer Credit Rating (i) A-3

Long-term Issuer Credit Rating (i) BBB-

Stand Alone Credit Profile (SACP) (ii) bbb- Outlook (rating a lungo termine) Stabile

(i) L’Issuer Credit Rating riflette il giudizio sulla capacità della banca di fronteggiare i propri impegni finanziari. Si basa su una valutazione del merito creditizio intrinseco integrata da una valutazione del potenziale supporto straordinario (proveniente dal governo o dal gruppo di appartenenza oppure derivante dalla sua stessa capacità addizionale di assorbire perdite) su cui la banca potrà contare in caso di difficoltà. Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1: miglior rating – D: default). Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating – D: default). (ii) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (da parte del governo o del gruppo di appartenenza). Viene ottenuto partendo da un “Anchor SACP” che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione e i risultati reddituali, la posizione commerciale, l’esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa.

Il 20 febbraio 2017 Fitch Ratings ha ridotto di 1 notch il rating a lungo termine (Long-term Issuer Default Rating), da “BBB” a “BBB-”, e il Viability Rating, da “bbb” a “bbb-”, di UBI Banca. L’Outlook è rimasto Negativo. L’azione è stata motivata dal peso dello stock dei crediti deteriorati sul patrimonio, giudicato elevato in ottica prospettica, nonostante gli obiettivi di riduzione indicati nel Piano Industriale 2019/2020. Il 21 aprile 2017 l’Agenzia ha abbassato di 1 notch il giudizio sul debito sovrano italiano a lungo termine, portandolo da “BBB+” a “BBB” con Outlook Stabile.

Il 2 febbraio 2018, in sede di revisione annuale, Fitch ha confermato i rating di UBI Banca, mantenendo l’Outlook negativo. La conferma riflette le aspettative dell’Agenzia che nel medio termine UBI Banca accelererà la riduzione dello stock di crediti deteriorati rispetto agli obiettivi indicati nel Piano in essere.

FITCH RATINGS

Short-term Issuer Default Rating (1) F3 Long-term Issuer Default Rating (2) BBB-

Viability Rating (3) bbb-

Support Rating (4) 5 NF Support Rating Floor (5) (No Floor) Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Negativo

(1) Capacità di rimborso del debito nel breve termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1: miglior rating – D: default). (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell’emittente. (AAA: miglior rating – D: default). (3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell’ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme straordinarie di sostegno esterno (aaa: miglior rating – f: default). (4) Giudizio sulla probabilità di un eventuale intervento esterno straordinario (da parte dello Stato o di azionisti di riferimento) nel caso la banca si trovi in difficoltà nell’onorare le proprie obbligazioni senior.

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[1: elevata probabilità di un supporto esterno – 5: non si può fare affidamento su un eventuale supporto (come nel caso delle banche europee in regime di risoluzione BRRD)]. (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere l’Issuer Default Rating (No Floor per le banche europee in regime di risoluzione BRRD).

Il 13 gennaio 2017 DBRS, in considerazione dell’accresciuta probabilità che sotto il regime BRRD (la Direttiva in materia di risanamento e risoluzione degli enti creditizi) tutti i debiti subordinati vengano utilizzati, insieme al capitale, per assorbire perdite, ha posto in revisione con possibili implicazioni negative i titoli subordinati emessi da 27 Gruppi Bancari Europei, tra i quali anche UBI Banca, aventi un rating inferiore di un notch rispetto all’Intrinsic Assessment. La revisione si è conclusa il 9 giugno: il giudizio sul subordinated debt di UBI Banca (in precedenza Under Review with Negative Implications) è stato diminuito di 1 notch a “BBB (low)” dal precedente “BBB” con Trend Negativo. Sempre il 13 gennaio, è stato rivisto il rating sul debito sovrano italiano da “A (low)” a “BBB (high)” con Trend Stabile. Con riferimento invece all’acquisizione delle Banche Ponte, il 20 gennaio l’Agenzia ha confermato tutti i rating di UBI Banca modificando il Trend da Stabile a Negativo per tenere conto dei potenziali rischi, anche esecutivi, connessi all’operazione. Il 14 luglio sono stati annunciati una serie di interventi sugli emittenti europei finalizzati ad armonizzare le “nomenclature” dei giudizi a lungo e a breve termine delle organizzazioni bancarie. Nessuna di queste azioni ha dato luogo a cambiamenti dei rating assegnati. Sono stati in particolare introdotti i seguenti nuovi ambiti di valutazione, con la distinzione fra il lungo e il breve termine e la separazione fra “Debt” e “Deposits” (che potrebbe portare in futuro a valutare in termini diversi, quindi con un eventuale diverso livello di giudizio, tali passività): Long-term Issuer rating, Long-term Senior Debt, Long-term Deposits, unitamente ai corrispettivi Short-term Issuer rating, Short-term Debt, Short-term Deposits. Il 27 novembre 2017, infine, nell’ambito della revisione annuale, DBRS ha ridotto di un notch tutti i rating di UBI Banca portando, tra gli altri, il Long-term Issuer Rating da “BBB (high)” a “BBB” e il Short-Term Issuer rating da “R-1 (low)” a “R-2 (high)”. Nel contempo l’Intrinsic Assessment è stato abbassato a “BBB” mentre il Support Assessment è rimasto invariato a “SA3”. Il Trend, precedentemente Negativo, è divenuto Stabile per tutti i rating. Il downgrade è stato determinato da considerazioni legate sia all’elevata consistenza dei crediti deteriorati – nonostante i progressi riconosciuti in termini di stock e di miglioramento dei livelli di copertura – sia alle sfide per migliorare la redditività: la Banca continua infatti a mostrare parametri di asset quality e di redditività deboli nel confronto con peer di riferimento aventi rating pari a BBB (high). Inoltre DBRS considera le crescenti pressioni per accelerare la riduzione degli stock, provenienti dai Regolatori e dal mercato, quale ulteriore potenziale sfida per la Banca. Il successivo 4 dicembre, a margine della citata rating action, l’Agenzia ha confermato il giudizio “AA (low)” sui Covered Bond emessi nell’ambito del Primo Programma (assistito da mutui residenziali) e il giudizio “A” sui Covered Bond emessi nell’ambito del Secondo Programma (principalmente mutui commerciali). Il 12 gennaio 2018 DBRS ha confermato i rating sul debito sovrano italiano – “BBB (high)” sul lungo termine e R-1 (low) relativamente al breve termine – con Trend Stabile.

DBRS

Long-term Issuer rating (I) BBB

Short-term Issuer rating (I) R-2 (high) Long-term Senior Debt (II) BBB Short-term Debt (II) R-2 (high)

Long-term Deposits (III) BBB

Short-term Deposits (III) R-2 (high) Intrinsic Assessment (IV) BBB Support Assessment (V) SA3

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(I) L’Issuer Rating non è un rating sulle emissioni ma sull’emittente, in quanto riflette la valutazione sul suo merito di credito. Il giudizio viene assegnato su un orizzonte di lungo periodo utilizzando la scala dei rating a lungo termine e su un orizzonte di breve periodo utilizzando la relativa scala. Nel settore bancario l’Issuer Rating rappresenta un giudizio finale sul merito creditizio di una banca che incorpora sia l’Intrinsic Assessment, sia eventuali considerazioni su supporti esterni. LTIR – AAA: highest credit quality – C: very highly speculative STIR – R-1 (high): highest credit quality – R-5: very highly speculative (II) Capacità di rimborso del debito a lungo termine (scadenza superiore a 1 anno), oppure a breve termine. LTSD – AAA: highest credit quality – C: very highly speculative STD – R-1 (high): highest credit quality – R-5: very highly speculative. (III) Capacità di rimborso dei depositi a lunga scadenza (superiore a 1 anno) e a breve termine. LTD – AAA: highest credit quality – C: very highly speculative R-1 (high): highest credit quality – R-5: very highly speculative (IV) L’Intrinsic Assessment (IA) è un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni. Vengono valutati i fondamentali della banca in cinque ambiti: rete commerciale, redditività, liquidità e funding, profilo di rischio e capitalizzazione. AAA: miglior rating – C: peggior rating (V) Valutazione del supporto esterno (gruppo di appartenenza o governo) in caso di difficoltà. SA1: supporto interno dal gruppo di appartenenza; SA2: supporto esterno (governativo); SA3: nessun supporto esterno; SA4: potenziale supporto al gruppo di appartenenza

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Principali dati e indicatori (in milioni di euro)

IW Bank S.p.A. 31/12/2017 31/12/2016

DATI PATRIMONIALI, ECONOMICI, OPERATIVI E DI STRUTTURA

Crediti verso clientela 597 647

di cui deteriorati 22 23

Raccolta diretta da clientela 2.822 2.767

Raccolta indiretta da clientela, compreso il risparmio assicurativo (al valore di mercato) 9.806 9.357

Totale ricchezza finanziaria 12.628 12.125

Patrimonio Netto (escluso utile di esercizio) 145 151

Utile/perdita della operatività corrente al lordo delle imposte (7) (9)

Utile/perdita dell'esercizio (5) (7)

Numero dei dipendenti effettivi 298 305

Numero dei consulenti finanziari 736 763

Numero dei wealth bankers 22 24

Commissioni passive per CF e WB 0,09 0,08

Numero sportelli bancari operativi 21 21

Numero degli Advice Center 40 43

INDICI DI STRUTTURA

Attività finanziarie/Totale attivo 64,32% 50,49%

Raccolta da clientela/(Passivo e Patrimonio Netto) 87,72% 86,88%

Raccolta da clientela/(Crediti verso clientela e Crediti verso Banche) 91,82% 91,04%

Raccolta da clientela/Crediti verso clientela 472,60% 427,48%

Raccolta gestita (compreso assicurazioni)/raccolta indiretta 67,02% 66,21%

INDICI DI REDDITIVITA', EFFICIENZA E PRODUTTIVITA'

COST/INCOME 1 al netto delle componenti non ricorrenti 95,29% 100,12%

Tax rate 17,32% 20,68%

Tax rate normalizzato 4,34% 19,94%

Margine di interesse/proventi operativi 22,51% 28,02%

Commissioni nette/proventi operativi 78,48% 64,39%

Rettifiche nette su crediti/crediti verso clientela 0,27% 0,49%

INDICI DI RISCHIOSITA'

Sofferenze/crediti verso clientela 1,73% 1,77%

Crediti deteriorati/crediti verso clientela 3,61% 3,57%

% copertura sofferenze 52,16% 48,24%

% copertura sofferenze al lordo delle cancellazioni 52,24% 48,25%

% copertura totale crediti deteriorati 38,25% 36,47%

% copertura crediti in bonis 0,33% 0,31%

COEFFICIENTI PATRIMONIALI (*)

Capitale primario di Classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) 18,09% 20,98%

Capitale di Classe1/Attività di rischio ponderate (Tier1 capital ratio) 18,09% 20,98%

Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 20,08% 23,13%

(*) Per ulteriori dettagli si rimanda a quanto indicato nella “Parte F – Informazioni sul Patrimonio – 2.2 Adeguatezza patrimoniale”. Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo “Informazioni sullo Stato Patrimoniale e sul Conto Economico riclassificati”.

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Relazione sulla Gestione

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Lo scenario di riferimento

Nel corso del 2017 lo scenario mondiale ha visto il consolidamento della ripresa globale, sostenuta dal favorevole trend degli investimenti. Il quadro generale di riferimento rimane tuttavia condizionato da variabili di natura geopolitica:  i ripetuti attacchi terrorisitici su larga scala;  il piano di armamento nucleare e i reiterati test missilistici da parte della Corea del Nord in un clima di crescenti contrasti internazionali, nonostante i recenti segnali distensivi tra le due Coree;  l’acuirsi delle tensioni tra Russia e Stati Uniti in relazione anche alle interferenze nelle presidenziali USA;  la crisi diplomatica tra i Paesi del Golfo in particolare tra Iran e Arabia Saudita;  l’interruzione dei negoziati per l’ingresso nell’Unione Europea della Turchia, dopo l’esito del referendum di aprile sul presidenzialismo;  la difficile situazione economica e sociale venezuelana;  le tensioni israelo-palestinesi legate alla decisione americana di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme in seguito al riconoscimento di quest’ultima come capitale di Israele.

Ulteriori fattori di rischio per la crescita discendono dall’incertezza sull’evoluzione futura delle politiche commerciali degli Stati Uniti – sempre più orientata in termini protezionistici – e sulla portata espansiva della riforma fiscale americana approvata in dicembre1, oltre ai dubbi sugli esiti delle trattative inerenti alla Brexit2. In Europa, benché la sconfitta dei partiti populisti nelle elezioni olandesi e francesi abbia contribuito a ridimensionare il rischio di disgregazione dell’Unione, arginando l’avanzamento delle posizioni euroscettiche, permangono rischi politici interni legati alla ricomposizione del quadro politico catalano, dopo il referendum indipendentista di ottobre3, e alla difficoltà di formare un nuovo governo in Germania dopo le elezioni in autunno4; sussistono altresì rilevanti punti di attrito tra i Paesi nella gestione dei flussi migratori. Con riferimento all’Italia, in giugno il salvataggio di alcuni importanti istituti di credito in crisi ha contribuito a ridurre il rischio percepito dagli investitori relativamente al sistema bancario italiano. Dopo l’approvazione della nuova legge elettorale in novembre, la fine della legislatura e la convocazione delle elezioni per il 4 marzo 2018 hanno fatto riemergere il rischio di una discontinuità di governo che potrebbe portare ad un rallentamento delle riforme strutturali e della crescita.

Nel corso dell’anno il differenziale tra il BTP decennale e l’omologo bund tedesco ha accentuato la propria volatilità, in particolare in corrispondenza degli appuntamenti elettorali in Europa e delle tensioni legate al contesto politico italiano. La ritrovata fiducia nella solidità europea, il rafforzamento della crescita economica dell’Area euro e il prolungamento del piano di Quantitative Easing (QE) in ottobre, hanno contribuito a riportare lo spread sui livelli di fine 2016 (157 punti base a dicembre; 161 punti base dodici mesi prima).

1 A quasi un anno di distanza dal suo insediamento alla Casa Bianca, il Presidente è riuscito a far approvare dalla Camera e dal Senato la promessa legge fiscale contenente un pacchetto di riforme a sostegno della crescita tra le quali l’abbattimento della tassazione dei redditi da impresa, inclusi quelli maturati all’estero dalle multinazionali americane. 2 In dicembre è stato raggiunto un accordo di massima sulla prima parte del complesso negoziato per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Tale prima fase – relativa alla separazione del Regno Unito dall’UE – prevedeva il raggiungimento di un progresso, giudicato “sufficiente” da parte dell’Unione Europea, su tre tematiche fondamentali quali: il delicato problema della frontiera irlandese, i diritti dei cittadini dell’Unione nel Regno Unito e la compensazione finanziaria a carico di Londra. Se il raggiungimento di un accordo sulla prima fase del negoziato è apparso spesso incerto, un’intesa sulla seconda parte – inerente alla configurazione dei rapporti tra le due economie – appare ancora più complessa e dagli esiti difficilmente prevedibili. 3 Il 1°ottobre si è tenuto il referendum sull’indipendenza della Catalogna, convocato dall’ex Presidente Puigdemont e sostenuto dalla maggioranza del Parlamento catalano, ma ritenuto illegale dal governo spagnolo. Dopo settimane di incertezza, a fine ottobre il Parlamento catalano ha approvato la dichiarazione di indipendenza, provocando l’immediata reazione del governo spagnolo che, in un clima di crescenti tensioni interne, è giunto ad applicare l’art.155 della Costituzione che limita l’autonomia della Regione, accusata di aver intrapreso un percorso unilaterale ed illegale. Contestualmente il premier ispanico ha sciolto il Parlamento catalano e convocato le elezioni anticipate per il 21 dicembre che hanno visto trionfare nuovamente gli indipendentisti, anche se il primo partito è risultato il liberale Ciudadanos. 4 Le elezioni di fine settembre hanno fornito il quarto mandato da cancelliere ad Angela Merkel che tuttavia ha ricevuto un consenso inferiore rispetto al passato a vantaggio della coalizione AFD di estrema destra e anti UE, determinando una situazione di stallo nella formazione di un nuovo esecutivo. Dopo il fallimento di svariati tentativi di coalizione, in gennaio è stato raggiunto l’accordo tra il partito socialdemocratico di Schulz e i cristianodemocratici di Angela Merkel che potrebbe portare alla formazione di un governo solido e stabile entro primavera.

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Alla luce del progressivo rafforzamento della ripresa, le principali Banche centrali hanno continuato a condurre politiche monetarie accomodanti, accompagnate però da molteplici segnali di depotenziamento degli stimoli. Per quanto attiene alla Banca Centrale Europea:  sono state inizialmente confermate le misure decise a fine 2016 che prevedevano il prolungamento della scadenza del Quantitative Easing (QE) almeno sino alla fine del 2017 e comunque sino a quando l’andamento dell’inflazione nell’Area euro non risultasse coerente con l’obiettivo di politica monetaria (circa il 2%), unitamente ad una riduzione dell’importo mensile degli acquisti a 60 miliardi, dai precedenti 80 miliardi, a partire da aprile 20175. Per evitare che il prolungamento del piano si scontri con un problema di scarsità di asset acquistabili, il Consiglio Direttivo della BCE ha parimenti confermato la possibilità in essere da gennaio 2017, di accettare operazioni anche su attività con durata minima residua pari a un anno e, se necessario, su titoli con rendimenti a scadenza inferiori al tasso sui depositi presso la BCE. Nella riunione di ottobre la Banca Centrale Europea ha stabilito il prolungamento della scadenza dell’Asset Purchases Programme almeno sino al settembre 2018, o oltre se necessario al raggiungimento del target di inflazione, ma al tempo stesso ha dimezzato il ritmo mensile delle sottoscrizioni di titoli a 30 miliardi a partire da gennaio 2018;  il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è stato mantenuto al minimo storico dello 0%, mentre il tasso sui depositi delle banche presso la BCE è rimasto al -0,40%.

Il 29 marzo 2017 è stata regolata l’ultima delle quattro nuove operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine (TLTRO II) 6 decise a marzo 2016 dalla BCE con lo scopo di rafforzare la trasmissione della politica monetaria e stimolare una maggiore propensione al credito. Il totale dei fondi erogati nelle quattro aste è stato pari a 740 miliardi di euro (331 miliardi al netto dei rimborsi volontari dei finanziamenti ancora in essere ottenuti con la prima serie di TLTRO); alle controparti della Banca d’Italia sono stati assegnati un totale di 241 miliardi (128 miliardi netti). Alla luce del consolidamento dell’economia americana e del rafforzamento del mercato del lavoro, la Federal Reserve ha innalzato i tassi di riferimento per tre volte nel corso del 2017 (25 punti base a marzo, giugno e dicembre) mentre in ottobre ha avviato un processo di graduale ridimensionamento del portafoglio attivo attraverso il mancato reinvestimento dei proventi dei titoli in scadenza per un ammontare massimo che verrà gradualmente innalzato (da 10 a 50 miliardi nell’arco di dodici mesi). La riduzione annunciata sarà pertanto di 450 miliardi di dollari.

La Bank of Japan ha lasciato invariato il tasso di riferimento in territorio negativo (-0,10%), proseguendo nella strategia espansiva focalizzata sul controllo dei tassi sulle diverse scadenze, anziché su un target di base monetaria (confermato a 80 mila miliardi di yen l’anno) che potrà variare in funzione del controllo della curva dei rendimenti (Qualitative and Quantitative Easing, QQE).

5 Complessivamente al 12 gennaio 2018 risultavano acquistati 1.898 miliardi di titoli pubblici, 242 miliardi di covered bond, 25 miliardi di ABS e 133 miliardi di obbligazioni societarie. 6 L’operazione, al pari delle precedenti, avrà una durata quadriennale. Il tasso d’interesse, uguale a quello sulle operazioni di rifinanziamento principale, potrà essere ridotto, in funzione del credito erogato da ciascuna controparte, sino a raggiungere quello, attualmente negativo, sui depositi presso la Banca Centrale. Si ricorda che in occasione della prima operazione di giugno 2016, era stata prevista la possibilità per le banche di trasferire i fondi ottenuti con le precedenti TLTRO alle nuove TLTRO II, beneficiando delle condizioni più vantaggiose di queste ultime, sia in termini di costo sia per l’assenza del rimborso anticipato in caso di mancato

raggiungimento del benchmark.

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La Bank of England, in un contesto di decelerazione del ritmo di crescita del Paese e di aumento della dinamica inflazionistica, in novembre ha incrementato di 25 punti base il tasso ufficiale riportandolo allo 0,50%, mentre ha confermato il programma di allentamento quantitativo in essere.

Nei principali Paesi emergenti, ad eccezione della Cina, gli orientamenti di politica monetaria rimangono prevalentemente accomodanti7.

Sul mercato dei cambi il 2017 è stato caratterizzato dall’indebolimento del dollaro nei confronti delle principali valute internazionali, essenzialmente per l’emergere di dubbi dapprima riguardo all’entità e alle tempistiche delle misure a sostegno della congiuntura statunitense e successivamente sull’efficacia di tali stimoli. Per contro, la distensione del clima politico europeo dopo le elezioni francesi, il rafforzamento della crescita economica dell’Area e il protrarsi del Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime supporto espansivo della BCE hanno favorito un dic-17 set-17 giu-17 mar-17 dic-16 Var. % generalizzato apprezzamento A B C D E A/E dell’euro. Euro/Dollaro 1,1996 1,1812 1,1423 1,0649 1,0513 14,1% Come emerge dalla tabella, la Euro/Yen 135,16 132,85 128,34 118,63 122,87 10,0% Euro/Yuan 7,805 7,8589 7,744 7,3313 7,2992 6,9% sterlina – già indebolita per i Euro/Franco CH 1,1688 1,1434 1,0944 1,0682 1,0700 9,2% rischi connessi alla Brexit – si Euro/Sterlina 0,8875 0,8816 0,8767 0,8483 0,8519 4,2% è ulteriormente svalutata Dollaro/Yen 112,67 112,47 112,35 111,38 116,87 -3,6% Dollaro/Yuan 6,5063 6,6533 6,7793 6,8832 6,9430 -6,3% dopo l’esito delle elezioni Futures - Brent (in $) 66,87 56,79 48,77 53,53 56,82 17,7% britanniche di giugno. Indice CRB (materie prime) 193,86 183,09 174,78 185,88 192,51 0,7%

Nel gennaio del nuovo anno Fonte: Thomson Financial Reuters lo sblocco delle trattative per la formazione di una coalizione di governo in Germania e le crescenti aspettative che la BCE possa porre fine in via anticipata al QE, hanno ulteriormente rafforzato la divisa europea rispetto a quella americana.

7 In risposta all’attenuarsi delle pressioni inflazionistiche, nel corso del 2017 la Banca Centrale brasiliana ha diminuito per otto volte il tasso ufficiale [75 punti base (p.b.) a gennaio e febbraio, 100 p.b. ad aprile, maggio, luglio e settembre, 75 p.b ad ottobre e 50 p.b. a dicembre], portandolo al 7,00%, mentre la Banca Centrale russa ha tagliato in sei occasioni il tasso di riferimento (25 p.b. a marzo, 50 p.b. ad aprile, 25 p.b a giugno, 50 p.b a settembre, 25 p.b. ad ottobre e 50 p.b a dicembre), ora al 7,75%. In India le autorità monetarie hanno ridotto il Repo in agosto al 6,00% dal 6,25%, mentre in Cina la People’s , pur confermando l’attuale tasso di riferimento al 4,35%, ha inasprito gradualmente le condizioni monetarie favorendo l’incremento dei tassi interbancari e introducendo nuove misure prudenziali nel comparto bancario e del risparmio gestito.

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Il quadro macroeconomico Secondo le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale8 l’economia mondiale è cresciuta del +3,7% nel 2017, in lieve accelerazione rispetto all’anno precedente (+3,2%), confermandosi disomogenea nelle diverse aree geografiche (+4,7% nelle aree emergenti; +2,3% nei Paesi avanzati). Il ciclo economico mondiale è andato gradualmente rafforzandosi, quale conseguenza della solidità dell’economia statunitense e dell’intensificarsi di segnali positivi in Europa e nei Paesi emergenti, in virtù dell’uscita dalla fase recessiva di Russia e Brasile e del ritrovato slancio dell’economia cinese. Nel rivedere al rialzo le previsioni di crescita per il 2018 (+3,9%), l’FMI ha sottolineato come un sostegno all’attività economica potrebbe derivare dalla riforma tributaria americana, ma ha anche evidenziato il rischio che la ripresa sia frenata dall’inasprimento delle tensioni in Asia e in Medio Oriente e dalle incertezze politiche in alcuni Paesi, tra i quali l’Italia.

Per quanto in lento recupero, l’inflazione continua ad essere caratterizzata da livelli contenuti in tutti i principali Paesi industrializzati, ad eccezione del Regno Unito; per contro, nelle Aree emergenti – Cina esclusa – i prezzi continuano a mostrare variazione più accentuate, benché stiano rapidamente tornando su valori prossimi a quelli auspicati dalle rispettive Banche Centrali. La dinamica inflazionistica incorpora il recupero a partire da giugno delle quotazioni petrolifere, a fronte di una sostanziale stabilità delle materie prime non energiche: nella seconda parte dell’anno l’indice CRB ha infatti registrato un rialzo del 10,9%, che ha più che compensato il calo del primo semestre, beneficiando sia del progresso economico mondiale superiore alle aspettative sia dell’indebolimento del dollaro.

Come si rileva dal grafico, dopo il minimo di 45 dollari al barile toccato verso la fine di giugno, le quotazioni del Brent hanno ripreso a salire sulla scia del calo delle scorte mondiali e dell’interruzione della produzione in alcuni Paesi esportatori. Nell’ultimo trimestre l’aumento della domanda petrolifera, il proseguimento dei tagli dell’offerta da parte dei Paesi OPEC e della Russia9 e le tensioni geopolitiche in Iran e Venezuela, hanno dato ulteriore slancio al prezzo del petrolio che ha chiuso l’anno a 67 dollari al barile (+17,7% nei dodici mesi), sfiorando quota 70 dollari nelle settimane successive.

8 Aggiornamento di gennaio 2018. 9 Nel dicembre 2016 era stata siglata un’intesa tra i produttori OPEC e quelli non appartenenti al cartello al fine di ridurre le estrazioni giornaliere di greggio. L’accordo, che originariamente aveva validità di sei mesi, è stato prorogato una prima volta in maggio (sino a marzo 2018) e successivamente in novembre (sino a fine 2018). Con tale ultima revisione sono stati inclusi anche Paesi quali Libia e Nigeria, in precedenza esclusi per motivi umanitari, ed è stata prevista la possibilità a giugno 2018 di effettuare azioni di aggiustamento ai tagli della produzione nel caso dovessero emergere incertezze di mercato in termini sia di offerta che di domanda.

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Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati

Disavanzo (+) Avanzo (-) Prezzi al consumo Disoccupazione Prodotto Interno Lordo Settore Pubblico Tassi di riferimento (tasso medio annuo) (tasso medio annuo) (% del PIL)

(2) (2) (1) (2) (1) (2) (2) (2) Valori perc entuali 2016 2017 2018 2016 2017 2018 2016 2017 2018 2016 2017 2018 dic-16 gen-18

Stati Uniti 1,5 2,3 2,5 1,3 2,1 2,1 4,9 4,3 4,0 5,0 4,5 4,7 0,50-0,75 1,25-1,50 Giappone 0,9 1,7 1,3 -0,1 0,4 0,7 3,1 3,0 3,0 4,9 6,5 6,1 -0,10-0 -0,10-0 Area Euro 1,8 2,4 2,3 0,2 1,5 1,4 10,0 9,1 8,5 1,5 1,1 0,8 0,00 0,00 Italia 0,9 1,6 1,5 -0,1 1,3 1,0 11,7 11,4 11,0 2,5 2,1 1,6 -- Germania 1,9 2,2 2,5 0,4 1,7 1,8 4,1 3,7 3,2 -0,8 -1,0 -1,0 -- Francia 1,2 1,9 1,9 0,3 1,2 1,2 10,1 9,6 9,1 3,4 2,9 2,4 -- Portogallo 1,4 2,8 2,2 0,6 1,6 1,5 11,2 9,7 9,0 2,0 1,2 0,7 -- Irlanda 5,1 5,1 4,9 -0,2 0,2 0,4 8,4 6,4 5,9 0,7 1,1 0,1 -- Grecia -0,3 1,1 1,5 0,0 1,3 1,3 23,6 22,3 20,7 -0,5 0,9 0,9 -- Spagna 3,3 3,1 2,7 -0,3 2,0 1,4 19,6 17,8 16,9 4,5 2,9 2,1 -- Regno Unito 1,9 1,5 1,4 0,7 2,7 2,9 4,9 4,3 4,3 2,9 1,9 1,7 0,25 0,50

(1) Statistiche ufficiali ovvero, in mancanza, previsioni Fonte: FMI, Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Previsioni

Gli Stati Uniti hanno progressivamente rafforzato il trend di crescita nei primi nove mesi dell’anno: nel terzo trimestre il Pil è aumentato su base congiunturale del 3,2% annualizzato (+3,1% nel secondo periodo; +1,2% nel primo). Le informazioni disponibili sono coerenti con un’espansione sostenuta anche nel quarto trimestre, ancora guidata dai consumi e dagli investimenti. Il mercato del lavoro continua a fornire segnali incoraggianti, mentre resta ancora sotto osservazione la dinamica inflazionistica che nel corso dell’anno ha registrato un rallentamento, considerato tuttavia transitorio dalla FED che appare invece preoccupata per l’ampliamento atteso del deficit e del debito federale in seguito alla entrata in vigore della riforma fiscale.

Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti

Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Disoccupazione Tassi di riferimento (tasso medio annuo) (tasso medio annuo) Valori percentuali 2016 2017(2) 2018(2) 2016 2017(1 ) 2018(2) 2016 2017(1) 2018(2) dic-16 gen-18 Cina 6,7 6,9 6,3 2,0 1,6 2,6 4,0 4,0 4,0 4,35 4,35 India 7,9 6,6 7,1 4,9 3,3 4,7 n.d. n.d. n.d. 6,25 6,00 Brasile -3,5 1,1 2,0 8,7 3,5 3,6 11,3 13,1 11,8 13,75 7,00 Russia -0,2 1,6 2,3 7,1 3,7 6,3 5,5 5,5 5,5 10,00 7,75

(1) Statistiche ufficiali ovvero, in mancanza, previsioni Fonte: FMI, Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Previsioni L’economia Cinese, impegnata nella difficile transizione da un modello di sviluppo incentrato sugli investimenti ad uno basato sui consumi, nel 2017 ha mostrato segnali di recupero con il Pil in aumento del 6,9% su base annua (+6,8%; +6,8%; +6,9%; +6,9% le variazioni tendenziali nei quattro trimestri) a fronte del +6,7% registrato nel 2016. Prospetticamente il trend di espansione del Paese è atteso in graduale rallentamento, in coerenza con il profilo delineato dalle autorità per riassorbire gli squilibri economici e finanziari esistenti10.

In Giappone la dinamica dell’attività economica appare in moderata espansione, con il Pil in aumento dello 0,6% congiunturale nel terzo trimestre (+0,7% e +0,4% rispettivamente nel secondo e nel primo periodo), sintesi di un contributo positivo delle esportazioni nette a fronte di un calo dei consumi11. Anche i primi dati riferibili al quarto trimestre sembrano confermare il trend in atto. Gli esiti delle recenti elezioni, inoltre, hanno rafforzato la posizione del premier, lasciando presagire una più intensa fase di riforme fiscali a supporto della crescita.

Nell’Area euro si rafforza la ripresa con una progressiva riduzione delle discrepanze tra le singole realtà nazionali. Nel terzo trimestre la variazione congiunturale del Pil è stata pari allo 0,6% (+0,7% e +0,6% rispettivamente nel secondo e nel primo quarto), sostenuta dall’apporto positivo degli investimenti fissi, delle scorte, ed in particolare dei consumi, a fronte di un interscambio commerciale nullo. I dati disponibili continuano a fornire segnali positivi: l’indicatore €-coin elaborato dalla Banca d’Italia – che rappresenta una stima della dinamica di fondo del Pil europeo – in dicembre ha registrato il settimo incremento consecutivo, toccando il livello più alto dal maggio del 2006.

10 In maggio l’agenzia Moody’s aveva declassato il rating a lungo termine della Cina da Aa3 ad A1 con outlook stabile per i rischi connessi allo smisurato incremento del debito privato. Per la stessa motivazione, in settembre S&P Global ha tagliato il rating del Paese da AA- ad A+ con outlook stabile. 11 In controtendenza rispetto all’isolazionismo americano, in dicembre è stato finalizzato il negoziato per l’accordo commerciale tra Europa e Giappone siglato ad inizio luglio. L’intesa prevede l’eliminazione, su un arco temporale ampio, della maggior parte dei dazi e delle barriere commerciali al momento esistenti tra i due Paesi.

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Anche l’economia italiana ha recuperato vigore, benché lo sviluppo continui a mantenersi inferiore rispetto a quelli di altri Paesi dell’Area. Nel terzo trimestre la crescita del Pil ha accelerato allo 0,4% in termini congiunturali (+0,3% e +0,5% rispettivamente nel secondo e nel primo quarto) incorporando la contribuzione positiva dei consumi, delle esportazioni nette e degli investimenti fissi, ma negativa per le scorte. Nei mesi autunnali la dinamica del Pil è attesa in linea con quella del periodo precedente suggerendo il proseguimento dell’attuale ritmo di crescita dell’economia. L’indice della produzione industriale corretto per gli effetti del calendario, in crescita tendenziale da febbraio, ha registrato una variazione del 2,2% in novembre, sintetizzando andamenti contrapposti tra i diversi settori. Gli incrementi più significativi hanno interessato i comparti della “produzione di prodotti farmaceutici” (+17,9%), delle “altre industrie manifatturiere” (+5,2%) e della “fabbricazione di mezzi di trasporto” (+5%), mentre le principali flessioni hanno riguardato i settori della “attività estrattiva” (-11,2%) e della “fabbricazione di computer e prodotti di elettronica” (-6,3%). Nonostante il venir meno degli incentivi alle nuove assunzioni e l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è sceso in corso d’anno portandosi all’11% in novembre (11,8% a dicembre 2016). Il tasso relativo alla fascia di età 15-24 anni è invece risultato pari al 32,7% (38,9% a fine 2016)12. Il dato generale continua peraltro ad essere mitigato dalla presenza degli ammortizzatori sociali che nei dodici mesi hanno evidenziato una riduzione della Cassa Integrazione Guadagni: 351,1 milioni le ore autorizzate a fronte dei 579,2 milioni del 2016 (-39,4%), quale effetto di una generalizzata flessione delle diverse componenti (-23,7% l’ordinaria; -43,2% la straordinaria; -51,6% la cassa in deroga). L’inflazione, misurata dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, dopo il picco di aprile (2%) è scesa all’1% in dicembre, riportandosi ai livelli minimi di inizio anno (0,5% a fine 2016). Come conseguenza la variazione media annua dei prezzi al consumo si è attestata all’1,3% (-0,1% nel 2016). Nei primi undici mesi il saldo positivo della bilancia commerciale è stato positivo per 42,2 miliardi di euro (44 miliardi nello stesso periodo del 2016) beneficiando di un rilevante avanzo dell’interscambio dei prodotti non energetici, del quale circa due terzi stabilmente riferibile ai beni strumentali, che ha più che compensato il deficit energetico (-30,2 miliardi). Il surplus complessivo è stato alimentato da un volume di scambi più sostenuto, con le importazioni in crescita tendenziale del 9,5% e le esportazioni del 7,9%, incorporando un progresso ancora più accentuato per i mercati esterni all’UE13. In tema di finanza pubblica, secondo le previsioni ufficiali, che tengono conto della Legge di Bilancio per il triennio 2018-2020 approvata in dicembre dal Parlamento, nell’anno in corso il rapporto deficit/Pil è atteso ridursi all’1,6% dal 2,1% del 2017 (2,5% nel 2016), mentre il rapporto debito/Pil dovrebbe scendere al 130% dal 131,6% del 2017 (132% nel 2016). Lo scorso novembre la Commissione europea ha segnalato per il 2018 il rischio che i conti pubblici dell’Italia non rispettino il Patto di stabilità e crescita, riservandosi una nuova valutazione nei prossimi mesi.

I mercati finanziari Come si evince dalla tabella, tutte le principali piazze finanziarie hanno chiuso il 2017 con performance molto positive: la solida crescita mondiale e le politiche monetarie delle Banche Centrali hanno contribuito a ridurre i rischi per la stabilità finanziaria, nonostante il persistere delle incertezze sulle politiche economiche americane e le tensioni geopolitiche globali. I listini statunitensi hanno conseguito nuovi massimi storici grazie al buon andamento dell’economia e al recupero del prezzo del petrolio, ricevendo ulteriore slancio da metà novembre per l’imminente varo della riforma fiscale.

12 Il dato esprime l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in corso di occupazione. 13 Si ricorda che in febbraio il Parlamento europeo ha votato a favore dell’accordo economico e commerciale globale (CETA) tra l’UE e il Canada, concludendo il processo di ratifica a livello europeo che ha consentito l’entrata in vigore provvisoria dell’accordo a settembre in attesa che venga ratificato da ciascun stato membro dell’Unione per divenire pienamente effettivo. Attraverso il CETA, l’UE e il Canada si impegnano a garantire che crescita economica, sviluppo sociale e protezione dell’ambiente vadano di pari passo, costituendo un nuovo modello di riferimento globale per i futuri accordi commerciali.

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In Europa, nonostante la revisione al rialzo del Pil e il ridimensionamento del rischio di disgregazione dell’Unione, la ripresa Andamenti dei principali indici azionari espressi in valuta locale delle quotazioni è stata dic-17 set-17 giu-17 mar-17 dic-16 Var. % penalizzata nell’ultimo A B C D E A/E trimestre dalle incertezze sul sistema bancario. In Ftse Mib (Milano) 21.853 22.696 20.584 20.493 19.235 13,6% Ftse Italia All Share (Milano) 24.192 25.025 22.746 22.568 20.936 15,5% giugno la definizione Xetra Dax (Francoforte) 12.918 12.829 12.325 12.313 11.481 12,5% degli interventi per gli Cac 40 (Parigi) 5.313 5.330 5.121 5.123 4.862 9,3% intermediari italiani in Ftse 100 (Londra) 7.688 7.373 7.313 7.323 7.143 7,6% situazione di crisi ha S&P 500 (New York) 2.674 2.519 2.423 2.363 2.239 19,4% DJ Industrial (New York) 24.719 22.405 21.350 20.663 19.763 25,1% ridotto i rischi sistemici, Nasdaq Composite (New York) 6.903 6.496 6.140 5.912 5.383 28,2% migliorando le Nikkei 225 (Tokyo) 22.765 20.401 20.033 18.909 19.114 19,1% prospettive del settore, Topix (Tokyo) 1.818 1.675 1.612 1.513 1.519 19,7% tuttavia negli ultimi mesi MSCI emerging markets 1.154 1.082 1.011 958 862 33,8% dell’anno la notizia della Fonte: Thomson Financial Reuters pubblicazione dell’addendum alle linee guida sui crediti deteriorati da parte della BCE ha condizionato un po’ tutti i listini europei, ma in particolare quelli italiani. Questi ultimi hanno beneficiato solo in parte dell’approvazione della nuova legge elettorale e del miglioramento del rating sul debito da parte dell’agenzia S&P14, risentendo principalmente dei cali dei titoli bancari in seguito all’annuncio dei rafforzamenti patrimoniali di alcuni istituti. L’indice MSCI – che sintetizza l’andamento dei Paesi emergenti – ha registrato un incremento di circa il 34% nei dodici mesi, incorporando al suo interno progressi significativi per i listini indiani e brasiliani, a fronte di un incremento moderato per quelli cinesi e di un lieve calo per quelli russi.

I mercati azionari gestiti da Borsa italiana – autori delle migliori performance a livello europeo – hanno chiuso con un progresso superiore al 13%. Il risultato è stato accompagnato da un lieve incremento degli scambi in termini di controvalore (629,1 miliardi; +0,8%), a fronte di una riduzione del loro numero (70,2 milioni; -7%). Borsa italiana ha confermato la leadership europea per contratti scambiati su sistemi telematici, sia su ETF Plus che sul MOT. Sull’ETF Plus, in particolare, nei primi undici mesi le masse gestite hanno raggiunto quota 64,9 miliardi di euro (+22,2% rispetto allo stesso periodo del 2016), mentre il controvalore degli scambi è sceso nei dodici mesi a 97,7 miliardi (-9,4%). Analogamente sul Fixed Income (MOT ed ExtraMOT) il controvalore negoziato nell’anno si è ridotto a 207,1 miliardi (-5,2%) , mentre gli scambi sono scesi a 3,5 milioni (-7,2%).

14 Dopo il downgrade del debito sovrano sull’Italia da parte di DBRS in gennaio (da A (low) a BBB (high), con outlook stabile) e quello di Fitch in aprile (da BBB+ a BBB, con outlook stabile), il 27 ottobre 2017 S&P Global ha innalzato i rating relativi all’Italia, portando il giudizio a lungo termine a “BBB” dal precedente “BBB-”, e quello a breve termine ad “A-2” dal precedente “A-3”, con outlook stabile.

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In chiusura d’esercizio a Piazza Affari risultavano quotate 421 società, in aumento rispetto alle 387 di fine 2016, riconducibili all’ammissione di 16 nuove società sul Global Equity Market (GEM) e 18 sul mercato AIM Italia, dove gli scambi – in termini sia di numero che di controvalore – sono sensibilmente cresciuti per effetto del lancio dei Piani Individuali di Risparmio (PIR). La capitalizzazione si attestava a 640 miliardi, dai 525,1 miliardi di fine 2016, equivalenti al 37,5% del Pil italiano (31,8% un anno prima). Quale riflesso della diversa intensità di variazione tra il controvalore degli scambi azionari e la capitalizzazione, la turnover velocity15 si è ridotta dal 119% del 2016 al 98% del 2017.

Il sistema bancario Il rafforzamento della congiuntura economica ha permesso al sistema bancario di consolidare i segnali di recupero dell’attività di impiego e di miglioramento della qualità del credito, a fronte di una sostanziale stabilità della raccolta.

Sulla base delle prime stime pubblicate dall’ABI16, a fine dicembre il tasso di variazione tendenziale della raccolta diretta (depositi di residenti e obbligazioni) si presentava nullo (-0,01%) rispetto al -0,5% di fine 2016.

L’abbondante e competitiva liquidità immessa nel sistema bancario dalla BCE attraverso le TLTRO e le linee di finanziamento a breve termine sta influenzando l’andamento della raccolta obbligazionaria (-15,2% dal -17,9% di fine 201617) il cui costante calo – determinato anche dalla tendenza della clientela a privilegiare scelte di liquidità e/o a sostituire i titoli in scadenza con forme di risparmio gestito – si contrappone all’incremento delle altre forme tecniche (+3,6% dal +4,8% di dicembre 201618). Come evidenziato dai dettagli di Banca d’Italia relativi al mese di novembre19, quest’ultimo aggregato sta beneficiando principalmente del sostenuto incremento dei depositi in conto corrente (+7,8% rispetto a novembre 2016), a fronte di una continua riduzione dei depositi con durata prestabilita fino a due anni (-18,3%).

Dalle informazioni relative a novembre pubblicate da Banca d’Italia20 i prestiti a residenti appartenenti al settore privato sono aumentati su base annua dell’1,4% (+1,1% a dicembre 2016) evidenziando, in termini di destinatari, il proseguimento del trend positivo per le famiglie, a fronte di variazioni ancora marginali per le società non finanziarie, nonostante condizioni di offerta sempre più accomodanti. Nei dodici mesi la crescita dei finanziamenti alle famiglie è andata vivacizzandosi (+2,8% rispetto al +1,9% di dicembre 2016) e ha riguardato principalmente il credito al consumo e in misura più contenuta i mutui per l’acquisto di abitazioni, mentre nel caso delle imprese la dinamica permane debole (+0,3% dal +0,2% di fine 2016) e condizionata dall’andamento degli investimenti. Secondo le anticipazioni dell’ABI, a dicembre 2017 la crescita annua degli impieghi a residenti appartenenti al settore privato ha accelerato al +2,2%21.

Sotto il profilo della rischiosità continua a migliorare la qualità degli attivi, favorita dal consolidamento della ripresa e dalla riduzione del flusso di nuovi crediti deteriorati. A novembre le sofferenze del settore privato al lordo delle svalutazioni20 sono scese a 172,6 miliardi di euro, evidenziando un’inversione di tendenza su base annua (-13,1% a fronte del +0,1% registrato nel 2016). Lo stock appariva costituito per 48,6 miliardi dalle famiglie (- 8,4%; -0,6%) e per 121,5 miliardi dalle imprese (-14,5%; +0,2%). Il rapporto sofferenze lorde del settore privato/impieghi al settore privato si era così attestato al 10,71% (12,32% a dicembre 2016).

15 Indicatore che – rapportando il controvalore degli scambi alla capitalizzazione – segnala il tasso di rotazione delle azioni. 16 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, gennaio 2018. 17 Le variazioni sono state calcolate escludendo dalla raccolta obbligazionaria la quota che figura tra gli investimenti del portafoglio titoli. 18 Le variazioni sono state calcolate escludendo dai depositi gli importi connessi con operazioni di cessioni di crediti e con controparti centrali. 19 Supplemento al Bollettino Statistico “Banche e moneta: serie nazionali”, gennaio 2018. 20 Supplemento al Bollettino Statistico “Banche e moneta: serie nazionali”, gennaio 2018. I tassi di crescita degli impieghi sono corretti da Banca d’Italia per tenere conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari. 21 La variazione è stata calcolata dall’ABI in coerenza con il criterio utilizzato da Banca d’Italia di cui alla nota precedente.

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Anche le sofferenze nette, pari a 66,3 miliardi – il valore più basso da marzo 2013 – hanno registrato un sensibile calo nei dodici mesi (-22,2% dal -1,9% del 2016). Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si era conseguentemente portato al 3,74% (4,89% a fine 2016). Sulla base del “Rapporto sulla stabilità finanziaria”, pubblicato da Banca d’Italia in novembre, a giugno 2017 i crediti deteriorati lordi del sistema (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) ammontavano a 324 miliardi di euro, equivalenti al 16,4% del totale dei finanziamenti lordi alla clientela (1.979 miliardi) 22. Al netto delle rettifiche di valore la consistenza dei prestiti deteriorati risultava pari a 151 miliardi con un’incidenza dell’8,4% sul totale delle esposizioni nette (1.796 miliardi). Il tasso di copertura – misurato dal rapporto tra le rettifiche di valore e l’ammontare lordo dei crediti deteriorati – si attestava al 53,5%, mentre quello relativo alle sofferenze era pari al 65,6%, a fronte del 33,7% per le inadempienze probabili e del 19,2% per le esposizione scadute/sconfinate.

I titoli emessi da residenti in Italia nel portafoglio delle banche italiane ammontavano a novembre a 670,8 miliardi di euro, con una flessione in termini tendenziali di 64,3 miliardi (-8,8%). Il trend riflette principalmente l’andamento degli investimenti in titoli di Stato italiani (336,6 miliardi), in calo di 46,2 miliardi su base annua, essenzialmente imputabile ai titoli a medio-lungo termine (CCT e BTP; -42,2 miliardi). Analogamente, gli “Altri titoli” (326,6 miliardi) si presentavano in contrazione di 17,5 miliardi, principalmente nella componente rappresentata dalle obbligazioni bancarie (-13,5 miliardi), la cui incidenza era pari al 64,9%.

Relativamente al comparto delle famiglie e società non finanziarie, a dicembre il tasso medio della raccolta bancaria da clientela calcolato dall’ABI17 (che include il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro) risultava sceso allo 0,89% (0,99% a fine 2016), mentre il tasso medio ponderato sui prestiti in euro aveva raggiunto il minimo storico del 2,69% (2,85% un anno prima).

22 Il crediti verso la clientela includono anche le attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione.

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L’attività della Banca nel 2017

Nel corso del 2017, dopo un biennio caratterizzato dalla stabilizzazione operativa e dal lancio commerciale della nuova banca nata a seguito della fusione per incorporazione della società IW Bank S.p.A. in UBI Banca Private Investment S.p.A. (rispettivamente la banca online e la banca dei Consulenti Finanziari del Gruppo UBI Banca), sono regolarmente proseguite le ulteriori iniziative evolutive di carattere operativo informatico e commerciale, in attuazione delle linee guida di sviluppo.

In particolare, il progetto di evoluzione e convergenza del “Nuovo Front-End” di IW Bank, realizzato nel corso del 2016, ha portato alla progressiva attivazione della nuova piattaforma a partire dai primi giorni di novembre dello scorso esercizio, abilitando in tal modo sull’intera base clienti la piena fruizione della gamma di servizi offerti tramite le piattaforme della Banca. La migrazione della clientela sulla nuova piattaforma si è conclusa nel corso del 2017 e ha contribuito ad estendere i servizi più innovativi erogati online (es. servizio IW Money, servizi Morningstar) a tutta la clientela, determinando l’incremento del livello di utilizzo e della soddisfazione per i nuovi strumenti messi a disposizione: nuovo Servizio di Home Banking, nuova APP Banking e nuova APP Trading, premiata come migliore APP, nell’ambito dei FintechAge Awards, all’ITforum di Rimini nel mese di maggio 2017.

Nel corso del 2017 è stato inoltre avviato un progetto strategico volto all’evoluzione della piattaforma applicativa dedicata ai Consulenti Finanziari con il duplice obiettivo di ottimizzazione della soluzione esistente e di parallela evoluzione strutturale per la realizzazione di nuove funzioni in grado di supportare l’offerta evoluta di consulenza finanziaria, incrementando la capacità competitiva e l’efficacia commerciale della rete. Tale progetto opera, inoltre, in piena sintonia ed integrazione con l’iniziativa di Gruppo di adeguamento all’entrata in vigore della direttiva 2014/65UE (MiFID II) e del Regolamento UE n.600/2014 (MiFIR), che ridefiniscono in maniera significativa il quadro normativo europeo riferito ai mercati degli strumenti finanziari. Con riferimento alla normativa “MiFID II” in vigore dal 3 gennaio 2018, il Gruppo UBI Banca ha già avviato da fine 2016 un progetto, tuttora in corso per alcuni aspetti residuali, condotto con il supporto di primarie Società di consulenza e con la partecipazione attiva delle strutture competenti di IW Bank.

In ambito controlli sono proseguite le iniziative progettuali di continua evoluzione e di ulteriore potenziamento dei presidi organizzativi interni e dei sistemi applicativi di supporto nei principali ambiti di controllo della Banca, con interventi attuati in coordinamento tra le strutture della banca e le strutture di controllo della Capogruppo. L’evoluzione della gamma di offerta è orientata allo sviluppo di prodotti e servizi a valore, in linea con il nuovo posizionamento di Banca specializzata nella gestione degli investimenti, tramite piattaforme di banking e trading online e tramite rete di Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede. In riferimento allo sviluppo dei prodotti e servizi a valore sono state attivate nel corso dell’anno numerose iniziative in riferimento alle quali si rimanda a quanto descritto nella sezione “l’attività commerciale della Banca” esposta di seguito nel presente capitolo. In tale contesto, la Banca applica le policy di gruppo in materia di sviluppo e gestione dei prodotti, adottando le procedure di selezione e monitoraggio nel continuo delle società di gestione e dei relativi prodotti a salvaguardia delle relazioni e del corretto operare con la clientela in particolare nel garantire un adeguato livello di trasparenza delle condizioni di offerta al fine di accertare la piena rispondenza del collocamento alle esigenze della clientela.

Relativamente all’Area Trading si evidenzia che, nel corso del 2017, è stato attivato un nuovo Broker per il mercato statunitense che ha consentito alla Banca di formulare, alla propria clientela, una proposta commerciale più competitiva.

Alla fine dell’esercizio si è conclusa con successo la migrazione dai Soggetti Incaricati dei Pagamenti (SIP) a RBC Investor Service Bank S.A., succursale di Milano, di sicav per un controvalore complessivo di masse depositate presso IW Bank per circa 1,8 miliardi di Euro. L’operazione è stata oggetto di un’attenta mappatura dei rischi e individuazione degli interventi di mitigazione degli stessi da parte di un gruppo di lavoro interaziendale UBI Banca

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– UBISS – IW Bank coordinato dall’Area Organizzazione di UBI Banca al quale hanno contribuito tutte le competenti funzioni di Gruppo.

Lo sviluppo del modello di Promozione Finanziaria è proseguito nel corso dell’anno con un positivo andamento del processo di reclutamento che si è concentrato su profili di consolidata esperienza e professionalità. L’attività di reclutamento rappresenta uno dei cardini della strategia di sviluppo per l’Area Consulenti Finanziari e Wealth Bankers, con l’obiettivo prioritario di proseguire con decisione nel percorso già avviato nel 2016 di incremento della qualità media dei portafogli e nella progressiva specializzazione e razionalizzazione dei Consulenti Finanziari. Per rendere sostenibile la realizzazione di questi importanti obiettivi è stato attivato un programma articolato di reclutamento, in collaborazione con le altre strutture aziendali, con attività di supporto e nuovi strumenti operativi volti ad uniformare il processo di reclutamento stesso, incrementandone l’efficacia e la rispondenza agli obiettivi qualitativi di carattere generale definiti dalla Banca. Tra gli strumenti realizzati si evidenzia, ad esempio, un nuovo supporto commerciale finalizzato alla presentazione dell’azienda nel corso del percorso di reclutamento che descrive gli elementi distintivi della Banca, i punti di forza e le motivazioni su cui far leva per l’inserimento di nuovi Consulenti.

Nel corso del 2017 è proseguita con successo l’attività della Banca nell’attivazione dei processi trasversali tra canale online e canale di promozione finanziaria, conseguendo un significativo consolidamento di tali nuovi processi grazie all’effetto esperienza maturato sul campo, e abilitando in tal modo l’ampliamento dello spettro di offerta nei confronti dei clienti e la conseguente valorizzazione progressiva delle sinergie cross canale a livello aziendale.

In seguito alle operazioni societarie che hanno interessato il Gruppo UBI Banca ed in particolare il cosiddetto progetto “Banca Unica”, la Direzione di UBI Banca S.p.A. ha comunicato alla Direzione di IW Bank l’orientamento espresso dagli Organi competenti della Capogruppo di razionalizzare l’attribuzione degli incarichi di revisione del Gruppo. Nel mese di marzo la Direzione di IW Bank ha avviato l’iter per chiedere la risoluzione consensuale dell’incarico di revisione legale conferito ai sensi del D.Lgs n.39/2010 in data 5 aprile 2012 a KPMG S.P.A. KPMG ha confermato la propria disponibilità all’accettazione di risoluzione consensuale dell’incarico di revisione. In data 10 Aprile l’assemblea ordinaria di IW Bank S.p.A. acquisite le osservazioni della società di revisione e sentito l’organo di controllo sulle predette osservazioni ha deliberato la risoluzione consensuale dell’incarico di revisione legale dei conti in essere con KPMG S.p.A. ed ha conferito l’incarico di revisione legale per gli esercizi dal 31 dicembre 2017al 31 dicembre 2025 alla società Deloitte & Touche S.P.A.

La struttura territoriale

Al 31 dicembre 2017 la rete distributiva della Banca è di 21 Filiali aperte al pubblico, così dislocate: Arezzo, Bari, Caserta, Cremona, Firenze, Genova, Grosseto, L’Aquila, Livorno, Milano (3), Monza, Napoli, Pescara, Pisa, Pomigliano d’Arco, Roma (2), Salerno, Torino.

A Milano, sono presenti in Sede due strutture amministrative dedicate alla lavorazione di ordini sul risparmio gestito ed assicurativo finanziario provenienti dalla rete dei consulenti finanziari e Wealth Bankers (Back office accentrato) e dai clienti del canale digitale (Middle office).

In aggiunta alle filiali, vi sono i punti vendita della Banca rappresentati dagli Advice Center (n. 40) presenti nelle principali città italiane a supporto dei Consulenti finanziari e dalle Wealth Bankers Unit (n. 6) presenti nelle città di Milano, Firenze, Torino, Roma, Genova e Pescara a supporto dei Wealth Bankers.

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L’attività commerciale della banca

IW Bank offre una gamma di prodotti e servizi molto ampia che consente di soddisfare tutte le esigenze, anche le più evolute, della propria clientela e che si articola negli ambiti di business di investimento, risparmio, trading e banking. I prodotti e i servizi vengono distribuiti valorizzando le opportunità derivanti dalla multicanalità della Banca e quindi offerti a distanza (tramite sito web), fuori sede (tramite i Consulenti Finanziari) e in sede (presso le filiali sul territorio).

Relativamente al comparto investimenti, IW Bank si caratterizza per un modello di offerta in “architettura aperta”, con una gamma prodotti tra le più estese nel mercato di riferimento, composta da prodotti di gestione collettiva del risparmio (vigenti accordi di collocamento con ca. 50 case d’investimento italiane ed internazionali), gestioni patrimoniali, prodotti assicurativi (principalmente Ramo I e Ramo III) e prodotti previdenziali. Nell’ambito dei servizi di gestione del risparmio, IW Bank offre alla clientela, per il tramite della propria rete in offerta fuori sede, il servizio di Consulenza in materia di investimenti, denominato UBI LIGHT PF, erogato tramite una piattaforma che consente ai gestori di effettuare la diagnosi, il monitoraggio e la manutenzione del portafoglio del cliente, anche tramite l’emissione di raccomandazioni personalizzate. In tale ambito si segnala che nel corso dell’anno, è proseguita l’attività di valorizzazione commerciale della piattaforma applicativa di “web collaboration” a disposizione dei Consulenti Finanziari a supporto della diffusione dell’innovativo servizio denominato IW Money, che prevede l’interazione a distanza con la clientela, sia per l’accettazione delle raccomandazioni personalizzate, sia per la disposizione elettronica “a distanza” degli ordini.

Nell’ambito dei servizi evoluti del comparto investimenti, si segnala inoltre che i Consulenti Finanziari di IW Bank si avvalgono anche dell’innovativo e distintivo “Servizio Web Paperless”, che consente di collocare fondi e sicav in un processo ottimizzato che non richiede l’utilizzo di documentazione cartacea. Nel corso del 2017, al fine di favorire il processo di digitalizzazione dei servizi finanziari offerti dalla Banca, è stato allargato il perimetro di strumenti collocabili tramite il Servizio Web Paperless, con la progressiva inclusione di fondi di nuove case di investimento.

E’ stata, inoltre, ampliata la gamma dei prodotti distribuibili in offerta fuori sede con riferimento all’avvio della commercializzazione di nuovi fondi di diritto estero (nuovo accordo distributivo con GI), al lancio dei prodotti PIR di UBI Pramerica, all’estensione dei canali di distribuzione di fondi già disponibili sul canale online (es. Soprarno, Natixis, Goldman Sachs, Candriam) e servizi abbinati all’offerta esistente (es. servizio PAC Threadneedle).

In ambito di risparmio gestito la Banca ha inoltre avviato la già citata importante iniziativa volta alla migrazione sulla Banca Corrispondente RBC della gestione amministrativa delle principali case di investimento, precedentemente operative su altre Banche Corrispondenti.

Nell’ambito del comparto assicurativo-finanziario la Banca ha attivato il servizio di “decumulo” abbinato alle polizze Unit Linked di Aviva, che consente alla clientela una gestione ottimizzata dei flussi finanziari rivenienti dai propri investimenti.

Nel corso del 2017 è proseguita l’attività di collocamento di Certificates studiati specificamente per la clientela dei Consulenti Finanziari. In collaborazione con la Capogruppo, sono in corso di finalizzazione nuovi accordi commerciali con primari emittenti internazionali.

Nell’ambito dei servizi innovativi la Banca ha realizzato un nuovo servizio, denominato di “Firma Elettronica Avanzata Omnicanale”, volto a ulteriormente supportare la digitalizzazione dei processi operativi in Offerta Fuori Sede, in particolare nelle fasi di erogazione del servizio di Consulenza e di vendita di prodotti e servizi della Banca, già a partire dai primi mesi del 2018.

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Parallelamente la Banca ha avviato nuove progettualità, in fase di disegno funzionale e/o di avvio realizzativo, in riferimento allo sviluppo di nuovi prodotti / servizi tra i quali (i) lo studio e la definizione dei requisiti di un nuovo servizio di Consulenza Finanziaria evoluta, erogata tramite il supporto di funzioni evolutive dell’attuale piattaforma applicativa a disposizione dei Consulenti Finanziari, caratterizzate da strumenti e reportistica evoluta per il monitoraggio costante dei portafogli della clientela, (ii) la progettazione, in collaborazione con UBI Pramerica, della nuova Gestione Patrimoniale dedicata alla Rete di Consulenti Finanziari ed in linea con i benchmark di mercato e coerente alle tendenze evolutive in atto (diffusione cd. Wrap Product) e agli impatti rivenienti dall’imminente entrata in vigore della normativa Mifid2 (iii) la progettazione, in collaborazione con Aviva Vita, della nuova Polizza Multiramo dedicata alla Rete di Consulenti Finanziari finalizzata ad arricchire la gamma di offerta assicurativa- finanziaria garantendo alla clientela una soluzione di investimento in grado di ottimizzare la gestione del rischio e dell’orizzonte temporale di riferimento.

Relativamente al comparto trading, IW Bank si caratterizza per l’offerta delle piattaforme più evolute e innovative, tra quelle disponibili sul mercato. Nel corso del 2017 sono state avviate iniziative commerciali volte all’acquisizione di nuovi clienti; sono state, in particolare, introdotte nuove fasce commissionali promozionali che consentono la migliore valorizzazione dei servizi offerti, in funzione dell’effettivo utilizzo delle piattaforme e di accesso ai mercati finanziari da parte della clientela. A testimonianza del rilevante posizionamento competitivo e del valore degli investimenti dedicati allo sviluppo di soluzioni innovative, la Banca nel corso del 2017 ha ricevuto il premio specialistico FintechAge Awards per aver realizzato la miglior App Trading+ per tablet e smartphone, lanciata sul mercato alla fine del 2016. Parallelamente, nell’ottica di rispondere alle esigenze della clientela più evoluta, sono state realizzate nuove iniziative finalizzate all’introduzione di nuovi servizi e prodotti abbinati alle piattaforme (ad es. news real time / interattive, introduzione di nuove opzioni settimanali sul mercato Eurex), la definizione di due “Zero fee agreement” per la negoziazione di strumenti finanziari emessi da due primarie controparti italiane ed internazionali senza commissioni alla clientela e avviate nuove progettualità volte ad estendere la gamma di prodotti (es. lancio nuovo pacchetto di offerta dedicato a clientela istituzionali) e di servizi (es. bond selector) dedicati alla clientela evoluta.

Per quanto riguarda il comparto banking, l’offerta di IW Bank prevede tutti i tradizionali prodotti / servizi in ambito di raccolta e impiego ai privati; in particolare nel corso dell’esercizio corrente si segnala l’avvenuto lancio di nuovi comparti remunerati a supporto dello sviluppo commerciale della clientela del canale online da parte dei Consulenti Finanziari, anche contestualmente all’avvio di mirate campagne commerciali finalizzate allo sviluppo di sinergie tra i canali distributivi e/o al cross-selling. Parallelamente, in coordinamento con la Capogruppo e con particolare riferimento al comparto della monetica, sono state realizzate e/o avviate nuove iniziative progettuali finalizzate all’incremento degli standard qualitativi e di sicurezza (es. sostituzione massiva carte di debito emesse da IWBank prima del 2015 e introduzione protocollo 3DSecure) e alla commercializzazione di nuovi prodotti innovativi, (es. nuova carta di credito installment).

La Banca ha realizzato nel corso del primo semestre 2017 un intenso programma di iniziative a supporto delle diverse aree di business. In particolare, con riferimento alle iniziative a supporto della Rete di Consulenti Finanziari, si evidenzia il Roadshow “Esperti di Valore”, un programma di eventi esclusivi denominati “Incontri ad Arte” e “A Colazione con le Stelle”, dedicati ai più importanti Clienti e Prospect dei Consulenti Finanziari e Wealth Banker della Banca e finalizzati alla presentazione di temi di gestione degli investimenti e di andamento dei mercati mondiali, in contesti relazionali favorevoli sia all’approfondimento tecnico di tematiche finanziarie, sia al consolidamento di contenuti relazionali e commerciali. Si segnala inoltre l’attivazione del programma “To the Top 2017”, iniziativa che prevede eventi formativi in collaborazione con alcune case di gestione, riservati ai migliori Consulenti Finanziari sulla base di fattori abilitanti di accesso collegati alla qualità, alla formazione, alla gestione operativa e ai risultati commerciali. Con riferimento alle iniziative a supporto dello sviluppo della clientela Trading, si evidenzia inoltre il Roadshow “Trade around the world”, un programma articolato sul territorio nazionale in undici tappe da maggio a novembre 2017, dedicato ad accrescere le competenze di chi sceglie di operare in autonomia sui mercati

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finanziari, con spunti formativi e operativi presentati tramite le piattaforme proprietarie IW QuickTrade e la nuova App Trading+. Il programma si avvale della collaborazione di Borsa Italiana, Euro TLX, Eurex, Etf Securities e della testimonianza di alcune aziende recentemente quotate al mercato AIM.

La rete dei Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede

I soggetti abilitati a prestare attività di offerta fuori sede di prodotti finanziari bancari ed assicurativi e servizi di investimento (art.31 c.2 del TUF) operano all’interno dell’Area Consulenza Finanziaria e Wealth Bankers e risultano iscritti all’Albo unico dei Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede.

Nel corso del 2017 è continuata l’attività di razionalizzazione della rete dei consulenti finanziari con progressiva focalizzazione su profili più senior e portafogli di maggiore dimensione, privilegiando l’inserimento di professionisti di consolidata esperienza.

Il numero complessivo dei Consulenti Finanziari è passato dalle 787 unità di inizio anno alle 758 unità al 31 dicembre 2017, segnando un decremento netto pari a 29 unità. In dettaglio, sono presenti 408 Consulenti Finanziari nell’Area Centro Nord, 328 Consulenti Finanziari nell’Area Centro Sud e 22 Consulenti Finanziari nell’Area Wealth Bankers.

La rete dei Consulenti Finanziari di IW Bank è stata, nel corso dell’anno, fortemente impegnata nell’attivazione del processo di sviluppo sinergico basato sulla “promotazione” della clientela on-line che ha raggiunto al 31 dicembre 2017 un tasso di successo cumulato, sulle masse oggetto di proposta, pari al 41% circa. Prosegue inoltre il forte impulso alla diffusione dell’operatività digitale dei Consulenti Finanziari con un incremento costante del numero medio mensile di nuovi contratti e di operazioni paperless. Infine, si conferma anche nel corso del 2017 il trend di crescita della dimensione media dei portafogli dei Consulenti Finanziari che si attesta a circa 13,2 milioni di euro registrando un incremento di circa il 17% rispetto ai 11,1 milioni di euro fine 2016 e di oltre il 48% rispetto ai portafogli medi presenti alla data di fusione del maggio 2015.

La raccolta totale netta (dati Assoreti) realizzata dalle reti di Consulenti Finanziari nel corso del 2017 è risultata in aumento (18,9%) rispetto al dato dell’esercizio precedente caratterizzato da un andamento non particolarmente favorevole dei mercati finanziari.

In tale contesto la rete dei Consulenti Finanziari e Wealth Bankers di IWBank ha registrato una raccolta netta (dati Assoreti) di 793,2 milioni di Euro, in incremento di circa l’11,25 % rispetto alla raccolta netta a dicembre 2016.

Nella tabella sotto esposta vengono evidenziati i dati relativi al saldo della raccolta netta al 31 dicembre 2017, al 31 dicembre 2016 e al 30 giugno 2017 riferiti alla rete dei Consulenti Finanziari e dei Wealth Bankers della Banca (dati Assoreti).

Raccolta netta ( Dati 31/12/2017 Comp.% 31/12/2016 Comp.% 30/06/2017 Comp.% ASSORETI)

Raccolta Diretta Clientela 261.896 33,02% 257.364 36,09% 209.752 37,03%

Raccolta Indiretta Clientela 531.311 66,98% 455.668 63,91% 356.679 62,97%

di cui risparmio gestito 277.340 34,96% 243.127 34,10% 201.812 35,63%

di cui risparmio amministrato 150.653 18,99% 103.339 14,49% 112.940 19,94%

di cui Assicurativo 103.318 13,03% 109.202 15,32% 41.927 7,40%

Total Assets 793.207 100,00% 713.032 100,00% 566.431 100,00%

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Le risorse umane Al 31 dicembre 2017 l’organico di IW Bank è pari a 298 unità, di cui 220 a libro paga e 32 part time, rispetto alle 305 risorse presenti al 31 dicembre 2016.

Nel corso del 2017 sono state erogate 757 giornate di formazione al personale dipendente sia in aula che a “distanza” con particolare riferimento a tematiche di aggiornamento normativo e professionale e particolare focus in ambito controlli. Nel corso dell’anno hanno inoltre preso avvio sessioni focalizzate sia sugli ambiti della formazione manageriale/comportamentale e relazionale nonché una iniziativa specifica rivolta al personale del Customer Care.

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Il sistema di controllo interno

Modello di governance amministrativo finanziario adottato ai sensi della Legge 262/05 La legge 262 del 28 dicembre 2005 (e successive modifiche) “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari” con l’inserimento nel TUF dell’art. 154 bis ha introdotto nell’organizzazione aziendale delle Società quotate in Italia, la figura del Dirigente Preposto a cui è affidata la responsabilità di predisporre la redazione della documentazione contabile dell’impresa. La citata riforma si propone, fra gli altri obiettivi, quello di potenziare il sistema dei controlli interni in relazione alla comunicazione finanziaria prodotta dagli emittenti quotati.

Il Gruppo UBI Banca è tenuto all’applicazione del disposto normativo e a tal fine si è dotato di un impianto organizzativo e metodologico (modello di governance amministrativo finanziaria) che, inserito in un contesto di compliance integrata, consente di regolare in via continuativa le attività inerenti alla verifica del livello di adeguatezza ed effettiva applicazione dei presidi relativi al rischio di informativa finanziaria e, conseguentemente, effettuare una corretta valutazione del sistema di controllo interno di riferimento.

Il modello sviluppato è stato formalizzato in uno specifico Regolamento Aziendale, emanato con il Comunicato di Gruppo n. 166 dell’8 agosto 2008, che comprende anche il “Manuale metodologico per il presidio del rischio di informativa finanziaria di cui alla Legge 262/05” aggiornato e diramato con Circolare di Gruppo n. 6 del 13 gennaio 2016, con l’obiettivo di focalizzare maggiormente l’attenzione del Dirigente Preposto sulle aree più critiche mediante la pianificazione delle attività di verifica in ragione della rischiosità assegnata ai diversi processi rilevanti ai sensi della Legge 262/05 (c.d. approccio “Risk Driven”). Il modello citato muove prioritariamente dall’individuazione del perimetro rilevante costituito dalle società del Gruppo UBI Banca, dai conti e dai processi ritenuti significativi, ai fini della produzione dell’informativa finanziaria, sulla base di parametri sia quantitativi, in relazione alla rispettiva contribuzione alle grandezze economico - patrimoniali rappresentate nel bilancio consolidato, che qualitativi, in relazione alla complessità del business e alla tipologia dei rischi impliciti. Sulla base di quanto sopra, la Banca è inclusa nel perimetro rilevante. Individuato tale perimetro, si procede con la definizione dell’ambito di indagine del periodo di riferimento mediante programmazione delle attività di verifica annuali, pianificate semestralmente, in applicazione del citato modello “Risk driven” che prevede l’attribuzione di un ranking di rischiosità ai processi. In ragione di tale modello si definiscono approcci di analisi differenziati, pur garantendo sempre un adeguato livello di presidio sui processi ritenuti più significativi, anche in ragione di elementi qualitativi desunti da: anomalie riscontrate in analisi precedenti, livello di stabilità dei processi, analisi delle anomalie riscontrate da altre funzioni di controllo ed informazioni acquisite per il tramite di apposite interviste a Chief Risk Officer, Chief Audit Executive e Chief Operating Officer di Capogruppo.

Le attività di verifica svolte sull’adeguatezza del sistema di controllo interno posto a presidio dell’informativa finanziaria prodotta sono sintetizzate in una apposita relazione, indirizzata alla Banca, redatta dalla struttura specialistica interna alla Capogruppo in staff al Dirigente Preposto; in tale relazione è espresso un giudizio in merito all’idoneità complessiva delle procedure amministrative e contabili a rappresentare in bilancio in modo corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca. Tale relazione relativa all’esercizio 2017 riporta un giudizio positivo in relazione all’adeguatezza ed effettiva applicazione delle predette procedure. Tale conclusione è supportata anche da specifiche attestazioni interne, prodotte dagli organi delegati delle singole Società/outsourcer del Gruppo UBI Banca come previsto dal “Sistema di attestazioni a cascata” contemplato nel modello di governance amministrativo finanziario definito.

La Direzione Generale della Banca rilascia apposita attestazione, su delega del Consiglio di Amministrazione, alla Capogruppo mediante la quale si dichiara:

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 l’adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell’impresa ed effettiva applicazione nel periodo delle procedure amministrative e contabili;  la veridicità, completezza e rispondenza alle scritture contabili dei dati patrimoniali, economici e finanziari e delle informazioni aggiuntive del bilancio individuale fornite per l’elaborazione del bilancio consolidato e della relazione sulla gestione nonché per la descrizione dei principali rischi ed incertezze cui il Gruppo è esposto.

Ambiente di lavoro Per quanto riguarda le tematiche disciplinate dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) si rinvia al capitolo “Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca”, mentre gli aspetti di responsabilità ambientale sono trattati nell’ambito dell’informativa sulla responsabilità sociale e ambientale contenuta nel capitolo “Altre informazioni”.

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Prospetti di bilancio riclassificati

Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico

Per consentire una visione più coerente con il profilo gestionale, nel presente capitolo della Relazione sulla Gestione sono rappresentati gli schemi riclassificati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico.

In particolare, al fine di agevolare l’analisi dell’evoluzione economica della Banca, in ottemperanza alla Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006 ed al documento ESMA “Orientamenti - indicatori alternativi di performance (IAP)” del 5 ottobre 2015, fra tali schemi è stato inserito un apposito prospetto per evidenziare l’impatto economico dei principali eventi ed operazioni non ricorrenti, essendo i relativi effetti patrimoniali e finanziari non significativi. Il documento ESMA, applicabile a far tempo dal 3 luglio 2016, conferma le caratteristiche di non ordinarietà e infrequenza nella definizione di eventi “non ricorrenti”, portando tuttavia a considerare “ricorrenti” eventi che si sono verificati ciclicamente, come per esempio l’impairment di titoli di capitale e di debito AFS, nonché il risultato della cessione dei medesimi.

In considerazione di quanto sopra sono stati rilevati i seguenti eventi ed operazioni non ricorrenti:

 Anno 2017:  oneri per incentivi all’esodo;  impairment AFS dello Schema Volontario FITD.

 Anno 2016:  oneri per incentivi all’esodo;  contributo straordinario al Fondo di Risoluzione Nazionale;  impairment del titolo, classificato fra le Attività finanziarie disponibili per la vendita, acquisito nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D. a seguito dell’intervento di ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio di Cesena.

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Stato patrimoniale riclassificato (in migliaia di euro)

VOCI DELL'ATTIVO 31/12/2017 31/12/2016 Variazione annua Variazione % annua

10. Cassa e disponibilità liquide 2.332 1.936 396 20,43

20. + 30. Attività finanziarie detenute per la negoziazione e valutate al fair value 2 1 1 n.s.

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.832 2.088 (256) (12,25)

60. Crediti verso banche 2.476.421 2.392.455 83.966 3,51

70. Crediti verso clientela 597.166 647.373 (50.207) (7,76)

90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - 960 (960) -

100. Partecipazioni 2.306 2.306 - -

110. Attività materiali 1.547 1.613 (66) (4,10)

120. Attività immateriali 41.836 42.214 (378) (0,90)

di cui: avviamento 41.807 41.807 - -

130. Attività fiscali 21.620 21.154 466 2,21

150. Altre attività 66.854 66.090 763 1,16

Totale dell'attivo 3.211.916 3.178.190 33.726 1,06

VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO 31/12/2017 31/12/2016 Variazione annua Variazione % annua

10. Debiti verso banche 194.103 216.235 (22.132) (10,24)

20. Debiti verso clientela 2.810.879 2.755.864 55.014 2,00

30. Titoli in circolazione 11.322 11.501 (179) (1,55)

60. Derivati di copertura - 1.068 (1.068) -

80. Passività fiscali 4.283 3.496 787 22,52

100. Altre passività 33.738 29.003 4.735 16,33

110. Trattamento di fine rapporto del personale 1.376 1.547 (171) (11,05)

120. Fondi per rischi e oneri: 17.041 15.404 1.637 10,63

b) altri fondi 17.041 15.404 1.637 10,63

130. Riserve da valutazione (94) (577) 483 (83,74)

160. + 170. + 180 Capitale, sovrapprezzi di emissione e riserve 144.702 151.562 (6.860) (4,53)

200. Utile/perdita d'esercizio (5.434) (6.913) 1.480 (21,40)

Totale del passivo e del patrimonio netto 3.211.916 3.178.190 33.726 1,06

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Conto economico riclassificato (in migliaia di euro)

Variazione % VOCI DEL CONTO ECONOMICO 31/12/2017 31/12/2016 Variazione annua annua

10. - 20. Margine di interesse 17.346 24.033 (6.687) (27,82)

70. Dividendi e proventi simili 13 3 10 n.s.

40. - 50. Commissioni nette 60.478 55.229 5.248 9,50

80. + 90. + 100. + 110. Risultato netto dell'attività di negoziazione e di copertura 17 5.490 (5.472) (99,68)

190. Altri oneri/proventi di gestione (796) 1.013 (1.809) n.s.

Proventi operativi 77.058 85.768 (8.710) (10,16)

150a. Spese per il personale (21.312) (20.461) (852) 4,16

150b. Altre spese amministrative (51.984) (64.882) 12.898 (19,88)

170. + 180. Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (869) (883) 14 (1,62)

Oneri operativi (74.165) (86.226) 12.060 (13,99)

Risultato della gestione operativa 2.893 (458) 3.351 n.s.

130a. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti (1.591) (3.181) 1.590 (49,97)

130b. + c. + d. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di altre attività/passività (2.294) (81) (2.213) n.s.

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (5.578) (4.996) (583) 11,67

210. + 230. + 240. Utili/perdite della cessione di investimenti e partecipazioni e rettifica di valore dell'avviamento (1) - (1) n.s.

Utile/perdita della operatività corrente al lordo delle imposte (6.572) (8.715) 2.144 (24,60)

260. Imposte sul reddito d'esercizio dell'operatività corrente 1.138 1.802 (664) (36,84)

290. Utile/perdita d'esercizio (5.434) (6.913) 1.480 (21,40)

Metodologia di costruzione del Conto Economico riclassificato

Principali regole di classificazione:  i recuperi di imposta iscritti alla voce 190 “Altri oneri/proventi di gestione” (15.689 migliaia di euro al 31 dicembre 2017 e 15.266 migliaia di euro al 31 dicembre 2016) sono riclassificati a riduzione delle imposte indirette incluse tra le altre spese amministrative;  la voce rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali include le voci 170 e 180 dello schema contabile e le quote di ammortamento dei costi sostenuti per migliorie su beni di terzi (106 migliaia di euro al 31 dicembre 2017 e 98 migliaia di euro al 31 dicembre 2016) classificate alla voce 190 dello schema obbligatorio;  la voce altri oneri/proventi di gestione include la voce 190, al netto delle riclassifiche sopra indicate.

31

Conto economico riclassificato al netto delle principali componenti non ricorrenti (in migliaia di euro)

Componenti non Componenti non ricorrenti ricorrenti 31/12/2017 31/12/2016 Variazione VOCI DEL CONTO ECONOMICO 31/12/2017 31/12/2016 Variazione al netto delle al netto delle % Oneri componenti Oneri Contributo componenti Impairment Impairment incentivi non incentivi straordinario non AFS AFS all'esodo ricorrenti all'esodo F.R.N. ricorrenti

10. - 20. Margine di interesse 17.346 17.346 24.033 24.033 (6.687) (27,82)

70. Dividendi e proventi simili 13 13 3 3 10 n.s.

40. - 50. Commissioni nette 60.478 60.478 55.229 55.229 5.248 9,50

80. + 90. Risultato netto dell'attività di + 100. + 17 17 5.490 5.490 (5.472) (99,68) negoziazione e di copertura 110.

190. Altri oneri/proventi di gestione (796) (796) 1.013 1.013 (1.809) n.s.

Proventi operativi 77.058 - - 77.058 85.768 - - - 85.768 (8.710) (10,16)

150a. Spese per il personale (21.312) 734 (20.578) (20.461) 257 (20.204) (374) 1,85

150b. Altre spese amministrative (51.984) (51.984) (64.882) 100 (64.782) 12.797 (19,75)

170. + Rettifiche di valore nette su attività (869) (869) (883) (883) 14 (1,62) 180. materiali e immateriali

Oneri operativi (74.165) 734 - (73.431) (86.226) 257 100 - (85.869) 12.437 (14,48)

Risultato della gestione operativa 2.893 734 - 3.627 (458) 257 100 - (100) 3.727 n.s.

Rettifiche/riprese di valore nette per 130a. (1.591) (1.591) (3.181) (3.181) 1.590 (49,97) deterioramento di crediti 130b. + c. Rettifiche/riprese di valore nette per (2.294) 2.234 (59) (81) 234 153 (213) n.s. + d. deterioramento di altre attività/passività Accantonamenti netti ai fondi per rischi 160. (5.578) (5.578) (4.996) (4.996) (583) 11,67 ed oneri 210. + Utili/perdite della cessione di 230. + investimenti e partecipazioni e rettifica di (1) (1) - - (1) n.s. 240. valore dell'avviamento Utile/perdita della operatività (6.572) 734 2.234 (3.603) (8.715) 257 100 234 (8.124) 4.521 (55,65) corrente al lordo delle imposte Imposte sul reddito d'esercizio 260. 1.138 (243) (739) 156 1.802 (85) (33) (64) 1.620 (1.464) (90,35) dell'operatività corrente

290. Utile/perdita d'esercizio (5.434) 491 1.495 (3.447) (6.913) 172 68 170 (6.504) 3.057 (47,01)

32

Informazioni sullo Stato Patrimoniale riclassificato

Crediti e debiti verso banche La posizione interbancaria netta al 31 dicembre 2017 si mantiene creditoria ed ammonta a 2.382,3 milioni di euro evidenziando una crescita pari a circa 106,1 milioni di euro (+4,9%) rispetto alle consistenze di dicembre 2016. L’andamento dell’aggregato è essenzialmente correlato alla dinamica della raccolta diretta da clientela.

Posizione interbancaria netta (valori in migliaia di euro)

Var. dicembre '17 / dicembre '16 31/12/2017 31/12/2016 Assolute %

Crediti verso banche 2.476.421 2.392.455 83.966 3,51

di cui Depositi vincolati 30.019 427.495 (397.476) (92,98)

di cui Pronti contro termine attivi con Capogruppo - 2.603 (2.603) - di cui Liquidità c/o la Capogruppo a fronte di raccolta da clientela 115.831 126.572 (10.741) (8,49) su prodotti "IW Special" collocati ante fusione di cui Titoli di debito 2.064.091 1.602.548 461.543 28,80

Debiti verso banche 194.103 216.235 (22.132) (10,24)

di cui Pronti contro termine passivi con la Capogruppo - 48.319 (48.319) -

di cui Prestito titoli passivo 88.518 98.335 (9.818) (9,98)

POSIZIONE INTERBANCARIA NETTA 2.282.318 2.176.220 106.098 4,88

Crediti verso clientela A dicembre 2017, gli impieghi complessivi verso la clientela si attestano a 597,2 milioni di euro in diminuzione di 50,2 milioni di euro (-7,8%) rispetto alle risultanze di fine 2016. L’analisi dell’aggregato evidenzia una riduzione del 7,8% del portafoglio in bonis conseguente alla contrazione del comparto “Mutui” (-58,1 milioni di euro), che rappresenta la componente più rilevante dell’aggregato stesso. In controtendenza l’andamento degli “altri finanziamenti” (+5,5 milioni di euro), delle “Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto (+3,2 milioni di euro) e dei “Conti correnti” (+0,8 milioni di euro).

Nella tabella seguente viene riportato il dettaglio dei crediti per forma tecnica.

Ripartizione dei crediti verso clientela (valori in migliaia di euro)

Var. dicembre ‘17 / dicembre ‘16 31/12/2017 31/12/2016 Assolute %

Conti correnti 59.277 58.470 807 1,38

Mutui 446.815 504.908 (58.093) (11,51)

Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 25.519 22.341 3.179 14,23

Altri finanziamenti 44.021 38.570 5.451 14,13

Totale Crediti in Bonis 575.633 624.288 (48.656) (7,79)

Attività deteriorate 21.533 23.085 (1.552) (6,72)

TOTALE CREDITI VERSO CLIENTELA 597.166 647.373 (50.207) (7,76)

Dal punto di vista della qualità degli impieghi, i crediti deteriorati netti della Banca si attestano a 21,5 milioni di euro; la loro incidenza sul totale dei crediti netti alla fine dell’esercizio è pari al 3,61% (3,57% al 31 dicembre 2016).

33

Al 31 dicembre 2017 le esposizioni forborne23 lorde sono pari a circa 11,8 milioni di euro equivalenti a 94 rapporti (9,3 milioni di euro/79 rapporti a fine anno precedente) e così suddivise:  performing euro 5,8 milioni (4,3 milioni a dicembre 2016);  non performing euro 5,9 milioni (5 milioni a dicembre 2016).

Situazione dei crediti per cassa al 31 Dicembre 2017 (valori in migliaia di euro)

Rettifiche di valore Tipologie esposizioni / valori Esposizione lorda Esposizione netta complessive

a) Sofferenze 21.610 11.273 10.337

b) Inadempienze probabili 12.884 2.046 10.838

c) Esposizioni scadute deteriorate 377 19 358

Totale crediti deteriorati 34.870 13.337 21.533

d) Crediti in Bonis 577.521 1.889 575.633

TOTALE 612.392 15.226 597.166

Situazione dei crediti per cassa al 31 Dicembre 2016 (valori in migliaia di euro)

Rettifiche di valore Tipologie esposizioni / valori Esposizione lorda Esposizione netta complessive

a) Sofferenze 22.116 10.669 11.446

b) Inadempienze probabili 13.450 2.530 10.920

c) Esposizioni scadute deteriorate 772 53 719

Totale crediti deteriorati 36.337 13.252 23.085

d) Crediti in Bonis 626.233 1.945 624.288

TOTALE 662.570 15.197 647.373

Nel dettaglio:  le sofferenze nette si attestano a 10,3 milioni di euro, in flessione rispetto al dato del dicembre 2016; il loro rapporto rispetto agli impieghi nettipassa dall’1,77% rilevato alla fine dell’anno precedente all’attuale 1,73%;  le inadempienze probabili nette totalizzano 10,8 milioni di euro; la loro incidenza percentuale sugli impieghi netti è pari all’1,81% (1,69% a fine 2016);  le esposizioni scadute deteriorate nette ammontano a 0,4 milioni di euro, in flessione rispetto agli 0,7 milioni rilevati nell’esercizio di raffronto.

Il livello di copertura dei crediti non performing risulta pari al 38,25% (36,47% al 31 dicembre 2016); più in dettaglio si rileva che:  il livello di copertura delle sofferenze si attesta al 52,16%, in aumento rispetto al 48,24% dell’esercizio di raffronto;  il livello di copertura delle inadempienze probabili diminuisce al 15,88% dal 18,81% di fine 2016.

Per quanto attiene il processo di impairment collettivo dei crediti in bonis, che ha determinato una rettifica globale di 1,9 milioni di euro, il livello di copertura si attesta allo 0,33% (0,31% l’indice di rischiosità rilevato nel bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2016).

23 Si ricorda che a partire dal Bilancio al 31 dicembre 2015 è stata introdotta la forbearance, termine utilizzato per indicare situazioni in cui il debitore non è considerato in grado di rispettare le scadenze e le condizioni contrattuali a causa di difficoltà finanziarie. Sulla scorta di tali difficoltà il creditore decide di modificare la scadenza e le condizioni del contratto per consentirgli di onorare il debito o di rifinanziarlo integralmente o parzialmente.

34

Attività finanziarie Al 31 dicembre 2017, le attività presentano le seguenti dinamiche: • le attività finanziarie di negoziazione, pari a due migliaia di euro, risultano sostanzialmente in linea con le consistenze del 31 dicembre 2016; • le attività finanziarie disponibili per la vendita, ammontano a 1,8 milioni di euro, evidenziando una diminuzione di 0,3 milioni di euro rispetto a dicembre 2016, e sono rappresentative della partecipazione in Visa INC Classe C9 nonché di alcune partecipazioni di minoranza in società esterne al Gruppo UBI Banca. L’andamento della voce è influenzato dall’intervento di sostegno a favore della Cassa di Risparmio di Cesena, della Cassa di Risparmio di Rimini e della Cassa di Risparmio di San Miniato nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D.. Per i dettagli dell’intervento si rimanda alla “Parte A – Politiche Contabili – Sezione 4 – Altri aspetti – Valutazione quota di adesione allo Schema Volontario del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi”.

L’“adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica”, rappresentativo della valutazione al fair value dei crediti verso la clientela oggetto di macrocopertura, pari a circa un milione di euro nel dicembre 2016 è stato azzerato a seguito della revoca delle coperture perfezionatasi nel primo trimestre 2017.

Partecipazioni La voce è costituita dalle partecipazioni di minoranza detenute nelle seguenti Società del Gruppo:  UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A., pari al 4,31% del capitale sociale;  UBI Academy S.c.r.l., pari al 3% del capitale sociale.

Non sono intervenute variazioni rispetto all’esercizio di raffronto.

Altre voci dell’attivo Le immobilizzazioni materiali, rappresentate da mobili e arredi, macchine d’ufficio ed apparecchiature, ammontano a 1,5 milioni di euro e risultano in lieve diminuzione rispetto al fine anno precedente. La variazione dell’esercizio è attribuibile agli ammortamenti, pari a 0,4 milioni di euro, nonché all’acquisizione di nuove immobilizzazioni per l’allestimento delle filiali (essenzialmente mobili e arredi, arredamenti e insegne ma anche bussole blindate e impianti di allarme). Si ricorda che la Banca non possiede immobili e terreni di proprietà.

Le immobilizzazioni immateriali ammontano a 41,8 milioni di euro, in diminuzione rispetto a dicembre 2016 quale effetto dell’ammortamento delle attività a vita utile definita (software ed intangibles), pari a 0,4 milioni di euro. La voce è costituita da avviamento (41,8 milioni di euro) originatosi dalle diverse operazioni di aggregazione aziendale, infragruppo e non, nonché da software correlati ai sistemi di strong authentication (Token) per 29 migliaia di euro. Per maggiori informazioni si rinvia a quanto specificato nella “Parte A – Politiche Contabili – Sezione 4 – Altri aspetti – Impairment test degli avviamenti” ed alla “Nota Integrativa – Sezione 12 – Attività Immateriali”.

Le altre attività ammontano a 66,9 milioni di euro e registrano un lieve aumento rispetto ai 66,1 milioni registrati alla fine dell’anno precedente. Si ricorda che in tale voce trovano rappresentazione le partite connesse alle operazioni di Covered Bond che rappresentano il disallineamento temporale tra gli incassi dei mutui oggetto di cessione e l’ammortamento dei finanziamenti erogati alla Società Veicolo. Per ulteriori dettagli si rimanda alla “Nota Integrativa – Sezione 15 – Altre attività” ed alle informative dedicate nella “Nota Integrativa – Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche contabili – Sezione 1 – Rischio di credito”.

35

Raccolta da clientela A dicembre 2017, i mezzi amministrati della clientela si sono attestati a 12.628,4 milioni di euro, evidenziando un aumento del 4,2% rispetto alle risultanze del dicembre 2016.

Massa amministrata (valori in migliaia di euro)

Var. dicembre ‘17 / dicembre ‘16 31/12/2017 31/12/2016 Assolute %

Raccolta diretta da clientela 2.822.201 2.767.365 54.836 1,98

Debiti verso clientela 2.810.879 2.755.864 55.014 2,00

Titoli in circolazione 11.322 11.501 (179) (1,55)

Raccolta indiretta da clientela 9.806.194 9.357.261 448.933 4,80

di cui: Risparmio gestito 6.571.753 6.195.429 376.324 6,07

TOTALE MEZZI AMMINISTRATI CLIENTELA 12.628.395 12.124.626 503.769 4,15

Raccolta diretta La consistenza della raccolta diretta risulta pari a 2.822,2 milioni di euro, in crescita del 2% rispetto al fine anno precedente, ed esprime un’incidenza percentuale sul totale passivo dell’87,87% (87,07% al 31 dicembre 2016).

La tabella sottostante riporta la composizione dei debiti verso clientela per forma tecnica.

Ripartizione dei debiti verso clientela (valori in migliaia di euro)

Var. dicembre ‘17 / dicembre ‘16 31/12/2017 31/12/2016 Assolute %

Conti correnti e depositi liberi 2.746.948 2.703.771 43.177 1,60

Depositi vincolati 11.614 10.194 1.419 13,92

Finanziamenti 35.055 26.522 8.533 32,17

- Pronti contro termine passivi 27.614 18.729 8.885 47,44

- Altri 7.441 7.793 (352) (4,51)

Altri debiti 17.261 15.376 1.885 12,26

TOTALE DEBITI VERSO CLIENTELA 2.810.879 2.755.864 55.014 2,00

I debiti verso clientela, ammontano a 2.810,9 milioni di euro rilevando un incremento di 55 milioni di euro rispetto alle evidenze dell’esercizio di raffronto. La variazione è ascrivibile principalmente alle dinamiche delle giacenze dei “Conti correnti e depositi liberi”, rappresentativi del 97,73% del totale dell’aggregato in analisi, che evidenziano una crescita dell’1,6%, pari in termini assoluti a 43,2 milioni di euro.

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Ripartizione dei titoli in circolazione (valori in migliaia di euro)

Var. dicembre ‘17 / dicembre ‘16 31/12/2017 31/12/2016 Assolute %

Prestiti obbligazionari 11.322 11.501 (179) (1,55)

di cui Prestiti obbligazionari sottoscritti dalla Capogruppo 10.005 10.005 - -

TOTALE TITOLI IN CIRCOLAZIONE al netto infragruppo 1.318 1.496 (178) (11,93)

I titoli in circolazione sottoscritti dalla clientela, al netto dei riacquisti, sono pari a 1,3 milioni di euro in diminuzione di 0,2 milioni di euro rispetto a dicembre 2016. La voce in commento comprende un prestito obbligazionario subordinato dal valore nominale di 10 milioni di euro, sottoscritto dalla Capogruppo in data 27 marzo 2014.

Raccolta indiretta (valori in migliaia di euro)

Var. dicembre ‘17 / dicembre ‘16 Incidenza Incidenza 31/12/2017 31/12/2016 % % Assolute %

- In amministrazione 3.234.441 32,98 3.161.832 33,79 72.609 2,30

- Risparmio gestito 6.571.753 67,02 6.195.429 66,21 376.324 6,07

Gestioni di Patrimoni Mobiliari 222.519 2,27 217.070 2,32 5.448 2,51

Fondi Comuni di investimento e Sicav 5.148.840 52,51 4.888.169 52,24 260.671 5,33

Prodotti assicurativi 1.200.394 12,24 1.090.190 11,65 110.204 10,11

CLIENTELA ORDINARIA 9.806.194 100,00 9.357.261 100,00 448.933 4,80

TOTALE RACCOLTA INDIRETTA 9.806.194 9.357.261 448.933 4,80

Al 31 dicembre 2017 la raccolta indiretta, ai valori di mercato, è risultata pari a 9.806,2 milioni di euro, in crescita del 4,8% rispetto alle evidenze registrate a fine 2016, mostrando un rialzo generalizzato di tutti i comparti che ne compongono l’aggregato. Nel dettaglio, il risparmio amministrato si attesta a 3.234,4 milioni di euro, presentando un incremento dello stock del 2,3% pari in termini assoluti a 72,6 milioni di euro, ed il risparmio gestito, favorito dal contesto di mercato, raggiunge la quota di 6.571,8 milioni di euro, evidenziando una ripresa del 6,1%, pari a 376,3 milioni di euro. Relativamente a quest’ultimo il trend di sviluppo positivo è generato da un incremento di Fondi e Sicav per circa 260,7 milioni di euro, nonché dalla crescita dello stock dei prodotti assicurativi per 110,2 milioni di euro e delle gestioni patrimoniali per 5,4 milioni di euro. A seguito degli effetti sovra menzionati l’incidenza percentuale del comparto gestito sul totale della raccolta indiretta, si attesta al 67,02%, risultando in lieve aumento rispetto al 66,21% di fine 2016.

Passività finanziarie ed altre voci del passivo Al 31 dicembre 2017, le passività presentano le seguenti dinamiche:  i derivati di copertura, rappresentativi del fair value negativi di copertura dei mutui, che si attestavano a 1,1 milioni di euro a dicembre 2016 risultano azzerati nell’esercizio in commento per effetto della revoca delle coperture perfezionatasi al termine del primo trimestre 2017;  le altre passività ammontano a 33,7 milioni di euro, in aumento rispetto ai 29 milioni di euro rilevati al termine del precedente esercizio.

37

Patrimonio netto Il patrimonio netto della Banca, non considerando la perdita d’esercizio, che ammonta a 5,4 milioni, evidenzia un saldo di 144,6 milioni di euro. Si precisa che la perdita dell’esercizio 2016, pari a 6,9 milioni di euro è stata coperta mediante l’utilizzo della riserva straordinaria a seguito dell’approvazione del Bilancio d’esercizio da parte dell’Assemblea dei soci avvenuta in data 28 febbraio 2017. Le riserve da valutazione hanno determinato nell’esercizio, un incremento di patrimonio pari a 0,5 milioni di euro. Non sono intervenute variazioni nel capitale sociale che ammonta a 68 milioni, ripartito in n. 22.650.000 azioni ordinarie del valore nominale di 3 euro ciascuna, totalmente detenute dalla Capogruppo.

Per maggiori informazioni si rimanda ai “Prospetti contabili - Prospetti delle variazioni del patrimonio netto”, alla “Nota Integrativa - Informazioni sullo stato patrimoniale - Sezione 14 - Patrimonio d’Impresa” nonché alla “Nota Integrativa - Parte F - Informazioni sul patrimonio”.

38

Informazioni sul Conto Economico riclassificato

Il margine di interesse si è attestato a 17,3 milioni di euro, in calo del 27,8% rispetto ai 24 milioni registrati nell’anno precedente.

Var. dicembre '17 / dicembre '16 31/12/2017 31/12/2016 Assolute %

Margine Clientela 6.938 8.992 (2.054) (22,84)

di cui Comparti IW Special (953) (1.992) 1.039 (52,17)

Margine Tesoreria 12.003 17.342 (5.339) (30,79)

di cui Liquidità c/o la Capogruppo a fronte di raccolta "IW Special" da clientela 60 447 (388) (86,68)

Altri interessi (1.595) (2.301) 706 (30,68)

TOTALE MARGINE D'INTERESSE 17.346 24.033 (6.687) (27,82)

Il margine clientela ammonta a 6,9 milioni di euro contro i 9 milioni di euro rilevati nel dicembre di raffronto. La variazione negativa è essenzialmente riconducibile alla contrazione dei crediti a medio e lungo termine sia a livello di redditività che di volumi, conseguente all’accordo di distribuzione di mutui erogati dalla Capogruppo in sostituzione di quella diretta effettuata in precedenza dalla Banca. Tale effetto negativo risulta solo parzialmente mitigato dalla flessione dei costi, sia in termini di stock che di rendimenti, connessi alla raccolta effettuata nei comparti c.d. “IW Special”. Il margine di tesoreria ha dato luogo ad un flusso netto positivo pari a 12 milioni di euro, in contrazione rispetto ai 17,3 milioni di euro del dicembre 2016, sostanzialmente correlato alla dinamica degli impieghi. Nel dettaglio si rileva: • una flessione della redditività associata alla componente obbligazionaria (-44 bps), cui si contrappone una crescita dei volumi; • una minor liquidità reinvestita presso la Capogruppo derivante dalla raccolta effettuata dai prodotti “IW Special” collocati antecedentemente all’operazione di fusione effettuata nel corso del 2015 e quale effetto del naturale decalage degli stessi; • una diminuzione dei depositi attivi sottoscritti con la Capogruppo, in quanto giunti a naturale scadenza, con un impatto in termini di minori interessi attivi per circa 0,9 milioni di euro.

La voce residuale “Altri interessi” è rappresentata principalmente dall’impatto negativo derivante dal rilascio del Fair Value Adjustment residuo dei mutui chiusi per estinzione anticipata o passaggio a sofferenze, rientranti nel perimetro di revisione della strategia di copertura del rischio tasso.

Le commissioni nette, il cui ammontare è pari a 60,5 milioni di euro, risultano in aumento di circa 5,2 milioni di euro (+9,5% rispetto a dicembre 2016). In particolare, i “servizi di gestione, intermediazione e consulenza” al netto delle corrispondenti voci passive, evidenziano:  un incremento delle commissioni derivanti dal collocamento di fondi e Sicav, cui si contrappone una flessione delle provvigioni collegate al comparto assicurativo;  una performance positiva delle commissioni di mantenimento derivanti dallo stock di fondi e Sicav, riscontrabile, in misura meno significativa anche nella redditività degli asset di raccolta assicurativa;  una sensibile contrazione delle commissioni nette da trading a seguito della forte riduzione della volatilità dei mercati finanziari sui minimi storici;  un contributo positivo dall’attività di collocamento di strumenti finanziari “Certificates” effettuata a valere sul 2017.

Per quanto attiene i flussi reddituali generati dall’attività bancaria tradizionale si rileva una diminuzione dei comparti “conti correnti”, “commissioni su altri finanziamenti”, “sistema dei pagamenti” ed “estero”, mentre risultano in controtendenza il comparto del “collocamento di

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prodotti e servizi di terzi” e della “monetica”, seppure quest’ultima presenti un trend ancora negativo.

L’attività di negoziazione e di copertura registra un saldo pari a 17 migliaia di euro contro 5,5 milioni di euro dell’esercizio di raffronto. Si rammenta che il risultato 2016 comprendeva l’utile derivante dalla cessione del titolo azionario Visa pari a circa 5,9 milioni di euro.

Gli altri oneri/proventi di gestione, negativi per 0,8 milioni di euro, contro un saldo positivo pari a un milione di euro registrato nell’anno precedente, rappresentano una voce residuale nella quale confluiscono costi e ricavi di varia natura, non classificabili nelle altre componenti del risultato operativo, ad esclusione dei recuperi di imposte che sono portati in diminuzione della corrispondente sottovoce delle altre spese amministrative. Il risultato dell’esercizio comprende circa 1,4 milioni di euro di maggiori perdite riconducibili a cause passive non coperte da fondi precostituiti e a transazioni con la clientela.

A seguito delle dinamiche sopra esposte, i proventi operativi si sono attestati a 77,1 milioni di euro, in flessione del 10,2% rispetto all’anno precedente.

Sul versante dei costi, le spese per il personale, pari a 21,3 milioni di euro, risultano in aumento di 0,9 milioni di euro rispetto al dicembre 2016. La voce recepisce l’onere, pari a 734 migliaia di euro (257 migliaia nell’esercizio di raffronto), quale incentivo all’esodo per le uscite volontarie di personale previste dal Piano Industriale di Gruppo. Al netto di tali impatti, qualificabili come non ricorrenti, le spese per il personale rilevano un incremento di 0,4 milioni rispetto al 2016 attestandosi a 20,6 milioni di euro quale effetto dell’evoluzione delle retribuzioni (scatti, promozioni e premio aziendale).

Le altre spese amministrative, sono pari complessivamente a 52 milioni di euro, in flessione di 12,9 milioni rispetto al dicembre precedente. Dall’analisi dell’aggregato, i risparmi principali si evidenziano nelle voci “Canoni servizi resi a Società del Gruppo”, “Servizi in outsourcing”, “Servizi professionali e consulenze” e “Pubblicità e promozione”; quest’ultima voce risulta interessata nell’esercizio dai costi per la “campagna finanziamenti”, mentre il 2016 risultava interessato dalla contabilizzazione dei costi connessi all’operazione a premi denominata “Adwantage” per circa 2,2 milioni di euro oltre ad alcune campagne promozionali tra le quali si ricorda SKY, Amazon, Pc Acer ed MgM. Si ricorda inoltre che la voce “Canoni per servizi resi da Società del Gruppo” conteneva nell’anno precedente, circa 1,1 milioni di euro, quali maggiori oneri per incentivi all’esodo previsti da Piano Industriale di Gruppo in capo ad UBI Sistemi e Servizi. In controtendenza si segnalano le “Spese per recupero crediti”, le “Manutenzioni immobili e impianti” ed i “Contributi associativi”. In relazione ai “Contributi associativi” essi comprendono la contribuzione ordinaria al Fondo di Risoluzione Unico Europeo pari a 17 migliaia di euro (43 migliaia di euro a dicembre 2016) e il contributo ordinario al DGS “Deposit Guarantee Schemes” per 1.597 migliaia di euro (1.405 migliaia a valere sull’anno precedente). Si ricorda che nell’esercizio di raffronto la voce accoglieva anche la contribuzione straordinaria ai Sistemi di Garanzia, pari a 100 migliaia di euro, oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico.

Nella tabella seguente vengono indicate composizione e variazioni delle macrovoci componenti l’aggregato.

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Altre spese amministrative: composizione (valori in migliaia di euro)

Var. dicembre ‘17 / dicembre ‘16 31/12/2017 31/12/2016 Assolute %

Affitti passivi (5.354) (5.674) 320 (5,64)

Servizi professionali e consulenze (2.437) (4.019) 1.583 (39,37)

Canoni di locazione HW, SW e altri beni (207) (201) (5) 2,71

Manutenzione HW, SW e altri beni (441) (531) 90 (16,96)

Conduzione immobili (1.032) (1.253) 221 (17,65)

Manutenzione immobili ed impianti (500) (423) (77) 18,22

Contazione, trasporto e gestione valori (81) (90) 9 (9,76)

Contributi associativi (2.583) (2.230) (353) 15,85

Informazioni e visure (54) (59) 4 (7,22)

Periodici e volumi (15) (24) 8 (35,09)

Postali (216) (383) 167 (43,63)

Premi assicurativi (786) (893) 107 (11,99)

Pubblicità e promozione (1.833) (6.464) 4.631 (71,64)

Spese di rappresentanza (26) (33) 7 (20,78)

Telefoniche e trasmissione dati (5.441) (5.389) (52) 0,96

Servizi di outsourcing (1.319) (3.134) 1.816 (57,93)

Spese di viaggio (174) (286) 112 (39,17)

Spese per recupero crediti (129) (59) (70) n.s.

Stampati, cancelleria e mat. di consumo (379) (531) 152 (28,64)

Trasporti e traslochi (267) (259) (8) 3,21

Vigilanza (153) (181) 28 (15,47)

Altre spese (37) (37) - (1,19)

Canoni servizi resi da Società del Gruppo (28.072) (32.339) 4.266 (13,19)

Imposte indirette (16.137) (15.656) (481) 3,07

Totale (67.674) (80.148) 12.474 (15,56)

Riclassifica "recuperi di imposte" 15.689 15.266 423 2,77

TOTALE ALTRE SPESE AMMINISTRATIVE (51.984) (64.882) 12.898 (19,88)

Le rettifiche di valore su attività materiali ed immateriali pari a 0,9 milioni di euro risultano fondamentalmente in linea con quanto rilevato nell’anno precedente, e sono costituite da ammortamenti su attività materiali di proprietà ad uso funzionale, immateriali e migliorie su beni di terzi.

Complessivamente, gli oneri operativi ammontano a 74,2 milioni di euro, in calo del 14% rispetto al dicembre precedente. Al netto degli eventi non ricorrenti, evidenziati nelle voci precedentemente dettagliate, il decremento risulterebbe pari al 14,5%, pari a 12,4 milioni di euro.

Quale sintesi dell’evoluzione complessiva dell’attività della Banca, il risultato della gestione operativa, si attesta ad un valore positivo di 2,9 milioni di euro, contro un negativo di 0,5 milioni di euro evidenziato al 31 dicembre 2016. Escludendo le poste non ricorrenti l’esercizio in commento registrerebbe un risultato positivo di 3,6 milioni di euro.

Le rettifiche/riprese nette di valore per deterioramento di crediti ammontano a 1,6 milioni di euro. In particolare le rettifiche di valore su crediti non performing risultano principalmente composte dalle rettifiche apportate ad esposizioni verso controparti classificate a sofferenze (pari a 1,3 milioni di euro); l’impatto della valutazione sui crediti in bonis risulta negativo per 40 migliaia di euro. Complessivamente il costo del credito si attesta allo 0,27%, contro lo 0,49% dell’esercizio di raffronto.

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Le rettifiche/riprese nette di valore per deterioramento di altre attività/passività evidenziano un impatto negativo pari a 2,3 milioni di euro (0,1 milioni nel dicembre scorso) e comprendono la valutazione dei crediti di firma, che ammontano a circa 50,8 milioni di euro con un livello di copertura dello 0,44%, nonché gli impatti derivanti dall’intervento di sostegno deliberato dallo schema volontario F.I.T.D. complessivamente pari a 2,2 milioni di euro, oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico. Per maggiori informazioni si rinvia alla “Parte A – Politiche Contabili – Sezione 4 – Altri aspetti – Valutazione quota di adesione allo Schema Volontario del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi”.

Gli accantonamenti netti al fondo per rischi e oneri ammontano a circa 5,6 milioni di euro, +0,6 milioni rispetto al 2016. Il dato dell’esercizio accoglie gli accantonamenti posti a presidio di controversie sorte con la clientela, relativamente alle prestazioni connesse ai servizi di investimento ed a contratti bancari, nonché al Sistema di Fidelizzazione dei Consulenti Finanziari ed alla valutazione attuariale dell’indennità suppletiva di clientela.

L’operatività corrente al lordo delle imposte, in seguito alle dinamiche sopra descritte, evidenza un risultato negativo pari a 6,6 milioni di euro, contro una perdita pari a 8,7 milioni di euro rilevata a dicembre 2016 (al netto delle componenti non ricorrenti il risultato negativo si sarebbe attestato rispettivamente a 3,6 milioni e 8,1 milioni di euro).

Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente rilevano un positivo di 1,1 milioni di euro (0,2 al netto degli effetti fiscali connessi agli eventi non ricorrenti sopracitati).

La perdita d’esercizio risulta pari a 5,4 milioni di euro (3,4 milioni di euro normalizzata).

Per effetto delle dinamiche sopra descritte e delle variazioni delle riserve da valutazione registrate nell’esercizio, la redditività complessiva si è attestata ad un risultato negativo di circa 5 milioni di euro, contro un dato, anch’esso negativo, di circa 12 milioni di euro del dicembre 2016. Per ulteriori dettagli si rinvia ai “Prospetti contabili - Prospetto della Redditività Complessiva”.

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L’attività di ricerca e sviluppo

Considerata la natura bancaria del Gruppo, le attività di Ricerca, Sviluppo e Innovazione sono prevalentemente indirizzate a studiare la possibile applicazione delle novità tecnologiche nei rapporti con la clientela, per migliorare e/o ampliare l’offerta di prodotti/servizi, così come nei processi interni aziendali, per semplificarli e renderli più efficienti. Tali attività sono gestite in modalità accentrata da UBI Sistemi e Servizi.

Nel corso del 2017 è stata istituita una nuova unità organizzativa all’interno di UBI Sistemi e Servizi esclusivamente dedicata alla gestione dell’innovazione; la nuova struttura ha l’obiettivo di gestire i temi a maggior contenuto innovativo e garantire lo scouting sui principali trend tecnologici ispirandosi ai principi ed alle metodologie tipiche dell’Open Innovation.

Nell’esercizio è stato avviato un approccio strutturato nella collaborazione con l’ecosistema delle fintech, in particolare il Gruppo ha avviato la partecipazione come sponsor a due iniziative di acceleratori di fintech a Milano e a Londra ed ha iniziato a sviluppare un network di contatti con acceleratori, incubatori e broker a livello internazionale.

Le principali tematiche innovative gestite in corso d’anno sono state: l’intelligenza artificiale, l’open banking, la blockchain24 e l’innovazione della filiale.

L’ambito di ricerca e sperimentazione sull’intelligenza artificiale, avviato in corso d’anno, ha visto la ricerca di partner per sviluppare soluzioni e casi d’uso. Sono state realizzate sperimentazioni volte a testare la tecnologia delle interfacce conversazionali sia in forma di testo che vocale. In particolare, la tecnologia è stata utilizzata per realizzare un assistente virtuale – chatbot – che ha fornito supporto ai colleghi delle Nuove Banche nel corso del progetto di migrazione dei sistemi informativi su quelli di UBI Banca, oltre ad alcuni proof of concept per l’utilizzo della tecnologia sui clienti finali. Le attività di ricerca sono focalizzate su due linee di sviluppo: supporto alla clientela della Banca e assistenza interna ai colleghi del Gruppo sulle attività operative.

La conformità alla normativa PSD2 è solo l’elemento di partenza per una strategia di più ampio respiro che vede il Gruppo dotarsi di sistemi e di una governance che permetterà di cogliere le opportunità che l’apertura dei dati da parte delle banche a terze parti può offrire. In corso d’anno l’attività si è focalizzata sulla ricerca e definizione della piattaforma applicativa che verrà sviluppata nel 2018 per la gestione e monetizzazione dei servizi di scambio dei dati con l’esterno: le Application Programming Interface (API).

In tema blockchain, a prosecuzione dei risultati positivi ottenuti nel 2016 con la sperimentazione della tecnologia per la gestione delle transazioni UBI PAY, nel 2017 si è lavorato per sviluppare casi d’uso con relazioni e transazioni con altri istituti bancari. Il Gruppo ha sponsorizzato e preso parte a due iniziative di natura consortile con tutti i principali istituti bancari italiani volte a creare la prima blockchain di sistema tra banche italiane con lo sviluppo dei primi casi d’uso prevista nel corso del 2018.

Per quanto concerne la branch innovation, a inizio anno, sono state aperte al pubblico le prime due filiali pilota nelle quali sono stati inseriti diversi nuovi elementi di innovazione tecnologica che hanno affiancato un nuovo modello di servizio della clientela ed un innovativo layout di filiale. Gli elementi tecnologici sono stati testati in corso d’anno e confermati nel modello che verrà utilizzato per realizzare le previste future ristrutturazioni. Casse Self Assistite che permettono al cliente di gestire in autonomia in filiale la maggior parte delle operazioni di cassa, tablet ad uso della clientela per favorire la digital migration, grandi schermi per la comunicazione, wi-fi per la clientela, postazioni flessibili dei consulenti, video room per abilitare l’assistenza di specialisti remoti oltre alla continua estensione della tecnologia

24 È la tecnologia emergente – su cui si basa Bitcoin – che permette di scambiare via internet, in modalità distribuita e protetta, informazioni, pagamenti, beni e servizi. Blockchain è un database di transazioni sicuro, condiviso tra tutti i partecipanti all’interno di una rete definita di utilizzatori; registra ed archivia qualunque transazione che avviene nel network, eliminando la necessità di una terza parte centralizzata e “fidata”.

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paperless. Le attività di innovazione proseguono con la ricerca di ulteriori elementi tecnologici da utilizzare nelle filiali per fornire alla clientela una customer experience sempre più personale e distintiva.

Ambiente di lavoro Per quanto riguarda le tematiche disciplinate dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) si rinvia al capitolo “Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca”, mentre gli aspetti di responsabilità ambientale sono trattati nell’ambito dell’informativa sulla responsabilità sociale e ambientale contenuta nel capitolo “Altre informazioni”.

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Rapporti contrattuali con Società del Gruppo

Conformemente alla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 emanata dalla Banca d’Italia, IV° aggiornamento del 15 dicembre 2015, ed ai sensi dello IAS 24, il commento e le informazioni relative ai rapporti patrimoniali ed economici con le imprese del Gruppo e parti correlate è stato inserito in Nota Integrativa, parte H, alla quale si rimanda.

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Altre informazioni

Informativa su azioni proprie e di Controllanti art. 2428 cc. Si rileva che la Banca non ha effettuato, a valere sul portafoglio titoli di proprietà, operazioni di acquisto e/o vendita di azioni proprie, né di quote della Controllante ed a fine esercizio non risultano in portafoglio né azioni proprie né azioni della Controllante.

Aspetti fiscali Sintesi delle novità intervenute nell’esercizio Nel corso dell’anno sono state introdotte numerose misure di carattere fiscale: quelle più significative sono contenute nel Decreto Legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla Legge 21 giugno 2017, n. 96 e nei due interventi normativi che compongono la cosiddetta “manovra di bilancio per l’anno 2018”, ossia il Decreto Legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 dicembre 2017, n. 172 e la Legge 27 dicembre 2017, n. 205 (cd. “Legge di Bilancio 2018”).

Decreto Legge 24 aprile 2017, n. 50 “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo” Il Decreto Legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla Legge 21 giugno 2017, n. 96 contiene diverse disposizioni che interessano gli enti creditizi e finanziari. In particolare, devono essere segnalati i seguenti interventi normativi:  è stato significativamente esteso l’ambito soggettivo di applicazione dello speciale meccanismo denominato “scissione dei pagamenti” o “split payment” per la corresponsione all’Erario dell’IVA esposta in fattura. Dal 1° luglio 2017 il meccanismo si applica anche alle cessioni di beni ed alle prestazioni di servizi effettuate nei confronti delle società quotate inserite nell’indice FTSE MIB di Borsa italiana e, quindi, anche nei confronti di UBI Banca S.p.A., unica società del gruppo UBI ad essere soggetta alle disposizioni dello “split payment”. Ciò ha dato luogo alla necessità di intervenire sulle procedure informatiche per adeguarle alla novità normativa, anche sulla base delle indicazioni contenute nel decreto attuativo emesso in data 27 giugno 2017;  è stato ridotto il termine concesso dalla legge per detrarre l’IVA assolta sugli acquisti di beni e servizi. Per effetto delle modifiche (che trovano applicazione alle sole fatture e bollette doganali emesse a far tempo dal 1° gennaio 2017), il diritto alla detrazione può essere esercitato, al più tardi, con la dichiarazione IVA relativa all’anno in cui lo stesso è sorto;  sono state introdotte delle regole più restrittive per la compensazione dei crediti di imposta, volte a contrastare eventuali indebite compensazioni;  sono state rideterminate le aliquote applicabili al rendimento del capitale nozionale proprio, da utilizzare per il calcolo dell’agevolazione denominata “aiuto alla crescita economica” (ACE);  per gli atti notificati a decorrere dal 1° gennaio 2018, è stato esteso l’ambito applicativo dell’istituto del reclamo e della mediazione tributaria alle controversie di valore non superiore a 50 mila euro;  è stata introdotta la possibilità di definire in via agevolata (escluso il pagamento di sanzioni ed interessi di mora) le controversie tributarie pendenti in ogni stato e grado di giudizio (compreso quello presso la Corte di Cassazione e anche a seguito di rinvio) in cui sia controparte l’Agenzia delle Entrate ed in relazione alle quali il deposito del ricorso introduttivo sia avvenuto entro il 24 aprile 2017;  è stato introdotto un credito d'imposta, a far tempo dall’anno 2018, per le imprese che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali a determinati limiti e condizioni;  è stato prorogato al 31 dicembre 2017 il termine di sospensione delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati percepiti dai contribuenti localizzati nei comuni interessati dagli eventi sismici del 2016 e 2017;

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 è stata modificata la disciplina del cd. “transfer pricing”, eliminando la necessità di far riferimento al criterio domestico del valore normale nella valutazione delle componenti reddituali relative ad operazioni poste in essere con soggetti non residenti che direttamente o indirettamente controllano l’impresa residente, ne sono controllati, o sono controllati da un soggetto che a sua volta controlla anche l’impresa residente;  sono stati meglio precisati alcuni aspetti applicativi riguardanti il regime fiscale dei piani individuali di risparmio (cd. “PIR”), introdotti dalla Legge di Bilancio 2017.

Decreto Legge 16 ottobre 2017, n. 148 “Disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili” Il Decreto Legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 dicembre 2017, n. 172, contiene diverse disposizioni che interessano gli enti creditizi e finanziari. In particolare, devono essere segnalati i seguenti interventi normativi:  è stata riproposta la possibilità di estinguere le pendenze tributarie riguardanti i carichi inclusi nei ruoli affidati agli agenti della riscossione, senza dover corrispondere sanzioni, interessi di mora e somme aggiuntive sui contributi previdenziali. La definizione agevolata riguarda i ruoli affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2016, non definiti in precedenza, nonché quelli affidati nel periodo 1° gennaio 2017-30 settembre 2017;  sono state introdotte semplificazioni con riguardo alla comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute (cd. “spesometro IVA”). E’ accordata, a regime, la possibilità di trasmettere la comunicazione con cadenza semestrale, anziché trimestrale, ed è consentito trasmettere i dati dei documenti riepilogativi delle fatture di importo inferiore a 300 euro, registrate cumulativamente;  è stato ulteriormente ampliato il perimetro soggettivo di applicazione del meccanismo dello split payment IVA, con effetto per le operazioni fatturate a partire da gennaio 2018 e, per quanto riguarda le società quotate inserite nell’indice FTSE MIB di Borsa italiana (UBI Banca S.p.A.), è stato previsto che lo split payment si applica laddove si tratti di soggetti identificati ai fini IVA in Italia;  è stato chiarito che il credito d’imposta, introdotto dal Decreto Legge 24 aprile 2017, n. 50 a favore delle imprese che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, è fruibile già a partire dal 2017 (assumono, cioè, rilevanza anche le spese sostenute nel periodo 24 giugno 2016-31 dicembre 2016) e che sono agevolati anche gli investimenti sulla stampa online;  è stato precisato che le disposizioni fiscali contenute nel codice del Terzo settore di cui al Decreto Legislativo 2 agosto 2017, n. 117 sono entrate in vigore a partire da gennaio 2018, quando hanno cessato di avere applicazioni le norme precedenti. In base alle nuove norme, le erogazioni liberali in denaro o in natura effettuate dalle società a favore degli enti del Terzo settore sono deducibili ai fini IRES nel limite del 10% dei reddito complessivo dichiarato, con possibilità di riporto delle eccedenze nei periodi d’imposta successivi, non oltre il quarto. Inoltre, al fine di favorire il finanziamento e il sostegno delle attività solidaristiche svolte dagli enti del Terzo settore, è stato previsto che gli istituti di credito sono abilitati ad emettere specifici “titoli di solidarietà” non soggetti a commissioni di collocamento. Gli emittenti i “titoli di solidarietà” possono effettuare erogazioni liberali agli enti del Terzo settore commisurate all’ammontare nominale collocato dei titoli e, nel caso tali erogazioni siano almeno pari allo 0,60% del predetto ammontare, agli stessi è riconosciuto un credito d’imposta pari al 50% delle erogazioni liberali medesime. Sempre nell’ambito del settore no profit, il Decreto Legislativo 3 luglio 2017, n. 112 ha riformato la disciplina dell’impresa sociale di cui alla Legge 13 giugno 2005, n. 118 e al Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 155, introducendo significative misure fiscali finalizzate alla sua promozione e sviluppo (deduzione IRES del 30% delle somme investite nel capitale di società che abbiano acquisito la qualifica di impresa sociale successivamente al 21 luglio 2017 e che a tale data risultavano costituite da non più di 36 mesi, con previsione che l’investimento massimo deducibile in ciascun periodo d’imposta non può eccedere 1,8 milioni di euro e deve essere mantenuto per almeno tre anni); è stata introdotta una procedura di regolarizzazione delle attività detenute all’estero in violazione degli obblighi di monitoraggio fiscale, rivolta ai soggetti

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fiscalmente residenti in Italia, in precedenza residenti all’estero iscritti all’Aire, ovvero che hanno prestato l’attività lavorativa in via continuativa all’estero in zone di frontiera o in Paesi limitrofi (cosiddetti “frontalieri”). Oggetto della sanatoria sono le attività finanziarie non indicate nella dichiarazione dei redditi e detenute su conti correnti e libretti di risparmio all’estero alla data del 6 dicembre 2017, derivanti dai redditi di lavoro dipendente e di lavoro autonomo, nonché dalla vendita di beni immobili detenuti nello Stato estero di prestazione dell’attività lavorativa. Per la regolarizzazione di tali attività, compresi i redditi rivenienti dalle stesse, è richiesto il versamento di un importo pari al 3% del loro valore al 31 dicembre 2016, a titolo di imposte, sanzioni e interessi. L’istanza di regolarizzazione può essere presentata entro il 31 luglio 2018;  è stato previsto che la tenuta dei registri IVA delle fatture emesse e degli acquisti con sistemi elettronici si considera regolare anche in difetto di trascrizione su supporti cartacei nei termini di legge, a condizione che in sede di accesso, ispezione o verifica tali registri risultino aggiornati sui sistemi elettronici e possano essere stampati a richiesta degli organi procedenti.

Legge 27 dicembre 2017, n. 205 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” (cd. “Legge di Bilancio 2018”) Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 devono essere segnalate le seguenti novità:  sono state disattivate le clausole di salvaguardia che avrebbero, altrimenti, determinato incrementi automatici delle aliquote IVA a partire dal 1° gennaio 2018. Per effetto di ciò, sono state confermate per tutto il 2018 le aliquote IVA del 10% e del 22%, che subiranno incrementi graduali negli anni successivi;  è stata confermata per tutto il 2018 la detrazione IRES/IRPEF delle spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica degli edifici (cosiddetto “eco bonus”). L’agevolazione è fruibile con le stesse modalità e alle stesse condizioni previste per il 2017 e la misura della detrazione è pari al 65%/50% della spesa, a seconda della tipologia di intervento. Sono state introdotte nuove fattispecie di interventi agevolati (interventi di acquisto e posa in opera di micro cogeneratori e di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili). La detrazione è accordata nella maggior misura dell’80%/85% relativamente agli interventi su parti comuni di edifici condominiali ricadenti in zone sismiche finalizzati, congiuntamente, alla riqualificazione energetica e alla riduzione del rischio sismico con passaggio ad una/due classi di rischio inferiore;  è stata confermata per tutto il 2018 la detrazione IRPEF del 50% delle spese sostenute per gli interventi di ristrutturazione edilizia delle unità abitative, nonché relativamente alle spese sostenute per l’acquisto di arredi da destinare agli immobili ristrutturati. Le condizioni e le modalità di fruizione dell’agevolazione sono le medesime del 2017;  sono state confermate per tutto il 2018 le misure di incentivo per gli investimenti in beni strumentali “super-ammortamento” e quelle in favore dei processi di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese in chiave Industria 4.0 “iper ammortamento”. La maggiorazione legata al super-ammortamento è fissata nella misura del 30% del costo di acquisizione dei beni, mentre quella dell’iper ammortamento è confermata nella misura del 150% del loro costo. Restano esclusi dall’agevolazione del super-ammortamento i veicoli aziendali, mentre per coloro che fruiscono dell’iper ammortamento è confermata la maggiorazione, nella misura del 40%, del costo di acquisizione dei beni immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale;  è stato introdotto un credito d’imposta a favore delle imprese che nel corso del 2018 sostengono spese di formazione per il personale dipendente nell’ambito delle tecnologie previste dal piano nazionale Impresa 4.0. Il credito d’imposta è concesso in misura pari al 40% del costo orario del personale occupato in attività di formazione, fino all’importo massimo di 300 mila euro per ciascun beneficiario;  è stato previsto che i piani individuali di risparmio (PIR) possono effettuare investimenti anche in strumenti finanziari emessi da imprese che svolgono attività immobiliare;  è stata accordata la possibilità di fruire del regime agevolato di cui all’articolo 15 del Decreto legge 29 novembre 2008 n. 185 anche con riferimento agli acquisti di partecipazioni di controllo in società non residenti perfezionati a partire dal periodo

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d’imposta 2017. In base a tale norma, è consentito il riconoscimento ai fini fiscali “riallineamento”, con il pagamento di un’imposta sostitutiva, dei maggiori valori risultanti da operazioni straordinarie, attribuiti in bilancio all’avviamento, ai marchi d’impresa e ad altre immobilizzazioni immateriali;  è stato riformulato l’articolo 20 del Decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986 n. 131 in tema di interpretazione degli atti portati alla registrazione, prevedendo che l’imposta di registro deve essere applicata sulla base della natura e degli effetti giuridici che gli stessi determinano, prescindendo dagli atti ad essi collegati. Eventuali vantaggi fiscali potranno, eventualmente, essere valutati sotto il profilo dell’abuso del diritto;  è stata prevista una specifica disciplina tributaria sulle plusvalenze derivanti dalla vendita delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti in sostituzione dei premi di produttività soggetti ad imposta sostitutiva. E’ stabilito che la plusvalenza imponibile è pari alla differenza tra il prezzo di vendita delle azioni ed il valore del premio di risultato sostitutivo;  a partire dal 2019 sarà introdotto un sistema generalizzato di fatturazione elettronica obbligatoria per i soggetti IVA residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, con la veicolazione delle fatture attraverso il Sistema di Interscambio gestito dall’Agenzia delle Entrate. Sempre a partire dal 2019, dovranno essere comunicati all’Agenzia delle Entrate i dati delle operazioni effettuate con soggetti esteri, non documentate con bolletta doganale o veicolate tramite il Sistema di Interscambio;  è stata rinviata al periodo d’imposta 2018 l’entrata in vigore degli indici sintetici di affidabilità fiscale, che andranno a sostituire progressivamente gli studi di settore;  è stato fissato al 31 ottobre 2018 il termine per presentare i modelli Redditi, IRAP e 770 riferiti al periodo d’imposta 2017;  sono state recepite le indicazioni comunitarie contenute nella sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 17 settembre 2014, n. C-7/13, in base alla quale le operazioni intercorse tra una casa madre e una sua stabile organizzazione estera si considerano operazioni rilevanti ai fini IVA nel momento in cui una delle due entità partecipa a un gruppo IVA;  a partire dal 1° marzo 2018 è stato previsto che il blocco dei pagamenti disposti dalle pubbliche amministrazioni in presenza di somme iscritte a ruolo a carico dei beneficiari scatta per tutti i pagamenti di importo superiore a 5 mila euro ed opera per sessanta giorni;  è stata accordata all’Agenzia delle Entrate la possibilità di sospendere, fino ad un massimo di trenta giorni, l’esecuzione dei pagamenti a mezzo modello F24 in presenza di importi a credito portati in compensazione che presentano profili di rischio;  è stata confermata la possibilità per le persone fisiche e gli enti non commerciali di rideterminare il costo fiscale di acquisto di terreni e partecipazioni non quotate posseduti alla data del 1° gennaio 2018, con il pagamento di un’imposta sostitutiva;  è stato modificato il trattamento fiscale dei redditi di capitale e dei redditi diversi derivanti da partecipazioni qualificate detenute da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa. Tali redditi soggiacciono al regime di imposizione sostitutiva, con aliquota del 26%, già previsto per la tassazione degli utili e delle plusvalenze rivenienti da partecipazioni non qualificate. Il nuovo regime si applica agli importi percepiti a titolo di dividendo a partire dal 1° gennaio 2018, mentre per i redditi diversi le nuove regole riguarderanno le plusvalenze realizzate a partire dal 1° gennaio 2019. Agli utili da partecipazioni qualificate prodotti fino all’esercizio in corso al 31 dicembre 2017, per i quali la distribuzione è deliberata fino al 31 dicembre 2022, continuano ad applicarsi le regole previgenti;  sono state apportate modifiche al regime di tassazione dei dividendi relativi a partecipazioni in società controllate residenti in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, prevedendo che gli stessi sono esclusi dalla formazione del reddito della società o dell’ente ricevente per il 50% del loro ammontare, a condizione che sia dimostrato, anche tramite interpello, l’effettivo svolgimento da parte della società non residente di un’attività industriale o commerciale, come principale attività, nel Paese a tassazione privilegiata. E’ stato, inoltre, introdotto un criterio di maturazione al fine di verificare se l’utile provenga o meno da società residenti o localizzate in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, stabilendo che gli utili percepiti a decorrere dal 2015 e

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maturati in periodi d’imposta precedenti si considerano provenienti da Stati o territori a regime fiscale privilegiato se le società estere partecipate erano ivi localizzate nel momento in cui gli utili sono maturati, a prescindere dalla loro localizzazione all’atto della distribuzione degli stessi utili. Tale criterio si applica anche in relazione agli utili maturati a partire dal periodo d’imposta 2015 ed in tal caso sono considerati privilegiati i Paesi con un livello nominale di tassazione inferiore al 50% di quello applicabile in Italia;  è stata ridefinita la nozione di stabile organizzazione ai fini delle imposte sui redditi, prevedendo che si è in presenza di una stabile organizzazione personale qualora un soggetto agisca nel territorio dello Stato per conto di un’impresa non residente e abitualmente concluda contratti, od operi a tal fine, senza modifiche sostanziali da parte dell’impresa;  è stata istituita un’imposta sulle transazioni digitali “web tax” relative a prestazioni di servizi rese tramite mezzi elettronici a favore di soggetti residenti (comprese le stabili organizzazioni in Italia di soggetti non residenti), che rivestono la qualifica di sostituto d’imposta. L’imposta si applicherà nei confronti dei prestatori di servizi che nel corso di un anno solare eseguano un numero complessivo di transazioni superiore a 3 mila unità e sarà pari al 3% del valore di ogni singola transazione, indipendentemente dal luogo di conclusione della stessa. Il prelievo sarà operato dal committente all’atto del pagamento del corrispettivo.

Decreto Ministero dell’Economia e delle Finanze 23 febbraio 2017 in tema di “country by country reporting” Il Decreto ministeriale ha attuato le disposizioni contenute nella Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di Stabilità 2016), con le quali è stato introdotto nell’ordinamento italiano il cd. “country by country reporting” previsto a livello OCSE, in base al quale, a far tempo dall’anno 2017, i gruppi di imprese multinazionali sono tenuti a fornire all’Agenzia delle Entrate determinate informazioni di natura quantitativa sulla propria attività transnazionale. A sua volta, l’Agenzia delle Entrate deve trasmettere le informazioni ricevute alle amministrazioni fiscali degli altri Stati membri dell’Unione Europea. A regime, il “country by country reporting” consentirà alle varie amministrazioni finanziarie di accedere, in modo tempestivo e sintetico, ai principali dati quantitativi dei gruppi multinazionali, così da migliorare il processo di valutazione dei rischi connessi ai prezzi di trasferimento e l’utilizzo delle risorse disponibili nelle attività di controllo. In data 28 novembre 2017 e 11 dicembre 2017 sono stati emanati due provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle Entrate a completamento del sistema di “country by country reporting”. Nello specifico, con il primo provvedimento l’Agenzia delle Entrate ha definito le istruzioni, le modalità e le scadenze da rispettare per la trasmissione annuale della rendicontazione paese per paese. Con il secondo provvedimento l’Agenzia ha chiarito che le comunicazioni sulle imposte e le attività dei gruppi multinazionali relative al primo anno di rendicontazione (concernenti, cioè, il periodo d’imposta di rendicontazione che inizia il 1° gennaio 2016, o successivamente, e termina prima del 31 dicembre 2016) sono validamente presentate se inviate all’Agenzia delle entrate entro sessanta giorni a decorrere dall’11 dicembre 2017.

Provvedimento direttore Agenzia delle Entrate prot. n. 47944 del 9 marzo 2017 in tema di adempimenti legati all’imposta sulle transazioni finanziarie - Provvedimento direttore Agenzia delle Entrate prot. n. 294475 del 15 dicembre 2017, che ha approvato il modello FTT per la dichiarazione dell’imposta sulle transazioni finanziarie Il provvedimento prot. n. 47944 del 9 marzo 2017 è intervenuto sulla disciplina dell’imposta sulle transazioni finanziarie, quali i trasferimenti di proprietà di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi, le operazioni su strumenti finanziari derivati e altri valori mobiliari e le negoziazioni ad alta frequenza, per precisare gli adempimenti dichiarativi e i relativi obblighi strumentali connessi alla gestione dell’imposta. Tra gli adempimenti introdotti dal provvedimento, merita di essere menzionato il nuovo obbligo di registrazione - a far tempo dal giorno 1° giugno 2017 - della maggior parte delle operazioni esenti o escluse dall’imposta sulle transazioni finanziarie sugli appositi registri previsti dalla normativa in questione. Le modifiche apportate alla disciplina dell’imposta sulle

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transazioni finanziarie hanno comportato la necessità di adeguare i sistemi informativi del gruppo UBI. Con il provvedimento prot. n. 294475 del 15 dicembre 2017 è stato approvato il modello FTT per la dichiarazione dell’imposta sulle transazioni finanziarie, Il nuovo modello sostituisce, a decorrere dal 1° gennaio 2018, quello precedentemente in vigore e tiene conto delle modifiche che il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 9 marzo 2017 ha apportato ai prospetti delle operazioni. In data 19 dicembre 2017, sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono state pubblicate le liste delle società residenti nel territorio dello Stato, emittenti azioni negoziate in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione, con capitalizzazione media inferiore a 500 milioni di euro nel mese di novembre 2017. Il trasferimento delle azioni di tali società è esentato dall’imposta sulle transazioni finanziarie nel 2018.

Provvedimento direttore Agenzia delle Entrate prot. n. 101573 del 26 maggio 2017 in tema di adempimento collaborativo (cd. “cooperative compliance”) Il provvedimento ha attuato le disposizioni relative all’adempimento collaborativo introdotto dal Decreto Legislativo 5 agosto 2015, n. 12. In particolare, è stato definito l’iter della procedura e le modalità con cui devono avvenire le interlocuzioni tra contribuente e Agenzia delle Entrate. Allo stato attuale, l’eventuale adesione di UBI Banca S.p.A. alla procedura di adempimento collaborativo è preclusa per effetto dei limiti dimensionali fissati per l’accesso al regime.

Normative QI, FATCA e scambi automatici di informazioni fiscali a livello internazionale QI - Dal 2017 sono soggetti alla ritenuta fiscale USA del 30%, prevista dal contratto di intermediario qualificato (Qualified Intermediary - QI), taluni pagamenti equivalenti a dividendi di fonte USA. La ritenuta può essere ridotta (ad esempio al 15% in caso di percettore residente in Italia), ovvero ne può essere evitata la duplicazione qualora si assuma un particolare ruolo (Qualified Derivative Dealer - QDD), che comporta assai rilevanti oneri amministrativi e procedurali. La rilevanza degli oneri del ruolo di QDD e la limitata operatività hanno portato UBI Banca S.p.A. e IW Bank S.p.A. (uniche società potenzialmente interessate a tale problematica) a decidere di non assumere il ruolo di QDD. FATCA - Con un provvedimento del 23 marzo 2017 del direttore dell’Agenzia delle Entrate è stato rinviato il termine per la comunicazione FATCA relativa al 2016 dal 30 aprile 2017 al 31 maggio 2017, in considerazione delle modifiche al tracciato FATCA predisposto dal Fisco USA. SCAMBIO INFORMAZIONI - Il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate prot. n. 125650 del 4 luglio 2017 ha fissato al 21 agosto 2017 il termine entro cui inviare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate sui conti finanziari intrattenuti dalla clientela fiscalmente residente in (o anche in) Stati diversi dall’Italia, secondo il modello Common Reporting Standard (CRS). Il provvedimento ha anche definito il tracciato CRS con cui deve essere effettuata tale comunicazione.

Provvedimento direttore Agenzia delle Entrate prot. n. 270335 del 23 novembre 2017, che ha approvato il modello di dichiarazione dell’imposta sostitutiva sui finanziamenti a medio lungo termine Il provvedimento ha approvato il modello per la dichiarazione dell’imposta sostitutiva dovuta sulle operazioni di finanziamento a medio lungo termine, da redigere ai sensi dell’articolo 20 del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973 n. 601. Il Decreto Legge 22 ottobre 2016, n. 193, convertito, con modificazioni, dalla Legge 1° dicembre 2016, n. 225, ha innovato le regole per la dichiarazione e il versamento dell’imposta sostitutiva sui finanziamenti, prevedendo la presentazione della dichiarazione su base annuale entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio di riferimento (30 aprile in caso di esercizio coincidente con l’anno solare), da redigere, a pena di nullità, su modello conforme a quello approvato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate. Tali disposizioni si applicano a decorrere dalle operazioni effettuate nell’esercizio 2017. La norma citata ha, altresì, previsto che il versamento dell’imposta sia eseguito mediante autoliquidazione, entro il termine di presentazione della dichiarazione (30 aprile in caso di esercizio coincidente con l’anno solare) per l’imposta dovuta a saldo e come primo acconto, ed entro il sesto mese successivo alla presentazione della

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dichiarazione (31 ottobre in caso di esercizio coincidente con l’anno solare) per il secondo acconto.

Provvedimento direttore Agenzia delle Entrate prot. n. 305134 del 28 dicembre 2017, che ha approvato il modello di dichiarazione di successione e domanda di volture catastali Il provvedimento ha approvato il nuovo modello di dichiarazione di successione e domanda di volture catastali informatico, che sostituisce quello precedentemente in vigore ed è utilizzabile a partire dal 15 marzo 2018 (con riferimento alle successioni aperte a partire dal 3 ottobre 2006). Fino al 31 dicembre 2018 è consentito utilizzare ancora il modello cartaceo. In riferimento alle dichiarazioni di successione telematiche presentate con il nuovo modello, a seguito del pagamento dell’imposta di bollo e dei tributi speciali, è possibile richiedere il rilascio di un’attestazione di avvenuta presentazione della dichiarazione. Tale attestazione è resa disponibile all’utente che ha trasmesso il modello dichiarativo successivamente alla verifica del versamento e della regolarità della dichiarazione.

Provvedimento direttore Agenzia delle Entrate prot. n. 306346 del 29 dicembre 2017, che ha approvato il modello di dichiarazione dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale e ha definito le modalità di esercizio dell’opzione per il pagamento in modo virtuale dell’imposta di bollo per gli assegni circolari Il provvedimento ha approvato il modello per la dichiarazione dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale. Con tale nuovo modello è possibile esercitare l’opzione per il pagamento dell’imposta di bollo in modo virtuale relativamente agli assegni circolari, in alternativa alle ordinarie modalità di dichiarazione e versamento. Il modello sostituisce quello precedentemente in vigore ed è utilizzabile a partire da gennaio 2018.

Sentenze Corte Giustizia europea del 21 settembre 2017, cause C-326/15 e C-605/15 in tema di esenzione IVA delle prestazioni di servizi fornite da associazioni autonome di persone ai loro membri Le sentenze hanno esaminato l’articolo 132, paragrafo 1, lettera f), della direttiva 2006/112/CE, che esenta da IVA le prestazioni di servizi effettuate da associazioni autonome di persone che esercitano attività esenti o per le quali non hanno la qualità di soggetti passivi, al fine di rendere ai loro membri i servizi direttamente necessari all’esercizio di tali attività, chiarendo che tale regime di esenzione concerne unicamente gli organismi associativi di soggetti operanti nei settori di attività di interesse pubblico elencati nello stesso articolo 132, con esclusione dei settori di attività diversi contemplati nel successivo articolo 135 della stessa direttiva “esenzioni a favore di altre attività”, tra le quali sono annoverate le attività creditizie, bancarie, finanziarie e assicurative. Il regime di esenzione previsto dall’articolo 132, paragrafo 1, lettera f), della direttiva 2006/112/CE è stato recepito in Italia dall’articolo 10, comma 2, del DPR n. 633/1972 relativamente alle prestazioni di servizi effettuate da parte di consorzi o società consortili a favore dei propri consorziati o soci. A seguito dell’interpretazione fornita dalla Corte di Giustizia, appare in contrasto con la normativa comunitaria l’applicazione di tale regime di esenzione nell’ambito delle prestazioni di servizi rese dai consorzi ai propri consorziati che operano nei settori bancari, finanziari e assicurativi: pertanto, la norma italiana dovrà essere oggetto di modifica da parte del legislatore.

* * *

Tra le circolari emesse nel 2017 devono essere menzionate le seguenti:  Circolare n. 4/E/2017: l’Agenzia delle Entrate ha precisato alcuni aspetti relativi alla disciplina del super ammortamento e dell’iper ammortamento;  Circolare n. 16/E/2017: a seguito della riforma del sistema sanzionatorio del regime IVA di inversione contabile, l’Agenzia delle Entrate ha precisato i dettagli operativi;  Circolare n. 27/E/2017 e Circolare n. 28/E/2017: con i due documenti di prassi l’Agenzia delle Entrate ha illustrato alcuni aspetti relativi all’istituto della scissione dei pagamenti (cd. “split payment”), che dal 1° luglio 2017 trova applicazione nei confronti di UBI Banca S.p.A.;

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 Circolare n. 30/E/2017: l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti e istruzioni operative sugli istituti del reclamo e della mediazione applicabili alle controversie in materia tributaria di valore non eccedente 50 mila euro.

Accertamenti ispettivi Il 31 marzo 2017 la Banca d’Italia ha comunicato l’avvio di accertamenti ispettivi in materia di TRASPARENZA presso la Banca. Le attività di verifica, iniziate il 3 aprile, si sono concluse il 7 aprile. Con lettera del 17 luglio l’Autorità di Vigilanza ha comunicato gli esiti delle verifiche svolte, che hanno fatto emergere alcune carenze. IW Bank ha fornito alla Banca d’Italia il riscontro richiesto in data 14 settembre 2017, segnalando tra l’altro (i) il progressivo miglioramento dei tempi medi di risposta ai clienti reclamanti; (ii) la pronta correzione dei n. 2 disallineamenti riscontrati tra documentazione contrattuale e documento di sintesi periodico; nonché (iii) lo sviluppo di una nuova funzionalità di aggiornamento dinamico dei documenti precontrattuali, contrattuali e periodici previsti dalla normativa sulla trasparenza, così da ridurre il rischio di disallineamento.

Come già riportato nelle precedenti informative di bilancio, il 3 dicembre 2015 è stato notificato ad alcuni consiglieri ed ex consiglieri e dirigenti ed ex dirigenti di IW Bank un “decreto di perquisizione locale e sequestro” contenente anche un “avviso di garanzia” in qualità di persone sottoposte ad indagini ai sensi degli artt. 369 e 369 bis del Codice di Procedura Penale, emesso nei loro confronti dalla Procura della Repubblica di Milano. I reati dei quali viene supposta l’infrazione e quindi contestati sono l’associazione a delinquere ex art. 416 del Codice Penale, il riciclaggio e il concorso in riciclaggio ex artt. 110 e 648 bis C.P., l’autoriciclaggio e il concorso in autoriciclaggio ex artt. 110 e 648.1 ter C.P. nonché il reato penale tributario (e relativo concorso ai sensi dell’art. 110 C.P.) di “sottrazione fraudolenta dei beni al pagamento delle imposte” ex art. 11 D.Lgs. 74/2000. È infine anche contestata la supposta violazione degli obblighi, sanzionati penalmente, di adeguata verifica ex art. 55 D.Lgs. 231/2007. In relazione al procedimento in oggetto, il 20 luglio 2017 la Guardia di Finanza ha notificato alla Banca un avviso di garanzia, con contestuale avviso di chiusura delle indagini preliminari, nel quale la Procura ipotizza la responsabilità dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di IW Bank, nel periodo maggio 2008 – maggio 2014, per il reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza (ex art. 2638 C.C.), in particolare per aver omesso di segnalare esaustivamente alla Banca d’Italia talune contestate carenze dei presidi e delle procedure antiriciclaggio. Nei confronti di IW Bank, in riferimento al medesimo reato presupposto di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza, la Procura ha formulato una ipotesi di responsabilità amministrativa ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 2001 (ex art. 25 ter del predetto Decreto). Con esclusivo riferimento a tale ipotesi di reato, di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza (ex art. 2638 C.C.), il 26 ottobre 2017 l’Ufficio del Giudice per l’Udienza preliminare presso il Tribunale di Milano ha notificato ad IW Bank, nella sua veste di ente responsabile ai sensi del D.Lgs. n. 231 del 2001, il decreto di fissazione dell’udienza preliminare, prevista per il giorno 12 aprile 2018, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Pubblico Ministero in data 17 ottobre 2017. Si rileva che sia nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari che nella successiva richiesta di rinvio a giudizio non vengono, allo stato, riproposte le più ipotesi di reato richiamate nel decreto di perquisizione eseguito nel dicembre 2015.

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Covered Bond Nel corso dei precedenti esercizi il Gruppo UBI ha proceduto a realizzare un’ulteriore diversificazione delle proprie fonti di funding istituzionale effettuando alcune emissioni di Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bond) nell’ambito di un Programma di massimi 10 miliardi di euro pubblicato nel luglio 2008 ed il cui massimale di emissioni è stato poi innalzato, nell’esercizio 2014, a 15 miliardi di euro. Tale programma, “multioriginator”, prevede la partecipazione di tutte le Banche del Gruppo, fra cui Iw Bank Private Investment.

Garante delle emissioni è la società veicolo UBI Finance Srl, presso la quale è stato costituito un portafoglio di mutui residenziali ceduti dalle Banche del Gruppo aderenti al programma.

In tale ambito la Banca ha apportato tempo per tempo un portafoglio complessivo che alla data di riferimento del presente bilancio è pari a 178 milioni di euro, pari all’1,26% del totale (debito residuo capitale al 31.12.2017), come rappresentato nella tabella sottostante:

Programma Residenziale Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 15 miliardi di euro)

Partecipazione % di partecipazione ORIGINATOR banche originator (*) banche originator

UBI BANCA 13.880.404 98,74%

UBI BANCA PRIVATE 177.614 1,26%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 14.058.018 100,00%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2017 - dati in migliaia di euro.

Nel corso dell’esercizio 2012 al programma da 10 miliardi è stato poi affiancato un secondo programma di Covered Bond, di massimi 5 miliardi di euro, finalizzato ad effettuare emissioni che saranno sottoscritte dalla stessa UBI Banca al fine di disporre di nuove poste stanziabili presso gli istituti centrali.

Anche per questa seconda operazione è stata costituita una apposita Società Veicolo, denominata UBI Finance CB2 Srl, con funzione di garante delle emissioni della nuova serie di Covered Bond; ad UBI Finance CB2 vengono ceduti principalmente mutui commerciali e, in aggiunta, mutui residenziali eleggibili ai fini di un’operazione di Covered Bond secondo la normativa nazionale.

Nell’ambito di tale secondo programma la Banca ha apportato un portafoglio complessivo di 19,3 milioni di euro pari allo 0,67% del totale (debito residuo capitale al 31.12.2017), come rappresentato nella tabella sottostante:

Programma Retained Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 5 miliardi di euro)

Partecipazione % di partecipazione ORIGINATOR banche orginator (*) banche orginator

UBI BANCA 2.874.532 99,33%

IWBANK 19.309 0,67%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 2.893.841 100,00%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2017 - dati in migliaia di euro.

Riportiamo di seguito un prospetto riepilogativo delle emissioni di Covered Bond, relative ad entrambi i programmi, per l’ammontare in essere alla data della presente Relazione, e facciamo rimando per ulteriori dettagli sull’operazione e sul ruolo svolto dalla Banca in seno ai due Programmi Covered Bond, a quanto indicato in Nota Integrativa - Parte E - Sezione 1.1. Rischio di Credito - E.Operazioni di cessione– E.4 Operazioni di covered bond.

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Programma Residenziale Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 15 miliardi di euro) - Emissioni in essere al 31.12.2017

Data di Data di N. serie ISIN Denominazione emissione scadenza Capitale (*) 2 (pubblica) IT0004558794 UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019 16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000,00

3 (privata) IT0004599491 UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 102.272.732,00

6 (pubblica) IT0004682305 UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000,00

12 (pubblica) IT0004966195 UBI BANCA 3,125% CB due 14/10/2020 14/10/2013 14/10/2020 1.500.000.000,00

14 (pubblica) IT0004992878 UBI BANCA 3,125% CB due 05/02/2024 05/02/2014 05/02/2024 1.000.000.000,00

17 (pubblica) IT0005067076 UBI BANCA 1,25% CB due 07/02/2025 07/11/2014 07/02/2025 1.000.000.000,00

18 (pubblica) IT0005140030 UBI BANCA 1% CB due 27/01/2023 27/10/2015 27/01/2023 1.250.000.000,00

19 (privata) IT0005155673 UBI BANCA TV CB due 14/12/2022 14/12/2015 14/12/2022 500.000.000,00

20 (privata) IT0005175465 UBI BANCA TV CB due 31/03/2022 31/03/2016 31/03/2022 1.000.000.000,00

21 (privata) IT0005202343 UBI BANCA TV CB due 23/12/2018 23/06/2016 23/12/2018 750.000.000,00

22 (pubblica) IT0005215147 UBI BANCA 0,375% CB due 14/09/2026 14/09/2016 14/09/2026 1.000.000.000,00

23 (pubblica) IT0005283491 UBI BANCA 1,125% CB due 04/10/2027 04/10/2017 04/10/2027 1.250.000.000,00

Totale emissioni in essere al 31/12/2017 11.352.272.732

Nota (*) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2017, rating pari ad Aa2 da parte di Moody’s e ad AA (low) da parte di DBRS. Per completezza di informazione si segnala che in data 15 Gennaio 2018 è stata fatta una nuova emissione in due tranche; nella tabella seguente si riportano le caratteristiche delle singole emissioni:

N. Data di Data di ISIN Denominazione Capitale Mercato serie emissione scadenza UBI BANCA 0,50% CB due Investitori 24 IT0005320673 15/01/2018 15/07/2024 500.000.000 15/07/2024 istituzionali UBI BANCA 1,250% CB due Investitori 25 IT0005320665 15/01/2018 15/01/2030 500.000.000 15/01/2030 istituzionali

Programma Retained Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 5 miliardi di euro) - Emissioni in essere al 31.12.2017

Data di Data di N. serie ISIN Denominazione emissione scadenza Capitale (*) IT000481870 UBI BANCA TV CB2 due 28/05/201 28/05/201 1 (privata) 180.000.000,00 1 28/05/2018 2 8 IT000486466 UBI BANCA TV CB2 due 29/10/201 29/10/202 2 (privata) 500.000.000,00 3 29/10/2022 2 2 IT000500284 UBI BANCA TV CB2 due 05/03/201 05/03/201 3 (privata) 200.000.000,00 2 05/03/2019 4 9 IT000512241 UBI BANCA TV CB2 due 14/07/201 14/07/202 4 (privata) 650.000.000,00 8 14/07/2021 5 1 IT000520240 UBI BANCA TV CB2 due 24/06/201 24/06/202 5 (privata) 300.000.000,00 0 24/06/2022 6 2 IT000531856 UBI BANCA TV CB2 due 21/12/201 21/12/202 6 (privata) 300.000.000,00 0 21/12/2023 7 3 Totale emissioni in essere al 31/12/2017 2.130.000.000,00

Nota (*) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

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Incarico di Revisione Contabile In esecuzione della delibera assembleare del 10 aprile 2017, ed ai sensi dell’art. 13 e 17, comma 2 e 17 del Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 n. 39 così come modificato dal D.Lgs. n. 135/2016, nonché ai sensi dell’art. 16 del Regolamento UE n. 537/2014, è stato conferito l’incarico di revisione legale dei conti, per gli esercizi 2017/2025, alla società Deloitte & Touche S.p.A..

La responsabilità sociale e ambientale Il Gruppo UBI Banca orienta le proprie strategie alla creazione di valore sostenibile – in coerenza con i valori e i principi sanciti nella Carta dei Valori e nel Codice Etico, e con le aspettative etiche, sociali ed ambientali dei propri stakeholder – attraverso l’affermazione di un’identità aziendale forte e distintiva, il perseguimento di un clima di fiducia del personale, della base sociale e del mercato e un robusto controllo dei rischi, anche di natura reputazionale. Per maggiori dettagli su “La responsabilità sociale e ambientale” si rimanda alla “Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario redatta ai sensi del D.Lgs. 30 dicembre 2016 n. 254 (Bilancio di Sostenibilità)” della Gruppo UBI Banca.

Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca Di seguito viene fornita l’informativa a livello di Gruppo.

Rischi Il Gruppo UBI Banca, attribuendo valenza primaria alla misurazione, gestione e controllo dei rischi, quali attività necessarie a garantire una creazione di valore sostenibile nel tempo e a consolidarne la reputazione sui mercati di riferimento, si è dotato di un sistema di governo e presidio dei rischi che contempla gli ambiti organizzativo, regolamentare e metodologico al fine di garantire la coerenza dell’operatività alla propria propensione al rischio RAF (Risk Appetite Framework). Più in particolare, il Gruppo si è dotato di un framework di gestione dei rischi coerente con la regolamentazione e con le strategie del Gruppo, che si è evoluto nel corso degli anni in coerenza agli sviluppi della normativa di riferimento. Gli elementi principali del framework attuale riguardano:  Definizione della propensione al rischio (Risk Appetite Statement – RAS);  Definizione del framework per la verifica di rischiosità prospettica quale elemento integrante del processo di pianificazione strategica;  Definizione del framework di stress test;  Definizione delle politiche di governo dei rischi;  Definizione delle metodologie funzionali al RAF (Risk Appetite Framework);  Definizione del framework di gestione del rischio di non viability cui è associato il Recovery Plan di Gruppo;  Declinazione e governo del RAF nelle Società del Gruppo;  Definizione del framework e dei criteri di individuazione delle Operazioni di Maggior Rilievo (OMR);  Definizione del framework di monitoraggio dei rischi e di autovalutazione in ottica SREP.

Gli artt. 97 e seguenti della sezione III della Direttiva 2013/36/EU (c.d. CRD IV) disciplinano il “Processo di revisione e valutazione prudenziale” (Supervisory Review and Evaluation Process – SREP), ovvero il processo di controllo, revisione e valutazione prudenziale di competenza dell’Autorità di Vigilanza tramite il quale formula un giudizio complessivo sulla banca e attiva, ove necessario, misure correttive. A tal fine come previsto dall’art. 107 (3) della CRD IV, l’European Banking Autority (EBA) ha pubblicato delle “Guidelines”25 con l’obiettivo di promuovere procedure e metodologie comuni tra le Autorità Competenti per supportare il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP).

25 Cfr. “Guidelines on common procedures and methodologies for the supervisory review and evaluation process (SREP)” EBA/GL/2014/13 19 dicembre 2014. Tali line-guida sono attualmente in corso di revisione: si veda in proposito il documento “Consultation on Guidelines for common procedures and methodologies for SREP” (EBA/CP/2017/18) 31 ottobre 2017.

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Contribuiscono in maniera notevole alla determinazione dei requisiti di capitale e di liquidità nell’ambito del processo SREP di competenza dell’Autorità di Vigilanza i processi interni di determinazione e valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process – ICAAP) e della liquidità (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process – ILAAP), sulla base dei quali il Gruppo realizza annualmente “self assessment” focalizzati sull’identificazione dei rischi, sulle proprie condizioni di adeguatezza patrimoniale e di liquidità correnti, prospettiche e in condizioni di stress26.

Nell’ambito di tali processi, viene effettuata, in via continuativa, un’accurata identificazione dei rischi da sottoporre a valutazione. L’attività d’individuazione è finalizzata a verificare la rilevanza dei rischi già oggetto di valutazione e a cogliere i segnali del manifestarsi di eventuali altre categorie. L’identificazione prevede una precisa definizione concettuale dei rischi cui il Gruppo è esposto, l’analisi dei fattori che concorrono a generarli, nonché la descrizione delle relative modalità di manifestazione. Tale attività è realizzata attraverso un processo analitico centralizzato, integrato da un “self assessment” condotto con riferimento a tutte le entità del Gruppo.

Una volta completata l’attività di individuazione dei rischi rilevanti, il processo ICAAP prevede la valutazione dei rischi per i quali è attribuito un capitale interno, e la determinazione delle risorse finanziarie disponibili AFR (Available Financial Resources)27 adatte a fronteggiarli (capital adequacy), in ottica corrente e prospettica. Per una migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei sistemi di attenuazione e controllo e dell’adeguatezza di capitale, ci si avvale anche di prove di stress specifiche (mediante le quali si valutano gli impatti su di un singolo rischio) e globali (mediante le quali si valutano gli impatti su tutti i rischi contestualmente).

Considerate la mission e l’operatività, nonché il contesto di mercato in cui si trova a operare, sono stati individuati i rischi da sottoporre a valutazione nei processi di autovalutazione ICAAP e ILAAP, suddivisi nelle categorie: rischi di Primo Pilastro e Altri Rischi.

I rischi di Primo Pilastro – già presidiati dal requisito regolamentare richiesto dalla Vigilanza – sono i seguenti:  rischio di credito: rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione creditizia. È compreso nella definizione anche il rischio di controparte, che ne costituisce una particolare fattispecie, rappresentando il rischio che la controparte di un’operazione risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari di un’operazione28;  rischi di mercato: rischio di variazioni del valore di mercato degli strumenti finanziari detenuti per effetto di variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio dell’emittente29;  rischio operativo: rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni; rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi

26 Cfr. Final Report “Guidelines on ICAAP and ILAAP information collected for SREP purposes”, EBA/GL/2016/10 3 novembre 2016. 27 Per risorse finanziarie disponibili AFR (Available Financial Resources) o – in alternativa – “capitale complessivo”, si intende la somma degli elementi patrimoniali che il Gruppo ritiene possano essere utilizzati a copertura del “capitale interno” e del “capitale interno complessivo”. Per “capitale interno” si intende il capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che si ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso. Con “capitale interno complessivo” si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dal Gruppo, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico. 28 Nell’ambito del rischio di credito viene altresì monitorata l’esposizione al rischio paese (rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un Paese diverso dall’Italia) e al rischio di trasferimento (rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta diversa da quella in cui percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l’esposizione). 29 In quest’ambito vengono valutati anche il rischio base, che rappresenta il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto simili ma non identiche, ed il rischio sovrano, che riguarda la capacità, o la volontà, del debitore sovrano di onorare i propri impegni di pagamento.

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naturali. In quest’ambito vengono valutati anche il rischio informatico30, il rischio legale e quello di condotta31.

In aggiunta ai rischi di Primo Pilastro, sono stati identificati gli Altri Rischi che si dividono a loro volta in: - rischi misurabili, per i quali sono state identificate metodologie quantitative consolidate che conducono alla determinazione di un capitale interno e che consentono, unitamente a misure di natura qualitativa, la definizione di un processo di allocazione e di monitoraggio; - rischi soggetti a limiti quantitativi, per i quali sono definibili limiti operativi coerenti con la propensione al rischio - di natura quantitativa e ampiamente condivisi anche in letteratura, oppure oggetto di prescrizioni normative - per la loro misurazione, monitoraggio e attenuazione; - rischi non misurabili (o rischi soggetti a valutazione), per i quali si ritengono più appropriate policy, misure di controllo, attenuazione o mitigazione non esistendo approcci consolidati per la stima del capitale interno utili ai fini del processo di allocazione.

Gli Altri Rischi oggetto di analisi sono i seguenti32: RISCHI MISURABILI  rischio di concentrazione: rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie;  rischio di tasso d’interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione: rischio attuale o prospettico di una variazione del margine di interesse e del valore economico del Gruppo, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario;  rischio di business: rischio di variazioni avverse e inattese del margine da commissioni rispetto ai dati previsti, legati alla volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato;  rischio partecipativo: rischio di variazione del valore delle partecipazioni non consolidate integralmente;  rischio immobiliare: rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del Gruppo.  rischio assicurativo: rischio connesso all’incertezza inerente l’ammontare e la tempistica degli impegni di natura assicurativa riferiti all’attività prodotta dalle società di assicurazioni.  rischio derivante da cartolarizzazioni: rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.

30 Il ruolo sempre più determinante dei sistemi di Information and Communication Technology (ICT) nel raggiungimento degli obiettivi di business e strategici di lungo periodo, ha fatto emergere in maniera evidente la necessità di avere controlli più stringenti e una gestione più efficace dei rischi ad essi associati. Tali necessità hanno spinto il Regulator a definire specifici aggiornamenti normativi in modo da rafforzare gli strumenti di presidio e governo del sistema ICT. Con riferimento agli aspetti relativi alla misurazione e gestione del rischio informatico, il nuovo contesto normativo ha definito specifici criteri basati sulla valutazione del rischio potenziale e sulla gestione del rischio residuo. In conformità a tali requisiti normativi il gruppo UBI ha definito il suo framewok di rischio informatico come il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Tale definizione include anche i fenomeni di Cybercrime intesi come gli abusi della tecnologia informatica, sia hardware che software, finalizzati alla commissione di attività crimali. Nella rappresentazione integrata dei rischi aziendali tale tipologia di rischio è considerata secondo gli specifici aspetti dei rischi operativi, reputazionali e strategici. 31 Il rischio legale è definito come il rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extra-contrattuale ovvero da altre controversie, mentre il rischio di condotta è definito come il rischio di incorrere in perdite economiche derivanti da violazione di leggi da azioni e/o omissioni intenzionali o negligenti. 32 Oltre ai rischi descritti nel presente paragrafo, si segnala che sono oggetto di regolamentazione nella normativa interna anche il rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, di emissione di obbligazioni bancarie garantite e verso soggetti collegati.

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RISCHI SOGGETTI A LIMITI QUANTITATIVI  rischio di liquidità: rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale33;  rischio di una leva finanziaria eccessiva: rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività;  rischio di asset encumbrance: rischio connesso alla quota di attività vincolate, derivante dalla presenza di pretese sulla proprietà di un bene da una parte che non è proprietaria, che può avere impatto sulla trasferibilità e sull’uso del bene stesso.

RISCHI NON MISURABILI (O SOGGETTI A VALUTAZIONE)  rischio di compliance: rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina);  rischio di reputazione: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza;  rischio residuo: rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto;  rischio strategico: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo, decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazione del contesto competitivo;

Di seguito vengono rappresentati i rischi con potenziali impatti significativi per il Gruppo UBI Banca e le azioni che sono state poste in essere per mitigarli. I rischi diversi da quelli di seguito citati, di marginale rilevanza all’interno del Gruppo, non si ritiene debbano subire variazioni significative nel corso dell’esercizio.

Rischio di credito Il rischio di credito – che consiste nel rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza delle controparti nei confronti delle quali esiste un’esposizione creditizia – costituisce il rischio caratteristico di maggior rilevanza del Gruppo UBI Banca: su base storica esso assorbe oltre il 90% del capitale a rischio regolamentare. Il Gruppo da sempre considera fra le sue priorità strategiche la qualità del portafoglio crediti e la gestione efficiente del portafoglio crediti deteriorati. In tal senso, l’evoluzione dei modelli di monitoraggio e recupero del credito ha prodotto una profonda revisione organizzativa in termini di processi e strumenti di supporto e ha permesso al Gruppo di misurarsi con il difficile contesto economico degli ultimi anni. Tra i principali punti di forza si evidenziano:  il potenziamento della “macchina creditizia” mediante iniziative organizzative finalizzate al presidio della qualità del credito e alla gestione del credito anomalo ed a sofferenza. In particolare, dal 2017, è operativo il nuovo modello del credito anomalo che prevede la gestione accentrata, oltre che delle sofferenze, anche delle Inadempienze Probabili, a riporto del Chief Lending Officer;  la definizione e l’attivazione di strategie di concessione e gestione e monitoraggio del credito personalizzate per tipologia di clientela, in funzione del livello di rischio e degli outlook settoriali, nonché mediante il supporto all’innovazione digitale in ambito crediti per sostenere la crescita degli impieghi con elevati standard di selezione della qualità del credito;

33 All’interno del rischio di liquidità come sopra definito, viene considerato anche il rischio di liquidità a medio/lungo termine (strutturale)derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento e gli impieghi.

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 lo sviluppo, a supporto del nuovo modello di governance creditizia (distinto fra Filiera Performing e Filiera Non Performing), di una reportistica – c.d. Quadro di Controllo Creditizio - che permetta di rappresentare i dati in modo omogeneo, con un livello di dettaglio adeguato e con evidenza degli scostamenti rispetto al Budget, al Piano Strategico NPL e al Piano Industriale;  l’ottimizzazione del modello di recupero crediti attraverso l’affinamento delle regole di portafogliazione della clientela classificata a Sofferenze al fine di rendere più rapida ed efficace la gestione delle posizioni da parte delle strutture dell’Area Recupero Crediti.

Per l’anno 2018 il Gruppo UBI, nel rispetto delle indicazioni del Piano Industriale 2019-2020, intende sviluppare ulteriormente l'infrastruttura a supporto dell'attività di gestione del credito nelle diverse fasi del ciclo di vita dello stesso, attraverso interventi specifici finalizzati a:  integrare i processi e le procedure aziendali a fronte dell’evoluzione normativa derivante dalle nuove linee guida emanate dalla Banca Centrale Europea e dall’Autorità Bancaria Europea (EBA);  rendere ulteriormente efficiente il processo di Monitoraggio delle posizioni Performing, mediante l’introduzione di ulteriori nuovi indicatori di Early Warning volti ad anticipare il più possibile l’intercettamento di eventi problematici sulla clientela a beneficio del Monitoraggio del Credito Performing;  sostenere ulteriormente la crescita degli impieghi con elevati standard di selezione della qualità del credito, attraverso il monitoraggio delle strategie di concessione del credito personalizzate per tipologia di clientela, in funzione del livello di rischio e degli outlook settoriali di recente introduzione;  potenziare ulteriormente la “macchina creditizia”, con particolare riferimento alla regolarizzazione delle posizioni Non-Performing, anche a fronte della recente introduzione del modello accentrato di Gestione del Credito Anomalo (Inadempienze Probabili);  ottimizzare ulteriormente il modello di recupero del credito attraverso la realizzazione di interventi informatici volti a rendere maggiormente efficienti le attività sia amministrative, sia di gestione dei processi.

Rischio di business Lo scenario attuale di lenta e moderata ripresa economica sta continuando a influenzare le condizioni operative del sistema bancario, in un contesto di politica monetaria fortemente espansiva caratterizzata da uno scenario di tassi di interesse in continua diminuzione, ormai ridotti ai minimi. In tale quadro risulta elevata la competizione in termini di prezzo sul fronte dell’erogazione di credito da parte degli operatori di sistema anche a seguito dell’accesso a forme di funding regolamentate dalla Banca Centrale Europea (Targeted Long Term Repo – TLTRO). Contesto macroeconomico, estrema volatilità dei mercati e le pressioni competitive conseguenti la rilevante liquidità sul mercato del credito determinano compressioni dei margini e della redditività degli operatori. Il Gruppo UBI Banca continua pertanto a proporre opportune manovre sulla rete commerciale atte al conseguimento degli obiettivi individuati in termini di volumi e pricing degli impieghi in coerenza con il livello di qualità del credito prefissato, di redditività corretta per il rischio nonché in termini di incremento dell’apporto delle commissioni, in particolare nel risparmio gestito ed amministrato

Rischio sovrano L’esposizione al rischio sovrano del Gruppo continua a essere concentrata in Italia e rappresentata da titoli di Stato nazionali. Relativamente a tale rischio per il banking book, il Gruppo UBI Banca sta attivando manovre finalizzate a una maggiore diversificazione del portafoglio e a realizzare un graduale contenimento della concentrazione in coerenza con gli obiettivi e le linee strategiche fissate dal Piano Industriale, aggiornato dopo l’acquisizione delle Nuove Banche. Il portafoglio titoli di proprietà del Gruppo è stato ridotto e diversificato propria diminuendo la concentrazione in titoli governativi italiani in arco piano.

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Incertezze L’incertezza è definita come un evento possibile il cui potenziale impatto, riconducibile a una delle categorie di rischio identificate sopra, non è al momento determinabile e quindi quantificabile.

Il Gruppo opera in uno scenario in cui le aspettative di crescita si confermano favorevoli, sul quale gravano tuttavia alcuni specifici fattori di rischio, potenzialmente negativi per la crescita medesima. Tali elementi di incertezza potrebbero manifestarsi con impatti riconducibili essenzialmente ai rischi di credito, pur senza intaccare la solidità patrimoniale del Gruppo UBI Banca.

In particolare, le principali incertezze individuate per il 2018 attengono ai seguenti aspetti:  l’evoluzione del quadro macroeconomico. Le statistiche diffuse negli ultimi mesi – che si inseriscono in un contesto macroeconomico globale caratterizzato da un livello di incertezza inferiore rispetto allo scorso anno – hanno evidenziato un intensificarsi dei ritmi d’espansione per l’economia mondiale. Al riguardo, si sta progressivamente raggiungendo una fase matura del ciclo economico, soprattutto negli USA, cui però sembra ancora non corrispondere una dinamica inflazionistica adeguata. Con riferimento più specifico all’Eurozona, si conferma il consolidamento della crescita che sta portando ad una progressiva riduzione delle discrepanze tra le singole realtà nazionali. Il dato finale rilasciato da Eurostat sul terzo trimestre 2017 ha evidenziato un PIL in aumento dello 0,6% trimestre/trimestre e del 2,6% anno/anno (rispetto al +0,7% trimestre/trimestre ed al +2,3% anno/anno del trimestre antecedente). Sicuramente positivo è stato il contributo della domanda domestica, mentre l’apporto delle esportazioni nette è risultato marginale a causa dell’apprezzamento internazionale dell’euro. Per gli investimenti, anch’essi significativi, restano essenziali i tassi d’interesse estremamente bassi garantiti dalla BCE, nonostante il processo di riduzione degli stimoli straordinari. Per quanto concerne l’Italia, il dato finale sul PIL del terzo trimestre 2017 ha contemplato una crescita dello 0,4% trimestre/trimestre e dell’1,7% anno/anno (valore massimo dal secondo trimestre 2011). Il dato, frutto soprattutto di un’espansione nei settori dell’industria e dei servizi, è apparso molto rassicurante nel dettaglio delle componenti: gli investimenti in macchinari hanno decisamente accelerato facendo segnare un incremento del 6% trimestre/trimestre ed i consumi domestici, pur non accelerando, hanno mantenuto l’andamento registrato in media negli ultimi due anni. Restano, tuttavia, significativi problemi strutturali, fra cui il mercato del lavoro ancora debole, che potrebbero penalizzare nel medio-lungo termine il tasso di sviluppo rispetto al resto dell’Eurozona. Il tasso di crescita italiano è previsto pertanto attestarsi ad un livello prossimo all’1,5% anno/anno. Per maggiori dettagli si rinvia al capitolo “Lo scenario di riferimento” della presente Relazione;  l’evoluzione del quadro politico. In un quadro generalmente favorevole, si segnala la presenza di alcuni fattori di rischio per lo scenario centrale, derivanti da: (i) questioni politiche e geopolitiche ancora irrisolte, fra cui hanno un peso sicuramente maggiore i rischi geopolitici extra-europei (rapporti USA-Corea del Nord e tensioni mediorientali), mentre le variabili europee stanno progressivamente perdendo importanza (Brexit); (ii) impatto della progressiva eliminazione delle misure straordinarie di stimolo da parte di alcune delle principali Banche centrali; (iii) modifica degli equilibri commerciali tra i maggiori partner internazionali. Nel panorama italiano, con riferimento all’incognita relativa al risultato delle elezioni nei prossimi mesi, va sottolineato che l’ipotesi più accreditata di un governo di coalizione “debole” non dovrebbe avere ripercussioni significative sull’economia nazionale, soprattutto in un contesto globale ed europeo espansivo; tuttavia sarà necessario il proseguimento dei progetti di riforma ed il rispetto degli impegni assunti con l’UE, poiché altrimenti le prospettive di crescita ed il venir meno dello stimolo quantitativo della BCE, potrebbero causare un innalzamento degli spread. A tal riguardo lo scenario cambierebbe radicalmente qualora si affermassero (e non attenuassero i propri programmi) forze politiche “autonomiste” nei confronti dell’UE;  l’evoluzione del contesto normativo. Il contesto normativo è sottoposto a diverse dinamiche di mutamento a seguito sia dell'emanazione di vari provvedimenti normativi, a livello europeo e nazionale, con le relative disposizioni regolamentari di attuazione in

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materia di prestazione di servizi bancari, sia di correlati indirizzi giurisprudenziali. Tale scenario richiede un particolare sforzo sia interpretativo che attuativo e talvolta ha inciso direttamente sui profili di redditività delle banche e/o sui costi per la clientela. Il Gruppo UBI Banca valuta continuamente manovre atte al perseguimento della maggiore efficienza dei processi interni. Quali aspetti di immediato e prospettico rilievo, si confermano l’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 9 a partire da inizio 2018 e le proposte di modifica della normativa prudenziale, con potenziali impatti sull’adeguatezza patrimoniale. Con riferimento alla gestione dei crediti deteriorati, si segnala l’incertezza legata ai contenuti che verranno definiti nell’ambito dell’Addendum alla NPL Guidance della BCE. Emergono inoltre proposte attinenti a:  la revisione del calcolo dei requisiti prudenziali con l’obiettivo di allineare maggiormente a livello europeo alcuni ambiti della normativa tramite la riduzione delle discrezionalità nazionali e l’adeguamento dei modelli interni relativi al rischio di credito da parte delle Autorità di Vigilanza. A tal proposito si segnala l’iniziativa della BCE, avviata a fine 2015 e da concludersi entro il 2019, relativamente all’analisi mirata dei modelli interni (Targeted Review of Internal Models – TRIM) finalizzata a valutare la conformità ai requisiti regolamentari dei modelli interni attualmente utilizzati dalle banche, nonché la loro attendibilità e comparabilità. Le proposte di adeguamento potrebbero comportare adeguamenti nei modelli interni di rating e LGD con possibili impatti sull’adeguatezza patrimoniale e sulle svalutazioni dei crediti;  revisione del quadro regolamentare di Basilea III relativamente alle metodologie di calcolo delle attività ponderate per il rischio, per il rischio di credito, operativo e di mercato. La definizione di queste regole, che rientrano nel framework c.d. di Basilea IV, intende limitare l’utilizzo dei modelli interni e tornare a una metodologia standard più stringente per il rischio di credito su alcune tipologie di portafogli (i.e. low default portfolio) e strumenti (i.e. strumenti di capitale), eliminare l’utilizzo dei modelli interni per la misurazione dei rischi operativi e introdurre modelli sia interni che standardizzati più sofisticati e stringenti per il rischio di mercato;  la revisione delle linee-guida in tema di stress testing e sul processo di revisione e valutazione prudenziale condotto dalle autorità di vigilanza (SREP)34.

Criticità operative, reputazionali e costi di implementazione potrebbero essere inoltre determinati dalla prossima adozione della nuova Direttiva sui Servizi di Pagamento (PSD2), dal Regolamento IFR (Interchange Fee Regulation) in materia di commissioni di interscambio multilaterale oltre che dalla recente normativa sull’ anatocismo e trasparenza bancaria (d.m. 343/2016). In particolare, la normativa PSD2 comporta un innalzamento del livello di concorrenza con i competitor bancari e introduce una nuova minaccia di disintermediazione anche in favore di nuove tipologie di competitor ammesse ad operare nel settore finanziario.

* * *

I rischi e le incertezze sopra illustrati sono stati oggetto di un processo di valutazione teso anche a evidenziare gli impatti di variazioni di parametri e condizioni di mercato sulla performance aziendale. Il Gruppo infatti è dotato di strumenti di misurazione dei possibili impatti di rischi e incertezze sulla propria operatività (in particolare attraverso analisi di sensitivity e prove di stress), che consentono, con tempestività e continuità, l’adeguamento delle proprie strategie – in termini di modello distributivo, organizzativo e di gestione/razionalizzazione dei costi – rispetto ai mutamenti del contesto di riferimento. I rischi e le incertezze sono altresì oggetto di costante osservazione attraverso il corpo normativo di policy di rischio adottate dal Gruppo: le policy vengono aggiornate in relazione a cambiamenti della strategia, del contesto e delle aspettative di mercato. L’attività di monitoraggio periodico delle stesse è finalizzata alla verifica del loro stato di attuazione e della loro adeguatezza. Le analisi svolte indicano che il Gruppo è in grado

34 Cfr. documento “Consultation on Guidelines for common procedures and methodologies for SREP” (EBA/CP/2017/18) 31 ottobre 2017.

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di fronteggiare i rischi e le incertezze a cui è esposto, confermando pertanto i presupposti della propria continuità.

63

Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio

Si rimanda a quanto indicato nella “Parte A - Politiche contabili - Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del Bilancio”.

Evoluzione prevedibile della gestione

La dinamica dei proventi operativi per il prossimo esercizio è prevista in crescita, con una differenziazione delle dinamiche delle singole componenti. Si prevede che la pressione sul margine di interesse possa esaurirsi nel prossimo esercizio, con marginali effetti economici positivi in progressivo incremento nell’anno corrente. Le commissioni nette, pur considerando gli effetti derivanti dall’introduzione delle nuove normative, sono previste in crescita per effetto combinato di diversi fattori di sviluppo, in particolare, l’evoluzione dei servizi di consulenza, il processo di ricomposizione della raccolta totale a favore del risparmio gestito e assicurativo, la progressiva messa in atto dei piani di sviluppo riguardanti la rete dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, l’ottimizzazione del modello di promozione finanziaria e delle sue strutture manageriali, il lancio di nuovi prodotti a valore sui canali fisico e on line, lo sviluppo dell’attività di trading mediante azioni commerciali di sviluppo della clientela inattiva e di acquisizione di nuova clientela. Gli oneri operativi sono previsti in ulteriore contrazione grazie alle sinergie derivanti dalle recenti evoluzioni della piattaforma applicativa di supporto, alla razionalizzazione del ricorso a fornitori esterni e alla massima focalizzazione degli investimenti di comunicazione ed advertising. La particolare prudenza che caratterizza il portafoglio in bonis e la costante riduzione del flusso di nuovi crediti deteriorati dovrebbero consentire di mantenere invariato il costo del credito.

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Proposte all’assemblea

Signori Azionisti, sottoponiamo alla Vostra approvazione il Bilancio per l’esercizio 2017 in tutte le sue componenti.

Vi proponiamo pertanto di approvare il Bilancio sottoposto alla Vostra attenzione, dal quale si rileva che il risultato economico della gestione ha prodotto una perdita, da riportare a nuovo, pari ad euro 5.433.570,75.

Formuliamo inoltre la proposta di copertura della stessa mediante l’utilizzo delle Riserve.

Milano, 6 febbraio 2018.

Il Consiglio di Amministrazione

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Prospetti Contabili

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Stato Patrimoniale (in unità di euro)

Variazione Variazione % VOCI DELL'ATTIVO 31/12/2017 31/12/2016 annua annua

10. Cassa e disponibilità liquide 2.331.564 1.935.976 395.588 20,43 20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2.356 1.169 1.187 n.s. 40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.832.472 2.088.333 (255.861) (12,25) 60. Crediti verso banche 2.476.421.048 2.392.454.941 83.966.107 3,51 70. Crediti verso clientela 597.166.011 647.373.384 (50.207.373) (7,76) 90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura - 959.787 (959.787) - generica (+/-) 100. Partecipazioni 2.305.513 2.305.513 - - 110. Attività materiali 1.546.584 1.612.648 (66.064) (4,10) 120. Attività immateriali 41.836.060 42.214.018 (377.957) (0,90) di cui: - - avviamento 41.807.484 41.807.484 - -

130. Attività fiscali: 21.620.291 21.153.824 466.466 2,21 a) correnti 11.953.662 12.277.771 (324.108) (2,64) b) anticipate 9.666.628 8.876.054 790.574 8,91 b1) di cui alla Legge 214/2011 4.141.271 4.610.322 (469.050) (10,17) 150. Altre attività 66.853.932 66.090.442 763.490 1,16 Totale dell'attivo 3.211.915.832 3.178.190.036 33.725.796 1,06

Variazione Variazione % VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO 31/12/2017 31/12/2016 annua annua

10. Debiti verso banche 194.102.737 216.235.034 (22.132.297) (10,24) 20. Debiti verso clientela 2.810.878.538 2.755.864.044 55.014.494 2,00 30. Titoli in circolazione 11.322.400 11.501.195 (178.795) (1,55) 60. Derivati di copertura - 1.068.314 (1.068.314) - 80. Passività fiscali: 4.283.006 3.495.713 787.292 22,52 a) correnti 1.737.520 1.119.814 617.706 55,16 b) differite 2.545.486 2.375.900 169.586 7,14 100. Altre passività 33.737.509 29.002.748 4.734.762 16,33 110. Trattamento di fine rapporto del personale 1.376.428 1.547.461 (171.033) (11,05) 120. Fondi per rischi e oneri: 17.040.784 15.403.901 1.636.883 10,63 b) altri fondi 17.040.784 15.403.901 1.636.883 10,63 130. Riserve da valutazione (93.784) (576.879) 483.095 (83,74) 160. Riserve 76.751.784 83.611.788 (6.860.004) (8,20) 180. Capitale 67.950.000 67.950.000 - - 200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) (5.433.571) (6.913.282) 1.479.712 (21,40) Totale del passivo e del patrimonio netto 3.211.915.832 3.178.190.036 33.725.796 1,06

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Conto Economico (in unità di euro)

Variazione Variazione % VOCI 31/12/2017 31/12/2016 annua annua

10. Interessi attivi e proventi assimilati 22.585.922 30.010.662 (7.424.740) (24,74) 20. Interessi passivi e oneri assimilati (5.239.694) (5.977.635) 737.941 (12,35) 30. Margine di interesse 17.346.227 24.033.027 (6.686.800) (27,82) 40. Commissioni attive 128.945.655 119.284.995 9.660.659 8,10 50. Commissioni passive (68.468.021) (64.055.587) (4.412.434) 6,89 60. Commissioni nette 60.477.634 55.229.408 5.248.226 9,50 70. Dividendi e proventi simili 12.783 2.755 10.028 n.s. 80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 49.499 (295.609) 345.107 n.s. 90. Risultato netto dell'attività di copertura (32.506) (67.530) 35.024 (51,86) 100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 476 5.852.991 (5.852.514) (99,99) a) crediti (3) (17.307) 17.305 (99,98) b) attività finanziarie disponibili per la vendita - 5.868.385 (5.868.385) -

d) passività finanziarie 479 1.913 (1.434) (74,95) 120. Margine di intermediazione 77.854.113 84.755.042 (6.900.929) (8,14) 130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (3.884.946) (3.261.728) (623.218) 19,11 a) crediti (1.591.290) (3.180.882) 1.589.592 (49,97) b) attività finanziarie disponibili per la vendita (2.234.418) (234.286) (2.000.132) n.s. d) altre operazioni finanziarie (59.239) 153.440 (212.678) n.s. 140. Risultato netto della gestione finanziaria 73.969.167 81.493.314 (7.524.147) (9,23) 150. Spese amministrative: (88.985.694) (100.608.457) 11.622.763 (11,55) a) spese per il personale (21.312.122) (20.460.603) (851.519) 4,16 b) altre spese amministrative (67.673.572) (80.147.855) 12.474.283 (15,56) 160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (5.578.308) (4.995.569) (582.739) 11,67 170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (384.969) (396.611) 11.642 (2,94) 180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (377.957) (388.659) 10.702 (2,75) 190. Altri oneri/proventi di gestione 14.787.413 16.181.060 (1.393.647) (8,61) 200. Costi operativi (80.539.515) (90.208.237) 9.668.721 (10,72) 240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti (1.268) (307) (961) n.s. 250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (6.571.617) (8.715.230) 2.143.613 (24,60) 260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell’operatività corrente 1.138.046 1.801.947 (663.902) (36,84) 270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte (5.433.571) (6.913.282) 1.479.712 (21,40) 290. Utile (Perdita) d'esercizio (5.433.571) (6.913.282) 1.479.712 (21,40)

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Prospetto della Redditività Complessiva (in unità di euro)

31/12/2017 31/12/2016

10. Utile (Perdita) d'esercizio (5.433.571) (6.913.282) Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico 40. Piani a benefici definiti (29.696) (94.064) Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico 100. Attività finanziarie disponibili per la vendita 512.791 (4.988.915) 130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 483.095 (5.082.979) 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) (4.950.475) (11.996.261)

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Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2017 (in unità di euro)

Variazioni dell'esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Patrimonio Operazioni sul patrimonio netto Esistenze al Modifica Esistenze al netto al saldi di Redditività 31/12/2016 01/01/2017 Variazioni Derivati complessiva 31/12/2017 apertura dividendi e Emissione Acquisto Distribuzione Variazione di riserve su Stock esercizio riserve altre nuove azioni straordinaria strumenti proprie options 2017 destinazioni azioni proprie dividendi di capitale azioni

Capitale: 67.950.000 67.950.000 - - - - 67.950.000

a) Azioni ordinarie 67.950.000 67.950.000 - - 67.950.000

b) altre azioni - -

Sovrapprezzi di emissione - - - - -

Riserve: 83.611.788 - 83.611.788 (6.913.282) 53.279 - - 76.751.784

a) di utili 28.844.449 - 28.844.449 (6.913.282) - - - 21.931.166

b) altre 54.767.339 - 54.767.339 - 53.279 - - 54.820.618

Riserve da valutazione (576.879) - (576.879) - 483.095 (93.784)

Strumenti di capitale - - - -

Azioni proprie - - - - -

Utile (Perdita) di esercizio (6.913.282) - (6.913.282) 6.913.282 - (5.433.571) (5.433.571)

Patrimonio Netto 144.071.626 - 144.071.626 - - 53.279 ------(4.950.475) 139.174.430

In data 28 febbraio 2017 l’Assemblea dei Soci ha deliberato la copertura della perdita dell’esercizio 2016, pari ad euro 6.913.282, mediante l’utilizzo della Riserva Straordinaria.

Gli importi indicati nella colonna “Variazioni di Riserve” alla voce “b) altre” corrispondono alla rilevazione per l’esercizio in corso della riserva di stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management.

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Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2016 (in unità di euro)

Variazioni dell'esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Patrimonio Operazioni sul patrimonio netto Esistenze al Modifica Esistenze al netto al saldi di Redditività 31/12/2015 01/01/2016 Variazioni complessiva 31/12/2016 apertura dividendi e Emission Acquisto Distribuzione Variazione Derivati di riserve Stock esercizio riserve altre e nuove azioni straordinaria strumenti su proprie options 2016 destinazioni azioni proprie dividendi di capitale azioni

Capitale: 67.950.000 67.950.000 - - - - 67.950.000

a) Azioni ordinarie 67.950.000 67.950.000 - - 67.950.000

b) altre azioni - -

Sovrapprezzi di emissione - - - - -

Riserve: 87.931.667 - 87.931.667 (4.335.857) 15.978 - - 83.611.788

a) di utili 33.180.305 - 33.180.305 (4.335.857) - - - 28.844.449

b) altre 54.751.361 - 54.751.361 - 15.978 - - 54.767.339

Riserve da valutazione 4.506.100 - 4.506.100 - (5.082.979) (576.879)

Strumenti di capitale - - - -

Azioni proprie - - - - -

Utile (Perdita) di esercizio (4.335.857) - (4.335.857) 4.335.857 - (6.913.282) (6.913.282)

Patrimonio Netto 156.051.910 - 156.051.910 - - 15.978 ------(11.996.261) 144.071.626

In data 10 marzo 2016 l’Assemblea dei Soci ha deliberato la copertura della perdita dell’esercizio 2015, pari ad euro 4.335.857, mediante l’utilizzo della Riserva Straordinaria.

Gli importi indicati nella colonna “Variazioni di Riserve” alla voce “b) altre” corrispondono alla rilevazione per l’esercizio in corso della riserva di stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management.

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Rendiconto Finanziario (in unità di euro)

METODO INDIRETTO 31/12/2017 31/12/2016

A. ATTIVITA' OPERATIVA

1. Gestione 4.544.076 877.946

- risultato d'esercizio (+/-) (5.433.571) (6.913.282)

- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su (1.189) (713) attività/passività finanziarie valutate al fair value (+/-)

- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) 32.506 67.530

- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 4.454.963 3.904.510

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 762.926 785.270

- accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 5.866.487 4.836.579

- imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) (1.138.046) (1.801.947)

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (38.201.327) 105.282.648

- attività finanziarie detenute per la negoziazione 3 644

- attività finanziarie disponibili per la vendita (1.978.557) (2.296.656)

- crediti verso banche: a vista (12.680.060) -

- crediti verso banche: altri crediti (71.286.047) (9.190.943)

- crediti verso clientela 48.973.291 105.890.061

- altre attività (1.229.956) 10.879.542

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 34.360.229 (106.408.437)

- debiti verso banche: a vista 23.445.939 -

- debiti verso banche: altri debiti (45.578.236) (4.820.401)

- debiti verso clientela 55.014.494 (90.591.890)

- titoli in circolazione (178.795) (677.008)

- altre passività 1.656.827 (10.319.138)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (+/-) 702.978 (247.843)

B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 13.937 2.767

- dividendi incassati su partecipazioni 12.783 2.755

- vendite di attività materiali 1.154 12

2. Liquidità assorbita da (321.327) (339.902)

- acquisti di attività materiali (321.327) (339.902)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (+/-) (307.390) (337.135)

LIQUIDITA' NETTA GENERATA / ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 395.588 (584.978)

Legenda: (+) Generata (-) Assorbita

Riconciliazione rendiconto finanziario

VOCI DI BILANCIO 31/12/2017 31/12/2016

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 1.935.976 2.520.954

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 395.588 (584.978)

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 2.331.564 1.935.976

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La Nota Integrativa

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La nota integrativa

La nota integrativa è suddivisa nelle seguenti parti:

1) Parte A - Politiche contabili 2) Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale 3) Parte C - Informazioni sul conto economico 4) Parte D - Redditività complessiva 5) Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 6) Parte F - Informazioni sul patrimonio 7) Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’azienda 8) Parte H - Operazioni con parti correlate 9) Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 10) Parte L - Informativa di settore

Parte A - Politiche Contabili

A.1 - Parte Generale

Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il presente bilancio è redatto in conformità ai principi contabili IAS/IFRS emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretation Committee (IFRIC)35 omologati dalla Commissione Europea ed in vigore al 31 dicembre 2017, recepiti dal nostro ordinamento dal D. Lgs. n. 38/2005 che ha esercitato l’opzione prevista dal Regolamento CE n. 1606/2002 in materia di principi contabili internazionali. Non sono state effettuate deroghe all’applicazione dei principi IAS/IFRS.

Il bilancio contiene Stato Patrimoniale, Conto Economico, Prospetto della Redditività Complessiva, Rendiconto Finanziario, Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto, Nota Integrativa e le relative informazioni comparative, ed è corredato dalla Relazione sull’andamento della gestione.

Il progetto di bilancio, approvato dal Consiglio di Amministrazione del 6 febbraio 2018, è sottoposto a revisione contabile da parte della società di revisione Deloitte & Touche S.p.A., in esecuzione della delibera assembleare del 10 aprile 2017 che le ha conferito l’incarico fino alla redazione del Bilancio d’esercizio del 2025.

Sezione 2 Principi generali di redazione

La redazione del bilancio è avvenuta in base ai criteri di valutazione, adottati nell’ottica della continuità aziendale ed in ossequio ai principi di competenza, rilevanza dell’informazione, nonché di prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica.

Il bilancio è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria, il risultato economico dell’esercizio, la variazione del patrimonio netto ed i flussi di cassa.

Le informazioni riportate nel presente fascicolo di bilancio, se non diversamente specificato, sono espresse in euro quale moneta di conto e le situazioni finanziarie, patrimoniali, economiche, le note informative di commento e le tabelle esplicative sono esposte in migliaia

35 Tali principi, nonché le relative Interpretazioni, sono applicati in funzione del verificarsi degli eventi da questi disciplinati a far tempo dalla data di applicazione obbligatoria dei medesimi, se non diversamente specificato. Per completezza informativa si veda, in proposito, l’“Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea”.

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di euro. I relativi arrotondamenti sono stati effettuati tenendo conto delle disposizioni indicate da Banca d’Italia.

Gli schemi di bilancio utilizzati nel presente bilancio sono conformi a quelli definiti dalla Circolare di Banca d’Italia n. 262/2005 e successive modifiche e integrazioni36. Detti schemi forniscono, oltre al dato contabile al 31 dicembre 2017, l’analoga informazione comparativa al 31 dicembre 2016 (che non ha necessitato di modifiche rispetto ai dati pubblicati in tale bilancio) e non riportano le voci non valorizzate per l’esercizio corrente e precedente.

Per completezza si segnala che nella redazione del presente fascicolo di bilancio si è inoltre preso atto, in particolare, dei seguenti documenti:  documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 2010, con particolare riferimento all’informativa in materia di impairment degli avviamenti e delle attività disponibili per la vendita;  documento ESMA37 del 5 ottobre 2015 “Orientamenti – Indicatori alternativi di performance” volto a promuovere l’utilità e la trasparenza degli Indicatori Alternativi di Performance38 inclusi nei prospetti informativi o nelle informazioni regolamentate39;  documento ESMA del 27 ottobre 2017, “European common enforcement priorities for 2017 financial statements” volto a promuovere un'applicazione omogenea dei principi contabili IAS/IFRS, per assicurare la trasparenza e il corretto funzionamento dei mercati finanziari, individuando talune tematiche ritenute particolarmente significative per i bilanci al 31 dicembre 2017 delle società quotate europee, anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato40.

Principi contabili I principi contabili esposti nella Parte A.2, relativamente alle fasi di classificazione, valutazione e cancellazione, sono i medesimi adottati per la redazione del bilancio relativo all’esercizio 2016.

L’applicazione di tali principi, nell’impossibilità di valutare con precisione alcuni elementi di bilancio, comporta talora l’adozione di stime ed assunzioni in grado di incidere anche significativamente sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico. Nel ribadire che l’impiego di stime ragionevoli è parte essenziale della predisposizione del bilancio, si segnalano qui di seguito le voci di bilancio in cui è più significativo l’utilizzo di stime ed assunzioni: - valutazione dei crediti; - valutazione di attività finanziarie non quotate su mercati attivi; - valutazione di attività immateriali a vita utile indefinita e di partecipazioni; - quantificazione degli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri; - quantificazione della fiscalità differita;

36 Più in dettaglio, il riferimento è al 4° aggiornamento del 15 dicembre 2015. Per completezza informativa si segnala che, in data 22 dicembre 2017, la Banca d’Italia ha emesso il 5° aggiornamento la cui applicazione obbligatoria decorre a far tempo dal 1° gennaio 2018. 37 European Securities Market Authority. 38 Il documento in parola definisce un Indicatore Alternativo di Performance quale “un indicatore finanziario di performance finanziaria, posizione finanziaria o flussi di cassa storici o futuri, diverso da un indicatore finanziario definito o specificato nella disciplina applicabile sull’informativa finanziaria”. 39 A eseguito della pubblicazione del documento in parola il Gruppo UBI, e di conseguenza la Banca, ha aggiornato la definizione di eventi non ricorrenti utilizzata al fine di redigere il prospetto del “Conto economico riclassificato al netto delle principali componenti non ricorrenti”. 40 Le priorità individuate per l’esercizio 2017 sono di seguito elencate: a. informativa in merito agli impatti attesi relativi alla futura introduzione di nuovi principi contabili; b. tematiche specifiche relative al principio contabile IFRS 3 “Business Combination”; c. tematiche specifiche relative al principio contabile IAS 7 “Rendiconto finanziario”. Per completezza informativa si segnala che il documento in parola richiama anche i documento ESMA: - “Issues for consideration in implementing IFRS 15: Revenue from Contracts with Customers” del 20 luglio 2016; e - “Issues for consideration in implementing IFRS 9: Financial Instruments” del 10 novembre 2016.

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- definizione della quota di ammortamento delle attività materiali ed immateriali a vita utile definita; - valutazione del fondo trattamento di fine rapporto e del fondo indennità suppletiva di clientela.

Si evidenzia come la rettifica di una stima possa avvenire a seguito dei mutamenti nelle circostanze sulle quali la stessa si era basata o in seguito a nuove informazioni o, ancora, di maggiore esperienza. L’eventuale mutamento della stima è applicato prospetticamente e genera quindi impatto sul conto economico dell’esercizio in cui avviene il cambiamento ed, eventualmente, su quello degli esercizi futuri. A tal proposito si segnala che l’esercizio 2017 non è stato caratterizzato da mutamenti nei criteri di stima già applicati per la redazione del Bilancio al 31 dicembre 2016.

* * *

Con particolare riguardo all’evoluzione normativa dei principi contabili internazionali IAS/IFRS si segnala quanto segue.

Principi contabili internazionali in vigore dal 2017

In data 9 novembre 2017 la Commissione Europea ha pubblicato i seguenti Regolamenti: - Regolamento (UE) n. 1989/2017 che omologa talune modifiche allo IAS 12 “Imposte sul reddito” con specifico riferimento alla rilevazione di attività fiscali differite e, più in dettaglio, al fine di chiarire la contabilizzazione di tali attività riferite a strumenti di debito valutati al fair value; - Regolamento (UE) n. 1990/2017 che omologa talune modifiche allo IAS 7 “Rendiconto Finanziario” al fine di promuovere il miglioramento dell’informativa relativa alle attività di finanziamento di un’entità.

L’adozione dei succitati provvedimenti non ha comportato effetti apprezzabili sul bilancio della Banca.

Principi contabili internazionali con applicazione successiva al 2017

In data 29 ottobre 2016 la Commissione Europea ha pubblicato: il Regolamento (UE) n. 1905/2016 che omologa il principio IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti”, pubblicato dallo IASB in data 28 maggio 2014. In data 29 novembre 2016 la Commissione Europea ha pubblicato il Regolamento (UE) n. 2067/2016 che omologa il principio IFRS 9 “Strumenti Finanziari”, pubblicato dallo IASB in data 24 luglio 2014.

Per dettagli relativi alle previsioni di tali principi si rimanda a quanto descritto successivamente nel presente capitolo. - In data 9 novembre 2017 la Commissione Europea ha pubblicato i seguenti Regolamenti: Regolamento (UE) n. 2017/1986 che adotta l’IFRS 16 Leasing, inteso a migliorare la rendicontazione contabile dei contratti di leasing41. Per informazioni di dettaglio si rimanda a quanto riportato successivamente nel presente capitolo; - Regolamento (UE) n. 2017/1987 che adotta le modifiche all’IFRS 15 Ricavi provenienti da contratti con i clienti – Chiarimenti dell’IFRS 15. Le modifiche mirano a precisare alcuni requisiti e a fornire un’ulteriore agevolazione transitoria per le imprese che applicano il Principio42; - Regolamento (UE) n. 2017/1988 che adotta le modifiche all’IFRS 4 “Applicazione congiunta dell’IFRS 9 Strumenti finanziari” e dell’IFRS 4 “Contratti assicurativi”43.

41 Applicazione obbligatoria a far tempo dal 1° gennaio 2019. 42 Applicazione obbligatoria a far tempo dal 1° gennaio 2018. 43 Applicazione obbligatoria a far tempo dal 1° gennaio 2018.

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Le modifiche all’IFRS 4 mirano a rimediare alle conseguenze contabili temporanee dello sfasamento tra la data di entrata in vigore dell’IFRS 9 e la data di entrata in vigore del nuovo principio contabile sui contratti assicurativi (IFRS 17) che sostituirà l’IFRS 4 a far corso dal 1° gennaio 2021. In particolare, i gruppi finanziari che configurano “conglomerati finanziari”44 possono optare che nessuna delle proprie entità, operanti nel settore assicurativo, applichi l’IFRS 9 al bilancio consolidato - c.d. “deferral approach” - per gli esercizi aventi inizio prima del 1° gennaio 2021, qualora siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni: a) dopo il 29 novembre 2017 tra il settore assicurativo e gli altri settori del conglomerato finanziario non sono trasferiti strumenti finanziari diversi dagli strumenti finanziari valutati al fair value per i quali le variazioni del fair value sono rilevate nell’utile (perdita) d’esercizio da entrambi i settori coinvolti nei trasferimenti; b) il conglomerato finanziario indica nel bilancio consolidato le entità assicurative del gruppo che applicano lo IAS 39; c) le informazioni integrative richieste dall’IFRS 7 sono fornite separatamente per il settore assicurativo che applica lo IAS 39 e per il resto del gruppo che applica l’IFRS 9. La facoltà in parola è inoltre concessa anche a società aventi attività prevalentemente connesse all’attività assicurativa.

Per le società che emettono contratti assicurativi, tenute ad applicare l’IFRS 9, il Regolamento consente, allorquando le medesime applicano l’IFRS 9 per la prima volta, di avvalersi del c.d. “overlay approach”. Tale facoltà permette di riclassificare, dal conto economico al prospetto OCI (leggasi nel patrimonio netto) l’importo necessario affinché, alla data di chiusura dell’esercizio, il risultato economico sia il medesimo che si sarebbe avuto rilevato qualora la società avesse applicato le previsioni dello IAS 39 in luogo dell’IFRS 9.

Sono designabili ai fini del citato approccio solo quelle attività finanziarie che: - sono valutate al fair value con impatto a conto economico ma non sarebbero state valutate in tal modo ai sensi dello IAS 39; - non sono detenute in relazione ad attività prive di nesso (ad esempio l’attività bancaria) con contratti che rientrano nell’ambito di applicazione dell’IFRS 4.

Il Regolamento, infine, introduce un’esenzione temporanea di talune disposizioni dello IAS 28. In altri termini, per gli esercizi che iniziano prima del 1° gennaio 2021 è concesso alle entità controllanti che applicano l’IFRS 9 di mantenere, ai fini della contabilizzazione secondo il metodo del patrimonio netto, i principi contabili applicati da società collegate (e joint venture) se le medesime non applicano l’IFRS 9 avvalendosi del “deferral approach”. Le imprese applicano le modifiche all’IFRS 4 a decorrere dalla data di inizio del loro primo esercizio finanziario avente inizio il 1° gennaio 2018 o in data successiva. Tuttavia, fatte salve le condizioni di cui sopra, i conglomerati finanziari possono scegliere di applicare le modifiche all’ IFRS 4 a decorrere dalla data di inizio del loro primo esercizio finanziario avente inizio il 1° gennaio 2018 o in data successiva.

44 Di cui alla definizione dell’art. 2, punto 14, della Direttiva 2002/87/CE.

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Principi contabili internazionali non omologati al 31 dicembre 2017

Principio (IAS/IFRS) Modifiche Data di pubblicazione Interpretazione (SIC/IFRIC) IFRS 14 Regulatory deferral accounts 30/01/2014 Sale contribution of assets between an investor and its IFRS 10, IAS 28 11/09/2014 Associate or Joint Venture Amendments to IFRS 2: Classification and Measurement of IFRS 2 20/06/2016 Share-based Payment Transaction

IFRS 1, IFRS 12, IAS 28 Annual improvements to IFRS Standards 2014-2016 Cycle 08/12/2016

IFRIC Interpretation 22 Foreign Currency Transaction and IFRIC 22 08/12/2016 Advance Consideration

IAS 40 Amendments to IAS 40: Transfers of Investment property 08/12/2016

IFRS 17 Insurance Contracts 18/05/2017

IFRIC 23 Uncertainty over Income Tax Treatments 07/06/2017

Amendments to IFRS 9: Prepayment Features with Negative IFRS 9 12/10/2017 Compensation Amendments to IAS 28: Long Term Interests in Associates IAS 28 12/10/2017 and Joint Ventures

IFRS 3, IFRS 11, IAS 12, IAS 23 Annual improvements to IFRS Standards 2015-2017 Cycle 12/12/2017

I principi sopra elencati non rilevano ai fini della redazione del bilancio al 31 dicembre 2017 posto che la loro applicazione è subordinata all’omologazione, da parte della Commissione Europea, mediante emissione di appositi Regolamenti comunitari45.

* * * Progetto IFRS 9 nel Gruppo UBI Banca

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, n. 323 del 29 novembre 2016, del Regolamento UE 2016/2067 della Commissione Europea, si è completato il processo di omologazione del principio contabile IFRS 9 “Strumenti Finanziari”46 che, a far tempo dal 1° gennaio 2018, sostituisce lo IAS 39 “Strumenti Finanziari: rilevazione e valutazione”.

In occasione del Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2018, prima situazione contabile redatta in ossequio alle previsioni dell’IFRS 9, verrà fornita l’informativa completa, di natura qualitativa e quantitativa, relativa alla transizione al citato principio, in merito agli impatti complessivamente definiti in sede di prima applicazione (c.d. FTA). L’informativa di seguito riportata, anche in ossequio alle previsioni del già citato documento ESMA “European common enforcement priorities for 2017 financial statements” nonché dello IAS 847, fornisce pertanto, suddivise per le tematiche del principio, le più significative evidenze di dettaglio emerse dalle diverse fasi progettuali, unitamente all’indicazione dei principali impatti di natura qualitativa e della stima provvisoria degli impatti di natura quantitativa, questi ultimi espressi in termini di range di basis point sul Cet1 al 31 dicembre 2017.

L’IFRS 9, con riguardo agli strumenti finanziari, fissa le nuove previsioni in materia di: - “Classification and Measurement”; - “Impairment;” e - “General Hedge Accounting”.

Rimandando alle precedenti informative in materia con riguardo alle principali previsioni del nuovo principio, si segnala che il Progetto di transizione all’IFRS 9 del Gruppo UBI Banca, che

45 Relativamente all’IFRS 14 si segnala che la Commissione Europea ha deciso di sospendere il processo di omologazione del principio in attesa della definizione del nuovo principio relativo alle c.d. “rate regulated activities”. 46 Emesso dallo IASB in data 24 luglio 2014. 47 “ Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori”.

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ha preso avvio nel corso del secondo semestre 2015 ed è ad oggi sostanzialmente concluso, eccezion fatta per talune attività relative all’implementazione della fase di transizione al nuovo principio (c.d. First Time Adoption – FTA) e al funzionamento a regime del medesimo, in via di ultimazione. Il progetto di transizione è stato articolato nei tre seguenti filoni di attività: 1. Assessment; 2. Design; 3. Implementation.

Fase di Assessment La fase di Assessment, volta a valutare i potenziali impatti del nuovo principio con riferimento agli aspetti regolamentari, modelli di rischio, amministrazione, organizzazione, applicazioni IT e business, aveva preso avvio nel secondo semestre del 2015 e si è conclusa nel primo trimestre 2016. Tale fase era principalmente finalizzata a: - identificare le modifiche regolamentari e contabili e, conseguentemente, definire i preliminari orientamenti contabili per gli aspetti necessari; - identificare gli impatti preliminari in termini di business, modelli di rischio, organizzazione e sistemi IT; - definire i criteri per l’iscrizione ed il trasferimento degli strumenti finanziari, in particolare dei crediti, tra i tre diversi stage previsti dall’IFRS 9 sulla base della qualità creditizia, con conseguente diversa stima dei rispettivi valori di bilancio (12 month expected credit loss vs. lifetime expected credit loss).

Fase di Design L’attività di Design, che si è svolta durante tutto l’arco dell’esercizio 2016, era finalizzata allo sviluppo delle seguenti attività: - definizione di dettaglio delle policy contabili; - predisposizione dei modelli di rischio; - definizione delle specifiche tecniche per sistemi IT e processi; - gestione degli aggiornamenti normativi e specifiche richieste dei Regulator; - definizione delle specifiche di dettaglio in ambito organizzazione.

Fase di Implementation L’architettura del Progetto prevedeva, quale ultima fase, l’attività di Implementation, avviata all’inizio del 2017, finalizzata all’esecuzione degli interventi individuati e definiti nei precedenti step progettuali. Tale fase era volta a: - condividere, con l’insieme delle strutture operative coinvolte, le analisi e le risultanze emerse durante la fase di Design; - implementare nei processi e nelle procedure aziendali le scelte e le interpretazioni di principio operate nelle fasi di Assessment e Design; - consolidare le policy contabili di dettaglio in funzione delle evidenze emerse e dei chiarimenti normativi pervenuti dalle Autorità di Vigilanza; - attuare le attività propedeutiche alla First Time Application (FTA) del principio in parola.

Allo stato attuale sono in via di ultimazione alcuni interventi informatici legati a scelte metodologiche consolidatesi nell’ultimo trimestre 2017.

Ciò premesso, nel prosieguo si illustrano le più significative evidenze di natura qualitativa e quantitativa.

Classification and Measurement Con specifico riguardo alle nuove previsioni in materia di classificazione delle attività finanziarie previste dall’IFRS 9, le attività progettuali si sono principalmente concentrate: - sulla definizione del business model con cui il Gruppo intende gestire le attività finanziarie iscritte in bilancio; nonché, - su un esame di dettaglio degli strumenti finanziari in portafoglio al fine di identificare, eventualmente, attività finanziarie le cui caratteristiche dei flussi di cassa non consentano

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la classificazione al Costo Ammortizzato e debbano pertanto essere valutate al fair value con impatto a Conto economico.

Relativamente al business model si segnala che, conclusa l’attività di analisi e censimento delle diverse modalità con cui vengono gestiti gli strumenti finanziari al fine di generare flussi di cassa, il Gruppo ha definito i business model relativi alla gestione delle attività finanziarie, confermando peraltro sostanzialmente la strategia di gestione dei portafogli condotta in vigenza dello IAS 39, coerenti con la Propensione al Rischio del Gruppo, associando i diversi portafogli di strumenti finanziari a tali business model in funzione di specifici parametri. A tal proposito, stante la rilevanza strategica dei business model ex IFRS 9, il Gruppo si è dotato di una specifica policy in materia di definizione dei medesimi48. Più in dettaglio, con specifico riferimento al comparto titoli, si specifica quanto segue: - titoli di debito. Il Gruppo detiene tali strumenti, secondo logiche gestionali proprie dei business model “Hold to Collect” e “Hold to Collect&Sell”, eccezion fatta per taluni titoli detenuti con finalità di trading e pertanto associati al business model “Others”. L’allocazione di tali titoli nei diversi portafogli ex IFRS 9 viene effettuata, sulla base delle citate logiche gestionali, tenendo anche conto: delle dimensioni del banking book previste nel Piano Industriale 2017-2020, delle caratteristiche dei titoli (in termini, a titolo esemplificativo, di vita residua), nonché delle logiche aziendali in termini di remunerazione del personale. Tale allocazione, in termini di dimensionamento dei portafogli associabili ai diversi Business Model, è definita in coerenza con le misure di capitale allocato di cui al Risk Appetite Framework (RAF) di Gruppo. In ultimo, si segnala che solo una porzione estremamente limitata di titoli di debito non superano, in funzione delle caratteristiche oggettive degli stessi, il c.d. Solely Payment Principal Interest Test (SPPI Test)49 e saranno pertanto classificati tra le attività FVTPL e quindi obbligatoriamente valutati al fair value con impatto a Conto economico; - titoli di capitale. I medesimi sono associati al business model “Others”, con conseguente valutazione al fair value con impatto delle variazioni di valore nel conto economico, eccezion fatta per i titoli afferenti al portafoglio dei possessi azionari che configurano “interessenze partecipative”50, per i quali il Gruppo ha deciso di avvalersi della c.d. “OCI election”, ovvero della possibilità di valutare i medesimi al fair value con rilevazione delle variazioni di valore nel prospetto OCI (leggasi nel patrimonio netto51), ritenendo che tale modalità di valutazione sia quella maggiormente adeguata per riflettere le finalità e le logiche per le quali lo strumento di equity è stato sottoscritto.

Per completezza informativa si segnala che le quote di fondi di investimento, siano essi aperti o chiusi, sono associate al business model “Others”, in funzione del fatto che il Gruppo gestisce tali attivi in un’ottica di valorizzazione dei medesimi sulla base del fair value.

Per quanto riguarda i crediti, considerato che il Gruppo UBI svolge principalmente attività di banca tradizionale e detiene un portafoglio impieghi originati con finalità di finanziare privati e aziende nell’ambito della loro attività di impresa nonché famiglie, il business model “Hold to Collect” risulta quello preponderante per la gestione della quasi totalità degli stessi in sostanziale continuità con quanto operato in vigenza dello IAS 39. Ulteriormente, il Gruppo ha deciso di associare al business model “Hold to Collect&Sell” i prestiti sindacati, di futura erogazione, che intende cedere a terzi e per i quali, pertanto, la relativa delibera di erogazione contempla tale modalità gestionale.

Vendite coerenti con il business model “Hold to Collect”

48 Ai sensi delle previsioni dell’IFRS 9, la classificazione degli strumenti finanziari deve infatti avvenire sia in funzione delle modalità di gestione dei medesimi che delle caratteristiche oggettive che li connotano. 49 Tale test, di natura qualitativa e volto a verificare se lo strumento finanziario preveda sostanzialmente pagamenti che siano espressione unicamente del capitale e degli interessi, è propedeutico alla classificazione di crediti e titoli di debito nelle categorie contabili Costo Ammortizzato e FVOCI. In altri termini, l’esito negativo del test comporta la classificazione dello strumento finanziario nella categoria “Fair Value Through Profit of Loss”. 50 Oltre ad un numero limitato di strumenti finanziari partecipativi non rivenienti da operazioni di conversione di crediti. 51 Nel caso di specie l’impatto a Conto economico è previsto solo per la rilevazione dei ricavi da dividendi.

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Il Gruppo ha definito, in apposito Regolamento interno, le regole operative relative alla determinazione delle soglie per considerare coerenti con il business model “Hold to Collect” le vendite di strumenti finanziari, siano essi titoli di debito o crediti. Le regole del Gruppo UBI, con specifico riferimento alla “significatività” delle medesime, prevede criteri molto stringenti al fine di ritenere ammissibili vendite eseguite per motivi diversi da quelli specificamente previsti dal principio52.

Solely Payment Principal Interest Test (SPPI Test) In merito alle caratteristiche oggettive degli strumenti finanziari le attività finanziarie sono testate tramite il c.d. Solely Payment Principal Interest Test (SPPI Test), nonché, al ricorrere di clausole che comportano il “modified time value of money”, tramite il “Benchmark Test”53. L’approccio del Gruppo relativamente all’SPPI Test prevede, nel caso del portafoglio crediti, la suddivisione del medesimo in: 1) prodotti “standard”, tipicamente commercializzati tramite la rete, e 2) prodotti “non standard”, generalmente personalizzati sulla base delle esigenze specifiche della controparte. Tale ripartizione, peraltro, è stata funzionale all’individuazione della soluzione organizzativa e applicativa più efficiente. In merito alle modalità di esecuzione del test a regime, il Gruppo UBI prevede: - per i prodotti “standard”, l’esecuzione del test per tipologia di prodotto e quindi l’introduzione del test in sede di fabbrica prodotto con richiamo automatico dell’esito della verifica in sede di singola erogazione; - per i prodotti “non standard”, l’esecuzione del test per singolo rapporto; - per i titoli di debito, l’esecuzione del test per singolo titolo. Le modalità di conduzione del test si basano sull’utilizzo del c.d. lending tool, ossia un questionario strutturato in termini di “albero decisionale” che, sulla base delle risposte attribuite fornisce riscontro sulla possibilità di classificare l’attività finanziaria nella categoria Hold to Collect, con conseguente valutazione al Costo Ammortizzato.

In merito al Benchmark Test, per tutte le attività finanziarie caratterizzate da clausole contrattuali che richiedono tale verifica, l’esecuzione del test è prevista con modalità sostanzialmente automatiche, tramite la costituzione di una griglia, che dia conto del risultato a fronte di ogni possibile caso di incoerenza/difformità tra il periodo di riprezzamento del tasso contrattuale e il periodo di pagamento dello stesso: tale griglia è soggetta a periodico aggiornamento ed è consultabile in sede di erogazione.

In funzione delle caratteristiche del portafoglio prodotti in essere e non avendo il Gruppo rivisto strutturalmente le logiche attraverso le quali le attività finanziarie sono attualmente gestite, le modifiche in termini di classificazione sono non significative. Gli impatti quantitativi approssimativamente stimati di tali modifiche afferiscono principalmente alla riclassifica contabili di taluni titoli di debito: - precedentemente classificati tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, che ex IFRS 9 sono associati al business model “Hold to Collect” e pertanto valutati al Costo Ammortizzato; - precedentemente classificati tra le “Attività finanziarie detenute sino a scadenza”, che ex IFRS 9 sono associati al business model “Hold to Collect and Sell” e pertanto valutati al Fair value (con rilevazione delle variazioni di valore nel prospetto OCI). Impatti assolutamente marginali sono ascrivibili alla valutazione al fair value dei titoli di debito e dei crediti che, non superando il Solely Payment Principal Interest Test, devono obbligatoriamente essere valutati al fair value.

52 Nel caso di specie il riferimento è a vendite di strumenti finanziari operate in prossimità della scadenza dei medesimi, ovvero in funzione del peggioramento del relativo rischio di credito ovvero per fronteggiare un fabbisogno di liquidità imprevisto. 53 Tale test, di natura quantitativa, è parte integrate del SPPI allorquando lo strumento finanziario presenti caratteristiche c.d. di “Modified Time Value of Money” ovvero a fronte della presenza di un’imperfetta relazione tra il parametro di riferimento del tasso di interesse (es. Euribor a 3 mesi) e il passaggio del tempo (es. rata mensile). In tal caso, l’obiettivo del test è verificare la significatività in termini di differenti cash flow rispetto ai flussi di cassa di uno strumento “benchmark” non connotato da caratteristiche di “modified time value of money”. L’esito negativo di tale test comporta la classificazione dello strumento finanziario nella categoria “Fair Value Through Profit or Loss”.

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Modification In materia di modifica dei flussi finanziari contrattuali, l’IFRS 9 prevede che quando tali flussi sono rinegoziati, o altrimenti modificati, e la rinegoziazione o la modifica non determina la cancellazione contabile (leggasi derecognition) dell'attività finanziaria, l'entità deve calcolare il valore attuale dei flussi finanziari rinegoziati o modificati54 dell'attività finanziaria e rilevare nel conto economico la differenza tra tale valore e il valore contabile lordo antecedente alla modifica. Diversamente, in caso di modifica “sostanziale” dei citati flussi, l’entità deve eliminare contabilmente l’attività finanziaria oggetto di modifica e procedere all’iscrizione di una nuova attività finanziaria sulla base delle nuove previsioni contrattuali. In merito all’accezione del termine “sostanziale”, il Gruppo UBI ha stabilito quanto segue: . modifica verso controparti che presentano difficoltà finanziarie55: l’accezione data al termine “sostanziale” è essenzialmente qualitativa in termini di natura della medesima posto che la stessa è volta a massimizzare il recupero dell’esposizione originaria; . modifica di natura “commerciale”56: l’accezione data al termine “sostanziale” è di natura sia qualitativa che quantitativa posto che, di norma e anche in funzione delle attuali previsioni normative italiane (c.d. “Bersani”) applicabili alla fattispecie dei mutui a privati, la stessa riguarda la revisione del tasso di interesse al fine di riallinearlo a quello corrente di mercato. Con specifico riguardo all’accezione quantitativa del termine, il Gruppo UBI valuta la sostanzialità della modifica contrattuale sulla base della variazione percentuale dei flussi di cassa dello strumento finanziario ante e post modifica.

L’applicazione delle previsioni in materia di “modification” comportano, in sede di prima applicazione, impatti approssimativamente stimati sostanzialmente afferenti alla cancellazione contabile di taluni attivi, in funzione della significatività delle modifiche operate sulle condizioni contrattuali dei medesimi e, più in dettaglio, alla rilevazione in apposita riserva di patrimonio netto del costo ammortizzato residuo su tali attivi.

Impairment Gli aspetti maggiormente interpretativi del principio, individuati durante le attività progettuali, relativamente alle modalità di calcolo dell’impairment delle attività finanziarie (crediti o titoli), associate al business model “Hold to Collect” (e quindi classificate tra le attività finanziarie valutate al Costo Ammortizzato) o al business model “Hold to Collect and Sell” (e valutate al fair value con impatto delle variazioni di valore nel prospetto OCI), sono relativi: - alla stage allocation degli strumenti finanziari in funzione della determinazione del significativo incremento del rischio di credito; e - all’inclusione di scenari c.d. forward looking nella definizione della stage allocation e nella determinazione dell’Expected Credit Loss (ECL)57.

Stage allocation Ai fini dell’allocazione delle esposizioni nei diversi stage alla data di prima applicazione del principio, le esposizioni performing sono classificate negli stage 1 e 2, diversamente le esposizioni non performing sono allocate nello stage 3. Con riferimento a tali ultime esposizioni, si specifica che il Gruppo UBI è allineato alla definizione di cui alla Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia, ovvero le medesime corrispondono alla somma di: esposizioni scadute, inadempienze probabili e sofferenze come definiti dalle vigenti disposizioni in materia di Vigilanza.

Ciò premesso si specifica che il modello di stage allocation del Gruppo, basato su una logica per singolo rapporto, ai fini della misurazione dell’incremento significativo del rischio di

54 Tali flussi devono essere attualizzati al tasso di interesse effettivo originario dell'attività finanziaria. 55 Il riferimento è a misure di “forbearance”, siano esse rivolte a controparti performing che non perfoming). 56 Ovvero nei confronti di una controparte che non presenta difficoltà finanziarie. 57 Il principio definisce le perdite su crediti attese come “la media ponderata delle perdite su crediti sulla base delle probabilità che si verifichi un default”. La stima della perdita attesa deve essere effettuata considerando gli scenari possibili, tenendo pertanto in considerazione le migliori informazioni disponibili su: eventi passati, condizioni correnti, previsioni supportabili su eventi futuri (cosiddetto “forward looking approach”).

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credito, dalla data di prima iscrizione dello strumento finanziario a quella di valutazione, prevede l’utilizzo sia di criteri qualitativi che quantitativi. Più in dettaglio, il passaggio, di uno strumento finanziario, da stage 1 a stage 2 è determinato, a titolo esemplificativo, al verificarsi di una delle seguenti variabili: - sconfino di controparte >30 giorni con soglia di rilevanza del 5%; - concessione di una misura di forbearance; - variazione della Probability of Default (PD) life time.

Ulteriormente il Gruppo ha deciso di: - ribattere la presunzione secondo cui una posizione scaduta da almeno 30 giorni è da classificare automaticamente nello stage 2, solamente con riferimento a crediti afferenti a specifiche aree di business; - esercitare, in fase di FTA nonché a regime, e solo limitatamente al portafoglio Titoli Sovereign, in considerazione delle caratteristiche proprie dei titoli in portafoglio, la “Low Credit Risk Exemption”58; - utilizzare il metodo FIFO (First In-First Out), al fine di confrontare, per ogni singola tranche di titoli di debito acquistata, il merito creditizio originario della medesima con quello ad essa attribuito alla data di reporting.

Stima dell’Expected Credit Loss e inclusione degli scenari forward looking L’IFRS 9 prescrive, con riferimento alle attività finanziarie che non siano impaired al momento dell’acquisto (ovvero all’origine), che la rilevazione di rettifiche su crediti attese sia determinata in base a uno dei seguenti metodi: - attività classificate a stage 1: commisurandola all’importo della perdita su crediti attesa nei successivi 12 mesi (perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili entro 12 mesi dalla data del periodo di riferimento). Tale metodo deve essere applicato quando, alla data di bilancio, il rischio di credito non sia incrementato significativamente rispetto alla rilevazione iniziale oppure sia ritenuto basso (“Low Credit Risk Exemption”); o, - attività classificate a stage 2 o 3: commisurandola all’importo della perdita su crediti attesa su tutta la vita dello strumento (perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo l’intera vita dell’attività finanziaria). Tale metodo deve essere applicato in caso sia riscontrato, con riferimento alla singola esposizione, un incremento significativo del rischio di credito dopo la rilevazione iniziale.

Stage 1 e 2 Con particolare riguardo alla previsione del principio contabile di incorporare nella stima delle perdite attese scenari forward looking anche di tipo macroeconomico, il Gruppo UBI ha deciso di includere i medesimi, nonché le previsioni relative agli andamenti geosettoriali (negli ambiti in cui opera la controparte), in modelli interni già disponibili sviluppati per le finalità di Stress Test sul rischio di credito che sono stati oggetto di necessari aggiustamenti al fine di renderli compatibili con le specifiche previsioni del nuovo principio. Tali modelli contemplano l’utilizzo di scenari “most likely”, ovvero l’utilizzo dello scenario ritenuto maggiormente probabile, unitamente a scenari “upside” e “downside”, ad ognuno dei quali viene associata una percentuale di accadimento. Tali scenari sono coerenti a quelli assunti per finalità di budget e capital allocation.

Stage 3 Con specifico riferimento all’inclusione di elementi forward looking, nella stima dell’expected credit loss, si segnala, relativamente alle posizioni in “sofferenza” che le regole di valutazione analitica delle medesime, sviluppate in ottica “gone concern”, includono elementi forward looking nella stima delle percentuali di abbattimento del valore dell’immobile posto a garanzia (stimate sulle perizie aggiornate o sulla relazione del Consulente Tecnico d’Ufficio - CTU), nonché, in sede di applicazione dell’IFRS9, l’introduzione di specifici scenari alternativi di

58 In altri termini, gli strumenti, che alla data di FTA sono connotati da basso rischio di credito, nel caso di specie identificato con il livello di rating “investment grade”, sono classificati in stage 1. Successivamente, qualora tali titoli perdessero il livello di “investment grade” i medesimi saranno oggetto di trasferimento ad altro stage unicamente in funzione di un eventuale significativo incremento del rischio di credito rispetto alla data di rilevazione iscrizione iniziale.

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recupero delle esposizioni, in considerazione del fatto che il Gruppo prevede di vendere in un lasso di tempo ragionevole un determinato stock di crediti in sofferenza ad una terza parte sia al fine di massimizzare i flussi di cassa, sia in relazione ad una specifica strategia di gestione del credito deteriorato. Conseguentemente, la stima della ECL riflette, oltre che il recupero attraverso la gestione ordinaria del credito, anche la presenza dello scenario di vendita e quindi dei flussi di cassa derivanti da tale vendita. La volontà di includere “scenari di vendita” nel modello di impairment IFRS9 è rappresentato in parte dalla strategia aziendale di recupero storicamente osservata delle esposizioni, ma principalmente da quella futura, in coerenza con la “NPL strategy” del Gruppo UBI.

Le previsioni del nuovo principio in materia di impairment comportano, in sede di prima applicazione, impatti approssimativamente stimati sostanzialmente afferenti a: . stima dell’ECL sulle posizioni performing classificate negli stage 1 e 2; . stima dell’ECL sulle posizioni non performing classificate nello stage 3; . stima dell’ECL sui titoli di debito59.

Hedge Accounting Con specifico riguardo alle nuove previsioni in materia di General Hedge Accounting il Gruppo UBI Banca, nelle more del completamento da parte dello IASB delle nuove regole relative al Macrohedging, ha deciso di avvalersi dell’opzione “opt-out” ovvero della possibilità, in linea con quanto attualmente operato, di continuare ad applicare le previsioni dello IAS 39 (carve out)60.

In ultimo, per completezza informativa, si specifica quanto segue: - con riguardo al periodo transitorio nel quale i sistemi e le procedure contabili gestiscono contemporaneamente dati ex IAS 39 unitamente a dati ex IFRS 9, si segnala che il Gruppo UBI Banca ha operato, nel corso del quarto trimestre dell’esercizio 2017, una serie di simulazioni relative ai diversi aspetti implementativi dell’IFRS 9 volte a misurarne gli impatti nonché a verificarne l’effettiva operatività; - relativamente alla tematica di prima applicazione del principio riguardante la riesposizione dei dati dei periodi precedenti, non richiesta dalle previsioni dell’IFRS 9, il Gruppo ha optato per non procedere alla predisposizione dei medesimi; - con riferimento alle disposizioni transitorie, di cui al Regolamento (UE) 2017/2395, volte ad attenuare l’impatto dell’introduzione dell’IFRS 9 sui fondi propri, in particolare con riguardo ai maggiori accantonamenti per perdite stimate su crediti61, il Gruppo UBI ha deciso di avvalersi dell’opzione di includere, per il periodo transitorio di cinque anni, una porzione dei medesimi nel capitale primario di classe 1 (CET1).

Le analisi svolte non evidenziano impatti significativi derivanti dall’adozione dell’IFRS 9 considerata anche la composizione delle voci dell’attivo di stato patrimoniale della Banca. Come anticipato, in occasione del Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2018 verrà fornita l’informativa relativa agli impatti, di natura qualitativa e quantitativa, complessivamente definiti in sede di prima applicazione (c.d. FTA).

L’IFRS 15 “Ricavi da contratti con i clienti” Il principio contabile IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti”62 sostituisce, a far tempo dal 1° gennaio 2018, i principi IAS 18 “Ricavi” e IAS 11 “Lavori su ordinazione”, nonché le interpretazioni IFRIC 13 “Programmi di fidelizzazione della clientela”, IFRIC 15 “Accordi per la costruzione di immobili”, IFRIC 18 “Cessioni di attività da parte della clientela” e SIC 31 “Ricavi – Operazioni di baratto comprendenti attività pubblicitaria”. Il principio stabilisce un nuovo modello di riconoscimento dei ricavi basato su cinque “step”, applicabile a tutti i contratti stipulati con i clienti ad eccezione:

59 Non oggetto di valutazione al fair value con impatto delle variazioni di valore nel conto economico (FVTPL). 60 Relativamente alle previsioni dello IAS 39 in materia di Macrohedging. 61 Per completezza informativa si segnala che il citato Regolamento prevede, inoltre, disposizioni transitorie per l’esenzione dal limite delle “grandi esposizioni” le esposizioni “nei confronti di taluni debiti del settore pubblico degli Stati membri…omissis…”. 62 Pubblicato dallo IASB in data 28 maggio 2014 e omologato dalla Commissione Europea in data 29 ottobre 2016.

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- dei contratti di leasing rientranti nell’ambito di applicazione dello IAS 17; - dei contratti assicurativi rientranti nell’ambito di applicazione dell’IFRS 4; - degli strumenti finanziari e degli altri diritti e obbligazioni rientranti nell’mabito di applicazione rispettivamente dell’IFRS 9, IFRS 10, IFRS11, IAS 27 e IAS28.

I cosidetti cinque “step”, fondamentali per la contabilizzazione dei ricavi secondo il nuovo modello sono: - l’identificazione del contratto con il cliente; - l’identificazione delle performance obligations del contratto; - la determinazione del prezzo; - l’allocazione del prezzo alle performance obligations del contratto; - i criteri di iscrizione del ricavo quando l’entità soddisfa ciascuna performance obligation.

Inoltre in applicazione dell’IFRS 15, per quanto attiene le componenti reddituali, prevalentemente di natura commissionale, derivanti dai contratti con i clienti e non rientranti negli ambiti di applicazione sopra descritti, bisognerà effettuare le seguenti valutazioni per determinare se: - i prezzi delle relative transazioni, incluse le componenti variabili, dovranno essere allocati ad una o più performance obligation; - le performance obligations sono soddisfatte “over time” o “point in time”; - il ricavo dovrà essere presentato su base lora o netta in funzione del ruolo di “principal” o di “agent” svolto dall'entità nella transazione.

Sulla base dell’analisi delle previsioni normative del principio, nonché delle principali fattispecie contrattuali rientranti nelle medesime, gli impatti di natura quantitativa provvisoriamente stimati derivanti dalla prima applicazione risultano essere non significativi. In occasione del Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2018, prima situazione contabile redatta in ossequio alle previsioni dell’IFRS 15, verranno fornite le informazioni di dettaglio in merito agli impatti di natura quantitativa derivanti dalla prima applicazione del principio in parola.

L’IFRS 16 “Leasing” Il principio contabile IFRS 16 “Leasing”63 sostituirà, a far tempo dal 1° gennaio 2019, l’attuale IAS 17 “Leasing”. In particolare, il principio, introduce nuove previsioni in materia di contabilizzazione dei contratti di leasing da parte dei locatari (leggasi gli utilizzatori dei beni oggetto di contratti di leasing) che si fondano sulla definizione di contratto di leasing inteso come un contratto che conferisce al locatario il diritto all’utilizzo di un bene identificato per un determinato periodo di tempo in cambio di un corrispettivo. In funzione di ciò, il locatario provvede ad iscrivere tra le attività patrimoniali il diritto d’uso (del bene sottostante il contratto), successivamente oggetto di ammortamento, a fronte dell’iscrizione di una passività finanziaria pari al valore attuale dei c.d. “lease payments” ovvero di tutti i pagamenti fissi e attesi da corrispondere al locatore durante la vita residua del contratto. Il Gruppo ha operato un’analisi delle principali innovazioni introdotte dal principio in parola e, nel corso dell’esercizio 2018, procederà all’analisi di dettaglio dei contratti stipulati in qualità di locatore/locatario, che possono configurare un “Lease”, ai sensi delle previsioni dell’IFRS 16. Successivamente al completamento di tale attività il Gruppo procederà con una successiva fase di disegno e di implementazione, da completarsi entro la fine dell’esercizio 2018, ai fini dell’applicazione del nuovo principio a partire dall’esercizio 2019. Aggiornamenti relativi all’evoluzione di tale analisi saranno fornite nella Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2018

63 Pubblicato dallo IASB in data 13 gennaio 2016 e omologato dalla Commissione Europea in data 9 novembre 2017.

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Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

In relazione a quanto previsto dallo IAS 10, si informa che successivamente al 31 dicembre 2017, data di riferimento del Bilancio d’esercizio, e fino al 6 febbraio 2018, data in cui il progetto di bilancio è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca, non sono intervenuti fatti tali da comportare una rettifica dei dati presenti in bilancio.

Sezione 4 Altri aspetti

Impairment test degli avviamenti L’attenzione posta dai diversi enti di controllo e Vigilanza, nazionali ed internazionali, al tema impairment test del goodwill e degli intangibili a vita utile indefinita, permane alta anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato. Infatti molteplici sono stati negli anni più recenti i documenti diffusi da tali enti con la finalità di sensibilizzare al pieno rispetto delle prescrizioni del principio IAS 36 “Riduzione di valore delle attività”, anche in tema di informativa resa in bilancio. In termini di riferimenti normativi, appaiono di particolare rilevanza, oltre al principio contabile internazionale già citato, i documenti di seguito elencati:

Documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 201064 Nello scritto le autorità ribadiscono la necessità del pieno rispetto delle prescrizioni IAS 36 in merito sia alla procedura di impairment test adottata che alle informazioni fornite nelle note al bilancio. Con specifico riguardo all’impairment test sull’avviamento, viene specificato che: “(…)sopratutto in assenza di idonei piani aziendali, si ritiene necessario che la rispondenza della procedura di impairment test alle prescrizioni dello IAS 36 formi oggetto di formale e consapevole approvazione da parte dell’organo di amministrazione, responsabile della redazione dei bilanci della società. L’approvazione della procedura d’impairment da parte degli amministratori deve avvenire in via autonoma e anticipata rispetto al momento dell’approvazione delle relazioni finanziarie. Ulteriore aspetto che occorre sottolineare è la necessità che gli amministratori svolgano adeguate considerazioni in ordine all’esistenza di segnali esogeni di perdita di valore, quali, ad esempio, quelli espressi dal mercato finanziario, come la presenza di una capitalizzazione di mercato della società significativamente inferiore al patrimonio netto contabile”.

Linee guida - Impairment test avviamenti in contesti di crisi finanziaria e reale - Organismo Italiano di Valutazione In data 14 giugno 2012 è stato approvato dall’Organismo Italiano di Valutazione (OIV) il Discussion Paper “Impairment test avviamenti in contesti di crisi finanziaria e reale - linee guida”. Esso fornisce, in un contesto caratterizzato da segnali esogeni di perdita di valore, linee guida relativamente alle valutazioni compiute ai fini dell’impairment test dell’avviamento.

Documento ESMA In data 11 novembre 2013 l'ESMA ha emesso il Public Statement “European common enforcement priorities for 2013 financial statements” volto a promuovere un'applicazione omogenea degli IFRS ed individuando alcune tematiche ritenute particolarmente significative per i bilanci delle società quotate europee, anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato, e invitando gli emittenti ed i loro revisori a prendere in considerazione, ai fini della predisposizione del bilancio, le indicazioni ivi fornite. L’ESMA in questa sede ha ribadito quanto espresso negli anni precedenti, chiedendo, relativamente al test di impairment del goodwill e degli intangibili specifici, di:  prestare particolare attenzione alla determinazione dei flussi di cassa futuri ai fini delle valutazioni raccomandando l’utilizzo di assunzioni che rappresentino aspettative future realistiche, e che muovano da una analisi degli scostamenti tra proiezioni utilizzate ai fini dei test di impairment precedenti e risultati a consuntivo;

64 Il documento fa seguito alla Comunicazione congiunta Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 2 del 6 febbraio 2009.

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 fornire adeguata disclosure a bilancio per ogni Cash Generating Unit (CGU) cui è allocato goodwill, in relazione alle key assumptions utilizzate ai fini della stima del valore recuperabile (periodo di previsione dei flussi di cassa, tassi di crescita e tassi di sconto applicati e coerenza di tali assunzioni con l’esperienza passata);  fornire adeguata disclosure relativamente alle analisi di sensibilità dei valori recuperabili (sensitivity analysis) alla variazione degli input utilizzati ai fini della valutazione (tasso di crescita dei flussi, costo opportunità del capitale, marginalità).

La procedura di impairment test, le assunzioni sottostanti all’elaborazione dei dati prospettici ed i relativi risultati sono descritti in Nota Integrativa alla “Sezione 12 - Attività immateriali”.

Direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU) - Contabilizzazione del contributo al Single Resolution Fund

Nel mese di aprile la Banca d’Italia, in qualità di autorità di risoluzione, ha come di consueto reso destinatarie le banche italiane, assoggettate alla Direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive – 2014/59/EU)65, della comunicazione con cui viene indicato il contributo ordinario ex ante dovuto per l’esercizio 2017, calcolato ai sensi dei Regolamenti Delegati della Commissione Europea n. 2015/63 e 2015/81. Tale contributo è stato determinato dal Single Resolution Board in collaborazione con Banca d’Italia e il versamento del medesimo in circostanze normali può, ai sensi del Regolamento Delegato della Commissione Europea n. 2015/81, essere corrisposto anche mediante la sottoscrizione di impegni di pagamento irrevocabili nella misura minima del 15%. In tal senso, la citata comunicazione prevedeva, in linea con quanto previsto per l’esercizio 2016, la possibilità di poter optare per la contribuzione sotto forma di liquidità in ragione dell’85% del contributo e, nella misura del restante 15%, mediante la sottoscrizione di un impegno irrevocabile garantito mediante cash collateral. In continuità con quanto operato nell’esercizio 2016 il Gruppo UBI Banca ha optato per la contribuzione sotto forma di liquidità in ragione dell’85% e, nella misura del 15%, mediante impegno66 e ha provveduto, in data 1° giugno 2017, al versamento integrale del contributo dovuto. Stante quanto sopra la Banca ha contabilizzato il contributo complessivamente pari a 20,6 migliaia di euro67, a Conto economico alla voce “Altre spese amministrative”68 per 17,5 migliaia di euro e “sotto la riga” tra gli impegni di pagamento irrevocabili69 interamente garantiti da cash collateral per 3,1 migliaia di euro.

Direttiva DGS (Deposit Guarantee Scheme Directive – 2014/49/EU) - Contabilizzazione del contributo al DGS

In data 15 dicembre 2017 la Banca ha ricevuto la comunicazione del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi con la quantificazione definitiva del contributo dovuto per l’esercizio 2017. In funzione di ciò, nel conto economico del Bilancio al 31 dicembre 2017, alla voce “Altre spese amministrative”, è stato rilevato un onere pari a 1.597 migliaia di euro. La miglior stima della quota annuale del contributo dovuto, pari a 1.405 migliaia di euro, era già stata rilevata, in ossequio alle previsioni del già citato IFRIC 21, nel conto economico del Resoconto intermedio al 30 settembre 201770.

65 La Direttiva definisce le nuove regole di risoluzione, applicabili dal 1° gennaio 2015 a tutte le banche dell’Unione Europea, le cui misure previste sono finanziate dal Fondo Nazionale per la Risoluzione che, dal 1° gennaio 2016, é confluito nel Fondo di Risoluzione Unico. 66 Tale opzione non era stata esercitata dalle Nuove Banche. 67 Il contributo (il cui importo stimato era già stato rilevato, in applicazione dell’IFRIC 21 “Tributi”, a valere sul Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2017) è comprensivo di 0,8 milioni di euro rilevati nel secondo trimestre, riferibili a marginali integrazioni degli oneri delle Nuove Banche. 68 Nel rispetto di quanto disposto all’art. 8 del sopracitato Regolamento Delegato della Commissione Europea n. 2015/81. 69 In ottemperanza alle previsioni contenute nella predetta comunicazione di Banca d’Italia e nelle more di eventuali pronunciamenti da parte delle Autorità di Vigilanza competenti. 70 Il “fatto vincolate”, da cui origina l’obbligazione, è identificato nell’essere banca aderente al sistema di garanzia dei depositi al 30 settembre, data di riferimento per il calcolo del contributo che avviene, appunto, sulla base della consistenza dei depositi protetti.

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Valutazione quota di adesione allo Schema Volontario del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi Come già descritto nell’informativa del Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2017, in data 7 settembre 2017, in previsione dell’operazione di acquisto, da parte di Crédit Agricole Cariparma, di Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato, successivamente perfezionata in data 21 dicembre, l’Assemblea Straordinaria delle banche aderenti allo Schema Volontario ha approvato l’incremento della dotazione patrimoniale dello Schema da 700 a 795 milioni di euro71. A fronte di ciò, il la Banca ha provveduto a versare, in conto futuro aumento di capitale relativamente a Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato, 178 migliaia di euro. Successivamente, in data 7 dicembre, a fronte della definizione del complessivo intervento di sostegno alle tre succitate banche, il Gruppo UBI e di conseguenza la Banca ha ricevuto comunicazione da parte del FITD e provveduto a versare ulteriori 1.433 migliaia di euro.

A fronte di quanto sopra, nel Bilancio al 31 dicembre 2017 la Banca ha provveduto a rilevare: - la rettifica del possesso azionario AFS detenuto nello Schema Volontario per la quota parte riferibile all’investimento in Cassa di Risparmio di Cesena per 729 migliaia di euro; - la rettifica parziale del possesso azionario AFS detenuto nello Schema Volontario riferibile all’investimento in tranche junior72 pari a 449 migliaia di euro; - una rettifica di valore per 1.056 migliaia di euro a valere sui versamenti effettuati; per un impatto complessivamente pari a 2.234 migliaia di euro.

Al 31 dicembre 2017 residuano: - un possesso azionario nello Schema Volontario iscritto tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita” per 87 migliaia di euro; - un impegno pari a 16 migliaia di euro73.

Informativa relativa alle esposizioni Sovrane In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011 (che a propria volta riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia di informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano”74, si precisa quanto riportato nella tabella sottostante:

Valore di Bilancio

Italia 7.853

- Crediti 7.853

Totale esposizione 7.853

Informativa per ESMA Il 12 novembre 2012 l’European Securities and Markets Authority (ESMA) ha pubblicato il documento n. 725/2012 finalizzato a rafforzare l’informativa finanziaria richiesta alle società che adottano i principi contabili internazionali (IAS/IFRS). In tale ambito l’Autorità di Vigilanza europea ha sollecitato una maggior trasparenza sulle esposizioni di rischio di credito rappresentate da titoli diversi dal debito sovrano. Viene pertanto proposta una tabella riepilogativa dei titoli di debito complessivamente iscritti nell’attivo patrimoniale della Banca (Attività finanziarie disponibili per la vendita, Attività finanziarie detenute per la negoziazione, Crediti verso banche e Crediti verso clientela).

71 In funzione del connesso fabbisogno aggiuntivo di capitale rappresentato dalla parte acquirente al termine dell’attività di due diligence. 72 Afferenti alla cartolarizzazione dei Non Performing Loans delle banche oggetto di sostegno.

74 Per “debito Sovrano” si intendono i titoli obbligazionari emessi dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestiti erogati agli stessi.

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Totale Titoli di debito iscritti nell'attivo di Crediti Banche bilancio esclusi i Titoli di Stato EMITTENTE Nazionalità Valore di Valore Valore di Valore Fair Value Fair Value bilancio Nominale bilancio Nominale

Bancario ITALIA 2.064.091 2.085.583 2.060.000 2.064.091 2.085.583 2.060.000

Totale Bancario 2.064.091 2.085.583 2.060.000 2.064.091 2.085.583 2.060.000

Totale Titoli di debito 2.064.091 2.085.583 2.060.000 2.064.091 2.085.583 2.060.000

Infine, a completamento dell’informativa richiesta dall’ESMA, si precisa che al 31 dicembre 2017 (così come al 31 dicembre 2016), la Banca non ha in essere contratti derivati su crediti (Credit Default Product), né tantomeno ha operato su tali strumenti nel corso dell’esercizio, per incrementare la propria esposizione ovvero per acquisire protezione.

Opzione per il consolidato fiscale Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) prevede la possibilità, per le società appartenenti ad uno stesso gruppo, di determinare un unico reddito complessivo globale corrispondente, in linea di principio, alla somma algebrica degli imponibili delle diverse società (controllante e società direttamente e/o indirettamente controllate in misura superiore al 50% secondo certi requisiti) e, conseguentemente, di determinare un’unica imposta sul reddito delle società del gruppo (c.d. “consolidato fiscale nazionale”, disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR). In virtù di questa opzione, la Banca ha aderito al consolidato fiscale nazionale della capogruppo UBI Banca e determina l’onere fiscale di propria pertinenza trasferendo il corrispondente reddito imponibile alla capogruppo.

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Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea

IAS/IFRS PRINCIPI CONTABILI OMOLOGAZIONE

Reg. 1274/08, 53/09, 70/09, 494/09, 243/10, 149/11, 475/12, IAS 1 Presentazione del bilancio 1254/12, 1255/12, 301/13, 2113/15, 2173/15, 2406/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1255/12, Reg. IAS 2 Rimanenze 1905/16, 2067/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, IAS 7 Rendiconto finanziario 494/09, 243/10, 1254/12, 1174/13, 1986/17, 1990/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori 1255/12, 2067/16 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio 1142/09, 1255/12, 2067/16 IAS 11 Commesse a lungo termine Reg. 1126/08, 1274/08 Reg. 1126/08, 1274/08, 495/09, 475/12, 1254/12, 1255/12, IAS 12 Imposte sul reddito 1174/13, 1905/16, 2067/16, 1986/17, 1989/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 1255/12, 301/13, 28/15, IAS 16 Immobili, impianti e macchinari 2113/15, 2231/15, 1905/16, Reg. 1986/17 Reg. 1126/08, 243/10, 1255/12, IAS 17 Leasing 2113/15 Reg. 1126/08, 69/09, 1254/12, IAS 18 Ricavi 1255/12 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, IAS 19 Benefici per i dipendenti 475/12, 1255/12, 29/15, 2343/15 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, IAS 20 Contabilizzazione dei contributi pubblici e informativa sull’assistenza pubblica 475/12, 1255/12, 2067/16 Reg. 1126/08, 1274/08, 69/09, IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere 494/09, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 2067/16, 1986/17 Reg. 1260/08, 70/09, 2113/15, IAS 23 Oneri finanziari 2067/16, 1986/17 Reg. 632/10, 475/12, 1254/12, IAS 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate 1174/13, 28/15 IAS 26 Fondi di previdenza Reg. 1126/08 IAS 27 Bilancio separato Reg. 1254/12, 1174/13, 2441/15 Reg. 1254/12, 2441/15, 1703/16, IAS 28 Partecipazioni in società collegate e joint venture 2067/16 IAS 29 Informazioni contabili in economie iperinflazionate Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09 Reg. 1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09, 1293/09, 149/11, IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio 475/12, 1254/12, 1255/12, 1256/12, 301/13, 1174/13, 1905/16,2067/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 495/09, IAS 33 Utile per azione 475/12, 1254/12, 1255/12, 2067/16 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 149/11, 475/12, 1255/12, IAS 34 Bilanci intermedi 301/13, 1174/13, 2343/15, 2406/15, 1905/16 Reg. 1126/08, 1274/08, 69/09, 70/09, 495/09, 243/10, 1254/12, IAS 36 Riduzione di valore delle attività 1255/12, 1374/13, 2113/15, Reg. 1905/16,2067/16 Reg. 1126/08, 1274/08, 495/09, IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali 28/15, Reg. 1905/16, 2067/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 243/10, 1254/12, 1255/12, IAS 38 Attività immateriali 28/15, 2231/15, 1905/16, Reg. 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 53/2009, 70/09, 494/09, 495/09, 824/09, 839/09, 1171/09, 243/10, 149/11, IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione 1254/12, 1255/12, 1174/13, 1375/13, 28/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, IAS 40 Investimenti immobiliari 1255/12, 1361/14, 2113/15, 1905/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, IAS 41 Agricoltura 1255/12, 2113/15, 1986/17

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Reg. 1126/09, 1164/09, 550/10, 574/10, 662/10, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 183/2013, IFRS 1 Prima adozione dei principi contabili internazionali 301/13, 313/13, 1174/13, 2343/15, 2441/15,1905/16, 2067/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1261/08, 495/09, IFRS 2 Pagamenti basati sulle azioni 243/10, 244/10, 1254/12, 1255/12, 28/15, 2067/16 Reg. 495/09, 149/11, 1254/12, IFRS 3 Aggregazioni aziendali 1255/12, 1174/13, 1361/14, 28/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 1165/09, IFRS 4 Contratti assicurativi 1255/12, 1905/16, 2067/16, 1986/17, 1988/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 494/09, 1142/09, 243/10, 475/12, IFRS 5 Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate 1254/12, 1255/12, 2343/15, 2067/16 IFRS 6 Esplorazione e valutazione delle risorse minerarie Reg. 1126/08 Reg. 1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09, 824/09, 1165/09, 574/10, 149/11, 1205/11, 475/12, IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative 1254/12, 1255/12, 1256/12, 1174/13, 2343/15, 2406/15, 2067/16, Reg. 1986/17 Reg. 1126/08, 1274/08, 243/10, IFRS 8 Settori operativi 632/10, 475/12, 28/15 IFRS 9 Strumenti finanziari Reg. 2067/16, Reg. 1986/17 Reg. 1254/12, 313/13, 1174/13, IFRS 10 Bilancio Consolidato 1703/16 IFRS 11 Accordi a controllo congiunto Reg. 1254/12, 313/13, 2173/15 Reg. 1254/12, 313/13, 1174/13, IFRS 12 Informativa sulle partecipazioni in altre entità 1703/16 Reg. 1255/12, 1361/14,2067/16, IFRS 13 Valutazione del fair value Reg. 1986/17 IFRS 15 Ricavi provenienti dai contratti con i clienti75 Reg. 1905/16, 1986/17, 1987/17 IFRS 16 Leasing76 Reg. 1986/17

SIC/IFRIC DOCUMENTI INTERPRETATIVI OMOLOGAZIONE

IFRIC 1 Cambiamenti nelle passività iscritte per smantellamenti, ripristini e passività similari Reg. 1126/08, 1274/08, 1986/17

Reg. 1126/08, 53/09, 1255/12, IFRIC 2 Azioni dei Soci in entità cooperative e strumenti simili 301/13, 2067/16

IFRIC 4 Determinare se un accordo contiene un leasing Reg. 1126/08, 70/09, 1255/12

IFRIC 5 Diritti derivanti da interessenze in fondi per smantellamenti, ripristini e bonifiche ambientali Reg. 1126/08, 1254/12, 2067/16

Passività derivanti dalla partecipazione ad un mercato specifico – Rifiuti di apparecchiature IFRIC 6 Reg. 1126/08 elettriche ed elettroniche

Applicazione del metodo della rideterminazione ai sensi dello IAS 29 “Informazioni contabili IFRIC 7 Reg. 1126/08, 1274/08 in economie iperinflazionate”

Reg. 1126/08, 495/09, 1171/09, IFRIC 9 Rivalutazione dei derivati incorporati77 243/10, 1254/12

IFRIC 10 Bilanci intermedi e riduzione di valore Reg. 1126/08, 1274/08, 2067/16

Reg. 254/09, 1905/16, 2067/16, IFRIC 12 Accordi per servizi in concessione 1986/17

IFRIC 13 Programmi di fidelizzazione della clientela Reg. 1262/08, 149/11, 1255/12

Reg. 1263/08, 1274/08, 633/10, IFRIC 14 Pagamenti anticipati relativi a una previsione di contribuzione minima 475/12

IFRIC 15 Accordi per la costruzione di immobili Reg. 636/09

Reg. 460/09, 243/10, 1254/12, IFRIC 16 Coperture di un investimento netto in una gestione estera 2067/16

IFRIC 17 Distribuzioni ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide Reg. 1142/09, 1254/12, 1255/12

75 A far tempo dalla data di applicazione obbligatoria del principio, leggasi 1° gennaio 2018, non risulteranno più applicabili le previsioni di cui ai seguenti principi e interpretazioni: IAS 11 e 18, IFRIC 13, 15 e 18 e SIC-31. 76 A far tempo dalla data di applicazione obbligatoria del principio, leggasi 1° gennaio 2019, non risulteranno più applicabili le previsioni di cui ai seguenti principi e interpretazioni: IAS 17, IFRIC 4, SIC 15 e 27. 77 A far tempo dal 1° gennaio 2018, data di applicazione obbligatoria del principio IFRS 9, tale interpretazione è da intendersi abrogata.

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IFRIC 18 Cessioni di attività da parte della clientela Reg. 1164/09

IFRIC 19 Estinzione di passività finanziarie con strumenti rappresentativi di capitale Reg. 662/10, 1255/12, 2067/16

IFRIC 20 Costi di sbancamento nella fase di produzione di una miniera a cielo aperto Reg. 1255/12

IFRIC 21 Tributi Reg. 634/14

SIC 7 Introduzione dell’Euro Reg. 1126/08, 1274/08, 494/09

SIC 10 Assistenza pubblica – Nessuna specifica relazione alle attività operative Reg. 1126/08, 1274/08

SIC 15 Leasing operativo – Incentivi Reg. 1126/08, 1274/08

SIC 25 Imposte sul reddito – Cambiamenti di condizione fiscale di un’impresa o dei suoi azionisti Reg. 1126/08, 1274/08

SIC 27 La valutazione della sostanza delle operazioni nella forma legale del leasing Reg. 1126/08, 1905/16, 2067/16

Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, SIC 29 Informazioni integrative – Accordi per servizi di concessione 1986/17

SIC 31 Ricavi – Operazioni di baratto comprendenti servizi pubblicitari Reg. 1126/08

Reg. 1126/08, 1274/08, 1905/16, SIC 32 Attività immateriali – Costi connessi a siti web 1986/17

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A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio

Di seguito vengono indicati, per i principali aggregati di bilancio, i criteri di iscrizione, classificazione, valutazione e cancellazione.

Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione Definizione Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione Un’attività o una passività finanziaria è classificata come posseduta per la negoziazione (c.d. Fair value Through Profit or Loss - FVPL), ed iscritta nella voce “20 Attività finanziarie detenute per la negoziazione” o voce “40 Passività finanziarie di negoziazione”, se è:  acquisita o sostenuta principalmente al fine di venderla o riacquistarla a breve;  parte di un portafoglio di identificati strumenti finanziari che sono gestiti unitariamente e per i quali esiste evidenza di una recente ed effettiva strategia rivolta all’ottenimento di un profitto nel breve periodo;  un derivato (fatta eccezione per un derivato che sia designato ed efficace strumento di copertura - vedasi successivo specifico paragrafo).

Strumenti finanziari derivati Si definisce “derivato” uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche:  il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del prezzo di una merce, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o di altra variabile prestabilita;  non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;  è regolato a data futura.

La Banca detiene strumenti finanziari derivati sia per finalità di negoziazione che per finalità di copertura (per questi ultimi si veda successivo specifico paragrafo).

Strumenti finanziari derivati incorporati Si definisce “strumento finanziario derivato incorporato” la componente di uno strumento ibrido (combinato) che include anche un contratto primario non derivato, con l’effetto che alcuni dei flussi finanziari dello strumento combinato variano in maniera similare a quelli del derivato preso a sé stante. Il derivato implicito viene separato dal contratto primario e contabilizzato come un derivato a sé stante se e soltanto se:  le caratteristiche economiche ed i rischi del derivato incorporato non sono strettamente correlati alle caratteristiche economiche e ai rischi del contratto primario;  uno strumento separato con le stesse condizioni del derivato incorporato soddisferebbe la definizione di derivato;  lo strumento ibrido (combinato) non è iscritto fra le attività o passività finanziarie detenute per la negoziazione.

Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari “Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione” sono iscritti rispettivamente:  al momento di regolamento, se titoli di debito o di capitale; o  alla data di sottoscrizione, se contratti derivati.

Il valore di prima iscrizione è pari al costo inteso come il fair value dello strumento, senza considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti stessi.

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Con specifico riferimento agli strumenti finanziari derivati, sono oggetto di compensazione in bilancio i valori correnti positivi e negativi in essere con la medesima controparte, qualora si abbia correntemente il diritto legale a compensare tali valori e si proceda al regolamento dei medesimi su base netta.

Criteri di valutazione Successivamente all’iscrizione iniziale, gli strumenti finanziari in questione sono valutati al fair value con imputazione delle variazioni riscontrate a Conto Economico nella voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”. La determinazione del fair value delle attività o passività in parola è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria come più dettagliatamente descritto nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa.

Criteri di cancellazione Le “Attività e Passività finanziarie detenute per negoziazione” vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività o passività finanziarie o quando l’attività o passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà delle stesse. Il risultato della cessione di attività o passività finanziarie detenute per la negoziazione è imputato a Conto Economico nella voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”.

Attività finanziarie disponibili per la vendita Definizione Si definiscono disponibili per la vendita (c.d. Available for Sale - AFS) quelle attività finanziarie non derivate che sono designate come tali o non sono classificate come: (1) crediti e finanziamenti (vedasi successivo paragrafo); (2) attività finanziarie detenute sino alla scadenza (vedasi successivo paragrafo); (3) attività finanziarie detenute per la negoziazione e valutate al fair value rilevato a Conto Economico (vedasi paragrafo precedente).

Tali attività finanziarie sono iscritte nella voce “40 Attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari disponibili per la vendita sono iscritti inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento, ossia al momento del regolamento, ad un valore pari al fair value generalmente coincidente con il costo degli stessi. Tale valore include i costi o i proventi direttamente connessi agli strumenti stessi. L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tale circostanza il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al momento del trasferimento.

Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale le attività finanziarie disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value con imputazione a Conto Economico della quota interessi (come risultante dall’applicazione del costo ammortizzato) e con imputazione a patrimonio netto nella voce “130 Riserve da valutazione” delle variazioni di fair value, ad eccezione delle perdite per riduzione di valore, fino a quando l’attività finanziaria è eliminata, momento in cui l’utile o la perdita complessiva rilevata precedentemente nel patrimonio netto deve essere rilevata a Conto Economico. I titoli di capitale per cui non può essere definito in maniera attendibile il fair value sono iscritti al costo.

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La determinazione del fair value delle attività disponibili per la vendita è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria come più dettagliatamente descritto nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa.

Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata la verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore che, nel caso di titoli di capitale, si ritengano inoltre significative o prolungate.

Con riferimento alla significatività della riduzione di valore, si è in presenza di significativi segnali di impairment nel caso in cui il valore di mercato del titolo azionario risulti inferiore di più del 35% rispetto al costo storico di acquisto. In questo caso si procede, senza ulteriori analisi, alla contabilizzazione dell’impairment a Conto Economico. Nel caso di riduzione di valore di entità inferiore si contabilizza l’impairment solo se la valutazione del titolo effettuata sulla base dei suoi fondamentali non confermi la solidità dell’azienda ovvero delle sue prospettive reddituali. Con riferimento alla durevolezza della riduzione di valore, questa è definita come prolungata qualora il fair value permanga continuativamente al di sotto del valore del costo storico di acquisto per un periodo superiore a 18 mesi: in tal caso si procede alla contabilizzazione dell’impairment a Conto Economico senza ulteriori analisi. Nel caso di permanenza continuativa del fair value al di sotto del valore del costo storico di acquisto per periodi di durata inferiore a 18 mesi, l’eventuale impairment da imputare a Conto Economico viene individuato anche in considerazione del fatto che la riduzione di valore sia imputabile ad un generalizzato andamento negativo di Borsa piuttosto che allo specifico andamento della singola controparte.

In presenza di perdite di valore, la variazione cumulata, inclusa quella precedentemente iscritta a Patrimonio nella voce anzidetta, è imputata direttamente a Conto Economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”. La perdita di valore è registrata nel momento in cui il costo di acquisizione (al netto di qualsiasi rimborso di capitale e ammortamento) di un’attività finanziaria disponibile per la vendita eccede il suo valore recuperabile. Eventuali riprese di valore, possibili solo a seguito della rimozione dei motivi che avevano originato la perdita di valore, sono così contabilizzate:  se riferite a investimenti in strumenti azionari, con contropartita diretta a riserva di patrimonio;  se riferite a investimenti in strumenti di debito, sono contabilizzate a Conto Economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.

In ogni caso, l’entità della ripresa di valore non può eccedere il costo ammortizzato che lo strumento, in assenza di precedenti rettifiche, avrebbe avuto a quel momento.

In funzione del fatto che la Banca applica lo IAS 34 “Bilanci intermedi” alle relazioni finanziarie semestrali, con conseguente identificazione di un “interim period” semestrale, le eventuali riduzioni di valore registrate vengono storicizzate in sede di chiusura del semestre.

Criteri di cancellazione Le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività finanziarie o quando l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà dell’attività stessa. Il risultato della cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita è imputato a Conto Economico nella voce “100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”. In occasione della cancellazione si procede inoltre all’azzeramento, contro Conto Economico, per la quota eventualmente corrispondente, di quanto in precedenza imputato nella riserva di patrimonio “130 Riserve da valutazione”.

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Crediti e Finanziamenti Definizione Si definiscono Crediti e finanziamenti (c.d. Loans and Receivables - L&R) le attività finanziarie non derivate, aventi pagamenti fissi o determinabili, che non sono state quotate in un mercato attivo. Fanno eccezione: a) quelle che si intendono vendere immediatamente o a breve, che vengono classificate come possedute per la negoziazione, e quelle eventualmente iscritte al momento della rilevazione iniziale al fair value rilevato a Conto Economico; b) quelle rilevate inizialmente come disponibili per la vendita; c) quelle per cui il possessore può non recuperare sostanzialmente tutto l’investimento iniziale per cause diverse dal deterioramento del credito; in tal caso sono classificate come disponibili per la vendita.

I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”.

Criteri di iscrizione I crediti e finanziamenti sono iscritti in bilancio inizialmente quando l’azienda diviene parte di un contratto di finanziamento ossia quando il creditore acquisisce il diritto al pagamento delle somme contrattualmente pattuite. Tale momento corrisponde alla data di erogazione del finanziamento. L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”. Il valore di iscrizione iniziale è pari al fair value dello strumento finanziario che corrisponde all’ammontare erogato comprensivo dei costi o proventi direttamente riconducibili allo stesso e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o che sono riconducibili a costi interni di carattere amministrativo. Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento, è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa. Nel caso di crediti e finanziamenti erogati a condizioni non di mercato, il fair value iniziale è calcolato mediante l’applicazione di apposite tecniche valutative descritte nel prosieguo; in tali circostanze, la differenza tra il fair value così determinato e l’importo erogato è imputata direttamente a Conto Economico nella voce interessi. I contratti di riporto e le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di rivendita a termine sono iscritti in bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In particolare, le operazioni di vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in bilancio come debiti per l’importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l’importo corrisposto a pronti.

Criteri di valutazione I crediti e finanziamenti sono valutati al costo ammortizzato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo. Il costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria è il valore a cui la stessa è stata misurata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dall’ammortamento complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, e dedotta qualsiasi riduzione (a seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità). Il criterio dell’interesse effettivo è il metodo di calcolo del costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria (o gruppo di attività e passività finanziarie) e di ripartizione degli interessi attivi o passivi lungo la relativa durata. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che attualizza esattamente i pagamenti o incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento finanziario. Al fine della determinazione del tasso di interesse effettivo è necessario valutare i flussi finanziari tenendo in considerazione tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario (per esempio, il pagamento anticipato, un’opzione all’acquisto o simili), ma non vanno considerate perdite future su crediti. Il calcolo include tutti gli oneri e punti base pagati

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o ricevuti tra le parti di un contratto che sono parte integrante del tasso di interesse effettivo, i costi di transazione, e tutti gli altri premi o sconti.

Ad ogni data di bilancio o situazione infrannuale viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza: a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore; b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale; c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario, estende al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione; d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria; e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie; f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

La valutazione dei crediti non performing (ai sensi delle definizioni previste dalla vigente normativa di vigilanza della Banca d’Italia suddivisi in: sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute deteriorate) avviene secondo modalità analitiche. La valutazione dei restanti crediti avviene secondo tecniche collettive, mediante raggruppamenti in classi omogenee di rischio.

I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti non performing si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi per capitale ed interessi, tenendo conto delle eventuali garanzie che assistono le posizioni e di eventuali anticipi ricevuti. Ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L’entità della perdita risulta pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi, scontati al tasso di interesse effettivo originario.

La valutazione dei crediti performing riguarda portafogli di attività per le quali non sono riscontrati elementi oggettivi di perdita e che pertanto vengono assoggettati ad una valutazione collettiva. Ai flussi di cassa stimati delle attività, aggregate in classi omogenee con caratteristiche simili in termini di rischio di credito, vengono applicate le percentuali di perdita desumibili dalle serie storico statistiche stimate, per la Banca, secondo la metodologia valutativa basata sulla normativa di Basilea 2, cui vengono opportunamente applicati fattori correttivi al fine di esprimere una valutazione coerente con quanto richiesto dal principio contabile di riferimento.

Se un credito assoggettato a valutazione analitica non evidenzia obiettive riduzioni di valore, lo stesso è inserito in una categoria di attività finanziarie con caratteristiche similari di rischio di credito e quindi sottoposte a valutazione collettiva.

Le perdite di valore riscontrate sono iscritte immediatamente a Conto Economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito tale da far sorgere la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento a ciascun credito in bonis alla data di valutazione.

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Metodologie determinazione Fair value Le modalità di determinazione del fair value dei crediti e dei finanziamenti sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa. Il fair value è determinato per tutti i crediti ai soli fini di informativa. Nel caso di crediti e finanziamenti oggetto di coperture efficaci, viene calcolato il fair value in relazione al rischio oggetto di copertura per fini valutativi.

Criteri di cancellazione I crediti e finanziamenti vengono cancellati dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari dagli stessi derivanti, quando tali attività finanziarie sono cedute con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà, nonché in dipendenza di eventi estintivi secondo la definizione fornita dalla vigente normativa di vigilanza. In caso contrario i crediti e finanziamenti continuano ad essere rilevati in bilancio, sebbene la loro titolarità giuridica sia trasferita ad un terzo, per un importo pari al coinvolgimento residuo. Le attività in parola sono cancellate dal bilancio anche quando la Banca mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse, ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo. Il risultato economico della cancellazione di crediti e finanziamenti, qualora derivante da operazioni di cessione, è imputato a conto economico nella voce “100 Utili (perdite) da cessione o riacquisto di a) crediti” ovvero, in occasione dei succitati eventi estintivi, nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti”. In tale ultimo caso gli eventi estintivi sono contraddistinti da atti formali assunti dai competenti organi aziendali dai quali risulta la definitiva irrecuperabilità totale o parziale dell’attività finanziaria oppure la rinuncia all’attività di recupero per motivi di convenienza economica.

Derivati di copertura Definizione Le operazioni di copertura sono finalizzate a neutralizzare le perdite rilevabili su un determinato elemento (o gruppo di elementi) attribuibili ad un determinato rischio tramite gli utili rilevabili su un diverso elemento (o gruppo di elementi) nel caso in cui quel particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi. La Banca pone in essere la seguente relazione di copertura, che trova coerente rappresentazione contabile, e che è descritta nel prosieguo:  Fair value Hedge: l’obiettivo è quello di contrastare variazioni avverse del fair value dell’attività o passività oggetto di copertura;  Cash Flow Hedge: l’obiettivo perseguito è quello di contrastare il rischio di variabilità dei flussi finanziari attesi rispetto alle ipotesi iniziali.

I prodotti derivati stipulati con controparti esterne all’azienda sono designati come strumenti di copertura.

Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari derivati di copertura, al pari di tutti i derivati, sono inizialmente iscritti e successivamente misurati al fair value e sono classificati nella voce di bilancio di attivo patrimoniale “80 Derivati di copertura” e di passivo patrimoniale “60 Derivati di copertura”.

Una relazione si qualifica come di copertura, e trova coerente rappresentazione contabile, se e soltanto se tutte le seguenti condizioni sono soddisfatte:  all’inizio della copertura vi è una designazione e documentazione formale della relazione di copertura, degli obiettivi della società nella gestione del rischio e della strategia nell’effettuare la copertura. Tale documentazione include l’identificazione dello strumento di copertura, l’elemento o l’operazione coperta, la natura del rischio coperto e come l’impresa valuta l’efficacia dello strumento di copertura nel compensare

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l’esposizione alle variazioni di fair value dell’elemento coperto o dei flussi finanziari attribuibili al rischio coperto;  la copertura è attesa altamente efficace;  la programmata operazione oggetto di copertura, per le coperture di flussi finanziari, è altamente probabile e presenta un’esposizione alle variazioni di flussi finanziari che potrebbe incidere sul Conto Economico;  l’efficacia della copertura può essere attendibilmente valutata;  la copertura è valutata sulla base di un criterio di continuità ed è considerata altamente efficace per tutti gli esercizi di riferimento per cui la copertura era designata.

Metodologie di esecuzione test efficacia La relazione di copertura è giudicata efficace, e come tale trova coerente rappresentazione contabile, se all’inizio e durante la sua vita i cambiamenti del fair value o dei flussi di cassa dell’elemento coperto, riferiti al rischio oggetto di copertura, sono quasi completamente compensati dai cambiamenti del fair value o dei flussi di cassa del derivato di copertura. Tale conclusione è raggiunta qualora il risultato effettivo si colloca all’interno di un intervallo compreso tra 80% e 125%. La verifica dell’efficacia della copertura avviene in fase iniziale, e ad ogni data di reporting, mediante l’esecuzione del test prospettico volto a dimostrare l’attesa efficacia della copertura durante la vita della stessa. Ulteriormente, con cadenza mensile, viene inoltre condotto il test retrospettivo su base cumulata che si pone l’obiettivo di misurare il grado di efficacia della copertura raggiunto nel periodo di riferimento e quindi verificare che nel periodo trascorso la relazione di copertura sia stata effettivamente efficace. Gli strumenti finanziari derivati che sono considerati di copertura dal punto di vista economico, ma che non soddisfano i requisiti per essere considerati efficaci strumenti di copertura, sono registrati nella voce “20 Attività finanziarie detenute per la negoziazione” ovvero “40 Passività finanziarie detenute per la negoziazione” e gli effetti economici nella corrispondente voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”. Se i succitati test non confermano l’efficacia della copertura, il contratto derivato, se non oggetto di cancellazione, viene riclassificato tra i derivati di negoziazione e lo strumento coperto riacquisisce il criterio di valutazione di cui alla sua classificazione di bilancio.

Criteri di valutazione Copertura di Fair value La copertura di fair value è contabilizzata come segue:  l’utile o la perdita risultante dalla misurazione dello strumento di copertura al fair value è iscritto a Conto Economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura”;  l’utile o la perdita sull’elemento coperto attribuibile al rischio coperto rettifica il valore contabile dell’elemento coperto ed è rilevato immediatamente, a prescindere dalla categoria di appartenenza dell’attività o passività coperta, a Conto Economico nella voce anzidetta.

La contabilizzazione della copertura cessa prospetticamente nei seguenti casi: 1. lo strumento di copertura giunge a scadenza, è venduto, cessato o esercitato; 2. la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura sopra detti; 3. l’impresa revoca la designazione.

Qualora l’attività o passività coperta sia valutata al costo ammortizzato, il maggiore o minore valore derivante dalla valutazione della stessa a fair value per effetto della copertura divenuta inefficace viene imputato a conto economico secondo il metodo del tasso di interesse effettivo ovvero in caso di copertura di portafogli di attività e passività a quote costanti qualora tale metodo non sia praticabile, oppure in un’unica soluzione qualora la posta coperta sia stata oggetto di cancellazione contabile. Le metodologie utilizzate al fine della determinazione del fair value del rischio coperto nelle attività o passività oggetto di copertura sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa.

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Copertura di flussi finanziari Quando uno strumento finanziario derivato è designato a copertura della variabilità dei flussi finanziari attesi da una attività o passività iscritta in bilancio o di una transazione futura ritenuta altamente probabile, la contabilizzazione della copertura avviene nel seguente modo:  gli utili o le perdite (della valutazione del derivato di copertura) connesse alla parte efficace della copertura sono registrate nell’apposita riserva di patrimonio denominata “130 Riserve da valutazione”;  gli utili o le perdite (della valutazione del derivato di copertura) connesse alla parte inefficace della copertura sono registrate direttamente a Conto Economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura”;  l’attività o passività coperta è valutata secondo i criteri propri della categoria di appartenenza.

Se una transazione futura si verifica comportando l’iscrizione di una attività o passività non finanziaria, i corrispondenti utili o perdite imputati inizialmente nella voce “130 Riserve da valutazione” sono contestualmente stornati da tale riserva ed imputati quale costo iniziale all’attività o passività oggetto di rilevazione. Qualora la transazione futura oggetto di copertura comporti successivamente l’iscrizione di una attività o passività finanziaria, gli utili o perdite associati che erano stati inizialmente rilevati direttamente nella voce “130 Riserve da valutazione” sono riclassificati a Conto Economico nello stesso esercizio o negli esercizi durante i quali l’attività acquistata o passività assunta ha un effetto sul Conto Economico. Qualora una parte degli utili o perdite imputati alla predetta Riserva non sia considerata recuperabile, è riclassificata a Conto Economico nella voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”.

In tutti i casi diversi da quelli descritti in precedenza, gli utili o le perdite inizialmente imputati nella voce “130 Riserve da valutazione” sono stornati ed imputati a Conto Economico con le stesse modalità ed alle stesse scadenze con cui la transazione futura incide sul Conto Economico.

In ciascuna delle seguenti circostanze un’impresa deve cessare prospetticamente la contabilizzazione di copertura: (a) lo strumento di copertura giunge a scadenza o è venduto, cessato o esercitato (a questo scopo, la sostituzione o il riporto di uno strumento di copertura con un altro strumento di copertura non è una conclusione o una cessazione se tale sostituzione o riporto è parte della documentata strategia di copertura dell’impresa). In tal caso, l’utile (o perdita) complessivo dello strumento di copertura rimane rilevato direttamente nel patrimonio netto fino all’esercizio in cui la copertura era efficace e resta separatamente iscritto nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione, oggetto di copertura, si verifica; (b) la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura. In tal caso, l’utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto a partire dall’esercizio in cui la copertura era efficace resta separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione si verifica; (c) non si ritiene più che la programmata operazione debba accadere, nel qual caso qualsiasi correlato utile o perdita complessiva sullo strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto dall’esercizio in cui la copertura era efficace va rilevata a Conto Economico; (d) l’impresa revoca la designazione. Per le coperture di una programmata operazione, l’utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel patrimonio netto a partire dall’esercizio in cui la copertura era efficace resta separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione si verifica o ci si attende non debba più accadere.

Se ci si attende che l’operazione non debba più accadere, l’utile (o la perdita) complessivo che era stato rilevato direttamente nel patrimonio netto è stornato a Conto Economico.

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Copertura di portafogli di attività e passività La copertura di portafogli di attività e passività (c.d. “macrohedging”) e la coerente rappresentazione contabile è possibile previa:  identificazione del portafoglio oggetto di copertura e suddivisione dello stesso per scadenze;  designazione dell’oggetto della copertura;  identificazione del rischio di tasso di interesse oggetto di copertura;  designazione degli strumenti di copertura;  determinazione dell’efficacia.

Il portafoglio oggetto di copertura dal rischio di tasso di interesse può contenere sia attività che passività. Tale portafoglio è suddiviso sulla base delle scadenze previste di incasso o di “riprezzamento” del tasso previa analisi della struttura dei flussi di cassa. Le variazioni di fair value registrate sullo strumento coperto sono imputate a Conto Economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura” e nello Stato Patrimoniale nella voce “90 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica” oppure “70 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica”. Le variazioni di fair value registrate sullo strumento di copertura sono imputate a Conto Economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura” e nello Stato Patrimoniale attivo nella voce “80 Derivati di copertura” oppure nella voce di Stato Patrimoniale passivo “60 Derivati di copertura”.

Partecipazioni Definizione Partecipazione controllata Si definisce “controllata” la società in cui la Banca esercita il controllo. Tale condizione si configura quando quest’ultima è esposta ai rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con la controllata e nel contempo ha la capacità di incidere su tali rendimenti esercitando il proprio potere su tale entità. Per determinare la presenza del controllo è valutata anche la presenza di diritti di voto potenziali che attribuiscono al possessore il potere di influenzare significativamente i rendimenti della controllata.

Partecipazione controllata congiuntamente Si definisce “controllata congiuntamente” la società regolata da un accordo contrattuale con il quale le parti che detengono il controllo congiunto vantano diritti sulle attività nette dell’accordo. Il controllo congiunto presuppone la condivisione, su base contrattuale, del controllo di un accordo, che esiste unicamente quando per le decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parte che condividono il controllo.

Partecipazione collegata Si definisce “collegata” la società in cui la partecipante esercita un’influenza notevole. L’influenza notevole è il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata senza averne il controllo o il controllo congiunto.

Criteri di iscrizione e valutazione La voce include le partecipazioni in società direttamente controllate e/o collegate, nonché le partecipazioni di minoranza in società controllate e/o collegate da/a altre società appartenenti al Gruppo, iscritte in bilancio secondo il metodo del costo. Le partecipazioni di minoranza detenute dalla Banca sono incluse nella voce “Attività finanziarie disponibili per la vendita” il cui trattamento contabile è stato in precedenza descritto. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. Nel caso in cui il valore di recupero risulti inferiore al

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valore contabile, la relativa differenza, se ritenuta di natura durevole, è rilevata a Conto Economico. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a Conto Economico, nel limite del costo storico di acquisto.

Criteri di cancellazione Le partecipazioni vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività finanziarie o quando sono cedute con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla loro proprietà.

Attività Materiali Definizione attività ad uso funzionale Sono definite “Attività ad uso funzionale” le attività tangibili possedute per essere utilizzate ai fini dell’espletamento dell’attività sociale ed il cui utilizzo è ipotizzato su un arco temporale maggiore dell’esercizio.

Definizione attività detenute a scopo di investimento Sono definite “Attività detenute a scopo di investimento” le proprietà possedute con la finalità di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito. Di conseguenza, un investimento immobiliare si distingue dall’attività detenuta ad uso del proprietario per il fatto che origina flussi finanziari ampiamente differenziati dalle altre attività possedute dalla Banca.

Sono ricomprese tra le attività materiali (ad uso funzionale e detenute a scopo di investimento) anche quelle iscritte a seguito di contratti di leasing finanziario sebbene la titolarità giuridica delle stesse rimanga in capo all’azienda locatrice.

Criteri di iscrizione Le attività materiali, strumentali e non, sono iscritte inizialmente ad un valore pari al costo (nella voce “110 Attività Materiali”), comprensivo di tutti i costi direttamente connessi alla messa in funzione del bene ed alle imposte e tasse di acquisto non recuperabili. Tale valore è successivamente incrementato delle spese sostenute da cui ci si aspetta di godere dei benefici futuri. I costi di manutenzione ordinaria effettuata sull’attività sono rilevati a Conto Economico nel momento in cui si verificano di contro le spese di manutenzione straordinaria (migliorie) da cui sono attesi benefici economici futuri sono capitalizzate ad incremento del valore dei cespiti cui si riferiscono. Le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi dalle quali si attendono benefici futuri sono iscritte:  se dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “110 Attività materiali”, nella categoria più idonea, sia che si riferiscano a beni di terzi utilizzati in forza di un contratto di locazione che a beni detenuti in forza di un contratto di leasing finanziario;  se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “110 Attività materiali”, ad incremento dell’attività cui si riferiscono, se utilizzate in forza di un contratto di leasing finanziario ovvero nella voce “150 Altre attività” qualora riferite a beni utilizzati per effetto di un contratto di locazione.

Il costo di un’attività materiale è rilevato come un’attività se, e soltanto se:  è probabile che i futuri benefici economici associati al bene affluiranno all’azienda;  il costo del bene può essere attendibilmente determinato.

Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale le attività materiali strumentali sono iscritte al costo, come sopra definito, al netto degli ammortamenti cumulati e di qualsiasi perdita di valore cumulata. Il valore ammortizzabile, pari al costo meno il valore residuo (ossia l’ammontare previsto che si otterrebbe normalmente dalla dismissione, dedotti i costi attesi di dismissione, se l’attività fosse già nelle condizioni, anche di vecchiaia, previste alla fine della sua vita utile),

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è ripartito sistematicamente lungo la vita utile dell’attività materiale adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile, oggetto di periodica revisione al fine di rilevare eventuali stime significativamente difformi dalle precedenti, è definita come:  il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sia utilizzabile dall’azienda o,  la quantità di prodotti o unità similari che l’impresa si aspetta di ottenere dall’utilizzo dell’attività stessa.

In considerazione della circostanza che le attività materiali possono ricomprendere componenti di diversa vita utile, i terreni, siano essi a sé stanti o inclusi nel valore del fabbricato, non sono soggetti ad ammortamento in quanto immobilizzazioni a cui è associata vita utile indefinita. Lo scorporo del valore attribuibile al terreno dal valore complessivo dell’immobile avviene, per tutti i fabbricati, in proporzione alla percentuale di possesso. I fabbricati sono per contro ammortizzati secondo i criteri sopra esposti. Le opere d’arte non sono soggette ad ammortamento in quanto il loro valore è generalmente destinato ad aumentare con il trascorrere del tempo. L’ammortamento di un’attività ha inizio quando la stessa è disponibile per l’uso e cessa quando l’attività è eliminata contabilmente nel momento corrispondente alla data più recente tra quella in cui l’attività è classificata per la vendita e la data di eliminazione contabile. Di conseguenza, l’ammortamento non cessa quando l’attività diventa inutilizzata o è ritirata dall’uso attivo, a meno che l’attività non sia completamente ammortizzata.

Le migliorie e le spese incrementative sono ammortizzate:  se dotate di autonoma identificabilità e separabilità, secondo la vita utile presunta come sopra descritta;  se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di locazione, secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione tenendo anche conto di un eventuale singolo rinnovo ovvero, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di leasing finanziario, secondo la vita utile attesa dell’attività cui si riferiscono.

L’ammortamento delle migliorie e delle spese incrementative su beni di terzi rilevate alla voce “150 Altre Attività” è iscritto alla voce “190 Altri oneri/proventi di gestione”.

Ad ogni chiusura di bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero. Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. La perdita viene iscritta immediatamente a Conto Economico nella voce “170 Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali”; in tale voce confluisce anche l’eventuale futura ripresa di valore qualora vengano meno i motivi che hanno originato la precedente svalutazione.

Definizione e determinazione del fair value Immobili Le modalità di determinazione del fair value degli immobili sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa.

Determinazione valore terreno Le modalità di determinazione del fair value dei terreni sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa.

Attività materiali acquisite in leasing finanziario Il leasing finanziario è un contratto che trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà del bene. Il diritto di proprietà può essere trasferito o meno al termine del contratto.

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L’inizio della decorrenza del leasing è la data dalla quale il locatario è autorizzato all’esercizio del suo diritto all’utilizzo del bene locato e corrisponde quindi alla data di rilevazione iniziale del leasing. Al momento della decorrenza del contratto, il locatario rileva le operazioni di leasing finanziario come attività e passività nel proprio bilancio a valori pari al fair value del bene locato o, se inferiore, al valore attuale dei pagamenti minimi dovuti. Nel determinare il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti il tasso di attualizzazione utilizzato è il tasso di interesse contrattuale implicito, se determinabile; in caso contrario viene utilizzato il tasso di interesse del finanziamento marginale del locatario. Eventuali costi diretti iniziali sostenuti dal locatario sono aggiunti all’importo rilevato come attività.

I pagamenti minimi dovuti sono suddivisi tra costi finanziari e riduzione del debito residuo. I primi sono ripartiti lungo la durata contrattuale in modo da determinare un tasso d’interesse costante sulla passività residua. Il contratto di leasing finanziario comporta l’iscrizione della quota di ammortamento delle attività oggetto di contratto e degli oneri finanziari per ciascun esercizio. Il criterio di ammortamento utilizzato per i beni acquisiti in locazione è coerente con quello adottato per i beni di proprietà al cui paragrafo si rinvia per una descrizione più dettagliata.

Criteri di cancellazione L’attività materiale è eliminata dal bilancio al momento della dismissione o quando la stessa è permanentemente ritirata dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Le eventuali plusvalenze o le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione dell’attività materiale, pari alla differenza tra il corrispettivo netto di cessione ed il valore contabile dell’attività, sono rilevate a Conto Economico nella voce “240 Utili (Perdite) da cessione di investimenti”.

Attività immateriali Definizione E’ definita immateriale un’attività non monetaria, identificabile, priva di consistenza fisica ed utilizzata nell’espletamento dell’attività sociale. L’attività è identificabile quando:  è separabile, ossia capace di essere separata o scorporata e venduta, trasferita, data in licenza, locata o scambiata;  deriva da diritti contrattuali o altri diritti legali indipendentemente dal fatto che tali diritti siano trasferibili o separabili da altri diritti e obbligazioni.

L’attività si caratterizza per la circostanza di essere controllata dall’impresa in conseguenza di eventi passati e nel presupposto che tramite il suo utilizzo affluiranno benefici economici all’impresa. La Banca ha il controllo di un’attività se ha il potere di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dalla risorsa in oggetto e può, inoltre, limitare l’accesso a tali benefici da parte di terzi. I benefici economici futuri derivanti da un’attività immateriale possono includere i proventi originati dalla vendita di prodotti o servizi, i risparmi di costo od altri benefici derivanti dall’utilizzo dell’attività da parte della Banca.

Un’attività immateriale è rilevata come tale se, e solo se: a) è probabile che affluiranno all’impresa benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività; b) il costo dell’attività può essere misurato attendibilmente.

La probabilità che si verifichino benefici economici futuri è valutata usando presupposti ragionevoli e sostenibili che rappresentano la migliore stima dell’insieme di condizioni economiche che esisteranno nel corso della vita utile dell’attività. Il grado di probabilità connesso al flusso di benefici economici attribuibili all’utilizzo dell’attività è valutato sulla base delle fonti d’informazione disponibili al tempo della rilevazione iniziale, dando un maggior peso alle fonti d’informazione esterne.

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La Banca considera attività immateriali l’avviamento, il software ad utilità pluriennale nonché il valore attribuito in sede di P.P.A. alla “Customer Relationship” relativo all’operazione di acquisizione dell’intera partecipazione in Twice Sim (operazione effettuata nel 2009 in ex IW Bank) .

Attività immateriale a vita utile definita E’ definita a vita utile definita l’attività per cui è possibile stimare il limite temporale entro il quale ci si attende la produzione dei correlati benefici economici. Tra le attività intangibili iscritte sono considerate a vita utile definita il software, i core deposit, gli asset under management ed il risparmio gestito.

Attività immateriale a vita utile indefinita E’ definita a vita utile indefinita l’attività per cui non è possibile stimare un limite prevedibile al periodo durante il quale ci si attende che l’attività generi benefici economici per l’azienda. L’attribuzione di vita utile indefinita del bene non deriva dall’aver già programmato spese future che nel corso del tempo vadano a ripristinare il livello di performance standard dell’attività, prolungando la vita utile. Tra le attività intangibili iscritte sono considerate a vita utile indefinita gli avviamenti.

Criteri di iscrizione L’attività, esposta nella voce di Stato Patrimoniale “120 Attività immateriali”, è iscritta al costo ed eventuali spese successive all’iscrizione iniziale sono capitalizzate solo se in grado di generare benefici economici futuri e solo se tali spese possono essere determinate ed attribuite all’attività in modo attendibile. Il costo di un’attività immateriale include:  il prezzo di acquisto incluse eventuali imposte e tasse su acquisti non recuperabili dopo aver dedotto sconti commerciali e abbuoni;  qualunque costo diretto per predisporre l’attività all’utilizzo.

Criteri di valutazione Successivamente all’iscrizione iniziale, le attività immateriali a vita utile definita sono iscritte al costo al netto degli ammortamenti complessivi e delle perdite di valore eventualmente verificatesi. L’ammortamento è calcolato su base sistematica lungo la miglior stima della vita utile dell’immobilizzazione (vedasi definizione inclusa nel paragrafo “Attività Materiali”) utilizzando il metodo di ripartizione a quote costanti.

Il processo di ammortamento inizia quando l’attività è disponibile all’uso e cessa alla data in cui l’attività è eliminata contabilmente.

Le attività immateriali aventi vita utile indefinita (vedasi avviamento, così come definito nel paragrafo successivo qualora positivo) sono iscritte al costo al netto delle eventuali perdite di valore riscontrate periodicamente in applicazione del test condotto per la verifica dell’adeguatezza del valore di carico dell’attività (vedasi paragrafo successivo). Per tali attività, di conseguenza, non si procede al calcolo dell’ammortamento.

Nessuna attività immateriale derivante da ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno) è oggetto di rilevazione. Le spese di ricerca (o della fase di ricerca di un progetto interno) sono rilevate come costo nel momento in cui sono sostenute.

Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo (o dalla fase di sviluppo di un progetto interno) è rilevata se, e solo se, può essere dimostrato quanto segue: a) la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o la vendita; b) l’intenzione aziendale di completare l’attività immateriale per usarla o venderla; c) la capacità aziendale di usare o vendere l’attività immateriale.

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Ad ogni chiusura di bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’esistenza eventuale di perdite di valore relative ad attività immateriali. Tali perdite risultano dalla differenza tra il valore d’iscrizione delle attività ed il valore recuperabile e sono iscritte, come le eventuali riprese di valore, nella voce “180 Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali” ad esclusione delle perdite di valore relative all’avviamento che sono iscritte nella voce “230 Rettifiche di valore dell’avviamento”.

Avviamento Si definisce avviamento la differenza tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e passività acquisite nell’ambito di una aggregazione aziendale che consiste nell’unione di imprese o attività aziendali distinte in un’unica impresa tenuta alla redazione del bilancio. Il risultato di quasi tutte le aggregazioni aziendali è costituito dal fatto che una sola impresa, l’acquirente, ottiene il controllo di una o più attività aziendali distinte riferibili all’acquisito. Quando un’impresa acquisisce un gruppo di attività o di attivi netti che non costituiscono un’attività aziendale, questa alloca il costo dell’assieme alle singole attività e passività identificabili in base ai relativi fair value alla data di acquisizione. Un’aggregazione aziendale può dare luogo ad un legame partecipativo tra capogruppo e controllata nel quale l’acquirente è la controllante e l’acquisito una controllata dell’acquirente.

Tutte le aggregazioni aziendali sono contabilizzate applicando il metodo dell’acquisto (c.d. purchase method). Il metodo dell’acquisto prevede le seguenti fasi: a) identificazione dell’acquirente (l’acquirente è l’impresa aggregante che ottiene il controllo delle altre imprese o attività aziendali aggregate); b) determinazione della data di acquisizione; c) determinazione del costo dell’aggregazione aziendale inteso come il corrispettivo trasferito dall’acquirente ai soci dell’acquisita; d) allocazione, alla data di acquisizione, del costo dell’aggregazione aziendale mediante rilevazione, classificazione e valutazione delle attività identificabili acquisite nonché delle passività identificabili assunte; e) rilevazione dell’eventuale avviamento.

Le operazioni di aggregazione realizzate con società controllate o appartenenti allo stesso gruppo sono contabilizzate in coerenza al riscontro della significativa sostanza economica delle stesse. In applicazione di tale principio, l’avviamento derivante da tali operazioni, è iscritto: a) a voce 120 dell’attivo di Stato Patrimoniale nell’ipotesi di riscontro della significativa sostanza economica; b) a deduzione del patrimonio netto in caso contrario.

Allocazione del costo di un’aggregazione aziendale alle attività acquisite e alle passività e passività potenziali assunte L’acquirente: a) rileva l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale come attività; b) misura tale avviamento al relativo costo, in quanto costituisce l’eccedenza del costo dell’aggregazione aziendale rispetto alla quota d’interessenza dell’acquirente nel fair value delle attività, passività e passività potenziali identificabili.

L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale rappresenta un pagamento effettuato dall’acquirente in previsione di benefici economici futuri derivanti da attività che non possono essere identificate individualmente e rilevate separatamente. Dopo la rilevazione iniziale, l’acquirente valuta l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale al relativo costo, al netto delle perdite di valore accumulate. L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale non deve essere ammortizzato. L’acquirente, invece, verifica annualmente se abbia subìto riduzioni di valore, o più frequentemente se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità che potrebbe aver subito una riduzione di valore, secondo quanto previsto dall’apposito principio contabile.

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Il principio stabilisce che, un’attività (ivi incluso l’avviamento) ha subito una riduzione di valore quando il relativo valore contabile supera il valore recuperabile, quest’ultimo inteso come il maggiore tra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso, definito dal par. 6 dello IAS 36. Ai fini della verifica di impairment l’avviamento deve essere allocato ad unità generatrici di flussi finanziari, o a gruppi di unità, nel rispetto del vincolo massimo di aggregazione che non può superare il segmento di attività identificato ai sensi dell’IFRS 8.

Avviamento negativo Se la quota di interessenza dell’acquirente nel fair value (valore equo) netto delle attività, passività e passività potenziali identificabili eccede il costo dell’aggregazione aziendale, l’acquirente: a) rivede l’identificazione e la misurazione delle attività, passività e passività potenziali identificabili dell’acquisito e la determinazione del costo dell’aggregazione; b) rileva immediatamente a Conto Economico l’eventuale eccedenza residua dopo la nuova misurazione.

Criteri di cancellazione L’attività immateriale è cancellata dal bilancio a seguito di dismissione ovvero quando nessun beneficio economico futuro è atteso per il suo utilizzo o dismissione.

Debiti, titoli in circolazione (e passività subordinate) Le varie forme di provvista interbancaria e con clientela sono rappresentate nelle voci di bilancio “10 Debiti verso banche”, “20 Debiti verso clientela”, “30 Titoli in circolazione”. In tali voci sono ricompresi anche i debiti iscritti dal locatario nell’ambito di operazioni di leasing finanziario.

Criteri di iscrizione Le passività in questione sono iscritte in bilancio nel momento corrispondente all’atto della ricezione delle somme raccolte o all’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono inizialmente iscritte pari al relativo fair value, di norma pari al corrispettivo ricevuto o al prezzo di emissione, comprensivo degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili all’operazione e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi interni di carattere amministrativo.

Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale le passività finanziarie a medio/lungo termine sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo così come definito nei paragrafi precedenti. Le passività a breve termine, per le quali il fattore temporale risulta non significativo, sono valutate al costo. Le modalità di determinazione del fair value dei debiti e dei titoli in circolazione, operata per soli fini di informativa, sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa.

Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. Il riacquisto di titoli di propria emissione comporta la cancellazione contabile degli stessi con conseguente ridefinizione del debito per titoli in circolazione. L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli propri ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a Conto Economico nella voce “100 Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di d) passività finanziarie”. L’eventuale successivo ricollocamento dei titoli propri, oggetto di precedente annullo contabile, costituisce, contabilmente, una nuova emissione con

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conseguente iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a Conto Economico.

Attività e passività fiscali Le attività e le passività fiscali sono esposte nello Stato Patrimoniale nelle voci “130 Attività fiscali” e “80 Passività fiscali”.

Attività e passività fiscali correnti Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui esse non siano state pagate, sono rilevate come passività; l’eventuale eccedenza rispetto al dovuto è rilevata come attività.

Le passività (attività) fiscali correnti, dell’esercizio in corso e di quelli precedenti, sono determinate al valore che si prevede di versare/recuperare nei confronti delle autorità fiscali, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti. Le attività e passività fiscali correnti vengono cancellate nell’esercizio in cui le attività vengono realizzate o le passività risultano estinte.

Attività e passività fiscali differite Per tutte le differenze temporanee imponibili è rilevata una passività fiscale differita, a meno che la passività fiscale differita derivi:  da avviamento il cui ammortamento non sia fiscalmente deducibile o  dalla rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:  non sia un’aggregazione di imprese e  al momento dell’operazione non influisca né sull’utile contabile né sul reddito imponibile.

Non sono calcolate imposte differite con riguardo a maggiori valori dell’attivo in sospensione d’imposta relativi a partecipazioni e a riserve in sospensione d’imposta in quanto si ritiene, allo stato, ragionevole che non sussistano i presupposti per la loro futura tassazione.

Le passività fiscali differite sono rilevate nella voce di Stato Patrimoniale “80 Passività fiscali b) differite”. Per tutte le differenze temporanee deducibili è rilevata un’attività fiscale differita se sarà probabile che sarà utilizzato un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la differenza temporanea deducibile, a meno che l’attività fiscale differita derivi da:  avviamento negativo che è trattato come ricavo differito;  rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:  non rappresenta una aggregazione di imprese e  al momento dell’operazione non influenza né l’utile contabile né il reddito imponibile.

Le attività fiscali anticipate sono rilevate nella voce di Stato Patrimoniale “130 Attività fiscali b) anticipate”.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono oggetto di costante monitoraggio e sono quantificate secondo le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale, tenuto conto della normativa fiscale derivante da provvedimenti attualmente in vigore.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite vengono cancellate nell’esercizio in cui:  la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;  la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.

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Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite non vengono attualizzate e neppure, di norma, tra loro compensate.

Accantonamenti a fondi per rischi ed oneri Definizione L’accantonamento è definito come una passività con scadenza o ammontare incerti.

Per contro, si definisce passività potenziale:  un’obbligazione possibile che scaturisce da eventi passati e la cui esistenza sarà confermata solamente dal verificarsi o meno di uno o più eventi futuri non totalmente sotto il controllo della Banca;  un’obbligazione attuale che scaturisce da eventi passati, ma che non è rilevata perché:  non è probabile che per estinguere l’obbligazione sarà necessario l’impiego di risorse finanziarie;  l’ammontare dell’obbligazione non può essere determinata con sufficiente attendibilità.

Le passività potenziali non sono oggetto di rilevazione contabile, ma solo di informativa, a meno che siano giudicate remote.

Criteri di iscrizione e valutazione L’accantonamento è rilevato in contabilità se e solo se:  vi è un’obbligazione in corso (legale o implicita) quale risultato di un evento passato e  è probabile che per adempiere all’obbligazione si renderà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici; e  può essere effettuata una stima attendibile dell’importo derivante dall’adempimento dell’obbligazione.

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio e riflette rischi ed incertezze che inevitabilmente caratterizzano una pluralità di fatti e circostanze. L’importo dell’accantonamento è rappresentato dal valore attuale delle spese che si suppone saranno necessarie per estinguere l’obbligazione laddove l’effetto del valore attuale è un aspetto rilevante. I fatti futuri che possono condizionare l’ammontare richiesto per estinguere l’obbligazione sono tenuti in considerazione solo se vi è sufficiente evidenza oggettiva che gli stessi si verificheranno.

Gli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri includono il rischio derivante dall’eventuale contenzioso tributario.

Criteri di cancellazione L’accantonamento viene stornato quando diviene improbabile l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l’obbligazione.

Operazioni in valuta estera Definizione La valuta estera è una valuta differente dalla valuta funzionale della Banca, che a sua volta è la valuta dell’ambiente economico prevalente in cui la Banca stessa opera.

Criteri di iscrizione Un’operazione in valuta estera è registrata, al momento della rilevazione iniziale, nella valuta funzionale applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta funzionale e la valuta estera in vigore alla data dell’operazione.

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Criteri di valutazione A ogni data di riferimento del bilancio: a) gli elementi monetari78 in valuta estera sono convertiti utilizzando il tasso di chiusura; b) gli elementi non monetari79 che sono valutati al costo storico in valuta estera sono convertiti usando il tasso di cambio in essere alla data dell’operazione; c) gli elementi non monetari che sono valutati al fair value in una valuta estera sono convertiti utilizzando i tassi di cambio alla data in cui il fair value è determinato.

Le differenze di cambio derivanti dall’estinzione di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi differenti da quelli ai quali erano stati convertiti al momento della rilevazione iniziale durante l’esercizio o in bilanci precedenti, sono rilevate nel Conto Economico dell’esercizio in cui hanno origine. Quando un utile o una perdita di un elemento non monetario viene rilevato direttamente nel patrimonio netto, ogni componente di cambio di tale utile o perdita è rilevato direttamente nel patrimonio netto. Viceversa, quando un utile o una perdita di un elemento non monetario è rilevato nel Conto Economico, ciascuna componente di cambio di tale utile o perdita è rilevata nel Conto Economico.

Altre informazioni - Accantonamenti per garanzie rilasciate e impegni Gli accantonamenti su base analitica e collettiva relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti. Tali accantonamenti sono rilevati nella voce 100 “Altre passività” in contropartita alla voce di Conto Economico 130d “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”.

- Benefici ai dipendenti Definizione Si definiscono benefici ai dipendenti tutti i tipi di remunerazione erogati dall’azienda in cambio dell’attività lavorativa svolta dai dipendenti. I benefici ai dipendenti si suddividono tra:  benefici a breve termine (diversi dai benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro) che si prevede siano liquidati interamente entro dodici mesi dal termine dell’esercizio nel quale i dipendenti hanno prestato la relativa attività lavorativa;  benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro dovuti dopo la conclusione del rapporto di lavoro;  benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro;  altri benefici a lungo termine, diversi dai precedenti, che non si prevede siano estinti interamente entro i dodici mesi dal termine dell’esercizio in cui i dipendenti hanno svolto la relativa attività lavorativa.

Trattamento di Fine Rapporto Criteri di iscrizione A seguito della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto del personale maturande a partire dal 1° gennaio 2007 configurano un “piano a contribuzione definita”.

78 Si definiscono “monetari” gli elementi rappresentati da importi determinati di valuta ovvero da attività e passività che devono essere incassate o pagate per un importo determinato di valuta. La caratteristica di un elemento monetario è quindi il diritto a ricevere o un’obbligazione a pagare un numero fisso o determinabile di unità di valuta. 79 Vedasi, a contrario, quanto detto per gli elementi “monetari”.

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L’onere relativo alle quote è determinato sulla base dei contributi dovuti senza applicazione di alcuna metodologia di natura attuariale. Diversamente, il trattamento di fine rapporto del personale maturato sino al 31 dicembre 2006 continua a configurare un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” della serie “piano a benefici definiti” e, come tale, richiede la determinazione del valore dell’obbligazione sulla base di ipotesi attuariali e l’assoggettamento ad attualizzazione in quanto il debito può essere estinto significativamente dopo che i dipendenti hanno prestato l’attività lavorativa relativa. L’importo contabilizzato come passività è pari a: a) il valore attuale dell’obbligazione a benefici definiti alla data di riferimento del bilancio; b) più eventuali utili attuariali (meno eventuali perdite attuariali) contabilizzati in apposita riserva di patrimonio netto; c) meno il fair value alla data di riferimento del bilancio delle eventuali attività poste a servizio del piano.

Criteri di valutazione Gli “Utili/perdite attuariali”, rilevati in apposita riserva da valutazione del patrimonio netto, comprendono gli effetti di aggiustamenti derivanti dalla riformulazione di precedenti ipotesi attuariali per effetto di esperienze effettive o a causa di modificazioni delle stesse ipotesi.

Ai fini dell’attualizzazione viene utilizzato il metodo della “Proiezione unitaria del credito” che considera ogni singolo periodo di servizio come dante luogo ad una unità addizionale di TFR misurando così ogni unità, separatamente, per costruire l’obbligazione finale. Tale unità addizionale si ottiene dividendo la prestazione totale attesa per il numero di anni trascorsi dal momento dell’assunzione alla data attesa della liquidazione. L’applicazione di tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Il tasso utilizzato ai fini dell’attualizzazione è determinato, con riferimento ai tassi di mercato rilevati alla data di bilancio di “high quality corporate bonds” ovvero ai rendimenti di titoli caratterizzati da un profilo di rischio di credito contenuto.

- Stock Option/Stock Granting Si definiscono piani di stock option/stock granting i piani di remunerazione del personale ove la prestazione di un’attività da parte di un dipendente (o di un terzo) viene remunerata tramite strumenti rappresentativi di capitale (incluse opzioni su azioni). Il costo di tali operazioni è valutato al fair value degli strumenti rappresentativi di capitale assegnati ed è imputato nella voce di Conto Economico “150 Spese Amministrative a) spese per il personale” in quote costanti lungo il periodo di cui alle condizioni di maturazione del piano. Il fair value determinato è riferito agli strumenti rappresentativi di capitale assegnati alla data di assegnazione e tiene conto dei prezzi di mercato, se disponibili, dei termini e delle condizioni in base ai quali tali strumenti sono stati assegnati.

- Ricavi Definizione I ricavi sono flussi lordi di benefici economici derivanti dallo svolgimento dell’attività ordinaria dell’impresa, quando tali flussi determinano incrementi del patrimonio netto diversi dagli incrementi derivanti dall’apporto degli azionisti.

Criteri di iscrizione I ricavi sono valutati al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante e sono rilevati in contabilità quando possono essere attendibilmente stimati.

Il risultato di un’operazione di prestazione di servizi può essere attendibilmente stimato quando sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:  l’ammontare dei ricavi può essere attendibilmente valutato;

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 è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione affluiranno alla società;  lo stadio di completamento dell’operazione alla data di riferimento del bilancio può essere attendibilmente misurato;  i costi sostenuti per l’operazione e i costi da sostenere per completarla possono essere attendibilmente calcolati.

I ricavi iscritti a fronte della prestazione di servizi sono iscritti coerentemente alla fase di completamento dell’operazione. I ricavi sono rilevati solo quando è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione saranno fruiti dalla Banca. Tuttavia quando la recuperabilità di un valore già ricompreso nei ricavi è connotata da incertezza, il valore non recuperabile, o il valore il cui recupero non è più probabile, è rilevato come costo piuttosto che come rettifica del ricavo originariamente rilevato.

I ricavi che derivano dall’utilizzo, da parte di terzi, di beni della società che generano interessi o dividendi sono rilevati quando:  è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione saranno fruiti dall’impresa;  l’ammontare dei ricavi può essere attendibilmente valutato.

Gli interessi sono rilevati con un criterio temporale che consideri il rendimento effettivo del bene. In particolare:  gli interessi attivi comprendono il valore degli ammortamenti di eventuali scarti, premi o altre differenze tra il valore contabile iniziale per un titolo e il suo valore alla scadenza. Le componenti negative di reddito maturate su attività finanziarie sono rilevate alla voce “Interessi passivi e oneri assimilati”; le componenti economiche positive maturate su passività finanziarie sono rilevate alla voce “Interessi attivi e proventi assimilati”.  gli interessi di mora sono contabilizzati nella voce 10 “Interessi attivi e proventi assimilati” per la parte ritenuta recuperabile.

I dividendi sono iscritti contabilmente in corrispondenza del diritto degli azionisti a ricevere il pagamento.

I costi o ricavi derivanti dalla compravendita di strumenti finanziari, determinati dalla differenza tra corrispettivo pagato o incassato della transazione ed il fair value dello strumento sono iscritti a Conto Economico in sede di iscrizione dello strumento finanziario solamente quanto il fair value è determinato:  facendo riferimento a transazioni di mercato correnti e osservabili del medesimo strumento;  attraverso tecniche di valutazione che utilizzano, quali variabili, solamente dati derivanti da mercati osservabili.

- Costi I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti nel rispetto del criterio della correlazione tra costi e ricavi che derivano direttamente e congiuntamente dalle medesime operazioni o eventi. I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel Conto Economico. I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a Conto Economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”. Le perdite di valore sono iscritte a Conto Economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

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A.3 - Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie

Non sono state effettuate, né nell’esercizio in corso né in quello precedente, riclassifiche di portafoglio delle attività finanziarie da categorie valutate al fair value verso categorie valutate al costo ammortizzato con riguardo alle possibilità introdotte dal regolamento CE n. 1004/2008 della Commissione Europea.

A.4 - Informativa sul fair value Informativa di natura qualitativa L’IFRS 13 - “Fair Value Measurement” definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. Tale valore si configura quindi come un c.d. “exit price” che riflette le caratteristiche proprie dell’attività o della passività oggetto di valutazione che sarebbero considerate da un operatore terzo di mercato (c.d. market participant view). La valutazione al fair value si riferisce ad una transazione ordinaria eseguita o eseguibile tra i partecipanti al mercato, dove, per mercato si intende: • il mercato principale, cioè il mercato con il maggior volume e livello di transazioni per l’attività o la passività in questione al quale la Banca ha accesso; • o, in assenza di un mercato principale, il mercato più vantaggioso, cioè quello nel quale è possibile ottenere il prezzo più alto per la vendita di un’attività o il prezzo di acquisto più basso per una passività, tenendo in considerazione anche i costi di transazione e i costi di trasporto.

Con l’intento di massimizzare la coerenza e la comparabilità delle misurazioni dei fair value e della relativa informativa, l’IFRS 13 statuisce una gerarchia del fair value che suddivide in tre livelli i parametri utilizzati per misurare il fair value. Tale classificazione ha l’obiettivo di stabilire una gerarchia in termini di oggettività del fair value in funzione del grado di discrezionalità adottato, dando la precedenza all’utilizzo di parametri osservabili sul mercato che riflettono le assunzioni che i partecipanti al mercato utilizzerebbero nella valutazione delle attività e passività.

La gerarchia del fair value è definita in base ai dati di input (con riferimento alla loro origine, tipologia e qualità) utilizzati nei modelli di determinazione del fair value e non in base ai modelli valutativi stessi; in tale ottica viene data massima priorità agli input di livello 1.

Fair value determinato sulla base di input di livello1 Il fair value è determinato in base ad input osservabili, ossia prezzi quotati in mercati attivi per lo strumento finanziario, ai quali l’entità può accedere alla data di valutazione dello strumento. L’esistenza di quotazioni in un mercato attivo costituisce la migliore evidenza del fair value e pertanto tali quotazioni rappresentano gli input da utilizzare in via prioritaria nel processo valutativo.

Ai sensi dell’IFRS 13 il mercato è definito attivo quando la frequenza ed il volume delle transazioni per un’attività/passività è tale da garantire, su base continuativa, le informazioni necessarie per la sua valutazione.

In particolare sono considerati quotati in un mercato attivo i titoli azionari e obbligazionari quotati su mercati regolamentati (es. MOT/MTS) e quelli non quotati su mercati regolamentati per i quali sono disponibili con continuità, dalle principali piattaforme di contribuzione, prezzi che rappresentano effettive e regolari operazioni di mercato. Il fair value dei titoli quotati su mercati regolamentati è rappresentato, di norma, dal prezzo di riferimento rilevato all’ultimo giorno lavorativo del periodo di reporting sui rispettivi mercati di quotazione; per quelli non quotati su mercati regolamentati il fair value è rappresentato dal

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prezzo dell’ultimo giorno di transazione ritenuto rappresentativo sulla base delle policy interne.

Con riferimento agli altri strumenti finanziari con input di livello 1, quali ad esempio, derivati, exchange trade fund, fondi immobiliari quotati, il fair value è rappresentato dal prezzo di chiusura rilevato il giorno cui si riferisce la valutazione oppure, nel caso di quote di OICR, Fondi Comuni, SICAV e Hedge Funds, dal NAV (Net Asset Value) ufficiale se ritenuto rappresentativo secondo policy interne.

Fair value determinato sulla base di input di livello 2 Qualora non si riscontrino prezzi rilevabili su mercati attivi, il fair value è determinato mediante l’utilizzo di prezzi rilevati su mercati non attivi oppure tramite modelli valutativi che adottano input di mercato.

La valutazione viene effettuata attraverso l’utilizzo di parametri che siano osservabili, direttamente o indirettamente, quali ad esempio: • prezzi quotati su mercati attivi per attività o passività similari; • parametri osservabili quali tassi di interesse o curve di rendimento, volatilità implicite, rischio di pagamento anticipato, tassi di default e fattori di illiquidità.

In funzione di quanto sopra, la valutazione risultante dalla tecnica adottata prevede un’incidenza marginale di input non osservabili in quanto i più rilevanti parametri utilizzati per la sua determinazione risultano attinti dal mercato e i risultati delle metodologie di calcolo utilizzate replicano quotazioni presenti su mercati attivi.

Sono inclusi nel livello 2: • derivati OTC; • titoli di capitale; • titoli obbligazionari; • quote di fondi di Private Equity.

Le attività e passività valutate al costo o al costo ammortizzato per cui il fair value viene fornito in nota integrativa solo ai fini di informativa, sono classificate nel livello 2 solo se gli input non osservabili non influenzano in maniera significativa gli esiti valutativi. Diversamente sono classificate nel livello 3.

Fair value determinato sulla base di input di livello 3 La valutazione viene determinata attraverso l’impiego di input significativi non desumibili dal mercato che pertanto comportano l’adozione di stime ed assunzioni interne.

Sono compresi nel livello 3 della gerarchia del fair value: • derivati OTC • titoli di capitale valutati: a. con utilizzo di significativi input non osservabili; b. attraverso metodi basati sull’analisi dei fondamentali della società partecipata; c. al costo. • gli Hedge Funds, per i quali si è tenuto in considerazione oltre ai NAV ufficiali il rischio di liquidità e/o di controparte; • opzioni con sottostante partecipazioni finanziarie; • titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti.

Si precisa infine che il fair value è classificato nel livello 3 laddove risultante dall’utilizzo di parametri di mercato significativamente rettificati per riflettere aspetti valutativi propri dello strumento oggetto di valutazione.

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A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3 Nel presente paragrafo vengono fornite informazioni relative alle tecniche di valutazione e agli input utilizzati ai fini della determinazione del fair value per quanto riguarda le attività e passività oggetto di valutazione al fair value in bilancio e quelle per le quali il fair value viene fornito solo ai fini di informativa.

Attività e Passività oggetto di valutazione al fair value Derivati OTC La metodologia adottata per il calcolo del fair value dei derivati OTC prevede l’utilizzo di modelli a formula chiusa. In particolare, i principali modelli di pricing utilizzati per i derivati OTC sono: Black Yield, Black Fwd, Black Swap Yield, Cox Fwd, Trinomial, Lnormal, Normal e CMS Convexity Analytical. Gli strumenti derivati non gestiti negli applicativi target, riferibili a strumenti posti a copertura di alcune tipologie di opzioni implicite nei prestiti obbligazionari strutturati emessi, vengono valutati con modelli interni (modelli stocastici con simulazioni MonteCarlo). I modelli di pricing implementati per i derivati sono utilizzati con continuità temporale e sono soggetti a verifiche periodiche volte a valutarne la consistenza nel tempo.

I dati di mercato utilizzati per il calcolo del fair value dei derivati sono classificati, secondo la loro disponibilità, in: • prezzi di strumenti quotati: tutti i prodotti quotati dalle principali borse internazionali o sulle principali piattaforme di data providing; • parametri di mercato disponibili su piattaforme di info providing: tutti gli strumenti che, pur non quotati su un mercato ufficiale, sono prontamente disponibili presso circuiti di info providing, attraverso la contribuzione, garantita nel continuo, da parte di diversi broker/market maker.

Sono compresi tra gli input utilizzati per il calcolo del fair value dei derivati OTC le curve di tasso e le volatilità dei Cap&Floor delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF), i principali tassi di cambio con le relative volatilità e gli FX swap point. Come successivamente meglio dettagliato, il fair value di alcune tipologie di derivati OTC tiene conto della rischiosità della controparte; il calcolo di questa componente avviene tramite l’utilizzo delle probabilità di default e della percentuale di recupero dei crediti della controparte.

Con riferimento al rischio di credito, si segnala che la prassi di mercato si è orientata verso l’adozione di due misure in grado di cogliere e imputare a fair value gli impatti generati da eventuali variazioni nel merito creditizio delle controparti: il Credit Value Adjustment (non-performance risk della controparte) e il Debt Value Adjustment (non-performance risk proprio).

Stante il preponderante utilizzo di input osservabili, il fair value dei derivati OTC viene classificato nel livello 2 della gerarchia fatta eccezione per quei derivati dove il CVA (stimato internamente) risulti rilevante ai fini della determinazione del fair value; per tali strumenti il fair value è classificato nel livello 3 della gerarchia.

La policy del Gruppo UBI Banca prevede, per le opzioni su partecipazione, la valorizzazione del fair value tenendo conto della probabilità di esercizio stante la natura peculiare delle opzioni in parola. Il fair value così determinato risulta classificato nel livello 3 della gerarchia.

Titoli di capitale Per quanto concerne i metodi di valutazione da utilizzare per la determinazione del fair value dei titoli di capitale non quotati su un mercato attivo, il Gruppo UBI ha individuato il seguente ordine gerarchico di tecniche di valutazione: 1) Metodo delle transazioni dirette; 2) Metodo delle transazioni comparabili; 3) Metodo dei multipli di borsa; 4) Metodi finanziari e reddituali; 5) Metodi patrimoniali.

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Per la valutazione dei titoli di capitale si procede valutando l’applicabilità dei metodi nell’ordine sopra esposto. In ultima istanza, nell’impossibilità di utilizzare le predette tecniche, tali titoli sono valutati al costo. Si forniscono di seguito le caratteristiche delle tecniche valutative utilizzate al 31 dicembre 2017.

Metodo delle transazioni dirette L’applicazione del metodo delle transazioni dirette comporta l’applicazione della valorizzazione implicita derivante dalla più recente transazione significativa registrata su quote del capitale sociale della partecipata. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia. Qualora la transazione verificatasi sul mercato abbia avuto ad oggetto una quota che comporti il controllo ovvero che comporti influenza significativa sulla partecipata da parte dell’acquirente, è possibile che il prezzo pagato incorpori un premio per il controllo; tale aspetto viene considerato attraverso l’eventuale rettifica del valore della partecipazione; pertanto il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 25% e il 35%. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia.

Metodo delle transazioni comparabili L’applicazione del metodo delle transazioni comparabili comporta l’analisi delle operazioni di acquisto di quote di aziende con caratteristiche economico-patrimoniali omogenee a quelle della partecipata e successivamente la determinazione del multiplo implicito espresso dal prezzo della transazione. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia. Qualora la transazione verificatasi sul mercato abbia avuto ad oggetto una quota che comporti il controllo ovvero che comporti influenza significativa sulla partecipata da parte dell’acquirente, è possibile che il prezzo pagato incorpori un premio per il controllo; tale aspetto viene considerato attraverso l’eventuale rettifica del valore della partecipazione; pertanto il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 25% e il 35% per riflettere la mancanza di poteri all’interno della partecipata. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia.

Metodo dei multipli di Borsa Tale metodo consente di valutare una società in base ai dati derivanti dalle quotazioni di società comparabili (in termini di fatturato, patrimonio netto, leverage), rilevate, sul mercato azionario di riferimento, in periodo compreso tra gli ultimi 30 giorni e l’ultimo anno a partire dalla data di riferimento della valutazione, attraverso l’elaborazione dei moltiplicatori più significativi (multipli di Borsa) risultanti dal rapporto esistente tra il valore che il mercato azionario attribuisce a queste società ed i loro indicatori economico-patrimoniali ritenuti maggiormente significativi. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia.

Nel caso, non infrequente, in cui si presenti la necessità di rettificare le valutazioni ottenute applicando il metodo dei multipli di Borsa per considerare possibili differenze nella comparabilità delle società utilizzate e nelle liquidità dei titoli oggetto di valutazione, il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 10% e il 40% per riflettere la limitata liquidabilità dell’investimento e/o le significative differenze dimensionali tra la partecipata e le società inserite nel campione. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia.

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Metodi patrimoniali I metodi patrimoniali forniscono una determinazione del fair value della partecipata a partire dal dato patrimoniale di bilancio, rettificato alla luce delle plusvalenze e minusvalenze implicite nell’attivo e nel passivo della partecipata e dell’eventuale valorizzazione delle componenti immateriali. Il fair value determinato dall’utilizzo di tali metodi, basandosi su input non osservabili, è classificato nel livello 3 della gerarchia.

Titoli obbligazionari La procedura di stima del fair value adottata dal Gruppo UBI Banca per i titoli obbligazionari prevede l’utilizzo di un modello valutativo specifico, il discounted cash flow model. Il processo di valutazione in oggetto è sintetizzabile nei seguenti step operativi: • stima dei flussi di cassa pagati dal titolo, sia per quanto riguarda la parte interessi che il rimborso del capitale; • stima di uno spread rappresentativo del merito creditizio dell'emittente del titolo; • stima di uno spread rappresentativo dell'illiquidità del titolo al fine di tener conto della scarsa liquidità che caratterizza il pricing di un titolo non contribuito.

Stante il preponderante utilizzo di input osservabili, il fair value così determinato viene classificato nel livello 2 della gerarchia fatta eccezione per quei titoli dove la componente dello spread rappresentativo dell’illiquidità risulti essere rilevante ai fini della determinazione del fair value e per alcuni titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti che sono classificati nel livello 3 della gerarchia.

Sono compresi tra gli input utilizzati per il calcolo del fair value dei titoli obbligazionari le curve di tasso delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF), gli spread di credito degli emittenti di cui si sta valutando il titolo (desunti da titoli quotati su mercati considerati attivi) e uno spread rappresentativo dell’illiquidità del titolo valutato, calcolato in ragione dello spread di credito dell’emittente.

Quote di fondi di Private Equity Il fair value delle quote di Fondi di Private Equity è determinato partendo dall'ultimo NAV disponibile e considerando le varie comunicazioni ricevute dal Fondo (es. rimborsi, distribuzioni di dividendi), dalla data dell’ultimo NAV disponibile alla data di valutazione ed eventualmente rettificando il NAV per tenere in considerazione situazioni di particolare rischio e non performance associato all’investimento.

Quote di Hedge Funds Il fair value delle quote di Hedge Funds classificate nel livello 3 della gerarchia viene determinato partendo dal NAV ufficiale ed è rettificato con una percentuale pari ad almeno il 20% per tenere conto dei rischi di liquidità e/o di controparte.

Attività e Passività il cui fair value viene fornito ai fini dell’informativa integrativa Crediti La determinazione del fair value per i crediti verso la clientela, elaborato ai fini della presentazione dell’informativa della nota integrativa, avviene mediante l’utilizzo di tecniche valutative fatta eccezione per quei crediti per i quali il valore contabile è ritenuto essere un’adeguata rappresentazione del fair value quali, ad esempio, i finanziamenti in default, le operazioni non rateali (conti correnti e crediti di firma) e i finanziamenti con scadenza inferiore all’anno, classificati per tale motivo nel livello 3 della gerarchia.

La metodologia adottata dal Gruppo UBI per la stima del fair value dei crediti prevede l'attualizzazione dei cash flow, intesi come somma di capitale e interessi derivanti dalle diverse scadenze del piano di ammortamento, ridotti per la componente di perdita attesa e scontati a un tasso che incorpora la componente risk free e uno spread rappresentativo del costo del capitale e del funding.

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Sono in particolare utilizzati i seguenti input: • discount rate base, riconducibile alla curva dei tassi Euribor; • rischio di default e della potenziale perdita, attesa e inattesa, riscontrabile sullo specifico credito durante l’intera vita del finanziamento. Tali dimensioni vengono rappresentate dai parametri interni di misurazione del rischio di credito quali il Rating, la PD e la LGD differenziati per segmento di clientela. La PD associata a ciascun rating è su base pluriennale. Infine, per la componente di perdita inattesa si tiene conto del costo del capitale del Gruppo; • il funding spread è determinato attraverso l’utilizzo della curva Blended. Tale curva rappresenta, per ciascuna scadenza, il costo della raccolta marginale calcolato come media ponderata tra le curve di mercato relative al costo della raccolta della Banca presso la clientela (Curva Retail) e sui mercati istituzionali (Curva Wholesale Commerciale). I pesi utilizzati per ciascuna curva di Funding sono determinati almeno annualmente in occasione dell’aggiornamento del Regolamento Tassi di Trasferimento, sulla base dei nuovi flussi previsti dal Funding Plan.

Ai fini dell’individuazione del corretto livello gerarchico del fair value ottenuto tramite la predetta tecnica di valutazione, deve essere opportunamente valutato il livello di significatività degli input non osservabili utilizzati. A tal proposito, il fair value risultante dall’applicazione della metodologia sopra descritta viene confrontato con un’elaborazione “benchmark” che adotta una curva di sconto composta da dati osservabili di mercato. Se dal confronto il fair value si discosta in maniera significativa dalla succitata elaborazione “benchmark” il fair value viene classificato nel livello 3; diversamente si provvede a classificare il fair value nel livello 2.

Il fair value dei crediti verso banche viene di norma calcolato ai fini della presentazione dell’informativa in nota integrativa per le operazioni per cassa a scadenza con orizzonte temporale superiore all’anno. La metodologia adottata prevede la determinazione del Net Present Value dei flussi finanziari di tali strumenti sulla base di un tasso corrente di mercato per operazioni di pari durata e inclusivo degli elementi di rischio impliciti nell’operazione; basandosi su input rilevabili sul mercato di riferimento, tale metodologia comporta la classificazione del fair value nel livello 2 della gerarchia.

Per le operazioni non rateali (conti correnti e crediti di firma), per eventuali crediti in default e per operazioni con scadenza inferiore all’anno, il valore contabile è ritenuto un’adeguata approssimazione del fair value, aspetto che comporta la classificazione nel livello 3 della gerarchia.

Attività materiali detenute a scopo di investimento Ai fini della determinazione del fair value degli immobili detenuti a scopo di investimento viene fatto riferimento al valore di mercato, prevalentemente determinato attraverso perizie esterne, inteso come il miglior prezzo al quale la vendita di un bene immobile potrà ragionevolmente ritenersi come incondizionatamente conclusa contro corrispettivo in denaro, alla data della valutazione, tra controparti indipendenti. Le metodologie adottate ai fini della determinazione del valore di mercato si rifanno ai seguenti metodi: • metodo comparativo diretto o del mercato, basato sul confronto fra il bene in oggetto ed altri simili oggetto di compravendita o correntemente offerti sullo stesso mercato o su piazze concorrenziali. Le quotazioni ricavate sono sottoposte a rettifiche volte a recepire le particolari caratteristiche del cespite; in particolare il valore attribuito al bene tiene conto dell’ubicazione, dell’accessibilità, della qualità e dell’eventuale presenza di elementi di unicità; • metodo reddituale basato sul valore attuale dei redditi potenziali di mercato di una proprietà simile, ottenuto capitalizzando il reddito ad un tasso di mercato; tale metodo si basa sull’esistenza di una relazione diretta tra il valore di un bene e il reddito che il

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bene stesso è in grado di generare. Ai fini dell’individuazione del reddito, viene fatto generalmente riferimento al reddito medio lordo annuo calcolato riferendosi alla complessiva superficie lorda commerciale.

I metodi di cui sopra vengono eseguiti singolarmente ed i valori ottenuti tra loro opportunamente mediati.

Con riferimento ai terreni, la metodologia utilizzata per l’individuazione della percentuale del valore di mercato attribuibile ai medesimi è basata sull’analisi della localizzazione dell’immobile, tenuto conto della tipologia costruttiva, dello stato di conservazione e del costo di ricostruzione a nuovo dell’intero immobile.

I fair value così determinati vengono classificati nel livello 3 della gerarchia per l’assenza nel mercato italiano di indici di riferimento che possano confortare l’affidabilità della valutazione, aspetto che non consente di considerare gli input utilizzati come di livello 2.

Debiti Il fair value dei debiti verso banche e clientela viene di norma calcolato ai fini della presentazione dell’informativa in nota integrativa per le passività con scadenza superiore all’anno. La valutazione viene effettuata attraverso l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri scontati con un tasso di interesse che incorpora la componente relativa al proprio rischio di credito; basandosi su input rilevabili sul mercato di riferimento tale metodologia comporta la classificazione del fair value nel livello 2 della gerarchia.

Nel caso di passività con scadenza inferiore all’anno o indeterminata, il valore contabile di iscrizione può essere considerato un’adeguata approssimazione del fair value, aspetto che comporta la classificazione nel livello 3 della gerarchia. Tale classificazione viene adottata anche per l’indebitamento con la Banca Centrale Europea.

Titoli emessi Trattandosi di passività emesse detenute nell’attivo di soggetti terzi, le tecniche valutative utilizzate sono sviluppate dal punto di vista del market participant che detiene i titoli di debito nel proprio attivo. Nel caso specifico le componenti di cui si tiene conto sono le seguenti: • il valore temporale del denaro, misurato dalla curva dei tassi risk free; • il rischio di inadempimento alle proprie obbligazioni, misurato dal proprio spread di credito.

Gli input utilizzati ai fini della misurazione del fair value includono le curve di tasso delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF) e gli spread di emissione di UBI Banca, rilevabili dalle condizioni di raccolta riscontrabili alla data di reporting, distinti per tipologia di controparte cui il titolo emesso è destinato.

Gli input utilizzati sono osservabili e comportano la classificazione nel livello 2 della gerarchia ad eccezione dei titoli obbligazionari emessi dalla banca collegati a finanziamenti concessi alla clientela. In tali casi la determinazione del Fair Value del titolo è effettuata con gli stessi parametri del credito ed entrambi gli strumenti sono classificati nel livello 3 della gerarchia.

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni Il Gruppo UBI si è dotato di specifiche policy per la determinazione delle valutazioni al fair value che hanno trovato formalizzazione in appositi regolamenti oggetto di approvazione da parte dei compenti Organi aziendali. Tali policy hanno la finalità di garantire un’applicazione corretta e coerente nel tempo delle previsioni dell’IFRS 13.

Si riporta di seguito l’analisi di sensitività relativa ai titoli di capitale la cui valutazione al fair value è classificata nel livello 3 della gerarchia a seguito dell’utilizzo di significativi input non osservabili.

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Tale analisi è stata condotta sviluppando, sugli input in parola, uno “stress test” che tiene conto del valore minimo e massimo che tali parametri possono assumere esplicitato, per ogni tecnica di valutazione utilizzata, nel precedente paragrafo A.4.1 “Livelli di fair value 2 e 3”.

Con riferimento agli altri strumenti finanziari oggetto di valutazione al fair value e classificati nel livello 3 della gerarchia del fair value (derivati OTC, hedge funds, titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti e opzioni su partecipazioni), non viene prodotta l’analisi di sensitività perché le modalità di quantificazione del fair value non permettono di sviluppare ipotesi alternative in merito agli input non osservabili utilizzati ai fini della valutazione oppure perché gli effetti derivanti dal cambiamento di tali input non sono ritenuti rilevanti.

A.4.3 Gerarchia del fair value Con riferimento alle attività e passività oggetto di valutazione al fair value su base ricorrente, la classificazione nel corretto livello di gerarchia del fair value viene effettuata facendo riferimento alle regole e metodologie previste nei regolamenti aziendali. Eventuali trasferimenti ad un diverso livello di gerarchia sono identificati con periodicità mensile. Si rileva, a titolo esemplificativo, come tali trasferimenti possono derivare dalla “scomparsa” del mercato attivo di quotazione o dall’utilizzo di un diverso metodo di valutazione in precedenza non applicabile.

A.4.4 Altre informazioni Non sono presenti all’interno del Gruppo UBI situazioni in cui il massimo e migliore utilizzo di un’attività non finanziaria differisce dal suo utilizzo corrente. Non si riscontrano inoltre situazioni in cui attività e passività finanziarie gestite su base netta relativamente ai rischi di mercato o al rischio di credito sono oggetto di valutazioni al fair value sulla base del prezzo che si percepirebbe dalla vendita di una posizione netta lunga o dal trasferimento di una posizione netta corta.

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Informativa di natura quantitativa

A.4.5 Gerarchia del fair value

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

31/12/2017 31/12/2016 Attività/Passività misurate al fair value L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 1 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita - 1.832 - 2.088 4. Derivati di copertura 5. Attività materiali 6. Attività immateriali Totale 2 - 1.832 1 - 2.088 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Passività finanziarie valutate al fair value

3. Derivati di copertura 1.068 Totale - - - - 1.068 -

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Attività Attività Attività finanziarie finanziarie finanziarie Derivati di Attività Attività detenute per la valutate al disponibili per copertura materiali immateriali negoziazione fair value la vendita 1. Esistenze iniziali - - 2.088 - - - 2. Aumenti - - 2.143 - - - 2.1. Acquisti - - 535 - - - 2.2. Profitti imputati a: 2.2.1. Conto Economico ------di cui plusvalenze ------2.2.2. Patrimonio Netto X X 551 - - -

2.3. Trasferimenti da altri livelli ------2.4. Altre variazioni in aumento - - 1.057 - - - 3. Diminuzioni - - (2.399) - - - 3.1. Vendite ------3.2. Rimborsi ------3.3. Perdite imputate a: 3.3.1. Conto Economico - - (2.234) - - - - di cui minusvalenze - - (2.234) - - - 3.3.2. Patrimonio Netto X X - - - - 3.4. Trasferimenti ad altri livelli ------

3.5. Altre variazioni in diminuzione - - (165) - - - 4. Rimanenze finali - - 1.832 - - -

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A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Per la Banca non esiste tale fattispecie

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

31/12/2017 31/12/2016 Attività/Passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base non ricorrente VB L1 L2 L3 VB L1 L2 L3

1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 2. Crediti verso banche 2.476.421 2.085.583 412.330 2.392.455 1.618.251 789.907 3. Crediti verso clientela 597.166 95.747 538.746 647.373 132.093 539.269 4. Attività materiali detenute a scopo di investimento

5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Totale 3.073.587 - 2.181.330 951.076 3.039.828 - 1.750.344 1.329.177

1. Debiti verso banche 194.103 194.103 216.235 216.235 2. Debiti verso clientela 2.810.879 2.812.725 2.755.864 2.757.690 3. Titoli in circolazione 11.322 11.342 1 11.501 9.710 1.486 4. Passività associate ad attività in via di dismissione Totale 3.016.304 - 11.342 3.006.829 2.983.600 - 9.710 2.975.411

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

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A.5 - Informativa sul c.d. “Day one profit/loss”

L’informativa fa riferimento al paragrafo 28 dell’IFRS 7 che tratta le eventuali differenze tra il prezzo della transazione ed il valore ottenuto attraverso l’utilizzo di tecniche di valutazione che emergono al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario e non rilevate immediatamente a conto economico in base a quanto previsto dai paragrafi AG76 e AG76A dello IAS 39. La Banca non ha posto in essere operazioni per le quali emerge, al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario, una differenza tra il prezzo di acquisto ed il valore dello strumento ottenuto attraverso tecniche di valutazione interna.

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Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale

ATTIVO

Sezione 1 Cassa e disponibilità liquide - Voce 10 -

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

a) Cassa 2.332 1.936 b) Depositi liberi presso Banche Centrali - - Totale 2.332 1.936

Sezione 2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20 -

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Voci/Valori

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Attività per cassa 1. Titoli di debito: ------1.1 titoli strutturati ------1.2 altri titoli di debito ------2. Titoli di capitale 2 - - 1 - - 3. Quote di O.I.C.R. ------4. Finanziamenti: ------4.1 pronti contro termine ------4.2 altri ------

Totale A 2 - - 1 - - B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari: ------1.1 di negoziazione ------1.2 connessi con la fair value option ------1.3 altri ------2. Derivati creditizi: ------2.1 di negoziazione ------

2.2 connessi con la fair value option ------2.3 altri ------Totale B ------Totale (A+B) 2 - - 1 - -

I dati esposti sono comprensivi dei ratei maturati.

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2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

Totale Totale Voci/Valori 31/12/2017 31/12/2016

A. ATTIVITA' PER CASSA 1. Titoli di debito - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri emittenti - - 2. Titoli di capitale 2 1 a) Banche - - b) Altri emittenti: 2 1 - imprese di assicurazione - - - società finanziarie - - - imprese non finanziarie 2 1 - altri - -

3. Quote di O.I.C.R. - - 4. Finanziamenti - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri soggetti - - Totale A 2 1 B. STRUMENTI DERIVATI a) Banche - - b) Clientela - - Totale B - - Totale ( A + B ) 2 1

Non sono presenti in portafoglio titoli di capitale emessi da soggetti che la Banca classifica a sofferenze ovvero ad inadempienze probabili.

Sezione 3 Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 4 Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40 -

4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Voci/Valori

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito ------1.1 Titoli strutturati ------1.2 Altri titoli di debito ------2. Titoli di capitale - - 1.832 - - 2.088 2.1 Valutati al fair value - - 1.832 - - 2.088 2.2 Valutati al costo - - 1 - - 1 3. Quote di O.I.C.R. ------4. Finanziamenti ------Totale - - 1.832 - - 2.088

I “Titoli di capitale - 2.1 Valutati al fair value - Livello 3” comprendono, in entrambi gli esercizi in commento, il valore della partecipazione, pari a 1.745 migliaia di euro (1.359 migliaia al 31 dicembre 2016), acquisita in permuta nel giugno del precedente anno nella Visa INC Classe C9.

I Titoli di capitale esposti al punto “2.2 Valutati al costo - Livello 3” sono rappresentativi delle partecipazioni di minoranza detenute in alcune Società esterne al Gruppo UBI Banca e rispetto al periodo di raffronto risultano inalterate.

La voce è stata interessata dall’intervento a sostegno della Cassa di Risparmio di Cesena, della Cassa di Risparmio di Rimini e della Cassa di Risparmio di San Miniato nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D.. Per maggiori dettagli si rimanda alla “Parte A – Politiche Contabili – Sezione 4 – Altri aspetti – Valutazione quota di adesione allo Schema Volontario del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi”.

Le valutazioni di fine esercizio dei titoli di capitale valutati al fair value hanno avuto impatto a patrimonio netto, tra le riserve da valutazione, ad eccezione delle rettifiche di valore durevoli rilevate direttamente a conto economico, per un ammontare pari a 2.234 migliaia di euro.

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4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Totale Totale Voci/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Titoli di debito - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri emittenti - - 2. Titoli di capitale 1.832 2.088 a) Banche - - b) Altri emittenti: 1.832 2.088 - imprese di assicurazione - - - società finanziarie 1.832 2.088 - imprese non finanziarie 1 1 - altri - - 3. Quote di O.I.C.R. - - 4. Finanziamenti - - a) Governi e Banche Centrali - - b) Altri enti pubblici - - c) Banche - - d) Altri soggetti - - Totale 1.832 2.088

4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Non sono state poste in essere coperture specifiche di attività finanziarie disponibili per la vendita.

Sezione 5 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza- Voce 50 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 6 Crediti verso banche - Voce 60 -

6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica

Totale 31/12/2017 Totale 31/12/2016

Tipologia operazioni/Valori FV FV VB VB Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Crediti verso banche centrali ------1. Depositi vincolati - X X X - X X X 2. Riserva obbligatoria - X X X - X X X 3. Pronti contro termine - X X X - X X X 4. Altri - X X X - X X X B. Crediti verso banche 2.476.421 - 2.085.583 412.330 2.392.455 - 1.618.251 789.907 1. Finanziamenti 412.330 - - 412.330 789.907 - - 789.907 1.1 Conti correnti e depositi liberi 343.089 X X X 330.409 X X X 1.2 Depositi vincolati 57.922 454.061 1.3 Altri finanziamenti: 11.319 X X X 5.437 X X X - Pronti contro termine attivi - X X X 2.603 X X X

- Leasing finanziario - X X X - X X X - Altri 11.319 X X X 2.835 X X X 2. Titoli di debito 2.064.091 - 2.085.583 - 1.602.548 - 1.618.251 - 2.1 Titoli strutturati - X X X - X X X 2.2 Altri titoli di debito 2.064.091 X X X 1.602.548 X X X Totale 2.476.421 - 2.085.583 412.330 2.392.455 - 1.618.251 789.907

Legenda:

FV = fair value VB = valore di bilancio

Le voci “Conti correnti e depositi liberi” e “Depositi vincolati”, sono rappresentative dei rapporti interbancari intrattenuti principalmente con la Capogruppo. In particolare la voce “Conti correnti e depositi liberi” accoglie la liquidità necessaria per l’operatività corrente della Banca (regolamento delle operazioni in titoli, derivati e banking per conto della clientela).

Si specifica, come da normativa, che non sono presenti crediti verso Banche Centrali in quanto la Banca è stata autorizzata ad assolvere gli obblighi di riserva in via indiretta per il tramite della Capogruppo. Il deposito allo scopo costituito, contenuto al punto “B.1.2 Depositi vincolati”, ammonta a 27.903 migliaia di euro (26.566 migliaia di euro al 31 dicembre 2016).

La voce “Titoli di debito - 2.2 Altri titoli di debito” rappresenta tredici prestiti obbligazionari emessi dalla Capogruppo e sottoscritti dalla Banca con scadenze nel 2018 (per un valore nominale pari a 540 milioni di euro), nel 2019 (per un valore nominale pari a 850 milioni di euro) e nel 2020 (per un valore nominale pari a 670 milioni di euro).

Non risultano esposizioni deteriorate verso banche.

6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica

Non vi sono crediti verso banche oggetto di copertura specifica.

6.3 Leasing finanziario

Non vi sono crediti verso banche per locazioni finanziarie.

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Sezione 7 Crediti verso clientela - Voce 70 -

7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica

Totale 31/12/2017 Totale 31/12/2016

Valore di bilancio Fair Value Valore di bilancio Fair Value Tipologia operazioni/Valori Deteriorati Deteriorati Non Non L1 L2 L3 L1 L2 L3 deteriorati deteriorati Acquistati Altri Acquistati Altri

Finanziamenti 575.633 - 21.533 - 95.747 538.746 624.288 - 23.085 - 132.093 539.269

1. Conti correnti 59.277 - 426 X X X 58.470 - 951 X X X

2. Pronti contro termine attivi - - - X X X - - - X X X

3. Mutui 446.815 - 20.488 X X X 504.908 - 21.316 X X X

4. Carte di credito, prestiti 25.519 - 192 X X X 22.341 - 456 X X X personali e cessioni del quinto

5. Leasing finanziario - - - X X X - - - X X X

6. Factoring - - - X X X - - - X X X

7. Altri finanziamenti 44.021 - 428 X X X 38.570 - 362 X X X

Titoli di debito ------

8. Titoli strutturati - - - X X X - - - X X X

9. Altri titoli di debito - - - X X X - - - X X X

Totale 575.633 - 21.533 - 95.747 538.746 624.288 - 23.085 - 132.093 539.269

Legenda: L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

La voce “mutui” comprende: ● euro 198.184 migliaia, di cui 8.080 migliaia di euro deteriorati (euro 225.495 migliaia al 31 dicembre 2016 di cui 8.170 migliaia di euro deteriorati) a garanzia delle emissioni di Covered Bond effettuate dalla Capogruppo. Per maggiori dettagli si rimanda alle “Altre informazioni - Covered Bond”;  i finanziamenti agevolati finalizzati al recupero degli immobili danneggiati dal terremoto dell’Abruzzo così come previsto dall’adesione della Banca alla Convenzione stipulata tra ABI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

Per maggiori informazioni relative all’andamento dell’aggregato si rimanda a quanto indicato nella “Relazione sulla Gestione - Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico riclassificati” paragrafo “Crediti verso Clientela” e nella “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle politiche di copertura – Sezione 1 - Rischio di credito”.

129

7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Tipologia operazioni/Valori Deteriorati Deteriorati Non Non deteriorati deteriorati Acquistati Altri Acquistati Altri

1. Titoli di Debito ------a) Governi ------b) Altri Enti pubblici ------c) Altri emittenti ------imprese non finanziarie ------imprese finanziarie ------assicurazioni ------altri ------2. Finanziamenti verso: 575.633 - 21.533 624.288 - 23.085 a) Governi 7.853 - - 8.210 - - b) Altri Enti pubblici ------c) Altri soggetti 567.780 - 21.533 616.078 - 23.085 - imprese non finanziarie 33.119 - 999 34.564 - 1.390 - imprese finanziarie 5.536 - 402 7.550 - 319 - assicurazioni 13 - - - - 1 - altri 529.112 - 20.131 573.964 - 21.376 Totale 575.633 - 21.533 624.288 - 23.085

7.3 Crediti verso clientela attività oggetto di copertura specifica

Non sono presenti in bilancio crediti verso clientela oggetto di copertura specifica.

7.4 Leasing finanziario

Non sono presenti in bilancio crediti verso clientela dovuti a contratti di locazione finanziaria.

130

Sezione 8 Derivati di copertura - Voce 80 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 9 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 90 -

9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti

Totale Totale Adeguamento di valore delle attività coperte / Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Adeguamento positivo - 960 1.1 di specifici portafogli: - 960 a) crediti - 960 b) attività finanziarie disponibili per la vendita - -

1.2 complessivo - - 2. Adeguamento negativo - - 2.1 di specifici portafogli: - - a) crediti - - b) attività finanziarie disponibili per la vendita - - 2.2 complessivo - - Totale - 960

L’“adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica”, rappresentativo della valutazione al fair value dei crediti verso la clientela oggetto di macrocopertura, pari a circa un milione di euro al 31 dicembre 2016, è stato azzerato a seguito della revoca delle coperture perfezionatasi nel primo trimestre 2017.

9.2 Attività oggetto di copertura generica del rischio di tasso di interesse

Totale Totale Attività coperte 31/12/2017 31/12/2016

1. Crediti - 21.606 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - 3. Portafoglio - - Totale - 21.606

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Sezione 10 Le partecipazioni - Voce 100 -

La presente sezione viene redatta parzialmente in quanto l’obbligo di informativa è assolto a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca, così come previsto dalla circolare di Banca d’Italia n. 262, 4° aggiornamento del 22 dicembre 2015.

10.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi

Quota di Denominazioni Sede Legale Sede Operativa partecipazione %

A. Imprese controllate in via esclusiva

UBI SISTEMI E SERVIZI ScpA Brescia 4,31%

UBI ACADEMY Scrl Bergamo 3,00%

B. Imprese controllate in modo congiunto

C. Imprese sottoposte a influenza notevole

Il punto “A. Imprese controllate in via esclusiva” comprende le partecipazioni in società del Gruppo ancorché di minoranza.

10.5 Partecipazioni: variazioni annue

Nel corso dell’esercizio il portafoglio partecipazioni non è stato oggetto di movimentazione pertanto si omette la pubblicazione della tabella.

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Sezione 11 Attività materiali - Voce 110 -

Le attività materiali della banca sono valutate al costo, al netto degli ammortamenti, come precisato nella parte A della presente Nota Integrativa; si omette pertanto la trattazione del paragrafo relativo alle attività valutate al fair value.

11.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Totale Totale Attività/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Attività di proprietà 1.547 1.613 a) terreni - - b) fabbricati - - c) mobili 1.168 1.134 d) impianti elettronici 28 60 e) altre 350 418 2. Attività acquisite in leasing finanziario - - a) terreni - - b) fabbricati - - c) mobili - - d) impianti elettronici - - e) altre - - Totale 1.547 1.613

La Banca non possiede immobili di proprietà o acquisiti in leasing finanziario.

11.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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11.5 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Attività/Valori Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde - - 9.648 22.228 5.879 37.754 A.1 Riduzioni di valore totali nette - - (8.513) (22.168) (5.461) (36.142) A.2 Esistenze iniziali nette - - 1.134 60 418 1.613 B. Aumenti - - 245 1 76 322 B.1 Acquisti - - 245 - 76 321 B.2 Spese per migliorie capitalizzate ------B.3 Riprese di valore ------B.4 Variazioni positive di fair value imputate a: ------a) patrimonio netto ------b) conto economico ------B.5 Differenze positive di cambio ------B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento ------B.7 Altre variazioni - - - 1 - 1 C. Diminuzioni - - (211) (33) (144) (388) C.1 Vendite - - - (1) - (1) C.2 Ammortamenti - - (211) (32) (142) (385) C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a: ------a) patrimonio netto ------b) conto economico ------C.4 Variazioni negative di fair value imputate a: ------a) patrimonio netto ------b) conto economico ------C.5 Differenze negative di cambio ------C.6 Trasferimenti a: ------a) attività materiali detenute a scopo di investimento ------b) attività in via di dismissione ------C.7 Altre variazioni - - - - (2) (2) D. Rimanenze finali nette - - 1.168 28 350 1.547 D.1 Riduzioni di valore totali nette - - (8.724) (22.146) (5.585) (36.455) D.2 Rimanenze finali lorde - - 9.893 22.174 5.935 38.002 E. Valutazione al costo ------

134

Gli ammortamenti sono calcolati sulla base della vita utile stimata del bene a partire dalla data di entrata in funzione. La vita utile stimata in mesi per le principali classi di cespiti è sotto riportata.

Descrizione Ammortamento Vita Utile

Quadri e tappeti (mobili di pregio) NO Indefinita

Terreni relativi ad immobili NO Indefinita

Immobili - Immobili in Leasing SI Sulla base di perizia

Impianti fotovoltaici SI 180 mesi

Impianti di sollevamento e pesatura SI 160 mesi

Costruzioni leggere e scaffalature SI 120 mesi

Mobili e arredi diversi SI 120 mesi

Mobili e macchine ordinarie d’ufficio SI 100 mesi

Porte scorrevoli SI 100 mesi

Apparecchiature ATM SI 96 mesi

Mezzi forti e blindature prefabbricate SI 80 mesi

Macchinari, apparecchi e attrezzature varie SI 80 mesi

Macchinari vari, mobili e arredi SI 80 mesi

Banconi blindati o con cristalli blindati SI 60 mesi

Personal Computer SI 60 mesi

Tablet SI 60 mesi

Attrezzature mensa SI 48 mesi

Impianti interni speciali di comunicazione SI 48 mesi

Piattaforme Tecnologiche Centrali SI 48 mesi

Impianti di allarme SI 40 mesi

Impianti antincendio SI 40 mesi

Macchine Ufficio elettriche-elettroniche SI 30 mesi

Autoveicoli da trasporto SI 30 mesi

Autovetture SI 24 mesi

Autovetture in leasing SI Sulla base della durate del contratto

11.6 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

11.7 Impegni per acquisto di attività materiali (IAS 16/74.c)

Alla data di redazione del presente bilancio, così come rilevato anche nell’esercizio di raffronto, non risultano presenti impegni per acquisti di attività materiali; si omette pertanto la pubblicazione della tabella.

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Sezione 12 Attività immateriali - Voce 120 -

12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Attività/Valori

Durata definita Durata indefinita Durata definita Durata indefinita

A.1 Avviamento x 41.807 x 41.807 A.2 Altre attività immateriali 29 - 407 - A.2.1 Attività valutate al costo: 29 - 407 - a) Attività immateriali generate internamente - - - - b) Altre attività 29 - 407 - A.2.2 Attività valutate al fair value: - - - - a) Attività immateriali generate internamente - - - - b) Altre attività - - - - Totale 29 41.807 407 41.807

L’avviamento iscritto rappresenta quanto pagato dalla Banca a fronte della capacità dell’unità oggetto di aggregazione, di produrre benefici economici futuri per la Società “aggregante”. Il saldo delle “Altre Attività Immateriali” a vita definita è rappresentativo nel corrente esercizio al software attribuibile al sistema di strong authentication (Token). Al 31 dicembre 2016 tale voce accoglieva anche il valore residuo, pari a 275 migliaia di euro, attribuito in sede di P.P.A. alla “Customer Relationship” relativo all’operazione di acquisizione dell’intera partecipazione in Twice Sim da parte dell’incorporata IW Bank nel dicembre 2009. Le attività immateriali della banca a vita utile definita sono valutate al costo al netto degli ammortamenti come precisato nella parte A della presente nota integrativa.

Procedura impairment test L’impairment test dell’avviamento ai sensi del citato principio contabile richiede di verificare che il valore recuperabile dell’avviamento sia superiore al suo valore di iscrizione a bilancio. L’avviamento è stato allocato ad una unica CGU rappresentata dall’intera Banca (escluse le partecipazioni). Poiché nello specifico caso l’avviamento non costituisce un’attività separabile dal resto dell’impresa il test di impairment consiste nel verificare che il valore dell’intera impresa (escluse le attività non direttamente funzionali allo svolgimento dell’attività, c.d. surplus assets) sia superiore al valore contabile complessivo. Per le aziende operanti nel settore bancario ciò significa confrontare che il valore stimato dell’equity (escluse le partecipazioni) sia superiore al patrimonio netto (escluse le partecipazioni).

Il principio contabile IAS 36 al § 18 definisce il “Valore Recuperabile” come “il maggiore tra il fair value (valore equo) di un’attività o di un’unità generatrice di flussi finanziari dedotti i costi di vendita e il proprio valore d’uso”. Al § 19 specifica inoltre che “Non è sempre necessario determinare sia il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita che il suo valore d’uso. Se uno dei due valori risulta superiore al valore contabile, l’attività non ha subito una riduzione di valore e non è necessario stimare l’altro importo”.

Nello specifico l’impairment test è stato condotto dal consulente incaricato facendo riferimento al “Valore d’uso” fondato sul budget 2018 e le previsioni 2019–2022 e facendo uso di un modello di valutazione fondato sul Dividend Discount Model. Ai fini di impairment test è stato poi stimato il fair value less cost to sell ottenuto dai multipli di società comparabili europee che operano nel business dei conti correnti e del trading on line.

Ai fini della stima del valore in uso si è stimato un costo opportunità del capitale facendo riferimento alle linee guida in tema di impairment test riportate nel documento “Impairment test dell’avviamento in contesti di crisi finanziaria e reale. Linee Guida” emanato dall’Organismo Italiano di Valutazione (OIV). Il tasso di crescita “g” nel terminal value è stato

136

assunto pari allo 0%, ed è inferiore al tasso di inflazione attesa dell’1,8% di lungo termine (Consensus Forecast – ottobre 2017 stima riferita agli anni successivi al 2022 per l’Italia). Questo tasso di crescita è allineato a quello utilizzato lo scorso anno sempre ai fini dell’impairment test.

Per la determinazione del valore d’uso sono state utilizzate le proiezioni basate sul budget 2018 e sulle estrapolazioni per il periodo 2019-2022 che recepiscono le migliori stime effettuabili dal management fondate sull’attuale contesto di mercato. Tali stime sono state formulate attribuendo maggiore peso alle evidenze provenienti dall’esterno. Le previsioni recepiscono le più recenti dinamiche societarie, che dovrebbero portare ad un saggio di crescita medio annuo del margine di intermediazione del 10,1%, grazie all’incremento delle commissioni (ed in misura minore del margine di interesse). La crescita del margine di intermediazione è di poco superiore alle proiezioni di crescita della raccolta indiretta pari all’8,6%. Gli oneri operativi sono previsti in crescita ad un saggio medio annuo dello 0,5%. A livello patrimoniale sono previsti in crescita i volumi della raccolta sia diretta che indiretta, mentre gli impieghi sono in riduzione.

Per effetto delle dinamiche descritte il Return on Equity è previsto in crescita sino a pervenire ad un livello sensibilmente superiore al costo opportunità del capitale (assunto pari al 7,25% nel Terminal Value) per l’ultimo anno di previsione esplicita.

La stima del terminal value avviene capitalizzando il dividendo generabile in perpetuity dal 2022 ad un saggio espressivo del differenziale tra il costo opportunità del capitale ed il saggio di crescita dei redditi sostenibile nel lungo termine.

In ottica prudenziale, ai fini della stima dell’utile (da cui stimare il dividendo) sostenibile in perpetuity per la stima del terminal value è stata considerata la media degli utili previsti negli ultimi 3 esercizi di proiezione. In un contesto di tassi di interesse flat, si è optato per l’ipotesi di distribuzione totale degli utili oltre il periodo di previsione esplicita. Tale ipotesi ha comportato un saggio di crescita dei dividendi, oltre il periodo di previsione esplicita, nullo.

Ai fini della stima del costo opportunità del capitale è stato utilizzato il modello del Capital Asset Pricing Model per cui:

Coe = Risk Free + Beta x (Equity Risk Premium)

Risk Free = rendimento a scadenza del tasso interbancario, specifico per ogni anno di previsione, ai sensi del paragrafo A21 dello IAS 36, maggiorato dello spread tra il corrispondente rendimento a scadenza dei benchmark sui titoli di stato italiani e lo stesso tasso interbancario; il saggio risk free assunto per la stima di costo del capitale è coerente con i tassi futuri previsti dal management ed assunti per la stima dei flussi futuri utilizzati nella valutazione; nel terminal value il tasso risk free assunto è pari al 2,07% (dato dalla somma di un tasso interbancario dello 0,83% ed uno spread dell’1,24% desunto dal differenziale giornaliero osservato nel corso dell’anno 2017 tra il tasso governativo decennale ed il tasso interbancario) ed è coerente ancorché prudentemente superiore con le stime di saggi risk free assunti dal management ai fini delle previsioni di lungo termine del margine di interesse (Euribor medio annuo a 3 mesi previsto per il 2022 = 0,927%).

Beta = Beta desunto da società comparabili quotate europee e fondato nei loro rendimenti storici mensili a 5 anni e quelli dell’indice di borsa ove sono quotati alla data del 31.12.2017. Il beta storico (c.d. Unadjusted) delle società comparabili è stato aggiustato secondo la formula di Blume, in maniera tale da renderne una misura prospettica;

Equity Risk Premium = premio per il rischio di mercato, che incorpora il rischio paese Italia, pari al 5,0%

Nel Terminal Value il Cost of Equity (Coe) risulta pari al 7,25%.

137

Ai fini della stima del cost of equity specifico per ogni anno, è stata utilizzata la struttura a termine dei tassi Euribor.

Il valore in uso stimato, comprensivo del valore di carico delle partecipazioni risulta superiore al patrimonio netto al 31 dicembre 2017, pertanto non si rileva l’esigenza di procedere a impairment. Il fair value è risultato superiore alla stima del valore in uso.

Ai sensi dello IAS 36 è stata effettuata una analisi di sensitività volta ad identificare la variazione delle variabili chiave (cost of equity, costo del rischio, saggio di crescita dei redditi nel terminal value, cost income ratio) che rende il valore recuperabile eguale al valore di carico (pari al patrimonio netto). Tale analisi evidenzia come una variazione in aumento del 1,44% del costo del rischio, un rialzo del cost of equity del 2,14%, un abbassamento del saggio di crescita dei redditi nel terminal value a -2,85% ed infine un rialzo del 4,53% del cost income ratio (= oneri operativi / proventi operativi) porterebbe ad allineare il valore recuperabile al valore di carico.

Esiti impairment test Il test di impairment effettuato in applicazione della metodologia sopra riportata evidenzia che il valore recuperabile dell’avviamento è superiore al suo valore contabile e pertanto non si riscontrano impairment losses.

138

12.2 Attività immateriali: variazioni annue

Altre attività immateriali: generate Altre attività immateriali: internamente Avviamento Totale

Definita Indefinita Definita Indefinita

A. Esistenze iniziali lorde 41.807 - - 3.304 - 45.112 A.1 Riduzioni di valore totali nette - - - (2.898) - (2.898) A.2 Esistenze iniziali nette 41.807 - - 407 - 42.214 B. Aumenti ------B.1 Acquisti ------B.2 Incrementi di attività immateriali interne x - - - - - B.3 Riprese di valore x - - - - - B.4 Variazioni positive di fair value ------a patrimonio netto x ------a conto economico x - - - - - B.5 Differenze di cambio positive ------B.6 Altre variazioni ------C. Diminuzioni - - - (378) - (378) C.1 Vendite ------C.2 Rettifiche di valore - - - (378) - (378) - Ammortamenti x - - (378) - (378) - Svalutazioni ------+ patrimonio netto x - - - - - + conto economico ------C.3 Variazioni negative di fair value ------a patrimonio netto x ------a conto economico x - - - - - C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione ------C.5 Differenze di cambio negative ------C.6 Altre variazioni ------D. Rimanenze finali nette 41.807 - - 29 - 41.836 D.1 Rettifiche di valore totali nette - - - (3.276) - (3.276) E. Rimanenze finali lorde 41.807 - - 3.304 - 45.112 F. Valutazione al costo ------

139

12.3 Altre informazioni

Si forniscono le seguenti ulteriori informazioni: a) non vi sono impedimenti alla distribuzione agli azionisti delle plusvalenze relative alle attività immateriali rivalutate; b) non vi sono attività immateriali acquisite per concessione governativa; c) non vi sono attività immateriali costituite a garanzia di propri debiti; d) non vi sono impegni per l’acquisto di attività immateriali; e) non vi sono attività immateriali oggetto di operazioni di locazione.

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Sezione 13 Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell’attivo e Voce 80 del passivo -

I criteri di iscrizione e cancellazione delle attività e passività fiscali, correnti e differite, sono indicati nella parte A.2 della presente Nota Integrativa. Nelle tabelle seguenti sono riportate indicazioni analitiche delle differenze temporanee, con il relativo effetto fiscale.

13.1 Attività per imposte anticipate: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

Effetto fiscale Effetto fiscale Ammontare delle (aliquota IRES Ammontare delle (aliquota IRES differenze differenze temporanee 27,50%, 5,57% temporanee 27,50%, 5,57% IRAP) IRAP)

Imposte anticipate con contropartita a conto economico 41.706 9.395 29.034 8.600

- Attività materiali 1.561 439 1.551 436

- Avviamento 5.608 1.800 5.608 2.163

- Costi del Personale 400 110 184 50

- Svalutazione crediti 6.927 2.342 8.939 2.447

- Fondi per rischi ed oneri 13.561 3.725 12.692 3.486

- Altre minori 80 22 61 17

- Dta perdita fiscale e ACE 13.569 957

Imposte anticipate con contropartita a patrimonio netto 1.014 272 1.004 276

- Costi del Personale 1.014 272 1.004 276

Totale imposte anticipate iscritte 42.720 9.667 30.038 8.876

Totale imposte anticipate iscrivibili 42.720 9.667 30.038 8.876

13.2 Passività per imposte differite: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

Effetto fiscale Effetto fiscale Ammontare delle (aliquota IRES Ammontare delle (aliquota IRES differenze differenze temporanee 27,50%, 5,57% temporanee 27,50%, 5,57% IRAP) IRAP)

Imposte differite con contropartita a conto economico 7.256 2.392 6.982 2.261

- Altre minori 87 29 729 200

- Attività materiali 10 3 8 2

- Avviamento 7.032 2.326 6.117 2.023

- Costi del Personale 127 35 127 35

Imposte differite con contropartita a patrimonio netto 979 153 428 115

- Valutazione titoli disponibili per la vendita 563 39 12 1

- Costi del personale 416 114 416 114

Totale imposte differite iscritte 8.235 2.545 7.410 2.376

Totale imposte differite iscrivibili 8.235 2.545 7.410 2.376

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13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

1. Importo iniziale 8.600 8.533 2. Aumenti 3.126 1.997 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.836 1.680 a) relative a precedenti esercizi 88 - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) riprese di valore - - d) altre 1.749 1.680 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - 2.3 Altri aumenti 1.290 317 3. Diminuzioni (2.332) (1.930) 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (1.817) (1.799) a) rigiri (1.817) (1.799) b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - - c) mutamento di criteri contabili - - d) altre - - 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni (515) (130) a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 (515) (130) b) altre - - 4. Importo finale 9.395 8.600

13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla Legge 214/2011 (in contropartita del conto economico)

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

1. Importo iniziale 4.610 4.825 2. Aumenti 434 317 3. Diminuzioni (903) (531) 3.1 Rigiri (388) (401)

3.2 Trasformazione in crediti d’imposta (515) (130) a) derivante da perdite di esercizio (515) (130) b) derivante da perdite fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni - - 4. Importo finale 4.141 4.610

142

13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

1. Importo iniziale 2.261 1.757 2. Aumenti 534 568 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 534 568 a) relative a precedenti esercizi 54 - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre 480 568 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - 2.3 Altri aumenti - - 3. Diminuzioni (403) (64) 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio (403) (64) a) rigiri (403) (64) b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre - - 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni - - 4. Importo finale 2.392 2.261

13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

1. Importo iniziale 276 246 2. Aumenti 3 30 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 3 - a) relative a precedenti esercizi - - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre 3 - 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - 30 2.3 Altri aumenti - - 3. Diminuzioni (7) - 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (7) - a) rigiri - - b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - - c) dovute al mutamento di criteri contabili - - d) altre (7) - 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - - 4. Importo finale 272 276

143

13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

1. Importo iniziale 115 488 2. Aumenti 38 1 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 38 1 a) relative a precedenti esercizi - - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre 38 1 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - 2.3 Altri aumenti - - 3. Diminuzioni - (373) 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio - (373) a) rigiri - (373) b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre - - 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni - - 4. Importo finale 153 115

13.7 Altre informazioni

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

Acconti versati al Fisco 205 760

Credito d'imposta 11.748 11.517

Ritenute alla fonte 1

Totale 11.954 12.278

Sezione 14 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 dell’attivo e Voce 90 del passivo -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

144

Sezione 15 Altre attività - Voce 150 -

15.1 Altre attività: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

Assegni tratti su terzi 2 - Competenze da incassare 3.528 1.404 Crediti per consolidato fiscale 3.166 2.475 Crediti verso l'Erario 39.620 40.945 Migliorie su beni di terzi in locazione 1.209 961 Partite connesse alle operazioni in Covered Bond 6.086 8.648 Partite in corso di lavorazione 4.698 4.022 Partite viaggianti con le filiali 2.039 358 Scarti valuta su operazioni in cambi 53 35 Scarti valuta su operazioni di portafoglio 5.020 5.696 Ratei attivi 48 58 Risconti attivi 235 182 Altre partite 1.149 1.307 Totale 66.854 66.090

I “Crediti per consolidato fiscale” rappresentano gli acconti e i crediti di imposte dirette trasferiti alla Capogruppo in ossequio alla normativa del consolidato fiscale nazionale.

I “Crediti verso l’Erario” sono costituiti da acconti di imposte indirette (imposta di bollo assolta in modo virtuale e imposta sostitutiva su finanziamenti ai sensi dell’art. 15 del D.P.R. 601/73) in riversamento nei primi mesi del 2018.

L’impostazione contabile adottata in osservanza dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, comporta la non cancellazione dall’attivo di bilancio delle Banche Originator dei finanziamenti ceduti alla società veicolo nelle operazioni di Covered Bond qualora - come avviene per IW Bank - la Banca Cedente assume anche il ruolo di Banca Finanziatrice della società veicolo. In virtù di tale impostazione (c.d. “non derecognition” degli attivi) gli effetti delle cessioni non impattano sulle voci “Crediti” dello Stato Patrimoniale, mentre la voce “150 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale accoglie, per sbilancio, gli altri rapporti attivi/passivi fra la Banca e la società veicolo. Le voci di Partite connesse alle Operazioni di Covered Bond sopra esposte rappresentano quindi le componenti nette di credito/debito che la Banca vanta nei confronti della società veicolo, a fronte di somme che - in ottemperanza delle regole contrattuali e di garanzia di tali operazioni - vengono temporaneamente trattenute presso la società veicolo. Per una informativa più dettagliata sulle operazioni di Covered Bond cui partecipa la Banca, si rimanda alla “Relazione sulla Gestione - Altre informazioni - Covered Bond” ed alla specifica sezione “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura - Sezione 1 Rischio di Credito - Parte C. Operazioni di Cartolarizzazione e Parte E.4 Operazioni di Covered Bond”.

145

PASSIVO

Sezione 1 Debiti verso banche - Voce 10 -

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica

Totale Totale Tipologia operazioni/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Debiti verso banche centrali - - 2. Debiti verso banche 194.103 216.235 2.1 Conti correnti e depositi liberi 89.501 66.055 2.2 Depositi vincolati 13.358 - 2.3 Finanziamenti 88.518 146.654 2.3.1 Pronti contro termine passivi 88.518 146.654 2.3.2 Altri - - 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - - 2.5 Altri debiti 2.726 3.526 Totale 194.103 216.235

Fair value - livello 1 - - Fair value - livello 2 - - Fair value - livello 3 194.103 216.235 Totale Fair value 194.103 216.235

La voce “Finanziamenti - Pronti contro termine passivi” rappresenta per l’esercizio in commento i depositi per operatività su prestito titoli; nel 2016 conteneva anche le operazioni di pronti contro termine effettuate con la Capogruppo.

La voce “Altri debiti” rappresenta i debiti di funzionamento ed è costituita principalmente da passività nei confronti delle società bancarie del Gruppo quali fornitori di servizi.

1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati

Non sono presenti debiti subordinati verso banche.

1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati

Non sono presenti debiti strutturati verso banche.

1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica

Non sono presenti debiti oggetto di copertura specifica verso banche.

1.5 Debiti per leasing finanziario

Non sono presenti debiti verso banche per operazioni di leasing finanziario.

146

Sezione 2 Debiti verso clientela - Voce 20 -

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica

Totale Totale Tipologia operazioni/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Conti correnti e depositi liberi 2.746.948 2.703.771 2. Depositi vincolati 11.614 10.194 3. Finanziamenti 35.055 26.522 3.1 Pronti contro termine passivi 27.614 18.729 3.2 Altri 7.441 7.793 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - - 5. Altri debiti 17.261 15.376 Totale 2.810.879 2.755.864 Fair value - livello 1 - - Fair value - livello 2 - - Fair value - livello 3 2.812.725 2.757.690 Fair value 2.812.725 2.757.690

La voce “Finanziamenti: Pronti contro termine passivi” è relativa ai depositi per operatività su prestito titoli.

La voce “Finanziamenti: altri” rappresenta la provvista alla quale ha fatto ricorso la Banca per effetto dell’adesione, avvenuta a fine febbraio 2010, alla Convenzione stipulata tra ABI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per la concessione di finanziamenti agevolati finalizzati al recupero degli immobili danneggiati dal terremoto dell’Abruzzo.

All’interno della voce “Altri debiti” trovano rappresentazione i debiti verso i consulenti finanziari sorti per le prestazioni erogate nel mese di dicembre ed oggetto di liquidazione nei mesi successivi.

2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati

Non sono presenti debiti subordinati verso la clientela.

2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati

Non sono presenti debiti strutturati verso la clientela.

2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica

Non sono presenti debiti oggetto di copertura specifica verso la clientela.

2.5 Debiti per leasing finanziario

Non sono presenti debiti verso clientela per operazioni di leasing finanziario.

147

Sezione 3 Titoli in circolazione - Voce 30 -

3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica

Totale 31/12/2017 Totale 31/12/2016

Tipologia Fair Value Fair Value titoli/Valori Valore Valore Bilancio Bilancio Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Titoli 1. Obbligazioni 11.322 - 11.342 1 11.501 - 9.710 1.486 1.1 strutturate 10.005 - 10.026 - 10.005 - 9.710 - 1.2 altre 1.318 - 1.316 1 1.496 - - 1.486 2. Altri titoli ------2.1 strutturati ------2.2 altri ------Totale 11.322 - 11.342 1 11.501 - 9.710 1.486

La Banca ha in essere due emissioni obbligazionarie, una a capitale garantito con cedola mensile legata al tasso BCE ed un prestito subordinato Lower Tier II da nominali 10 milioni di euro.

Per maggiori dettagli sull’andamento dell’aggregato si fa rimando a quanto indicato nella “Relazione sulla Gestione – Prospetti di bilancio riclassificati – Informazioni sullo Stato Patrimoniale” relativamente ai Titoli in circolazione.

3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati

Consistenza al Denominazione Tasso 31/12/2017

'IT0005008757 - IW BANK SpA 14/24 TV% SUB 3,220% 10.005

Nel marzo 2014, a seguito degli aggiornamenti normativi in materia di disciplina prudenziale per le banche a livello comunitario, che a valere dal 1° gennaio 2014 hanno introdotto novità in ambito patrimoniale, tra cui il venir meno della riduzione del 25% dei requisiti prudenziali per la banche appartenenti a gruppi bancari, si è reso necessario un rafforzamento patrimoniale attraverso l’emissione di un prestito subordinato. Il titolo sopra esposto rappresenta quindi un prestito subordinato Lower Tier II di nominali 10 milioni di euro, emesso in data 27 marzo 2014, denominato “IW Bank S.p.A. subordinato Tier II”, con tasso variabile e rimborso anticipato. L’obbligazione con scadenza a dieci anni (27 marzo 2024) è stata interamente sottoscritta dalla Capogruppo.

3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica

Non sono presenti titoli oggetto di copertura specifica.

148

Sezione 4 Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 5 Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 6 Derivati di copertura - Voce 60 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 7 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica -Voce 70 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 8 Passività fiscali -Voce 80 -

Fondo imposte dirette

Saldo 31/12/2016 1.120

Accantonamento 535

Utilizzi per pagamento imposte 103

Altre variazioni (20)

Saldo 31/12/2017 1.738

La tabella sopra riportata rappresenta la movimentazione delle passività fiscali correnti avvenuta nell’esercizio. Si specifica che la Banca aderisce al c.d. “Consolidato fiscale nazionale”, ai sensi dell’art. 117 e seguenti del D.P.R. 917 del 22 dicembre 1986 e successive modifiche ed integrazioni, pertanto crediti e debiti relativi all’IRES sono stati trasferiti alla Capogruppo e vengono iscritti in bilancio tra le altre attività e passività; le movimentazioni della tabella si riferiscono all’IRAP.

La composizione e la movimentazione delle passività fiscali differite sono esposte con le attività fiscali anticipate, alla sezione 13 dell’attivo della presente Nota integrativa.

Sezione 9 Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 90 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

149

Sezione 10 Altre passività - Voce 100 -

10.1 Altre passività: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

Competenze e contributi relativi al personale 1.991 1.790 Debiti verso l'erario per ritenute da versare 3.889 5.116 Deterioramento garanzie rilasciate e impegni 224 165 Fornitori 4.748 6.762 Partite in corso di lavorazione 12.545 6.841 Partite viaggianti con le filiali 2.031 178 Ratei passivi 594 413 Risconti passivi 33 18 Altre partite 7.683 7.720 Totale 33.738 29.003

La voce “Competenze e contributi relativi al personale” include il debito residuo verso l’INPS per oneri relativi ai piani di esodi incentivati, che ammonta a 1.781 migliaia di euro (1.567 migliaia di euro al 31 dicembre 2016), nonché debiti verso dipendenti per altre componenti retributive ad erogazione differita.

150

Sezione 11 Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110 -

11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

A. Esistenze iniziali 1.547 1.562 B. Aumenti 41 132 B.1 Accantonamento dell'esercizio - - B.2 Altre variazioni 41 132 C. Diminuzioni (212) (147) C.1 Liquidazioni effettuate (159) (143) C.2 Altre variazioni (53) (4) D. Rimanenze finali 1.376 1.547

Al 31 dicembre 2017, le “Altre variazioni” in aumento rappresentano le perdite attuariali per 41 migliaia di euro contabilizzate, al netto del relativo effetto fiscale pari a 11 migliaia di euro, a “Riserve da valutazione”.

11.2 Altre informazioni

Prospetto di sintesi delle Basi Tecniche adottate per la valutazione del Fondo TFR

31.12.2017

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole SIM e SIF 2016.

Tasso di turn over È stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni aggiornati con i dati del 2014.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 2%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari all’1,50% annuale.

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2017 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite AA al 31 dicembre 2017.

31.12.2016

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole SIM e SIF 2014.

Tasso di turn over È stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni aggiornati con i dati del 2014.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 2%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari all’1,50% annuale.

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2016 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite AA al 31 dicembre 2016.

151

Sezione 12 Fondi per rischi e oneri - Voce 120 -

12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Totale Totale Voci/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Fondi di quiescenza aziendali - - 2. Altri fondi per rischi e oneri 17.041 15.404 2.1 controversie legali 7.470 8.119 2.2 oneri per il personale 384 167 2.3 altri 9.188 7.118 Totale 17.041 15.404

I fondi rischi e oneri per controversie legali riguardano principalmente contestazioni sui servizi di investimento prestati dalla Banca nello svolgimento della propria attività.

I fondi oneri per il personale sono costituiti principalmente dall’accantonamento per premio aziendale e sistema incentivante, passività ancora incerte nell’ammontare.

Gli altri fondi comprendono il Fondo indennità suppletiva di clientela legato all’attività dei consulenti finanziari e determinato secondo logiche attuariali, il fondo collegato al sistema di fidelizzazione dei Consulenti Finanziari (c.d. “Si.M.Pro.C.”), nonché i fondi posti in essere per contrastare le conseguenze risarcitorie che potrebbero derivare alla Banca a causa di presunte attività illecite compiute da ex-consulenti.

12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Fondi di quiescenza Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali - 15.404 15.404 B. Aumenti - 7.153 7.153 B.1 Accantonamenti dell'esercizio - 7.126 7.126 B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - - - B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - 14 14 B.4 Altre variazioni - 14 14

C. Diminuzioni - (5.517) (5.517) C.1 Utilizzo nell'esercizio - (4.204) (4.204) C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - - C.3 Altre variazioni - (1.312) (1.312) D. Rimanenze finali - 17.041 17.041

12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

Non sono presenti fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti.

152

12.4 Fondi per rischi e oneri - altri fondi

Aumenti Diminuzioni

31/12/2016 31/12/2017 Altre Altre Accantonamenti Utilizzi variazioni variazioni

Controversie legali 8.119 4.103 14 (3.903) (862) 7.470 Oneri per il personale 167 261 14 (46) (12) 384 Altri fondi 7.118 2.763 (254) (439) 9.188 di cui per indennità suppletiva di clientela 3.217 903 (254) (192) 3.674 Totale 15.404 7.126 27 (4.204) (1.312) 17.041

Le stime sono state effettuate analiticamente sulle singole posizioni nel caso in cui la controparte abbia già intrapreso un’azione giudiziaria e sulla base del rischio stimato su serie storico-statistiche in caso di presenza di elementi oggettivi di rischio (es. presenza di reclami), non ancora concretizzatisi in azioni giudiziarie. I fondi rischi sono stati iscritti in bilancio al valore attuale, determinato in via analitica sulla singola controversia, tenendo conto delle differenti date in cui si prevede l’esborso finanziario. Si specifica che le somme stanziate a fronte degli oneri del personale hanno trovato contropartita nella voce di conto economico relativa alle spese per il personale.

In particolare, in relazione ai rischi legali si veda quanto riportato nella “Parte E - Sezione 4 - Rischi Operativi” della presente Nota Integrativa.

Passività potenziali La Banca è coinvolta in una pluralità di procedimenti giudiziari di varia natura e di procedimenti legali originati dall’ordinario svolgimento della propria attività. Per quanto non sia possibile prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca. Le passività potenziali al 31 dicembre 2017 ammontano a circa 2,8 milioni di euro, e sono relative a controversie legali per circa 2 milioni di euro, riferibili principalmente a cause in materia di servizi d’investimento e a contestazioni inerenti a presunte attività non autorizzate da parte di soggetti terzi e/o consulenti finanziari, nonché contenziosi fiscali in corso con l’Agenzia delle Entrate per circa 0,8 milioni di euro.

153

Sezione 13 Azioni rimborsabili - Voce 140 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 14 Patrimonio d’impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200 -

14.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

Nr azioni ORDINARIE 22.650.000 22.650.000

da nominale Euro cadauna 3,00 3,00

La Banca non detiene azioni proprie in portafoglio.

14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue

Nel corso dell’esercizio non si evidenzia alcuna variazione in merito al numero delle azioni, pertanto si omette la pubblicazione della tabella.

14.3 Capitale: altre informazioni

Valore nominale delle azioni Il capitale sociale è interamente sottoscritto e versato ed è costituito da n. 22.650.000 azioni ordinarie del valore nominale di 3 euro cadauna.

Diritti, privilegi e vincoli sulle azioni Sulle azioni della banca non vi sono né privilegi né pegni e, per quanto riguarda i vincoli alla distribuzione dei dividendi e nel rimborso del capitale si rimanda al prospetto di riepilogo delle voci di patrimonio netto distinte secondo l’origine e con l’indicazione della possibilità di utilizzo e distribuibilità ai sensi dell’art. 2427 comma 1, n. 7 bis c.c. riportato al termine della successiva voce.

14.4 Riserve di utili: altre informazioni

Le “Riserve di utili” ammontano a 21.931 migliaia di euro e sono così composte:  Riserva legale euro 1.437 migliaia;  Riserva riforma previdenza complementare negativa per euro 259 migliaia;  Altre riserve di utili euro 20.754 derivanti dall’operazione di incorporazione avvenuta a maggio 2015 e comprensive delle riserve di First Time Adoptions.

Le “Riserve altre” pari a 54.821 migliaia di euro rappresentano nel dettaglio:  Altre riserve di capitale per 60.125 migliaia di euro derivanti dall’operazione di fusione per incorporazione di ex IWBank;  Altre riserve OPI -5.431 migliaia di euro: Riserva da operazioni under common control (fusione per incorporazione di Investnet International S.p.A. in ex IW Bank nel gennaio 2012)  Riserva da stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management per 126 migliaia di euro.

154

Composizione del Patrimonio netto secondo origine, disponibilità e distribuibilità al 31.12.2017

Riepilogo delle utilizzazioni effettuate nei tre POSSIBILITA' VINCOLO QUOTA precedenti esercizi IMPORTO DI FISCALE DISPONIBILE UTILIZZAZIONE (1) per per copertura altre perdite ragioni

A) CAPITALE 67.950 - Capitale sociale 67.950 C) RISERVE DI UTILI 21.931 - Riserva legale (B) (2) 1.437 - Riserva TFR Riforma previd. Compl. D.Lgs. n.d. 252/2005 (3) (259) - Altre riserve A B C 20.754 20.754

D) RISERVA DI ALTRA NATURA 54.821 - Riserva stock granting n.d. 126 - Altre riserve A B 54.695

E) RISERVE DA VALUTAZIONE (94) - Riserva da valutazione Utili/Perdite attuariali TFR n.d. (618) - Riserva valutazione attività finanziarie disponibili n.d. per la vendita 524

TOTALE 144.608 20.754 Quota non distribuibile 123.854 Quota distribuibile 20.754 Perdita d’esercizio 2017 (5.434) TOTALE PATRIMONIO 139.174 20.754

139174,43

Legenda: A: per aumento di capitale B: per copertura perdite C: per distribuzione ai soci n.d.: non disponibile

Note: (1) Importi in sospensione di imposta. (2) Utilizzabile secondo quanto previsto dall’art. 2430 Codice Civile (3) Riserva negativa di utili/perdite attuariali su debiti per TFR conseguenti alla riforma previdenziale ex DLgs 252/2005

14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non sono presenti strumenti rappresentativi del capitale.

14.6 Altre informazioni

Per la Banca non viene data alcuna informativa prevista dallo IAS1, paragrafo 136A, 137 e 80A in quanto la stessa non presenta tali fattispecie.

155

Altre informazioni

1. Garanzie rilasciate e impegni

Importo Importo Operazioni 31/12/2017 31/12/2016

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 36.338 18.498 a) Banche 18.111 - b) Clientela 18.227 18.498 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 14.223 4.642 a) Banche 5.071 - b) Clientela 9.151 4.642 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi 443 1.839 a) Banche - - i) a utilizzo certo - - ii) a utilizzo incerto - - b) Clientela 443 1.839 i) a utilizzo certo 16 1.445 ii) a utilizzo incerto 427 395 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione - - 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 196.528 222.744 6) Altri impegni - - Totale 247.532 247.724

Il rischio di credito connesso a garanzie rilasciate ed impegni è valutato in modo analogo ai crediti per cassa. La parte stimata di dubbio esito trova esposizione tra le “Altre passività”.

L’importo inserito al punto 5) corrisponde al debito residuo dei mutui ceduti a garanzia dell’operazione di Covered Bond.

2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Non sono presenti attività costituite a garanzia di proprie passività o impegni.

3. Informazioni sul leasing operativo

Non sono presenti operazioni di leasing operativo.

156

4. Gestione e intermediazione per conto terzi

Importo Tipologia servizi 31/12/2017

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela 59.320.766 a) Acquisti 29.514.563 1. regolati 29.514.563 2. non regolati - b) Vendite 29.806.203 1. regolate 29.806.203 2. non regolate - 2. Gestioni di portafogli - a) individuali - b) collettive - 3. Custodia e amministrazione di titoli 3.395.742 a) Titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) - 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio - 2. altri titoli - b) Titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1.333.613 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 1.295 2. altri titoli 1.332.318 c) Titoli di terzi depositati presso terzi 1.304.782 d) Titoli di proprietà depositati presso terzi 2.062.129 4. Altre operazioni 179.766.330

5. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi- quadro di compensazione o ad accordi similari

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

6. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

7. Operazioni di prestito titoli

Si fa presente che la Banca offre, fra gli altri, il servizio di prestito titoli sia a controparti istituzionali sia a controparti retail. Per quanto attiene alle controparti retail si precisa che tale servizio consiste nella possibilità del cliente sia di poter ricevere in prestito titoli (a fronte del pagamento di una commissione), sia di poter prestare titoli (a fronte della ricezione di un corrispettivo della Banca). Per quanto attiene invece alle controparti istituzionali, si precisa che la Banca provvede a prestare titoli a tali controparti a fronte della corresponsione di una commissione. Per l’impatto commissionale di tale operatività si rimanda alle tabelle esplicative relative alle commissioni attive e passive presenti nella “Nota Integrativa - Parte C - Informazioni sul conto economico”.

8. Informativa sulle attività a controllo congiunto

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa sulle attività a controllo congiunto. La stessa viene redatta a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

157

Parte C - Informazioni sul conto economico

Sezione 1 Gli interessi - Voci 10 e 20 -

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Titoli di Altre Totale Totale Voci/Forme tecniche Finanziamenti debito operazioni 31/12/2017 31/12/2016

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - 1 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - - 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - 4. Crediti verso banche 12.603 1.011 - 13.613 18.886 5. Crediti verso clientela - 8.972 - 8.972 11.124 6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - 7. Derivati di copertura x x - - - 8. Altre attività x x - - - Totale 12.603 9.983 - 22.586 30.011

La voce “Crediti verso banche - Finanziamenti” comprende interessi positivi rivenienti da passività finanziarie per 435 migliaia di euro (544 migliaia di euro al 31 dicembre 2016), quale effetto dei tassi negativi derivanti dalla riduzione dei medesimi operata dalla BCE.

La voce “Crediti verso clientela - Finanziamenti” al 31 dicembre 2017 comprende interessi per 2.442 migliaia di euro maturati sui crediti ceduti a garanzia delle emissioni di Covered Bond (euro 3.058 migliaia nel periodo di raffronto).

L’ammontare degli interessi su attività deteriorate è pari ad euro 364 migliaia (435 migliaia di euro nell’esercizio precedente).

1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

Gli effetti economici delle operazioni di copertura, in conformità a quanto prescritto dalle regole di compilazione del bilancio bancario, sono iscritti a conto economico per sbilancio tra gli interessi passivi, in quanto i differenziali negativi sono in valore assoluto superiori ai differenziali positivi. Si rimanda pertanto per l’analisi della posta in oggetto alla tabella 1.5 della presente sezione.

1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni 1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

Totale Totale Voci 31/12/2017 31/12/2016

Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 165 14

158

1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Altre Totale Totale Voci/Forme tecniche Debiti Titoli operazioni 31/12/2017 31/12/2016

1. Debiti verso banche centrali - x - - - 2. Debiti verso banche (1.316) x - (1.316) (999) 3. Debiti verso clientela (3.586) x - (3.586) (4.495) 4. Titoli in circolazione x (323) - (323) (333) 5. Passività finanziarie di negoziazione - - - - - 6. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - - 7. Altre passività e fondi x x - - - 8. Derivati di copertura x x (15) (15) (151) Totale (4.902) (323) (15) (5.240) (5.978)

La voce “Debiti verso banche - Debiti” comprende interessi negativi su attività finanziarie per 917 migliaia di euro (725 migliaia di euro al 31 dicembre 2016).

1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

Totale Totale Voci 31/12/2017 31/12/2016

A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura - - B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura (15) (151) C. Saldo (A-B) (15) (151)

Gli effetti economici delle operazioni di copertura, in conformità a quanto prescritto dalle regole di compilazione del bilancio bancario, sono iscritti a conto economico per sbilancio tra gli interessi passivi, in quanto i differenziali negativi sono in valore assoluto superiori ai differenziali positivi.

1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni 1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta

Totale Totale Voci 31/12/2017 31/12/2016

Interessi passivi su passività finanziarie in valuta (37) (61)

159

Sezione 2 Le commissioni - Voci 40 e 50 -

2.1 Commissioni attive: composizione

Totale Totale Tipologia servizi/Valori 31/12/2017 31/12/2016

a) garanzie rilasciate 69 39 b) derivati su crediti - - c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 124.133 114.447 1. negoziazione di strumenti finanziari 11.476 13.870 2. negoziazione di valute 62 80 3. gestioni di portafogli - - 3.1. individuali - - 3.2. collettive - - 4. custodia e amministrazione di titoli 265 258 5. banca depositaria - - 6. collocamento di titoli 77.180 63.524 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 10.855 13.546 8. attività di consulenza - - 8.1 in materia di investimenti - - 8.2 in materia di struttura finanziaria - - 9. distribuzione di servizi di terzi 24.295 23.169 9.1 gestioni di portafogli 1.854 1.737 9.1.1. individuali 1.854 1.737 9.1.2. collettive - - 9.2 prodotti assicurativi 20.375 19.644 9.3 altri prodotti 2.066 1.787 d) servizi di incasso e pagamento 1.401 1.543 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione - - f) servizi per operazioni di factoring - - g) esercizio di esattorie e ricevitorie - - h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione - - i) tenuta e gestione dei conti correnti 773 744 j) altri servizi 1.306 1.283 k) operazioni di prestito titoli 1.263 1.228 Totale 128.946 119.285

La voce “Collocamento titoli” è costituita da commissioni per il collocamento ed il mantenimento di Fondi e Sicav per 75.223 migliaia di euro (63.125 migliaia di euro al 31 dicembre 2016) e da commissioni per il collocamento di titoli di terzi, riconducibili principalmente a certificates, per 1.957 migliaia di euro (nel periodo di raffronto 399 migliaia di euro riconducibili essenzialmente al collocamento di prestiti obbligazionari della Capogruppo).

La voce “Altri servizi” comprende la Commissione di messa a Disposizione Fondi per complessivi 253 migliaia di euro (319 migliaia di euro nel 2016).

160

Il dettaglio delle commissioni conseguite su altri servizi è riportata nella tabella sottostante.

Totale Totale Dettaglio commissioni "altri servizi" 31/12/2017 31/12/2016

- estero 145 142 - finanziamenti, mutui e CDF 335 394 - altre 826 746 Totale 1.306 1.283

2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Totale Totale Canali/Valori 31/12/2017 31/12/2016

a) presso propri sportelli 1.162 1.759 1. gestione di portafogli - -

2. collocamento di titoli 1.154 1.749 3. servizi e prodotti di terzi 7 10 b) offerta fuori sede 100.157 84.698 1. gestione di portafogli - - 2. collocamento di titoli 75.870 61.539 3. servizi e prodotti di terzi 24.287 23.159 c) altri canali distributivi 156 236 1. gestione di portafogli - - 2. collocamento di titoli 155 236 3. servizi e prodotti di terzi 1 1

2.3 Commissioni passive: composizione

Totale Totale Servizi/Valori 31/12/2017 31/12/2016

a) garanzie ricevute (2) (2) b) derivati su crediti - - c) servizi di gestione e intermediazione: (67.279) (61.921) 1. negoziazione di strumenti finanziari (2.073) (2.610)

2. negoziazione di valute - - 3. gestioni di portafogli: - - 3.1 proprie - - 3.2 delegate da terzi - - 4. custodia e amministrazione di titoli - (26) 5. collocamento di strumenti finanziari (13) (61) 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi (65.193) (59.223) d) servizi di incasso e pagamento (1.181) (1.428) e) altri servizi 319 (321) f) operazioni di prestito titoli (325) (383) Totale (68.468) (64.056)

Nella voce “c) 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi” trovano rappresentazione le provvigioni riconosciute alla rete di promozione finanziaria.

161

Sezione 3 Dividendi e proventi simili - Voce 70 -

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Voci/Proventi Proventi da Proventi da Dividendi quote di Dividendi quote di O.I.C.R. O.I.C.R.

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 13 - 3 - C. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - D. Partecipazioni - x - x Totale 13 - 3 -

Sezione 4 Il risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80 -

4.1 Il risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

Risultato Utili da Perdite da Plusvalenze Minusvalenze netto Totale Operazioni/Componenti reddituali negoziazione negoziazione (A) (C) (B) (D) [(A+B)-(C+D)] 31/12/2016

1. Attività finanziarie di negoziazione 1 202 - (141) 62 (428)

1.1 Titoli di debito - 17 - (35) (18) (2)

1.2 Titoli di capitale 1 14 - (23) (8) 8

1.3 Quote di O.I.C.R. - - - (1) (1) (1)

1.4 Finanziamenti ------

1.5 Altre - 171 - (83) 88 (433)

2. Passività finanziarie di negoziazione ------

2.1 Titoli di debito ------

2.2 Debiti ------

2.3 Altre ------

3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio x x x - -

4. Strumenti derivati - - - (12) (12) 132

4.1 Derivati finanziari: - - - (12) (12) 132

- Su titoli di debito e tassi di interesse - - - (10) (10) (4)

- Su titoli di capitale e indici azionari - - - (2) (2) -

- Su valute e oro x x x x - 136

- Altri ------

4.2 Derivati su crediti ------

Totale 1 202 - (154) 49 (296)

162

Sezione 5 Il risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90 -

5.1 Il risultato netto dell’attività di copertura: composizione

Totale Totale Componenti reddituali/Valori 31/12/2017 31/12/2016

A. Proventi relativi a: A.1 Derivati di copertura del fair value 1.062 26 A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) 927 1 A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) - - A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - - A.5 Attività e passività in valuta - - Totale proventi dell'attività di copertura (A) 1.989 27 B. Oneri relativi a: B.1 Derivati di copertura del fair value (1.062) (20) B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) (960) (74) B.3 Passività finanziarie coperte (fair value) - - B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -

B.5 Attività e passività in valuta - - Totale oneri dell'attività di copertura (B) (2.022) (94) C. Risultato netto dell'attività di copertura (A-B) (33) (68)

163

Sezione 6 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100 -

6.1 Utili (perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Voci/Componenti reddituali Risultato Risultato Utili Perdite Utili Perdite netto netto

Attività finanziarie 1. Crediti verso banche ------2. Crediti verso clientela - - - 1 (19) (17) 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - 5.868 - 5.868 3.1 Titoli di debito ------3.2 Titoli di capitale - - - 5.868 - 5.868 3.3 Quote di O.I.C.R. ------3.4 Finanziamenti ------4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza ------Totale attività - - - 5.870 (19) 5.851

Passività finanziarie 1. Debiti verso banche ------2. Debiti verso clientela ------3. Titoli in circolazione - - - 2 - 2 Totale passività - - - 2 - 2

Quanto esposto al punto “2. Crediti verso clientela” nell’esercizio precedente scaturisce dalle cessioni di crediti in sofferenza già parzialmente ammortati in anni precedenti. Gli utili esposti al punto “3.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita - Titoli di capitale” per il 2016 si riferiscono essenzialmente alla cessione del titolo azionario Visa perfezionatasi nel mese di giugno del medesimo anno.

164

Sezione 8 Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130 -

8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Rettifiche di valore Riprese di valore Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Operazioni/Componenti reddituali Specifiche Specifiche Di portafoglio Di portafoglio Cancellazioni Altre Da interessi Altre riprese Da interessi Altre riprese

A. Crediti verso banche ------Finanziamenti ------Titoli di debito ------B. Crediti verso clientela (362) (1.994) (40) 179 625 - - (1.591) (3.181) Crediti deteriorati acquistati ------Finanziamenti - - x - - x x - - - Titoli di debito - - x - - x x - - Altri crediti (362) (1.994) (40) 179 625 - - (1.591) (3.181) - Finanziamenti (362) (1.994) (40) 179 625 - - (1.591) (3.181) - Titoli di debito ------C. Totale (362) (1.994) (40) 179 625 - - (1.591) (3.181)

165

8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

0 0 0 0 0 0 0

Rettifiche di valore Riprese di valore Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Operazioni/Componenti reddituali Specifiche Specifiche

Cancellazioni Altre Da interessi Altre riprese

A. Titoli di debito ------B. Titoli di capitale - (2.234) - - (2.234) (234) C. Quote O.I.C.R. - - x x - - D. Finanziamenti a banche - - x - - - E. Finanziamenti a clientela ------F. Totale - (2.234) - - (2.234) (234)

0 0 0 0 0 0 0

Per dettagli relativi alle “Rettifiche di valore” sopra esposte si rimanda alla “Parte A – Politiche Contabili – Sezione 4 – Altri aspetti – Valutazione quota di adesione allo Schema Volontario del Fondo Interbancario Tutela dei Depositi”.

8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione

0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Rettifiche di valore Riprese di valore Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016 Operazioni/Componenti reddituali Specifiche Specifiche Di portafoglio Di portafoglio Cancellazioni Altre Da interessi Altre riprese Da interessi Altre riprese

A. Garanzie rilasciate - - (60) - 1 - - (59) 148 B. Derivati su crediti ------C. Impegni ad erogare fondi ------5 D. Altre operazioni ------E. Totale - - (60) - 1 - - (59) 153

0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Relativamente all’esercizio 2016 si ricorda che la voce “A. Garanzie rilasciate comprendeva un provento di circa 154 migliaia di euro, pari alla differenza tra l’onere definitivamente quantificato dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per l’intervento a favore di Banca Tercas e quello precedentemente spesato. Per ulteriori informazioni si rinvia alla Relazione Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2016.

166

Sezione 9 Le spese amministrative - Voce 150 -

9.1 Spese per il personale: composizione

Totale Totale Tipologia di spese/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1) Personale dipendente (18.920) (18.441) a) salari e stipendi (13.044) (12.957) b) oneri sociali (3.481) (3.468) c) indennità di fine rapporto (785) (788) d) spese previdenziali - - e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale 3 (102) f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - - - a contribuzione definita - - - a benefici definiti - - g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (515) (539) - a contribuzione definita (515) (539) - a benefici definiti - - h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali - - i) altri benefici a favore dei dipendenti (1.098) (587) 2) Altro personale in attività - - 3) Amministratori e sindaci (316) (282) 4) Personale collocato a riposo - - 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 4.647 4.869 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società (6.723) (6.606) Totale (21.312) (20.461)

La voce di spesa “Altri benefici a favore dei dipendenti”, comprende l’onere, pari a 734 migliaia di euro, quale contributo al fondo di solidarietà per le uscite volontarie di personale previste dal Piano Industriale di Gruppo (pari a 257 migliaia di euro nell’esercizio di raffronto). Posta la natura non ricorrente degli “incentivi all’esodo” rilevati il loro effetto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico.

167

9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

1) Personale dipendente 289 287 a) dirigenti 12 13 b) quadri direttivi 99 95 c) restante personale dipendente 178 179 2) Altro personale 10 10 Totale 299 297

Il numero dei dipendenti include il personale di altre società distaccato presso l’azienda ed esclude i dipendenti dell’azienda distaccati presso altre società. Nella voce altro personale sono compresi gli amministratori, i sindaci, i lavoratori con contratto interinale e gli altri collaboratori.

9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

Non sono presenti fondi di quiescenza a benefici definiti.

9.4 Altri benefici a favore di dipendenti

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

- Incentivi all'esodo e fondi a sostegno al reddito (732) (267) - Recupero formazione personale 4 20 - Spese assicurative (47) (96) - Spese per partecipazione a corsi e formazione del personale (35) (22) - Spese relative ai buoni pasto (258) (251) - altre spese (29) 29 Totale (1.098) (587)

Si precisa che non sono presenti componenti di costo di cui allo IAS 19, paragrafi 131, 141 e 142.

168

9.5 Altre spese amministrative: composizione

Totale Totale Tipologia servizi/Valori 31/12/2017 31/12/2016

A. Altre spese amministrative (51.536) (64.492) Affitti passivi (5.354) (5.674) Servizi professionali e consulenze (2.437) (4.019) Canoni di locazione hardware, software ed altri beni (207) (201) Manutenzioni hardware, software ed altri beni (441) (531) Conduzione immobili (1.032) (1.253) Manutenzione immobili e impianti (500) (423) Contazione, trasporto e gestione valori (81) (90) Contributi associativi (2.583) (2.230) Informazioni e visure (54) (59) Periodici e volumi (15) (24) Postali (216) (383) Premi assicurativi (786) (893) Pubblicità e promozione (1.833) (6.464) Rappresentanza (26) (33)

Telefoniche e trasmissioni dati (5.441) (5.389) Servizi in outsourcing (1.319) (3.134) Spese di viaggio (174) (286) Canoni service resi da società del Gruppo (28.072) (32.339) Spese per recupero crediti (129) (59) Stampati, cancelleria e materiale di consumo (379) (531) Trasporti e traslochi (267) (259) Vigilanza (153) (181) Altre spese (37) (37) B. Imposte indirette (16.137) (15.656) Imposte indirette e tasse (61) (51) Imposte di bollo (15.848) (15.432) Imposte sugli immobili (5) (4) Altre imposte (223) (168) Totale (67.674) (80.148)

La voce “Contributi associativi” include:  la contribuzione ordinaria al Fondo di Risoluzione Unico Europeo ed al DGS “Deposit Guarantee Schemes” rispettivamente pari a 17 e 1.597 migliaia di euro (per l’esercizio 2016 si ricorda pari a 43 migliaia di euro per il Fondo Nazionale di Risoluzione e 1.505 migliaia di euro per il DGS);  la contribuzione straordinaria al Fondo di Risoluzione Nazionale, per 100 migliaia di euro, richiesta nel 2016. L’impatto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico.

Per maggiori informazioni si rinvia alla “Nota integrativa - Parte A - Politiche Contabili - Sezione 4 - Altri aspetti”.

Si rammenta che la voce “Canoni per servizi resi da Società del Gruppo” nell’esercizio di raffronto, comprendeva, circa 1,1 milioni di euro, quali oneri per incentivi all’esodo previsti dal Piano Industriale di Gruppo in capo ad UBI Sistemi e Servizi.

169

Sezione 10 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 160 -

10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione

Accantonamenti Totale Accantonamenti Riattribuzioni netti 31/12/2016

Controversie legali (4.108) 853 (3.254) (2.346) Altri fondi (2.763) 439 (2.324) (2.649) - di cui indennità suppletiva di clientela (903) 192 (711) (927) Totale (6.870) 1.292 (5.578) (4.996)

La voce “Altri fondi”, escludendo la componente collegata all’“indennità suppletiva di clientela”, accoglie gli accantonamenti al sistema di fidelizzazione dei Promotori finanziari, c.d. “Si.M.Pro.C.” (per un ammontare pari a 1.568 migliaia di euro, contro 1.476 migliaia di euro al 31 dicembre 2016); nonché le poste in essere a presidio delle conseguenze sul piano risarcitorio che potrebbero derivare alla Banca a causa di presunte attività illecite compiute da ex-promotori.

Sezione 11 Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali - Voce 170 -

11.1. Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Rettifiche di Risultato netto valore per (a + b - c) Attività/Componente reddituale 31/12/2016 Ammortamento deterioramento Riprese di valore (a) (b) (c)

A. Attività materiali

A.1 Di proprietà (385) - - (385) (397) - Ad uso funzionale (385) - - (385) (397) - Per investimento - - - - - A.2 Acquisite in leasing finanziario ------Ad uso funzionale ------Per investimento - - - - - Totale (385) - - (385) (397)

Sezione 12 Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180 -

12.1. Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Rettifiche di Risultato netto valore per (a + b - c) Attività/Componente reddituale 31/12/2016 Ammortamento deterioramento Riprese di valore (a) (b) (c)

A. Attività immateriali

A.1 Di proprietà (378) - - (378) (389) - Generate internamente dall’azienda ------Altre (378) - - (378) (389) A.2 Acquisite in leasing finanziario - - - - - Totale (378) - - (378) (389)

170

Sezione 13 Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190 -

13.1 Altri oneri di gestione: composizione

Totale Totale Dettaglio Altri oneri di gestione 31/12/2017 31/12/2016

Ammortamento migliorie su beni di terzi (106) (98) Oneri da operazioni Cartolarizzazione/Covered Bond (68) (62) Altri oneri (2.313) (1.161) Totale (2.487) (1.321)

13.2 Altri proventi di gestione: composizione

Totale Totale Dettaglio Altri proventi di gestione 31/12/2017 31/12/2016

Fitti attivi su immobili 9 9 Recupero di costi da Società del Gruppo 4 7 Recupero imposta di bollo e imposta sostitutiva 15.689 15.266 Recupero pratiche estinte 10 - Recupero spese ed altri ricavi su depositi, finanziamenti e conti corrente 169 200 Altri proventi e recuperi di spesa 1.393 2.020 Totale 17.274 17.502

Sbilancio oneri/proventi di gestione 14.787 16.181

Come previsto dalla normativa IAS, le operazioni di Covered Bond poste in essere dalla Banca non consentono lo stralcio dal bilancio delle poste cedute quando la Banca Originator – come avviene per i programmi Covered Bond - assume anche il ruolo di Banca Finanziatrice della società veicolo. I crediti ceduti sottostanti le operazioni di Covered Bond vengono quindi rappresentati nell’attivo dello Stato Patrimoniale insieme ai crediti propri della Banca, ed i relativi proventi sono rappresentati tra gli interessi attivi; conseguentemente, i rapporti con la società veicolo sono rappresentati, per sbilancio, tra le “Altre Attività” e, simmetricamente, i relativi effetti economici vengono rappresentati tra gli “Altri Oneri e Proventi di Gestione”. Per una informativa più dettagliata sulle operazioni di Covered Bond cui partecipa la Banca, si rimanda alla “Relazione sulla Gestione - Altre informazioni - Covered Bond” ed alla specifica sezione “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura - Sezione 1 Rischio di Credito - Parte C. Operazioni di Cartolarizzazione e Parte E.4 Operazioni di Covered Bond”.

La variazione dei recuperi d’imposta è strettamente correlata all’andamento del costo per imposte indirette, per le quali la Banca funge da sostituto, iscritto tra le “Altre spese amministrative”.

La voce “Altri proventi e recuperi di spesa” comprende la Commissione di Istruttoria Veloce (CIV) pari a 53 migliaia di euro (49 migliaia di euro nel 2016) nonché i recuperi di spesa da clientela connessi all’utilizzo delle piattaforme, sia proprie che di terzi, correlate al trading on- line per 291 migliaia di euro (355 migliaia di euro nel dicembre precedente).

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Sezione 17 Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240 -

17.1 Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizione

Totale Totale Componente reddituale/Valori 31/12/2017 31/12/2016

A. Immobili - - - Utili da cessione - - - Perdite da cessione - - B. Altre attività (1) - - Utili da cessione 1 - - Perdite da cessione (2) - Risultato netto (1) -

Sezione 18 Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 260 -

18.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

Totale Totale Componenti reddituali/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Imposte correnti (-) 1.237 1.917 2. Variazione delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) - 254 3. Riduzione delle imposte correnti dell´esercizio (+) - - 3. bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla legge n. 214/2011 (+) 515 130 4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) (483) 4 5. Variazione delle imposte differite (+/-) (131) (503) 6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) ( -1+/-2+3+3bis+/-4+/-5) 1.138 1.802

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18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile IRES %

Onere fiscale IRES teorico (6.572) 1.807 27,50 Variazione in aumento permanenti - spese per mezzi di trasporto non deducibili 72 (20) (0,30) - altre variazioni 1.030 (283) (4,31) - spese telefoniche 63 (17) (0,26) Variazione in diminuzione permanenti - - dividendi non tassati (12) 3 0,05 - scarico e carico fiscalità differita (341) 94 1,43 - altre variazioni (699) 192 2,93 Onere fiscale IRES effettivo (6.460) 1.776 27,03

IRAP Imponibile IRAP %

Onere fiscale IRAP teorico (6.572) 366 5,57 Variazioni in aumento permanenti - - costi del personale non deducibili ai fini IRAP 21.312 (1.187) (18,06) - rettifiche di valore su crediti non deducibili ai fini IRAP 2.294 (128) (1,94) - accantonamenti netti a fondo rischi e oneri 5.578 (311) (4,73) - spese amministrative 6.767 (377) (5,74) - ammortamenti indeducibili 76 (4) (0,06) - recupero a tassazione proventi di gestione 15.487 (863) (13,13) - scarico e carico fiscalità differita 963 (54) (0,82) - altri costi indeducibili 1.458 (81) (1,24) Variazioni in diminuzioni permanenti - - dividendi (6) - 0,01 - deduzioni Cuneo fiscale (20.704) 1.153 17,55 - altre variazioni (15.071) 840 12,78 - scarico e carico fiscalità differita (121) 7 0,10 Onere fiscale IRAP effettivo 11.463 (638) (9,71) Totale onere fiscale effettivo IRES e IRAP (6.572) 1.138 (17,32)

La tabella sopra riportata espone analiticamente le variazioni in aumento ed in diminuzione che concorrono alla determinazione dell’onere fiscale effettivo di bilancio.

Sezione 21 Utile per azione

Le azioni della Banca non sono negoziate su mercati finanziari, pertanto non viene fornita l’informativa relativa all’utile per azione.

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Parte D - Redditività complessiva

Prospetto analitico della redditività complessiva

31/12/2017

Voci Importo netto Imposta sul Importo lordo reddito

10. Utile (Perdita) d'esercizio X X (5.434)

Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico

20. Attività materiali - - -

30. Attività immateriali - - -

40. Piani a benefici definiti (41) 11 (30)

50. Attività non correnti in via di dismissione - - -

60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - -

Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico

70. Copertura di investimenti esteri: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

80. Differenze di cambio: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

90. Copertura dei flussi finanziari: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

100. Attività finanziarie disponibili per la vendita: 551 (38) 513

a) variazioni di fair value 551 (38) 513

b) rigiro a conto economico - - -

rettifiche da deterioramento - - -

utile/perdite da realizzo - - -

c) altre variazioni - - -

110. Attività non correnti in via di dismissione: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

rettifiche da deterioramento - - -

utile/perdite da realizzo - - -

c) altre variazioni - - -

130. Totale altre componenti reddituali 510 (27) 483

140. Redditività complessiva (Voce 10+130) (4.950)

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Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

Nel rispetto delle vigenti previsioni normative, il Gruppo UBI si è dotato di un sistema di controllo dei rischi che regola in modo integrato le linee guida del Sistema dei Controlli Interni, da intendersi come ambito organizzativo, regolamentare e metodologico a cui tutte le Società del Gruppo devono attenersi al fine di consentire alla Capogruppo di poter esercitare, in modo efficace ed economico, le attività d’indirizzo e di controllo strategico, gestionale e tecnico- operativo.

La Banca collabora pro-attivamente all’individuazione dei rischi cui è soggetta e alla definizione dei relativi criteri di misurazione, gestione e controllo.

I principi cardine ai quali fanno riferimento l’analisi e la gestione dei rischi del Gruppo, al fine di perseguire una sempre più consapevole ed efficiente allocazione del capitale economico e regolamentare, sono: • rigoroso contenimento dei rischi finanziari e creditizi e forte presidio su tutte le tipologie di rischio; • utilizzo di logiche di sostenibile creazione del valore nel processo di definizione della propensione al rischio ed allocazione del capitale; • declinazione della propensione al rischio del Gruppo con riferimento alle specifiche fattispecie di rischio e/o specifiche attività in un corpo normativo di policy a livello di Gruppo e di singola entità.

Nella presente Parte sono fornite le informazioni riguardanti i profili di rischio di seguito indicati, le relative politiche di gestione e copertura messe in atto dalla Banca, l’operatività in strumenti finanziari derivati: a) rischio di credito; b) rischi di mercato: • di tasso di interesse, • di prezzo, • di cambio, c) rischio di liquidità; d) rischi operativi.

Per un quadro complessivo dei rischi e delle incertezze che gravano sulla Banca, si rimanda allo specifico paragrafo della Relazione sulla Gestione, redatto in ottemperanza a quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 32 del 2 febbraio 2007, di attuazione della direttiva 2003/51/CE.

Sezione 1 Rischio di credito

Informazioni di natura qualitativa

1. Aspetti generali

Le linee strategiche, le policy e gli strumenti per l’assunzione e per la gestione del rischio di credito sono definiti, nell’ambito della Capogruppo, dal Chief Risk Officer di concerto con il Chief Lending Officer e con il supporto e la condivisione delle strutture specialistiche preposte.

Nell’elaborazione delle politiche a presidio dei rischi creditizi viene posta particolare attenzione al mantenimento di un adeguato profilo rischio/rendimento e all’assunzione dei rischi coerenti con la propensione al rischio definita dall’Alta Direzione e, più in generale, con la mission del Gruppo UBI.

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Le politiche a presidio dei rischi creditizi sono prioritariamente orientate al sostegno delle economie locali, delle famiglie, degli imprenditori, dei professionisti e delle piccole-medie imprese. La particolare attenzione posta al mantenimento delle relazioni instaurate con la clientela e al loro sviluppo nel tempo rappresentano un punto di forza del Gruppo, favorendo l’abbattimento di asimmetrie informative e offrendo continuità di rapporto e supporto alla clientela stessa, in una prospettiva di lungo periodo. Anche nella perdurante e complessa fase congiunturale in atto, la Banca assicura un’adeguata disponibilità di credito all’economia, aderendo fra l’altro agli “Accordi” stipulati fra l’Associazione Bancaria Italiana, il Ministero delle Finanze e le Associazioni di categoria, pur preservando la qualità degli attivi ed in particolare agendo con estrema selettività per quanto riguarda le esposizioni “non core”.

Con specifico riferimento alla clientela “imprese” sono declinate e adottate regole creditizie inerenti l’erogazione e la gestione del credito, che si traducono operativamente in interventi che vanno dallo sviluppo al contenimento delle esposizioni. Tali regole si basano su una pluralità di driver rappresentati da:  rating interno della controparte (rating medio ponderato in caso di gruppo economico), abbinato al grado di protezione fornito da eventuali garanzie accessorie;  quota di inserimento del Gruppo UBI sulla controparte / gruppo economico;  settore di attività economica di appartenenza della controparte / gruppo economico in ottica di: • livello di rischiosità del settore; • livello di concentrazione complessivo del Gruppo UBI nel singolo settore economico (con verifica anche della concentrazione a livello di singola Banca80/Società).

Infine, viene prestata particolare attenzione alla definizione delle linee di trattamento dei nuovi prodotti, elaborando adeguata informativa ai vertici aziendali circa il rispetto degli obiettivi rischio/rendimento, calcolo dei tassi minimi di erogazione, qualità del prenditore, garanzie ricevute e tassi di recupero attesi in caso di insolvenza.

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

Nello svolgimento dell’attività tradizionale di intermediazione creditizia, la Banca è esposta al rischio che i crediti erogati non vengano rimborsati dai prenditori alla scadenza e debbano essere parzialmente o integralmente svalutati. Più in dettaglio, il profilo di rischio degli impieghi è sensibile all’andamento dell’economia nel suo complesso, al deteriorarsi delle condizioni finanziarie delle controparti (mancanza di liquidità, insolvenza, etc.) o al mutamento della loro posizione competitiva, ai cambiamenti strutturali o tecnologici delle imprese debitrici, e ad altri fattori esterni (es. modifiche normative, deterioramento del valore delle garanzie finanziarie ed ipotecarie legato all’andamento dei mercati). Un ulteriore elemento di rischio cui si presta particolare attenzione, è il livello di diversificazione del portafoglio impieghi fra i diversi prenditori e fra i diversi settori in cui essi operano.

Il modello organizzativo in base al quale sono state strutturate le unità che presiedono all’attività creditizia, presenta la seguente articolazione:  Strutture della Capogruppo di controllo accentrato e coordinamento delle altre Banche/Società Prodotto;  Strutture centrali preposte alla concessione e al Monitoraggio del Credito di UBI Banca;

80 Nel corso del 2017 si è completato l’iter societario di creazione della c.d. Banca Unica con l’accorpamento in UBI Banca delle banche rete e l’acquisizione dal Fondo di Risoluzione delle c.d. “Bridge Bank”, il cui processo d’incorporazione si concluderà nel corso del primo trimestre 2018 con l’incorporazione della Banca Teatina..

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 Macroaree Territoriali81 (di seguito MAT) e Direzioni Generali delle Società controllate, dalle quali dipendono: - Aree Crediti presenti in ciascuna MAT, con strutture riguardanti sia i presidi centrali (Erogazione Crediti e Crediti Centrali) sia i presidi delocalizzati sul territorio (Comitati di Delibera Territoriali e Crediti Territoriali), - Direzioni territoriali, - Filiali, - Direzioni Crediti delle Società Prodotto

Nel complesso le caratteristiche del modello organizzativo consentono una forte omogeneità tra la struttura Crediti Centrale e le analoghe strutture delle MAT/Filiere di business, con conseguente linearità dei processi ed ottimizzazione dei flussi informativi. La concessione del credito risulta inoltre differenziata, a livello territoriale, per segmento di clientela (Retail/Private/Corporate e Istituzionale) e specializzata per stato dello stesso: “in bonis” (gestito dalle Unità Crediti Retail, Private e Corporate) e a default (gestito dalle Unità di Credito Anomalo). La Capogruppo, attraverso le strutture riferite al Chief Lending Officer, Chief Risk Officer, Chief Financial Officer, Chief Audit Executive, presiede alla gestione delle politiche, al monitoraggio complessivo del portafoglio, all’affinamento dei sistemi di valutazione, alla gestione del credito problematico ed al rispetto delle norme. Per tutti i soggetti (singoli o gruppi economici) con affidamenti in essere presso le Banche e Società del Gruppo (comprese le attività di rischio riconducibili al rischio emittente ed al rischio derivati) complessivamente superiori ad euro 50 Milioni (25 milioni nel caso di soggetti singoli o gruppi economici classificati a “rischio alto” e 35 milioni nel caso di soggetti singoli o gruppi economici classificati a “rischio medio”), la Capogruppo deve deliberare un Limite Operativo da intendersi come limite massimo di affidabilità (inteso come importo massimo dei fidi concedibile) della controparte stessa a livello di Gruppo UBI. La competenza per la delibera di concessione / variazione / rinnovo / revoca dei Limiti Operativi, sulla base di specifiche soglie, è attribuita al Consiglio di Gestione o al Comitato Crediti con obbligo di informativa agli Organi superiori in caso di delibera rilevante ai sensi della vigente “Policy a presidio dei rischi creditizi”; per quanto riguarda le eventuali variazioni dei limiti operativi riguardanti le controparti rilevanti ai sensi dell’Art. 136 TUB, esse sono assoggettate al rispetto della normative di Vigilanza e, pertanto, richiedono l’approvazione unanime dei Consiglieri di Gestione ed il voto favorevole di tutti i componenti del Consiglio di Sorveglianza.

Le Banche e le Società del Gruppo, inoltre, devono richiedere alla Capogruppo l’espressione di un Parere preventivo consultivo non vincolante a fronte di combinazioni di: a) importi di affidamento e b) determinate classi di rating interno.

Le strutture attraverso le quali si articolano le Banche e le Società prodotto assumono competenze di ordine creditizio e commerciale, nonché responsabilità di controllo sull’attività svolta direttamente e su quella posta in essere dalle unità gerarchicamente dipendenti. In particolare la responsabilità della gestione e del monitoraggio del credito in bonis è attribuita, in prima istanza, ai Gestori di Relazione che intrattengono quotidianamente il rapporto con la Clientela e che hanno l’immediata percezione di eventuali segnali di difficoltà o di deterioramento della qualità del credito. Tuttavia, tutti i dipendenti delle Società del Gruppo sono chiamati a segnalare tempestivamente tutte le informazioni che possano consentire il riconoscimento precoce di difficoltà o possano consigliare diverse modalità di gestione dei rapporti, partecipando - di fatto - al processo di monitoraggio.

81 In parallelo con la realizzazione della Banca Unica, è stato avviato un rilevante progetto di evoluzione organizzativa di UBI Banca che prevede: una revisione dell’assetto di presidio territoriale del Gruppo (Macroaree Territoriali come evoluzione delle Banche Rete), la creazione di filiere di business specializzate su segmenti di clientela specifici, il rafforzamento dei presidi di particolari aree di ed il mantenimento di Società Prodotto specializzate in specifici ambiti di business.

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In seconda istanza le unità organizzative territoriali preposte al monitoraggio del rischio di credito denominate Presidio Monitoraggio Qualità del Credito della MAT82 - svolgono attività di controllo, supervisione ed analisi delle posizioni “in bonis” sia in termini analitici che aggregati, con intensità e profondità graduate in funzione delle fasce di rischio attribuite alle controparti e della gravità delle anomalie andamentali rilevate avvalendosi della collaborazione delle strutture Crediti Territoriali. La struttura - non coinvolta nell’iter deliberativo degli affidamenti - di propria iniziativa o su proposta, valuta e dispone (o propone agli Organi decisori superiori, per il tramite della propria Area Crediti quando la decisione eccede le proprie competenze) idonea classificazione peggiorativa di controparti “in bonis”. Nella struttura riferita al Chief Lending Officer, l’Area Politiche e Monitoraggio Crediti supporta il Chief Lending Officer nella definizione delle policy e delle linee guida di riferimento per la gestione ed il presidio del portafoglio crediti del Gruppo (Performing e non Performing) monitorandone la qualità. Gestisce, inoltre, il sistema di reporting crediti unico a livello di Gruppo e assicura il coordinamento della governance creditizia per l’andamento delle performance nella gestione del credito.

La gestione delle posizioni a “sofferenza” del Gruppo UBI risulta affidata all’Area Recupero Crediti di UBI Banca, all’interno della struttura riferita al Chief Lending Officer. Tale struttura è stata oggetto, nel corso degli ultimi anni di un importante intervento organizzativo ed è caratterizzata da: • logiche di segmentazione e portafogliazione delle pratiche a sofferenza, in funzione della dimensione e della complessità del credito; • specializzazione dei processi di recupero e delle strutture preposte, coerentemente con i segmenti ed i portafogli individuati; • monitoraggio dei processi di gestione delle pratiche; • assegnazione di obiettivi di recupero ai gestori e la valutazione dei risultati conseguiti; • attivazione di strategie mirate ad ottimizzare il recupero su specifici portafogli, quali, per esempio, il ricorso a operatori immobiliari per la valorizzazione degli immobili a garanzia dei finanziamenti ipotecari.

L’Area Recupero Crediti è costituita da servizi dedicati a segmenti specifici: • Servizio Recupero Piccoli Tagli, preposto alla gestione crediti in sofferenza chirografari relativi a privati di importo inferiore ai 25.000 Euro; • Servizio Recupero Crediti Rilevanti, specializzato nella gestione dei crediti in sofferenza sia privati che imprese, di importo superiore a un milione di euro, o con valore netto di bilancio superiore a 500.000 Euro. Sono ricondotte a tale servizio anche specifiche tipologie di pratiche di particolare complessità (es. finanziamenti in pool, ecc.); • Servizio Recupero Crediti Privati e Aziende, preposto alla gestione delle altre tipologie di crediti che non risultano incluse nel perimetro dei due servizi di cui sopra. Tale struttura risulta articolata in 6 Funzioni specializzate con criterio territoriale.

L’Area Credito Anomalo è costituita, da servizi e funzioni specializzate: - la Funzione Supporto Credito Anomalo deputata al monitoraggio del portafoglio di credito anomalo (escluse le sofferenze) e al supporto al responsabile dell’Area Credito Anomalo; - il Servizio Ristrutturazioni ed Esposizioni Rilevanti per la gestione delle controparti in corso di ristrutturazione o classificate ad Inadempienze Probabili Ristrutturate di UBI Banca83 e di UBI Leasing; - il Servizio Credito Anomalo Privati, Aziende e piccoli tagli dedicato al presidio delle altre controparti deteriorate (con esclusione delle sofferenze).

Nell’ambito del rischio di credito è previsto anche uno specifico presidio riguardante i crediti non performing anche alla luce delle nuove “Linee guida per le banche sui crediti deteriorati

82 In in IW Bank la struttura Crediti funge sia da struttura di Presidio Monitoraggio Qualità del Credito sia da struttura di Credito Anomalo 83 Ad eccezione di quelle generate nell’ambito di Banca Teatina che rimangono in gestione autonoma fino alla data di incorporazione prevista per febbraio 2018

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(NPL)”84 emanate a marzo 2017 dalla Banca Centrale Europea le quali prevedono per le Banche la definizione di una strategia per i Non Performing Loans85 con l’obiettivo di definire una governance per la loro gestione e di ridurne l’ammontare. Con riferimento alla funzione di controllo dei rischi, in particolare, le linee guida disegnano uno specifico ruolo di controllo di secondo livello sia con riferimento al presidio del complessivo portafoglio NPL, sia con riferimento alla predisposizione del piano di remediation posto in essere dalle banche. Inoltre nell’ambito della normativa sui controlli86, alla funzione di controllo dei rischi è anche attribuito il compito di monitorare il portafoglio complessivo, sia tramite verifiche massive che mediante analisi su singole posizioni in merito ai processi creditizi di monitoraggio, classificazione, svalutazione e recupero del credito. Al fine di porre in essere quanto richiesto dalla normativa il Gruppo, nell’ambito del Chief Risk Officer, si è dotato di una struttura volta ad effettuare i controlli di secondo livello.

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

L’Area Credit Risk Management della Capogruppo è responsabile della produzione dell’informativa sui rischi di credito della Banca, volta a monitorare l’andamento della rischiosità degli impieghi. I report - sottoposti trimestralmente all’attenzione del Consiglio di Amministrazione della Banca - illustrano le distribuzioni per portafoglio regolamentare, per classi di rating interno e parametri di rischiosità. Viene inoltre rappresentato l’andamento della rischiosità media del portafoglio crediti, con particolare focus sul Mercato Corporate (portafoglio Core e Large) e sul Mercato Retail (portafoglio Imprese e Privati); l’andamento dei tassi di decadimento degli impieghi e una sezione dedicata al monitoraggio trimestrale delle policy di concentrazione e di qualità del credito.

Il complesso dei modelli che costituisce il Sistema di Rating Interni del Gruppo è gestito dalla struttura riferita al Chief Risk Officer con il supporto dell’Area Crediti.

Allo stato attuale la struttura prevede l’utilizzo di modelli automatici per le imprese medio-grandi, per i privati e per le imprese di minori dimensioni.

Il rating viene calcolato secondo un approccio per controparte ed è rivisto e aggiornato - di norma - almeno una volta l’anno. Per il portafoglio regolamentare “esposizioni verso Imprese”, i modelli di PD sviluppati dal Gruppo UBI esprimono una valutazione complessiva del rischio delle controparti attraverso la combinazione di una componente quantitativa e una componente qualitativa. La componente quantitativa è sviluppata e integrata statisticamente: la tecnica scelta è quella della regressione logistica, tipicamente utilizzata per valutare i casi in cui la variabile dipendente (target) risulta essere di tipo dicotomico default/bonis. La componente qualitativa del modello di rating, basata su informazioni raccolte dal Gestore della relazione o da una struttura centrale87 di UBI Banca per le posizioni Large Corporate, risponde all’esigenza di incorporare nello stesso aspetti qualitativi e informazioni sulla clientela, non standardizzabili automaticamente, che affianchino e completino le analisi quantitative per meglio intercettare le tendenze evolutive e la solidità creditizia delle controparti.

Per le classi di Esposizioni al Dettaglio (per Imprese Retail e Privati), valgono le stesse considerazioni di cui sopra, fatto salvo che non viene considerata la componente qualitativa. La componente quantitativa di erogazione e monitoraggio valuta il merito creditizio delle imprese di minori dimensioni integrando valutazioni di tipo geosettoriale, economico- finanziarie, andamentali esterne ed interne; la componente quantitativa di erogazione dei mutui ai privati valuta la rischiosità della controparte integrando informazioni di tipo anagrafico e di prodotto mentre la componente quantitativa di monitoraggio dei mutui ai

84 Linee guida per le banche sui crediti deteriorati (NPL), Banca Centrale Europea, Banking Supervision, marzo 2017 85 Non Performing Loans includono Past Due, Inadempienze Probabili e Sofferenze 86 Cfr. Circolare 263/2006 (15° aggiornamento) e Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013. 87 Tale soluzione è stata adottata per garantire un presidio accentrato da parte di specialisti nella valutazione di posizioni di grandi dimensioni, con uniformità di valutazioni all’interno del Gruppo.

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privati valuta il merito creditizio integrando informazioni di tipo anagrafico e andamentale esterne ed interne.

L’output dei modelli è rappresentato da 9 classi di rating a cui corrispondono le relative PD, calibrate comprendendo i default fino a dicembre 2015.

Con riferimento alla LGD i parametri determinanti sono: 1) LGD Sofferenza 2) LGD Downturn 3) Danger Rate. 1) LGD Sofferenza, è calcolata come complemento ad uno del rapporto tra flussi di recupero netti osservati durante la vita della sofferenza ed esposizione al passaggio a sofferenza comprensiva del capitale girato a sofferenza e della quota di interessi capitalizzati. Conformemente alla definizione di LGD economica indicata in normativa, i flussi di recupero sono attualizzati ad un tasso risk-adjusted che riflette il valore monetario del tempo ed un premio al rischio determinato sulla base della volatilità dei recuperi osservata rispetto ad un indice di mercato prescelto. 2) LGD Downturn è stato adottato un approccio idoneo a dar conto degli effetti di condizioni economiche avverse sulle aspettative di recupero, partendo dall’identificazione del periodo recessivo, considerando lo scenario economico corrente e incorporando dinamiche macroeconomiche storiche e prospettiche. 3) Danger Rate tale parametro corregge la LGD stimata sulle sole sofferenze in considerazione di alcuni precisi elementi: 1) composizione del default: non tutti i nuovi default attesi sono sofferenze che provengono direttamente dallo stato di bonis; 2) migrazione fra stati di default: non tutti i default diversi dalla sofferenza arriveranno sino allo stato più grave ed assorbente di sofferenza; 3) variazione dell’esposizione: per i default che migrano sino a sofferenza l’esposizione nel tempo può cambiare.

All’interno del Gruppo, i processi del credito si articolano sulle informazioni veicolate dal sistema di rating, come sotto dettagliato. Le unità operative coinvolte nel processo di erogazione e rinnovo del credito utilizzano i rating interni, che costituiscono elementi essenziali e imprescindibili delle valutazioni formulate in sede di istruttoria e revisione dei fidi; l’articolazione delle deleghe è definita tenendo conto del profilo di rischio del cliente e della transazione così come rappresentato dal rating e dalla Perdita Attesa, e gestita tramite l’applicativo della Pratica Elettronica di Fido (PEF). I rating sono utilizzati anche nel monitoraggio del credito e nell’ambito sia del sistema di reporting direzionale, sia dei flussi informativi resi disponibili alle strutture coinvolte nel processo del credito. L'attribuzione di una classe di rating diversa da quella calcolata dal Sistema di Rating Interno in base ai modelli adottati avviene attraverso la proposta di un override sul rating. Tali variazioni sono motivate dalla valutazione di informazioni non già considerate dal modello di rating, non adeguatamente pesate dal modello o la cui influenza futura si intende anticipare.

Per il processo di calcolo dell’impairment collettivo88 sui crediti – coerentemente con le determinazioni prese dalla Capogruppo - viene utilizzata una metodologia basata sui rating interni e sulle stime interne di perdita in caso di insolvenza (LGD).

Costantemente prosegue inoltre l’attività di revisione, aggiornamento e adozione di policy e di regolamenti per la gestione del rischio di credito. Di seguito vengono elencate le policy89 in essere, con un cenno ai principali contenuti.

88 La quantificazione dell’impairment collettivo riferito all’esercizio 2017 risulta allineato al vigente principio IAS 39. Si precisa che il Gruppo nel corso del 2017 ha avviato un’importante attività progettuale al fine di realizzare gli adeguamenti ai processi ed alle procedure definiti dalla nuova normativa (nuovo principio contabile IFRS9 in vigore a decorrere dal 01/01/2018). 89 Alla luce del progetto d’integrazione delle Banche Rete nella c.d. Banca Unica e dell’evoluzione organizzativa di UBI Banca, si provvederà, in occasione dell’aggiornamento delle policy per l’anno 2017, alla revisione dei “driver” di monitoraggio (allo stato attuale declinati a livello di Gruppo e per singola Banca Rete e Società). Inoltre con l’aggiornamento del Risk Appetite Framework 2017 si provvederà ad integrare la “Policy sul rischio derivante da cartolarizzazioni” e la “Policy sul rischio residuo” in specifici capitoli all’interno della “Policy a presidio dei rischi creditizi”.

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• Policy a presidio dei Rischi Creditizi, che disciplina in un unico testo, le disposizioni relative al presidio di fattispecie di rischio di credito in precedenza trattate in diverse policy. In questa policy vengono normate le seguenti fattispecie: • clientela ordinaria, che stabilisce norme, principi e limiti per la gestione del credito a clientela ordinaria sulla base della disponibilità dei rating interni. L’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini di: allocazione di capitale, valori massimi di rischiosità (intesa come perdita attesa massima e target), limiti di assunzione dei rischi in termini di distribuzione delle esposizioni per classi di rating e in presidi qualitativi; • controparti istituzionali e ordinarie residenti in Paesi a rischio, per le quali la policy a presidio dei rischi e i relativi regolamenti attuativi e documenti di declinazione limiti stabiliscono norme e principi per la gestione del credito concesso a clientela istituzionale residente e non residente, nonché a clientela ordinaria residente in Paesi a rischio. Come nel caso della clientela ordinaria, l’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini di: allocazione di capitale, limiti di assunzione dei rischi in termini di distribuzione delle esposizioni per classi di rating e Paese e in presidi qualitativi; • rischio di concentrazione single name, che stabilisce limiti massimi di esposizione sulla singola controparte, al fine di limitare i rischi di instabilità che deriverebbero da elevati tassi di concentrazione degli impieghi sui grandi prenditori nel caso di un eventuale default degli stessi; • Policy di offerta di mutui tramite intermediari, che disciplina le modalità di ricorso a reti esterne per l’offerta di mutui a clientela non captive, al fine di contenere potenziali rischi di credito, rischi operativi e rischi reputazionali; • Policy sul rischio derivante da cartolarizzazioni, che definisce le linee guida che il Gruppo si pone con riferimento alla gestione del rischio derivante dalle attività di cartolarizzazione; • Policy sul rischio residuo90, che definisce gli orientamenti strategici relativi alla gestione del “rischio residuo” definendo il processo di controllo sull’acquisizione e utilizzo delle tecniche di attenuazione del rischio di credito per la mitigazione del rischio in oggetto. • Policy in materia di controlli interni a presidio delle attività di rischio e dei conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, che recepisce le disposizioni emanate da Banca d’Italia. La policy definisce le linee guida e i criteri per l’adozione da parte del Gruppo nel suo complesso e delle singole banche e società del Gruppo di opportuni assetti organizzativi, sistemi di controlli interni e specifiche politiche interne a presidio di tale rischio nei due ambiti definiti dalla normativa: limiti prudenziali e procedure deliberative. • Policy a presidio del rischio partecipativo che definisce opportuni presidi diretti a: contenere il rischio di un eccessivo immobilizzo dell’attivo derivante da investimenti partecipativi in imprese finanziarie e non finanziarie e, con specifico riferimento alle imprese non finanziarie, promuovere una gestione dei rischi e dei conflitti di interesse conforme al criterio della sana e prudente gestione.

2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

La Banca impiega tecniche di mitigazione del rischio tipiche dell’attività bancaria acquisendo dalla controparte, per talune tipologie di affidamenti, garanzie reali, immobiliari e finanziarie, e garanzie personali. La determinazione dell’ammontare complessivo degli affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati “scarti” prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia.

Le principali tipologie di garanzie reali accettate dal Gruppo sono rappresentate da: • ipoteca reale; • pegno.

90 Si precisa che nel corso del 2018, in sostituzione dell’attuale policy e conformemente alle prescrizioni normative, verrà introdotta una nuova Policy a presidio delle garanzie acquisite ai fini della Credit Risk Mitigation.

181

Al fine di assicurare la sussistenza dei requisiti generali e specifici richiesti per il riconoscimento a fini prudenziali delle garanzie reali, annoverate fra le tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) – secondo quanto previsto dalla Normativa di Vigilanza - il Gruppo UBI ha: • ridefinito i processi del credito relativi alla raccolta e gestione delle garanzie. Con particolare riferimento alle garanzie ipotecarie, è previsto l’obbligo di inserimento, nell’apposito applicativo informatico a disposizione dei gestori, di tutti i dati relativi all’immobile necessari a rendere la garanzia eligible. Particolare attenzione è stata posta all’obbligatorietà della perizia ed alla tempestività di recupero delle informazioni ad essa inerenti, ivi comprese quelle notarili (estremi di registrazione notarili), elementi determinanti per il perfezionamento della garanzia. • recuperato per le garanzie ipotecarie in essere tutte le informazioni necessarie ad assicurarne l’ammissibilità in linea con le normative in termini di requisiti specifici.

2.4 Attività finanziarie deteriorate

La classificazione del portafoglio problematico coincide con quanto disposto dalla normativa e può essere così sintetizzata: • esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate, • inadempienze probabili, • sofferenze.

Tale classificazione è stato oggetto di revisione ad inizio 2015 per disposizione normativa.

Oltre alle suddette classi, permane la fattispecie dei crediti problematici relativi al “rischio paese” per esposizioni non garantite verso la clientela, istituzionale ed ordinaria, appartenente a paesi definiti “a rischio” come definito dall’Organo di Vigilanza. Nella categoria delle inadempienze probabili sono confluiti i precedenti stati di classificazione “incagli” e “crediti ristrutturati”. Tali suddivisioni tuttavia permangono a livello gestionale. In particolare, per quanto riguarda le inadempienze probabili (ex-incagli), al fine di ottimizzarne il presidio se ne effettua, ad esclusivo fine gestionale, una suddivisione fra le posizioni in cui la temporanea situazione di obiettiva difficoltà si ritenga risolvibile in brevissimo tempo, e le restanti posizioni, per le quali si ritenga opportuno il disimpegno dalla relazione con un recupero extragiudiziale entro un periodo di tempo superiore. Inoltre le “esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate” sono oggetto di controlli per determinarne, entro un limite massimo gestionale di 180 giorni, il rientro “in bonis” ovvero il passaggio ad altri stati di credito anomalo. La gestione dei crediti problematici è presidiata in funzione del relativo livello di rischiosità ed è di norma in carico alle strutture organizzative preposte alla gestione del Credito Anomalo della Banca. Per quanto riguarda le posizioni a “sofferenza” e le posizioni Ristrutturate/In corso di Ristrutturazione, la gestione è in carico alla Capogruppo. La valutazione dell’adeguatezza delle rettifiche di valore avviene analiticamente, per singola posizione, assicurando adeguati livelli di copertura delle perdite previste. L’analisi delle esposizioni deteriorate viene costantemente effettuata dalle singole unità operative che ne presidiano i rischi e dalla Capogruppo. La risoluzione da parte delle controparti dello stato di difficoltà è il fattore determinante per il rientro delle posizioni “in bonis”; tale evento è sostanzialmente concentrato nelle relazioni con “esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate” ed in quelle classificate ad “Inadempienze Probabili”.

182

Informazioni di natura quantitativa A. QUALITÀ DEL CREDITO A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale

A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Esposizioni Esposizioni Inadempienze Altre esposizioni Portafogli/qualità Sofferenze scadute scadute non Totale probabili non deteriorate deteriorate deteriorate

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita ------2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza ------3. Crediti verso banche - - - - 2.476.421 2.476.421 4. Crediti verso clientela 10.337 10.838 358 65.111 510.521 597.166 5. Attività finanziarie valutate al fair value ------6. Attività finanziarie in corso di dismissione ------Totale 31/12/2017 10.337 10.838 358 65.111 2.986.942 3.073.587 Totale 31/12/2016 11.446 10.920 719 68.754 2.947.989 3.039.828

A.1.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie in bonis per portafogli di appartenenza

Esposizione oggetto di rinegoziazione nell'ambito di Accordi Collettivi Altre Esposizioni Totale Scaduti da Scaduti da Scaduti da Scaduti da Portafoglio/Qualità del credito (Esposizione Scaduti fino oltre 3 mesi oltre 6 mesi Scaduti da Scaduti fino oltre 3 mesi oltre 6 mesi Scaduti da Non scaduti Non scaduti Netta) a 3 mesi fino a 6 fino a 1 oltre 1 anno a 3 mesi fino a 6 fino a 1 oltre 1 anno mesi anno mesi anno

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione ------

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita ------

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza ------

4. Crediti verso banche ------2.476.421 2.476.421

5. Crediti verso clientela 684 104 229 - 4.774 62.255 1.543 296 - 505.747 575.633

6. Attività finanziarie valutate al fair value ------

7. Attività finanziarie in corso di dismissione ------

8. Derivati di copertura ------

Totale 31/12/2017 684 104 229 - 4.774 62.255 1.543 296 - 2.982.168 3.052.054

Totale 31/12/2016 660 - - - 3.640 65.609 2.118 367 - 2.944.349 3.016.743

183

A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Attività deteriorate Attività non deteriorate Totale (Esposizione Portafogli / Qualità Rettifiche Rettifiche di netta) Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta specifiche portafoglio

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita ------2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza ------3. Crediti verso banche - - - 2.476.421 - 2.476.421 2.476.421 4. Crediti verso clientela 34.870 (13.337) 21.533 577.521 (1.889) 575.633 597.166 5. Attività finanziarie valutate al fair value - - - X X - - 6. Attività finanziarie in corso di dismissione ------Totale 31/12/2017 34.870 (13.337) 21.533 3.053.942 (1.889) 3.052.054 3.073.587

Totale 31/12/2016 36.337 (13.252) 23.085 3.018.688 (1.945) 3.016.743 3.039.828

Alla data di riferimento del bilancio il totale delle cancellazioni operate dalla Banca sulle attività finanziarie deteriorate ammonta a 32 migliaia di euro (4 migliaia nell’esercizio di raffronto).

Per la Banca la voce “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” è scarsamente significativa in entrambi i periodi di raffronto, pertanto si omette la pubblicazione della tabella contenente sia le esposizioni nette sia le minusvalenze cumulate, così come previsto dalla Circolare n. 262, 4° aggiornamento.

184

A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Esposizione lorda

Attività deteriorate

Rettifiche Rettifiche di Esposizione Tipologie esposizioni/valori Attività di valore valore di netta non specifiche portafoglio deteriorate Oltre 1 anno Fino a 3 mesi fino a 6 mesi fino a 1 anno Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze - - - - X - X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

b) Inadempienze probabili - - - - X - X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

c) Esposizioni scadute deteriorate - - - - X - X -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

d) Esposizioni scadute non deteriorate X X X X - X - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X - X - -

e) Altre esposizioni non deteriorate X X X X 2.476.421 X - 2.476.421

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X - X - -

TOTALE A - - - - 2.476.421 - - 2.476.421

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate - - - - X - X -

b) Non deteriorate X X X X 229.890 X - 229.890

TOTALE B - - - - 229.890 - - 229.890

TOTALE (A+B) - - - - 2.706.311 - - 2.706.311

A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

A.1.4bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

A.1.5 Esposizioni creditizie per cassa verso banche deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

185

A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Esposizione lorda

Attività deteriorate Rettifiche Rettifiche di valore Esposizion Tipologie esposizioni/valori Attività di valore di e netta non specifiche portafoglio deteriorate Oltre 1 anno Fino a 3 mesi fino a 6 mesi fino a 1 anno Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze - 3 4 21.602 X (11.273) X 10.337

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - 1.089 X (389) X 700

b) Inadempienze probabili 3.938 394 1.851 6.701 X (2.046) X 10.838

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 1.893 84 1.170 1.685 X (474) X 4.357

c) Esposizioni scadute deteriorate - 179 198 - X (19) X 358

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - - - - X - X -

d) Esposizioni scadute non deteriorate X X X X 65.502 X (390) 65.111

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X 1.049 X (32) 1.017

e) Altre esposizioni non deteriorate X X X X 512.020 X (1.498) 510.521

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X X X X 4.792 X (18) 4.774

TOTALE A 3.938 576 2.053 28.303 577.521 (13.337) (1.889) 597.166

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate - - - - X - X -

b) Non deteriorate X X X X 30.292 X (224) 30.067

TOTALE B - - - - 30.292 - (224) 30.067

TOTALE (A+B) 3.938 576 2.053 28.303 607.813 (13.337) (2.113) 627.233

A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Inadempienze Esposizioni scadute Causali/Categorie Sofferenze probabili deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 22.116 13.450 772 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - B. Variazioni in aumento 2.015 7.416 1.015 B.1 ingressi da esposizioni in bonis 3 5.812 975 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 1.967 861 - B.3 altre variazioni in aumento 45 743 40 C. Variazioni in diminuzione (2.521) (7.982) (1.410) C.1 uscite verso esposizioni in bonis - (3.423) (113) C.2 cancellazioni (1.344) (183) - C.3 incassi (1.177) (2.485) (360) C.4 realizzi per cessioni - - - C.5 perdite da cessione - - - C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - (1.891) (938) C.7 altre variazioni in diminuzione - - - D. Esposizione lorda finale 21.610 12.884 377 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

186

A.1.7bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia

Esposizioni oggetto di Esposizioni oggetto di Causali/Categorie concessioni: non concessioni: deteriorate deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 4.973 4.317 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - - B. Variazioni in aumento 2.023 3.187 B.1 ingressi da esposizioni in bonis non oggetto di concessioni 345 2.394 B.2 ingressi da esposizioni in bonis oggetto di concessioni 823 X B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X 785 B.4 altre variazioni in aumento 855 7 C. Variazioni in diminuzione (1.075) (1.662) C.1 uscite verso esposizioni in bonis non oggetto di concessioni X (650) C.2 uscite verso esposizioni in bonis oggetto di concessioni (785) X C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X (823) C.4 cancellazioni - - C.5 incassi (290) (189) C.6 realizzi per cessioni - - C.7 perdite da cessione - - C.8 altre variazioni in diminuzione - - D. Esposizione lorda finale 5.921 5.841 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - -

A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Esposizioni scadute Sofferenze Inadempienze probabili deteriorate

Causali/Categorie Di cui: Di cui: Di cui: esposizioni esposizioni esposizioni Totale Totale Totale oggetto di oggetto di oggetto di concessioni concessioni concessioni

A. Rettifiche complessive iniziali (10.669) (313) (2.530) (438) (53) - - di cui: esposizioni cedute non cancellate ------B. Variazioni in aumento (2.180) (80) (871) (144) (19) - B.1 rettifiche di valore (1.547) (53) (810) (140) (19) - B.2 perdite da cessione ------

B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate (625) (26) (29) - - -

B.4 altre variazioni in aumento (8) (1) (33) (4) (1) - C. Variazioni in diminuzione 1.577 4 1.356 108 53 - C.1 riprese di valore da valutazione 145 4 57 22 - - C.2 riprese di valore da incasso 87 - 491 60 24 - C.3 utili da cessione ------C.4 cancellazioni 1.344 - 183 - - -

C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - - 625 26 29 -

C.6 altre variazioni in diminuzione ------D. Rettifiche complessive finali (11.273) (389) (2.046) (474) (19) - - di cui: esposizioni cedute non cancellate ------

187

A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni

A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni

Classi di rating esterni

Esposizioni Senza rating Totale Classe Classe Classe Classe Classe Classe 1 2 3 4 5 6

A. Esposizioni creditizie per cassa - - 2.064.091 - - - 1.009.496 3.073.587 B. Derivati ------B.1 Derivati finanziari ------B.2 Derivati creditizi ------C. Garanzie rilasciate ------247.089 247.089 D. Impegni a erogare fondi ------443 443 E. Altre ------12.426 12.426 Totale - - 2.064.091 - - - 1.269.454 3.333.545

Nella seguente legenda si espone la corrispondenza tra le classi di rating esterne indicate in tabella e le classi dalla società di riferimento Moody’s.

Classe di rating Rating Moody’s

1 Aaa, Aa, Aa1, Aa2, Aa3 2 A1, A2, A3 3 Baa1, Baa2, Baa3 4 Ba1, Ba2; Ba3 5 B1, B2, B3 6 Caa1 e inferiori

188

A.2.2 Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni

Classi di rating interni Senza Esposizioni Totale rating Rating Rating Rating Rating Rating Rating 1 Rating 2 Rating 3 Rating 4 Rating 5 Rating 6 Rating 7 Rating 8 Rating 9 10 11 12 13 14

A. Esposizioni per cassa 3.954 9.492 154.144 8.978 219.255 2.891 5.394 63.752 2.129 28.839 12.451 4.585 4.092 281 2.553.350 3.073.587

B. Derivati ------

B.1 Derivati finanziari ------

B.2 Derivati creditizi ------

C. Garanzie rilasciate 80 - 149 400 732 123 28 6.678 21 18.530 98 - 32 - 220.220 247.089

D. Impegni a erogare fondi - - 65 11 142 - - 210 ------16 443

E. Altre ------12.426 12.426

Totale 4.034 9.492 154.358 9.388 220.129 3.014 5.422 70.640 2.150 47.369 12.549 4.585 4.124 281 2.786.011 3.333.545

Le classi di Scala Maestra sono costituite da intervalli di PD (Probabilità di Default) all’interno dei quali sono mappate le PD puntuali corrispondenti alle singole classi dei diversi modelli di rating interno. Tale rappresentazione garantisce la confrontabilità delle esposizioni relative a controparti valutate con diversi modelli di rating interno.

Le cinque classi di Scala Maestra meno rischiose presentano una concentrazione pari al 76,09% del totale delle esposizioni per cassa dotate di rating interno, mentre lo 0,84% è concentrato nelle 2 classi più rischiose. La classe 3 e la classe 5 risultano le maggiori in termini di esposizioni.

La classe “Senza rating” comprende anche le esposizioni deteriorate. Non sono presenti esposizioni cartolarizzate.

189

A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite

Garanzie personali (2) Garanzie reali (1) Derivati su crediti Crediti di firma

Immobili Altri derivati Totale (1)+(2) CLN Titoli Banche Banche Altri soggetti Ipoteche Valore esposizione netta Altri enti pubblici Altri soggetti Altre garanzie reali Altri enti pubblici Leasing finanziario Governi e Banche Centrali Governi e Banche Centrali

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 510.843 438.821 - 60.293 ------4.346 503.460 1.1. totalmente garantite 505.357 438.816 - 57.724 ------4.346 500.886 - di cui deteriorate 20.188 19.921 - 214 ------101 20.236 1.2. parzialmente garantite 5.486 5 - 2.568 ------2.574 - di cui deteriorate 121 - - 8 ------8 2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio” garantite: 7.809 367 - 7.026 ------14 7.407 2.1. totalmente garantite 7.243 367 - 6.651 ------14 7.032 - di cui deteriorate ------2.2. parzialmente garantite 566 - - 375 ------375 - di cui deteriorate ------

190

B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Governi Altri enti pubblici Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

Esposizioni/Controparti Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione valore valore di valore valore di valore valore di valore valore di valore valore di valore valore di netta netta netta netta netta netta specifiche portafoglio specifiche portafoglio specifiche portafoglio specifiche portafoglio specifiche portafoglio specifiche portafoglio

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - x - - x 1 (14) x - - x 231 (432) x 10.106 (10.827) x

- di cui esposizioni oggetto di ------(3) 700 (386) concessioni

A.2 Inadempienze probabili - - x - - x 401 (85) x - - x 768 (271) x 9.668 (1.689) x

- di cui esposizioni oggetto di ------546 (54) 3.811 (420) concessioni

A.3 Esposizioni scadute deteriorate - - x - - x - - x - - x - - x 357 (19) x

- di cui esposizioni oggetto di ------concessioni

A.4 Esposizioni non deteriorate 7.853 x - - x - 5.536 x (126) 13 x - 33.119 x (221) 529.112 x (1.542)

- di cui esposizioni oggetto di ------5.791 (51) concessioni

Totale A 7.853 - - - - - 5.938 (99) (126) 14 - - 34.118 (703) (221) 549.243 (12.535) (1.542)

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze - - x - - x - - x - - x - - x - - x

B.2 Inadempienze probabili - - x - - x - - x - - x - - x - - x

B.3 Altre attività deteriorate - - x - - x - - - - - x - - x - - x

B.4 Esposizioni non deteriorate - x - - x - 16 x - - x - 581 x (2) 27.225 x (222)

Totale B ------16 - - - - - 581 - (2) 27.225 - (222)

Totale (A+B) 31/12/2017 7.853 - - - - - 5.954 (99) (126) 14 - - 34.699 (703) (223) 576.468 (12.535) (1.764)

Totale (A+B) 31/12/2016 8.210 - - - - - 9.314 (120) (209) 1 - - 37.178 (706) (211) 617.651 (12.426) (1.689)

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B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposizioni/Aree geografiche Rettifiche di Rettifiche di Rettifiche di Rettifiche di Rettifiche di Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione valore valore valore valore valore netta netta netta netta netta complessive complessive complessive complessive complessive

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 10.337 (11.265) - (7) ------

A.2 Inadempienze probabili 10.635 (1.991) 200 (52) 2 (1) - - - (1)

A.3 Esposizioni scadute deteriorate 358 (19) ------

A.4 Esposizioni non deteriorate 572.725 (1.878) 2.420 (10) 304 (1) 183 - 1 -

Totale A 594.055 (15.153) 2.620 (70) 306 (2) 183 - 2 (1)

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze ------

B.2 Inadempienze probabili ------

B.3 Altre attività deteriorate ------

B.4 Esposizioni non deteriorate 27.811 (224) 11 ------

Totale B 27.811 (224) 11 ------

Totale A+B 31/12/2017 621.867 (15.377) 2.631 (70) 306 (2) 183 - 2 (1)

Totale A+B 31/12/2016 668.044 (15.299) 2.646 (57) 1.463 (4) 198 - 2 (1)

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B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)

Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposizioni/Aree geografiche Rettifiche di Rettifiche di Rettifiche di Rettifiche di Rettifiche di Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione valore valore valore valore valore netta netta netta netta netta complessive complessive complessive complessive complessive

A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze ------A.2 Inadempienze probabili ------A.3 Esposizioni scadute deteriorate ------A.4 Esposizioni non deteriorate 2.476.415 - 6 ------Totale A 2.476.415 - 6 ------B. Esposizioni "fuori bilancio" ------B.1 Sofferenze ------B.2 Inadempienze probabili ------B.3 Altre attività deteriorate ------B.4 Esposizioni non deteriorate 219.710 ------Totale B 219.710 ------Totale A+B 31/12/2017 2.696.125 - 6 ------Totale A+B 31/12/2016 2.611.032 - 4.104 - 63 - - - - -

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B.4 Grandi esposizioni

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

Numero posizioni 7 4 Esposizione 2.702.207 2.590.226 Posizione di rischio 10.946 12.817

Sono definite “Grandi esposizioni” le posizioni d’importo nominale pari o superiori al 10% del Patrimonio di Vigilanza. Le singole Banche appartenenti a Gruppi Bancari sono sottoposte ad un limite individuale pari al 25% del proprio Patrimonio di Vigilanza. Quest’ultimo limite è riferito alla “posizione di rischio” ovvero l’esposizione ponderata secondo le regole previste dalla normativa vigente.

Nelle posizioni di rischio sono inclusi i rapporti in essere con la Capogruppo che rappresentano il 93,35% dell’esposizione di rischio complessiva (93,98% al 31 dicembre 2016).

194

C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE

L’operazione di cartolarizzazione con sottostante un portafoglio crediti originati da IW Bank non è oggetto di trattazione nella presente sezione, in quanto i titoli cartolarizzati sono stati interamente sottoscritti dall’Originator stesso all’atto dell’emissione. Come previsto dalla normativa, non vengono pertanto compilate le relative sezione della Nota integrativa; per completezza d’informazione, si riportano comunque di seguito le principali caratteristiche dell’operazione in essere alla data di redazione della presente nota.

D. INFORMATIVA SULLE ENTITA’ STRUTTURATE NON CONSOLIDATE CONTABILMENTE (DIVERSE DALLE SOCIETA’ VEICOLO PER LA CARTOLARIZZAZIONE)

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa sulle entità strutturate non consolidate contabilmente. La stessa viene redatta a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

E. OPERAZIONI DI CESSIONE

Per la Banca non si rileva tale fattispecie per quanto riguarda le operazioni di cartolarizzazione.

E.4 Operazioni di Covered Bond Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 15 miliardi – “Programma Residenziale” Gli Obiettivi Nell’esercizio 2008 il Consiglio di Gestione di UBI Banca ha deliberato di procedere nella realizzazione di un programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite strutturato, finalizzato al beneficio in termini di funding contestualmente al contenimento del costo della raccolta.

In particolare, il Consiglio di Gestione ha:  individuato gli obiettivi del programma;  individuato la struttura base di un’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite alla luce della normativa, enucleando ed esaminando i principali elementi, tra cui il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria dell’operazione ed i test;  valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti collegati di natura organizzativa, informatica e contabile. Tali adeguamenti sono stati realizzati per garantire il corretto presidio dei rischi anche sulle singole banche partecipanti. Nella predisposizione delle relative procedure si è altresì tenuto conto dei requisiti fissati dalla normativa emanata dalla Banca d’Italia;  valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;  valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo al fine di verificare che i documenti contrattuali dell’operazione contenessero clausole atte ad assicurare un regolare ed efficiente svolgimento delle proprie funzioni da parte della società veicolo stessa;  valutato i profili giuridici, attraverso un’approfondita disamina delle strutture e degli schemi contrattuali impiegati, con particolare attenzione alle caratteristiche della garanzia prestata dalla società veicolo e al complesso dei rapporti intercorrenti tra la banca emittente, le banche cedenti e la società veicolo.

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Gli obiettivi del programma consistono principalmente: • nella raccolta istituzionale a lungo termine con costi maggiormente competitivi rispetto alla raccolta effettuata con strumenti alternativi quali i programmi EMTN o le operazioni di cartolarizzazione; • nell’accesso, tramite le emissioni di Obbligazioni Bancarie Garantite, a tipologie di investitori specializzati che attualmente non investono negli altri strumenti di raccolta utilizzati e utilizzabili dal Gruppo UBI Banca.

La struttura La struttura base dell’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite prevede che vengano realizzate le seguenti attività:  Una banca (la Banca Cedente o Originator) trasferisce un insieme di asset aventi determinate caratteristiche ad un veicolo, formando un patrimonio segregato (cover pool); tale patrimonio, in virtù dei vigenti principi contabili internazionali, non viene però cancellato dal bilancio della banca cedente.  La stessa banca cedente (qui come Banca Finanziatrice) eroga al veicolo un prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento del prezzo di acquisto degli asset da parte del veicolo.  La banca (la Banca Emittente) emette obbligazioni bancarie garantite supportate da una garanzia primaria, non condizionata e irrevocabile emessa dalla società veicolo ad esclusivo beneficio degli investitori detentori delle obbligazioni bancarie garantite e delle controparti di hedging coinvolte nella transazione. La garanzia è supportata da tutti gli asset ceduti al veicolo e che fanno parte del cover pool.

Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca ha avviato un programma di Obbligazioni Bancarie Garantite (di seguito anche OBG o “Covered Bond”) da dieci miliardi di euro di emissioni, massimale che nell’esercizio 2014 è stato aumentato a quindici miliardi di euro. La struttura che è stata adottata prevede peraltro che i portafogli che costituiscono il patrimonio separato della società veicolo siano ceduti da più Banche Originator (le Banche Cedenti).

A tal fine è stata costituita, ai sensi della legge 130/1999, un’apposita società veicolo, UBI Finance s.r.l., partecipata al 60% da UBI Banca91, che in qualità di garante delle emissioni fatte da UBI Banca ha assunto un portafoglio di mutui ipotecari residenziali ceduti dalle banche rete del Gruppo, partecipanti al programma sia come Banche Originator, che come Banche Finanziatrici. Ad esse nell’esercizio 2013 si è aggiunta come Banca Cedente e Finanziatrice anche UBI Banca, che in qualità di Capogruppo, riveste inoltre il ruolo di Master Servicer , Calculation Agent e Cash Manager dell’operazione. UBI Banca ha poi delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-servicer, le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da ciascun Originator (con esclusione della gestione dei portafogli di propria pertinenza e dei rapporti passati a sofferenza, presi in carico dall’Area Recupero Crediti della Capogruppo).

Il ruolo di Account Bank e Paying Agent è svolto da The Bank of New York Mellon (Luxembourg) S.A., mentre il Rappresentante degli Obbligazionisti è BNY Mellon Corporate Trustee Services Limited. Il ruolo di Asset Monitor, esplicitamente previsto dalla normativa per questo tipo di operazioni, è svolto da BDO Italia S.p.A. Il Programma da 15 miliardi è inoltre valutato da parte di due agenzie di rating: Moody’s, presente fin dalla prima emissione nell’ambito del programma, e DBRS, che ha sostituito Fitch nel corso dell’ultimo trimestre del 2015.

91 La società viene consolidata da UBI Banca nel Bilancio Consolidato di Gruppo, secondo le norme contabili vigenti.

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Gli adeguamenti organizzativi e le procedure di controllo Il testo che segue fornisce un’informativa di sintesi sulla nuova struttura organizzativa ed i processi di gestione del Programma di Obbligazione Bancarie Garantite approvati nell’esercizio 2013. Il testo è stato redatto sulla base di quanto presentato nella Relazione Programma presentata al Consiglio di Gestione il 15.01.2013, del 28.01.2014 e del 24.02.2015, nonché quanto indicato nella circolare di Gruppo 415/2013 “Revisione dei processi relativi al Primo Programma di Covered Bond”.

Il sistema organizzativo attualmente adottato nel Gruppo UBI per la strutturazione e gestione dei Programmi di obbligazioni bancarie garantite è il risultato di una generale revisione organizzativa attuata nell’esercizio 2013 come frutto della evoluzione dei processi di emissione e gestione sperimentati nel corso dei primi anni di vita del Programma.

Si distinguono, in tale sistema, due ambiti di attività: 1) il primo ambito riguarda le attività necessarie per l’allestimento del Programma, che vengono attuate una tantum nella fase propedeutica all’emissione dei titoli, di cui si fornisce di seguito una descrizione sintetica: le ipotesi di strutturazione di un nuovo Programma vengono valutate dai competenti Comitati interni di UBI Banca ed approvate nelle loro linee di indirizzo dal Consiglio di Gestione; segue l’individuazione dei soggetti esterni che dovranno assistere la Capogruppo nella strutturazione e l’emissione del Programma (Studi Legali, Arranger, Asset Monitor, Agenzie di Rating); la definizione degli asset che dovranno far parte del portafoglio e la definizione della contrattualistica relativa all’operazione da parte di strutture interne ed esterne alla banca. Successivamente si procede a: • la costituzione della Società Veicolo e le attività necessarie alla cessione degli attivi al veicolo ed alla corretta segregazione patrimoniale del portafoglio a garanzia; • l’attribuzione del Rating al Programma, inclusa la site visit da parte delle Agenzie di Rating; • la presentazione della Relazione di Compliance del Programma.

2) il secondo ambito riguarda invece le attività ricorrenti per la gestione, monitoraggio e controllo, che sono organizzate nei quattro macro processi che si descrivono di seguito: A. Pianificazione annuale: la definizione delle emissioni di Covered Bond da effettuarsi nell’anno viene fatta dalle competenti strutture di UBI Banca nell’ambito della più generale definizione delle modalità di copertura delle esigenze di liquidità, sulla base degli indirizzi strategici e con gli obiettivi di crescita e di rischio espressi dai competenti Organi Aziendali. Alla definizione del planning annuale sulle emissioni segue la fase di analisi annuale volta a definire l’ammontare del collateral che il Gruppo dovrà essere in grado prospetticamente di assicurare per garantire le emissioni in essere e quelle future previste. Il Consiglio di Gestione della Capogruppo, previa verifica da parte dei competenti Comitati interni, è quindi chiamato a deliberare annualmente in merito a: • Cessioni di nuovi mutui da parte delle Banche Originator partecipanti al Programma ed eventuali riacquisti; • Nuove emissioni di Covered Bond. B. Cessioni periodiche di attivi alla Società Veicolo: in base alle linee guida definite come da punto precedente, vengono identificati in dettaglio i portafogli di attivi da cedere. Le competenti strutture della Capogruppo, con il supporto degli Studi Legali e degli Arranger ove necessario, predispongono quindi la documentazione contrattuale, effettuano i controlli preventivi e procedono agli adempimenti tecnici necessari per la segregazione e corretta gestione dei portafogli da parte dei Servicer e Sub-servicer. Le Banche Originator inoltre, provvedono ad integrare i Finanziamenti Subordinati per quanto necessario in relazione all’ammontare dei nuovi portafogli ceduti. C. Emissione di nuove obbligazioni bancarie garantite: nell’ambito delle emissioni pianificate secondo quanto descritto ai punti precedenti, le competenti strutture di UBI Banca definiscono le caratteristiche dell’emissione e costituiscono il Sindacato di Banche dealers partecipanti all’emissione; quindi si dà l’avvio all’emissione con

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raccolte degli ordini dagli investitori istituzionali al termine della quale vengono formalizzati quantità e prezzo di emissione. A seguire si predispone, con il supporto degli Studi Legali e degli Arranger, la documentazione legale che sarà oggetto di firma fra le parti entro la valuta di decorrenza dell’emissione. D. Gestione on going del Programma di emissione: questo macro processo regola le attività necessarie alla gestione nel quotidiano dei portafogli ceduti alla SPV, al regolamento dei flussi finanziari, all’espletamento dei controlli previsti dalla normativa ed alla produzione dell’informativa obbligatoria e per i mercati92. Questi i principali sottoprocessi, attuati dalle competenti strutture della Capogruppo (che agisce in qualità di Master Servicer, Calculation Agent e Cash Manager del Programma), o delle Banche Rete (in qualità di Sub-Servicer): • Regolamento giornaliero dei flussi finanziari rivenienti dal portafoglio a garanzia; • Determinazione mensile dei Test di Efficacia; • Determinazione della cascata dei pagamenti mensile e gestione della liquidità; • Produzione dell’informativa periodica alle varie controparti, agli investitori (nel rispetto dei requisiti di disclosure richiesti dalla normativa di vigilanza ai fini del trattamento prudenziale delle OBG) ed alle Agenzie di Rating; • Regolamento delle cedole delle emissioni in essere (con cadenza annuale o infra-annuale a seconda dell’emissione); • Determinazione (con cadenza semestrale) dei controlli previsti dalla normativa per monitorare i requisiti atti a garantire la qualità e l’integrità degli attivi ceduti a garanzia e valutazione dell’eventuale riacquisto di attivi non più eligible. I regolamenti e le normative interne di Gruppo disciplinano in dettaglio gli attori e le singole attività dei processi sopra delineati.

I rischi connessi con l’operazione: Nel corso degli esercizi 2012 e 2013 la Banca ha provveduto ad una revisione dell’analisi dei rischi individuati in sede di approvazione del Programma nel giugno 2008, e ha elaborato una nuova mappatura degli stessi; con cadenza annuale, successivamente, la Banca procede ad una verifica ed aggiornamento dell’analisi dei rischi, in considerazione anche dell’evoluzione normativa in materia. L’elenco di rischi qui di seguito individuati è derivato dell’attuale framework regolamentare (comunitario ed italiano) e fa riferimento alle attuali metodologie delle agenzie di rating. Le diverse tipologie di rischio sono ricondotte alle 4 seguenti macro categorie: 1. Rischio downgrade di UBI Banca, che comprende il rischio relativo ai contratti swap in cui UBI Banca è controparte ed il rischio relativo alle attività di Account Bank svolte da UBI Banca, in quanto in entrambi i casi un eventuale downgrade potrebbe comportare per UBI Banca la perdita della qualità di controparte “eligible” nei ruoli sopra indicati. In particolare, per quanto riguarda il ruolo di Account Bank, in caso di downgrade che comporti il trasferimento dei conti correnti della SPV ad una società terza, il mancato trasferimento immediato su tali conti delle somme incassate rappresenta il c.d. “commingling risk” di cui si tiene conto, secondo quanto indicato, in sede di calcolo dei Test Normativi. 2. Rischio legato ai mutui sottostanti (Collateral): l’emissione di obbligazioni bancarie garantite poggia le basi del suo rating sul credit enhancement fornito dal portafoglio di mutui ceduto a garanzia alla Società Veicolo. I criteri delle agenzie di rating prevedono infatti che l’ammontare del portafoglio mutui a garanzia si mantenga su livelli più alti rispetto al valore delle obbligazioni emesse (c.d. over collateralization). Una diminuzione del livello di over collateralization porterebbe in primis a un downgrade dell’operazione e, nei casi più gravi, al default dell’emittente, nel caso non fosse garantito il livello minimo previsto contrattualmente e/o non fossero superati i test regolamentari. Per fronteggiare questi rischi sono previsti diversi meccanismi all’interno del Programma, quali: il Nominal

92 In merito, ricordiamo che le recenti modifiche delle Disposizioni di Vigilanza (Circolare Banca d’Italia 285/2013 citata) hanno esteso i compiti di controllo, oltre che alle competenti strutture interne di Controllo Rischi dell’Emittente, anche all’Asset Monitor, in termini di verifica della completezza, veridicità e correttezza delle informazioni messe a disposizione degli investitori e di rispetto dei limiti di Loan to Value alla cessione e all’atto dell’aggiornamento dei valori immobiliari (vedi infra Rischi Garanzie Immobiliari).

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Value Test e vari gradi di over-collateralisation, che mirano ad assicurare che la Società Veicolo sia in grado di garantire integralmente le obbligazioni bancarie garantite emesse anche a fronte di alcuni default sugli asset sottostanti; la possibilità di apportare denaro liquido a garanzia delle emissioni (nei limiti del 15% dell’importo complessivo degli attivi detenuti dalla Società Veicolo); la possibilità di inserire nel Portafoglio anche asset con rating più elevato; infine, per quanto riguarda il rimborso del capitale a scadenza da parte della Società Veicolo (in caso di default di UBI Banca), è stata prevista la possibilità di estendere la scadenza delle obbligazioni bancarie garantite di un anno (c.d. soft bullet maturity). In ogni caso è previsto che, con cadenza periodica, le strutture preposte di UBI Banca procedano alla verifica dell’adeguata disponibilità di mutui negli attivi delle banche del Gruppo per garantire la dovuta overcollateralisation a fronte delle obbligazioni bancarie garantite già emesse e di quelle che saranno emesse negli anni a venire. 3. Rischi connessi con la gestione del Programma nel continuo: il Programma coinvolge alcuni soggetti terzi (l’Asset Monitor, i Bank Account Providers, i Trustees, eventuali Swap Providers), per ciascuno dei quali sussiste il rischio che possa divenire inadempiente; al fine di limitare tale rischio sono state previste regole di sostituzione delle controparti al ricorrere di determinati eventi. Il Programma richiede poi una gestione nel continuo di tematiche quali l’attività di servicing, l’attività di investimento, la gestione degli eventuali contratti swap, il calcolo dei test regolamentari e la produzione di reportistica. L’adozione del modello organizzativo di cui si è dato conto nelle pagine precedenti ha permesso un ulteriore miglioramento nella gestione dei processi e dei rischi operativi correlati ed ha incrementato i punti di presidio e controllo grazie ad una più dettagliata attribuzione di responsabilità formalizzate sulle competenti strutture di Capogruppo. 4. Rischi legali, fra i quali si segnala, per la particolare struttura Multi Originator del Programma UBI Banca, il Rischio di cross-collateralization: la partecipazione al Programma di più Banche Originator fa sì infatti che tutte le Banche Cedenti concorrano, pari passu tra loro, quali creditori subordinati della Società Veicolo e, soprattutto, assumano l’obbligo di ripristinare il portafoglio ai livelli previsti dai test in caso di violazione degli stessi, anche qualora la violazione non sia dovuta ad asset di propria pertinenza. Per mitigare tale rischio, la documentazione contrattuale prevede che, qualora la Banca Cedente tenuta a reintegrare gli attivi non adempia a tale obbligo, sarà tenuta in prima istanza la Capogruppo ad integrare il portafoglio fino al raggiungimento del livello di over-collateralization richiesto, mentre le altre Banche Cedenti si troveranno a dover integrare il portafoglio solo qualora anche la Capogruppo non vi provveda.

In sede di Relazione al Programma 2015, tenuto conto anche delle evoluzioni normative intercorse, sono state formalizzate le due ulteriori categorie di rischio di seguito descritte: 5. Rischi Fiscali, a loro volta suddivisi in due sottocategorie: a) impatti fiscali da cessione di asset: la legge istitutiva delle Obbligazioni Bancarie Garantite (L.130/1999, art. 7 bis) sancisce che le cessioni di asset alla Società Veicolo si considerano come non effettuate dal punto di vista fiscale laddove si verifichi, fra le altre, la condizione dell’identità fra il prezzo di cessione e l’ultimo valore di iscrizione degli attivi ceduti nel bilancio della Banca Cedente. Dal momento che le cessioni di attivi hanno luogo generalmente in un momento successivo alla data di riferimento dell’ultimo bilancio approvato delle Banche Cedenti, si è adottata l’interpretazione prevalente secondo cui, per la determinazione del prezzo di cessione, occorre riferirsi al valore di bilancio, ridotto delle quote capitale medio tempore incassate ed aumentato dei ratei di interessi maturati alla data di cessione, per tener conto della naturale dinamica finanziaria degli asset ceduti93. b) IVA sulle commissioni di servicing: secondo una prima posizione assunta, in talune occasioni, da parte dell’Agenzia delle Entrate, le commissioni per la gestione e l’incasso dei crediti (diversi dai crediti a sofferenza) corrisposte dalla Società Veicolo alla Banca Cedente che agisce in qualità di Servicer o Sub-servicer del Programma di Covered Bond, dovrebbero essere assoggettate ad IVA con aliquota ordinaria anziché esenti IVA. Tale interpretazione prendeva le mosse da una sentenza della Corte di

93 Cfr. Disposizioni di Vigilanza delle Banche – Circ. 285/2013 – Parte Terza – Cap. 3

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Giustizia Europea secondo la quale l’attività di gestione ed incasso crediti si qualificherebbe in generale come “attività di recupero crediti”, e come tale imponibile IVA, a prescindere dal fatto se i crediti gestiti siano a sofferenza o meno, ed ha dato origine ad alcune contestazioni in capo al Gruppo UBI così come ad altri primari gruppi bancari che utilizzano i medesimi strumenti con analoghe strutture. Il Gruppo UBI, nella piena convinzione della correttezza del proprio operato, ha proposto ricorso avverso gli avvisi di accertamento in merito pervenuti. Nelle more dei giudizi pendenti, il 17 novembre 2016 l’Agenzia delle Entrate ha emanato la risoluzione n. 106/E con cui, a fronte di una richiesta di consulenza giuridica presentata dall’ABI, ha riconosciuto come esenti da IVA le commissioni per la gestione e l’incasso dei crediti (diversi dai crediti in sofferenza) corrisposte dalla Società Veicolo alla Banca Cedente che agisce in qualità di Servicer o Sub-Servicer. In virtù di tale documento di prassi, quindi, il Gruppo UBI sta procedendo ad indirizzare, ai competenti rami dell’Agenzia delle Entrate, apposite istanze di annullamento in autotutela dei provvedimenti impositivi oggetto dei contenziosi in essere. 6. Rischio Garanzie Immobiliari: come previsto normativamente, la banca provvede all’aggiornamento su base semestrale del valore dei beni a garanzia degli asset ceduti. Il rischio in esame risiede nel possibile decremento del valore delle garanzie, che può portare ad una esclusione totale o parziale del finanziamento dal calcolo dei Test. Il valore aggiornato delle garanzie determina infatti il calcolo del Loan to Value corrente (debito residuo in essere rapportato al valore corrente della garanzia) e qualora tale indicatore superi la soglia dell’80%, la parte di finanziamento eccedente tale soglia non può essere ammessa nel calcolo dei Test. Inoltre, nel caso in cui il rapporto fra valore aggiornato della garanzia e quello della perizia immobiliare più recente sia inferiore al 70%, il finanziamento deve essere escluso totalmente dal calcolo dei Test, a meno che non venga effettuata una nuova perizia tecnica entro tre mesi. In merito si segnala che, oltre ai controlli periodici attribuiti normativamente all’Asset Monitor, le strutture di Controllo di Rischi del Gruppo UBI procedono ad una verifica con cadenza mensile dei valori di Loan to Value, ed i processi organizzativi prevedono che le situazioni anomale rilevate vengano tempestivamente segnalate alle strutture competenti per attuare i necessari interventi correttivi.

Il progetto di fusione “Banca Unica” e le modifiche al Programma Il progetto di Fusione in “Banca Unica” ha comportato alcune modifiche alla struttura attualmente in essere del Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite, come sopra descritta. In particolare, ad oggi, continuano a far parte del Programma in qualità di Banche Cedenti e Finanziatori Subordinati, soltanto due soggetti, UBI Banca e IW Bank che continuano rispettivamente a svolgere il ruolo di Master Servicer e di Sub-Servicer ai sensi del Contratto Quadro di Servicing. Pertanto UBI Banca si occupa dell’attività di gestione, amministrazione e riscossione dei Crediti inclusi nel portafoglio UBI (come risultante dall’incorporazione dei portafogli ceduti da ciascuna delle Banche Rete Incorporate in seguito alla relativa fusione) e IW Bank continuerà a svolgere tali attività in virtù della delega conferita dal Master Servicer ai sensi del Contratto Quadro di Servicing in relazione ai portafogli ceduti dalla stessa banca.

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L’evoluzione del Programma Residenziale di Covered Bond UBI Banca Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca ha avviato il programma da dieci miliardi di emissioni di obbligazioni bancarie garantite nel luglio 2008 effettuando le prime cessioni di mutui da parte di due banche del Gruppo, Banco di Brescia e Banca Regionale Europea, per un valore complessivo, a tale data, di 2 miliardi di euro. Successivamente, nel corso degli esercizi 2008 - 2010, tutte le banche rete del Gruppo sono entrate a far parte del programma cedendo progressivamente quote dei propri attivi; ulteriori cessioni di attivi sono state poi concluse in ciascuno degli esercizi successivi. In particolare, per quanto riguarda l’esercizio 2017, segnaliamo che in data 30 aprile 2017, con efficacia contabile ed economica dal successivo 1 maggio, è stata perfezionata da parte di UBI Banca una nuova cessione di attivi, per un ammontare di 1.687 milioni di euro.

CESSIONI DI ATTIVI A UBI CESSIONE DI CUI UBI DI CUI FINANCE – ANNO 2017 TOTALE BANCA IW BANK (dati in migliaia di euro)

cessione del 01/05/2017 1.686.979 1.686.979 0

totale cessioni 2017 1.686.979 1.686.979 0

Nota: il portafoglio ceduto da UBI Banca include i portafogli ceduti dalle società incorporate nel 2016/2017.

Alla data del 31 dicembre 2017 il portafoglio di mutui ceduto a garanzia delle emissioni, che contabilmente è rimasto iscritto negli attivi di ciascuna banca cedente, ammontava a 14,058 miliardi di euro complessivi in termini di debito residuo capitale.

La tabella seguente espone, la distribuzione del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31.12.2017, secondo la classificazione utilizzata nella documentazione dell’operazione OBG:

TIPOLOGIA DI CREDITI - dati al PORTAFOGLIO DI CUI UBI DI CUI IW 31/12/2017 (Debito residuo COMPLESSIVO BANCA BANK capitale - in migliaia di euro)

Performing loans 12.225.578 12.092.652 132.926

Arrears loans 1.145.119 1.111.603 33.516

Collateral Portfolio 13.370.697 13.204.254 166.443

Defaulted Loans 687.321 676.149 11.171

Totale portafoglio UBI Finance 14.058.017 13.880.404 177.614

(*) Nota: il portafoglio ceduto da UBI Banca include i portafogli ceduti dalle società incorporate nel 2016/2017.

Nel corso dell’esercizio 2017 tale portafoglio ha generato incassi complessivi per 1,967 miliardi di euro, così ripartiti fra UBI Banca ed IW Bank:

DI CUI INCASSI PORTAFOGLIO DI CUI IW UBI (dati in migliaia di euro) COMPLESSIVO BANK BANCA

incassi esercizio 2017 1.967.970 1.940.562 27.408

(*) Nota: gli incassi del portafoglio ceduto da UBI Banca includono anche gli incassi sui portafogli ceduti dalle società incorporate nel 2016/2017.

Nell’ambito del plafond di emissioni previste dal Programma, che come già ricordato è stato innalzato dai dieci miliardi iniziali a quindici miliardi, UBI Banca ha emesso Obbligazioni bancarie garantite per complessivi 11,352 miliardi di euro (titoli in essere al 31.12.2017); nella tabella seguente si riportano le caratteristiche delle singole emissioni:

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N. serie Data di Data di Capitale ISIN Denominazione Mercato (*) emissione scadenza (**)

2 IT0004558794 UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019 16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000 Investitori istituzionali

3 IT0004599491 UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 102.272.732 privata - BEI

6 IT0004682305 UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000 Investitori istituzionali

12 IT0004966195 UBI BANCA 3,125% CB due 14/10/2020 14/10/2013 14/10/2020 1.500.000.000 Investitori istituzionali

14 IT0004992878 UBI BANCA 3,125% CB due 05/02/2024 05/02/2014 05/02/2024 1.000.000.000 Investitori istituzionali

17 IT0005067076 UBI BANCA 1,25% CB due 07/02/2025 07/11/2014 07/02/2025 1.000.000.000 Investitori istituzionali

18 IT0005140030 UBI BANCA 1% CB due 27/01/2023 27/10/2015 27/01/2023 1.250.000.000 Investitori istituzionali

19 IT0005155673 UBI BANCA TV CB due 14/12/2022 14/12/2015 14/12/2022 500.000.000 Retained

20 IT0005175465 UBI BANCA TV CB due 31/03/2022 31/03/2016 31/03/2022 1.000.000.000 Retained

21 IT0005202343 UBI BANCA TV CB due 23/12/2018 23/06/2016 23/12/2018 750.000.000 Retained

22 IT0005215147 UBI BANCA 0,375% CB due 14/09/2026 14/09/2016 14/09/2026 1.000.000.000 Investitori istituzionali

23 IT0005283491 UBI BANCA 1,125% CB due 04/10/2027 04/10/2017 04/10/2027 1.250.000.000 Investitori istituzionali

Totale emissioni in essere al 31/12/2017 11.352.272.732

Note: (*) si espongono solo le emissioni in essere alla data di riferimento del bilancio. Per completezza segnaliamo, in merito alle serie estinte, che le emissioni serie n. 9, 10 e 11 (retained) sono state estinte per naturale scadenza nel febbraio 2014; le emissioni n. 13 e 16 (entrambe retained) sono state estinte anticipatamente nel corso del 2015, mentre la emissione n.5 (pubblica) è scaduta naturalmente nell'ottobre 2015. Nel corso del 2016 sono scadute le emissioni n.1 e n. 7 (pubbliche), mentre sono state estinte anticipatamente l'emissione n.8 (Privata BEI) e la n.15 (retained). Nel 2017 (15/09/2017) è stata estinta l’emissione n. 4. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Per completezza di informazione si segnala che in data 15 Gennaio 2018 è stata fatta una nuova emissione in due tranche: la prima per 500 milioni di euro con scadenza Luglio 2024 e la seconda per pari controvalore con scadenza gennaio 2030. Nella tabella seguente si riportano le caratteristiche delle singole emissioni: Data di N. serie ISIN Denominazione Data di emissione Capitale Mercato scadenza 24 IT0005320673 UBI BANCA 0,50% CB due 15/07/2024 15/01/2018 15/07/2024 500.000.000 Investitori istituzionali

25 IT0005320665 UBI BANCA 1,250% CB due 15/01/2030 15/01/2018 15/01/2030 500.000.000 Investitori istituzionali

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2017, rating pari ad Aa2 da parte di Moody’s e ad AA (low) da parte di DBRS.

I rapporti con la società veicolo UBI Finance Si redige la presente sezione - per quanto non già indicato nei paragrafi precedenti - relativamente alla Società Veicolo UBI Finance s.r.l., in ottemperanza a quanto richiesto dall’IFRS12 come informativa sui rapporti con le società strutturate non consolidate, in considerazione del fatto che il relativo consolidamento viene effettuato nell’ambito del Bilancio Consolidato della Capogruppo. Come già ricordato più sopra, l’impostazione contabile adottata in osservanza dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, comporta la non cancellazione dall’attivo di bilancio delle Banche Originator dei finanziamenti ceduti alla società veicolo (c.d. “non derecognition” degli attivi). Parimenti, le componenti economiche e valutative relative ai finanziamenti ceduti ma non cancellati continuano a figurare nelle specifiche voci di costo e ricavo del conto economico, come se l’operazione di cessione non fosse stata effettuata. Coerentemente con tale impostazione contabile, gli altri rapporti attivi/passivi ed economici fra la Banca e la società veicolo vengono esposti, per sbilancio, nelle voci “residuali” di Stato Patrimoniale e Conto Ecomomico (“150 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale” e “190 Altri oneri e proventi” di Conto Economico), ed il relativo saldo va a rappresentare le componenti nette di credito/debito e costo/ricavo che la Banca vanta nei confronti della

202

società veicolo, ulteriori rispetto a quanto già rappresentato dai valori relativi ai finanziamenti ceduti e non cancellati, esposti a voce propria. Si fa rimando alle apposite sezioni della Nota Integrativa per l’ammontare delle poste di cui sopra, iscritte fra le Altre Attività e fra gli Altri Oneri e Proventi; nelle pagine seguenti, in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa, si riporta l’informativa di dettaglio sulle principali interessenze della Banca con la società veicolo UBI Finance in relazione al Programma di Covered Bond da 15 miliardi.

Attivi ceduti - valore di bilancio Si riporta nella tabella seguente l’ammontare del portafoglio cartolarizzato ceduto ad UBI Finance da IW Bank alla società veicolo UBI Finance, secondo il valore di bilancio esposto nella voce “70 Crediti verso Clientela” nell’attivo dello Stato Patrimoniale; la classificazione segue la distribuzione del portafoglio ceduto in base alla classificazione di bilancio di ciascun Originator.

Valore di bilancio al TIPOLOGIA DI CREDITI 31/12/2017 (migliaia di euro)

Esposizioni non deteriorate 135.931

Esposizioni scadute non deteriorate 34.683

Esposizioni scadute deteriorate 247

Inadempienze probabili 4.315

Sofferenze 3.513

TOTALE Attivi ceduti da IWBANK ad UBI Finance 178.690

Per l’ammontare delle attività trasferite nell’esercizio, si fa rimando a quanto indicato in precedenza.

Finanziamento Subordinato Come indicato più sopra, ciascuna Banca Cedente - in qualità di Banca Finanziatrice - eroga alla società veicolo, in occasione di ogni cessione di attivi, una quota del prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento da parte della stessa SPV del prezzo di acquisto degli asset ceduti in qualità di Banca Originator.

Per l’esercizio 2017 IW Bank non ha erogato finanziamenti ad UBI Finance; il valore totale al 31.12.2017 (in termini di Debito Residuo Capitale) del Finanziamento Subordinato vantato da IW Bank verso UBI Finance è pari a 181,46 milioni di euro di Debito Residuo Capitale.

Il valore contabile del Finanziamento Subordinato al 31.12.2017 confluisce nel saldo netto delle poste iscritte a voce “150 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale, e rappresenta la massima esposizione alla perdita derivante dalla partecipazione della Banca al Programma di Covered Bond, nel caso in cui si attivasse la garanzia prestata dalla società veicolo e i flussi finanziari derivanti dai portafogli ceduti a garanzia venissero utilizzati per rimborsare gli investitori, e non fossero quindi disponibili, in tutto o in parte, per la restituzione agli Originator dei Finanziamenti Subordinati. La capacità di rimborso di tale finanziamento dipende dall’incasso dei crediti del portafoglio segregato ceduti alla società veicolo da ciascuna banca; coerentemente con l’impostazione contabile adottata, nel bilancio della banca si è proceduto a valutare direttamente il portafoglio sottostante, iscritto nella voce “70 Crediti verso Clientela” nell’attivo dello Stato Patrimoniale, come più sopra indicato. Allo stato attuale, in considerazione dell’andamento dei rimborsi da parte dell’emittente UBI Banca non esiste alcun rischio in merito. Su tale Finanziamento Subordinato gli interessi di competenza dell’esercizio 2017, che come indicato, sono ricompresi nel saldo della voce “190 Altri oneri e proventi” di Conto Economico, ammontano a 10,46 milioni di euro mentre l’ammontare del Finanziamento rimborsato nell’anno, a valere sugli incassi capitale a disposizione della società veicolo, ammonta complessivamente a 26,5 milioni di euro.

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Attività di Servicing - Sub-servicing Per le attività di sub-servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto, per quanto di competenza dell’esercizio 2017, IW Bank ha percepito dalla società veicolo UBI Finance compensi pari a 72 mila euro. Il valore contabile dei compensi di competenza per le attività di Servicing e Sub-Servicing sui portafogli ceduti è iscritto nel saldo della voce “190 Altri oneri e proventi” di Conto Economico

Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 5 miliardi - “Programma Retained” Nel corso del primo semestre 2012 è stata perfezionata la strutturazione di un nuovo programma di obbligazioni bancarie garantite, finalizzato ad emettere nuovi titoli obbligazionari che saranno “retained”, ovvero saranno sottoscritti dalla stessa UBI Banca e saranno utilizzati per la stanziabilità in Banca Centrale Europea andando a rafforzare il pool di attivi rifinanziabili a disposizione del Gruppo.

A tal fine è stata appositamente costituita una nuova Società Veicolo denominata UBI Finance CB2 S.r.l., anch’essa partecipata al 60% da UBI Banca94, che riveste la funzione di garante delle emissioni della nuova serie di Covered Bond. Ad UBI Finance CB2 S.r.l. vengono ceduti dalle banche del Gruppo principalmente mutui commerciali e, in aggiunta, mutui residenziali eleggibili per la normativa nazionale ma non contemplati nelle metodologie delle Agenzie di rating per il primo programma. Infatti, diversamente da quanto effettuato in relazione al Programma Residenziale, il Programma Retained è stato inizialmente strutturato senza prevedere una valutazione da parte delle Agenzie di Rating e pertanto ha beneficiato soltanto dei rating senior della Capogruppo UBI Banca. L’agenzia Fitch ha attribuito, a fine 2013, un rating anche al Programma da 5 miliardi; il rating era pari a BBB+. Nel corso dell’esercizio 2015 si è proceduto alla sostituzione dell’agenzia Fitch con l’agenzia DBRS, la quale ha attribuito un rating pari ad “A (low)”, innalzato poi nel corso del 2016 al valore di “A”. A valere su tale programma, UBI Banca potrà emettere Obbligazioni Bancarie Garantite per un importo complessivo di tempo in tempo in essere non superiore ad Euro 5 miliardi.

Anche per questo secondo programma, il Consiglio di Gestione ha:  individuato gli obiettivi del programma e della prima emissione;  individuato la struttura base dell’operazione, esaminando il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria dell’operazione ed i test;  valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti di natura organizzativa, informatica, considerando che tali interventi erano già stati realizzati per garantire il corretto presidio dei rischi relativi al primo programma;  valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;  valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo;  valutato i profili giuridici del Programma.

Si fa rimando a quanto indicato più sopra in merito al Programma Residenziale per quanto riguarda gli aspetti strutturali, organizzativi ed i rischi dell’operazione95; ci si limita a segnalare che, in considerazione della natura retained del programma da 5 miliardi, non sono stati al momento stipulati contratti di asset o liability swap. Inoltre, il ruolo di Account Bank estera, svolto da UBI Banca International fino a tutto il mese di luglio 2015, è stato successivamente demandato a BNP Paribas Securities Services, London Branch.

94 La società viene consolidata da UBI Banca nel Bilancio Consolidato di Gruppo, secondo le norme contabili vigenti. 95 Per completezza si ricorda che il limite di Loan to Value per l’ammissibilità delle garanzie è, per i mutui commerciali, pari al 60%.

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Il progetto di fusione “Banca Unica” e le modifiche al Programma Anche per il Programma “Retained” il progetto di Fusione in “Banca Unica” ha comportato alcune modifiche alla struttura. Analogamente a quanto già indicato per il Programma da 15 miliardi, al termine del processo di Fusione, resteranno come Banche Cedenti e Finanziatori Subordinati soltanto UBI Banca e IW Bank che continueranno a svolgere rispettivamente il ruolo di Master Servicer e IW Bank di Sub-Servicer ai sensi del Contratto Quadro di Servicing, secondo quando già indicato per il Programma da 15 miliardi.

L’evoluzione del Programma Retained di Covered Bond UBI Banca Il portafoglio iniziale a garanzia delle emissioni del Programma Retained è stato ceduto in due tranches nel corso del primo semestre 2012, ed ha interessato attivi per complessivi 3 miliardi di euro. Hanno ceduto i propri attivi Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca di Valle Camonica, Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banco di San Giorgio (poi incorporato in Banca Regionale Europea) e Banca CARIME, mentre UBI Banca ed IWBank hanno effettuato la prima cessione di propri attivi nel mese di dicembre 2015. Nel corso dell’esercizio 2017 si è dato luogo ad una cessione di nuovi portafogli, perfezionata alla fine del mese di maggio (con efficacia contabile 1 giugno). Tale cessione ha interessato attivi per 307,3 milioni di euro complessivi che sono stati ceduti complessivamente da UBI Banca. Nella tabella seguente si riporta il dettaglio degli importi ceduti nel 2017:

CESSIONI DI ATTIVI A UBI DI CUI CESSIONE DI CUI IW FINANCE CB2 – ANNO 2017 UBI TOTALE BANK (dati in migliaia di euro) BANCA

cessione del 01/06/2017 307.311 307.311 0

totale cessioni 2017 307.311 307.311 0

Nota: il portafoglio ceduto da UBI Banca include i portafogli ceduti dalle società incorporate nel 2016/2017.

Il portafoglio ceduto, che – come già per il primo programma - è rimasto contabilmente iscritto negli attivi di ciascuna banca cedente, ammontava al 31 dicembre 2017 a 2,890 miliardi di euro complessivi. Nella tabella seguente si riporta, nel totale e per ciascuna Banca Originator, la distribuzione del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31.12.2017:

TIPOLOGIA DI CREDITI - dati al DI CUI PORTAFOGLIO DI CUI 31/12/2017 (Debito residuo UBI COMPLESSIVO IW BANK capitale - in migliaia di euro) BANCA

Performing loans 2.357.596 2.339.638 17.957

Arrears loans 2.224.855 223.509 1.346

Collateral Portfolio 2.582.451 2.563.148 19.303

Defaulted Loans 3.311.390 311.384 6

Totale portafoglio UBI Finance Cb 2 2.893.841 2.874.532 19.309

Nota: gli incassi del portafoglio ceduto da UBI Banca includono anche gli incassi sui portafogli ceduti dalle società incorporate nel 2016/2017.

Anche per il portafoglio ceduto a UBI Finance CB2, il Master Servicer UBI Banca ha delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-servicer, le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da ciascun Originator, con esclusione dei crediti del portafoglio di propria pertinenza e dei rapporti passati a sofferenza, presi in carico dall’Area Recupero Crediti della Capogruppo.

Di seguito si riporta l’ammontare delle somme complessivamente incassate su ogni portafoglio nell’esercizio 2017:

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DI CUI INCASSI PORTAFOGLIO DI CUI IW UBI (dati in migliaia di euro) COMPLESSIVO BANK BANCA

incassi esercizio 2017 509.653 506.943 2.710

Nota: gli incassi del portafoglio ceduto da UBI Banca includono anche gli incassi sui portafogli ceduti dalle società incorporate nel 2016/2017.

Nell’ambito del Programma sono state fatte due emissioni di Covered Bond nell’esercizio 2012, una nell’esercizio 2014, a cui si è aggiunta una quarta emissione nel secondo semestre del 2015; nel 2016 si è proceduta ad una quinta emissione, perfezionata nel mese di giugno, mentre nel 2017 è stata effettuata una sesta emissione nel mese di dicembre. Alla data di riferimento della presente nota, pertanto, l’ammontare dei titoli complessivamente emessi è pari 2,130 miliardi di euro (valore nominale residuo al 31.12.2017). Non sono state fatte fino ad ora emissioni pubbliche e pertanto tutte le emissioni in essere ad oggi sono “retained” nel portafoglio di UBI Banca.

Si riportano di seguito le caratteristiche delle singole emissioni:

Data di Data di Capitale N. serie ISIN Denominazione Mercato emissione scadenza (*)

1 IT0004818701 UBI BANCA TV CB2 due 28/05/2018 28/05/2012 28/05/2018 180.000.000 Retained

2 IT0004864663 UBI BANCA TV CB2 due 29/10/2022 29/10/2012 29/10/2022 500.000.000 Retained

3 IT0005002842 UBI BANCA TV CB2 due 05/03/2019 05/03/2014 05/03/2019 200.000.000 Retained

4 IT0005122418 UBI BANCA TV CB2 due 14/07/2021 14/07/2015 14/07/2021 650.000.000 Retained

5 IT0005202400 UBI BANCA TV CB2 due 24/06/2022 24/06/2016 24/06/2022 300.000.000 Retained

6 IT0005318560 UBI BANCA TV CB2 due 21/12/2013 21/12/2017 21/12/2023 300.000.000 Retained

Totale emissioni in essere al 31/12/2017 2.130.000.000

Nota: (*) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2017, rating pari ad A da parte di DBRS.

I rapporti con la società veicolo UBI Finance CB2 Analogamente a quanto fatto per il Primo Programma di Covered Bond, si redige la presente sezione - per quanto non già indicato nei paragrafi precedenti - relativamente alla Società Veicolo UBI Finance Cb2 S.r.l., in ottemperanza a quanto richiesto dall’IFRS12 come informativa sui rapporti con le società strutturate non consolidate, in considerazione del fatto che il relativo consolidamento viene effettuato nell’ambito del Bilancio Consolidato della Capogruppo.

Attivi ceduti - valore di bilancio La tabella seguente illustra il portafoglio cartolarizzato ceduto ad UBI Finance CB2 S.r.l. da IW Bank ed iscritto nella voce “70 Crediti verso Clientela” nell’attivo dello Stato Patrimoniale; la classificazione segue la distribuzione del portafoglio ceduto in base alla classificazione di bilancio dell’Originator.

Valore di bilancio al TIPOLOGIA DI CREDITI 31/12/2017 (migliaia di euro)

Esposizioni non deteriorate 18.129

Esposizioni scadute non deteriorate 1.360

Esposizioni scadute deteriorate 0

Inadempienze probabili 4

Sofferenze 0

TOTALE Attivi ceduti da IW BANK ad UBI Finance cb2 19.493

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Per l’ammontare delle attività trasferite nell’esercizio, si fa rimando a quanto indicato più sopra.

Finanziamento Subordinato Per l’esercizio 2017, IW Bank non ha erogato finanziamenti ad UBI Finance CB2 S.r.l.; il valore totale al 31.12.2017 (in termini di Debito Residuo Capitale) del Finanziamento Subordinato vantato IW Bank verso UBI Finance CB2 S.r.l. è pari a 20,7 milioni di euro di Debito Residuo Capitale.

Come per il Programma da 15 miliardi, il valore contabile del Finanziamento Subordinato al 31.12.2017 confluisce nel saldo netto delle poste iscritte a voce “150 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale, e rappresenta la massima esposizione alla perdita derivante dalla partecipazione della Banca al Programma di Covered Bond, nel caso in cui si attivasse la garanzia prestata dalla società veicolo e i flussi finanziari derivanti dai portafogli ceduti a garanzia venissero utilizzati per rimborsare gli investitori, e non fossero quindi disponibili, in tutto o in parte, per la restituzione agli Originator dei Finanziamenti Subordinati. La capacità di rimborso di tale finanziamento dipende dall’incasso dei crediti del portafoglio segregato ceduti alla società veicolo da ciascuna banca; coerentemente con l’impostazione contabile adottata, nel bilancio della banca si è proceduto a valutare direttamente il portafoglio sottostante, iscritto nella voce “70 Crediti verso Clientela” nell’attivo dello Stato Patrimoniale, come più sopra indicato. Anche per il Programma “retained”, allo stato attuale, in considerazione dell’andamento dei rimborsi da parte dell’emittente UBI Banca non esiste alcun rischio in merito. Su tale Finanziamento Subordinato gli interessi di competenza dell’esercizio 2017, che come indicato, sono ricompresi nel saldo della voce “190 Altri oneri e proventi” di Conto Economico, ammontano a 278 mila euro, mentre l’ammontare del Finanziamento rimborsato nell’anno, a valere sugli incassi capitale a disposizione della società veicolo, ammonta a 2 milioni di euro.

Attività di Servicing - Sub-servicing Per le attività di sub-servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto, per quanto di competenza dell’esercizio 2017, IW Bank ha percepito dalla società veicolo UBI Finance CB2 S.r.l. compensi pari a 8 mila euro. Il valore contabile dei compensi di competenza per le attività di Servicing e Sub-Servicing sui portafogli ceduti è iscritto, anche in questo caso, nel saldo della voce “190 Altri oneri e proventi” di Conto Economico.

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F. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

Sezione 2 Rischi di mercato

2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali

Ai fini della compilazione della presente sezione si considerano esclusivamente gli strumenti finanziari rientranti nel “portafoglio di negoziazione di vigilanza”, come definito nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza sui rischi di mercato. Conseguentemente, sono escluse eventuali operazioni allocate in bilancio nel portafoglio di negoziazione ma non rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese nell’informativa relativa al “portafoglio bancario”.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Si veda il successivo paragrafo A. “Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse”.

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Informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari

Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi Da oltre 1 anno Da oltre 5 anni Durata Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesi Oltre 10 anni fino a 6 mesi fino a 1 anno fino a 5 anni fino a 10 anni indeterminata

1. Attività per cassa ------1.1 Titoli di debito ------con opzione di rimborso anticipato ------altri ------1.2 Altre attività ------2. Passività per cassa ------2.1 P.C.T. passivi ------2.2 Altre passività ------3. Derivati finanziari - (4) ------3.1 Con titolo sottostante ------Opzioni ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------Altri derivati ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------3.2 Senza titolo sottostante - (4) ------Opzioni ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------Altri derivati - (4) ------+ Posizioni lunghe - 11.922 ------+ Posizioni corte - 11.926 ------

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2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione

Atteso l’importo irrilevante delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari si omette la trattazione della tabella.

3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di analisi della sensitività

Si segnala che IW Bank Private Investment non possiede posizioni significative negli strumenti elencati.

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2.2 Rischio di tasso di interesse e di prezzo - Portafoglio bancario

Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non compresi nel portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1.

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono: • sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow risk); • sul valore attuale netto degli assets e delle liabilities, impattando sul valore attuale dei cash flows futuri (fair value risk).

Il controllo e la gestione del rischio di tasso di interesse strutturale - da fair value e da cash flow - vengono effettuati in modo accentrato dalla Capogruppo, all’interno del framework definito annualmente della Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca che individua metodologie e modelli di misurazione, limiti o soglie di attenzione riguardo al margine di interesse e alla sensitivity del valore economico del Gruppo. La misurazione, il monitoraggio ed il reporting dell’esposizione al rischio tasso di interesse sono effettuati a livello consolidato ed individuale dall’Area Capital & Liquidity Risk Management della Capogruppo, che provvede su base mensile: • ad effettuare un’analisi di sensitività finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio sulla base di shock paralleli dei livelli dei tassi su tutti i bucket temporali della curva; • ad effettuare, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni siano costanti nel corso del periodo), una simulazione di impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso, considerando l’effetto derivante dall’elasticità delle poste a vista;

Sulla base dell’informativa periodicamente prodotta, il servizio ALM della Capogruppo provvede a porre in essere le opportune manovre al fine di evitare lo sconfinamento dei limiti ed eventualmente delle soglie di early warning. L’esposizione al rischio di tasso viene misurata, attraverso modelli di Gap analysis e Sensitivity analysis, su tutti gli strumenti finanziari, attivi e passivi, non inclusi nel portafoglio di negoziazione ai sensi della normativa di vigilanza. L’analisi di sensitivity del valore economico include una stima degli impatti derivanti dal fenomeno di estinzione anticipata di mutui e prestiti, indipendentemente dalla presenza di opzioni di rimborso anticipato definite contrattualmente. Ad essa è affiancata una stima della variazione del margine di interesse. L’analisi di impatto sul margine di interesse viene sviluppata su un orizzonte temporale di 12 mesi, tenendo in considerazione sia la variazione del margine sulle poste a vista (comprensiva del fenomeno della vischiosità), sia quella sulle poste a scadenza. In tale analisi viene inoltre inclusa una stima dell’effetto reinvestimento/rifinanziamento dei flussi in scadenza. La Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca 2017 stabilisce, per la Sensitivity delle poste a scadenza e delle poste a vista rappresentate mediante il modello comportamentale, un livello Target pari al 7,5% del totale Fondi Propri individuali ed un Early Warning pari all’10%. Il valore da confrontare con la soglia di attenzione è dato dal valore assoluto della Sensitivity negativa che deriva dalla applicazione di due scenari distinti di tasso (shock parallelo di +/-100 b.p. della curva dei tassi). Nello scenario di riduzione dei tassi di interesse, è stato posto un vincolo alla negatività degli stessi pari a -75 bps. Nella medesima Policy, inoltre, è stato previsto un limite all’esposizione complessiva, valutata nello scenario standard pro-tempore vigente definito dalla normativa prudenziale. L’attuale scenario di riferimento è dato da uno shock istantaneo e parallelo di +/- 200 bps sull’intero perimetro delle poste di banking book, ipotizzando un vincolo di non negatività sul livello dei tassi di interesse. Nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico della banca

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superiore al 20% dei fondi propri, la Banca Centrale Europea e la Banca d’Italia approfondiscono i risultati, riservandosi di adottare opportuni interventi. Il rispetto dei limiti individuali è perseguito dalle Società del Gruppo tramite contratti derivati di copertura conclusi con la Capogruppo. UBI Banca procede eventualmente alla chiusura delle posizioni con controparti esterne al Gruppo, operando coerentemente con gli indirizzi strategici e nell’ambito dei limiti consolidati definiti dagli Organi di Governo societario.

B. Attività di copertura del fair value

Nel bilancio di IW Bank Private Investment non sono presenti relazioni di copertura del fair value.

C. Attività di copertura dei flussi finanziari

Nel bilancio di IW Bank Private Investment non sono presenti relazioni di copertura di flussi finanziari.

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Informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio bancario distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi a Da oltre 1 anno Da oltre 5 anni Durata Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesi Oltre 10 anni fino a 6 mesi fino a 1 anno fino a 5 anni fino a 10 anni indeterminata

1. Attività per cassa 459.830 1.069.895 749.986 5.713 702.032 39.975 46.156 - 1.1 Titoli di debito 4.097 680.000 709.999 - 669.996 - - - - con opzione di rimborso anticipato ------altri 4.097 680.000 709.999 - 669.996 - - - 1.2 Finanziamenti a banche 348.255 32.839 31.236 - - - - - 1.3 Finanziamenti a clientela 107.478 357.057 8.752 5.713 32.036 39.975 46.156 - - conti correnti 59.627 - - - - 76 - - - altri finanziamenti 47.851 357.057 8.752 5.713 32.036 39.899 46.156 - - con opzione di rimborso anticipato 3.421 357.057 8.752 5.713 32.036 29.637 46.156 - - altri 44.429 - - - - 10.262 - - 2. Passività per cassa 2.856.327 129.425 23.159 187 1.672 2.610 2.790 - 2.1 Debiti verso clientela 2.764.097 29.588 9.801 187 1.672 2.610 2.790 - - conti correnti 2.746.602 ------altri debiti 17.495 29.588 9.801 187 1.672 2.610 2.790 - - con opzione di rimborso anticipato ------altri 17.495 29.588 9.801 187 1.672 2.610 2.790 - 2.2 Debiti verso banche 92.227 88.518 13.358 ------conti correnti 4.246 ------altri debiti 87.981 88.518 13.358 - - - - - 2.3 Titoli di debito 4 11.319 ------con opzione di rimborso anticipato 4 10.001 ------altri - 1.318 ------2.4 Altre passività ------con opzione di rimborso anticipato ------altri ------3. Derivati finanziari (2.506) 2.299 36 87 84 - - - 3.1 Con titolo sottostante ------Opzioni ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------Altri derivati ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------3.2 Senza titolo sottostante (2.506) 2.299 36 87 84 - - - - Opzioni (2.506) 2.299 36 87 84 - - - + Posizioni lunghe 326 2.625 36 87 84 - - - + Posizioni corte 2.833 326 ------Altri derivati ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------4. Altre operazioni fuori bilancio ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------

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2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività

Per IW Bank Private Investment, al 31 dicembre 2017 sono stati rilevati i seguenti livelli di sensitivity:  nello scenario di variazione positiva della curva dei tassi (+100 bp), l’esposizione registrata in termini di sensitivity risulta pari a -2,18 milioni, pari al 2,05% del totale Fondi Propri a fronte di un Early Warning previsto dalla Policy aziendale sui rischi finanziari pari al 10%.  nello scenario di variazione negativa della curva dei tassi (-100 bp), invece, si evidenzia un livello di sensitivity pari a +2,08 milioni di euro

Entrambi i livelli presentati includono, coerentemente con quanto previsto dai documenti di Policy, la modellizzazione del profilo comportamentale delle poste a vista secondo il modello interno stimato.

Con riferimento allo scenario standard definito dalla normativa prudenziale, la tabella sottostante riporta le misure di rischio rilevate. La sensitivity include l’effetto derivante dalla modellizzazione del profilo comportamentale delle poste a vista valutato attraverso il modello interno.

Indicatori di rischiosità - media annua Anno 2017 shift parallelo di +/- 200 bp Riduzione del valore economico / Fondi Propri 0.00%

Indicatori di rischiosità - valori puntuali 31/12/2017 shift parallelo di +/- 200 bp Riduzione del valore economico / Fondi Propri 4.12%

Al 31 dicembre 2017, l’impatto sul margine di interesse, in ipotesi di shift della curva dei tassi di riferimento pari a +100 basis point, è pari a -0,34 milioni di euro, mentre in ipotesi di riduzione degli stessi (-100 b.p.) l’impatto sul margine di interesse è stimato in -3,71 milioni di euro. Tali livelli di esposizione includono gli effetti della stima del profilo comportamentale delle poste a vista in termini di elasticità di trasferimento delle variazioni di tasso dai tassi di riferimento ai tassi interni, che in termini di ritardo temporale di recepimento delle variazioni stesse. Di seguito viene riportato il profilo dei capitali per data di repricing in input al modello interno per il calcolo dell’esposizione al rischio tasso d’interesse.

Profilo del GAP di Periodo

Sbilancio Attivo/Passivo Derivati di copertura

1000

Milioni Estinzioni Anticipate Gap Complessivo

500

0

-500

-1000

-1500 VISTA 1M 3M 6M 1Y 3Y 5Y 7Y 10Y 15Y 20Y Oltre Sbilancio Attivo/Passivo -1213.85 301.39 379.23 674.90 -91.98 330.46 -327.51 -18.39 -25.57 16.77 10.55 3.98 Derivati di copertura 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 Estinzioni Anticipate 0.00 0.23 0.42 0.81 1.32 4.10 2.52 1.22 -0.13 -3.76 -4.08 -2.64 Gap Complessivo -1213.85 301.39 379.23 674.90 -91.98 330.46 -327.51 -18.39 -25.57 16.77 10.55 3.98

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2.3 Rischio di cambio

Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere su tutte le posizioni detenute dalla banca indipendentemente dal portafoglio di allocazione.

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

L’esposizione al rischio cambio viene determinata sulla base della metodologia proposta da Banca Italia ed è quantificata nell’8% della “posizione netta aperta in cambi”, nel caso in cui quest’ultima sia superiore al 2 per cento del totale Fondi Propri.

La “posizione netta aperta in cambi” è determinata: 1. calcolando la posizione netta in ciascuna valuta e in oro; 2. convertendo in euro le posizioni nette sulla base del tasso di cambio o del prezzo per l'oro; 3. sommando, separatamente, tutte le posizioni nette lunghe e tutte le posizioni nette corte.

Il maggiore fra il totale delle posizioni nette lunghe e il totale delle posizioni nette corte costituisce la “posizione netta aperta in cambi”.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

L’operatività sui mercati dei cambi è svolta dalla Tesoreria di Gruppo che opera attraverso strumenti quali operazioni in cambio a termine, forex swap, domestic currency swap e opzioni in cambi, ottimizzando il profilo dei rischi rivenienti dalle posizioni in valuta del Gruppo.

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Informazioni di natura quantitativa

L’esposizione al rischio di cambio, determinata sulla base della metodologia sopra descritta, risulta nulla alla data del 31 dicembre 2017.

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

Valute

Voci DOLLARO STERLINA DOLLARO YEN FRANCO ALTRE U.S.A. INGLESE CANADESE GIAPPONESE SVIZZERO VALUTE

A. Attività finanziarie 7.918 185 27 - 57 60 A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale 1.745 A.3 Finanziamenti a banche 6.172 185 27 57 60 A.4 Finanziamenti a clientela 1 - - A.5 Altre attività finanziarie B. Altre attività 8 2 - 1 1 - C. Passività finanziarie 7.621 187 27 1 58 62 C.1 Debiti verso banche 4.152 1 43 C.2 Debiti verso clientela 3.469 187 27 58 18 C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie D. Altre passività 1 4.103 E. Derivati finanziari 812 ------Opzioni ------+ Posizioni lunghe + Posizioni corte - Altri derivati 812 - - - - - + Posizioni lunghe 5.514 74 424 346 + Posizioni corte 4.702 74 424 346 Totale attività 13.440 261 27 1 483 406 Totale passività 12.324 261 27 1 483 4.510 Sbilancio (+/-) 1.116 - - - - (4.104)

2. Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività

Si veda quanto riportato nella analoga parte relativa al “rischio di tasso di interesse e di prezzo” (sezione 2.1- 2.2).

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2.4 Gli strumenti derivati

A. DERIVATI FINANZIARI

Si precisa che nel portafoglio della Banca non sono presenti derivati finanziari alla data di redazione della presente Nota; pertanto si omettono le tabelle con le relative informazioni quantitative.

A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali

Oltre 1 anno Fino ad 1 Sottostanti/Vita residua e fino a 5 Oltre 5 anni Totale anno anni

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza - - - - A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse - - - - A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale ed indici azionari - - - - A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio ed oro - - - - A.4 Derivati finanziari su altri valori - - - - B. Portafoglio bancario - - - - B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse - - - - B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale ed indici azionari - - - - B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio ed oro - - - - B.4 Derivati finanziari su altri valori - - - - Totale 31/12/2017 - - - - Totale 31/12/2016 1.371 54.195 88.437 144.003

A.10 Derivati finanziari OTC: rischio di controparte/rischio finanziario - Modelli interni

La Banca non utilizza modelli interni per la valutazione del rischio finanziario di controparte dei derivati finanziari OTC.

B. DERIVATI CREDITIZI

Non sono presenti derivati creditizi.

C. DERIVATI FINANZIARI E CREDITIZI

Non sono presenti derivati finanziari e creditizi.

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Sezione 3 Rischio di liquidità

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità si riferisce alla capacità o meno della Banca di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento e/o di raccogliere sul mercato fondi addizionali (funding liquidity risk), oppure alla possibilità che il valore di una eventuale liquidazione di alcune attività differisca significativamente dai correnti valori di mercato (asset liquidity risk). A livello consolidato ed individuale il rischio di liquidità è regolato nell’ambito della Policy a presidio dei Rischi Finanziari che, oltre alla definizione dei limiti di esposizione e delle relative soglie di early warning, declina anche le regole volte al perseguimento ed al mantenimento, mediante politiche di raccolta e impiego coordinate ed efficienti, dell’equilibrio strutturale per le Banche Rete e le Società Prodotto. La Policy ha infine l’obiettivo di rendere omogenee, per tutte le società del Gruppo, sia le modalità di intervento che i criteri di identificazione delle condizioni economiche, individuando eventualmente a priori le specifiche eccezioni. I presidi del rischio di liquidità per conto delle Banche Rete sono accentrati presso la Capogruppo e competono: • all’Area Finanza (presidio di 1° livello) che provvede al monitoraggio giornaliero della liquidità e alla gestione del rischio nell’ambito dei limiti definiti; • all’Area Capital & Liquidity Risk Management (presidio di 2° livello), cui compete la misurazione degli indicatori sintetici di rischio e la verifica periodica del rispetto dei limiti

Con particolare riferimento alla posizione in termini di equilibrio strutturale, il rischio di liquidità è monitorato principalmente attraverso un modello di liquidity gap in cui viene determinata l’evoluzione temporale dei flussi di cassa netti, allo scopo di evidenziare eventuali criticità nelle condizioni di liquidità attesa. A livello individuale è stabilito un livello target di sostanziale equilibrio tra raccolta, valutata in base al grado di stabilità, e impieghi, valutati in base al grado di liquidabilità.

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Informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Da oltre 1 Da oltre 7 Da oltre 15 Da oltre 1 mese Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi Da oltre 1 anno Durata Voci/ Scaglioni temporali A vista giorno a 7 giorni a 15 Oltre 5 anni giorni a 1 mese fino 3 mesi fino a 6 mesi fino a 1 anno fino a 5 anni Indeterminata giorni giorni

Attività per cassa 459.702 318 886 3.699 11.978 114.201 509.353 1.655.038 301.738 27.903 A.1 Titoli di Stato ------

A.2 Altri titoli di debito - - - - 1.053 68.854 481.489 1.520.000 - -

A.3 Quote OICR ------

A.4 Finanziamenti 459.702 318 886 3.699 10.925 45.347 27.864 135.038 301.738 27.903

- Banche 348.255 97 488 899 3.452 31.236 - - - 27.903

- Clientela 111.447 221 398 2.800 7.473 14.111 27.864 135.038 301.738 -

Passività per cassa 2.856.457 116.132 180 790 1.085 23.426 1.847 1.672 15.400 -

B.1 Depositi e conti correnti 2.836.470 - 180 790 1.004 22.977 - - - -

- Banche 89.501 - - - - 13.358 - - - -

- Clientela 2.746.969 - 180 790 1.004 9.619 - - - -

B.2 Titoli di debito - - - - 81 81 1.479 - 10.000 -

B.3 Altre passività 19.987 116.132 - - - 368 368 1.672 5.400 -

Operazioni "fuori bilancio" - (4) ------

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - (4) ------

- Posizioni lunghe - 11.922 ------

- Posizioni corte - 11.926 ------

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale ------

- Posizioni lunghe ------

- Posizioni corte ------

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere ------

- Posizioni lunghe ------

- Posizioni corte ------

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi ------

- Posizioni lunghe ------

- Posizioni corte ------

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate ------

C.6 Garanzie finanziarie ricevute ------

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale ------

- Posizioni lunghe ------

- Posizioni corte ------

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale ------

- Posizioni lunghe ------

- Posizioni corte ------

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Sezione 4 Rischi operativi

Informazioni di natura qualitativa

Si definisce rischio operativo il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Vi rientrano ad esempio le perdite derivanti da frodi96, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Con riferimento alla loro manifestazione monetaria, tale definizione include il rischio legale97, il rischio modello98, le perdite operative in sovrapposizione con il rischio di mercato99 e le perdite operative in sovrapposizione con il rischio di credito100. Dalla definizione di rischio operativo sono esclusi il rischio reputazionale101 ed il rischio strategico102. Con il fine di garantire un profilo di rischio coerente con la propensione definita dall’Organo di supervisione strategica, il Gruppo ha definito un Modello Organizzativo basato sulla combinazione di diverse componenti individuate in funzione del ruolo ricoperto e della responsabilità assegnata dall’organigramma aziendale. Le diverse componenti sono individuate centralmente, presso la Capogruppo, e localmente, presso le singole entità giuridiche. Il modello prevede l’accentramento presso la Capogruppo delle funzioni di indirizzo e del sistema dei controlli di secondo e terzo livello. In ciascuna entità giuridica sono stati individuati più livelli di responsabilità, di seguito elencati, attribuiti in funzione dell’ambito di operatività:  Referente Rischi Operativi (RRO): individuato nella figura dell’Amministratore Delegato o del Direttore Generale o nella figura aziendale equivalente secondo il proprio regolamento aziendale. Il Referente Rischi Operativi è il responsabile, nell’ambito della propria entità giuridica, dell’intero sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy di Gruppo;  Supporto Rischi Operativi Locale (SROL): tale ruolo è individuato nella figura del responsabile della struttura preposta al controllo rischi o nella figura aziendale equivalente secondo proprio regolamento aziendale. Nell’ambito della propria entità giuridica supporta il Referente Rischi Operativi nella realizzazione e nel coordinamento del sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy di Gruppo;  Risk Champion (RC): tale ruolo è attribuito ai Responsabili delle strutture a diretto riporto del Consigliere Delegato della Direzione Generale, ai Responsabili delle Direzioni103.

96 In fase di accertamento dei fatti e delle responsabilità le presunte frodi devono essere equiparate alle frodi accertate. 97 Definito come il rischio di incorrere in perdite e/o sostenere costi aggiuntivi a causa di violazioni normative, procedimenti legali o azioni volontarie assunte per evitare il manifestarsi di un rischio legale (la definizione di rischio legale include anche le perdite derivanti da rischi di riciclaggio, misconduct events ed i rischi di non conformità). 98 Definito come il rischio di incorrere in perdite e/o sostenere costi aggiuntivi a causa dei modelli utilizzati nei processi decisionali (ad esempio, modelli di pricing, modelli per la valutazione degli strumenti finanziari e/o di copertura, modelli utilizzati per il monitoraggio del controllo dei limiti dei rischi, ecc.). Sono escluse dalla definizione di rischio modello le perdite sostenute a causa di sottovalutazioni dei requisiti patrimoniali calcolati utilizzando modelli interni sottoposti all’approvazione delle Autorità di Vigilanza. 99 Definite come le perdite e/o i costi aggiuntivi legati alle transazioni finanziarie, incluse quelle relative alla gestione del rischio di mercato, causate da inadeguatezza e/o disfunzioni delle procedure, da errori operativi e/o di data entry, carenze dei sistemi di controllo interno, inadeguatezza dei processi di Data Quality, indisponibilità dei sistemi ICT, comportamenti non autorizzati, colposi e/o dolosi delle persone e/o da altri eventi esterni. 100 Definite come perdite economiche generatesi in fase di collocamento di un prodotto creditizio e/o nell’ambito del processo del credito, causate prevalentemente da un rischio operativo. 101 Definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della Banca/Società da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza. 102 Definito come il rischio connesso ad errate decisioni in materia di strategie di business o ad intempestività nel processo decisionale di adeguamento al mercato. 103 In considerazione della complessità operativa sottostante agli ambiti di attività da essi presidiati, con il fine di agevolare l'attività di rilevazione ed aggiornamento del sistema di Loss Data Collection, sono esclusi dall’attribuzione del ruolo di Risk Champion i Condirettori Generali e Vicedirettori (ove previsti), i quali saranno periodicamente informati dai Risk Champion a proprio riporto gerarchico.

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Il ruolo di Risk Champion è altresì attribuito, anche in assenza di specifica struttura organizzativa, ai soggetti cui spettano le responsabilità di attività specialistiche. I Risk Champion riferiscono direttamente al Referente Rischi Operativi (RRO) tramite il Supporto Rischi Operativi Locale (SROL). Ad essi è demandata la responsabilità di presidiare operativamente il corretto svolgimento del processo di gestione dei rischi operativi in relazione all’attività di competenza e del coordinamento dei Risk Owner di riferimento;  Risk Owner (RO): tale ruolo è attribuito ai responsabili delle strutture con riporto gerarchico a un Risk Champion. Ad essi è demandato il compito di riconoscere e segnalare gli eventi di perdita e/o potenziali riconducibili a fattori di rischio operativo che si manifestano nel corso delle attività quotidiane;  Addetto Contabile: tale ruolo è attribuito a specifiche figure di riferimento individuate nell’ambito delle strutture a cui è demandata l’attività di contabilità operativa. Ad essi è demandata la responsabilità di assicurare la corretta e completa contabilizzazione delle perdite operative;  Funzione Assicurazioni: tale ruolo è attribuito a specifiche figure di riferimento individuate nell’ambito delle strutture a cui è demandata l’attività di gestione dei sinistri per i quali è prevista una copertura assicurativa. Ad essi è demandata la responsabilità del corretto e completo censimento dei rimborsi assicurativi e di tutte le informazioni di supporto.

Il sistema di misurazione Il sistema di misurazione tiene conto dei dati di perdita operativa interni, esterni, dei fattori del contesto operativo e del sistema dei controlli interni, in modo da cogliere le principali determinanti di rischio (in particolar modo quelle che influiscono sulla coda delle distribuzioni) e da incorporare i cambiamenti intervenuti nel profilo di rischio. Per ulteriori dettagli sul funzionamento del modello di calcolo si rimanda al paragrafo dedicato al requisito patrimoniale.

Il sistema di reporting Il monitoraggio dei rischi operativi assunti è realizzato mediante un sistema di reporting standard articolato sui medesimi livelli di responsabilità previsti dal modello organizzativo. L’attività di reporting direzionale è svolta in service dalla funzione di controllo dei rischi operativi della Capogruppo che periodicamente predispone:  l’analisi andamentale delle perdite operative rilevate dal sistema di Loss Data Collection e dei relativi recuperi realizzati;  le analisi di benchmark con i dati di Sistema;  la sintesi delle valutazioni dell’esposizione ai rischi potenziali;  il dettaglio delle aree di vulnerabilità individuate e degli interventi di mitigazione intrapresi.

In virtù delle funzioni attribuite dal Regolamento Generale Aziendale, il monitoraggio del profilo di rischio assunto da ciascuna società del Gruppo, la sua coerenza con gli obiettivi di rischio, nonché il rispetto dei limiti operativi sono demandati alla struttura di controllo dei rischi della Capogruppo. A conclusione dell’attività di monitoraggio del profilo di rischio, sono identificati i più opportuni interventi correttivi, che confluiranno nel Portafoglio Progetti annuale.

Rischio legale La Banca è coinvolta in una pluralità di procedimenti legali originati dall’ordinario svolgimento della propria attività. A fronte delle richieste ricevute, la Banca ha ritenuto di appostare congrui accantonamenti a bilancio in base alla ricostruzione degli importi potenzialmente a rischio, alla valutazione della rischiosità effettuata in funzione del grado di “probabilità” e/o “possibilità” così come definiti dai Principi Contabili-IAS 37 e tenendo conto della più consolidata giurisprudenza in merito. Pertanto, per quanto non sia possibile

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prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca. Per quanto attiene al contenzioso societario, non direttamente riconducibile allo svolgimento dell’ordinaria attività, e al contenzioso fiscale si rimanda agli specifici paragrafi.

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Informazioni di natura quantitativa

Dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2017 le principali fonti di manifestazione del rischio operativo per la Società sono state “Processi” (40% delle frequenze e 45% del totale impatti rilevati), “Persone (Fattore umano)” (8% delle frequenze e 35% del totale impatti rilevati) e “Cause Esterne” (40% delle frequenze e 17% del totale impatti rilevati). Il risk driver “Processi”, tra le altre cose, include gli errori non intenzionali di esecuzione dei processi e la non corretta applicazione della normativa. Il risk driver “Persone (Fattore umano), tra le altre cose, include i comportamenti fraudolenti dei dipendenti e violazione della normativa sul lavoro. Il risk driver “Cause esterne”, tra le altre cose, include gli atti umani provocati da terzi e non direttamente controllabili dalla Società.

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver (rilevazione 01 gennaio 2013 - 31 dicembre 2017)

Numerosità degli eventi Impatto economico

Le tipologie di evento104 che nel periodo oggetto di analisi hanno evidenziato una maggiore concentrazione delle perdite operative sono “Esecuzione, consegna e gestione dei processi (33% delle frequenze e 25% del totale impatti rilevati), “Frode interna” (5% delle frequenze e 24% del totale impatti rilevati) e “Clientela, prodotti e prassi professionali” (8% delle frequenze e 20% del totale impatti rilevati), “Frode esterna” (35% delle frequenze e 16% degli impatti rilevati).

104 Ci si riferisce alle tipologie di evento regolamentari previste dal Regolamento UE n 575/2013 di seguito riepilogate:  Frode interna: perdite dovute ad atti di frode, appropriazione indebita, aggiramento di statuti, leggi, regolamenti o politiche aziendali (esclusi gli episodi di discriminazione o mancata applicazione di condizioni paritarie), che coinvolgono almeno un membro interno dell’azienda;  Frode esterna: perdite dovute ad atti di frode, appropriazione indebita, aggiramento di statuti, leggi o politiche aziendali (esclusi gli episodi di discriminazione) perpetrati da parte di terzi;  Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite dovute ad azioni in contrasto con le leggi o i contratti in materia di lavoro, salute e sicurezza sul posto di lavoro, e al risarcimento per infortunio, per episodi di discriminazione o per mancata applicazione di condizioni paritarie;  Clientela, prodotti e prassi professionali: perdite dovute all’incapacità di realizzare gli impegni professionali con specifici clienti (compresi i requisiti fiduciari e di adeguata informazione sugli investimenti), oppure alla natura o alle caratteristiche tecniche del prodotto;  Danni da eventi esterni: perdite dovute al danneggiamento, distruzione o smarrimento di beni materiali, perdite umane ed altre perdite dovute a disastri naturali o altri eventi;  Interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute ad avarie e guasti nei sistemi e/o conseguenti interruzioni dell’operatività;  Esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a problemi nel perfezionamento delle transazioni o nella gestione del processo, e nelle relazioni con controparti commerciali e fornitori.

223

Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento (rilevazione 01 gennaio 2013 – 31 dicembre 2017)

Numerosità degli eventi Impatto economico

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano concentrate nei fattori di rischio “Persone” (28% delle frequenze e 74% del totale impatti rilevati) e “Processi” (45% delle frequenze e 17% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver (rilevazione 01 gennaio 2017 – 31 dicembre 2017)

Numerosità degli eventi Impatto economico

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano prevalentemente concentrate nelle tipologie di evento “Frode Interna” (26% delle frequenze e 65% del totale impatti rilevati)," “Clientela, prodotti e prassi professionali” (8% delle frequenze e 10% del totale impatti rilevati) e “Frode esterna” (11% delle frequenze e 10% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento (rilevazione 01 gennaio 2017 - 31 dicembre 2017)

Numerosità degli eventi Impatto economico

224

Requisito patrimoniale

Con provvedimento di Banca d’Italia la Banca è stata autorizzata all’utilizzo del modello interno di tipo Avanzato (AMA). La misurazione del rischio è effettuata con un approccio di tipo Extreme Value Theory (EVT) in funzione delle perdite operative rilevate internamente (LDC - “Loss Data Collection”), delle evidenze empiriche rilevate esternamente al Gruppo (DIPO - “Database Italiano delle Perdite Operative”) e delle perdite potenziali valutate tramite scenari di self risk assessment (SRA - “Self Risk Assessment”). Le prime due fonti informative rappresentano la componente quantitativa del modello di misurazione e forniscono una prospettiva storica del profilo di rischio interno e del sistema bancario italiano. Le analisi di scenario sono invece una componente informativa di tipo quali-quantitativa, poiché derivano dalle valutazioni di rischiosità fornite nell’ambito del processo interno di Self Risk Assessment, e hanno lo scopo di fornire una visione prospettica del profilo di rischio interno, dei fattori di contesto operativo e del sistema dei controlli interni. Il modello sviluppato è di tipo Loss Distribution Approach e prevede che per ciascuna classe di rischio la stima delle distribuzioni di severity sia eseguita secondo due componenti distinte: una Generalized Pareto Distribution (GPD) per la coda e una distribuzione empirica per il corpo. Le stime di severity ottenute sulle code sono successivamente integrate con le informazioni di rischiosità valutate dal processo di Self Risk Assessment (SRA) e con quelle relative al sistema bancario italiano (DIPO). Le probabilità di accadimento degli eventi sono descritte utilizzando curve Poissoniane. La stima del capitale a rischio è determinata al 99.9- esimo percentile della curva delle perdite annue risultante dal processo di convoluzione tra le probabilità di accadimento degli eventi e la curva di severity integrata. Il requisito patrimoniale consolidato è determinato come somma del capitale a rischio stimato su ciascuna classe di rischio. La robustezza del modello, e delle ipotesi sottostanti, è verificata mediante un processo di stress testing che fornisce una stima degli impatti sulle misure di perdita attesa e di VaR al verificarsi di particolari condizioni di stress. Il Capitale a Rischio calcolato su base consolidata per ciascuna classe di rischio è allocato alle diverse entità giuridiche in funzione di un indicatore di sintesi determinato dalla rischiosità storica e prospettica rilevata e dal valore del requisito patrimoniale determinato tramite metodologia Standardizzata. Al 31 dicembre 2016 il requisito patrimoniale al netto delle perdite attese coperte da accantonamenti a Fondo Rischi e Oneri è pari a 22 milioni/€ (26% rispetto ai 17,6 milioni/€ del semestre precedente). Come forma di mitigazione del rischio, il Gruppo UBI Banca ha stipulato adeguate polizze assicurative a copertura dei principali rischi operativi trasferibili, tenendo conto dei requisiti richiesti dalla normativa di vigilanza prudenziale. Si precisa che il Gruppo UBI non si avvale delle facoltà, previste dalla normativa vigente, di detrarre dal requisito patrimoniale gli effetti delle polizze assicurative e di altri meccanismi di trasferimento del rischio.

225

Parte F - Informazioni sul patrimonio

Sezione 1 Il patrimonio dell’impresa

A - Informazioni di natura qualitativa

Il Patrimonio aziendale è costituito dal capitale sociale e dalle riserve, a qualunque titolo costituite. L’aggregato (i cui valori sono indicati nelle tabelle successive) risulta a presidio di tutti i rischi aziendali in precedenza commentati. Le politiche ed i processi adottati nella gestione del patrimonio riguardano l’insieme delle scelte volte a definire la dimensione e la combinazione ottimale tra diversi strumenti di capitalizzazione, affinché la dotazione patrimoniale sia coerente con gli obiettivi di propensione al rischio della Banca, nel rispetto dei requisiti di vigilanza.

B - Informazioni di natura quantitativa B 1 Patrimonio dell’impresa: composizione

Importo Importo Voci/Valori 31/12/2017 31/12/2016

1. Capitale 67.950 67.950 2. Sovrapprezzi di emissione - - 3. Riserve 76.752 83.612 - di utili 21.931 28.844 a) legale 1.437 1.437 b) statutaria - - c) azioni proprie - - d) altre 20.495 27.408 - altre 54.821 54.767 3.5 Acconti su dividendi - - 4. Strumenti di capitale - - 5. (Azioni proprie) - - 6. Riserve da valutazione (94) (577) - Attività finanziarie disponibili per la vendita 524 11 - Attività materiali - - - Attività immateriali - - - Copertura di investimenti esteri - - - Copertura dei flussi finanziari - - - Differenze di cambio - - - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti (618) (588) - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - - - Leggi speciali di rivalutazione - - 7. Utile (perdita) d'esercizio (5.434) (6.913) Totale 139.174 144.072

226

B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Totale 31/12/2017 Totale 31/12/2016

Attività/Valori Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa

1. Titoli di debito - - - - 2. Titoli di capitale 524 - 11 - 3. Quote di O.I.C.R. - - - - 4. Finanziamenti - - - - Totale 524 - 11 -

B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. Finanziamenti

1. Esistenze iniziali - 11 - - 2. Variazioni positive - 513 - - 2.1 Incrementi di fair value - 513 - - 2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative - - - - - da deterioramento - - - - - da realizzo - - - - 2.3 Altre variazioni - - - - 3. Variazioni negative - - - - 3.1 Riduzioni di fair value - - - - 3.2 Rettifiche da deterioramento - - - - 3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo - - - - 3.4 Altre variazioni - - - - 4. Rimanenze finali - 524 - -

B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue

Le variazioni annue delle riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti sono rappresentate dai guadagni/perdite attuariali netti pari a 30 migliaia di euro.

227

Sezione 2 I fondi propri e i coefficienti di vigilanza

2.1 FONDI PROPRI A. Informazioni di natura qualitativa I fondi propri sono calcolati come somma algebrica di una serie di elementi positivi e negativi, la cui computabilità viene ammessa - con o senza limitazioni – in relazione alla loro “qualità” patrimoniale. L’importo di tali elementi è depurato degli eventuali oneri di natura fiscale. Le componenti positive dei fondi propri devono essere nella piena disponibilità della banca, così da poter essere utilizzate senza restrizioni per la copertura dei rischi cui l’intermediario è esposto.

In dettaglio, i fondi propri sono costituiti dai seguenti aggregati: 1. Capitale di classe 1 (Tier 1 – T1), a sua volta costituito da: a. Capitale primario di classe 1 (Common equity Tier 1 – CET1); b. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1); 2. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2).

1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) L’aggregato è costituito principalmente dal capitale sociale (di fatto le sole azioni ordinarie), dalle riserve sovrapprezzo azioni, dalle riserve di utili e dall’utile patrimonializzato di periodo, al netto delle attività immateriali; non sono presenti strumenti innovativi di capitale né strumenti non innovativi di capitale. Dall’aggregato viene dedotta l’eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive, riferita ai portafogli regolamentari Corporate e Retail validati.

2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) Non sono presenti elementi aggiuntivi nella determinazione del capitale di classe1.

3. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) Non sono presenti prestiti subordinati computabili nel T2.

228

B - Informazioni di natura quantitativa

Totale Totale 31/12/2017 31/12/2016

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei 139.174 144.072 filtri prudenziali di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie - -

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (2) (2)

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) 139.173 144.070

D. Elementi da dedurre dal CET1 44.380 46.283

E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-) 1.264 3.195

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E) 96.057 100.982 G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da - - dedurre e degli effetti del regime transitorio di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie - -

H. Elementi da dedurre dall’AT1 (1.132) (2.983)

I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-) (1.132) (2.983)

L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I) - - M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del 10.509 10.522 regime transitorio di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie - -

N. Elementi da dedurre dal T2 - -

O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-) 7 (215)

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O) 10.516 10.307

Q. Totale fondi propri (F + L + P) 106.573 111.289

229

2.2 Adeguatezza patrimoniale

A. Informazioni di natura qualitativa Il presidio dell’adeguatezza patrimoniale della Banca è accentrato presso la Capogruppo UBI Banca. Quest’ultima - esercitando un’attività di indirizzo e coordinamento delle Società appartenenti al Gruppo - valuta le esigenze di capitalizzazione, sia in senso stretto, sia attraverso l’emissione di passività subordinate o altri strumenti di capitale delle Società controllate. L’Alta Direzione della Capogruppo formula le proposte d’intervento ai propri Organi Aziendali i quali deliberano in merito. La proposta, una volta approvata dagli Organi della Capogruppo, viene quindi sottoposta agli Organi competenti delle Società controllate. Sulla base del Piano industriale e del Budget e dei profili di rischio correlati - nel rispetto dei vincoli regolamentari e degli obiettivi interni - la Capogruppo analizza e coordina le esigenze di patrimonializzazione, prestandosi come controparte privilegiata nell’accesso ai mercati dei capitali, in un’ottica integrata di dimensionamento ottimale del patrimonio.

L’approccio adottato per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale si basa su due presupposti:  sostenere adeguatamente l’operatività della Banca, tenuto conto - innanzitutto - dei fabbisogni patrimoniali correlati agli obiettivi del Piano industriale e del Budget;  rispettare tempo per tempo le indicazioni dell’Organo di Vigilanza per quanto concerne i livelli di patrimonializzazione.

A tal fine, le principali leve gestionali utilizzate sono costituite dalla politica dei dividendi, da operazioni di carattere straordinario (emissione di strumenti di capitale, dismissione di attività, etc.) e dall’ottimizzazione delle attività ponderate per il rischio (RWA).

Viene inoltre monitorato il rispetto degli obiettivi di patrimonializzazione, allo scostarsi dei quali vengono immediatamente attivati degli interventi correttivi tesi a riportare i diversi business sul profilo di rischio/redditività ritenuti ottimali. Ulteriori analisi vengono altresì svolte in occasione di operazioni straordinarie (acquisizioni, fusioni, etc.) per la verifica preventiva dell’adeguatezza della dotazione patrimoniale.

230

B. Informazioni di natura quantitativa

Importi non ponderati Importi ponderati / requisiti Categorie/Valori 31/12/2017 31/12/2016 31/12/2017 31/12/2016

A. ATTIVITA' DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte 3.206.395 3.143.976 252.846 267.736

1. Metodologia standardizzata 2.765.019 2.690.270 167.987 180.772

2. Metodologia basata su rating interni 441.376 453.705 84.859 86.965

2.1 Base - - - -

2.2 Avanzata 441.376 453.705 84.859 86.965

3. Cartolarizzazioni - - - -

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 20.228 21.419

B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito - -

B.3 Rischio di Regolamento - -

B.4 Rischi di mercato - -

1. Metodologia standard - -

2. Modelli interni - -

3. Rischio di concentrazione - -

B.5 Rischio operativo 22.242 17.078

1. Metodo base - -

2. Metodo standardizzato - -

3. Metodo avanzato 22.242 17.078

B.6 Altri elementi di calcolo - -

B.7 Totale requisiti prudenziali 42.470 38.497 C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 530.873 481.214 C.2 Capitale primario di classe1/Attività di rischio ponderate 18,09% 20,98% (CET 1 capital ratio) C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 18,09% 20,98%

C.4 Totale fondi propri//Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 20,08% 23,13%

(*) Nelle voci C.1, C.2, C.3 e C.4 l’ammontare delle attività di rischio ponderate è determinato come prodotto fra il totale dei requisiti prudenziali (voce B.7) e 12,5 (inverso del coefficiente minimo obbligatorio pari all’8%).

Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza indicati sono calcolati applicando la normativa Basilea 3 entrata in vigore a gennaio 2014. La Banca, a seguito di autorizzazione da parte dell’Autorità di vigilanza105, utilizza i modelli interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito - segmento “Esposizioni verso imprese” (“Corporate”) - e dei rischi operativi, a far data dalla segnalazione al 30 giugno 2012. In seguito al provvedimento di autorizzazione della Banca d’Italia n. 689988 del 19 luglio 2013, dalla segnalazione al 30 giugno 2013 la Banca utilizza i modelli interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali anche a fronte del rischio di credito relativo al segmento Retail regolamentare (sotto-classi “Altre esposizioni al dettaglio” (“SME Retail”) ed “Esposizioni garantite da immobili residenziali”).

***

Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (Capital Requirements Regulation, c.d. CRR) e nella Direttiva 2013/36/UE (Capital Requirements Directive, c.d. CRD IV), che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (c.d. framework Basilea 3). Il quadro normativo si completa con le misure di esecuzione, contenute in norme tecniche di regolamentazione o di attuazione (Regulatory

105 Provvedimento della Banca d’Italia n. 423940 del 16 maggio 2012.

231

Technical Standard - RTS e Implementing Technical Standard - ITS) adottate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di vigilanza. Il CRR ha avuto diretta efficacia negli Stati membri, mentre la disciplina contenuta nella CRD IV è stata recepita nell’ordinamento nazionale dalla Banca d’Italia il 17 dicembre 2013 con la pubblicazione della Circolare 285 «Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche» (successivamente aggiornata più volte), che ha dato attuazione alla nuova disciplina comunitaria, unitamente alle Circolari n. 286 («Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare») e all’aggiornamento della Circolare 154 («Segnalazioni di vigilanza delle istituzioni creditizie e finanziarie. Schemi di rilevazione e istruzioni per l'inoltro dei flussi informativi»). Il nuovo framework introduce diversi elementi di novità rispetto alla precedente normativa prudenziale prevedendo, in particolare: una ricomposizione del capitale delle banche a favore di azioni ordinarie e riserve di utili (c.d. common equity), al fine di accrescerne la qualità; l’adozione di criteri più stringenti per la computabilità di altri strumenti di capitale (gli attuali strumenti innovativi di capitale e le passività subordinate callable); una maggiore armonizzazione degli elementi da dedurre (con riferimento a talune categorie di attività per imposte anticipate106 e alle partecipazioni rilevanti in società bancarie, finanziarie e assicurative); l’inclusione parziale nel common equity degli interessi di minoranza. L’introduzione delle regole di Basilea 3 è soggetta a un regime transitorio, durante il quale le medesime saranno applicate in proporzione crescente, fino al 2019 quando avranno piena applicazione a regime (fully application). Nel contempo, gli strumenti di capitale non più conformi saranno esclusi gradualmente dall’aggregato patrimoniale, utile ai fini di vigilanza, entro il 2021.

Disciplina delle riserve di capitale A partire dal 1° gennaio 2014 i gruppi bancari a livello consolidato e le banche non appartenenti a gruppi bancari devono avere un livello di capitale di migliore qualità (Common Equity Tier 1) pari al 7% delle attività ponderate per il rischio, di cui il 4,5% a titolo di requisito minimo e il 2,5% come riserva di conservazione del capitale. Alle banche appartenenti a gruppi bancari si applica a livello individuale un coefficiente di riserva di conservazione dello 0,625%, in graduale aumento a partire dal 1° gennaio 2017 (al 31 dicembre 2017 pari all’1,25%) fino a raggiungere il 2,5% dal 1° gennaio 2019. A partire dal 1° gennaio 2016 si applica anche la riserva di capitale anticiclica (per il 2017 pari allo 0%). Sono state previste, già a partire dal 1° gennaio 2014, misure di conservazione che prevedono, nel caso di mancato rispetto del requisito combinato di riserva di capitale (pari alla somma delle varie riserve di capitale applicabili), l’applicazione di limiti alle distribuzioni (dividendi, remunerazioni variabili, acquisto azioni proprie, ecc.) e l’obbligo di dotarsi di un piano di conservazione del capitale che indichi le misure che si intendono adottare per ripristinare il livello di capitale necessario a mantenere le riserve di capitale richieste. Come sopra evidenziato, la Banca con i ratios patrimoniali rispetta ampiamente le soglie minime regolamentari.

106 Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenza temporanee (ad eccezione di quelle trasformate o trasformabili in crediti d’imposta).

232

Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Parte H - Operazioni con parti correlate

1. Informazione sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

Compensi a Dirigenti (1)

0,00 Totale 31/12/2017 43.100,00

Benefici a breve termine per i dipendenti (2) 1.325

Benefici successivi alla cessazione del rapporto di lavoro (3) 105

Altri benefici a lungo termine 3

(1) Per “Dirigenti” si intendono i “dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità ivi inclusi gli amministratori dell’entità”. (2) A titolo esemplificativo: salari, stipendi e relativi contributi sociali, pagamenti di indennità sostitutive di ferie e di assenza per malattia, benefici in natura. Nell’importo sono compresi i compensi fissi e variabili corrisposti agli Amministratori in quanto assimilabili al costo del lavoro e agli oneri sociali a carico dell’azienda per i dipendenti. (3) A titolo esemplificativo: pensioni, altri benefici previdenziali, assicurazioni sulla vita e assistenza sanitaria successive al rapporto di lavoro.

In ordine ai compensi sopra indicati si precisa che, in aggiunta alla componente fissa della retribuzione, è presente anche una componente variabile legata al raggiungimento di obiettivi economico-patrimoniali stabiliti a livello aziendale. Con riferimento alla retribuzione fissa si evidenzia la presenza, oltre che della consueta erogazione in forma monetaria, di benefit a completamento del pacchetto remunerativo quali il fondo di previdenza integrativa, la polizza sanitaria e la polizza infortuni.

In particolare, si evidenziano i seguenti istituti retributivi (per le cui definizioni si rinvia all’apposito principio contabile): a) Benefici a breve termine Nei benefici a breve termine sono ricompresi stipendi, contributi per oneri sociali, indennità sostitutive per ferie non godute, assenze per malattia, permessi retribuiti, benefici quali assistenza medica, abitazione. b) Benefici successivi al rapporto di lavoro Nei benefici successivi al rapporto di lavoro sono ricompresi piani previdenziali, pensionistici, assicurativi nonché il trattamento di fine rapporto. Nei confronti dei dirigenti in questione sono attive forme di assicurazione sulla vita e di previdenza complementare con orizzonte temporale anche successivo alla cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Conformemente a quanto disposto dalle vigenti disposizioni, si precisa che tutte le operazioni svolte dalla Banca e dalla Capogruppo con le proprie parti correlate sono state effettuate nel rispetto di criteri di correttezza sostanziale e procedurale, a condizioni analoghe a quelle applicate per operazioni concluse con soggetti terzi indipendenti.

Ai fini della redazione della presente Relazione, per parte correlata dell’emittente si intende, ai sensi del principio contabile internazionale (International Accounting Standard - IAS) n. 24, una persona o un’entità che è correlata all’entità che redige il bilancio. a) Una persona o uno stretto familiare di quella persona sono correlati a un’entità che redige il bilancio se tale persona: i. ha il controllo o il controllo congiunto dell’entità che redige il bilancio; ii. ha un’influenza notevole sull’entità che redige il bilancio; o

234

iii. è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità che redige il bilancio o di una sua controllante. b) Un’entità è correlata a un’entità che redige il bilancio se si applica una qualsiasi delle seguenti condizioni: i. l’entità e l’entità che redige il bilancio fanno parte dello stesso gruppo (il che significa che ciascuna controllante, controllata e società del gruppo è correlata alle altre); ii. un’entità è una collegata o una joint venture dell’altra entità (o una collegata o una joint venture facente parte di un gruppo di cui fa parte l’altra entità); iii. entrambe le entità sono joint venture di una stessa terza controparte; iv. un’entità è una joint venture di una terza entità e l’altra entità è una collegata della terza entità; v. l’entità è rappresentata da una piano per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro a favore dei dipendenti dell’entità che redige il bilancio o di un’entità ad essa correlata. Se l’entità che redige il bilancio è essa stessa un piano di questo tipo, anche i datori di lavoro che la sponsorizzano sono correlati all’entità che redige il bilancio; vi. l’entità è controllata o controllata congiuntamente da una persona identificata al punto a); vii. una persona identificata al punto a) i. ha un’influenza significativa sull’entità o è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità (o di una sua controllante).

Per quanto concerne l’effetto prodotto dall’attività di direzione e coordinamento della Capogruppo, così come previsto dall’art. 2497 bis del Codice Civile, si segnala che coerentemente con il modello organizzativo adottato che prevede l’accentramento presso UBI Banca delle attività di indirizzo strategico e gestionale, presso UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A. delle attività di tipo tecnico-operativo, e presso UBI Academy S.c.r.l. delle attività di formazione e sviluppo manageriale del personale; la Capogruppo e le sue controllate forniscono alle diverse Società del Gruppo una serie di servizi, regolati da appositi contratti infragruppo redatti sulla base dei criteri di congruità, trasparenza ed omogeneità; i corrispettivi pattuiti per i servizi resi a norma di tali contratti sono stati determinati in conformità a condizioni di mercato o, laddove non siano rinvenibili sul mercato idonei parametri di riferimento anche in relazione alle caratteristiche peculiari dei servizi resi, sulla base del costo sostenuto. Tra i principali contratti infragruppo in corso di validità alla data di redazione della presente relazione si segnalano quelli che attuano l’accentramento presso la Capogruppo delle attività nelle Aree di Governo, di Business e che coinvolgono la Capogruppo e le principali banche del Gruppo come pure i contratti attuativi del c.d. consolidato fiscale nazionale (di cui gli articoli da 117 a 129 del D.P.R. n 917/1986 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) conclusi dalla Capogruppo. Sono inoltre da segnalarsi tutti i contratti infragruppo che attuano l’accentramento presso UBI Sistemi e Servizi delle attività di supporto di tutte le principali Società del Gruppo UBI.

Ulteriori informazioni in merito alle operazioni con parti correlate sono riportate nelle successive tabelle.

235

Rapporti verso le imprese del Gruppo e con le imprese sottoposte ad influenza notevole

31/12/2017

Attività/passivi Attività Attività Parte correlata Garanzie tà finanziarie finanziarie finanziarie Crediti verso Crediti verso Derivati di Debiti verso Debiti verso Titoli in rilasciate e detenute per la disponibili per detenute sino banche clientela copertura banche clientela circolazione impegni negoziazione la vendita alla scadenza

Controllante 2.467.130 20.218 10.005 23.182

Controllate

Collegate

Join venture

Controllate/Collegate dal/al Gruppo 7.569 4.694

Dirigenti 3 98

Altre parti correlate 125 140

I rapporti indicati nella riga “Imprese collegate” sono relativi a UBI Sistemi e Servizi ed UBI Academy, mentre nella riga “Controllate/Collegate dal/al Gruppo” sono indicate tutte le altre aziende del Gruppo consolidate sia integralmente che con il metodo del patrimonio netto.

31/12/2017

Parte correlata Interessi attivi e Dividendi e proventi Commissioni Altri proventi di Interessi passivi e Spese Commissioni Altri oneri di proventi assimilati simili attive gestione oneri assimilati amministrative passive gestione

Controllante 13.219 4.582 250 (1.259) (9.934) (445) (10)

Controllate

Collegate 47 (23.827)

Join venture

Controllate/Collegate dal/al Gruppo 21.147 - - 663 - 80

236

Rapporti verso altre parti correlate

31/12/2017

Parte correlata Proventi e oneri da Altri proventi ed Interessi netti Commissioni nette Spese amministrative operazioni finanziarie oneri di gestione

Dirigenti - 9 - - (30)

Altre parti correlate 1 1 -

Incidenza dei rapporti con parti correlate

31/12/2017

Attività/passività Parte correlata Attività finanziarie Attività finanziarie Garanzie finanziarie Crediti verso Crediti verso Derivati di Debiti verso Debiti verso Titoli in disponibili per la detenute sino a rilasciate e detenute per la banche clientela copertura banche clientela circolazione vendita scadenza impegni negoziazione

Con parti correlate - - - 2.467.130 7.696 - 20.218 4.932 10.005 23.182

Totale 2 1.832 2.476.421 597.166 194.103 2.810.879 11.322 51.004

Incidenza - - - 99,62% 1,29% - 10,42% 0,18% 88,36% 45,45%

31/12/2017

Parte correlata Proventi e oneri da Dividendi e proventi Altri proventi ed Interessi netti Commissioni nette operazioni Spese amministrative simili oneri di gestione finanziarie

Con parti correlate 11.961 - 25.294 - 367 (33.128)

Totale 17.346 13 60.478 17 14.787 (88.986)

Incidenza 68,95% - 41,82% 0,01% 2,48% 37,23%

237

Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

A. Informazioni di natura qualitativa

In attuazione delle Disposizioni di Vigilanza per le Banche, dal 2011 l’Assemblea degli Azionisti di UBI Banca ha approvato, per le risorse ricomprese nel perimetro del ”Personale più rilevante”, ad eccezione degli Amministratori, l’erogazione di quote di premio maturate nell’ambito dei sistemi di incentivazione di breve e lungo termine in strumenti finanziari, nello specifico azioni ordinarie UBI Banca. I sistemi di incentivazione, descritti di volta in volta nella Relazione sulla Remunerazione, sono sottoposti a condizioni di attivazione (“gate”) fissati a livello di Gruppo, che garantiscano il rispetto degli indici di stabilità patrimoniale e di liquidità definiti nell’ambito del documento “RAF Gruppo UBI Banca - Propensione al rischio - Risk Appetite Statement 2017”, in particolare, gli indicatori individuati per il 2017 sono:  il Common Equity Tier 1 (“CET 1”) > 10%;  il Net Stable Funding Ratio (“NSFR”) ≥ 1;  il Liquidity Coverage Ratio (“LCR”) ≥ 110%;  il Leverage Ratio (“LR”) > 3,75%.

Gli indicatori sono verificati alla fine del periodo di misurazione di riferimento, al 31 dicembre di ogni anno per il sistema incentivante di breve termine e fine periodo di riferimento per i sistemi incentivanti di lungo termine, in coerenza con il “Risk Appetite Framework”.

Sistema Incentivante di breve termine Lo stanziamento economico (cd. “bonus pool”) al servizio dei sistemi incentivanti potrà incrementarsi, senza pregiudicare la corretta remunerazione del capitale e della liquidità, fino ad un massimo prestabilito o ridursi fino all’azzeramento (cd. “malus”) - sia a livello complessivo che di singola entità legale - secondo soglie prestabilite, in funzione della performance rispetto al budget annualmente approvato dai Consigli di Gestione e di Sorveglianza - calcolata a livello di Gruppo sull’indicatore di “RORAC” e a livello di singola entità legale e business unit sull’indicatore di “Utile Netto rettificato per il delta tra il costo del capitale allocato e del capitale assorbito107”. In caso di superamento dello stanziamento disponibile, è previsto un criterio di ri-proporzionamento dei premi, sino a capienza dello stanziamento medesimo. In linea con i principi espressi nelle regolamentazioni normative, la struttura della corresponsione dei premi (cd “pay-out”) nell’ambito del “Personale più rilevante” prevede che108:  una quota pari al 50% del premio è commutata in azioni ordinarie UBI Banca e viene assoggettata a clausole di retention che allineino gli incentivi con gli interessi di lungo termine della Banca;  una quota pari al 50%/40% del premio è differita a tre anni (per il Consigliere Delegato di UBI Banca viene differito il 60% per cinque anni a partire dal 2015109).

In conseguenza di quanto precede, la prima quota di premio commutato in azioni verrebbe assegnata nel corso del terzo anno successivo a quello di riferimento, mentre la seconda quota verrebbe assegnata nel corso del quinto anno successivo a quello di riferimento.

Al fine di assicurare nel tempo la stabilità patrimoniale e la liquidità, coerentemente con gli obiettivi strategici di lungo termine, la quota differita viene erogata a condizione che siano rispettati a livello di Gruppo adeguati livelli di stabilità patrimoniale (“Common Equity Tier 1”) e di liquidità (“Net Stable Funding Ratio”) coerentemente al “Risk Appetite Framework” definito

107 Per l’Asset Management,a basso assorbimento di capitale, l’indicatore utilizzato è l’Utile Netto Normalizzato. 108 Per il sistema incentivante 2015 le risorse appartenenti al perimetro “Altro Personale più Rilevante” le regole di pagamento prevedevano il differimento di una quota pari al 30% del premio per due anni ad escludendo l’utilizzo di strumenti finanziari 109 Ad esclusione del 2017, per il quale il differimento è di tre anni in considerazione della riduzione della componente variabile di breve termine per effetto dell’avvio del nuovo piano di incentivazione di lungo termine 2017-2019/20.

238

nelle policy interne al termine del periodo di differimento. Il mancato soddisfacimento di dette condizioni comporta l’azzeramento della quota di premio differita (cd. “malus”). A partire dal 2015, in caso di maturazione di premi inferiori a 50.000 euro lordi e qualora il premio maturato individualmente sia inferiore al 15% della retribuzione fissa, la corresponsione avviene in modalità esclusivamente “up-front”, di cui il 50% “cash” al momento della maturazione e il restante 50% in azioni ordinarie UBI con una “retention” di 2 anni110. Negli anni precedenti il trattamento precedentemente descritto veniva applicato non considerando l’incidenza sulla retribuzione, ma qualora il premio maturato fosse stato inferiore ai 50.000 Euro.

Sistemi di incentivazione di lungo termine Nel 2017, a sostegno del Piano Industriale e ad integrazione del piano di incentivazione a lungo termine (“ILT”) 2015-2017, è stato avviato un nuovo piano per il periodo 2017- 2019/2020 con l’obiettivo di allineare gli interessi del management con quelli dei principali stakeholder, oltre che nel breve, in una prospettiva di creazione di valore a lungo termine, in coerenza con quanto previsto dalle normative vigenti e dalle migliori prassi di mercato. I piani sono mirati, inoltre, a rendere più competitivi i livelli target di remunerazione, valorizzando la componente variabile ed orientando il “pay-mix” verso la performance, per favorire la fidelizzazione delle risorse strategiche. I destinatari del piano 2015-2017 sono ricompresi nel perimetro “TOP” del “Personale più rilevante”. Per il piano 2017-2019/2020, tale perimetro è esteso al restante “Personale più rilevante”, ad eccezione degli Amministratori e dei Consulenti Finanziari non legati da rapporto di lavoro dipendente, delle Funzioni Aziendali di Controllo, a cui non vengono direttamente collegati indicatori di tipo economico-finanziario e delle posizioni dell’Asset Management a riporto del Vertice della Società, tenuto conto dell’attuale “pay-mix” e della specifica normativa di riferimento. La valorizzazione dei bonus è prevista in azioni UBI (“Performance share”), considerate tra gli strumenti più appropriati per allineare gli interessi dei principali stakeholder con quelli del management. Ferme restando le condizioni preliminari di accesso (“gate”), sono previsti specifici obiettivi di creazione di valore per ciascun piano riportati nella Relazione sulla Remunerazione, a cui si rimanda per maggiori dettagli. La struttura della corresponsione dei premi (cd “pay-out”) prevede che l’erogazione avvenga:  una quota pari al 60% in azioni “up-front”, al termine del periodo di misurazione della performance (“accrual”), con una retention di due anni;  una quota pari al 40% in azioni, differita di due anni e con una retention di 1 anno. In ottica di adeguatezza alla normativa vigente, la quota è maturata prima del termine del periodo di differimento, ma sottoposta ad un ulteriore anno di retention per verificarne le effettive condizioni per il pagamento. Al fine di assicurare nel tempo la stabilità patrimoniale e la liquidità, coerentemente con gli obiettivi strategici di lungo termine, la quota differita viene erogata qualora siano rispettati adeguati livelli di stabilità patrimoniale (“Common Equity Tier 1”) e di liquidità (“Net Stable Funding Ratio”) coerentemente al “Risk Appetite Framework” definito nelle policy interne al termine del periodo di differimento. Il mancato soddisfacimento di dette condizioni comporta l’azzeramento della quota di premio differita (cd. “malus”).

Tempistiche assegnazione delle quote di premio da erogare in strumenti finanziari relative ai sistemi di incentivazione Per quanto sopra, di seguito si riportano le tempistiche con le quali verranno erogate le quote di premio da erogare in strumenti finanziari: ● nell’anno 2017 è stata assegnata la seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2012 e la prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2014;

110 Ad eccezione delle posizioni ricomprese nell’Asset Management e per i Consulenti Finanziari della Società IW Bank, per i quali nel 2017, tenuto conto degli specifici mercati di riferimento e della composizione dell’attuale pacchetto retributivo, il pagamento avviene in modalità “up-front cash” qualora il premio maturato individualmente sia inferiore a 50.000 euro e al 33% della remunerazione fissa.

239

● nell’anno 2018 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2013 e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2015; ● nell’anno 2019 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2014 e della prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2016; ● nell’anno 2020 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2015, della prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2017 e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di lungo termine 2015-2017; ● nell’anno 2021 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2015-2017 e per il sistema incentivante di breve termine del 2016; ● nell’anno 2022 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2017 e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2019; ● nell’anno 2023 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2019 e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2020; ● nell’anno 2024 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2020.

B. Informazioni di natura quantitativa

Sistemi di incentivazione di breve e lungo termine Ai sensi delle previsioni dell’IFRS 2 “Pagamenti basati su azioni” i piani in parola configurano un’operazione c.d. “equity settled”, ovvero un pagamento basato su azioni regolato con strumenti rappresentativi di capitale. In funzione di ciò, poiché l’IFRS 2 si pone l’obiettivo di riconoscere nel conto economico, sotto forma di spese per il Personale, l’impatto economico della remunerazione corrisposta mediante elementi del patrimonio netto, UBI Banca, nonché le società controllate coinvolte nei piani, hanno rilevato il costo di competenza dell’esercizio alla voce 150a “Spese amministrative: spese per il Personale” in contropartita ad un incremento del patrimonio netto mediante valorizzazione di un’apposita riserva data la circostanza che l’obbligazione in capo all’azienda verrà estinta mediante consegna di strumenti di patrimonio netto e tale obbligazione sarà in ogni caso regolata dalla Capogruppo.

Con particolare riguardo alla quantificazione del costo dei piani si specifica che, in ossequio alle previsioni dell’IFRS 2, nell’impossibilità di quantificare con precisione il valore dei servizi offerti dai dipendenti, il medesimo è calcolato in funzione del fair value dell’azione UBI alla data di assegnazione moltiplicato per il numero di azioni che si stima matureranno. Nel dettaglio, il fair value degli strumenti di patrimonio netto assegnati, è determinato tenendo in considerazione che la consegna dei medesimi é prevista, in un arco temporale dal 2014 e sino al 2024; tali stime muovono dal prezzo di mercato delle azioni, dedotto il valore attuale dei dividendi distribuibili dal Gruppo UBI nel periodo immediatamente antecedente l’assegnazione delle azioni, e, in generale, ponderano adeguatamente i termini e le condizioni in base ai quali gli strumenti sono assegnati.

Per la Banca il costo complessivo stimato dei sistemi incentivanti di breve termine relativo alle azioni che verranno assegnate dal 2017 è pari a 74 migliaia di euro, e risulta così ripartito:

● quote up-front, valorizzate in: - n. 2.531 azioni assegnate nel 2017, equivalente a 14 migliaia di euro; - n. 5.905 azioni da assegnare nel 2019, equivalente a 17 migliaia di euro; ● quote differite, valorizzate (fatta salva la verifica delle condizioni cui è subordinato il differimento) in: - n. 3.927 azioni assegnate nel 2017, equivalente a 12 migliaia di euro; - n. 2.693 azioni da assegnare nel 2018, equivalente a 12 migliaia di euro; - n. 1.687azioni da assegnare nel 2019, equivalente a 9 migliaia di euro; - n. 3.937 azioni da assegnare nel 2021, equivalente a 10 migliaia di euro.

240

In funzione delle condizioni di maturazione ipotizzate, il predetto costo del piano è ripartito lungo tutto il periodo di maturazione previsto dal medesimo, imputando a conto economico la quota parte di competenza che, per l’esercizio in corso, è pari a 14migliaia di euro. Si segnala inoltre che l’eventuale variazione del costo avverrà solamente in funzione della non maturazione dei requisiti e conseguente mancata consegna di azioni, per non soddisfacimento delle condizioni di risultato previste dal piano o in caso di non permanenza in servizio, e non anche in funzione delle variazioni di fair value delle azioni UBI.

Il costo complessivo stimato del sistema di incentivazione di lungo termine attivato nel 2015 è pari a 133 migliaia di euro e, come per il breve termine, è ripartito lungo tutto il periodo di maturazione previsto dal medesimo, imputando a conto economico la quota parte di competenza che, per l’esercizio in corso, è pari a 23 migliaia di euro, in particolare risulta così ripartito:

● n. 12.154 azioni da assegnare nel 2020, equivalente a 81 migliaia di euro; ● n. 8.103 azioni da assegnare nel 2021, equivalente a 52.289 migliaia di euro.

Il costo complessivo stimato del sistema di incentivazione di lungo termine attivato nel 2017 è pari a 359 migliaia di euro e è ripartito lungo tutto il periodo di maturazione previsto dal medesimo, imputando a conto economico la quota parte di competenza che, per l’esercizio in corso, è pari a 57 migliaia di euro, in particolare risulta così ripartito:

● n. 40.461 azioni da assegnare nel 2022, equivalente a 114 migliaia di euro; ● n. 67.435 azioni da assegnare nel 2023, equivalente a 178 migliaia di euro; ● n. 26.974 azioni da assegnare nel 2024, equivalente a 67 migliaia di euro.

241

Parte L - Informativa di settore

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa di settore. La stessa viene fornita a livello di Bilancio Consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

242

Allegati al Bilancio d’esercizio

243

Prospetti riepilogativi dei dati essenziali della società controllante UBI Banca S.c.p.A. (ex art. 2497 bis del c.c.)

STATO PATRIMONIALE (in migliaia di euro)

31/12/2016

ATTIVITA'

Cassa e disponibilità liquide 204.188

Attività finanziarie detenute per la negoziazione 808.081

Attività finanziarie valutate al fair value 188.449

Attività finanziarie disponibili per la vendita 9.447.492

Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 7.327.544

Crediti verso banche 12.254.559

Crediti verso clientela 37.111.384

Derivati di copertura 433.489

Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 1.631

Partecipazioni 7.322.989

Immobilizzazioni 1.288.624

Attività fiscali 2.055.015

Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 2.657

Altre attività 851.605

TOTALE DELL’ATTIVO 79.297.708

31/12/2016

PASSIVITA'

Debiti verso banche 21.415.235

Debiti verso clientela e titoli in circolazione 46.814.745

Passività finanziarie di negoziazione 881.981

Derivati di copertura 178.200

Passività fiscali 127.320

Altre passività 1.304.129

Trattamento di fine rapporto del personale 111.973

Fondi per rischi e oneri 134.472

Patrimonio netto 8.823.079

Utile d’esercizio (493.425)

TOTALE DEL PASSIVO 79.297.708

244

CONTO ECONOMICO (in migliaia di euro)

31/12/2016

Margine di interesse 321.073

Commissioni nette 333.417

Margine di intermediazione 1.021.984

Risultato netto della gestione finanziaria 398.905

Costi operativi (889.794)

Utile della operatività corrente al lordo delle imposte (676.821)

Imposte sul reddito 183.395

UTILE D’ESERCIZIO (493.425)

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Pubblicità dei corrispettivi di revisione contabile e dei servizi diversi dalla revisione a norma del Regolamento Emittenti Consob art. 149 duodecies.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 149 duodecies del Regolamento Emittenti Consob si riportano, nella tabella che segue, le informazioni riguardanti i corrispettivi erogati a favore della società di revisione Deloitte & Touche SpA ed alle società appartenenti alla stessa rete per i seguenti servizi: 1) Servizi di revisione che comprendono: • l’attività di controllo dei conti annuali, finalizzata all’espressione di un giudizio professionale; • l’attività di controllo dei conti infrannuali. 2) Servizi di attestazione che comprendono incarichi con cui il revisore valuta uno specifico elemento, la cui determinazione è effettuata da un altro soggetto che ne è responsabile, attraverso opportuni criteri, al fine di esprimere una conclusione che fornisca al destinatario un grado di affidabilità in relazione a tale specifico elemento. 3) Servizi di consulenza fiscale. 4) Altri servizi.

I corrispettivi esposti in tabella, di competenza dell’esercizio 2017, sono quelli contrattualizzati, comprensivi di eventuali indicizzazioni (ma non anche di spese vive, dell’eventuale contributo di vigilanza ed IVA).

Tipologia Soggetto che ha Destinatario Compensi di servizio erogato il servizio del servizio (€/migliaia)

Revisione contabile Deloitte & Touche SpA IW Bank SpA 150

Servizi di attestazione

Servizi di consulenza fiscale

Altri servizi

Totale 150

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Glossario

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ABF (Arbitro Bancario Finanziario) L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione) previsto dall’art. 128-bis del TUB (Testo Unico Bancario), introdotto dalla Legge sul risparmio (Legge n. 262/2005). L’organizzazione ed il funzionamento dell’ABF sono disciplinati dalle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” emanate dalla Banca d’Italia il 18 giugno 2009 e successive modifiche ed integrazioni. L’adesione è obbligatoria da parte di tutte le banche e degli altri intermediari finanziari. All’ABF, operativo dal 15 ottobre 2009, possono essere sottoposte tutte le controversie, relative a operazioni o comportamenti non anteriori al 1° gennaio 2009, aventi ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta del ricorrente ha ad oggetto la corresponsione di una somma di denaro a qualunque titolo, la controversia rientra nella cognizione dell’ABF a condizione che l’importo richiesto non sia superiore a 100.000 euro. Sono escluse le controversie attinenti a servizi/attività di investimento e al collocamento di prodotti finanziari nonché alle operazioni e servizi che siano componenti di prodotti finanziari. Il ricorso all’ABF soddisfa la condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale, a norma dell’art. 5, comma 1-bis del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni (cfr. definizione di Mediazione). Ad eccezione dei casi in cui la procedura di ricorso all’ABF è avviata dal Prefetto111, e di risposta negativa a un a una richiesta di rimborso di un’operazione di pagamento eseguita su iniziativa del beneficiario112, l’espletamento della fase di reclamo (cfr. definizione) presso l’intermediario costituisce condizione preliminare e necessaria per adire l’ABF113, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei trenta giorni dalla ricezione da parte della banca. Il ricorso è gratuito per il cliente, salvo il versamento di un importo pari a 20 euro per contributo alle spese della procedura che deve essere rimborsato dalla banca al ricorrente qualora il collegio accolga il ricorso in tutto o in parte. Tale contributo non è dovuto se la procedura è stata attivata dal Prefetto. A differenza dello strumento della conciliazione, che mira a favorire il raggiungimento di un accordo fra le parti, l’ABF esprime una decisione sui ricorsi ricevuti attraverso un apposito collegio giudicante, ferma restando la facoltà delle parti di ricorrere all’Autorità Giudiziaria o ad ogni altro mezzo previsto dall’ordinamento a tutela dei propri interessi. L’ABF è costituito da un organo decidente articolato in sette collegi (Milano, Torino, Bologna, Roma, Bari, Napoli e Palermo) ognuno con una segreteria tecnica presso la Banca d’Italia. In ciascun collegio l’organo decidente è composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il presidente) designati dalla Banca d’Italia, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano i clienti.

ABS (Asset Backed Securities) Strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) il cui rendimento e rimborso sono garantiti da attivi (crediti) di proprietà della società veicolo ai sensi della Legge n. 130/99 (SPV - cfr. definizione), destinate in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari stessi. Tecnicamente i titoli di debito vengono emessi dalla SPV . Il portafoglio sottostante l'operazione di cartolarizzazione può essere costituito da mutui ipotecari, prestiti, crediti commerciali, crediti derivanti da carte

111 Con Provvedimento del 13 novembre 2012, Banca d’Italia – in attuazione di quanto previsto dall’art. 27-bis, comma 1 – quinquies, del D.L. n.1/2012, convertito con modificazioni dalla Legge n. 27/2012 – ha previsto che la procedura di ricorso all’ABF possa essere avviata, su istanza del cliente, dai Prefetti, in relazione a contestazioni inerenti alla mancata erogazione, al mancato incremento o alla revoca di un finanziamento, all’inasprimento delle condizioni applicate ad un contratto di finanziamento o ad altri comportamenti della banca conseguenti alla valutazione del merito creditizio. 112 Si veda il paragrafo 5.2 della Sezione IV delle Disposizioni di Banca d’Italia denominate “Attuazione del Titolo II del D.Lgs. n. 11 del 27 gennaio 2010 relativo ai servizi di pagamento (Diritti e Obblighi delle Parti)”. 113 A norma delle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” (Sez. VI, par. 1, nota 1) sono tuttavia ammissibili i ricorsi proposti in assenza di reclamo all’intermediario relativi alle controversie pendenti davanti all’autorità giudiziaria per le quali il giudice abbia rilevato il mancato esperimento della condizione di procedibilità di cui all’art. 5, comma 1, del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni.

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di credito o altro ancora. In funzione della tipologia di attivo sottostante, gli ABS possono essere classificati in: - credit loan obligation CLO (il portafoglio è costituito da prestiti bancari); - collateralized bond obligation CBO (il portafoglio è costituito da titoli obbligazionari); - collateralized debt obligation CDO (il portafoglio è costituito da obbligazioni, strumenti di debito e titoli in generale); - residential mortgage backed security RMBS (il portafoglio è costituito da mutui ipotecari su immobili residenziali); - commercial mortgage backed security CMBS (il portafoglio è costituito da mutui ipotecari su immobili commerciali).

ACF (Arbitro per le Controversie Finanziarie) L’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione) istituito in forza della Delibera Consob n. 19602 del 4 maggio 2016, nell’ambito della quale la Consob ha adottato anche il relativo Regolamento concernente i criteri di svolgimento delle procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversi presso l’ACF. L’adesione è obbligatoria da parte di tutti gli intermediari, comprese le banche italiane. All’ACF, operativo dal 9 gennaio 2017, possono essere sottoposte tutte le controversie fra investitori e intermediari, relative alla violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza cui gli intermediari sono tenuti nei loro rapporti con gli investitori nell’esercizio delle attività disciplinate nella parte II del TUF, incluse le controversie transfrontaliere e le controversie oggetto del Regolamento (UE) n. 524/2013. Sono esclusi dalla competenza dell’ACF i danni che non sono conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento o della violazione da parte dell’intermediario degli obblighi di cui sopra e quelli che non hanno natura patrimoniale. L’ACF è tenuto a collaborare con gli altri organismi di risoluzione stragiudiziale delle controversie, anche al fine di delimitare le reciproche competenze. Non rientrano nell’ambito di operatività dell’ACF le controversie che implicano la richiesta di somme di denaro per un importo superiore a 500.000 euro. Il ricorso all’ACF soddisfa la condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale, a norma dell’art. 5, comma 1-bis del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni (cfr. definizione di Mediazione). La previa presentazione di un reclamo all’intermediario sui medesimi fatti oggetto del ricorso all’ACF costituisce condizione preliminare e necessaria per adire l’ACF, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei sessanta giorni dalla sua presentazione, senza che l’intermediario abbia comunicato all’investitore le proprie determinazioni. Il ricorso all’ACF non può essere proposto quando, sui medesimi fatti oggetto dello stesso, sono pendenti, anche su iniziativa dell’intermediario a cui l’investitore ha aderito, altre procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie. Il ricorso all’ACF può essere proposto esclusivamente dall’investitore, personalmente o per il tramite di un’associazione rappresentativa degli interessi dei consumatori ovvero di procuratore. Il ricorso è gratuito per il cliente. Le spese per l’avvio del procedimento sono poste a carico del fondo di cui all’articolo 8 del Decreto Legislativo n. 179 del 8 ottobre 2007 e successive modificazioni, nei limiti di capienza del medesimo. L’ACF è costituito da un collegio decidente e da una segreteria tecnica. Il collegio è composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il presidente) designati dalla Consob, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano i consumatori.

Acquisition finance Finanziamenti al servizio di operazioni di acquisizione aziendale.

Additional Tier 1 – AT1 (Capitale aggiuntivo di classe 1) Si veda in proposito la Sezione 2 della Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato contenuta nella Nota Integrativa Consolidata.

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ADR (Alternative Dispute Resolution) In italiano, “risoluzione alternativa delle controversie”. La sigla indica l’insieme dei metodi, strumenti, tecniche stragiudiziali di risoluzione delle controversie: una o entrambe le parti si affidano a un terzo imparziale per porre fine a una lite, senza rivolgersi all’autorità giudiziaria. Le procedure più diffuse sono la conciliazione e l’arbitrato.

ALM (Asset & Liability Management) Gestione integrata dell’attivo e del passivo finalizzata ad allocare le risorse in un’ottica di ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento.

Alternative Investment Gamma di forme di investimento che comprende, tra l’altro, gli investimenti di private equity (cfr. definizione) e gli investimenti in hedge fund (cfr. definizione).

Asset Management Attività di gestione e amministrazione degli investimenti finanziari di terzi.

Ateco Versione nazionale, sviluppata dall’Istat, della classificazione delle attività economiche definita in ambito europeo e approvata con regolamento comunitario. L’ultima classificazione è Ateco 2007, che ha sostituito la precedente Ateco 2002.

Attivo tangibile Valore contabile degli attivi della Banca calcolato escludendo le attività immateriali.

ATM (Automated Teller Machine) Apparecchiatura automatica per l’effettuazione da parte della clientela di operazioni quali ad esempio il prelievo di contante, il versamento di contante o assegni, la richiesta di informazioni sul conto, il pagamento di utenze, le ricariche telefoniche, ecc. Il cliente attiva il terminale introducendo una carta e digitando il codice personale di identificazione.

Attività intangibile o immateriale Attività non monetaria identificabile priva di consistenza fisica.

Attività di rischio ponderate (Risk Weighted Assets – RWA) Attività per cassa e fuori bilancio classificate e ponderate in base a diversi coefficienti legati ai rischi, ai sensi delle normative bancarie emanate dagli Organi di Vigilanza per il calcolo dei coefficienti patrimoniali.

Audit Processo di controllo sull’attività e sulla contabilità societaria che viene svolto sia da strutture interne (internal audit – cfr. definizione) che da società terze (external audit).

Autorità di Vigilanza Le Autorità di Vigilanza – Banca d’Italia, Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) – sono individuate dalla Legge 28 dicembre 2005, n. 262 “Disposizioni a tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari” c.d. “Legge sul Risparmio”. La Consob svolge funzioni di controllo sui mercati mobiliari e con la Banca d’Italia attività di vigilanza sugli intermediari che svolgono attività di intermediazione mobiliare: banche, SIM, SGR e altri soggetti abilitati. Con riferimento a tali intermediari è competente per quanto riguarda la trasparenza e la correttezza dei comportamenti.

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L’IVASS è una autorità indipendente dotata di autonomia patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale. L'Istituto opera per garantire la stabilità del mercato e delle imprese di assicurazione nell'interesse degli assicurati e degli utenti in generale. La COVIP è l‘autorità amministrativa che ha il compito di vigilare sul funzionamento dei fondi pensione complementari. L’AGCM, detta “Autorità Antitrust”, è un’autorità indipendente che ha competenze in materia di tutela della concorrenza, in particolare concentrazioni, intese e abusi di posizione dominante; inoltre ha competenza in materia di pubblicità ingannevole e comparativa e di conflitto di interessi.

Backtesting Analisi retrospettiva volta a verificare l’affidabilità delle misurazioni di rischio associate alle posizioni di portafogli di attività.

Banca Centrale Europea (BCE) La Banca Centrale Europea, nata nel giugno 1998, assicura – direttamente o per il tramite delle Banche Centrali nazionali – lo svolgimento dei compiti assegnati all’Eurosistema e al Sistema europeo di Banche Centrali. Nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico, che comprende anche le autorità nazionali competenti, la Banca Centrale Europea è inoltre preposta alla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi insediati nell’Area dell’euro e negli Stati membri partecipanti non appartenenti all’Area. Gli organi decisionali sono il Comitato esecutivo, il Consiglio direttivo, il Consiglio generale ed il Consiglio di Vigilanza. Il primo è costituito dal Presidente e dal Vicepresidente della BCE e da quattro membri, nominati dal Consiglio europeo. Il Consiglio direttivo, principale organo decisionale, è composto dai membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Area euro. Il Consiglio generale comprende il Presidente e il Vicepresidente della BCE e i governatori delle Banche Centrali nazionali dei paesi della UE. Il Consiglio di Vigilanza annovera un Presidente, un Vicepresidente, quattro rappresentanti della BCE e cinque rappresentanti delle Autorità di Vigilanza nazionali. La Banca d’Italia, come le altre Banche Centrali Nazionali, detiene una quota del capitale sociale della BCE.

Bancassurance Espressione che indica l’offerta di prodotti tipicamente assicurativi attraverso la rete operativa delle aziende di credito.

Banking book Solitamente identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività “proprietaria”.

Basilea 3 Si veda in proposito la Sezione 2 della Parte F - Informazioni sul patrimonio consolidato contenuta nella Nota Integrativa Consolidata.

Basis point (punto base) Corrisponde a un centesimo di punto percentuale (0,01%).

Basis swap Contratto che prevede lo scambio, tra due controparti, di pagamenti legati a tassi variabili basati su un diverso indice.

Benchmark Parametro di riferimento degli investimenti finanziari: può essere rappresentato dagli indici di mercato più noti ovvero da altri ritenuti meglio rappresentativi del profilo rischio/rendimento.

Best practice Comportamento commisurato alle esperienze più significative e/o al miglior livello raggiunto dalle conoscenze riferite ad un certo ambito tecnico/professionale.

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CAGR – Compound Annual Growth Rate (tasso di crescita annuo composto) Tasso di crescita annuale applicato ad un investimento o ad altre attività per un periodo pluriennale. La formula per calcolare il CAGR è [(valore attuale/valore base)^(1/n° anni)-1].

Camera di Conciliazione e Arbitrato presso la Consob Con Delibera n. 16763 del 29 dicembre 2008 la Consob ha approvato il Regolamento di attuazione del D.Lgs. 8 ottobre 2007 n. 179, istituendo la Camera di Conciliazione e di Arbitrato presso la Consob e le relative procedure. La Camera di Conciliazione e Arbitrato, che ha avviato la propria attività nel corso del 2010, e la cui organizzazione e relative procedure sono disciplinate dal Regolamento Consob n. 18275 del 18 luglio 2012, amministra i procedimenti di conciliazione e di arbitrato, attivati solamente su iniziativa degli investitori, in presenza di controversie riguardanti la violazione da parte degli intermediari delle regole di informazione, correttezza e trasparenza imposte dalla Consob agli stessi nei rapporti contrattuali con gli investitori in materia di servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio (fondi comuni), senza limiti di importo. La Camera di Conciliazione e Arbitrato offre due possibili strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie: la Camera di Conciliazione Stragiudiziale e l’Arbitrato ordinario/semplificato. Il ricorso alla Camera di Conciliazione e Arbitrato soddisfa la condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale, a norma dell’art. 5, comma 1-bis del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni. In forza di quanto previsto dalla Delibera Consob n. 19602 del 4 maggio 2016, la Camera di Conciliazione e Arbitrato presso la Consob resta in carica per le procedure di conciliazione e arbitrato iniziate e non ancora concluse sino alla data di avvio dell’operatività dell’Arbitro per le controversie Finanziarie (ACF), vale a dire il 9 gennaio 2017; tali procedure continueranno a svolgersi secondo le modalità previste dal regolamento adottato da Consob con delibera n. 18275 del 18 luglio 2012. Dal 9 gennaio 2017 non è più possibile presentare alcun procedimento innanzi alla Camera di Conciliazione e Arbitrato.

Capital allocation Processo che porta alla decisione di come distribuire l’investimento tra le diverse categorie di attività finanziarie (in particolare obbligazioni, azioni e liquidità). Le scelte di capital allocation sono determinate dalla necessità di ottimizzare il rapporto rendimento/rischio in relazione all’orizzonte temporale e alle aspettative dell’investitore.

Captive Termine genericamente riferito a “reti” o società che operano esclusivamente con clientela dell’azienda o del gruppo.

Cartolarizzazione Operazione mediante la quale una Società (detta Originator, cfr. definizione) trasforma un’attività finanziaria o reale non negoziabile in strumenti finanziari negoziabili. L’operazione viene effettuata mediante la cessione delle attività a una Società Veicolo (SPV, cfr. definizione) o mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati. Il corrispettivo che la Società Veicolo è tenuta a pagare all’Originator (cfr. definizione) è ottenuto mediante l’emissione di titoli (cfr. ABS). Le attività di proprietà della Società Veicolo (ad esempio, i crediti acquisiti dall’Originator) sono destinati esclusivamente alla realizzazione dei diritti e degli interessi dei portatori dei titoli. In Italia la materia è regolata principalmente dalla Legge n. 130 del 30 aprile 1999, la quale prevede che le emissioni di titoli che vengono collocate in Italia presso il pubblico devono obbligatoriamente avere un rating (cfr. rating).

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) Istituto fondato nel 1863 alle dipendenze del Ministero delle Finanze e dotato, per effetto della L. 197/1983, di autonomia amministrativa e organizzativa. Esso è stato trasformato in società per azioni nel dicembre 2003. Dal settembre 2006 la Cassa Depositi e Prestiti Spa è inclusa tra le Istituzioni finanziarie monetarie. Dalla stessa data è soggetta al regime di riserva

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obbligatoria dell’Eurosistema. Dall’ottobre 2007 i dati di bilancio della Cassa Depositi e Prestiti sono inclusi nelle statistiche, compilati secondo i principi armonizzati del SEBC (cfr. definizione), sulla situazione dei conti delle banche e dei fondi comuni monetari residenti in Italia.

Cassa di Compensazione e Garanzia (CCG) Società per azioni che svolge la funzione di controparte centrale sui mercati azionari a pronti e dei derivati gestiti da Borsa Italiana nonché sul Mercato Telematico dei titoli di Stato.

Cessione del Quinto dello Stipendio La cessione del Quinto dello Stipendio è una particolare tipologia di prestito personale, destinata a lavoratori dipendenti e a pensionati. In tale forma tecnica il rimborso delle rate avviene tramite cessione di una quota dello stipendio o della pensione a favore del soggetto finanziatore. Tale quota, trattenuta direttamente in busta paga, non può eccedere la quinta parte dell’emolumento netto mensile. La materia è stata originariamente disciplinata dal D.P.R. 5/1/1950, n. 180, integrato e modificato da successivi interventi normativi.

Common Equity Tier 1 – CET 1 (Capitale Primario di classe 1) Si veda in proposito la Sezione 2 della Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato contenuta nella Nota Integrativa Consolidata.

Conciliatore BancarioFinanziario Il “Conciliatore BancarioFinanziario - Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie ADR” è un’iniziativa promossa con il patrocinio dell’ABI dai primi dieci gruppi bancari, fra i quali il Gruppo UBI Banca, per dare alla clientela servizi per la soluzione delle controversie rapidi ed efficienti, alternativi alla procedura giudiziaria (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione). I servizi offerti sono: . Mediazione (cfr. definizione): la procedura di mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario è disciplinata oltre che dal D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni, dal “Regolamento di procedura per la mediazione” del relativo organismo depositato presso il Ministero della Giustizia. In relazione all’obbligo del preventivo esperimento della procedura di mediazione, quale condizione di procedibilità dell’eventuale domanda giudiziale relativa a controversie in materia di contratti bancari e finanziari, i contratti con la clientela individuano l’organismo di mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario, quale organismo a cui sottoporre le citate controversie, in quanto specializzato in tali materie e presente con una propria rete di mediatori diffusa sul territorio nazionale; . Arbitrato: procedura in cui le parti – sulla base di una specifica clausola contenuta nel contratto oggetto di contestazione o, comunque, di comune accordo – sottopongono una controversia ad un arbitro o ad un collegio di arbitri, esperti in materia bancaria, finanziaria e societaria, riconoscendo loro il potere di decidere in merito; . Ombudsman-Giurì Bancario: organismo promosso nel 1993 in sede ABI a cui la clientela, rimasta insoddisfatta delle decisioni dell’ufficio reclami della banca o il cui reclamo non abbia avuto esito nel termine prescritto, può rivolgersi gratuitamente in seconda istanza. La gestione dell’Ombudsman è stata trasferita al Conciliatore BancarioFinanziario dal 1° giugno 2007.

All’Ombudsman possono essere sottoposte le controversie in materia di servizi/attività di investimento e altre tipologie di operazioni non assoggettate al Titolo VI del TUB, aventi ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta ha ad oggetto la corresponsione di una somma di denaro, la questione rientra nella competenza dell’Ombudsman se l’importo richiesto non è superiore a 100.000 euro; l’Ombudsman decide entro 90 giorni dalla data di ricezione della richiesta di intervento. Il ricorso all’Ombudsman non preclude al cliente la facoltà di rivolgersi in qualsiasi momento all’Autorità giudiziaria, avviare una procedura di mediazione o sottoporre la questione ad un collegio arbitrale, mentre la decisione era vincolante per l’intermediario.

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A seguito dell’attivazione dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF, cfr. definizione) dal 9 gennaio 2017 non è più possibile presentare alcun procedimento innanzi all’Ombudsman- Giurì Bancario, che si limiterà a gestire i ricorsi ricevuti fino all’8 gennaio 2017. Una volta conclusa la suddetta attività di gestione a stralcio, l’Ombudsman-Giurì Bancario cesserà la propria attività.

Conduit Si veda in proposito la voce SPE/SPV.

Confidi (Consorzi di garanzia collettiva fidi) Sono soggetti a natura cooperativa o consortile che rilasciano garanzie collettive a fronte di finanziamenti erogati a favore delle imprese socie o consorziate. Nell’attività di concessione del credito da parte delle banche alle piccole e medie imprese, l’intervento dei confidi consente di ridurre i costi dell’informazione sui soggetti da affidare ed i rischi per i casi di inadempimento.

Consumer finance Finanziamenti concessi alle famiglie per fini personali collegati al consumo di beni e di servizi.

Corporate Tipologia di clientela riconducibile alle imprese di medie e grandi dimensioni (mid-corporate, large corporate).

Corporate governance Attraverso la composizione ed il funzionamento degli organi societari interni ed esterni, la struttura della corporate governance definisce la distribuzione dei diritti e delle responsabilità tra i partecipanti alla vita di una società, in riferimento alla ripartizione dei compiti, all’assunzione di responsabilità e al potere decisionale.

Cost Income Ratio Indicatore economico definito dal rapporto tra i costi operativi ed il margine di intermediazione.

Covered bond Speciale obbligazione bancaria che, oltre alla garanzia della banca emittente, può usufruire anche della garanzia di un portafoglio di mutui ipotecari od altri prestiti di alta qualità ceduti, per tale scopo, ad un’apposita società veicolo. Le banche che intendono emettere covered bond devono disporre di fondi propri non inferiori a 250 milioni di euro e di un Total Capital ratio a livello consolidato non inferiore al 9%. Degli attivi potenzialmente utilizzabili a garanzia, la quota ceduta non potrà superare i seguenti limiti, graduati in funzione del Tier 1 ratio e del Common Equity Tier 1 ratio a livello consolidato: - 25% nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio  7% e CET 1  6%; - 60% nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio  8% e CET 1  7%; - nessun limite nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio  9% e CET 1  8%.

CPI (Credit Protection Insurance) Polizze assicurative di protezione del credito che possono essere sottoscritte dai debitori di prestiti finanziari (prestiti personali, mutui e carte di credito) per garantire loro (in qualità di assicurati) di far fronte al pagamento del debito residuo o di un certo numero di rate nel caso di eventi negativi temporanei o definitivi (perdita involontaria del posto di lavoro, malattia, infortuni, invalidità permanente o morte). Tali polizze possono essere abbinate anche ai finanziamenti alle imprese, con una copertura assicurativa degli eventi che possono colpire i soci, gli amministratori o le figure chiave dell’azienda.

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Credito al consumo Il credito al consumo è il contratto con il quale viene dilazionato il pagamento del prezzo ovvero concesso un prestito o altra analoga facilitazione finanziaria al consumatore per l’acquisto di beni e di servizi.

Credit Default Swap Contratto col quale un soggetto, dietro pagamento di un premio periodico, trasferisce ad un altro soggetto il rischio creditizio insito in un prestito o in un titolo, al verificarsi di un determinato evento legato al deterioramento del grado di solvibilità del debitore.

Credito ristrutturato Si veda in proposito la voce “Inadempienze probabili”.

Cross selling Fidelizzazione della clientela tramite la vendita di prodotti e servizi tra loro integrati.

Default Identifica la condizione di dichiarata impossibilità ad onorare i propri debiti e/o il pagamento dei relativi interessi.

Derivati OTC negoziati con la clientela Attività di supporto alla clientela nella gestione dei rischi finanziari, in particolare di quelli derivanti dall’oscillazione dei tassi di cambio, dei tassi d’interesse e del prezzo delle commodity (materie prime).

Disaster recovery geografico Insieme di procedure tecniche ed organizzative attivate a fronte di un evento catastrofico che provochi l’indisponibilità completa del sito di elaborazione dati. L’obiettivo è riattivare le applicazioni vitali per l’azienda in un sito secondario (detto di recovery). Il sistema di disaster recovery si definisce “geografico” quando è locato ad almeno 50 km dal sistema di origine. L’obiettivo primario è quello di attenuare i rischi derivanti da eventi disastrosi con possibile impatto su di un’intera area metropolitana (terremoti, inondazioni, eventi bellici, ecc.) come prescritto dagli standard di sicurezza internazionali.

Duration Riferita ad un titolo ovvero ad un portafoglio obbligazionario, è un indicatore solitamente calcolato come media ponderata delle scadenze dei pagamenti per interessi e capitale associati al titolo stesso.

EAD (Exposure At Default) Stima del valore futuro di un’esposizione al momento del default (cfr. definizione) del relativo debitore.

EBA (European Banking Authority) – Autorità bancaria europea Costituita dai rappresentanti delle Autorità di Vigilanza bancaria degli Stati membri dell’Unione Europea, l’EBA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio 2011, subentrando nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria (Committee of European Banking Supervisors-CEBS) che è stato contestualmente soppresso. L’EBA tutela la stabilità del sistema bancario, la trasparenza dei mercati e dei prodotti finanziari e la protezione dei depositanti e degli investitori.

EFSF (European Financial Stability Facility) Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area euro in difficoltà istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE del 9 maggio 2010 e giuridicamente costituito in forma di società per azioni con sede legale in Lussemburgo. Dal 1° luglio 2013 è stato sostituito dallo European Stability Mechanism (cfr. ESM) nel fornire nuovo sostegno ai Paesi

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dell’Area dell’euro in difficoltà. Rimane in attività per la gestione dei programmi ai quali ha già preso parte (a favore di Irlanda, Portogallo e Grecia).

EFSM (European Financial Stabilisation Mechanism) Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area euro in difficoltà istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE dell’11 maggio 2010. Amministrato dalla Commissione Europea per conto della UE, l’EFSM può erogare prestiti fino a un massimo di 60 miliardi di euro. Le operazioni di provvista sono garantite dal bilancio dell’Unione. L’EFSM è stato finora attivato per programmi di sostegno a Irlanda e Portogallo (entrambi conclusi nel 2014) nonché per la Grecia (finanziamento pienamente ripagato nell’agosto 2015).

Eligible assets (attività stanziabili o rifinanziabili) Titoli posti a garanzia di operazioni con l'Eurosistema a fronte sia di operazioni di politica monetaria (finalizzate a immettere liquidità sul mercato) che dell'operatività infragiornaliera. Ai sensi dell’articolo 18.1 del Sistema Europeo di Banche Centrali (“SEBC”), tutte le operazioni di credito dell’Eurosistema devono infatti essere effettuate in presenza di adeguate garanzie. Per definire tali garanzie l’Eurosistema ha elaborato un quadro unico (denominato anche “lista unica”) che descrive le singole attività idonee alle operazioni di finanziamento ed i relativi haircut (cfr. definizione). La lista distingue attualmente gli strumenti eligibili fra: attività negoziabili (titoli quotati con adeguati livelli di rating) e attività non negoziabili (prestiti bancari). e-MID (Mercato Interbancario dei Depositi) Mercato per la negoziazione di depositi interbancari attraverso il circuito telematico gestito da e-MID Sim Spa.

Eonia (Euro overnight index average) Tasso di interesse calcolato come media ponderata dei tassi overnight applicati su tutte le operazioni di finanziamento non garantite concluse sul mercato interbancario dalle banche di riferimento (reference ).

ESM (European Stability Mechanism) Meccanismo permanente per la gestione delle crisi la cui costituzione è stata decisa dal Consiglio Europeo a fine 2010. Il 2 febbraio 2012 gli Stati membri dell’Unione Europea hanno emendato il trattato intergovernativo sottoscritto nel luglio 2011 che aveva istituito l’ESM. Operativo da ottobre 2012 e ubicato in Lussemburgo, si occupa del finanziamento degli Stati membri attraverso gli strumenti di intervento già a disposizione dell’EFSF (cfr. definizione) ed ha una capacità di credito massima pari a 500 miliardi di euro. L’8 dicembre 2014 il Consiglio dei Governatori dell’ESM ha adottato lo strumento di ricapitalizzazione diretta per le banche dell’Eurozona che consente all’istituzione di ricapitalizzare direttamente una banca a rilevanza sistemica dell’Eurozona solo però se si è già provveduto al coinvolgimento degli investitori privati.

ESMA (European Securities and Markets Authority) – Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati Composta dai rappresentanti delle autorità di vigilanza dei partecipanti ai mercati finanziari degli Stati membri dell’Unione Europea, l’ESMA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio 2011 subentrando nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle autorità europee di regolamentazione dei valori mobiliari (Committee of European Securities Regulators-CESR) che è stato contestualmente soppresso. L’ESMA tutela la stabilità del sistema finanziario, la trasparenza dei mercati e dei prodotti finanziari e la protezione degli investitori.

Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate Vi rientrano le esposizioni per le quali risultano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni: - il debitore risulta in ritardo su un’obbligazione creditizia rilevante verso la Banca o il Gruppo Bancario da oltre 90 giorni consecutivi;

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- la soglia di rilevanza è pari al 5% dell’esposizione, intendendosi per soglia di rilevanza il maggiore fra i due seguenti valori: media delle quote scadute e/o sconfinanti sull’intera esposizione rilevate su base giornaliera nel trimestre precedente; quote scadute e/o sconfinanti sull’intera esposizione riferita alla data della segnalazione.

ETC (Exchange Traded Commodity) Titoli di debito senza scadenza, emessi da una società veicolo a fronte dell’investimento diretto da parte dell’emittente in materie prime o in contratti future su materie prime.

ETF (Exchange Traded Fund) Fondi comuni di investimento che replicano l’andamento di un determinato indice di Borsa; i certificati rappresentativi delle quote sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato.

Euribor (Euro interbank offered rate) Tasso di interesse interbancario al quale banche primarie si scambiano depositi in euro a varie scadenze. Viene calcolato giornalmente come media semplice delle quotazioni rilevate alle ore undici su un campione di banche con elevato merito creditizio selezionato periodicamente dalla European Banking Federation. All’Euribor sono legati vari contratti di prestito a tasso variabile (ad esempio i mutui casa).

ES (Expected Shortfall) Misura la massima perdita potenziale, relativa ad uno strumento finanziario ovvero ad un portafoglio, che eccede il VaR (cfr. definizione).

Factoring Contratto di cessione, pro soluto (con rischio di credito a carico del cessionario) o pro solvendo (con rischio di credito a carico del cedente), di crediti commerciali a banche o a società specializzate, ai fini di gestione e di incasso, al quale può essere associato un finanziamento a favore del cedente.

Fair value Corrispettivo al quale, in un regime di libera concorrenza, un bene può essere scambiato o una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili. Spesso è identico al prezzo di mercato. In base agli IAS (cfr. definizione) le banche applicano il fair value nella valutazione degli strumenti finanziari (attività e passività) di negoziazione e disponibili per la vendita, nonché dei derivati, e possono altresì usarlo per la valorizzazione delle partecipazioni e delle immobilizzazioni materiali e immateriali (con diverse modalità di impatto sul conto economico per le differenti attività considerate).

Finanziamenti in pool (prestiti sindacati) Prestiti organizzati e garantiti da un consorzio di banche ed altre istituzioni finanziarie.

Fiscal compact Parte del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’Unione economica e monetaria, sottoscritto il 2 marzo 2012 da tutti i Paesi della UE con l’eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca ed entrato in vigore, a partire dal 1° gennaio 2013, per i Paesi della UE che l’avevano alla data ratificato (dodici paesi dell’Eurozona, tra cui l’Italia che lo ha ratificato con la Legge n.114 del 23 luglio 2012). Il fiscal compact impegna gli Stati firmatari ad inserire nella legislazione nazionale, preferibilmente a livello costituzionale, una norma che preveda il raggiungimento e mantenimento del pareggio o di un avanzo di bilancio in termini strutturali e un meccanismo automatico di correzione in caso di scostamento, elaborato sulla base di principi comuni proposti dalla Commissione. Il disavanzo in termini strutturali non può essere superiore allo 0,5% del Pil; può raggiungere l’1% solo se il rapporto tra il debito ed il prodotto è ampiamente inferiore al 60% e se i rischi per la sostenibilità di lungo periodo dei conti pubblici sono limitati.

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Floor Contratto derivato su tasso d’interesse, negoziato al di fuori dei mercati regolamentati, con il quale viene fissato un limite minimo alla diminuzione del tasso creditore.

Fondi Propri Si veda in proposito la Sezione 2 della Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato contenuta nella Nota Integrativa Consolidata.

Forbearance Termine utilizzato per indicare situazioni in cui il debitore non è considerato in grado di rispettare le scadenze e le condizioni contrattuali a causa di difficoltà finanziarie. Sulla scorta di tali difficoltà il creditore decide di modificare la scadenza e le condizioni del contratto per consentirgli di onorare il debito o di rifinanziarlo, integralmente o parzialmente.

FRA (Forward Rate Agreement) Contratto con cui le parti si accordano per ricevere (pagare) alla scadenza la differenza fra il valore calcolato applicando all’ammontare dell’operazione un tasso d’interesse predeterminato e il valore ottenuto sulla base del livello assunto da un tasso di riferimento prescelto dalle parti.

Funding Approvvigionamento, sotto varie forme, dei fondi necessari al finanziamento dell’attività aziendale o di particolari operazioni finanziarie.

Future Contratti a termine standardizzati, con cui le parti si impegnano a scambiarsi, a un prezzo predefinito e a una data futura, valori mobiliari o merci. Tali contratti di norma sono negoziati su mercati organizzati dove viene garantita la loro esecuzione. A differenza delle opzioni (cfr. definizione) che conferiscono il diritto, ma non l’obbligo di comprare, i future obbligano i due contraenti a vendere o a comprare.

Goodwill Identifica l’avviamento pagato per l’acquisizione di una quota partecipativa, pari alla differenza tra il costo e la corrispondente quota di patrimonio netto, per la parte non attribuibile ad elementi dell’attivo della società acquisita.

Haircut (Scarto di garanzia) Misura per il controllo dei rischi applicata alle attività stanziabili utilizzate nelle operazioni temporanee. Tale misura prevede che la banca centrale determini il valore delle attività costituite in garanzia deducendo dal valore di mercato del titolo una certa percentuale (scarto di garanzia). L’Eurosistema applica tali scarti di garanzia sulla base di caratteristiche specifiche delle attività.

Hedge fund Fondo comune di investimento che ha la possibilità – negata ai gestori tradizionali – di usare strumenti o strategie di investimento sofisticati quali lo “short selling” (vendita allo scoperto), i derivati (opzioni o future, anche oltre il 100% del patrimonio), l’hedging (copertura del portafoglio dalla volatilità di mercato attraverso vendite allo scoperto ed uso di derivati) e la leva finanziaria (l’indebitamento allo scopo di investire denaro preso a prestito).

IAS/IFRS Principi contabili internazionali (International Accounting Standards – IAS) emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB), ente internazionale di natura privata costituito nell’aprile 2001, al quale partecipano le professioni contabili dei principali Paesi nonché, in qualità di osservatori, l’Unione Europea, lo IOSCO (International Organization of Securities Commissions) e il Comitato di Basilea. Tale ente ha raccolto l’eredità dell’International Accounting Standards Committee (IASC), costituito nel 1973 allo scopo di

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promuovere l’armonizzazione delle regole per la redazione dei bilanci delle società. Con la trasformazione dello IASC in IASB si è deciso, fra l’altro, di denominare i nuovi principi contabili “International Financial Reporting Standards” (IFRS). A livello internazionale è in corso uno sforzo di armonizzazione degli IAS/IFRS con gli US Gaap (cfr. definizione).

IBAN (International Bank Account Number) Standard internazionale utilizzato per identificare l’utenza bancaria. Dal 1° luglio 2008 l’uso del codice IBAN - composto da 27 caratteri - è obbligatorio non solo per i pagamenti esteri, ma anche per quelli fatti in Italia.

Identity access management Soluzione tecnico-organizzativa che permette di gestire e controllare l’intero ciclo di vita di assegnazione, gestione e revoca dei privilegi di accesso alle risorse informatiche e quindi alle informazioni aziendali da parte di ciascun utente.

Inadempienze probabili Esposizioni creditizie deteriorate per le quali la banca giudichi improbabile che il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle proprie obbligazioni creditizie, senza che vi sia la necessità di porre in essere azioni volte a preservare le ragioni di credito quali, ad esempio, l’escussione delle garanzie. Tale valutazione è effettuata dalla banca indipendentemente dalla presenza di eventuali insoluti laddove sussistano elementi che prefigurano una situazione di potenziale inadempienza del debitore. Nel gennaio 2015, Banca d’Italia ha recepito le novità regolamentari imposte dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) in tema di esposizioni deteriorate, andando a modificare la Circolare n. 272 e n. 217 e facendo altresì confluire nella categoria delle inadempienze probabili i crediti in precedenza qualificati come:  Crediti ristrutturati: posizioni per la quale la banca ha concordato con il debitore una dilazione di pagamento, rinegoziando l’esposizione a condizioni di tasso inferiori a quelle di mercato;  Incagli: esposizioni al valore nominale detenute verso soggetti in situazione di obiettiva difficoltà che si ritiene però superabile in un congruo periodo di tempo.

Index linked Polizza vita la cui prestazione a scadenza dipende dall’andamento di un parametro di riferimento che può essere un indice azionario, un paniere di titoli o un altro indicatore.

Indicatori alternativi di performance (IAP) Ai sensi degli orientamenti ESMA del 5 ottobre 2015 (entrati in vigore il 3 luglio 2016), per indicatori alternativi di performance devono intendersi quegli indicatori di performance finanziaria, posizione finanziaria o flussi di cassa storici o futuri, diversi da quelli definiti o specificati nella disciplina applicabile sull’informativa finanziaria. Sono solitamente ricavati o basati sul bilancio redatto conformemente alla disciplina applicabile sull’informativa finanziaria, il più delle volte mediante l’aggiunta o la sottrazione di importi dai dati presenti nel bilancio. Esempi di IAP sono: gli utili operativi, gli utili di cassa, gli utili al lordo degli oneri una tantum,etc.

Indice Tankan Indicatore dell’economia giapponese costruito sulla base dei risultati di un’inchiesta condotta dalla Banca del Giappone l’ultimo mese di ogni trimestre. Oggetto dell’inchiesta sono sia il settore manifatturiero che quello dei servizi, con una segmentazione in funzione della grandezza delle imprese (grandi, medie, piccole imprese).

Internal audit Funzione alla quale è istituzionalmente attribuita l’attività interna di audit (cfr. definizione).

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Investimento immobiliare Immobile detenuto con lo scopo di ricavarne reddito o di beneficiare del relativo incremento di valore.

Investitori istituzionali Comprendono: le compagnie di assicurazione, i Fondi pensione, gli OICVM (cfr. definizione) e le Gestioni di patrimoni mobiliari.

Investment banking L’investment banking costituisce un segmento altamente specializzato della finanza che si occupa in particolare di assistere società e governi nell’emissione di titoli e più in generale nel reperimento di fondi sul mercato dei capitali. In tale ambito sono ricomprese anche altre attività quali, ad esempio, la consulenza in operazioni di fusione, scissione, incorporazione, acquisizione o ristrutturazioni societarie.

Investment grade Titoli obbligazionari di alta qualità che hanno ricevuto un rating (cfr. definizione) medio-alto (ad esempio non inferiore a BBB- nella scala di Standard & Poor’s).

Investor Soggetto, diverso dall’originator (cfr. definizione) e dallo sponsor (cfr. definizione), che detiene un’esposizione verso una cartolarizzazione (cfr. definizione).

IRB (Internal Rating Based) Approach Approccio dei rating (cfr. definizione) interni: prevede che tutte le stime dei parametri di rischio necessari per il calcolo del rischio di credito (PD, LGD, EAD, Maturity – cfr. definizioni) vengano realizzate internamente in via progressiva secondo un piano di roll-out definito con le Autorità di Vigilanza.

Joint venture Accordo tra due o più imprese per lo svolgimento di una determinata attività economica attraverso, solitamente, la costituzione di una società per azioni.

Junior In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche più subordinata dei titoli emessi, che sopporta per prima le perdite che possono verificarsi nel corso del recupero delle attività sottostanti.

Leasing Contratto con il quale una parte (locatore) concede all’altra (locatario) per un tempo determinato il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal locatore su scelta e indicazione del locatario, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a condizioni prefissate al termine del contratto di locazione.

LCR (Liquidity Coverage Ratio) Il requisito di copertura della liquidità (LCR) è pari al rapporto tra la riserva di liquidità dell’ente creditizio e i deflussi netti di liquidità dello stesso, nell’arco di un periodo di stress di 30 giorni di calendario ed è espresso in percentuale. Il valore del rapporto non deve essere inferiore al 100%. Esso mira ad assicurare che una banca mantenga un livello adeguato di attività liquide di elevata qualità, non vincolate, che possano essere convertite in contanti per fronteggiare il proprio fabbisogno di liquidità nell’arco di 30 giorni di calendario, in uno scenario di stress. In base all’accordo raggiunto dal Comitato di Basilea per la supervisione bancaria il 6 gennaio 2013, tale indicatore è stato introdotto a partire dal 2015 con un livello minimo richiesto inizialmente pari al 60%, in progressivo incremento fino a raggiungere il 100% il 1° gennaio 2018.

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LGD (Loss Given Default) Tasso di perdita stimato in caso di default (cfr. definizione) del debitore.

Libor (London interbank offered rate) Tasso d’interesse calcolato, per ogni scadenza prevista, come media aritmetica delle rilevazioni comprese fra i due quartili centrali dei tassi ai quali un gruppo di banche aderenti alla British Bankers Association (BBA) sono disposte a concedere depositi nelle principali divise alla clientela primaria.

LTV (Loan To Value) Rapporto tra l’ammontare del mutuo ed il valore del bene per il quale viene richiesto il finanziamento o il prezzo pagato dal debitore per acquisire la proprietà. Il ratio LTV misura il peso dei mezzi propri impiegati dal debitore per l’acquisto del bene rispetto al valore del bene posto a garanzia del finanziamento. Maggiore è il valore del ratio LTV, minori sono i mezzi propri del debitore impiegati per l’acquisto del bene, minore conseguentemente è la protezione di cui gode il creditore.

Mark to market Valutazione di un portafoglio titoli e di altri strumenti finanziari sulla base dei prezzi espressi

Mark down Differenza fra il tasso passivo medio delle forme tecniche di raccolta diretta considerate e l’Euribor.

Mark up Differenza fra il tasso attivo medio delle forme tecniche di impiego considerate e l’Euribor.

Maturity Vita residua di un’esposizione, calcolata secondo regole prudenziali.

Mediazione La procedura di mediazione consiste nel tentativo di risolvere una controversia affidando ad un organismo di mediazione iscritto nell’apposito registro tenuto presso il Ministero della Giustizia il compito di agevolare il raggiungimento di un accordo tra le parti in tempi brevi, al massimo entro 3 mesi. La mediazione è disciplinata dal D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni e richiede per determinate controversie, tra cui quelle in materia bancaria e finanziaria, l’assistenza di un avvocato. L’esperimento del procedimento di mediazione o, in alternativa, il ricorso, nell’ambito delle rispettive competenze, all’Arbitro Bancario Finanziario (cfr. definizione), all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (cfr. definizione) o, nel rispetto dei relativi limiti temporali di operatività, alla Camera di Conciliazione e Arbitrato costituita presso la Consob è condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale relativa a controversie in materia di contratti bancari e finanziari, oltre che negli altri casi previsti dal citato Decreto. L’eventuale accordo raggiunto tra le parti, se sottoscritto dalle stesse e dai rispettivi avvocati o omologato, su istanza di parte dal presidente del Tribunale, costituisce titolo esecutivo.

Mezzanine In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche con grado di subordinazione intermedio tra quello della tranche junior (cfr. definizione) e quello della tranche senior (cfr. definizione).

Monoline Compagnie di assicurazione la cui unica linea di business è l’assicurazione finanziaria. All’interno delle loro attività è compresa l’assicurazione di obbligazioni (del tipo ABS e MBS) aventi come sottostante debiti di privati e mutui immobiliari. In cambio di una commissione,

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l’assicurazione garantisce il rimborso dell’obbligazione assumendosi direttamente il rischio di insolvenza del debitore.

Mutui subprime Il concetto di subprime non è riferibile all’operazione di mutuo in sé, quanto piuttosto al prenditore (il mutuatario). Tecnicamente per subprime si intende un mutuatario che non dispone di una “credit history” pienamente positiva, in quanto caratterizzata da eventi creditizi negativi quali, ad esempio, la presenza di rate non rimborsate su precedenti prestiti, di assegni impagati e/o protestati e così via. Tali eventi passati sono sintomatici di una maggiore rischiosità intrinseca della controparte, cui corrisponde una maggiore remunerazione richiesta dall’intermediario che concede il mutuo. L’operatività con clientela subprime si è sviluppata nel mercato finanziario americano dove, a fronte della stipulazione di detti prestiti, solitamente faceva riscontro un’attività di cartolarizzazione ed emissione di titoli. Vengono definiti mutui ipotecari Alt-A quelli erogati sulla base di documentazione incompleta o inadeguata.

New MIC (Nuovo Mercato Interbancario Collateralizzato) Segmento di mercato della piattaforma e-MID (cfr. definizione) nel quale vengono scambiati depositi interbancari su base anonima e garantiti dai rischi di credito, avviato l’11 ottobre 2010 come evoluzione del MIC (Mercato Interbancario Collateralizzato) che ha contestualmente cessato di operare. Il MIC era stato attivato il 2 febbraio 2009 dalla Banca d’Italia al fine di favorire una ripresa delle contrattazioni sui circuiti interbancari e una più ampia articolazione delle scadenze dei contratti. Rispetto al MIC, il New MIC si caratterizza – oltre che per il passaggio della gestione dello schema di garanzia dalla Banca d’Italia alla Cassa di Compensazione e Garanzia (cfr. definizione) – per un’estensione delle scadenze negoziate, un prolungamento degli orari di contrattazione ed una limitazione dei titoli accettati in garanzia.

NFC (Near Field Communication) La tecnologia NFC consente l’accettazione di pagamenti in modalità contactless ossia senza contatto fisico (lettura della banda magnetica o del microchip) tra la carta ed il terminale. Con tale tecnologia i pagamenti possono essere effettuati oltreché con carte contactless, anche con altri strumenti – quali smartphone NFC – e per movimenti di piccolo importo non viene emesso lo scontrino del POS e non è richiesta la digitazione del PIN o l’apposizione di firma a conferma della transazione.

NSFR (Net Stable Funding Ratio) L’indicatore esprime il rapporto tra l’ammontare disponibile di provvista stabile e l’ammontare obbligatorio di provvista stabile. Il coefficiente, una volta entrato in vigore, dovrà essere superiore al 100%. L'indicatore stabilisce un ammontare minimo accettabile di raccolta stabile basato sulle caratteristiche di liquidità delle attività e delle operazioni di un’istituzione su un orizzonte temporale di un anno.

Non performing Termine generalmente riferito ai crediti aventi un andamento non regolare.

NUTS (Nomenclatura delle Unità Territoriali per le Statistiche dell’Italia) Nomenclatura usata per fini statistici a livello europeo (Eurostat), che prevede la seguente suddivisione: Italia settentrionale: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna; Italia centrale: Toscana, Umbria, Marche, Lazio; Italia meridionale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

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Obbligazioni strutturate Obbligazioni i cui interessi e/o valore di rimborso dipendono da un parametro di natura reale (collegato al prezzo di commodity) o dall’andamento di indici. In tali casi l’opzione implicita viene contabilmente scorporata dal contratto ospite. Nel caso di parametrazione a tassi o all’inflazione (ad esempio i Certificati di Credito del Tesoro) l’opzione implicita non viene contabilmente scorporata dal contratto ospite.

OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) Organismi il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante l’emissione e l’offerta di quote o azioni, gestito in monte nell’interesse degli investitori stessi e in autonomia dai medesimi, in base a una politica di investimento predeterminata. La voce comprende gli OICVM (cfr. definizione) e gli altri Fondi comuni di investimento (fondi comuni di investimento immobiliare, fondi comuni di investimento chiusi).

OICVM (Organismi di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari) La voce comprende i fondi comuni di investimento mobiliare aperti, italiani ed esteri, e le società di investimento a capitale variabile (Sicav).

Option Rappresenta il diritto, ma non l’impegno, acquisito col pagamento di un premio, di acquistare (call option) o di vendere (put option) uno strumento finanziario a un prezzo determinato (strike price) entro (american option) oppure ad una data futura (european option) determinata.

Originator Soggetto che cede il proprio portafoglio di attività a liquidità differita allo SPV (cfr. definizione) affinché venga cartolarizzato.

OTC (Over The Counter) Operazioni concluse direttamente fra le parti, senza utilizzare un mercato regolamentato.

Outsourcing Ricorso ad attività di supporto operativo effettuate da società esterne.

Patrimonio tangibile Valore contabile del patrimonio netto calcolato escludendo le attività immateriali e gli strumenti di patrimonializzazione diversi dalle azioni ordinarie.

Patto di stabilità e crescita (PSC) Originariamente varato dal Consiglio europeo nel 1997, il Patto è stato modificato dal pacchetto di provvedimenti entrato in vigore il 13 dicembre 2011, noto con il nome di six- pack, volto a rafforzare i meccanismi di sorveglianza multilaterale e aumentare gli incentivi alla disciplina di bilancio rafforzando l’automaticità del meccanismo sanzionatorio. In dettaglio: - i Paesi dell’Unione Europea si impegnano a convergere verso l’obiettivo del pareggio di bilancio con un miglioramento annuale del saldo strutturale di almeno lo 0,5% del Pil; - qualora il rapporto debito/Pil superi il 60%, l’eccedenza deve diminuire di un ventesimo all’anno nei 3 anni che terminano con quello di valutazione.

Nel 2013 sono state approvate nuove disposizioni, note come two-pack, atte a potenziare il coordinamento economico tra gli Stati membri e ad introdurre nuovi strumenti di monitoraggio. Nel novembre 2014 un riesame delle norme six-pack e two-pack, previsto dalla normativa, ha stabilito che esse hanno contribuito al progresso del consolidamento di bilancio nell’UE. La Commissione Europea ha emanato all’inizio del 2015 delle linee guida relative alle modalità di applicazione delle norme del PSC, introducendo alcune clausole di flessibilità (in considerazione, ad esempio, delle riforme strutturali e degli investimenti attuati a sostegno dell’occupazione e della crescita).

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Payout ratio Identifica la percentuale dell’utile netto distribuita dalla società ai propri azionisti.

PD (Probability of Default) Probabilità che il debitore raggiunga la condizione di default (cfr. definizione) nell’ambito di un orizzonte temporale annuale.

Plain vanilla swap Interest rate swap (cfr. definizione), in cui una controparte riceve un pagamento variabile legato al LIBOR (in genere il tasso LIBOR a sei mesi) e corrisponde all’altra controparte un tasso di interesse fisso, ottenuto aggiungendo uno spread al rendimento di una tipologia definita di titoli di Stato.

PMI (Piccole e medie imprese) Secondo la definizione della normativa comunitaria, sono considerate piccole e medie imprese le entità che esercitano un’attività economica, a prescindere dalla forma giuridica, impiegando meno di 250 persone, con fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o con totale di bilancio inferiore ai 43 milioni di euro.

POS (Point Of Sale) Apparecchiatura automatica mediante la quale è possibile effettuare, con carta di debito, di credito o prepagata, il pagamento di beni o servizi presso il fornitore.

Premio per il rischio Paese (Country Risk Premium) Rappresenta la componente del costo del capitale destinata a remunerare specificamente il rischio connesso all’instabilità economico-finanziaria, politica e valutaria di uno specifico Paese.

Prestiti subordinati Strumenti di finanziamento il cui schema negoziale prevede che i portatori dei documenti rappresentativi del prestito siano soddisfatti successivamente agli altri creditori in caso di liquidazione dell’ente emittente. La Direttiva BRRD, all’art. 34 cita “i creditori dell’ente soggetto a risoluzione sostengono le perdite dopo gli azionisti, secondo l’ordine di priorità delle loro pretese con procedura ordinaria di insolvenza, salvo espresse disposizioni contrarie a norma della presente direttiva”. Gli obbligazionisti subordinati, nell’ordine di priorità (depositor preference) previsto dal bail-in in relazione all’assorbimento delle perdite degli enti creditizi soggetti a piano di risoluzione, ricoprono un ranking di terzo livello, dopo azionisti e detentori di altri strumenti di capitale.

Price sensitive Termine che viene riferito generalmente ad informazioni o dati non di pubblico dominio, idonei, se resi pubblici, ad influenzare sensibilmente la quotazione di un titolo.

Pricing Si riferisce generalmente alle modalità di determinazione dei rendimenti e/o dei costi dei prodotti e servizi offerti dalla Banca.

Private equity Attività mirata all’acquisizione di interessenze partecipative ed alla loro successiva cessione a controparti specifiche, senza collocamento pubblico.

Procedura per i disavanzi eccessivi In base all’articolo 126 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea, i Paesi dell’Unione Europea devono evitare disavanzi eccessivi. A tal fine sono chiamati a rispettare due regole di bilancio: il disavanzo deve essere inferiore al 3% del Pil e il debito deve risultare inferiore al

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60% del Pil o, se superiore, deve ridursi ad una velocità adeguata. Qualora un Paese non rispetti una o entrambe le suddette regole, la Commissione Europea avvia una procedura – denominata Procedura per i disavanzi eccessivi – volta a far riportare i conti pubblici del Paese in esame in una situazione coerente con le regole di bilancio del Trattato. La Procedura, i cui tempi e modalità di applicazione sono precisati dal Patto di stabilità e crescita (cfr. definizione), si articola in varie fasi e prende avvio con un rapporto della Commissione Europea.

Project finance Finanziamento di progetti sulla base di una previsione dei flussi di cassa generati dagli stessi. Diversamente da quanto avviene nell’analisi dei rischi creditizi ordinari, la tecnica di project finance prevede, oltre all’analisi dei flussi di cassa attesi, l’esame di specifici elementi quali le caratteristiche tecniche del progetto, l’idoneità degli sponsor a realizzarlo, i mercati di collocamento del prodotto.

Rating Valutazione della qualità di una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base della solidità finanziaria della società stessa e delle sue prospettive. Formulata da un’agenzia privata specializzata, tale valutazione riguarda il merito di credito di un soggetto emittente obbligazioni sui mercati finanziari internazionali, ovvero definisce la probabilità che questi faccia fronte puntualmente al servizio del debito. Il rating fornisce agli operatori finanziari un’informazione omogenea sul grado di rischio degli emittenti e riveste una grande importanza per gli investitori che non sono in grado di effettuare autonomamente l’analisi del rischio di credito. L’assegnazione di un rating agevola per gli emittenti il processo di fissazione del prezzo e di collocamento dei titoli emessi. Le agenzie definiscono una graduatoria, diversa per le obbligazioni a breve e a lungo termine, in funzione del grado di solvibilità dell’emittente; questa graduatoria prevede, per il debito a lungo termine, un massimo di affidabilità AAA (assenza di rischio); sotto tale livello sono previsti vari tipi di classificazione.

Reclamo Ogni atto con cui un cliente chiaramente identificabile contesta in forma scritta all’intermediario un suo comportamento o un’omissione.

Requisiti patrimoniali Risorse patrimoniali minime richieste a banche, SIM, intermediari finanziari vigilati e SGR, commisurate al tipo di attività svolta e ai rischi finanziari sottostanti.

Retail Tipologia di clientela che include principalmente i privati, i professionisti, gli esercenti e gli artigiani.

Reti d’impresa Imprese che stipulano un contratto di rete con il quale più imprenditori possono perseguire lo scopo di accrescere la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato (articolo 42, D.L. 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. 30 luglio 2010, n. 122).

Rischio assicurativo Rischio connesso all’incertezza inerente all’ammontare e alla tempistica degli impegni di natura assicurativa riferiti all’attività prodotta dalle Società di assicurazioni.

Rischio derivante da cartolarizzazioni Rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.

Rischio di business Rischio di variazioni avverse e inattese degli utili/margini rispetto ai dati previsti, legati a volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato.

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Rischio di compliance Rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina).

Rischio di concentrazione Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie. Il rischio di concentrazione può essere distinto in due sottotipi: rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi (single name concentration risk) e rischio di concentrazione settoriale (sector concentration risk).

Rischio immobiliare Rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del Gruppo.

Rischio di credito Rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte verso la quale esiste un’esposizione creditizia.

Rischio di liquidità Rischio di inadempimento dei propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale. In particolare, viene definito rischio di liquidità strutturale il rischio derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento ed impiego.

Rischio di mercato Rischio di variazioni del valore di mercato delle posizioni nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza per variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio dell’emittente. In esso sono inclusi anche i rischi derivanti da variazioni inattese dei tassi di cambio e dei prezzi delle merci che si riferiscono alle posizioni nell’intero bilancio.

Rischio operativo Rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. È compreso il rischio legale.

Rischio partecipativo Rischio di variazione del valore degli strumenti di capitale detenuti direttamente, indirettamente e sinteticamente e non consolidati integralmente.

Rischio di reputazione Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o Autorità di Vigilanza.

Rischio residuo Rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca (es. garanzie) risultino meno efficaci del previsto.

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Rischio strategico Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da: - cambiamenti del contesto operativo; - decisioni aziendali errate; - attuazione inadeguata di decisioni; - scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.

Rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione Rischio attuale o prospettico di una variazione del valore economico e del margine di interesse della società, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario.

ROE (Return On Equity) Esprime la redditività del capitale proprio in termini di utile netto. Unitamente al ROTE (cfr. definizione) rappresenta l’indicatore di maggior interesse per gli azionisti in quanto consente di valutare la redditività del capitale di rischio.

ROTE (Return On Tangible Equity) Esprime la redditività del capitale proprio considerato al netto degli attivi immateriali.

SCT (SEPA Credit Transfer) Strumento europeo che consente ad un ordinante di trasferire fondi in euro ad un beneficiario nell’ambito dell’area SEPA (cfr. definizione). Il completamento della migrazione verso l’SCT è divenuto obbligatorio dal 1° febbraio 2014.

SDD (SEPA Direct Debit) Strumento europeo che consente ai creditori di disporre addebiti diretti in euro sul conto dei propri debitori presso banche di tutti i Paesi SEPA (cfr. definizione). Il completamento della migrazione verso l’SDD è divenuto obbligatorio dal 1° febbraio 2014.

SEBC (Sistema europeo di banche centrali) Il Sistema europeo di banche centrali (SEBC), istituito dal trattato di Maastricht, è costituito dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalle Banche Centrali Nazionali (BCN) di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea (UE), indipendentemente dal fatto che abbiano adottato l’euro. Il SEBC comprende quindi anche le banche centrali nazionali degli Stati membri dell’UE che non hanno ancora adottato l’euro perché godono di uno status speciale o in virtù di una deroga. Questi Stati membri continuano a utilizzare le valute nazionali, per le quali gestiscono la politica monetaria, mentre le rispettive banche centrali mantengono per il momento la sovranità in tale ambito. Naturalmente non sono coinvolti nello svolgimento delle attività essenziali dell’unione monetaria, quali la conduzione della politica monetaria per l’area dell’euro. Le BCN dei Paesi non appartenenti all’area dell’euro si impegnano, tuttavia, a rispettare i principi di una politica monetaria volta alla stabilità dei prezzi. L’adesione al SEBC comporta, inoltre, diversi gradi di collaborazione attiva con l’Eurosistema in vari settori.

Senior In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione) è la tranche con il maggior grado di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso.

Sensitivity analysis Sistema di analisi che ha lo scopo di individuare la sensibilità di determinate attività o passività correlate a variazioni dei tassi o di altri parametri di riferimento.

SEPA (Single European Payments Area) Area Unica dei Pagamenti in Euro entrata in vigore dal gennaio 2008 all’interno della quale dal 1° febbraio 2014 si possono effettuare e ricevere pagamenti in euro con condizioni di base,

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diritti e obblighi uniformi. Ad essa hanno aderito 34 Paesi europei (oltre ai 28 Paesi dell’Unione Europea anche Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Principato di Monaco, la Repubblica di San Marino e le Dipendenze della Corona Britannica). Il codice unico bancario IBAN (cfr. definizione), l’SCT (cfr. definizione) e l’SDD (cfr. definizione) rientrano tra gli strumenti utilizzati per standardizzare le transazioni bancarie.

Servicer Nelle operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) è il soggetto che – sulla base di un apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività oggetto di cartolarizzazione dopo che sono state cedute alla società veicolo incaricata dell’emissione dei titoli.

SGR (Società di Gestione del Risparmio) Società per azioni alle quali è riservata la possibilità di prestare congiuntamente il servizio di gestione collettiva e individuale di patrimoni. In particolare, tali società sono autorizzate a istituire fondi comuni di investimento, a gestire fondi comuni di propria o altrui istruzione, nonché patrimoni di Sicav, e a prestare il servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento.

Shortfall Differenza positiva tra perdita attesa e rettifiche di valore iscritte a bilancio, relativamente alle posizioni che rientrano nel perimetro IRB.

Sofferenze Crediti nei confronti dei soggetti in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca.

Sponsor Soggetto, diverso dall’originator (cfr. definizione), che istituisce e gestisce una struttura di conduit (cfr. definizione) nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione).

Spread Con questo termine di norma si indica: - la differenza tra due tassi di interesse; - lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle contrattazioni in titoli; - la maggiorazione che l’emittente di valori mobiliari riconosce in aggiunta a un tasso di riferimento.

SPE/SPV Le Special Purpose Entity (SPE) o Special Purpose Vehicle (SPV) – detti anche “conduit” - sono soggetti (società, “trust” o altra entità) che vengono appositamente costituiti per il raggiungimento di un determinato obiettivo, ben definito e delimitato, o per lo svolgimento di una specifica operazione. Le SPE/SPV hanno una struttura giuridica indipendente dagli altri soggetti coinvolti nell’operazione e, generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie.

Stand-Still Accordi volti a consentire alla clientela affidata che si trova in situazione di temporanea difficoltà economico-finanziaria il congelamento transitorio delle linee di credito in essere, nelle more del superamento dell’originaria condizione di difficoltà ovvero in attesa di definire la complessiva ristrutturazione del debito e la predisposizione di un nuovo piano industriale.

Stakeholder Individui o gruppi, portatori di interessi specifici nei confronti di un’impresa o perché dipendono da questa per la realizzazione di loro obiettivi o perché subiscono in modo rilevante gli effetti positivi o negativi della sua attività.

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Stock option Termine utilizzato per indicare le opzioni offerte a manager di una società, che consentono di acquistare azioni della società stessa sulla base di un prezzo di esercizio predeterminato.

Stress test Le tecniche quantitative e qualitative con le quali le banche valutano la propria vulnerabilità ad eventi eccezionali ma plausibili; esse consistono nel valutare gli effetti sui rischi della banca di eventi specifici (analisi di sensibilità) o di movimenti congiunti di un insieme di variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi (analisi di scenario).

Surroga Procedura mediante la quale il mutuatario (cioè chi ha stipulato un mutuo) contrae con un’altra banca un nuovo mutuo per estinguere il mutuo originario trasferendo alla nuova banca finanziatrice le medesime garanzie (in particolare l’ipoteca) che già assistevano la banca “originaria”.

Swap (interest rate swap e currency swap) Operazione consistente nello scambio di flussi finanziari tra operatori secondo determinate modalità contrattuali. Nel caso di uno swap sui tassi d’interesse (interest rate swap), le controparti si scambiano flussi di pagamento di interessi calcolati su un capitale nozionale di riferimento in base a criteri differenziati (ad es. una controparte corrisponde un flusso a tasso fisso, l’altra a tasso variabile). Nel caso di uno swap sulle valute (currency swap), le controparti si scambiano specifici ammontari di due diverse valute, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che riguardano sia il capitale sia gli interessi.

Tasso risk free – Risk free rate Tasso di interesse di un’attività priva di rischio. Si usa nella pratica per indicare il tasso dei titoli di Stato a breve termine, che pure non possono essere considerati risk free.

Tax rate Aliquota fiscale effettiva, ottenuta rapportando le imposte sul reddito all’utile ante imposte.

Test d’impairment Il test d’impairment consiste nella stima del valore recuperabile (che è il maggiore fra il suo fair value dedotti i costi di vendita e il suo valore d’uso) di un’attività o di un gruppo di attività. Ai sensi dello IAS 36, debbono essere sottoposte annualmente ad impairment test: • le attività immateriali a vita utile indefinita; • l’avviamento acquisito in un’operazione di aggregazione aziendale; • qualsiasi attività, se esiste un’indicazione che possa aver subito una riduzione durevole del valore.

Texas ratio Indicatore che mette in rapporto i “prestiti non performanti” (i crediti deteriorati considerati al netto delle rettifiche di valore che nel tempo le banche hanno compiuto per tenere conto dei rischi connessi a eventuali insolvenze) al patrimonio netto tangibile di una banca (ossia al capitale netto diminuito delle immobilizzazioni immateriali). L’obiettivo è quello di verificare se il patrimonio ha una consistenza adeguata per permettere alla Banca di far fronte alle eventuali perdite su questi crediti: più basso è il valore di questo indicatore, tanto maggiore sarà il capitale a disposizione.

Tier 2 – T2 (Capitale di classe 2) Si veda in proposito la Sezione 2 della Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato contenuta nella Nota Integrativa Consolidata.

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Titoli di Stato Titoli obbligazionari del Tesoro italiano. Attualmente comprendono i Prestiti della Repubblica, emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT, BTP, Certificati del Tesoro-CCT, CCTeu e CTZ.

TLTRO “Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine” (con scadenza quadriennale) volte a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sostenendo il processo di erogazione del credito bancario all’economia reale. Dopo una prima serie introdotta dal Consiglio Direttivo della BCE nella riunione del 5 giugno 2014, nel marzo 2016 è stato deciso di lanciare un secondo blocco, TLTRO II, con partenza nel giugno 2016 e scadenza nel 2021.

Trading book Identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività di negoziazione.

Trading on line Sistema di compravendita di attività finanziarie in borsa, attuato in via telematica.

Trigger event Evento contrattualmente predefinito al verificarsi del quale scattano determinate facoltà in capo ai contraenti.

Unione Bancaria Disegno europeo integrato per la supervisione, la ristrutturazione e la risoluzione delle crisi degli enti creditizi che si compone di tre pilastri: il Single Supervisory Mechanism (SSM), il Single Resolution Mechanism (SRM) e uno schema integrato di assicurazione dei depositi.

Unit-linked Polizze vita con prestazioni collegate al valore di fondi di investimento.

US GAAP (Generally Accepted Accounting Principles) Principi contabili emessi dal FASB (Financial Accounting Statement Board), generalmente accettati negli U.S.A..

VaR (Value at Risk) Misura la massima perdita potenziale che uno strumento finanziario ovvero un portafoglio può subire con una probabilità definita (livello di confidenza) in un determinato orizzonte temporale (periodo di riferimento o holding period).

Vita media residua Per ciascun comparto di titoli, è la media dei tempi mancanti alla scadenza di ciascun titolo ponderata per il valore nominale degli importi di ciascun titolo in circolazione.

Warrant Strumento negoziabile che conferisce al detentore il diritto di acquistare dall’emittente o di vendere a quest’ultimo titoli a reddito fisso o azioni secondo precise modalità.

Zero-coupon Obbligazione priva di cedola, il cui rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di emissione (o di acquisto) ed il valore di rimborso.

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Relazione della Società di Revisione

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Relazione del Collegio Sindacale

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