anno quindicesimo numero quarantadue set./dic. 2013 Uomo e ambiente montano fra specificità e omologazioni Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - art. 1, comma 1, D.C.B. Trento - Periodico quadrime- strale registrato dal Tribunale di Trento il 9.5.2002, n. 1132. Direttore responsabile: Sergio Benvenuti - Distribuzione gratuita - Taxe perçue - ISSN 1720 - 6812 AVVISO IMPORTANTE Dopo oltre dieci anni dalla sua prima uscita siamo costretti, nostro malgrado, a sospendere l’invio gratuito di Altrestorie. A partire dal prossimo numero, primo del 2014, tutti coloro interessati a ricevere la nostra rivista sono invitati a versare un contributo annuo, per tre numeri, di euro 5,00 (Italia e U.E.) euro 10,00 (Paesi extracomunitari). Si è trattata di una scelta difficile, ma necessaria, per poter pro- seguire in un’esperienza editoriale motivo per noi di grande soddisfazione per i riconoscimenti ufficiali ottenuti, per i nume- rosi apprezzamenti raccolti e, crediamo, anche per l'originalità della proposta. Nella speranza di potervi annoverare ancora fra i nostri affezionati lettori vi chiediamo, pertanto, di effettuare il versamento tramite conto corrente postale o bancario (causale: abbonamento 2014 ad Altrestorie) secondo le seguenti coordi- nate: Fondazione Museo storico del Trentino via Torre d'Augusto, 41 - 38122 TRENTO Conto corrente postale IBAN: IT 86 W 07601 01800 000092246537 BIC/SWIFT - BPPIITRRXXX [oppure] Conto corrente bancario Cassa Rurale di Trento IBAN: IT 87 V 08304 01807 000007329154 BIC/SWIFT - CCRTIT2T76A L’eventuale versamento può essere effettuato anche presso i nostri uffici di via Torre d’Augusto, 35 (Biblioteca) o di via Tommaso Gar, 27 (Amministrazione) 2 anno quindicesimo numero quarantadue set./dic. 2013 Uomo e ambiente montano fra specificità e omologazioni 4 Le montagne e la Grande Guerra: mitologie e tradimenti 5 nella testimonianza di Piero Calamandrei di Silvia Bertolotti La sospensione dei monti: lo sguardo di Silvio D’Arzo e Curzio Malaparte sulla montagna 9 di Stefano Chemelli Verso una “riminizzazione” delle Alpi? 11 di Alice Manfredi I rischi dell'omologazione: interviste con Gauro Coppola e Bruno Zanon 14 a cura di Rodolfo Taiani e Paola Bertoldi L'andamento della distribuzione altimetrica della popolazione: 22 il caso del Trentino-Alto Adige nel periodo 1869-2001 di Hugo Penz La montagna scritta: tracce di alfabetizzazione in area alpina 24 di Quinto Antonelli La memoria dell'acqua: cronaca di un'indagine in valle di Gresta 27 di Marta Villa Sagron Mis: una ricerca interdisciplinare 30 a cura dell'Associazione Laboratorio Sagron Mis L’avvenire delle Alpi: un simposio del 1974 e un piano d'azione dimenticato 33 di Paola Bertoldi Terre coltivate: una mostra sul paesaggio agrario trentino 35 di Alessandro de Bertolini Proposte di lettura 38 Infomuseo 39 3 Alla base di questo nuovo nu- Uomo da un’asserzione semplice, ma mero di Altrestorie, dedicato alla tutt’altro che banale: quella di montagna e alle relazioni che e ambiente montano pensare alla montagna come a l’uomo ha saputo intrecciare con fra specificità uno spazio vissuto e non sem- essa nel corso della storia, risie- plicemente attraversato, come dono due osservazioni fra loro e omologazioni erroneamente sembrava ipotiz- apparentemente estranee: da un zare anche il grande maestro di lato la crescita del timore nei confronti di un’aggres- Bergier stesso, Fernand Braudel. sione umana che di giorno in giorno sembra smarrire Parlare di antropizzazione della montagna significa, ogni limite e dall’altro una migliore conoscenza del pertanto, non solo indagare i modi e le forme con le passato che solo di recente, dagli anni settanta del quali i più diversi gruppi umani si sono insediati nel Novecento, si è potuta arricchire di nuove riflessioni corso dei millenni in tale ambiente, ma comprendere metodologiche e indagini. tutta una serie di scelte che ha reso possibile il com- L’area montana è sempre stata raccontata nella pro- plesso connubio che ne è seguito. Abbandonate le spettiva suggerita da chi la guardava dall’esterno, mitizzazioni, frutto di una cultura prevalentemente ur- da posizioni altimetricamente inferiori, mai in quella bana e borghese, è emersa finalmente l’immagine di indicata da chi l’abitava. Raramente gli storici hanno un ambiente insospettatamente dinamico, estraneo ai tentato metaforicamente di scalare queste alture e d’in- numerosi stereotipi e sterili luoghi comuni con i quali dividuarvi quegli elementi che ne hanno determinato era stata etichettata. Un ambiente oggi alle prese con le peculiarità. Solo grazie alla crescente e progressiva sfide ben diverse da quelle affrontate in passato: non attenzione di studio di cui sono state fatte oggetto, le l'obiettivo della garanzia di sopravvivenza per la po- montagne hanno potuto mostrare il loro vero volto, polazione che vi dimora, ma più ancora la conserva- quello di un mondo a sé stante, ma tutt’altro che iso- zione stessa dell’ambiente minacciato da modelli di lato o impermeabile al mutamento. Il volume con il sviluppo che nulla hanno a che fare con quel senso di quale alcuni allievi e colleghi hanno voluto omaggiare “precario” equilibrio che le comunità del passato non nel 1996, in occasione del suo sessantacinquesimo hanno mai consapevolmente sottostimato o ignorato. compleanno, Jean François Bergier, lo studioso sviz- Rivolgersi alla storia può così aiutare a recuperare zero che più di altri ha saputo rinnovare la tradizione di elementi di riflessione utili ad affrontare con maggiori studio sulla montagna, s’intitolava guarda caso Quand argomenti e più consapevolezza le scelte che quoti- la montagne aussi a une histoire (Quando anche la dianamente sono poste da un mutamento in costante, montagna ha una storia); una storia che scaturisce e per certi versi incontrollata, accelerazione. (rt) 4 Scriveva il premio nobel per Le montagne in alcune zone d’Italia, e per la letteratura Rudyard Kipling lunghi anni, un’antropizzazio- nel 1917, in un reportage dal e la Grande Guerra ne a scopo bellico. Fenomeno fronte di guerra italiano: mitologie e tradimenti che con lo scoppio del primo “Gli uomini devono essere conflitto mondiale ha trovato nati nelle montagne o rotti alla nella testimonianza la sua più triste e devastante vita montana perché queste di Piero Calamandrei manifestazione; a quell’epoca riescano loro accessibili. Esse le montagne hanno voltato sono troppo piene dei loro pagina per affrontare un nuo- geni diabolici locali”. Lo sto- di Silvia Bertolotti vo capitolo della loro storia, rico dell’ambiente Marco Ar- questa volta da protagoniste miero, nel suo originale saggio incarnando lo spazio della na- Le montagne della patria; natura e nazione nella sto- zione in armi e la vita del soldato. La Grande Guerra ria d’Italia: secoli XIX e XX, afferma che le montagne in Italia, spesso lo si dimentica, è stata soprattutto hanno rivestito un ruolo cruciale nella storia dell’Ita- guerra di montagna, combattuta sulle Prealpi e le lia e nel suo divenire nazione. Nazionalizzare le mon- Alpi; le montagne hanno assunto in tutto ciò una tagne ha significato un lungo e tortuoso processo, doppia valenza: simbolo di confine e orgoglio pa- un percorso di antropizzazione e di sviluppo storico- trio da un lato, sofferenza e costante sfida alla natura culturale per il quale alla creazione di ogni mito le- dall’altro. La Grande Guerra trasforma di fatto un ter- gato ai luoghi della montagna è seguito spesso un ritorio geografico in uno spazio narrativo, letterario tradimento morale, e talvolta una violenza devastan- e storico. Alla figura del montanaro si sovrappone te sul paesaggio. L’avvincente excursus storico che quella dell’alpino, i sentimenti e le suggestioni legati conduce dalle montagne di frà Dolcino al brigantag- all’immaginario delle zone montane si trasformano gio dell’Appennino meridionale, dall’Altipiano di Ri- radicalmente, per cui l’immagine romantica, ex lege goni Stern alla guerra partigiana nella val di Susa, e ribelle delle foreste e dei rilievi è convertito in uno ha in sé la forza di un romanzo che intesse capito- spazio di gerarchia, disciplina e obbedienza; ma la lo dopo capitolo una memoria condivisa, densa di guerra in montagna è tra le più aspre e insidiose, si simbologie, segni e toponimi. È noto che accanto a combatte e contemporaneamente si lavora senza una antropizzazione della montagna per finalità abi- posa, perché la natura, attimo dopo attimo, cerca di tative, turistiche, agricole o silvo-pastorali è esistita, riprendersi ciò che l’uomo ha sottratto o profanato. Zocchio, Vallarsa 10 marzo 1916: gruppo di soldati della Milizia territoriale. Calamandrei è il terzo da destra 5 Veduta del Pasubio dalla partenza della teleferica tra Ponte Verde e il rifugio Balasso, giugno 1916 Tra le innumerevoli testimonianze frutto della scrit- trasferito sul monte Novegno, e lo scenario naturale tura memoriale sulla guerra 1915-1918 si ritaglia uno che lo circonda è stato in parte sfigurato, percosso, spazio di profonda intensità ed efficacia narrativa l’e- ridotto a orrido relitto; Calamandrei ne è impressio- pistolario e il reportage fotografico di guerra di un nato: lo indica sui suoi profili altimetrici, lo segnala giovane Piero Calamandrei, soldato volontario, dap- negli schizzi, lo descrive nella corrispondenza. La prima sottotenente del 176. Milizia territoriale, suc- conca che si trova sulla sommità del Novegno e le cessivamente promosso al grado di tenente e infine pendici del monte Giove nei mesi di maggio e di giu- di capitano presso la Brigata Volturno. Un’esperien- gno del 1916 sono il terreno di una serie di aspri ed za di guerra, che se pure condotta prevalentemente estenuanti combattimenti, che vedono le truppe ita- in retrovia, lo vedrà protagonista di un'instancabile liane impegnate nell’arrestare l’avanzata delle forze azione di propaganda presso l’Ufficio P, e tra i primi imperiali, avanzata che rientrava nel piano strategi- ufficiali a entrare nella Trento liberata.Dal dicembre co, già di vecchia data, dell’Offensiva di primavera 1915 Piero Calamandrei è in zona di guerra a San (Strafexpedition).
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