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Rivista aperiodica di informazione culturale Anno II - Numero 6 - Maggio 2013 ISSN 2279-7106 Copia digitale gratuita 6 Speciale Dylan Dog Interviste Massimo Lugli Marco Bianchini Barbara Baraldi Claudio Vergnani Mauro Saracino Racconti Stefano Pastor Giuseppe Agnoletti Fumetto Focus Concorsi Napolitano e Guardascione Premio John W. Polidori Dylan Dog è un personaggio di Tiziano Sclavi - Copyright Sergio Bonelli Editore e Copertina di Marco Bianchini e Copertina di Marco Sergio Bonelli Editore - Copyright di Tiziano Sclavi è un personaggio Dylan Dog Editoria. Istruzioni per l’uso Autore: Laura Platamone Prezzo: € 13,00 Pagine: 166 Copertina: Brossura ISBN: 978-88-907259-8-2 Scimmiette di Mare Project Kill Your Writer Autori Vari Prezzo: € 10,00 Pagine: 162 Copertina: Brossura ISBN: 978-88-907259-2-0 QUESTO LIBRO È STATO Per saperne di più vai su http://scimmiettedimareproject.wordpress.com/ Editoriale La rivista di Nero Cafè di Laura Platamone Knife è la pubblicazione aperiodica di informazio- ne culturale dell’Associa- zione culturale Nero Cafè. Innamorata Laura Platmone Anno II Numero 6 Maggio 2013 ISSN 2279-7106 di Dylan Dog La redazione Il titolo di quest’editoriale parla chiaro. Io di Dylan Dog sono stata innamorata. Marco Battaglia Come un’adolescente può esserlo di quel ragazzo bello e tenebroso che una volta Daniele Picciuti Laura Platamone al mese incontra sempre al solito posto. E per me il solito posto era l’edicola sotto Luigi Bonaro casa. Affatto romantico, forse, ma lo stesso io mi avvicinavo circospetta, col cuore Biancamaria Massaro in gola, ogni volta che in vetrina arrivava il mio “amore”. Poi lasciavo scivolare sul Armando Rotondi Gianluca Santini bancone un gruzzoletto di monete tintinnanti – sottratte, con fare furtivo, al muc- Mauro Saracino chio che mio padre era solito lasciare ogni sera sul comò di casa – e mi conquistavo Mirko Giacchetti una nuova avventura con lui. Correvo a casa e mi chiudevo in camera, mentre mia Cristian Fabbi Roberto Bommarito madre mi urlava dietro che dovevo smetterla di spendere soldi per quei fumetti da Stefano Riccesi psicopatici. Io non l’ascoltavo, ero già nel mio mondo, già tra le sue braccia. Penom- bra, e via, a immergermi in quelle storie che parlavano, sì, di mostri terribili – fin troppo spesso umani – ma anche di sentimenti, tanti sentimenti. Odio, rabbia, amo- Immagine di re. Dylan è uno spaccato della realtà, condito di fantastico. Ma, pensandoci bene, copertina l’horror fa sempre da contorno a una terribile verità. Una verità reale. E lui per me Marco Bianchini era reale. O non avrei potuto amarlo. Il bisogno di lui era così pressante che a un certo punto me lo sono dipinto sul muro. Un bel Dylan a grandezza naturale che Dylan Dog è vegliava sul mio letto. Non poteva finirci dentro ma, d’altronde, ero troppo piccola un personaggio di Tiziano Sclavi per amarlo in maniera carnale. E poi lui, di donne, in maniera carnale, ne amava fin Copyright troppe! Le mie rivali, un sacco di donne che passavano come meteore nella sua vita Sergio Bonelli Editore ma riuscivano ad avere da lui quello che io invece non avrei avuto mai. Un’ora, una notte, un bacio e una memorabile avventura ai confini dell’ordinario. Semmai fossi Progetto grafico riuscita a bussare a quella porta, in Craven Road, ero certa che anche io… e impaginazione Poi, però, son cresciuta. Ho cambiato casa e il muro della mia vecchia stanza, dal quale Dylan mi dava ogni sera la buonanotte, è finito nei ricordi. Ricordi che come Laura Platamone quel muro hanno iniziato a scrostarsi, lasciando pallide venature di sé in un “intor- no” del tutto diverso. Ho smesso di comprare Dylan, mi sono innamorata di ragazzi in carne e ossa che non avevano un briciolo del suo “sapore” e la vita è andata avan- ti senza di lui. Eppure se ami davvero qualcuno, quello non va mai via completamen- te. Certo, nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta ho saputo “razionalizzare” Associazione il sentimento della ragazzina e trasformarlo in una passione da grandi. E forse mi Culturale Nero Cafè sono innamorata dell’uomo che oggi amo quando ho aperto il mobile del suo sog- Via Acqualagna, 95 giorno e ci ho visto dentro una collezione più vasta della mia. Forse ho capito che 00132 Roma volevo vivere con lui quando l’ho visto girare per casa con le ciabatte di Dylan Dog. Insomma Dylan è stato il mio primo amore e di certo ha tracciato la strada che mi http://nerocafe.net [email protected] ha avvicinata al mondo dell’horror, nel quale, oggi, sguazzo allegra. Gli devo molto, quindi, e questo numero di Knife è un omaggio, a lui e al suo personaggio, che può in parte saldare il debito. Ma un debito concesso in emozioni non può pagarsi solo con carta. Allora io le mie emozioni qui dentro ce le ho messe. Scegliendo articoli, rubriche, personaggi, storie, che potessero mostrarlo agli occhi del mondo come per anni si è presentato ai miei. Leggete quindi. E innamoratevi. 3 Sommario Anno II - Numero 6 - Maggio 2013 Editoriale Il sipario strappato 3 Innamorata di Dylan Dog 24 Dylan Dog. Coreografia per un incubo di Laura Platamone di Armando Rotondi Tagli di nera 5 Serial Killer Sognatori eternamente insoddisfatti? Fine Speciale di Biancamaria Massaro Racconto 6 Otis Fumetto di Stefano Pastor 25 Polvere di Alessandro Napolitano e Roberta Guardascione The Interpreter 9 Seal Team 666 La terra delle ombre di Mauro Saracino 37 Twin Peaks Il sogno o l’arte di risolvere un caso Black Mind di Stefano Riccesi 10 Spiacenti, ma la notizia non è più fresca Intervista con Massimo Lugli Racconto di Mirko Giacchetti 39 L’amico di Giuseppe Agnoletti Bianco e nero 13 Charlie Chan, l’anomalia cinese L’interrogatorio di Cristian Fabbi 40 Mauro Saracino per Dunwich Edizioni di Laura Platamone Alter Ego 42 Vergy di Biancamaria Massaro La domanda sbagliata Speciale Dylan Dog di Daniele Picciuti e Claudio Vergnani Almanacco del crepuscolo 44 Gli ossari Intervista L’incubo della morte ci guarda in faccia 16 Marco Bianchini di Roberto Bommarito di Daniele Picciuti The News Killer Radiografie in nero 46 di Mirko Giacchetti 19 L’antagonista logico di Sherlock Holmes di Luigi Bonaro Profondo Nero 20 Dellamorte Dellamore di Gianluca Santini Intervista 22 Barbara Baraldi incontra Dylan Dog di Daniele Picciuti 4 sognatoriSerial eternamente Killer insoddisfatti? di Biancamaria Massaro L’articolo ha un titolo volutamente provocatorio, lo am- metto. Giudicate solo a fine lettura quanto corrisponda al vero. Alzi la mano chi non ha mai immaginato di uccidere l’ul- tra severa − per non dire altro − prof di matematica, un vicino maleducato o l’automobilista arrogante che pre- tende di avere la precedenza su tutto e tutti. I raccapric- cianti e ingegnosi metodi in cui abbiamo progettato di portare a termine gli omicidi farebbero concorrenza a distinzione tra realtà e immaginazione. Poi cresciamo e quelli visti in film come Saw, la serie completa, e simili. smettiamo di credere a Babbo Natale. Comprendiamo Dopo ci siamo sentiti meglio, sollevati, e tutto è finito lì. quando una “storia” è la narrazione di un evento acca- Abbiamo perfino sorriso alla prof, salutato con educa- duto veramente o è stata inventata. Impariamo a distin- zione il vicino e resistito alla tentazione di sfondare la guere ciò che è lecito ideare e mettere in pratica e quello macchina e il cranio − non necessariamente in quest’or- che si deve solo pensare. dine − dell’automobilista. Quel che è certo è che non smettiamo mai di fantastica- Se per la Chiesa dovremmo chiedere perdono a Dio per re, di sognare a occhi aperti. È un’attività che ci permet- i nostri pensieri “impuri e malvagi”, la psicoanalisi ha te di sfogare senza conseguenze quell’attimo di rabbia/ dimostrato quanto le fantasie, soprattutto quelle di cui odio incontrollabile che ci ricorda che siamo pur sempre ci vergogneremmo a parlare, siano fondamentali per animali che difendono a ogni costo il proprio territorio, andare avanti nella vita di ogni giorno e vivere come non solo fisico. Ha anche una fondamentale funzione tra persone civili. Fantasticare è parte di noi, iniziamo a compensatoria. Nella nostra mente possiamo immagi- farlo fin da bambini. Anzi, più si è piccoli e meno esiste nare di essere ciò che non saremo mai nella realtà: star 5 mondiali, grandi amatori, invincibili guerrieri, calciatori di serie A… ognuno continui l’elenco con la “propria” fantasia. Le fantasie − anche quelle più perverse e violente, quan- do non sono le uniche che affollano il nostro mondo Racconto immaginario − fanno parte di noi, non dobbiamo repri- merle. Sono visualizzazioni mentali dei nostri desideri e paure di cui, a differenza di come accade per i sogni not- turni, siamo coscienti e possiamo controllare. Soprattut- to, è necessario ripeterlo, siamo consapevoli che non tutte possono essere trasformate in realtà. Nel serial killer la consapevolezza che esista una sepa- razione netta tra il mondo immaginario – unico rifugio e consolazione di un’infanzia piena di abusi sessuali, fisici e psicologici − e quello reale diventa sempre più labile, fino a scomparire del tutto: ciò che è visualizzabile e gratificante nel primo è considerato lecito metterlo in atto nel secondo. Come un bambino, non distingue più i due mondi e passa dall’uno all’altro senza difficoltà. O ri- Otis di Stefano Pastor morso. Quando un bambino, con il pugno destro alzato, grida “Più veloce della luce!”, non recita: è davvero Su- perman e può volare come ha immaginato. Il serial killer allo stesso modo può pedinare la sua preda e catturarla. Vedere la sua vittima − “sua” perché da quel momento acquista su di lei il diritto di vita e di morte, il controllo totale − sentirla urlare di dolore o per chiedergli pietà, toccare la sua pelle e le ferite che le infligge, odorarne il sangue, in alcuni casi perfino “assaggiarla”… sono tutte sensazioni che, solo fantasticate, non avevano la stessa intensità.