Unlock the value of intangibles assets

2002 – 2017 15 anni di contributo alla valorizzazione degli asset intangibili delle aziende italiane

RASSEGNA STAMPA

GINEVRA - BERLINO - DÜSSELDORF - KARLSRUHE - MILANO - MONACO - TORINO

ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved

Gentili Signori,

gli asset immateriali e la proprietà intellettuale determinano gran parte del valore economico di un’impresa e ne rivelano lo stato di salute. Da sempre ICM Advisors ha creduto nel valore economico e strategico dei brand, brevetti, design e del “saper fare”, di tutto quel patrimonio immateriale, spesso nascosto e sottovalutato, che è alla base del successo attuale e futuro di molte imprese italiane. Proprio questi asset sono il cuore delle nostre attività come azienda di ICM International network di servizi professionali e industriali specializzati nella valutazione, valorizzazione e finanza degli asset immateriali e della proprietà intellettuale. Dal 2002 ad oggi ICM ha intrapreso un importante percorso volto a supportare le imprese a valutare e valorizzare gli asset immateriali come leva dello sviluppo e della competitività aziendale. I beni immateriali sono, infatti, diventati i fattori chiave di successo per molte piccole e grandi imprese che in maniera sempre più consapevole li hanno messi al centro delle loro strategie di crescita. Un ulteriore passo avanti è stato fatto da ICM con il coinvolgimento delle istituzioni finanziarie nel processo di comprensione e riconoscimento del valore economico e strategico degli asset immateriali. ICM è infatti tra i primi operatori in Europa e in Italia a fornire servizi professionali a supporto di soluzioni industriali-finanziarie basate sul valore dei beni immateriali quali brand, tecnologie, brevetti e know-how. L’esperienza diretta di ICM, maturata a livello internazionale con centinaia di valutazioni di asset immateriali e di proprietà intellettuale, incontri con il management e numerose ricerche a livello nazionale, regionale e di settore, le ha permesso di avere elementi concreti per la valutazione degli “Intangibles del ”. Come ICM siamo orgogliosi dei risultati raggiunti, ma al tempo stesso consapevoli che la strada da percorrere è ancora lunga. Nella speranza di fare cosa gradita, Vi alleghiamo il contributo di ICM allo sviluppo economico delle PMI e dei Cluster italiani con una rassegna dei principali articoli che testimoniano il nostro percorso.

Buona lettura,

Pier Angelo Biga Presidente

ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved ICM Advisors è la società di valutazione e servizi strategici di ICM International network internazionale di servizi professionali specializzati nella valutazione, valorizzazione e finanza dei beni immateriali e della proprietà intellettuale, nella competitive market&technology intelligence, nell’innovazione sistematica e trasferimento tecnologico.

ICM Advisors supporta le aziende nella creazione di valore strategico-finanziario:

• misurando il valore, la forza, i rischi e il potenziale inespresso degli asset immateriali e di proprietà intellettuale (brand, know-how, portafoglio brevetti) e dei business di appartenenza; • valorizzando gli asset con l’identificazione delle opportunità di sviluppo strategico e relative soluzioni industriali e finanziarie sia ordinarie che straordinarie (M&A, JV, dismissioni); • utilizzando il valore economico della proprietà intellettuale esistente o sotto-utilizzata per reperire risorse finanziarie (vendita, licensing, trasferimento tecnologico, conferimenti, partecipazioni).

ICM Advisors è tra le prime realtà europee, l’unica in Italia, che opera in tale ambito in un’ottica strategico-finanziaria, fornendo servizi professionali integrati con soluzioni finanziarie.

I Senior Advisor industriali, finanziari e banking della società hanno una solida esperienza di management e professionale specifica, sviluppata in attività consulenziali e manageriali in aziende blue chip a livello internazionale, nelle aree: Business Strategy, Corporate Finance, Technology Management, IP Strategy & Finance, valutazione e valorizzazione asset immateriali, servizi finanziari alle imprese e M&A.

Il modello operativo dell’azienda integra le esperienze degli advisor con analisti business/IP e esperti di tecnologie industriali delle unità di: Research & Competitive Intelligence (ICM Research), Innovazione e trasferimento tecnologico (ICM Industrial) e Technology/IP Value Management (Patev- ICM).

ICM Advisors annovera tra i suoi clienti PMI, grandi aziende, banche, investitori e filiere industriali che l’hanno scelta per la sua specializzazione, i suoi servizi innovativi, la sua avanzata unità di ricerca e competitive intelligence, l’alta qualità di servizio e il DNA in paesi ad alta innovazione e competitività.

ICM Advisors è presente in Italia dal 2003 ed ha sviluppato oltre 300 valutazioni di asset immateriali nei settori tipici del Made In Italy (sistema moda, agro-alimentare, mobili-design) e Industriali a base tecnologica (meccanica, meccatronica, elettronica, aerospaziale, smart energy, packaging). Ha inoltre sviluppato una rilevante attività di ricerca economico-finanziaria (oltre 80 ricerche) e di contributo allo sviluppo della consapevolezza del valore degli asset immateriali nei portatori di interesse dello sviluppo economico: Istituzioni Centrali e Locali, Banche, Camere di Commercio, Associazioni Industriali, Università.

ICM International opera con oltre 100 professional in 7 uffici in Europa e con affiliati in USA e Far East.

www.icmadvisors.com www.icmadvisors.eu www.icm-research.com www.icm-industrial.ch

ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Rassegna Stampa 2003-2017 (principali uscite)

ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved 5 La proprietà non si tocca Corriere Economia, 17 novembre 2003

Li chiamano beni intangibili, in realtà pesano molto. Ma in Italia finora solo le grandi aziende li valorizzano «Spendiamo poco in ricerca perché la struttura delle imprese italiane è tale da allontanare questo genere di investimenti», dice Pier Angelo Biga, managing partner di Icm Advisors, una delle maggiori società italiane di consulenza sugli asset intangibili. Non saranno gli inviti generici a far fare il salto di qualità tecnologico all' Italia, sostiene Biga: la ricerca - e con essa una struttura industriale e di prodotto più ricca, a maggiore valore aggiunto - decollerà solo se le imprese impareranno a riconoscere e a gestire il valore della conoscenza. Se si renderanno conto che una serie di cosiddetti intangible asset sono una ricchezza straordinaria, spesso maggiore del magazzino o dei macchinari: occorre saperla gestire.

Per chiarire, quando si parla di «intangibili» si intendono i marchi, le relazioni con i clienti, le relazioni con i canali di distribuzione, il patrimonio di know-how in azienda, le risorse umane, le proprietà correlate a fattori artistici e di design, il software sviluppato, le scoperte tecnico-scientifiche. All' interno degli «intangibili», esiste «un sottoinsieme - spiega Biga - che gode di particolare riconoscimento e protezione legale»: si tratta della «proprietà intellettuale», cioè quel complesso di asset che hanno una vita legale definita e godono di royalty e di prezzi più elevati del resto, ad esempio i marchi, i brevetti, i copyright, i trade secret.

Un'azienda che vuole stare pienamente sul mercato oggi, ritiene Biga, deve partire proprio dalla valorizzazione della proprietà intellettuale. «Non a caso, le economie più dinamiche e più forti sono quelle con una politica aggressiva in questo campo, quelle che riconoscono come la società della conoscenza trovi qui il suo punto di valorizzazione - dice l' ex manager di At Kearney, di At&t, Bnl, Nolan & Norton -. Negli Stati Uniti, il mercato della proprietà intellettuale vale oggi 170 miliardi di dollari (quasi 150 miliardi di euro). Di questi, 40 miliardi vanno all' esportazione: più del valore degli aerei che gli Usa vendono all' estero. E, fatto straordinario, la metà di questi 40 miliardi di esportazioni sono know-how puro, ad esempio processi industriali brevettati. Un' azienda come Amazon, per esempio, è arrivata a brevettare il suo sistema di vendita One Click Order». In Europa, per contro, la produzione di proprietà intellettuale è di 55 miliardi di euro l' anno e in Italia di tre miliardi di euro (si stima anche che nel mondo la violazione di proprietà intellettuale arrivi ogni anno a 250 miliardi di dollari).

L' arretratezza italiana, dunque, è sostanziale. Il fatto è, dice Biga, che fino a quando le imprese non si accorgeranno dell' opportunità economica rappresentata dalla valorizzazione di questi asset il salto di qualità non avverrà: «Le grandi aziende - Fiat, Telecom, Enel, Eni, Finmeccanica - agiscono da sole. La Pirelli ha da anni un programma di valorizzazione di questi asset molto aggressivo: la sua "Direzione per la Proprietà Industriale" ha costruito un grosso portafoglio brevetti e lo valorizza. Il problema sono le piccole e medie imprese che hanno know-how ma non lo brevettano perché brevettare costa e poi il brevetto va mantenuto negli anni. Il fatto è che è proprio a queste imprese che un Paese come l' Italia deve rivolgersi se vuole valorizzare la ricerca».

La chiave potrebbe essere la valorizzazione finanziaria degli intangible asset, qualcosa che negli Stati Uniti è ormai un mercato di grandi dimensioni e in Italia è solo agli inizi. «Una banca che ha interesse nei confronti delle piccole e medie imprese e dell' innovazione non può non presidiare questo settore - sostiene Biga, che con la sua Icm Advisors è consulente sia di imprese che di banche -. Per esempio, chi segue la catena del valore degli orafi di Valenza Po? Altro esempio: i tessili hanno ignorato per anni il valore del loro campionario, ma oggi che se lo trovano copiato dopo due giorni si rendono conto che devono proteggerlo». La Intellectual Property Finance, dunque, potrebbe essere la via per rivelare all' azienda quanto valgono realmente la sua conoscenza, lo sviluppo di idee di prodotto e di processo, i risultati di marketing e via dicendo. In concreto, gli strumenti finanziari che possono svolgere questa funzione si chiamano Ip Loans, cioè prestiti emessi a fronte di proprietà intellettuale; la securitization del portafoglio degli intangible asset di un' azienda, e quindi la monetizzazione immediata di flussi di cassa futuri legati a essi; le polizze assicurative sulla proprietà intellettuale. «Su questo - dice Biga - Stati Uniti e Giappone hanno costruito una vera strategia. Che poi dà risultati nella composizione della qualità delle esportazioni in termini di contenuto tecnologico e di valore aggiunto (si veda tabella, ndr). E' una strada molto concreta, che non è fatta di parole e non sta ad aspettare interventi dall' alto a favore della ricerca. Sicuramente la possiamo imboccare anche noi». Danilo Taino

6 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il valore c’è anche se non si vede Panorama Economy, 20 novembre 2003

7 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il valore delle aziende? C’è, ma non si vede Finanza e Mercati, 28 febbraio 2004

Il valore d’impresa dipende sempre più dagli asset intangibili e dalla proprietà intellettuale. Gli investimenti in beni immateriali hanno acquisito un peso sempre maggiore, dal punto di vista dimensionale e strategico, raggiungendo in alcuni casi il 70-80% del totale. Ma nonostante ciò, il loro valore non è adeguatamente riportato nei tradizionali strumenti di reporting economico-finanziario, dove è sempre sottovalutato rispetto alla realtà. ICM Advisors, che ha condotto una ricerca ad hoc su 15 aziende italiane quotate allo STAR e ad alto contenuto tecnologico, ritiene che questa asimmetria informativa si riproduca sia nei documenti certificati (bilancio, rapporti) sia nelle comunicazioni “informali”. Le aziende analizzate (tra cui Biesse, Brembo, Ducati, Interpump) investono in media il 3% del fatturato in ricerca e sviluppo e esportano il 60% del fatturato. Sono cioè innovative e internazionalizzate. Le immobilizzazioni immateriali costituiscono dal 40 al 60% del loro attivo. Ma, osserva ICM Advisors, le società non comunicano o sottovalutano l’importanza del valore del loro patrimonio intangibile. Questo nonostante analisti e investitori chiedano costantemente informazioni su valore del brand, della proprietà intellettuale, stock di know-how e customer satisfaction, dati difficilmente reperibili nei bilanci, ma utili a valutare l’impresa e i suoi piani di sviluppo. E nonostante la comunicazione produrrebbe un vantaggio sicuro “consentendo di valutare se conviene investire nell’azienda”, si legge nello studio. ICM auspica che la comunicazioni migliori, perché l’intero mercato ne trarrebbe giovamento grazie “alla migliore allocazione dei capitali, ai minori costi e alla maggiore liquidità”. Insomma, ciò che non si vede, persino per le aziende, è più importante di quello che è in superficie Laura Magna

ICM Advisors premia Sabaf Il Mondo, 12 marzo 2004

La società guidata da Angelo Bettinzoli, quotata sul segmento STAR è risultata la migliore per comunicazione, secondo una ricerca di ICM Advisors, specializzata in asset intangibili. L’analisi ha riguardato il livello di comunicazione finanziaria del patrimonio, appunto, intangibile di 15 titoli tecnologici dello STAR, cioè dei beni non materiali, tipo brevetti.

8 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Asset intangibili, valgono ma non contano Il Mondo, 16 aprile 2004

9 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Quando il capitale umano crea valore Il Sole 24 Ore, 10 luglio 2004

OLTRE LE CIFRE ¢ I Paesi della Scandinavia sono all’avanguardia nello sviluppo e nella gestione strategica degli asset immateriali

Quando il capitale umano crea valore

La borsa premia chi esalta i beni intangibili

MILANO ¡ E’ la Scandinavia la patria degli “asset intangibili”, L’esperimento Schroder. Il nodo da sciogliere, quindi, è la cioè di quei beni immateriali destinati a pesare sempre di più nella misurazione degli asset intangibili di un’organizzazione. Su questo fonte strategia delle aziende. Nei Paesi del Nord Europa il coinvolgimento la discussione è aperta. Esistono però alcuni dati empirici che del potere politico e delle Authority ha favorito la diffusione di dimostrano come la diffusione delle informazioni aumenti il valore questo valore aggiunto manageriale, che si fonda sulla valorizzazione percepito dal mercato. C’è, per esempio, una simulazione fatta da del capitale umano. Schroder che ha chiesto agli analisti di valutare una società fornendo a Skandia, la multinazionale svedese del settore assicurativo e un gruppo di esperti solo i classici dati finanziari e a un altro anche le bancario, è stata la prima società al mondo che ha pubblicato dalla informazioni sugli asset intangibili. Ebbene, i risultati sono stati molto metà degli anni ‘90 un bilancio del capitale intellettuale, istituendo la diversi sotto l’aspetto moderato e statistico. Il gruppo con a disposizione figura del Chief knowledge officer (CKO), più tardi mutuata anche i dossier sui beni immateriali ha fornito una valutazione più elevata. Ma dallo stesso Bill Gates alla Microsoft. In un piccolo Paese come la non basta. La concentrazione statistica della curva gaussiana è risultata Danimarca (con appena 5,3 milioni di abitanti) sono ormai oltre 200 molto più addensata attorno a un valore di consensus. Un elemento che le persone che redigono rapporti di questo tipo, anche se poi non tutti tende a ridurre la volatilità del titolo in Borsa. In sostanza la diffusione li rendono pubblici. Non per niente la Watson Wyatt ha organizzato delle informazioni sugli intangibili aumenta il valore dell’azienda un viaggio in Scandinavia durante il quale un quindicina di top percepito dal mercato. Un’indagine della Watson Wyatt con interviste a manager Tim ha potuto toccare con mano il funzionamento delle 12mila persone ha poi messo in evidenza la correlazione tra il capitale realtà più avanzate come Coloplast, Volvo, Atlas Copco, Ericsson, umano e creazione di valore. In particolare le aziende nelle quali il Sbab. dipendenti presentano in alto indice di impegno e coinvolgimento Gli asset immateriali. Trattandosi di una nuova frontiera del raggiungono performance economiche nettamente superiori al resto del management, vale forse la pena di cominciare a capire di cosa stiamo campione. «E’ la dimostrazione – osserva Catani - che esiste una parlando. Per “immateriale” sul relazione diretta tra l’impegno delle persone e le performance finanziarie vocabolario troviamo le definizioni dell’azienda e che gli intangible asset hanno un valore misurabile e del tipo “Qualche cosa che non si Gli esempi di rilevante». piò toccare”. In termini di Coloplast Il rating degli intangibili. Tra le molte aziende incontrate dai top management le rilevanza di questo manager di Tim nel loro viaggio in Scandinavia, particolarmente aggettivo è andata accentuandosi, (Danimarca) sui significative sono state le esperienze della danese Coloplast per poiché contraddistingue una sistemi di l’originale modello di misurazione degli asset intangibili e della svedese categoria di beni, non materiali, che Sbab per la responsabilizzazione delle persone e per i processi costituisce un importante value misurazione e di manageriali. driver aziendale che stenta, però, a Sbab (Svezia) sui Un aspetto ritenuto importante da tutti è quello delle modalità di trovare spazio nei bilanci civilistici. comunicazione verso l’esterno, come sottolinea Giampaolo Trasi, Un esperto riconosciuto a livello processi presidente dell’Associazione italiana degli analisti finanziari (Aiaf), che internazionale come Baruch Lev, ha stilato almeno un paio di quaderni sul tema con l’intendo di favorire della Stern school di New York, manageriali la diffusione di questi nuovi approcci manageriali. identifica gli intangible asset come Ma c’è chi si spinge anche a dare una “pagella”. «Il rating degli asset diritti a benefici futuri che non hanno consistenza finanziaria e fisica. intangibili ha una forte valenza per le aziende su numerosi versanti», si La UE, nel rapporto sul tema, li definisce « fattori non materiali che sbilancia ad esempio Pier Angelo Biga, managing partner di Icm contribuiscono alla performance dell’impresa nella produzione di advisor. beni e servizi o che genereranno benefici economici futuri per le entità che li mettono in campo. » FRANCO VERGNANO «Non ci sono dubbi - dice Sandro Catani, amministratore delegato di Watson Wyatt Italia – che i beni intangibili costituiscano una delle determinanti fondamentali per la performance di un’impresa. I problemi iniziano nel momento in cui si deve determinare un modello univoco per quantificare il valore di questi asset immateriali. Esistono due filoni nella metodologia di misurazione degli intangibili: il primo, nel quale convergono i sistemi non finanziari, è volto non a produrre nessun risultato monetario, ma a valutare la potenzialità di creazione del valore; il secondo, finanziario, pone in relazione le diverse variabili con i risultati di business».

10 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Vari Mark Up, gennaio/febbraio 2005

Alessi imposta il proprio business sull’arte, Mark Up, marzo 2005

Per Ducati il valore del brand è tra gli asset vincenti Mark Up, aprile 2005 Martini & Rossi si distingue per modernità e tradizione Mark Up, maggio 2005

Flou fa leva su innovazione qualità ed estetica dei prodotti Mark Up, giugno 2005

Targetti punta su passione e sintesi fra tecnologia e design Mark Up, settembre 2005

11 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Per Geox la forza del brand gioca un ruolo strategico Mark Up, luglio/agosto, 2005

12 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Per Geox la forza del brand gioca un ruolo strategico Mark Up, luglio/agosto, 2005

13 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Illy fa dell'espresso un'esperienza multisensoriale Mark Up, ottobre, 2005

14 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Illy fa dell'espresso un'esperienza multisensoriale Mark Up, ottobre, 2005

15 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Vari Mark Up, novembre 2005

16 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Finanziamenti Banca Intesa per valorizzare il marchio Il Sole 24 Ore, 6 aprile 2006

Un nuovo prodotto rivolto alle Pmi per sostenere le politiche di marketing Finanziamenti mirati a sostenere politiche di marchio e di marketing. Asset intangibili che rappresentano uno degli elementi di forza del made in Italy su cui puntare per recuperare competitività e quote di mercato. Banca Intesa ha lanciato sul mercato strumenti finanziari ad hoc studiati in collaborazione con Icm advisors (società specializzata nella valutazione e valorizzazione di marchi, brevetti, copyright) e Robilant associati (attivi nella consulenza strategica) per una gestione evoluta del brand. Il prodotto finanziario (IntesaBrand) comprende finanziamenti a medio termine (36 mesi) per spese di marketing, soluzioni leasing dedicate all'acquisto sul mercato o al finanziamento di progetti tramite lease- back su brand già in portafoglio. Disponibili per le Pmi anche servizi professionali proprio per valorizzare marchi aziendali e proprietà intellettuale. «Si tratta del primo prodotto del genere in Italia e forse in Europa - spiega Fabio Bolognini responsabile marketing imprese di Banca Intesa - e mi aspetto una domanda concentrata soprattutto su importi tra i 100mila euro e i due milioni, ma anche una domanda di servizi professionali». Finanziamenti che saranno graduati in base al rating dell'azienda, ai progetti di crescita e sviluppo in cantiere. «Sarà fondamentale capire quanto l'imprenditore intenda investire su questi asset, avere una garanzia sui progetti di sviluppo, noi finanziamo piani seri sul canali distributivi, vere politiche di marchio», dice Bolognini assicurando che non ci sono tetti previsti per le richieste e neanche un plafond di spesa. Finanziamenti rivolti a tutti i comparti produttivi e che saranno estesi non solo alle piccole ma anche alle medie aziende. «Offriamo - conclude Bolognini - l'opportunità di avere una valutazione economica dei propri marchi, di identificare progetti ed iniziative per lo sviluppo con soluzioni finanziarie ad hoc».

17 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Vari Aprile 2006

Banca Intesa lancia IntesaBrand per le PMI MF, 6 aprile 2006

Banca Intesa scommette sul Brand. Degli altri Bloomberg Finanza e Mercati, 6 aprile 2006

18 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Ora Banca Intesa supporta i marchi Italia Oggi, 6 aprile 2006

19 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Come cambia la gestione d’impresa mettendo al centro il portafoglio marchi Mark Up, settembre 2007

20 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Come cambia la gestione d’impresa mettendo al centro il portafoglio marchi Mark Up, settembre 2007

Come cambia la gestione d’impresa mettendo al centro il portafoglio marchi Mark Up, settembre 2007

21 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Come cambia la gestione d’impresa mettendo al centro il portafoglio marchi Mark Up, settembre 2007

Come cambia la gestione d’impresa mettendo al centro il portafoglio marchi Mark Up, settembre 2007

22 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Quando il brand dà redditività IL Sole 24 Ore, 7 settembre 2007

23 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Don't touch my brand Il Mondo, 19 ottobre 2007

24 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La carica dei quarantenni Il Sole 24 Ore, 13 novembre 2007

Il coraggio di cantare fuori dal coro, un buon prodotto come mattone, un orizzonte, un ostinato lavoro sodo. La ricetta per un marchio vincente del made in Italy è un faticoso mix, attestano unanimi quattro giovani esponenti di famiglie imprenditoriali impegnate da anni a tener alto l'onore aziendale sui mercati del mondo, nei rispettivi settori e che figurano ai primi posti della classifica Icm sull'importanza dei marchi. Oppure a loro volta pionieri, come il torinese Alberto Bertone, 41 anni, deus-ex-machina di Fonti di Vinadio Spa, 70 dipendenti, fatturato 2007 di 150 milioni. Figlio di costruttori, a sua volta edile, a 30 anni crea l'acqua minerale Sant'Anna, oggi primo di 350 marchi venduti in Italia. Lo stabilimento di Vinadio (Cuneo), un gioiello hi-tech, passerà nel 2008 da 5,5 a 7,5 milioni di bottiglie quotidiane, grazie al fresco investimento di 30 milioni. Nei piani, la conquista dell'Ue e il lancio in grande stile delle prime bottiglie di plastica biodegradabili. Qual è la via all'eccellenza? «Il pensare in grande da subito. Non volevo diventare un "gazzosaio", ma un leader. Così, nel '96 abbiamo puntato 30 miliardi di lire, dotandoci di ben 190 km di tubi sotterranei iniziali. Ma attenzione: investire non vuol dire solo tirar fuori dei soldi, significa abbracciare una causa. A monte della nostra performance c'è anche l'ignoranza. Eravamo debuttanti. Eppure chi non sa, può diventare più bravo, studiando. Fondamentali, poi: ricerca, buon team e audacia. Siamo stati i primi a fare la pubblicità comparativa, affrontando otto cause, tutte vinte». «Toglietemi tutto ma non il mio Breil!»: c'è una felice pubblicità sulla strada del successo del più grande gruppo nazionale di orologi, Binda, che, interprete dello stile e design italiani nel mondo, fatturerà nel 2007 circa 280 milioni. L'antica azienda è guidata da Marcello e Simone Binda, 47 e 42 anni, nipoti del fondatore Innocente e figli di Mario, presidente. Un gruppo (350 dipendenti nel mondo, 3mila punti vendita in 40 Paesi) che ha ora debuttato nei gioielli e profumi. «Quella campagna del '93 - ricorda Marcello Binda - mise le ali al lancio. Volevamo rompere con le regole, per promuovere un orologio da uomo d'acciaio, un oggetto deciso, sensualmente indossato da una donna, aggressiva, pronta ad affermarsi. Il claim fu inventato da una piccola agenzia molto destrutturata, con tanti freelance fuori dagli schemi». Nel 2002, altra affermazione con «Don't touch my Breil», anche grazie a fior di testimonial femminili. «Ma l'insieme dei valori veicolati rimane quello. Il principale fattore per la riuscita di un marchio, per affermarlo all'estero, è infatti la coerenza. Modulata nel tempo, ma riconoscibile attraverso un prodotto che deve essere fortemente "segnico". Lo spot adesso è diventato «Touch, feel, Breil»: non è più tempo di divieti, ma di inviti, di colloquio». Proprio sull'identità del marchio è stata costruita l'ascesa di , azienda fiorentina del firmamento internazionale della pelletteria, oggi parte del polo del lusso firmato Mariella Burani, quotato in Borsa. Creata nel '54 da Carla Cecconi Braccialini, la società (52 milioni di fatturato, 140 dipendenti, 40 boutique di proprietà nel mondo) è ora in mano ai figli. Riccardo, il presidente: «Da 50 anni inventiamo cose, troppo astruse agli inizi, difficilissimi. Ma abbiamo insistito: spazio alla creatività. In pelletteria abbiamo osato innovazione in un momento, gli anni 60, in cui le borse erano chiare d'estate, scure d'inverno. Facciamo anche borse discutibili, ma bucano lo schermo con stile inconfondibile». Pervicacia nel percorso, quindi: «Abbiamo sempre continuato a investire. Anche dopo le Torri gemelle, non ci siamo arroccati nel fortino, rimanendo convinti che c'era una prateria da cavalcare». Fra i neo paladini della moda Made in Italy c'è Gianguido Tarabini, 38 anni, alla guida di Blufin, società creata dai suoi genitori, la stilista Anna Molinari e Gianpaolo Tarabini, morto l'anno scorso in un safari. Il principale marchio, Blumarine, nato nel '77, è commercializzato da mille punti vendita nel mondo (67 di proprietà). Il gruppo, che nel 2006 ha superato i suoi primi cento milioni di fatturato, prosegue nel risiko dell'internazionalizzazione, con aperture in Russia e nei Paesi arabi. A tappe misurate: «Mio padre - rammenta Tarabini jr - ci ha sempre insegnato a non fare mai il passo più lungo della gamba». Jada C. Ferrero

25 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La carica dei quarantenni Il Sole 24 Ore, 13 novembre 2007

26 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Gioielli e abiti, marchi di valore Italia Oggi, 5 dicembre 2007

27 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La finanza per valorizzare tutti gli asset immateriali Il Sole 24 Ore, 16 gennaio 2008

28 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La finanza per valorizzare tutti gli asset immateriali La Stampa, 13 aprile 2008

29 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Marchi di valore seduti in poltrona Il Sole 24 Ore, 14 aprile 2008

30 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il brand spinge il valore dell’azienda Il Sole 24 Ore (Nord Est), 30 aprile 2008

Preso un campione di circa 1.700 imprese manifatturiere con sede legale in Veneto e con un fatturato non consolidato per l'esercizio 2006 superiore a 10 milioni, è emerso che il 16,5% di queste può essere considerato "eccellente", ovvero con un tasso di crescita medio composto del fatturato dal 2003 al 2006 superiore al 10,9% e un reddito operativo medio dal 2004 al 2006 superiore al 5,1%. Il 20,8% del campione vanta comunque una redditività superiore alla media. Lo si evince dalla ricerca di ICM Advisors, società internazionale indipendente di business advisory e ricerca economico-finanziaria, che sta presentando in una serie di tappe italiane – il 6 maggio sarà nella sede di Confindustria Vicenza – la prima indagine su «Il valore del brand delle medie imprese italiane eccellenti». «Grazie al successo della ricerca nazionale, abbiamo deciso di declinare la stessa in dettaglio nelle aree del Paese più importanti per densità di Pmi con brand interessanti da valorizzare – spiega Pier Angelo Biga, amministratore delegato di ICM Advisors –. Il Veneto è stata quindi la prima Regione nel nostro programma di diffusione». Scopo della ricerca veneta è calcolare il valore del patrimonio immateriale delle aziende locali di medie dimensioni. «Dalla stima del valore del patrimonio immateriale del campione – afferma Biga – risulta che asset intangibili quali marchi, portafoglio brevetti, know-how, reputazione, rapporto con canali e clienti e molti altri ancora, rappresentano in media circa il 46% del valore totale d'impresa. E il fatto che proprio nelle imprese "eccellenti" tale valore raggiunga il 68% e in quelle con buon andamento della redditività esso rappresenti comunque il 60% del valore aziendale, mette in evidenza un'unica conclusione: che il patrimonio immateriale crea valore ed è esso stesso fonte di eccellenza». Ma come si calcola il patrimonio immateriale? «Come società di ricerca abbiamo creato dei database economico-finanziari di tutte le aziende del campione – risponde l'amministratore delegato –. Da questi dati, che comprendono la totalità del patrimonio dell'impresa, deduciamo gli asset fisici (gli immobili, i beni finanziari, etc…): quello che rimane è il patrimonio immateriale, composto dalla reputazione del management, dalle relazione con i clienti e, soprattutto, dal marchio. Si pensi che in alcuni settori industriali, il brand arriva a valere l'80% del patrimonio aziendale». Molto dipende dal comparto di attività delle imprese. Secondo la ricerca, nell'automotive, ad esempio, gli intangibili rappresentano in media oltre il 60% del valore aziendale. Elevata l'incidenza degli immateriali anche nel settore dell'elettronica-ICT, mentre in altri settori, quali il comparto della carta o della lavorazione della pelle, il loro peso è inferiore al 35%. In base a questa indagine, ma soprattutto a quella nazionale, che cosa differenzia il Veneto dalle altre Regioni italiane in questo campo? Il Veneto non rappresenta un caso illustre in quanto a percentuale di valore immateriale nelle aziende rispetto al patrimonio totale, bensì in quanto a grande concentrazione di medie imprese sul territorio, ciascuna con il suo marchio – conclude Biga –. Imprese che spesso non godono dell'attenzione e della notorietà delle aziende di maggiori dimensioni, ma che costituiscono l'ossatura del Sistema Italia e sono un ottimo modello di riferimento per molte altre piccole e medie realtà nostrane. La ripartizione geografica veneta vede Vicenza e Treviso come le province più popolose per numero di aziende (rispettivamente 29% e 23,5% del campione), seguite da Padova e Verona. C'è poi Belluno che, nonostante l'esigua popolosità del suo campione di aziende, è risultata la provincia con la maggiore presenza di imprese eccellenti». Margherita Sperotti

31 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Cartier vince la palma dello shopping a cinque stelle in Europa MF Fashion, 1 maggio 2008

32 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Quel brand vale un’azienda MF, 21 giugno 2008

33 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il valore della marca è tutto da costruire Il Sole 24 Ore, 24 novembre 2008

L'82% delle Pmi riconosce al marchio un ruolo strategico nella crescita aziendale, ma solo il 3% è giunto al livello massimo di capitalizzazione di questo asset, quello della fidelizzazione del consumatore. Due estremi che descrivono l'approccio ambivalente di molte Pmi italiane nei confronti dei processi di valorizzazione del brand: tutti sono consapevoli dell'effettiva importanza che questi rivestono nella competizione nazionale e ancor più internazionale, pochi però mettono in atto vere e proprie strategie di sviluppo. Questa considerazione è uno dei risultati che emerge dalla ricerca «Il brand delle Pmi del made in Italy», condotta da Icm Advisors, società di business-advisory e ricerca economico-finanziaria specializzata nella valutazione, valorizzazione e finanziamento degli asset intangibili e della proprietà intellettuale. L'analisi, condotta su un campione di 300 aziende italiane con fatturato compreso tra i 10 e i 300 milioni ha evidenziato che nel 68% dei casi i brand analizzati si trovano ancora al primo stadio di sviluppo, fase in cui la loro immagine e il loro valore sono strettamente legati agli attributi funzionali del prodotto o servizio. «In un mercato caratterizzato da elevata competitività – osserva Pierangelo Biga, presidente ICM – questo non è più sufficiente. La notorietà è importante, ma è solo uno degli elementi della brand equity. Il brand deve trasmettere emozioni e creare un rapporto relazionale con il cliente, in modo da generare fidelizzazione ». Senza dimenticare che, oltre alla reputazione, il cosiddetto patrimonio immateriale crea anche valore tangibile. «Dalle numerose valutazioni condotte – prosegue Biga – è emerso che il marchio, nei principali settori del made in Italy, rappresenta in media dal 20 al 40% del valore aziendale, con punte che in imprese attive in settori totally brand driven, come l'abbigliamento o l'alimentare, possono addirittura superare il 60 per cento». Qualche esempio? Il portafoglio marchi del gruppo Binda (Breil, dagli orologi alle brand extension nei gioielli, borse, occhiali e profumi) stando alle valutazioni di Icm risulta pari a 149 milioni di euro, ovvero il 68% circa del valore d'impresa. Siamo a percentuali simili anche per Tessilform, con il marchio Patrizia Pepe (62%), per Liu.Jo (59%), Pomellato (56%), ZeisExcelsa (54%), Fonti di Vinadio (acqua Sant'Anna, al 53%) e Valsoia (53 per cento). «Anche nei settori dei marchi B2B tecnici e tecnologici – continua – esiste una componente emotiva d'acquisto e una relazione positiva tra brand equity e performance finanziarie ». Invece solo il 7% delle Pmi coinvolte dall'indagine conosce il reale valore economicofinanziario del brand. Questo deficit di valutazione può essere spiegato da un problema di competenza del management oltre che dalla mancanza di risorse. La ricerca evidenzia come solo una su tre delle Pmi riesca a sostenere investimenti sufficienti allo sviluppo del marchio. «Il che è spesso collegato – conclude Biga – alla sottocapitalizzazione, sia a livello finanziario che di risorse umane qualificate, il principale ostacolo al processo di crescita delle medie aziendali». Maria Comotti

34 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il brand, quell’asset fondamentale che fa vincere le sfide sui mercati Affari e Finanza, La Repubblica, 1 dicembre 2008

35 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il brand, quell’asset fondamentale che fa vincere le sfide sui mercati Affari e Finanza, La Repubblica, 1 dicembre 2008

36 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Asset intangibili volano d’impresa Nord Est Economia – 7 settembre 2008

37 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Valorizzare gli asset immateriali Il Giornale di Vicenza, 16 aprile 2010

38 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Moda, il valore del brand come asset immateriale per affrontare la crisi Mark Up, dicembre 2010, pg1

39 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Moda, il valore del brand come asset immateriale per affrontare la crisi Mark Up, dicembre 2010, pg2

40 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il brand nelle società calcistiche è un asset poco valorizzato Mark Up, maggio 2011

41 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Grande successo per il workshop: Marketing esperienziale WEB, settembre 2011

Come adottare un approccio strategico alla gestione di una leva centrale nel Fashion Business 11/10/11 - QUANDO: venerdì 7 ottobre 2011 ore 10:00 – 12:30 DOVE: Piazza Duca D’Aosta 10 – Milano - sede di Suitex International ORGANIZZAZIONE: Suitex International www.suitex.it

Si è svolto a Milano in data venerdì 7 ottobre il workshop dal titolo “Marketing esperienziale, come adottare un approccio strategico alla gestione di una leva centrale nel Fashion Business” organizzato da Suitex International, società internazionale di consulenza aziendale specializzata nella ricerca e selezione del personale nel fashion e design system, in collaborazione con ICM Advisors, società internazionale di business advisory specializzata nella valutazione degli asset immateriali e nei servizi strategici per le aziende del Made in Italy.

Il successo di partecipazione è stato grandissimo, erano infatti presenti titolari e manager delle principali aziende del fashion, design e beauty.

In ordine alfabetico: ALV, ANTICA MURRINA VENEZIANA, ARCTE FASHION BRAND, ARTSANA, AUTOMOBILI LAMBORGHINI, BECAGLI LANIFICIO, BRAND NEW, CADICAGROUP,CARRARO CALZE, CHANTECLER, CISALFA SPORT, COLOMER ITALY, CRISTALL, DARITEX SPORTS WEAR, EINSTEIN PROGETTI E PRODOTTI, FERRINO & C SpA, FIRMENICH, FIVE SEASONS Srl, FOCUS PULL, FRUIT OF THE LOOM, GAMBARI, GIORGIO , GREDA, JUMBO, LEVANTE, LOMA MAGLIFICIO, LORENZ, , LUXOTTICA GROUP, MANIFATTURA MARIO COLOMBO & C, , , MINARDI PIUME, MONNALISA, NATUZZI, P.L.U.S.,PANGO CONFEZIONI, PANZERI DIFFUSION, PZERO, SIFARMA, SWAROVSKI INTERNAZIONALE D'ITALIA, T.B.M., T.R.S. EVOLUTION, TEOBRAS, TEXTURA, TIME STYLE, VALENTINO, VIDIEFFE, WARNACO ITALY, ZANNIER ITALIA, ZIPPO FASHION ITALIA. OBIETTIVO DEL WORKSHOP

Il mercato del fashion è per definizione un mercato che si regge su motivazioni di acquisto emotive. La promessa che i Brand della moda fanno, attraverso la comunicazione dei propri valori, è fortemente orientata alle emozioni in grado di innescare il desiderio di appartenenza/identificazione nella marca, e quindi di acquisto dei prodotti correlati. La promessa supera le caratteristiche di qualità, moda, heritage, esclusiva dei prodotti e penetra quegli aspetti emotivi irrazionali che innescano irresistibili desideri di acquisto, possesso, esibizione dei prodotti branded con impatto tangibile su aspetti finanziari, sulla performance dei principali indici retail e sul vantaggio competitivo.

PROGRAMMA · Il marketing esperienziale e la nuova prospettiva strategica del marketing, le nuove opportunità che consente di cogliere · Installare, misurare e mantenere il Customer Experience Management · Alcuni esempi di benchmark nella moda e nel fashion · L’impatto sul business · L’impatto sul valore dell’asset più tangibile tra gli intangibili: il Brand

42 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Ricerca e sviluppo Patto «europeo» per battere la crisi Il Giornale di Vicenza, 9 febbraio 2011

43 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Un interlocutore d’eccellenza per la produzione eco-sostenibile Il Giornale di Vicenza, 28 aprile 2011

44 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Progettati in città i prodotti "verdi" ecosostenibili Il Giornale di Vicenza, 1 maggio 2011

Progettati in città i prodotti "verdi" ecosostenibili

ECONOMIA. L'iniziativa presentata ieri al festival delle Città impresa Nasce il primo Centro di ricerca industriale che aiuterà le aziende a realizzare beni, dalla penna agli imballaggi, con un basso impatto ambientale. Schio sarà l'incubatrice delle "industrie verdi", per sostenere la realizzazione di innovativi prodotti in un'ottica di sostenibilità ambientale.

Presentato ieri mattina all'ex lanificio Conte, il Centro internazionale di ricerca industriale per la produzione eco-sostenibile. È il primo in Italia , tra i primi in Europa, e verrà costituito dall'Icm industrial, società di ricerca industriale che ha sottoscritto un protocollo d'intesa con l'Amministrazione comunale scledense. Si tratta di un progetto che si basa su know-how gestionale e tecnologico, su piattaforme di servizio consolidate in tutto il mondo. Il piano industriale prevede ricavi, diretti e indiretti, cumulati in cinque anni, di oltre dodici milioni di euro.

Previsto anche un organico di oltre cinquanta persone. L'obiettivo è quindi, anche quello di incentivare l'occupazione e la domanda di servizi industriali di tipo innovativo, capaci di competere nell'ambito di un panorama economico che si è evoluto. Per stare al passo con i tempi, ma soprattutto per aumentare l'attrattiva del territorio per investimenti industriali. Ieri mattina, alla presentazione del maestoso progetto economico era presente Pier Angelo Biga, presidente e amministratore delegato di Icm Industrial che metterà a disposizione delle piccole e medie imprese servizi e tecnologie necessari per l'adeguamento dei loro prodotti, servizi e sistemi industriali ad una condizione di crescente sostenibilità. «Seguiremo il percorso del prodotto - ha spiegato con orgoglio Biga - dalla fase della progettazione fino allo smaltimento e possibile riciclo. Che si tratti della creazione ex novo di un prodotto o dell'adeguamento dello stesso. Si tratta di un percorso che è ormai, improrogabile soprattutto per le imprese inserite nelle filiere industriali internazionali di un certo livello, dove i clienti richiedono sempre più sostenibilità certificata. Oltre a prodotti al passo con i tempi e quindi innovativi. A questo si aggiunge per le imprese, - ha concluso l'Amministratore delegato dell'Icm - la necessita di risparmio di costi energetici e la risposta alla domanda da parte delle istituzioni di compatibilità con le norme ambientali» Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Luigi Dalla Via, che ha creduto fortemente in un progetto, del quale si era fatto cenno esattamente un anno fa, in occasione della scorsa edizione del festival delle Città impresa. «È motivo di grande orgoglio presentare un progetto così ambizioso, a un anno dalla sua idea. In questi mesi – ha spiegato il primo cittadino – è stato eseguito un accurato studio sul territorio, al termine del quale è stata confermata Schio come base logistica del centro che sarà il nostro fiore all'occhiello. Una scelta mirata, dato il sostrato industriale della nostra città, ma anche per la sensibilità alle tematiche sullo sviluppo sostenibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA Natalia Bandiera

45 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved ICM Industrial srl, Nome del Premiato: Presidente Pier Angelo Biga Thiene On Line, 1 maggio 2011

SCHIO: FESTIVAL DELLE CITTA' IMPRESA, SI CHIUDONO I BATTENTI CON LA CONSEGNA DEL PREMIO ADECCO

Giunge al termine la kermesse 'Festival delle Città Impresa' che si è svolta a Schio e ha riscontrato un successo di pubblico massiccio. La manifestazione si concluderà nel tardo pomeriggio, con la cerimonia che si svolgerà al Lanificio Conte, dove verrà consegnato il Premio Adecco Festival delle Città Impresa. Giunto alla sua quarta edizione, è dedicato quest'anno al tema “Reti d’impresa”. Si rivolge a imprese, enti e associazioni del territorio che hanno sviluppato iniziative a rete per la loro affermazione sui mercati nazionali e globali. Dopo i saluti iniziali di Luca Trombacco di Adecco, Responsabile Sviluppo Veneto Occidentale e Trentino Alto Adige, Luigi Dalla Via, Sindaco di Schio, e Roberto Ditri, Presidente Fiera di Vicenza, consegneranno il premio, assegnato da una giuria scelta dalla direzione del Festival, a dieci tra imprenditori che hanno utilizzato giovani risorse per lo sviluppo e la ricerca, centri di ricerca che hanno sviluppato proficue collaborazioni con l’impresa, e giovani ricercatori che si sono distinti nel mondo dell’impresa. Ecco i destinatari del prestigioso premio:

ICM Industrial srl, Nome del Premiato: Presidente Pier Angelo Biga Motivazione ICM Industrial ha insediato a Schio il primo centro italiano e tra i primi in Europa dedicato alla ricerca e sviluppo a contratto finalizzata all’innovazione dei prodotti e dei processi industriali in ottica ecosostenibile, al servizio delle aziende del territorio di Schio e dell'Alto Vicentino. ICM Industrial fa parte del gruppo ICM International che negli ultimi cinque anni ha svolto numerose attività professionali con le aziende e le istituzioni del NordEst contribuendo con iniziative innovative allo sviluppo della consapevolezza nelle PMI del valore economico del know-how e della proprietà intellettuale.

46 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Sviluppo sostenibile a Schio Il Sole 24Ore NordEst, 11 maggio 2011

47 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La ricerca sul solare sbarca a Vicenza Il Sole 24 Ore 17 maggio 2011

48 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La meccanica con la valigia. In Europa in cerca di partner Il Sole 24 Ore NordOvest, 2 novembre 2011

49 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Meccanica in formato europeo Il Sole 24 Ore NordOvest, 2 novembre 2011

50 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Ora il Salone del Gusto ha un prezzo: 65 milioni il giro d’affari per l’area La Repubblica, 23 novembre 2011

51 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Come funziona il MESAP clustermanager.wordpress.com, 29 aprile 2012

52 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Business dei congressi “Ogni euro investito ne genera più di sei” La Stampa, 26 Maggio 2012

53 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La miniera dei congressi rendono sei volte il costo La Repubblica, 26 Maggio 2012

La miniera dei congressi rendono sei volte il costo 26 maggio 2012 — pagina 3 sezione: TORINO QUANTO vale un congresso per Torino? Sei volte il suo costo. Il calcolo riguarda il meeting nazionale della Società italiana di radiologia medica, in programma al Lingotto dal 1° al 5 giugno. Un evento che accoglierà 6 mila partecipanti e mille espositori, il 95% dei quali da fuori Piemonte. Risultato: una manifestazione che costa 1,6 milioni avrà ricadute sull' economia cittadina pari ad almeno 9 milioni, che è appunto sei volte tanto. La ricerca di Icm Research, commissionata da Turismo Torino e finanziata dalla Camera di Commercio, serve proprio a dimostrare come i congressi possano essere un "volano" per l' economia torinese. L' evento che porterà sotto la Mole i radiologi italiani garantirà infatti «tra i 9 e gli 11 milioni di ricaduta diretta», come spiega Pier Angelo Biga, presidente di Icm. Dove finirà il denaro? La società di analisi parla di un 56% a beneficio degli hotel, un 20% alla ristorazione un 16% per beni di largo consumo. Anche perché, calcola Icm, i radiologi e gli espositori si fermeranno in media 3,6 giorni a Torino, garantendo oltre 29 mila pernottamenti. Ma è solo una stima preliminare, perché poi, dice il ricercatore, «esiste tutta una serie di ricadute indirette e di immagine generate dopo l' evento». Insomma, per il sindaco Piero Fassino c' è di che sorridere: «I risultati dell' analisi - sottolinea il primo cittadino - dimostrano quanto il turismo congressuale sia un asset strategico di estrema importanza per la nostra città, un settore fondamentale per la ripresa economica». Questo perché, spiega Fassino, «nonostante la congiuntura negativa, il congressuale in Piemonte resiste registrando nel 2010 un segno positivo. Rispetto al 2009, infatti, il numero degli eventi è aumentato dell' 11,3%, mentre quello dei congressisti ospitati è lievitato del 10,3%. Due dati che, da soli, bastano a rafforzarci nel convincimento di proseguire la politica di sostegno al settore». Ora l' idea è di convincere la Società italiana di radiologia a tornare anche l' anno prossimo, un po' come accadrà per i diabetologi che si incontreranno a Torino per tre meeting consecutivi. Mentre, dice l' assessore al Turismo, Maurizio Braccialarghe, «il sogno è di portare qui anche il congresso europeo dei radiologi». In fondo, tutti gli studi dicono che il gioco vale la candela: il Salone del gusto, che si svolge per cinque giorni in autunno, genera ricadute per 65 milioni, per il Salone del libro si parlava di un effetto moltiplicatore pari a 12 volte la spesa e persino un concerto come quello di giovedì dei Coldplay può portare un milione di euro ai soli hotel. E il modello funziona pure con il turismo congressuale, che in Piemonte attira ogni anno circa due milioni di persone che, stimava una ricerca di Regione e Università, spendono circa 1,4 miliardi. «Oltre alle ricadute economiche - fa notare il presidente della Camera di Commercio, Alessandro Barberis - con questi eventi Torino rafforza il suo posizionamento strategico nella geografia delle metropoli a elevata dotazione culturale e intellettuale». - STEFANO PAROLA

54 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Torino capitale della radiologia La Stampa, 31 Maggio 2012

55 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il risparmio energetico business per le imprese Il giornale di Vicenza, 28 novembre 2013

56 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved 50 marchi più appetibili all'estero Il Sole 24 Ore, 17 novembre 2014

57 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La forza sta nel nome. Chi sono i principi del marchio Corriere della Sera, 26 ottobre 2015

58 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Fashion, food, arredo: ecco le 50 eccellenze trainate dal brand Il Sole 24 Ore, 27 ottobre 2015

59 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Fashion, Food, Furniture: the value of the 3Fs brands realized by ICM Advisors Italy24 by IlSole24Ore, 27 ottobre 2015

60 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Made in Italy: sono 50 le Pmi più virtuose nel Fashion, Food, Furniture Corriere della Sera, 27 ottobre 2015

61 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Baldinini, Betty Blue e Canali eccellenze delle pmi italiane nella ricerca di ICM Research MF Fashion, 30 ottobre 2015

62 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved La vivacità del sistema Italia si misura sul valore dei brand Mark Up, 30 ottobre 2015

63 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Canali al top della classifica di ICM Research per valore dei brand Fashion Magazine, 30 ottobre 2015

64 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il valore dei marchi delle 3F calcolato da ICM Advisors Ansa, 2 Novembre 2015

65 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Il brand? Strategico per le pmi Italia Oggi, 5 novembre 2016

66 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved I top 50 marchi italiani di food, fashion e furniture MARK UP, 8 novembre 2016

67 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved I top 50 marchi italiani di food, fashion e furniture MARK UP, 8 novembre 2016

68 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved Made in Italy: otto imprese venete e una friulana tra le 50 Pmi NORDEST ECONOMIA, 9 novembre 2016

69 ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved 18, Avenue Louis Casaï 1209 Genève - Switzerland Phone: +41 22 747 7832 Fax: +41 22 747 7900

Via Soperga, 14/A 20127 Milano - Italia Tel: +39 02 87366497

GINEVRA - BERLINO - DÜSSELDORF - KARLSRUHE - MILANO - MONACO - TORINO

ICM Advisors Sàrl, 2002-2017 All Rights Reserved