Uomo E Ambiente Montano Fra Specificità E Omologazioni
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anno quindicesimo numero quarantadue set./dic. 2013 Uomo e ambiente montano fra specificità e omologazioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - art. 1, comma 1, D.C.B. Trento - Periodico quadrime- strale registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1132. Direttore responsabile: Sergio Benvenuti - Distribuzione gratuita - Taxe perçue - ISSN 1720 - 6812 AVVISO IMPORTANTE Dopo oltre dieci anni dalla sua prima uscita siamo costretti, nostro malgrado, a sospendere l’invio gratuito di Altrestorie. A partire dal prossimo numero, primo del 2014, tutti coloro interessati a ricevere la nostra rivista sono invitati a versare un contributo annuo, per tre numeri, di euro 5,00 (Italia e U.E.) euro 10,00 (Paesi extracomunitari). 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Abbandonate le spettiva suggerita da chi la guardava dall’esterno, mitizzazioni, frutto di una cultura prevalentemente ur- da posizioni altimetricamente inferiori, mai in quella bana e borghese, è emersa finalmente l’immagine di indicata da chi l’abitava. Raramente gli storici hanno un ambiente insospettatamente dinamico, estraneo ai tentato metaforicamente di scalare queste alture e d’in- numerosi stereotipi e sterili luoghi comuni con i quali dividuarvi quegli elementi che ne hanno determinato era stata etichettata. Un ambiente oggi alle prese con le peculiarità. Solo grazie alla crescente e progressiva sfide ben diverse da quelle affrontate in passato: non attenzione di studio di cui sono state fatte oggetto, le l'obiettivo della garanzia di sopravvivenza per la po- montagne hanno potuto mostrare il loro vero volto, polazione che vi dimora, ma più ancora la conserva- quello di un mondo a sé stante, ma tutt’altro che iso- zione stessa dell’ambiente minacciato da modelli di lato o impermeabile al mutamento. Il volume con il sviluppo che nulla hanno a che fare con quel senso di quale alcuni allievi e colleghi hanno voluto omaggiare “precario” equilibrio che le comunità del passato non nel 1996, in occasione del suo sessantacinquesimo hanno mai consapevolmente sottostimato o ignorato. compleanno, Jean François Bergier, lo studioso sviz- Rivolgersi alla storia può così aiutare a recuperare zero che più di altri ha saputo rinnovare la tradizione di elementi di riflessione utili ad affrontare con maggiori studio sulla montagna, s’intitolava guarda caso Quand argomenti e più consapevolezza le scelte che quoti- la montagne aussi a une histoire (Quando anche la dianamente sono poste da un mutamento in costante, montagna ha una storia); una storia che scaturisce e per certi versi incontrollata, accelerazione. (rt) 4 Scriveva il premio nobel per Le montagne in alcune zone d’Italia, e per la letteratura Rudyard Kipling lunghi anni, un’antropizzazio- nel 1917, in un reportage dal e la Grande Guerra ne a scopo bellico. Fenomeno fronte di guerra italiano: mitologie e tradimenti che con lo scoppio del primo “Gli uomini devono essere conflitto mondiale ha trovato nati nelle montagne o rotti alla nella testimonianza la sua più triste e devastante vita montana perché queste di Piero Calamandrei manifestazione; a quell’epoca riescano loro accessibili. Esse le montagne hanno voltato sono troppo piene dei loro pagina per affrontare un nuo- geni diabolici locali”. Lo sto- di Silvia Bertolotti vo capitolo della loro storia, rico dell’ambiente Marco Ar- questa volta da protagoniste miero, nel suo originale saggio incarnando lo spazio della na- Le montagne della patria; natura e nazione nella sto- zione in armi e la vita del soldato. La Grande Guerra ria d’Italia: secoli XIX e XX, afferma che le montagne in Italia, spesso lo si dimentica, è stata soprattutto hanno rivestito un ruolo cruciale nella storia dell’Ita- guerra di montagna, combattuta sulle Prealpi e le lia e nel suo divenire nazione. Nazionalizzare le mon- Alpi; le montagne hanno assunto in tutto ciò una tagne ha significato un lungo e tortuoso processo, doppia valenza: simbolo di confine e orgoglio pa- un percorso di antropizzazione e di sviluppo storico- trio da un lato, sofferenza e costante sfida alla natura culturale per il quale alla creazione di ogni mito le- dall’altro. La Grande Guerra trasforma di fatto un ter- gato ai luoghi della montagna è seguito spesso un ritorio geografico in uno spazio narrativo, letterario tradimento morale, e talvolta una violenza devastan- e storico. Alla figura del montanaro si sovrappone te sul paesaggio. L’avvincente excursus storico che quella dell’alpino, i sentimenti e le suggestioni legati conduce dalle montagne di frà Dolcino al brigantag- all’immaginario delle zone montane si trasformano gio dell’Appennino meridionale, dall’Altipiano di Ri- radicalmente, per cui l’immagine romantica, ex lege goni Stern alla guerra partigiana nella val di Susa, e ribelle delle foreste e dei rilievi è convertito in uno ha in sé la forza di un romanzo che intesse capito- spazio di gerarchia, disciplina e obbedienza; ma la lo dopo capitolo una memoria condivisa, densa di guerra in montagna è tra le più aspre e insidiose, si simbologie, segni e toponimi. È noto che accanto a combatte e contemporaneamente si lavora senza una antropizzazione della montagna per finalità abi- posa, perché la natura, attimo dopo attimo, cerca di tative, turistiche, agricole o silvo-pastorali è esistita, riprendersi ciò che l’uomo ha sottratto o profanato. Zocchio, Vallarsa 10 marzo 1916: gruppo di soldati della Milizia territoriale. Calamandrei è il terzo da destra 5 Veduta del Pasubio dalla partenza della teleferica tra Ponte Verde e il rifugio Balasso, giugno 1916 Tra le innumerevoli testimonianze frutto della scrit- trasferito sul monte Novegno, e lo scenario naturale tura memoriale sulla guerra 1915-1918 si ritaglia uno che lo circonda è stato in parte sfigurato, percosso, spazio di profonda intensità ed efficacia narrativa l’e- ridotto a orrido relitto; Calamandrei ne è impressio- pistolario e il reportage fotografico di guerra di un nato: lo indica sui suoi profili altimetrici, lo segnala giovane Piero Calamandrei, soldato volontario, dap- negli schizzi, lo descrive nella corrispondenza. La prima sottotenente del 176. Milizia territoriale, suc- conca che si trova sulla sommità del Novegno e le cessivamente promosso al grado di tenente e infine pendici del monte Giove nei mesi di maggio e di giu- di capitano presso la Brigata Volturno. Un’esperien- gno del 1916 sono il terreno di una serie di aspri ed za di guerra, che se pure condotta prevalentemente estenuanti combattimenti, che vedono le truppe ita- in retrovia, lo vedrà protagonista di un'instancabile liane impegnate nell’arrestare l’avanzata delle forze azione di propaganda presso l’Ufficio P, e tra i primi imperiali, avanzata che rientrava nel piano strategi- ufficiali a entrare nella Trento liberata.Dal dicembre co, già di vecchia data, dell’Offensiva di primavera 1915 Piero Calamandrei è in zona di guerra a San (Strafexpedition).