Geographica Helvetica 1987 - Nr. 4 Aurelia Bagutti

Evoluzione del paesaggio viticolo del Mendrisiotto

1. Premessa rico (spazio ereditato), che nei rapporti tra am- biente e societä a scale diverse, poiche, come affer- II paesaggio, cosi come ci appare, e la risultante di mava J. Piaget «Dans les sciences de l'homme, un «confronto» dialettico tra i due termini della cop- comme dans celles de la nature, c'est l'echelle qui pia Spazio - Societä. L'ambiente naturale (spazio cree le phenomene.» (J. Piaget 1970). ecologico) ha dovuto sempre piü retrocedere di La trattazione del problema non pretende essere fronte allo spazio umanizzato prodotto dalla societä esaustiva in questo ambito, ma si propone di consi- che evolve sotto l'azione di forze ideologiche, eco- derare un elemento del paesaggio - l'estensione della nomiche, politiche e di interazioni tra di esse. superficie viticola del Mendrisiotto - e di compren- Per comprendere un paesaggio e inanzitutto neces- derne i mutamenti analizzando i rapporti intercor- sario analizzarne l'evoluzione, poiche la situazione renti tra le diverse componenti dello spazio geogra- attuale non e altro che la risultante di un lungo pro¬ fico. cesso dinamico e irripetibile. Ogni generazione ri- II Mendrisiotto - cosi come qualsiasi altra entitä ceve in ereditä uno spazio, ricco di storia, che adatta spaziale - va visto come «spazio polisemico» (fig. 2) (o tenta di adattare) ai suoi nuovi bisogni in fun- zione sia del livello tecnologico raggiunto che dell'a- zione di forze culturali - che si manifestano attra¬ verso le istanze politiche, economiche, ideologiche CH Le figure geometriche rappresentano le aree (H. Isnard 1981) interne ed esterne, che a loro -, di influenza delle di¬ volta della societä stessa implicano un adattamento Tl || verse regioni.

(fig- 1). " ' 1 II cerchio nero r i s rappre¬ L'oggetto di questa riflessione vuole essere un tenta- senta quella del Men¬ tivo di lettura dell'origine e della soluzione dei pro¬ drisiotto. blemi sociali nei confronti della loro distribuzione L Lombardia spaziale. Si tratta di riuscire a capire quali sono stati i processi e come hanno a loro volta interagito nella trasformazione del paesaggio, specchio della so¬ cietä e della sua evoluzione. Le cause dei muta- 1 menti costatati sono da ricercare sia nel retaggio sto- Fig. 2 II Mendrisiotto: spazio polisemico.

facente capo sia aTicino e Lombardia, sia a Svizzera e Italia (e alla CEE). Di conseguenza le decisioni prese a questi livelli espletano degli influssi sulla so¬ cietä e sullo spazio del distretto che a loro volta re- troagiscono e si trasformano per permettere alla so¬ cietä di sopravvivere. $ 9 I processi di trasformazione (demografici, ecologi- ci, economici, ideologici, politici, sociali) agiscono spazi societä e interagiscono con ritmi e intensitä diversi, sia nel tempo sia nello spazio.

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Fig. 1 Rapporti intercorrenti tra spazio e societä, al loro in- Aurelia Bagutti, dipl. Geogr., terno e con i'esterno. Via Nava 6, 6932 Breganzona

249 Di conseguenza, non essendo il Mendrisiotto uno le statistiche che ci offrono una valutazione quan- spazio omogeneo, riscontriamo, al suo interno, dif- titativa del fenomeno. Purtroppo, come mostra la ferenze che ci permettono di distinguere alcuni sot- tabella sottostante (tab. 2), questi dati sul lungo toinsiemi caratteristici. periodo, non sono paragonabili, poiche il modo In questo breve articolo ci proponiamo dapprima di di censire i vigneti si e modificato nel tempo. osservare la realtä e in seguito di ricercare le possi- Questo fatto lascia presupporre che molto proba- bili origini e spiegazioni dei fenomeni costatati. bilmente il paesaggio viticolo abbia subito modifi- II retaggio storico ci permette di capire le caratteri¬ che tali da richiedere metodi diversi di valutazio- stiche del paesaggio ereditato dalla societä alla fine del secolo scorso, mentre gli influssi esterni e i rap¬ porti intercorrenti tra spazio e societä concorrono a spiegare le trasformazioni intervenute durante il Tab. 2 - Superficie viticola nel Mendrisiotto. XX secolo e come la societä abbia adattato, nel li¬ mite del alle sue lo eredi¬ possibile, esigenze spazio anno superficie coltivata ceppi in coltura totale ceppi tato. a vigneti in ettari intercalare

2. La costatazione dei fatti 1905 262,02 (stima) - -

1929 52,88 (vigneti puri) 402 154 - zione della realtä relativa al paesaggio viticolo del Mendrisiotto. Prima di tutto vogliamo tracciare i caratteri somatici 1934 78,39 (vigneti puri) 690424 - della regione considerata (tab. 1). 1939 - - 907 124 Mendrisiotto Mendrisiotto/Tl anno

1963 234 - 998132 superficie 103 kmq 3,7% 1980 193,86 - 832 380 popolazione residente 43198 ab. 15,7% 1985

produzione di vino 29 941 hl 33,0% 1984 Nel 1905 la superficie viticola veniva stimata, poi¬ che' era parte integrante della coltura promiscua. superf. agr. utile senza alpi 1 709,26 ha 11,8% 1980 Nel 1929 e 1934 venivano distinte le superfici colti- vate a soli vigneti e il numero di ceppi di vite in col¬ tura intercalare. Successivamente si e passati al superficie coltivata a vigna 193,86 ha 21,2% 1980 computo globale dei ceppi di vigna. Altro dato statistico che abbiamo considerato e quello della produzione di vino, dato che questo e lo il quäle si coltiva la vite nel Mendrisiotto II Mendrisiotto e il piü piccolo, il piü meridionale e scopo per (fig. 4 e 5, tab. 3). il piü densamente abitato (419 abitanti per kmq nel 1985) degli otto distretti ticinesi. E un distretto di frontiera avente circa i 3A dei suoi Tab. 3 Vino nel Mendrisiotto, alcune annate dal confini in comune con l'Italia. Oggigiorno solo il - prodotto 1871 al 1913. 2% degli attivi si dedica all'attivitä agricola. La viti- coltura vi svolge un ruolo importante, in certi co¬ muni nel 1980 la superficie coltivata a vigna raggiun- anno hl anno hl anno hl geva circa il 30-40% di quella utile totale ( 41%, Besazio 38%, Morbio Superiore 1871 15 229 1892 3 966 1910 5 938 35%). 1872 1886 1893 6 604 1911 4 855 il Per analizzare paesaggio viticolo mendrisiense ab¬ 1894 7 156 1912 6 339 biamo scelto due fonti complementari, ambedue 1895 5 721 1913 1 614 con difetti e pregi: 1896 6 527 - la cartografia di epoche diverse (fig. 3) che ci per¬ mette di analizzare l'evoluzione della distribu- da: P. Grossi: II vino che..., Bellinzona, 1983 zione spaziale della superficie viticola; A. Verda: Les vins tessinois, Bellinzona, 1914

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Fig. 3a La distribuzione spaziale dei vigneti nel Mendrisiot- Fig. 3b La distribuzione spaziale dei vigneti nel Mendrisiot¬ to: 1894 to: 1934

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Fig. 3c La distribuzione spaziale dei vigneti nel Mendrisiot¬ Fig. 3d La distribuzione spaziale dei vigneti nel Mendrisiot¬ to: 1967 to: 1977

Dall'insieme di questi dati possiamo trarre le se¬ la viticoltura e praticamente scomparsa dalla guenti considerazioni: valle di , tranne nei comuni della parte - la viticolura e un importante elemento del pae¬ bassa; saggio; secondo la carta topografica negli anni settanta si - le zone interessate a questa attivitä sono preva- registra una leggera ripresa della superficie viti¬ lentemente localizzate in collina e in pianura; cola, mentre i dati statistici ci indicano un au- - la superficie viticola si e fortemente ridotta e mento del numero di ceppi di vite coltivati giä a frantumata, soprattutto nel corso del XX secolo; partire dalla fine degli anni trenta e fino alla fine

251 uva q vino hl 3. Ricerca di spiegazioni 30000 25000

8 Per comprendere le origini, i meccanismi e le ra- 25000 20000 gioni della trasformazione del paesaggio viticolo, 20000 15000 prendiamo come punto di partenza lo spazio eredi- * 5000 K f *S tato dalla societä verso la fine del secolo scorso. II 10000 Mendrisiotto inoltre e stato uno spazio oooo sempre aperto dunque ha partecipato ai processi che si ma- 5000 Of 5000 La nifestavano su scale diverse (spazio polisemico»). societä si vede cosi n 111 n 11111111111111111111 u 1111 u 111111 j u 11111 confrontata con sempre nuove che di soddisfare ma 3841444750 535659 626568 717477 8083 anno esigenze cerca trasformandosi, nello stesso tempo cercando di adattare lo spazio alle sue esigenze (rapporti spazio - societä). uva o- ?- vino

3.1 IIpaesaggio ereditato Fig. 4 Uva e vino prodotti nel Mendrisiotto dal 1938 al 1984. Le profonde trasformazioni del paesaggio viticolo del Mendrisiotto, intervenute durante gli ultimi cento anni, possono esser meglio capite se si consi- derano le caratteristiche dello spazio ereditato dalla societä verso la fine del XIX secolo. Per questo mo- degli anni cinquanta, momento in cui interviene tivo e indispensabile un passo a ritroso nel tempo un brusco calo, seguito da un periodo di stabilitä per considerare il passato vissuto in comune con la fin verso la metä degli anni settanta; Lombardia. - la produzione di vino e fluttuante, oggigiorno si «All'inizio del XVIII secolo l'appartenenza econo¬ produce tanto vino quanto in passato, ma se con- mica all'area lombarda era un fatto evidente e rico- frontiamo le carte topografiche (fig. 3) notiamo noscibile in ogni singolo aspetto della vita agricola, che la superficie viticola e notevolmente diminui- sia che si analizzino le colture praticate, le tecniche ta; usate, la forma dei contratti di affitto o la distribu¬ - la produzione di vino e irregolare, poiche forte- zione delle proprietä.» (S. Guzzi, 1986) Nelle zone mente legata alle condizioni ambientali (umiditä, pianeggianti e collinari al di sotto dei 500 metri sul grandine, gelo, malattie...). Si possono comun- livello del mare le terre appartenevano, fino al que notare due tendenze: dapprima una diminu- XVIIXVIII secolo ai nobili milanesi e comaschi, zione fino ad un minimo di produzione intorno al al clero, e in piccola parte a famiglie nobili o di 1913 (grandine), in seguito una ripresa fino a rag- agiati ticinesi che le amministravano col sistema giungere i livelli del 1871 e oltre. della mezzadria. L'economia del baliaggio di Men¬ Queste due fonti di documentazione ci forniscono drisio, attorno al 1700, era controllata da e una serie di indicazioni che concordano solo parzial- costituiva l'«Hinterland» di questa cittä. Peril Men¬ mente, segno questo che le trasformazioni notate drisiotto si trattava quindi di un duplice dominio: sono piuttosto complesse. Si tratta ora di interpre¬ politico (baliaggio dei XII cantoni svizzeri) ed eco¬ tare questi dati che sono un segno della societä che nomico (Lombardia). cambia. Negli ultimi due secoli la nobilitä lombarda venne progressivamente sostituita dalla borghesia indi- gena che «aveva radunato il gruzzolo o nell'emigra- zione o, di rado, in patria con qualche piccola indu- stria specie quella della seta.» (G. Mombelli, 1982) proprietan ceppi Mentalitä e sistema del periodo lombardo si man- 3000 1400000 tennero: II proprietario godeva la rendita, non la- 2500 ceppi 1200000 - la essa era un di 1000000 vorava terra, impiego capitale. - 2000 Ancora all'inizio del XX secolo il masseri- MIOM 800000 contratto 1500 zio la 600000 era un'istituzione normale (A. Brenni, 1919), in 000 400000 terra non era oggetto di speculazione, ma valeva 500 200000 quanto produceva. 0 La masseria risultava in certi casi un'economia chiu- 19 1919 19 19 1919 191919 19 19 1919 sa, sicuramente autosufficiente almeno per i bisogni 38414447505356 596265 68 71 7477 anno piü comuni ed essenziali. Fatte queste premesse vediamo quali rapporti inter- Fig. 5 Proprietari di e vigneti ceppi. correvano tra il contratto masserizio e la viticoltura.

252 Le disposizioni dei patti agrari confermano come la prodotti della pastorizia erano destinati, giä nel viticoltura necessitasse una lavorazione lunga e XVIII secolo, all'esportazione verso il mercato lom- complessa, la produzione fosse assai insicura e oscil- bardo (Guzzi, 1986, p. 286). La valle risentiva mag- lante, la vinificazione e la conservazione ponessero giormente gli effetti congiunturali e nei momenti di grossi problemi. crisi le classi sociali senza beni immobili vendevano Nelle zone di pianura e collinari la vigna, dopo i ce- il bestiame ed emigravano (verso la metä del secolo reali, costituiva la coltivazione piü importante della scorso quasi la metä degli uomini attivi emigrava). masseria. II padrone desiderava l'estensione dei vi¬ «Se e vero che la montagna viveva grazie al binomio gneti, contribuiva a pagare certe spese e voleva allevamento - bosco e la pianura grazie all'agricol- metä del raccolto (come per il grano). tura, bisogna notare che le piantagioni caratteristi¬ Nel Contratto Visconti (G. Mombelli, 1982) si puö che di quest'ultima - cereali, vite, gelso - si diffu- leggere: «II vino che si otterä dalla vendemmia sarä sero fino alle massime altidudini consentite, nel diviso per metä. II cosi detto torchiatico sarä tutto corso dell'Ottocento.» (Simoni, 1986, p. 214-215). dei massari, i quali compenseranno perö i proprie- Questo breve cenno storico ci mostra come il Men¬ tari della loro metä, con pari quantitativo di vino drisiotto fosse un distretto agricolo (nel 1870 ancora primitivo.» il 48% degli attivi erano contadini), con caratteristi¬ I massari di solito non disponevano del torchio per che lombarde da una parte, alpine dall'altra. Esse ci cui facevano capo a un negoziante di vini al quäle la- permetteranno di capire meglio le origini e le solu- sciavano in compenso le vinacce (produzione di zioni apportate dalla societä agli stimoli (positivi o grappa). negativi) venuti dall'esterno verso la fine del XIX II ruolo importante assunto dalla vite e le tecniche secolo e che spiegano almeno in parte la trasforma¬ di coltura facevano in modo che nella masseria ci zione radicale del paesaggio viticolo. fossero viti ovunque, in alternanza con altre col¬ ture. «Le viti sono per lo piü sostenute da filari di 3.2 Mendrisiotto: spazio polisemico piante vive, di cui la principale e l'acero campestre, alternando sovente con filari di pali secchi. I tralci si L'obiettivo di questo paragrafo e di comprendere le stendevano ad altezza maggiore di quella d'uomo e trasformazioni del paesaggio in relazione al fatto vengono a formare quasi una larga rete sotto cui si che il Mendrisiotto non e uno spazio chiuso, ma una coltivano i cereali.» (L. Lavizzari, 185963) parte di insiemi piü vasti quali ilTicino e la Lombar¬ II paesaggio assumeva cosi un aspetto di pergolato dia, la Svizzera e l'Italia (o l'Europa). Si tratta di continuo; da ciö anche la vasta superficie rappresen- analizzare quei processi che hanno influito diretta- tata sulla carta topografica del 1894, dove ovvia- mente sul Mendrisiotto, ma che non sono specifici, mente non figurano le colture intercalari. Malgrado essi hanno agito su altre scale. la rappresentazione cartografica esageri l'esten¬ Le numerose pubblicazioni dell'inizio del secolo sul sione dei vigneti essa era rilevante e raggiungeva i tema della viticoltura sono un tipico segno di una si¬ suoi valori massimi intorno al 1870 (A. Kronauer, tuazione critica, o meglio che tocca da vicino la so¬ 1945). cietä. Dapprima, verso la seconda metä del secolo La coltura promiscua attesta la pratica di un'agricol- scorso epidemie di oidio e di peronospera ed alcune tura intensiva, con un sistema di rotazioni che per- gelate eccezionali distrussero i raccolti. La situazio¬ metteva frequenti raccolti, ma tendeva ad esaurire ne, nel settore viticolo divenne catastrofica verso la il terreno. Tale assetto agricolo «era allo stesso fine del secolo quando fu scoperta nel 1897 la filos- tempo causa e conseguenza di una situazione di so- sera aTremona. II Mendrisiotto venne dichiarato vrappopolazione - all'interno dei confini della Sviz¬ per primo, a livello cantonale, zona infetta e l'opera zera attuale, il Mendrisiotto era nel Settecento la di ricostruzione iniziö immediatamente. zona a piü alta densitä di popolazione - : poiche i Prima di analizzare i processi di ricostruzione due frequenti raccolti permettevano alla popolazione di osservazioni sono doverose: crescere, seppure in condizioni sempre piü critiche; - le epidemie non sono un fenomeno locale, bensi ma questa pressione demografica rendeva necessa- europeo: la filossera fece la sua apparizione in ria un' ulteriore estensione e densificazione delle Francia nel 1863 (G. Lubini, 1883); colture.» (S. Guzzi, 1986) - se queste epidemie furono la causa piü appari- scente della crisi della viticoltura, esse non furono Quanto visto era valido per la pianura e lo colline, le uniche, come si puö leggere nel seguente testo: mentre per le zone al di sopra dei 500 metri (valle di «Ma aihme! la e cosa deplorevole assai il vedere Muggio e San Giorgio) le caratteristiche erano come al di d'oggi l'agricoltura sia di molto neglet- quelle delle valli alpine. Nella valle di Muggio pre- ta; come vadino diminuendo sempre piü cultori dominavano l'allevamento e lo sfruttamento del bo- dei campi e dei prati; - come non diansi pensiero, sco. La terra apparteneva ai contadini e ai patrizia- i piü dei contadini, di addestrar, fin di buon'ora, i ti, per cui la proprietä era frazionata, mentre in pia¬ loro figliuoli e le fanciulle loro a lavorare nei giar- nura dominava la grande proprietä. Buona parte dei dini, negli orti, nei campicelli, attorno alle piante

253 fruttifere e, specie, attorno alle viti. Ai giorni no- adattarsi a dei nuovi a lui ancora sconosciuti e piü stri non si vogliono piü tanti contadini e tante con- complicati.» (G. Rossi, 1908) tadine, ma docenti e maestre; - ma giovani di bot- - «Uniformandosi a questi criteri e seguendo con di- tega emagazzeni;-masartineecrestaje; maservi ligenza le norme qui indicate non mancherä - ne e donzelle. Quest'e certamente un'altra crittoga- sono certo - il felice risultato delle vostre operazioni ma, un'altra specie difilossera che reca danni gra- e la viticoltura moderna cesserä di essere l'incubo di vissimi all'agricoltura: - e sarebbe tempo e ora molti agricoltori, i quali la temono e la condannano che la si facesse cessare.» (Canonico Pietro Ve- solo perche non hanno avuto mai il coraggio di espe- gezzi, Sulla viticoltura, 1884, p. 6) rimentarla.» (A. Fantuzzi, 1928) II governo ticinese promosse tutta una serie di prov- Non va dimenticato che «l'agricoltura e una delle vedimenti per risolvere la situazione: coltivazioni piü costose dell'industria agraria mo¬ - l'istituzione nel 1902 di una Cattedra ambulante di derna sia per l'anticipazione di vistosi capitali, co- Agricoltura per favorire l'introduzione delle stretti a rimanere infruttuosi per un periodo di al- nuove tecniche; meno tre anni, sia per le eure annuali che la sua - scelta di vitigni immuni alla filossera, ma anche buona riuscita richiede...» (G. Rossi, 1908). adatti a produrre un vino di qualitä. Dopo vari II governo ticinese, per invogliare i contadini al esperimenti ci si decise, nel campo delle uve ros¬ cambiamento con il decreto del 6.12.1906 e speciale se, per il Merlot; regolamento del 22.1.1907 risolveva non solo di rim- - venne fondata nel 1913, grazie a un lascito priva- borsare il prezzo di costo delle barbatelle, ma di as- to, la scuola agraria di Mezzana che nel settore vi¬ segnare un premio supplementäre - premio di lode ticolo forniva le barbatelle ai contadini, e nel 1929 - a coloro che avessero saputo impiantare dei vi¬ si aggiunse una cantina modello per la vinifica- gneti specializzati a tenore delle istruzioni impartite zione (sovvenzionata nella misura dei due terzi e circondato di eure le loro nuove coltivazioni. Que¬ dalla Confederazione); sti provvedimenti furono la risposta ad una agita- - venne introdotta l'assicurazione contro i danni zione di viticoltori mendrisiensi e «... oggidi la provocati dalla grandine (in parte sovvenzionata causa della ricostruzione vi fa passi da gigante, ed dallo stato); alla plaga mendrisiense che coraggiosamente mar- - nel 1949 venne fondata la cantina sociale di Men¬ cia in testa, e certo riservato uno splendido avve- drisio; una cooperativa di viticoltori che si pro¬ nire.»(G. Rossi, 1908) pone di ritirare e vinificare l'uva consegnata dai Cosi dopo un minimo toccato verso la fine degli anni soci, conservare e vendere il vino prodotto, pro- venti la produzione vinicola riprese, malgrado la su¬ muovere la coltivazione razionale della vite e l'im- perficie segnata sulla carta sia diminuita. In realtä pianto di nuovi vigneti, di difendere gli interessi come abbiamo visto si tratta di una vera e propria dei viticoltori (la necessitä era giä risentita trasformazione dell'attivitä agricola, la policoltura quando nel 1897 il governo cantonale intraprese viene sempre piü abbandonata e si passa alla specia- una campagna di Propaganda a favore delle can- lizzazione, cosicchd sulle carte topografiche piü re- tine sociali); centi appaiono le aree coltivate solo a vigneti. - lotta sul mercato Ticinese contro i vini stranieri e II discorso fatto in precedenza e valido per le zone ricerca di una nuova immagine per il vino ticinese pianeggianti e collinari situate al di sotto dei 500 m, e la conquista del mercato confederato (nel 1948 mentre per le altre regioni, in particolare la Valle di venne istituito il marchio VITI - vini ticinesi - as- Muggio (esclusa la parte bassa) notiamo la scom- segnato al vino che superava l'esame di degusta- parsa dei vigneti (vedi fig. 3). Le cause sono molte- zione). plici: - il carattere alpino della vallata (vedi spazio eredi¬ Le ragioni che spingono l'autoritä a introdurre un'a- tato); gricoltura moderna sono ben espresse nel discorso - la forte migrazione degli uomini che lasciava la tenuto dall'allora consigliere di stato Antonio cura dei vigneti alle donne e ciö era un grosso Galli all'inaugurazione della cantina vinicola speri- ostacolo alla ricostruzione dei vigneti; mentale di Mezzana (1929): «...il programma di chi - l'introduzione dei vitigni ufficiali che permette- presiede alle sorti della viticoltura ticinese oggi vano di ottenere dei sussidi si scontrava con le esi¬ deve essere il seguente: abbandonare completa- genze ecologiche delle piante, non adatte all'am- mente i vitigni scadenti, costruire i vigneti con sog- biente; getti di qualitä scelti e ben selezionati, vinificare - il forte spezzettamento della proprietä (ogni con- bene. Non basta produrre, occorre vendere...» tadino possedeva diverse parcelle sparse per il co- Questi programmi si scontravano con le resistenze mune e anche oltre frontiera) era un ostacolo alla della popolazione ben espressa da diversi autori: - modernizzazione dell'attivitä agricola. «..., ne e sempre facile mutare completamente l'a- Due altri fattori, con raggio d'azione su spazi piü va- nimo di chi, abituato da tempi remoti a dati sistemi sti, ma tra di loro collegati sono i trasporti e i dazi di coltivazione, deve d'un tratto abbandonarli per doganali.

254 In passato la produzione di vino era legata all'auto- coltori, pure attivi nel commercio del vino e molti consumo, la qualitä del vino era pessima per diverse piccoli proprietri per i quali la viticoltura e un' at¬ ragioni: tivitä secundaria (in molti casi un modo d'occupa- - si coltivavano numerose qualitä di vitigni, che ma- zione del tempo libero) e che vendono il loro pro¬ turavano in periodi diversi, per cui la fermenta- dotto alla cantina sociale o ai grossi viticoltori. zione durava molto tempo; si vendemmiava a tal punto che il - troppo presto, 3.3 Rapporti spazio societä governo ticinese intervenne con il decreto del - 4.12.1922 con il quäle i comuni dovevano fissare le I processi di trasformazione della societä che analiz- date per la vendemmia (questo provvedimento fa- zeremo brevemente qui di seguito sono evidente- voriva indirettamente l'eliminazione dei vitigni mente fenomeni che si sono riscontrati a livello eu- che giungevano a maturazione in periodi diversi ropeo. In questo articolo essi ci interessano solo da quelli ufficiali); nella misura in cui essi hanno implicato dei muta- - i commercianti di vino comperavano le uve e le menti nella societä tali da cambiare i rapporti che pagavano tenendo conto solo della quantitä. essa intrattiene con lo spazio. II miglioramento nelle vie di comunicazione e i bassi L'ambiente naturale e in generale favorevole alla vi¬ dazi doganali favorirono l'importazione di vini stra- ticoltura, ma non ideale. Clima e suolo presentano nieri. A questo proposito va ricordato che le mag- aspetti contrastanti che si compensano a vicenda. giori case vinicole ticinesi importatrici di vini stra- Tra i fattori positivi possiamo citare le temperature nieri si trovano nel Mendrisiotto (vicinanza della elevate, la forte insolazione e i suoli permeabili, tra frontiera e buone cantine per la conservazione, essi i fattori limitanti l'elevata umiditä, le brine primave- comperano pure l'uva locale per farne vino da ta- rili e la grandine. Date queste premesse l'uomo ha glio). La costruzione della ferrovia del Gottardo costruito il paesaggio viticolo localizzandolo di pre- che dava adito a grandi speranze per la conquista ferenza nelle zone collinari e di pianura ben esposte del mercato confederato portö grosse delusioni, poi¬ a meridione, riparate dai venti e terrazzando i pen- che ai vini ticinesi, come agli altri prodotti veniva dii. applicata la tariffa di montagna (abolita nel 1925). L'estensione a macchia d'olio del paesaggio edifi- Per questo motivo l'opera di miglioramento della cato (ben visibile sulle carte topografiche di epoche qualitä del vino fu di grande importanza, solo un diverse) e un fenomeno tipico della seconda metä prodotto pregiato avrebbe potuto conquistare il del XX secolo e in relazione con l'incremento demo- mercato. Purtroppo l'alta qualitä implica anche un grafico, l'avvento dell'industrializzazionedapprima prezzo elevato ed oggi ci ritroviamo nuovamente in e la terziarizzazione poi, lo sviluppo delle vie di co¬ una situazione di crisi, poiche nelle cantine sociali le municazione e in generale dell'urbanizzazione. giacenze di vino aumentano di anno in anno e ogni L'incremento demografico (fig. 6) e avvenuto per annata abbondante diventa un grosso problema. tappe successive, ma ha assunto valori notevoli solo Lo sviluppo dell'asse del Gottardo con la ferrovia e dopo la seconda guerra mondiale. Questo feno¬ la sua stazione internazionale di , la strada meno implica uno sviluppo dell'abitato, con tutte le cantonale e l'autostrada che si snodano su un asse infrastrutture annesse, che durante la prima metä piü o meno parallelo, hanno asportato terreni all'at- del secolo ha interessato le localitä di e tivitä agricola, e indirettamente hanno contribuito Chiasso, mentre dalla fine degli anni sessanta, gra¬ alla trasformazione del paesaggio agendo sulla so¬ zie alla motorizzazione privata, ha conquistato le cietä. zone collinari dove la proporzione di residenze rao- nofamigliari e secondarie e elevata. Per concludere possiamo dire che i fattori esterni - malattie, sviluppo tecnologico, esigenze di mercato - hanno radicalmente modificato il paesaggio ed i della societä nei confronti di esso (vedi rapporti 45000 r residenli ultimo paragrafo): 40000 - il modo di coltivare la vite e passato dal tipo «a 35000 pergolato» e associato a colture intercalari (col¬ 30000 tura promiscua) al vigneto a «spalliera» senza col¬ 25000 ture associate; 20000 __ - dalla coltivazione per l'autoconsumo a quella per 15000 il mercato; 10000 5000 - dall'uso di molte varietä di vitigni (S. Franscini, citava 17 varietä di uve rosse e 12 blan¬ 183740, 18 18 18 18 18 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 che) si e a anno passati poche; 50 60 70 80 88 00 10 20 30 41 50 60 70 80 85 - la coltura della vite era soprattutto legata alla masseria. Oggigiorno troviamo alcuni grossi viti¬ Fig. 6 Popolazione residente nel Mendrisiotto.

255 Oggigiorno si puö dire che tutta la zona al di sotto sulta protetta, ma, malgrado ciö, nel Mendrisiotto il dei 500 m costituisce un unico agglomerato urbano; 35% della superficie agricola si trova in zona edifi- secondo la definizione di agglomerato urbano del cabile. 1980 il tasso d'urbanizzazione del Mendrisiotto si Ancora una volta i vari processi non hanno agito in aggira sul 90%. modo uniforme su tutto il territorio. La valle di La trasformazione socio-economica della societä Muggio (tranne la sua parte bassa che con i suoi co¬ (fig. 7) e caratterizzata: muni appartiene all'agglomerato urbano) e stata ab- - dalla perdita d'importanza del settore primario bandonata. L'attivitä agricola ha perso il suo ruolo che nel 1870 occupava ancora il 48% degli attivi, preponderante. Qui l'abitato, come estensione, e ri- mentre nel XX secolo e sempre risultato il settore masto praticamente invariato dalla fine del secolo meno appetibile; scorso. - dallo sviluppo del settore secondario il quäle nella prima metä del secolo occupava circa il 40% degli attivi, che sono stati sostituiti da un nume- Conclusione roso frontalierato; - dal rapido sviluppo del terziario in relazione alla La metodologia scelta, basata sullo studio della so¬ in la posizione di frontiera e lungo un importante asse cietä attraverso lo spazio, ha messo evidenza di comunicazione. Attualmente i tre quarti della complessitä dei fenomeni e il fatto che ogni muta- popolazione residente e attiva nel settore terzia¬ mento implichi una diffusione di azioni e retro- rio. azioni ai livelli e nei settori piü svariati. II fatto di considerare uno spazio limitato (nel nostro caso il Mendrisiotto) non esula dal dover considerare questo spazio: da un lato come parte integrante di spazi piü vasti 100 - (non solo dal punto di vista geografico-politico, 90 settori ma anche culturale, economico, ideologico); 80 dall'altro come eterogeneo. 70 - In altre parole occorre inserire il sistema conside¬ 60 ili rato in un soprasistema e a sua volta trattarlo come 50 suscettibile di essere lui stesso un soprasistema per 40 sistemi di ordine inferiore. 30 20 Zusammenfassung 1920 1930 1941 1950 1960 1970 19S0 anno Die Entwicklung der Rebbaulandschaft im Fig. 7 Attivi per settori economic!. Mendrisiotto Der Rückgang und die Zersplitterung der Rebbau¬ fläche im Mendrisiotto seit dem Ende des vergange¬ La profonda trasformazione della societä, iniziata nen Jahrhunderts, so wie sie sich aus den topogra¬ lentamente giä nella seconda metä del secolo scor¬ phischen Karten ablesen lassen, ist ein Zeichen für so, ma con un'accelerazione dopo gli anni cinquanta eine tiefgreifende Veränderung der Landschaft wie ha modificato profondamente il paesaggio. Se le at¬ auch der Gesellschaft. Nicht nur hat sich die Aus¬ tivitä economiche e le vie principali di comunica¬ dehnung des Rebareals verändert, sondern auch die zione hanno conquistato la pianura, le residenze in menschlichen Tätigkeiten sind einem Wandel unter¬ un primo momento si sono concentrate intorno a worfen gewesen: Chiasso e Mendrisio, ma con l'avvento della moto- - von einer Mischkultur («Tessiner Doppelkultur») rizzazione si sono spostate sulle zone privilegiate ist man zu einer Spezialisierung übergegangen delle colline. - die Anzahl der kultivierten Rebsorten ist stark A questo punto appaiono evidenti i conflitti d'inte- eingeschränkt worden resse tra l'industrializzazione, la terziarizzazione e - der Weinbauer ist unabhängig geworden und be¬ le residenze da una parte e l'agricoltura (nel nostro treibt diese Tätigkeit oft nur noch für den Neben¬ caso particolare la viticoltura) dall'altra: tutti vo- erwerb gliono localizzarsi nella pianura e in collina. La spe- Diese Veränderungen sind Ausdruck der wechselsei¬ culazione fondiaria, insostenibile per il settore agri¬ tigen Beziehungen zwischen Raum und Gesell¬ colo, ha visto diffondirsi l'urbanizzazione e retroce- schaft, sowohl innerhalb wie auch nach außen. De¬ dere e frantumarsi lo spazio agricolo. Con il piano mentsprechend lassen sich drei verschiedene Erklä¬ direttore cantonale una parte dei terreni viticoli ri- rungen finden:

256 der «ererbte Raum» ausgangs des 19. Jahrhun¬ BRENNI.A. (1919): II contratto colonico nella regione del derts Mendrisiotto, Mendrisio. der «polysemische Raum», d. h. der Raum im FAES, H./Piguet.G.-A. (1933): Contribution ä la reconstitu- Schnittpukt der wechselseitigen Beziehungen tion des vignobles du canton du Tessin, Berne. zwischen dem Mendrisiotto und andern Regio¬ FANTUZZl, A. (1908): Viticoltura moderna, Bellinzona. nen, insbesondere dem Tessin und der Lombar¬ FANTUZZI, A. (1928): II clima e la vite nel canton , Luga¬ dei, der Schweiz und Italien no. die bestehenden Beziehungen zwischen Raum FRANSCINI, S. (1837-40): La Svizzera Italiana, Lugano, und Gesellschaft, soweit sie berücksichtigt wor¬ Ruggia, 3 vol. den sind. GALLI, A. (1929): La viticoltura ticinese, estratto da: l'Agricol- tore ticinese del 15.6.1929.

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