Glauco Serva

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Glauco Serva COMUNEDI FORLI' ,C.O.N.I.- F.C.I. ATLETIAZZURRID'ITALIA 'SOCIETÀCICLISTICHEFORLIVESI FORLÌ,4 maggio1980 INTITOLAZIONE delVELODROMOCOMUNALE" di FORLI a GLAUCO SERVA DEI "Parulè" PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE ore 8,30 - Raduno Cicloturistico presso il Velodromo Comunale di Forli (organizzato dalla Consulta ProvoCicloturismo di Forli) Ore 9, - Gimkana Ciclistica organizzata dal Centro CONI di Awia- mento al Ciclismo di Forli (aperta a tutti i ragazzi dai 7 ai 12 anni, con biciclette normali). Ore 11,30- Cerimonia ufficiale della intitolazione del Velodromo a Glauco Servadei e scoprimento della lapide in bronzo dedicata al Campione scomparso(con la partecipazione delle Autorità e alla presenzadei campioni di ieri e di oggi). Ore 14,30- Partenza da Viale Roma della gara ciclistica in linea per dilettanti juniores (G.P.A.E.G.- Trofeo Glauco Servadei). Ore 15, - Inizio della riunioneciclistica su pista valevole per il G.P. G. Servadei(con la partecipazionedei dilettanti azzurridella pista e dei professionisti). Ore 17,30- Arrivo sull'anello del VelodromoComunale Glauco Ser- vadei della gara junioresvalevoleper il G.P.A.E.G.-Trofeo Glauco Servadei. Durante la riunione pomeridiana su pista si esibiranno in esercizi di ginnastica artistica gli atleti della "U.S. Forti e Liberi Sez. Ginnastica" di Forli. Tutte le medaglie che saranno assegnate nel corso della manifestazione so- no donate dalla famiglia Servadei. CICLISMO, CICLISMO, CHEPASSIONE! Potrebbe sembrare il refrain di una vecchia canzone, ma qui a Forli è l'esclamazio- ne che coglie tutta intera una realtà viva, un dato di fatto,'una nota di costume. La digressione sul costume, perdonatemela, ma mi pare interessante e significa- tiva; ci avviamo verso il duemila, l'era spaziale è già da tempo iniziata, la civiltà delle macchine è al suo apogeo,forse è già in declino se non si trova un sostitutivo alla benzina, /'inquinamento da gas di scarico sta uccidendo fisicamente le città; la bicicletta è una risposta? Lo stress, la vita sedentaria minano la salute dei cittadini, la bici può essere d'aiuto? Certo non per le lunghe e medie distanze, ma per i piccoli tragitti, per circolare in città è la bici la risposta "a dimensione umana". Forli, città sportiva, culturalmen- te equilibrata e serena rispetto ai guazzabugli che si verificano in diverse altre città della Penisola, va in bicicletta. Si, credo proprio che si possa dire che Forli va in bicicletta se mi passate la meta~ ftm . Vi invito ad osservare bene il nostro traffico, ma man mano che si avvicina al cen- tro, costituito dalla Piazza Saffi, aumentano le bici; nei giorni di mercato la Piazza si trasforma in un enorme deposito di bici. Le nonne afar la spesa, il pensionato col nipotino, giovani e adulti via tutti in bici- cletta. "Un bés in bicicletta" non èforse una famosissima canzone nostrana? Guardia- notte e vigili con la loro brava bicicletta epeifino a svaligiar le banche a Forli si va in bici. È naturale quindi che in questa città il ciclismo sportivo vanti una gloriosa tradi- zione. Ciclismo amatoriale per tutte le età, ciclismo dilettantistico e professionistico su strada e su pista. La bicicletta in epoca repubblicana è ancora "la regina" della nostra strada ed è a Lei e ai suoi indomiti "cavalieri" che è dedicata lafesta -manifestazione del pros- simo 4 maggio, al Velodromo Comunale. Nell'occasione si svolgerà anche la ceri- monia di intitolazione ufficiale del velodromo al popolarissimo "Parulè" Glauco Servadei. Per gli appassionati e gli sportivi Forlivesi un appuntamento d'obbligo da non mancare. Arrivederci e tutti in bicicletta! NEO BERTACCINI Assessore allo Sport Comune di Forli GLAUCO SERVADEI GLAUCO SERVADEI dalle folle sportive soprannominato "Parulè" nacque a Forlì il 28 luglio 1913e nella città natale è prematuramente scomparso il 27 dicembre 1968. Autentico figlio di popolo, si dedicò giovanissimo alla faticosa disciplina de: ciclismo agonistico collezionando innumerevoli vittorie (oltre sessanta) nelle categorie minori degli allievi e dilettanti, di cui fu indiscusso protagonista. par- ticolarmente in Emilia-Romagna e in Toscana, nel periodo compreso fra il 193:: e il 1936.Per l'impressionante serie di vittorie e di piazzamenti e le ecceziona1; doti di velocista, fu selezionato per la maglia azzurra in vista dei Campiona~ del Mondo e delle Olimpiadi di Berlino. Con Chiappini, Toccaceli e Cerc:l. conquistò nel 1935,per i colori dell'AS. Roma, la Coppa Italia (campionate ita- liano dilettanti a squadre). Passato alla categoria professionisti in occasione del Giro di Lombardia d~ 1936 (vinto da Bartali), "Parulè" conobbe la gloria sportiva e si consacrò C3In- pione di razza nel periodo 1937-1943e solo il precipitare degli eventi bellic: C~ arrestò la carriera nel pieno della maturità. Fra le affermazioni più prestigiose: 6 tappe del Giro d'Italia (Forlì-Vittoric ~..~- neto e Gardone-San Pellegrino del 1937; Senigallia-Forlì nel 1939;Roma-~.r poli, Treviso-Abbazia e Ortisei-Trento del 1940); 2 tappe del "Tour- (Ro)~ Bordeaux e Reims-Laon del 1938);il G.P. Roma nel 1943dinanzi a Marie &~_ ordine d'arrivo capovolto la domenica seguente nella prova valevole per :.:~ pionato assoluto; il Giro della Provincia di Milano 1943a cronometro. ir:.ro~ pia con Fiorenzo Magni; la Coppa Bernocchi 1942;capoclassifica del -G'~rc::!1- talia di guerra" del 1943, allorchè, per i fatti del 25 luglio, la manifestazione - eD- ne sospesa. Innumerevoli i piazzamenti d'onore, fra i quali ricordiamo. oltre dieci s~~ posti in altrettante tappe del "Giro", il secondo posto nella ;-:antes-Rc~ d~ "Tour" 1938, nei Giri di Toscana 1937 e '43, nella Milano-Sanremc 19.G.~__ Milano-Modena 1937 e '38 e nella prova di campionato italiane de: :~~5 ~~ spalle di Canavesi. Ha militato nella "Gloria". nella "Ganna- e. ne: dopogue~::. ,..~...~ de ~.:.::- de Coppi, nella gloriosa "Bianchi" abbandonando := ~2::ia~~'.:'" .~ nel 1949. "' ccPARULE» ricordo di un vivo di Michele Raffaelli Celebriamo oggi, 4 maggio 1980,la figura di Glauco Servadei, il campione ciclista degli Anni Quaranta che fu nostro conterraneo e concittadino e gli de- dichiamo - con il patrocinio elettivo delle società cidistiche forlivesi e quello consacrato re del patrio Municipio che esprime, con perfetta sintesi vocazionale e per tacita delega, la corale partecipazione della città nativa e l'adesione della consanguineagente di Romagna-il VelodromoComunale di ForlÌ. .. ~on è e non vuole essere questa una delle tante celebrazioni alla memoria, secondo lo scontato e asettico protocollo dei tanti rituali commemorativi. La nostra è la liturgia dei vivi, perché il ricordo dello Scomparso è tutt'ora, in noi, ininterrotto palpito e momento di vita, del presente e nel presente. Di Glauco Servadei, della sua fibra di combattente dello Sport e della sua di- mensione poi di uomo calato nel privato e nel quotidiano, può ben dirsi che Egli vive ancora in mezzo a noi, perchè la singolarità delle sue virtù, pur avvol- te e rattenute dalla sua innata modestia, ne rende arcanamente e sorprenden- temente viva la presenza. Con Glauco Servadei sembra ancora realizzarsi quella prodigiosa osmosi fra passato e presente, quello scambio quasi soprannaturale che annulla e supera l'antitesi fra morte e vita riducendola ad una equazio.pe impossibile solo sul piano verbale e semantico, quel postulato insomma che è prima della ragione che del sentimento o della Fede, e per il quale la morte non interrompe la co- munione con i vivi e il ricordo delle opere e delle virtù di coloro che ci hanno temporaneamente lasciati è sostanza viva e reale del presente. * * * GlaucoServadeifeceparte di una generazionedi uomini e di atletiche lare- roricabombasticae messianicadi un regimee i decaloghidi una nuovabibbia fatta di delirantivaticini e di perentorie accettazionisacrificalialla grandezza del Capoe allaRagiondi Stato, non riuscì mai ad irretiree a dissolverenella massa anonima e adorante. Glauco Servadeitrovò la sua naturale difesaimmunologicacontro le sedu- zioni del nuovo corsonella corazzanaturale di cui lo avevarivestitosuo padre Iun umile imbianchinoarguto e pittoresco,con tanta prole),ossia quellage- nuina romagnolità che al regime guardò sempre con invincibile sospetto e sempre ne diffidò per averne partorito lo stesso profeta che considerava un apo- stata, e l'apostasia (e' voltagabàna), si sa, è per i romagnoli la più grave e imper- donabile delle eresie e delle debolezze umane. E Glauco, per tale fiera e incorruttibile ascendenza, se ne fece scudo dietro l'epiteto di famiglia, quel "Parulè" che lo accompagnò egli servì da insostituibi- le appellattivo ovunque, facendosi esso tanto strumento di identificazione fisi- ca del personaggio, quanto veicolo interpretativo, catalizzatore e stimolante, della sua ricca, generosa e profondamente umana personalità. Il genio popolare, che sa spesso esprimersi per le segrete vie della sua sana e- stroversa e inesauribile fantasia, seppe anche qui coniare il termine più appro- priato, nelle forme usuali del diminutivo e del vezzeggiativo che più incisiva- mente denotano e rivelano, con la forza suggestiva dell'iperbole e in virtù del- :'antitesi solo nominale fra la rappresentazione ideale e quella reale, i connotati globali solitamente forti e maschi del personaggio prescelto. Il connubiò si rivelò felicissimo e Glauco seppe restargli fedele, con la natu- ralezza che gli era abituale ed anche, ne siamo certi, con la consapevolezza di ponare. attraverso la magica forza di quel nomignolo tronco che ne esprimeva la investitura popolare, un lembo della sua Romagna nel mondo. Parulè seppe suscitare l'estro e la versatilità dei grandi prosatori e dei grandi in':iati al seguito del "Giro" e del "Tour" (una generazione anche questa, di maestri di vita e d'ane. ormai spenta) e l'umile e innocuo appellativo vernaco- ~e seppe liberare dalla :oro penna pezzi di rara fattura letteraria, degni in tutto d: !:gu...'":lrenelle nosue amo:ogie. Parulè seppe. anche in tale augusta sede, quella delle lettere, conquistarsi il primato dell'appellativo, come dire, infungi- bile, che non ammette sostitutivi o locuzioni alternative, quali "lo scopino di Monsummano" (per indicare Ezio Cecchi), "il montanaro di Zogno" (Antonio Pesenti), "il gitano di Eeklo" (l'odierno R.
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