Del 1581 E La Pazzia Senese Del “Corrir Pagli, E Trovar L'enventione”

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Del 1581 E La Pazzia Senese Del “Corrir Pagli, E Trovar L'enventione” ACCADEMIA DEI ROZZI Anno XVII - N. 33 Le “Belle e nobili Feste” del 1581 e la pazzia senese del “corrir pagli, e trovar l’enventione” di ALBERTO FIORINI Impresa degli Insipidi, congrega popolare nata nel 1546 e poi DOMENICO TREGIANI (Desioso Insipido), “Trionfi della Pazzia unitasi con quella dei Rozzi nel 1622. Ebbe per emblema una (...) rappresentati in Siena nelle feste del Carnovale”, BCS, R VII banderuola giravento, mossa da quattro venti, e per motto: 42. “Secondo il tempo travagliando volto”. BCS, ms A V 19, c. 479. Appartenne alla congrega il Desioso Insipido (al secolo Do- menico Tregiani), che nel 1581 esaltò per conto della Con- trada del Lionfante la Pazzia, cagione del corrir pagli, e trovar l’inventione durante le feste di Contrada. Introduzione ganti ed a spettacoli straordinari e bizzarri. Si può ben dire che, in quegli anni, nello Negli ultimi decenni del Cinquecento si spettacolo, nella mostra e nell’apparato di ebbero in Siena giostre, tornei, cacce, corse feste Siena toccò dimensioni che solamente di ogni genere, feste in maschera, balli e la Firenze del Buontalenti riuscì a superare. canti. L’estro degli accademici (dagli Insipidi Anche le Contrade si distinsero per il ai Rozzi) e la vivacità dei giovani scolari dello grande entusiasmo e per l’immaginosa fan- Studio senese dettero vita, con l’apporto tasia con cui sapevano realizzare capricciose sempre importante dell’iniziativa popolare, e fantastiche inventioni per apparire in pub- a manifestazioni e cerimonie davvero strava- blico. Per le Contrade era divenuto di moda 3 presentarsi alle feste, tanto private che pub- parte di un rappresentante della Contrada bliche, con trovate sempre diverse, audaci, che riceveva la visita. Dopo l’alzata i due al- bizzarre e di facile effetto. Ogni Contrada fieri si scambiavano la bandiera in segno di creava apparati, frutto di una formula ibrida amicizia e di rispetto; e solo allora la com- tra il corteo mitologico e la rappresentazione parsa poteva fare il suo ingresso nel rione. teatrale, dove - su carri allegorici - si recita- All’epoca, le schiere partecipanti al palio vano composizioni poetico-musicali, pubbli- rionale (e più tardi alle manifestazioni in cate a stampa e distribuite anche al pubblico. piazza del Campo) si presentavano con ca- Alcuni di questi vecchi foglietti (prototipi dei pitani, tenenti, alfieri ed uno stuolo di con- sonetti che ancor oggi le Contrade usano di- tradaioli paludati da dèi e semidei, scortando stribuire per la vittoria del Palio o in occa- carri trionfali e le cavalcature in gualdrappa. sione delle feste patronali) sono pervenuti Il corteo non era solo un abbellimento della sino a noi. Contengono liriche cordiali, festa, ma era parte integrante dello spetta- espansive, ansiose di piacere altrui, e perciò colo. ricche di espressioni galanti e di propositi ce- I carri (da rozze macchine a forma d’ani- lebrativi. Il loro stile letterario è manierato ed male per la difesa e per il combattimento artificioso, ma la veste esteriore del discorso contro i tori) erano stati trasformati in palco- non ne sminuisce il fascino. In un connubio scenici semoventi per rappresentare apparati spregiudicato di scenografia e di poesia, che allegorico-mitologici ed erano fatti sfilare evoca tutto un mondo di fantasmi e di sogno scortati da numerosi personaggi in costume. attraverso la rappresentazione di storie mito- Erano attrezzati per sceneggiare frivole trame logiche e di fiabe, in questi componimenti si tratte dalla mitologia greco-romana o da temi esaltano la leggiadria delle donne senesi, il va- alchemici. Le principali figure stavano sui lore dei destrieri e dei fantini, l’ospitalità della carri, ma a piedi o a cavallo seguivano gli altri Contrada che aveva indetto la festa e persino personaggi paludati con costumi mitologici, quella pazzia tutta senese, cagione del corrir di foggia greca o romana, secondo la scena pagli, e trovar l’enventione. che ogni comparsa intendeva rappresentare. Durante la sfilata persino la cavalcatura era In questo genere di competizioni, sia che mascherata, ornata con nastri e dipinta con i il palio si corresse con somari, con cavalli o colori della Contrada. Su di essa stava il fan- con bufale il rituale che precedeva la gara si tino o putto, un buttero travestito da eroe an- svolgeva con criteri, alcuni dei quali entre- tico o da semidio. L’animale - se si trattava ranno a far parte delle modalità di svolgi- di bufale o di recalcitranti asini - era scortato mento delle carriere “alla tonda”. da una mezza dozzina, o più, di pungolatori o pugillatori in divisa, armati di bastoncelli Il giorno destinato allo spettacolo, al mo- dalla punta in ferro detti pugnaroni, che ser- mento convenuto, le schiere si recavano a vivano per stimolarlo a correre. Infatti, l’al- bandiere spiegate nella Contrada che aveva legoria ideata da ciascuna comparsa, o indetto la festa. Si fermavano alle cosiddette “inventione”, doveva avere il suo epilogo con “porte” del rione in attesa di un cenno di la carriera della bufala, il cui conduttore rap- permesso prima di accedere al cuore del ter- presentava la figura principale: solitamente ritorio, così come si usa fare ancor oggi una Virtù, o qualità, per la quale e con l’aiuto suo quando le comparse, durante il giro, si pre- si possa meritamente conseguir il Palio; o vero sentano alle consorelle da visitare. Il cenno qualche Vizio, o parte contraria al doverlo meri- era fatto con un’alzata, cioè con il lancio tare, et ottenere che di poi si fingerà esser discac- della bandiera sia da parte di un alfiere della ciato da chi lo conduce: tutto ciò ad arbitrio della Contrada che rendeva le onoranze, sia da Contrada1. Si reputava pure convenevole che 1 B. BULGARINI, “Bozza per le Feste della Nobil Con- Rozzi in diverse occasioni”, AAR, filza 130, inserto 1 trada dell’Istrice per il giorno della Madonna del 2 Luglio (231). 4 prossimo”, in: “Feste pubbliche date dall’Accademia dei l’inventioni avessero qualche allusione o alla più bella, quella che vantando attributi di su- Contrada che corre, o a quella che fa correre, o al periorità e di distinzione rispetto alle altre corso stesso, cioè al motivo per il quale era per la leggiadria dei costumi, l’armonia e la stata indetta la festa2. compostezza dei suoi membri e la bravura L’inventione era la trovata per stupire il del suo alfiere, meritava la palma della più pubblico, il travestimento della comparsa, bella, il “primato di eleganza”, cioè il masga- l’ideazione tradotta in realtà di un progetto lano: un premio che era anche un ambito ri- originale, fantasioso e sempre nuovo, che do- conoscimento. veva di norma ispirarsi al motivo per cui era I premi consistevano quasi sempre in ar- indetta la festa, all’insegna della Contrada tistici oggetti di argento, di valore netta- partecipante o a quella della Contrada festeg- mente inferiore al palio, con buone giata. L’insieme doveva rispondere a deter- decorazioni a sbalzo e raffigurazioni di sog- minati canoni fissati dalla Contrada getto mitologico o cortese, ispirate a temi organizzatrice in un cartello d’invito, ma il cari alla Contrada offerente. Nei ricordi pa- soggetto e la coreografia erano scelti da cia- lieschi si trovano offerti baccini o bacili (piatti scuna Contrada partecipante secondo il pro- di una certa dimensione, recipienti rotondi prio gusto. Lo scopo dichiarato era di destare e bassi, dalle pareti inclinate e svasate o dai l’ammirazione del pubblico e, soprattutto, di bordi rovesciati), guantiere (vassoi, eleganti convincere i Giudici della Festa. Infatti, l’ori- piatti o scatole, in cui si usava deporre i ginalità e la pompa venivano premiate - e ciò guanti), mescirobba (brocche o bricchi con costituiva il 1° premio o dell’inventione -, così beccuccio per preparare bevande calde), tazze come l’abilità dell’alfiere e la bellezza d’in- e nappi (cioè vasi preziosi, cesellati, usati per sieme della comparsa, cui veniva ricono- abluzioni)... sciuto il 2° premio o masgalano. Talvolta il Durante l’intera manifestazione il premio premio era unico. Altre volte, in aggiunta alle o i premi (e naturalmente il palio) erano premiazioni spettanti alle comparse, erano esposti alla vista del pubblico in cima a lun- conferiti per sorteggio borse di denaro per il ghe antenne, dette mazze o aste, con attaccata riscatto di contradaioli detenuti in carcere una banderuola o drappelloncino dipinto con per debiti civili oppure doti maritali a giovi- l’immagine del Santo Patrono e con le armi nette meritevoli e bisognose, scelte dalla dei nobili protettori, che avevano patroci- Contrada di appartenenza. nato e sovvenzionato la festa offrendo palio Dei due premi è restato famoso il nome, e premi3. che, di solito, veniva dato al secondo: il ma- Al momento di dare inizio alla sfilata, ve- sgalano. Masgalano è un termine arcaico niva chiesta licenza di partecipazione ai Giu- d’origine spagnola; si trova riportato solo in dici della Festa. Per principio d’allegrezza e per alcuni dizionari della lingua italiana ed è in- segno d’ammissione veniva sparata una bom- dicato come sostantivo con il significato di barda e la manifestazione aveva inizio. Le co- “primato di eleganza”. Nasce dall’unione del- mitive si presentavano alla festa giocando di l’avverbio spagnolo mas (= “più”) con l’ag- bandiera, mimando fantasiosi protagonisti di gettivo galano, che in spagnolo significa favole mitologiche, declamando o cantando “bello”, “leggiadro”, “di buon gusto”, “ele- cavalleresche composizioni. Ogni Contrada gante”. Mas galana era dunque la comparsa si presentava dinanzi ai Giudici della Festa 2 BRUCO, Contrada del, Lettera ai Giudici della festa sovrastante un drappo di seta (pallium) dipinto con della Lupa del 16 agosto 1599, sta in: “Compositioni in l’immagine della Madonna di Provenzano o dell’As- Prosa et Versi etc.”, BCS, C X 3, cc.
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