la nuova rivista digitale per i fumettomani

SBAM!COMICS VUOLE te!

sei un fumettista? mandaci i tuoi lavori! www.sbamcomics.it se superi l’implacabile giudizioin collaborazione con della redazione sarai pubblicato!

nr. 0 - novembre 2011 - ADM Editore L’editoriale

L’editoria è in crisi, lo si dice da anni. E adesso che è in crisi TUTTO, l’editoria è ancora più in crisi. OK.

Il fumetto è un genere morto o almeno moribondo, lo si dice da anni. I ragazzi di og - gi videogiocano, chattano e fanno qualsiasi cosa che NON sia leggere. Quindi i fumetti sono sempre più un genere per amatori, come i modellini di treni e i dischi in vinile. OK.

E allora noi, che nell’editoria lavoriamo da un paio di decenni e che di fumetti siamo appassionati da sempre, che facciamo? Semplice: un prodotto editoriale a fumetti. E sui fumetti.

Però al passo coi tempi: rivista sì, ma digitale. Niente carta, solo video, web, tablet. Avete visto come si leggono bene i fumetti su iPad? Una goduria. I colori sono belli e sberluccichi. Puoi anche ingrandire il dettaglio. Puoi perfino sentire le onomatopee. Quindi se Capitan America tira un cazzotto al Teschio Rosso non c’è solo scritto “POW”, ma si sente anche “POW”! Grande. L’avessi avuto a disposizione quando avevo le finestrelle tra i denti davanti...!

Vuoi vedere che così abbiamo il modo di portare i fumetti anche alla generazione che videogioca, chatta e fa qualsiasi altra cosa che non sia leggere? Uhmmm...

Però... non possiamo dimenticarci dei “veri” lettori di fumetti, di quelli cresciuti con gli albi Bianconi, con l’Editoriale Corno, con le figurine di Nick Carter, che sanno tutto del DC Universe, di Alan Ford, perfino di Momma, o che fanno la radiografia ai manga.

Ed ecco SBAM! Comics, rivista esclusivamente digitale, in italiano (una rarità), sui fumetti e a fumetti.

Parleremo di fumetti: annunciando le uscite delle maggiori case editrici, segnalando mostre e iniziative, ricordando i grandi anniversari, intervistando i maestri.

Ma soprattutto pubblicheremo NUOVI fumetti. E qui vi coinvolgiamo direttamente: aspettiamo le vostre opere, cerchiamo i nuovi autori, vogliamo quelli che hanno so- gni e tavole nel cassetto e non sanno come e dove pubblicarli. Cerchiamo i maestri di domani e gli eroi per le nuove generazioni, quelle che videogiocano, chattano e fanno qualsiasi altra cosa che non sia leggere. Potremo far loro cambiare idea!

Per carità, è ovvio che non potremo pubblicare qualsiasi cosa ci arrivi: la redazione avrà comunque diritto di vita o di morte sui lavori ricevuti! Però non vi poniamo limiti, o quasi: non limiti di genere (avventura, umorismo, gial- lo, western, fantasy, quello che volete, purché entro ovvie regole di decenza e di buon gusto), non limiti di formato (questo è il bello della rivista digitale!), non limiti di lun- ghezza (oddio, questo un po’ sì, non mandateci Guerra e Pace fumettato a dispense settimanali!).

Intanto potete contattarci e anche – se siete già pronti – inviarci i vostri lavori, come ha già fatto qualche amico che ci ha scoperti su Facebook (a proposito, vi aspettiamo anche nel nostro gruppo, cercate “SBAM! Comics” su FB e iscrivevevi!). Potete scriver- ci a [email protected] (a pagina 4 le istruzioni per l’invio).

Infine, un sentito ringraziamento agli amici diW ow Spazio Fumetto per il loro prezioso apporto in questo nostro lavoro.

La Redazione viale Campania 12 - 20133 Milano - Tel. 02.495.247.44 . www.museowow.it 3 invia i tuoi fumetti in questo numero a sbam! Comics 06 MOndo WOW Dylan Dog: 25 anni nell’incubo Se siete fumettisti, se non trovate 12 NEWS Un mondo senza Sergio chi vi pubblichi, Sbam! Comics è nato per voi. 14 intervista Vi offriremo una vetrina da cui – vi auguriamo Angelo Stano: il futuro dei fumetti e ci auguriamo – spiccare il volo verso la grande 22 reviews editoria. Anche se – ovviamente – starà alla Lanterna Verde: Origini (Planeta De Agostini) Ultimo (Planet Manga/Panini Comics) nostra redazione valutare il materiale e decidere The Traveler 1 (Panini Comics) per la pubblicazione. Scriveteci per informazioni 26 intervista e per inviare elaborati a: [email protected] Cristina Stifanic: Diabolik Pop Icon 32 VINTAGE Quando uscì l’ultimo numero di Il Monello 34 biblioteca storica Caratteristiche ottimali dei fumetti da inviare a Sbam! Comics Jacovitti: Zorry Kid Magnus: I Briganti • diritti: gli elaborati dovranno essere liberi da vincoli legali: inviandoceli ci autorizzate alla pubblicazione e dichia- rate che i diritti dell’opera sono esclusivamente vostri e che l’opera è di vostra esclusiva proprietà. Non è richiesta l’inedicità, purché – ribadiamo – non permangano diritti di terzi (precedenti editori o simili). 36 zona manga Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento • invio: inviate i file come allegati via mail al nostro indirizzo:[email protected] . Evitare invii superiori ai 12 Mb nella singola mail, eventualmente operare più invii. Se preferite potete inviarci il link a un vostro sito o ftp per invii particolarmente pesanti. 40 COMICS SBAM! • formato elettonico dei file: nel primo invio per la presa visione delle proposte: file jpg a 72 dpi di risoluzione, 40 Fabio Terrani: Zucca formato ottimale 512x768 pixel (verticale), ma vanno comunque bene anche opere realizzate in precedenza in 45 Mateusz Bernat: Basta! formato diverso. Se siete disegnatori tradizionali e lavorate su carta, va realizzata una scansione da salvare sem- 50 Flavio Naspetti: Bellissima pre in jpg a 72 dpi. Se i lavori saranno selezionati per la pubblicazione, vi invieremo apposita mail di istruzione per l’invio degli stessi jpg ad alta risoluzione. 55 Andrea Cugini: Kugio & Gina • genere: assolutamente libero, dall’avventura alla strip umoristica (evitare ovviamente pornografia, vilipendio di idee o di religioni e altre oscenità assortite). • lunghezza: libera (ragionevolmente libera, s’intende... :-). SBAM! nr. 0 - novembre 2011 - www.sbamcomics.it • da allegare: con i vostri elaborati dovete mandarci una dichiarazione di possesso dei diritti dell’opera (vedi so- COMICS pra) e un vostro breve profilo di 700-800 battute circa, comprensivo di nome e cognome (indicando se preferite essere pubblicati con uno pseudonimo) e di tutto quello che volete far sapere di voi, della vostra esperienza pro- Direttore responsabile Grafica e impaginazione Direzione, Registrazione presso fessionale, del vostro lavoro. Graditi anche link a vostri siti o blog e una vostra foto (o autoritratto), come hanno Sergio Brambilla ADM Studio Sas Amministrazione Tribunale di Milano fatto gli amici che trovate da pagina 40 in poi. e Pubblicità nr. 228 dell’8 maggio 2009 Direttore editoriale Sbam! Comics Via E. Curiel, 7 • la Redazione: valuterà il vostro lavoro e deciderà se è adatto alla pubblicazione. Anche in caso negativo, riceve- Antonio Marangi è una testata ADM Editore Manoscritti e foto restano di proprietà (divisione di ADM Studio Sas). 20093 Cologno M.se (MI) di ADM Studio e anche se non pubblicati rete risposta per mail ai vostri invii. Nota importante: non è previsto alcun compenso economico per la pubbli- Redazione In vendita esclusivamente Tel. 02 254 59 768 non vengono restituiti. È vietata la cazione dei lavori, ma solo la visibilità dell’autore su tutti i canali di Sbam! Comics. [email protected] in formato digitale ([email protected]) riproduzione anche parziale di testi e foto. MONDO

Nell’ottobre di venticinque anni fa, usciva nelle edicole italiane il primo numero di Dylan Dog, serie pubblicata da , ideata da Tiziano Sclavi. Era l’inizio di un clamoroso successo che oggi viene celebrato da una spettacolare mostra al Wow Spazio Fumetto.

di Antonio Marangi 25 anni nell’incubo

iuda ballerino, sono passati 25 de, evidente, là in alto. “L’alba dei morti vi - anni! 25 anni da quando in edi- venti” nero, piccolo, in basso e inscatolato, cola mi sono trovato davanti accanto alla sigletta del disegnatore, “C. Vil- un nuovo albo, subito ricono- la ‘86”. scibile come bonelliano per Chissà se è stato solo un rinnovamento grafi- il suo caratteristico formato. co o se invece voleva dire che è il personag- AncheG se aveva qualcosa di diverso dalla tra- gio ciò che conta, più della singola storia... dizione Bonelli: l’impostazione e la posizione Venticinque anni fa ero in edicola - dicevo - e della testata. ho comprato l’albo. Da sempre i loghi di Tex, Zagor, , Una mia vecchia abitudine, comprare i nume- ma anche di Akim, del Piccolo Ranger o del ri 1. Non si sa mai, magari comincia una nuo- Comandante Mark, erano svolazzanti in va- va serie di grande successo e io avrò il primo rie posizioni sulla copertina, lasciando la posi- preziosissimo numero! Così facendo oggi mi zione d’evidenza al titolo dell’albo. trovo in libreria il numero 1 di Martin Mystère, Poi è arrivato Martin Mystère. Lui no, ha ad esempio, e quelli di Nathan Never, di Ju- avuto subito una testata bella evidente, in al- lia, di Dampyr... E anche quello di Gregory to (in testa appunto), mentre il titolo era lì Hunter (non può andare sempre bene... :-) sotto, piccolo piccolo e per di più inscatolato Con Dylan Dog ha funzionato benissimo: eb- in un rettangolino. Poveri “Uomini in nero”. bene sì, posseggo l’ambitissimo numero 1 di E adesso questo nuovo personaggio seguiva uno dei personaggi di maggior successo della la stessa strada. Dylan Dog in giallo, gran- storia del fumetto italiano e non solo. 6 7 u “Dylan Dog” numero 301, La mostra temente il precursore del nostro Dylan (Sclavi tagonista di una vera mania, e prodotti e ini- ottobre 2011. Esattamente E adesso, 25 anni dopo, mi trovo a scrivere pensò anche a una versione a fumetti del ro- ziative a suo nome hanno avuto grande diffu- 25 anni dopo il numero 1, di lui, dell’indagatore dell’incubo. Il bene- manzo: non fu mai pubblicata ma aveva già in sione. Ecco quindi alla mostra la riproduzione ottobre 1986. merito Wow Spazio Fumetto ha allestito una sè molti tratti dylaniani; nel 1994 dal romanzo della... stanzetta di uno zombie-fan, completa mostra davvero suggestiva dedicata al per- è stato tratto un film conR upert Everett pro- di quasiasi oggetto griffato DyD. Inoltre, spazio sonaggio di Tiziano Sclavi, in collaborazio- tagonista) alle prove grafiche del primo nume- alle molteplici edizioni estere, autorizzate e ne con Sergio Bonelli Editore e Dylan Dog ro, con l’originale del frontespizio. no, e alle iniziative benefiche e sociali di cui Fans Club. L’abbiamo visitata in tutta cal- Nella seconda parte, una serie di tavole ori- il personaggio è stato protagonista. ma, accompagnati dai curatori della mostra, ginali delle migliori storie di Dylan Dog pub- Alberto Brambilla e Luca Bertuzzi. blicate in questi 25 anni, opera dei vari artisti Le ricostruzioni Che dire? È stato come entrare in casa di Dy- che si sono finora susseguiti ai pennelli della A completare il tutto – ed è forse quello che lan: mancavano solo Groucho, le sue battute serie: autori come Angelo Stano, Giampiero colpisce di più – alcune suggestive rappresen- e il suo tè! Casertano, Corrado Roi, Claudio Villa, Massi- tazioni del mondo dylaniato: la porta del nu- L’esposizione è divisa in tre settori. Nella pri- mo Carnevale e molti altri. mero 7 di Craven Road a Londra, dove ha se- ma parte le origini del personaggio e la sua La terza infine è dedicata al merchandising de l’ufficio-abitazione di Dylan (con tanto di storia editoriale: a partire dal romanzo di Ti- (videogiochi, portapenne, gadget, diari, agen- campanello che “urla”), la sua confusissima ziano Sclavi “Dellamorte Dellamore”, il cui de, perfino zerbini e palloni!). Fino ai primi an- scrivania da lavoro, completa di galeone in protagonista, Francesco Dellamorte, è eviden- ni Novanta, infatti, il personaggio è stato pro- (perenne) montaggio e di clarinetto (quello

u Tra gli originali esposti nella mostra, questo “ritratto di famiglia”, opera di Claudio Villa, e una tavola di Massimo Carnevale per il Dylan Dog Color Fest 4. 8 9 u La ricostruzione del tavolo da lavoro di Dylan Dog, in tutto il suo splendido disordine! con cui Dylan suona “Il trillo del diavolo” per Sotto: l’originale del frontespizio dei primi numeri della serie, opera di Claudio Villa. rilassarsi), il suo abbigliamento-tipo… Gettonatissima la ricostruzione tridimensio- nae della copertina del primo numero: il vi- sitatore può “entrarci” e farsi una foto in po- stura dylaniata, imitando la leggendaria co- ver di “L’alba dei morti viventi”. Qualcuno si è lamentato della mancanza della pistola (!), ma la sua Bodeo 1889 è un modello d’arma mai riprodotto come giocattolo e mettere a disposizione l’arma vera poteva dare qualche problema... Complimenti agli autori di questi allestimenti, i ragazzi di Studio Jarè. Attorno alla mostra ci sono state varie altre inziative, non ultima la serata di Halloween con l’”aperitivo con delitto”.

u Sotto, la porta d’ingresso al numero 7 di Craven Road, l’ufficio abitazione di Dylan Dog, con il campanello che fa davvero “uaaargh!”; a destra la ricostruzione della leggendaria copertina numero 1: il visitatore può “entrarci” e farsi Tiziano Sclavi fotografare in postura “dylaniata”, imitando Pavese, classe 1953, Tiziano Sclavi mostra l’immagine di “L’alba dei morti viventi”. già ai tempi del liceo una buona predisposi- zione alla scrittura. Lavorerà fin da giova- nissimo come redattore e scrittore di rac- conti. L’approdo al mondo dei fumetti av- viene già nei primi anni Settanta, quando collabora con testate come Il Giornalino e Il Mago. Tra i suoi primi personaggi, i detective Altai & Jonson, disegnati da . Approda alla Bonelli (allora Cepim) nel 1981, assunto da Decio Canzio come sce- neggiatore di fumetti. Collabora con le varie testate della casa editrice, finché si trova a sostituire Guido Nolitta (lo stes- so Bonelli) come autore di Zagor, di cui scriverà - tra gli altri episodi - anche lo storico numero 200, “Il tesoro maledet- to”. Ma scrive anche per Mister No e Ken Parker, mentre crea un suo perso- naggio, Kerry il trapper. Il suo grande successo sarà però - inu- tile dirlo - Dylan Dog, con il primo nu- mero pubblicato nell’ottobre 1986 per i disegni di Angelo Stano e la ormai celeberrima copertina di Claudio Villa. 10 11 NEWS Un mondo senza Sergio

n solo aspetto ha impedito alla mo- ne, in cui “a rivolgerci al vasto pubblico bonel- Sul numero di Dylan Dog (il 302) c’è anche un stra su Dylan Dog di essere assoluta- liano siamo noi, i suoi ‘ragazzi’ e le sue ‘ra- ricordo firmato da Tiziano Sclavi, con questa mente perfetta: l’improvvisa scom- gazze’ della redazione di via Buonarroti 38, toccante conclusione: “Quando qualcuno muo- parsa del grande Sergio Bonelli lo noi che abbiamo avuto la fortuna di lavorare re è un po’ sempre la fine del mondo. Nel caso Uscorso 26 settembre, proprio pochi giorni pri- al suo fianco. Da Sergio Bonelli abbiamo im- di Sergio è senz’altro la fine di un mondo. Con ma dell’inaugurazione cui sarebbe stato certa- parato tanto, dal punto di vista umano ma, in lui se n’è andata un’epoca. Era il migliore degli mente presente. La mostra è stata quindi dove- special modo, dal punto di vista professionale. editori possibili. Era un grande amico”. rosamente dedicata alla memoria del grande Abbiamo imparato per esempio che i fumetti Su Zagor – personaggio di cui era anche il editore. non sono – non devono essere – esigui ‘sogni creatore – Bonelli teneva la rubrica della posta Gli albi Bonelli usciti nel mese di ottobre so- di carta’ (...), i fumetti nascono, devono nasce- coi lettori. Al suo posto ora scrive Moreno Bu- no stati quindi gli ultimi “firmati” dall’editore re, invece, dall’impegno, dalla fatica, dal desi- rattini, curatore della serie, che ha per questo storico. Su tutti i numeri di novembre è stato derio di non deludere chi, mese dopo mese, li simbolicamente cambiato il nome della rubri- pubblicato un editoriale firmato dalla redazio- segue e li sostiene con affetto e attenzione”. ca, da “Postaaa!” a “I tamburi di Darkwood”. in edicola a novembre

La novità bonelliana

Ultima miniserie presentata da Sergio Bonelli, Shanghai Devil è il nuovo personaggio di Gianfran- co Manfredi, già autore di Magico Vento e di Volto Nascosto. E proprio con Volto Nascosto, questa nuova vicenda condivide il protagonista, l’italiano (una vol- Dylan Dog 302 Julia 158 Zagor 607 ta tanto!) Ugo Pastore. Questa volta è in Cina, a fine Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco Soggetto: Giancarlo Berardi Soggetto: Diego Paolucci Ottocento, durante la rivolta dei Boxer, e decide di Disegni: Bruno Brindisi Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Sceneggiatura: Mirko Perniola indossare nuovamente la sua maschera da giustizie- Colpo di scena fin dalla prima pagina: Dylan Berardi e Lorenzo Calza Disegni: Marcello Mangiantini re per combattere i soprusi delle potenze occidentali Dog, pistola fumante in pugno, davanti al suo Disegni: Claudio Piccoli Nella prima parte dell’albo si conclude la lunga contro le popolazioni locali. I giornali inglesi battez- avversario morto con un proiettile in fronte. Una serie di delitti apparentemente slegati tra storia della battaglia contro i negromanti di zano il misterioso personaggio Shanghai Devil. Cosa è successo? Ecco tre possibili scenari loro risolti da Julia con un insolito alleato. La bella Kush (di Boselli e Rubini) iniziata sul numero I disegni del primo numero (uscito in ottobre) sono di ipotizzati da altrettanti fan dell’indagatore Kendall è sempre più detective e sempre meno 603. Segue l’inizio di una nuova vicenda, che Massimo Rotundo, quelli del secondo (novembre) di dell’incubo, in una vicenda dove Dylan è un criminologa. Peccato che il titolo dell’albo lasci porta Zagor tra le paludi della Louisiana, prima Alessandro Nespolino. Le copertine del sempre otti- po’ meno protagonista del solito. intuire il finale ben prima dell’ultima pagina. tappa di un lungo viaggio. mo Corrado Mastantuono. 12 intervista Angelo Stano Il futuro dei fumetti

I 25 anni di Dylan Dog sono il giusto pretesto per chiacchierare con chi disegnò la prima di una lunga serie di uscite del fumetto della Bonelli. Un viaggio nel passato per ricordare come è nato uno dei personaggi che hanno fatto la storia del fumetto italiano e uno sguardo sul futuro che attende il nostro “mondo disegnato” nei prossimi anni. di Sergio Brambilla

ppena prima del Salone di desse accesso a quel mercato. Invece, frequen- Lucca 2011, Sbam! Comics ha tando la redazione della Bonelli, un giorno Ti- avuto modo di incontrare An- ziano Sclavi, che dirigeva Pilot e aveva avuto gelo Stano, disegnatore della modo di guardare i miei disegni, mi chiese di Bonelli e copertinista di Dylan leggere la sceneggiatura del numero 1 di Dylan Dog. Proprio i 25 anni dell’in- Dog. All’inizio ero un po’ prevenuto, ma leg- Adagatore dell’incubo sono il giusto pretesto gendola mi resi presto conto che si trattava di per chiacchierare con chi disegnò la prima di una novità assoluta: nel taglio, nell’intelligenza una lunga serie di uscite che ha portato al suc- dei testi e anche nella proposta della serie. Era cesso il personaggio di Tiziano Sclavi. un prodotto diverso sia da Tex che dai fumetti Un viaggio nel passato, per ricordare come è horror che avevo letto in precedenza, general- nato uno dei personaggi che hanno fatto la mente in Italia di un livello abbastanza basso, storia del fumetto italiano e anche uno sguar- a parte quelli di importazione americana, tipo do sul futuro del fumetto in generale, inteso Creepy. L’horror non era mai stato uno dei miei come forma di comunicazione. generi favoriti, ma mi resi conto che qui c’era molto di più, anche grazie ai riferimenti lette- Come è nato il rapporto tra te e Dylan Dog? rari e cinematografici. Si può dire che io sia giunto a Dylan Dog per puro caso. La mia intenzione in quegli anni Si può parlare della rivoluzione di un gene- (1985, ndr) era quella di cercare di entrare nel re, l’horror? mondo del fumetto franco-belga, la scuola che Diciamo che Tiziano Sclavi ha preso spunto da dettava legge in quel periodo grazie al fumet- un tipo di letteratura e filmografia che aveva- to d’autore. Cercavo uno sceneggiatore che mi no già alcuni elementi significativi: pensiamo 15 intervista

u In queste pagine alcune delle tavole di Stano esposte alla mostra su Dylan Dog di Wow Spazio Fumetto. Sotto, il numero 300 della serie, “Ritratto di famiglia”, testi di Pasquale Ruju, copertina e disegni di Angelo Stano.

fumetto si vede vignetta per vignetta in mo- do tradizionale, a quelli dinamici dove il testo si inserisce successivamente nella vignetta o le nuvolette compaiono con tempi prestabili- ti; la possibilità di zoommata o l’effetto sono- ro sull’onomatopea. E poi niente vieta di pub- blicare un fumetto sia nella versio- ne cartacea che in una appositamen- te concepita per i nuovi tablet. Non ho nessuna preven- zione, anzi!, mi pia- cerebbe che anche la Bonelli, contraria a questi mezzi di dif- a Ghostbusters, che presenta tratti umoristici E il Dylan di oggi? ora, quindi, si rimarrà fe- fusione del fumetto, e horror (non a caso ci sono citazioni del film Oggi i giovani sono forse ancora più coinvolti deli alla tradizione, poi è prima o poi si decida già nel primo numero di Dylan Dog), oppure a da questi temi, ma hanno a disposizione an- possibile che ci saranno a ripubblicare vecchie Frankenstein Junior: inizialmente il personag- che altre forme di intrattenimento rispetto ad delle evoluzioni come storie – non più edi- gio di Groucho avrebbe dovuto avere le sem- allora. già è accaduto in pas- tabili per l’edicola – in bianze di Marty Feldman. Il taglio surrealistico A metà anni ’80 Dylan Dog è stata una delle sato, con le miniserie digitale e a un costo di quel film piaceva molto a Sclavi, poi lui ci prime proposte, cui poi sono seguite una se- o i romanzi a fumetti. inferiore per il pubbli- ha messo molto del suo mescolando sapien- rie di imitazioni da parte di piccoli editori che E’ probabile che av- co. Sarebbe un ottimo temente vari elementi, riuscendo a creare un pensavano che al filone horror potessero ac- verranno dei cambia- sistema per sondare il prodotto giusto per quegli anni e per un pub- cedere tutti. In realtà ci si è accorti ben presto menti, se imputabili terreno di queste nuove blico che cercava qualcosa di diverso. In quel che non era sufficiente proporre storie splat- alle esigenze di oggi o a scelte delle di- tecniche di diffusione. periodo c’era l’avventura di Tex e di Zagor, o ter per accontentare il pubblico, ma serviva rezione è difficile dirlo. E’ ancora presto per quella alla Indiana Jones di Martin Mystère, impegno, cultura e intelligenza. Dylan Dog è dirlo… vedremo. Esiste il rischio che il fumetto classico ma mancavano le tematiche trattate da Dylan stato un punto di riferimento per molti dei ra- scompaia? Dog: la crisi di una generazione che iniziava a gazzi del tempo, purtroppo però con gli an- Sbam! è una rivista esclusivamente digita- Le forme di intrattenimento cambiano e si tra- vedere un po’ offuscato il proprio futuro, l’in- ni ha perso un po’ di freschezza, soprattutto le. Cosa pensi del fumetto diffuso con que- sformano a seconda delle esigenze. Quando certezza e il senso di inadeguatezza. perché è venuto a mancare l’apporto di Tizia- sti sistemi? io andavo alla scuola elementare c’era il tea- Tutto questo viene invece espresso in Dylan no Sclavi: oggi si sente la mancanza della sua Penso sia una possibilità in più per offrire al tro dei pupi, era bellissimo da vedere ma og- Dog che è un antieroe; nel fumetto vengono mano; per quanto possano essere bravi i suoi fumetto un media nuovo, peculiare per le sue gi ha perso di interesse. Lo stesso si può dire portate all’eccesso le paure e gli incubi di una successori... non sono Sclavi. caratteristiche: pur essendo il comics una tec- del circo, una volta molto diffuso e che oggi generazione. All’epoca sia io che Sclavi aveva- nica che si basa sulla lettura delle immagi- sta sparendo. Nel nostro caso nascono nuo- mo 33 anni e comprendevamo le esigenze di Che futuro vedi per la Bonelli dopo la ni in sequenza, ora è possibile avere ulteriori ve forme di diffusione, ma il mezzo rimane un certo pubblico che in Dylan Dog cercava sia scomparsa del grande Sergio? sviluppi del mezzo (senza arrivare all’anima- lo stesso. Il fumetto cartaceo può diventare il divertimento sia la possibilità di identificarsi E’ difficile dirlo. Oggi c’è Davide, suo figlio, che zione, che è comunque un’altra cosa). Ho vi- un prodotto più di nicchia, ma il fascino del- nel personaggio. ha detto che tutto continuerà come prima. Per sto molti esempi interessanti: da quelli dove il la carta rimane. È come per la pittura: esiste 16 17 intervista

quella digitale, ma i quadri non sono metti, senza un numero prestabilito di pagine. scomparsi. Il problema che incide negativamente sul co- mics è il costo: una tavola a fumetti costa mol- Parliamo di te come appassiona- to più di una pagina di narrativa perché c’è il to. Quali fumetti leggi? lavoro dello sceneggiatore, del disegnatore, Oggi sono un lettore un po’ distrat- del colorista e del letterista da pagare. Così, se to, non più esigente e attento come per avere un successo letterario a volte basta- una volta. Non ho più il polso della no poche migliaia di copie vendute, per un fu- situazione perché ho poco tempo metto come quelli di Bonelli servono almeno per leggere e quando lo faccio leg- 30.000 copie vendute per ottenere un guada- go anche libri e non solo fumetti. gno. Non so se questo sarà possibile ancora per Diciamo che trovo molto interes- molto tempo, vedremo… santi le graphic novel, mi piaccio- no i fumetti di Gipi e quelli di Ba- Invece, come è nato il fumettista Stano? ru. In Francia ci sono vari autori Non posso parlare delle mie esperienze profes- molto bravi che stanno venendo sionali senza prima considerare alcune tappe fuori con proposte interessan- fondamentali che hanno contribuito a costruire ti sia dal punto di vista dei testi quell’esperienza che poi mi è servita nella pro- che di quello dei disegni, e ce ne fessione. Da bambino ero portato ad emulare sono anche in Italia, come Ma- le storie a fumetti che leggevo, volevo dise- nuele Fior che trovo sia molto gnarne di nuove, magari con gli stessi perso- bravo. La nuova onda è quella naggi che vedevo sul Corriere dei Piccoli, ma di fumetti svincolati dalla clas- con storie nuove; era un modo di compensare sica figura del personaggio at- quella voglia di uscire dalla dimensione della torno al quale si costruiscono realtà. Inizialmente guardavo i personaggi co- delle storie in serie. La stessa mici, come Mignolino e Clorofilla, un topo e Bonelli propone già cose simi- uno scoiattolo del Corrierino. A 14 anni ho sco- li. Penso che il tempo delle perto il disegno surrealistico, quello d’avven- serie “infinite” sia terminato tura di Hugo Pratt, che sempre sul Corriere dei perché il lettore si stufa nel leggere sempre le Piccoli pubblicava “L’Ombra” e soprattutto una stesse cose. Un personaggio oggi si esaurisce riproduzione a fumetti de “L’isola del tesoro” molto più in fretta rispetto al passato. Tex pro- di Robert Louis Stevenson, che io ricopiai tutta segue perché i lettori che lo seguono da tanto per pura passione e perché volevo imparare a tempo sono affezionati a quella formula, ma è disegnare come Pratt. difficile che un personaggio come lui o come A 18 anni, finito il liceo artistico, ho iniziato a Zagor possa acquisire giovani lettori; si pensi chiedermi se la mia passione potesse diven- anche a Martin Mystère che è diventato bime- tare il mio lavoro; così, su consiglio di un mio strale. I temi e le idee si esauriscono e il lettore cugino che aveva lavorato nell’editoria, dopo oggi è più smaliziato e cerca sempre la novità. aver effettuato degli studi, ho iniziato il classi- L’unica strada percorribile è quella della storia co giro delle varie case editrici con la mia car- singola, magari dei veri e propri romanzi a fu- telletta sotto il braccio, partendo dallo stesso

Penso che il formato digitale sia un modo per offrire al fumetto un media nuovo, peculiare per le sue caratteristiche: pur essendo il comics una tecnica che si basa sulla lettura delle immagini u Altre copertine realizzate da Stano per Dylan in sequenza, l’elettronica rende possibile realizzare ulteriori sviluppi Dog: il numero 212, “Necropolis” di Paola Barbato e Giovanni Freghieri, e il numero 69, “Caccia alle (Angelo Stano) streghe” di Tiziano Sclavi e Pietro Dall’Agnol. 19 intervista

Corriere dei Piccoli, che nei primi anni ’70 era il punto di arrivo per qualsiasi disegnatore con Penso che il tempo delle serie “infinite” sia terminato, il lettore si stufa nel leggere un po’ di ambizione. Non mi presero, ma ri- sempre le stesse cose e un personaggio oggi si esaurisce molto più in fretta rispetto cevetti dei consigli molto utili. Il mio ingresso al passato. L’unica strada percorribile è quindi quella della storia singola, magari ufficiale nel mondo del fumetto professionale dei veri e propri romanzi a fumetti, senza un numero prestabilito di pagine. avvenne grazie ad una piccola casa editrice, (Angelo Stano) la Sole Editore, che pubblicò un mio fumetto per la riduzione del libro di Jules Verne “Dalla Terra alla Luna”. Dopo quell’esperienza ho la- vorato per la rivista Audax di Mondadori, che personale di Hugo Pratt a disegnatori aveva lo stesso taglio de L’Intrepido: fumetti, più accademici come Raymond, che mi sport e spettacolo. Poi ho lavorato per la Dar- hanno insegnato tantissimo. Se guar- do, che pubblicava fumetti di guerra: in parti- diamo all’arte, non si può non notare colare ho disegnato per una rivista che si chia- la somiglianza del mio tratto con arti- mava “Uomini e Guerra”, con una serie di epi- sti come Egon Schiele e Gustav Klimt. sodi di ambientazione bellica distribuiti nelle Sia Pratt che Schiele mi hanno dato la guerre moderne: la II Guerra Mondiale, ma capacità di interpretare piuttosto che anche la prima, il Vietnam e altre guerre in di rappresentare in maniera realistica. Africa. Poi Aldo Di Gennaro, che faceva le co- Alla fine spero di essere andato avanti pertine di quella rivista, mi chiamò al Corrier anche con uno stile mio, ma questo lo Boy, rivista erede del Corriere dei Ragazzi e devono giudicare gli altri. lì ho iniziato con un nuovo personaggio chia- mato Charlie Charleston, un giornalista degli Che rapporto hai con le tecniche di anni ’30 eternamente alla ricerca dello scoop. disegno digitali? In quella serie ho collaborato anche per i testi Io disegno in digitale! Le copertine di alcuni episodi. Dopo questa esperienza ho per la Bonelli già da molto tempo! disegnato una serie di storie autoconclusive Prima i disegni “tradizionali” veni- di circa 11/13 pagine e poi ho iniziato a inse- vano fatti in bianco e nero e poi ac- gnare alla Scuola del Fumetto di Milano dove quisiti digitalmente, prima di essere sono rimasto per una ventina di anni. Lì ho colorati a computer. Adesso invece conosciuto Sergio Bonelli e Tiziano Sclavi che faccio tutto direttamente con la ta- mi ha affidato il compito di iniziare la serie di voletta grafica. Sono assolutamente Dylan Dog. proiettato verso questi nuovi stru- menti che offrono la possibilità di Quali sono stati i tuoi modelli e punti di ri- nuove sperimentazioni. Ho lavorato ferimento tra i maestri del passato? per 25 anni con le tecniche tradi- Tutti i disegnatori bravi del Corriere dei Piccoli: zionali fatte di inchiostri, pennarelli Toppi, Battaglia, Uggeri, Nidasio e Di Gennaro e carte di vario genere. A un certo erano punti di riferimento che hanno contri- punto, pur non rifiutando la tradi- buito a formarmi sul piano estetico, così come zione, almeno per il lavoro svolto Pratt anche per il taglio dato alle storie. Il fu- per Bonelli, ho cercato di avere una possibilità u Il frontespizio degli albi di Dylan Dog, metto di avventura era quello che mi affasci- in più utilizzando nuove tecniche. Sono stru- opera di Angelo Stano. nava di più e il disegno realistico era quello menti però che vanno padroneggiati per non che meglio si prestava a quel genere di storie. farsi prendere la mano dalle tante possibilità u Il mitico numero 100, “La storia di Dylan Dog”: Successivamente, ho allargato la sfera ad al- che software come Painter o Photoshop met- Stano ha realizzato sia i disegni che i colori, oltre alla tri autori, come Alberto Breccia, e ho cercato tono a disposizione. Uno degli aspetti sicura- copertina, su testi di Tiziano Sclavi. di guardare a quelli che ritenevo meno affa- mente più positivi è il tasto “annulla”, che ti Sotto, la cover del numero 157 realizzata da Stano con evidente riferimento all’Urlo (Skrik) di Edvard scinanti ma che erano certamente dei classici permette di lavorare con meno stress avendo Munch. L’albo contiene l’episodio “Il sonno della assoluti, come Alex Raymond. Il mio è stato la possibilità di poter rifare una pennellata ri- ragione” di Paola Barbato e Bruno Brindisi. quindi un percorso a ritroso: dal taglio troppo uscita male senza dover rifare tutto il lavoro! 20 21 Reviews

Lanterna Verde Ultimo Origini

ull’onda del film “Lanterna Verde“, ebutta finalmente anche in Italia il ecco un elegante volume De Agosti- tankobon bimestrale “Ultimo”, edito ni che ripropone in unico formato i dalla Panini sotto il marchio Planet numeri 29-35 della serie DC Comics Manga. Serializzato inizialmente in SGreen Lantern. DGiappone sulla rivista di shonen manga Jump Ottimo l’impatto grafico, con i disegni del Square, presentato negli USA sulla versione brasiliano Ivan Reis, classe 76: in casa DC ha americana di Shonen Jump, questo spettacola- disegnato speciali di Superman, Batman e dei re comic-manga nasce dalla collaborazione fra Teen Titans, fino ad approdare ad Action Co- Stan Lee (non dobbiamo raccontarvi chi è, ve- mics come disegnatore di Superman, e ovvia- ro???) e il disegnatore giapponese Hiroyuki Ta- mente a Lanterna Verde. kei (molto apprezzato anche in Italia per “Sha- I testi sono del ben noto Geoff Johns, ameri- man King”, pubblicato da Star Comics). cano del Michigan: negli anni si è creato una Ultimo affronta il tema eterno ed appassionan- fama come autore in grado di dare un bel rit- te della battaglia fra il bene e il male assolu- mo alle sue storie di personaggi molto classi- ti, rappresentati da due karakuri doji (bambo- ci rispettandone però le caratteristiche origi- le meccaniche), Ultimo, appunto, e Vice, co- nali. Proprio per questo gli è stato affidata la struite appositamente dal misterioso Dunstan stesura della maxi-saga per i 70 anni della DC (somigliante in modo sospetto al “sorridente” Crisi Infinita. Stan). Queste dovranno attraversare lo spazio e Il suo nome è comunque indissolubilmente il tempo, legandosi ad un umano che rispecchi legato a quello di Lanterna Verde. In questo i loro princìpi: si giungerà allo scontro finale che volume ne ripercorre in chiave moderna la decreterà chi avrà la meglio tra bene e male. storia delle origini: dalla morte del padre del Come ci si poteva aspettare da questa simbiosi giovanissimo Hal Jordan, alla sua passione perfino a dare un senso alla vecchia questio- fra miti della sceneggiatura americana e dello Il primo numero consta di 216 pagine in bian- per il volo pur contro la volontà materna, fino ne dell’impotenza dell’anello del potere sugli stile giapponese, Ultimo ha una storia fluida e co e nero. L’edizione italiana non appare molto al fatidico incontro con l’alieno Abin Sur di oggetti gialli, espediente narrativo molto in- appassionante e un disegno pulito, dinamico e pregiata, per la qualità della copertina e della cui diventa il successore come Lanterna Verde genuo adatto al personaggio all’epoca della molto dettagliato, con un uso dosato dei retini. carta e per aver eliminato le numerose tavole del settore 2814. Golden Age, ma quasi comica oggi. a colori presenti in altre edizioni. La rilegatura Poi l’addestramento nel Corpo delle Lanter- L’unico appunto è alla grafica del volume ita- è invece robusta e decisamente migliorata ri- ne Verdi davanti ai Guardiani dell’Universo liano: la lunga introduzione, scritta in bian- spetto allo standard di queste edizioni e il prez- di Oa, e l’incontro con Sinestro, “la migliore co su fondo nero lucido, è fastidiosissima da zo riesce a rimanere contenuto (3,90 euro). delle lanterne verdi”, che in seguito diventerà leggere! (Annalisa “Maya” Bianchi) il suo peggior nemico, come ben sanno i fan storici dell’eroe cosmico. Stan Lee, Hiroyuki Takei Interessante lo sviluppo della psicologia del Geoff Johns, Ivan Reis, Oclair Albert Ultimo, volume 1 personaggio, tale da riuscire a riammoderna- Lanterna Verde: origini (Manga Storie Nuova Serie nr 45) re un personaggio ultradecennale; si riesce Planeta De Agostini, 2011 Panini Comics (Planet Manga), ottobre 2011 22 23 in edicola Reviews

FF 1 (Fantastici Quattro 325) Jonathan Hickman,Steve Epting; Panini Comics. The Traveler 1

“Si è spenta la Torcia”: così qualcuno ha scherzato sull’ultima dipartita in casa Marvel. Anche se la storia ci Fuori dal tempo dice che – salvo casi sporadici, tutti riguardanti personaggi di secondo piano – i supereroi defunti hanno… vita breve, se ci passate il gioco di parole. L’ultimo caso clamoroso è stato quello della “resurrezione” di Capitan America. Anche al Baxter Building non sono nuovi all’esperienza: non sono passati molti anni dalla “morte” di Mr Fantastic, apparentemente ucciso dal Dottor Destino (chi altri?) ma ritrovato tempo dopo in un’altra dimensione. L’albo uscì na è stato un altro peso massimo dei comics nista. Anche se, al termine di questo primo con la copertina nera e una cupa scritta argentea “Four Usa, quel Mark Waid che buona parte di voi volume, i punti oscuri rimangono parecchi. no more”. ricorderà almeno per un paio di fortunati cicli Nulla di male, ci mancherebbe. Anzi, tale in- In attesa quindi di rivedere il buon Johnny Storm di Capitan America, oltre che per la pluri- certezza potrebbe rappresentare un ottimo svolazzare su New York, è uscito il nuovo numero 1 della premiata graphic novel Kingdom Come, am- incentivo per presidiare la fumetteria più vi- versione italiana della testata fantastica: FF, iniziali non bientata in un ipotetico futuro in cui Super- cina in attesa della prossima uscita. più di Fantastic Four ma di Fondazione Futuro. Non più man, Batman e gli altri eroi della vecchia Però… quattro ma… tanti! Ai tre storici membri superstiti infatti guardia DC si scontrano con una nuova gene- Però, diciamola tutta: una volta riposto The si uniscono i geniali giovincelli discepoli di Reed, ma razione di giustizieri in costume. Traveler in libreria, la sensazione prevalen- soprattutto il solito, immancabile, affezionatissimo Uomo Attualmente editor in chief della casa editri- te è quella di una buona occasione perduta. Ragno di quartiere. ltimamente ci eravamo abitua- ce indipendente Boom! Studios, Waid ha vo- O, peggio ancora, di un’operazione commer- Troppo presto per valutare i risultati dell’operazione, ti a vederlo soprattutto al cinema, luto affidarsi al carisma dell’inossidabile Stan ciale furbetta, che usa il grande nome in co- ma una domanda si impone: il buon Peter Parker fa il baffo sempre più ingrigito, nelle per la creazione di un universo supereroistico pertina come specchietto per catturare una già parte di ben due formazioni di Vendicatori (i Nuovi immancabili apparizioni-cameo che nuovo di zecca. A oggi, ne fanno parte perso- manciata di lettori/allodole in più. e i Potenti), ha una intensa vita personale come eroe e Uda qualche anno a questa parte caratterizza- naggi come Soldier Zero, Starborn e questo Non che il fumetto sia brutto, per carità. Il anche come privato cittadino. Riuscirà a far fronte a tutti no ogni nuovo Marvel-film. Eppure, anche The Traveler, che Panini Comics presenta al ritmo narrativo, pur con qualche caduta, reg- questi impegni, trovando anche il tempo di… cambiarsi una leggenda vivente del fumetto può soffrire pubblico di casa nostra nel primo di tre volu- ge, i dialoghi sono (ovviamente) ben scritti calzamaglia da una formazione all’altra? di nostalgia. Nostalgia verso un’epoca fecon- mi non propriamente economici (11 euro per e i disegni di Hardin si dimostrano adeguati da e (probabilmente) irripetibile, che lo ave- 96 pagine di fumetto!). alla bisogna. va visto ridefinire il concetto stesso di supere- roe attraverso una serie memorabile di cha- Scritto da Lee, sceneggiato dallo stesso Waid Tutto ineccepibile e professionale, insomma. racters, destinati a diventare vere e proprie e disegnato dal plastico Chad Hardin, The Tra- Un compito in classe da sufficienza piena. icone del moderno immaginario popolare. veler ci introduce alle avventure di un viag - Ma, mi si perdoni la metafora calcistica, se Ecco perché, a 88 anni suonati, Stan Lee ha giatore temporale in tuta blu, cappuccio e pago il biglietto (salato) per vedere duettare voluto rimettersi in gioco, tornando almeno mantello. Ci viene presentato come Kronus, Maradona (Lee) e Messi (Waid), mi aspetto per un po’ a fare quello che gli è sempre riu- ma non siamo affatto sicuri che sia il suo vero qualcosa di più di un paio di buoni palleggi. scito meglio. Non solo scrivere buone storie nome. Così come, almeno all’inizio, del tutto Mi aspetto emozione, ispirazione, meravi- a fumetti, ma dare vita a universi narrativi oscure appaiono le sue motivazioni: di certo glia, poesia. Mi aspetto arte, non semplice complessi, governati da regole precise e da si sa che è apparso dal nulla per salvare una “mestiere”. una propria rigorosa coerenza interna. donna in pericolo (non proprio il debutto più E di arte, in questo The Traveler, almeno per originale, per un supereroe…) e che le sue ne- ora se ne vede davvero pochina… E così, dopo il controverso ibrido nippo-ame- mesi sembrano essere tre tizi in costume ros- (Marco De Rosa) ricano Ultimo, realizzato a quattro mani con so che, insieme a lui, rappresentano le for- Hiroyuki Takei, a convincere il «sorridente» ze fondamentali dell’universo: spazio, tempo, Stan Lee, Mark Waid, Chad Hardin papà dei Fantastici Quattro, dell’Uomo Ra- materia ed elettromagnetismo. Stan Lee – The Traveler n. 1: gno e di buona parte del cosmo Marvel a Con il trascorrere delle pagine, scopriamo Fuori dal tempo riprendere ancora una volta in mano la pen- qualche dettaglio in più sul nostro protago- Panini Comics - 2011 24 25 intervista

Si è appena conclusa al Wow Spazio Fumetto di Milano la mostra Diabolik Pop Ikon di Cristina Stifanic, artista italo-croata che ha esposto al pubblico 21 tele ispirate ai personaggi di Diabolik. Noi di Sbam! l’abbiamo incontrata.

Cristina Stifanic Diabolik Pop Ikon

a mostra Diabolik Pop Ikon col- nato per far evadere i suoi lettori dalla loro pisce lo spettatore a partire dai vita quotidiana, diventa così, grazie alle so- soggetti delle tele: non i prota- vrapposizioni materiche di Cristina Stifanic, gonisti del celebre fumetto noir, e all’inserimento di sequenze tratte dal fu- ma i personaggi secondari, quelli metto, un mezzo per porsi domande inquie- che appaiono sulla quarta coper- tanti che sottendono risposte altrettanto in- Ltina degli albi. Norma, Mascia, Jonas… sono quietanti su temi che ci appartengono. Ab- solo alcuni dei volti-icona presentati in mo- biamo incontrato l’artista per scoprire come è stra che, per la loro funzione pop ricordano nato questo progetto. Warhol e Lichtenstein arricchiti di sfumature ipercontemporanee: materiali, come polveri Ciao Cristina, ci racconti come è nata l’idea fluorescenti, smalti, glitter, colori acrilici, cri- di queste opere? stalli e tecniche pittoriche si fondono, infat- Mi sono sempre trovata in mezzo a mondi ti, al linearismo del fumetto. Il fumetto noir, che hanno linguaggi diversi e il mio obiettivo 26 intervista

è sempre stato quello di voler far parlare a ’70, più belle per i miei gusti rispetto a quel- del soggetto rappresentato, nei vestiti o sulla questi mondi la stessa lingua. Ritengo questo le d’oggi. Collezionando questi fumetti mi so- pelle, come se fossero dei tatuaggi. Lo sfondo progetto l’anello di congiunzione tra il mon- no resa conto di come si potesse ribaltare il non è secondario, al contrario è parte inte- do dell’arte e quello del fumetto. Purtroppo punto di vista e poter rendere i personaggi grante dell’opera. il primo considera il secondo un’arte di serie secondar protagonisti delle mie opere. Non B, per questo ho avuto molta difficoltà anche sono interessata né a Diabolik né a Eva Kant, Come li realizzi? in passato a presentarmi in gallerie e musei che – quando compaiono – lo fanno di nasco- La mia è una tecnica mista che prevede di- nel senso tradizionale del termine o a critici sto, diventando loro i personaggi secondari; è versi passaggi. Parto dall’analogico, fotogra- d’arte, perché il progetto non veniva capito. il personaggio della quarta di copertina che fando oggetti esistenti nella realtà, come diventa protagonista. tappezzerie o tessuti, piuttosto che fumetti. Chi sono i protagonisti delle tue opere? Poi dall’analogico passo al digitale e – do- Io ritengo che tra l’opera d’arte e l’idea sia Quanto è importante lo sfondo nei tuoi po che li ho elaborati – ritornano a prende- quest’ultima a vincere; nella mia ricerca arti- quadri? re forma come stampe su cui intervengo con stica non mi concentro mai sul prodotto fine Nel ribaltamento, che è uno dei punti fon- smalti, acrilici, cristalli swaroski e altro. E’ un a se stesso ma ritengo importante appunto damentali della mia ricerca artistica, lo sfon- intervento che completa l’opera con un toc- l’idea. Ho sempre attinto dal mondo televi- do ha una parte molto importante. Per me co di umanità dopo il lavoro del computer. Il sivo e dalle immagini delle riviste patinate; è come la quinta di un palcoscenico parlan- tessuto stesso, per come è composto, è orga- in questo caso ho deciso di concentrarmi sul te, che descrive ad esempio il carattere del nico, è qualcosa che si avvicina alla pelle e mondo dei fumetti partendo dalle retro co- personaggio. Le tappezzerie e carte da parati alle creature viventi; può invecchiare, spor- pertine di Diabolik, quelle degli anni ’60 e che utilizzo entrano nelle opere, nei capelli carsi, rovinarsi e decadere con il tempo co-

Stif bio

Cristina Stifanic (Stif è il nome con cui firma i suoi qua- dri) vive e lavora a Milano. E’ nata a Torino e ha dop- pia nazionalità italiana e croata. Laureatasi in Infor- matica, frequenta i corsi di tecniche pittoriche presso l’Istituto di Arte Applicata del Castello Sforzesco. Tra le mostre personali ricordiamo “Diabolika!” del 2009 alla Galleria dell’Ombra di Brescia, “Synoptikon” del 2007 alla Wannabee Gallery di Milano, “Power Pop and Glitter Decadence” del 2007 all’Art@University gallery di Milano. Quest’anno ha partecipato a nu- merose collettive in India presso il Consolato generale di Mumbai, Calcutta e New Dehli e in altre istituzioni. Nel 2009 era presente all’esposizione “Femme” pres- so l’Istituto italiano di Cultura a Bruxelles e l’Istituto italiano di Cultura in Lussemburgo.

Il catalogo della mostra si può scaricare dal sito di Vanilla Edizioni: www.vanillaedizioni.com/vanil- la/ebook/cristina-stifanic-ebook-catalogo

Il sito di Cristina: www.stifanic.com

28 29 intervista

sì come la nostra pelle. Non a caso, quando scovo nei mercatini numeri un po’ malandati in edicola fumetto e arte dove si vede l’usura del tempo, quando poi li elaboro nei miei lavori lascio volutamente Diabolik n. 11 - anno L Le opere di Cristina Stifanic dimostrano le qualche graffio o sporcatura, perché rappre- Soggetto: Altariva - Faraci – Gomboli notevoli possibilità di avvicinamento tra sentano il tempo che passa. Sceneggiatura: Andrea Pasini l’Arte tipicamente intesa e il fumetto, arte Disegni: Montorio – Merati “minore”. Un altro esempio in questo senso è Le tue opere sono molto colorate… La povera Carlotta è terrorizzata: è convinta dato dall’opera di Andrea Pazienza, artista I colori molto forti che utilizzo, spesso con di essere tenuta sotto controllo da Diabilik! poliedrico spesso prestato anche al fumetto accostamenti azzardati, hanno lo scopo di Ginko deve intervenire, prima che la (celeberrimi i suoi Pompeo e Zanardi), catturare l’attenzione del visitatore, far av- poveretta impazzisca... scomparso nel 1988. vicinare anche quello più distratto in modo La Ca’ di Fra’ organizza la mostra “Pazienza tale che dalla giusta distanza possa scoprire Il grande Diabolik n. 26 un corno!” esponendo varie opere dell’arti- altri dettagli che gli erano sfuggiti. L’impor- Soggetto e Sceneggiatura: sta: dal 1 dicembre 2011 al 28 gennaio 2012, tanza del colore in natura l’ho osservato per Mario Gomboli - Patricia Martinelli presso Ca’ di Fra’, via Farini 2, Milano (chiusa esempio in Australia, dove l’uccello Spazzino Disegni: Sergio e Paolo Zaniboni dal 24 dicembre al 9 gennaio). Seduttore è noto per i suoi nidi dipinti con co- Diabolik vede morire in circostanze lori molto forti per attirare l’attenzione del- misteriose i suoi pochi amici. È evidente “Per fare il fumetto bisogna partire da un se- le femmine nel periodo dell’accoppiamento; quindi che anche lui è in grave pericolo, gno. Il segno è una metafora meravigliosa, sono rimasta molto colpita da questo feno- e così anche chiunque lui ami. Il Re del è la prima cosa che mi viene in mente…noi meno riscontrato in natura e che si può ripe- Terrore decide di agire e fa scattare la sua siamo circondati da oggetti tangibili deposi- tere anche all’interno di un museo. terribile rappresaglia! tari di un segno o di una serie di segni, dallo studio di questa serie di segni nasce la mate- matica del segno e cioè il disegno. Ora que- sto modo di vedere le cose non determina il saper disegnare, determina il corpo, il cor- po delle cose e soprattutto il corpo di artista. Ora, per me l’importante è non giocarmi un’ univocità che mi stancherebbe e che non con- terrei a facilità. Posso, invece, contenere una serie di segni diversi…ecco io mi applico allo studio di tutta questa serie di disegni… que- sto è l’Esercizio con la e maiuscola… questo comunque è un fenomeno legato indissolu- bilmente alla gioia, più gioia c’è, tanto meglio è; se non c’è la gioia il livello può scadere, ma allora si rientra nel regno della fatica e gioia e fatica non vanno d’accordo…”. Andrea Pazienza (1956-1988)

“Devo ammettere che i dipinti di Cristina Stifanic mi hanno mostrato un contesto u Nell’immagine a destra: Pertini. imprevisto - e imprevedibile - in cui anche figure secondarie, vere e proprie meteore Il socialismo vigila! di Andrea Pazienza, passate attraverso il cosmo diaboliko senza lasciare traccia, acquisiscono finalmente pennarello e tempera bianca su cartoncini colorati, cm 16,8x9,2 n.d./primi una loro autonoma dignità” anni Ottanta. Courtesy Little Nemo (Mario Gomboli, Direttore generale Astorina) Art Gallery, Torino vintage

In questa rubrica Sbam! intende ricordare personaggi o pubblicazioni di particolare significato storico per la fumettistica italiana. Cominciamo da una rivista-contenitore che segnò una moda e un’epoca

Quando uscì l’ultimo numero di Il Monello l 13 maggio del 1933 usciva nelle dità del fumetto e giornale per adolescenti. fotoromanzi e inziative volte al tentativo di edicole di un’Italia completamen- Il 1990 lo ha visto rinascere con una nuova allargare il suo target. ma i fumetti non sono te diversa da questa di oggi il pri- formula più adatta ai tempi, ma nonostante comunque mai mancati. mo numero del periodico Il Mo- l’entusiasmo con cui è stata accolta dal nuo- nello“,I testata destinata a divenire un vero e vo pubblico di giovanissimi, non è stato pos- Il sommario di quest’ultimo numero preve- proprio colosso dell’editoria per ragazzi. Cin- sibile raggiungere quei risultati economici deva proprio una panoramica dei personaggi quantasette anni di permanenza nelle edico- che ne consentissero la continuazione delle storici del Monello: Jackie e Pippetto, Fiorda- le vogliono dire un vero e profondo legame pubblicazioni. Con il numero 41 di quest’an- lisa e Spazzacamino, Cuoricino & C., Super- con le famiglie di tutt’Italia: dalla nonna che no, pertanto, Il Monello Okay cessa le pubbli- bone, Karamella Kid, Pedrito el Drito, Piccola leggeva questo giornale quando ancora era cazioni. La Casa Editrice Universo saluta tutti Eva, Arturo e Zoe, Teo, Nonna Nilla, Mini Rin- una ragazza, all’attuale adolescente che non i lettori e li invita a nuovi appuntamenti in go, Rocky Rider, Forza John, Ghibli, Cristall, perde un numero del nuovo Monello Okay. edicola con le prossime iniziative editoriali.” Rahan… Gli anni ’80 sono stati quelli della televisio- In più, servizi di attualità: l’intervista alla no- ne. Il Monello, che ha sempre vissuto di fu- Con questo mesto editoriale, la Casa Editrice vella Miss Italia (nel 1990 era Daniela Formi- metti, ha sofferto una seria crisi. Dagli oltre Universo annunciava la chiusura di una testa- ca), Marco Bellavia che saluta tutte le “Mo- 500.000 acquirenti di vent’anni fa, si è pas- ta davvero storica, non solo per il fumetto ma nelline”, i poster di Mietta, Eros Ramazzotti sati ad una pattuglia di affezionatissimi. Nel per tutta l’editoria italiana. e Sylvester Stallone, ma anche un servizio mentre, la concorrenza in edicola è sempre Il 12 ottobre 1990 usciva in edicola l’ultimo sul ritorno dei super-eroi nelle edicole italia- stata più agguerrita. Gadgets e regalini han- numero che – per l’occasione – si presentava ne (era l’epoca Marvel targata Star Comics), no preso il posto di immaginazione e fanta- con la testata delle origini, quella ispirata al curiosamente inframmezzato da… foto di un sia. Tutti i costi sono aumentati, le vendite grande film di Chaplin, voluta dall’editore Del servizio di moda! u Era stato il film del grande Charlie Chaplin, “The Kid” (1921), diminuite. A fine ’89, Il Monello (diventato Il Duca. Da tempo ormai la rivista si era dedi- Infine, l’ultimo fumetto della storia del Mo- con il piccolo Jackie Coogan, a ispirare nel 1933 all’editore Monello Okay) era ancora incerto tra l’ere- cata alla musica e allo spettacolo, con poster, nello: “Dirty Dancing” di Ugo Sammarini. Cino Del Duca il nome e il logo del suo nuovo giornale. 32 33 biblioteca storica

Zorry Kid I Briganti

ifficile dire qualcosa di nuovo sul fe- na delle opere (forse) meno famose nomeno Jacovitti. Classe 1923 (co- del compianto Magnus: “I Brigan- me Schulz, come Battaglia, come ti” è tratto dal romanzo cinese Shui Morris… certe annate sono incredi- Hu Ch’uan (Storia in riva all’acqua), bili…),D scomparso nel 1997, esordì con i 3P, Uopera dall’autore incerto. Narra le vicende di Pippo, Pertica e Palla, sul Vittorioso già nel una banda di briganti del XII secolo nella re- 1940. Era l’inizio di una produzione stermina- gione cinese dello Shantung, divenuti famosi ta che va da Giacinto il corsaro dipinto a Jack per aver tenuto in scacco per anni le guardie Mandolino, dalla signora Carlomagno all’ar- imperiali, senza mai venir davvero sconfitte. cipoliziotto Cip, da Gionni Galassia alla fami- Le loro storie, tramandate e romanzate per se- glia Spaccabue, fino al suo personaggio più coli, divennero una vera e propria leggenda, famoso, il pistolero Cocco Bill. finché – in epoca Ming (il nostro Cinquecento Tra essi Zorry Kid, il protagonista di questa circa) – vennero raccolte nel romanzo. raccolta della Rizzoli. Ispirato evidentemente a Zorro, il personaggio Magnus, vero appassionato di prodotti della prende poi una strada propria, tipicamente ja- cultura cinese (ricordiamo anche la sua ver- covittesca, in vignette affollatissime, dialoghi sione di “Le 110 pillole”), cominciò a traspor- serrati e duelli infiniti. re a fumetti questa vicenda già dai primi anni “Jac”, scrive Ranieri Carano nella prefazione Settanta, per pubblicarla dapprima a puntate al volume, “ha bisogno di spazio, di scene af- sul mensile Fan, poi in volume nel 1979. L’Iso- follate, di grandi masse corali cui appiccicare la Trovata la ristampò in questa edizione al- miriadidi nuvolette. Dal parossismo, dal rin- cuni anni dopo. corrersi di voci e battute, scoppia una tempe- sta comica di notevole effetto, dove si perde Magnus parte dal romanzo per darne una ver- e quasi sempre si annulla la dubbia efficacia sione molto personalizzata. Così scrive Giulio della battuta singola”. C. Cuccolini nella prefazione al volume: “Del Il volume presenta “Le straordinarie esileran- tutto originali sono (…) la collocazione tempo- ti avventure di Zorry Kid (el Liberador de la rale, l’ambientazione, la scenografia, i costumi California), di Perfidio Malandero (comandan- e la fisionomia dei personaggi, totalmente in- te de toda la polizia), di Alonza Alonza (detta ventati dalla fervida fantasia di Magnus che Alonza), di don Pedro Magnapoco (nu poco ti- si è divertito a mescolare elementi disparati ranno) e di Kid Paloma (sfaccendato segno- tratti dal gran serbatoio del suo immaginario rito)”. e di quello collettivo. Ne emerge un gioco di contaminazioni che ha addirittura qualcosa di Jacovitti, Zorry Kid pstmoderno e che permette al lettore volente- Biblioteca Universale Rizzoli, aprile 1975 roso di andare oltre il piacere del testo per ci- mentarsi in una specie di caccia alla citazione”.

Magnus, I Briganti: Ombre del palazzo L’Isola Trovata, serie “Gli albi di Orient Express”, aprile 1987

34 35 A cura di forum.anigate.net zonamanga Dal maestro Hayao Miyazaki (autore dei film di Lupin III, di Totoro e Ponyo sulla scogliera!) un nuovo capolavoro di animazione. Un ritratto poetico e a tratti commovente dell’animo umano. Arrietty Il mondo segreto sotto il pavimento

giunto in ottobre in Italia il film to il pavimento di quella casa di campagna d’animazione giapponese Ar- vivevano tre famiglie. Ormai sono rimasti in rietty - Il mondo segreto sot- pochi... forse i soli, tanto che Arrietty in 14 to il pavimento (Karigurashi no anni ha conosciuto solo il padre e la madre. Arrietty). La sceneggiatura del Forse un tempo avevano una società comples- film è opera del maestro Hayao sa, esistevano dei mestieri... chissà. Oggi per ÈMiyazaki, celeberrimo produttore di anime, sopravvivere sono invece costretti a dipende- Leone d’Oro alla carriera a Venezia 2005 e re dalla famiglia di umani che vivono “di so- premio Oscar 2003 per La città incantata. La pra”... uno spillo, una zolletta di zucchero, un regia è affidata all’esordiente Hiromasa Yo- fazzoletto di carta, qualche biscotto da frolla- nebayashi. Prodotto dallo Studio Ghibli e re per farci la farina, sono queste le esigen- presentato per la prima volta al Tokyo Inter- ze primarie dello sparuto gruppo di simpatici national Forum Hall nel 2010, il film si ba- folletti. Quindi il lavoro principale del padre sa su un racconto fantasy tratto dalle serie di Arietty è andare “a caccia” per reperire il Gli Sgraffignoli (The Borrowers) dell’autrice necessario o almeno il minimo indispensabi- inglese Mary Norton. le. Sopra il pavimento vive una (quasi) ignara Il tema portante del film è una storia di famiglia composta da un’anziana signora, dal- pura sopravvivenza: Arrietty è una ragaz- la sua ottusa governante e dal giovane Sho, il za di 14 anni che vive con i genitori sotto nipotino più o meno dell’età di Arietty, molto il pavimento di una villa di campagna. E’ malato e venuto a riposarsi prima di affron- una famiglia di “prendimprestito”, come tare una delicata operazione al cuore che po- si definiscono loro, o di folletti/gnomi, trebbe risultargli fatale. Loro non sanno dell’e- come li chiamano gli uomini: in effetti si sistenza dei loro piccoli coinquilini, ma sospet- tratta di esseri umani in tutto e per tut- tano qualcosa, da sempre. to, vestono come noi, vivono come noi, Non è un caso che gli abitanti del “mondo di hanno le nostre stesse necessità (cibo, sotto” si definiscano “prendimprestito” men- elettricità, calore)... Un solo particolare tre la governante li indichi come “topi o ladri”. li distingue da noi: sono alti quanto il Miyazaki sembra dar ragione alla prima ipo- palmo di una mano. Ai tempi del loro nonno tesi. Infatti questa sorta di curiosi “lillipuzia- erano numerosi nella piccola comunità, sot- ni” si ingegna per vivere bene con quel poco 36 zona manga

tarsi alla presenza sulla terra di 7 miliardi di Fondali fantastici e una colonna sonora mol- uomini. Persino lui dà sfoggio della consueta to curata fanno da sfondo all’opera, impre- vocazione della specie umana alla distruzione ziosendola di particolari esclusivi, sicura- quando, tentando di “fare del bene” per Ar- mente un piccolo capolavoro, forse un po’ rietty, riesce solamente a sconvolgere il suo troppo breve (90 minuti). Le musiche sono mondo. Sho alla fine si riscatterà ed in fondo, affidate alla cantante bretone Cécile Corbel se ci è riuscito lui, vien da credere che forse che pare abbia acquisito l’incarico dopo aver per l’umanità non tutto è perduto. inviato un CD allo Studio dichiarandosi loro Al di là delle profonde tematiche di critica grande fan! C’è anche una canzone, l’ultima alla società e alle ideologie moderne, con- sul finale del film, che è stata registrata da sumismo, ambientalismo e capitalismo, per Cecile in quattro lingue tra cui l’italiano. quel che ci riguarda si tratta di un bel film Un film da vedere. che abbraccia diversi orizzonti rendendolo gradevole e interessante e per tutte le età. Un film diHiromasa Yonebayashi. Piacerà sicuramente ai bambini – le temati- Con Mirai Shida, Ryûnosuke Kamiki, Shinobu che sono “difficili” ma facilmente percepibili Ôtake, Keiko Takeshita, Tatsuya Fujiwara. – e piacerà anche all’adulto che potrà coglier- Titolo originale: Karigurashi no Arrietty. ne tutti gli aspetti, le varie sfaccettature e le Animazione, durata 94 min. più fini sottigliezze. Giappone 2010 - Distribuzione: Lucky Red

che racimolano, recuperano suppellettili che ty sono destinati a incontrarsi, conoscersi e, per gli umani sono spazzatura e li trasformano superata l’ottusità e la diffidenza dell’umano con tanta fantasia in oggetti quotidiani per lo- verso il “diverso”, anche capirsi. ro di grande utilità. L’esatto contrario di quegli Ne nasceranno varie avventure che porte- spreconi dei “sapiens” che stanno sopra il pa- ranno Arrietty e la sua famiglia a correre gra- vimento e che, gaudenti, si godono ricchezza vi pericoli, tra cui l’arrivo dei “derattizzatori” e consumismo senza farsi mancare nulla. No- chiamati dalla iperattiva governante. nostante Arrietty “sopravviva” di espedienti, E’ un film ambientalista anche se non ci so- ha una famiglia solida e felice, la sua casetta, no animali come protagonisti, Arrietty vive seppur arrangiata, è calda e accogliente, men- in simbiosi con la natura, interagisce in mo- tre il cagionevole e malaticcio Sho, pur viven- do quasi commovente con alcuni insetti ed è do in un’abitazione elegante, aristocratica e facile per lo spettatore immedesimarsi e par- ordinata, sembra circondato da gelido silenzio teggiare per lei piccola, diversa, ma profonda- e malinconica solitudine, quasi abbandonato mente umana. Mentre non si può fare a meno da una mamma che è sempre in giro per lavo- di biasimare la governante che li tratta come ro, la classica donna in carriera che non ha mai topi, parassiti fastidiosi che sarebbe meglio tempo per nulla, indaffarata com’è nel freneti- eliminare. Come dice lo stesso Sho parlando co turbinio dei suoi molteplici impegni. ad Arrietty, i folletti sono una delle tante spe- Come facilmente immaginerete Sho e Arriet- cie in via di estinzione che faticano ad adat-

Gentile come l’atmosfera che si respira, più lineare di altri film dello studio e per questo più diretto, Arrietty non è forse un cartoon indicato per chi cerca la risata, ma un feel-good movie favolistico che riesce a non sprofondare nelle soluzioni facili. In altre parole, uno di quei film da accogliere con uno spontaneo sorriso di gratitudine. (Domenico Misciagna, Coming Soon) 38 39 comics sbam!

omparso ad Ascoli Piceno il 5 dicem- bre del 1976, Fabio è cresciuto nell’il- lusione che i buoni vincono sempre. Purtroppo, prima ancora di iniziare gliC studi artistici, ha scoperto che nella vita non è sempre così... Appena assorbito dal modo dei fumetti si è legato una matita alla mano, invasato dalla sua rivelazione per con- dividere questo verbo. Grazie a svariati concorsi di fumetto ed illu- strazione si è autocatapultato in un suo mon- do parallelo dando libero sfogo alle sue fol- lie. Dal 2005 lavora come grafico mantenen- do viva la sua passione per il fumetto e per le storie dove non vincono solo i buoni.

Fabio Terrani Zucca

40 comics sbam!

ateusz Bernat è nato a Łuków, in Polonia, il 27 febbraio del 1988. Cerca di vivere la sua passione creativa negli studi, prima al- Mle superiori, poi all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Oggi collabora con piccoli editori per la realizzazione di libri illustrati di pros- sima pubblicazione. Contemporaneamente all’illustrazione, non abbandona il suo gran- de amore per i fumetti, e – come molti esor- dienti – cammina sul sottile confine che se- para le due espressioni creative, cercando di estrarne uno stile personale.

SITO WEB http://conflict-on-earth.blogspot.com/

Mateusz Bernat Basta!

45

comics sbam!

ato a Chiaravalle (AN) il 30 marzo 1977 é da sempre appassionato di fumetti ed illustrazione. Si avvici- na nel 2000 al mondo della grafica pubblicitaria,N mentre termina gli studi all’Ac- cademia di Belle Arti di Macerata. Collabora con diversi studi grafici marchigiani in qualitá di grafico e web designer, coltivando paralle- lamente il suo interesse per il disegno e la fo- tografia. Dal 2007 collabora come illustratore freelance per giochi di ruolo lavorando per Ro- se & Poison e Stratelibri. Dal 2008 inizia a la- vorare nel mondo dell’animazione come colo- rista di background per Stranemani e Rainbow. Tuttora lavora come freelance per i progetti più disparati.

SITI WEB www.flavionaspetti.it http://conflict-on-earth.blogspot.com/

Flavio Naspetti Bellissima

50 comics sbam!

ato 44 anni fa in quel di Sesto San Giovanni (MI), per Andrea Cugini il soprannome “Kugio” è stato auto- matico, fin dalle scuole superiori. Da ormaiN diversi anni fa il grafico, e dal 1988 inse- gna disegno presso la Scuola Grafica Salesiana di Milano. Per non farsi mancare nulla, com- pie diverse incursioni nel campo della comuni- cazione visiva, dell’illustrazione e del fumetto umoristico. Il protagonista delle sue strip è proprio il suo alter ego Kugio, nato 10 anni fa quasi per caso, per divertire amici, parenti e conoscenti. Oggi vive le sue avventure con l’inseparabile renna Gina, su strip e perfino su calendari (!). A quel- li che in questi anni gli hanno chiesto “perché proprio una renna?” lui ha sempre risposto “Perché no?”. Altro non ci è dato sapere.

Andrea Cugini Kugio & Gina

55 www.sbamcomics.it