“TUTTI INSIEME PER NON DIMENTICARE” SALONE BANCA DI BOLOGNA, PALAZZO DE’ TOSCHI

UCCISI PER DIFENDERE LA NOSTRA LIBERTÀ. A 25 ANNI DALLE STRAGI VI RICORDIAMO COSÌ.

Gli studenti raccontano: pensieri, emozioni e cronaca di vite straordinarie.

Palermo: 23 maggio 1992 - Palermo: 19 luglio 1992 - Ci sono persone da non Giorni in cui magistrati, dimenticare. Ci sono giorni da giornalisti, poliziotti, carabinieri, non dimenticare. mogli, figli e preti con il loro impegno hanno difeso la nostra 16 Settembre 1970 Mauro De Mauro, giornalista, venne rapito dalla mafia e mai più ritrovato. 5 Maggio 1971 Pietro Scaglione venne ucciso da tre sicari, a bordo della sua automobile, insieme al suo autista Antonino Lo Russo, agente libertà. di custodia. Pietro Scaglione, diventato procuratore capo della Procura di Palermo nel 1962 inquisì Salvo Lima, Vito Ciancimino ed altri politici locali e nazionali. 27 Ottobre 1972 Giovanni Spampinato, cronista brillante e scrupoloso corrispondente da Ragusa del quotidiano l’Ora di Palermo. 4 Maggio 1980 Emanuele Basile, Capitano dei Carabinieri, venne ucciso durante una delle feste di paese a Monreale. 2 Luglio 1975 Gaetano Cappiello, Agente di Pubblica Sicurezza, muore colpito da un’arma da fuoco mentre difende un imprenditore che 6 Agosto 1980 , Procuratore Capo di Palermo, assassinato in pieno centro a Palermo. aveva denunciato “il pizzo”. 10 Ottobre 1981 Vito Ievolella, Maresciallo dei Carabinieri di Palermo assassinato in centro a Palermo. 20 Agosto 1977 Giuseppe Russo, Tenente Colonnello dei Carabinieri era tra gli uomini di fiducia di Carlo Alberto dalla Chiesa. Fu ucciso in un agguato a Ficuzza, frazione di Corleone in provincia di Palermo. 30 Aprile 1982 Pio La Torre, segretario del Partito Comunista Italiano (Sicilia). Fu ucciso perché propose una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa e la confisca dei patrimoni mafiosi. Con lui muore Rosario Di Salvo, autista e uomo di fiducia di Pio. 9 Maggio 1978 Peppino Impastato, giovane attivista politico e speaker radiofonico di Cinisi(PA). 3 Settembre 1982 Carlo Alberto dalla Chiesa, Generale dei Carabinieri e Prefetto di Palermo fu assassinato da un commando di sette-otto Denunciava apertamente la mafia. Aveva dichiarato “La mafia è una montagna di merda.” persone insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’Agente di Polizia Domenico Russo. 11 Gennaio 1979 Filadelfio Aparo, Vice Brigadiere della Polizia di Stato, faceva parte della squadra Catturandi di Palermo, venne ucciso per le sue Disse “Mi mandano in una città come Palermo, con gli stessi poteri del prefetto di Forlì. O mi danno i poteri necessari per fronteggiare spiccate caratteristiche di “segugio”. la più grande industria del crimine della nostra epoca, oppure la mia nomina a prefetto non servirà proprio a nulla. Chiunque pensi di 26 Gennaio 1979 Mario Francese, giornalista, aveva scritto uno scomodo dossier sul clan dei Corleonesi. Venne ucciso sotto casa, in viale Cam- combattere la mafia nel “pascolo” palermitano e non nel resto d’Italia non farebbe che perdere tempo”. pania freddato alle spalle da quattro colpi di pistola. 14 Novembre 1982 Calogero Zucchetto, Agente di Polizia della Squadra Mobile di Palermo. Si occupava di mafia ed in particolare collaborava alla 21 Luglio 1979 , Capo della Squadra Mobile di Palermo, distintosi per numerose attività antimafia. In particolar modo riuscì ricerca dei latitanti. All’inizio degli anni ‘80 collaborò con il commissario Ninni Cassarà alla stesura del cosiddetto “rapporto Greco a comprendere i legami che esistevano tra la mafia palermitana e quella americana. Fu ucciso da Leoluca Bagarella. Suo figlio Michele + 161” che tracciava un quadro della guerra di mafia iniziata nel 1981, dei nuovi assetti delle cosche, segnalando in Alessandro, è oggi a capo della Squadra Mobile di Milano. particolare l’ascesa del clan dei corleonesi di Liggio, Riina e Provenzano. 28 Agosto 1979 Calogero Di Bona, Vice Comandante del reparto della Casa Circondariale di Palermo, venne ucciso per sua lealtà allo Stato. 26 Gennaio 1983 Gian Giacomo Ciaccio Montalto, magistrato di punta di Trapani, viene ucciso per impedire il corretto funzionamento dell’Uf- 25 Settembre 1979 Cesare Terranova, magistrato, fu ucciso per impedirgli di divenire Capo dell’Ufficio Istruzione di Palermo, ufficio dal quale ficio del Pm della provincia di Trapani. Montalto stava tracciando gli interessi economici di Cosa Nostra riconducendoli alla droga, avrebbe perseguito con forza la strategia di recidere le trame tra mafia e politica. Venne ucciso insieme a Lenin Mancuso, al traffico di armi e agli scarichi illegali. Era un giudice “isolato” così lo hanno definito la mamma e la moglie. Maresciallo della Polizia di Stato in un agguato. 13 Giugno 1983 Mario D’Aleo, Capitano dei Carabinieri, muore in un agguato. Preso il posto di Emanuele Basile, aveva avviato una serie di 6 Gennaio 1980 Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia, muore perché voleva portare avanti un’opera di modernizzazione indagini per colpire le iniziative economiche dei mafiosi della zona. Era impegnato anche sul fronte della cattura dei latitanti che dell’amministrazione regionale e per questo aveva iniziato a contrastare alcuni poteri forti palermitani. Venne ucciso in auto a si nascondevano nelle aree dove lui prestava servizio fra i quali Bernardo Brusca ( padre di Giovanni Brusca). Con lui muoiono altri colpi di arma da fuoco. Suo fratello Sergio Mattarella è l’attuale Presidente della Repubblica Italiana. due carabinieri Pietro Morici e Giuseppe Bommarito. Filadelfio Aparo Filadelfio Mauro De ScaglionePietro Russo Lo Antonino Spampinato Giovanni Gaetano Cappiello Giuseppe Russo Impastato Peppino Mario Francese Boris Giuliano Calogero Di Bona Terranova Cesare Emanuela Setti Carraro Domenico Russo Calogero Zucchetto Gian Giacomo Ciaccio Montalto Mario D’Aleo Morici Pietro Giuseppe Bommarito Carlo Alberto dalla Chiesa Gaetano Costa Ievolella Vito Lenin MancusoLenin Piersanti Mattarella Emanuele Basile Pio La Torre di SalvoRosario 29 Luglio 1983 Strage di via Pipitone , Capo dell’ Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, muore all’età di 58 anni davanti al portone della sua casa. Una 126 parcheggiata e imbottita di tritolo, esplode, azionata da un comando a distanza. La devastazione è immensa. Con lui muore il portiere del palazzo Stefano Lisacchi, muoiono i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, l’autista Giovanni Paparcuri è privo di sensi e gravemente ferito ma si salverà. I feriti sono decine, anche all’interno delle abitazioni. 25 Settembre 1988 Il giudice, Antonino Saetta, venne ucciso perché si occupava di importanti processi antimafia (tra cui quelli inerenti la morte Muore perché era un innovatore, aveva capito le dimensioni dell’organizzazione, gli ingenti capitali gestiti, i collegamenti con le di Chinnici e Basile). Con lui muore il figlio Stefano. organizzazioni americane e con le altre regioni italiane, il controllo del traffico della droga, l’inadeguatezza delle legislazione per 26 Settembre 1988 Mauro Rostagno, giornalista e leader della comunità di recupero di tossicodipendenti, venne ucciso perché in tv denunciava i far fronte al fenomeno mafioso. nomi dei politici corrotti e dei boss. Il suo lavoro di sensibilizzazione passa anche attraverso le scuole dove incontra i giovani per parlare di mafia e di droga, un connu- 18 Novembre 1988 Giuseppe Montalbano, medico, venne ucciso per il suo comportamento corretto. bio strettissimo: fare prevenzione per salvare la vita dei giovani e per bloccare uno dei maggiori introiti della mafia. Chinnici ritiene fondamentale il lavoro di squadra perché quando un magistrato antimafia viene assassinato il suo lavoro si perde 21 settembre 1990 Rosario Livatino, magistrato, viene assassinato da almeno quattro sicari perché aveva messo a segno molti colpi nei confronti con la sua morte. Così crea gruppi di lavoro e trasmette ad ogni membro le sue conoscenze, una scelta innovativa per quei tempi. della mafia attraverso lo strumento della confisca dei beni. Di fatto grazie a lui nasce il pool antimafia. Accanto a sé vuole due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 29 agosto 1991 L’imprenditore siciliano Libero Grassi venne ucciso a colpi di arma da fuoco perchè si oppose alla richiesta del “pizzo”. Chinnici è un esempio di organizzazione giudiziaria, i suoi colleghi statunitensi considerano l’Ufficio Istruzione di Palermo un 23 maggio 1992 centro pilota per la lotta a Cosa Nostra. Strage di Capaci Muoiono il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, 5 gennaio 1984 Giuseppe Fava, giornalista e fondatore de “I Siciliani” il secondo giornale antimafia in Sicilia. Fu ucciso a Catania a colpi di Rocco Dicillo e Vito Schifani. Giovanni e la moglie Francesca, di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un aereo dei servizi pistola. segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40. Una Croma marrone, una bianca e una azzurra li aspettano. È la 2 Aprile 1985 Strage di Pizzolungo scorta di Giovanni, la squadra che ha il compito di sorvegliarlo dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura. Dopo aver imboccato Obiettivo della strage è il Sostituto Procuratore Carlo Palermo che si salva miracolosamente. l’autostrada in direzione Palermo, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione (500 kg di tritolo) disintegra il Muoiono fatalmente Barbara Rizzo assieme ai due gemelli di soli 6 anni, Salvatore e Giuseppe. corteo di auto. 28 Luglio 1985 Giuseppe Montana detto Beppe, Dirigente della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo. Venne assassinato per la 19 luglio 1992 Strage di Via D’Amelio sua determinazione nel contrasto a Cosa Nostra. Muoiono il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Limuli, 6 Agosto 1985 Ninni Cassarà, Vice Questore della Polizia di Stato presso la Squadra Mobile di Palermo Sezione Anti mafia. Fu ucciso da un Claudio Traina ed Emanuela Loi. Una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo esplode sotto il palazzo commando armato sotto la propria residenza. Con lui muore l’agente Roberto Antiochia. dove viveva la madre di Borsellino, presso la quale il giudice si era recato in visita. Si parlò di decine di auto distrutte dalle fiamme, 12 Gennaio 1988 Giuseppe Insalaco, ex Sindaco di Palermo, fu assassinato a colpi di pistola. altre che continuano a bruciare, gente che urlava chiedendo aiuto e corpi orrendamente dilaniati. 14 Gennaio 1988 Natale Mondo, Agente della Squadra Mobile di Palermo, diretta dal Vice Questore Ninni Cassarà, con il quale aveva partecipato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono tra le principali figure di riferimento nella lotta alla mafia. Il rapporto a molte operazioni infiltrandosi anche all’interno delle cosche mafiose. Sfuggito all’attentato del 6 Agosto 1985, costato la vita instaurato con i primi pentiti di mafia tra cui Tommaso Buscetta e Totuccio Contorno hanno determinato l’istru- a Cassarà e all’agente Roberto Antiochia, era stato accusato da un “pentito” di essere corrotto e al soldo della mafia. Per questo zione del famoso Maxi Processo a Cosa Nostra. Si tratta del più grande processo penale mai celebrato al mondo Mondo venne arrestato ed incarcerato. Fu salvato dalla vedova del vicequestore Cassarà e da altri colleghi i quali testimoniarono che vedeva contemporaneamente 475 imputati e che si concluse con pesanti condanne. che Mondo si era infiltrato nelle cosche mafiose del quartiere Arenella, ove era nato e risiedeva, dietro ordine dello stesso Cassarà. 15 settembre 1993 Don Pino Puglisi viene ucciso davanti alla sua casa da Giuseppe Grigoli e Gaspare Spatuzza. Per la mafia la sua colpa era quella Ciò, di fatto, lo espose alla vendetta della mafia, che lo uccise proprio davanti al negozio di giocattoli della moglie. di recuperare ragazzi che altrimenti sarebbero divenuti braccia operative per Cosa Nostra. Rocco ChinniciRocco Stefano Lisacchi Mario Trapassi BartolottaSalvatore Giuseppe Fava Barbara Rizzo, e GiuseppeSalvatore Giuseppe Montana Ninni Cassarà Roberto Antiochia Giuseppe Insalaco Mondo Natale SaettaAntonino Mauro Rostagno Giuseppe Montalbano Rosario Livatino Rosario Grassi Libero Falcone Giovanni Francesca Morvillo Montinaro Antonio DicilloRocco Schifani Vito Borsellino Paolo Catalano Agostino Cosina Valter Limuli Vincenzo Claudio Traina Emanuela Loi Pino Puglisi Si ringraziano tutte le scuole che hanno partecipato al progetto

• LICEO “ENRICO FERMI” BOLOGNA • LICEO “LUIGI GALVANI” BOLOGNA • LICEO “NICCOLO’ COPERNICO” BOLOGNA • I.P.C. “ALDROVANDI-RUBBIANI” BOLOGNA • I.I.S.S. “J.M.KEYNES” CASTEL MAGGIORE (BO) • I.T.C. “GAETANO SALMEMINI” CASALECCHIO DI RENO (BO) • I.C. SAN GIORGIO DI PIANO-BENTIVOGLIO (Scuola media “G.Ungaretti”) • I.C. CASTEL MAGGIORE (Scuola media “Donini-Pelagalli”) • I.C. MONTERENZIO (Scuola media “Falcone-Borsellino”) • I.C. n°5 BOLOGNA (Scuola media “Testoni-Fioravanti”) • I.C. n°18 BOLOGNA (Scuola media “F. De Andrè”) • I.C. n°21 BOLOGNA (Scuola media “C. Pepoli”) • I.C “S. D’Acquisto” di GAGGIO MONTANO-CASTEL D’AIANO-LIZZANO in BELVEDERE (Scuola media di Gaggio Montano) • I.C. n°6 IMOLA (Scuola media “A. Costa”)

Gaspare Spatuzza Bernardo Provenzano Giovanni Brusca Pietro Aglieri Salvatore Grigoli Benedetto Spera “Parlate della mafia. Studio - [email protected] Strata grafica: Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.” Paolo Borsellino

“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” Giovanni Falcone

I contenuti sono stati redatti con la collaborazione di un ex appartenente alla Squadra Catturandi di Palermo.

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