SETTORE COMPLESSO AMBIENTE E PATRIMONIO

Autorizzazione

Raccolta generale n. 2369 del 20-12-2019

Oggetto: DETERMINAZIONE DI CONCLUSIONE POSITIVA DELLA CONFERENZA DI SERVIZI DECISORIA EX ART.14 COMMA 2 L. 241/1990 - IN FORMA SIMULTANEA E IN MODALITÀ SINCRONA. RIESAME DELL'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE RILASCIATA ALLA SOCIETÀ GRANAROLO S.P.A., CON SEDE LEGALE IN COMUNE DI BOLOGNA - VIA CADRIANO N. 27/2 E SEDE PRODUTTIVA IN COMUNE DI USMATE VELATE (MB) - VIA SAN GIOVANNI BOSCO N. 37/39, AI SENSI DEL D.LGS. 152/06 E S.M.I., PER L'ESERCIZIO DELL'ATTIVITÀ DI CUI AL PUNTO 6.4 C) DELL'ALLEGATO VIII ALLA PARTE II DEL DECRETO MEDESIMO

IL DIRETTORE Visti:

· la Legge 07/08/1990 n. 241 e s.m.i.;

· il D.Lgs. 18/08/2000 n. 267 ed in particolare l’art. 107;

· la L.R. 12/12/2003 n. 26 e s.m.i.;

· il D.lgs. 03/04/2006 n. 152 e s.m.i.;

· la L.R. 11/12/2006 n. 24 e s.m.i.;

· la L.R. 1/02/2012 n. 1;

· il D.lgs. 14/03/2013 n. 33 ed in particolare l’art. 23;

· il D.lgs. 4/03/2014 n. 46;

· il D.M. n. 272 del 13/11/2014; Richiamati:

· la Circolare Regionale Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile del 4/08/2014 n. 6;

· la D.G.R. Regione Lombardia 20/06/2008 n. 8/7492;

· la D.G.R. Regione Lombardia 30/12/2008 n. 8/8831;

· la D.G.R. Regione Lombardia 2/02/2012 n. IX/2970;

· la D.G.R. Regione Lombardia 28/12/2012 n. 4626;

· la D.G.R. Regione Lombardia 18/04/2016 n. 5065; 1/6 · l’art. 9 del Regolamento provinciale sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi, approvato con Deliberazione della Giunta provinciale n. 62 del 31.3.2010 e s.m.i.;

· lo Statuto della Provincia di Monza e della Brianza, Ente territoriale di area vasta, approvato con Delibera n. 1 del 30/12/2014 dall'Assemblea dei Sindaci MB, in particolare gli artt. 35 e 37 in materia di Funzioni Dirigenziali;

· il Decreto Deliberativo Presidenziale della Provincia di Monza e Brianza n. 117 del 11/10/2018;

· il Decreto del Presidente della Provincia di Monza e della Brianza n. 19 del 18.09.2018, di incarico di Direttore del Settore Ambiente e Patrimonio, all'Arch. Danilo Bettoni, aggiornato con Decreto Presidenziale n. 10 del 28/02/2019;

Premesso che:

· la Società Granarolo S.p.A. (C.F. 01660360601 e P.I. 04119190371 – n. REA BO 341290) - con sede legale in Comune di Bologna, Via Cadriano 27/2 e sede produttiva in Comune di Usmate Velate (MB), via San Giovanni Bosco n. 37/39, è destinataria dei provvedimenti rilasciati dalla Provincia di Monza e della Brianza di seguito indicati:

o Disposizione Dirigenziale R.G. n. 3740/2012 del 19/12/2012 avente ad oggetto “Rinnovo con modifiche non sostanziali dell'Autorizzazione Integrata Ambientale n. 10878 del 01/10/2007 rilasciata dalla Regione Lombardia relativamente alla Società LATTICINI ITALIA S.r.l. P.I./C.F. 03138581206 (ex LAT BRI) sede produttiva di Usmate Velate (MB), Via S. Giovanni Bosco 37/39 - con sede Legale a Bologna – Via Cadriano, 27/2 ai sensi del d.lgs. 152/06 e s.m.i., per l'attività di cui al punto 6.4c dell'allegato VIII alla parte II del decreto medesimo”;

o Disposizione Dirigenziale R.G. n. 622/2015 del 15/04/2015 avente ad oggetto “Voltura a favore della Società Granarolo S.p.a. con sede legale in via Cadriano 27/2, Bologna dell’Autorizzazione Integrata Ambientale R.G. n. 3740/2012 del 19/12/2012 rilasciata dalla Provincia di Monza e Brianza, ai sensi del D.lgs. 152/06 modificato con D.lgs. 46/2014, relativamente all’impianto sito in Usmate Velate (MB) in via San Giovanni Bosco n. 37/39 - D.lgs. 152/06 e s.m.i.”;

· con istanza presentata alla Provincia di Monza e della Brianza in data 30.11.2017 con Pec prot. n. 42263, la Società Granarolo S.p.A. ha richiesto il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Disposizione Dirigenziale R.G. n. 3740/2012 del 19/12/2012 e s.m.i.;

· con istanza presentata alla Provincia di Monza e della Brianza in data 1.12.2017 con Pec prot. n. 42479, la Società Granarolo S.p.A. ha richiesto la modifica non sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Disposizione Dirigenziale R.G. n. 3740/2012 del 19/12/2012 e s.m.i.;

· con note acquisite agli atti provinciali con Pec prot. n. 36702 del 25.09.2018 e con Pec Prot. n. 37876, 37900, 37908, 37911, 37919, 37953, 37970, 37971 del 4/10/2018 la Società Granarolo S.p.A. ha trasmesso documentazione integrativa a completamento di quanto già trasmesso nelle istanze su richiamate;

· con nota acquisita agli atti provinciali con Pec prot. n. 47375 del 12/12/2018 la Società Granarolo S.p.a. ha trasmesso ulteriore documentazione integrativa a completamento di quanto già trasmesso;

· con lettera Prot. n. 7642 del 21/02/2019 la Provincia di Monza e della Brianza:

o ha comunicato l’avvio del procedimento finalizzato al rilascio del riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale richiesta dalla Società Granarolo S.p.A. per lo stabilimento di Usmate Velate (MB); o ha indetto, come previsto dal comma 5 dell’art 29 quater del D.Lgs.152/2006 s.m.i., la Conferenza di Servizi per il giorno 14/03/2019 ai sensi dell’art. 14, c.2, legge n. 241/1990 e

2/6 s.m.i., da effettuarsi in forma simultanea ed in modalità sincrona ex art. 14-ter, legge n. 241/1990 s.m.i.;

· come risulta dal verbale della Conferenza di Servizi del 14/03/2019 che è stato redatto in pari data (Allegato 1 alla presente autorizzazione), i lavori si concludono con “il parere favorevole dei Vigili del Fuoco e la richiesta di integrazioni/osservazioni (...). Alla luce delle risultanze dei lavori, l’Autorità Competente chiede alla Società di produrre le delucidazioni e/o le integrazioni all’istanza, utili a completare e/o emendare la proposta di Allegato Tecnico. In conformità alle indicazioni dell’articolo 29-quater, c. 8 del D.lgs. 152/2006, è assegnato alla Società un termine fino a 90 giorni per produrre la documentazione necessaria allo scopo. Sino al ricevimento della predetta documentazione, resta sospeso il termine per la conclusione della Conferenza di Servizi (art. 14-ter della Legge n. 241/1990) e del procedimento. La Società avrà cura di trasmettere la documentazione sia alla Provincia (l’Autorità Competente), sia agli altri Enti interessati al procedimento. La Società dovrà presentare la documentazione necessaria entro il giorno 14 giugno 2019. Sarà cura della Provincia di Monza e Brianza aggiornare i lavori della Conferenza di Servizi, per il prosieguo del procedimento in corso”;

· con nota acquisita agli atti provinciali con Pec Prot. n. 14697 del 8/04/2019 ATS della Brianza ha chiesto alla Società Granarolo S.p.A. documentazione integrativa in merito all’istanza in oggetto;

· con nota acquisita agli atti provinciali in data 30/05/2019 con Pec Prot. n. 21437 la Società Granarolo S.p.A. ha richiesto una proroga di 28 giorni per la presentazione della documentazione integrativa richiesta in sede di Conferenza di Servizi del 14/03/2019;

· con note acquisite agli atti provinciali in data 11/07/2019 con Pec Prot. n. 28245, 28246, 28247, 28248, 28249, 28250, 28251, 28253, 28254, 28256, 28258, 28261, 28263, 28265 la Società Granarolo S.p.A. ha trasmesso la documentazione integrativa richiesta in sede di Conferenza di Servizi del 14/03/2019;

· con lettera Prot. n. 32573 del 6/08/2019, la Provincia di Monza e della Brianza ha indetto e convocato la seconda seduta della Conferenza di Servizi per il giorno 12/09/2019;

· come risulta dal verbale della suddetta Conferenza di Servizi che è stato redatto in pari data (Allegato 2 alla presente autorizzazione), “(...) la Conferenza dà atto della conclusione positiva dei lavori, ai sensi e per gli effetti degli artt. 14-ter e 14-quater della Legge n. 241/1990 e s.m.i., inerente la domanda di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) che è stata presentata dalla società GRANAROLO S.p.A. per l’insediamento produttivo che è ubicato in comune di Comune di Usmate Velate (MB) - via San Giovanni Bosco n. 37/39. Una volta pervenuta la nota del Gestore del Servizio idrico integrato BRIANZACQUE S.r.l., la Provincia (l’Autorità Competente) assumerà il provvedimento finale sull’istanza di autorizzazione in questione”;

· con nota acquisita agli atti provinciali in data 7/10/2019 con Pec Prot. n. 40670 Brianzacque S.r.l. ha trasmesso parere tecnico favorevole con prescrizioni in merito all’istanza in oggetto;

· con nota acquisita agli atti della Provincia di Monza e della Brianza in data 7/10/2019 con Pec Prot. n. 40671 ARPA Lombardia ha trasmesso la proposta finale di Allegato Tecnico rivisitato alla luce di quanto è emerso nel corso della Conferenza di Servizi su richiamata;

· con lettera Prot. n. 51204 del 10/12/2019 la Provincia di Monza e Brianza ha richiesto alla Società Granarolo S.p.A. l’assolvimento dell’imposta di bollo in merito al presente provvedimento;

· con nota acquisita agli atti della Provincia di Monza e della Brianza in data 12.12.2019 con Pec Prot. n. 51204 la Società Granarolo S.p.A. ha provveduto all’assolvimento dell’imposta di bollo;

Considerato che:

· l’istruttoria tecnico-amministrativa si è conclusa con esito favorevole al rilascio del riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’impianto indicato nelle premesse, in conformità alle condizioni e prescrizioni che sono riportate nell’Allegato Tecnico, parte integrante e sostanziale del

3/6 presente provvedimento;

· nell’allegato tecnico, quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, sono state individuate le migliori tecniche disponibili (BAT) per il punto 6.4 c) dell’allegato VIII alla parte II del D.lgs. 152/06 e s.m.i.;

· la ditta è in possesso di Certificato UNI EN ISO 14001:2015 (data scadenza 11/03/2022);

· l’imposta di bollo risulta essere stata assolta dall’istante;

· la ditta ha provveduto al pagamento degli oneri istruttori relativi all’istanza in oggetto;

· il presente provvedimento è privo di riflessi finanziari di spesa; Ritenuto di rilasciare alla Società Granarolo S.p.A. con sede legale in Comune di Bologna, Via Cadriano 27/2 il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Disposizione Dirigenziale R.G. n. 3740/2012 del 19/12/2012 dalla Provincia di Monza e della Brianza e s.m.i., per l’insediamento sito in Comune di Usmate Velate (MB), via San Giovanni Bosco n. 37/39, ai sensi del D.lgs. 152/06 e s.m.i., per l'attività di cui al punto 6.4 c) dell'allegato VIII alla parte II del decreto medesimo; Ritenuta la regolarità della procedura seguita e la rispondenza degli atti alle norme citate; Tutto ciò premesso, in qualità di Autorità competente; ADOTTA la DETERMINAZIONE DI CONCLUSIONE POSITIVA della Conferenza di Servizi ex art.14-quater, legge n. 241/1990, in forma simultanea e modalità sincrona, come sopra indetta e svolta, inerente la domanda di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che è stata presentata dalla Società GRANAROLO S.p.A. (C.F. 01660360601 e P.I. 04119190371 - n. REA BO 341290), con sede legale in Comune di Bologna, Via Cadriano 27/2 e sede produttiva in Comune di Usmate Velate (MB), via San Giovanni Bosco n. 37/39; in esito alla suddetta determinazione AUTORIZZA il riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con Disposizione Dirigenziale R.G. n. 3740/2012 del 19/12/2012 dalla Provincia di Monza e della Brianza e s.m.i., alla Società GRANAROLO S.p.A. (C.F. 01660360601 e P.I. 04119190371 – n. REA BO 341290), con sede legale in Comune di Bologna, Via Cadriano 27/2 e sede produttiva in Comune di Usmate Velate (MB), via San Giovanni Bosco n. 37/39, ai sensi del D.lgs. 152/06, modificato con D.lgs. 46/2014, per l'attività di cui al punto 6.4 c) dell'allegato VIII alla parte II del decreto medesimo, alle condizioni specificate nell'Allegato Tecnico e relative planimetrie, allegati, quali parti integranti e sostanziali del presente provvedimento, nonché alle sotto indicate condizioni e prescrizioni:

1. il presente provvedimento sostituisce ad ogni effetto ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale previsti dalle disposizioni di legge e dalle relative norme di attuazione, fatta la normativa emanata in materia di controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose D.lgs. 334/99 e s.m.i., nonché le autorizzazioni ambientali non sostituite dall’Autorizzazione Integrata Ambientale stessa;

2. ai sensi dell’art. 29-octies, comma 3, lettera a, del D.lgs. 152/06, il riesame con valenza, anche in termini tariffari, di rinnovo dell’autorizzazione è disposto sull’installazione del suo complesso entro 4 anni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all’attività principale di installazione e, come disposto dal successivo comma 7, su istanza di riesame presentata dal Gestore della stessa;

3. l’efficacia della presente autorizzazione decorre dalla data di notifica della stessa alla ditta interessata;

4. l’impianto in oggetto deve essere adeguato alle prescrizioni contenute nell’allegato tecnico, come 4/6 dettagliato nello stesso, nonché alle planimetrie, quali parti integranti e sostanziali del presente provvedimento;

5. il gestore deve essere in possesso di tutti i titoli abilitativi atti a poter operare nel rispetto delle norme vigenti;

6. sono fatte salve le competenze in materia edilizia del Comune di Usmate Velate;

7. il presente provvedimento attraverso l’allegato tecnico riporta altresì valori limite e prescrizioni, stabiliti con provvedimenti emanati dalle autorità competenti, che dovranno essere rispettati fino ad avvenuto adeguamento dell’impianto ai nuovi valori limite e alle nuove prescrizioni stabilite nell’allegato medesimo;

8. in fase di realizzazione ed esercizio le varianti progettuali finalizzate a modifiche operative e/o gestionali anche migliorative siano comunicate all’ente preposto al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che definirà la sostanzialità o meno delle stesse;

9. la presente autorizzazione sarà oggetto di verifica ai sensi dell’art. 29 – decies del D.lgs. 152/06, modificato con D.lgs. 46/2014;

10. la presente Autorizzazione Integrata Ambientale è soggetta a riesame periodico, con valenza di rinnovo, secondo le tempistiche di cui al comma 3 dell’art. 29-octies del D.lgs. 152/06 e s.m.i.;

11. considerato che l’azienda è in possesso di Certificato UNI EN ISO 14001 (registrata ai sensi del regolamento CE n. 1221/2009) il termine di validità della presente autorizzazione è definito dal comma 9 dell’art. 29-octies del D.lgs. 152/06;

12. in caso di revoca o decadenza della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001, la ditta dovrà provvedere entro trenta giorni a produrre nuova certificazione ambientale, diversamente la validità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sarà definita dal comma 3 dell’art. 29- octies del d.lgs. 152/06 e s.m.i.;

13. si ricordano gli obblighi previsti dagli artt. 29 sexies comma 3 bis e 6 bis del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;

14. qualora l’attività rientri tra quelle elencate nella tabella A1 del DPR 11.07.2011 n. 157 “Regolamento di esecuzione del Regolamento (CE) n. 166/2006 relativo all’istituzione di un registro Europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti che modifica le direttive 91/689/CEE e 96/61/CE”, il gestore dovrà presentare al Registro Nazionale delle Emissioni e dei Trasferimenti di Inquinanti (PRTR), secondo le modalità, procedure e tempistiche stabilite da detto decreto del Presidente della Repubblica, dichiarazione annuale con la quale verranno comunicate le informazioni richieste dall’art. 5 del regolamento (CE) n. 166/2006;

15. qualora dovesse venir meno la disponibilità dell’area, la ditta dovrà esibire nuova documentazione circa la rinnovata disponibilità dell’area per tutto il rimanente periodo della durata dell’autorizzazione, pena la decadenza automatica dell’autorizzazione stessa;

16. la Provincia di Monza e Brianza si riserva di adottare le necessarie iniziative in sede di autotutela, qualora dovessero sopravvenire eventuali elementi di contenuto difforme rispetto alle attuali risultanze istruttorie alla base del presente provvedimento;

17. tutto quanto non esplicitato nel presente provvedimento è normato dalle leggi vigenti, in particolare dal D.lgs. 152/2006, modificato con D.lgs. 46/2014.

Il presente provvedimento viene notificato alla Società Granarolo S.p.a. e comunicato per opportuna conoscenza, a mezzo di Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Lombardia - Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile, al Comune di Usmate Velate, al Comune di Arcore, all’A.R.P.A. Lombardia, all’ATS della Brianza, ad ATO Monza e Brianza e a Brianzacque S.r.l.. Si dà atto che, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 3 della L. n. 241 del 1990 e s.m.i., contro il 5/6 presente provvedimento può essere presentato ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni dalla data di notifica dello stesso ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla suddetta data di notifica. Responsabile del procedimento: Massimo Caccia IL DIRETTORE ARCH. DANILO BETTONI

Documento informatico sottoscritto con firma digitale ai sensi dell'art.24 del D.Lgs. n.82/2005 e ss.mm.ii.

6/6

ALLEGATO TECNICO

Identificazione del Complesso IPPC

Ragione sociale GRANAROLO S.P.A.

Indirizzo Sede Produttiva Via San Giovanni Bosco, n. 37/39 Usmate Velate (MB)

Indirizzo Sede Legale Via Cadriano, n. 27/2 Bologna

Tipo di istallazione Esistente

6.4c – trattamento e trasformazione del latte con un Codice e attività IPPC quantitativo di latte ricevuto di oltre 200 t/gg (valore medio su base annua.)

Trattamento e trasformazione di solo materie prime animali - Attività non IPPC diverse dal semplice latte- con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 Mg al giorno

1

INDICE A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE ...... 4 A 1. Inquadramento del complesso e del sito ...... 4 A.1.1 Inquadramento del complesso produttivo ...... 4 A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito ...... 5 A 2. Stato autorizzativo e autorizzazioni sostituite dall’AIA ...... 6 B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO ...... 7 B.1 Produzioni ...... 7 B.2 Materie prime ...... 7 B.3 Risorse idriche ed energetiche ...... 16 Consumi idrici ...... 16 Produzione di energia ...... 17 Consumi energetici ...... 19 B.4 Cicli produttivi ...... 19 QUADRO AMBIENTALE ...... 24 C.1 Emissioni in atmosfera sistemi di contenimento ...... 24 C.1.1 Emissioni odorigene ...... 26 C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento ...... 26 C.2.1 Impianto di trattamento acque ...... 29 C.2.2 Impianto trattamento aria ...... 31 C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento ...... 31 C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento ...... 32 C.5 Produzione Rifiuti ...... 32 C.6 Bonifiche ...... 34 C.7 Radiazioni ionizzanti ...... 34 C.8 Rischi di incidente rilevante ...... 35 D. QUADRO INTEGRATO ...... 36 D.1 Applicazione delle MTD ...... 36 D.2 Criticità riscontrate ...... 41 D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate ...... 41 E. QUADRO PRESCRITTIVO ...... 43 E.1 Aria ...... 43 E.1.1 Valori limite di emissione ...... 43 E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo ...... 43 E.1.3 Prescrizioni impiantistiche ...... 45

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E.1.4 Prescrizioni generali ...... 45 E.1.5. Attivazione di eventuali nuovi punti di emissione in atmosfera...... 46 E.1.6 Emissioni odorigene ...... 46 E.2 Acqua ...... 47 E.2.1 Valori limite di emissione ...... 47 E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo ...... 48 E.2.3 Prescrizioni impiantistiche ...... 49 E.2.4 Prescrizioni generali ...... 50 E.3 Rumore ...... 52 E.3.1 Valori limite ...... 52 E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo ...... 52 E.3.3 Prescrizioni generali ...... 52 E.4 Suolo ...... 53 E.5 Rifiuti ...... 53 E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo ...... 53 E.5.2 Prescrizioni impiantistiche ...... 53 E.5.3 Prescrizioni generali ...... 54 E.6 Ulteriori prescrizioni ...... 55 E.7 Monitoraggio e Controllo ...... 55 E.8 Prevenzione incidenti ...... 56 E.9 Gestione delle emergenze ...... 56 E.10 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività ...... 56 E.11 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche ...... 56 F. PIANO DI MONITORAGGIO ...... 57 F.1 Finalità del monitoraggio ...... 57 F.2 Chi effettua il self-monitoring ...... 57 F.3 PARAMETRI DA MONITORARE ...... 57 F.3.1 Risorsa idrica ...... 57 F.3.3 Risorsa energetica ...... 58 F.3.4 Aria ...... 58 F.3.5 Acqua ...... 59 F.3.6 Rumore ...... 61 F.3.7 Rifiuti ...... 61 F.4 Gestione dell’impianto ...... 62 F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici...... 62 F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.) ...... 62

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A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE A 1. Inquadramento del complesso e del sito A.1.1 Inquadramento del complesso produttivo La Granarolo SPA – stab. Usmate opera nel settore della fabbricazione e commercializzazione di prodotti caseari derivati dalla trasformazione del latte e dalla lavorazione del formaggio destinati all’alimentazione umana. In particolare le lavorazioni derivanti dalla trasformazione del latte si possono riassumere in:

✁ produzione di

✁ produzione di

✁ produzione di

✁ produzione di provola

✁ produzione (per pizza ed in busta/vaschetta)

✁ produzione di formaggio caprino

✁ produzione di formaggio fresco spalmabile pertanto la ditta Granarolo SPA – stab. Usmate rientra tra le attività presenti nell’allegato 1 alla direttiva europea 2008/1/CE ed in particolare al codice IPPC 6.4 (c). Oltre alle lavorazioni sopra descritte viene svolta anche un’attività di produzione di snack a base di formaggio (impianto Groksì), a partire da forme di formaggio prodotte in parte internamente e in parte acquistate presso produttori esterni. Questa attività, che potrebbe rientrare nella categoria IPPC 6.4.b.1 (trattamento e trasformazione di solo materie prime animali -diverse dal semplice latte- con una capacità di produzione di prodotti finiti di oltre 75 Mg al giorno), ha potenzialità di produzione pari a 3,84 Mg/giorno, ossia 3,84 t/giorno: avendo la categoria IPPC 6.4.b.1 un valore soglia di 75 Mg al giorno, ossia 75 t/giorno, l’attività in questione svolta dallo stabilimento risulta ampiamente al di sotto della soglia stessa, non necessitando pertanto di AIA. La compilazione della modulistica relativa al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale è stata riferita all’intero stabilimento di proprietà della Granarolo SPA. L’Azienda è posizionata secondo le seguenti coordinate Gauss Boaga: E 1523387 N 5054617 Il complesso IPPC, soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessato dalle seguenti attività:

N. ordine Codice Capacità produttiva di attività Attività IPPC IPPC progetto IPPC

Trattamento e trasformazione del latte con un quantitativo 1 6.4 (c) di latte ricevuto di oltre 200 t/gg (valore medio su base 650- 660 t/g 203.000 t/a annua)

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N. ordine attività Codice Attività NON IPPC non ISTAT IPPC

Trattamento e trasformazione di solo materie prime NON 2 animali -diverse dal semplice latte- con una capacità di 3,84 t/g 1.200 t/a IPPC produzione di prodotti finiti di oltre 75 Mg al giorno

Tabella A1 – Attività IPPC e non IPPC La condizione dimensionale dell’insediamento industriale è descritta nella tabella seguente:

Anno costruzione Superficie scoperta Superficie a Complesso Superficie totale (m2) Superficie coperta (m2) impermeabilizzata verde (m2) (m2) Ultimo ampliamento Usmate Usmate Usmate Usmate Arcore Arcore Arcore Arcore Velate Velate Velate Velate 49.360 50.069 24.617 4.343 16.823 8.767 8.628 34.150 1976 99.429 28.960 25.590 42.778 2016*

Tabella A2 – Condizione dimensionale dello stabilimento *L’ultimo ampliamento indicato per l’anno 2016 è relativo alla realizzazione dell’impianto di trattamento acque di scarico di cui al paragrafo C.2: tale impianto è stato realizzato su un’area di proprietà aziendale che era precedentemente destinata a parcheggio. Nel corso del 2018 lo stabilimento ha ceduto una piccola area interna alla società E.ON Connecting Energies Italia S.r.l. per la installazione di un cogeneratore a metano, di cui al paragrafo B.3

A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito Il complesso industriale si estende in parte nel Comune di Arcore e in parte nel Comune di Usmate Velate. L’attività della Granarolo SPA (ex Latticini Italia Srl ed ex. LAT-BRI Latticini Brianza S.p.A) è iniziata nell’anno 1976 all’interno di un edificio industriale esistente acquisito dalla stessa Società. Successivamente sono stati realizzati ampliamenti dell’edificio nel corso dell’anno 1982, lavori conclusi nel 1986, e nel corso dell’anno 1995, lavori conclusi nell’anno 1999. È stato poi realizzato un nuovo capannone nel corso del 2009, oltre all’impianto di pretrattamento di flottazione delle acque di scarico nell’anno 2016. Non sono presenti sulle aree interessate dall’attività, nei due Comuni (Arcore ed Usmate Velate) vincoli di tipo ambientale, architettonico, archeologico, aree protette. I territori circostanti, compresi nel raggio di 500 m, hanno destinazioni d’uso seguenti:

Distanza minima dal perimetro del Destinazioni d’uso principali complesso

Destinazione d’uso Comune di Arcore dell’area secondo il E – Zona agricola Adiacente PRG vigente

Distanza minima dal perimetro del Destinazioni d’uso principali complesso

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Comune di Usmate Velate (come da P.G.T. con Delibera CC n°32 del 06/11/2008) A MF1 – Area monofunzionale per attività secondarie e Adiacente terziarie

A MF 5 – Area monofunzionale per impianti tecnologici 150 m

Area protetta PLIS (Parco locale di interesse sovra comunale 7 m dei Colli Briantei.

Tabella A3 – Destinazioni d’uso nel raggio di 500 m A 2. Stato autorizzativo e autorizzazioni sostituite dall’AIA La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell’impianto produttivo in esame.

Numero Data di Data di Settore Norme di riferimento Ente competente autorizzazione emissione scadenza

Provincia di Monza e Brianza AIA/IPPC Decreto AIA N° 3740 19/12/2012 19/12/2017 (ex Regione Lombardia n. 10878 del 01/10/2007)

30/11/2019 Acque sotterranee D.Lgs.152/06 Provincia di Monza e N° 107 30/11/2009 (In fase di (pozzi NP1 – NP2) R.R. n°2 del 24/03/2006 Brianza rinnovo)

Acque sotterranee D.Lgs.152/06 Provincia di Monza e 2851/2013 23/10/2013 22/10/2043 (pozzo NP3) R.R. n°2 del 24/03/2006 Brianza

31/12/2012

CPI DPR 151/2011 VVF Milano N° 32024 19/01/2018 19/01/2023

(rinnovo)

CPI DPR 151/2011 VVF Milano N° 32024 09/06/2017 09/06/2023

Tabella A4 – Stato autorizzativo

Nota: lo stabilimento è in possesso di certificazione ISO 14001 con scadenza 11/03/2022

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B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO B.1 Produzioni L’insediamento produttivo Granarolo SPA produce prodotti caseari destinati all’alimentazione umana. L’impianto lavora su tre turni giornalieri per 6 giorni la settimana, per un totale di 310 giorni all’anno. La seguente tabella riporta i dati relativi alle capacità produttive dell’impianto (aggiornati al 31/12/2018).

Dati di produzione dell’impianto N. ordine Dati di esercizio Dati di esercizio Dati di esercizio attività Capacità di Prodotto (2016) (2017) (2018) IPPC e progetto non t/a t/g t/a t/g t/a t/g t/a t/g

Prodotti caseari 1 derivanti da 203.000* 650/660* 146.286* 472* 148.588* 480* 148.249* 478* trasformazione del latte

Snack a base di 2 1.200** 3,84** 0*** 0*** 0*** 0*** 300,6*** 0,97*** formaggio

* Dato riferito al latte in ingresso lavorato ** Dato riferito al formaggio prodotto *** L’impianto è stato realizzato ad inizio 2018 Tabella B1 – Capacità produttiva B.2 Materie prime Quantità, caratteristiche e modalità di stoccaggio delle materie prime impiegate dall’attività produttiva vengono specificate nella tabella seguente:

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Quantità Quantità Classe di Stato Modalità di Tipo di deposito e Tipo di Materia Prima specifica* massima in pericolosità fisico stoccaggio di confinamento prodotto finito (kg/t) stoccaggio (t)

Paste filate, formaggi All’aperto su zona Latte n.d. Liquido 7000 Serbatoi 1572 freschi, pavimentata con ricotta e raccolta integrale mascarpone acque meteoriche e possibili Siero n.d. Liquido 14000 Serbatoi sversamenti con 710 Ricotta recapito all’impianto di Mascarpone, flottazione ricotta, paste Panna n.d. Liquido 400 Serbatoi 118 filate e formaggi freschi

Cagliata n.d. Solido 800 Cella Al coperto 300 Paste filate frigorifera

Sacchi al coperto e serbatoio all’aperto su zona pavimentata con raccolta 24 (sacchi) Paste filate, Sacchi e integrale acque ricotta e Sale n.d. Solido 5,8 serbatoio meteoriche e 72 formaggi possibili (serbatoio) freschi sversamenti con recapito all’impianto di flottazione

Sacchi in Paste filate Fermenti lattici n.d. Solido 0,06 Al coperto 2 congelatori e formaggi freschi

Ricotta, Acido citrico n.d. Solido 0,8 Sacchi Al coperto 12 mascarpone e paste filate Taniche in Paste filate Caglio n.d. Liquido 0,4 cella Al coperto 3 e formaggi frigorifera freschi

Formaggio Cella Snack al n.d. Solido 1600 Al coperto 33 (reparto Groksì) frigorifera formaggio

Aromi Magazzino Snack al n.d. Solido 50 Al coperto 1 (reparto Groksì) climatizzato formaggio

* Riferita al quantitativo in kg di materia prima per tonnellata di prodotto finito (per realizzare 1 tonnellata di prodotto finito, cioè 1000 Kg, occorre utilizzare le quantità indicate di materia prima). Tabella B2.1 – Materie prime

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MATERIE PRIME AUSILIARIE utilizzate per lavaggi e sanificazione

Quantità Classe di Stato Modalità di Materia Prima Tipo di deposito e di confinamento massima in pericolosità fisico stoccaggio stoccaggio

AC-101 (idrossido di H290-H314- Serbatoio da Liquido Al coperto 8000 lt sodio) H317 8000 lt

Cisternette/ All’aperto su area impermeabile AC-101 (idrossido di H290-H314- Liquido Tanichetta da con raccolta integrale acque 5000 kg sodio) H318 25 a 1000 kg meteoriche* Sostanza o Cisternette/ COMPONENTA FG miscela non Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg (antischiuma) pericolosa 25 a 1000 kg H290-H314- Cisternette/ MIP C (idrossido di H315-H318- Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg sodio) H319 25 a 1000 kg H290-H314- Cisternette/ MIP CA (idrossido H315-H318- Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg di sodio) H319 25 a 1000 kg H290-H314- Cisternette/ MIP SCA (idrossido H315-H318- Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg di sodio) H319 25 a 1000 kg P3-AQUANTA SC (acido Serbatoio da H314-H318 Liquido Al coperto 8000 lt metansolfonico, 8000 lt acido citrico)

P3-AQUANTA SC Cisternette/ All’aperto su area impermeabile (acido H314-H318 Liquido Tanichetta da con raccolta integrale acque 5000 kg metansolfonico, 25 a 1000 kg meteoriche* acido citrico)

P3-HOROLITH V Cisternette/ All’aperto su area impermeabile H290-H314- (acido nitrico, acido Liquido Tanichetta da con raccolta integrale acque 5000 kg H318-H331 fosforico) 25 a 1000 kg meteoriche*

P3-OXONIA H272-H290- ACTIVE (perossido Cisternette/ H302-H314- di idrogeno, acido Liquido Tanichetta da Al coperto 2000 kg H318-H332- acetico, acido 25 a 1000 kg H335-H410 peracetico)

P3-OXYSAN ZS (acido acetico, acido H242-H290- Cisternette/ All’aperto su area impermeabile peracetico, perossido H314-H318- Liquido Tanichetta da con raccolta integrale acque 5000 kg di idrogeno, acido H335-H410 25 a 1000 kg meteoriche* ottanoico)

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P3-RIK PLUS (idrossido di potassio, fosfonati, Cisternette/ H226-H314- alchillammine Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg H318 etossilate, propanolo, 25 a 1000 kg alcoli, alcoli grassi etossilati)

P3-STABILON 18 (sodio Cisternette/ All’aperto su area impermeabile H315-H319- cumensolfonato, Liquido Tanichetta da con raccolta integrale acque 5000 kg H400 acidi, alcool, alcoli 25 a 1000 kg meteoriche* grassi)

P3-ULTRASIL 02 Cisternette/ (ossidi di H302-H315- Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg alchilammina, H319 25 a 1000 kg alcansolfonati) P3-ULTRASIL 110 Cisternette/ All’aperto su area impermeabile (sale dell’acido H314-H318 Liquido Tanichetta da con raccolta integrale acque 3000 kg etilendiamminotetra 25 a 1000 kg v meteoriche* cetico) P3-ULTRASIL 115 (idrossido di sodio, sodio Cisternette/ cumensolfonato, H314 Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg sodio 25 a 1000 kg dodecilbenzenesolfon ato) P3-ULTRASIL 67 Cisternette/ (ossidi di H315-H318- Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg alchillammina, H334 25 a 1000 kg subtilisina, glicerina) P3-ULTRASIL 69 Cisternette/ NEW (potassium H314-H318 Liquido Tanichetta da Al coperto 500 kg carbponate, 25 a 1000 kg idrossido di potassio) SODA NaOH Sacchi da 25 H314-H290 Solido Al coperto 5000 kg scaglie kg TOPAZ AC5 (acido Cisternette/ fosforico, ossidi di H290-H314 Liquido Tanichetta da Al coperto 2000 kg alchiammina) 25 a 1000 kg TOPAZ CL1 (idrossido di sodio, H290-H314- Cisternette/ sodio ipoclorito, H318-H400- Liquido Tanichetta da Al coperto 5000 kg ossidi di H411 25 a 1000 kg alchilammina) TOPAZ HD 1 Cisternette/ H290-H314- (idrossido di sodio, Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg H318 d-glucopiranosio) 25 a 1000 kg ULTRASIL 75 Cisternette/ H290-H314- (acido nitrico, acido Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg H318-H332 fosforico) 25 a 1000 kg Cisternette/ SODIO H290-H314- Liquido Tanichetta da Al coperto 1000 kg IPOCLORITO H400-H411 25 a 1000 kg

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Serbatoi da All’aperto su area ACIDO NITRICO H290-H314- Liquido 13000 e 16000 impermeabile, serbatoi con 29000 lt 50% H331 lt doppia camicia esterna

All’aperto su area SODA CAUSTICA Serbatoi da H314 Liquido impermeabile, 2 serbatoi con 29000 lt 30% 13000 e 16000 doppia camicia esterna

Serbatoi da All’aperto su area impermeabile AZOTO H281 Liquido 12440, 22000 con raccolta integrale acque 64440 lt e 30000 lt meteoriche*

All’aperto su area impermeabile ANIDRIDE Serbatoio da H281 Gas con raccolta integrale acque 1937 lt CARBONICA 1937 lt meteoriche*

* Tutte le acque, unitamente ad eventuali sversamenti, vengono raccolte e inviate all’impianto di flottazione, prima dello scarico in pubblica fognatura. Tabella B2.2 – Caratteristiche materie prime ausiliarie per lavaggi e sanificazione

REAGENTI utilizzati per impianto pretrattamento acque

Quantità Classe di Stato Modalità di Reagente Tipo di deposito e di confinamento massima in pericolosità fisico stoccaggio stoccaggio

PAC Serbatoio da All’aperto su area impermeabile con su (policloruro di H290-H318 Liquido 10000 lt 10000 lt bacino di contenimento alluminio)

Cisternette Polielettrolita H319 Liquido Al coperto 5000 kg da 1000 kg

Acido H290-H314- Serbatoio da All’aperto su area impermeabile con su Liquido 5000 lt Cloridrico 30% H335 5000 lt bacino di contenimento

Soda Caustica Serbatoio da All’aperto su area impermeabile con su H290-H314 Liquido 5000 lt 30% 5000 lt bacino di contenimento

Nota: i reagenti non compatibili (es. acido e soda) sono dotati di bacini di contenimento distinti Tabella B2.3 – Caratteristiche reagenti impianto pretrattamento acque Qui nel seguito l’elenco di tutti i serbatoi presenti in stabilimento:

Categoria Modalità di stoccaggio, Quantità Fase Caratteristica Modalità di omogenea di numero serbatoi presenti e massima di produttiva del deposito movimentazione materia prima sigla identificativa stoccaggio (m3)

MATERIE PRIME

All’aperto su Nr. 1 serbatoio in acciaio da 26 Linee di 3 Paste filate, zona m (813) – coibentato e trasferimento formaggi pavimentata Latte raffreddato 1872 automatico con freschi, con raccolta tubazioni a ciclo Nr. 2 serbatoi in acciaio da 100 mascarpone integrale 3 chiuso – scarico da m cad. (B09, B10) - coibentati acque

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e raffreddati meteoriche e autobotte possibili Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 sversamenti m3 (L1) - coibentati con recapito Nr. 1 serbatoio in acciaio da 60 all’impianto m3 (L2) - coibentati di flottazione Nr. 4 serbatoi in acciaio da 100 m3 cad. (L3, L4, L5, L7) - coibentati Nr. 2 serbatoi in acciaio da 320 m3 cad. (L6, L8) - coibentati e raffreddati Nr. 4 serbatoi in acciaio da 33 m3 cad. (1303, 1304, 1305, 1306) - coibentato Nr. 1 serbatoio in acciaio da 20 m3 (661) - coibentato Nr. 1 serbatoio in acciaio da 64 m3 (662) – coibentato Nr. 2 serbatoio in acciaio da 150 m3 cad (L9, L10) – coibentato

Nr. 2 serbatoi in acciaio da 20 m3 cad. (221, 222) - coibentati All’aperto su zona Nr. 2 serbatoi in acciaio da 100 pavimentata m3 cad. (291, 292) - coibentati e con raccolta Linee di raffreddati integrale trasferimento Nr. 2 serbatoi in acciaio da 35 acque automatico con Siero Ricotta 710 m3 cad.(212, 213) - coibentati meteoriche e tubazioni a ciclo possibili chiuso – scarico da Nr. 2 serbatoi in acciaio da 50 sversamenti autobotte m3 cad. (215, 216) - coibentati con recapito Nr. 2 serbatoi in acciaio da 150 all’impianto m3 cad. –(211, 214) coibentati e di flottazione raffreddati

All’aperto su zona pavimentata Nr. 2 serbatoi in acciaio da 26 con raccolta Linee di 3 Mascarpone, m cad. (811, 812) – coibentati e integrale trasferimento ricotta, pasta raffreddati acque automatico con Panna filata e 118 meteoriche e tubazioni a ciclo Nr. 2 serbatoi in acciaio da 33 formaggi 3 possibili chiuso – scarico da m cad. (1301, 1302) - freschi coibentati e raffreddati sversamenti autobotte con recapito all’impianto di flottazione

All’aperto su Nr. 1 serbatoio in vetroresina da Linee di zona 24 m3 (S2) trasferimento pavimentata con Sale Salamoia 72 automatico con Nr. 1 serbatoio in vetroresina da raccolta integrale tubazioni a ciclo 48 m3 (S1) acque chiuso – scarico da meteoriche e

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possibili autobotte sversamenti con recapito all’impianto di flottazione

PRODOTTI INTERMEDI

All’aperto su zona pavimentata con Paste filate, raccolta integrale Linee di ricotta, acque trasferimento Nr. 2 in acciaio da 60 m3 cad.(1, Salamoia formaggi meteoriche e 120 automatico con 2) – coibentati freschi e liquido possibili tubazioni a ciclo di governo sversamenti con chiuso recapito all’impianto di flottazione

All’aperto su zona pavimentata con raccolta Linee di Latte Ricotta, integrale trasferimento concentrato, Nr. 4 serbatoi in acciaio da 30 mascarpone, acque automatico con panna o m3 cad. (241, 242, 243, 244) – 120 paste filate e meteoriche e tubazioni a ciclo proteine del coibentati formaggi freschi possibili chiuso – scarico da siero sversamenti autobotte con recapito all’impianto di flottazione

All’aperto su zona pavimentata con raccolta Linee di Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 Mascarpone, integrale 3 trasferimento m (281) - coibentato paste filate e acque Latticello 270 automatico con formaggi meteoriche e Nr. 1 serbatoio in acciaio da 240 tubazioni a ciclo 3 freschi possibili m (31) - coibentato chiuso sversamenti con recapito all’impianto di flottazione

All’aperto su zona pavimentata 3 con raccolta Nr. 3 in acciaio da 330 m cad. Linee di integrale (251, 252, 253) - coibentati trasferimento Zootecnico, acque Scotta 3 1140 automatico con Nr. 5 in acciaio da 30 m cad. concentratore meteoriche e tubazioni a ciclo (TK1, TK2, TK3, TK4, TK5) - possibili chiuso coibentati sversamenti con recapito all’impianto di flottazione

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MATERIE PRIME AUSILIARIE

Nr. 1 serbatoio in acciaio da 1 m3 (851) Nr. 3 serbatoi in acciaio da 30 m3 cad. (S10, S11, S12) Nr. 2 serbatoi in acciaio da 150 m3 cad. (51, 52) Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 3 m (141) All’aperto su zona Nr. 1 serbatoio in acciaio da 150 Liquido 3 pavimentata m (942) governo, con raccolta lavaggi CIP, Linee di Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 integrale 3 diluizione trasferimento m (941) acque Acqua prodotti chimici 1713 automatico con meteoriche e Nr. 1 serbatoio in acciaio da 72 concentrati, tubazioni a ciclo 3 possibili m (AD) antincendio e chiuso sversamenti diluizione Nr. 3 serbatoi in acciaio da 60 con recapito 3 prodotti m cad. (1312, 1313, 1314) all’impianto Nr. 3 serbatoi in acciaio da 30 di flottazione m3 cad. (S01, S02, S06) Nr. 2 serbatoi in acciaio da 365 m3 cad. (AQ1, AQ2) Nr. 1 serbatoio in acciaio da 100 m3 (SA) Nr. 2 serbatoi in acciaio da 20 m3 cad. (AQ3, AQ4)

Nr. 1 serbatoio in materiale plastico da 13 m3, con doppia camicia (F21) – concentrazione All’aperto su 30% zona Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 pavimentata m3 (S13) – acido diluito all’1% con raccolta Linee di integrale 29 (concentrato) trasferimento Nr. 1 serbatoio in materiale acque automatico con Acido Nitrico plastico da 16 m3, con doppia Lavaggi CIP 80 meteoriche e tubazioni a ciclo camicia (961) – concentrazione possibili (diluito) chiuso – scarico da 30% sversamenti autobotte Nr. 1 serbatoio in materiale con recapito plastico da 30 m3 (945) – acido all’impianto diluito all’ 1 % di flottazione Nr. 1 serbatoio in acciaio da 20 m3 (946) – acido diluito all’ 1 %

All’aperto su zona Linee di pavimentata trasferimento Acido Nr. 1 serbatoio in materiale Correzione con raccolta automatico con 3 5 Cloridrico 30% plastico da 5 m (AC) acque reflue integrale tubazioni a ciclo acque chiuso – scarico da meteoriche e autobotte possibili

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sversamenti con recapito all’impianto di flottazione

Nr. 1 serbatoio in materiale plastico da 13 m3, con doppia camicia (F20) – concentrazione 30% Nr. 1 serbatoio in acciaio da 50 m3 (S14) – soda diluita conc. All’aperto su 1,8% zona Nr. 2 serbatoi in acciaio da 5 m3 pavimentata cad. (SD1, SD2) - Lavaggi CIP, con raccolta Linee di concentrazione 30% ricotta e integrale 44 (concentrato) trasferimento acque automatico con Soda Caustica Nr. 1 serbatoio in materiale correzione 100 meteoriche e tubazioni a ciclo plastico da 16 m3, con doppia acque reflue possibili (diluito) chiuso – scarico da camicia (962) - concentrazione sversamenti autobotte 30% con recapito Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 all’impianto m3 (944) – soda diluita all’1,8% di flottazione Nr. 1 serbatoio in materiale plastico da 5 m3 (SD3) - concentrazione 30% Nr. 1 serbatoio in acciaio da 20 m3 (SD4) - concentrazione 1,5%

Nr. 1 serbatoio da 8 m3 in materiale plastico, con doppia Linee di trasferimento AC-101 camicia (S10) – concentrazione 8 (concentrato) automatico con (idrossido di 48% Lavaggi CIP Al coperto tubazioni a ciclo sodio) 30 (diluito) Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 chiuso – scarico da 3 m in acciaio (S04) – prodotto autobotte diluito 1,4%

Nr. 1 serbatoio da 8 m3 in materiale plastico, con doppia Linee di P3-AQUANTA camicia (S11) – concentrazione trasferimento SC (acido 8 (concentrato) automatico con 28% Lavaggi CIP Al coperto metansolfonico, 30 (diluito) tubazioni a ciclo acido citrico) Nr. 1 serbatoio in acciaio da 30 chiuso – scarico da 3 m in acciaio (S05) – prodotto autobotte diluito 1,2%

Linee di All’aperto su trasferimento PAC Nr. 1 serbatoio da 10 m3 in zona Trattamento automatico con (policloruro di materiale plastico, con vasca di pavimentata 10 acque reflue tubazioni a ciclo alluminio) contenimento (R1) con bacino di chiuso – scarico da contenimento autobotte

Linee di Nr. 1 serbatoio da 12,44 m3 IQF, paste filate All’aperto su trasferimento (AL1) Azoto liquido e formaggi zona 64,44 automatico con Nr. 1 serbatoio da 22 m3 (AL2) freschi pavimentata tubazioni a ciclo chiuso – scarico da

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Nr. 1 serbatoio da 30 m3 (AL3) autobotte

Linee di Nr. 1 serbatoio in materiale trasferimento plastico da 10 m3, con doppia Gruppo Gasolio* Sottosuolo 10 automatico con camicia e sistema di controllo elettrogeno* tubazioni a ciclo perdite (G) chiuso

Linee di trasferimento Nr. 1 serbatoio in vetroresina da Stoccaggio automatico con Olio esausto Al coperto 0,5 0,5 m3 (OIL) rifiuti tubazioni a ciclo chiuso – scarico da autobotte

All’aperto su zona pavimentata con raccolta Linee di integrale trasferimento Anidride acque automatico con Nr. 1 serbatoio da 1,9 m3 (CO2) Paste filate 1,9 Carbonica meteoriche e tubazioni a ciclo possibili chiuso – scarico da sversamenti autobotte con recapito all’impianto di flottazione

* Attualmente non in utilizzo Tabella B2 ter – Modalità di stoccaggio e fasi di utilizzo materie prime e materie prime ausiliarie

B.3 Risorse idriche ed energetiche Consumi idrici Le acque prelevate vengono utilizzate, come riportato nella tabella sottostante, per i seguenti scopi: 1. riscaldamento e raffreddamento dei prodotti; 2. lavaggio e la sanificazione delle linee di produzione; 3. raffreddamento (4 torri evaporative); 4. uso igienico potabile; 5. acque di governo, ossia acque che rimangono all’interno delle confezioni di prodotto finito. Tutti i dati sono riferiti all’anno 2018:

Acque in ingresso Mc/annui totali

Acquedotto n. 3 351.193

Pozzi n. 3 1.031.208

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Totale 1.382.401

Acque in uscita (modalità di utilizzo acque in ingresso) Mc/annui totali

Processo (per il riscaldamento e raffreddamento dei prodotti per il lavaggio e la 1.074.140 (78%) sanificazione delle linee di produzione)

Raffreddamento (4 torri evaporative) 126.106 (9%)

Potabile (mensa, bagni, docce, ecc. ecc.) 42.036 (3%)

Liquido di governo (acqua rimanente all’interno delle confezioni di prodotto finito) 140.119 (10%)

Totale 1.382.401

Tabella B3.1 – Approvvigionamenti idrici Dall’aprile 2017 è stato installato un misuratore di portata per la quantificazione dell’acqua scaricata in fognatura. Produzione di energia Nell’ambito del piano aziendale di efficientamento energetico e miglioramento ambientale del 2018 è stato acquistato un nuovo impianto da 8,1 MWt (caldaia Mingazzini), impiegato come unità secondaria, con contestuale dismissione delle caldaie di riserva obsolete (unità da 5,2 MWt e 4,0 MWt). L’unità esistente da 10,5 MWt (caldaia Pelucchi del 2010) permane in esercizio come unità principale. In data 11/01/2019 è stata dismessa la caldaia Pelucchi Press Boiler B70 e il relativo punto emissivo E4. La tabella seguente riporta le caratteristiche delle unità termiche di produzione energia nella configurazione descritta:

T°C Tipo Fluido Rendi Tipo di Anno di Tipo di camera di Sigla Costruttore Modello generato termovet mento macchina costruz. impiego combust. emissione re tore % (deg)

Caldaia a metano A tubi di Produz. Mingazzini PB 150 2018 Acqua 1000/1200 95 E1 (riserva) fumo vapore

PB SS Caldaia a metano A tubi di Produz. Pelucchi (matr. 2010 Acqua 1200 94 E3 (uso principale) fumo vapore MI700827/10)

E5 1992 (Postcombust Bruciatore ripristino Post Fumi e Weishaupt WG30N/1-C Fumo 500 85 ore) affumicatoio 2009 e combustore polveri E6 2017 (emergenza)

Tabella B3.2 – Impianti di produzione energia Energia utilizzata per la produzione:

Combustibile Energia termica Impianto (riferito Potenza Tipologia Quantità annua Percentuale di all’emissione in Energia termica impianto combustibile (mc/anno) 2018 consumo (%) atmosfera) (KWh/anno) (KW)

Metano 0* 0* E1 8.100 0*

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Metano 298.885** ** E3 10.500 **

Metano 7.187 0,2 E5/6 300*** 70.361

TOTALE(1) 3.593.817 100 TOTALE(1) 35.183.468

* La nuova caldaia E1 è stata attiva nel corso dell’anno 2019. ** A causa della manutenzione eseguita nel corso dell’anno 2018, il valore riportato in tabella si riferisce all’effettivo periodo di funzionamento. *** Come potenza termica totale vanno considerati anche 3 kW derivanti della resistenza elettrica posta all’interno dell’affumicatoio. I 300 kW indicati sono relativi alla potenza termica espressa con il solo metano. (1) Il valore è riferito al metano totale utilizzato considerando che nel 2018 erano attivi anche i vecchi impianti E1, E2 e E4. Tabella B3.3 – Energia utilizzata Energia prodotta da combustibili ed emissioni dirette conseguenti:

Emissioni Tipo di Quantità annua PCI (kJ/mc) Energia (TJ) Fattore emissione complessive (t) combustibile (mc/anno) CO2

Gas metano 3.593.817 35.253 126,7 55,93 Kg/GJ 7.086

Tabella B3.4 – Emissioni gas serra anno 2018 Impianto di cogenerazione E.ON

Le emissioni identificate con le sigle E7 ed E8, che convogliavano i fumi di combustione dei motori cogenerativi, sono state dismesse come comunicato dall’Azienda in data 09/02/2017.

Il Gestore ha appaltato ad una Ditta esterna (E.ON Connecting Energies Italia S.r.l) la fornitura energetica tramite un impianto di cogenerazione.

Tale impianto è stato realizzato su un’area di circa 355 m2 interna allo stabilimento che da Granarolo è stata ceduta ad E.ON Connecting Energies Italia S.r.l. mediante un contratto di sublocazione. La stessa Ditta risulta inoltre unica titolare della relativa autorizzazione rilasciata, ai sensi del D. Lgs. 20/07 e del D. Lgs. 115/08, da Provincia di Monza in data 24/10/2016 (rif. Autorizzazione racc. gen. n. 1845 del 24/10/2016).

Il lotto su cui è stato realizzato l’impianto è ubicato nel foglio 33 mappale 185 del Comune di Usmate Velate a circa 850 m in direzione sud rispetto all’abitato di Usmate Velate ed a circa 520 m in direzione nord est rispetto all’abitato del Comune di Arcore. L’accessibilità al sito, sia carrabile che pedonale, è garantita da Via San Giovanni Bosco e da Via del Lavoro, attraverso l’area dello stabilimento Granarolo.

L’energia elettrica prodotta dal cogeneratore E.ON viene venduta ed utilizzata da Granarolo all’interno dello stabilimento. A tal fine è stato stipulato un accordo tra Granarolo e la società E.ON per la fornitura dell’energia elettrica e termica necessarie alle esigenze dello stabilimento, attraverso la realizzazione, da parte di E.ON, di un proprio impianto di cogenerazione da 7,46 MWt (3,3 MWe).

L’impianto è principalmente costituito da un package “Combined Heat and Power” (CHP), che comprende: un motore endotermico alimentato a gas naturale ed un generatore di vapore a recupero (GVR), atto a produrre vapore a partire dal calore residuo sensibile dei gas combusti in uscita dal motore. L’impianto di cogenerazione è costituito dai seguenti componenti principali:

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• Gruppo CHP a sua volta costituito da: - un motore endotermico alternativo della potenza di 3,3 MWe; - generatore elettrico; - un generatore di vapore a recupero per la produzione di circa 1,9 t/h di vapore saturo alla pressione di 8 bar; - linea fumi comprendente il sistema SCR di trattamento ed il camino di espulsione. • Sistemi ausiliari: trasformatore elevatore, impianto rabbocco automatico olio, circuiti acqua calda e di raffreddamento, marmitta silenziatrice, sistema aria compressa e di analisi dei fumi; • Interconnessioni: linea gas, linea elettrica, linea vapore, linea acqua alimento caldaia a recupero, linee (andata e ritorno) acqua calda tra CHP e impianto esistente. Parte dell’energia elettrica prodotta viene fornita da E.ON alla Granarolo, che rimane connessa con la rete nazionale E-distribuzione attraverso la cabina di trasformazione esistente; la parte in eccesso di energia elettrica viene ceduta ad E-Distribuzione, mentre il calore prodotto da E.ON, sotto forma di vapore e di acqua calda, viene interamente inviato, attraverso linee di trasporto specifiche, allo stabilimento Granarolo. Fra E.ON e Granarolo è stato stipulato un contratto di fornitura dell’energia elettrica e termica di durata poliennale (scadenza al 2031). Qualora l’impianto E.ON dovesse fermarsi, per quanto riguarda l’energia termica Granarolo può utilizzare le caldaie di proprietà (rif. impianti di cui alle emissioni in atmosfera E1 ed E3), per quanto riguarda l’energia elettrica utilizza la fornitura della rete elettrica nazionale.

Considerato che Granarolo rimane indipendente dalla fornitura di E.ON in quanto l’energia elettrica è comunque garantita dalla rete nazionale e l’energia termica può essere prodotta internamente mediante i generatori di vapore esistenti, l’impianto E.ON non viene considerato, ai sensi dell’art. 5, comma 1, lettera i-quater) del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., un’attività accessoria, tecnicamente connessa con le attività svolte nell’installazione Granarolo.

Consumi energetici I consumi specifici di energia per tonnellata di materia finita prodotta sono riportati nella tabella che segue riferiti all’anno 2018:

Prodotto Termica* (KWh/t) Elettrica* (KWh/t) Totale (KWh/t)

Latticini anno 2018 1.072 767 1.839

*Energia totale consumata, comprensivo dell’energia ceduta a Granarolo e prodotta dal cogeneratore E.ON, oltre a quella acquistata da rete. Tabella B3.5 – Consumi energetici specifici

B.4 Cicli produttivi La Granarolo SPA opera nel settore della fabbricazione e commercializzazione di prodotti caseari destinati all’alimentazione umana.

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In particolare sono svolte le seguenti attività: 1. produzione di prodotti caseari a partire dalla trasformazione del latte: Le lavorazioni sono quelle tipiche del trattamento del latte che, in arrivo dall’esterno, viene generalmente stoccato in appositi serbatoi di produzione; prima di essere trattato, a seconda delle esigenze, può subire trattamenti di pastorizzazione e coagulazione tramite l’aggiunta di fermenti e caglio per l’ottenimento dei formaggi. Si utilizzano vasche apposite per la maturazione dei semilavorati prima delle previste operazioni di filatura, formatura, rassodamento in acqua e finale salatura. Al termine di tutte le lavorazioni sono previsti, in appositi reparti, le operazioni di confezionamento, inscatolamento ed eventuale stoccaggio in celle refrigerate, prima della spedizione al cliente. Qui nel seguito un breve elenco delle lavorazioni principali:

✂ ricevimento (latte, panna, siero, cagliate);

✂ stoccaggio (latte, panna, siero, cagliate);

✂ trasformazione prodotti (mozzarella, mascarpone, ricotta, formaggi spalmabili);

✂ spedizione;

✂ IQF;

✂ consegna ai clienti per mezzo di autotrasporto proprio o di terzi.

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SCHEMA A BLOCCHI del PROCESSO di LAVORO

Latte Acqua in entrata

Approvvigionamento Centrale termica Analisi di laboratorio Ricevimento latte e panna (produzione di vapore, demineralizzazione

Stoccaggio del latte acqua)

Riscaldamento + Panna Trattamento (filtrazione, acidificazione citrica pastorizzazione, Sanificazione (*) raffreddamento e impianti, macchine titolazione) e ambienti.

Latte Stoccaggio del latte concentrato

Scarico idrico

Riscaldamento + (acque reflue rete caglio + fermenti fognaria Pasta caprino consorzio)

Panna* Pasta Lavorazione in polivalente

Lavorazione di Cagliata e Cagliata estera Pastorizzazione siero caprino e robiola

Produzione mozzarella Stoccaggio siero Panna *

Riscaldamento

Mascarpone Caprino e Cubetto Mozzarella Ricotta Scotta Robiola

IQF Refrigerazione (celle)

Etichettatura - Confezionamento Autotrasporto Autotrasporto per consegna conferenti

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*Panna acquistata dall’esterno.

2. produzione di snack a base di formaggio a partire da forme di formaggio non prodotte in sito (Reparto Groksì): questo l’elenco delle fasi di lavorazione:

✂ Ritiro e stoccaggio delle forme;

✂ Pulizia delle forme e stoccaggio forme pulite;

✂ Porzionamento delle forme;

✂ Grattugia delle forme;

✂ Eventuale miscelazione con aromi;

✂ Carico nei forni di cottura;

✂ Raffreddamento del prodotto;

✂ Eventuale miscelazione con aromi;

✂ Linea di confezionamento;

✂ Stoccaggio prima della vendita.

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SCHEMA A BLOCCHI del PROCESSO di LAVORO

RICEVIMENTO FORME DI Legenda. Flusso di processo: seguire la freccia PESATURA

SPAZZOLATRICE

RASCHIATRICE

PESATURA

STOCCAGGIO FORME PULITE DI GRANA

SPAZZOLATRICE - PORZIONATRICE

GRATTUGGIA

TRASPORTO

MISCELATORE TRAMOGGIA CARICO FORNO FORNO

✄ ☎ ✆✝ ✞ ✞✟✠✠ ✞ ✝✡✡✟☛ ✝☞✌✍ RAFFREDDAMENTO PRODOTTO MISCELATORE

TRASPORTO

CANALE VIBRANTE

TRASPORTO

MULTITESTA MARCATORE CONFEZIONAMENTO PRIMARIO TRASPORTO ETICHETTATRICE MARCATORE CONFEZIONAMENTO SECONDARIO

CONTROLLO PESO

RX TAVOLA ROTANTE INSCATOLAMENTO A MANO NASTRATURA ETICHETTATURA PALLETTIZZAZIONE E SPEDIZIONE

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Inoltre la Granarolo SPA svolge attività di esclusiva commercializzazione di prodotti caseari ed alimentari in genere acquistati e rivenduti sul mercato nazionale e internazionale.

QUADRO AMBIENTALE C.1 Emissioni in atmosfera sistemi di contenimento La seguente tabella riassume le emissioni atmosferiche dell’insediamento: Potenza Portata Altezza Sezione Durata Temp. termica Limite Sistemi di Emissione Provenienza Inquinanti camino camino h/g °C nominale autorizzato abbattimento (m) (mq) MWt Nmc/h Emissioni soggette ad autorizzazione Caldaia 120- NOx - CO – E1 Mingazzini - 8,1 9.800 2 - 16 0,430 220 CO PB 150 Caldaia NOx - CO - E3 Pelucchi 24 166 10,5 13.200 2 - 16 0,502 CO PB SS Bruciatore COV - CO E5/E6 5 180 0,3 2.500 2 Postcombustore 11 0,125 Affumicatoio Polveri Biofiltro Biofiltro a Ambie Composti E9 pretrattamento 24 0 6.500 tecnologia 3 0,159 nte odorigeni acque combinata Emissioni non soggette ad autorizzazione (art. 272) Degasatore centrifuga Filtro fotoca- Composti E10 fanghi da Nd* Nd* 0 Nd* talitico con 3 2,82** odorigeni locale carboni attivi disidratazione

E11 Impianto IQF 24 <0 0 nd - - 11 0,125

Da E12 a Reparto 10.000 24 nd 0 - - 11 0,283 E19*** Groksì cad Cappa Ambie E20 8 0 Nd - - 5 0,05 laboratorio nte

* L’impianto è di emergenza qualora si dovesse fermare il biofiltro. Quando il biofiltro è in funzione non vi è emissione derivante dal degasatore, in quanto il locale disidratazione risulta in depressione; ** Il filtro è costituito da un cilindro con la superficie laterale emissiva. Con diametro 0,9 m ed altezza 1m, la superficie emissiva è 2,82 mq *** Da E12 a E15 sono già esistenti. Le emissioni da E16 a E19 saranno attivate a seguito realizzazione degli ultimi due forni del reparto Groksì

Tabella C1 - Emissioni in atmosfera

Secondo il punto 1.2.2 della Dgr 6 agosto 2012 - n. IX/3934 sono esclusi dalla determinazione del CO e NOx impianti di postcombustione, cioè qualsiasi dispositivo tecnico per la depurazione dello scarico gassoso mediante combustione;

a) Gli impianti di cui alle emissioni E1 ed E3 sono uno in alternativa all’altro; normalmente risulta in funzione l’impianto di cui alla emissione E3 b) L’emissione E5 ha un funzionamento di durata massima 5h sulle 24h, considerando due cicli di lavorazione di 2h e 30min.

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Descrizione delle emissioni:

✂ E1 emissione di riserva (alternativa a E3) relativa al convogliamento dei fumi di combustione del generatore di vapore Mingazzini PB150 alimentato a gas metano. Gli inquinanti significativi sono CO, CO2, NOX;

✂ E3 emissione principale relativa al convogliamento dei fumi di combustione del generatore di vapore “Pelucchi” PB SS alimentato a gas metano. Gli inquinanti significativi sono CO, CO2, NOX;

✂ E5/E6 emissioni poste a protezione delle emissioni generate dal processo di affumicatura. Gli inquinanti significativi sono COV, CO2, Polveri;

✂ E9 emissione derivante dal biofiltro a tecnologia combinata installato presso l’impianto di pretrattamento acque. Gli inquinanti significativi sono composti odorigeni;

✂ E10 emissione di emergenza derivante dal degasatore della centrifuga presente nel locale disidratazione fanghi; risulta attiva solamente nel caso si bloccasse il biofiltro di cui all’emissione E9: l’emissione non è soggetta ad autorizzazione in quanto assimilabile all’art. 272 c.5 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. come sfiato/impianto di emergenza;

✂ E11 emissione azoto derivante dalla linea IQF: l’emissione non è soggetta ad autorizzazione in quanto assimilabile all’art. 272 c.5 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. e derivante da sfiati e ricambi d’aria

adibiti alla protezione ed al benessere dell’operatore nell’ambiente di lavoro ✂ E12 ✎ E19 trattasi dei flussi di aria utilizzati per il raffreddamento dei forni del reparto Groksì e sono caratterizzate esclusivamente da aria atmosferica. Ogni coppia di emissioni relativa ad ogni forno hanno una portata massima di 10.000 Nmc/h cad (ogni forno ha n.1 UTA da 20.000 Nmc/h e n.2 emissioni). L’emissione non è soggetta ad autorizzazione in quanto assimilabile all’art. 272 c.5 del D.Lgs 152/06 e s.m.i e derivante da sfiati e ricambi d’aria adibiti alla protezione ed al benessere dell’operatore nell’ambiente di lavoro

✂ E20 trattasi dell’emissione della cappa da laboratorio, relativa al laboratorio controllo qualità materie prime in ingresso, dove non vengono utilizzate sostanze etichettate CMR Inoltre, risulta presente presso lo stabilimento un gruppo elettrogeno di emergenza con le seguenti caratteristiche: Gruppo elettrogeno 1000 KW ELEKTRONORM Mod. YANMAR AT900S Mat. 0418CK 363261-1/5029-01 anno 2002. Si precisa che detto impianto risulta comunque non funzionante da diversi anni e non viene avviato ne accenso per prove di funzionalità. Lo stesso era alimentato da gasolio, il quale veniva stoccato in un serbatoio interrato della capacità di 10 mc, dotato di strumento di controllo, costituito da un manometro esterno. Le verifiche di tenuta sono a cadenza trimestrale e i dati sono riportati su apposito registro. Il suddetto gruppo elettrogeno non è stato dismesso per volontà dell’Azienda, il suo uso potrebbe essere ripristinato nel caso di necessità legate ad un possibile futuro potenziamento della produzione. Con riferimento a quanto sopra già indicato si evidenzia che le emissioni assimilabili a quelle previste all’art. 272 c.5 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. sono le seguenti: • E10 • E11 • Da E12 a E19 Mentre, la E20 risulta scarsamente rilevante ai sensi dell’art. 272 c. 1 lett. jj.

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Oltre a quanto sopra presso lo stabilimento sono presenti altre emissioni di cui all’art. 272 c.5 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. e derivanti esclusivamente da sfiati e ricambi di aria adibiti alla protezione e sicurezza degli ambienti di lavoro.

Le caratteristiche dei sistemi di abbattimento a presidio delle emissioni sono riportate di seguito:

Sigla emissione E5/E6 E9 E10

Portata max di progetto 2.500 6.500 Nd (aria: Nm3/h)

Biofiltro a Tipologia del sistema di Filtro fotocatalitico Postcombustore tecnologia abbattimento con carboni attivi combinata

CO Inquinanti abbattuti Composti odorigeni Composti odorigeni COV

Rendimento medio 85% >90% >90% garantito (%)

Ricircolo effluente idrico Non pertinente Non pertinente Non pertinente

Perdita di carico (mm c.a.) - - -

Manutenzione ordinaria 1 0,5 0 (ore/settimana)

Manutenzione 10 5 1 straordinaria (ore/anno)

Sistema di Monitoraggio in Assente Assente Assente continuo

Tabella C1.1 – Sistemi di abbattimento emissioni in atmosfera

C.1.1 Emissioni odorigene Lo stabilimento, unitamente alla realizzazione impianto di flottazione sulle acque di scarico, ha provveduto ad effettuare una valutazione sulle possibili emissioni odorigene derivanti da tale impianto. A fronte delle possibili problematiche, ha provveduto ad installare un impianto di aspirazione e trattamento aria come descritto al paragrafo C.2.2

C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento Dallo stabilimento derivano scarichi civili, meteorici ed industriali, che hanno due differenti recapiti: il suolo o la fognatura. Su suolo, tramite pozzi perdenti come da planimetria, sono recapitate esclusivamente acque meteoriche derivanti da parte dei tetti e dei piazzali aziendali; in fognatura sono invece recapitate acque reflue domestiche, meteoriche ed industriali.

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Le caratteristiche principali degli scarichi decadenti dall’insediamento produttivo e recapitati in pubblica fognatura sono descritte nella tabella seguente:

Frequenza dello scarico Sigla Localizzazione Tipologie di acque Portata Sistema di Recettore Scarico (N-E) scaricate (mc/anno) abbattimento mesi/ h/g g/sett anno

N: 5054453 Fognatura Sm1* Meteoriche nd nd nd nd - E: 1526598 comunale

N: 5054448 Fognatura Sm2* Meteoriche nd nd nd nd - E: 1526593 comunale

N: 5054446 Fognatura Sm3* Meteoriche nd nd nd nd - E: 1526589 comunale

N: 5054526 Fognatura Sm4* Meteoriche nd nd nd nd - E: 1526598 comunale

N: 5054461 Meteoriche e reflue Fognatura Smc1* 24 7 12 nd - E: 1526610 domestiche comunale

N: 5054433 Meteoriche e reflue Fognatura Smc2* 24 7 12 nd - E: 1526575 domestiche comunale

N: 5054415 Meteoriche e reflue Fognatura Smc3* 24 7 12 nd - E: 1526551 domestiche comunale

N: 5054410 Fognatura Sc1* Reflue domestiche 24 7 12 nd - E: 1526545 comunale

Reflue domestiche, N: 5054160 Fognatura Impianto S2 meteoriche e 24 7 12 1.100.000 comunale flottazione E: 1526790 industriali

*Questi punti di scarico derivano dagli stabili Granarolo che si trovano su via dell’Artigianato e recapitano solamente acque reflue civili e/o meteoriche direttamente nella fognatura della via senza passare dall’impianto di flottazione indicato per lo scarico S2. Tali stabili fanno parte dell’area e dell’attività Granarolo già da parecchi anni: le loro acquisizioni sono avvenute prima dell’ottenimento della prima AIA da parte dello stabilimento, a sua volta ottenuta da Lat.Bri, società precedentemente proprietaria e gestore dello stabilimento. Questi stabili originariamente erano di proprietà differente ed al loro interno erano svolte attività diverse da quella oggetto della presente AIA, con relativi scarichi in pubblica fognatura: a seguito acquisto di tali aree, per problemi di realizzabilità dei collegamenti idraulici, il gestore dell’impianto IPPC ha preferito mantenere le reti esistenti che scaricavano in fognatura acque meteoriche ed acque civili, mentre ha realizzato una rete dedicata per lo scarico delle acque reflue industriali che si collegasse alla propria rete interna, con recapito quindi all’impianto di flottazione e successivamente in pubblica fognatura presso il punto di scarico S2. Tabella C2– Emissioni idriche

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Le acque reflue industriali scaricate nella pubblica fognatura tramite il punto di scarico S2 decadono da:

✁ lavaggio e sanificazione delle linee di produzione

✁ lavaggio e sanificazione della pavimentazione

✁ controlavaggio delle resine di due impianti di demineralizzazione dell’acqua

✁ raffreddamento dei prodotti caseari (ogni singola linea di produzione, presidiata da griglie a rete in acciaio atte a trattenere le parti più grossolane di prodotto residuo trascinato)

✁ dagli scarichi delle torri evaporative

✁ dal controlavaggio dei filtri a sabbia dell’impianto di potabilizzazione. Le operazioni di lavaggio e sanificazione vengono effettuate con prodotti detergenti a base di acido nitrico e soda, prodotti per lavaggi manuali a base di acido fosforico, nitrico e soda e disinfettanti a base di acqua ossigenata, sali quaternari d’ammonio e ipoclorito di sodio. Le linee e le aree che vengono lavate e sanificate sono le seguenti:

✏ serbatoi del latte, della panna e del siero;

✏ linea latte;

✏ vasche di rassodamento della mozzarella;

✏ vasche di coagulazione e maturazione della cagliata;

✏ macchine di produzione e confezionatrici;

✏ pavimenti. Una parte delle acque meteoriche derivanti dallo stabilimento sono inviate al pretrattamento di flottazione e successivamente allo scarico in pubblica fognatura. Tali acque sono relative a: • Coperture – piazzali di alcuni reparti produttivi: per come è strutturata la rete di scarico della parte più vecchia dello stabilimento (rete unica per acque meteoriche di tetti e piazzali e per acque industriali) non risulta possibile procedere con una suddivisione e scaricare su suolo/strati superficiali del sottosuolo parte delle acque meteoriche separatamente da quelle industriali; • Piazzali ed area scoperta impermeabile di pertinenza dell’impianto di pretrattamento acque di scarico: per sicurezza, dato anche il passaggio dei mezzi che effettuano lo smaltimento dei fanghi prodotti dal trattamento chimico-fisico effettuato sulle acque, si preferisce inviare tutte le acque meteoriche al trattamento e quindi allo scarico in pubblica fognatura. Le coperture dell’impianto, dotate di rete separata, scaricano invece su suolo o negli strati superficiali del sottosuolo tramite pozzo perdente. • acque derivanti dall’area di stoccaggio rifiuti; Le acque meteoriche delle aree pavimentate sono recapitate per sicurezza al sollevamento iniziale dell’impianto di flottazione: questo permette di salvaguardare l’ambiente ed il suolo da possibili sversamenti che dovessero interessare l’area dell’impianto. Le restanti acque meteoriche sono recapitate negli strati superficiali del sottosuolo tramite pozzi perdenti. Le acque decadenti dai servizi igienici vengono chiarificate in fosse biologiche e inviate, con parte delle acque meteoriche e le acque reflue industriali, all’impianto di pretrattamento di flottazione. Oltre a quanto sopra nel punto di scarico S2 sono recapitate anche le acque meteoriche ed industriali derivanti dalle aree cedute ad E.ON da parte di Granarolo. Per quanto riguarda le acque reflue industriali

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trattasi esclusivamente di acque di condensa derivanti dal circuito vapore, quindi trattasi sostanzialmente di acqua pulita. Lo stabilimento non risulta soggetto al R.R. n.4 del 24/03/2006 inerente la disciplina dello smaltimento delle acque di 1° pioggia e lavaggio delle aree esterne: le attività svolte non rientrano infatti tra quelle di cui all’art. 3 comma 1 del R.R. stesso.

C.2.1 Impianto di trattamento acque L’impianto di flottazione presente sulle acque recapitate nel punto di scarico S2 è così strutturato: Linea acque

I) Sollevamento iniziale Il sollevamento iniziale consiste in un piccolo bacino/pozzetto di raccolta dove le acque reflue in arrivo dallo stabilimento vengono raccolte e pompate fino alla successiva fase di trattamento.

II) Grigliatura fine Per la rimozione dei solidi sospesi grossolani eventualmente presenti, le acque reflue provenienti dal sollevamento iniziale sono inviate su un trattamento di grigliatura fine costituito da un filtro rotativo a tamburo autopulente. L’acqua filtrata giunge per gravità la vasca di accumulo, mentre il materiale grigliato viene convogliato e raccolto a terra mediante appositi scivoli e relativo cassone di raccolta. Al di sotto del cassone, previsto su superficie impermeabile, è presente un pozzetto di raccolta degli eventuali colaticci, con successivo invio degli stessi al pozzetto di sollevamento iniziale. La grigliatura è inoltre dotata di bypass/troppo pieno per l’invio delle acque reflue direttamente in accumulo qualora dovessero presentarsi problemi di funzionamento al macchinario o necessità di manutenzione.

III) Accumulo ed omogeneizzazione in vasca coperta da 2.000 mc; La presente sezione dell’impianto viene utilizzata per omogeneizzare le caratteristiche delle acque reflue prodotte dallo stabilimento, sia dal punto di vista del carico organico che idraulico, che nell’arco della giornata potrebbero avere un andamento non costante, variabile con le lavorazioni effettuate al momento. Per evitare l’instaurarsi di processi fermentativi anaerobici, e quindi la possibilità che si creino cattivi odori, la miscelazione della vasca sarà operata attraverso l’insufflazione di aria; per tale scopo è utilizzato un sistema di insufflazione d’aria a bolle fini alimentato da compressore volumetrico, coadiuvato da mixer sommersi.

IV) Risollevamento e regolazione della portata; Per il risollevamento e regolazione delle acque reflue verso la successiva fase di trattamento (flottazione) è presente un idoneo sistema di pompaggio. Sulla mandata delle pompe è posizionato un misuratore di portata magnetico collegato ad un inverter, in modo da poter regolare costantemente il valore di portata, sia in funzione del periodo della settimana (giorni

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lavorativi e giorni festivi) che in funzione del grado di riempimento della vasca di accumulo stessa.

V) Impianto di flottazione; La flottazione consente la separazione dei solidi sospesi di densità inferiore a quella dell’acqua, per i quali la risultante delle forze (peso proprio e spinta di Archimede) è diretta verso l’alto, determinando così un movimento ascensionale. Il processo ad aria disciolta o DAF (dissolved air flotation), quale quello installato presso lo stabilimento, permette anche la separazione di solidi sospesi di densità poco superiore a quella dell’acqua (i fanghi e le particelle sospese organiche ne sono un tipico esempio). Si sfrutta in questo caso la capacità di tali solidi di formare insiemi fioccosi stabili con microbolle d’aria con cui siano posti in contatto, in modo da acquisire una densità del fiocco inferiore a quella del liquido. La

presenza delle suddette microbolle (30÷100 ✑m), omogeneamente disperse nel liquido, è ottenuta per effetto del loro rilascio dalla massa idrica, precedentemente portata in condizioni di soprassaturazione. L’aggiunta di coagulanti e flocculanti (cloruro ferrico e polielettrolita) favorisce il processo creando nell’acqua strutture di maggiori dimensioni che più facilmente intrappolano le microbolle: ne deriva un migliore addensamento dei solidi sulla superficie del flottatore. Come già anticipato, a monte dell’immissione nel flottatore, viene aggiunto all’acqua da trattare un prodotto coagulante (PAC) ed un flocculante (polielettrolita). Per la preparazione ed il dosaggio del flocculante, è previsto un apposito dissolutore da emulsione di tipo automatico; esso è dotato di una coppia di pompe volumetriche monovite (una di riserva all’altra) che, collegate al serbatoio di accumulo del reagente, dosano il prodotto madre nella vasca di dissoluzione in proporzione alla quantità di acqua di preparazione della soluzione, rilevata da un apposito contalitri lanciaimpusi, ed alla concentrazione impostata sul sistema di controllo. Anche il dosaggio del polielettrolita diluito viene gestito elettronicamente mediante inverter e risulta proporzionale alla portata di refluo influente. Il fango separato sul flottatore, addensato al 5-6% di SS, viene raccolto in una tramoggia e, mediante una coppia di pompe monovite (una di riserva all’altra), inviato allo stoccaggio intermedio prima della disidratazione.

VI) Scarico acque trattate in pubblica fognatura per gravità dall’impianto di flottazione

Linea fanghi

VII) Stoccaggio intermedio fanghi flottati; I fanghi derivanti dal flottatore saranno inviati ad una vasca di stoccaggio intermedia prima della disidratazione, vasca coperta e dotata di miscelatore sommergibile.

VIII) Disidratazione fanghi in centrifuga; I fanghi prodotti dall’impianto sono disidratati con una centrifuga. Per favorire e migliorare ulteriormente la fase di disidratazione, al fango in ingresso alla centrifuga viene addizionato del polielettrolita, per il quale è presente piccola una stazione di preparazione e dosaggio dedicata. La disidratazione avviene in un locale chiuso.

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L’acqua derivante dalla centrifugazione viene pompata in testa alla vasca di accumulo, mentre il fango disidratato viene smaltito tramite ditte autorizzate.

IX) Stoccaggio finale prima dello smaltimento. I fanghi disidratati sono stoccati all’interno di una vasca dedicata e chiusa. È inoltre presente sempre un’area chiusa dove i mezzi dedicati allo smaltimento possono stazionare nel corso delle operazioni di carico. Note: sul risollevamento di cui al p.to IV è presente misuratore di portata magnetico per la contabilizzazione della portata trattata e conseguentemente scaricata in pubblica fognatura.

C.2.2 Impianto trattamento aria Per ridurre al minimo l’impatto odorigeno dell’impianto in progetto, con riferimento anche alle “Linee guida per la caratterizzazione l’analisi e l’autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno” pubblicate dalla Regione Lombardia in merito agli impianti di depurazione reflui, è stata fatta una valutazione su tutte le possibili fonti di odore e su come ridurne al minimo l’impatto. Qui di seguito l’elenco dei punti individuati e le misure di mitigazione adottate:

1. Vasca di accumulo iniziale impianto: sarà aerata in modo che all’interno dei reflui non si instaurino processi fermentativi anaerobici, e quindi cattivi odori; oltre a questo la vasca sarà coperta ed aspirata con invio dell’aria ad un impianto di trattamento odori; 2. Impianto di flottazione: sarà coperto ed aspirato, con invio dell’aria ad un impianto di trattamento odori; 3. Vasca stoccaggio fanghi flottati: sarà chiusa ed interrata, con aspirazione ed invio aria ad impianto di trattamento odori; 4. Locale disidratazione fanghi: sarà aspirato con invio aria ad un impianto di trattamento odori; 5. Vasca stoccaggio dei fanghi disidratati: sarà chiusa ed aspirata, con invio aria ad impianto di trattamento odori; 6. Locale di carico degli automezzi che effettueranno lo smaltimento del fango: sarà coperto, chiuso ed aspirato, con invio aria ad impianto di trattamento odori. Per minimizzare la diffusione di odori eventualmente derivanti dalla linea trattamento acque e fanghi è installato un biofiltro a tecnologia combinata che aspira e tratta l’aria derivante dalle sopraccitate fasi III, V, VII, VIII e IX. Si precisa che anche l’area di stazionamento del mezzo destinato allo smaltimento è in area coperta ed aspirata. Con riferimento alle soluzioni proposte dalle Linee Guida della Regione Lombardia, come trattamento degli odori è stato installato un biofiltro a tecnologia combinata, ossia un sistema di biofiltrazione preceduto da un trattamento ad umido (scrubber).

C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento La valutazione del rispetto dei limiti imposti dalla L. 447/95 e s.m.i. e normative collegate in relazione alle immissioni sonore negli ambienti esterni è stata effettuata a seguito realizzazione impianto di trattamento acque nell’anno 2017 e con valutazione previsionale nell’anno 2018 per le modifiche richieste antecedentemente al riesame dell’AIA (impianto Groksì). Lo stabilimento si sviluppa sui comuni di Arcore e Usmate Velate. La classificazione del territorio risulta essere:

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✂ Per quanto riguarda il comune di Usmate Velate: Classe V – Aree prevalentemente industriali;

✂ Per quanto riguarda il comune di Arcore: Classe IV – Aree di intensa attività umana. Le possibili sorgenti di rumore possono essere rappresentate dal gruppo compressori delle celle frigorifere e le UTA situate sul territorio comunale di Usmate Velate mentre sul territorio del comune di Arcore l’unica potenziale sorgente di rumore è rappresentato dal gruppo elettrogeno situato presso il serbatoio interrato che, come già sopra descritto, non è funzionante da diverso tempo. Nemmeno in caso di emergenza. Nel comune di Arcore un possibile recettore sensibile è rappresentato da un’abitazione situata ad una distanza di circa 200 m dall’azienda. A riguardo, l’ARPA in data 25.05.2005, ha effettuato dei rilievi fonometrici allo scopo di valutare le emissioni acustiche derivanti dalla ditta. L’esito delle misurazioni è risultato conforme a quanto indicato nella normativa vigente. Nel comune di Usmate Velate un recettore sensibile è rappresentato da un’abitazione presente ad una distanza di 90 m dalla ditta sul lato nord dell’insediamento.

C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento L’unica sorgente di potenziale contaminazione del suolo è costituita da un serbatoio interrato per lo stoccaggio di gasolio (capacità 10 mc), a servizio del gruppo elettrogeno di emergenza (al momento non funzionante) Tale serbatoio è localizzato nella porzione di stabilimento ricadente in territorio comunale di Arcore. Il suddetto gruppo elettrogeno, seppur non in utilizzo, non è stato dismesso per volontà dell’Azienda, in quanto il suo uso potrebbe essere ripristinato nel caso di necessità legate ad un possibile futuro potenziamento della produzione. Pertanto non si ritiene necessaria la rimozione del serbatoio ad esso connesso. Inoltre, lo stesso serbatoio è provvisto di doppia camicia con intercapedine con sistema di rilevamento perdite mod. LAG/N-K1 inserito in glicole. Come indicato anche nel precedente Allegato Tecnico AIA, in base alle indagini eseguite dalla proprietà non sono state rilevate criticità in merito alla presenza di tale serbatoio. La doppia camicia con intercapedine con sistema di rilevamento perdite sopracitata permette di individuare eventuali problematiche/perdite e quindi di agire per evitare qualsiasi contaminazione del suolo.

È presente un’area coperta (RIF. reparto n.28 della planimetria “All. 04 – Planimetria reparti produttivi”) dove sono stoccati parte dei reagenti utilizzati dallo stabilimento in big da 1.000 L o in taniche di volume inferiore, tutti comunque dotati di bacini di contenimento, e di parte del packaging destinato alla produzione. Un’area adiacente (RIF. reparto n.29 della planimetria “All. 04 – Planimetria reparti produttivi”) sarà invece destinata al deposito temporaneo degli impianti e/o serbatoi che prima erano sotto alla copertura di cui al punto precedente. Trattasi di impianti/serbatoi che al momento non sono utilizzati all’interno del ciclo produttivo o che sono in attesa di manutenzione; in taluni casi possono anche essere riutilizzati presso altro sito Granarolo. Si precisa che tali impianti, prima di essere posizionati in tale area, vengono puliti, svuotati e privati di qualsiasi componente che possa creare sversamenti o inquinamento del suolo, rimane sostanzialmente solamente il telaio in acciaio inox.

C.5 Produzione Rifiuti Lo stoccaggio dei rifiuti in azienda decadenti dal ciclo produttivo e/o ordinaria manutenzione degli impianti, avviene in regime di deposito temporaneo ed in apposita area identificata, adeguatamente pavimentata ed impermeabilizzata. Di seguito si riporta l’elenco dei rifiuti prodotti.

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Luogo di Destino Stato Modalità di EER. Descrizione Rifiuti stoccaggio previsto Fisico stoccaggio (R/D)

Casse, al Cella 020501 Scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione Solido R13 coperto frigorifera

Vasche, al Impianto di 020502 Fanghi da trattamento in loco degli effluenti Liquido R3 coperto depurazione

Vasche, al Impianto di 020502 Fanghi da trattamento in loco degli effluenti Solido R3 coperto depurazione

Area 080312* Scarti di inchiostro, contenenti sostanze pericolose Liquido Fusti, al coperto D15 ecologica

Toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce Sacchi, al Area 080318 Solido R13 080317 coperto ecologica

Sacchi, Area 100103 Ceneri leggere di torba e di legno non trattato Solido R13 all’aperto ecologica

Sacchi, al Area 120112* Cere e grassi esauriti Solido D15 coperto ecologica

Oli minerali per motori, ingranaggi e lubrificazione, non Serbatoio da Deposito 130205* Liquido R13 clorurati 500 l, al coperto officina

Compattatore, Area 150101 Imballaggi in carta e cartone Solido R3 all’aperto ecologica

Compattatore, Area 150102 Imballaggi in plastica Solido R13 all’aperto ecologica

Container, Area 150103 Imballaggi in legno Solido R13 all’aperto ecologica

Compattatore, Area 150106 Imballaggi in materiali misti Solido R13 all’aperto ecologica

Cassa, Area 150107 Imballaggi in vetro Solido R13 all’aperto ecologica

Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o Bancali/sfusi, Area 150110* Solido R13 contaminati da tali sostanze all’aperto ecologica

Imballaggi metallici contenenti matrici solide porose Area Scatole, al 150111* pericolose (es. amianto), compreso contenitori a pressione Solido ecologica D15 coperto vuoti

Assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non Area Sacchi di specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, ecologica 150202* Solido plastica, al D15 contaminati da sostanze pericolose (stracci e indumenti da coperto lavoro)

Area 150203 Assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti Solido Sacchi di D15 protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02 plastica, al ecologica

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(stracci e indumenti da lavoro) coperto

Apparecchiature fuori uso, contenenti componenti Casse, al Area 160213* pericolosi diversi da quelli di cui alle voci 160209 e Solido R13 coperto ecologica 160212

Apparecchiature fuori uso, contenenti componenti Casse, al Area 160214 pericolosi diversi da quelli di cui alle voci 160209 e Solido R13 coperto ecologica 160213

Sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da Scatole, al 160506* sostanze pericolose, comprese le miscele di sostanze Liquido Laboratorio D15 coperto chimiche di laboratorio

Bancali, al Area 160601* Batterie al piombo Solido R13 coperto ecologica

Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, Container, Area 170107 Solido R13 diversi da quelli di cui alla voce 170106 all’aperto ecologica

Container, Area 170405 Ferro e acciaio Solido R13 all’aperto ecologica

Casse, al Area 170411 Cavi, diversi da quelli di cui alla voce 170410 Solido R13 coperto ecologica

Altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze Sacchi, Area 170603* Solido D15 pericolose all’aperto ecologica

Rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando Scatole, al 180103* Solido Laboratorio R13 precauzioni particolari per evitare infezioni coperto

Container, Area 190801 Residui di vagliatura Solido R13 all’aperto ecologica

Sacco, al Deposito 200121* Tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio Solido R13 coperto officina

Container, Area 200307 Rifiuti ingombranti Solido R13 all’aperto ecologica

Tabella C4 – Caratteristiche rifiuti prodotti

C.6 Bonifiche Lo stabilimento non è stato e non è attualmente soggetto alle procedure relative alle bonifiche ambientali (ex Dm 471/89 e D.Lvo 152/2006).

C.7 Radiazioni ionizzanti Lo stabilimento ha n. 7 apparecchiature con sorgenti radioattive utilizzate per la rilevazione degli inquinanti nel prodotto confezionato e finito. Tali sorgenti sono soggette a verifiche annuali con nomina di Esperto Qualificato (D.Lgs. 230/95) che predispone relazione tecnica finale viene tenuta e aggiornata dal Datore di Lavoro.

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C.8 Rischi di incidente rilevante Il Gestore del complesso industriale Granarolo SPA Stabilimento di Usmate Velate, ha dichiarato che l’impianto non è soggetto agli adempimenti di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.

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D. QUADRO INTEGRATO D.1 Applicazione delle MTD

STATO DI DESCRIZIONE NOTE APPLICAZIONE

GENERALI

Attivazione di un programma di gestione ambientale (EMAS; ISO 14001 o aziendale ma basato sugli stessi APPLICATA principi dei modelli citati)

Attivazione di un programma di addestramento e sensibilizzazione del personale alla corretta gestione APPLICATA delle risorse e alla riduzione degli aspetti negativi per l'ambiente

Adozione di un piano di manutenzione programmata APPLICATA

Riduzione degli scarti e delle emissioni in fase di APPLICATA ricevimento delle materie prime e dei materiali

RIDUZIONE CONSUMI IDRICI

Presenza di contatori su alcuni reparti produttivi o linee di adduzione particolarmente idro-esigenti. Tali Installazione di contatori su ciascun comparto produttivo contatori permettono comunque di PARZIALMENTE e/o su ciascuna macchina (nei casi di macchine ricostruire con buona approssimazione la APPLICATA particolarmente idro-esigenti) distribuzione dell’acqua all’interno dello stabilimento. Per come è strutturata la rete di distribuzione non risulta possibile implementare ulteriormente le misure.

Per come è strutturata la rete di scarico esistente non risulta possibile separare le Separazione delle acque di processo dalle altre per un reti di scarico. Essendo lo stabilimento di NON APPLICABILE possibile riutilizzo di queste ultime tipo alimentare, non prevede il riutilizzo delle acque di processo all’interno del ciclo produttivo.

Riduzione del prelievo dall'esterno - Installazione di APPLICATA impianti di raffreddamento a torri evaporative

Riutilizzo delle acque di raffreddamento e delle acque APPLICATA delle pompe da vuoto

Eliminazione dei rubinetti a scorrimento e manutenzione di guarnizioni di tenuta della rubinetteria, dei servizi APPLICATA igienici, etc

Impiego di idropulitrici a pressione APPLICATA

Applicazione di comandi a pistola agli ugelli dell'acqua APPLICATA

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Prima pulizia a secco degli impianti e applicazione alle caditoie sui pavimenti di trappole amovibili per la APPLICATA separazione dei solidi

Progettazione e costruzione dei veicoli e delle attrezzature di carico e scarico in modo che siano APPLICATA facilmente pulibili

Le acque in uscita dall’impianto di flottazione presentano ancora Riutilizzo delle acque provenienti dai depuratori per caratteristiche chimico-fisiche che non ne operazioni nelle quali non sia previsto l’uso di acqua NON APPLICABILE consentono il loro riutilizzo. La cosa sarà potabile presa in considerazione qualora l’azienda dovesse realizzare un impianto di depurazione biologico.

RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI

Miglioramento del rendimento delle centrali termiche APPLICATA

Coibentazioni delle tubazioni di trasporto dei fluidi caldi APPLICATA e freddi

Due impianti a resine per l’addolcimento Demineralizzazione dell'acqua APPLICATA dell’acqua

Viene utilizzata l’energia elettrica Utilizzo della cogenerazione APPLICATA prodotta da un cogeneratore di proprietà di una ditta esterna (E.ON)

Uso efficiente dell'energia elettrica - Impiego di motori elettrici ad alto rendimento in sostituzione di motori APPLICATA elettrici di efficienza standard soggetti a revisione

Uso efficiente dell'energia elettrica – Rifasamento APPLICATA

CONTROLLO EMISSIONI IN ATMOSFERA

Sostituzione dei combustibili liquidi con combustibili gassosi per il funzionamento degli impianti di APPLICATA generazione del calore

Riduzione dei rischi di emissione in atmosfera da parte APPLICATA di impianti frigoriferi che utilizzano ammoniaca (NH3)

La caldaia di cui all’emissione E1 è Controllo in continuo dei parametri della combustione e PARZIALMENTE dotata di SCC. La caldaia di cui alla del rendimento APPLICATA emissione E3 sarà adeguata come previsto da normativa

L’unica emissione per cui è prevista la presenza di polveri è l’emissione E5/6, Abbattimento polveri mediante cicloni e multicicloni NON APPLICABILE dove è presente un postcombustore come impianto di abbattimento

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L’unica emissione per cui è prevista la presenza di polveri è l’emissione E5/6, Abbattimento polveri mediante filtri a maniche NON APPLICABILE dove è presente un postcombustore come impianto di abbattimento

CONTROLLO DEL RUMORE

Utilizzo di un materiale multistrato fonoassorbente per i APPLICATA muri interni dell'impianto

Riduzione dei livelli sonori all'interno dell'impianto APPLICATA

Riduzione del numero di finestre o utilizzo di infissi APPLICATA maggiormente isolanti.

Non si ritiene che questa misura sia applicabile alla realtà aziendale, che non presenta particolari problemi inerenti il Muri esterni costruiti con materiale amorfo ad alta rumore. Granarolo è inoltre subentrata NON APPLICABILE densità alla precedente attività proprietaria degli immobili, pertanto i muri erano già esistenti e non ne è prevista la sostituzione.

Non si ritiene che questa misura sia applicabile alla realtà aziendale, che non presenta particolari problemi inerenti il rumore. Granarolo è inoltre subentrata Piantumazione di alberi (almeno due filari non allineati) NON APPLICABILE alla precedente attività acquisendone le nell’area circostante l’impianto strutture esistenti: sulla base di come attualmente è l’area dello stabilimento non risulta possibile realizzare tale piantumazione.

Adozione di altri sistemi quali: Sono installati portoni e sistemi silenziati dal 2012. Per le installazioni pregresse,

✒ porte e portoni silenziati PARZIALMENTE all’atto degli eventuali rifacimenti, APPLICATA

✒ ventilatori per l'estrazione di vapori, fumi o polveri verranno applicate le indicazioni della con motori silenziati (a basso numero di giri) BAT.

Interventi di carattere gestionale quali:

✒ istruzioni operative che limitino il funzionamento di parti di impianti/macchine unicamente durante il La produzione vera e propria, ossia periodo diurno APPLICATA l’attività a maggiore impatto acustico,

✒ procedure interne che prevedano un'adeguata avviene almeno per l’80% di giorno. programmazione e localizzazione dei cicli di lavoro in relazione alle esigenze di contenimento della rumorosità

TRATTAMENTI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE

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Riduzione del carico di solidi e di colloidi al trattamento per mezzo di diverse tecniche:

✒ Prevenire la stagnazione di acqua

✒ Eliminare preventivamente i solidi sospesi attraverso l’uso di griglie

APPLICATA

✒ Eliminare il grasso dall’acqua con appositi trattamenti meccanici

✒ Adoperare un flottatore possibilmente con l’aggiunta di flocculanti, per l’ulteriore eliminazione dei solidi

Riduzione dei consumi energetici per mezzo dell’utilizzo di una sezione di equalizzazione delle acque di scarico e APPLICATA del corretto dimensionamento dell’impianto di trattamento stesso

MATERIE PRIME

Scelta adeguata della materia grezza APPLICATA

Valutazione e controllo dei rischi presentati dai prodotti APPLICATA chimici utilizzati nell'industria alimentare

Scelta di alternative valide nell'uso dei prodotti di APPLICATA disinfezione

Impiego di sistemi di lavaggio CIP (Cleaning in Place) APPLICATA

AFFUMICATURA

Affumicatura a legno bruciato APPLICATA

Controllo delle emissioni di COV APPLICATA Post-combustore

TRAFFICO E MOVIMENTAZIONE DEI MATERIALI

✒ Applicazione di una procedura di gestione del traffico all'interno dello stabilimento, APPLICATA ✒ Adozione di apposita cartellonistica, di adeguate indicazioni, limiti di velocità e di sistemi di rallentamento degli automezzi, etc.

Procedura di prevenzione delle fuoriuscite o spargimenti di sostanze liquide, gassose o materiali pericolosi per APPLICATA l'ambiente

GESTIONE DEI RIFIUTI

Adozione della raccolta differenziata APPLICATA

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Per la tipologia di attività aziendale non è Riduzione dei rifiuti da imballaggio anche per mezzo del possibile il riutilizzo interno, tali rifiuti NON APPLICABILE loro riutilizzo o del loro riciclo vengono ritirati da ditte esterne, che ne effettuano l’eventuale recupero.

Accordi in merito ad alcuni contenitori Stipula di accordi con i fornitori per l’inoltro agli stessi, PARZIALMENTE dei prodotti ausiliari (es. cisterne/big da dopo l’utilizzo, dei contenitori di materie prime o 1.000 Le taniche contenenti prodotti prodotti ausiliari APPLICATA ausiliari)

Riduzione volumetrica dei rifiuti assimilabili agli urbani PARZIALMENTE Sono presenti impianti di compattazione (RSAU) destinati allo smaltimento e degli imballaggi di plastica, carta/cartone puliti e materiali avviati a riciclaggio APPLICATA misti/sporchi

Compattazione dei fanghi APPLICATA Presenza di centrifugazione -

SUOLO E ACQUE SOTTERRANEE

GESTIONE DEI SERBATOI FUORI TERRA E INTERRATI

Adozione di sistemi di contenimento, platee APPLICATA impermeabili

Applicazione di una procedura di prevenzione delle fuoriuscite e di un piano di controllo che preveda l'esatta ubicazione di tutti i serbatoi, l'elencazione dei sistemi di APPLICATA sicurezza adottati, l'ispezione periodica degli stessi e delle tubazioni di trasporto dei fluidi ed una squadra di emergenza

Identificazione di tutte le aree con rischio potenziale di inquinamento per il suolo/sottosuolo, acque sotterranee APPLICATA ed acque di scarico

Gestione dei serbatoi interrati:

✒ verifica dello stato dei serbatoi interrati mediante apposite prove di tenuta, se necessario L’unico serbatoio interrato è dotato di eventuali interventi di risanamento ed APPLICATA doppia camicia con sistema di installazione di dispositivi per il rilevamento rilevamento perdite delle perdite

✒ piano di rimozione e bonifica dei serbatoi, sostituendoli, se il caso, con altri fuori terra

GESTIONE DELLE TUBAZIONI

Utilizzo, quando possibile, di tubazioni fuori terra opportunamente contrassegnate e dotate delle colorazioni specifiche per il trasporto di fluidi pericolosi. APPLICATA Al momento non sono presenti doppi tubi In casi critici adozione di doppio tubo per il contenimento di eventuali perdite e/o ripari contro gli urti

Adozione di solai impermeabili ove le condizioni operative e l’analisi dei rischi evidenzino la possibilità di APPLICATA sversamenti di sostanze pericolose (es. zone di carico scarico)

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GESTIONE DELLE SOSTANZE PERICOLOSE Adozione di solai impermeabili ove le condizioni operative e l’analisi dei rischi evidenzino la possibilità di APPLICATA sversamenti di sostanze pericolose (es. zone di carico scarico) Adozione di regole interne di GEP (Good Environmental Practices) che comprendano anche il corretto stoccaggio APPLICATA e movimentazione delle sostanze pericolose

Applicazione di una specifica procedura per la manipolazione delle sostanze pericolose, studiata per il APPLICATA personale addetto alle operazioni di pulizia e sanificazione.

CONSUMI ENERGETICI

Sistemi di recupero di calore negli impianti continui di trattamento termico: APPLICATA

✓ impianti a scambio diretto

✓ impianti a scambio indiretto

TRATTAMENTO DELLE ARIE ESAUSTE/DEODORIZZAZIONE

Adozione torri di abbattimento ad umido APPLICATA

Adozione di biofiltri APPLICATA Presenti su impianto trattamento acque

Adozione di filtri a carboni attivi APPLICATA

La tabella seguente riassume lo stato di applicazione delle migliori tecniche disponibili (BAT) per la prevenzione integrata dell’inquinamento, individuate per l’attività casearia. Tabella D1 – Stato di applicazione delle BAT D.2 Criticità riscontrate Ai fini del rinnovo dell’autorizzazione AIA in possesso della Ditta non si rilevano criticità.

D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate Al fine del rispetto dei limiti di legge (Tab. 3, All 5 D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.) la ditta intende procedere ad adeguare l’impianto di trattamento reflui che sarà suddiviso nelle seguenti fasi:

Fase 1:

Ottimizzazione del processo di flottazione con l’aumento del dosaggio del policloruro di alluminio e del polielettrolita, per una riduzione e rimozione dei parametri caratteristici delle acque reflue quali COD, BOD5, SST, azoto ammoniacale, azoto nitrico, tensioattivi e grassi animali e vegetali.

Fase 1.2:

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Implementazione dell’utilizzo di processi enzimatici con batteri liofilizzati, al fine di ridurre ulteriormente gli inquinanti.

Fase 2:

Realizzazione di un impianto di trattamento ad ossidazione biologica per il trattamento di una parte della portata delle acque reflue attualmente generate, nella misura dal 30 % al 50 % della portata attuale, denominato “prima linea”.

Fase 3:

Completamento della “seconda linea” dell’impianto ad ossidazione biologica, per il trattamento della totalità delle acque reflue industriali, incrementate in funzione dell’aumento della produzione che si determinerà con l’internalizzazione nell’insediamento di Usmate, della produzione dell’impianto di Bologna.

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E. QUADRO PRESCRITTIVO E.1 Aria E.1.1 Valori limite di emissione Nella tabella sottostante si riportano i valori limite per le emissioni in atmosfera.

PROVENIENZA Potenza VALORE Portata termica Durata EMISSIONE Inquinanti LIMITE [Nm3/h] nominale [h/g] Sigla Descrizione [mg/Nm3] MWt

NOx: 150

9.800 NOx - CO2 – CO CO: 100 E1 M1 Caldaia Mingazzini 8,1 24 (Rif. O2 3%)

NOx: 150* 13.200 E3 M3 Caldaia Pelucchi 10,5 24 NOx - CO2 - CO CO: 100

(Rif. O2 3%)

E5 Bruciatore affumicatoio Polveri 5 4WEISHAUPT E6 (solo per M5 2500 0,3 5 COV - CO2 COV**: 50 emergenza) WG30N/1-C

Tabella E1 – Emissioni in atmosfera

Nota: gli impianti di cui alle emissioni E1 ed E3 sono uno in alternativa all’altro; normalmente risulta in funzione l’impianto di cui alla emissione E3

* Il limite di 150 mg/Nm3 è previsto dal 31/12/2019 come da paragrafo 7.1 della DGR 06/08/2012 n. IX/3934. Fino a tale momento vale il limite di 200 mg/Nm3 **COV non metanici;

E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo I) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio e controllo. II) I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti: - nelle più gravose condizioni di esercizio dell’impianto produttivo; - in relazione alle sostanze effettivamente impiegate nel ciclo tecnologico e descritte nella domanda di autorizzazione; - secondo i criteri complessivamente indicati nell’allegato VI alla parte V del D.Lvo 152/06 e smi. III) I punti di emissione devono essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee segnalazioni.

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IV) L’accesso ai punti di prelievo deve essere garantito in ogni momento e deve possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti. V) I risultati delle analisi eseguite alle emissioni devono riportare i seguenti dati: a) Concentrazione degli inquinanti espressa in mg/Nm3S; b) Portata dell’aeriforme espressa in Nm3/h; c) Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali (273,15 ° K e 101,323 kPa); d) Temperatura dell’aeriforme espressa in °C; e) Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo. f) Se nell’effluente gassoso, il tenore volumetrico di ossigeno è diverso da quello di riferimento, la concentrazione delle emissioni deve essere calcolata mediante la seguente formula:

21 - O Dove: E = ------x Em E = Concentrazione da confrontare con il limite di 21 – Om legge; Em = Concentrazione misurata;

Om = Tenore di ossigeno misurato; O = Tenore di ossigeno di riferimento. VI) Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell’esercizio. In caso di ulteriore diluizione dell’emissione le concentrazioni misurate devono essere corrette mediante le seguente formula:

E = (EM * PM)/P

Dove: EM = Concentrazione misurata PM = Portata misurata; P = Portata di effluente gassoso diluita nella maniera che risulta inevitabile dal punto di vista tecnologico e dell’esercizio; E = Concentrazione riferite alla P.

VII) I risultati delle verifiche di autocontrollo effettuate, accompagnati dai dati di cui ai sopraccitati punti V e VI dovranno essere conservate presso l’impianto a disposizione dell’Autorità di Controllo; i dati degli autocontrolli eseguiti devono altresì essere inseriti nell’applicativo regionale AIDA. VIII) Predisporre dei fori di campionamento a monte e a valle per valutare l’efficienza del sistema di abbattimento (post combustore dovrebbe abbattere COV indipendentemente da riempimento della cella) ed effettuare annualmente valutazioni analitiche per almeno tre anni. IX) in caso di anomalia o di guasto dell’impianto produttivo tale da non permettere il rispetto dei valori limite di emissione, l’Autorità Competente deve essere informata entro le otto ore successive all’evento; l’Autorità Competente può disporre la riduzione o la cessazione delle attività connesse all’evento o altre prescrizioni. Resta fermo l’obbligo del gestore di procedere al ripristino funzionale dell’impianto nel più breve tempo possibile. Il gestore è comunque tenuto ad adottare tutte le precauzioni opportune per assicurare che la durata di tali fasi sia la minore possibile. Di

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ogni situazione incidentale dovrà essere tenuta idonea registrazione con la descrizione dell’evento e delle azioni correttive poste in essere; X) qualora il gestore si veda costretto a: - interrompere in modo parziale o definitivo parti dell’attività produttiva; - utilizzare gli impianti a carico ridotto o in maniera discontinua;

e conseguentemente sospendere/posticipare l’effettuazione dei monitoraggi prescritti deve informare in merito l’Autorità Competente.

E.1.3 Prescrizioni impiantistiche XI) Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili dovranno essere presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate all’esterno dell’ambiente di lavoro. Qualora un dato punto di emissione sia individuato come “non tecnicamente convogliabile” dovranno essere fornite motivazioni tecniche mediante apposita relazione. XII) Devono essere evitate emissioni diffuse e fuggitive, sia attraverso il mantenimento in condizioni di perfetta efficienza dei sistemi di captazione delle emissioni, sia attraverso il mantenimento strutturale degli edifici che non devono permettere vie di fuga delle emissioni stesse. XIII) Gli interventi di controllo e di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati al monitoraggio dei parametri significativi dal punto di vista ambientale dovranno essere eseguiti secondo quanto riportato nel piano di monitoraggio e controllo. XIV) tutte le operazioni di manutenzione devono essere annotate in apposito registro, anche di tipo informatico, tenuto a disposizione delle Autorità di Controllo, ove riportare: - la data di effettuazione dell’intervento; - il tipo di intervento (ordinario, straordinario); - la descrizione sintetica dell’intervento; - l’indicazione dell’autore dell’intervento.

E.1.4 Prescrizioni generali

XV) Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271 comma 13 del D.Lgs 152/06 (ex. art. 3 c. 3 del D.M. 12/7/90). XVI) Tutti i condotti di scarico che convogliano gas, fumi e polveri, devono essere provvisti ciascuno di opportune bocchette di ispezione/fori di campionamento collocati in modo adeguato. In presenza di presidi depurativi, nel caso si rendesse necessaria la valutazione della resa di abbattimento, le bocchette di ispezione/campionamento devono essere previste a monte ed a valle degli stessi. I fori di campionamento devono essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusura metallica. Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento ai criteri generali definiti dalla norma UNI EN 15259 e successive eventuali integrazioni e modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche. Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni opportunamente documentate e comunicate all’Autorità Competente;

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E.1.5. Attivazione di eventuali nuovi punti di emissione in atmosfera.

XVII) Il gestore almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in esercizio degli impianti/punti di emissione deve darne comunicazione all’Autorità Competente, al Comune e all’Autorità Competente al Controllo (ARPA); il termine massimo per la messa a regime degli impianti è stabilito in 90 giorni a partire dalla data di messa in esercizio degli stessi; XVIII) Qualora durante la fase di messa a regime, si evidenziassero eventi tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato nel presente atto, l’esercente dovrà presentare una richiesta nella quale dovranno essere descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la necessità di richiedere la proroga stessa e nel contempo, dovrà indicare il nuovo termine per la messa a regime. La proroga si intende concessa qualora l’autorità competente non si esprima nel termine di 20 giorni dal ricevimento dell’istanza. XIX) Dalla data di messa a regime, decorre il termine di 20 giorni nel corso dei quali l’esercente è tenuto ad eseguire un ciclo di campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli impianti. Il ciclo di campionamento deve essere condotto secondo quanto indicato al precedente paragrafo Requisiti e modalità per il controllo; XX) I risultati degli accertamenti analitici effettuati, accompagnati da una relazione finale che riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e delle emissioni generate e le strategie di campionamento adottate, devono essere presentati all’Autorità competente, al Comune ed all’Autorità Competente al Controllo (ARPA) entro 60 gg. dalla data di messa a regime dell’impianto. XXI) Le risultanze dell’autocontrollo sull’efficienza del sistema di abbattimento degli inquinanti, che saranno eseguiti successivamente, dovranno seguire le modalità riportate nel Piano di Monitoraggio. XXII) Gli impianti di abbattimento che fossero eventualmente installati, devono essere conformi a quanto prescritto dalla DGR n. IX/3552 del 30/05/2012 “Caratteristiche tecniche minime degli impianti di abbattimento per la riduzione dell’inquinamento atmosferico derivante dagli impianti produttivi e di pubblica utilità, soggetti alle procedure autorizzative di cui al d.lgs. 152/06 e s.m.i. - Modifica e aggiornamento della d.g.r. 1 agosto 2003 – n. 7/13943”.

E.1.6 Emissioni odorigene

XXIII) Il gestore dovrà porre particolare attenzione al possibile sviluppo di molestie generate dalla emissioni residue, convogliate o diffuse, derivanti dal complesso delle attività svolte, procedendo alla definizione di un sistema di gestione ambientale tale da consentire lo sviluppo di modalità operative e di gestione dei propri impianti in modo da limitare eventi incidentali e/o anomalie di funzionamento, contenere gli eventuali fenomeni di molestia e – nel caso intervenissero eventi di questo tipo – in grado di mitigarne gli effetti e garantendo il necessario raccordo con le diverse autorità interessate.

XXIV) Nel caso intervenissero fenomeni di molestia le Autorità competenti ai sensi dell’Art.272 bis del D.L.vo 183/2017 potranno concordare misure di prevenzione e limitazione che potranno consistere in valori limite di emissione, espressi in concentrazione volumetrica (come quantità su un volume, che possono essere espresse in O.U.E./m3 o in mg/Nm3), nonché specifiche portate massime (quantità sul tempo, espresse in OUE/s) e concentrazioni massime da definire in sede di

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autorizzazione. Potranno, inoltre, comprendere prescrizioni relative agli impianti aventi un potenziale impatto odorigeno, incluso l’obbligo di attuazione di piani di contenimento, così come procedure volte a definire i criteri localizzativi in funzione della presenza di ricettori sensibili intorno agli stabilimenti.

XXV) Laddove comunque si evidenziassero fenomeni di molestia olfattiva, il gestore dovrà concordare con le competenti autorità il percorso più idoneo alla soluzione/mitigazione della problematica, tenendo conto delle seguenti, seppur non esaustive, possibilità: - confinamento dell’attività/fase operativa; - interventi sulle modalità adottate per lo svolgimento delle attività/fase operativa; - installazione di nuovi/ulteriori presidi depurativi.

XXVI) Se del caso il gestore dovrà altresì ricercare ed oggettivare dal punto di vista sensoriale le emissioni potenzialmente interessate all’evento e le cause scatenanti prendendo a riferimento i criteri definiti dalla DGR 3018/12 sulle emissioni odorigene. Al fine di caratterizzare il fenomeno i metodi di riferimento da utilizzare sono il metodo UNICHIM 158, per la definizione delle strategie di prelievo ed osservazione del fenomeno, ed UNI EN 13725-2004, per la determinazione del potere stimolante dal punto di vista olfattivo della miscela di sostanze complessivamente emessa.

XXVII) Effettuare un monitoraggio annuale delle emissioni odorigene (prescrizione ATS); E.2 Acqua E.2.1 Valori limite di emissione La Ditta dovrà assicurare al punto di monitoraggio S2, relativamente agli scarichi industriali, il rispetto dei valori limite della Tabella 3, dell’Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. fatta eccezione per i parametri di seguito riportati e secondo le tempistiche di seguito indicate:

Fase 1 - dalla data di notifica del presente atto:

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BOD5>140

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Fase 1.2 – dal 01/02/2020:

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Fase 2- dal 01/04/2021:

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I valori limite di emissione non possono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque prelevate esclusivamente allo scopo e deve essere rispettato quanto disposto dall’Art. 101, commi 4 e 5 del D.Lgs. 152/06. Si dovranno adottare tutte le misure necessarie atte ad evitare un aumento della concentrazione di sostanze inquinanti nello scarico, anche temporaneo, oltre i limiti autorizzati; qualsiasi avaria all’impianto di trattamento acque reflue industriali, (ove presente) nonché qualsiasi evento di tipo incidentale, che possa modificare, qualitativamente o quantitativamente, le caratteristiche degli scarichi, dovrà comportare l’applicazione immediata di un piano d’intervento e ripristino delle normali condizioni di scarico, mettendo in atto tutte le necessarie azioni correttive. Inoltre dovrà esserne data tempestiva comunicazione scritta all’Autorità Competente, all’ATO e al gestore del SII. Se tali eventi non consentono di garantire allo scarico il rispetto delle concentrazioni limite autorizzate, limitatamente a sostanze pericolose, o tali da pregiudicare la salute pubblica, lo scarico stesso dovrà essere immediatamente interrotto. E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo I) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio. II) Le determinazioni analitiche ai fini del controllo di conformità degli scarichi di acque reflue industriali sono di norma riferite ad un campione medio prelevato nell’arco delle tre ore. Con motivazione espressa nel verbale di campionamento il gestore dell’installazione o l’autorità preposta al controllo (Arpa Lombardia) possono, (ai sensi del punto “1.2.2 Determinazioni

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analitiche” del Paragrafo “1.2 Acque reflue industriali” dell’Allegato 5, alla Parte Terza, del D. Lgs 152/2006 e s.m.i.), effettuare il campionamento su tempi diversi, al fine di ottenere il campione più adatto a rappresentare lo scarico, qualora lo giustifichino esigenze particolari quali le caratteristiche del ciclo produttivo, il tipo di scarico in atto in relazione alle caratteristiche di continuità dello stesso (continuo o discontinuo) e al tipo di accertamento in essere (di routine, di emergenza, ecc.). III) Sui referti di analisi devono essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo (medio sulle tre ore o istantaneo), la sigla del punto di prelievo, le condizioni meteo durante il campionamento, la data e l’ora di effettuazione dell’analisi. Gli esiti relativi devono essere firmati da un tecnico abilitato. IV) I controlli degli inquinanti dovranno essere eseguiti nelle più gravose condizioni di esercizio dell’impianto produttivo. V) L’accesso ai punti di prelievo deve essere sempre garantito al personale degli Enti di controllo e essere a norma di sicurezza secondo le norme vigenti. VI) Per gli scarichi nella rete fognaria pubblica di acque reflue industriali provenienti da impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale l’attività di controllo è svolta da ARPA ai sensi del punto “4.1. Indicazioni generali” della D.d.g del 1 febbraio 2011 n. 796. VII) Ciascuno dei punti di scarico delle acque meteoriche sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo (gruppo disperdente) deve essere univocamente identificato da una sigla rappresentativa del punto di scarico stesso. E.2.3 Prescrizioni impiantistiche VIII) I pozzetti di prelievo campioni devono essere a perfetta tenuta, mantenuti in buono stato e sempre facilmente accessibili per i campionamenti, ai sensi del D.Lgs. 152/06, Titolo III, Capo III, art. 101; periodicamente dovranno essere asportati i fanghi ed i sedimenti presenti sul fondo dei pozzetti stessi. IX) Deve essere verificata, in occasione di eventi meteorici importanti, l’effettiva e completa dispersione sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo delle acque meteoriche di dilavamento delle superfici scolanti in quanto i blocchi disperdenti per lo smaltimento sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo delle acque meteoriche risultano molto vicini fra loro. X) Le apparecchiature in genere che regolano la gestione dell’impianto di depurazione dei reflui, devono essere puliti e controllati periodicamente al fine di evitare la formazione di incrostazione e quindi garantire un funzionamento preciso e costante nel tempo. La taratura della strumentazione deve essere effettuata almeno ogni tre mesi. XI) Ottimizzare il processo di flottazione procedendo ad un aumento del dosaggio del policloruro di alluminio e del polielettrolita, per una riduzione e rimozione dei parametri caratteristici delle acque reflue quali COD, BOD5, SST, azoto ammoniacale, azoto nitrico, tensioattivi e grassi animali e vegetali. XII) Effettuare il monitoraggio dello scarico per i parametri di cui al punto precedente. Gli esiti dovranno essere trasmessi settimanalmente al Gestore del SII e all’Ufficio d’Ambito. XIII) Entro 90 giorni dalla notifica della presente dovrà essere realizzato di un pozzetto (dimensioni minime di 50 x 50 cm e un volume di ritenuta corrispondente alla profondità` di 50 cm) immediatamente a valle dell’impianto di depurazione in progetto ed eventuali reflui industriali

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(permeato dell’osmosi inversa) che potrebbero by-passare l’impianto di depurazione dovranno essere anch’essi dotati di idoneo pozzetto di campionamento; XIV) Entro 90 giorni dalla notifica della presente, installare un autocampionatore nel pozzetto finale, prima dell’immissione in pubblica fognatura, avente le seguenti caratteristiche: • automatico; • programmabile (tempo di campionamento, volumi prelevati); • dotato di sistemi per rendere il campionamento proporzionale alla portata; • autosvuotante; • refrigerato; • sigillabile e installato in modo tale da rendere possibile la sigillatura del condotto di prelievo da parte del Gestore del SII società scrivente; • dotato di segnalazione ottica e acustica di guasto e/o di interruzione anche parziale del funzionamento; XV) Entro il 31/01/2020 (Fase 1.2) implementare l’utilizzo di processi enzimatici con batteri liofilizzati al fine di ridurre ulteriormente alcuni inquinanti. Il Gestore del SII analizzerà alcuni campioni, al fine di testare la funzionalità del sistema e al fine di confrontare la trattabilità e la compatibilità del refluo direttamente con l’inoculo nell’impianto stesso con i tempi e le modalità che la ditta dovrà concordare durante le fasi di test con il Gestore del SII stesso e con l’ufficio Gestioni Utenti Industriali Rete. XVI) Entro il 31/12/2020 (Fase 2) dovrà essere realizzato un impianto di depurazione ad ossidazione biologica (prima linea) per il trattamento di una parte della portata delle acque reflue attualmente generate, nella misura dal 30 % al 50 % della portata attuale (circa 200 mc/h per 24 ore/g). E.2.4 Prescrizioni generali XVII) Gli strumenti di misura della portata delle acque reflue devono essere mantenuti sempre funzionanti ed in perfetta efficienza: qualsiasi avaria, disfunzione o sostituzione degli stessi deve essere immediatamente comunicata al Gestore del SII ed all’Ufficio ed all’Ufficio d’Ambito (ATO) territorialmente competente; qualora gli strumenti di misura dovessero essere alimentati elettricamente, dovranno essere dotati di conta ore di funzionamento collegato all’alimentazione elettrica dello strumento di misura, in posizione immediatamente a monte dello stesso, tra la rete di alimentazione e lo strumento oppure di sistemi di registrazione della portata. XVIII) Qualora dovessero sorgere problematiche idrauliche sulla rete fognaria, il Gestore del SII si riserva di rivedere la portata ammissibile in pubblica fognatura, dandone opportuna comunicazione all’Autorità competente. XIX) L’impianto di depurazione e tutti gli impianti di trattamento dei reflui e delle acque meteoriche dovranno essere mantenuti sempre in funzione ed in perfetta efficienza; qualsiasi avaria o disfunzione deve essere immediatamente comunicata al Gestore del SII ed all’Ufficio d’Ambito (ATO). XX) Dovrà essere sempre garantito il libero accesso all’insediamento produttivo del personale del Gestore del SII incaricato dei controlli che potrà effettuare tutti gli accertamenti ed adempiere a tutte le competenze previsti dall’art. 129 del D.lgs. 152/06, nonché tutti gli accertamenti riguardanti lo smaltimento dei rifiuti anche prendendo visione o acquisendo copia della documentazione formale prevista da leggi e regolamenti.

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XXI) La Società dovrà presentare all’Autorità competente, all’ATO – MB, al Gestore del SII e all’ARPA, un report semestrale che dettagli l’andamento e l’evoluzione delle fasi di avanzamento degli iter autorizzatori e degli interventi progettuali legati alle fasi di rientro dalle deroghe; XXII) Lo scarico dovrà essere esercitato nel rispetto del Regolamento del Servizio Idrico Integrato (adottato dalla Conferenza dei Comuni dell’ATO della Provincia di Monza e Brianza del 19.10.2016) che pertanto è da considerarsi parte integrante dell’autorizzazione nelle parti non in contrasto con quanto espressamente autorizzato; XXIII) Il Gestore della ditta deve adottare tutti gli accorgimenti atti a evitare che qualsiasi situazione prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi; qualsiasi evento accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla qualità dei reflui scaricati, deve essere comunicato tempestivamente all’Autorità competente per l’AIA, al dipartimento ARPA competente per territorio e al Gestore della fognatura. Qualora non possa essere garantito il rispetto dei limiti di legge, l'autorità competente può prescrivere l'interruzione immediata dello scarico nel caso di fuori servizio dell'impianto di depurazione. XXIV) Devono essere adottate tutte le misure gestionali e impiantistiche tecnicamente realizzabili necessarie all’eliminazione degli sprechi e alla riduzione dei consumi idrici, anche mediante l’impiego delle migliori tecniche disponibili per il ricircolo e il riutilizzo dell’acqua. A tal proposito dovranno essere eliminati i sistemi di raffreddamento con acqua a perdere. Qualora mancasse, dovrà essere installato sugli scarichi industriali, in virtù della tipologia di scarico (in pressione o a pelo libero), un misuratore di portata o un sistema combinato (sistema di misura primario e secondario). XXV) Le superfici scolanti dell’insediamento devono essere mantenute in condizioni di pulizia tali da limitare l’inquinamento delle acque meteoriche che vengono convogliate ai pozzi perdenti. XXVI) Nel caso di sversamenti accidentali sulle superfici scolanti che potrebbero contaminare le acque meteoriche la pulizia dell’area interessata dovrà essere effettuata immediatamente a secco o con idonei materiali assorbenti quali sepiolite o materiali analoghi. I rifiuti decadenti da tali operazioni di pulizia delle superfici contaminate dovranno essere smaltiti come rifiuti in accordo con la normativa di settore XXVII) I sistemi di trattamento dovranno essere sottoposti a periodica manutenzione, e costantemente mantenuti in condizioni di perfetta efficienza. Le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate su apposito registro da tenere a disposizione delle Autorità di controllo; XXVIII) I prodotti derivanti dalle suddette operazioni di pulizia e manutenzione dei manufatti dovranno essere trattati come rifiuto, ed inviati a centri di raccolta autorizzati, annotando sul relativo registro di carico e scarico da tenere a disposizione delle Autorità di controllo tutte le operazioni connesse allo smaltimento degli stessi; XXIX) Dovrà essere garantita al soggetto competente e/o al soggetto incaricato la possibilità di ispezione e campionamento degli scarichi parziali e finali, a seconda della tipologia delle acque convogliate, a monte della confluenza nella rete comune, mediante presenza di pozzetti di campionamento che permettano il prelievo di campioni rappresentativi delle acque da analizzare; XXX) Gli scarichi devono essere resi accessibili per il campionamento da parte del soggetto competente e/o del soggetto incaricato per il controllo nel punto assunto per la misurazione;

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XXXI) Il soggetto competente e/o il soggetto incaricato del controllo sono autorizzati ad effettuare le ispezioni, i controlli ed i prelievi necessari all’accertamento del rispetto dei valori limite di emissione, delle prescrizioni contenute nel presente documento e delle condizioni che danno luogo alla formazione degli scarichi; XXXII) Dovrà essere data comunicazione all’Autorità competente e per conoscenza ad ATO MB ed al gestore del servizio idrico di ogni diversa destinazione od ampliamento o ristrutturazione dell’insediamento o comunque di significative modifiche del ciclo produttivo da cui derivi uno scarico avente caratteristiche quantitativamente e/o qualitativamente diverse da quelle dello scarico esistente; XXXIII) Ove possibili devono essere adottate, tutte le misure gestionali e impiantistiche tecnicamente realizzabili, necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi idrici anche mediante l’impiego delle MTD per il ricircolo e il riutilizzo dell’acqua. XXXIV) Dovrà essere effettuata una costante manutenzione degli impianti per evitare eventuali perdite. XXXV) Le movimentazioni e il deposito su aree esterne di materiale da trattare o già trattato dovrà essere effettuato in sicurezza al fine di evitare il rilascio di eventuali contaminanti sulle superfici scolanti ove incidono le acque meteoriche. E.3 Rumore E.3.1 Valori limite L’azienda è tenuta a rispettare i limiti di immissione previsti dal piano di zonizzazione acustica dei Comuni presso cui è insediata. E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo I) Le modalità di rilevazione delle verifiche di impatto acustico sono riportati nel piano di monitoraggio. II) Le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal D.M. del 16 marzo 1998 e s.m.i. da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine, nonché nel rispetto di quanto indicato nello studio di previsione di impatto acustico. E.3.3 Prescrizioni generali III) Effettuare al termine della realizzazione degli interventi previsti presso il reparto Groksi un rilievo fonometrico per verificare il rispetto dei limiti imposti dalla L. 447/95 e s.m.i. e normative collegate in relazione alle immissioni sonore IV) Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle emissioni sonore, previo invio della comunicazione alla Autorità Competente prescritta al successivo punto E. 6.1, dovrà essere redatta, secondo quanto previsto dalla DGR n. 7/8313 dell’8/03/2002, una valutazione previsionale di impatto acustico. Una volta realizzati le modifiche o gli interventi previsti, dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento, presso i principali recettori e presso altri punti da concordare con il Comune e con ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora, nonché il rispetto dei valori limite differenziale. Sia i risultati dei rilievi effettuati, contenuti all’interno di una valutazione di impatto acustico, sia la valutazione previsionale di impatto acustico devono essere presentati all’Autorità Competente, all’Ente Comunale territorialmente competente e ad ARPA dipartimentale

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E.4 Suolo I) Devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne. II) Deve essere mantenuta in buono stato la pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di carico e scarico, effettuando sostituzioni del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato. III) Le operazioni di carico, scarico e movimentazione devono essere condotte con la massima attenzione al fine di non far permeare nel suolo alcunché. IV) Qualsiasi sversamento, anche accidentale, deve essere contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco. V) Le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione dei serbatoi fuori terra ed interrati e delle relative tubazioni accessorie devono essere effettuate conformemente a quanto disposto dal documento “Linee guida sui serbatoi interrati” predisposto da Arpa Lombardia il 15 marzo 2013 e secondo quanto disposto dal Regolamento Regionale n. 17 del 5 Agosto 2003 e smi. VI) Deve essere mantenuto costantemente efficiente il sistema di controllo della tenuta del serbatoio interrato da 10 mc; deve essere istituita e rispettata una procedura per il controllo periodico del sistema mediante la compilazione di un idoneo registro con firma dell’operatore addetto. VII) L’eventuale dismissione di serbatoi interrati deve essere effettuata conformemente a quanto disposto dal Regolamento regionale n. 1 del 28/02/05, art. 13. “Indirizzi tecnici per la conduzione, l’eventuale dismissione dei serbatoi interrati” i controlli possono essere ricavati dal documento “Linee guida – Serbatoi interrati” pubblicato da ARPA Lombardia (marzo 2013). VIII) La ditta deve segnalare tempestivamente all’Autorità Competente ed agli Enti competenti ogni eventuale incidente o altro evento eccezionale che possa causare inquinamento del suolo. IX) I serbatoi che contengono sostanze chimiche incompatibili tra loro devono avere ciascuno un proprio bacino di contenimento; devono essere distanziati dalle vasche di processo (onde evitare intossicazioni ed esplosioni incendi); le operazioni di travaso devono essere presidiate da operatori. E.5 Rifiuti E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo I) I rifiuti decadenti dal ciclo produttivo e sottoposti a controllo, le modalità e la frequenza dei controlli, nonché le modalità di registrazione dei controlli effettuati devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio. E.5.2 Prescrizioni impiantistiche II) Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto, dovranno essere impermeabilizzate, e realizzate in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa di possibili sversamenti; i recipienti fissi e mobili devono essere provvisti di accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e svuotamento. III) Le aree adibite allo stoccaggio dei rifiuti devono essere di norma opportunamente protette dall’azione delle acque meteoriche; qualora, invece, i rifiuti siano soggetti a dilavamento da parte delle acque piovane, deve essere previsto un idoneo sistema di raccolta delle acque di percolamento, che dovranno successivamente essere trattate nel caso siano contaminate e/o smaltite come rifiuto. IV) I fusti e le cisternette contenenti i rifiuti non devono essere sovrapposti per più di 3 piani ed il loro stoccaggio deve essere ordinato, prevedendo appositi corridoi d’ispezione.

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V) I mezzi utilizzati per la movimentazione dei rifiuti devono essere tali da evitare la dispersione degli stessi; in particolare:

• i sistemi di trasporto di rifiuti soggetti a dispersione eolica devono essere caratterizzati o provvisti di nebulizzazione;

• i sistemi di trasporto di rifiuti liquidi devono essere provvisti di sistemi di pompaggio o mezzi idonei per fusti e cisternette;

• i sistemi di trasporto di rifiuti fangosi devono essere scelti in base alla concentrazione di sostanza secca del fango stesso. E.5.3 Prescrizioni generali VI) Devono essere adottati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, nonché la loro pericolosità. VII) Il gestore deve tendere verso il potenziamento delle attività di riutilizzo e di recupero dei rifiuti prodotti, nell’ambito del proprio ciclo produttivo e/o privilegiando il conferimento ad impianti che ne effettuino il recupero. VIII) L'abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul e nel suolo sono vietati. IX) Il deposito temporaneo dei rifiuti deve rispettare la definizione di cui all'art. 183, comma 1, lettera bb) del D.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i.; X) I rifiuti devono essere stoccati per categorie omogenee e devono essere contraddistinti da un codice C.E.R., in base alla provenienza ed alle caratteristiche del rifiuto stesso; è vietato miscelare categorie diverse di rifiuti, in particolare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi; devono essere separati i rifiuti incompatibili tra loro, ossia che potrebbero reagire; le aree adibite allo stoccaggio devono essere debitamente contrassegnate al fine di rendere nota la natura e la pericolosità dei rifiuti, nonché eventuali norme di comportamento. XI) Se vengono individuati codici a specchio “non pericolosi” la non pericolosità deve essere comprovata da specifica analisi. XII) La movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti, da effettuare in condizioni di sicurezza, deve: • evitare la dispersione di materiale pulverulento nonché gli sversamenti al suolo di liquidi; • evitare l'inquinamento di aria, acqua, suolo e sottosuolo, ed ogni danno a flora e fauna; • evitare per quanto possibile rumori e molestie olfattive; • produrre il minor degrado ambientale e paesaggistico possibile; • rispettare le norme igienico - sanitarie; • garantire l'incolumità e la sicurezza degli addetti all'impianto e della popolazione. XIII) La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato dalla loro movimentazione e informato della pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno indossare idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato. XIV) La detenzione e l’attività di raccolta degli oli, delle emulsioni oleose e dei filtri oli usati, deve essere organizzata e svolta secondo le modalità previste dal D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 95 e deve rispettare le caratteristiche tecniche previste dal D.M. 16 maggio 1996, n. 392. In particolare, gli impianti di stoccaggio presso i detentori di capacità superiore a 500 litri devono soddisfare i requisiti tecnici previsti nell’allegato C al D.M. 16 maggio 1996, n. 392. XV) Per i rifiuti da imballaggio devono essere privilegiate le attività di riutilizzo e recupero. È vietato lo smaltimento in discarica degli imballaggi e dei contenitori recuperati. È inoltre vietato immettere nel normale circuito dei rifiuti urbani imballaggi terziari di qualsiasi natura.

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E.6 Ulteriori prescrizioni I) Nel caso in cui intervengano variazioni nella titolarità della gestione dell'impianto, il vecchio gestore e il nuovo gestore ne danno comunicazione entro trenta giorni all'Autorità Competente e all’Autorità competente al controllo (ARPA anche nelle forme dell'autocertificazione, ai sensi dell’art. 29-nonies, comma 4 del D.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i). II) Il Gestore del complesso IPPC deve comunicare tempestivamente all'Autorità competente, al Comune, alla Provincia e ad ARPA territorialmente competente eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente nonché eventi di superamento dei limiti prescritti. III) Al fine di consentire le attività ispettive, il gestore deve fornire tutta l'assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto, ai sensi dell’art. 29-decises, comma 5, del D.lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i. dell’art. 29 nonies del D.Lgs. 152/2006 e smi al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4 Devono essere rispettate le seguenti prescrizioni per le fasi di avvio, arresto e malfunzionamento dell’impianto: A) per gli impianti: - rispettare i valori limite nelle condizioni di avvio, arresto e malfunzionamento fissati nel quadro prescrittivo E per le componenti atmosfera (aria e rumore) ed acqua; - ridurre, in caso di impossibilità del rispetto dei valori limite, le produzioni fino al raggiungimento dei valori limite richiamati o sospendere le attività oggetto del superamento dei valori limite stessi; - fermare, in caso di guasto o avaria o malfunzionamento dei sistemi di contenimento delle emissioni in aria o acqua, i cicli produttivi e/o gli impianti ad essi collegati, entro 4 ore dall’individuazione del guasto, nel caso non fosse possibile garantire il rispetto delle concentrazioni limite autorizzate relativamente alle sostanze pericolose, o nel caso il fatto possa pregiudicare la salute pubblica, come precisato anche al paragrafo E.2.1; B) per l’impianto trattamento acque - in assenza di energia elettrica deve essere interrotto lo scarico dell’acqua bloccando tutti i sistemi di pompaggio (essendo presente un sistema di pompaggio per lo scarico delle acque, questo si ferma ogni volta che risulta assente l’energia elettrica) E.7 Monitoraggio e Controllo Il monitoraggio e controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel piano relativo descritto al paragrafo F. Tale Piano verrà adottato dalla ditta a partire dalla data di adeguamento alle prescrizioni previste dall’AIA, comunicata secondo quanto previsto all’art.29-decies; sino a tale data il monitoraggio verrà eseguito conformemente alle prescrizioni già in essere nelle varie autorizzazioni di cui la ditta è titolare. Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di monitoraggio devono essere tenute a disposizione degli Enti responsabili del controllo e, dovranno essere inseriti nell’applicativo AIDA entro il 30 aprile di ogni anno successivo al monitoraggio.

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Sui referti di analisi devono essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo, la data di effettuazione dell’analisi e gli esiti relativi e devono essere firmati da un tecnico abilitato. L'autorità competente provvede a mettere tali dati a disposizione del pubblico tramite gli uffici individuati ai sensi dell'articolo ai sensi del all’art. 29-deces, comma 8, del Titolo III bis, della parte seconda del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., E.8 Prevenzione incidenti Il gestore deve mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti (pericolo di incendio e scoppio e pericoli di rottura di impianti, fermata degli impianti di abbattimento, reazione tra prodotti e/o rifiuti incompatibili, sversamenti di materiali contaminanti in suolo e in acque superficiali, anomalie sui sistemi di controllo e sicurezza degli impianti produttivi e di abbattimento) e garantire la messa in atto dei rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull’ambiente. E.9 Gestione delle emergenze Il gestore deve provvedere a mantenere aggiornato il piano di emergenza, fissare gli adempimenti connessi in relazione agli obblighi derivanti dalle disposizioni di competenza dei Vigili del Fuoco e degli Enti interessati e mantenere una registrazione continua degli eventi anomali per i quali si attiva il piano di emergenza. E.10 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività Deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività. La ditta dovrà provvedere al ripristino finale ed al recupero ambientale dell'area in caso di chiusura dell'attività autorizzata, ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto dal D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i.,. Il ripristino finale ed il recupero ambientale dell'area ove insiste l'impianto, devono essere effettuati in accordo con le previsioni contenute nello strumento urbanistico vigente. Le modalità esecutive del ripristino finale e del recupero ambientale dovranno essere attuate previo nulla osta dell’Autorità Competente, fermi restando gli obblighi derivanti dalle vigenti normative in materia. E.11 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche

Il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze realizzando, a partire dalla data di emissione della presente autorizzazione, quanto riportato nella tabella seguente:

INTERVENTO TEMPISTICHE

Valutazione rispetto dei limiti di immissione sonora dopo la realizzazione Entro 3 mesi dal termine dei lavori modifiche all’impianto Groksi

Tabella E3 – interventi e tempistiche

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F. PIANO DI MONITORAGGIO F.1 Finalità del monitoraggio La tabella seguente specifica le finalità del monitoraggio e dei controlli attualmente effettuati e di quelli proposti per il futuro.

Monitoraggi e controlli Obiettivi del monitoraggio e dei controlli Attuali Proposte Valutazione di conformità all’AIA X X Aria X X Acqua X X Suolo X Rifiuti X X Rumore X X Raccolta di dati nell’ambito degli strumenti volontari di certificazione e X X registrazione (EMAS, ISO) Raccolta di dati ambientali nell’ambito delle periodiche comunicazioni (es. INES) alle autorità competenti X X

Tab. F1 - Finalità del monitoraggio Acqua Aria F.2 Chi effettua il self-monitoring La seguente tabella rileva, nell’ambito dell’auto-controllo proposto, chi effettua il monitoraggio.

Gestore dell’impianto (controllo interno) X

Società terza contraente (controllo interno appaltato) X

Tab. F2 - Autocontrollo F.3 PARAMETRI DA MONITORARE F.3.1 Risorsa idrica La seguente tabella individua il monitoraggio dei consumi idrici.

Consumo Consumo annuo Consumo annuo per Anno di Fase di Frequenza di specifico % Tipologia annuo totale fasi di riferimento utilizzo lettura (m3/tonnellate di (m3/anno) processo ricircolo prodotto finito) (m3/anno)

Intero n.3 Pozzi In corso Annuale X X - - stabilimento

Intero Acquedotto In corso Annuale X X - - stabilimento

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Nota: a causa della struttura della rete di approvvigionamento idrico non è possibile, anche con i numerosi misuratori presenti, definire l’esatto consumo per le varie fasi di processo Tab. F3 - Risorsa idrica F.3.3 Risorsa energetica Le seguenti tabelle riassumono gli interventi di monitoraggio previsti ai fini della ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa energetica:

Consumo Consumo Consumo annuo annuo per fasi Tipologia Anno di Tipo di Frequenza di annuo totale specifico di processo combustibile riferimento utilizzo rilevamento (KWh- (KWh- m3/t (KWh- m3/anno) di prodotto m3/anno) finito)

Produzione Gas Metano In corso Annuale X X - di vapore

Tab. F4 – Combustibili

Consumo termico Consumo energetico Prodotto Consumo totale totale totale

Produzione intero X X X complesso

Consumo termico Consumo energetico Consumo totale

(KWh/t di prodotto) (KWh/t di prodotto) (KWh/t di prodotto)

X X X

Tab. F5 – Consumo energetico specifico

Per i parametri aria ed acqua:

SI NO Anno di riferimento

Dichiarazione PRTR X - Precedente quello in corso

F.3.4 Aria La seguente tabella individua per ciascun punto di emissione, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:

Modalità di controllo Parametro * E1 E3 E4 E5 Metodi analitici ** Continuo Discontinuo

CO X X X - annuale UNI EN 15058:2017

NOx X X X - - annuale UNI EN 14792:2017

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UNI EN 12619:2013 COV (non - - - X - annuale metanici) UNI CEN TS 13649 (come singoli composti)

Polveri - - X - annuale UNI EN 13284-1:2017

Tab. F6 - Inquinanti monitorati

In accordo con quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo” di ISPRA, prot. 18712, del 01/6/2011 i metodi di campionamento e analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le metodologie di campionamento e di analisi dovranno pertanto essere individuate secondo quanto previsto dai criteri fissati dal D. Lgs 152/06 e s.m.i. (Art. 271 comma17). L’ordine di priorità relativo alla scelta dei metodi da utilizzare è il seguente: - Norme tecniche CEN; - Norme tecniche nazionali (UNI, UNICHIM); - Norme tecniche ISO; - Norme internazionali (EPA, NIOSH, ecc.…). Possono essere utilizzate altre metodiche purché in grado di assicurare risultati con requisiti di qualità e affidabilità adeguati e confrontabili con i metodi di riferimento e purché rispondenti alla Norma UNI EN 14793:2017 “Emissioni da sorgente fissa – Dimostrazione dell'equivalenza di un metodo alternativo ad un metodo di riferimento.” Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi devono essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001. Ad integrazione e completamento di quanto indicato in Tab. F6, ove sono state riepilogate – per facilità di individuazione - le metodiche di campionamento ed analisi in vigore al momento del rilascio del presente provvedimento, si riporta il link ove è possibile visionare i metodi di campionamento ed analisi suggeriti da Arpa Lombardia, che vengono periodicamente aggiornati: http://www.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/imprese/emissioni/Pagine/Norme-tecniche.aspx

F.3.5 Acqua La seguente tabella individua per ciascuno scarico, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:

Modalità di controllo Parametri da monitorare S2 Metodi analitici* Discontinuo

pH X semestrale APAT IRSA CNR 2060 Man 29 2003

Temperatura X semestrale APAT IRSA CNR 2100

Solidi sospesi totali X semestrale APAT IRSA CNR 2090 B

APHA Standard Methods for the examination of BOD5 X semestrale water and wastewater ed 23rd 2017 5210 B

COD X semestrale ISO 15705:2002

Solfati X semestrale UNI EN ISO 10304-1:2009

APHA Standard Methods for the examination of Solfuri X semestrale water and wastewater ed 23rd 2017 4500 S2

Cloruri X semestrale UNI EN ISO 10304-1:2009

APAT CNR IRSA 4110 UNI EN ISO 15587- Fosforo totale X semestrale 2:2002+UNI EN ISO 11885:2009

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Modalità di controllo Parametri da monitorare S2 Metodi analitici* Discontinuo

Azoto ammoniacale (come NH4) X semestrale APAT CNR IRSA 4030 C

Azoto nitroso (come N) X semestrale APAT CNR IRSA 4050

Azoto nitrico (come N) X semestrale EPA 9056 A 2007

Idrocarburi totali X semestrale APAT CNR IRSA 5160

UNI 10511-1:1996/A1:2000+APAT CNR IRSA Tensioattivi Totali X semestrale 5170 Man 29 2003

Grassi e olii animali/vegetali X semestrale APAT CNR IRSA 5160 EPA 1664 B 2010

Indice SAR X semestrale MP1409 REV2 2011

EPA 6020 B 2014 UNI EN ISO 15587-2:2002+ Cadmio (Cd) e composti X annuale UNI EN ISO 11885:2009

EPA 6020 B 2014 UNI EN ISO 15587-2:2002+ Cromo (Cr) e composti X annuale UNI EN ISO 11885:2009

EPA 6020 B 2014 UNI EN ISO 15587-2:2002+ Ferro X annuale UNI EN ISO 11885:2009

EPA 6020 B 2014 UNI EN ISO 15587-2:2002+ Nichel (Ni) e composti X annuale UNI EN ISO 11885:2009

EPA 6020 B 2014 UNI EN ISO 15587-2:2002+ Rame (Cu) e composti X annuale UNI EN ISO 11885:2009

EPA 6020 B 2014 UNI EN ISO 15587-2:2002+ Zinco (Zn) e composti X annuale UNI EN ISO 11885:2009

Alluminio X semestrale

Tab. F7- Inquinanti monitorati . Le procedure di controllo, campionamento e misura sono definite al Punto 4 del Paragrafo “1.2 Acque reflue industriali” dell’Allegato 5, alla Parte Terza, del D. Lgs 152/2006 e s.m.i. In attesa di apposito Decreto ministeriale relativo alle metodiche di campionamento ed analisi e in accordo con quanto riportato nella nota di ISPRA del 01/06/2011, prot. 18712, “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo“ si precisa che i metodi di campionamento e analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Potranno essere utilizzati i seguenti metodi secondo l’ordine di priorità di seguito indicato: 1. Norme tecniche CEN (UNI EN) 2. Norme tecniche ISO 3. Norme tecniche nazionali (UNICHIM) o norme internazionali (EPA / APHA) 4. Metodologie nazionali (APAT – IRSA CNR) La versione della norma da utilizzare è la più recente in vigore. Inoltre la scelta del metodo analitico da usare, dovrà tenere conto dell’espressione del dato nel range di misura del limite fissato dalla normativa. Ad integrazione e completamento di quanto sopra esposto si comunica che è reperibile in rete il “Catalogo delle prestazioni – U.O. Laboratorio di Milano Sede Laboratoristica di Parabiago”, aggiornato al 30.09.2017, con elencati i metodi di campionamento ed analisi suggeriti da Arpa Lombardia.

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Relativamente agli inquinanti da monitorare da parte del gestore dell’installazione, al solo fine di razionalizzare i tempi di ricerca, si riportano nella Tabella sottostante le metodologie d’analisi suggerite da ARPA Lombardia nell’elenco in parola, in vigore al rilascio del presente atto di rinnovo/riesame dell’autorizzazione AIA.

F.3.6 Rumore Le campagne di rilievi acustici prescritte ai paragrafi E.3.2 dovranno rispettare le seguenti indicazioni:

✻ gli effetti dell'inquinamento acustico vanno principalmente verificati presso i recettori esterni, nei punti concordati con ARPA e COMUNE;

✻ la localizzazione dei punti presso cui eseguire le indagini fonometriche dovrà essere scelta in base alla presenza o meno di potenziali ricettori alle emissioni acustiche generate dall'impianto in esame.

✻ in presenza di potenziali ricettori le valutazioni saranno effettuate presso di essi, viceversa, in assenza degli stessi, le valutazioni saranno eseguite al perimetro aziendale. La seguente tabella riporta le informazioni che la Ditta fornirà in riferimento alle indagini fonometriche prescritte:

Descrizione e Categoria di limite Campagna localizzazione del punto Codice univoco da verificare Classe acustica Modalità della (Indicazione delle di misura (al perimetro/in identificativo (emissione, di misura (durata e date e del periodo corrispondenza di del punto di immissione assoluto, appartenenza tecnica di relativi a ciascuna recettore specifico: monitoraggio immissione del recettore campionamento) campagna descrizione e riferimenti differenziale) prevista) univoci di localizzazione)

X X X X X X

Tab. F8 – Verifica d’impatto acustico

F.3.7 Rifiuti La tabella F9 riporta il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in uscita decadenti dal ciclo produttivo conferiti a terzi.

Quantità Controllo Codice CER Frequenza Modalità di registrazione Anno di annua analitico della del rifiuto controllo dei controlli effettuati riferimento prodotta (t) pericolosità Una volta al Cartaceo o informatico da Nuovi rifiuti con X X momento della tenere a disposizione degli X codici a specchio nuova produzione Enti di controllo

Rifiuti non Cartaceo o informatico da pericolosi con X X Annuale tenere a disposizione degli X codice a specchio Enti di controllo

Cartaceo o informatico da Rifiuti pericolosi X / / tenere a disposizione degli X Enti di controllo

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Quantità Controllo Codice CER Frequenza Modalità di registrazione Anno di annua analitico della del rifiuto controllo dei controlli effettuati riferimento prodotta (t) pericolosità Cartaceo o informatico da Rifiuti non X / / tenere a disposizione degli X pericolosi Enti di controllo

Tab. F9 – Controllo rifiuti in uscita

F.4 Gestione dell’impianto F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici

Controlli Impianto/parte di esso/fase di processo Modalità di Parametri Frequenza Fase Modalità registrazione

Impianto di Controllo A Su registro trattamento acque / Strumentale pH settimanale regime informatico scarico reflui

Su registro cartaceo Controllo pompa si annota esito acqua scrubber Settimanale controllo ed Biofiltro A Controllo eventuale Controllo regime visivo manutenzione funzionamento effettuata ventola aspirazione Settimanale

F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.) Si riportano di seguito la frequenza e la metodologia delle prove programmate delle strutture adibite allo stoccaggio e sottoposte a controllo periodico (anche strutturale).

Frequenza dei Modalità di Aree stoccaggio Tipo di controllo controlli registrazione

SERBATOIO n° 1 (Interrato) Controllo del sistema di rilevazione delle perdite Apposito Serbatoio interrato da litri 10.000 ad Trimestrale registro intercapedine con sistema di Procedura di controllo e rilevamento perdite mod. LAG/N-K1 manutenzione in essere. inserito in glicole

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