nalisi delle politiche

Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia corso Bolzano, 44 – 10121 Torino Tel. + 39 011 4321428 – fax + 39 011 4324804 e-mail [email protected] LE POLITICHE Settore Programmazione Negoziata Via Lagrange, 24 – 10123 Torino Tel. + 39 011 4323989 – fax + 39 011 4325560 PER LO SVILUPPO LOCALE e-mail [email protected] DELLA REGIONE PIEMONTE (1994-2006) Siti web www.regione.piemonte.it/sit INQUADRAMENTO GENERALE E STUDI DI CASO www.regione.piemonte.it/edilizia www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/

Il Settore Programmazione Negoziata svolge attività di programmazione, monitoraggio e valutazione delle politiche dedicate allo sviluppo socio – economico e al riequilibrio territoriale fi nanziate con le risorse aggiuntive nazionali e regionali intersettoriali, attuate con strumenti di programmazione negoziata. La collana Analisi e Studi della Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia, nasce con l’Accordo di Programma Quadro sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione di Azioni di Sistema. L’iniziativa è tesa alla progettazione e alla realizzazione di azioni che si pongono la fi nalità di supportare un processo di riforma in atto, di intervenire a correggere disfunzionalità o defi cit La ricerca “Le politiche per lo sviluppo locale della Regione Piemonte (1994-2006): di competenze; il fi ne è quello di contribuire a qualifi care il sistema istituzionali rispetto a Inquadramento generale e studi di caso”, i cui esiti presentiamo in questo Rapporto, politiche nuove o a modalità di attuazione che risultano particolarmente complesse. è stata promossa dalla Direzione Regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia e realizzata dall’Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte .

Direttore Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia: Livio Dezzani Il lavoro si colloca nel quadro delle attività defi nite con l’Accordo di Programma Quadro Responsabile dell’Accordo di Programma Quadro “Azioni di Sistema”, Dirigente Settore “Azioni di sistema di carattere innovativo a supporto della governance, delle attività di Programmazione Negoziata: Alfonso Facco programmazione, di verifi ca e di valutazione dell’Intesa istituzionale di programma”, Responsabile Analisi e Studi : Valentina Torta siglato tra Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Piemonte nel dicembre 2006, e Comunicazione esterna e diffusione: Rita Santisi fi nalizzato a migliorare la programmazione degli interventi pubblici. Segreteria del Settore: Clara Durbiano

L’IRES PIEMONTE, nato a Torino nel 1958, svolge la sua attività d’indagine in campo socio-economico e territoriale, fornendo un supporto all’azione di programmazione della Si ringraziano: Marzia Baracchino, Lorenzo Canova, Flavio Casale, Maria Cavallo Perin, Claudia Regione Piemonte e delle altre istituzioni ed enti locali piemontesi. Cobinotti, Bianca Eula, Alfonso Facco, Giulio Givone, Giovanni Iodice, Tommaso Leporati, Mario Lupo, Manuela Rebaudengo, Silvia Rizzi, Valentina Torta e tutti i rappresentanti delle istituzioni L’Area di Ricerca Politiche Pubbliche svolge attività di ricerca e divulgazione in tre del “Pinerolese” e del “Verbano” che hanno rilasciato l’intervista, senza di loro gli Studi di caso campi: l’analisi delle trasformazioni istituzionali, funzionali e fi nanziarie (federalismo non sarebbero stati possibili fi scale) del sistema autonomistico, l’impatto delle riforme amministrative con particolare riguardo per quelle connesse alla introduzione di metodi e strumenti di valutazione nelle amministrazioni pubbliche e l’evoluzione dei processi di governance locale.

http://www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/materiale-informativo-e- pubblicazioni.html

http://www.ires.piemonte.it

Finito di stampare: gennaio 2013

“Analisi e Studi” è pubblicata anche in formato elettronico all’indirizzo: http://www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/materiale-informativo-e-pubblicazioni.html

Direzione Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia

Le politiche per lo sviluppo locale della Regione Piemonte (1994-2006)

Inquadramento generale e studi di caso

Rapporto di ricerca

Presentazione

La ricerca “Le Politiche per lo sviluppo locale della Regione Piemonte (1994-2006). Inquadramento generale e studi di caso” illustra i modelli di progettazione integrata per lo sviluppo che hanno interessato il Piemonte negli ultimi vent’anni e sistematizza le regole di programmazione per l’accesso ai finanziamenti che hanno costituito lo sfondo a tali esperienze. Il lavoro si colloca nelle attività definite con l’Accordo di Programma Quadro “Azioni di sistema di carattere innovativo a supporto della governance, delle attività di programmazione, di verifica e valutazione dell’Intesa Istituzionale di Programma” siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero dello Sviluppo Economico nel dicembre del 2006, e intende contribuire a migliorare la programmazione e la messa in opera delle politiche regionali che intendono affrontare il problema dello sviluppo. L’impegno conoscitivo si inserisce nell’alleanza strategica della Regione Piemonte con gli EE.LL piemontesi, testimoniata dell’impegno finanziario e gestionale in corso nelle aree urbane con i Programmi Integrati di Sviluppo Urbano (P.I.S.U) finanziati dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR FESR) e su buona parte del territorio regionale con la linea Programmi Territoriali Integrati (P.T.I) del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (PAR FSC). Si rivolge agli operatori istituzionali, i partner e i collaboratori di livello locale e ai titolari di funzioni di programmazione impegnati, a livello statale e regionale, nel disegno e nel coordinamento delle politiche per lo sviluppo, in quanto portatori di una facoltà di proposta di alternative che incentivino gli attori verso un comportamento auspicato, oltre che delle regole utili per l’accesso ai finanziamenti. La fase di scrittura degli indirizzi di programmazione economica e dei bandi ha rappresentato negli anni una finestra di opportunità importante per garantire la continuità e il sostegno delle forme di apprendimento maturate a livello territoriale, ma anche per l’introduzione di livelli di cambiamento “performanti” ma raggiungibili e per l’attenzione alla mitigazione degli effetti della competizione territoriale; ad oggi, l’opzione di scelta circa l’adozione dell’approccio di sviluppo locale nell’utilizzo delle risorse aggiuntive comunitarie 2014-2020, per l’attuazione della nuova strategia economica U.E, Europea 2020 COM (2010), riapre il terreno utile al confronto. Sino alla fine degli anni ’80 le politiche per lo sviluppo erano incentrate sull’immagine dello sviluppo veicolato da investimenti in infrastrutture di trasporto, aiuti all’attrazione di investimenti esogeni e all’industria pesante e si caratterizzavano per un approccio di intervento settoriale e la centralizzazione a livello statale: il territorio aveva un ruolo marginale. A metà degli anni

’90 questo modello entra in crisi, in risposta alla debolezza delle politiche statali (disponibilità di informazioni e conoscenze nell’allocazione delle risorse, capacità di adattamento degli interventi per affrontare problemi locali e di mobilitare gli attori chiave dello sviluppo e inerzia dei sistemi centralizzati), a vantaggio di una rinnovata programmazione strategica con la comprensione chiara delle richieste e dei bisogni locali. Le politiche sposano così l’approccio di sviluppo locale, assegnando un ruolo cardine alla centralità del territorio (con il riconoscimento che tutti i luoghi hanno un potenziale); alla rilevanza del comportamento istituzionale e all’apprendimento nella riproduzione di circoli virtuosi a livello territoriale; all’abilità di legare insieme politiche differenti, di mobilitare una pluralità di attori e costruire una partnership socio-economica territoriale strategica, creando nuove idee e migliorarando la conoscenza circa le risorse esistenti ma non sfruttate, o poco e male utilizzate. Accanto alla rassegna delle esperienze che hanno interessato il Piemonte dal 1994, l’approfondimento di due casi, il Pinerolese ed il Verbano, intende individuare alcuni elementi di supporto al disegno delle politiche. Ad un primo livello, ci si è interrogati sulla continuità e la coerenza delle politiche proposte dal livello locale, come espressione di preferenze ed elemento di vantaggio per massimizzare il potenziale in esso presente, affrontare problemi specifici e perseguire una visione futura delle aree prestando attenzione alla storia e ai dettagli, al di là del diverso quadro quadro regolatorio che fa da sfondo all’utilizzo delle risorse aggiuntive. Ad un secondo livello, viene offerto uno spunto di riflessione circa il consolidamento delle coalizioni degli attori istituzionali nei processi di concertazione avviati nel corso del tempo a livello locale, nella forma di contributo al dibattito sull’importanza dell’apprendimento istituzionale. Nella parte finale della Pubblicazione è raccolta in appendice una cartografia relativa alle aggregazioni di attori istituzionali proposte a livello locale in risposta a tre iniziative per lo sviluppo promosse dapprima dal livello nazionale e poi da quello regionale (patti territoriali, progetti integrati d’area - pia, progetti territoriali integrati - pti) per l’utilizzo delle risorse aggiuntive, statali ed comunitarie, e le loro sovrapposizioni con alcune articolazioni territoriali d’uso in ambito regionale (distretti sanitari, sistemi locali del lavoro, comunità montane, ambiti di integrazione territoriale ottimale approvati con il piano territoriale regionale del 16 dicembre 2008).

Livio DEZZANI Direttore Regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia

Indice

Pag.

Executive Summary/Sintesi della ricerca 1

Introduzione. Il contesto e gli obiettivi della ricerca 7 1. Presupposti della ricerca e domande del committente 9

Parte Prima. Politiche di sviluppo locale e progettazione integrata a livello regionale 13 1. Programmi integrati: dalla riqualificazione urbana allo sviluppo locale 15 1.1 I Programmi Integrati: la ricostruzione normativa 16 1.2 I “Programmi complessi” di trasformazione e riqualificazione urbana 20 1.3 Le caratteristiche e le regole di funzionamento dei Programmi Integrati di riqualificazione e trasformazione urbana 21 1.4 Due famiglie di Programmi complessi 27 1.5 I Programmi complessi della Regione Piemonte 28 1.6 I Programmi di Recupero Urbano (PRU) della Regione Piemonte 29

2. Progetti Integrati di Sviluppo Turistico d'Area e Progetti Integrati di Sviluppo Turistico 34

2.1 I Progetti Integrati di Sviluppo Turistico d'Area: quadro normativo 34 2.2 I Progetti Integrati di Sviluppo Turistico d'Area: caratteri 36 2.3 I Progetti integrati di sviluppo turistico (PIST): quadro normativo 38 2.4 I PIST: un modello di progettazione integrata del DOCUP 1997-1999 41 2.5 La fase di implementazione dei PIST 45 2.6 La valutazione dei Progetti Integrati di sviluppo economica: risultati 48

3. Programmi di Iniziativa Comunitaria Leader 50 3.1 I caratteri generali 51 3.2 Il Programma LEADER II in Piemonte 60 3.3 Il LEADER plus in Piemonte 68

4. Patti territoriali 83 4.1 Il quadro normativo 83 4.2 Caratteristiche e regole di funzionamento 86 4.3 Programmazione, selezione e implementazione 89 4.4 La valutazione dei Patti 91

5. Progetti Integrati d’area 98 5.1 Il quadro normativo 98 5.2 Il PIA come modello di progettazione integrata del DOCUP 2000-2006 102 5.3 La valutazione dei PIA 112

6. Programmi Integrati di Sviluppo Locale (PISL) 116 6.1 Il quadro normativo 116 6.2 Il modello di progettazione integrata 119 6.3 Gli studi di fattibilità 128 6.4 Dalla fase di selezione all’implementazione 130 6.5 Le valutazioni dei PISL 135

7. Programmi Territoriali Integrati (PTI) 139 7.1 Il quadro normativo 139 7.2 Il modello di progettazione integrata 144 7.3 Dalla fase di selezione all’implementazione 155 7.4 Una prima valutazione 161

8. Uno sguardo d’insieme 163

Parte Seconda. L’approfondimento empirico 173

1. Il caso del Pinerolese 175 1.1 Il contesto 175 1.2 La progettualità locale e l’azione collettiva 176 1.3 L’azione collettiva nelle esperienze di programmazione integrata per lo sviluppo 177 1.4 Conclusioni: apprendere dall’esperienza 193

2. Il caso del Verbano 196 2.1 Il contesto 196 2.2 La progettualità locale e l’azione collettiva 198 2.3 L’azione collettiva nelle esperienze di programmazione integrata per lo sviluppo 199 2.4 Conclusioni: apprendere dall’esperienza 217

Parte Terza. Conclusioni e suggerimenti per le politiche pubbliche 221

Riferimenti bibliografici 231

Appendice cartografica. Programmi di sviluppo locale Distretti sanitari Comunità locali Ambiti di Intergrazione Territoriale (AIT) Sistemi locali lavoro

ummary intesi

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processes (both regional and local In recent decades a new local level). development policies Carried out in the framework of APQ "Azioni di sistema", this study offers an model has gained acceptance. It is overview of the main experiences of geographically based, it stresses the integrated development cooperation between levels of programs/projects run in in government, and it purports a the last fifteen years. More specifically, multisectoral character. On the basis of the focus is on inter-communal these assumptions, starting from the cooperation oriented programmes. The second half of the 1990s numerous programmes examined are, in order: programmes and/or projects for integrated projects of tourism integrated local development have development, local development plans, been initiated. The list of main pacts, integrated projects area (pia), programs/projects related to this area integrated local development projects of policy is telltale: local action (pisl), integrated territorial projects programmes (Leader), integrated (pti). The research has also touched on projects of tourism development, programmes carried out in urban territorial pacts, integrated projects, contexts (pru and prusst). Specific integrated area local development aspects of the various policies have projects, integrated territorial projects. been examined: regulatory Although each individual instrument frameworks, institutional has distinctive elements (objectives, arrangements, financial dimensions, procedural rules and territorial scope), territories and local institutions this set of policies shares some involved. The main sources of common principles: inter-institutional investigation were: the administrative cooperation, public-private documentation (community, national partnership, a cross-sectoral approach, and regional); analysis of available an explicit reference to the surveys and research; interviews with characteristics of the "territorial privileged witnesses (mainly regional context", and the important role of the officials and experts). Regional Government (promotion, financial support, coordination, etc.). The research, ended in March 2011, is the result of a work setting and group An ample administrative discussion by a IRES working group documentation (financial audit, composed by Stefano Piperno (IRES, monitoring report) and a body of research coordinator), Davide Barella research literature (evaluation process, (IRES), Filippo Barbera (University of case studies, etc.) are available to ), Elena Sinibaldi (University of illustrate the characteristics of single Turin). The drafting of the report was instruments or about specific local made by Filippo Barbera, Davide Barella experiences. On the other hand, studies and Elena Sinibaldi. on the evolution over time of these experiences are still sorely lacking. An inquiry about these experiences, besides putting them in a chronological context, may provide interesting insights. In particular, it would allow observation of all activated learning

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Negli ultimi decenni si è andato riflessione volta ad offrire un panorama complessivo sull’evoluzione nel tempo affermando un nuovo di queste esperienze. Studiare tali modello di politiche di esperienze in modo unitario, collocandole nella loro sequenza sviluppo regionale che temporale, può offrire interessanti poggia sulla centralità del territorio, la chiavi di lettura. In particolare consente cooperazione tra livelli di governo, ed il di osservare gli eventuali processi di carattere multisettoriale dei programmi apprendimento (sia a livello regionale di sviluppo. Sulla scorta di tali che locale) che si sono attivati. Il presupposti, a partire dalla seconda presente lavoro, svolto nell’ambito metà degli anni novanta sono state dell’APQ “Azioni di sistema”, propone avviate in Piemonte un numero assai una rassegna ragionata delle principali elevato di esperienze di esperienze di progettazione integrata programmazione e/o progettazione promosse in Piemonte con finalità di integrata dello sviluppo locale. L’elenco sviluppo nell’ultimo quindicennio. Più dei principali strumenti riconducibili a in particolare, si è scelto di focalizzare questo ambito di policy è di per sé l’attenzione sui programmi che sufficiente a dimostrare la ricchezza del prevedevano forme di cooperazione fenomeno: programmi di azione locali intercomunale. Gli strumenti presi in (Leader), progetti integrati di sviluppo esame nella ricerca sono, in ordine turistico, patti territoriali, progetti temporale, i seguenti: i progetti integrati di area, progetti integrati di integrati di sviluppo turistico, i piani di sviluppo locale, progetti territoriali sviluppo locale Leader, i patti integrati. Pur essendo ogni singolo territoriali, i progetti integrati di area strumento caratterizzato da specifici (pia), i progetti integrati di sviluppo elementi distintivi (per obiettivi, regole locale (pisl), i progetti territoriali procedurali ed ambito territoriale), integrati (pti). Per completezza si sono questo insieme di politiche richiamati anche alcuni programmi condividono alcuni principi comuni: la svolti in ambito urbano (pru e prusst). cooperazione interistituzionale, la Per ognuno di essi sono stati ricostruiti: partnership pubblico privato, i quadri normativi, gli assetti l’approccio intersettoriale, un esplicito istituzionali, le dimensioni finanziarie, i riferimento alle caratteristiche del territori ed i soggetti locali coinvolti. Le “contesto territoriale”, un ruolo principali fonti di indagine utilizzate significativo della Regione (promozione, sono state: la documentazione sostegno finanziario, regia, amministrativa (comunitaria, nazionale coordinamento, ecc.). e regionale); ricerche e indagini presistenti; interviste ad un gruppo di E’ disponibile una ricca documen- testimoni privilegiati (in prevalenza tazione di natura amministrativa funzionari regionali ed esperti). (rendiconti finanziari, monitoraggi realizzativi) e di ricerca (valutazione di Nel complesso emerge un ambito di processo, studi di caso, ecc.) in cui sono policy dalle dimensione finanziarie illustrate le caratteristiche di singoli significative in termini assoluti (anche strumenti o di specifiche esperienze se non particolarmente elevato in locali (ad es. per i piani integrati di area, termini relativi), in cui si sono i programmi integrati di sviluppo locale, manifestate diverse modalità di i patti territoriali della provincia relazione tra Regione, Province ed torinese). E’ invece assente una amministrazioni locali. Per quanto

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riguarda le caratteristiche dei diversi strumenti si rileva il passaggio da programmi prevalentemente monosettoriali a programmi più marcatamente plurisettoriali. Inoltre, sotto il profilo territoriale emerge un quadro abbastanza instabile con aggregazioni intercomunali che tendono a modificarsi nei diversi programmi che si sono succeduti nel tempo. In alcune parti del territorio regionale, si rileva tuttavia un processo di assestamento per alcune aggregazioni intercomunali (province di Torino, Cuneo e Verbano Cusio ). Tali caratteri sono spiegati da due fattori: le diverse “regole di funzionamento” dei singoli programmi; il ruolo svolto dai diversi settori regionali coinvolti.

La ricerca, conclusasi nel marzo del 2011, è frutto di un lavoro di impostazione e discussione collettiva da parte di un gruppo di lavoro dell’IRES composto da Stefano Piperno (IRES, coordinatore della ricerca), Davide Barella (IRES), Filippo Barbera (Università di Torino) Elena Sinibaldi (Università di Torino). La stesura del rapporto è stata curata da Filippo Barbera, Davide Barella ed Elena Sinibaldi

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ntroduzione

IL CONTESTO E GLI OBIETTIVI

DELLA RICERCA

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1. Presupposti della ricerca e incentivi individuali al capitale e al lavoro tramite la leva fiscale e la domande del committente fiscalizzazione degli oneri sociali (Cersosimo, 2000). Si trattava, quindi, di Il lavoro si riallaccia ad uno studio di politiche top-down, settoriali, in cui il valutazione dell’Intesa Istituzionale di territorio e l’integrazione non programma Stato Regione Piemonte svolgevano alcun ruolo di rilievo. Questo completato nel 2006. Alla fine di quello modello di intervento entra in crisi a stesso anno la Regione Piemonte ha partire dai primi anni ’90 a causa dei siglato uno specifico Accordo di processi di declino regionale, programma quadro (APQ) finalizzato a dell’erosione delle prerogative statali e svolgere “Azioni di sistema di carattere della globalizzazione dei sistemi locali. innovativo a supporto della governance, Le conseguenze del nuovo modello che delle attività di programmazione, di va affermandosi sono sia una rinnovata verifica e di valutazione dell’Intesa centralità del territorio, che diventa un istituzionale di programma Stato- elemento costitutivo dello sviluppo Regione Piemonte”. L’accordo mira a regionale, al pari del capitale, delle supportare la programmazione degli infrastrutture e del lavoro, sia una interventi, l’attuazione degli stessi e la maggiore attenzione alla problematica loro gestione finanziaria nonché la dell’integrazione degli interventi. verifica dei risultati raggiunti. L’accordo Complessivamente tali esperienze sono costituisce una iniziativa che può espressione di quel più generale favorire lo sviluppo di alcuni processo di cambiamento nelle modalità approfondimenti tematici relativamente di azione dell’operatore pubblico, ad alcune tendenze generali delle avviato negli ultimi decenni, che si regge politiche pubbliche nel nostro paese. sulla diffusione di pratiche concertative e negoziali tra soggetti pubblici e tra L’approfondimento tematico promosso questi e i soggetti privati con questo lavoro mira a ricostruire le (programmazione negoziata). Nella loro principali politiche locali per lo sviluppo concreta applicazione, la contrat- realizzate in Piemonte nell’ultimo tualizzazione delle politiche pubbliche decennio. ha combinato elementi del diritto privato e del diritto pubblico (Bobbio, Fino alla fine degli anni ’80 le politiche 2000). Sanzioni formali e deliberazione per lo sviluppo regionale in Italia si sono pubblica, incentivi e valori, caratterizzate per alcuni elementi contrattazione e discussione, bilate- fondamentali (Sisti e Strada, 2006): ralismo e concertazione: queste e altre una focalizzazione sulla grande polarità analitiche hanno contrad- impresa, intesa come motore dello distinto l’applicazione di questi sviluppo territoriale; strumenti di policy. una marcata standardizzazione delle misure, che non considerava A partire dalla seconda metà degli anni l’eterogeneità dei territori; Novanta sono stati avviati in Piemonte, un preminente sforzo finanziario in talora in risposta alle sollecitazioni investimenti per opere pubbliche; dell’Unione Europea o dello Stato un ruolo centralizzato di guida del centrale, in altri casi per iniziativa settore pubblico. regionale, un numero rilevante di esperienze di programmazione e/o Questa famiglia di politiche si è basata progettazione integrata dello sviluppo su due leve principali: la costruzione locale con le quali sono stati ideati e centralizzata di infrastrutture e gli 9

realizzati interventi in diversi settori finanziaria: in base alla possibilità (turismo, attività produttive, beni del progetto di attingere a fondi culturali, ecc.). L’elenco dei principali diversi. strumenti riconducibili a questo ambito di policy è di per sé sufficiente a La governance rimanda agli effetti di dimostrare la ricchezza del fenomeno: governo concretamente prodotti Programmi di sviluppo rurale (Leader), dall’interazione cooperativa tra attori Progetti integrati di sviluppo turistico, pubblici e privati, elettivi e non elettivi, Patti territoriali, Piani integrati di area, che agiscono sul territorio. Una Programmi integrati di sviluppo locale, declinazione importante di questo Programmi territoriali integrati. Ogni concetto è la governance multilivello, singolo strumento è caratterizzato da che chiama in causa poteri e specifici elementi distintivi in ragione responsabilità sia dei diversi livelli di degli obiettivi perseguiti, delle regole governo (Stato, Regione, Province, procedurali utilizzate, dei territori Comuni, Enti di secondo livello), sia il ammissibili. Nel contempo tali strumenti ruolo delle aggregazioni territoriali di condividono, seppur in misura diversa, area vasta. Infine, il territorio è qui alcuni principi comuni – cooperazione inteso come un’entità complessa e orizzontale e verticale, partenariato, multidimensionale con proprie concertazione, partecipazione, program- specificità locali, storia e identità. mazione negoziata, integrazione, area vasta – che rimandano a tre elementi All’interno di queste coordinate il chiave: integrazione, governance e rapporto di ricerca analizza, con territorio. Si tratta di elementi sui quali, riferimento all’esperienza piemontese, nel corso degli ultimi anni, sono state in modo comparato i principali elementi proposte diverse (e non sempre che hanno caratterizzato questa coerenti) definizioni (Cremaschi 2002, stagione di policy in Piemonte, dai primi Saccomani 2004, Dematteis 2004, anni ’90 ad oggi. Per alcuni dei diversi Lanzalaco 2010). Per quanto riguarda il strumenti di programma- termine “integrazione”, nel rapporto zione/progettazione dello sviluppo verranno utilizzate le seguenti accezioni: locale promossi nella nostra Regione territoriale: quando gli interventi esiste una estesa e ricca docu- sono all’insegna di un’idea forza di mentazione sia di natura amministrativa “area vasta” non corrispondente a (rendiconti finanziari, monitoraggi confini amministrativi; realizzativi) che più propriamente di orizzontale: quando i finanziamenti ricerca (valutazione di processo, studi di sono rivolti a segmenti diversi di uno caso, ecc.). Le analisi e gli studi finora stesso settore. Ad esempio, il svolti tendono tuttavia ad avere un sostegno allo sviluppo rurale può oggetto di indagine piuttosto finanziare il capitale fisso delle circoscritto; essi infatti solitamente imprese, la formazione dei prendono in esame singoli strumenti (ad lavoratori, il marketing, la ricerca e es. i Piani integrati di area, i Programmi lo sviluppo, le infrastrutture integrati di sviluppo locale) o puntuali immateriali; esperienze territoriali (ad es. i Patti della pubblico-privato: quando i Provincia torinese). In altre parole, finanziamenti sono rivolti sia a sembra mancare una riflessione progetti pubblici che privati; retrospettiva di carattere diacronico multisettoriale: in relazione al volta ad offrire un panorama carattere più o meno settoriale degli complessivo sull’evoluzione nel tempo interventi; di queste esperienze per evidenziare,

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con riferimento a specifici profili, per comodità potremmo definire di eventuali continuità, sovrapposizioni e carattere “istituzionale”, destinata a incoerenze. In via preliminare sembra ricomporre in un quadro d’insieme i possibile, infatti, ipotizzare la presenza dispositivi (regole e procedure) adottati di possibili connessioni sia tra i diversi nei diversi strumenti di programmazione dispositivi istituzionali (regole e e progettazione dello sviluppo locale. In procedure) approntati per i singoli secondo luogo, occorre procedere ad strumenti, sia tra le diverse esperienze analisi di carattere “territoriale” ovvero succedutesi nel corso degli anni nei orientate a ricostruire “dal basso”, nei diversi ambiti territoriali. A sostegno di diversi ambiti territoriali, le vicende tale ipotesi sono sufficienti due connesse alla formulazione e attuazione constatazioni. La Regione ha spesso dei diversi programmi interpretandole svolto in tali strumenti un ruolo come passaggi di un percorso unitario. significativo (talora di promozione, altre Il presente rapporto si situa volte di regia e coordinamento, altre prevalentemente nel primo profilo di ancora di sostegno finanziario e in taluni analisi e propone una rassegna casi tutti questi ruoli insieme). Inoltre, i ragionata delle principali esperienze di diversi strumenti si sono a volte programmazione/progettazione integra- sovrapposti nelle medesime aree per cui ta promosse in Piemonte con finalità di singoli territori (e i soggetti istituzionali sviluppo nell’ultimo quindicennio. Più in e non in essi presenti) sono stati particolare, si è scelto di focalizzare impegnati, a più riprese, nella l’attenzione soprattutto sui programmi elaborazione ed attuazione dei che sollecitavano (e spesso programmi che si sono succeduti nel imponevano) forme di cooperazione e tempo. Osservare tali esperienze in concertazione intercomunale. Nel modo unitario, collocandole nella loro contempo, per completezza d’analisi, sequenza temporale, sembra quindi sono stati richiamati anche alcuni poter offrire interessanti chiavi di programmi/progetti integrati sviluppati lettura. In primo luogo, consente di in ambito urbano poiché essi declinano, verificare se ogni singola esperienza sia su scala più ridotta, medesimi approcci e un episodio a sé o se invece, nel loro principi. Le esperienze e i programmi di insieme, costituiscano i capitoli di una progettazione integrata presi in esame medesima storia. In secondo luogo dalla ricerca sono pertanto i seguenti: permette di osservare in quale misura Programmi complessi di ambito queste esperienze si siano sedimentate urbano (Programmi di riqualificazione promuovendo processi di urbana, Contratti di quartiere, ecc.); apprendimento (sia a livello regionale Progetti integrati tematici (settore che locale) o lasciando quantomeno turismo), previsti e finanziati con il significative “eredità” nella forma di DOCUP 1994-1999 (PIST); innovative forme di generazione e Piani di sviluppo locale iniziativa implementazioni di politiche, di consoli- Leader (diversi periodi: LEADER1: damento di aggregazioni intercomunali 1989-1993; LEADER 2: 1994-1999; ecc. LEADER+: 2000-2006); Patti territoriali (generalisti e agricoli); Inoltrarsi nello studio di tali esperienze Progetti integrati d’area (PIA), previsti con queste chiavi di lettura non è e finanziati con il DOCUP 2000-2006 tuttavia un compito semplice poiché è (MISURA 3.1.a); necessario operare su (almeno) due Programmi integrati di sviluppo locale distinti livelli. Innanzitutto, è (PISL), finanziati con Accordo di indispensabile svolgere un’analisi, che

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Programma Quadro dell’ottobre contesti urbani. Data l’importanza e 2004, risorse FAS; l’articolazione che il concetto di Programmi Territoriali Integrati (PTI), integrazione ricopre negli interventi di promossi e finanziati con Accordo di riqualificazione urbana, il primo capitolo Programma Quadro e risorse FAS. del rapporto illustra in modo sintetico il quadro normativo, le regole di Per ognuno di questi programmi sono funzionamento e la valutazione di questi state ricostruite: a) i quadri normativi e interventi. Infatti, pur non essendo programmatici di sfondo; b) le regole di interventi per lo sviluppo locale in senso funzionamento (con particolare stretto, l’analisi di questi programmi attenzione al ruolo della Regione e delle permette di mettere a fuoco le Province); c) il modello di riferimento e specificità dell’integrazione multi- le risorse impiegate; d) le procedure di settoriale. selezione e di valutazione. Infine, nelle conclusioni, per alcune di queste esperienze sono state effettuate alcune analisi geo-referenziate volte all’individuazione delle coalizioni locali e dei soggetti capofila che, dalla metà degli anni ’90 ad oggi, hanno guidato la progettualità locale. L’analisi ha così permesso sia di comparare le caratteristiche delle politiche, individuando elementi comuni e differenze, sia di mettere a fuoco come la progettualità locale si è diffusa e sedimentata sul territorio.

Le politiche e i programmi per lo sviluppo locale rientrano nella più ampia famiglia dei programmi territoriali complessi (PTC). Questi, nella loro diversità, rispondono all’esigenza di considerare il territorio e l’integrazione in una nuova prospettiva. Nei PTC un’autorità centrale (UE, Stato, Regione) finanzia interventi da parte di attori pubblici e/o privati del territorio. Gli attori in cambio si assumono la responsabilità di portare a termine gli interventi previsti. Oltre alle politiche per lo sviluppo locale, in questa famiglia di strumenti rientrano anche gli interventi pubblici in materia di edilizia e riqualificazione urbana. Si tratta di strumenti esplicitamente costruiti intorno all’idea di pianificazione multisettoriale, nella convinzione che la riqualificazione non si possa perseguire attraverso interventi di tipo fisico sui

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POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE E PROGETTAZIONE PARTE INTEGRATAPRIMA A LIVELLO REGIONALE

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1. Programmi integrati: dalla Questa modalità di pianificazione “integrata” degli interventi era stata riqualificazione urbana mutuata dall’esperienza americana allo sviluppo locale della Tennessee Valley Authority del New Deal. L’esigenza di integrazione, intesa come La logica multisettoriale è rimasta insieme di interventi in settori e ambiti preponderante nell’ambito delle territoriali differenti con il ricorso a politiche per le aree rurali anche negli risorse pubblico-privato, non è anni successivi: era la filosofia che esclusiva delle politiche di sviluppo sovrintendeva alla tipologia di progetti locale. Si tratta di un tema emerso nel che andavano sotto la voce di dibattito sull’intervento pubblico in “Integrated Rural Development”, materia di edilizia e riqualificazione finanziati in modo massiccio nel corso urbana, che ha avuto origine da una degli anni ‘70 da parte delle istituzioni valutazione negativa delle precedenti internazionali nei Paesi in via di politiche di carattere settoriale. sviluppo (Bianchi – Casavola, 2008). Nonostante la sua apparente Negli anni ‘90, dopo un periodo in cui la semplicità, l’applicazione pratica del progettazione integrata è stata vista principio dell’integrazione a livello con sospetto perché associata a un territoriale è di difficile attuazione, interventismo statale costoso e richiedendo il coordinamento di diversi pervasivo, ha guadagnato nuovamente centri di responsabilità settoriale della favore. Pubblica Amministrazione. Nel 1991, l’Unione Europea ha La pianificazione multisettoriale si promosso il Programma Leader che, collega tradizionalmente a nato all’interno di un filone di politiche un’immagine dello Stato forte. Non a fortemente connotato dal punto di caso, in Italia, l’idea di intervenire vista settoriale come quello dello simultaneamente in modo integrato sviluppo rurale, ha dapprima favorito per il miglioramento di specifiche aree un approccio integrato all’interno di era molto diffusa durante il Ventennio quella filiera e, nelle successive fascista. In particolare il principio era edizioni, ha interessato anche comparti alla base dell’ attività di bonifica assai diversi da quello agricolo. (“integrale”) e di colonizzazione In quegli stessi anni, in Italia i agricola condotta dall’Opera Nazionale Programmi di rigenerazione urbana Combattenti. hanno adottato un’ottica sistemica e Una nozione simile di pianificazione multisettoriale, nella convinzione che la degli interventi infrastrutturali in riqualificazione non si possa perseguire ambito agricolo è stata poi adottata attraverso interventi di tipo fisico sui dalla Cassa per il Mezzogiorno: il contesti urbani. L’introduzione del concetto di bonifica che la Cassa attuò, programma di iniziativa comunitaria infatti, si estese nel corso degli anni, Urban ha rafforzato questo orienta- ricomprendendo gli impianti produttivi mento e, in poco tempo, questo approccio ha contagiato anche le di trasformazione di prodotti agricoli e 1 forestali, piccole infrastrutture sociali politiche per lo sviluppo locale . (chiese e impianti sportivi), attività di assistenza sociale e formazione che 1 venivano svolte dagli enti regionali di L’ipotesi del “contagio” tra politiche urbane e politiche per lo sviluppo locale riguarda solo il Riforma Agraria. carattere multisettoriale degli interventi. Infatti, i Patti territoriali – come si vedrà nel seguito del

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1.1 I Programmi integrati: la fonti di finanziamento e di funzioni diverse di appoggio alla residenza (spazi ricostruzione normativa commerciali, direzionali, ecc.). Contemplando la possibilità di proporre I Programmi integrati vengono destinazioni d'uso in difformità con la introdotti nell’ordinamento italiano previsione degli strumenti urbanistici dall’articolo 16 della legge 179/92, ed evitando la procedura ordinaria di “Norme per l’edilizia residenziale variante, questi Programmi sono stati pubblica”, che li definisce come un considerati come un modo per rendere insieme di interventi coordinati tra di più flessibile e veloce l’attuazione del loro caratterizzati da una pluralità di PRG, a fronte di necessità ritenute funzioni e di soggetti attuatori. «Al fine impellenti per il Paese (la lotta alla di riqualificare il tessuto urbanistico, criminalità). edilizio ed ambientale, i Comuni promuovono la formazione di Il carattere episodico e l’ambito programmi integrati. Il programma legislativo in cui erano inseriti questi integrato è caratterizzato dalla Programmi integrati previsti dall’art. 18 presenza di pluralità di funzioni, dalla della legge n. 203/91 fa sì che la integrazione di diverse tipologie di letteratura (Seassaro, 1994; Saccomani, intervento, ivi comprese le opere di 2004) li annoveri come la prima urbanizzazione, da una dimensione tale esperienza di Programmi complessi ma da incidere sulla riorganizzazione faccia risalire l’avvio vero e proprio urbana e dal possibile concorso di più della stagione di questo tipo di operatori e risorse finanziarie pubblici e programmazione alla sopra citata legge privati» (art. 16, comma 1). n. 179 del 1992, meglio conosciuta come “Ferrarini-Botta”. In realtà, un primo caso in Italia di Il concetto di integrazione contenuto in Programmi integrati compare nella questa disposizione legislativa in legge 203/91 in materia di ordine materia di edilizia residenziale pubblica pubblico che, all’articolo 18, prevede la può essere considerato, da un lato, realizzazione di abitazioni da concedere come l’affermarsi della critica che, nel in locazione ai dipendenti statali corso degli ultimi decenni, si era impegnati nella lotta alla criminalità sviluppata nei confronti dei quartieri organizzata. In altre parole, questa monofunzionali e monoclasse che si normativa prevede programmi di erano venuti a formare in seguito intervento di edilizia residenziale all’attuazione della legge n. 167/62 e, destinata alla mobilità delle forze di dall’altro, come la risposta all’esigenza sicurezza dello Stato, all’interno di un di far convergere risorse private nella piano di azioni per la lotta alla politica per la casa. criminalità. Il carattere integrato è

rinvenibile nella presenza di differenti Così intesa, l’idea di integrazione era apparsa per la prima volta a livello nazionale in una delibera del CER rapporto – sono nati in modo autonomo dalle (Comitato per l’edilizia residenziale) per politiche urbane nel biennio ’92-’94. La normazione legislativa della seconda metà degli il biennio 1988-1989 del Piano anni ’90 ne accentua il carattere monosettoriale decennale per la casa, finanziato con i e, solo successivamente, le politiche per lo fondi ex-Gescal dalla legge n. 457/78, sviluppo locale saranno improntate alla che si rifaceva ad alcune significative multisettorialità, carattere che contraddistingue le politiche per la riqualificazione urbana. esperienze sviluppate dalle Regioni

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durante gli anni ’80. Le Regioni, infatti, a cui assegnare le case popolari, in avevano provato ad intervenire nella deroga alla normativa nazionale. politica della casa attraverso l’assegnazione dei fondi del Piano Questa normativa, però, viene decennale per l’edilizia economica e impugnata dalle Regioni, che fanno popolare, elaborando pionieristici ricorso alla Corte costituzionale Programmi integrati (per esempio, i PIR denunciando l’interferenza nelle della Regione Lombardia o i POER del prerogative regionali, disciplinate dal Piemonte). In queste sperimentazioni si decreto n. 616/77 attuativo della legge faceva riferimento all’integrazione di delega n. 382/75. La Corte accoglie risorse pubbliche e private, parte delle osservazioni regionali all’integrazione di interventi di nuova dichiarando l’incostituzionalità di alcuni costruzione e di riuso di edifici esistenti, commi, ma ribadisce la competenza infine, all’integrazione di destinazioni dello Stato nella disciplina di un istituto d’uso (residenza ed altre attività). volto a dare unità programmatica all’azione pubblica, includendo anche i La “Ferrarini-Botta”, confermando la Programmi integrati nella competenza validità di queste esperienze, stabilisce statale relativa alla definizione delle che i Programmi Integrati di Intervento linee fondamentali dell’assetto del (PII) possano essere promossi dai territorio (Cavallo Perin, 2005). Comuni per riqualificare il tessuto Successivamente le leggi regionali, che urbanistico, edilizio ed ambientale con recepiscono l’art. 16 della legge interventi in grado di incidere sulla 179/92, «hanno evidenziato i differenti riorganizzazione urbana. Proprio con orientamenti assunti dalle Regioni sulla l’esperienza regionale, infatti, si era programmazione integrata: da fatta strada l’esigenza di allargare il strumento finalizzato ad introdurre concetto di “abitazione” al contesto forme di mix sociale e funzionale ambientale in cui era inserita, al fine di nell’ambito delle politiche regionali evitare la costruzione dei quartieri dedicate all’edilizia residenziale “ghetto”. Inoltre, la legge n. 179 del pubblica a nuovo istituto per la 1992 introduce altre innovazioni sugli riqualificazione di parti importanti delle interventi di recupero fondamentali per città, per il recupero delle aree la promozione dei Programmi integrati: dismesse e periferiche» (Cavallo Perin, innanzitutto, dispone che i fondi ex- 2005). Gescal2 possano essere utilizzati anche per il recupero di immobili non La “Ferrarini-Botta” avvia un processo residenziali o per le “case parcheggio” costante di innovazione e in cui trasferire temporaneamente gli sperimentazione di strumenti per la inquilini; in secondo luogo, stabilisce riqualificazione urbana, a livello che con le risorse dell’edilizia agevolata nazionale e regionale. Vale la pena sia possibile finanziare il risanamento sottolineare che nel corso degli anni ’90 delle parti comuni degli edifici; infine, l’evoluzione dei Programmi complessi si attribuisce alle Regioni la possibilità di intreccia con la riforma della PA. In individuare particolari categorie sociali sintesi, si ricordano tre tappe importanti: le leggi n. 142/90 e n. 241/90 che riformano il sistema delle 2 Fondi che non provengono dal bilancio statale, autonomie locali e consolidano nuove ma che sono assegnati dallo Stato alle Regioni e modalità di rapporto pubblico-pubblico sono frutto di versamenti dei lavoratori e delle imprese per la costruzione delle case popolari. e pubblico-privato (Conferenza dei

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Servizi e Accordo di programma); la Successivamente, con il decreto del legge n. 80/93 che istituisce l’elezione Ministero dei Lavori Pubblici 21 diretta del Sindaco; le cosiddette “leggi dicembre 1994 vengono introdotti i Bassanini” (e i successivi decreti di Programmi di riqualificazione urbana attuazione: D.lgs n. 112/1998 e n. (PRiU). Si tratta di strumenti di 281/1997) che prevedono la delega e il programmazione e attuazione di trasferimento di funzioni interventi di riqualificazione nelle amministrative dall’amministrazione grandi aree urbane, finanziati dalla l. statale alle amministrazioni regionali e 179/92 e normati da successivi decreti locali, secondo il principio di del Ministero dei Lavori Pubblici (D. M. sussidiarietà. 4 febbraio 1995; D. M. 20 giugno 1995; D. M. 29 novembre 1995; D. M. 30 Nel 1993, l’articolo 11 della legge n. ottobre 1997). Con questo decreto i 493 introduce un altro strumento di Programmi complessi raggiungono una programmazione integrata nell’ambito fase di consolidamento: vengono dell’edilizia e della trasformazione delineati i caratteri distintivi, che si urbana: i Programmi di recupero distaccano progressivamente dalla urbano (PRU). «I programmi di matrice originaria legata ai quartieri e recupero urbano sono costituiti da un all’edilizia residenziale pubblica, inoltre insieme sistematico di opere finalizzate si delineano con maggiore chiarezza sia alla realizzazione, alla manutenzione e gli ambiti elettivi di applicazione (aree all'ammodernamento delle urbanizza- dismesse, complessi immobiliari zioni primarie, con particolare fatiscenti) e gli obiettivi prevalenti attenzione ai problemi di accessibilità (recupero, riqualificazione, valoriz- degli impianti e dei servizi a rete, e zazione immobiliare, ma anche delle urbanizzazioni secondarie, alla produzione di servizi, spazi e verde edificazione di completamento e di pubblico), sia i soggetti promotori e integrazione dei complessi urbanistici attuatori, sia, infine, le modalità e le esistenti, nonché all’inserimento di pratiche. Con i PRiU, quindi, il tema del elementi di arredo urbano, alla recupero urbano si estende a tutte le manutenzione ordinaria e straordinaria, aree in trasformazione delle grandi al restauro e al risanamento città e assumono particolare rilevanza conservativo e alla ristrutturazione le aree dismesse. edilizia degli edifici» (art.11, comma 2). Si tratta, quindi, di programmi che Nello stesso anno l’Unione Europea, riguardano operazioni di riqua- prendendo spunto dalle esperienze di lificazione edilizia e urbanistica degli “rigenerazione urbana” avviate negli insediamenti di edilizia residenziale anni ’60 negli Stati Uniti, prima, in Gran pubblica, attraverso una integrazione Bretagna, poi, e negli anni ’90 in Francia obbligatoria tra risorse pubbliche e che integravano interventi destinati a private. I PRU si riferiscono ad ampi combattere la marginalità sociale con ambiti territoriali che non vengono interventi di riqualificazione urbana e di perimetrati preliminarmente ma sviluppo locale, lancia il programma all’interno di essi si programmano Urban I (a cui farà seguito nel 2000 sistemi integrati di interventi per i quali Urban II). Questa iniziativa comunitaria, sono stabiliti soggetti attuatori, tempi e sperimentata con i Progetti Pilota risorse. urbani (ex art. 10 dei Fesr 1989-1993), si proponeva come obiettivo generale quello di “promuovere un

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miglioramento durevole delle considerate, come l’incremento condizioni di vita delle città, in dell’occupazione e la riduzione del particolare dei quartieri più poveri e disagio sociale (art. 5). In altri termini, socialmente degradati, mediante l’obiettivo principale dei Contratti di l'attivazione integrata di progetti quartiere è il raggiungimento di più innovativi”. In particolare, prevedeva elevati standard di vivibilità dei l’integrazione di azioni fisiche e quartieri residenziali e l’avvio di immateriali con il coinvolgimento delle processi di trasformazione in quegli comunità locali. ambiti non interessati da operazioni di Il programma Urban I coinvolge 16 città ristrutturazione urbanistica, attraverso italiane: 3 città in Obiettivo 2 (Trieste, una pluralità di azioni in settori diversi. Genova, e Venezia), 12 città in Obiettivo 1 (Napoli, Salerno, Foggia, Questa intersettorialità diventa ancora Bari, Lecce, Cosenza, Catanzaro, Reggio più ampia nei Programmi di Calabria, Palermo, Catania, Siracusa e riqualificazione urbana e di sviluppo Cagliari) e Roma. Ciò che risulta, però, sostenibile del territorio (PRUSST), di maggior interesse è che il metodo introdotti dal D. M. 8 ottobre 1998 e Urban contamina altri Programmi finanziati ancora una volta dall’articolo complessi: un esempio è rappresentato 2 della legge n. 179/92. In particolare, dai PRU attuati dalla Regione Piemonte, questi strumenti integrano interventi di di cui si parlerà nei prossimi paragrafi, riqualificazione urbana con azioni di che si ispirano proprio ai principi di sviluppo territoriale, al fine Urban I (Olagnero et al, 2000; Regione promuovere anche lo “sviluppo locale”. Piemonte, 2003). I PRUSST costituiscono, quindi, un trait d’union tra le politiche di A livello nazionale, questo tipo di riqualificazione urbana e un’altra politica di rigenerazione urbana si famiglia di politiche che si era afferma con i Contratti di quartiere I affermata in Italia in quegli stessi anni: (CdQ), introdotti dal Decreto M. del 22 le “politiche di sviluppo locale” (la L. ottobre 1997 e previsti dall’art. 2 della Finanziaria del 1995 introduce gli legge finanziaria legge n. 662/1996 “strumenti di programmazione (finanziaria del 1997). Si tratta, infatti, negoziata”). Inoltre, la possibilità che di uno strumento di riqualificazione questi programmi possano svolgere un urbana caratterizzato da chiare finalità ruolo di coordinamento tra i diversi sociali: innanzitutto, nella scelta degli interventi rivolti alla promozione dello ambiti di intervento (periferie sviluppo locale (ad esempio, gli stessi degradate, contesti di scarsa coesioni strumenti di programmazione sociale, aree con marcato disagio negoziata) arricchisce di una nuova abitativo); in secondo luogo, accezione il concetto di integrazione. nell’individuazione dei soggetti che «La chiave fondamentale per possono formulare proposte al promuovere interventi efficaci appare (IACP, associazioni, organizzazioni di dunque l’integrazione fra politiche volontariato) nei tipi di opere proposte diverse, e in particolare tra politiche (qualità abitativa, spazi pubblici); infine, “settoriali”(…) e quadri di riferimento per quanto concerne le problematiche territoriali» (Pasqui, 1999, 34).

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Tab. 1 – Riferimenti normativi PI Programmi Integrati Riferimenti normativi

Programma Integrato di Intervento - Legge 179/92 (art. 16) (PII) -Quadro regionale di riferimento procedurale Programma di Riqualificazione Urbana - Legge 179/92 (art. 2, comma 2) (PRU) - D.L. 398/93 convertito in L. 493/93 - D.M. 21 dicembre 1994 (a valere sui finanziamenti Legge 179/92 (art. 2, comma 2) Programmi di riqualificazione urbana - D.M. LL.PP. 21 dicembre 1994 (PRiU) -a valere sui finanziamenti Legge 179/92 (art. 2, comma 2) Contratti di quartiere (CdQ) - D.M. 22 ottobre 1997 -L. finanziaria n. 662/1996, art. 2 Programmi di riqualificazione urbana e - D.M. 8 ottobre 1998 di sviluppo sostenibile del territorio (PRUSST)

1.2 I Programmi complessi delle risorse pubbliche disponibili e di un sempre maggiore protagonismo di trasformazione e degli operatori privati. riqualificazione urbana Questi strumenti vengono elaborati in I Programmi di trasformazione e risposta al cambiamento di scenario riqualificazione urbana vengono che si origina all’inizio degli anni ’80. denominati “Programmi complessi”. La Negli anni ’70, infatti, la politica di complessità fa riferimento Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) primariamente all’integrazione tra dopo aver raggiunto il culmine con le risorse pubbliche e private, tra edilizia grandi espansioni di edilizia economica residenziale pubblica e privata e tra e popolare nelle periferie urbane edilizia residenziale e non residenziale; avviate durante il boom economico, in secondo luogo, richiama la scala subisce un brusco rallentamento così urbana (intermedia fra Piano regolatore come la domanda di case in proprietà e e Progetto puntuale), il coinvolgimento di aree per attività di tipo terziario. di una pluralità di soggetti pubblico- Il crollo della domanda nel mercato privati e l’adozione di decisioni edilizio evidenzia la scarsa aderenza alla concertative o parternariali. realtà di un modello di Piano basato sull’espansione e sull’offerta quanti- La loro origine si ritrova nei Programmi tativa di lungo periodo: in 40 anni la di edilizia residenziale pubblica degli popolazione italiana è cresciuta di 1/5 anni ’90 che, oltre alla questione mentre il patrimonio abitativo è dell’emergenza abitativa, affrontano triplicato. Anche l’idea del Piano come problemi di manutenzione del strumento per dotare uniformemente patrimonio residenziale, di la città di servizi, in base agli standard miglioramento della vivibilità degli urbanistici (D.M. n. 1444/68), mostra insediamenti e di limitazione del segni di crisi di fronte all’emergere di consumo di territorio da urbanizzare, a domande diverse dal passato: fronte di una progressiva contrazione parcheggi, servizi specializzati, nuove

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infrastrutture per la mobilità (CdQ) e i Programmi di riqualificazione (Saccomani, 2005). urbana e di sviluppo sostenibile del Negli anni ’90, dai limiti degli strumenti territorio (PRUSST). Non verrà invece tradizionali di intervento pubblico presa in esame l’esperienza dei emergono nuove modalità di azione. La programmi integrati di sviluppo urbano risposta viene trovata nell’integrazione (PISU) promossa di recente nell’ambito funzionale e nello stimolo verso una del POR FESR relativo al nuovo ciclo di riqualificazione puntuale di parti programmazione europea (2007-2013), urbane, favorita dal fatto che in molte poiché ancora in fase di decollo città la riorganizzazione e il all’avvio della ricerca. I PISU sono decentramento produttivo delle grandi destinati ad agffrontare problematiche realtà industriali lascia in dismissione di sviluppo e di miglioramento della aree spesso localizzate nelle parti coesione nelle aree urbane (capoluogo centrali del tessuto urbano. La pratica di regione e capoluoghi di province). che si diffonde è quella di modificare l’uso di parti della città edificate Tab. 2 – Caratteristiche dei Programmi (degradate o sottoutilizzate) invece che complessi di riqualificazione urbana estendere, come nei passati decenni, i Caratteri comuni dei Programmi complessi: terreni urbanizzati secondo il modello pubblicistico espropriativo, previsto • integrazione funzionale (pluralità di dalla legge urbanistica n. 1150/1942 (il destinazioni d’uso), ambientale e principale meccanismo di attuazione sociale; del Piano Regolatore Generale, • integrazione di risorse finanziarie pubbliche e private; introdotto da questa legge urbanistica • scala urbana (intermedia fra piano e nazionale, era quello espropriativo). «I progetto); programmi integrati rappresentavano • coinvolgimento di una pluralità di dunque la soluzione più idonea sia per soggetti pubblici e privati; favorire l’offerta di nuovi alloggi inseriti • uso di forme concertative e/o parternariali. nel contesto urbano, sia per riqualificare le abitazioni occupate nei Prevedono: quartieri degradati. L’emergenza • agevolazioni amministrative per la nazionale sulla casa poteva così trovare definizione dell’iter procedurale (es. soluzione tramite programmi comunali Accordo di Programma); • accesso ai fondi pubblici a seguito di finanziati dal Governo centrale. procedure concorsuali o di selezione Purtroppo, come è noto, i fondi ex- sulla base si bandi pubblici. Gescal vengono soppressi nel 1995, Elaborazione Casati (2002) senza individuare nuovi canali di finanziamento per la costruzione di 1.3 Le caratteristiche e le abitazioni sociali» (Cavallo Perin, 2005). regole di funzionamento Di seguito si proveranno a descrivere dei Programmi integrati sinteticamente le caratteristiche di riqualificazione e principali e le regole di funzionamento trasformazione urbana dei Programmi complessi, richiamati nel paragrafo precedente: il Programma integrato di intervento I Programmi di intervento urbano - PII (PII), il Programma di recupero urbano (art. 16, L. 179/92 e Delibera CIPE 16 (PRU), il Programma di riqualificazione marzo 1994) sono programmi urbana (PRIU), i Contratti di quartiere urbanistici caratterizzati dalla presenza

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di una pluralità di funzioni, concordati norma nazionale contiene, quindi, sia negli obiettivi che nella indirizzi vincolanti per le Regioni nella progettazione con l’Amministrazione programmazione di fondi nazionali Comunale. Attraverso un confronto destinati all’edilizia sociale. Il successivo pubblico, infatti, soggetti pubblici o D.M. 1 dicembre 1994 detta privati, anche riuniti in Consorzi, disposizioni alle Regioni sulle modalità propongono al Comune la realizzazione di attuazione dei Programmi (Dogliani, del Programma, cui possono concorrere 2001). finanziamenti e operatori pubblici e L’obiettivo della riqualificazione privati. Successivamente, i PII vengono urbanistica, edilizia, funzionale e selezionati e finanziati dalle Regioni. ambientale può essere perseguita Una volta approvati, possono costituire attraverso: una variante agli strumenti urbanistici • la realizzazione, manutenzione e vigenti. ammodernamento delle Hanno la finalità di riqualificare il urbanizzazioni (servizi pubblici, tessuto urbanistico, edilizio ed impianti, servizi a rete); ambientale del territorio comunale. • la nuova edificazione di Sono rivolti ad ambiti di edilizia completamento e integrazione; preesistente ai fini della riqualificazione • la cura dell'arredo urbano; urbanistica, edilizia e ambientale di • la manutenzione, il restauro e aree urbane centrali e di periferie risanamento e la ristrutturazione degradate. degli edifici esistenti. Le caratteristiche dei Programmi integrati di intervento possono essere Gli ambiti di intervento sono le aree così sintetizzate: degradate: periferie, centri storici, aree • dimensione tale da incidere sulla dismesse. riorganizzazione urbana; Secondo quanto stabilisce la normativa, • concorso di più operatori pubblici e il Comune promuove la formazione dei privati; PRU sulla base delle indicazioni statali e • integrazione di risorse pubblico- regionali. Le zone e le tipologie di private. intervento sono articolate in una proposta unitaria da parte di soggetti Il Programma di recupero urbano - pubblici e privati, che deve garantire in PRU (art. 11, L. 493/93 e D.M. LL.PP. 1 particolare il contenimento degli dicembre 1994) riguarda operazioni di investimenti pubblici e la presenza di riqualificazione edilizia e urbanistica risorse aggiuntive private. Per degli insediamenti di Edilizia l'approvazione dei PRU in variante agli Residenziale Pubblica (ERP) attraverso strumenti urbanistici vigenti può essere una integrazione obbligatoria tra promossa la conclusione di un Accordo risorse pubbliche e private. di programma. La variante al Piano L’art. 11 della legge 493/93 prevede per deve prevedere una comparazione la prima volta che il 15 % dei fondi ex- economica delle convenienze pubbliche Gescal (legge 14 febbraio 1963, n. 60) e private. siano vincolati alla realizzazione di interventi al servizio prevalente del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica e che l’assegnazione dei finanziamenti pubblici sia condizionata al reperimento di risorse private. La

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Tab. 3 – Procedura di attuazione dei PRU avviare il recupero edilizio e funzionale PRU: la procedura di ambiti urbani attraverso interventi che riguardano le urbanizzazioni 1. Bando (DM 21/12/94) e stanziamento dei fondi; primarie e secondarie, la realizzazione 2. i Comuni individuano gli di interventi residenziali che innescano ambiti, i soggetti proponenti processi di riqualificazione fisica (privati o pubblici) formulano dell'ambito considerato e, infine, le proposte di programma; interventi non residenziali che 3. i Comuni selezionano le proposte e i soggetti attuatori, contribuiscono al miglioramento della approvano i Programmi e li qualità della vita nell'ambito inviano al CER (Comitato di considerato. Edilizia Residenziale); Gli ambiti urbani interessati dai 4. il CER seleziona i programmi e Programmi sono individuati in relazione li finanzia; 5. il Comune rivede i programmi al degrado: edilizio, urbanistico, secondo i finanziamenti ambientale, economico e sociale, al ottenuti e invia al CER la raggio di influenza delle opere di documentazione definitiva per urbanizzazione previste, al ruolo l’Accordo di Programma; strategico del Programma rispetto al 6. sottoscrizione di Protocolli d’Intesa e Accordi di contesto urbano e metropolitano. Programma; 7. avvio dei lavori (entro 10 I tipi di intervento previsti sono: mesi). • acquisizione di immobili da Elaborazione Casati (2002) destinare a servizi o residenza pubblica; La legge 4 dicembre 1993 n. 493 che • realizzazione di urbanizzazioni e istituiva i Programmi di Recupero riqualificazione di spazi pubblici; urbano non prevedeva espressamente • realizzazione, ampliamento, alcuna competenza delle Regioni. I due manutenzione, restauro e decreti adottati dal Ministro dei lavori risanamento, ristrutturazione di pubblici il 1° dicembre 1994 in edifici residenziali e non; attuazione della legge istitutiva dei PRU • ristrutturazione urbanistica. riconoscevano alle Regioni competenze di carattere programmatorio, grazie I soggetti beneficiari sono i Comuni che alle quali le Regioni hanno potuto devono predisporre i Programmi sulla configurare le attività amministrative base di un bando nazionale per relative alla formazione, approvazione l'assegnazione dei finanziamenti statali, e finanziamento dei Programmi con specificare gli obiettivi e i contenuti dei l’adozione di atti amministrativi PRiU, delimitare gli ambiti entro cui (Dogliani, 2001). anche i privati possono presentare le

loro proposte. I Comuni presentano le Ogni Regione, quindi, ha scelto un richieste al Cer che seleziona ed eroga metodo diverso per programmazione e direttamente i finanziamenti. La attuazione dei Programmi, sia per le selezione è approvata dalla Conferenza specificità dei quartieri da riqualificare Stato-Regioni. In seguito, sono gli stessi sia per la diversa legislazione Comuni che stipulano Accordi di urbanistica. Programma con il Ministero. Nei casi di

variazione degli strumenti urbanistici, I Programmi di riqualificazione urbana alla stipula degli accordi è prevista la – PRIU (art. 2, L. 179/92 e D.M. LL.PP. partecipazione anche delle Regioni. 21 dicembre 1994) si propongono di

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I PRiU affermano l’obbligatorietà della dell’edilizia) e di soggetti del terzo concorrenza di risorse pubbliche e settore (ONLUS, cooperative sociali) private. In particolare, nella guida per la per lo sviluppo di azioni di tipo sociale formazione dei Programmi viene così come il ricorso a forme di richiesta una «rappresentazione in partecipazione da parte degli abitanti termini economici sintetici» delle per la definizione e attuazione del risorse private attraverso una relazione Programma. Per questo è previsto il che compari le convenienze dei soggetti ricorso ad Accordi di Programma pubblici e privati: in caso di variante al (Saccomani, 2005). PRG, a favore dei privati, parte di Per quanto riguarda le procedure, le queste risorse dovrebbero tornare al Regioni selezionano e propongono al Comune. Cer massimo 5 progetti, il Cer successivamente compie la selezione a I Contratti di quartiere 1 – CdQ (DM. livello nazionale e trasmette alle LL.PP. 22 ottobre 1997) costituiscono, Regioni i fondi che queste, a loro volta, all’interno dei Comuni, dei Piani di erogano ai Comuni. recupero riservati a quei quartieri dove è presente: un diffuso degrado I Programmi di riqualificazione urbana dell'ambiente urbano e delle e di sviluppo sostenibile del territorio - costruzioni; una carenza di servizi; un PRUSST (DM. LL.PP. 8 ottobre 1998) si marcato disagio abitativo e una scarsa prefiggono quali obiettivi principali: la coesione, caratteristica questa da realizzazione, l’adeguamento e il evidenziare nella domanda attraverso completamento di attrezzature, sia a alcuni indicatori di disagio sociale. rete che puntuali, di livello territoriale e urbano in grado di promuovere Gli obiettivi principali dei Contratti di occasioni di sviluppo sostenibile, sotto quartiere sono: il profilo economico, ambientale e • il raggiungimento di più elevati sociale; la realizzazione di un sistema standard di vivibilità dei quartieri integrato di attività finalizzate residenziali; all’ampliamento e alla realizzazione di • l’avvio di processi di trasformazione insediamenti (industriali, commerciali e in quegli ambiti non interessati da artigianali), alla promozione turistico- operazioni di ristrutturazione ricettiva e alla riqualificazione di zone urbanistica. urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado. I Entrambe le finalità possono essere PRUSST intervengono su ambiti perseguite attraverso una pluralità di territoriali molto vasti (sistemi azioni in settori diversi, che vanno dal metropolitani e distretti insediativi). sociale alle trasformazioni urbane e Tra i soggetti promotori figurano i edilizie. Comuni, le Regioni e le Province, Possono essere stipulati accordi tra d'intesa con i Comuni interessati; tra i Amministrazioni pubbliche e operatori soggetti proponenti, invece, gli Enti privati per il finanziamento, la pubblici territoriali, Amministrazioni realizzazione, la gestione delle opere e pubbliche e i soggetti privati. delle attività previste nei progetti dei La normativa prevede il concorso di Contratti di Quartiere. In particolare, è risorse pubbliche (somme non spese prevista la presenza di soggetti pubblici per i PRiU, altre risorse pubbliche, fondi e privati (ad esempio, per interventi nel comunitari) e private (almeno 1/3 settore del commercio, dell’artigianato, dell’investimento totale previsto). Le

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risorse messe a disposizione dal lo sviluppo, affiancando iniziative già Ministero sono stanziate solo per le presenti sul territorio (ad esempio, gli attività di progettazione del strumenti di programmazione Programma. negoziata). Spetta allo stesso Ministero dei Lavori pubblici la selezione dei Programmi. Per questo, come già accennato nel Alla stipula di Protocolli di Intesa, paragrafo precedente, i PRUSST seguono Accordi di Programma Quadro rappresentano un elemento di per regolamentare l'attuazione degli connessione tra famiglie di politiche interventi. distinte: quelle urbane e quelle per lo sviluppo locale. È importante sottolineare che i PRUSST possono anche svolgere un ruolo di coordinamento degli altri interventi per

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Tab. 4 – Schema riassuntivo PROGRAMMA PROMOTORI OBIETTIVI LIVELLO DI VALUTAZIONE PII I Comuni sulla base Riqualificazione del Regione di proposte tessuto urbanistico, presentate da edilizio e ambientale soggetti pubblici e del territorio privati comunale di aree urbane centrali e di periferie degradate PRU Promotori sono i Riqualificazione Regione specifica Comuni che edilizia e urbanistica criteri generali rispettano i requisiti degli insediamenti di definiti a livello richiesti dal bando Edilizia Residenziale nazionale Pubblica (ERP) attraverso l’ integrazione obbligatoria tra risorse pubbliche e private. PRIU I Comuni (con più di Recupero edilizio e Stato 300.000 ab.) funzionale di ambiti specificano obiettivi e urbani attraverso contenuti dei PRiU, interventi di delimitano gli ambiti urbanizzazioni entro cui anche i primarie e privati possono secondarie, presentare le loro realizzazione di proposte interventi residenziali e non residenziali CdQ 1 Amministrazioni Raggiungimento di Stato/Regione pubbliche e operatori più elevati standard privati di vivibilità dei quartieri residenziali; avvio di processi di trasformazione in quegli ambiti non interessati da operazioni di ristrutturazione urbanistica.

PRUSST I Comuni, le Regioni Riqualificazione di Stato/Regione e le Province, d'intesa zone degradate, con i Comuni realizzazione di un interessati sistema integrato di attività economiche, azioni per l’occupazione e la formazione, rafforzamento e adeguamento delle infrastrutture per promuovere lo sviluppo sostenibile

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1.4 Due famiglie di questo orientamento al territorio si realizza, sia a livello nazionale che programmi complessi regionale, una progressiva convergenza di strumenti nati in contesti legislativi e Al fine di promuovere lo sviluppo nelle ambiti diversi: gli strumenti di aree sottoutilizzate, la legge finanziaria riqualificazione urbana, gli strumenti di del 1995 introduce la cosiddetta rigenerazione urbana e gli strumenti di “programmazione negoziata” intesa programmazione negoziata. In tutti come “regolamentazione concordata questi tipi di strumenti assume un ruolo tra soggetti pubblici, o tra soggetto chiave la multisettorialità, che pubblico competente e la parte o le arricchisce di una nuova accezione il parti pubbliche o private, per concetto di integrazione dei Programmi l’attuazione di interventi diversi, riferiti complessi. ad un’unica finalità di sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva Quando si parla di Programmi delle attività di competenza”. Nel suo complessi generalmente si fa ambito sono previsti alcuni strumenti - riferimento ai Programmi Integrati di il Patto territoriale, il Contratto d’Area riqualificazione e trasformazione e il Contratto di programma . destinati urbana e agli Strumenti di a promuovere lo sviluppo locale. Programmazione negoziata.

Tra i Programmi formulati a livello Nella prima famiglia sono ricompresi gli comunitario si affiancano poi i Patti strumenti elaborati in Italia nei primi territoriali per l’occupazione, i Progetti anni ’90 nel settore dell’edilizia integrati territoriali (PIT) previsti dal pubblica e quelli, formulati nel corso Quadro Comunitario di Sostegno (QCS, del decennio dietro l’influenza dei 2000-206) per le aree Obiettivo I. Programmi di iniziativa comunitaria, Bisogna ricordare che il primo relativi alla rigenerazione urbana. Programma di iniziativa comunitaria che sosteneva progetti ideati a livello Fanno parte di questo primo filone: locale per rivitalizzare il territorio è • i Programmi di intervento urbano stato il Programma Leader I: uno (PII) strumento di «sviluppo integrato, • i Programma di recupero urbano endogeno e sostenibile delle aree (PRU) rurali» • i Programmi di riqualificazione http://it.wikipedia.org/wiki/LEADER - urbana (PRIU) cite_note-0#cite_note-0(a Leader I, • i Contratti di quartiere 1 (CdQ) 1991-1193, hanno fatto seguito Leader • II, 1994-1999, e Leader plus 2000- i Programmi di riqualificazione 2006). urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (PRUSST). Il carattere distintivo di queste politiche Nella seconda famiglia, invece, si è la centralità della dimensione trovano i programmi integrati elaborati territoriale. Secondo questa nell’ambito della nuova disciplina della impostazione, lo sviluppo non programmazione negoziata (legge dovrebbe essere promosso da azioni 622/96, deliberazione CIPE del 21 calate “dall’alto” ma da pratiche che marzo 1997 e 11 novembre 1998), nascono “dal basso”, finalizzate alla principalmente finalizzati allo sviluppo valorizzazione delle specificità locali e economico delle aree svantaggiate e i all’uso delle risorse endogene. Su

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Programmi integrati di sviluppo locale, Progetti integrati di sviluppo turistico – approvati dallo Stato nel quadro della PIST (1997-1999), sempre nel comparto Programmazione comunitaria delle del turismo, che si sono ispirati alle Regioni Obiettivo 1 e nell’ambito delle esperienze di sviluppo locale Intese Stato-Regioni. austriache.

Fanno parte di questo secondo filone: Appartengono, invece, alla seconda • i Patti territoriali; categoria: i Programma di recupero • il Contratto d’Area; urbano – PRU (1994-1998), concepiti • l’Intesa Istituzionale di Programma; sul modello del PIC Urban I; i Piani • il Contratto di Programma; Integrati d’area – PIA (2000-2006); i • l’Accordo di Programma Quadro; Programmi integrati di sviluppo locale – • i Programmi integrati territoriali – PIT PISL (2005-2006), che si sono ispirati (QCS 2000-2006). all’esperienza nazionale dei PRUSST; i Programmi territoriali integrati – PTI 1.5 I Programmi complessi (2006-2007).

della Regione Piemonte Nel paragrafo successivo si proverà a dar conto dell’esperienza dei primi Circoscrivendo l’attenzione ai Programmi integrati “a carattere Programmi Integrati regionali, la generale”, adottati dalla Regione Regione Piemonte ha classificato questi Piemonte nell’ambito della programmi in due principali categorie: riqualificazione urbana: i PRU.

1) quelli a vocazione specifica: in cui Negli altri capitoli che compongono l’integrazione avviene all’interno di uno questo rapporto, invece, si stesso settore; analizzeranno in modo più 2) quelli a vocazione generale: in cui approfondito i Programmi complessi l’integrazione è trasversale a diversi per lo Sviluppo locale: partendo dai settori. progetti pilota sperimentati negli anni 1994-1996 nel comparto del Turismo Fanno parte della prima categoria: i (PI), fino ai Programmi Territoriali Progetti integrati di sviluppo turistico integrati del 2006-2007. d’Area-PI (1994-1996), che hanno costituito un progetto pilota sperimentato nel settore del turismo; i

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Fig. 1 – I Programmi complessi della Regione Piemonte

PROGRAMMI REGIONALI

A vocazione A vocazione specifica generale

PI e PIST PRU

… PIA

PISL

PTI

Fonte: elaborazione da Cavallo Perin (2006)

1.6 I Programmi di recupero soprattutto, deliberazioni di indirizzo del Consiglio regionale (Dogliani, 2001). urbano (PRU) della Regione Piemonte La "filosofia" che la Regione ha proposto per la redazione dei Come ricordato nelle pagine "programmi Pilota", in aggiunta alle precedenti, i decreti attuativi della finalità fissate dal decreto nazionale per legge che ha istituito i PRU hanno i PRU "standard", è sintetizzabile in due riconosciuto alle Regioni competenze di concetti centrali: integrazione fra carattere programmatorio. Grazie a interventi urbanistici ed azioni di tipo queste competenze la Regione sociale, partecipazione dei soggetti Piemonte ha potuto elaborare in modo locali (Olagnero et Al, 2004). La Regione originale le attività amministrative Piemonte, operando una “forzatura” relative alla formazione, approvazione rispetto alla legislazione nazionale che e finanziamento dei Programmi con proponeva prevalentemente dei l’adozione di atti amministrativi, Programmi di recupero urbanistico e

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edilizio, ha chiesto ai Comuni di Tenendo conto dei tempi ristretti a elaborare Programmi di recupero disposizione, la Regione ha scelto di urbano, applicando il Metodo Urban. La esaminare e classificare tutte le opere “forzatura” consiste nel fatto che le proposte dai Comuni, ma di finanziare risorse a disposizione erano vincolate a immediatamente solo gli interventi che opere pubbliche. avessero almeno tre requisiti Il tentativo, quindi, che la Regione fondamentali: proprietà delle aree e Piemonte ha fatto è stato quello di degli immobili in capo al soggetto utilizzare il metodo Urban, volto a beneficiario del finanziamento, rivitalizzare i quartieri degradati conformità urbanistica e idoneità attraverso interventi fisici e sociali, per tecnica rispetto alla destinazione d’uso. le trasformazioni urbane e la Per il rispetto dei tempi imposti dalla riqualificazione dei quartieri popolari. È legislazione nazionale sui lavori pubblici stato richiesto ai Comuni di formulare i (si trattava di 13 mesi per l’apertura dei Programmi con un approccio integrato, cantieri dall’assegnazione del che tenesse conto delle esigenze finanziamento), la Regione Piemonte ha sociali, culturali e di sviluppo scelto di scindere il finanziamento, con economico di ogni quartiere. Con i PRU, l’assegnazione in un primo tempo solo infatti, il Comune è stato chiamato ad della quota necessaria alla affrontare i problemi più gravi dei progettazione dell’intervento. Solo quartieri in cui il degrado urbanistico, quando il progetto esecutivo è stato edilizio, ambientale, sociale e approvato da tutti gli organi economico era aumentato nel corso competenti, sia a livello comunale che a degli anni. Questo obiettivo ha livello regionale o statale comportato un radicale cambiamento (Soprintendenza ai beni architettonici), nel modo di lavorare si è proceduto all’assegnazione del dell’Amministrazione locale che ha finanziamento per l’attuazione dovuto utilizzare un approccio dell’intervento stesso. La scissione del multidisciplinare, basato finanziamento tra la fase progettuale e sull’integrazione delle diverse politiche. la fase di attuazione dell’intervento ha avuto uno scopo principale: evitare che Tutti i fondi Gescal vincolati alla fosse ridotta la qualità progettuale a riqualificazione dei quartieri pubblici causa dei tempi ristretti a disposizione sono andati prioritariamente alle opere delle Amministrazioni comunali per la o al ripristino di opere finalizzate al realizzazione degli interventi (Cavallo recupero sociale. Sono state finanziate Perin, 2000). con priorità, all'interno di ciascun Tra il 1995 e il 1997, 14 Comuni hanno Programma: l’ammodernamento delle proposto 16 Programmi di Recupero scuole, la realizzazione di centri sociali urbano: 12 di questi sono stati e assistenziali, di impianti sportivi, di selezionati come più rispondenti al teatri e di centri culturali. metodo Urban e sono stati denominati Successivamente sono state selezionate "programmi pilota". le opere finalizzate al recupero A fine 2007, i Comuni sono diventati 17 ambientale: le strade, l’arredo urbano, (il Comune di Torino ha elaborato tre le piazze, le piste ciclabili e i percorsi PRU); 10 di questi sono collocati pedonali. Infine, sono state finanziate nell’area metropolitana torinese, degli le opere residenziali (Cavallo Perin, altri la metà sono nel resto della 2000). provincia di Torino e l'altra metà nel resto della Regione (Tab. 5). La Regione

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ha firmato 19 Protocolli d’Intesa relativi ai Programmi di Recupero urbano.

Tab. 5 – I Comuni dei PRU I TRANCHE II TRANCHE III TRANCHE BIELLA ALESSANDRIA ASTI CASELLE AVIGLIANA BEINASCO CIRIE CARMAGNOLA CHIERI LEINI COLLEGNO MONCALIERI GRUGLIASCO TORINO NOVI LIGURE VENARIA VOLVERA Fonte: sito internet Regione Piemonte (31.12.2007)

Ad agosto 2008, rispetto ai circa 120 singoli Programmi: eliminazione di milioni di euro inizialmente alcune opere e accorpamenti delle programmati, erano stati assegnati 115 risorse su un unico intervento milioni di euro. Le cause di questa all’interno dello stesso Programma minore attribuzione di risorse sono da comunale (fonte: sito internet Regione ricercarsi nei vari aggiustamenti dei Piemonte).

Fig. 2 – I territori dei PRU

Fonte: sito internet Regione Piemonte

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La tabella sottostante (tab. 6) riporta PRU, criterio utilizzato dalla Regione per singolo Comune l’avanzamento per erogare le risorse finanziarie asse- delle attività e dei lavori dei singoli gnate (aggiornamento giugno 2008).

Tab. 6- Finanziamenti assegnati PRU ASSEGNATO a giugno SPESO dai Comuni 2008 ALESSANDRIA € 2.826.622,32 € 2.826.622,32 100%

ASTI € 2.784.144,09 € 2.706.637,89 97% LEINI € 4.672.281,78 € 4.407.766,54 94% CASELLE T.SE € 2.008.720,78 € 1.850.126,64 92% BIELLA € 1.958.393,91 € 1.728.578,08 88% AVIGLIANA € 2.189.777,26 € 1.915.286,90 87% CARMAGNOLA € 1.524.246,31 € 1.328.351,63 87% VENARIA € 3.533.518,48 € 2.961.682,56 84% COLLEGNO € 8.010.550,26 € 6.637.982,55 83% NOVI LIGURE € 1.590.687,25 € 1.255.106,45 79% VOLVERA € 1.843.202,78 € 1.430.848,70 78% BEINASCO € 2.781.507,76 € 2.138.262,65 77% TORINO € 65.888.126,33 € 43.183.034,31 63% CIRIE ' € 3.231.655,99 € 1.743.555,93 54% MONCALIERI € 9.204.216,39 € 3.652.051,08 40% GRUGLIASCO € 3.610.033,72 € 361.003,37 10% CHIERI € 2.076.000,00 € 0,00 0 TOTALE € 119.733.685,41 € 80.126.897,60 67% Fonte: sito internet Regione Piemonte

Dalla tabella emergono due dar conto in modo sintetico di queste particolarità: il Comune di Grugliasco, problematicità riscontrate nell’indagine pur avendo portato a fine lavori le in questione. opere finanziate dalla Regione, a giugno Per quanto riguarda i tempi e le 2008 non aveva ancora richiesto i procedure, dal rapporto è emerso che finanziamenti alla Tesoreria regionale; dall'emanazione del decreto attuativo per quanto riguarda Chieri, l’importo dell'art. 11 della Legge n. 493/93 dei finanziamenti assegnati risulta pari all'avvio dei primi cantieri sono passati a zero perché ha dato avvio ad alcune oltre sei anni. L’approfondimento opere del Programma solo nel 2007. effettuato su un caso (con la Il Rapporto di valutazione dei PRU ricostruzione dell'iter procedurale condotto da Olagnero, Ortona e nazionale, regionale e comunale), ha Saccomani (2004) su quattro casi permesso di rilevare che gli slittamenti (Biella, Ciriè, Moncalieri e Torino Corso nel tempo delle scadenze regionali Grosseto) ha messo in evidenza i sono derivati dall'individuazione dei principali nodi critici nell’implemen- soggetti privati coinvolti nei PRU - tazione e realizzazione dei Programmi: i condizione per l'assegnazione e tempi e le procedure, il problema del l'erogazione dei finanziamenti – e dalle rendimento delle iniziative di difficoltà e lentezze nel processo formazione-lavoro, le reti e le decisionale locale, quando questo ha procedure, il problema del coinvolto soggetti privati. coinvolgimento dei privati. Si proverà a

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In merito al problema del rendimento operata dai PRU avrebbe dovuto delle iniziative di formazione-lavoro, rendere convenienti determinati nei quattro casi analizzati è stata insediamenti produttivi, commerciali o verificata una scarsa produttività di residenziali. queste iniziative. Nell'interpretazione Nei casi esaminati, invece, il PRU non della Regione Piemonte l'azione di sembra aver operato efficacemente rigenerazione urbana sviluppata come strumento in grado di offrire al attraverso i PRU non doveva limitarsi privato incentivi vantaggiosi, salvo in ad una riqualificazione fisica ma parte nel caso di Biella. Di fatto, la produrre anche iniziative in grado di complessità delle procedure, i tempi incrementare l'occupazione. In ristretti e la mancanza di tavoli generale gli effetti occupazionali istituzionali ha fatto sì che in tre dei casi specifici nei PRU esaminati non sono il privato si "affiancasse" semplice- risultati consistenti e, in particolare, gli mente al pubblico, spostando il livello esiti delle azioni di formazione-lavoro si di cooperazione verso il basso. sono rivelati scarsi. L'analisi dei casi ha mostrato che il ricorso alla formazione come elemento di promozione dell'occupazione, come anche l’offerta generica di lavori temporanei, non è un rimedio sufficiente alla disoccupazione di lungo periodo.

Per quanto attiene poi alle reti e alle procedure, l’indagine valutativa ha evidenziato più elementi di tipo procedurale che hanno reso difficile la formazione dei Programmi: in particolare, il rapporto con le ATC che, in alcuni casi, è stato problematico per l'incrociarsi dell'attuazione del PRU con i programmi di vendita degli appartamenti; in secondo luogo, le varianti ai Piani regolatori che, almeno in un caso, hanno rallentato l’attuazione del PRU. Infine, il rapporto si è concentrato in modo approfondito sulla questione del coinvolgimento dei privati, ritenendo che questo tema fosse trasversale alle altre tre problematicità riscontrate. La presenza di risorse e soggetti privati nei PRU era obbligatoria. Secondo la filosofia dei Programmi, la compresenza di soggetti pubblici e privati avrebbe dovuto produrre vantaggi per entrambi: in particolare, per l'operatore privato la riqualificazione urbanistica e sociale

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2. Progetti Integrati di selezione (1.4.3), di implementazione (1.5) e, infine, di dar conto dei risultati Sviluppo Turistico d’Area e della valutazione (1.6). Progetti Integrati di Svi- luppo Turistico 2.1 I Progetti Integrati di Sviluppo Turistico In Piemonte, i Progetti Integrati di sviluppo turistico d'area (PI) d’Area: quadro rappresentano l'esperienza pilota di normativo progettazione integrata adottata nell'ambito delle politiche di Sviluppo I Progetti Integrati di sviluppo turistico locale. Tale sperimentazione prende d'area (PI) rappresentano una delle avvio nella fase iniziale di prime esperienze di progettazione programmazione (1994-1996) del integrata in Piemonte. La Documento Unico di Programmazione sperimentazione di questo strumento 1994-1999 ed è finalizzata a sostenere prende avvio nella fase iniziale di interventi integrati in grado di innescare programmazione (1994-1996) del processi di sviluppo nel settore Documento Unico di Programmazione turistico. Nella seconda fase di 1994-1999 ed è orientata allo sviluppo programmazione (1997-1999), con i del settore turistico in particolari aree Progetti Integrati di Sviluppo turistico del territorio regionale, individuate (PIST) il policy - maker regionale dalla Regione. modifica, rafforza ed estende lo strumento dei Progetti integrati di Il Documento Unico di Programmazione sviluppo turistico d'area. L’eleggibilità (DOCUP) è il documento attraverso cui del finanziamento a ulteriori sistemi le Regioni dell'Obiettivo 2 comunitario, locali si accompagna, infatti, “Riconversione delle zone industriali all'introduzione di due criteri relativi colpite da declino e conseguente alle procedure di implementazione problema occupazionale” indicano la dell’intervento: innanzitutto, l'indivi- strategia e le risorse finanziarie duazione di un soggetto capofila con il disponibili per attuare un programma compito di coordinare gli attori locali pluriennale di investimenti pubblici e coinvolti; in secondo luogo, la privati e di altri interventi che ricadono previsione, al momento della pre- sui territori piemontesi considerati sentazione del progetto, delle modalità eleggibili dell'Unione Europea. di compartecipazione tra i vari soggetti Il programma presenta queste e l'elaborazione di una strategia di caratteristiche: sviluppo condivisa di medio termine. • ha una durata pluriennale; Nel presente capitolo viene ricostruito il • riguarda diverse aree di intervento; quadro normativo di riferimento di • prevede l’uso di diversi strumenti; entrambi gli strumenti (1.1 -1.4) e per • richiede la compartecipazione ognuno di essi vengono messi in luce gli finanziaria dei beneficiari finali degli elementi distintivi del modello di investimenti, quali le imprese, gli integrazione elaborato (1.2 – 1.4.1). Nel operatori, gli enti locali; caso dei Progetti Integrati di Sviluppo • viene approvato congiuntamente turistico (PIST), la disponibilità di una dagli attori pubblici che lo finanziano: letteratura grigia più consistente ha Commissione Europea, governo reso possibile considerare le regole di nazionale, amministrazione funzionamento (1.4.2), la fase di

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regionale. recupero dei rifiuti industriali e artigianali. Il quinto Asse è volto a Il DOCUP è suddiviso in Assi che sostenere la realizzazione di grandi costituiscono le priorità strategiche strutture attrezzate per l'insediamento individuate sulla scorta degli delle PMI e alla costruzione di nuove e orientamenti comunitari per l’utilizzo razionali possibilità localizzative per le dei Fondi strutturali e sull’analisi dei stesse. punti di forza e di debolezza del Il DOCUP viene impostato, quindi, dalla territorio. Ogni Asse viene articolato in Regione Piemonte secondo gli indirizzi più Misure, le quali sono composte da comunitari per l’utilizzo dei fondi Progetti. strutturali. I piani finanziari complessivi In particolare, il Documento di pro- (i DOCUP 1994-1996 e 1997-1999) grammazione piemontese 1994-1996 è dettagliano obiettivi, strumenti, articolato in cinque Assi (esclusa contributo finanziario e tempistica. La l’Assistenza tecnica): regia complessiva e l’attuazione del 1. Sviluppo e rafforzamento del Programma è pertinenza di tre Direzioni tessuto di piccole e medie della Regione Piemonte, alla Direzione imprese. Industria spetta un ruolo di 2. Turismo e valorizzazione del coordinamento. Nell’attuazione di patrimonio culturale. alcune fasi, la Regione coinvolge altri 3. Promozione e diffusione soggetti: istituzioni creditizie e innovazione tecnologica. finanziarie, propri enti strumentali o 4. Ambiente e sviluppo sostenibile. società partecipate, consorzi pubblici. 5. Riqualificazione urbana e del Infine, le modifiche e le integrazioni del territorio. Programma, così come il monitoraggio della sua attuazione, vengono curate Il primo Asse è costituito da misure congiuntamente con rappresentanti destinate alle PMI, volte a favorire gli della Commissione Europea, attraverso investimenti, le acquisizione di le attività del Comitato di Sorveglianza consulenze, la creazione e lo sviluppo di (organo paritetico). aree attrezzate. Il secondo Asse è I DOCUP sono soggetti a modificazioni rivolto alla promozione dell’offerta nel corso della loro attuazione, turistica, sia dal punto di vista relativamente ai volumi complessivi di infrastrutturale che in termini di investimento e ai contributi pubblici. promozione della domanda turistica. In Nel caso della prima fase del particolare, con la misura 2.4 introduce Programma, (1994-’96) ad esempio, il principio della progettazione quando venne approvato (dicembre integrata. Il terzo Asse annovera le 1994) gli investimenti complessi- misure attivate per favorire gli vamente previsti ammontavano a 2.531 investimenti nel campo della ricerca e miliardi di lire, con un contributo dell’innovazione. In particolare, la DOCUP complessivo pari a 828 miliardi. misura 3.1 rappresenta il punto di Il Documento finale, però, assestato partenza per la costruzione della rete quattro anni dopo, fu ridimensionato a dei Parchi Tecnologici. Il quarto Asse 1.864 miliardi (-26%) di investimento finanzia investimenti “ambientali”. complessivo (IRES, 1996). Tali modifiche Nello specifico, si tratta di investimenti sono state apportate in relazione a volti alla sistemazione di siti industriali diversi fattori: l’andamento della degradati, alla realizzazione di impianti selezione dei progetti ma anche i tempi di stoccaggio, allo smaltimento e di avvio di alcuni progetti

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infrastrutturali. filoni: la realizzazione di infrastrutture turistiche, l’erogazione di incentivi alle Il percorso attuativo del DOCUP imprese turistiche e lo sviluppo delle comprende una prima fase di Invito ai attività di promozione. L’obiettivo potenziali beneficiari (PMI, enti locali, indicato dal DOCUP 1994-'96 per gli consorzi di imprese, ecc.) alla interventi nel settore del Turismo era presentazione di progetti, che spesso si l’incremento generale delle presenze e sostanzia in un Bando pubblico per della loro distribuzione, sia nel tempo – l’ammissione a contributo dei singoli cioè tra le varie stagioni – che nei progetti da presentarsi entro un luoghi, evitando fenomeni di termine prefissato. In seguito, gli uffici affollamento stagionale. regionali verificano la rispondenza dei progetti formulati ai requisiti richiesti (dichiarazione di ammissibilità), e per le 2.1 I Progetti Integrati di misure “a bando” vengono predisposte le graduatorie di ammissione al Sviluppo Turistico finanziamento. Tale selezione può d’Area: caratteri venire fatta anche in base ad aspetti quali-quantitativi dei singoli progetti, Nel 1994 la Regione dà avvio alla con l’obiettivo di selezionare i migliori; sperimentazione dei Progetti integrati vi è comunque un limite dato dalla di sviluppo turistico d'area (Misura 2.4 disponibilità finanziaria complessiva per Asse 2), concentrati su alcune aree le singole misure. definite e comprendenti interventi infrastrutturali, promozionali e Per quanto riguarda specificamente investimenti privati. La principale l'Asse 2, la valorizzazione delle aree finalità di questa “prima generazione” turistiche è stato uno dei punti di forza di progetti integrati è quella di anche della prima fase di sostenere interventi in grado di programmazione (DOCUP 1989). innescare processi di sviluppo nel D'altra parte le aree Obiettivo 2 settore turistico. All’interno delle aree piemontesi comprendevano alcune Obiettivo 2 piemontesi vengono zone per cui si riteneva che il turismo individuati quattro territori per i quali si rappresentasse il comparto economico ritiene che l’idea-forza dello sviluppo di riferimento: le future valli Olimpiche territoriale sia appunto il turismo: la della provincia di Torino e l’area del Valle di Susa, il Canavese, il Lago Lago Maggiore. I fondi strutturali che Maggiore, il Cusio Mottarone (tab. 1). hanno finanziato i programmi hanno agito contemporaneamente su tre

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Tab. 1 – Aree bersaglio individuate dalla Regione (DOCUP 1994-1996) Aree di sviluppo turistico Obiettivi dei PI

Val di Susa - Riequilibrare e meglio distribuire i flussi turistici, ampliare la stagionalità, evitare la monocultura invernale attraverso l’integrazione tra gli elementi di attrattività sportiva invernale e quelli ambientali e storico-culturali.

Provincia di Torino - Sviluppare funzioni di servizio; - Valorizzare gli elementi culturali, sportivi e di spettacolo (musei, residenze sabaude, grandi manifestazioni).

Canavese - Valorizzare le risorse paesaggistiche, naturalistiche, ambientali e culturali (parchi, laghi, castelli).

Lago d’Orta - Incrementare le presenze turistiche nella bassa stagione attraverso la valorizzazione delle attrattive ambientali e facendo leva sul miglioramento dei servizi.

Fonte: Regione Piemonte (1997)

Questi progetti pilota sono viene lasciata la responsabilità della caratterizzati dai seguenti elementi: formulazione delle proposte 1. sono “monosettoriali”, orientati progettuali. esclusivamente allo sviluppo del comparto turistico; Nella tabella 2 si riassumono gli 2. realizzano un’integrazione di tipo interventi di valorizzazione turistica “orizzontale” tra segmenti differenti realizzati nella fase 1994-1996, tra cui di uno stesso settore. L’integrazione quelli realizzati attraverso i Progetti si realizza tra gli interventi integrati. Come emerge, le due infrastrutturali, quelli di principali modalità di intervento del agevolazione agli investimenti DOCUP sono l’aiuto diretto privati e quelli relativi alla all’investimento in strutture ricettive promozione dell’offerta turistica (in private (variabile tra il 15 ed il 7,5% modo tale da consentire che dell’investimento) e il sostegno l’integrazione tra queste diverse finanziario alla realizzazione di tipologie di intervento possa infrastrutture turistiche da parte di enti incidere sul “sistema” turistico pubblici, in questo caso con una più locale); elevata percentuale di contribuzione. 3. le aree “bersaglio” degli interventi vengono individuate dalla Regione, Per entrambi gli strumenti prevale la e indicate nel Documento di frammentazione e la piccola dimen- programmazione; sione dei progetti. 4. alle aree territoriali individuate

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Tab. 2 – Interventi di valorizzazione turistica DOCUP 1994-1996 INTERVENTI PROGETTI CONTRIBUTO INVESTIMENTO INVESTIMENTO REALIZZATI PB (MLD DI (MLD DI LIRE) MEDIO LIRE) Sostegno finanziario all'investimento per 33 9,9 80,3 2,434 strutture e impianti turistico-ricettivi privati Sostegno finanziario all'investimento per 158 76,5 78,0 0,493 strutture e impianti turistico-ricettivi pubblici Iniziative pubbliche di marketing e promozione 78 7,4 7,4 0,095 Individuazione e finanziamento di Progetti 95 44,5 66,6 0,701 Integrati di Area, con vari strumenti di intervento, gestiti da enti pubblici o privati di varia natura a) Strutture e impianti privati 28 3,6 25,0 0,892 b) Strutture e impianti pubblici 63 40,0 37,2 0,930 c) Iniziative di promozione 4 0,9 0,9 0,225

Totale interventi per il turismo 138,3 232,3

Totale interventi fase 1994-’96 489,8 1.887,4

Fonte IRES, 1996

2.3 I Progetti Integrati di un obiettivo da perseguire: 1. Sviluppo e rafforzamento del tessuto Sviluppo Turistico (PIST): di PMI. quadro normativo 2. Turismo e valorizzazione del patrimonio culturale; Nel Documento di programmazione 3. Promozione e diffusione 1997-1999, lo strumento dei Progetti dell’innovazione tecnologica e della integrati di sviluppo turistico d'area società dell’informazione; viene modificato in base alle “lezioni 4. Ambiente e sviluppo sostenibile; dell’esperienza” apprese, rafforzato e 5. Riqualificazione urbana e del esteso ad altri sistemi locali. In territorio; particolare, la Misura 2.2 6. Progetti integrati di sviluppo “Rafforzamento e sviluppo dei sistemi economico; turistici” dell'Asse 2 prende spunto 7. Valorizzazione delle risorse umane dalla Misura 2.4 del precedente ciclo di 8. Attuazione del programma. programmazione introducendo i Progetti integrati di sviluppo turistico Nella tabella che segue (tab. 3) per ogni (PIST). Asse vengono riportate le sue caratteristiche principali (obiettivi e Il quadro normativo di riferimento di strumenti), ad eccezione dell'Asse 2 che questo strumento è il DOCUP 1997- '99, verrà successivamente illustrato in mo- che si compone di 8 assi prioritari do più dettagliato. ognuno dei quali individua un settore o

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Tab. 3 – Assi del DOCUP 1996-1999 ASSE OBIETTIVO MEZZO

ASSE I Incentivare le PMI a migliorare e aggiornare la propria Sostegno finanziario e di struttura produttiva, consolidando uno sviluppo autonomo consulenza, formazione delle grandi imprese. professionale. ASSE III Promuovere la diffusione dell'innovazione tecnologica Promozione di consorzi misti presso le PMI. tra imprese private e enti di ricerca; completamento parchi tecnologici, formazione professionale. ASSE IV Salvaguardare l'ambiente, promuovere l'uso di tecnologie Ricerca sullo smaltimento dei “pulite” nelle PMI. rifiuti, interventi sui cicli di produzione e distribuzione tesi al risparmio energetico. ASSE V Ottenere un'ottimizzazione dell'uso del territorio, Sviluppo di strutture logistiche riqualificando le zone degradate. ASSE VI Stimolare cultura imprenditoriale e sviluppare le imprese Sostegno a iniziative promosse esistenti creando occupazione da enti pubblici territoriali. ASSE VII Favorire l'acquisizione da parte dei lavoratori di Aiuti all'occupazione sotto competenze sopratutto nel campo della sicurezza e forma di contributi per nuovi ambiente. posti di lavoro, misure per l'orientamento, la ricollocazione la formazione innovativa dei lavoratori. ASSE VIII Fornire assistenza tecnica per la formazione professionale Supporto tecnico, auditing in e l'attuazione del programma fase di implementazione, valutazione dei risultati, informazione e pubblicità. Fonte: Regione Piemonte (1997)

L’ Asse 2 del DOCUP 1997-1999 è in- specifico mira a ottenere un teramente dedicato al Turismo. La miglioramento, sia dal punto di vista scelta di sviluppare tale comparto è quantitativo che qualitativo, dell'offerta motivata dal ricco patrimonio naturale delle strutture e dei servizi ricettivi per ed architettonico dei territori oggetto di turisti. Il soggetto beneficiario della intervento ma anche dal perseguimento Misura è il settore privato delle piccole di una diversificazione industriale. e medie imprese turistiche. Queste possono richiedere contributi per L'Asse si compone di quattro Misure: realizzare i seguenti interventi: qua- • Misura 2.1: aiuti agli lificazione, ampliamento e realizzazione investimenti turistici. di strutture turistico ricettive, di servizi • Misura 2.2: rafforzamento e e attrezzature complementari a queste, sviluppo dei sistemi turistici. di impianti e attrezzature per la • Misura 2.3: valorizzazione del fruizione degli ambiti lacustri e fluviali; patrimonio culturale. rifacimento e ammodernamento di • Misura 2.4 formazione impianti sciistici obsoleti; adeguamento professionale per occupati. alle normative comunitarie e nazionali in materia di impiantistica, sicurezza nei La Misura 2.1 si prefigge di valorizzare luoghi di lavoro e nel rispetto le risorse turistiche sottoutilizzate e di dell'ambiente. I criteri utilizzati per la potenziare le strutture turistiche per selezione dei progetti di investimento diversificare le attività produttive delle privati della misura 2.1 si rifanno a aree coinvolte. Quale obiettivo quelli adottati per la selezione dei

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Progetti Integrati della misura 2.2: si l'elaborazione dei Progetti integrati di privilegiano i progetti inseriti in sistemi sviluppo turistico definiti come il turistici integrati, con un approccio di risultato dell'intervento di diversi filiera e innovativi. operatori e del finanziamento pubblico- La finalità generale della Misura 2.2. è privato. La Misura si rivolge a soggetti di innescare processi di sviluppo pubblici e privati che, rispondendo a un integrato al fine favorire lo sviluppo Invito e partecipando al successivo complessivo delle aree interessate. Gli bando di gara, possono presentare la obiettivi specifici per realizzare tale propria candidatura e ottenere un miglioramento passano attraverso il contributo per la realizzazione degli coinvolgimento di diversi settori, il interventi specificati nelle Sottomisure potenziamento delle strutture e dei A, B, C (tab. 4). mezzi di valorizzazione delle risorse, il loro accesso e, infine, le attività di promozione. La Misura prevede

Tab. 4 – Sottomisure della Misura 2.2. SOTTOMISURA TIPO DI INTERVENTO BENEFICIARI Sottomisura A Lavori di realizzazione, recupero, adeguamento e - Enti locali; ampliamento di impianti e strutture turistiche che - Associazioni turistiche, culturali, infrastrutturano il territorio e integrano l'offerta naturalistiche, ricreative e sportive; dell'impresa. - Consorzi pubblici; - Enti pubblici; - Enti Parco. Sottomisura B Lavori di potenziamento e qualificazione di Le piccole e medie imprese strutture ricettive e di impianti turistici. turistiche, definite ai sensi della disciplina comunitaria. Sottomisura C -Iniziative di tipo promozionale: materiale - Regione Piemonte; illustrato, azioni pubblicitarie. - Agenzie di promozione turistica, - Partecipazione a manifestazione turistico- regionali e locali. commerciali, workshop, stage per operatori. Fonte: Regione Piemonte (1997)

Lo scopo generale della Misura 2.3 è il occupazionali presenti nei vari comparti restauro e la valorizzazione di beni interessati e di favorire la riconversione architettonici e storici. Tra gli obiettivi della manodopera rimasta esclusa dai specifici prevede il recupero della processi industriali. L'obiettivo specifico Reggia di Venaria Reale e del Borgo riguarda la formazione di personale Castello di Mandria, il completamento qualificato nei diversi comparti del circuito relativo alle Reggie e dell'industria turistica. Favorisce Collezioni reali, l'insediamento di imprese o consorzi di imprese e le funzioni museali, di ricerca e di agenzie formative, concedendo formazione. La Misura favorisce la contributi per la promozione di corsi di Regione Piemonte, la Soprintendenza formazione. Nella selezione vengono dei Beni ambientali e architettonici del privilegiati i progetti che dimostrano di Piemonte, i soggetti pubblici e privati essere collegati a quanto proposto riuniti in Consorzi, attraverso la nelle altre misure dell'Asse, secondo il concessione di finanziamenti per le principio dell'organizzazione a filiera. opere di restauro e di recupero funzionale. La Misura 2.4 si propone di contribuire al mantenimento dei limiti

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2.4 I PIST: un modello di presentare le proposte progettuali; i Progetti, una volta redatti, vengono progettazione integrata inviati alla Regione accompagnati da un del DOCUP 1997-1999 “Patto” tra i diversi attori locali interessati. Inoltre, viene indicato un 2.4.1 Caratteri generali ente Capofila a cui spetta il compito di coordinare le azioni nella fase di im- La Regione Piemonte introduce per il plementazione del Progetto Integrato. ciclo programmatico 1997-1999 un mo- Il modello di integrazione elaborato dello di progettazione integrata che è presenta le seguenti caratteristiche: trova fondamento in due Misure di in- • integrazione settoriale: gli interventi tervento: “Rafforzamento e sviluppo dei coinvolgono uno o più settori sistemi turistici”, Misura 2.2 dell'Asse 2; economici caratterizzati da stretta “Progetti Integrati di bacini economici coerenza e da collegamento locali, aree sistema, distretti”, Misura funzionale; 6.1 dell'Asse 6. Entrambe le Misure • integrazione territoriale: i Progetti si individuano un comparto economico e realizzano in aree territoriali non le “aree bersaglio”, su cui intervenire in circoscritte da confini amministrativi. modo integrato e sinergico. Per quanto riguarda specificamente lo Tali caratteristiche vengono ritenute strumento di intervento integrato condizioni necessarie affinché il pro- predisposto nell'ambito del Turismo, getto proposto possa essere identificato come già anticipato, esso riprende la come integrato.

modalità operativa già sperimentata Nei paragrafi che seguono verrà con i Progetti integrati di sviluppo descritta la filosofia e metodologia che turistico d'area (PI), introducendo, ha guidato la costruzione dello però, alcune modifiche e elementi di strumento (Guida Progettare il innovazione metodologica e gestionale. cambiamento, 1996), la fase di In particolare, viene estesa l’eleggibilità selezione dei progetti e la loro al finanziamento a ulteriori sistemi implementazione; da ultimo, si darà locali e vengono inclusi due criteri di conto delle valutazioni dei PIST. maggiore chiarezza relativamente alle

procedure di implementazione dell’intervento: 2.4.2 Filosofia e regole di • individuazione di un Soggetto funzionamento dei capofila cui spetta il compito di PIST coordinare gli attori locali coinvolti nel Progetto Integrato e La finalità dei PIST è rappresentata dallo la funzione di raccordo con sviluppo dei territori a vocazione l’autorità responsabile dell’azione turistica conformemente con il principio di sostegno (la Regione); del turismo sostenibile (FIG. 1). Per • previsione, fin dal momento della soddisfare i criteri della sostenibilità, i presentazione del progetto, della Progetti devono fare riferimento ai formale dichiarazione delle seguenti concetti: modalità di compartecipazione • sviluppo integrato (risorse e sog- tra i vari soggetti e i ruoli da essi getti dell'area); svolti. • integrazione della filiera turistica; La Misura 2.2 viene attuata, quindi, • innovazione (di progetto e proces- attraverso la regia regionale: la so). Regione, invita gli Enti locali a

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FIG. 1 - I PIST E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Progetto socialmente fondato

Principi per lo sviluppo sostenibile Autosostenibilità Milieu di forme di turismo culturale

Rete

MERCATO

I PIST si fondano su un'integrazione tra: integrazione previsto; le caratteristiche • soggetti; della progettualità auspicate; le • località e ambiti territoriali; procedure indicate nell'Invito. A un • tipologie di interventi. progetto integrato, quindi, è richiesto il soddisfacimento della combinazione di I presupposti stabiliti per la definizione queste tre tipi di integrazione e di un Progetto Integrato di Sviluppo progettualità, non solo di uno di essi Turistico riguardano: il tipo di (tab. 5).

Tab. 5 – Presupposti PIST TIPOLOGIA PRESUPPOSTI PER UN PROGETTO INTEGRATO DI SVILUPPO TURISTICO

Tipo di integrazione Integrazione tra soggetti diversi Integrazione tra ambiti territoriali Integrazione diversi tra interventi diversi

Tipo di progettualità Progettualità politica Progettualità strategica Progettualità operativa Tipo di procedure Patto associativo - Sintesi descrittiva - Studio di fattibilità Progetto definitivo

PROGETTO SOCIALMENTE MILIEU E SOSTENIBILITA' RETE FONDATO Fonte: Guida Progettare il cambiamento,1996

Per quanto riguarda il tipo di anticipare tendenze legate a uno progettualità, con Progettualità politica sviluppo compatibile. Da un punto di si fa riferimento alla volontà e capacità vista operativo, essa comporta che i di soggetti pubblici e privati di soggetti beneficiari del finanziamento si elaborare comunemente progetti di impegnino reciprocamente attraverso sviluppo del proprio territorio e di un atto formale, previsto nelle promuovere interventi in grado di procedure di candidatura, definito

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Patto associativo. le caratteristiche dei Progetti elaborati. Il Patto associativo, risultato di una fase Nel documento viene esplicitato di incontri e confronti tra potenziali l'indicazione dell'ente capofila e di tutti soggetti interessati, costituisce uno i soggetti partecipanti, viene descritto il strumento che vincola le parti anche territorio interessato, gli obiettivi del sotto il profilo finanziario e rappresenta Progetto, i tempi e i costi di la sintesi di un processo che trova realizzazione previsti. Obiettivo della concretezza in una Progettualità Manifestazione di interesse è fornire strategica di sviluppo turistico. indicazioni sul livello di condivisione L'elaborazione di una strategia implica locale delle finalità del Progetto una conoscenza dei punti di forza e (progettualità politica), sul livello di debolezza del territorio e una visione di chiarezza della visione strategica sviluppo a medio termine. Per questo la (progettualità strategica) e sulla Sintesi descrittiva del contesto determinazione progettuale nelle territoriale, economico e sociale formulazione delle ipotesi che vengono dell'area assume una rilevanza sviluppate in dettaglio nel Progetto fondamentale nell'ambito della definitivo (progettualità operativa). La soluzione progettuale individuata nello Regione esprime una valutazione di Studio di fattibilità. quanto riportato nel documento, La progettualità operativa, invece, formulando giudizi e indicazioni costituisce il momento di sintesi della (l'indicazione può essere negativa, progettualità politica e strategica ed è migliorativa, di apprezzamento) non finalizzata a garantire la realizzazione vincolanti ma aventi esclusivamente dei risultati rispetto agli obiettivi una funzione di indirizzo. L'obiettivo individuati. Nei Progetti Integrati di della Regione, quindi, non è quello di Sviluppo turistico si fa riferimento alla classificare preventivamente i progetti Progettualità operativa per indicare la ma di offrire collaborazione per necessità di utilizzare le tecniche legate migliorare i progetti o per consigliare il al project management e la presenza di loro abbandono perché ritenuti non una reale integrazione tra i progetti. sufficientemente solidi per poter superare con successo la presentazione dei Dossier di candidatura. 2.4.3 Le due fasi della La presentazione del Dossier di selezione candidatura costituisce il primo momento della verifica sul progetto Successivamente all'individuazione poiché i proponenti devono dimostrare delle aree, secondo quanto previsto dal una conoscenza critica e propositiva DOCUP 1997-1999, la Regione invita gli rispetto all'ambito territoriale Enti locali a presentare delle proposte d'intervento. Esso si compone di una progettuali in risposta al Bando/Invito Sintesi descrittiva del contesto pubblicato. territoriale, economico e sociale dell'area di intervento, uno Studio di Il Bando prevede una procedura che si fattibilità e un Progetto definitivo. Il articola in due momenti distinti. In una Patto associativo è parte integrante del fase preliminare, infatti, la Regione Dossier di candidatura, dal momento invita gli Enti locali a presentare la che raccoglie i dati dei contratti Manifestazione di interessi, un intercorsi tra l'ente pubblico capofila documento in cui si descrivono del Progetto integrato e i promotori sinteticamente la logica organizzativa e

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pubblici e privati dei singoli progetti che con cui vanno descritti: entrambi, vi aderiscono. infatti, considerano il processo di pianificazione, gestione e controllo. La Per quanto riguarda il documento pianificazione deve illustrare due Sintesi descrittiva del contesto aspetti del progetto: i tempi e i costi; la territoriale, economico e sociale gestione, invece, secondo quali dell'area di intervento, esso è finalizzato procedure e risorse umane si intende a illustrare, in modo discorsivo e realizzare il progetto; il controllo, infine, attraverso l'uso di dati statistici, la deve descrivere lo stato di avanzamento coerenza degli obiettivi previsti nei dei lavori. progetti rispetto ai punti di forza e di Per quanto attiene alla procedura di debolezza del territorio considerato. Ai valutazione, essa prevede una serie di Progetti integrati, quindi, viene “griglie” organizzate secondo due richiesto un'analisi sintetica dei sezioni (efficienza e coerenza interna; caratteri del contesto in cui gli stessi efficacia e coerenza con il contesto), a progetti si inseriscono. Anche agli loro volta suddivise in Categorie di operatori che presentano progetti valutazione. Ogni Categoria è articolata utilizzando la Sottomisura A e B viene in una serie di criteri (indicatori), scelti richiesto di elaborare una Sintesi in funzione dei vari aspetti oggetto descrittiva che metta in relazione il della valutazione. proprio obiettivo con le caratteristiche I criteri di selezione vengono riportati e le esigenze del contesto per verificare nei Criteri generali di selezione degli la sostenibilità economica, ambientale Inviti e del Bando. Essi sono aggregabili e occupazionale. in cinque categorie generali: • coerenza del progetto; Lo Studio di fattibilità e il Progetto • qualità del progetto; definitivo, invece, costituiscono i • metodologia; documenti contenenti le indicazioni • competenza dello staff coinvolto; operative per l'attuazione del progetto. • pianificazione, gestione, controllo. Lo Studio di fattibilità formula almeno due strategie progettuali di sviluppo e Il primo criterio Coerenza del progetto ne sceglie una, illustrando il criterio rimanda al soddisfacimento di due adottato, i vantaggi e i problemi legati sottocriteri specifici: coerenza allo sviluppo di ciascuna delle ipotesi. complessiva del progetto rispetto agli Esso considera, quindi, le diverse Inviti e al Bando; coerenza del progetto alternative confrontandole attraverso la e idoneità dell'intervento. valutazione di elementi quantitativi e Nel primo caso si fa riferimento qualitativi: analisi costi-benefici; tempi all'adempimento dei requisiti generali di realizzazione; difficoltà prevedibili; (finalità e obiettivi) e alla correttezza competenze necessarie. formale delle candidatura; nel secondo Il Progetto definitivo organizza la caso, alla razionalità e alla logica del pianificazione, la gestione e il controllo progetto. delle fasi e delle attività del progetto. La Con il criterio Qualità del progetto si relazione del Progetto definitivo richiede la presenza di elementi contiene la descrizione del progetto progettuali in sintonia con i principi generale e dei singoli interventi, generali presenti nel DOCUP. In illustrando la coerenza tra il livello particolare, la valutazione verte sulla generale e quello particolare. I due capacità del progetto di esprimere una livelli sono accomunati dalle modalità visione integrata di sviluppo dell'area

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indicata, sulla chiarezza delle strategie progetto nel settore turistico e al suo adottate per creare effetti moltiplicatori grado di esperienza in attività di in termini di sviluppo economico, sulla progetto legate allo sviluppo regionale. visibilità e riproducibilità del progetto. Infine, l'ultimo criterio richiama i Il terzo criterio Metodologia rimanda concetti di base del processo di project alle modalità organizzative e alle management. Si tratta di tre concetti tecniche adottate per realizzare il strettamente correlati dal momento progetto. che la pianificazione influenza la Con Competenza dello staff coinvolto si gestione e, successivamente, il con- fa riferimento al grado di esperienza trollo. maturata dal personale proposto per il coordinamento e la realizzazione del

Tab. 6 – Cronoprogramma PIST Fasi del progetto Scadenze temporali

FASE PREPARATORIA 1997 1998 1999 2000- 2001 Analisi critica dell'esperienza PRIMAVERA maturata nella fase di programmazione 1994-1996 Attività di ascolto del territorio ESTATE Definizione del modello di AUTUNNO intervento e individuazione aree bersaglio Attività di informazione nelle aree AUTUNNO interessate prima e dopo pubblicazione del Bando FASE DI PREDISPOSIZIONE Presentazione della Manifestazione OTTOBRE di interesse Verifica e discussione critica delle NOVEMBRE/ MI DICEMBRE Predisposizione e presentazione dei MARZO PIST FASE DI VALUTAZIONE Selezione e approvazione AGOSTO graduatoria Processo negoziale tra Regione e SETTEMBRE/ soggetti capofila OTTOBRE FASE DI ATTUAZIONE GENNAIO Inizio lavori e completamento PIST 2000/ DICEMBRE 2001

2.5 La fase di sono stati 18 mentre il numero di quelli approvati e ammessi a contributo implementazione dei pubblico è pari a 13, di cui 10 in aree PIST turisticamente deboli.

Le Manifestazioni di Interesse presen- I Comuni dell'Obiettivo 2 coinvolti tate sono state 27, i Progetti selezionati nell'attuazione dei Progetti Integrati di

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sviluppo turistico sono stati 106 e le associazionistico: imprenditori, Province interessate dagli interventi tre: associazioni, pro loco, enti parco, altre Torino, Alessandria e Verbano-Cusio- associazioni, esercenti privati, APT. In Ossola. certi casi si tratta di una coalizione locale già sperimentata: per 5 Progetti Il ruolo di Capofila è stato svolto da (Cusio, val Pellice, Pinerolese, val diversi soggetti istituzionali. In Chisone, Bassa val Susa) i partecipanti particolare: in un caso dalla Provincia sono anche i principali soggetti che (Torino); in cinque casi da Comuni promuovono o partecipano alle altre (, Novi Ligure, Cantalupa, Leinì, iniziative di sviluppo locale del Ivrea); e nei restanti sette casi dalla territorio. Il coinvolgimento di operatori Comunità montana (Comunità Montana esterni è invece nullo. valli Orco e Soana, Comunità Montana La tabella che segue (tab. 7) riporta i Cusio Mottarone, Comunità Montana titoli dei Progetti, il soggetto capofila e i val Pellice, Comunità Montana soggetti sottoscrittori del Patto Pinerolese Pedemontano, Comunità associativo. L’ordine di esposizione è Montana Alta val di Susa, Comunità quello risultante del punteggio Montana valli Chisone e Germanasca, conseguito nella graduatoria di Comunità Montana Bassa val di Susa e ammissione, dal maggiore al minore. val Cenischia). In generale i soggetti che Il numero di interventi realizzati è pari a partecipano ai Progetti sono gli 246, di cui 63 ad opera di privati (Tab. operatori significativi del territorio 8). interessato, di tipo imprenditoriale o

Tab. 7 – Caratteristiche PIST - Fonte: IRES, 2002 N. TITOLO DEL PROGETTO SOGGETTO CAPOFILA SOTTOSCRITTORI DEL PATTO ASSOCIATIVO 1 Percorsi turistici verbani Comune di Verbania 16 Comuni, enti parco, 1 museo, Pro-loco, 22 privati, ass. operatori turistici, associazione “Haute Ruote”, 1 parrocchia 2 Sviluppo del turismo naturalistico nelle Provincia di Torino Provincia di Torino, Comunità valli di Lanzo Montana, 19 Comuni, 11 strutture ricettive, 2 sciovie, 2 sezioni CAI 3 Riqualificazione turistica delle valli Orco Com. Mont. valli Orco e 1 Comunità Montana, 7 e Soana Soana Comuni, parco, 1 campeggio, 1 hotel, Club Alpinismo Piemontese, asociazione “Amici GP” 4 Dolci terre di Novi Comune di Novi Ligure 7 Comuni, 4 hotel, 2 enti non profit 5 La montagna tra i due laghi Com. Mont. Cusio 1 Comunità Montana, 8 hotel, Mottarone 2 club alpini, 3 parrocchie 6 Consolidamento del sistema turistico Com. Mont. val Pellice 1 Comunità Montana, 9 della val Pellice Comuni 7 Sviluppo delle attività turistico-terziario Com. Mont. Pinerolese 1 Comunità Montana, 6 nel Pinerolese pedemontano Pedemontano Comuni, 2 agriturismo, 2 privati, parco Martinat, associazione equestre 8 Val Noce Comune di Cantalupa 2 Comuni, 4 privati, 3 enti non profit 9 Le ali del nuovo millennio in un angolo Comune di Leinì 11 Comuni, 3 privati, 1

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del Canavese associazione 10 Turismo quattro stagioni in Alta val di Com. Mont. Alta val di Provincia di Torino, 9 Comuni, Susa Susa Ente Parco, 9 Privati, Associazione studi militari, CAI, 1 casa per ferie 11 Vallinsieme Com. Mont. valli Chisone e 9 Comuni, 1 Hotel, 1 Germanasca impianto di seggiovie, 2 parchi, consorzio “Pra Catinat”, ass.ne culturale, Pro-loco, 1 consorzio, centro ecumenico Concistoro Valdese 12 Magia di arte, storia e natura Com. Mont. Bassa val di 21 Comuni, 4 privati, 2 Susa e val Cenischia parchi, CAI, 1 consorzio, 3 parrocchie 13 Laghi morenici e castelli del Canavese Comune di Ivrea 26 Comuni, ATL

Tab. 8 – Interventi realizzati dai PIST N° PROGETTO NUMERO NUMERO INIZIATIVE INVESTIM. INVESTIMENTO INVEST INTEGRATO INIZIATIVE INIZIAT. PRIV. SUL TOT. TOTALE PRIV. SUL TOT PRIVATO DEI PIST PRIVATE (%) (%)

1 Comune di Verbania 41 15 36 42834 19591 45 2 Provincia di Torino 19 12 63 8840 4772 54 3 Comunità Montana 15 2 13 4840 240 5 valli Orco e Soana 4 Comune di Novi 11 3 27 6929 1748 25 Ligure 5 Comunità Montana 17 9 52 27472 24243 88 Cusio Mottarone 6 Comunità Montana 21 3 14 8114 1562 19 val Pellice 7 Comunità Montana 8 1 12 12045 401 3 Pinerolese Pedemontano 8 Comune di 10 3 30 16043 9730 61 Cantalupa 9 Comune di Leinì 15 3 20 11344 3906 34 10 Comunità Montana 24 6 25 17045 6826 40 Alta valle Susa 11 Comunità Montana 18 2 11 10064 4218 42 valli Chisone e Germanasca 12 Comunità Montana 27 2 7 10217 794 8 Bassa valle di Susa e val Cenischia 13 Comune di Ivrea 20 2 10 8029 1872 23 Fonte: IRES, 2002

Ogni Progetto Integrato è costituito da incidere sullo sviluppo turistico locale. I un insieme di interventi di varia natura: Progetti mirano infatti a “favorire la infrastrutturali, di riqualificazione della nascita e l’affermarsi di nuove attività ricettività privata, iniziative di turistiche a valenza economico- promozione e commercializzazione imprenditoriale” e a “garantire la dell’offerta (Tab. 9). La dimensione redditività delle iniziative complessiva deve essere tale da complessivamente proposte, sia quella

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d’impresa, sia quella del contesto 1997-1999), dando così luogo ad un socioeconomico interessato, attraverso effetto moltiplicatore dell’investimento la creazione di nuovi posti di lavoro e lo iniziale. svilupparsi di altre attività” (DOCUP,

Tab. 9 – Tipologia interventi PIST N. SOGGETTI CAPOFILA TIPOLOGIA INTERVENTI FUNZIONALI 1 Comune di Verbania recupero sentieristica; creazione punti informativi; ristrutturazione strutture ricettive 2 Provincia di Torino fruizione naturalistica di una grotta; realizzazione di un giardino botanico; infrastrutturazione itinerario per la val Grande; centro polivalente; adeguamento rifugi alpini; ristrutturazione/ampliamento strutture ricettive 3 Comunità Montana valli creazione di strutture per accoglienza e informazione turistica; creazione di Orco e Soana due strutture per la collettività; valorizzazione della sponda del lago di Ceresole; realizzazione di una nuova struttura extralberghiera; recupero di due strutture ricettive; promozione del prodotto turistico; formazione per gli operatori 4 Comune di Novi Ligure valorizzare le risorse storico-culturali locali; migliorare l’offerta turistica e la capacità ricettiva; creare una rete integrata museale 5 Comunità Montana Cusio opere di arredamento urbano; riqualificazione ambientale; completamento di Mottarone un centro congressi; ristrutturazione di edifici; ristrutturazione e completamento di strutture alberghiere; realizzazione di attività promozionali 6 Comunità Montana val interventi in Bassa valle; centri di educazione ambientale; centri visita legati Pellice al turismo didattico ambientale; itinerari tematici; struttura informativa; organizzazione della segnaletica 7 Comunità Montana ricettività alberghiera ed extralberghiera; itinerari urbani ed extraurbani; Pinerolese Pedemontano aree turistiche attrezzate; centri visita ed esposizioni; attività convegnistiche; promozione del territorio 8 Comune di Cantalupa creazione di un punto informativo; creazione del museo mercato del prodotto; ampliamento di strutture sportive ricreative; ampliamento impianti per la ricettività 9 Comune di Leinì recupero di centri per la comunità; varie opere di arredo urbano 10 Comunità Montana ampliamento rifugi alpini ed escursionistici; strutture per l’informazione Alta valle Susa turistica; strutture museali; recupero sentieristica; ampliamento e recupero di strutture alberghiere; manutenzione di impianti a fune; programma promozionale; programma formativo 11 Comunità Montana ristrutturazione di strutture alberghiere ed extralberghiere e di un impianto a valli Chisone e fune; strutture per l’informazione turistica; infrastrutture per la qualificazione Germanasca ambientale; strutture museali; percorsi escursionistici; riqualificazione urbana; programma promozionale; programma formativo 12 Comunità Montana struttura centralizzata per il coordinamento dell’accoglienza turistica; Bassa valle di Susa e qualificazione della ricettività alberghiera ed extralberghiera; valorizzazione val Cenischia dei parchi esistenti; promozione della Via Francigena; promozione delle abbazie; strutture per la riqualificazione ambientale; strutture polivalenti 13 Comune di Ivrea comunicazione di prodotto; cartellonistica stradale e campagna pubblicitaria; formazione; monitoraggio delle strutture alberghiere Fonte: IRES, 2002

Per quanto riguarda l'assistenza tecnica, essa è stata fornita principalmente dalla 2.6 La valutazione dei Regione che, avvalendosi della Progetti Integrati di collaborazione dell'Associazione Cultura Turismo Ambiente (ACTA), ha sviluppo economica: accompagnato gli Enti nel processo risultati. progettuale, attraverso periodici incontri e la predisposizione di una I Progetti Integrati di Sviluppo turistico guida metodologica Progettare il sono stati oggetto di analisi da parte cambiamento. dell'Ires – Piemonte nel luglio del 2001

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(sei mesi prima del termine previsto per In questa ottica la valutazione dei la fine dei lavori). Progetti Integrati può essere vista come La valutazione si è proposta di misurare strumento finalizzato a individuare gli gli effetti indotti dai PIST, così come elementi di debolezza delle percepiti dai protagonisti degli Amministrazioni locali rispetto al interventi, relativamente a due aspetti processo di ideazione/implementazione considerati decisivi per “stimare” il e gestione di programmi complessi, in successo dello strumento di sviluppo modo da favorire l’identificazione delle locale. Il lavoro si è basato sulle soluzioni appropriate per promuovere considerazioni fornite dai responsabili la “territorializzazione” dello sviluppo e (almeno due) di ogni Progetto la centralità degli enti locali nella Integrato, in risposta a interviste in definizione dei percorsi di crescita. profondità strutturate ad essi somministrate. Attraverso questo Qui di seguito, si proverà a sintetizzare i strumento di indagine si è messa in risultati della valutazione. evidenza la percezione “condivisa” relativamente: Per quanto riguarda l'impatto • all'impatto degli interventi sul percepito, dalle interviste è emerso che territorio; l’impatto dei Progetti Integrati più • alla fase di attuazione e diffuso riguarda le nuove opportunità di implementazione, per comprendere lavoro, sviluppate in sette Progetti; il ruolo della programmazione l’impatto appare, invece, meno certo partecipata nei processi di sviluppo nel consolidamento o sviluppo locale. dell’economia locale (solo due Progetti si ritiene incidano sul mantenimento L'indagine si è proposta di analizzare il dell’occupazione e che solo quattro successo comparato dei Progetti, al fine abbiano un impatto sull’offerta di individuare le caratteristiche e gli turistica). elementi che possano avere concorso In merito allo strumento, emerge che ad esso. tutti i Progetti vengono considerati Il successo dei Progetti è stato studiato innovativi. Un diffuso giudizio positivo prendendo in esame due aspetti: (in 10 casi su 13) riguarda l’adeguatezza • performance generale, cioè un territoriale dei Progetti e la varietà degli impatto economico compatibile con interventi contenuti; maggiori dubbi vi l’equilibrio naturale, sociale ed sono stati (5 progetti) sulla dimensione economico locale (lo sviluppo quantitativa dell’investimento. Per sostenibile era un importante quanto vengano segnalati quasi obiettivo preposto alla politica dei ovunque elementi di debolezza, in Progetti Integrati); generale emerge una valutazione • integrazione, intesa come positiva sul “Progetto Integrato”. coinvolgimento di comparti Inoltre, per tutti i casi viene dichiarata produttivi diversi e comunicazione una crescita nella fiducia e nel dialogo tra soggetti pubblici e privati per tra i partner coinvolti, così come un concordare una linea di sviluppo aumento della capacità di iniziativa turistico organica e coerente. locale. Il valore dei Progetti Integrati, rispetto a Gli esiti delle interviste sono stati politiche tradizionali di finanziamento successivamente integrati dai dati di singoli progetti, viene attribuito a: amministrativi e finanziari del progetto. • migliore selezione dei progetti

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(valenza scelta da 12 Progetti); è stata scarsa. I PI, inseriti in contesti • maggiore capacità di utilizzo dei stazionari, hanno contribuito a contributi pubblici disponibili migliorare le condizioni economiche (valenza scelta da 12 Progetti); locali; per la quasi totalità di questi casi, • processo decisionale più veloce il livello di performance economica è (valenza scelta da 9 Progetti). ritenuto soddisfacente (Comune di Ver- bania, Comune di Novi Ligure, Co- La diminuzione della conflittualità viene munità Montana Pinerolese indicata solo in 4 casi. Pedemontano, Comunità Montana Alta La performance economica è stata val di Susa). misurata considerando le seguenti Si sono, infine, indagati legami tra con- variabili esogene ed endogene: il testo e integrazione. Da quanto è contesto; le relazioni esterne ai PI; lo emerso, nei PI inseriti in contesti stato di attuazione; la tipologia, intesa dinamici non sembra che la vitalità come volume d’investimento, economica dei territori abbia favorito complessità, tipo di realizzazioni. Ad l’integrazione. Appare significativo, ogni aspetto indagato nei Progetti è invece, l’alto livello di integrazione stato assegnato un punteggio. Questa raggiunto dai PI inseriti in territori classificazione individua i casi di economicamente depressi. Questi maggior potenziale economico locale, Progetti, che nella dimensione relativa Cusio Mottarone e val Pellice, e i casi di alla redditività si sono collocati ai livelli minor potenziale, Ivrea e valli Orco e più bassi, hanno sviluppato un’alta Soana. Per quest’ultimo caso, viene integrazione e hanno rivelato una segnalato il problema del ripristino possibile tendenza: un contesto territoriale a seguito dell’alluvione economicamente debole riesce ad dell’ottobre 2000. Per Novi Ligure e val accogliere le iniziative di sviluppo con Pellice, le conseguenze della crisi un maggior spirito di integrazione e dell’industria dolciaria locale. collaborazione. Per quanto concerne la relazione tra performance economica dei PI e 3. Programmi di Iniziativa contesto, il lavoro di valutazione non stabilisce una simmetria positiva netta Comunitaria Leader tra contesto dinamico e alta performance economica perché dei due Il Programma di Iniziativa Comunitaria PI inseriti in un contesto (PIC) LEADER, acronimo di Liaison Entre economicamente favorevole - Comunità Actions de Développement de Montana Alta val Pellice, Comunità l'Economie Rurale, sostiene progetti di Montana Cusio Mottarone - solo il sviluppo rurale ideati e gestiti primo caso sembra avere una buona direttamente da partner locali (pubblici incidenza sull’economia locale. Al e privati), al fine di promuovere uno contrario, l'indagine afferma che esiste sviluppo endogeno, integrato e una simmetria negativa tra contesto sostenibile dei territori. I beneficiari del debole e bassa performance Programma sono i Gruppi d’Azione economica: in tutti i Progetti inseriti in Locale (GAL), che elaborano Piani di territori nei quali l’andamento Sviluppo Locale (PSL) a partire dell’occupazione, delle presenze dall’identità, dalle risorse e dalle turistiche e dell’incremento impren- conoscenze specifiche del territorio. La ditoriale era in calo, l’incidenza eco- caratteristica principale del LEADER, nomica delle iniziative contenute nel PI quindi, è quella di adottare un’ottica

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territoriale anziché settoriale agricola, integrato e sostenibile dei territori. Il favorendo azioni di diversificazione del Programma prevede azioni mirate reddito, in primo luogo tramite stimolo all’acquisizione di competenze da parte alla nascita di attività turistiche e di della popolazione locale (assistenza valorizzazione della filiera agro- tecnica, sensibilizzazione, messa in alimentare. LEADER si è caratterizzato contatto dei referenti locali, anche per il suo metodo innovativo: elaborazione delle strategie attraverso azioni immateriali e di tipo d’intervento, formazione) e dimostrativo, favorisce un approccio all’attuazione di modelli innovativi di allo sviluppo “dal basso”. Introdotta con sviluppo rurale (valorizzazione e la riforma dei fondi strutturali nel 1988, commercializzazione di prodotti locali, la prima generazione dell’Iniziativa conservazione e miglioramento (LEADER I) ha coperto il periodo 1989- dell’ambiente, sostegno al 1993; vista la sua efficacia, la mantenimento delle culture autoctone, Commissione Europea ha deciso di sostegno a turismo rurale ed riproporla anche per il periodo 1994- artigianato tipico). 1999 (LEADER II), con azioni proseguite In Italia, il Responsabile del Programma fino all’anno 2002. Esaurita anche la LEADER è il Ministero delle Politiche seconda tornata, è stata rifinanziata Agricole (MiPa), mentre l'attuazione e nuovamente per il periodo 2001-2006 la gestione del programma sono di (LEADER plus). Nel presente capitolo, competenza delle Regioni. Inizialmente, dopo una descrizione dei caratteri il MiPA ha ripartito, secondo criteri generali del Programma e delle sue territoriali e di concerto con i principali risultanze a livello europeo e rappresentati regionali, i fondi tra le italiano (par. 3.1), si dà conto aree interessate dall’Iniziativa (aree dell'Iniziativa LEADER II (par. 3.2) e Obiettivo 1 e 5b); successivamente le LEADER plus (par. 3.3) in Piemonte Regioni (e le due Province Autonome di (LEADER I ha conosciuto in questa Trento e Bolzano) hanno elaborato dei Regione una limitata attuazione di cui si Programmi LEADER Regionali (PLR). Per accenna nel par. 3.1). Per entrambe le elaborare i PLR, procedere alla edizioni verrà esaminato l'iter attuativo selezione e finanziamento dei Piani di (par. 3.2.1 – par. 3.3.1), le modalità di Azione Locale e dei beneficiari finali, le selezione e le caratteristiche dei GAL Regioni hanno istituito delle (par. 3.2.2 – 3.3.2 - 3.3.3). Infine, si Partnership di Concezione e di richiameranno le pratiche previste dai Decisione. I criteri ed i parametri di regolamenti europei per valutare valutazione per la selezione variano da l'azione comunitaria in tre momenti Regione a Regione. In generale, però, distinti: ex ante, in itinere ed ex post. sono state predisposte modalità di selezione basate su un’analisi 3.1 I caratteri generali multicriteria, con l’assegnazione di un punteggio a ciascun fattore di Il Programma di Iniziativa Comunitaria valutazione prescelto (Inea, 1999). (PIC) LEADER, acronimo di Liaison Entre La candidatura di un’area, la Actions de Développement de presentazione di una strategia per il suo l'Economie Rurale, sostiene progetti di sviluppo e, una volta approvato il sviluppo rurale ideati e gestiti finanziamento, la successiva attuazione direttamente da partner locali, al fine di è affidata al Gruppo di Azione Locale promuovere lo sviluppo endogeno, (GAL). Il GAL si configura come un

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consorzio di istituzioni pubbliche, ascendente, la partnership locale, associazioni di categoria, strutture l’innovazione, l’integrazione multi- formative, organizzazioni non profit, settoriale, la cooperazione inter- istituti di credito e soggetti privati territoriale (compresa la cooperazione emanazione diretta ed esclusiva del transnazionale), la collaborazione in territorio. I GAL sono promotori della rete e, infine, una gestione e un strategia di sviluppo del loro territorio e finanziamento decentralizzati3 (tab. 1). responsabili della sua attuazione, sulla base dell'elaborazione di un Piano di Azione Locale (PAL). Il PAL è multisettoriale, finalizzato alla rivitalizzazione delle aree rurali attraverso un insieme integrato di interventi sia di carattere economico (piccoli interventi a sostegno del settore agricolo, turistico, artigianale, agroalimentare, ambientale) che socio- culturale (azioni per sensibilizzare, informare, e formare le popolazioni locali). I membri del GAL hanno la possibilità di designare un capofila amministrativo e finanziario capace di gestire le sovvenzioni pubbliche oppure di costituire una struttura comune con personalità giuridica che svolga tali funzioni. Nel periodo 1994-1999, il Programma ha previsto anche un altro soggetto beneficiario, l’Operatore Collettivo (OC): un soggetto pubblico- privato che promuove Piani di Azione Locale tematici.

La caratteristica principale di LEADER è quella di adottare un’ottica territoriale anziché settoriale agricola, favorendo azioni di diversificazione del reddito. Ancora nel periodo 2000-2006, però, il 90% del bilancio previsto per la Politica Agricola Comunitaria (PAC) era destinato a iniziative settoriali di sostegno ai prezzi e appena il 10% era finalizzato a misure di sviluppo rurale di carattere territoriale (tra le quali lo stesso Programma). Il “Metodo” LEADER descrive una forma di programmazione e attuazione che prevede l’applicazione combinata e 3 In questo caso i diversi significati del termine sinergica di otto elementi caratteristici: “integrazione” assumono una declinazione non l’approccio territoriale, l’approccio sempre coincidente con quella utilizzata nel rapporto (cfr. introduzione).

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Tab. 1 - Le 8 specificità del Metodo LEADER 1. Approccio Contrariamente ad un approccio settoriale, lo sviluppo territoriale si concentra su un territorio specifico, su un uso migliore delle risorse endogene, su un’integrazione orizzontale delle attività locali, sulle identità comuni e su una visione condivisa per l’area.

2. Approccio La partecipazione attiva di tutte le persone e le

ascendente organizzazioni interessate alla pianificazione, al Gli elementi locali processo decisionale e all’attuazione dello sviluppo (rappresentati dal Gruppo sociale e economico. locale o dalla strategia locale di sviluppo) 3. Gruppo locale Coalizione temporanea di individui o collettività sulla (approccio basato base di un contratto che vincoli tutti i partner alle sulla partnership) stesse condizioni e per lo stesso scopo. 4. Innovazione Per dare nuove risposte ai problemi esistenti dello sviluppo rurale, che forniscano valore aggiunto e incrementino la competitività territoriale. 5. Integrazione La combinazione di attività di diversi settori economici multisettoriale o di attività pubbliche e private in un unico progetto e la coerenza strategica tra diversi progetti rispetto ad una visione comune. Gli elementi translocali 6. Collaborazione in La capacità e la disponibilità all’azione collettiva (emergono dalle rete insieme ad altri soggetti indipendenti per uno scopo interazioni tra i Gruppi comune. locali e tra le loro 7. Cooperazione Cooperazione di un numero indefinito di gruppi rispettive strategie) transnazionale LEADER situati in almeno due Stati Membri per la progettazione, la produzione e la commercializzazione comune di merci o servizi. L’elemento verticale 8. Gestione e Affidare l’attuazione dell’iniziativa LEADER alle (rappresentato e attuato finanziamento strutture nazionali e regionali degli Stati Membri e ai dall’autorità di decentralizzati gruppi di azione locale, riducendo a livello di programmazione. programma il ruolo della Commissione alla Fornisce il quadro partecipazione ad una “partnership di pianificazione e gestionale entro il quale i di decisione”. Gruppi locali svolgono le loro attività) Fonte: OIR Valutazione ex post Iniziativa comunitaria LEADER, 2003

La prima generazione dell’Iniziativa diversificazione e l’aggiornamento di LEADER ha riguardato il periodo 1989- settori tradizionali in crisi nelle aree in 1993; vista la sua efficacia, la questione: agricoltura, artigianato e Commissione Europea ha deciso di PMI, servizi e turismo rurale (che da riproporla anche per il periodo 1994- solo ha assorbito il 40% del totale dei 1999 (LEADER II), con azioni proseguite finanziamenti). Inoltre, il Programma ha fino all’anno 2002. Esaurita anche la incoraggiato lo scambio di esperienze e seconda stagione, l’iniziativa è stata conoscenze a livello europeo tra i nuovamente finanziata per il periodo soggetti coinvolti. 2001-2006 (LEADER plus). La prima edizione ha prodotto buoni LEADER II è stato lanciato con risultati, soprattutto in relazione l'obiettivo di “promuovere le azioni all'esiguità del fondo a disposizione innovative proposte da operatori locali, (400 milioni di ECU), dimostrando pubblici e privati, in tutti i settori di l’efficacia di un approccio basato su una attività dell’ambiente rurale, diffondere logica di programmazione bottom up e queste esperienze concrete in tutta la sull’integrazione delle attività in Comunità e aiutare gli operatori rurali un’ottica di sviluppo locale. In Europa, i dei vari Stati membri che lo desiderano progetti realizzati dai 217 GAL di prima ad avvalersi dei risultati ottenuti in altri generazione hanno favorito la territori e a realizzare alcuni progetti in

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comune” (Decisione della Commissione Sezione Orientamento del FEAOG e per del 15 giugno 1994, trasmessa con l’8,8% dal FSE. Le aree Obiettivo 1 Comunicazione agli Stati Membri il 1 hanno ricevuto il 59,6% dei fondi UE, le luglio 1994). aree Obiettivo 5b il 37,7% e le aree Diversamente che per LEADER I, la Obiettivo 6 lo 0,9%. L’1,8% (31,44 M di Commissione ha scelto di attuare il ECU) è stato riservato agli organismi Programma LEADER II “nella maniera europei e nazionali istituiti per la più decentrata possibile”, in collaborazione in rete. Il Programma è partenariato con gli Stati Membri. stato attuato da 906 GAL e da 92 altri Durante il periodo di svolgimento del OP (Inea, 1999). Programma, sono stati istituiti 102 programmi operativi, cinque dei quali a Per quanto riguarda l'Italia, LEADER II livello nazionale (Danimarca, Grecia, ha interessato una porzione Irlanda, Lussemburgo e Portogallo) e gli significativa di popolazione e di altri a livello regionale. territorio rurale: ha beneficiato, infatti, dell’Iniziativa il 43% del territorio Le misure in cui si articola l'Iniziativa nazionale e il 16% della popolazione LEADER II sono quatto: italiana contro l’8% e il 3% del Leader I. 1) Misura A "Acquisizione di In particolare, considerando i territori competenze"; potenzialmente eligibili, le aree 2) Misura B "Programmi di innovazione selezionate nelle Regioni centrali e rurale"; settentrionali hanno rappresentato il 3) Misura C "Cooperazione 76% delle zone Obiettivo 5b, mentre transnazionale"; nelle Regioni meridionali il 57% 4) Misura D "Creazione di una rete dell’Obiettivo 1. Si tratta generalmente LEADER II". di aree geograficamente limitate con una bassa densità della popolazione e Per gli stanziamenti iniziali del la presenza di alcuni fenomeni comuni a programma l’UE, gli Stati Membri e le quasi tutte le aree rurali: Regioni hanno mobilitato un spopolamento, invecchiamento della finanziamento totale di 3.868,34 M di popolazione, elevato tasso di ECU; includendo le spese finali, disoccupazione, rilevanza degli occupati l’indicizzazione e la riserva di nel settore agricolo (fig. 1). programma il totale stimato ammontava a circa 5.373,92 M di ECU. Nel contesto italiano, l'attuazione del Dell’iniziativa LEADER II erano LEADER ha seguito, dal punto di vista beneficiarie le regioni degli Obiettivi 1, amministrativo-burocratico, un iter che 5b e 6 della programmazione europea; può essere distinto in due fasi: fino al 10% degli stanziamenti assegnati poteva essere utilizzato anche in zone PRIMA FASE rurali limitrofe, non coperte dagli o elaborazione dei PLR, da parte delle obiettivi suddetti. Il territorio rurale Partnership di Concezione e De- ammissibile a contributo doveva avere, cisione regionali, sulla base delle a titolo indicativo, una dimensione procedure d’applicazione fissate dalla locale inferiore ai 100 mila abitanti. Comunicazione, di una circolare del L’iniziativa LEADER II è stata MiPA e delle manifestazioni di cofinanziata da tre Fondi Strutturali interesse presentate da gruppi di Europei: per il 46, 5 % (1.794,89 M di operatori economici e sociali locali; ECU) dal FESR, per il 44,7% dalla o presentazione dei PLR alla CE;

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o emissione di una Decisione della CE mica (CIPE) per la quota di di approvazione e di assegnazione finanziamento nazionale; del contributo comunitario; o pagamento della Ragioneria o emissione da parte delle Giunte Generale dello Stato (RGS) a titolo di Regionali di una Decisione di anticipo dei contributi comunitari. approvazione dei PLR (e da parte dei Consigli regionali di una Legge di SECONDA FASE: autorizzazione all’attuazione dei PLR o elaborazione dei PAL da parte dei e di iscrizione delle risorse in GAL/OC; bilancio); o presentazione dei PAL entro le date o successivamente alla Decisione della indicate nei PLR; CE e contemporaneamente alle fasi o selezione e emissione di una Delibera precedentemente descritte, appro- di approvazione della graduatoria dei vazione da parte del Comitato Inter- PAL selezionati; ministeriale Programmazione Econo- o emissione del primo accredito ai GAL.

FIG. 1 – LEADER II in Italia

Fonte. Inea, 1999

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Il Programma è stato attuato da 163 e culturale), e sostenerne la cre- GAL e 11 OP (tab. 2). Mediamente ogni scita; GAL era composto da 19 soci: la 4. individuare nuovi sbocchi di mer- componente privata era più cato; rappresentata, essendo in media 11 5. promuovere e sostenere forme as- soci rispetto a 8 di quella pubblica sociative fra i produttori; (Inea, 1999). 6. recuperare e consolidare l’appar- tenenza socio-territoriale. Nei Piani di Azione Locale sono state individuate modalità di Tra i settori strategici di intervento, programmazione diverse ma, in importanza particolare è stata data ai generale, esse possono essere settori del turismo rurale e delle piccole ricondotte ai seguenti assi strategici: e medie imprese (artigianato tradi- 1. riqualificare l’offerta produttiva zionale ed agroalimentare), i quali locale (da quella turistica a quella hanno assorbito buona parte delle artigianale e agricola); risorse finanziarie. La maggiore atten- 2. favorire lo sviluppo di attività zione verso questi settori è motivata economiche alternative e com- dal fatto che essi rivestono un ruolo plementari a quelle attuali; strategico nei processi di sviluppo 3. stimolare la domanda di servizi economico dei sistemi territoriali rurali. zonali (di natura economica, sociale

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Tab. 2- Distribuzione GAL e OP per Regione nel LEADER I e LEADER II REGIONE LEADER II LEADER I GAL OP GAL ABRUZZO 7 0 2 BASILICATA 9 2 3 BOLZANO 3 0 1 CALABRIA 16 0 2 CAMPANIA 7 0 3 EMILIA ROMAGNA 4 0 0 FRIULI V.G. 2 0 0 LAZIO 9 0 1 LIGURIA 6 0 0 LOMBARDIA 3 0 0 MARCHE 4 0 2 MOLISE 3 0 1 PIEMONTE 12 1 2 PUGLIA 14 3 2 SARDEGNA 10 2 1 SICILIA 23 2 2 TOSCANA 10 0 2 TRENTO 2 0 2 UMBRIA 6 0 2 VALLE D'AOSTA 1 0 0 VENETO 12 1 1 TOTALE 163 11 29 Fonte: Inea, 2002

Per il periodo 2000-2006, la e delle risorse. La definizione dei Commissione ha introdotto LEADER territori oggetto di LEADER plus plus. Con la Comunicazione della avviene, in pratica, attraverso due fasi Commissione del 14 aprile 2000, successive: l’Unione Europea ha reso noto che • individuazione delle aree rurali possono beneficiare dell’Iniziativa elegibili (azione di competenza della LEADER plus tutti i territori rurali, a Regione); differenza di quanto accadeva con • definizione di territori rurali LEADER I e II, per i quali si faceva omogenei facenti riferimento ai riferimento alla zonizzazione adottata Gruppi di Azione Locale (formati per l’Obiettivo 5b. La Commissione attraverso un processo ascendente assegna agli Stati Membri (nel caso nell’ambito delle aree elegibili). specifico italiano alle Regioni) la facoltà di circoscrivere l’applicazione solo a LEADER plus si propone di incoraggiare talune zone, al fine di evitare i protagonisti dei territori rurali a un’eccessiva dispersione delle iniziative riflettere sulle potenzialità di sviluppo

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del loro territorio in una prospettiva di finanziario capace di gestire le lungo termine. Gli operatori locali sovvenzioni pubbliche oppure di attuano la strategia che essi stessi han- costituire una struttura comune con no elaborato, sperimentando nuove personalità giuridica che svolga tali forme: funzioni. LEADER plus sostiene tutte le • di valorizzazione del patrimonio misure ammissibili al finanziamento del naturale e culturale; FEAOG - sezione Orientamento, del • di potenziamento dell'ambiente FESR e del FSE. Sono ammissibili al economico (per contribuire alla cofinanziamento comunitario tutte le creazione di posti di lavoro); spese connesse alla partecipazione alle • di miglioramento della capacità reti, all'animazione, all'informazione, organizzativa delle rispettive alla gestione, alla sorveglianza e alla comunità. valutazione del programma. Pertanto, fatti salvi i progetti su scala ridotta, non sono ammissibili gli investimenti per L'iniziativa si articola nelle seguenti tre infrastrutture, né gli investimenti sezioni: produttivi di importo unitario elevato. Sezione 1: sostegno a strategie In sintesi, tra LEADER plus e le pilota di sviluppo rurale a carattere precedenti edizioni del Programma territoriale e integrato, fondate su LEADER si possono rinvenire le seguenti un approccio ascendente e sul differenze: partenariato orizzontale; i meccanismi di finanziamento, che Sezione 2: sostegno alla non prevedono più il ricorso a tutti cooperazione interterritoriale e e tre i Fondi Strutturali ma transnazionale; esclusivamente al Feoga- Sezione 3: creazione di reti tra tutti Orientamento; gli interventi i territori rurali della Comunità proposti nei Piani di Sviluppo però europea, beneficiari o meno di possono prevedere anche il LEADER plus, e tutti i protagonisti finanziamento di progetti di misure dello sviluppo rurale. ammissibili ai sensi dei regolamenti

relativi al Fesr, al Fse, allo Sfop; La cooperazione costituisce un l’area di intervento che è stata elemento fondamentale di LEADER estesa a tutti i territori rurali anche plus. Essa può concretizzarsi tra territori se sono diventati più selettivi i di uno stesso Stato membro e tra meccanismi per entrare a far parte territori di diversi Stati membri, di un territorio eleggibile; eventualmente addirittura di Paesi la cooperazione tra territori che può terzi. Inoltre, una considerevole attività essere sia all’interno di uno stesso in rete permette di valorizzare e Stato Membro, che tra territori di divulgare nuovi modelli di sviluppo diversi Paesi sia all’interno rurale rivelatisi pertinenti. Di norma, la dell’Unione Europea che oltre i popolazione di un territorio rurale deve confini. essere superiore a 10.000 abitanti, senza però superare i 100.000 abitanti Per il periodo 2000-2006 è stato nelle zone a maggiore densità, assegnato a LEADER plus uno dell'ordine di 120 abitanti/km2. stanziamento complessivo del FEAOG - Beneficiari del contributo LEADER plus sezione Orientamento, pari a 2.020 sono i GAL che hanno la possibilità di milioni di EURO a prezzi 1999. Il FEAOG, designare un Capofila amministrativo e sezione Orientamento, può contribuire

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per una quota massima del 75 % del gione ha partecipato a tutte e tre le costo totale ammissibile nelle regioni edizioni dell’Iniziativa LEADER. Nei interessate dall'obiettivo 1 e del 50 % paragrafi seguenti si prenderanno in nelle altre Regioni. considerazione solo LEADER II e LEADER plus, in considerazione del In Italia, LEADER plus ha previsto un fatto che il Programma LEADER I ha investimento complessivo di 746 milioni conosciuto una limitata attuazione. di euro, dei quali il 40% destinato alle Regioni Ob.1. La quota di contributo Per il periodo di programmazione 1988- pubblico ha rappresentato il 65% delle 93, infatti, la Regione Piemonte aveva risorse disponibili. Le risorse destinate individuato un’area eleggibile all'Italia hanno subito una sensibile all’Obiettivo 5b piuttosto ristretta: i riduzione rispetto al precedente territori interessati erano quelli della periodo di programmazione; inoltre zona collinare meridionale di maggiore l'iniziativa è stata estesa a tutte le aree altitudine, l’Alta Langa (Provincia di rurali del paese. Ciò ha comportato una Cuneo e Asti). modifica sostanziale della ripartizione finanziaria tra Regioni a favore di quelle L’attuazione di LEADER I in Piemonte è del Centro-Nord, che nella passata stata pertanto limitata, sia in termini di edizione erano coinvolte, propor- area che di popolazione interessata. Si zionalmente in misura minore, costituirono solo due GAL: limitatamente alle aree ex Obiettivo 5b. GAL Alta Langa, formato da 43 A livello nazionale era previsto un comuni in provincia di Cuneo, con numero massimo di GAL finanziabili una superficie territoriale di 487 pari a 128, con una riduzione di circa 70 km2 e una popolazione di 20.583 gruppi rispetto alla passata abitanti al 1981; programmazione. A ciò ha corrisposto GAL Borba, costituito da 25 comuni un aumento della dotazione media per i in provincia di Asti, con una GAL fino a raggiungere circa 5,5 M di superficie di 476 km2 e una euro. La ripartizione tra componente popolazione di 15.713 abitanti. pubblica e privata all’interno dei GAL ha visto una predominanza della parte L’esperienza di LEADER I ha mostrato privata, pari al 57% della compagine notevoli difficoltà di avviamento e societaria a livello nazionale. Ciò in gestione a scala locale; inoltre, data la risposta alle nuove regole di piccola dimensione territoriale e funzionamento del LEADER plus che finanziaria dell’iniziativa, l’impatto sul limitava la presenza dei soggetti territorio rurale della Regione è pubblici ad una quota inferiore al 50% risultato modesto. L’effetto di maggiore del totale. Il rapporto tra presenza rilevanza è attribuibile alla formazione pubblica e presenza privata non dei due GAL che sono riusciti a presentava variazioni significative tra consolidare leadership locali, Regioni Ob.1 e fuori Ob.1 (Inea, 2005). partecipando successivamente anche a LEADER II (si veda la Valutazione Inter- Per quanto riguarda il Piemonte, la Re- media LEADER II, 2000).

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3.2 Il Programma LEADER II I. stabilizzare la popolazione e 4 intensificare il presidio del territorio, in Piemonte unendo agli interventi di sostegno all’agricoltura azioni mirate alla Come già sottolineato, l’Iniziativa nascita di iniziative per l’integrazione Comunitaria LEADER nasce dall’idea dei redditi nel mondo rurale; che per offrire alle comunità rurali II. promuovere la tutela ambientale nuove prospettive di sviluppo sia attraverso interventi di salvaguardia necessario valorizzare le risorse del territorio, in modo da rendere endogene dei territori e affidare la compatibili i diversi settori produttivi guida delle azioni agli stessi soggetti e consentire un uso appropriato delle locali. Negli anni in cui veniva elaborato, risorse ai fini di una valorizzazione tale approccio assumeva un carattere economica delle stesse; sperimentale poiché in Europa III. rafforzare l’economia attraverso il mancavano esempi di politiche di miglioramento della qualità e la intervento di tipo bottom-up per lo diversificazione dei prodotti locali ed sviluppo rurale. il rafforzamento dei processi di I risultati conseguiti da LEADER I hanno commercializzazione; orientato nel periodo 1994-1999 le IV. stimolare la crescita delle capacità scelte della Commissione Europea, che imprenditoriali offrendo i supporti ha individuato come leve strategiche su professionali necessari alla diffusione cui puntare i seguenti fattori: dell’innovazione tecnologica. o l’innovazione, considerata la risposta più efficace ai cambiamenti radicali Relativamente al carattere innovativo, che attraversano il mondo rurale; dimostrativo e di trasferibilità degli o la realizzazione di progetti di interventi, la deliberazione della Giunta investimento, aventi un carattere Regionale n. 120-16241 (approvata in dimostrativo e trasferibile; data 27/01/97), fissando le “Modalità di o la definizione di progetti di predisposizione, valutazione e selezione cooperazione transnazionale tra aree dei Piani di Azione Locale” (PAL), rurali, per la condivisione di buone stabiliva all’articolo 4 che “gli interventi prassi e lo scambio di esperienze e previsti dai PAL dovranno essere know-how tra tutti i soggetti locali, innovativi, dimostrativi e trasferibili. nell’ambito di una rete europea Saranno pertanto considerati coerenti LEADER per lo sviluppo rurale. con il PLR gli interventi che: o sono innovativi poiché il metodo di occio ai problemi è di tipo L’obiettivo principale del PLR Piemonte appr integrato; ciò significa che le azioni era di favorire lo sviluppo della previste dovranno essere collegate popolazione rurale sia dal punto di vista fra loro (non potranno cioè essere economico che sociale. La strategia fine a se stesse) e dovranno prevista per il conseguimento di tale riguardare settori diversi in un’ottica obiettivo si articolava nei seguenti di sviluppo multisettoriale. punti: Potranno inoltre essere considerati

innovativi gli interventi che

4 La ricostruzione è basata sui rapporti di privilegiano azioni che non siano valutazione effettuati dalla società mai state sperimentate in Ernst&Young. Si ringrazia la Dott.ssa C. precedenza sul territorio oggetto Cominotti per il materiale fornito.

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dell’intervento; • vigilanza sulla corretta attuazione o sono dimostrativi poiché le azioni del programma ai fini del previste costituiscono un valido conseguimento degli obiettivi esempio cui far riferimento; fissati, definendo anche idonee procedure di controllo; o sono trasferibili poiché potrebbero • autorizzazione delle variazioni dei essere realizzati in aree piani finanziari dei PAL nel limite del caratterizzate dagli stessi problemi 10% fra una voce e l’altra; anche in zone diverse dal territorio • proposta alla Commissione Europea regionale.” di eventuali variazioni e L’attuazione del PLR è stata assicurata adeguamenti del PLR che si fossero grazie all’attività di due strutture di resi necessari, anche per accele- coordinamento e indirizzo: la rarne la realizzazione; Partnership di concezione e di decisione • comunicazione al Comitato di Sor- e la Partnership di consultazione. veglianza delle informazioni riguar- L’autorità responsabile del do l’andamento del Programma. coordinamento della Partnership di In relazione all’approvazione dei bandi Concezione e Decisione è stato il di gara e all’attestazione della Settore Politiche Comunitarie della congruità tecnica e finanziaria dei Direzione Economia Montana e Foreste singoli progetti, il documento regionale della Regione Piemonte. dal titolo “Modalità di attuazione e In base a quanto previsto dal PLR rendicontazione dei Piani di Azione Piemonte, alla Partnership di Locale”, stabiliva al punto 6.1 che i concezione e decisione (istituita con bandi di gara devono essere approvati deliberazione di GR n. 159 - 12566 del dal Consiglio di Amministrazione (dei 30 settembre 1996) erano attribuiti i GAL) e, successivamente, al fine di seguenti compiti: acquisire il parere di non difformità • ricezione delle proposte degli Enti rispetto alla normativa comunitaria, pubblici per l’attuazione della nazionale e regionale, il bando deve Misura a) “Acquisizione di essere trasmesso alla Partnership di competenze”, valutazione del concezione e decisione, la quale è contenuto in rapporto agli obiettivi tenuta a rispondere entro 20 giorni che la Misura, proposta e lavorativi dal ricevimento.” definizione dell’entità del Sempre lo stesso documento stabiliva finanziamento; al punto 6.2 che «I progetti esecutivi, • messa a punto del meccanismo di approvati dal Consiglio di valutazione dei PAL e selezione Amministrazione del GAL, devono definitiva degli stessi; essere inoltrati alla Partnership di • definizione delle apposite concezione e decisione la quale è procedure per l’istruttoria tecnico- tenuta ad attestarne la congruità amministrativa dei singoli progetti e tecnica e finanziaria, a seguito dei bandi pubblici; dell’istruttoria effettuata a cura dei • formulazione del parere di non Settori regionali competenti, entro 20 difformità rispetto alla normativa giorni lavorativi dal ricevimento». regionale, nazionale e comunitaria Sempre lo stesso documento stabiliva al sui bandi presentati dai GAL, punto 6.2 che «I progetti esecutivi, attestazione della congruità tecnica approvati dal Consiglio di Amministra- e finanziaria dei singoli progetti; zione del GAL, devono essere inoltrati

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alla Partnership di concezione e La Misura A) riguardava le azioni di decisione la quale è tenuta ad assistenza tecnica ai GAL ed agli OC da attestarne la congruità tecnica e attuare preliminarmente alla finanziaria, a seguito dell’istruttoria progettazione del Piano di Azione effettuata a cura dei Settori regionali Locale (PAL). Poteva essere attivata, su competenti, entro 20 giorni lavorativi richiesta specifica dei beneficiari o dal ricevimento». autonomamente dalla Regione per In tal modo, la Regione Piemonte favorire l'animazione territoriale in zone fissava una serie di regole volte a marginali. garantire un efficace controllo ex-ante In particolare, la Misura prevedeva le sulla conformità dei bandi e sulla seguenti azioni: congruità dei singoli progetti esecutivi. • diagnosi territoriale locale; Tale impostazione, non comune alla • sensibilizzazione della popolazione gestione di altri Programmi Leader all'iniziativa; Regionali, aveva lo scopo di ovviare alle • assistenza tecnica per la forti carenze evidenziatesi nella fase di costituzione di partnership; elaborazione dei PAL. • assistenza tecnica per l'elaborazione Il PLR Piemonte ha previsto che la di strategie locali per lo sviluppo Partnership di consultazione (costituita locale; con delibera di G.R. n. 141-43654 del 6 • marzo 1995) «potrà essere consultata al assistenza tecnica per la ricerca di momento della selezione dei PAL, e finanziamenti. comunque ogni qualvolta la Partnership di concezione e decisione lo ritenga La Misura B) era costituita dall'insieme necessario». delle azioni finalizzate allo sviluppo Con la delibera di Giunta Regionale n. territoriale integrato, proposte a livello 159-12566 del 30 settembre 1996 è locale e presentate dai GAL e dagli altri stata costituita una Commissione OC. In essa viene privilegiata la tecnica interassessorile - unità flessibile presentazione di progetti multisettoriali di supporto ai lavori della Partnership di di sviluppo integrato, ad opera dei GAL, concezione e decisione - composta da dotati di tre caratteristiche: innovazione funzionari regionali designati dai Settori rispetto al contesto locale, carattere regionali interessati, su richiesta del dimostrativo e trasferibilità. La Misura Settore Politiche Comunitarie della dalla Regione Piemonte è stata Direzione Economia Montana e Foreste, articolata in cinque Sottomisure, che secondo le necessità emergenti dai PAL. contenevano le azioni ammissibili: Per quanto concerne il contenuto del Sottomisura 1 “Assistenza tecnica allo Programma LEADER II della Regione sviluppo rurale”. Azioni ammissibili: Piemonte (PLR), sulla base degli costi d’esercizio; orientamenti strategici comunitari, esso dotazione dell’attrezzatura è stato articolato in tre Misure: informatica necessaria Misura A): Acquisizione di competen- all’attuazione del progetto da ze. parte del GAL; Misura B): Programmi di Innovazione sensibilizzazione della comunità Rurale. locale sull’identità e sulle Misura C): Cooperazione transnazio- prospettive di sviluppo del nale territorio;

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creazione di sportelli per distribuzione; orientare e sostenere i giovani diversificazione delle produzioni nell’avvio di nuove attività. agricole e delle attività degli Sottomisura 2 “Formazione profes- agricoltori; sionale ed aiuti all’assunzione”. Azioni promozione dei prodotti locali ammissibili: mediante la loro certificazione e formazione dei responsabili la creazione di marchi di qualità della gestione e dell’animazione e di tipicità; del progetto; commercializzazione dei prodot- formazione specifica rivolta ai ti attraverso la creazione di soggetti operanti in ambiente strutture di vendita e l’utilizzo rurale; dei canali individuati attraverso gli studi di mercato e l’analisi dei inserimento professionale di circuiti di distribuzione; giovani disoccupati presso imprese artigiane. produzione di energia alter- nativa e rinnovabile in ambito Sottomisura 3 “Tutela e valorizzazione aziendale. del patrimonio culturale, naturalistico e paesaggistico”. Azioni ammissibili: Infine, la Misura C) contribuiva alla concezione, realizzazione e commer- restauro e valorizzazione di villaggi, edifici storici e siti rurali cializzazione di prodotti o servizi in tutti di interesse turistico; i settori dello sviluppo rurale, avviati su iniziativa di beneficiari appartenenti ad concezione e creazione di nuovi almeno due Stati membri. Per quanto prodotti turistici rurali; riguarda il Piano Leader Regionale interventi mirati di valorizza- (PLR), esso ha sottolineato che le azioni zione delle risorse naturali; ammissibili coincidono con quelle relative alla Misura B) e ha aggiunto realizzazione di piccole infra- che lo scarso interesse suscitato tra i strutture pubbliche per far soggetti interessati a costituirsi come fronte alle nuove esigenze GAL, ha portato a destinare alla sua derivanti dall’offerta turistica; attuazione una dotazione finanziaria azioni di promozione, studi di pari al 5% del contributo comunitario, mercato ed istituzione di sistemi successivamente ridotta al 3%. di prenotazione. Sottomisura 4 “Sviluppo dell’arti- 3.2.1 L’iter attuativo del PLR gianato locale”. Azioni ammissibili: aiuto agli investimenti innovativi Per quanto riguarda l’iter del PLR, nelle imprese artigiane; l’attuazione del Programma Regionale è avvenuta, così come in molte altre aiuto alla creazione di imprese Regioni italiane, in ritardo a causa delle artigiane. difficoltà incontrate in fase di Sottomisura 5 “Valorizzazione e com- programmazione. mercializzazione dei prodotti agricoli”. La Regione Piemonte, con Azioni ammissibili: Deliberazione di Giunta Regionale n. 74- studi di mercato locali e 37844 del 5 agosto 1994, ha regionali e analisi dei circuiti di provveduto ad approvare il documento

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recante le linee guida di applicazione formale dei Piani di Azione Locale è stata dell’Iniziativa Comunitaria LEADER II. rimandata al 4 dicembre 1997 Tale documento fissava nel 20 (determinazione n. 240 del Settore settembre 1994 la scadenza per la Economia Montana e Foreste). presentazione dei Piani di Azione Locale. Il 6 marzo 1995, con Deliberazione di Giunta Regionale n. 141-43654, è stato predisposto il Programma Leader Regionale 1994/1999 ed è stata formalmente costituita la Partnership di consultazione. Dopo più di un anno, la Commissione Europea ha approvato il PLR Piemonte con Decisione n. C (96) 1166/2 del 8 maggio 1996. Infine, il 30 settembre 1996, sempre con deliberazione di Giunta n. 159-12566, è stato adottato il Programma LEADER Regionale e sono state istituite la Partnership di concezione e decisione e la Commissione di controllo.

Il termine ultimo per la presentazione dei PAL era stato originariamente fissato per il 30 aprile 1997. Tale termine, tuttavia, viste le difficoltà di programmazione incontrate dai singoli GAL, è stato prorogato al 15 luglio 1997. Nella fase di selezione e approvazione dei PAL, avvenuta sulla base delle “Modalità di predisposizione, valutazione e selezione dei Piani di Azione Locale”, i ritardi sono diventati vistosi: tale fase doveva, infatti, concludersi il 31 luglio 1997 ma, alla luce della proroga concessa ai GAL per la presentazione dei PAL, l’approvazione

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Tab.3 - Cronoprogramma FASI SCADENZE TEMPORALI 1994 1995 1996 1997 1998 Comunicazione agli Stati Membri LUGLIO

Linee Guida Regionali e richiesta di AGOSTO manifestazione di interesse

Approvazione del Programma Regionale di MARZO attuazione dell’I. C. Leader II

Istituzione della Partnership di MARZO Consultazione

Istituzione della Partnership di Concezione SETTEMBRE e Decisione

Decisione Comunitaria di approvazione del MARZO Piano Regionale Leader II

Presa d’atto della graduatoria dei Piani di DICEMBRE Azione Locale stilata dalla Partnership Presa d’atto del programma regionale di MARZO attuazione di Leader II e approvazione delle modalità operative per la sua applicazione

3.2.2 I Gal Per quanto concerne la forma societaria La Regione Piemonte ha ammesso a 5 Gal sono S.r.l. (Valli Insieme, Alta finanziamento complessivamente 13 Langa, Giarolo, Basso Monferrato GAL. Fatta eccezione per Alta Langa, Vignale e Valli del Viso), mentre 8 sono Borba due (che avevano già partecipato Società consortili a.r.l. (Terre d’Oc, a LEADER I), per Giarolo e Basso Mongioie, Promovalsesia, Azione Monferrato Astigiano (che erano già Ossola, Basso Monferrato Astigiano, presenti sul territorio come società o Borba due, Valle Elvo, Colline della come gruppo di lavoro), gli altri Gal qualità). Nella predisposizione di azioni sono stati costituiti per accedere ai integrate e multisettoriali, i Gal hanno finanziamenti comunitari di LEADER II cercato di individuare i temi nel 1997. Dal Rapporto di Valutazione catalizzatori, attraverso cui hanno intermedia (2001) emerge che i membri costruito la propria strategia di dei Gal sono maggiormente presenti intervento. Secondo quanto emerge dal nelle istituzioni locali: in particolare, Rapporto di Valutazione intermedia nelle Comunità Montane, con ruoli (2001), il turismo rurale ha decisionali di rilievo. Inoltre, il Rapporto rappresentato il tema catalizzatore sottolinea che gli Enti Pubblici hanno attraverso cui è stato possibile collegare quote maggioritarie rispetto agli le azioni rivolte alla valorizzazione del operatori privati anche se in alcuni Gal patrimonio naturale con le attività (Mongioie, Promovalsesia, Giarolo, dirette a una migliore organizzazione Basso Monferrato Astigiano) la dell’offerta turistica e alla commer- composizione societaria tra pubblico e cializzazione di prodotti agricoli e arti- privato appare più equilibrata. Soltanto gianali. La formazione professionale ha due Gal sono a maggioranza privata rappresentato trasversalmente un pun- (Borbadue e Colline della Qualità). to di riferimento per l’introduzione

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negli ambienti rurali di un approccio Montane), in cui maggiormente si sono multisettoriale ed integrato allo sentiti problemi di disomogeneità o di sviluppo, attraverso la realizzazione di area disposta “a macchia di leopardo”. I corsi specifici disegnati per operatori Gal presentano una consistente turistici e agricoli, artigiani. variabilità dimensionale in termini di popolazione: 3 Gal si attestano tra i 9 e Per quanto riguarda la delimitazione i 13 mila abitanti, 4 tra i 17 e i 25 mila territoriale delle aree di intervento, abitanti e 6 superano i 25 mila abitanti, essa è stata fortemente vincolata ai con una densità abitativa media di circa criteri indicati dalla Regione: 55 abitanti per kmq, molto inferiore appartenenza all’Obiettivo 5b, limiti dunque alla media regionale (169 minimi e massimi di popolazione, limiti ab/kmq) e a quella europea (191 minimi e massimi di contributo ab/kmq). L’area interessata dal LEADER pubblico per abitanti. La definizione II ha coinvolto una popolazione delle aree d’intervento, nella complessiva di circa 280.000 abitanti, maggioranza dei casi, è avvenuta pari a circa il 7% della popolazione mediante un processo di concertazione regionale. tra le aree potenzialmente coinvolgibili e la necessità di rispettare i criteri prefissati dalla Regione. L’esclusione di alcune aree ritenute strategiche ha talvolta causato disequilibrio tra i diversi Comuni di un territorio (Valli del Viso, Basso Monferrato - Vignale), oppure ha impedito di usufruire di importanti risorse (Alta Langa), o di trovare un numero sufficiente di beneficiari (Borba due). In particolare, cinque Gal hanno un territorio coincidente con un’unica unità amministrativa (la Comunità Montana): Valli Insieme (ad esclusione di Roccavione e Robilante), Borba due, Valle Elvo (con l’aggiunta di due Comuni della Bassa Valle Elvo), Promovalsesia (ad esclusione di alcuni Comuni) Alta Langa (il cui territorio è stato recentemente diviso in due Comunità Montane). Per tutti gli altri l’aggregazione territoriale è avvenuta o mediante l’unione di più Comunità Montane (Terre d’Oc, Mongioie, Giarolo, Valli del Viso e Colline della qualità) o mediante aggregazione di Comuni che si sono riconosciuti in un progetto comune: Basso Monferrato (Vignale), Basso Monferrato Astigiano, Azione Ossola (anche se l’area di intervento rientra in 4 Comunità

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FIG. 2 - I GAL in Piemonte

Valli del Viso

Terre d’Oc

Valli Gesso, Vermenagna, Pesio

Mongioie

Alta Langa Leader

Borba Due Leader

Giarolo Leader

Azione Ossola

Promovalsesia

Valle Elvo

Leader Asti: le colline della qualità

Basso Monferrato Astigiano

Basso Monferrato

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Tab.4 – Indicatori territoriali e socio-economici Aree Leader Aree Ob. 5B TOTALE REGIONE Superficie (KMQ.) 7.760 9.205 25.399 Popolazione residente 311.207 402.225 4.302.565

Sistema fisico-territoriale

- Superficie protetta (%) 0,4 1,3 1,8 - Densità (ab. / kmq.) 40 44 169

Sistema socio-demografico - Tasso di variazione della popolazione residente (91- -4,3 -3,9 -3,9 81) - Tasso di ricambio generazionale 0,5 0,5 0,7 - Lavoratori dipendenti (%) 61,9 62,2 72,5 - Indice di istruzione superiore ed universitaria (%) 16,9 16,6 23,9 - Tasso di disoccupazione giovanile (%) 4,1 4,1 5,6

Sistema economico - Tasso di attività (%) 42,1 42,1 44,6 - agricoltura 16,1 15,9 5,7 - servizi 43,5 43,2 50,9 Dimensione media aziende agricole (ha) 5,6 5,2 5,8 Densità unità locali delle imprese (%) 7,3 7,2 6,9 Dimensione media unità locali delle imprese (addetti) 2,9 3,0 4,6 Coeff. di attrattività del mercato del lavoro locale (%) 53,3 53,4 75,4 Fonte: Inea, 2001

Tab. 5- Indicatori finanziari INDICATORI FINANZIARI Costo totale 39.890.000 ecu Costo medio per GAL / OC 3.068.462 ecu Costo medio per abitante zone Leader 128 ecu Fonte: Inea, 2001

3.3 Il LEADER plus in lanciato il bando per la selezione dei Piemonte GAL. Rispetto al periodo di programmazione 1994-1999, durante il quale hanno Il Programma LEADER plus Regionale è beneficiato di LEADER II soltanto le stato approvato dalla Commissione zone selezionate ai sensi dell’ex. Europea con Decisione del 19 Obiettivo 5b, per una popolazione pari novembre 2001 (C/2001/3558). Nel al 60% del totale, LEADER plus documento vengono indicate le aree prevedeva un’estensione della eleggibili, gli obiettivi e la strategia popolazione compresa in area eligibile complessiva in base alla quale sono pari al 39%. La Commissione ha state definite le azioni ammissibili e assegnato agli Stati Membri (nel caso

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specifico italiano alle Regioni) la facoltà LEADER plus, la Regione Piemonte ha di circoscrivere l’applicazione solo a adottato, quindi, il criterio della bassa talune zone, al fine di evitare una densità abitativa (utilizzando la soglia di eccessiva dispersione delle iniziative e 120 abitanti/Km2), che la delle risorse. Comunicazione della Commissione del 14 aprile 2000 aveva indicato come A seguito dell’approvazione del parametro di riferimento. Programma LEADER Regionale da parte Inoltre, la Regione Piemonte, ha della Commissione, è stato predisposto, concentrato l’intervento nelle proprie entro i tre mesi previsti dal programma, aree rurali di collina e montagna, il CdP di supporto all’attuazione del caratterizzate da un tessuto sociale, Programma. Esso contiene con un economico-produttivo e ambientale dettaglio maggiore: i criteri di adatto a promuovere una valutazione e selezione dei PSL, i tempi, programmazione integrata “dal basso”, le procedure di gestione e le modalità come sostenuto dall’approccio LEADER. di attuazione dei PSL cui devono Significativa è l’inclusione delle aree attenersi i GAL selezionati, il Piano delle eligibili a LEADER plus all’interno delle azioni di comunicazione. zone Obiettivo 2 e Phasing out per una popolazione totale pari all’81,6% e una Per quanto riguarda specificamente il superficie territoriale pari al 90,8%. Tra i Programma LEADER Piemonte, il suo nuovi territori eligibili figurano le aree obiettivo primario è di stimolare la collinari e montane della Provincia di vitalità socio-economica dei territori Torino, che non erano comprese nell’ex rurali e montani più soggetti a Obiettivo 5b. fenomeni di marginalizzazione, Complessivamente la popolazione del favorendo le condizioni per la Piemonte interessata dall’iniziativa diffusione di modelli di sviluppo risulta essere pari a 691.113 abitanti. endogeni, integrati e sostenibili (PLR, sito internet regione Piemonte). Il Programma LEADER Regionale A tal fine il PLR ha effettuato una scelta adottato dalla Regione Piemonte è di criteri per le aree rurali eleggibili con strutturato in 4 Sezioni: le seguenti caratteristiche: I. Sezione 1 – Strategie territoriali 1) densità abitativa massima di 120 di sviluppo rurale. abitanti/Kmq in base alla II. Sezione 2- Sostegno alla popolazione comunale residente cooperazione tra territori rurali. nel 1998; III. Sezione 3 - Creazione di una 2) aree rurali di collina e montagna, rete tra territori rurali. con problemi di declino IV. Sezione 4 - Assistenza tecnica socioeconomico ma caratterizzate all'attuazione, monitoraggio e da ricchezza del patrimonio valutazione. ambientale, naturale, storico- culturale e produttivo tali da Le Sezioni, a loro volta, sono articolate consentire azioni di rivitalizzazione in Misure e Azioni. e di valorizzazione attraverso una programmazione integrata “dal Nella Sezione I si concentrano gli basso” e lo sviluppo di partenariati obiettivi di sviluppo integrato dei locali. territori dei GAL attraverso l’organizzazione e la valorizzazione del Nell’individuare le aree rurali elegibili a patrimonio locale, come fulcro di un

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modello di sviluppo sostenibile e misure e 14 azioni (tab. 6). integrato. La Sezione 1 è articolata in 5

Tab. 6 – Misure e azioni della Sezione 1 Misura Azione 1.1 Progetti di filiera e integrazione 1) Innovazione e qualificazione del sistema produttivo intersettoriale locale 1.2 Qualità e certificazione 1.3 Mestieri tradizionali 2.1 Marketing territoriale 2) Interventi volti al mantenimento e all’insediamento di 2.2 Servizi alla popolazione rurale imprese e residenti 2.3 Servizi alle imprese 3.1 Reti di musei ed eco-musei e utilizzo di edifici di notevole rilevanza storico-culturale

3.2 Interventi di tutela e valorizzazione 3) Valorizzazione integrata del patrimonio, ambientale, architettonica e paesaggistica culturale e produttivo locale 3.3 Interventi di valorizzazione del patrimonio ambientale 3.4 Interventi per la fruizione turistica e sostenibile delle risorse locali 4) Comunicazione 4.1 Interventi generali di comunicazione 5.1 Organizzazione del GAL 5) Supporti tecnici e organizzativi 5.2 Servizi di supporto all’attuazione del PSL 5.3 Formazione Fonte: Rapporto annuale di esecuzione, 2001

L'obiettivo di questa sezione è di nali. La sezione 2 è articolata in due promuovere la cooperazione tra Misure e due azioni (tab. 7). territori rurali nazionali e transnazio-

Tab 7. Misure e azioni della Sezione 2

Misura Azione 1) Cooperazione interterritoriale 1.1 Progetti di cooperazione interterritoriale 2) Cooperazione transnazionale 2.1 Progetti di cooperazione transnazionale Fonte: Rapporto annuale di esecuzione, 2001

La sezione 3 si propone di favorire la programmazione regionale e non creazione di una rete tra gli operatori comporta l'attivazione di rurali. Essa è sotto la diretta cofinanziamenti europei e regionali. responsabilità e regia del Ministero per Questa sezione è articolata in 4 azioni le Politiche Agricole e Forestali. Il (tab. 8). finanziamento delle attività esula dalla

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Tab 8. Misure e azioni della Sezione 3 Sezione Azione 3.1 Individuazione, analisi e divulgazione delle buone Creazione di una rete tra pratiche territori rurali 3.2 Animazione e scambi di esperienze 3.3 Banche dati e supporti informativi 3.4 Assistenza tecnica e monitoraggio dei progetti di cooperazione Fonte: Rapporto annuale di esecuzione, 2001

La Sezione 4 è finalizzata a dotare la informazioni relative al funzionamento Regione Piemonte delle risorse e delle del programma, alle modalità di strutture necessarie all’animazione, partecipazione e ai risultati conseguiti. all'attuazione, alla sorveglianza, al Essa non prevede un'articolazione in monitoraggio e alla valutazione del misure e azioni, ma è suddivisa in 6 Programma, nonché alle attività di tipologie d'intervento (tab. 9). comunicazione e diffusione delle

Tab 9. - Misure e azioni della Sezione 4 Sezione Tipologie d'intervento 1. Consulenza, assistenza tecnica, sorveglianza e valutazione del Programma e definizione delle piste di controllo come da Reg.438/2001

2. Attività di funzionamento del Comitato di Sorveglianza

3. Acquisizione risorse tecniche e umane per il funzionamento Assistenza tecnica, monitoraggio delle strutture di gestione del programma (norma 11 del reg. e valutazione 1685/2000) 4. Implementazione e adeguamento sistema informativo 5. Azioni di comunicazione per il Programma come da reg. 1260/99 e 1259/2000 6. Diffusione dei risultati delle azioni condotte nell'ambito del Programma Fonte: Rapporto annuale di esecuzione, 2001

Sulla base dell’articolazione degli redazione del Complemento di obiettivi del Programma e delle linee Programmazione, la griglia di indicatori strategiche di intervento, è stata individuata nel PLR è stata collegata e individuata una griglia di indicatori per messa in coerenza con: il monitoraggio e la valutazione del o le indicazioni fornite dalla Programma stesso in grado di rilevare Commissione Europea e dal periodicamente la performance degli Ministero dell’Economia e delle interventi e la quantificazione ex ante Finanze, associando gli obiettivi dei risultati attesi, anche in relazione specifici delle misure del all’impatto sul contesto Programma con le “tipologie e socioeconomico. sotto-tipologie di progetto Nell'ambito della redazione del PLR, è standard” definite a partire dal stata individuata una griglia di indicatori sistema di monitoraggio e di realizzazione fisica, di risultato e di valutazione nazionale; impatto per i quali è stata effettuata o le categorie/sotto-categorie UE una quantificazione degli impatti attesi relative ai sotto-settori di a livello di misura. Nella successiva riferimento.

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Inoltre, il sistema di indicatori di Assistenza tecnica monitoraggio e realizzazione risulta coerente con la valutazione). Le sezioni 2 e 3, griglia definita a livello nazionale per il riguardanti rispettivamente la monitoraggio degli interventi cooperazione tra territori rurali e la cofinanziati dall’Unione Europea per il creazione di una rete tra i territori periodo di programmazione 2000-2006, rurali, sono state attivate e soddisfa l’esigenza connessa alla successivamente e in modo indipen- rilevazione di informazioni comuni per dente. la “lettura comparata” degli interventi, sia a livello nazionale che comunitario. Nel corso del 2002 sono stati elaborati i PSL sulla base del bando pubblico 3.3.1 Iter di attuazione di pubblicato nel dicembre 2001. Alla scadenza dell’invito sono pervenuti 15 LEADER plus in PSL con una richiesta complessiva Piemonte superiore alla disponibilità per più del 70%: il PLR prevedeva, infatti, il Il 2001 è stato un anno di passaggio finanziamento di un massimo di 10 dalla fase programmatoria a quella GAL, per un totale di circa 400.000 attuativa. Nel corso dell’anno è stato abitanti. La valutazione e la selezione condotto il negoziato con i servizi della dei PSL è stata condotta da un Comitato Commissione sulle integrazioni da tecnico, istituito a livello inter- apportare al PLR, è stato predisposto il assessoriale e formato da funzionari Complemento di programmazione e, regionali competenti nei campi di infine, è stato lanciato il Bando per la applicazione dell’iniziativa (agricoltura, selezione e il finanziamento dei Piani di ambiente, artigianato, beni culturali, Sviluppo Locali. Pur essendosi conclusa commercio, formazione professionale, la fase di negoziato prima dell’estate, parchi, PMI, turismo). Questa l’approvazione del Programma e l’avvio valutazione è stata effettuata nel della fase attuativa sono avvenuti in periodo aprile-maggio 2002. Al termine autunno a causa del ritardo con cui il della fase di valutazione è stata stilata Ministero dell’Economia e delle Finanze una graduatoria in base alla quale gli 8 italiano ha stabilito la quota di Piani che avevano raggiunto un cofinanziamento nazionale al punteggio superiore alla soglia minima Programma LEADER plus. Dopo avere di 60 punti sono stati ammessi a ricevuto tale Comunicazione (18 otto- finanziamento per un totale di bre 2001), l’Autorità di gestione del contributo pubblico di 18.243.760 euro Programma (AdG) ha rivisto i piani e un investimento totale di 34.351.768 finanziari del PLR e del CdP e ottenuto euro. Dal momento che la quota l’approvazione da parte della residua di finanziamento pubblico a Commissione nell'arco di un mese. valere sulla Sezione 1 era rimasta A fine 2001 la fase attuativa del inutilizzata (pari a 1.679.440 euro), si è Programma (sezione1: Strategie previsto di finanziare due nuovi GAL nel territoriali di sviluppo rurale di carattere 2003. La riapertura del bando è stata pilota), corrispondente all’avvio delle effettuata all’inizio del 2003 con operazioni di impegno e di spesa da scadenza a marzo. Dopo alcuni mesi, parte dei GAL, non era ancora iniziata, nel giugno 2003, sono stati approvati mentre avevano preso avvio le attività due nuovi GAL: Azione Ossola e Giarolo. direttamente legate all’assistenza Con l’approvazione dei PSL Azione tecnica e alla comunicazione (sezione 4: Ossola e Giarolo, è stata aggiornata la

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griglia di indicatori di realizzazione fisica 2) alla conservazione e sviluppo dei e di sorveglianza da parte del Comitato mestieri tradizionali; di sorveglianza (costituito con la 3) al marketing territoriale; Deliberazione della Giunta Regionale 4) ai fabbisogni e alla fattibilità di n.49-4713 del 3/12/2001). Inoltre, sono servizi alla popolazione; state introdotte alcune modifiche ai 5) ai fabbisogni e alla fattibilità di codici di intervento, sulla base delle servizi innovativi alle imprese; indicazioni fornite dal Ministero per le 6) al mantenimento e recupero del Politiche Agricole e Forestali (MIPAF) al patrimonio culturale attraverso lo fine di armonizzare i programmi sviluppo e la realizzazione di LEADER plus regionali. Infine, a seguito sinergie tra i musei; del completamento della selezione e 7) a piani e programmi per il recupero dell’ammissione al finanziamento dei 10 dell’architettura locale; PSL, è stato necessario rimodulare il 8) all’elaborazione di piani di Piano finanziario e riproporzionare gli comunicazione finalizzati a dare indicatori di programma alla luce degli visibilità al territorio e alle sue interventi effettivamente programmati risorse; dai GAL. 9) allo sviluppo dell’associazionismo locale. In sintesi, la prima fase attuativa del PLR Piemonte ha riguardato 3.3.2 La selezione dei Gal principalmente lo svolgimento di attività immateriali: studi e analisi La Regione Piemonte ha ammesso a propedeutici alla effettiva realizzazione finanziamento complessivamente 10 delle operazioni di tipo materiale. Nel GAL selezionati sulla base dei due corso della prima fase di attività suddetti bandi pubblici emessi nel 2002 (settembre 2003), sono stati prodotti la e nel 2003 (tab. 10). maggior parte degli studi di fattibilità e degli studi e ricerche di settore previsti dal CdP e finalizzati: 1) all’innovazione ed al trasferimento tecnologico;

Tab. 10- Gal selezionati GAL Anno di approvazione del PSL Alta Langa Leader 2002 Escartos e Valli Valdesi 2002 Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone 2002 Valli del Canavese 2002 Tradizione delle terre Occitane 2002 Mongioie 2002 Valli Gesso Vermenagna Pesio Leader 2002 Basso Monferrato Astigiano 2002 Azione Ossola 2003 Giarolo 2003 Fonte: sito internet Regione Piemonte

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La Regione ha stabilito i criteri con i sfruttamento delle risorse in gioco quali valutare la rispondenza tra quanto non deve compromettere le proposto dal GAL e quanto stabilito possibilità delle generazioni future. dalla Comunicazione. Nell’ambito della progettazione dei PSL, la strategia deve Per valutare e selezionare i Piani di essere impostata dai GAL in modo da Sviluppo Locale la Regione, rifacendosi risultare: ai suddetti criteri, ha individuato cinque 1) Integrata: devono essere resi aree alle quali ha attribuito un peso in evidenti interazioni tra operatori, funzione degli aspetti ritenuti settori e progetti in maniera maggiormente strategici: caratteristiche funzionale allo sviluppo del tema del territorio; caratteristiche del prescelto. partenariato; qualità della strategia; 2) Pilota: deve risultare innovativa per efficienza della gestione proposta per il il proprio territorio anche rispetto 2000/2006; efficienza della gestione agli altri programmi di carattere 1994-1999 (Gal ex LEADER II). Il peso generale. maggiore è stato assegnato alla qualità 3) Trasferibile: i metodi proposti della strategia: il GAL, deve individuare devono essere replicabili in contesti un tema catalizzatore caratteristico analoghi. I GAL devono dell’identità dell’area e deve svilupparlo obbligatoriamente prevedere attraverso azioni innovative, trasferibili, metodologie ad hoc per diffondere i complementari rispetto ai programmi risultati ottenuti. generali, senza trascurare la 4) Complementare rispetto agli sostenibilità ambientale del Piano nel strumenti di programmazione già suo complesso. presenti sul territorio: da questo Per i GAL che hanno operato in LEADER punto di vista la strategia deve II sono stati presi in considerazione evidenziare il valore aggiunto anche i risultati conseguiti in termini di apportato da LEADER nei confronti efficienza della gestione. Il punteggio degli altri programmi. massimo complessivo assegnabile era 5) Economicamente sostenibile: di 100 punti. Sono stati inseriti in devono essere previsti adeguati graduatoria i Piani che hanno raggiunto strumenti per garantire la vitalità non meno di 60 punti, dei quali almeno dei progetti in una prospettiva di 30 riferiti alla qualità della strategia lungo periodo. (tab. 11). 6) Ambientalmente sostenibile: lo

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Tab. 11 – Aree e relativi punteggi AREE PUNTI CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO Max. 10 punti A1) Densità della popolazione Max 3 A2) Tasso di spopolamento Max 3 A3) Reddito disponibile pro capite Max 2 A4) Tasso di invecchiamento Max 2 CARATTERISTICHE DEL PARTENARIATO Max. 15 punti B1) Rappresentatività dei soggetti rispetto all’area Max 5 B2) Competenza acquisita dai soggetti rispetto al tema proposto Max 4 B3) Partecipazione dei soggetti privati al capitale sociale Max 2 B4) Modalità di concertazione del piano Max 2 B5) Formalizzazione del partenariato Max 2 QUALITA' DELLA STRATEGIA Max. 50 punti C1) Qualità della diagnosi Max 6 C2) Grado di definizione del tema catalizzatore Max10 C3) Presenza di azioni a favore di giovani e donne Max 1 C4) Qualità delle azioni Max 20 C5) Capacità di generare effetti ambientali Max 2 C6) Capacità di generare effetti duraturi Max 3 C7) Complementarietà rispetto alle politiche in atto Max 8 EFFICIENZA DELLA GESTIONE PROPOSTA PER IL 2000/2006 Max.20 punti (Gal ex LEADER II) 25 punti (GAL nuovi) D1) Modalità di funzionamento della struttura del GAL Max 3 D2) Modalità di controllo preventivo e in itinere degli interventi Max 3 D3) Sistema di monitoraggio utilizzato Max 3 D4) Definizione di un cronoprogramma degli interventi Max 3 ID5) investimento attivato Max 5 D6) Garanzie sul cofinanziamento da parte dei soggetti coinvolti Max 3 EFFICIENZA DELLA GESTIONE 1994-1999 Max. 5 punti E1) Variazioni finanziarie tra PAL iniziale e definitivo Max 3 E2) Investimento attivato al 31.12.99 Max 1 E3) Avanzamento della spesa al 31.12.99 Max 1 Fonte: elaborazione PLR, sito internet Regione Piemonte

La maggior parte dei Gal selezionati sono di nuova costituzione in quanto le (Fig. 3) aveva già ottenuto aree di riferimento sono risultate per la finanziamenti con LEADER II (Basso prima volta eligibili (Valli di Lanzo, Valli Monferrato Astigiano, Valli Gesso del Canavese, Escartons e Valli Valdesi). Vermenagna Pesio Leader, Mongioie, Solo il GAL Alta Langa ha operato anche Tradizione delle Terre Occitane, Alta con Leader I. Langa, Giarolo, Azione Ossola) mentre i GAL con sede in provincia di Torino

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Fig. 3 – Gal Leader plus

Alta Langa Leader

Escartos e Valli Valdesi

Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone

Valli del Canavese

Tradizione delle terre Occitane

Mongioie

Valli Gesso Vermenagna Pesio Leader

Basso Monferrato Astigiano

Azione Ossola

Giarolo

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3.3.3 Caratteristiche dei Gal quello relativo al “Miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali” (Valli e contenuti dei Piani di del Canavese). sviluppo locale Di seguito verranno illustrate sinteticamente le strategie dei piani di I Gal selezionati rappresentano il 66% sviluppo locale dei Gal selezionati. degli abitanti della zona eleggibile al Per quanto riguarda la strategia del Programma LEADER plus con circa Piano del Gal Alta Langa, essa è volta 454.000 abitanti (dato 1998), a fronte alla promozione del territorio del 53% che si riscontrava in seguito alla attraverso due filoni di intervento: prima selezione di 8 GAL effettuata nel “colture” (prodotti tipici e ambiente), e 2002. La media della popolazione dei “cultura” (letteratura, storia e Gal diminuisce leggermente con tradizioni). Tra gli obiettivi specifici l’ingresso nel 2003 dei nuovi territori e individuati: formare e sensibilizzare gli si attesta intorno ai 45mila abitanti per operatori turistici allo sviluppo GAL. sostenibile e all'utilizzo di prodotti Tra i GAL selezionati 5 (di cui uno dei tipici; aumentare la qualità dei prodotti nuovi entrati) hanno una popolazione e individuazione di nuove nicchie di compresa tra i 28.000 e i 50.000 mercato; aumentare l'offerta di abitanti e 5 (tra cui il secondo) tra i alternative culturali rivolte ai turisti; 50.000 e il tetto massimo previsto di migliorare e tutelare l'ambiente e la 60.000. Il territorio coperto è di 10.633 qualità delle strutture ricettive; creare kmq; con i primi 8 GAL selezionati era un'immagine coordinata unitaria e invece pari a 8.593 kmq (l’incremento è definizione di una strategia di stato di circa il 24%). comunicazione globale. Le forme giuridiche utilizzate dei GAL L'obiettivo del PSL è di promuovere la piemontesi per la loro costituzione crescita economica dell'area attraverso formale sono due: alcuni raggrup- la valorizzazione delle “tipicità” locali, pamenti hanno scelto la formula di rafforzando l'attrattività turistica del società consortile con connotazione territorio. Gli obiettivi individuati sono i privatistica anche se con partecipazione seguenti: definizione e valorizzazione di capitali pubblici, mentre altri hanno delle filiere animale, vegetale, lattiero - costituito società a responsabilità casearia e della viticoltura con il limitata. sostegno dei relativi interventi tecnologici e di commercializzazione; La Commissione Europea prevede che il miglioramento della qualità delle Piano di Sviluppo Locale debba essere produzioni e tracciabilità dei prodotti; articolato attorno ad un "tema valorizzazione delle pratiche artigianali catalizzatore" principale. La grande tradizionali e delle produzioni tipiche maggioranza dei Gal (8 su 10) ha scelto connesse; recupero e valorizzazione del quale tema catalizzatore principale “la patrimonio museale locale e messa in valorizzazione dei prodotti locali, in rete dello stesso per una migliore particolare agevolando mediante azioni fruizione turistica, valorizzazione del collettive l’accesso ai mercati per le patrimonio architettonico; valoriz- piccole strutture produttive”; un solo zazione del patrimonio ambientale; GAL ha scelto il tema a sfondo interventi per la fruizione turistica ambientale “Valorizzazione delle risorse integrata delle risorse valorizzate con gli naturali e culturali” (Escartons e Valli altri assi intervento. Valdesi), mentre un altro ha indicato

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Il PLS Basso Monferrato Astigiano si dell’ambiente naturale e del paesaggio; prefigge di valorizzare e rendere fruibile contesto culturale, valorizzando le il patrimonio locale, rivitalizzando le risorse locali e stimolando il attività produttive tradizionali e mantenimento dei legami con la incrementando le potenzialità del tradizione e l’identità del territorio; territorio con il miglioramento e il contesto turistico, che rappresenta coordinamento delle sue risorse, il un’opportunità di sviluppo, grazie alla potenziamento del ruolo delle presenza di poli di attrazione, di Comunità Collinari, come luogo integrazione a livello intersettoriale strategico in cui le politiche elaborate volta alla collocazione sul mercato di un all’interno del GAL possano trovare gli prodotto strutturato e completo, di strumenti gestionali e implementativi. I stimolazione di processi di fruizione principali obiettivi sono: valorizzazione sostenibile del territorio, di delle produzioni agricole specifiche valorizzazione dell’identità locale. Gli dell'area; potenziamento dell' "ambie- obiettivi previsti sono: sviluppo nte naturale", inteso come risorsa pri- dell'integrazione economica e maria da salvaguardare; recupero e innovazione; valorizzazione e tutela rivitalizzazione dell'artigianato tradi- delle risorse ambientali e naturali; zionale; valorizzazione degli aspetti valorizzazione delle risorse culturali e storici, artistici e culturali dell'area di turistiche; integrazione della fruizione riferimento. turistica attraverso azioni intersettoriali. Il PSL del Gal Escartos e Valli Valdesi Le azioni del PSL del Gal Mongioie sono punta, invece, sulla valorizzazione delle volte a rendere percepibile il fascino risorse per la riqualificazione del delle Alpi del Mare: i prodotti agricoli contesto rurale alpino, accompagnando tipici, la ruralità del paesaggio, i segni le attività di sviluppo legate alla delle vicende storiche, la vita e preparazione dell’evento olimpico del l'architettura del mondo rurale, le 2006 con l’azione LEADER plus. Tra gli abilità degli artigiani, il sistema di obiettivi prefissati: definire le "buone accoglienza. Gli obiettivi individuati: prassi" per la trasformazione del integrazione del sistema economico e territorio e la sua rivitalizzazione; qualità dei prodotti/servizi; promozione sostenere l'integrazione tra le diverse del mercato e della comunicazione con attività economiche e rafforzare la la definizione del possibile posizio- capacità di fare sistema; esplicitare e namento sul mercato dei prodotti rendere visibili i risultati della strategia locali, promozione dell’area e delle sue attraverso azioni che permettano di risorse, sensibilizzazione ed realizzare alcuni interventi dimostrativi informazione della popolazione; per la sperimentazione e l'illustrazione promo-zione della qualità ambientale del processo di sviluppo individuato; con lo sviluppo, attraverso interventi su diffondere le "buone prassi" sul terri- edifici e luoghi significativi. torio con predisposizione e diffusione di La strategia del PSL del Gal Tradizione manuali, interventi forma-tivi e Terre Occitane si basa su un forte creazione di sportelli informativi. processo identitario che connota l'area La strategia del Gal Giarolo si sviluppa di intervento e ne rispetta tutti i parallelamente in quattro ambiti: fondamenti e le singolarità. Il percorso contesto produttivo; contesto ambien- di sviluppo che il GAL intende tale, con iniziative che contribuiscono a perseguire è sia di tipo interno, volto a tutelare e migliorare la qualità favorire l'instaurarsi di una coscienza

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identitaria tra la popolazione che (punti vendita diretta in azienda, risiede e lavora in area GAL, sia di tipo partecipazione collettiva a fiere e esterno basato sul territorio come mercati al di fuori dell’area GAL, fattore competitivo, attraverso il quale commercializzazione diretta verso i l'area GAL può essere efficacemente punti vendita specializzati esterni ed valorizzata e promossa presso i suoi interni all’area GAL ). Gli obiettivi potenziali utenti. Tra gli obiettivi previsti: fidelizzare le imprese del prefissati: innovare, integrare e territorio e coinvolgerle attivamente qualificare il sistema produttivo locale; nella nuova strategia di sviluppo; incrementare l'attrattività del territorio sostenere i processi di integrazione verso imprese e residenti; valorizzare e settoriali ed intersettoriali ed rendere fruibile in modo integrato il aumentare i fattori di competitività patrimonio locale; organizzare una delle imprese locali; agevolare comunicazione integrata per dare l’avviamento di nuove forme associative visibilità al territorio e alle sue risorse; nei settori dei prodotti tipici agro- fornire supporti all'organizzazione e alimentari ed artigianali; aumentare la promozione dello sviluppo locale. rappresentatività delle imprese e la La strategia del PSL del Gal Valli del collaborazione intersettoriale attraverso Canavese consente di attivare una serie l’ingresso nel GAL delle nuove di azioni che mirano al sostegno e al associazioni collettive; costruire un miglioramento di tutte le condizioni prodotto turistico integrato con le utili affinché i residenti, di tutte le fasce componenti ambientali, culturali, agri- d’età, possano essere motivati a cole ed artigianali e sostenerne rimanere nei comuni montani senza l’accesso ai mercati di prossimità ed essere costretti ad emigrare per carenza internazionali da parte del Consorzio di servizi e opportunità lavorative. Tale Operatori Turistici; costruire un sistema strategia è volta anche a creare le di offerta dei prodotti tipici e fornire condizioni affinché il territorio presenti alle imprese di settore i servizi elementi di attrattività nei confronti di necessari all’accesso ai mercati di soggetti esterni all’area GAL. Gli riferimento. obiettivi principali sono: migliorare la Infine, le azioni del PSL del Gal Valli competitività delle imprese già operanti Gesso Vermenagna Pesio Leader si nell’area GAL; favorire l’insediamento di concretizzano nella strategia contenuta nuove imprese che operino nei settori nel Progetto di turismo sostenibile che tradizionali dell’economia rurale; il GAL intende sviluppare sul proprio promuovere servizi locali che territorio, sull'esempio di quanto favoriscano il mantenimento della attuato dal Parco delle Alpi Marittime popolazione residente. nel territorio di intervento, in accordo La strategia del PSL Valli di Lanzo, con l’altra area protetta: il Parco della Ceronda e Casternone prevede l'utilizzo Valle Pesio. Questo progetto assume il dello strumento delle Associazioni significato strategico e catalizzatore del Collettive per favorire la creazione di piano stesso e comporta una serie di valore e la commercializzazione delle iniziative utili per il territorio e per risorse locali sia attraverso l'integra- rinsaldare il tessuto di relazioni interne zione intersettoriale (legata all’offerta alla collettività locale. Tra gli obiettivi turistica integrata) sia attraverso l’ac- prefissati: integrazione delle compo- cesso agli specifici mercati dei prodotti nenti socio economiche del territorio; tipici locali e dell’artigianato tipico sostenibilità ambientale delle azioni e degli interventi; sostenibilità economica

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delle iniziative, innovazione delle modalità di approccio ai problemi; ripetibilità e trasferibilità delle azioni sul territorio del GAL e al di fuori di esso; coinvolgimento dei giovani e delle donne.

Tab. 12 – Indicatori finanziari Costo totale PLR 36.892.419 Costo medio per GAL 3.689.242 Costo medio per abitante 74,28 Fonte: Inea, 2006

Tab.13 - Indicatori territoriali GAL Comuni Province Superficie Pianura Collina Montagna interessate (km2) % % % Gal Alta Langa 54 AT-CN 645 0 100 0 Gal Azione Ossola 32 VCO 1.405 0 1 99 Gal Basso Monferrato Astigiano 66 AL-AT 706 0 100 0 Gal Escartons e Valli Valdesi 41 TO 1.557 0 5 95 Gal Giarolo 40 AL 680 0 55 45

Gal Mongioie 49 CN 1.162 0 34 66 Gal Tradizione Terre Occitane 64 CN 2.433 7 11 82 Gal Valli del Canavese 43 TO 975 0 10 90 Gal Valli di Lanzo, Ceronda e 24 TO 786 0 11 89 Casternone Gal Valli Gesso Vermenagna 10 CN 728 0 0 100 Pesio

Area Leader 423 11.077 1 24 75 Regione 1.206 25.400 26 30 43

3.3.4 La valutazione nel è dedicato al controllo e alla valutazione. L'art. 49 dispone, infatti: Programma "La valutazione delle misure comunitario Leader contemplate dalla programmazione dello sviluppo rurale viene effettuata in Le prime indicazioni riguardanti la base ai principi di cui agli articoli da 40 necessità di operare un processo a 43 del Regolamento (CE) 1260/99". valutativo si trovano nei Regolamenti L'articolo 40 indica chiaramente come (CEE) 2081/93 (art. 6) e 2082/93 (art. 25 l'azione comunitaria debba essere e 26), ma è nella fase della riforma dei oggetto di tre momenti valutativi: ex Fondi strutturali che la centralità ante, in itinere ed ex post. Nei successivi assegnata alle pratiche valutative risulta articoli 41, 42 e 43 vengono poi evidente. Nel Regolamento (CE) 1257/99 presentate rispettivamente le carat- - GUCE L160 del 26.06.99, relativo al teristiche della valutazione ex ante, sostegno allo sviluppo rurale da parte intermedia ed ex post. del FEOGA, l'intero Capo V del Titolo III

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Il più recente Regolamento (CE) Programma, in collaborazione con la 1750/99 - GUCE L 214 del 13.08.99, Commissione Europea. La valutazione recante disposizioni di applicazione del viene effettuata conformemente all’art. Reg. (CE) 1257/99, mette ulteriormente 42 del reg. CE n. 1260/99 e svolta da un in evidenza l'importanza della valutatore indipendente, secondo le valutazione e la necessità di dar luogo a metodologie e le tecniche individuate pratiche valutative rigorose e con dagli organismi responsabili di LEADER cadenze temporali ben delineate. In plus e avvalendosi dei dati forniti dal particolare, il provvedimento indica le sistema di indicatori utilizzati per l’atti- scadenze, le finalità, i contenuti e le vità di sorveglianza e valutazione. responsabilità riguardanti le valutazioni L'attività valutativa deve essere ex ante, in itinere e ex post, compiendo effettuata dopo tre anni dalla decisione così un ulteriore passo avanti rispetto ai relativa alla partecipazione dei fondi da regolamenti precedenti. In modo più o parte della Commissione, presentata al meno esplicito, dunque, i nuovi Comitato di Sorveglianza e, regolamenti sui fondi strutturali successivamente, entro il 31.12.2003, ribadiscono quanto già sostenuto dai alla Commissione. regolamenti precedenti: la valutazione Per quanto attiene alla valutazione ex è un passaggio necessario per poter post, nel suddetto documento si dare un peso alle azioni passate e un specifica che essa avviene in conformità migliore orientamento a quelle future. con l’art. 43 del reg. CE n. 1260/99 e si Viene pertanto recepito l'appello basa “sulle informazioni ottenute dalle lanciato dalla Commissione l'8 maggio operazioni di sorveglianza e di 1996 con la "Comunicazione sulla valutazione intermedia delle azioni valutazione", nella quale si chiedeva, avviate, nonché sulla raccolta dei dati dando così forza all'iniziativa statistici relativi agli indicatori stabiliti al denominata "SEM 2000", che la momento della definizione degli valutazione venisse introdotta in modo obiettivi, con lo scopo di evidenziare sistematico in tutti i programmi l’efficacia degli interventi e il loro dell'Unione. impatto e ricavarne insegnamenti per la politica di coesione e di sviluppo”. La Per quel che concerne il Programma valutazione ex-post viene svolta, sotto LEADER plus, le attività di valutazione la responsabilità della Commissione, da previste sono organizzate dalla Regione valutatori indipendenti e terminata Piemonte nel PLR seguendo i dettami entro tre anni dalla fine del periodo di della normativa Comunitaria in materia. programmazione. Nel Capitolo 7 del PLR vengono indicate le linee guida in materia di valutazione. Per LEADER plus, così come anche per In esso si precisa che la valutazione LEADER II, sono state effettuate una intermedia, innanzitutto, analizza i valutazione ex ante, intermedia e finale. risultati degli interventi, la loro In particolare, la valutazione ex ante di pertinenza e il grado di conseguimento LEADER plus è stata condotta da Ires degli obiettivi, confrontandoli con la Piemonte nel 2001. L’attività di valutazione ex-ante; in secondo luogo, valutazione ha analizzato la conformità che essa valuta l’impiego dei fondi, lo del PLR rispetto alla normativa svolgimento della sorveglianza e della comunitaria e la coerenza interna ed realizzazione. La Regione Piemonte è il esterna della strategia messa in atto soggetto responsabile dell’organiz- dalla Regione stessa e i relativi impatti. zazione della valutazione intermedia del Inoltre, ha accompagnato in ogni sua

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fase la predisposizione del Programma ha utilizzato un approccio valutativo regionale. conforme a quanto disposto dalle La valutazione intermedia e il relativo “Linee Guida” per la valutazione dei aggiornamento sono stati realizzati Programmi Leader+ (documento rispettivamente nel 2003 e nel 2005 da STAR/VI/43503/02-REV.1), alle indica- ATI Team Srl-Apri Spa-Izi Spa. L'obiettivo zioni fissate dal documento n. 9 della della valutazione intermedia era di Commissione Europea – Aggiornamen- verificare, partendo dalla valutazione to della valutazione intermedia degli ex-ante, la coerenza dei risultati interventi dei fondi strutturali e a quelle conseguiti con gli obiettivi prefissati, formulate dal Ministero delle Politiche motivando gli eventuali divari e Agricole e Forestali. esprimendo un giudizio sulla validità La valutazione finale è stata effettuata dell'intervento in corso. Il rapporto di sempre da ATI Team Srl-Apri Spa-Izi valutazione intermedia, insieme ai Spa. nel 2008. L'obiettivo del rapporto Rapporti annuali di esecuzione era di offrire un quadro dettagliato dei predisposti dall'Autorità di Gestione, risultati ottenuti dal Programma consentono di ottenere informazioni LEADER plus 2000-2007 della Regione circa i principali risultati raggiunti dal Piemonte, di mettere in evidenza Programma a livello regionale. Per fattori di successo e insuccesso per quanto riguarda l'aggiornamento, esso l’attuazione del nuovo PSR - Asse 4.

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4. Patti territoriali - Contratti d’area, che interessa aree colpite da crisi occupazionale o zone in cui siano in atto processi di 4.1 Il quadro normativo deindustrializzazione. I soggetti promotori sono, insieme, le Con l’adesione all’Unione Monetaria rappresentanze dei lavoratori e i finisce la possibilità di effettuare datori di lavoro. L’iniziativa va poi manovre sul valore della lira e i vincoli comunicata alle regioni interessate. macroeconomici richiesti per poter Oltre ai promotori, i soggetti aderire all’Unione Monetaria frenano la sottoscrittori sono: i rappresentanti leva dei grandi investimenti pubblici. delle amministrazioni statali e Contestualmente, verso la metà degli regionali interessate e degli enti anni ’90, si affermano nuove politiche locali e i soggetti imprenditoriali di sviluppo basate su tre principali titolari dei progetti di investimento strumenti: proposti. - la programmazione negoziata; - Contratti di programma, ovvero - l’utilizzo dei fondi UE per le aree contratti stipulati tra depresse; l’amministrazione e una grande - il sistema di incentivazione delle impresa o un gruppo o un consorzio imprese fondato sulla legge 488/92. di medie e piccole imprese. Oggetto L’introduzione della programmazione del contratto è la realizzazione, in negoziata interseca la riforma per la aree definite, di piani organici di regionalizzazione del bilancio dello investimenti produttivi. Stato. Nel bilancio finanziario dell'anno Alcune ragioni a favore dell’emergere 1999, per la prima volta, le risorse del modello della programmazione destinate agli investimenti sono negoziata, come ricorda Cersosimo presentate secondo un'articolazione (2000, p. 210), sono: territoriale con base regionale. - la fine, dal 1992, dell’intervento A parte lo strumento dei Patti straordinario nel Mezzogiorno e il Territoriali, gli altri istituti della contemporaneo avvio di politiche di “programmazione negoziata” (legge 28 risanamento del debito pubblico; dicembre 1996, n.662) sono: - l’attacco portato dall’operazione - Intesa istituzionale di programma, “Tangentopoli”, in sede giudiziaria, dove il Governo e la Regione o e dalla Lega Nord, in sede politica, Provincia autonoma stabiliscono in al legame tra grandi opere maniera congiunta gli obiettivi da pubbliche e corruzione; perseguire e i settori nei quali è - la riforma del sistema elettorale necessario intervenire. Ogni intesa comunale del 1993 e quella, di poco deve specificare, in riferimento ad successiva, dell’elezione diretta dei un periodo di tre anni, i programmi presidenti delle Province, che di intervento nei settori di interesse hanno sensibilizzato gli comune, gli accordi di programma amministratori pubblici alle quadro da stipulare e criteri, i tempi problematiche dello sviluppo locale; e i modi per la loro sottoscrizione. - la sempre maggiore attenzione - Accordo di programma quadro, che delle politiche comunitarie per la è da intendersi come l’accordo con dimensione locale dello sviluppo; enti locali ed altri soggetti pubblici - il successo della concertazione a in attuazione di un’intesa livello nazionale, che ha contribuito istituzionale di programma; a creare un clima favorevole anche

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a livello locale. della programmazione negoziata / In Italia, l’evoluzione istituzionale della approvazione dei primi 12 patti del programmazione negoziata, dalla fine mezzogiorno / il Consiglio Europea delle politiche di intervento sancisce la sperimentazione di 89 straordinario nel Mezzogiorno agli patti per l’occupazione, 10 dei quali sviluppi recenti, delinea una traiettoria in Italia / la legge finanziaria 23 abbastanza definita, che: “mettendo in dicembre 1996, n. 662 gerarchizza discussione l’intervento centralizzato funzionalmente i diversi strumenti per lo sviluppo territoriale (…) procede programmatori. lungo un ciclo che possiamo descrivere: Principali attori: CNEL / Ministero dalla mobilitazione crescente delle del tesoro / CIPE / parti sociali comunità locali – a un ruolo attivo /Unione Europea. dell’amministrazione centrale – a un Parole chiave: criteri, indirizzi e ritorno decentrato, che chiama in causa procedure per il coordinamento le istituzioni regionali (Bolocan nelle aree depresse / risanamento Goldstein, Pasqui, Perulli, 2000, p. 12). finanziario / emergenza Più nel dettaglio, l’evoluzione occupazione / concertazione normativa dei Patti territoriali è stata nazionale. classificata secondo quattro fasi di Protagonismo attivo del “centro” e policy (ivi), riguardo ai principali eventi, la nuova disciplina (1997-1998) attori e parole chiave: Principali eventi: delibera CIPE del Fine dell’intervento straordinario e 21 marzo 1997, che rafforza il ruolo movimentismo dei patti (1992- del MTBPE come autorità centrale 1994) per la gestione della Principali eventi: fine dell’intervento programmazione negoziata / straordinario nel mezzogiorno / indebolimento dei compiti del CNEL ruolo attivo del CNEL nel mobilitare / diffusione dei patti nel Centro- i contesti / primi 12 patti al Sud / Nord / costituzione del legge 81 del 1993 per l’elezione Dipartimento per le politiche di diretta dei sindaci e dei presidenti sviluppo e coesione (DPS), diretto di provincia / nuovo intervento da Fabrizio Barca / legge Bassanini. ordinario in tutte le aree depresse Principali attori: MTBPE, CIPE, DPS / del territorio nazionale, nell’ambito sistemi locali / Unione Europea. della concertazione nazionale e Parole chiave: istruttoria finanziaria delle politiche regionali dell’Unione dei patti / efficienza / valutazione / Europea. monitoraggio Principali attori: attori locali, nuovi sindaci e nuovi presidenti delle Nuova architettura di governance e province eletti direttamente, regionalizzazione in corso associazioni di rappresentanza delle Principali eventi: riforma dei fondi imprese e dei lavoratori, camere di strutturali dell’UE e gestione degli commercio / CNEL. stessi da parte del DPS / nuovo Parole chiave: fare patto / società di sistema di programmazione dei mezzo fondi / Fabrizio Barca lascia il DPS / Programmazione negoziata e vengono siglate le prime Intese prima normativa dei patti (1995- istituzionali di programma tra stato 1996) e regioni / la conferenza stato- Principali eventi: deliberazioni CIPE regioni lavora per il decentramento e regolamentazione dei patti e della programmazione negoziata a

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scala regionale / le regioni programmazione negoziata (1995): recepiscono la legge Bassanini. ovvero, da uno strumento per la Principali attori: DPS / sistemi locali gestione dei rapporti tra stato e / regioni / UE imprenditoria privata del settore Parole chiave: governance industriale, a uno strumento articolato multilivello / sussidiarietà / in diverse modalità di gestione del partenariato sociale / concertazione rapporto tra stato e soggetti, pubblici e territoriale. privati, locali. In questo modo, il Patto Territoriale viene incluso nel protocollo Con riferimento all’istituto del Patto dell’11 novembre 1994, sottoscritto dai Territoriale, la prima fase è segnata dal rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, tentativo del CNEL di rappresentare, in Confindustria e Governo. Nel 1995, un un contesto di “vuoto istituzionale”, le decreto legge introduce la nozione di aree meridionali in ritardo di sviluppo. programmazione negoziata, entro cui All’inizio il Patto è un’espressione socio- vengono inseriti i Patti Territoriali. culturale, ancora poco o per nulla Infine, la legge 662 del 1996 riprende la codificata giuridicamente; i “Patti di definizione di “programmazione prima generazione” si configurano co- negoziata” e vi inserisce una nuova me: “un processo di negoziazione tra modalità di intervento, denominata attori che liberamente contrattano la “Contratto d’Area”. propria partecipazione a progetti di Un’importante svolta si ha con la interesse comune riempiendo il vuoto delibera CIPE del 21 marzo 1997, la lasciato dal ritirarsi dalla politica della quale riordina la materia e attribuisce sfera degli interessi” (Cnel, 1994). In le competenze in materia di Patti questo senso, quindi, i patti promossi Territoriali al Ministero del Tesoro, dal CNEL costituiscono un primo ten- Bilancio e Programmazione Economica. tativo di “programmazione dal basso”, Inizia così la stagione dei cosiddetti che segna anche il punto di massima “Patti di seconda generazione”, la cui espressione dei sostenitori dell’efficacia architettura è, con qualche modifica, del “partenariato sociale” per la ancora simile a quella originaria. promozione dello sviluppo locale. La cesura introdotta dalla delibera CIPE Lo sviluppo successivo ai Patti di prima del 21 marzo 1997 è tuttavia fonda- generazione può anche essere mentale: la tabella seguente mette a interpretato come il punto che segna la confronto la vecchia e la nuova svolta dalla contrattazione disciplina sui Patti. programmata (1993-1994) alla

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Tab. 1 – Confronto tra vecchia e nuova disciplina Patti territoriali Vecchia disciplina (CIPE 12/07/1996) Nuova disciplina (CIPE 21/03/1997) • I soggetti promotori trasmettono al CNEL la • Concertazione fra le parti sociali proposta di Patto territoriale. IL CNEL • Tale concertazione può essere proposta dal CNEL acquisisce la disponibilità delle parti sociali e che verifica, inoltre, la coerenza della proposta con verifica la coerenza della proposta con le le finalità di sviluppo locale perseguite finalità di sviluppo locale • Definizione del progetto di Patto territoriale da • Individuazione da parte dei soggetti sottoscrittori parte dei soggetti promotori e indicazione del del soggetto responsabile del Patto soggetto responsabile • Trasmissione del progetto definitivo al CNEL, • Sottoscrizione tra le parti sociali di uno specifico che certifica la concertazione tra le parti sociali protocollo d’intesa con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa • Trasmissione al Ministero del bilancio del • Trasmissione al Ministero del bilancio del progetto progetto di Patto territoriale e del relativo di Patto territoriale e del relativo protocollo protocollo d’intesa d’intesa • Verifiche da parte degli uffici ministeriali • Verifiche da parte degli uffici ministeriali • Approvazione da parte del CIPE del Patto da • Approvazione con decreto ministeriale del patto stipulare e comunicazione ai soggetti territoriale da stipulare sottoscrittori • Sottoscrizione del Patto tra i soggetti • Sottoscrizione del Patto entro 60 giorni partecipanti, compresi i percettori delle dall’emanazione del decreto ministeriale agevolazioni • Il soggetto responsabile del Patto, ai fini • Il soggetto responsabile del patto, ai fini dell’erogazione dei finanziamenti, trasmette al dell’erogazione dei finanziamenti, trasmette alla Ministero del bilancio il Patto territoriale Cassa Depositi e Prestiti l’elenco degli interventi sottoscritto, i progetti esecutivi, corredati dalla previsti, con l’indicazione delle risorse pubbliche necessaria documentazione (tra cui una occorrenti per ciascuno, congiuntamente alla relazione della banca prescelta dal soggetto documentazione finale relativa alle rispettive beneficiario), i progetti definitivi di ciascuna istruttorie opera infrastrutturale • Gli uffici ministeriali procedono all’istruttoria di • La Cassa Depositi e Prestiti provvede, entro 30 rito di ogni singola iniziativa inclusa nel Patto giorni, all’erogazione dei finanziamenti destinati territoriale e provvedono all’emissione del alla realizzazione delle iniziative imprenditoriali e decreto di concessione delle agevolazioni degli interventi infrastrutturali contenuti nei Patti territoriali approvati e stipulati Fonte: Zerboni 1999, 110

La ratio implicita nel passaggio segnato vengono portate a termine le gare per dalla delibera CIPE riguarda la scelta dei soggetti convenzionati per principalmente due dimensioni. Dal le attività di istruttoria (banche e punto di vista dei processi concertativi, società di servizi) e quelle per i soggetti nei Patti di seconda generazione deputati all’assistenza tecnica (società assume un’importanza maggiore il di servizi). soggetto pubblico: la dinamica del Patto dipende in modo sostanziale dalle 4.2 Caratteristiche e regole decisioni e dalle strategie dell’Ente pubblico locale, o dalle relazioni tra gli di funzionamento Enti pubblici locali. Con riferimento al finanziamento dei progetti L’elemento centrale dei Patti imprenditoriali, diventa fondamentale Territoriali è la promozione della l’introduzione nei Patti “post-CNEL” concertazione, finalizzata allo sviluppo delle modalità istruttorie istituite dalla locale. La concertazione locale è legge 488/92. Contestualmente, costruita su un’idea comune di sviluppo

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del territorio, che viene articolata in necessitano di sviluppo (zone ex. una serie di progetti d’impresa e Art. 92.3.c del Trattato di Roma). infrastrutturali che si integrano reciprocamente a questo fine. Il Patto non poteva prevedere l’utilizzo di specifiche risorse CIPE superiori a I soggetti promotori del Patto sono: 100 miliardi di lire e gli investimenti in - enti locali; infrastrutture non dovevano superare il - altri soggetti pubblici che operano a 30% delle risorse destinate dal CIPE ed livello locale; essere strettamente funzionali alle - rappresentanze locali delle categorie finalità e agli obiettivi del Patto imprenditoriali e dei lavoratori; territoriale. Inoltre la quota dei mezzi - soggetti privati. propri nelle iniziative imprenditoriali non poteva essere inferiore al 30% del L’iniziativa viene comunicata alla relativo investimento. regione interessata. I soggetti Formalmente, l’attivazione del Patto e sottoscrittori sono, oltre ai promotori, l’erogazione delle risorse da parte del gli enti locali e gli altri soggetti pubblici Ministero del Tesoro, poggia locali coinvolti nell’attuazione del Patto sull’esistenza di due requisiti: e uno o più soggetti rientranti in - l’esistenza della concertazione fra le ciascuna delle seguenti categorie: parti sociali; - rappresentanze locali delle categorie - la coerenza dei singoli progetti con imprenditoriali e dei lavoratori l’obiettivo generale del Patto. interessate; La concertazione può anche essere - soggetti privati. promossa dal CNEL ed è, in ogni caso, certificata attraverso uno specifico Il Patto deve indicare lo specifico e protocollo d’intesa. primario obiettivo di sviluppo locale, il Le fasi formali del processo di soggetto responsabile e gli impegni e gli strutturazione della politica pattizia obblighi di ciascuno dei soggetti sono tre: sottoscrittori. - concertazione ed elaborazione I Patti possono essere attivati su tutto il strategica; territorio nazionale, ma le specifiche - istruttoria; risorse CIPE sono riservate in modo - sottoscrizione. esclusivo alle aree depresse, cioè a In sintesi, dal punto di vista formale, quelle aree ammissibili agli interventi possiamo definire il Patto territoriale dei fondi strutturali (obiettivi 1, 2 e 5b, come uno scambio contrattuale tra nonché nelle fattispecie di cui all’art. 92 governo e aree territoriali locali: gli paragrafo 3, lettera c del trattato di attori locali si impegnano a utilizzare e Roma). In particolare: sviluppare il metodo della concer- - per le Regioni del Mezzogiorno le tazione per selezionare quei progetti ed aree sono quelle “in ritardo di infrastrutture coerenti con un disegno sviluppo” (obiettivo 1 dei fondi organico di sviluppo locale e gli organi strutturali UE); centrali erogano le risorse mirate al - per il Centro Nord le aree finanziamento di tali progetti. interessate sono quelle colpite da Le diverse normative succedutesi declino industriale (obiettivo 2 dei hanno avuto alcune conseguenze di fondi UE), le zone rurali (obiettivo rilievo sulle regole e le modalità di 5b dei fondi strutturali UE) e le funzionamento: “Se nei patti istruiti attività o regioni economiche che secondo la procedura ex delibera CIPE

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12 luglio 1996 (i “patti CNEL”) il per la gestione in “service”, a favore soggetto responsabile del patto doveva dello stesso Ministero, per la continuità costituirsi con il concorso di tutte le delle funzioni di gestione dei Patti parti coinvolte, con la delibera CIPE del regionali. La regionalizzazione degli 21 marzo 1997, l’ente locale acquisisce strumenti di sviluppo locale ha così un ruolo di superiore discrezionalità previsto un forte coinvolgimento da potendosi in fondo costituire parte delle autorità regionali, che autonomamente come soggetto hanno assunto la responsabilità del responsabile” (C.S.A.R, 2000, 30). Le coordinamento e della program- critiche ai “Patti di seconda mazione dei Patti Territoriali di propria generazione”, hanno tuttavia messo in competenza. In particolare, la delibera luce due limiti: (i) l’incentivo economico CIPE 26/2003 prevede che le richieste alle imprese assume come riferimento di rimodulazione delle risorse resesi la legge 488/92 e non incentiva progetti disponibili per ciascun Patto a seguito collettivi e di rete tra le imprese e (ii) la di rinunce, revoche ed economie siano rigida tempistica ha indotto i parte- soggette al parere vincolante della cipanti ai bandi di gara ad agire Regione. rapidamente e ciò ha favorito lo La stessa delibera ha fra l’altro previsto spostamento di competenze tra le parti le modalità per il trasferimento delle politiche e quelle tecniche del Patto. risorse aggiuntive, assegnate con la delibera CIPE n.16/2003 (fondo istituito Tra gli anni 1999-2000 è iniziato un presso il Ministero per il triennio 2003- nuovo spostamento di competenze 2005, legge finanziaria 2003), pari a 120 istituzionali, dallo Stato nazionale alle milioni di Euro (di cui 3,34 milioni alla Regioni, in seguito al decentramento Regione Piemonte) destinate al finan- della programmazione negoziata su ziamento dei Patti territoriali o di altri scala regionale e al recepimento delle strumenti di sviluppo locale, secondo leggi Bassanini di riforma della Pubblica gli indirizzi di programmazione Amministrazione. Ai primi anni 2000, i regionale. Patti vengono trasferiti dal CIPE alla Inoltre, nell’ambito della program- competenza delle regioni. Il processo di mazione delle risorse Cipe – Delibera regionalizzazione dei Patti Territoriali, 20/2004, destinate alle aree ha previsto per ogni Regione o sottoutilizzate, la Regione Piemonte ha Provincia autonoma, l’assunzione della assegnato ai Patti Territoriali la quota di piena responsabilità e del € 3.016.366,42 da utilizzare attraverso coordinamento della programmazione la stipula di un Accordo di Programma e gestione dei Patti Territoriali di Quadro (APQ) dedicato alle infra- propria competenza. strutture dei Patti Territoriali, stipulato con il Ministero dello Sviluppo Fermo restando tale competenza, la Economico il 28 settembre 2005. Regione Piemonte anziché assumere Tale Accordo prevede l’attuazione di 20 direttamente le funzioni di gestione dei interventi relativi ad opere Patti, subentrando al Ministero delle infrastrutturali inserite nei seguenti Attività Produttive (ora Ministero delle Patti Territoriali: Alpi del mare II, Sviluppo Economico), ha optato Alessandria, Cuneese, Val Bormida Alta affinché quest’ultimo continuasse ad Langa e Verbano Cusio Ossola per un esercitare le medesime, attraverso la valore complessivo pari a Euro stipula di apposita Convenzione, che la Regione ha stipulato il 27 aprile 2005,

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4.756.364,98 (dati monitoraggio al 31 imprenditoriali nei diversi settori e dicembre 2008)5. la complessiva integrazione di tutte le iniziative contenute nel Patto, 4.3 Programmazione, tale da rendere coerenti gli interventi con gli obiettivi selezione e individuati. implementazione Il Patto deve anche necessariamente La programmazione negoziata contenere un Accordo di Programma costituisce un tentativo di coniugare in quadro tra i soggetti pubblici coinvolti, modo sinergico le risorse destinate allo con cui si individuano diversi elementi, sviluppo, promuovendo la realizzazione primi tra tutti gli atti e gli adempimenti di patti-intese-accordi tra i diversi livelli a carico di ciascuno, per garantire “la di governo. Come visto, i Patti massima accelerazione e territoriali sono uno degli strumenti semplificazione dei procedimenti previsti dalla programmazione amministrativi ed in particolare di quelli negoziata. di spesa”.

Il Patto deve indicare l’obiettivo di La procedura per l’attivazione prevede sviluppo locale e specificarlo in un che i Soggetti Promotori trasmettano al accordo che preveda: Ministero del Tesoro, del Bilancio e gli impegni e gli obblighi di ciascuno della Programmazione Economica dei soggetti sottoscrittori; (MTBPE) una proposta di Patto le attività e gli interventi da Territoriale accompagnata da una realizzare, con l’indicazione dei documentazione di sintesi, contenente soggetti attuatori, dei tempi e delle l’indicazione del territorio interessato, modalità di attuazione; degli obiettivi e dei tempi previsti di il piano finanziario e i piani esecuzione, delle iniziative temporali di spesa relativi a ciascun imprenditoriali e delle infrastrutture intervento, nonché il tipo e l’entità eventualmente necessarie, nonché dei degli eventuali contributi e soggetti coinvolti e degli impegni da finanziamenti pubblici richiesti a questi assunti. Avvalendosi valere sulle specifiche risorse eventualmente di una società di destinate dal CIPE ai Patti assistenza tecnica, i Soggetti Promotori Territoriali e su altre risorse statali, provvedono poi ad elaborare il regionali, locali e comunitarie. progetto di Patto, attraverso il processo di concertazione e la stipula del Per l’attivazione del Patto viene inoltre Protocollo d’Intesa. richiesta: la certificazione, attraverso uno La fase istruttoria è riservata ad un specifico Protocollo d’Intesa, Istituto di credito, scelto dai Soggetti dell’avvenuta concertazione fra le Promotori tra quelli convenzionati con Parti Sociali; il MTBPE. L’Istituto si occupa altresì di la disponibilità di progetti di “valutare la coerenza complessiva di investimento per iniziative tutte le iniziative comprese nel Patto”. Il MTBPE verifica la validità complessiva

del Patto, accerta la disponibilità delle

5 risorse occorrenti a valere sulle http://www.regione.piemonte.it/programmazion specifiche somme destinate dal CIPE ed e/vetrina/patti-territoriali.html.

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infine approva con decreto, entro 45 (esterni o interni all’amministrazione), il giorni, il Patto, che deve poi essere cui onere di funzionamento, pari al 5 stipulato entro 60 giorni. Il termine per per mille dell’investimento, risulta a il completamento dei singoli carico della finanza del Patto. La investimenti è di 4 anni. commissione ha il compito di riferire al Ministero in merito alle verifiche La legge n. 662/96 stabilisce che il CIPE, effettuate sullo stato di avanzamento in sede di riparto delle risorse del Patto, in particolare segnalando finanziarie destinate allo sviluppo delle l’eventuale esistenza di presupposti per aree depresse, determina le quote da la revoca dei finanziamenti pubblici riservare ai PT. Come prima (qualora riscontri che l’avanzamento sottolineato, il CIPE, nella deliberazione nell’attuazione del Patto sia inferiore al del 21 marzo 1997, ha stabilito che 50% degli impegni in termini di tempi di l’ammontare massimo che un Patto spesa e di assorbimento della può ricevere non può superare la soglia manodopera o che non siano rispettati dei 100 miliardi di lire. le procedure ed i criteri precedentemente indicati). Il MTBPE trasferisce le risorse, in più tranches, direttamente al Soggetto Ai fini del coordinamento e Responsabile del Patto, affinché possa dell’attuazione del Patto, i soggetti effettuare i pagamenti a favore dei sottoscrittori devono individuare il soggetti titolari dei progetti Soggetto Responsabile tra quelli d’investimento. La prima quota ha un pubblici o costituire, allo stesso fine, importo corrispondente alla somma società miste. delle prime rate di tutte le iniziative e degli interventi inclusi nel Patto. Per le I compiti del Soggetto Responsabile quote successive, trimestralmente il sono quelli di: Soggetto Responsabile raccoglie le attivare le risorse finanziarie per richieste dei soggetti beneficiari consentire l’anticipazione e/o il relative alle quote di agevolazioni cofinanziamento di eventuali concesse da erogare nel successivo contributi statali, regionali e trimestre. comunitari; attivare le risorse tecniche ed Il Soggetto Responsabile deve organizzative necessarie alla rendicontare al Ministero, in base allo realizzazione del Patto; stato di avanzamento delle iniziative, verificare il rispetto degli impegni l’utilizzo delle somme ricevute. Per e degli obblighi dei soggetti questa attività di gestione e di sottoscrittori ed assumere le rendicontazione, il Soggetto iniziative ritenute necessarie in Responsabile riceve un compenso caso di inadempimenti o ritardi; compreso nelle somme trasferite dal verificare e garantire la coerenza Ministero; può comunque avvalersi di di nuove iniziative con l’obiettivo Istituti di credito espressamente di sviluppo locale a cui è finalizzato convenzionati. il Patto; assumere ogni altra iniziativa utile Per ciascun Patto approvato è prevista alla realizzazione del Patto. la nomina da parte del MBTPE di una commissione di monitoraggio e di Entro 40 giorni dall'approvazione del vigilanza, composta da cinque esperti Patto il Soggetto Responsabile deve

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sottoscrivere un Disciplinare 4.4. La valutazione dei Patti predisposto dal MTBPE volto a regolare i compiti gestionali e le responsabilità Le valutazioni effettuate sullo del “capofila” del Patto, ed in strumento Patti territoriali sono frutto particolare: di ricerche accademiche o commis- a) le modalità di erogazione delle sionate da enti nazionali, locali e uffici agevolazioni ai soggetti beneficiari; studi. Non è cioè stata prevista una b) la convenzione con la Cassa vera e propria fase di valutazione Depositi e Prestiti o con un Istituto istituzionale, ma sono per contro state bancario per la gestione delle realizzate molte iniziative di ricerca agevolazioni; valutativa che restituiscono un quadro c) la restituzione al MTBPE delle articolato dell’esperienza. Il territorio somme assegnate ai soggetti italiano è interessato da tre tipi di Patti: beneficiari delle agevolazioni e da i Patti di “prima generazione” o Patti questi non utilizzate entro i termini CNEL, quelli successivi alla delibera CIPE fissati ovvero utilizzate in difformità del 21 marzo 1997 (cosiddetti di dal progetto ammesso “seconda generazione”) e i Patti all'agevolazione; europei per l’occupazione. I numeri dei d) la disciplina delle revoche parziali e patti rivelano una presenza nettamente totali delle risorse assegnate; maggiore al Sud rispetto al resto del e) le modalità di controllo e verifica da paese (Galetto 2009): 67 patti attivati parte del Ministero sulle attività del nel Centro-nord (tra patti di I e II Soggetto responsabile; generazione e patti agricoli) contro i f) le penali a carico del Soggetto 142 attivati nel Mezzogiorno, esclusi i responsabile in caso di violazione 10 patti territoriali per l’occupazione, di degli obblighi assunti con il finanziamento europeo. Tale dato si disciplinare. riflette anche nella letteratura, dalla cui analisi emerge una maggiore atten- Il Soggetto Responsabile deve, inoltre, zione nei confronti dei patti attivati assicurare il monitoraggio e la verifica nelle regioni del Mezzogiorno (17 dei risultati, anche presentando al contributi esplicitamente centrati su MTBPE ed alla Regione una relazione patti al Sud, contro 9 che analizzano semestrale sullo stato di attuazione del patti al Nord). Per il Centro troviamo i Patto Territoriale. patti della Toscana studiati da Freschi È prevista anche una verifica preventiva (2001), mentre per il Nord particolare dell’idoneità tecnico-organizzativa del attenzione è stata rivolta ai patti del Soggetto Responsabile all’espleta- Piemonte (Barbera 2001; Barbera 2008; mento delle attività che gli sono Vesan e Sparano 2006 e 2010), con affidate. Si prevede che non oltre 30 particolare attenzione a quelli in giorni dalla sottoscrizione del provincia di Torino. Disciplinare, il Soggetto Responsabile Come sostenuto da Galetto in un’ampia presenti al Ministero la documen- e sistematica rassegna sulle ricerche sui tazione idonea a dimostrare il possesso Patti: “A oltre dieci anni dalla loro dei requisiti necessari allo svolgimento comparsa, non è ancora chiaro che cosa della propria attività nonché l’avvenuta si debba intendere con «esito» del sottoscrizione della convenzione con patto territoriale, né che cosa debba l’Istituto di credito prescelto. essere considerato un risultato positivo o negativo di tale politica” (2009, 491). Del resto, sono stati realizzati molti

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lavori di ricerca/valutazione sui Patti caso, gli attori locali hanno intercettato Territoriali a livello italiano e regionale. un flusso di risorse pubbliche e le L’unica ricerca che considera l’impatto hanno distribuite nel territorio, ma occupazionale dei Patti in modo senza che ciò abbia influito in modo controfattuale è quella di Acetturro e Di significativo sulla qualità delle loro Blasio (2007). La ricerca constata che a relazioni (Barbera 2001; Cersosimo e livello italiano sono stati creati 220 Wolleb 2001). Le ricerche empiriche sui patti, per un onere pubblico di 5,5 Patti territoriali hanno mostrato come i miliardi di euro. Quasi metà della fattori che spiegano la configurazione popolazione italiana risiede in un più o meno distributiva di un patto comune appartenente a un PT (80% nel siano da ricondurre soprattutto alle Mezzogiorno). Il lavoro in parola ha dimensioni del processo di policy: gli valutato l’efficacia dei Patti Territoriali aspetti relativi al partenariato e alla nello stimolare lo sviluppo economico, leadership sembrano giocare un ruolo in termini di occupazione e numero di chiave, più delle dimensioni relative al unità locali. I risultati ottenuti capitale sociale pregresso. suggeriscono che la partecipazione a un Ad esempio, in una delle più recenti e Patto non ha modificato in maniera sistematiche ricerche sui “patti significativa la performance economica territoriali ben avviati” veniva indagata delle aree interessate. Questo risultato la capacità dei patti di innescare una non sembra dipendere dal livello di maggiore attitudine allo sviluppo di sviluppo iniziale delle aree sottoposte relazioni cooperative tra i soggetti all’intervento, o dall’effettivo pubblici e privati (capitale sociale), una ammontare di fondi utilizzati. Risulta visione condivisa dello sviluppo locale e inoltre confermato sia per i Patti del un’accresciuta spinta alla progettualità Mezzogiorno sia per quelli del Centro locale, anche attraverso nuove Nord; resta valido anche per quel iniziative, tra cui l’avvio di PIT o di altre sottoinsieme di Patti che vengono esperienze con caratteristiche simili considerati dagli stessi responsabili (Magnatti et al., 2005). La ricerca ha della policy come casi di buon messo in luce una quantità di fattori funzionamento del Programma. rilevanti, economici, politici e sociali, La valutazione controfattuale degli associati alla presenza di patti di impatti occupazionali e d’impresa dei successo. In particolare cruciale appare Patti tralascia l’altro grande obiettivo la relazione tra patti di prima dei Patti: il consolidamento delle generazione e patti europei da un lato, coalizioni locali per lo sviluppo. A e intensità della leadership e del riguardo le ricerche hanno messo in partenariato dall’altro. Sembra cioè che luce che coalizioni che sostengono e vi sia stata una maggiore mobilitazione promuovono i patti territoriali possono della società locale e dei suoi leader per dare vita a realtà molto diverse, questi primi patti rispetto alla fase sintetizzate dall’espressione successiva. La novità dello strumento “concertazione distributiva” e patti e le difficoltà economiche e di “concertazione integrativa”. Nel primo destabilizzazione politica, hanno caso, il Patto Territoriale ha generato o stimolato la ricezione dei patti rafforzato, in linea con gli obiettivi attraverso un grado di mobilitazione e espliciti della politica, coalizioni stabili di coinvolgimento più elevato dei tra gli attori locali, aumentandone la soggetti locali. La presenza di queste fiducia reciproca e le relazioni condizioni è stata meno incisiva nella orizzontali. Al contrario, nel secondo fase successiva, quando lo strumento

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dei patti sembra essersi diffuso anche di politicizzazione del processo rischia per imitazione organizzativa e processi di annullare ogni valutazione tecnica di isomorfismo. Quando, cioè, le ragioni degli interventi, mentre l’assenza della imitative, di legittimazione esterna e di politica e il dominio della tecnica allineamento con le pratiche politiche rischiano di trasformare il processo in prevalenti hanno prevalso sulle ragioni un mero fatto procedurale, in tutto endogene, di mobilitazione e simile alla costruzione di una grande attivazione del patto come strumento opera infrastrutturale pubblica. La di policy per rispondere ad un problema relazione tra performance dei patti e di sviluppo locale. Un ruolo attivo, livello di integrazione tecnica-politica è continua la ricerca, è stato poi svolto da dunque ad “U” rovesciata: la due altre variabili: la debolezza performance è massima quando la dell’area in termini di sviluppo relazione tra le istanze politiche e economico e la composizione mista, in quelle tecniche lascia spazio anche termini di colore politico, delle all’autonomia reciproca delle due amministrazioni locali coinvolte nel dimensioni. patto. Questi fattori non incidono direttamente sulla performance, ma L’esperienza piemontese dei Patti inizia sembrano aver accompagnato un livello intorno alla metà degli anni ’90 e i poli più elevato di mobilitazione locale e di principali sono i territori inclusi leadership che ha poi influito sulla nell’Obiettivo 5.b dei fondi strutturali: performance. La mobilitazione del ovvero, il Piemonte del Sud (Alta Langa, partenariato, dunque, è più efficace se Valli Gesso, Vermegnana e Pesio), (i) l’area è caratterizzata da marcati l’Alessandrino e l’Astigiano del Nord. problemi di sviluppo economico e (ii) se Queste prime esperienze sono gestite, la difficoltà a coordinare ammini- in base alla normativa allora in vigore, strazioni di colore politico diverso dal CNEL, che certificava e supportava richiede di utilizzare effettivamente il le pratiche di concertazione (Patti di tavolo di concertazione come arena di prima generazione). Con la citata mediazione tra gli interessi. delibera CIPE si apre la seconda Inoltre, una leadership e un parte- stagione dei Patti Piemontesi e tra il nariato forti si accompagnano ad una 1997 ed il 1998 si muove il Canavese e maggiore continuità tra istanze il VCO, al giugno del 2000 i Patti politiche e istanze tecnico- Territoriali per i quali è già stato amministrative. Continuità, si badi, che stanziato un finanziamento economico non deve però dare luogo ad sono quattro. Sempre in questo biennio un’egemonia della politica sulla tecnica, nascono altri tre Patti, nel Cuneese e o viceversa. Piuttosto, buone nell’Astigiano; e anche in Provincia di performance sono accompagnate da Torino maturano tre progetti, il una sorta di embedded autonomy dei Pinerolese, Torino Sud e Torino Zona due momenti: tecnica e politica sono Ovest. A questi si aggiungono poi il entrambe necessarie per la costruzione Patto Val di Susa e nel Vercellese. di una buona concertazione locale. La difficoltà risiede nel mantenere, allo stesso tempo, un forte raccordo tra le due componenti che devono però anche rimanere autonome. Un eccesso

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Tab. 2 - I Patti piemontesi PATTO TIPO Soggetto promotore Soggetto responsabile Alpi del mare generalista Gal Mongioie Gal Mongioie Alpi del mare II agricolo Gal Mongioie Gal Mongioie Alessandria generalista Provincia di Alessandria Energia e Territorio S.p.A. Alessandria Sud est alessandrino agricolo Provincia di Alessandria Energia e Territorio S.p.A. Alessandria Società Consortile Langhe, Monferrato, Alta Langa Val Bormida generalista Comune di Alba Roero Verbano Cusio Ossola generalista Comune di Provincia del VCO Società Consortile Langhe, Monferrato, Val Bormida Alta Langa agricolo Comune di Alba Roero Comunità Montana Valli Comunità Montana Valli Gesso, Cuneese generalista Gesso, Vermenagna, Vermenagna, Pesio Pesio Torino zona ovest generalista Comune di Collegno Zona Ovest di Torino S.r.l Zona Ovest di Torino agricolo Comune di Collegno Zona Ovest di Torino S.r.l Comunità Montana Alta Provincia di Torino Valli di Susa agricolo Valle di Susa Canavese agricolo Comune di Ivrea Provincia di Torino Canavese generalista Comune di Ivrea Provincia di Torino Area Torino Sud generalista Comune di Moncalieri Provincia di Torino Pinerolese generalista Comune di Pinerolo Provincia di Torino A.S.S.O.T. (Agenzia per lo Provincia di Torino Sangone generalista sviluppo del sud ovest di Torino) Stura generalista Comune di Ciriè Provincia di Torino Comune di Settimo Provincia di Torino Po generalista Torinese

Le due tabelle seguenti riportano i dati economico-finanziari dei Patti piemontesi.

Tab. 3 - Iniziative imprenditoriali Iniziative imprenditoriali Numero iniziative Investimento Onere pubblico (mln) Nuova ammesse a ammissibile (mln) occupazione finanziamento Denominazione

Patto Alessandria 48 155.191 31.228 636 Patto Alta Valle 14 9.862 1.574 40 Bormida Patto Canavese 119 346.814 69.809 1.364 Patto Cuneo 18 44.842 5.941 82 Alpi del mare II* 12 11.147 6.211 25 Canavese* 34 12.970 5.238 9 Sud-est Alessandrino* 6 6.961 3.153 32 Val Bormida Alta 12 8.750 4.623 26 Langa* Val di Susa* 40 23.572 13.353 24 Zona Ovest di Torino* 40 21.604 10.016 21 Zona Ovest di Torino 105 423.641 77.749 1.335 Sangone 74 191.611 47.887 515 Stura 116 316.641 67.453 629 Pinerolese 159 277.878 68.823 890 Verbano-Cusio-Ossola 83 215.286 47.882 476 Torino Sud 157 296.517 70.062 1.462 Alpi del Mare 23 55.582 7.666 71 Totale Patti Piemonte 1.060 2.418.888 538.668 7.636 Fonte: Roberto di Gioacchino, Patti a rapporto. Indagine sui patti territoriali, Roma Ediesse, 2001 * Patti agricoli

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Tab. 4 - Opere infrastrutturali Infrastrutture Numero iniziative Investimento Onere pubblico (mln) Nuova ammesse a ammissibile (mln) occupazione finanziamento Denominazione

Patto Alessandria 6 14.425 12.861 16 Patto Alta Valle 3 1.515 1.200 4 Bormida Patto Canavese 7 33.842 28.535 / Patto Cuneo 8 4.243 3.591 / Alpi del mare II* 3 1.396 1.396 / Canavese* 1 332 233 / Sud-est Alessandrino* / / / / Val Bormida Alta / / / / Langa* Val di Susa* 4 1.869 1.869 1.869 Zona Ovest di Torino* 1 300 300 / Zona Ovest di Torino 9 26.831 22.244 / Sangone 18 34.494 17.994 18 Stura 20 18.825 9.420 / Pinerolese 12 16.550 11.179 14 Verbano-Cusio-Ossola 16 43.916 27.409 8 Torino Sud 15 57.587 29.938 / Alpi del Mare 32 33.292 23.936 / Totale Patti Piemonte 155 289.416 192.105 60 Fonte: Roberto di Gioacchino, Patti a rapporto. Indagine sui patti territoriali, Roma Ediesse, 2001 * Patti agricoli

Le ricerche svolte in Piemonte hanno di coscienza delle proprie confermato le analisi svolte a livello caratteristiche come sistema di area nazionale, specificando alcuni elementi vasta da parte dei territori. Le analisi di relativi ai costi di concertazione Barbera mostrano quindi che non (Barbera 2001; 2008) e alle dinamiche necessariamente una leadership e un di consolidamento delle coalizioni partenariato forti si accompagnano ad (Vesan e Sparano 2010). Quanto al una maggiore continuità tra istanze primo punto, gli studi hanno politiche e istanze tecnico- sistematicamente evidenziato la amministrative. Ciò accade, piuttosto, necessità che la partecipazione alla quando particolari condizioni di costruzione del processo pattizio fosse contesto e strategie degli attori vincolata a dei costi di concertazione: al generano processi di concertazione patto, cioè, dovrebbero partecipare caratterizzati da costi di concertazione coalizioni selettive, che si assumono (impegni vincolanti, rinunce agli responsabilità pagando dei costi di obiettivi parziali in vista di un obiettivo partecipazione. In generale, cioè, nei comune, risorse proprie) e da casi di successo gli attori hanno pagato atteggiamenti di assunzione di rischio. dei costi e rischiato risorse proprie nel Assumersi un rischio è un atto di fiducia progetto collettivo. Ciò si traduce tanto che stimola ulteriore fiducia e ciò nel concreto apporto tecnico- genera particolari modalità di finanziario al progetto, quanto nella legittimazione della leadership. diffusione di atteggiamenti e Il contributo di Vesan e Sparano comportamenti che implicano una presenta i principali risultati di una rinuncia o un parziale arretramento ricerca empirica svolta tra il giugno rispetto agli obiettivi e agli interessi 2005 e l’ottobre 2008 e indaga le dell’organizzazione di appartenenza. modalità di cooperazione formale tra Solo così si può giungere ad una presa attori pubblici e privati che comportano

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processi di co-regolazione delle ricerca si concentra sul consolidamento politiche socio-economiche locali, del partenariato, distinguendo tra avvalendosi di uno o più apparati dimensione organizzativa e dimensione organizzativi a tal fine designati. La operativa.

Fig. 1 - Dimensioni e variabili del processo di consolidamento dei Patti territoriali

Fonte: Vesan e Sparano 2006, 58

La ricerca si rivolge verso la Provincia di sviluppo e i fattori che ne hanno Torino, che con ben otto casi di Pt è segnato il percorso. Una delle una delle Province italiane con la conclusioni principali della ricerca è che maggior concentrazione di esperienze in un caso (il Patto della Zona Ovest) si pattizie. La ricerca empirica si è rileva un elevato livello di articolata in due fasi. Nella prima fase si consolidamento lungo entrambe le è rilevato il livello di consolidamento dimensioni individuate (organizzativa e degli otto casi di partnership esaminati, operativa). Le altre esperienze per poi selezionare i due che mostrano luci ed ombre: un buon grado presentano stati «estremi» (vale a dire di consolidamento in tre casi (i Patti del il caso di maggior consolidamento e Canavese, del Sangone e del quello di minor consolidamento Pinerolese), partnership scarsamente nell’universo preso in considerazione): consolidate in due casi (i Patti di Torino Zona Ovest e Stura. Nella seconda fase Sud e della Stura) e nessun significativo gli autori realizzano un’analisi segnale di consolidamento negli ultmi approfondita dei due casi selezionati, due casi (i Patti delle Valli di Susa e del ricostruendo le rispettive dinamiche di Po).

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Fig. 2 - Gli otto Patti della Provincia di Torino in base al livello di consolidamento della partnership

Fonte: Vesan e Sparano 2006, 65

In sintesi, gli studi di caso sul Patto della Zona Ovest e sul Patto della Stura mostrano come il consolidamento sia facilitato da alcuni elementi: - la natura inclusiva dei processi decisionali, volta ad offrire visibilità e spazio anche agli eventuali partner «minori»; - l’emergere di una chiara scelta politica, da parte degli amministratori locali, nel considerare la partnership come una propria creatura, voluta e pensata «dal basso»; - l’adozione di strategie rivolte a contenere i possibili conflitti interni al partenariato, attraverso la distribuzione di cariche e competenze tra i vari attori; - la presenza di uno stile di leadership democratico e inclusivo; - la presenza di strutture tecniche specializzate nelle iniziative rivolte allo sviluppo locale.

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5. Progetti Integrati d'Area ricostruisce il quadro normativo di riferimento dei Progetti Integrati d'Area (Pia) (par. 4.1) e si definiscono i caratteri principali del modello elaborato (par. Nel periodo di programmazione 2000- 4.2), considerando separatamente le 2006, nell'ambito della riforma dei regole di funzionamento dello Fondi strutturali, la politica regionale strumento (4.2.1), la fase di program- europea ha puntato fortemente mazione e selezione (par. 4.2.2), oltre sull’approccio integrato alla che l'implementazione (par. 4.2.3). progettazione. I Progetti integrati sono Infine, si sintetizzano i risultati della stati recepiti dal Quadro Comunitario di valutazione (par. 4.3) realizzata dal Sostegno (QCS) Obiettivo 1 e dai Valutatore indipendente (Ecoter, 2005) DOCUP delle aree ammesse e da ProVa (2005). all’Obiettivo 2 (Regioni del Centro- Nord), anche se lo strumento nelle diverse realtà ha presentato peculiarità distintive, a partire dalla 5.1. Il quadro normativo denominazione. In Piemonte, i Progetti Integrati di sviluppo socioeconomico I Progetti Integrati di sviluppo d'Area (PIA), introdotti con la Misura socioeconomico d'Area (PIA) vengono 3.1, hanno riunito una serie di azioni introdotti con la Misura 3.1 del DOCUP finalizzate a valorizzare e sviluppare le 2000-2006 e riuniscono una serie di specificità locali di interi territori. interventi, tra loro correlati, finalizzati a Questa linea di intervento nasce in valorizzare e sviluppare le specificità continuità con i Progetti Integrati locali di interi territori. Questa linea di sperimentati nella precedente fase di intervento nasce in continuità con i programmazione: i Progetti Integrati di Progetti Integrati sperimentati nella sviluppo turistico d'area (Misura 2.4 precedente fase di programmazione: i DOCUP 1994-1996), i Progetti integrati Progetti Integrati di sviluppo turistico di sviluppo turistico (Misura 2.2. DOCUP d'area (Misura 2.4 DOCUP 1994-1996), i 1997-1999) e i Progetti Integrati di Progetti integrati di sviluppo turistico bacini economici locali, aree sistema, (Misura 2.2. DOCUP 1997-1999) e i distretti (Misura 6.1 DOCUP 1997- Progetti Integrati di bacini economici 1999), infatti, possono essere locali, aree sistema, distretti (Misura 6.1 considerati l'esperienza pilota che DOCUP 1997-1999), infatti, possono precede la formulazione dei PIA. Le essere considerati l'esperienza pilota novità maggiori introdotte dai PIA sono che precede la formulazione dei PIA. almeno due. Innanzitutto, viene meno il modello gerarchico che poneva al Gli obiettivi dichiarati del DOCUP 2000- vertice la Regione e si assiste ad un 2006 consistono nell’aggancio del coinvolgimento istituzionale più ampio, sistema Piemonte alle economie forti non rigidamente definito, che rafforza europee. Le strade per perseguire la governance multilivello. In secondo questo obiettivo passano attraverso lo luogo, a differenza dei precedenti sviluppo di elementi di differenziazione strumenti integrati, i PIA non indicano e di qualificazione dei settori economici un unico comparto economico: in modo da garantire una crescita l'obiettivo che si pongono è strutturale, una maggiore dinamicità promuovere l'intersettorialità e, con dei comparti più innovativi, una essa, una più forte integrazione conseguente coesione sociale rafforzata progettuale. Nel presente capitolo si e sostenuta.

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Il Documento di Programmazione si (poli tecnologici). Anche in articola in quattro Assi: questo caso è presente il a) Internazionalizzazione richiamo alla logica del distretto. b) Qualificazione e Sostegno di Valorizzazione dei siti di sistema. interesse storico-naturalistico, c) Sviluppo Locale e Valorizzazione specie a fini di fruizione turistica del Territorio. (Assi 1-2-3). Le Misure dell’Asse d) Coesione sociale. 3 (entro cui è inclusa la progettazione integrata Questi Assi rappresentano le priorità territoriale) sono strategiche individuate dalla Regione principalmente rivolte a questo tenendo conto degli orientamenti obiettivo. comunitari e anche dell’analisi dei punti Rafforzamento della coesione di forza e di debolezza del territorio sociale, attraverso piemontese. In effetti, l'analisi SWOT l’imprenditorialità e interventi aveva individuato quale “nodo critico” finalizzati allo sviluppo dello scenario regionale di imprenditoriale, specie programmazione, la necessità di femminile (asse 4). adeguare i tradizionali settori dell’economia, sia nella vocazione A ogni Asse corrispondono più Misure, industriale che in quella turistico- che rappresentano gli strumenti culturale. Il DOCUP 2000-2006, attivabili per il perseguimento delle partendo da questa criticità rilevata, strategie e degli obiettivi definiti a risponde mettendo in campo le livello dello stesso Asse. A loro volta, le seguenti azioni: singole Misure trovano attuazione Promozione della logica di attraverso linee di intervento, ciascuna cooperazione e di filiera delle quali contribuisce al nell'ottica perseguimento delle finalità di ordine dell’internazionalizzazione (asse superiore (cioè della Misura). Nella 1): da un lato, cercando di tabella che segue (tab. 1) si presenta il favorire l’accesso delle imprese quadro riepilogativo degli Assi, delle piemontesi alle reti europee e, Misure e delle Linee di intervento del dall'altro, di attrarre gli DOCUP 2000-2006. investimenti esterni. Dal punto di vista della programmazione è È importante sottolineare che il periodo importante il richiamo alla di programmazione 2000-2006 fa logica del distretto. registrare alcuni cambiamenti rispetto Rafforzamento del sistema delle al passato, a seguito della riforma dei imprese (Asse 2), diretto e Fondi strutturali varata dal Consiglio indiretto. L'obiettivo è il Europeo. Innanzitutto, la riforma completamento del processo di introduce un regime di sostegno riconversione del sistema transitorio a favore di quelle aree che economico piemontese e il nei precedenti periodi di miglioramento qualitativo del programmazione erano considerate settore dei servizi, tramite la ammissibili agli Obiettivi 2 e 5b ma non diffusione di modelli e risultano più comprese nel nuovo competenze innovativi e la Obiettivo 2. Nello specifico, il sostegno predisposizione di spazi di viene erogato in misura decrescente accesso e scambio tecnologico sino al 31 dicembre 2005, per evitare

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alle aree che ne beneficiano piano di sviluppo che ha costituito l’interruzione improvvisa dell’aiuto la base del Documento Unico di comunitario. Il DOCUP Piemonte 2000- Programmazione (DOCUP) 2006, quindi, descrive gli interventi da contenente il relativo programma realizzarsi nelle zone Obiettivo 2 e in d’intervento. Dopo l’approvazione quelle definite zone Phasing out. del DOCUP da parte della In secondo luogo, gli Obiettivi Commissione europea, la Regione comunitari vengono ridotti da sette a ha predisposto il Complemento di tre: Obiettivo 1, Obiettivo 2 e Obiettivo Programmazione, ossia il piano 3. L'Obiettivo 1 promuove lo sviluppo e dettagliato delle Misure e delle l’adeguamento strutturale delle Regioni Linee d’azione. “in ritardo” (Pil pro capite inferiore al o Addizionalità: le risorse 75% della media comunitaria); si comunitarie devono sommarsi e applica anche alle aree scarsamente non sostituirsi a quelle già popolate (ex Obiettivo 6) e alle regioni stanziate dalle autorità nazionali e ultra-periferiche; al suo finanziamento locali. partecipano tutti i Fondi strutturali. o Partenariato o concertazione: L'Obiettivo 2 favorisce la riconversione stretta cooperazione tra la economica e sociale delle zone con Commissione e le autorità difficoltà strutturali; riguarda le zone in nazionali, regionali e locali o le fase di mutazione socio-economica nel altre autorità pubbliche settore industriale e dei servizi, le aree competenti, le parti economiche e rurali in declino, quelle urbane in sociali ed altri organismi interessati difficoltà e le zone in crisi dipendenti all’interno di ciascuno Stato dalla pesca. Riunisce sostanzialmente i membro, dallo stadio precedenti Obiettivi 2 e 5b e riguarda dell’elaborazione dei programmi aree di minore ampiezza rispetto a fino all’attuazione degli interventi. quelle Obiettivo 1. Il fondo che o Concentrazione degli interventi su interviene in Piemonte per l’Obiettivo 2 un numero ristretto di obiettivi è il FESR. L'Obiettivo 3 favorisce prioritari. l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di formazione e occupazione nelle aree non in Obiettivo 1; riunisce i precedenti Obiettivi 3 e 4 ed è finanziato dal solo FSE. Infine, vengono precisati e rafforzati i principi di funzionamento dei Fondi: o Programmazione: elaborazione di programmi di sviluppo pluriennali, in più fasi, concertata tra la Commissione e le autorità pubbliche, nazionali, regionali, locali e le parti economiche e sociali. Per quanto riguarda l’Obiettivo 2, in Piemonte l’attuazione di questo principio si è tradotta nella redazione di un

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Tab. 1 – Assi e Misure DOCUP 2000-2006 - Fonte: Regione Piemonte, sito internet ASSI MISURE LINEE DI INTERVENTO

1. Internazionalizzazione 1.1 Valorizzazione dell’immagine a) Piemonte nel mondo regionale e promozione b) Promozione internazionale per settori internazionale dei prodotti economici ed aree geografiche piemontesi 1.2 Supporto a) Promozione internazionale delle all’internazionalizzazione del sistema imprese economico del Piemonte b) Supporto agli investimenti esteri in Piemonte 2. Qualificazione e 2.1 Sostegno agli investimenti delle a) Finanziamento legge 488/92 sostegno di sistema imprese b) Finanziamenti per gli investimenti delle imprese c) Leggi integrative per gli investimenti imprenditoriali d) Aiuti agli investimenti in connessione con prestiti BEI 2.2 Sistemi finanziari e di consulenza a) Interventi di ingegneria finanziaria per lo sviluppo e la creazione di tramite consorzi di garanzia imprese b) Interventi di ingegneria finanziaria tramite prestiti partecipativi c) Consulenze strategiche per la qualificazione delle imprese 2.3 Completamento e sviluppo di Completamento e sviluppo di strutture strutture insediative per il sistema insediative per il sistema economico economico 2.4 Valorizzazione della ricerca a) Ricerca applicata di sistema scientifica al fine di promuovere il b) Azioni di sostegno alla realizzazione trasferimento tecnologico e lo della società dell’informazione sviluppo della società c) Azioni a sostegno dell’e-business dell'informazione 2.5 Interventi turistici e culturali di a) Sistema delle residenze sabaude sistema b) Sviluppo del sistema dei prodotti turistici territoriali e termali 2.6 Incentivi alle PMI per progetti di a) Incentivi alle PMI per investimenti a ricerca e per investimenti a finalità finalità ambientale ambientale b) Incentivi alle PMI per progetti di ricerca 3. Sviluppo locale e 3.1 Valorizzazione della a) Progetti integrati di sviluppo valorizzazione del programmazione socioeconomico di area territorio integrata d’area b) Sistema della Corona Verde 3.2 Interventi di riqualificazione Interventi di riqualificazione locale locale effettuati da soggetti pubblici effettuati da soggetti pubblici 3.3 Interventi di riqualificazione Interventi di riqualificazione locale locale effettuati da soggetti privati effettuati da soggetti privati 4. Coesione sociale 4.1 Interventi di inclusione sociale a) Riqualificazione di edifici ed aree a funzione sociale plurima b) Regime di aiuto rimborsabile per il sostegno di attività economiche 4.2 Creazione d’impresa a) Strumenti finanziari per la creazione d'impresa b) Realizzazione di infrastrutture territoriali per lo sviluppo imprenditoriale

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Per quanto riguarda specificamente il quanto attiene ai progetti finanziabili, terzo Asse “Sviluppo Locale e la linea sostiene progetti che Valorizzazione del Territorio”, esso mira valorizzano le potenzialità di specifiche a favorire uno sviluppo sostenibile dei aree territoriali quali, ad esempio, il territori, che vengono intesi come aree recupero di siti, la realizzazione di omogenee sotto l’aspetto morfologico o centri di formazione professionale, di economico o sociale. Quello di sale polivalenti, di strutture fieristico omogeneità risulta essere un concetto espositive, centro servizi comuni, chiave. Si compone di tre Misure che interventi pubblici per animare lo prevedono due tipologie di azioni: da sviluppo turistico, interventi per la un lato, quelle volte alla salvaguardia, valorizzazione pubblica del patrimonio alla messa in sicurezza di siti inquinati, storico-culturale-naturalistico, al recupero delle situazioni di degrado e interventi di urbanizzazione primaria e alla tutela delle risorse ambientali secondaria. Questi progetti prevedono (Misura 3.2 – Misura 3.3); dall’altro, il coinvolgimento di numerosi quelle tese alla valorizzazione e operatori, la convergenza di risorse riqualificazione del tessuto economico, pubbliche e, in misura minore, private culturale e sociale (3.1). per il rilancio delle aree individuate. I Pur integrandosi tra loro nel perseguire destinatari dell’intervento risultano l'obiettivo di una riqualificazione essere enti locali, piccole e medie territoriale, solo la Misura 3.1 contiene imprese appartenenti al settore le caratteristiche tipiche degli strumenti dell’industria, costruzioni, artigianato, di sviluppo locale. Solo questa Misura, commercio, turismo e servizi. Nella fase infatti, è esplicitamente rivolta a di definizione del progetto sono valorizzare le pratiche concertative, le ammissibili le spese di progettazione, esperienze di sviluppo “dal basso” e gli studi e le consulenze specialistiche una visione di sistema di territori mentre nella fase di realizzazione si determinati. aggiungono le spese per le attrezzature Essa è articolata in due linee di dei centri servizi, i servizi per le imprese intervento: e i cittadini, le infrastrutture funzionali a) Progetti integrati di sviluppo di all’economia del progetto, la sviluppo socio-economico di area, ristrutturazione dei beni culturali e il finalizzati alla valorizzazione delle recupero - rinaturalizzazione dei beni potenzialità di specifiche aree ambientali. Il contributo a fondo territoriali; perduto è concesso nella misura b) Sistema della Corona verde, un massima dell’80%. complesso di interventi di qualificazione dell’Area 5.2 I PIA come modello di Metropolitana Torinese volti a costituire una rete ecologica. progettazione integrata del DOCUP 2000-2006 I Progetti Integrati rappresentano lo strumento prioritario nell’ambito delle 5.2.1 Caratteristiche e regole politiche di sviluppo locale promosse dalla Regione attraverso il DOCUP: non di funzionamento dei a caso la linea che li prevede (3.1a) PIA assorbe poco meno del 37% delle risorse destinate all’intero Asse. Per Nell'ambito della riforma dei Fondi

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strutturali, la politica regionale europea (Commissione Europea, 2000). Nel ha puntato fortemente sull’approccio DOCUP, la progettazione integrata viene integrato alla progettazione. Nel definita come “un complesso di periodo di programmazione 2000-2006, interventi, afferenti uno o più settori i Progetti Integrati sono stati recepiti dal economici, che sono caratterizzati da Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) una stretta coerenza e da un Obiettivo 1 e dai DOCUP delle aree collegamento funzionale e sinergico, ammesse all’Obiettivo 2 (regioni del che convergono verso un obiettivo di Centro-Nord, tra cui il Piemonte). In sviluppo del territorio mediante la entrambe le aree i Progetti Integrati concentrazione degli investimenti su hanno avuto un ampio utilizzo, anche una o più delle potenzialità dell’area” se lo strumento nelle diverse realtà (DOCUP 2000-06). presenta peculiarità distintive, a partire dalla denominazione: nelle regioni Nel Quadro comunitario di sostegno dell’Obiettivo 1 si definiscono (QCS), Ob.1 2000-2006, vengono Programmi Integrati Territoriali (PIT) sintetizzate le cinque caratteristiche che mentre, in generale, nelle aree contraddistinguono questo strumento ammesse all’Obiettivo 2 si parla di di programmazione: Programmi Integrati di Sviluppo Locale l' attitudine a sviluppare legami (PISL) e, nel caso della Regione sinergici tra gli interventi che li Piemonte, di Programmi Integrati compongono; d’Area (PIA). Anche la modalità di la valenza ad attuare il principio di finanziamento è differente tra i Progetti concentrazione delle risorse (sia Integrati dell’Obiettivo 1 e quelli previsti territoriale che tematica); per le aree Obiettivo 2: mentre nel la definizione di un’idea-forza con un primo caso, infatti, è possibile numero limitato di specificità finanziare tutte le attività previste dai territoriali; regolamenti comunitari dei quattro l’identificazione di un’area territoriale fondi strutturali, nel secondo le attività considerata omogenea dal punto di finanziabili sono esclusivamente quelle vista socioeconomico; previste dal FESR (non si può parlare di l’orientamento verso forme di integrazione finanziaria). Vale la pena maggiore cooperazione tra gli attori sottolineare che il V Programma del territorio. Quadro comunitario (QCS 2000-2006), introduce novità importanti in ordine al Nonostante il loro carattere innovativo, partenariato tra Commissione Europea, in Piemonte i Progetti Integrati d'Area Stati membri e Regioni, ponendo non si sono presentati come uno l’attenzione sul ruolo della governance strumento nuovo perché, come già multilivello e sulla capacità di integrare affermato, si sono ispirati ad altre le linee di finanziamento, a sostegno esperienze di progettazione integrata e delle politiche di sviluppo. di programmazione negoziata (specie i Patti Territoriali), sperimentate nel I Progetti Integrati vengono definiti a corso degli anni Novanta. La Misura 3.1, livello comunitario come “un complesso infatti, nasce in continuità con la Misura di azioni intersettoriali strettamente 2.4 del DOCUP 1994-'96, con le Misure coerenti e collegate tra di loro, che 2.2 e 6.1 del DOCUP 1997-'99. convergono verso un comune obiettivo Quest'ultima Misura, in particolare, è di sviluppo del territorio e giustificano l'esperimento progettuale più vicino ai un approccio attuativo unitario” PIA, dal momento che estende il suo

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intervento da uno specifico settore, industriale del Canavese. Il progetto ha come il Turismo per le altre due Misure, realizzato circa 250 interventi, di cui allo sviluppo socio-economico di aree 140 progetti di fattibilità o proget- predeterminate; si riferisce a tre “aree tazione/prototipazione. Gli interventi omogenee” (Province di Torino, hanno coinvolto circa 118 aziende Alessandria e Verbano-Cusio-Ossola), diverse. Concretamente, il progetto si scelte dalla Regione di concerto con la proponeva di soddisfare esigenze di Provincia, per lo sviluppo di progetti innovazione tecnologica non facilmente misti turistico-industriali, prevalen- sviluppabili all’interno dell’azienda temente turistici, o solo industriali. A singola (Barbera, 2005). titolo di esempio, si può ricordare il progetto “TS Canavese” che conteneva Qui di seguito vengono sintetizzate le azioni sul trasferimento di innovazione caratteristiche principali degli strumenti tecnologica e cinque centri di integrati nei diversi periodi di competenza e laboratori. L'obiettivo era programmazione (tab. 2). Dal confronto l’avvio di progetti di ricerca atti ad emerge anche che l’infrastrutturazione aggiornare e sviluppare il know-how del territorio costituisce il tema scientifico e tecnologico dei Centri di unificante delle diverse azioni di competenza per adeguarne la rispon- programmazione integrata promosse denza alle esigenze del tessuto dai DOCUP.

Tab. 2 – Caratteristiche strumenti integrati Regione Piemonte 1994-1996 1997-1999 2000-06 Misura Obiettivi Misura- Obiettivi Misura- Obiettivi - linea linea linea Infrastrutturazione 2.2 Infrastrutturazione, promozione Infrastrutturazione , aiuti agli e aiuti agli investimenti turistici riqualificazione investimenti e per → 6 aree specifiche del locale, animazione promozione territorio individuate dalla turistica finalizzata turistica per → 4 Regione allo sviluppo socio- aree specifiche del Infrastrutturazione e aiuti agli 3.1a economico di aree 6.1 2.4 territorio investimenti di → 3 aree specifiche del individuate dalla caratterizzate da omogeneità di territorio Regione condizioni socioeconomiche individuate dalla Regione di concerto con la Provincia

Nel DOCUP 2000-2006 i PIA vengono viene individuato un Capofila, scelto disciplinati nel CdP e successivamente dagli Enti coinvolti, attraverso la nello schema di indirizzo (DGR 17 sottoscrizione di una Convenzione, dicembre 2001, n. 83) approvato dalla che rappresenta davanti alla Regione. Regione il partenariato istituzionale e le esigenze di sviluppo del Per quanto riguarda le regole di territorio; funzionamento dello strumento, vengono attivati tavoli di diverse sono le innovazioni introdotte concertazione, per lo più si tratta di rispetto alle precedenti esperienze: riattivazione di tavoli pregressi la Provincia si occupa del utilizzati dai Patti territoriali, che coordinamento degli Enti locali seguono il processo di predi- coinvolti, della selezione dei sposizione, progettazione e progetti da includere nel PIA e implementazione del PIA; dell'assistenza tecnica agli Enti; l’area bersaglio dell’intervento viene

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individuata dagli stessi Enti, che maggiori introdotte dai PIA riguardino formano un’aggregazione territo- la divisione dei ruoli tra i diversi livelli di riale caratterizzata al proprio governo: rispetto al passato, infatti, interno da omogeneità socio- viene meno il modello gerarchico che economica e da un comune poneva al vertice la Regione e si assiste obiettivo di sviluppo; ad un coinvolgimento istituzionale più gli interventi possono essere ampio, non rigidamente definito, che multisettoriali e sono rappresentati rafforza la governance multilivello (tab. da tutti quelli finanziabili dalle 3). misure del DOCUP.

Emerge chiaramente come le novità

Tab. 3 - Ruoli e attività della progettazione integrata territoriale Attività svolte effettivamente Regione Provincia Capofila Beneficiari altri

diagnosi strategica X definizione degli indirizzi e dei criteri X X definizione entità delle risorse X X definizione modulistica X informazione locale X X*** definizione dell’area PLI X X X X coordinamento predisposizione X X*** definizione del progetto (concertazione) X X X X*** raccolta dei progetti X X*** prima istruttoria degli interventi con X assistenza seconda istruttoria con assistenza (CROP) X coordinamento attuazione X X attuazione interventi X monitoraggio finanziario X X monitoraggio fisico (andamento lavori, X X varianti e revoche) controllo a campione X rendicontazione finale (raccolta fine X X X* lavori) pagamento X valutazioni X**

* anche a soggetti terzi convenzionati. ** Ecoter ***Agenzie per lo sviluppo locale

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In generale, si può affermare che alle Obiettivo 2, anche se situati in Province viene delegato il rapporto con province diverse; i territori. Tra le novità di maggior • concentrazione: gli investimenti si rilievo, viene affidato alla concertazione concentrano su una o più tra Province e Enti locali (Comuni, potenzialità dell'“area bersaglio”, così Comunità montane ecc.), che le azioni convergano verso un l'individuazione delle “aree bersaglio” e comune obiettivo di sviluppo locale. la formazione delle aggregazioni territoriali, sulla scorta del criterio di Assieme all'omogeneità socio- omogeneità socio-economica. La economica, la presenza dei suddetti tipi Regione, attraverso il documento di di integrazione rappresenta la condi- indirizzo regionale, suggerisce alcuni zione necessaria per realizzare il indicatori per identificare le aree modello di PIA presentato nel DOCUP omogenee che sono riassumibili in 2000-2006. quattro tipologie: (i) indicatori istituzionali; (ii) indicatori morfologici; (iii) indicatori demografici; (iv) indicatori 5.2.2 La programmazione e di struttura economica. La Provincia e la selezione gli altri Enti possono utilizzarli o elaborarne e indicarne altri. I Progetti Integrati d'Area sono progetti

a regia regionale attuati mediante il Così come non individua i territori coordinamento delle Province e in oggetto di intervento, la Misura 3.1a convenzione con le Amministrazioni non indica neppure un unico comparto pubbliche capofila. È previsto che la economico (a differenza di quanto Regione inviti gli Enti locali a presentare avveniva per i precedenti strumenti progetti integrati elaborati secondo uno integrati). L'obiettivo è di promuovere schema di indirizzo, che contiene l'intersettorialità e, con essa, una più obiettivi e contenuti minimi della forte integrazione progettuale. Programmazione integrata. La Province Per quanto attiene a questo punto, il interessate sono tenute a assumere le modello di progettazione integrata opportune iniziative per giungere alla assunto dalla Regione con i PIA informazione e alla definizione del presenta le seguenti caratteristiche, progetto che deve essere ben evidenziate nel rapporto Ecoter accompagnato da un accordo o patto (2005): tra i diversi attori locali interessati • integrazione settoriale: gli interventi (Comuni, Comunità Montane, sono afferenti a uno o più settori Associazione di categoria, Enti pubblici, economici caratterizzati da stretta Organizzazioni sindacali, Organismi coerenza e da collegamento finanziari, Imprese, Consorzi, Asso- funzionale; ciazioni e realtà non profit, ecc.). e • integrazione orizzontale: per i coordinato da un Ente locale capofila Progetti Integrati è stata prevista la (insieme alla Provincia qualora essa non possibilità di esplicitare l’effettiva si identifichi con il Capofila). In effetti, integrazione con progetti non pur mantenendo la funzione di direttamente finanziati dai PIA, ma coordinamento e animazione, alcune correlati a essi; Province (Cuneo e Biella) non hanno • integrazione territoriale: sinergia e assunto il ruolo di Capofila, svolto dalle complementarità tra PIA localizzati in Comunità Montane che preceden- aree Phasing out e PIA di aree temente avevano maturato una più

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qualificata esperienza nei processi di selezione, emerge come questa sia programmazione di aree sovracomu- costituita da un processo articolato e nali. La Regione infine, valuta le multilivello, con operazioni in sequenza proposte presentate, ammettendo a ed altre che si svolgono parallelamente. finanziamento quelle ritenute idonee. Questa fase, inoltre, evidenzia l'importante ruolo svolto dalla Provincia Più nel dettaglio si possono rintracciare e dal partenariato locale nelle diverse quattro fasi: fasi di realizzazione dei Progetti. 1) in seguito alla definizione delle aree omogenee, a cui si perviene con il I punti seguenti sintetizzano una sorta confronto tra Province e territori, la di “iter medio” del progetto, una volta Provincia raccoglie le proposte individuata l’area omogenea: presentate dai soggetti locali. In • tavolo di concertazione tra questa stessa fase i tavoli di Provincia, amministrazioni locali e concertazione elaborano la diagnosi parti sociali. Qui avviene la prima territoriale, effettuando l’analisi selezione di progetti, secondo il filo SWOT del contesto, e nominano conduttore di quell’area omogenea. l’ente Capofila; • Il frutto di questa scrematura viene 2) la Provincia dà luogo ad una prima proposto alla Regione, che fa una valutazione degli interventi proposti prima sommaria analisi di coerenza in relazione alla coerenza con il e ammissibilità. DOCUP, con lo schema di indirizzo • I risultati di questa ulteriore predisposto dalla Regione, con gli selezione vengono concertati e altri strumenti di programmazione approfonditi con i soggetti locali operanti sul territorio, con i propri (aggregazioni ulteriori, etc) e poi indirizzi di programmazione e con formalizzati. l’analisi SWOT effettuata; • Il CROP (Comitato Regionale per le 3) dopo la prima selezione operata Opere Pubbliche, formato da dalle Province e dai territori sui rappresentanti di tutti i settori e che “contenuti”, la Regione effettua una vigilia sui costi delle opere) valutazione “formale” (spese interviene poi, a fronte di un ammissibili e controllo di progetto già definitivo (ammissibile cantierabilità). In particolare, questa e finanziabile). Il CROP ha approvato valutazione viene eseguita da tutti i progetti, chiedendo modifiche istruttori della Direzione Industria e a circa il 5% dei progetti. dal CROP (Comitato Regionale per le • Il comitato tecnico di valutazione, a Opere Pubbliche); fronte della formalizzazione (fase 4) con il parere positivo del Comitato intermedia avanzata), valuta una tecnico di valutazione, il PIA diventa scheda tecnica. Solo a quel punto il definitivo e viene ammesso al progetto diventa definitivo e il finanziamento. La realizzazione soggetto proponente affida degli interventi è lasciata ai territori l’incarico ad un progettista. ma si attua un “sistema stretto” di • Il progetto viene così inviato alla monitoraggio sui lavori (Provincia, Regione e al CROP per un ultimo Capofila e, in ultimo, la Regione esame. attraverso società esterne) e sulle • Dopo l’istruttoria formale interna spese (Regione). giuridico-tecnico-amministrativa i progetti sono definitivamente Centrando il fuoco sulla fase di ammessi al finanziamento, per un

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contributo massimo che è quello gli attori locali e tra questi e la Regione indicato dalla scheda economica (Barbera, 2005). indicata nel progetto. • Successivamente, si passa alla La figura sottostante (fig. 2) comunicazione di avvenuta gara rappresenta lo schema di valutazione d’appalto, quindi al calcolo dei PIA, mostrando il diverso ruolo degli dell’eventuale ribasso d’asta e alla attori coinvolti nel processo. Per rideterminazione del contributo quanto riguarda la sua interpretazione, (che a questo punto può essere solo l’acronimo DC sta ad indicare la inferiore a quello previsto). proposta di intervento; i pallini a sinistra dello schema presentano la Questo processo di selezione, articolato composizione del gruppo di valutazione e strutturato su diverse fasi e livelli, ha della Regione Piemonte, in marrone i aiutato ad avere progetti funzionari della Regione, in verde quelli “immediatamente cantierabili”, dove della Provincia e in blu i consulenti l’elemento qualificante è la possibilità esterni; con EVAL (R) si intende la fase di realizzazione tecnico-economica del di valutazione della Regione mentre progetto. con EVAL (P) la fase di valutazione della Il processo di selezione, dunque, è stato Provincia. informato da una logica incrementale di continuo confronto e aggiustamento tra

Fig. 1- Schema valutazione PIA

Fonte: Cavallo Perin, 2007

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Nella costruzione della politica la cronoprogramma presentato nello Regione ha pianificato scadenze Schema di indirizzo (tab. 4). precise, così come si evince dal

Tab. 4 – Cronoprogramma PIA FASE entro entro entro entro entro entro entro PREPARATORIA gennaio aprile settembre ottobre marzo settembre dicembre '02 '02 '02 '02 '03 '03 04 Individuazione X aree e raccolta della proposte Conclusione fase X preparatoria FASE DI PREDISPOSIZIONE Presentazione in X Regione dei progetti definitivi FASE DI VALUTAZIONE Ammissione X progetti FASE DI ATTUAZIONE Consegna lavori e X apertura cantieri Realizzazione 30% X interventi Fine lavori X Animazione e X X X X X X X coordinamento Monitoraggio X X X X X X X finanziario (trimestrale) e fisico (annuale) Controllo X

5.2.3 La fase di Comunità Montane, come anche nella provincia di Alessandria per il PIA-Valli implementazione appenniniche; nella provincia di Biella si verifica l’unico caso sia di PIA attuato da La linea 3.1a ha finanziato 19 PIA e un Comune (il Comune di Coggiola è coinvolto 7 Province (Alessandria, Asti, Capofila del PIA Valsessera) sia di PIA Biella, Cuneo, Torino, Verbano-Cusio- interprovinciale (si tratta del PIA Pays- Ossola, Vercelli). Il PIA Pays-Sage è sage il cui Capofila è la Provincia di interprovinciale e coinvolge 2 Province: Torino). I Comuni dell’Obiettivo 2 Torino e Biella. Un numero di 13 coinvolti nell’attuazione dei PIA sono province su 19 sono state investite della 310, 160 i Comuni in Phasing Out. La responsabilità dell’attuazione dei figura che segue (FIG. 1) evidenzia Progetti Integrati in qualità di soggetto graficamente le aggregazioni territoriali Capofila, mentre nella Provincia di dei PIA, i confini comunali sono tracciati Cuneo il ruolo di Capofila dei 4 PIA da linee nere sottili, quelli provinciali da approvati è stato assunto dalle linee nere più marcate.

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Fig. 2 – I PIA della Regione Piemonte

Fonte: elaborazione IRES-Piemonte (2010)

Gli investimenti totali attivati sul Integrato, è stato effettuato per il PIA - territorio attraverso questo strumento Torino ovest e Sangone ammontano a 193.461.560,79. Il costo (28.111.428,57), mentre il più medio dei singoli progetti inclusi in contenuto per il PIA – Comunità Valli ciascun PIA risulta pari a circa 325mila, Gesso, Vermenagna e Pesio con un valore di minimo nella provincia 1.074.600,00 (provincia di Cuneo). Il di Cuneo (PIA –Tracce di storia e scorci numero totale di progetti finanziati di natura delle Alpi marittime) pari a ammonta a 594, con un numero medio 125.683,51 e un valore massimo nella di progetti per PIA di 31.2. provincia di Torino (PIA -Torino ovest e Sangone) pari a 851.861,47. Il costo La tabella che segue (tab. 5) riassume le medio dei 19 PIA ammonta a caratteristiche principali dei PIA, il 9.490.166,33; l’investimento più numero di interventi, l'investimento consistente, in termini di Progetto totale e quello medio.

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Tab. 5 – Caratteristiche PIA Provincia Denominazione Capofila N° Investimenti Costo medio PIA Interventi totali per progetto Basso Monferrato Provincia 15 2.354.940,87 156.996,06

Alto Monferrato Provincia 52 12.517.900,69 240.728,86 AL Valle Scrivia Provincia 33 5.762.575,58 174.623,50 Valli Appenniniche Comunità Montana 29 4.015.840,25 138.477,25 Valli Curone Grua e Ossona Totale 129 24.651.257,39 191.095,02 AT Colline in luce Provincia Totale 67 18.179.423,00 271.334,67 Pays-sage Provincia di Torino 9 2.724.614,25 302.734,92 BI Valsessera Comune di Coggiola 13 5.693.200,98 437.938,54 Totale 22 8.417.815,23 382.627,97 Alpi Marittime Comunità Montana 35 4.398.923,00 125.683,51 Valli Mongia Cevetta e CN Langa Cebana Colline d’Autore Comunità Montana 28 4.094.189,38 146.221,05 Langa Delle Valli Valli Gesso Comunità Montana 5 1.074.600,00 214.920,00 Valli Gesso Vermenagna Pesio Valli Occitane Comunità Montana 52 7.193.778,16 138.341,89 Valli Po Bronda Infernotto Totale 119 16.761.490,54 140.852,86 Collinando Provincia 7 1.213.587,63 173.369,66

Due fiumi Provincia 20 14.796.785,81 739.839,29

Pays-Sage Provincia 56 17.663.291,17 315.415,91 TO Torino ovest Provincia 33 28.111.428,57 851.861,47 Torino sud Provincia 24 15.033.543,15 626.397,63 Torino 2006 Provincia 36 15.599.239,55 433.312,21 Totale 176 92.417.875,88 525.101,57 VCO Verbano-Cusio- Provincia Ossola Totale 51 16.343.323,00 320.457,31 VC Vercelli Provincia Totale 30 16.690.375,75 556.345,86 TOTALI 594 193.461.560,79 325.692,86 Fonte: Ecoter, 2005

Per quanto riguarda le azioni di te dedicati) che svolgevano dall’interno assistenza tecnica, esse si sono ruoli tecnici, di istruttoria, di sviluppate in diverse direzioni. In rendicontazione, di aggiornamento dei particolare: l’assistenza tecnico-formale dati e delle comunicazioni sul web e di messa a disposizione dalla Regione; il segreteria. forte ruolo delle Province; il contributo Inoltre, La Regione ha previsto un fornito dalla Agenzie per lo sviluppo supporto finanziario di 70.000 euro alle locale. Province per impostare misure A livello della Regione-Direzione organizzative esclusivamente dedicate. Industria il personale che ha seguito la Le Province hanno, con intensità e Misura 3.1 del DOCUP era costituito da modalità diverse, impostato azioni cinque elementi (di cui 3 esclusivamen- mirate di assistenza. Un ruolo

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importante è stato svolto dalle Agenzie processi di sviluppo locale, il rapporto per lo sviluppo locale che, quando ha indagato quali cambiamenti, presenti, hanno seguito sia la fase di innovazioni o criticità hanno indotto sul “animazione territoriale” (coinvolgi- sistema di governance territoriale mento e sensibilizzazione degli attori l’esperienza dei Progetti Integrati locali) sia quella di progettazio- d’Area. La verifica del principio di ne/selezione degli interventi. Spesso le integrazione (territoriale e progettuale) Agenzie hanno partecipato anche ai e concentrazione (territoriale e Tavoli di Concertazione Regione- finanziaria) sono stati utilizzati per Provincia per la definizione delle aree esprimere una valutazione sull'idoneità omogenee. In alcuni casi poi l’assistenza dei PIA di conseguire gli obiettivi del tecnica è stata fornita non da Agenzie DOCUP. per lo sviluppo locale ma da studi di architetti. Di seguito si presentano sinteticamente i principali risultati della valutazione, 5.3 La valutazione dei PIA evidenziando i fattori di successo e le criticità rilevate.

I Progetti Integrati d'area sono stati Per quanto riguarda il principio di oggetto di valutazione da parte del concentrazione territoriale e Valutatore indipendente (Ecoter, 2005) finanziaria, il rapporto di valutazione e di Prova (2005). esprime un giudizio positivo, dal momento che l’identificazione delle Nel Rapporto “Sviluppo Locale e aree omogenee effettuata dai Progetti Integrati nel DOCUP 2000-06 partenariati risulta rispondente agli della Regione Piemonte”, il Valutatore obiettivi di omogeneità territoriale Indipendente ha preso in assunti dalla Regione. Tuttavia alcuni considerazione l’esperienza dei PIA in Progetti Integrati risultano troppo rapporto all’obiettivo strategico piccoli rispetto al territorio interessato, dell’Asse 3 e di quello specifico della alla popolazione coinvolta e anche alle linea 3.1a. L'obiettivo dichiarato del risorse finanziarie attivate. In alcuni DOCUP 2000-2006 è fare della casi, invece, si riscontra che anziché programmazione partecipata uno individuare aree prioritarie di strumento di sistema per rafforzare le intervento su cui concentrare le risorse capacità progettuali degli Enti locali. finanziarie, viene diviso il territorio Nello schema di indirizzo della Regione provinciale in aree omogenee ognuna Piemonte, infatti, si parla assegnataria di PIA. La conseguenza è esplicitamente di “programmazione un elevato numero di PIA e una partecipata quale strumento di sviluppo diminuzione di risorse finanziarie per locale che costituisce, prima ancora che ciascuno di essi, che indebolisce il un metodo, un vero e proprio obiettivo principio di concentrazione finanziaria del DOCUP 2000-06, che si propone ed al tempo stesso quello infatti di elevare a sistema la dell’integrazione territoriale. programmazione concertata” (DGR n.83, 17/12/2001). Relativamente all’integrazione funzionale, l'indagine valutativa Per valutare i risultati raggiunti, esprime un riscontro positivo, relativamente all’adozione della individuando nella maggior parte dei progettazione integrata e partecipata PIA cluster di progetti tra loro quale strumento di sistema per attivare

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fortemente sinergici e coerenti con studio suppone che ciò sia stato reso l’idea forza. Dall'analisi emerge, però, possibile dai meccanismi di selezione che mancano interventi di sistema della progettualità, che hanno premiato come quelli di promozione e marketing gli interventi di immediata territoriale. Inoltre, in alcuni PIA viene cantierabilità. La Misura 3.1a risulta riscontrata una eccessiva presenza di essere tra le più performanti del DOCUP interventi “accessori”, non collegati alle 2000-06 in relazione ai meccanismi di altre azioni dei PIA e di contenute gestione finanziaria. dimensioni finanziarie. Il Valutatore Il rapporto del Valutatore Indipendente indipendente interpreta questi elenca i principali fattori di “successo” e elementi come un cedimento le criticità del processo di dell’interesse generale del sistema programmazione/implementazione dei territoriale a vantaggio dell’interesse PIA. del singolo Comune (si parla di “effetto Tra gli elementi che hanno prodotto un municipalismo”). effetto significativo sul sistema di governance individua: lo sviluppo del Per ciò che concerne, invece, partenariato istituzionale e della l’integrazione territoriale il rapporto concertazione socioeconomica; il esprime un parere negativo poiché miglioramento della capacità dall'indagine risulta che gli interventi progettuale degli Enti locali; che hanno come Beneficiari finali l'incremento della capacity building aggregazioni di Comuni sono pochi, degli Enti locali per la realizzazione di come pochi risultano gli interventi di interventi con ricadute sovracomunali; dimensione sovracomunale. Anche in una efficiente gestione finanziaria della questo caso la conclusione del Misura. Valutatore è il prevalere dell’interesse Tra i punti di debolezza dei PIA: una comunale rispetto a quello di un’area selezione di progetti poco legati territoriale più ampia. all’obiettivo comune; la realizzazione di In relazione al rafforzamento dei iniziative frammentate e di esiguo processi partenariali, il rapporto rileva ammontare; la bassa propensione alla una minore difficoltà nel gestire il costituzione di modelli di gestione partenariato là dove la Provincia ha consortili; la mancata integrazione avuto un ruolo determinante nel finanziaria con ulteriori fonti di coordinamento e animazione dei finanziamento; la mancata attivazione processi cooperativi. Emerge che le di meccanismi “concorsuali” e premiali difficoltà hanno riguardato il processo per la selezione dei progetti; il di definizione dei territori omogenei e predominio dei confini amministrativi la selezione della progettualità e che nella definizione dei progetti; nelle aree dove le esperienze di l’inadeguata presenza di interventi concertazione per lo sviluppo erano immateriali; il mancato coinvolgimento significative si è verificata una larga dei portatori di interesse privati. partecipazione che ha coinvolto anche i Nella griglia che segue (tab. 7) si soggetti privati. presentano le proposte correttive Per quanto attiene al meccanismo di formulate dal Valutatore per ogni implementazione dei PIA, l'indagine aspetto problematico riscontrato, al valutativa evidenzia gli elementi positivi fine di migliorare lo strumento di in relazione sia alle capacità di impegno intervento. che di erogazione delle risorse. Lo

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Tab. 7 - Proposte correttive Ecoter (2005) Fase Criticità rilevate Proposte avanzate

- elevato numero di progetti di - in fase di regolamentazione, previsione di un piccole dimensioni; tetto massimo di progetti da presentare;

Programmazione - troppi progetti “accessori” che non - costituzione di Consorzi di Comuni o “Uffici per presentano un legame sinergico tra lo sviluppo” per la gestione delle fasi di loro e non hanno una ricaduta costruzione e implementazione delle politiche; sovracomunale; - attivazione di meccanismi “concorsuali” e - predominio dei confini premiali per la selezione dei progetti amministrativi - mancato coinvolgimento dei - attivazione partenariati pubblico privati portatori di interesse privati; attraverso project financing;

Implementazione - inadeguata presenza di interventi - non assegnare le risorse finanziarie su base immateriali. provinciale;

- integrazione finanziaria con ulteriori fonti di finanziamento (es. FAS, FSE) e project financing

Tra i punti di debolezza riscontrati, il attuazione dei PIA, infatti, si prefigge di rapporto insiste sulla realizzazione del rispondere ai seguenti quesiti: principio di concentrazione finanziaria e In che misura le risorse sono state territoriale che non sempre si è rivelata concentrate sul territorio? Quali adeguata. La struttura “pulviscolare” di sono le Province e i PIA in cui è alcuni Progetti Integrati, viene stato raggiunto un maggior grado considerata una conseguenza di una di concentrazione delle risorse? serie di meccanismi “perversi” emersi Qual è stato il criterio che ha lungo il percorso di attuazione degli guidato l’allocazione delle risorse stessi. Al fine di superare questa sui diversi progetti? È possibile criticità, il Valutatore formula almeno parlare di spartizione "a pioggia"? tre proposte: promuovere maggiormente le aggregazioni Per quanto riguarda la prima questione, territoriali interprovinciali, così da da un lato, il rapporto evidenzia che la sostenere la formazione di sistemi capacità di una Provincia di abbassare il territoriali più orientati alla proprio numero di enti da finanziare fa condivisione delle specificità dei aumentare la quantità media di risorse territori che rispondenti a specifici da destinare a ciascun intervento e confini amministrativi; riconsiderare la aumenta così la concentrazione dei scelta di assegnare le risorse finanziarie finanziamenti sul territorio; dall'altro, su base provinciale; infine, rafforzare la rileva che ogni Provincia ha ricevuto un metodologia “concorsuale”, rispetto a determinato ammontare di risorse quella “negoziale”, nella selezione e proporzionale al numero di abitanti incentivare l’aspetto “premiale” dei residenti in aree a declino industriale. meccanismi di selezione. La conformazione territoriale e la maggiore presenza di Comuni in aree La concentrazione delle risorse sul Obiettivo 2, infatti, influisce sulla territorio costituisce anche uno dei distribuzione delle risorse. fuochi al centro dell'indagine valutativa Nello specifico, le Province di Torino, di Prova (2005). Il lavoro di Prova, che si Vercelli e Biella sono riuscite a propone quale esigenza conoscitiva di realizzare gli interventi mediamente più analizzare criticamente i processi di rilevanti in termini di spesa, e a

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distribuire importi mediamente più tendenza maggiore della ripartizione elevati tra i partecipanti ai Progetti reale ad avvicinarsi a quella teorica. integrati. In questi tre casi è Tale tendenza si è manifestata con più riscontrabile una maggiore intensità in alcune Province rispetto ad concentrazione delle risorse, sia sugli altre. Soprattutto è apparsa interventi sia sul territorio, e un generalmente più marcata per i numero minore di enti da finanziare. finanziamenti riguardanti aree Obiettivo 2, dove gli importi da Per quanto attiene, invece, ai criteri che concedere erano più consistenti, hanno guidato l'allocazione di risorse, rispetto a quanto avvenuto per le aree l'ipotesi di spartizione a pioggia non ha Phasing out, dove le risorse erano trovato pieno riscontro ma emerge che decisamente più contenute. c'è stata, in alcune situazioni, una

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6. Programmi Integrati di fattibilità di opere pubbliche (par. 6.3) e, infine, della risposta dei territori allo Sviluppo Locale (PISL) stesso bando (par. 6.4).

I Programmi Integrati di Sviluppo Locale (PISL) sono uno strumento previsto in 6.1 Il quadro normativo attuazione dell'Accordo di Programma Quadro (APQ) sullo Sviluppo Locale del 28 ottobre 2004 (CIPE 17/2003), I Programmi Integrati di Sviluppo Locale all’interno dell’Intesa Istituzionale di (PISL) sono uno strumento previsto in Programma (IIP) tra il Governo e la attuazione dell'Accordo di Programma Regione Piemonte. Si tratta di uno Quadro (APQ) sullo Sviluppo Locale del strumento di pianificazione territoriale 28 ottobre 2004 (CIPE 17/2003), reso che si rifà all’esperienza, a livello operativo con il D.D del 14 marzo 2005 nazionale, dei PRUSST. Il termine n. 16 con il quale viene adottato il “Programma” sta a indicare che esso relativo bando, all’interno dell’Intesa contiene una pluralità di progetti da Istituzionale di Programma (IIP) tra il attuare nel medio-lungo periodo. Il Governo e la Regione Piemonte. primo carattere che lo contraddistingue è il suo essere “integrato”: esso si L’Intesa Istituzionale di Programma e i configura come “una sintesi” di relativi strumenti attuativi sono stati interventi intersettoriali che introdotti nel nostro ordinamento coinvolgono una molteplicità di attori dall’art. 2, comma 203, della legge n. (pubblici e privati), e non come una 662/1996 “Misure di razionalizzazione semplice “sommatoria” di misure, della finanza pubblica”. L’IIP, insieme scollegate tra di loro, relative a all’APQ (e agli altri strumenti di comparti distinti. Inoltre, si presenta contrattazione programmatica: i Patti come orientativo, non vincolante e Territoriali, i Contratti di Programma e i strategico. Il Programma infatti, Contratti d’Area), costituisce uno degli richiede ai soggetti di elaborare una strumenti della programmazione “vision” di sviluppo per il proprio negoziata, le cui procedure attuative territorio che permetta di costruire una sono state disciplinate a livello centrale strategia, articolata in una serie di dal CIPE (Delibera n. 29 del 21 marzo azioni di natura pubblica, privata o 1997). In sintesi, l'Intesa Istituzionale di pubblico-privata, localizzate in ambiti Programma è lo strumento con cui si territoriali comunali o sovra-comunali e stabiliscono gli obiettivi da conseguire e tra di loro integrati. Tra gli obiettivi i settori nei quali è indispensabile dello strumento vi è la predisposizione l'azione congiunta tra Governo e Giunta di un “parco progetti”, finanziabili in un di ciascuna Regione o Provincia secondo momento attraverso diverse autonoma. La normativa non indica fonti. In questo capitolo, partendo dalla espressamente chi debba essere il ricostruzione del quadro normativo soggetto istituzionale promotore (par. 6.1) si definiscono le dell'Intesa ma, di fatto, riconosce nelle caratteristiche del modello di Regioni e nelle Province autonome gli progettazione integrata (par. 6.2), attivatori del processo «in coerenza con considerando specificamente le regole la prospettiva di una progressiva di funzionamento (par. 6.2.1) e le due trasformazione dello Stato in senso fasi della selezione (par. 6.2.2 – 6.2.3), si federalista» (delibera CIPE, 21 marzo dà poi conto dei requisiti previsti dal 1997). Questa interpretazione è bando per la redazione degli Studi di supportata dalla legge 15 marzo 1997 n.

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59, che individua nella Regione il FAS (Fondi Aree Sottoutilizzate), ma momento decisionale in grado di anche fondi europei, risorse regionali. Il assicurare livelli di responsabilità e FAS costituisce il principale strumento unicità, efficienza, omogeneità ed di finanziamento della politica regionale autonomia organizzativa. L'Intesa nazionale, cui sono destinate le risorse Istituzionale di Programma può essere aggiuntive nazionali destinate alle aree utilizzata come strumento nodale di del Paese caratterizzate da un ritardo raccordo tra le iniziative di sviluppo nello sfruttamento dei propri potenziali locale e gli obiettivi regionali e nazionali di sviluppo. di integrazione europea. Ogni Intesa deve specificare, con riferimento ad un L’Accordo di Programma Quadro arco temporale pluriennale: a) i rappresenta lo strumento ordinario di programmi di intervento nei settori di programmazione degli investimenti interesse comune; b) gli Accordi di finanziati dalle risorse FAS assegnate Programma Quadro da stipulare, che alle Intese Istituzionali di Programma coinvolgeranno tutti i soggetti pubblici per la definizione di una strategia e privati interessati; c) i criteri, i tempi esecutiva di interventi di interesse ed i modi per la sottoscrizione dei comune, di varia natura e singoli Accordi di programma quadro; d) funzionalmente collegati. A fianco dei le modalità di periodica verifica e di fondi FAS, gli APQ possono inoltre aggiornamento degli obiettivi generali e essere finanziati da risorse pubbliche degli strumenti attuativi dell'Intesa da ordinarie, da risorse pubbliche parte dei soggetti sottoscrittori, che a aggiuntive (fra cui lo stesso FAS) e da tal fine danno vita ad un apposito una quota di risorse provenienti da Comitato. privati. Secondo la logica della cooperazione e del partenariato L'intesa tra Governo della Repubblica e interistituzionale, i promotori degli APQ Giunta della Regione Piemonte, possono essere lo Stato, le Regioni o stipulata il 22 marzo 2000, apre la altri Enti Pubblici. L’Accordo di strada al coordinamento delle politiche Programma Quadro, quindi, costituisce di sviluppo tra i vari livelli di Governo. lo strumento attuativo dell’Intesa Con l'Intesa si persegue l'obiettivo di Istituzionale. accelerare e qualificare il processo di sviluppo territoriale, attraverso una più In Piemonte sono stati sottoscritti APQ stretta collaborazione tra i due livelli di relativamente ai seguenti ambiti Governo, in modo da assicurare una tematici: coordinata e funzionale 1) Risorse idriche; programmazione e realizzazione delle 2) Beni culturali; iniziative promosse dai soggetti pubblici 3) Difesa del suolo; e privati. Nel complesso, l’Intesa 4) Valorizzazione turistica; costituisce uno strumento funzionale 5) Trasporti; all’avvio di nuove politiche di sviluppo 6) Bonifiche; policentrico regionale, concordate tra 7) Società dell’informazione; Stato, Regione ed Enti Locali, orientate 8) Ricerca scientifica applicata; alla realizzazione di programmi 9) Sviluppo locale; strategici a carattere pluriennale e di 10) Giochi Olimpici invernali 2006; iniziative infrastrutturali, da attuare 11) Sanità pubblica; ricorrendo a differenti canali di 12) Infrastrutture dei Patti Territoriali. finanziamento: in prevalenza, risorse

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La stipula degli APQ (finanziati a partire finanziamento complessivo è pari a dalla Delibera CIPE 3/2006) è preceduta 4.356.500 di cui 2 milioni a valere su dalla redazione e approvazione di risorse regionali (la Regione finanzia il specifici documenti programmatici primo gruppo di interventi), la restante preliminari: i Quadri Strategici dell’APQ quota di finanziamento è coperta con (QSA). risorse statali (relativa alla definizione degli Studi di Fattibilità). Inoltre, nel L'Accordo di Programma del 28 ottobre provvedimento si fa esplicita menzione 2004, “Accordo di Programma Quadro a ulteriori finanziamenti concedibili per la promozione dei Programmi dall’Ente Regione per l’effettiva Integrati di sviluppo locale”, stipulato realizzazione dei programmi integrati tra il livello nazionale (Ministero che rispondano ai requisiti previsti. dell’Economia e della Finanze e L'obiettivo primo degli Studi di Ministero delle Infrastrutture e dei Fattibilità (SdF) finanziati è quello di Trasporti) e quello regionale (Regione aumentare la qualità dei singoli progetti Piemonte), in continuità con le previsti nei PI, garantendo una rapida esperienze realizzate dal DOCUP 2000- cantierabilità degli stessi. 06, prevede una sperimentazione a livello locale di programmazione Come già affermato, si può rinvenire integrata, ispirata ai principi e ai metodi una certa continuità e coerenza tra dei Programmi di Iniziativa Comunitari l’obiettivo dell’APQ con quelli esplicitati (PIC), Urban e Leader. In particolare, nel DOCUP 2000-2006 e la questo strumento si prefigge di programmazione negoziata degli anni stimolare gli Enti locali a coinvolgere i Novanta: anche lo strumento finanziato soggetti pubblici e privati in una dai fondi regionali e statali, infatti, è strategia di sviluppo condivisa di medio volto a rafforzare le capacità progettuali periodo, in seguito all'elaborazione di degli Enti locali, in un'ottica di un'analisi dei punti di forza e di progettazione integrata, e a rinsaldare debolezza del territorio di riferimento. le forme di partenariato già sperimentate. Inoltre, con Tale approccio risulta complementare l'introduzione di questo strumento si alla Misura 3.1a del DOCUP 2000-06, realizza il principio di addizionalità dei con l’esperienza regionale dei Patti Fondi strutturali, secondo cui le risorse Territoriali e, prima ancora, con i comunitarie devono sommarsi e non Progetti integrati di sviluppo turistico sostituirsi a quelle già stanziate dalle (PIST) nell’ambito del turismo. Risulta autorità nazionali e locali. anche compatibile con l’esperienza dei Programmi di recupero urbano (PRU), nel campo della riqualificazione urbanistica.

L’APQ prevede il finanziamento di due gruppi di interventi: • redazione di programmi integrati; • elaborazioni di studi di fattibilità per opere pubbliche contenute nei programmi integrati.

L’ammontare previsto del

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6.2 Il modello di e del 25 luglio 2003. Queste delibere pongono le condizioni affinché le progettazione integrata Regioni possano legiferare autonomamente in materia. 6.2.1 PISL: il modello e le regole di Il bando regionale (B.U.R n. 13 del 31 funzionamento marzo 2005) predispone i criteri per la selezione delle proposte di candidatura (Dossier di candidatura, DC) in cui si L’iter di questo strumento prende il via presenta la strategia dei Programmi nei primi mesi del 2005, in seguito alla Integrati di Sviluppo Locale e degli Studi pubblicazione sul BUR n. 13 del 31 di Fattibilità delle opere pubbliche in marzo 2005 del bando regionale di essi contenute. selezione per “Programmi Integrati di

Sviluppo Locale” per gli anni 2005- In totale le risorse pubbliche messe a 2006. Si tratta di uno strumento di disposizione ammontano a circa 4 pianificazione territoriale che, come milioni di euro, di cui circa il 50% a indica il termine “Programma”, valere sui fondi regionali ed il restante contiene una pluralità di interventi da 50% a valere su risorse CIPE attribuite attuare nel medio-lungo periodo. Il alla Regione Piemonte e riservate alle primo carattere che lo contraddistingue aree sottoutilizzate. è il suo essere “integrato”: esso si In particolare, il bando prevede due configura come “una sintesi” di progetti gruppi di interventi finanziabili, tra loro intersettoriali che coinvolgono una complementari: molteplicità di attori (pubblici e privati), e non come una semplice • la redazione di Programmi “sommatoria” di misure, scollegate tra integrati, per un ammontare di 2 di loro, relative a comparti distinti. milioni di euro, a valere sulle Inoltre, si presenta come orientativo, risorse regionali; non vincolante e strategico. Il • gli Studi di Fattibilità delle opere Programma infatti, richiede ai soggetti pubbliche strategiche contenute di elaborare una “vision” di sviluppo per nei Programmi integrati, per un il proprio territorio che permetta di ammontare pari a 2.356.500 euro, costruire una strategia, articolata in una a valere sulle risorse CIPE (tab. 1). serie di interventi di natura pubblica, privata o pubblico-privata, localizzati in ambiti territoriali comunali o sovracomunali e tra di loro integrati. Tra gli obiettivi dello strumento vi è la predisposizione di un “parco progetti”, di cui sia già stata verificata la fattibilità economica, la sostenibilità ambientale e sociale e, quindi, finanziabili in un secondo momento, attraverso diverse fonti (Bighi, 2006). Vale la pena sottolineare che i PISL si inseriscono all'interno di un processo di regionalizzazione delle politiche di sviluppo che ha avuto impulso dalle deliberazioni del CIPE del 4 aprile 2001

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Tab. 1 – Fonti finanziarie e relative risorse FONTE Risorse (in Euro)

Delibera CIPE n. 17/2003 - Quota F3 2.356.500,00 Regione Piemonte – Bilancio di previsione per l’anno 2004 e 2.000.000,00 bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2004- 2006 L.R. 14 maggio 2004 n. 10, cap. n. 27167

TOTALE 4.356.500,00

In termini finanziari, il suddetto eccezione della città di Torino che può documento indica i valori limite per la presentarne un massimo di tre. Tali ripartizione delle quote di richieste devono essere avanzate finanziamento regionale e statale: dall’Ente capofila entro 60 giorni dalla entrambe non possono superare il 25% pubblicazione del bando sul Bollettino del costo totale di realizzazione; così Ufficiale della Regione Piemonte. come sia il finanziamento pubblico La finalità della soglia minima di 5.000 locale che quello privato non possono abitanti è quella di evitare la essere inferiori al 25% di tale costo. Il polverizzazione degli investimenti contributo massimo erogabile dalla regionali, soprattutto in relazione alla Regione e dai Ministeri, corrispondente natura stessa dei Programmi, volti a all’80% del costo totale previsto per la promuovere interventi strategici per lo redazione degli Studi e dei Programmi sviluppo locale (Prizzon F., Rebaudengo (definito dal bando pari allo 0,75% del M., Taccone G., Talarico A., 2006, p. 4). costo di realizzazione delle opere Alle Province viene assegnato il pubbliche e di interesse pubblico), compito di condurre un’azione di viene fissato a 150.000€. La rimanente concertazione e di assistenza tecnica sul quota è a carico dell’Ente proponente, territorio, oltre che di valutazione (art. che in questo modo cofinanzia il 3): spetta a ogni Provincia, infatti, Programma Integrato e gli SdF richiesti l'elaborazione della graduatoria nella seconda fase di selezione (art. 1). provinciale delle proposte finanziabili, avvalendosi di un Gruppo di L'elaborazione della strategia, così Valutazione, composto da 4 funzionari come l'individuazione degli interventi, provinciali designati dalla Provincia presuppongono una operazione di stessa e da 4 funzionari regionali. Il concertazione tra gli attori locali, Gruppo può essere integrato da esperti pubblici e privati. indicati da ciascun Ente, che partecipano senza diritto di voto ed è Il bando prevede che possano coordinato da uno dei componenti di presentare richiesta di finanziamento le nomina della Provincia. Comunità montane e collinari, gli Enti Parco, tutti i Comuni, singoli e associati Come già i Progetti Integrati d'Area (ai sensi del Capo V del D.lgs. 267/2000) (PIA), anche i PISL richiedono la che raggiungano una popolazione cooperazione e partecipazione dei superiore a 5.000 abitanti, salvo differenti livelli di governo (partnership deroghe motivate da particolari istituzionale), con l'obiettivo ultimo di condizioni socio-territoriali e ambientali rafforzare la multilevel governance. valutate con le Province. Inoltre, In sintesi, in base agli orientamenti e stabilisce che ogni Ente locale aderisca indirizzi contenuti nel bando, è con una sola richiesta di contributo, ad possibile individuare i seguenti ruoli per

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ciascun attore istituzionale: • integrazione territoriale: il • la Regione promuove l’iniziativa e Programma richiede l'elaborazione valuta, in collaborazione con la di una vision di sviluppo per un Provincia, la coerenza dei territorio all'interno di una Programmi rispetto alle Linee strategia più ampia. L' ambito guida. In fase di predisposizione territoriale di riferimento può delle richieste di finanziamento la avere una dimensione comunale o Regione attiva incontri e seminari sovra-comunale; di approfondimento tematico, • decentramento gestionale e finalizzati a ottimizzare la capacità attuativo: i PISL richiedono la progettuale degli Enti locali; cooperazione e la partecipazione • la Provincia, svolge un ruolo di dei differenti livelli di governo. La accompagnamento, assistenza Regione, promuove l’iniziativa e tecnica e selezione dei Programmi. valuta, insieme alla Provincia, la A differenza di quanto stabilito da coerenza dei Programmi con le altre Regioni per programmi simili Linee guida; la Provincia svolge (ad esempio, i PISL della Regione anche un ruolo di accom- Lombardia), non può concorrere al pagnamento e assistenza tecnica finanziamento; degli Enti locali. Questi ultimi, • gli Enti elaborano una strategia di partendo dall’analisi dei punti di sviluppo, presentano il Programma forza e di debolezza delle aree che coinvolge soggetti pubblici e esposte a rischio di declino o di privati, al fine di costituire una emarginazione, coinvolgono tutti i rete di relazioni forti nel territorio. soggetti (pubblici e privati, imprenditoriali e non) nell’elabo- Per quanto attiene al modello di razione di una strategia di sviluppo progettazione, i PISL realizzano territoriale. l’approccio integrato, già sperimentato dalla Regione nell’ambito della 6.2.2 La prima fase della programmazione integrata e negoziata, a diversi livelli: selezione • integrazione settoriale: gli Il bando regionale prevede due distinte interventi per promuovere lo fasi, ognuna delle quali si conclude con sviluppo locale afferiscono a uno o una graduatoria delle proposte. Nella più settori, considerando lo prima vengono selezionati i Dossier di sviluppo socioeconomico, turistico, Candidatura; nella seconda, invece, si culturale e dell’ambiente naturale scelgono i Programmi finanziabili, la cui in ambito urbano, rurale e nelle attuazione è prevista in una fase aree protette; successiva vincolata alla disponibilità di • integrazione finanziaria: i PISL risorse nazionali e regionali future. sono cofinanziati da fondi regionali

e statali, sia nell’ambito della Il contenuto del Dossier di candidatura predisposizione dei progetti sia per si compone di tre parti: la realizzazione degli interventi e • una relazione descrittiva, che delle opere previste; illustra la proposta di Programma • integrazione degli strumenti Integrato a partire dall’analisi dei d’intervento: i PISL devono essere punti di forza e di debolezza del coerenti con l'approccio Urban e territorio considerato e individua gli Leader+.

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interventi, i servizi e le azioni, in 12. incentivazione di interventi eco- coerenza con gli strumenti di sostenibili; programmazione esistenti, a livello 13. miglioramento delle condizioni di locale e sovra-locale; salute e sicurezza dei cittadini; • una rappresentazione cartografica, 14. miglioramento della qualità della che definisce il perimetro vita dei residenti con particolare dell’ambito interessato dal riferimento alle persone più Programma e delle aree oggetto di deboli; intervento; 15. sviluppo delle reti e delle • una relazione finanziaria, che indica tecnologie per la comunicazione e il costo previsto per la realizzazione lo scambio delle informazioni; di quanto contenuto nella proposta, 16. riqualificazione e valorizzazione le possibili fonti di finanziamento e dell’offerta turistica territoriale e le altre risorse (lavoro beni o servizi) del turismo culturale; a disposizione del Programma 17. promozione della ricerca applicata Integrato. alle specificità locali e di innovazioni tecniche finalizzate a Le scelte degli interventi contenuti nei valorizzare le produzioni locali. Dossier di candidatura devono essere motivate alla luce dei seguenti Per quanto riguarda i tempi, si prevede parametri: che le proposte di programma vengano 1. promozione e rafforzamento di predisposte in circa 60 giorni e che nei attività di carattere sociale, quattro mesi successivi alla consegna si economico e culturale; svolgano le istruttorie. Questo 2. promozione dell’insediamento di cronoprogramma è stato effetti- attività terziarie e produttive; vamente rispettato e in seguito allo 3. ampliamento o creazione di servizi svolgimento delle due istruttorie, quella (a rete o puntuali) alle famiglie e provinciale e quella regionale, è stata agli individui; resa nota la graduatoria delle proposte 4. ampliamento o creazione di servizi ammesse alla seconda fase. (a rete o puntuali) alle imprese, con attenzione alle esigenze della Le domande presentate sono state piccola impresa; valutate secondo i seguenti criteri (art. 5. miglioramento del paesaggio; 2, comma 1 del bando): 6. difesa del suolo e prevenzione del • realismo e precisione delle analisi rischio idrogeologico; sui punti di forza e di debolezza 7. valorizzazione dei beni ambientali, relativi all’ambito individuato (max. architettonici e culturali; 30 pt); 8. riduzione delle fonti di • coerenza tra gli obiettivi socio- inquinamento (acustico, economici di sviluppo locale e le atmosferico, idrico); analisi (max. 30 pt); 9. promozione della raccolta • miglioramento dell’ambiente e della differenziata e del riciclaggio di qualità della vita (max. 20 pt); rifiuti; • integrazione del Programma in 10. miglioramento e ampliamento dei coerenza con l’approccio Leader e trasporti pubblici; Urban (max. 20 pt). 11. sviluppo e promozione della gestione associata dei servizi A partire da questi criteri, per la fase di pubblici; valutazione delle proposte di

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candidatura è stata predisposta, una in criteri, sottocriteri, scale di misura e griglia di valutazione ad hoc articolata punteggi (tab. 2).

Tab. 2 – Griglia di valutazione dei Dossier di candidatura SCALA Dicotomica Qualitativa Quantitativa PUNTI 1. Punti di forza: presenza e qualità di dati ed X 0-6 analisi quantitative

2. Punti di debolezza: presenza e qualità di analisi X 0-6 A. Realismo e quantitative precisione delle analisi sui 3. Qualità ed analisi delle Opportunità e delle X 0-3 punti di forza e di Minacce debolezza relativi all’ambito 4. Validità del PISL rispetto alle analisi X 0-6 individuato 5. Programma Integrazione X 0-6 (Max 30 punti) complementare con interventi già esistenti 6. Indicazione di eventuali vincoli su aree/edifici X 0-3

1. Individuazione e quantificazione degli obiettivi X 0-6 puntuali e degli effetti attesi

2. Coerenza tra obiettivi ed analisi; coerenza con X 0-12 B. Coerenza tra gli pianificazione territoriale obiettivi socioeconomici 3. Coerenza tra dimensione degli interventi X 0-6 di sviluppo locale e pubblici e dimensione locale le analisi (max. 30 4. Capacità di aggregazione di più Enti locali ed X 0-6 punti) Enti Parco

1. Ambiente Sicurezza e X 0-2,5 difesa del suolo

Uso X 0-2,5

dell'energia C. Miglioramento dell’ambiente Acqua, aria, X 0-2,5 e della qualità terra della vita (max. 20 punti) Paesaggio e X 0-2,5 beni architettonici e culturali 2. Qualità della vita Miglioramento X 0-5 socio- economico Servizi e X 0-2,5 formazione Mobilità e X 0-2,5 accessibilità

1. Livello di integrazione al suo interno del x 0-4 Programma Integrato

2. Finanziamenti Impegno e x 0-6 D. Integrazione qualità del del Programma finanziamento (Soggetti, privato finanziamenti, azioni….) in 3. Azioni immateriali -Impegno di X 0-3 coerenza con cofinanziament l’approccio o locale X Leader e Urban 0-3 (max. .- qualità 20 punti) 4. Presenza di elementi di x 0-4 concertazione/partecipazione Fonte: sito internet Regione Piemonte

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Sono state, quindi, utilizzate tre tipi di fondi esclusivamente regionali, gli enti scale di valutazione: scale quantitative, collocati dalla posizione 53 alla 63, per i misurate attraverso specifici indicatori quali si è previsto un contributo pari al (il punteggio massimo viene assegnato 45% dell’80% totale. all’indicatore più alto, agli altri un La prima istruttoria si è conclusa, punteggio proporzionato); scale quindi, con l'accettazione di 63 Dossier dicotomiche (tipo Si/No), a cui è stato di Candidatura sui 124 pervenuti. assegnato un punteggio pesato rispetto Queste 63 proposte di Programma agli effetti su tutto o su una parte dei hanno ottenuto il cofinanziamento per residenti dell’ambito; scale qualitative, la predisposizione dei Programmi e in cui il punteggio è stato assegnato dai degli Studi di Fattibilità delle Opere membri della Commissione. L'istruttoria Pubbliche. La graduatoria dei tecnica è stata prevista come “aiuto” Programmi finanziabili è stata formulata per collocare il Dossier di candidatura dalla Giunta Regionale, tenendo in sulla base di specifiche valutazioni a considerazione le graduatorie punti, in una “classe” (su tre classi: trasmesse da ogni Provincia e in seguito sufficiente, buona, ottima). ad una successiva analisi e valutazione La valutazione dei Dossier di delle proposte effettuata dal Gruppo di candidatura ha previsto la Valutazione Regionale. predisposizione di apposite Schede di pre-istruttoria, utilizzate per la Nei 10 mesi successivi alla redazione delle Schede di sintesi di ogni pubblicazione della graduatoria, gli Enti Dossier di candidatura. Le Schede di interessati hanno elaborato un sintesi sono state utilizzate dai Programma Integrato di Sviluppo Locale Commissari regionali per l’elaborazione contenente la relazione descrittiva e delle graduatorie regionali, tenendo quella finanziaria, lo studio di fattibilità anche conto delle graduatorie e le schede di intervento, con relativa trasmesse dalle singole Province e a cartografia di riferimento. Prima della seguito di una valutazione complessiva, presentazione della versione definitiva effettuata dal Coordinamento dei del Programma, però, la Regione ha Gruppi di Valutazione Provinciali previsto una fase di “rimodulazione” (Prizzon F., Rebaudengo M., Taccone G., dei Dossier di candidatura: gli Enti Talarico A., 2006). hanno avuto la possibilità di accertare L’elenco dei Dossier di Candidatura la sostenibilità finanziaria dell’ipotesi ammessi a finanziamento e la relativa presentata e, in caso di non ripartizione delle risorse è stato sostenibilità, apportare delle modifiche comunicato con la delibera n. 7-1019 con una variazione superiore al 30% del 10 ottobre 2005, modificata dalla dell’importo complessivo previsto per DGR n. 4-1440 del 21 novembre 2005. le opere pubbliche, mantenendo Questa prima selezione ha ammesso a inalterate le percentuali di ripartizione finanziamento (pari all’80% del costo dei finanziamenti tra Intesa, Regione, previsto di redazione dello studio e dei Ente Locale e privati. piani e non superiore allo 0,75% del costo di realizzazione delle opere Nella figura seguente (fig. 1) viene pubbliche o di interesse pubblico, fino raffigurato lo schema di valutazione che ad un massimo di 150.000 €) i primi 52 ha portato all’approvazione della Enti della graduatoria; con un graduatoria finale dei Dossier di successivo atto sono stati ricompresi candidatura dei PISL. Il modello nel finanziamento, mediante l'utilizzo di consente di mostrare il diverso ruolo

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degli attori coinvolti nel processo arancione, in alto a sinistra fa valutativo. Per quanto riguarda la sua riferimento alla presenza di un’ulteriore interpretazione, l’acronimo DC sta ad gruppo di valutazione (istruzione indicare i Dossier di Candidatura; i preliminare di valutazione, costituita da pallini a sinistra dello schema esperti dell’Università e del Politecnico presentano la composizione del gruppo di Torino); con EVAL (R) si intende la di valutazione della Regione Piemonte, fase di valutazione della Regione in marrone i funzionari della Regione, in mentre con EVAL (P) la fase di verde quelli della Provincia e in blu i valutazione della Provincia. consulenti esterni; il quadrettino

Fig. 1 – Schema di valutazione dei PISL

Fonte: Cavallo Perin, 2007

6.2.3 La seconda fase della ottobre 2006.

selezione Con la consegna dei PISL prende avvio la fase conclusiva, che termina con In seguito all’approvazione della l'approvazione della graduatoria graduatoria delle proposte ritenute definitiva. Questa seconda graduatoria finanziabili, la Regione Piemonte ha ammette a finanziamento le opere pubblicato sul proprio sito le Linee pubbliche strategiche per un importo Guida per la Redazione del Programma massimo pari al 25% del costo del Integrato e degli Studi di fattibilità, programma, a valere sulle risorse che in finalizzate a esplicitare i contenuti futuro si renderanno disponibili minimi richiesti per la relazione sull’Intesa Istituzionale di Programma descrittiva del Programma Integrato e (IIP) e sulle corrispondenti risorse per gli Studi di Fattibilità (SdF) allegati. regionali occorrenti al cofinanziamento. Inoltre, ha fissato quale data ultima per Per l’attività di valutazione sono stati la consegna dei Programmi definitivi coinvolti i “Gruppi di valutazione” presso l’ufficio di competenza il 23 costituiti da: quattro funzionari

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regionali (due della Direzione punti); Programmazione e Statistica, uno del 4. grado di condivisione documentato Settore Valutazione Progetti e uno del degli attori locali agli obiettivi e alla Nucleo di Valutazione); un funzionario realizzazione del Programma (max. della Direzione Industria, uno della 10 punti); Direzione Pianificazione e Gestione 5. quota percentuale di finanziamento Urbanistica e un funzionario privato sul totale del Programma Provinciale. Inoltre, sono stati nominati Integrato (max. 10 punti); esperti dal Ministero dello Sviluppo 6. quota percentuale di finanziamento Economico, dall’Università degli Studi di pubblico locale sul totale del Torino e dal Politecnico di Torino. Programma Integrato (max. 10 punti); Per quanto concerne i contenuti della 7. valutazione degli Studi di fattibilità selezione, il numero di criteri stabiliti delle opere pubbliche con dal bando (art. 6, comma 3) per la particolare riferimento agli aspetti valutazione dei Programmi Integrati e di sostenibilità economico- degli Studi di Fattibilità delle opere finanziaria anche in termini di pubbliche o di interesse pubblico, gestione futura (40 punti). risulta più consistente rispetto alla fase precedente. Il bando prevede, quindi, l’assegnazione Nello specifico, le richieste di di 60 punti su 100 sulla base dei finanziamento sono state valutate contenuti della relazione illustrativa del tenendo conto dei seguenti parametri: Programma Integrato e dell’allegata 1. caratteristiche del degrado Relazione Finanziaria del Piano di ambientale e socio-economico Fattibilità, mentre attribuisce i restanti documentato nell’ambito del 40 punti all’analisi degli Studi di Programma (max. 10 punti); Fattibilità. 2. soluzioni innovative per la progettazione e realizzazione degli La tabella (tab. 3) che segue riporta la interventi, la progettazione ed suddivisione in criteri e sottocriteri erogazione dei servizi, la utilizzata per la valutazione dei progettazione e lo svolgimento di Programmi e degli SdF, approvata dal attività comunque rilevanti per lo Gruppo di Valutazione prima di sviluppo locale (max. 10 punti); procedere alla seconda istruttoria 3. integrazione degli interventi, dei tecnica. servizi e delle attività (max. 10

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Tab. 3 – Criteri e sottocriteri per la valutazione dei Programmi e degli SdF SCALA VAR VAR VAR PUNTI DICOTOMICA QUALITATIVA QUANTITATIVA ENTITÀ’ E CARATTERISTICHE DEL DEGRADO max. 10 AMBIENTALE E SOCIOECONOMICO DOCUMENTATO NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA a.1 Entità del degrado ambientale (dimostrata da dati X max 5 quantitativi) a.2 Entità del degrado socio-economico (dimostrata da X max 5 dati quantitativi) (b) SOLUZIONI INNOVATIVE PER LA PROGETTAZIONE E VAR VAR VAR max.10 REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI, LA DICOTOMICA QUALITATIVA QUANTITATIVA PROGETTAZIONE ED EROGAZIONE DEI SERVIZI, LA PROGETTAZIONE E LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ COMUNQUE RILEVANTI PER LO SVILUPPO LOCALE b.1 Presenza elementi innovativi (interventi pubblici, X servizi o azioni immateriali) b.2 Premio per originalità/innovazione - risposta X efficace a problemi strategici (c) INTEGRAZIONE DEGLI INTERVENTI, DEI SERVIZI E VAR VAR VAR max. 10 DELLE ATTIVITÀ DICOTOMICA QUALITATIVA QUANTITATIVA c.1 Livello di integrazione interno al Programma X (d) GRADO DI CONDIVISIONE DOCUMENTATO DEGLI VAR VAR VAR max. 10 ATTORI LOCALI AGLI OBIETTIVI ED ALLA REALIZZAZIONE DICOTOMICA QUALITATIVA QUANTITATIVA DEL PROGRAMMA d.1 Attori pubblici d.1.1 Numero di enti pubblici X max. 2 coinvolti oltre al capofila

d.1.2 Grado di condivisione e X max. 3 partecipazione di altri Enti pubblici ed attori locali al Programma in termini di qualità e coerenza con il sistema strategico territoriale d.2 Attori privati d.2.1 Presentazione accordo- X max. 3 convenzione e/o presentazione lettere di intenti

d.2.2 Livello di dettaglio delle X max. 2 schede di intervento delle opere private (e) QUOTA PERCENTUALE DI FINANZIAMENTO PRIVATO VAR VAR VAR max.10 SUL TOTALE DEL PROGRAMMA INTEGRATO DICOTOMICA QUALITATIVA QUANTITATIVA e.1 percentuale di cofinanziamento privato pesato X max. 9 e.2 premio per aumento quota privata rispetto alla I x max. 1 fase (f) QUOTA PERCENTUALE DI COFINANZIAMENTO VAR VAR VAR max.10 PUBBLICO LOCALE SUL TOTALE DEL PROGRAMMA DICOTOMICA QUALITATIVA QUANTITATIVA INTEGRATO f.1 percentuale di cofinanziamento pubblico locale X max. 9 f.2 premio per aumento quota pubblica locale rispetto X max. 1 alla I fase (g) APPROFONDIMENTO E CONCRETEZZA DEGLI SDF VAR VAR VAR max. 40 PRESENTATI CON PARTICOLARE RIGUARDO A: DICOTOMICA QUALITATIVA QUANTITATIVA g.1 Approfondimento ed realismo dell’analisi della X x x - domanda g.2 Analisi finanziaria dell’investimento x x x - g.3 Solidità del modello gestionale proposto x x x - Fonte: sito internet Regione Piemonte

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Come nella prima fase, la valutazione si quantitativi, e successivamente, una è articolata in due momenti distinti: istruttoria regionale di selezione dei una pre-istruttoria tecnica di esame di Programmi finanziabili. tutti gli studi e calcolo degli indicatori

Tab. 4 – Cronoprogramma PISL FASE DI PREPARAZIONE 2004 2005 2006 2007 I PISL vengono previsti in attuazione all'APQ 28/10/10 sullo Sviluppo Locale all'interno dell'IIP Il bando è preceduto da una fase di Inverno Primavera presentazione. Viene coinvolto l’Ufficio Programmi Integrati della Regione. FASE DI PREDISPOSIZIONE Pubblicazione sul BUR del bando regionale 31/03/10 FASE DI VALUTAZIONE Pubblicazione elenco 52 DC ammessi a 21/11/05 finanziamento DGR n. 4- 1440 Pubblicazione DC posizionati da 53 a a 63 10/02/06 ammessi a finanziamento Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 8 Termine fissato per presentazione Programmi 23/10/06 definitivi Termine fissato per la pubblicazione della 22/02/07 graduatoria definitiva Data fissata in seguito alla proroga per la 16/04/07 pubblicazione della graduatoria definitiva

6.3 Gli studi di fattibilità recepimento nel QCS 2000-2006 e ha ricevuto impulso dalla legge n. 144/99. L'articolo 5 del bando prevede per le Quest'ultima stabilisce che «lo studio di opere pubbliche o di interesse pubblico, fattibilità per opere di costo incluse nel Programma Integrato, complessivo superiore a 20 miliardi di l'elaborazione di uno Studio di vecchie lire è lo strumento ordinario Fattibilità (SdF) redatto secondo le linee preliminare ai fini dell’assunzione delle indicate dalla Guida per la certificazione decisioni di investimento da parte delle da parte dei Nuclei regionali di amministrazioni pubbliche» (art. 4, c.1) valutazione e verifica degli investimenti e che «gli studi di fattibilità approvati pubblici (NUVV). dalle amministrazioni costituiscono A livello nazionale, gli Studi di fattibilità certificazione di utilità degli vengono introdotti nel “ciclo del investimenti ai fini dell’accesso progetto” (Florio e Pancheri, 2001) con preferenziale ai fondi disponibili per la l'obiettivo di attivare una più progettazione preliminare e trasparente selezione delle opzioni di costituiscono titolo preferenziale ai fini investimento pubblico e di individuare della valutazione dei finanziamenti in gli ostacoli che ritardano, impediscono base alle disponibilità finanziarie degli o stravolgono gli interventi selezionati. esercizi futuri» (art. 4, c.2). L'introduzione degli SdF ha costituito La legge n. 144/99 prevede anche uno degli obiettivi del Programma di l’istituzione, presso le Amministrazioni sviluppo del Mezzogiorno con il centrali e regionali, di “Nuclei di

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valutazione e verifica degli investimenti deve essere: esaustivo, flessibile, pubblici”. Ciò al fine di «migliorare e fattibile, valutabile. dare maggiore qualità ed efficienza al processo di programmazione delle Lo scopo riconosciuto dello SdF è quello politiche di sviluppo». Tra le funzioni di analizzare e valutare la fattibilità attribuite ai Nuclei rientra quella di dell'opera da punti di vista diversi, fornire «l’assistenza e il supporto raggruppabili in cinque ambiti: tecnico, tecnico per le fasi di programmazione, ambientale, finanziario, economico- formulazione e valutazione di sociale e procedurale. Tali valutazioni documenti di programma, per le analisi devono essere precedute da studi di opportunità e fattibilità degli propedeutici e concludersi con analisi investimenti e per la valutazione ex sui rischi della realizzazione dell'opera. ante di progetti e interventi» (art.1, c.1 La struttura di base degli SdF descritta e 2). dalla Guida è articolata nei seguenti La Guida per la certificazione da parte punti: dei Nuclei regionali di valutazione e analisi propedeutiche e alternative verifica degli investimenti pubblici di progetto; (2003), a cui si faceva riferimento, si fattibilità tecnica; propone di offrire una traccia di lavoro compatibilità ambientale; comune ai Nuclei regionali di sostenibilità finanziaria; valutazione nel loro compito di convenienza economico-sociale; “certificazione” degli Studi di fattibilità verifica procedurale; delle opere pubbliche, definendo criteri analisi di rischio e sensitività. e procedure omogenee. «Poiché l'introduzione di procedure formali di Infine, individua due categorie di SdF: valutazione di merito nella Pubblica “completo” per OO.PP. di importo Amministrazione, ancorché non sia una superiore ai 2M€; “sintetico” per OO.PP. novità nel nostro paese, presenta di importo inferiore. ancora gradi di incertezza in termini di applicabilità non formalistica, sembra Nel contesto piemontese, la redazione utile, a fronte di prassi e degli SdF previsti nel bando dei PISL si comportamenti non ancora consolidati rifà ai contenuti del riferimento né codificati, procedere con nazionale (Guida NUVV), pur gradualità». apportando alcune modifiche. Tra queste, in particolare, nelle Linee guida Nella Guida lo SdF viene qualificato nei per la redazione del Programma seguenti termini: Integrato e degli Studi di fattibilità ha per oggetto un'opera la cui (SdF), si individuano quattro anziché definizione normativa non può due categorie, sulla base della essere che quella contenuta nella dimensione finanziaria delle opere. La legge 109/94 e nelle successive classificazione avviene nel modo modifiche; seguente: costituisce il momento preliminare 1) opere di importo inferiore a 0,8 M e propedeutico all'insieme del di euro; processo decisionale; 2) opere di importo compreso tra 0,8 deve individuare se, e a quali M e 2 M di euro; condizioni, un'opera può soddisfare 3) opere di importo compreso tra 2 con efficienza e efficacia una M e 10 M di euro; determinata domanda di beni e servizi;

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4) opere di importo superiore ai 10 M approfondimento e realismo di euro. dell’analisi della domanda; analisi finanziaria dell’investimento; Ogni tipo categoria individuata solidità del modello gestionale presuppone un diverso livello di proposto (art. 6, c. 3, punto g) del approfondimento: per il primo tipo è bando). sufficiente una Scheda di intervento (SI), contenuta nel Piano di Fattibilità Sulla base di questi elementi il Gruppo del Programma; per il secondo, deve di Valutazione, ha definito i sotto-criteri essere redatto uno SdF semplificato e ha attributo ad ognuno un punteggio (tipo C); per il terzo, uno SdF sintetico sul totale a disposizione. In particolare: (tipo B); infine, per il quarto uno SdF 1) per gli SdF di tipo A, B, C: completo (tipo A). - approfondimento e realismo dell’analisi della domanda (8 La struttura di base degli SdF richiesta punti); dai PISL rimane invariata rispetto a - analisi finanziaria quella presentata nella Guida per la dell’investimento (8 punti); certificazione da parte dei Nuclei - solidità del modello regionali di valutazione e verifica degli gestionale proposto (12 punti); investimenti pubblici, prevedendo allo - approfondimento della stesso modo una articolazione nei sette fattibilità tecnica, punti su elencati (analisi propedeutiche amministrativa ed economica e alternative di progetto; fattibilità (12 punti). tecnica; compatibilità ambientale; 2) per le Schede Intervento: sostenibilità finanziaria; convenienza - approfondimento del quadro economico-sociale; verifica conoscitivo (10 punti); procedurale; analisi di rischio e di - approfondimento della sensitività). Relativamente a questi fattibilità tecnica (15 punti); punti, i tre tipi di SdF individuati - sostenibilità finanziaria e richiedono un diverso livello di gestionale dell’intervento (15 approfondimento; la Scheda Intervento, punti). viene considerata uno Studio di Fattibilità in sintesi e ne riprende in Gli SdF e le SI presentano sotto-criteri parte l’articolazione: quadro differenti perché, come già evidenziato, conoscitivo, fattibilità tecnica, diverso è il loro contenuto (Prizzon, compatibilità urbanistica, ambientale e 2007). paesaggistica, sostenibilità finanziaria e le procedure. 6.4 Dalla fase di selezione Per quanto attiene poi alla fase di all’implementazione valutazione degli SdF, essa prevede l’assegnazione di 40 dei 100 punti Complessivamente sono pervenuti alla complessivamente disponibili per Regione 124 Dossier di candidatura. In l’intero PISL. Sulla base delle un primo momento, le ipotesi di disposizioni del bando, il livello di Programma Integrato selezionate e approfondimento e concretezza degli finanziate sono state 52 (tab. 5). SdF allegati al Programma viene valutato considerando questi requisiti:

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Tab. 5– Elenco DC ammessi a finanziamento e ripartizione delle risorse Tot. Fin. Ob. 2 Contr. Contr. ENTE Prov Punti concesso Ph. O Reg. Intesa 1 COMUNE DI ASTI AT 69,50 150.000 0 150.000 0 2 C. M. VALLI GESSO VERMENAGNA CN 68,00 68.176 1 13.635 54.541 3 PARCO FLUVIALE DEL PO E AL 66,11 134.800 0 134.800 0 DELL'ORBA 4 COMUNE DI TORINO (3) TO 66,00 150.000 1 30.000 Scalo Vanchiglia 120.000 5 C. C. ALTO ASTIGIANO AT 65,50 11.578 0 11.578 0 6 COMUNE DI BIELLA BI 65,00 150.000 0 150.000 0 7 PARCO NATURALE VALLE DEL TICINO NO 64,50 87.480 0 87.480 0 8 COMUNE DI RIVALTA TORINESE TO 61,99 35.568 1 7.114 28.454 9 COMUNE DI SAVIGLIANO CN 61,69 117.416 0 117.416 0 10 COMUNE DI TORINO (2) Falchera TO 61,00 99.566 1 19.913 79.653 11 PARCO FLUVIALE PO TORINESE TO 61,00 146.400 1 29.280 117.120 12 C. M. BASSA VALLE DI SUSA E VAL TO 61,00 20.477 1 4.095 16.382 CENISCHIA 13 C. M. ANTIGORIO DI VEDRO VB 60,00 127.140 1 25.428 101.712 14 COMUNE DI VALENZA AL 59,46 146.958 0 146.958 0 15 COMUNE DI SETTIMO TORINESE TO 58,00 150.000 1 30.000 120.000 16 COMUNE DI TORINO (1) Docks Dora TO 57,00 150.000 1 30.000 120.000 17 COMUNE DI CASALE M.TO AL 56,53 50.118 0 50.118 0 18 C.M. BASSA VALLE ELVO BI 55,39 41.100 1 8.220 32.880 19 COMUNE DI VERCELLI VC 50,00 133.787 0 133.787 0 20 COMUNE DI GALLIATE NO 49,64 118.818 0 118.818 0 21 COMUNE DI OLEGGIO NO 49,50 69.300 0 69.300 0 22 COMUNE DI IVREA TO 49,00 150.000 1 30.000 120.000 23 COMUNE DI MASIO AL 49,00 7.950 0 7.950 0 24 C. C. PIANALTO ASTIGIANO AT 49,00 23.683 1 4.737 18.946 25 COMUNE DI VIGONE TO 49,00 30.906 1 6.181 24.725 26 C.M. ALTA LANGA AT 48,50 20.508 1 4.102 16.406 27 COMUNE DI OVADA AL 48,50 59.790 1 11.958 47.832 28 COMUNE DI CANALE CN 48,00 69.023 0 69.023 0 29 COMUNE DI TORTONA AL 48,00 112.770 1 22.554 90.216 30 C. M. DORA BALTEA CANAVESANA TO 48,00 65.610 1 13.122 52.488 31 COMUNE DI COLLEGNO TO 48,00 143.541 1 28.708 114.833 32 COMUNE DI SAN BENIGNO CANAVESE TO 48,00 34.452 1 6.890 27.562

33 C. M. ALTA VAL TANARO CN 47,00 132.444 1 26.489 105.955 34 COMUNE DI GRUGLIASCO TO 47,00 57.106 1 11.421 45.685 35 COMUNE DI ROMANO CANAVESE TO 47,00 23.361 1 4.672 18.689 36 COMUNE DI CHIERI TO 46,00 150.000 1 30.000 120.000 37 COMUNE DI PIOBESI TO 46,00 24.696 1 4.939 19.757 38 COMUNE DI BRANDIZZO TO 45,00 26.280 1 5.256 21.024 39 COMUNE DI DRUENTO TO 45,00 26.788 1 5.358 21.430 40 COMUNE DI VERBANIA VB 45,00 150.000 1 30.000 120.000 41 COMUNE DI BIANDRATE NO 44,28 13.000 0 13.000 0 42 C. M. VALLI ORCO E SOANA TO 44,00 150.000 1 30.000 120.000 43 ENTE PARCO LA MANDRIA TO 44,00 32.430 1 6.486 25.944 44 COMUNE DI CARIGNANO TO 44,00 19.200 1 3.840 15.360 45 COMUNE DI CUNEO CN 43,00 137.401 0 137.401 0 46 COMUNE DI MONCALIERI TO 42,00 80.272 1 16.054 64.218 47 COMUNE DI PINO TORINESE TO 42,00 46.140 1 9.228 36.912 48 COMUNE DI VENARIA TO 42,00 150.000 1 30.000 120.000 49 COMUNE DI MONTANARO TO 41,00 33.750 1 6.750 27.000 50 COMUNE DI NOLE TO 40,50 76.510 1 15.302 61.208 51 PARCO E RIS. NAT. ASTIGIANI AT 40,04 19.641 1 3.928 15.713 52 PARCO NATURALE ALTA VAL SESIA VC 39,00 114.460 1 22.892 91.568 TOTALE 1.986.182 2.354.212 Fonte:sito Internet Regione Piemonte

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In seguito, i fondi a disposizione della ziamenti ai successivi Dossier, per un Regione sono stati integrati e si è totale complessivo di 63 Dossier (tab. proceduto all’assegnazione dei finan- 6).

Tab. 6 – Elenco ulteriori DC ammessi a finanziamento e ripartizione delle risorse (Contenuto nell’Accordo di Programma approvato con Decreto Presidenziale N. 8 del 10 febbraio 2006) ENTE Prov. Tot. Punti Contributo regionale concesso 53 COMUNE DI VARALLO SESIA VC 39,00 67.500,00 54 COMUNE DI TRECATE NO 38,00 55.657,00 55 COMUNE DI BRA CN 37,50 40.419,00 56 COMUNE DI CAMERI NO 37,00 38.384,00 57 C. M. VALLE OSSOLA VB 37,00 67.500,00 58 C. M. BISALTA CN 36,50 18.313,00 59 UNIONE COMUNI COLLINE DI LANGA DEL BAROLO CN 36,50 59.550,00 60 CONSORZIO C. C. ROERO CN 36,00 18.289,00 61 C. C. UNIONE SEI IN LANGA CN 36,00 15.750,00 62 C. M. VALLE MAIRA CN 36,00 38.983,00 63 C. M. MONTE ROSA VB 36,00 13.163,00

Dalle domande presentate emerge che Comuni) ha presentato richiesta di gli Enti capofila sono per lo più Comuni finanziamento. In termini di (58% dei casi), seguiti dalle Comunità popolazione è stato coinvolto circa il Montane e Collinari (rispettivamente il 90% (3.928.708 abitanti) su una 23,4% ed il 7,3%); pochi i casi di popolazione regionale pari a 4.341.733 presentazione a cura di Parchi (6,5%) e abitanti. di Unioni di Comuni (4,8%). Tra gli Enti che hanno presentato richiesta di finanziamento più del 27% si La risposta del territorio al bando trova in aree Obiettivo 2 o Phasing Out, risulta positiva: su 1.206 Comuni della mentre la restante quota è in zona Regione Piemonte circa l’86% (1.033 classificata “bianca” (tab. 7).

Tab. 7 – Aree PISL Enti locali I Fase: 124 dossier di candidatura

Totale Area bianca Obiettivo 2 - Phasing out Comunità Montane 29 2 27 Comunità Collinari 11 5 6 Ente Parco 8 3 5 Comuni associati 35 10 25 Comuni singoli 41 19 22 Totale 124 19 85 Fonte: Bighi, 2006

Per quanto riguarda la dimensione contributo, di importo pro-capite e media delle proposte presentate, in totale del programma nella tabella che termini di popolazione, di richiesta di segue si sintetizzano alcuni dati (tab. 8).

Tab. 8 - Caratteristiche medie dei Dossier di Candidatura (DC) presentati Numero di soggetti aggregati 8 Popolazione (ab.) 31.683 Entità della richiesta di contributo (€) 90.297 Importo totale dell’ipotesi di Programma (€) 42.393.450 Importo pro capite (€/ab.) 1.153 Fonte: elaborazione sito internet Regione Piemonte

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Dalla tabella emerge che mediamente il alla seconda fase di valutazione, quella soggetto proponente, ha aggregato degli studi e dei Programmi, complessivamente 8 Enti Locali, con possedendo i requisiti formali. una popolazione pari a circa 30.000 La quasi totale maggioranza dei abitanti. Tale numero risulta Programmi selezionati nella prima fase notevolmente superiore alla soglia ha richiesto la redazione di almeno uno minima fissata dal bando (5.000 ab.) studio di fattibilità. L’entità media del contributo richiesto I punteggi assegnati agli studi di (pari a circa 90.000€) è inferiore al fattibilità dei 64 Programmi oggetto limite massimo concedibile dalla della seconda fase di valutazione, Regione; questo dato rimanda, secondo attraverso il percorso descritto nei i parametri di corrispondenza precisati paragrafi precedenti, hanno portato alla nel bando, a un importo totale di definizione del punteggio medio pesato Programma pari a circa 20.000.000. degli studi e delle schede. Il dato medio Nel passaggio dalla definizione dell’idea del campione è risultato pari a 21,80. (prima fase) alla consegna degli studi Complessivamente ha conseguito un (seconda fase) alcuni Programmi hanno punteggio sufficiente più del 60% dei subito delle variazioni in seguito Programmi; tuttavia solamente a poco all'operazione di “Rimodulazione del più del 10% è stato attribuito un programma”, prevista dalla Regione in punteggio buono (almeno pari a 30 fase preliminare alla redazione degli punti) (Prizzon, 2007). SdF, che ha consentito di variare il Nella tabella che segue (tab. 9) si numero di opere inserite e/o l’importo riporta la graduatoria definitiva unitario degli interventi. (Deliberazione n. 52 – 5731, 16 aprile Alla data di consegna degli elaborati per 2007). Dato che la soglia minima di la seconda fase (Programmi Integrati e sufficienza stabilita dal Coordinamento Studi di Fattibilità) sono pervenuti in dei Gruppi di valutazione (su richiesta Regione 64 Dossier, uno in più del Ministero per lo Sviluppo (autofinanziato dal Comune di Torino) economico) è stata fissata a 51 punti su rispetto a quelli selezionati. Tale caso, 100, solo 40 Programmi sui 64 non valutato in sede di presentazione Programmi ammessi alla seconda fase dei DC, è stato dichiarato ammissibile hanno superato tale soglia.

Tab. 9 - Graduatoria definitiva N. ENTE CONCORRENTE TITOLO PUNTI 1 PARCO FLUVIALE DEL PO E N.A.TU.R.A. 76,52 DELL'ORBA 2 C.M. VALLI GESSO E VALORIZZAZIONE, INTEGRAZIONE E INNOVAZIONE 71,87 VERMENAGNA DEL SISTEMA TURISTICO 3 PARCO FLUVIALE ALTA VAL SESIA UN' OCCASIONE PER PROTEGGERE LO SVILUPPO 71,79 LOCALE DEL TERRITORIO 4 COMUNE DI CASALE MONFERRATO RONZONE.ECO 68,83 5 COMUNE DI TORINO (2) Falchera VERDE FALCHERA: UNA PROPOSTA DI 68,01 RIQUALIFICAZIONE URBANA 6 COMUNE DI TORINO (1) Docks RICUCITURA DI AMBITI URBANI STORICAMENTE 67,44 Dora SEPARATI - AREE RICOMPRESE NELLE CIRC. 5-6-7 7 COMUNE DI VERCELLI LA CITTA' E IL FIUME: PERCORSI DI RIQUALIFICAZIONE 67,28 URBANA, ECONOMICA ED AMBIENTALE 8 COMUNE DI ASTI ASTI.UNI.FER.EXPO' 64,6 9 COMUNE DI RIVALTA TORINESE RETI D’ACQUA, ARCHITETTURA E PAESAGGIO IN BASSA 64,01 VAL SANGONE

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10 ENTE PARCO LA MANDRIA VALORIZZAZIONE DELL'AMBITO DELLA STURA DI 62,37 LANZO 11 COMUNE DI BIELLA L'ISOLA DELLA CREATIVITA': ACQUA, AMBIENTE, 61,52 CULTURA ED ECONOMIA 12 COMUNE DI GALLIATE RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E SVILUPPO 61,13 DELL'OFFERTA TURISTICA DEL COMUNE DI GALLIATE 13 COMUNE DI SAVIGLIANO SAVIGLIANO - CITTA' CREATIVA (CREA CITTA') 61,11 14 C. M. ANTIGORIO DI VEDRO UTILIZZO E RIQUALIFICAZIONE DI FONTI 60,87 FORMAZZA ENERGETICHE PULITE E RINNOVABILI AL FINE DI INCREMENTARE LO SVILUPPO SOSTENIBILE 15 COMUNE DI IVREA PROGRAMMA INTEGRATO DI SVILUPPO LOCALE DELLA 59,71 CITTA' DI IVREA 16 PARCO FLUVIALE PO TORINESE PROGRAMMA PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA 58,9 UNITARIO DI FRUIZIONE E GESTIONE DEL TERRITORIO DEL PARCO FLUVIALE DEL PO - TRATTO TORINESE 17 COMUNE DI TORINO San Salvario SAN SALVARIO - PARCO DEL VALENTINO 58,75 18 COMUNE DI VIGONE TEATRO S.E.L.V.E 2005 58,22 19 COMUNE DI BRA SVILUPPO ECCENTRICO 57,72 20 COMUNE DI BIANDRATE RICONVERSIONE VILLAGGIO CANTIERE ALTA VELOCITA' 57,48 IN CITTADELLA DEGLI STUDI 21 COMUNE DI MASIO ITC COUNTRY COMMUNITY TECNOLOGIA E SVILUPPO 57,46 RURALE 22 PARCO NATURALE VALLE DEL PER LA RICONVERSIONE ECONOMICA, SOCIALE E 56,85 TICINO FRUITIVA DEI TERRITORI CHE COSTITUISCONO IL PARCO NATURALE VALLE TICINO FINALIZZATO ALLA CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO PAESISTICO, AMBIENTALE E AL POTENZIAMENTO DELLA RETE ECOLOGICA 23 COMUNE DI COLLEGNO PROGETTO CARCIPE - CARIGNANO CICLO PEDONALE 56,78 24 COMUNE DI CHIERI IL TESSILE CHIERESE: MOTORE DI CULTURA E DI 55,95 COMPETITIVITA' INTERNAZIONALE 25 C. M. BASSA VALLE DI SUSA E VAL INIZIATIVE DI SVILUPPO DELLA VALLE DI SUSA NEL 55,85 CENISCHIA SETTORE DELL'ENERGIE ALTERNATIVE 26 COMUNE DI VENARIA VENARIA REALE 2015 55,83 27 COMUNE DI DRUENTO LA CITTÀ CHE SALE – VERSO L’INTEGRAZIONE DI 55,37 SERVIZI INNOVATIVI, STORIA E NATURA 28 COMUNE DI CUNEO CUNEO 2015 – APPUNTAMENTO CON L’EUROPA 55,2 POLICENTRICA 29 COMUNE DI CARIGNANO PROGETTO CARCIPE - CARIGNANO CICLO PEDONALE 54,73 30 COMUNE DI SETTIMO TORINESE 4 X 4 - COMUNI E PROGETTI PER UN PROGRAMMA DI 54,05 SVILUPPO LOCALE NEL QUADRANTE NORD DELL'AREA METROPOLITANA TORINESE 31 C. M. VALLI ORCO E SOANA SVILUPPO INTEGRATO TURISTICO DELLE VALLI ORCO E 53,75 SOANA, VALLE SACRA E ALTA VAL CHIUSELLA 32 COMUNE DI VERBANIA UN PATTO PER LO SVILUPPO DELL'AREA URBANA DEI 53,62 LAGHI 33 COMUNE DI PIOBESI LA CONNESSIONE ECOLOGICA PER UNO SVILUPPO 53,25 INTEGRATO E SOSTENIBILE DEL TERRITORIO 34 COMUNE DI OVADA IL TERRITORIO OVADESE PER UNO SVILUPPO 53,05 SOSTENIBILE 35 C. M. ALTA VAL TANARO PROGRAMMA INTEGRATO PER LO SVILUPPO LOCALE 52,73 DELLA COMUNITA' MONTANA ALTA VAL TANARO 36 COMUNE DI MONTANARO PROGRAMMA INTEGRATO PER LA QUALIFICAZIONE DEL 51,68 SISITEMA INSEDIATIVO, ECONOMICO E DEI SERVIZI DEL COMUNE DI MONTANARO 37 COMUNE DI VALENZA L’ORO DI VALENZA - CULTURA, PROMOZIONE ED 51,66 INNOVAZIONE DEL DISTRETTO ORAFO E DEL SUO TERRITORIO

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38 COMUNE DI MONCALIERI PORTA SUD 2 51,41 39 C. C. PIANALTO ASTIGIANO PIANO SVILUPPO INTEGRATO PER L'AREA INDUSTRIALE 51,23 PIANALTO ASTIGIANO 40 COMUNE DI CANALE PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DEL SETTORE 51,14 ORTOFRUTTICOLO E DEL RELATIVO INDOTTO

6.5 Le valutazioni dei PISL 124 Dossier di candidatura. In un primo momento, le ipotesi di Programma Alcuni studi (Prizzon et Al, 2006; Prizzon Integrato selezionate e finanziate sono et Al, 2007; Rebaudengo, 2007; state 52; questo numero di Dossier Rebaudengo, 2009), già citati finanziati è poi cresciuto a 63, in seguito precedentemente, analizzando la ad un'integrazione di fondi regionali. procedura di valutazione dei Programmi La figura qui sotto (FIG. 1) riporta la Integrati di Sviluppo Locale adottata distribuzione territoriale delle proposte nelle due fasi previste dal bando, hanno finanziate, mostrando quelle ammesse evidenziato alcuni aspetti di interesse nei due diversi momenti e i Comuni che si ritiene utile richiamare. che, pur avendo aderito al bando, non hanno ottenuto il finanziamento; in Come accennato nei precedenti bianco vengono evidenziati quelli che paragrafi, alla Regione sono pervenute non hanno partecipato.

Fig. 2 - Dossier di candidatura finanziati

Fonte: Prizzon, 2007

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Dal punto di vista della componente 3) riqualificazione urbanistica e tematica la Commissione regionale, ambientale; durante la selezione, ha distinto i 4) programma di interventi orientati su Programmi in riferimento al settore di un asse di sviluppo ma scarsamente intervento prevalente degli stessi. Le integrati; proposte progettuali sono state 5) programma di interventi orientati su raggruppate secondo i seguenti più assi di sviluppo e privi di tematismi: integrazione. 1) progetti strategici; 2) valorizzazione e promozione del La figura che segue (FIG. 2) visualizza la territorio in termini di turismo e di mappa tematica dei DC presentati. specificità locali;

FIG. 3 - Carta tematica dei Programmi presentati

Con progetti strategici si è fatto zione e promozione del territorio sono riferimento a quegli interventi in grado stati identificati quegli interventi che di generare sviluppo sotto il profilo hanno posto il turismo e la promozione economico e occupazionale, ritenuti di una cultura eno-gastronomica capaci di attrarre nuovi investimenti; “tipica” alla base dello sviluppo del dall'analisi dei Dossier di candidatura è territorio; è emerso che sono stati emerso che sono stati presentati da Enti formulati prevalentemente da Enti aventi una popolazione superiore Parco e Comunità Montane o Collinari. all’aggregazione media, perlopiù Con progetti di riqualificazione localizzati nei Comuni capoluogo di urbanistica e ambientale è stato indi- provincia. Con progetti di valorizza- cato, invece, quell'insieme di azioni la

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cui strategia territoriale ha considerato inferiore a 500 Euro ad abitante, quale leva dello sviluppo il recupero di mentre nel 27% dei Dossier tale aree o siti degradati e la realizzazione di contributo era compreso tra 500 e interventi infrastrutturali. Con 1.200€ ad abitante. Programmi orientati ma scarsamente Dall’analisi delle tipologie di OO. PP. integrati si è fatto riferimento a quegli strategiche inserite nei DC selezionati interventi caratterizzati da una esigua emerge che il maggior numero di componente strategica; è stato rilevato interventi è legato al settore della che sono stati elaborati da grandi mobilità (strade, parcheggi e sistemi raggruppamenti di Enti, in cui integrati di trasporto locale). Infatti le probabilmente ha prevalso uno logica ipotesi di programma che spartitoria su quella concertativa. comprendono almeno un’opera Infine, con Programmi privi di strategica tra quelle sopra elencate integrazione si è indicato un elenco di rappresentano il 25% dei casi. Le altre opere pubbliche da realizzare senza tipologie di investimento sono riferite ai alcuna organizzazione strategica e con seguenti settori: promozione del elevate richieste in termini di quote di territorio (22%), protezione dell’am- finanziamento regionale e nazionale. In biente e difesa del suolo (21%), servizi riferimento a quest'ultimo gruppo, per la collettività (18%), edilizia sportiva Rebaudengo parla di “lista della spesa” e attrezzature per lo sport (5%), edilizia (2009). scolastica (4%) ed edilizia residenziale pubblica (3%). Tra i Programmi ammessi alla seconda Secondo la logica del bando i soggetti fase, la domanda regionale di OO.PP. è privati aderenti al Programma (per una risultata essere di 1.408, per un quota minima pari 25% del totale investimento complessivo pari a circa Programma) avrebbero dovuto risultare 1,5 miliardi di euro. interessati e stimolati alla parte- Come riportato nella tabella 9, cipazione con propri investimenti in mediamente l’entità del contributo quanto potenzialmente fruitori delle richiesto dai DC è stato pari a circa esternalità generate dal progetto 90.000 € dato che rimanda, secondo i stesso, non in quanto destinatari di parametri di corrispondenza precisati contributi finanziari pubblici a fondo nel bando, a un importo totale di perduto. Di fatto la partecipazione Programma di circa 20.000.000€. complessiva dei soggetti privati per i Prizzon (2006), confrontando tale Dossier selezionati risulta pari a circa un valore con il dato medio ha sottolineato miliardo di euro che corrisponde al 41% un’incongruenza: buona parte dei DC del costo totale di attuazione degli presentati prevedeva un investimento interventi. In dettaglio la partecipazione in opere pubbliche ben al di sopra della del privato si è così ripartita: interventi soglia che consentiva di ottenere il di edilizia residenziale in attuazione del massimo contributo, pari a PRGC (15%); investimenti in attività 25.000.000€; inoltre, l’importo pro- economiche (42%); interventi in opere capite medio risultava essere molto al di interesse pubblico (41%); investi- di sopra della spesa regionale pro- menti in azioni immateriali (1%). capite per OO.PP, secondo i dati rilevati Subito dopo la pubblicazione della nel 2004 (pari a 500€). In particolare, graduatoria la Regione Piemonte ha circa il 50% dei Dossier presentati concesso un periodo di tempo per la prevedevano un contributo per la rimodulazione dei DC da parte di quegli realizzazione di interventi pubblici Enti proponenti che si sono resi conto di

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aver costruito delle ipotesi di di importo inferiore agli 800.000€. Programma che per entità finanziaria degli investimenti andavano oltre la Gli Studi di Fattibilità consegnati sono sostenibilità locale. In sintesi, la stati 342, poco più del 30% del totale, le rimodulazione formale ha riguardato Schede intervento presentate 778, circa circa il 28% del totale (18 Programmi), il 70% del totale. Nel complesso l’esame quelli che si sono mantenuti entro i ha riguardato 1.120 osservazioni. limiti previsti sono stati il il 56% del Il valore medio dei punteggi attribuiti ai totale e, infine, e quelli che non hanno singoli studi e alle schede intervento previsto alcuna variazione sono stati risulta pari a 23,09 su un massimo di 40 complessivamente 10 P.I.S.L. punti. Per quanto riguarda Mediamente questa operazione ha specificamente la distribuzione dei provocato una riduzione rispetto punteggi nelle quattro classi di all’importo totale di circa 680M€, e cioè approfondimento richieste (Scheda di il 27% del totale (Prizzon, 2007). Intervento, Studio di Fattibilità La quasi totale maggioranza dei semplificato, Studio di Fattibilità Programmi selezionati nella prima fase sintetico, Studio di Fattibilità completo, ha richiesto la redazione di almeno uno tab. 10), però, emergono delle studio di fattibilità: in particolare, in differenze: al minore livello di dettaglio termini di numero di studi, la metà del richiesto (SI) corrisponde un punteggio totale ha previsto un approfondimento medio più elevato; per gli studi di tipo “sintetico” (SdF di tipo B); il 45%, un [B] e tipo [C], i due dati medi (circa 21) livello “semplificato”; la restante quota risultano sostanzialmente allineati; il (complessivamente 22 studi), uno punteggio medio relativo agli studi studio “completo” (SdF di tipo A). completi che prevedono il massimi Risulta che solo 3 Enti (meno del 5%) livello di approfondimento, invece, si hanno presentato ipotesi di Programma mostra insufficiente (17/40) (Prizzon, richiedenti la predisposizione della 2007). Scheda intervento, trattandosi di OO.PP.

Tab. 10 – Punteggi nelle 4 classi di approfondimento SI SdF[C] SdF[B] SdF[A] 1.120 osservazioni 778 150 180 12 max 40 37 40 32,25 min 2 1 1 6 media 23,91 21,51 21,28 17 mediana 24 21 21,75 16,88 dev.st 7,5 8,71 8,63 8,33 Fonte: Prizzon, 2007

I tre tipi di SdF (tipo A, B, C) hanno bacino di utenza, nella conseguente ottenuto buoni punteggi per gli aspetti stima degli utenti potenziali e nella legati alla fattibilità tecnica; in generale, predisposizione dell’analisi finanziaria. i punti critici sono risultati legati Infine, un ulteriore elemento di all’analisi della domanda e alla debolezza ha riguardato l’analisi di sostenibilità finanziaria, anche se è sensibilità e di rischio: in media le stato assegnato un punteggio discreto valutazioni si sono attestate intorno al agli aspetti preliminari di definizione 20% del massimo punteggio delle modalità di gestione. attribuibile. Relativamente allo studio della fattibilità finanziaria, gli aspetti lacunosi si sono concentrati nella definizione del

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7. Programmi Territoriali 7.1 Il quadro normativo Integrati Il 12 dicembre 2005 la Regione Il 12 dicembre 2005 la Regione Piemonte, il Ministero dell’Economia e Piemonte, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero delle delle Finanze e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Infrastrutture e dei Trasporti sottoscrivono l’Atto integrativo sottoscrivono l’Atto integrativo dell’Accordo di Programma Quadro del dell’Accordo di Programma Quadro del 2004 che prevede la pubblicazione di 2004 che prevede la pubblicazione di un nuovo bando regionale per la un nuovo bando regionale per la redazione di Programmi territoriali redazione di Programmi territoriali integrati (PTI). integrati (PTI) “destinati a promuovere lo sviluppo del territorio sotto il profilo Nel suddetto Atto integrativo viene economico, ambientale, culturale e definito l'obiettivo principale di questi sociale”. L'obiettivo che la Giunta Programmi e specificata la loro fonte di regionale persegue con l'adozione dei finanziamento: «i Programmi sono PTI è il rafforzamento della capacità destinati a promuovere lo sviluppo del delle comunità locali di progettare in territorio sotto il profilo economico, termini integrati, in funzione delle ambientale, culturale e sociale, sono differenti potenzialità e vocazioni del costituiti da un insieme di interventi, territorio. Nel documento si specifica: servizi ed azioni, compresi i fabbisogni “Con la proposta di secondo Atto formativi e gli interventi per garantire le integrativo in oggetto (risorse CIPE pari opportunità, concepiti in modo 2006), la Regione intende contribuire al organico e coordinato tra loro e si finanziamento per la realizzazione di realizzeranno in un periodo pluriennale. opere inserite nei programmi integrati I futuri finanziamenti potranno presentati dagli Enti territoriali (PISL).” pertanto riguardare sia opere pubbliche Il bando viene elaborato in coerenza o di interesse pubblico, interventi e con i documenti programmatori, che azioni finanziabili a valere sul Fondo caratterizzano in modo incisivo la nuova aree sottoutilizzate (FAS), sul Fondo legislatura: in particolare, le Linee guida europeo di sviluppo regionale (FESR) e della strategia comunitaria per il sul Fondo europeo agricolo per lo periodo 2007-2013, il Documento sviluppo rurale (FEASR), sia interventi Strategico Preliminare della Regione sulle risorse umane a valere sul Fondo Piemonte 2007-2013 (DSPR) e il Piano sociale europeo (FSE) che ulteriori Territoriale regionale. Nel capitolo si opere pubbliche, interventi e azioni ricostruisce il quadro normativo (par. finanziabili sul bilancio regionale». Il 7.1) dei PTI, si mettono in luce le documento specifica anche la ragione peculiarità del modello di progettazione alla base dell'integrazione dell'Accordo integrata (par. 7.2), analizzando le del 2004: «Con la proposta di secondo regole di funzionamento (par. 7.2.1) e le Atto integrativo in oggetto (risorse CIPE due fasi della selezione (7.2.3 – 7.2.4), 2006), la Regione intende contribuire al si dà poi conto dei risultati delle due finanziamento per la realizzazione di fasi di selezione (par. 7.3) e, infine, si opere inserite nei programmi integrati sintetizzano i risultati di una prima presentati dagli Enti territoriali (PISL)». analisi valutativa realizzata da Lapo- Infine, viene presentata una ipotesi Corep nel 2010 (par.7.4). programmatica che può essere sin- tetizzata nella seguente tabella (tab. 1).

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Tab. 1 – Ipotesi programmatica Fasi della programmazione periodo di fonte di finanziamento strategica fonte di finanziamento riferimento comunitaria statale regionale altre integrata risorse definizione parco progetti - Accordo febbraio FAS 2003 Cofinanz. Cofinanz. di Programma 2004- bando PISL 2007 FAS 2003 Enti locali (Delibera CIPE 17/2003) FAS 2003 finanziamento progettazione marzo/aprile Cofinanz. definitiva delle OO.PP inserite nei 2007 FAS 2006 programmi integrati (II° Atto integrativo – Delibera CIPE 3/2006) finanziamento realizzazione OO.PP febbraio FAS 2006 inserite nei programmi integrati (II° 2008 Atto integrativo - Delibera CIPE 3/2006) finanziamento realizzazione OO.PP dicembre FAS -RAU Cofinanz. Cofinanz. strategiche inserite in programmi 2008 2005 FAS–RAU Enti locali integrati afferenti alle aree urbane 2005 FAS– RAU (Delibera CIPE 35/2005) 2005 definizione parco progetti – Atto dicembre FAS 2004 Cofinanz. Cofinanz. integrativo 2005- bando PIT 2008 FAS 2004 Enti locali (Delibera CIPE 20/2004) FAS 2004 finanziamento realizzazione di opere 2007-2013 FESR, FAS Cofinanz. pubbliche o di interesse pubblico, FEASR, 2007-2013 FAS interventi e azioni inseriti in FSE 2007- 2007-2013 programmi integrati 2013 Fonte: Atto integrativo APQ

Il fine della Giunta regionale è quello di priorità della politica regionale, in rafforzare la capacità delle comunità riferimento agli Obiettivi del nuovo locali di progettare in termini integrati, ciclo di programmazione: in funzione delle differenti potenzialità - convergenza; e vocazioni del territorio regionale. Il - competitività regionale e occupa- bando viene elaborato, quindi, in zione; coerenza con i documenti pro- - cooperazione territoriale euro- grammatori, che caratterizzano in modo pea. incisivo la nuova legislatura: Il QSN, infatti, viene redatto • le Linee guida della strategia tenendo in considerazione la visione comunitaria per il periodo 2007- strategica di sviluppo regionale 2013, che forniscono un quadro di delineata attraverso i diversi DSPR. riferimento per i programmi Sulla base delle indicazioni sostenuti dai tre Fondi che nel programmatiche contenute nel nuovo periodo di programmazione QSN, gli Stati Membri o le singole 20007-2013 sostengono la Politica Regioni, a loro volta, predispongono di Coesione: il Fondo europeo di i Programmi Operativi Nazionali sviluppo regionale (FESR), il Fondo (PON) e Regionali (POR), che sociale europeo (FSE) e il Fondo di contengono la definizione delle coesione (FdC). priorità, le disposizioni di attuazione e l’annesso piano finanziario di • Il Documento Strategico Preliminare allocazione delle risorse; della Regione Piemonte 2007-2013 • Il Piano Territoriale regionale, che (DSPR), che compone il più ampio permette di “territorializzare” e Quadro strategico nazionale (QSN) rendere maggiormente incisiva in cui si descrivono le strategie e le l’azione regionale. Per la prima

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volta, nel PTR della Regione programmazione. Nello specifico, esso Piemonte viene conferita partico- prevede una programmazione delle lare attenzione alla promozione dei risorse e degli interventi improntata sui sistemi locali territoriali (SLoT), seguenti principi guida: come potenziali aggregati di 1. l’integrazione delle risorse a soggetti in grado di collaborare, disposizione, il miglioramento insieme ad altre componenti, allo dell’efficacia delle azioni promosse sviluppo locale del territorio dalle diverse fonti di finan- regionale. Il PTR individua i sistemi ziamento e dai relativi interventi territoriali e funzionali di livello operativi; regionale come ambiti territoriali 2. una più efficace selezione degli sovracomunali nei quali si integrano interventi proposti, in vista di la dimensione ambientale, sociale e innescare sul territorio impulsi di economica. Questi ambiti sono stati crescita duratura e sostenibile; definiti Ambiti di Integrazione 3. la territorializzazione degli inter- Territoriale (AIT), cioè “nodi” di una venti, finalizzata ad assicurare rete di sistemi locali a sostegno l’organicità dell’azione su differenti degli obiettivi di sviluppo integrato livelli di governo territoriale. e equilibrato del territorio regionale. Secondo gli orientamenti L’integrazione viene considerata un del Piano, la programmazione inte- elemento cardine della nuova fase grata avrebbe dovuto assumere un programmatoria, tanto che il DPSO la ruolo determinante, diventando lo promuove nelle seguenti forme: strumento operativo di applicazione • integrazione settoriale, con la della politica territoriale di sviluppo riduzione dei programmi di locale. settore, a favore di una più stretta correlazione tra le differenti azioni Inoltre, i Programmi integrati previsti settoriali condotte dalla Regione; dal bando (B.U.R n. 1 del 4 gennaio • integrazione multi-attore, con 2007) rappresentano uno strumento l'attivazione di sinergie a livello operativo della nuova programmazione locale e tra i diversi livelli di regionale attuativa del Documento di governo ritenute decisive per la Programmazione Strategico-Operativa promozione di sistemi economici (DPSO). In questo Documento, come territoriali, la cui competitività prescritto dal Quadro Strategico poggia sui servizi alle imprese, sui Nazionale, ogni Regione espone gli vantaggi infrastrutturali e indirizzi della propria strategia di ambientali; attuazione della Politica regionale di • integrazione delle risorse, attra- Coesione unitaria 2007-2013. Il DPSO, verso il coinvolgimento sia delle infatti, insieme al DSPR è uno dei testi capacità progettuali che delle regionali che forniscono i contenuti e le disponibilità finanziarie di attori linee guida per l’elaborazione del POR. non istituzionali, nella direzione Approvato dal Consiglio regionale il 21 del partenariato pubblico-privato. dicembre 2006, il DPSO della Regione Piemonte stabilisce gli indirizzi per la In concreto, il DPSO individua per la programmazione dei fondi europei, politica di sviluppo regionale, quattro nazionali e regionali, nell'ambito della priorità tematiche di intervento, Politica di Coesione regionale per articolate a loro volta in 28 linee l'attuale quarto periodo di progettuali (tab. 2):

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1. innovazione e transizione produt- energetiche rinnovabili; tiva; 3. riqualificazione territoriale; 2. sostenibilità ambientale, efficienza 4. valorizzazione delle risorse umane. energetica e sviluppo di fonti

Tab. 2 – Priorità tematiche DPSO PRIORITÀ I - INNOVAZIONE E TRANSIZIONE PRODUTTIVA 1. Promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione: sostegno alla formazione di piattaforme innovative, laboratori e infrastrutture connesse; creazione di reti di collaborazione tra imprese e tra imprese e istituzioni della ricerca: progetti di ricerca congiunta tra centri di ricerca e imprese e condivisione delle strutture, sostegno alle reti transnazionali di scambio e di azione formativa; sostegno a progetti di innovazione delle PMI. 2. Promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e dell’innovazione per le fonti energetiche rinnovabili: sostegno alla formazione di piattaforme innovative, laboratori e infrastrutture connesse. 3. Sviluppo dei sistemi produttivi locali e rafforzamento delle filiere produttive (incluse filiere agro-industriali ed energie rinnovabili): poli innovativi, promozione dell’imprenditorialità, innovazione organizzativa e sostegno alla formazione di centri di competenza, offerta di servizi alle imprese, compresa l’ingegneria finanziaria e il sostegno della ricerca, percorsi formativi integrati per la creazione d’impresa. 4. Creazione di reti tecnologiche e collaborative transnazionali. 5. Internazionalizzazione del sistema economico e attrazione degli investimenti. 6. Sviluppo di reti di comunicazione e circolazione dell’informazione: interventi di sostegno per l’accesso all’ICT. 7. Promozione della formazione di eccellenza. 8. Valorizzazione della filiera agroalimentare, con particolare riguardo alle produzioni tipiche e di qualità, alla tracciabilità, identificazione e commercializzazione dei prodotti. PRIORITÀ II - SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, EFFICIENZA ENERGETICA, SVILUPPO DELLE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI 9. Promozione di fonti energetiche rinnovabili: sistema solare fotovoltaico, solare termico, eolico, biocombustibili, biogas, biocombustibili liquidi, energia idroelettrica, idrogeno. 10. Adozione di processi e tecnologie finalizzate all’efficienza e al risparmio energetico. 11. Gestione del ciclo dell’acqua, difesa e valorizzazione delle risorse idriche: interventi per il riuso delle acque reflue urbane e l’ammodernamento degli acquedotti. 12. Prevenzione dei rischi, difesa del suolo e assetto idrogeologico. 13. Promozione di aree industriali ecocompatibili, inclusa la bonifica e il riuso dei siti degradati e/o dismessi. 14. Conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, gestione e valorizzazione delle risorse forestali, rivitalizzazione del sistema fluviale del Po e dei suoi affluenti. PRIORITÀ III - RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE 15. Progetti di trasformazione urbana: infrastrutturazione, direzionalità, recupero ambientale. 16. Coesione sociale e qualità della vita (inclusione, sicurezza, salute, accesso alla conoscenza): rafforzamento della rete dei servizi socio-sanitari, culturali e sportivi, percorsi per l’integrazione sociolavorativa dei soggetti svantaggiati. 17. Logistica, con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi intermodali integrati. 18. Miglioramento dell’accessibilità aeroportuale, ferroviaria e stradale. 19. Mobilità sostenibile: sviluppo dei servizi di trasporto alternativi al mezzo privato e sistemi innovativi di gestione del traffico. 20. Valorizzazione del patrimonio architettonico e storico-culturale materiale e immateriale: promozione e valorizzazione dei sistemi turistico-culturali (beni “faro”, sistemi e reti territoriali), tutela e valorizzazione del paesaggio e del patrimonio architettonico, sviluppo dei prodotti tipici di qualità, realizzazione di interventi formativi. 21. Diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali. 22. Progettazione integrata transfrontaliera. PRIORITÀ IV - VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE 23. Promozione del sistema della formazione permanente per gli adulti, allargando le opportunità per le iniziative individuali. 24. Contenimento dell’abbandono scolastico dei giovani attraverso l’offerta di opportunità diversificate di formazione – qualificazione. 25. Accettazione delle diversità nei posti di lavoro e lotta alla discriminazione nell’accesso all’occupazione. 26. Aumento della partecipazione e dell’occupazione delle donne. 27. Inserimento lavorativo degli immigrati. 28. Rafforzamento delle capacità dei servizi per l’impiego di svolgere funzioni di attiva promozione e mediazione tra domanda e offerta di lavoro e di sviluppo e mantenimento dell’occupabilità. Fonte: APQ

Dal punto di vista operativo, il DPSO due distinti flussi programmatori, che propone un’architettura che si fonda su dovrebbero sviluppare una stretta

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interazione: i Programmi a regia ridefinizione continua (fig. 1). regionale e i Programmi territoriali Il passo successivo consiste integrati. Attraverso i primi, la Regione nell’integrazione tra programmazione intende ricondurre le differenti economica pluriennale (DPEFR) e politiche di settore all’interno di politica territoriale, in modo da favorire tematiche unitarie e condivise, una efficace utilizzazione delle risorse. favorendone l’integrazione; attraverso i Le risorse del fondo aree sottoutilizzate PTI, invece, cerca di favorire la (FAS), integrate con quelle del Fondo definizione di ipotesi progettuali che sociale europeo (FSE) e del Fondo emergono dal confronto negoziale a europeo di sviluppo regionale (FESR), livello locale e basate sulle vocazioni dei concorreranno così all’attuazione della territori stessi. Il fine ultimo è che le programmazione strategica integrata, ipotesi progettuali provenienti dai sostenendo sia la realizzazione delle territori trovino coerenza all’interno dei opere pubbliche inserite nei programmi Programmi a regia regionale e i territoriali integrati sia la realizzazione Programmi a regia regionale, a loro delle opere strategiche funzionali allo volta, si integrino con le caratteristiche sviluppo dei territori. dei territori, in un processo di

FIG. 1

Programmi a Programma regia regionale strategico regionale

Progettualità strategiche DPEFR integrate locali

Fonte: Programma strategico regionale 2007-2013.

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7.2 Il modello di risorse dell’Intesa Istituzionale di Programma, per le opere pubbliche progettazione integrata strategiche non può andare oltre il 25% del costo complessivo. Il finanziamento 7.2.1 Le regole di locale, pubblico e privato non può essere inferiore al 50%, mentre il solo funzionamento finanziamento pubblico locale non può essere inferiore al 10% del costo I PTI prendono avvio nel dicembre 2006 complessivo (art. 2, comma 9). da un Atto integrativo al precedente Le proposte selezionate con la prima Accordo di Programma Quadro sullo fase del bando, ricevono un contributo Sviluppo locale, firmato per gli anni per la redazione del Programma 2005-2006 dalla Regione Piemonte e Operativo (seconda fase), pari allo dall’Intesa Istituzionale di Programma. 0,75% del costo di realizzazione degli La Regione pubblica il bando investimenti pubblici programmati. Di “Programmi Territoriali Integrati” per la tale costo, la Regione finanzia l’80% fino selezione di proposte di candidatura e ad un massimo di 200.000 euro. la successiva erogazione di contributi, La rimanente quota resta a carico statali e regionali, per la redazione di dell’Ente proponente, che si trova in Programmi Operativi e Studi di questo modo a cofinanziare il fattibilità (SdF) delle opere pubbliche (o Programma Integrato e gli SdF, richiesti di interesse pubblico) in essi contenuti nella seconda fase di selezione. (B.U.R. n. 1 del 4/01/2007). Il bando “Programmi Territoriali Integrati”, Così come previsto dal bando per i quindi, si compone di due fasi distinte: Programmi Integrati di Sviluppo locale la prima, denominata “Programma (PISL), l'elaborazione della strategia e strategico”, definisce le modalità di l'individuazione degli interventi presentazione dei Dossier di presuppone una operazione di candidatura sulla base dei quali viene concertazione tra gli attori locali, stilata una prima graduatoria dei pubblici e privati. Programmi ammessi al finanziamento; la seconda, determina le modalità di Il bando prevede che possano selezione e finanziamento dei presentare richiesta di finanziamento i “Programmi operativi”. Comuni (singoli o raggruppati), le Comunità Montane e le Comunità Le risorse pubbliche messe a Collinari (art. 3). Inoltre, stabilisce che i disposizione ammontano a circa 1,75 Comuni appartenenti alle Comunità milioni di euro a valere sui fondi montane e collinari non possano regionali e circa 2,35 milioni a valere su presentare proposte senza la risorse statali assegnate dal CIPE (art. partecipazione della Comunità montana 1). o collinare di appartenenza e che gli Enti Parco non possano partecipare da In termini finanziari, il bando indica i soli. Come per i PISL, ogni Ente non può valori limite per la ripartizione delle aderire al bando con più di una richiesta quote di finanziamento regionale e di contributo, ad eccezione della città di statale: entrambe non possono Torino (per cui è previsto un massimo di superare il 50% del costo complessivo due richieste). A differenza dei PISL, degli interventi, dei servizi e delle però, varia il numero minimo della azioni; quello richiesto a valere sulle

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popolazione di riferimento per i Comuni forte cooperazione pubblico- che passa da 5.000 a 15.000 abitanti privato. (art. 2). Per quanto attiene al modello di Alle Province viene assegnato il progettazione, i PTI realizzano un compito di condurre un’azione di approccio integrato anch'esso definito promozione e di supporto nei confronti nel Documento di Programmazione degli Enti Locali, di concertazione tra Strategico operativo: tutti i soggetti interessati allo sviluppo • integrazione finanziaria: i dell’area e di definizione, insieme a Programmi sono cofinanziati da questi stessi attori, degli obiettivi della fondi regionali e statali sia strategia di sviluppo territoriale (art. 4). nell’ambito di predisposizione dei Rispetto ai PISL, quindi, viene eliminata progetti sia per la realizzazione la doppia fase di valutazione: le degli interventi e delle opere Province non sono tenute a operare previste; inoltre, lo strumento una selezione dei Programmi presentati prevede una sinergia degli obiettivi e possono concorrere al finanziamento. e interventi nei diversi Programmi; • integrazione settoriale e Anche i PTI, come i precedenti orizzontale: innanzitutto, gli strumenti integrati PIA e PISL, interventi per promuovere lo prevedono la cooperazione e sviluppo locale afferiscono a uno o partecipazione dei differenti livelli di più comparti economici e sono governo, nell'intento di rafforzare la coerenti con i Piani di settore multilevel governance così come regionali; in secondo luogo, nei PTI delineato nel Documento di gli obiettivi egli interventi si Programmazione Strategico operativo. integrano con i contenuti dei piani In particolare, nel bando si rintracciano o programmi strategici comunitari, i seguenti ruoli per ciascun attore nazionali e regionali; istituzionale: • integrazione territoriale: il • la Regione promuove l’iniziativa e, Programma richiede l'elaborazione in concomitanza con essa, attiva di una vision di sviluppo per un incontri di approfondimento territorio all'interno di una tematico per stimolare la capacità strategia più ampia. L' ambito progettuale degli Enti locali, svolge territoriale di riferimento delle un ruolo di indirizzo nelle scelte aggregazioni può essere strategiche locali e valuta i provinciale o interprovinciale e la Programmi nelle due fasi previste; scala di intervento può avere una • la Provincia coordina un dimensione locale o sovra-locale. partenariato interistituzionale e aggrega gli attori locali allo scopo di Nella tabella seguente (tab. 3) viene costruire Programmi integrati dotati formulata una comparazione tra alcuni di una visione strategica; strumenti di progettazione integrata • gli Enti elaborano una strategia di avviati dalla Regione Piemonte, nel sviluppo basata su obiettivi periodo che va dal 2000 al 2006. condivisi che può essere attuata attraverso la costituzione di una

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Tab. 3 - Caratteristiche PIA-PISL-PTI Strumento Normativa Attori coinvolti Vincoli Obiettivi Fonti di Ruolo attori demografici finanziamento istituzionali - Docup Aggregazioni di Nessun Promuovere lo FESR - Regione: 2000-2006; Comuni per vincolo sviluppo a livello definisce raggruppamento territoriale locale; indirizzi e caratterizzata al criteri; proprio interno Infrastrutturazione, PIA da omogeneità riqualificazione - Provincia: socioeconomica locale, animazione gestisce 2000-2006 → Legge turistica rapporto con 662/1996 i territori;

- Enti: individuano aree bersaglio e soggetto Capofila;

- IIP (22 -Comuni (singoli Popolazione -Migliorare lo Redazione di - Regione: marzo o associati); superiore a sviluppo dell’area, le Programmi e promuove 2000); 5.000 condizioni di vita e Studi di l’iniziativa, - Comunità abitanti, di lavoro dei fattibilità: indirizzo e - APQ, montane e salvo residenti e Risorse valuta i D.G.R. n. collinari; deroghe l’integrazione regionali; Programmi; PISL 52 – motivate sociale; Fondi CIPE 13705, 18 - Enti parco - Provincia: 2005-2006 ottobre predisposizione di Realizzazione: accompagna 2004; un “parco progetti”, Fondi strutturali mento, di cui sia stata UE assistenza verificata la FAS tecnica e fattibilità economica, Altre risorse selezione dei la sostenibilità regionali programmi. → Legge ambientale e Risorse 662/1996 sociale. pubbliche locali - Enti locali: elaborano una strategia di sviluppo

- Capofila: coordinamen to

- IIP (22 - Comuni Popolazione Promuovere Redazione di - Regione: marzo associati con altri sviluppo economico, Programmi e promuove superiore a 2000); Comuni, con ambientale, Studi di l’iniziativa, Comunità 15.000 culturale e sociale, fattibilità: indirizzo e - Atto montane o abitanti, con approccio Risorse valuta i Integrativo collinari o con strategico. regionali; Programmi; salvo le APQ, soggetti gestori Fondi CIPE PTI D.G.R. n. di aree protette eccezioni 4 linee progettuali: - Provincia: 92 – 1644, istituite con legge previste a) innovazione e coordina un 2006-2008 28 regionale; transizione Realizzazione: partenariato novembre produttiva; b) Fondi strutturali interistituzio 2005 - Comunità sostenibilità UE nale e può montane e ambientale, FAS concorrere al → Legge collinari, senza efficienza energetica Altre risorse finanziament 662/1996 vincoli , sviluppo fonti regionali o; demografici. energetiche Risorse rinnovabili; c) pubbliche locali - Enti locali: riqualificazione elaborano territoriale; d) una strategia valorizzazione di sviluppo. risorse umane

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7.2.2 La prima fase della territorio regionale (a1); coerenza fra il Programma territoriale integrato e selezione le vocazioni, i vincoli e le potenzialità offerte dal contesto territoriale in Come per i PISL, il bando regionale vista di realizzare vantaggi prevede due distinte fasi, ognuna delle competitivi (a2); individuazione quali si conclude con una graduatoria dell’aggregazione territoriale di delle proposte: nella prima, vengono dimensione idonea e di adeguata selezionati i Dossier di Candidatura; capacità di programmazione nella seconda, i Programmi che integrata (a3): punti 30; successivamente verranno finanziati. b) approfondimento delle analisi sui punti di forza e di debolezza relativi Il bando richiede agli Enti proponenti di al sistema locale individuato: punti costruire per il loro territorio una 10; strategia di sviluppo locale condivisa e c) coerenza rispetto a piani e accordi di articolata in una serie di interventi, settore regionali e nazionali: punti servizi ed azioni tra di loro integrate e 10; strettamente ancorate al contesto, con d) specificazione dei risultati attesi e particolare attenzione alle forme di attendibilità del programma in partenariato e agli aspetti ambientali. termini di effetti indotti di sviluppo Tale strategia deve essere presentata economico unitario sull’intero nel Dossier di candidatura che si ambito di intervento, di qualità compone di tre parti principali (art. 6): sociale, ambientale e paesaggistica 1. una relazione descrittiva, in cui, a in rapporto alla situazione attuale; partire da un’attenta analisi del disponibilità di indicatori statistici o contesto socio-economico, si quantitativi per la valutazione di individuano le potenzialità locali, gli impatto del programma: punti 15; interventi da realizzare in coerenza e) livello di integrazione del con gli strumenti di programma (soggetti, programmazione esistenti a livello finanziamenti, azioni, ecc.), locale e sovralocale; evitando la frammentarietà degli 2. la planimetria generale dell’ambito interventi: punti 20; interessato dal Programma e quello f) incidenza del cofinanziamento delle aree oggetto di intervento; privato: punti 15; 3. una relazione finanziaria, che indica il costo previsto per la realizzazione Al fine di favorire l'applicazione dei di quanto contenuto nella proposta, suddetti criteri, il Nucleo di valutazione le possibili fonti di finanziamento e ha approvato la Proposta metodologica le altre risorse (lavoro beni o servizi) per la valutazione dei DC, contenente la a disposizione del Programma scheda di valutazione articolata su 8 Integrato. ambiti tematici (“ancoraggi”): 1. “ancoraggio” territoriale del In particolare, le richieste di Programma (a1): ambito tematico finanziamento sono valutate tenendo volto a indagare e a valutare conto dei seguenti criteri (art. 7): quanto il Programma assuma il a) rilevanza e contenuto strategico degli territorio di riferimento, le sue obiettivi socioeconomici di sviluppo vocazioni e le sue specificità come locale, in rapporto alle priorità ed agli supporto attivo del Programma e, orientamenti definiti nei documenti quindi, come collegamento per programmatici per il governo del

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intervenire sui processi rispondenza dell’analisi SWOT con indesiderati dello sviluppo locale o le caratteristiche e le dinamiche per valorizzare le potenzialità territoriali, nonché la capacità del inespresse. Una scarsa coerenza Programma di allestire del Programma rispetto alle rappresentazioni dotate di condizioni territoriali costituisce, pertinenza pratica, progettuale e infatti, la premessa per logica. l’elaborazione di un Programma 5. integrazione “verticale” del svincolato dalle condizioni del Programma6 (c): ambito tematico contesto; finalizzato a valutare il livello di 2. “ancoraggio” programmatico del integrazione che il Programma Programma (a2): ambito tematico presenta con le strategie orientato a valutare quanto il progettuali, definite dagli Programma assuma come ulteriore strumenti programmatici di livello riferimento di base le indicazioni e superiore, e a stabilire quanto esso le strategie programmatiche di si configuri come uno strumento livello sovralocale, in particolare attuativo di queste ultime. quelle definite dalla Regione 6. integrazione “orizzontale” del nell’ambito dei propri strumenti Programma (d): ambito tematico istituzionali. Come per l’ambito destinato a valutare il livello di precedente, uno scarso confronto reciproca integrazione tra gli con questi dettati programmatici interventi inclusi nel Programma e, costituisce indicatore di una scarsa quindi, a evitare la sinergia istituzionale tra livelli di frammentazione territoriale degli governo e di programmazione interventi, l’eterogeneità tra le dello sviluppo; categorie di opere e tra le linee 3. contestualizzazione/territorializza progettuali proposte. zione del Programma e 7. composizione dell’investimento e articolazione dell’idea guida (a3): della rete degli attori impegnati ambito tematico finalizzato a nella attuazione del programma valutare le relazioni che vengono (e): ambito tematico volto a stabilite tra caratteristiche valutare la struttura economico- territoriali e le iniziative incluse nel finanziaria del Programma per Programma. In particolare, a accertare che esso non si riduca a valutare quanto l’articolazione del un semplice piano di opere Programma e dell’idea guida si pubbliche da realizzarsi con il articolino su obiettivi, cluster e sostegno delle fonti finanziarie di iniziative progettuali che origine sovralocale. scaturiscono dalle caratteristiche e 8. effetti e risultati territoriali attesi dalle condizioni territoriali di base, dall’attuazione del programma (f): in alternativa a semplici (e sterili) ambito tematico destinato a richiami alle linee progettuali valutare i valori aggiunti territoriali predefinite dal bando istitutivo dei previsti dalla realizzazione del Programmi; Programma e gli impatti territoriali 4. individuazione dei punti di forza, delle opere e delle iniziative. delle minacce e delle opportunità

offerti dal territorio di riferimento

(b): ambito tematico volto a 6 I termini “orizzontale” e “verticale” assumono valutare i contenuti e la in questo caso una declinazione diversa da quella qui utilizzata.

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Nella tabella sottostante (tab. 4) si selezione e il relativo punteggio presenta un confronto tra i criteri di utilizzati per i PISL e per i PTI.

Tab. 4 – Confronto criteri di selezione PISL-PTI CRITERI SELEZIONE PISL PUNTEGGIO Realismo e precisione delle analisi sui punti di forza e di debolezza relativi punti 30 all’ambito individuato coerenza tra gli obiettivi socioeconomici di sviluppo locale e le analisi punti 30 presentate miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita dei residenti punti 20 integrazione del programma con l’approccio Leader e Urban punti 20

CRITERI SELEZIONE PTI A 1) rilevanza e contenuto strategico degli obiettivi socioeconomici di sviluppo locale, in 30 punti rapporto alle priorità ed agli orientamenti definiti nei documenti programmatici per il governo del territorio regionale; a 2) coerenza fra il programma territoriale integrato e le vocazioni, i vincoli e le potenzialità offerte dal contesto territoriale in vista di realizzare vantaggi competitivi; a 3) individuazione dell’aggregazione territoriale di dimensione idonea e di adeguata capacità di programmazione integrata. approfondimento delle analisi sui punti di forza e di debolezza relativi al sistema locale 10 punti individuato coerenza rispetto a piani e accordi di settore regionali e nazionali 10 punti specificazione dei risultati attesi e attendibilità del programma in termini di effetti indotti di punti 15 sviluppo economico unitario sull’intero ambito di intervento, di qualità sociale, ambientale e paesaggistica in rapporto alla situazione attuale; disponibilità di indicatori statistici o quantitativi per la valutazione di impatto del programma livello di integrazione del programma (soggetti, finanziamenti, azioni, ecc.), evitando la 20 punti frammentarietà degli interventi: incidenza del cofinanziamento privato punti 15

Rispetto ai PISL, nella valutazione dei di valutazione composta da 14 Programmi viene attribuita una minore Commissari (di cui 8 Dirigenti regionali) importanza all’analisi SWOT (il cui ha ammesso a finanziamento tutti i 30 punteggio viene ridotto a un terzo). DC presentati, dal momento che tutte Inoltre, a differenza di quanto le proposte hanno riportato un predisposto per i PISL, la maggior parte punteggio superiore ai 50 punti (valore dei criteri sono ricondotti a scale minimo stabilito). Le 30 proposte qualitative piuttosto che a scale progettuali, quindi, hanno ottenuto il quantitative e dicotomiche. cofinanziamento per la predisposizione dei Programmi e degli SdF delle opere L’elenco dei Dossier di Candidatura pubbliche. ammessi a finanziamento e la relativa ripartizione delle risorse viene L'istruttoria si è conclusa in poco meno comunicato con la DGR 12 - 7010 del di tre mesi con un breve allungamento 27 settembre 2007. Questa prima dei tempi (tab. 5). selezione, operata da una Commissione

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Tab. 5 - Cronoprogramma FASE DI PREPARAZIONE 2005 2006 2007 PTI previsti in attuazione Atto Integrativo APQ 12 dicembre 2005 2004 sullo Sviluppo Locale all'interno dell'IIP Emanazione con deliberazione n. 55-4877 11/12/06 bando regionale PTI anni 2006-2007 FASE DI PREDISPOSIZIONE Pubblicazione sul BUR del bando regionale PTI B.U.R n. 1 del 4 gennaio 2007 Termine ultimo consegna DC 30/06/07 Termine ultimo rimodulazione DC 29/02/08 Termine ultimo consegna PO 30/06/08 FASE DI VALUTAZIONE Costituzione Nucleo di valutazione e 23/07/07 coinvolgimento Direzioni interessate Pubblicazione elenco 30 DC ammessi a 27/09/07 finanziamento Approvazione graduatoria finale 10/11/08 Fonte: sito internet regione Piemonte

Nella figura seguente (fig. 2) viene candidatura dei PTI. Il modello raffigurato lo schema di valutazione che permette di evidenziare il diverso ruolo ha portato all’approvazione della degli attori coinvolti nel processo graduatoria finale dei Dossier di valutativo.

FIG. 2 – PTI: schema di valutazione I fase

Fonte: Cavallo Perin (2007)

Dove l’acronimo DC sta per Dossier di Piemonte, in marrone i funzionari della Candidatura; i pallini a sinistra dello Regione, in verde quelli della Provincia schema indicano la composizione del e in blu i consulenti esterni; il gruppo di valutazione della Regione quadrettino arancione, in alto a

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sinistra, sta ad indicare la presenza di descrittiva, si precisa che essa deve un’ulteriore gruppo di valutazione includere: (istruzione preliminare di valutazione, 1. l'analisi dettagliata delle costituita da esperti dell’Università e caratteristiche del contesto del Politecnico di Torino). territoriale, allo scopo di motivare la coerenza dell'idea guida degli 7.2.3 La selezione dei obiettivi e dei corrispondenti interventi previsti, con riferimento Programmi nella all'analisi SWOT già predisposta seconda fase nella prima fase; 2. la dimostrazione della coerenza del In seguito alla pubblicazione della Programma, degli interventi e delle graduatoria delle proposte ritenute azioni con le priorità strategiche finanziabili, la Regione Piemonte nella della Regione e della Provincia, DGR n. 4 del 20 novembre 2007 rende inoltre, la dimostrazione di quanto note le procedure riguardanti la lo stesso Programma si configuri seconda fase. In questo atto vengono come strumento di attuazione delle fornite agli Enti beneficiari del strategie regionali; finanziamento le indicazioni relative alla 3. l’attestazione del contributo dato redazione del Programma operativo, alla valorizzazione e all'incremento una volta che gli Enti Capofila abbiano del patrimonio culturale e naturale, provveduto alla rimodulazione del nonché alle restanti componenti Dossier, secondo quanto prescritto dal territoriali; paragrafo 1, il cui termine ultimo viene 4. la descrizione degli interventi e del fissato il 29 febbraio 2008. loro grado di integrazione; Come previsto dal bando regionale (art. 5. l'ordine di priorità degli interventi 10), il Programma operativo deve con riferimento alla loro valenza contenere: strategica, ai vincoli procedimentali, a) la relazione descrittiva della fase di tecnici e di coordinamento che attuazione; condizionano la loro attuazione; b) il piano di fattibilità, comprensivo 6. le interrelazioni e le degli studi di fattibilità delle opere complementarietà degli interventi pubbliche o di interesse pubblico, e con altre opere e azioni avviate, al le schede relative a ciascun fine di metterle a sistema; le intervento, servizio, azione; interrelazioni con le reti locali e c) il quadro finanziario. sovralocali, nodi pertinenti e centri di competenza situati sia all'interno La suddetta delibera dettaglia il sia all'esterno dell'ambito contenuto della Relazione descrittiva interessato; (paragrafo 3) e del Piano finanziario 7. la rete dei soggetti pubblici e privati (paragrafo 5). Per quel che attiene agli che partecipa all'attuazione del Studi di fattibilità, l'atto rimanda a un Programma e alla sua gestione, con successivo documento tecnico, l'indicazione dei ruoli, degli apporti contenente le Linee guida per la e delle competenze attribuiti agli redazione degli studi di fattibilità per attori e degli impegni previsti per opere pubbliche o di interesse pubblico, ciascuno di essi; che tratterà specificamente la materia 8. l'indicazione delle scadenze (paragrafo 4). temporali per la loro realizzazione Per quanto riguarda la relazione (cronoprogramma) in relazione sia

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alla loro connessione funzionale sia ci) e privato, che non può essere al loro grado di maturità inferiore al 50% del costo progettuale; complessivo, con almeno il 10% di 9. l'indicazione degli effetti e dei investimento pubblico locale. benefici che si attendono dalla realizzazione del Programma sul Inoltre, si precisa che il finanziamento breve, medio, e lungo periodo richiesto a valere sulle risorse rispetto alle diverse scale dell'Intesa Istituzionale di Programma, territoriali, anche tramite indicatori per le opere strategiche, non può di impatto. Tali effetti e benefici superare il 25% del costo complessivo. devono essere analizzati anche con riferimento agli obiettivi della In merito ai contenuti della selezione, i programmazione strategica criteri specificati dalla presente delibera regionale operativa; per la valutazione dei Programmi 10. l'indicazione del modello di (paragrafo 7) sono i seguenti: governance e del modello 1. grado di coerenza del Programma gestionale che si intendono (50 punti); adottare per l'attuazione del 2. qualità degli investimenti (20 punti); Programma; 3. approfondimento e concretezza 11. la relazione, redatta secondo le degli studi i fattibilità presentati (30 indicazioni dell'allegato 2 della punti). parte seconda del D. Lgs. 152/06, contenente gli elementi necessari La valutazione dei Programmi viene alla verifica dell'esistenza di possibili affidata al Nucleo di valutazione effetti significativi sull'ambiente e (paragrafo 8), che approva la sul patrimonio culturale; graduatoria finale il 10 novembre 2008. 12. la planimetria e la cartografia La tabella che segue (tab. 6) riporta la dell'area interessata, con l'indica- suddivisione in criteri e sotto-criteri zione del perimetro dell'ambito. utilizzata per la valutazione dei Programmi e degli SdF adottata dal Per quanto concerne, invece, il Piano Nucleo di Valutazione, composto da 14 finanziario, esso deve indicare: membri più un esperto. La metodologia • il costo complessivo; utilizzata per la fase istruttoria è stata • il finanziamento statale, regionale e resa nota nella DGR. n. 119 del 1 agosto comunitario previsto, che non può 2008. superare il 50% del costo com- plessivo; • il finanziamento pubblico locale (di Comuni, Province o altri Enti pubbli-

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Tab. 6 – Criteri e sottocriteri valutazione dei Programmi CRITERI E SOTTOCRITERI SCALA VAR VAR PUNTI QUALITATIVA QUANTITATIVA GRADO DI COERENZA DEL PROGRAMMA CON RIGUARDO A Max. 50 a) obiettivi del programma (livello di integrazione verticale e orizzontale) Max. 5 a1) coerenza nell'individuazione dei cluster progettuali in relazione agli x Max. 2 obiettivi del programma a2) approfondimento nella descrizione dell'integrazione degli interventi e x Max. 3 valenza strategica b) strategie regionali Max. 15 b1) livello di integrazione che il programma presenta rispetto alle strategie x Max. 5 progettuali definite dagli strumenti programmatici regionali b2) presenza di relazioni sinergiche con le politiche settoriali dei livelli x Max. 5 sovraordinati e con i programmi, le azioni, le opere già avviate sul territorio b3) dimostrazione della capacità del programma di configurarsi come x Max. 5 strumento di attuazione di tali strategie c) condivisione documentata degli attori locali e solidità del modello Max. 10 gestionale del programma c1) approfondimento nell'individuazione della rete di soggetti pb e pr. x Max. 4 coinvolti che partecipa alla realizzazione del programma (...) c2) caratteristiche e concretezza del modello di governance (...) x Max. 4 c3) compatibilità del cronoprogramma del PTI con l'attuale fase di x Max. 2 programmazione 2007-2013 d) vocazioni, vincoli e potenzialità del territorio Max 10 d1) grado di dettaglio dell'analisi delle caratteristiche del contesto x Max. 4 territoriale (...) d2) grado di approfondimento delle indicazioni relative agli effetti e x Max. 4 benefici che si attendono dalla realizzazione del programma sul breve, medio e lungo periodo rispetto alle diverse scale e indicatori di impatto d3) premio innovazione x Max. 2 e) attendibilità e completezza dei criteri e delle misure che si intendono Max. 10 adottare nella progettazione degli interventi per garantire qualità paesistica e sostenibilità ambientale e1) grado di approfondimento della relazione redatta secondo le x Max. 5 indicazioni del DGL. 152/06 (...) e2) dimostrazione del contributo dato alla valorizzazione e all'incremento x Max. 5 del patrimonio culturale (...) QUALITA' DEGLI INVESTIMENTI CON RIFERIMENTO A VAR VAR Max. 20 QUALITATIVA QUANTITATIVA a) incidenza del cofinanziamento pubblico locale sul totale del programma x 6 b) incidenza del cofinanziamento privato sul totale del programma x 6 c) profilo finanziario dl partenariato x 2 d) rapporto tra investimenti materiali e immateriali x 6 APPROFONDIMENTO E CONCRETEZZA DEGLI SdF CON RIGUARDO A VAR VAR Max. 30 QUALITATIVA QUANTITATIVA a) analisi della domanda x - b) analisi finanziaria dell'investimento x - c) solidità del modello gestionale proposto x - Fonte: DGR. n. 119 del 1 agosto 2008

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Mettendo a confronto i criteri utilizzati grado di approfondimento. In per la valutazione dei Programmi dei particolare: PISL e dei PTI (tab. 7), si nota che nella 1. SdF completo (A), per opere di seconda esperienza tali criteri vengono importo superiore o uguale ai 10 maggiormente accorpati e che vi è una MLD di euro; diminuzione dell’importanza attribuita 2. SdF sintetico (B), per opere di agli Studi di Fattibilità, il cui punteggio importo compreso tra 2 e 10 MLD di passa da 40 a 30 punti. Inoltre, rispetto euro; all’esperienza dei PISL, la maggior parte 3. SdF semplificato (C), per opere di dei criteri viene ricondotta a scale importo compreso tra 0,8 e 2 MLD qualitative, caratterizzate da un di euro. maggior margine discrezionale rispetto a scale quantitative e dicotomiche. Per Per le opere di importo inferiore a 800 gli Studi di fattibilità, invece, si mila euro, è sufficiente presentare una riconferma la procedura per Scheda di intervento (SI), contenuta nel l’attribuzione del punteggio in modo Piano di Fattibilità del Programma. pesato rispetto all’importo delle opere. Per quanto riguarda il livello di approfondimento e concretezza, il A questo proposito, le prescrizioni Gruppo di valutazione attribuisce un relative alla redazione degli Studi di punteggio da 0 a 30 punti per ogni SdF, Fattibilità vengono esplicitate nelle attraverso la compilazione di Schede di “Linee guida per la redazione degli studi valutazione che ne analizzano la di fattibilità per opere pubbliche o di completezza, l'approfondimento e la interesse pubblico” (Allegato 1), insieme coerenza. Sono previste detrazioni e a quelle relative alle azioni immateriali penalizzazioni in caso di criticità descritte nelle “Linee guida per la urbanistiche paesaggistiche e redazione degli approfondimenti sulle ambientali, fino a un massimo di 6 azioni immateriali” (Allegato 2, del D.D. punti. Come già specificato, il punteggio n. 133 del 12 dicembre 2007). Le Linee attribuito ai PTI è calcolato come media Guida per la redazione degli SdF si pesata dei punteggi ottenuti dagli SdF basano sulla “Guida per la certificazione del PTI, utilizzando come peso il costo da parte dei nuclei regionali di del singolo intervento sul totale degli valutazione e verifica degli investimenti investimenti pubblici del PTI. pubblici (NUVV). Per gli interventi che richiedono solo la redazione di una Scheda intervento, Come già per i PISL, il Gruppo di invece, viene considerato valutazione della Regione Piemonte l’approfondimento del quadro individua tre anziché due categorie conoscitivo; della fattibilità tecnica e il (come indicato nella Guida di livello di sostenibilità finanziaria e riferimento nazionale), sulla base della gestionale dell’intervento. dimensione finanziaria delle opere. I tre tipi di SdF individuati in base alla classe Nella tabella che segue (tab. 7) si sinte- dimensionale richiedono un diverso tizza il contenuto degli SdF.

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Tab. 7 – Sintesi contenuto SdF QUADRO CONOSCITIVO 1.1 quadro conoscitivo generale e obiettivi dell'intervento 1.2 individuazione e progettazione delle alternative progettuali 1.3 modalità di gestione dell'opera FATTIBILITA' TECNICA 2.1 indicazioni tecniche di base ed esplorazioni pre-progettuali 2.2 stima parametrica dettagliata del costo di costruzione e realizzazione 2.3 eventuali problemi su cui porre l'attenzione in fase progettuale COMPATIBILITA' URBANISTICA, 3.1 compatibilità urbanistica AMBIENTALE PAESAGGISTICA 3.2 descrizione dettagliata impatti ambientali e relative misure compensative 3.3 descrizione dettagliata impatti paesaggistici e realtive misure compensative SOSTENIBILITA' FINANZIARIA 4.1 descrizione bacino di utenza, domanda analisi potenziale e competitori presenti 4.2 stima potenziali utenti 4.3 piano finanziario dell'opera analisi C-R 4.4 sostenibilità dei costi e copertura finanziaria CONVENIANZA ECONOMICO- 5.1 analisi costi – benefici per la collettività SOCIALE PROCEDURE 6.1 descrizione puntuale dei vincoli che gravano sull'opera 6.2 descrizione puntuale passaggi normativi/procedurali 6.3 cronoprogramma scadenze temporali ANALISI SENSIBILITA' - RISCHIO 7.1 analisi di sensibilità 7.2 analisi di rischio Fonte: sito internet Regione Piemonte

7.3 Dalla fase di selezione redazione del Programma operativo e degli SdF. all’implementazione Nella tabella sottostante (tab. 8) si Complessivamente sono pervenuti alla riporta la ripartizione delle risorse Regione 30 Dossier di candidatura che, finanziarie, distinte a seconda della nella prima fase della selezione, sono fonte, ottenute dai singoli soggetti stati tutti valutati positivamente, capofila. ottenendo così un contributo per la

Tab. 8 – Ripartizione risorse finanziarie Posizione in Enti capofila Contributo assegnato % rispetto al graduatoria contributo FAS RISORSE TOTALE richiesto REGIONALI 1 Ivrea 160000 160000 80,00% 2 Casale 160000 160000 80,00% 3 Torino 160000 160000 80,00% 4 Alessandria 160000 160000 80,00% 5 Cuneo 160000 160000 80,00% 6 Alba 160000 160000 80,00% 7 CC Tra Langa e M.to 160000 160000 80,00% 8 Torino (sostenibilità 87000 46000 133000 67,00% energetica) 9 CM Alta Val Lemme- 133000 133000 67,00% Alto Ovadese 10 Settimo 133000 133000 67,00% 11 Unione Fossanese 133000 133000 67,00% 12 CM Valli di Lanzo 133000 133000 67,00%

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13 Asti 133000 133000 67,00% 14 Carmagnola 133000 133000 67,00% 15 Borgomanero 133000 133000 67,00% 16 Verbania 133000 133000 67,00% 17 CM Valli Gesso 133000 133000 67,00% 18 Venaria 133000 133000 67,00% 19 Rivoli 133000 133000 67,00% 20 Vercelli 133000 133000 67,00% 21 Chieri 133000 133000 67,00% 22 Biella 133000 133000 67,00% 23 Moncalieri 133000 133000 67,00% 24 Novara 133000 133000 67,00% 25 Saluzzo 133000 133000 67,00% 26 Pinerolo 133000 133000 67,00% 27 Cm Val Sesia 133000 133000 67,00% 28 Villafranca 133000 133000 67,00% 29 Cm Valli Monregalesi 133000 133000 67,00% 30 CM Langa astigiana- 51480,92 51480,92 67,00% Val Bormida TOTALE 2347480,92 1750000 4097480,92 Fonte: Sito internet Regione Piemonte

Dalle domande presentate emerge che Regione Piemonte circa l’86% (1.033 gli Enti capofila sono per lo più Comuni Comuni) ha presentato richiesta di (circa 74%), seguiti dalle Comunità finanziamento, analogamente a quanto Montane (circa 23%) e dalle Unioni di registrato per i PISL nel 2005. In termini Comuni (circa 3%). di abitanti, è stato coinvolto circa il 92% della popolazione (tab. 9). La risposta del territorio al bando risulta positiva: su 1.206 Comuni della

Tab. 9 – Sintesi risultato aggregazioni NUMERO ABITANTI 3.992.342 ab. NUMERO COMUNI 1001 IMPORTO 6.411.961.398 € RISORSE PRIVATE 3.234.269.870 € RISORSE PUBBLICO LOCALE 9 22.852.179 € RISORSE STATO-REGIONE 2.254.839.349 € Fonte: elaborazione sito internet Regione Piemonte e Cavallo Perin (2007)

La figura che segue (FIG. 1) riporta graficamente la copertura del bando PTI.

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FIG. 1 Distribuzione territoriale dei PTI

Fonte; elaborazione IRES-PIEMONTE, 2010

Per quanto riguarda la dimensione totale del Programma nella tabella che media delle proposte presentate, in segue (tab. 10) si sintetizzano alcuni termini di popolazione, di richiesta di dati. contributo, di importo pro capite e

Tab. 10 – Dimensioni medie proposte PISL-PTI PISL PTI Numero di soggetti aggregati 8 34 Popolazione (ab) 31.683 137.380 Entità della richiesta di contributo (€) 90.297 193.816 Importo totale dell’ipotesi di 42.393.450 196.713.873 Programma (€) Importo pro capite (€/ab) 1.153 2.127

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Dai risultati emerge che mediamente le relativi Studi di fattibilità (seconda aggregazioni formatesi per i PTI sono fase), alcuni Programmi hanno subito circa 4 volte superiori rispetto a quelle delle variazioni in seguito all'operazione per i PISL, sia in termini di soggetti di “Rimodulazione del Programma”, partecipanti sia di popolazione prevista dalla Regione, che ha rappresentata, e che l’entità media del consentito di modificare il numero di contributo richiesto è circa pari al opere inserite e/o l’importo unitario massimo concedibile dalla Regione degli interventi. Mediamente questa (200.000€). operazione ha comportato una Nel passaggio dalla definizione della riduzione rispetto all’importo totale e al proposta progettuale (prima fase) alla numero degli interventi (tab. 11). consegna dei Programmi operativi con

Tab. 11 – Risultati Rimodulazioni Programmi FASE I RIMODULAZIONE FASE II COSTO TOTALE PTI 6,3 MLD 5,2 MLD 5,8 MLD RISORSE PRIVATE 3,2 MLD 2,6 MLD 3,0 MLD RISORSE PUBBLICHE 0,9 MLD 0,8 MLD 0,9 MLD RISORSE STATO REGIONE 2,2 MLD 1,8 MLD 1,9 MLD

NUMERO INTERVENTI 1285 1038 1079

Alla data di consegna degli elaborati per menti per le azioni immateriali la seconda fase istruttoria sono pubbliche e private. Nel complesso pervenuti in Regione 30 relazioni l’esame ha riguardato 814 osservazioni descrittive, 613 SdF e SI, 195 Schede di (tab. 12). interventi privati e 271 approfondi-

Tab. 12 - Punteggi medi attribuiti ai documenti Tipo di documento media valutazioni SCHEDA AZIONE IMMATERIALE 16,66 (203 valutazioni) SCHEDA INTERVENTO 12,82 (250 valutazioni) SDF COMPLETO [A] 16,82 (43 valutazioni) SDF SEMPLIFICATO [B] 14,87 (133 valutazioni) SDF SINTETICO [C] 16,28 (185 valutazioni) media 16,12 (814 valutazioni) Fonte: Rebaudengo, 2009

Il punteggio medio (non pesato) degli portato a poco meno del 55% del Studi di fattibilità già depurato delle massimo attribuibile sembra si possa penalità è pari a 16,12 con un valore affermare che, da un bando all'altro, minimo pari a 8,16 e un massimo di non è migliorata la capacità degli Enti 23,49; nei PISL, il dato era 21,80 con un nel redigere Studi di Fattibilità. massimo attribuibile pari a 40. Come sottolinea Rebaudengo (2009), dato che Alcuni documenti regionali (Cecati, le valutazioni in entrambi i casi hanno 2008) evidenziano che, come

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nell'esperienza precedente, al minore ricavi. livello di dettaglio richiesto (Scheda Nella tabella che segue (tab. 13) si Intervento) corrisponde un punteggio riporta la graduatoria definitiva medio più elevato e che, ancora una (pubblicata nella Deliberazione n. 25- volta, gli aspetti più penalizzanti 10066, 17 novembre 2008). Come per i riguardano le modalità di gestione e le PISL, la soglia minima di sufficienza ipotesi di fattibilità economico stabilita dal Nucleo di Valutazione è finanziaria del modello previsto. In stata fissata a 51 punti su 100. particolare, per quanto riguarda il primo aspetto si rimanda a una fase Nello stesso documento si specifica che successiva l'individuazione di chi gestirà i finanziamenti verranno attribuiti nel l'opera e la specificazione del “come”. modo seguente: Relativamente alla sostenibilità • 6 Milioni di euro per ciascuno dei finanziaria, invece, nella definizione del Programmi con punteggio superiore bacino di utenza nella maggioranza dei a 65 punti; casi non si giunge a una stima numerica • 5 Milioni di euro per ciascuno dei mentre nell'analisi della domanda Programmi con punteggio compreso potenziale e dei competitori presenti tra 60 e 65 punti; mancano previsioni sull'evoluzione • 3.710.000 per ciascuno dei tanto della domanda quanto Programmi con punteggio inferiore dell'offerta. Infine, nel Piano finanziario a 60 punti. dell'opera (Costi – Ricavi) si tende a non imputare alcuni costi e a sovrastimare i

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Tab. 13 - Graduatoria definitiva PTI ENTE TITOLO PUNTI 1. BIELLA BIELLA LABORATORIO TESSILE 69,58 2. C.C. TRA LANGHE E MU.D.A.MU.SEO.D.IFFUSO.A.STIGIANO 69 MONFERRATO 3. PINEROLO DISTRETTO DELLE VALLI OLIMPICHE DEL PIENROLOSE E DELLA VAL 67,19 SANGONE 4. IVREA CANAVESE BUSINESS PARK 66,44 5. VERBANIA VCO QUALITA' IN MOVIMENTO 65,46

6. SETTIMO TORINESE RTI 2011. RESEARCH,ENVIRONMENT TERRITORI, INNOVATION 2011 64,73 7. CASALE MONFERRATO PROGRAMMA TERRITORIALE INTEGRATO DELL'AREA CASALESE: 64,48 FREDDO, LOGISTICA, ENERGIA PER UNO SVILUPPO COMPETITIVO 8. C.M. ALTA VAL LEMME E PTI DELL'APPENNINO DELL'ALTO MONFERRATO: LE ENERGIE, LE 64,18 ALTO OVADESE ACQUE E LA NATURA 9. ASTI IL FUTURO DALLE RADICI: SVILUPPO SOSTENIBILE PER IL 63,92 TERRITORIO DELLA QUALITA' 10. C.M. VALLI SVILUPPO SOSTENIBILE DEL MONREGALESE 63,45 MONREGALESI 11. RIVOLI METROMONTANO: VERSO LA COMPETITIVITA' SOSTENIBILE DEL 63,15 TESSUTO PRODUTTIVO, LA RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO E LA CONOSCENZA 12. VERCELLI TERRA DI MEZZO 62,76 13. VILLAFRANCA A.I.R. P.L.U.S. P.I.A.N.U.R.A 62,01 PIEMONTE 14. TORINO “Sostenibilità LA SOSTENIBILITA' ENERGETICA COME FATTORE DI SVILUPPO: UN 61,86 energetica” PIANO PER TORINO 15. ALBA ALBA BRA LANGHE ROERO 61,75 16. CHIERI VIVERE IL RURALE, PARTECIPARE ALLA METROPOLI 61,74 17. C.M. VALLI DI LANZO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE VALI DI LANZO E DEL CANAVESE 61,72 18. ALESSANDRIA LA CONGIUNZIONE SUD-EST. PTI DELLA PIANA ALESSNDRINA: 61,55 CONOSCENZA E INNOVAZIONE PER LO SVILUPPO DELLE VOCAZIONI DEL TERRITORIO 19. SALUZZO LA CULTURA DL TERRITORIO. INNOVAZIONE NELLA TRADIZIONE 61,45 20. NOVARA INNOVARE IN NOVARA 60,75 21. BORGOMANERO INDUSTRIA & NATURA: DAL DISTRETTO ALLA RETE LOCALE PER 58,01 L'INNOVAZIONE 22. UNIONE DI COMUNI CENTRALITA' GEOGRAFICA UN'OPPORTUNITA' STRATEGICA 57,97 FOSSANESE 23. MONCALIERI PORTA SUD METROPOLITANA 57,84 24. CUNEO CUNEO E LE SUE VALLI: IL POLO AGROALIMENTARE E 57,68 AGROINDUSTRIALE DI QUALITA' 25. TORINO “Infrastrutture INFRASTRUTTURE E QUALITA' DELLA VITA NEL QUADRANTE 57,33 e qualità della vita” EST/NORD-EST 26. C.M. VAL SESIA VALSESIA, RISORSE DI QUALITA' IN CONCERTO 57,29 27. CARMAGNOLA LA MARCA DELLE DUE PROVINCE 56,39 28. VENARIA REALE PAESAGGI REALI 54,09 29. C.M. VALLI GESSO E UN DISTRETTO RURALE E AMBIENTALE DI QUALITA' 53,45 VERMENAGNA 30. C.M. VALLI LANGA VITALITA' IN LANGA ASTIGIANA 50,35 ASTIGIANA VAL BORMIDA Fonte: elaborazione sito internet Regione Piemonte

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7.4 Una prima valutazione generale”, non settoriale, e per la rilevanza attribuita allo strumento dello Studio di fattibilità, come dispositivo in Una prima valutazione dell’esperienza grado di migliorare la qualità della dei Programmi Territoriali Integrati in progettazione. Piemonte è stata effettuata dal rapporto Lapo- Corep, nel corso del In merito alla costruzione delle 2010. articolazioni territoriali, l’indagine

mostra che questo processo è avvenuto Lo studio, che si è posto l’obiettivo di tra spinte alla concentrazione definire i possibili modelli di provenienti dalla Regione (per via delle governance territoriale e i relativi perimetrazioni del PTR) e tendenze strumenti per l’attuazione dei PTI in centrifughe dei territori. Con la sola Regione, si compone di tre parti: nella eccezione della Provincia del Verbano prima, viene compiuta una ricognizione Cusio Ossola, le aggregazioni non della progettazione integrata in Italia, ricalcano precedenti partenariati né con un focus sul caso piemontese; nella articolazioni socio-economiche seconda, vengono ricostruiti i processi riconoscibili (sistemi locali del lavoro). di aggregazione territoriale e i Le articolazioni appaiono, quindi, contenuti dei 30 Programmi Integrati fortemente diversificate, in termini di Territoriali; infine, nella terza vengono numero di Comuni e di numerosità formulate alcune linee guida per la della popolazione coinvolta. Ciò che si governance dell’attuazione dei PTI ritrova è il riuso di dispositivi piemontesi. organizzativi già presenti sul territorio,

perché ereditati da esperienze passate Per quanto riguarda la prima parte, di progettazione territoriale. I l’indagine in riferimento al contesto Programmi si presentano altrettanto normativo evidenzia che, a differenza di diversificati per importo e per numero quanto avvenuto in altre Regioni di progetti presenti. Nella loro italiane, la programmazione territoriale formulazione il ruolo del privato è stato in Piemonte non poggia su di una base pressoché assente. normativa specifica. In particolare, per ciò che attiene all’esperienza dei PTI, la Infine, per quel che concerne i possibili Regione ha tentato di collocarla dispositivi per la governance della all’interno del quadro di riferimento più attuazione, il rapporto individua tre generale del Piano Territoriale livelli: Regionale (tentativo che non è giunto a • conclusione anche a causa della un primo livello è quello della mancata approvazione del Piano entro governance territoriale, vale a dire la fine della legislatura regionale). Per il riconoscimento delle potenzialità questa ragione, pur lasciando ampia espresse dai territori. Vi sono, autonomia ai territori nella formazione infatti, alcuni Enti con una delle coalizioni, la Regione ha provato riconosciuta leadership che ad indirizzare i processi aggregativi in possono essere candidati a gestire relazione alle perimetrazioni territoriali l’attuazione del PTI; • che emergevano dal Piano Territoriale un secondo livello è quello della Regionale. Rispetto alle altre realtà governance dei singoli progetti con regionali, i PTI piemontesi si valenze connettive. In questo caso, caratterizzano per la loro “vocazione si tratta di definire forme di

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gestione che tengano conto della studio rivolge alcune raccoman- presenza di progetti trasversali, la dazioni alla Regione: promuovere cui attuazione non può essere l’attivazione di bandi da parte delle affidata ai singoli Comuni; Direzioni competenti così da • infine, un terzo livello è la intercettare la progettualità dei PTI; governance dell’intero parco svolgere un ruolo di supporto ai progetti messo a punto nel territori per la riscrittura dei processo di programmazione terri- progetti per adeguarli ai singoli toriale. A questo proposito, lo bandi.

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8. Uno sguardo d’insieme riguarda i contenuti, PIST, LEADER, PATTI e PIA hanno un obiettivo Le politiche per lo sviluppo locale piuttosto definito, ovvero analizzate in questo studio presentano l’infrastrutturazione del territorio, la caratteristiche diverse ed elementi di riqualificazione locale e il similarità in relazione a forme, finanziamento o agevolazione di contenuti e processi. Qui di seguito investimenti privati, finalizzati allo verranno fornite alcune chiavi di lettura sviluppo socio-economico di aree sintetiche e trasversali, utili per cogliere specifiche del territorio. Questi obiettivi queste similarità e differenze. La tab. 1 sono stabiliti dalla relazione che le elenca le caratteristiche generali delle risorse finanziarie intrattengono vuoi politiche esaminate: a riguardo si con i DOCUP e le misure di riferimento, evidenzia una cesura importante circa il vuoi con gli scopi della politica quadro programmatico (e relative nazionale (Patti) o Europea (Leader). risorse finanziarie), che si realizza con la Con i PISL e i PTI, invece, viene richiesta regionalizzazione delle politiche (dai una generale coerenza con gli PISL in avanti). Se PIST, LEADER e PIA orientamenti definiti nei documenti sono finanziati attraverso fondi europei, programmatici europei e di governo del i PISL e i PTI insistono su fondi regionali territorio regionale. Di conseguenza i e risorse aggiuntive CIPE (quanto meno contenuti delle ultime due politiche per ciò che concerne il sostegno alla analizzate sono più estesi ed formulazione dei progetti). Per quanto eterogenei.

Tab. 1 - Descrizione caratteristiche generali Annualità Contenuto Risorse Contesto normativo di finanziarie riferimento PIST 1997-1999 Infrastrutturazione, promozione e aiuti Fesr Docup 1994-1999 agli investimenti turistici LEADER 1994- Promozione sviluppo rurale e turismo, Feaog, Fesr, Fes Piano Leader Regionale II e 1999: valorizzazione risorse e prodotti locali 1994-1999 e 2001-2006 LEADER 2001-2006 PLUS PATTI 1995-2005 Concertazione locale per lo sviluppo Ministero Tesoro, Delibera CIPE 12 luglio locale, articolata in una serie di progetti Bilancio e 1996; Delibera CIPE del 21 d’impresa ed infrastrutturali pubblici Programmazione marzo 1997 che si integrano reciprocamente a economica questo fine. PIA 2000-2005 Infrastrutturazione, riqualificazione Fesr Docup 2000-2006 locale, animazione turistica finalizzata allo sviluppo socio-economico di aree specifiche del territorio PISL 2005-2006 Predisposizione di un “parco progetti”, Risorse regionali; Intesa istituzionale di di cui sia stata verificata la fattibilità Fondi CIPE programma, 22 marzo economica, la sostenibilità ambientale e 2000; sociale. Regionalizzazione delle politiche di sviluppo, delibera CIPE 4 aprile 2001; APQ, D.G.R. n. 52 – 13705, 18 ottobre 2004 PTI 2006- Promozione sviluppo economico, Risorse regionali; IIP (22 marzo 2000); ambientale, culturale e sociale, con Fondi CIPE Atto Integrativo APQ, programmi strategici D.G.R. n. 92 – 1644, 28 novembre 2005

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Per meglio mettere a fuoco gli elementi il marketing, la ricerca e lo sviluppo, sostanziali delle politiche sono state poi le infrastrutture immateriali; realizzate tre tabelle comparative per - pubblico-privato: quando i rapporto a: (i) tipi di integrazione finanziamenti sono rivolti sia a promossi; (ii) caratteristiche progetti pubblici che privati; processuali; (iii) governance multilivello - multisettoriale: in relazione al e partenariato. Rispetto al primo punto, carattere più o meno settoriale degli l’analisi ha permesso di comparare le interventi; diverse esperienze in relazione alle - finanziaria: in base alla possibilità del diverse dimensioni dell’integrazione progetto di attingere a fondi diversi. proposte nell’introduzione: - territoriale: quando gli interventi Come mostra la tab. 2 l’unico tipo di sono all’insegna di un’idea forza di integrazione sempre presente è quella “area vasta” non corrispondente a territoriale, che presuppone un qualche confini amministrativi; tipo di aggregazione di “area vasta”, - orizzontale: quando i finanziamenti svincolata da confini amministrativi. Del sono rivolti a segmenti diversi di uno resto, come vedremo di seguito, stesso settore. Ad esempio, il l’aggregazione di area vasta cambia in sostegno allo sviluppo rurale può modo sensibile in relazione al disegno finanziare il capitale fisso delle di governance multilivello adottato. imprese, la formazione dei lavoratori,

Tab. 2 - Tipi di integrazione Territoriale Orizzontale Pubblico-privato Settoriale Finanziaria (idea forza di area (segmenti (finanziamento) (a vocazione (finanziati da vasta) diversi stesso specifica o più fondi di settore) multisettoriale) origine pubblica) PIST Area vasta Sì Pubblico-privato Specifica (turismo) No LEADER I Area vasta Sì Pubblico-privato Specifica (sviluppo Sì rurale) PATTI Area vasta No Pubblico-privato Specifica No (manifattura o agricoltura) PIA Area vasta Sì Pubblico Multisettoriale No PISL Area vasta Sì Pubblico-privato Multisettoriale Sì PTI Area vasta Sì Pubblico-privato Multisettoriale Sì

La rappresentazione cartografica delle Interessante è il caso del VCO, che aggregazioni territoriali (cfr. Fig.1) mantiene esattamente gli stessi confini permette di confrontare i diversi anche nei PTI. Anche nel cuneese i territori attivati nei Patti, PIA e PTI. confini rimangono abbastanza stabili, Come si può apprezzare dalle mappe, probabilmente in funzione della regia c’è una buona sovrapposizione tra le attuata dalle Comunità Montane. Altri aree dei Patti e quelli dei PIA; spesso, territori si aggregano invece cogliendo infatti, i PIA si sono basati sui Tavoli di opportunità contingenti (il caso del PTI concertazione locale dei Patti e questo Torino 2006 che aggrega il Patto di Susa ha contribuito a mantenere la e del Pinerolese), o sfruttando continuità territoriale. Nel caso della geometrie variabili (il PIA Pay-Sage che provincia di Torino è stato importante il aggrega al Patto del Canavese alcuni ruolo svolto dall’Ente provinciale nelle Comuni del biellese sulla Serra d’Ivrea). due politiche. Si rileva invece una più marcata

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discontinuità nella transizione tra PIA e riguardo sottolineato che le poche PTI: come già notato (Lapo-Corep, aggregazioni territoriali che si mostrano 2010), le aggregazioni territoriali dei PTI molto stabili in tutte e tre le politiche non ricalcano precedenti aggregazioni sono quelle legate a confini territoriali. Un’eccezione a questa amministrativi (Provincia nel caso del situazione, come prima sottolineato, è il VCO e Comunità Montana Valle Gesso Verbano-Cusio-Ossola, che mantiene gli Vermenagna Pesio). stessi confini nelle tre politiche. Va a

Fig. 1 Aggregazioni territoriali: Patti, PIA e PTI

Anche l’integrazione orizzontale si selettivo nella scelta dei progetti presenta in tutte le politiche analizzate, finanziabili e non ammetteva, ad ad eccezione dei Patti territoriali il cui esempio, il finanziamento di progetti modello di finanziamento – ricalcato sul formativi, di marketing e di ricerca. modello della legge 488/92 – era molto L’importanza dell’integrazione

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orizzontale è strettamente legata alla senza particolari vincoli (la definizione centralità delle azioni “di sistema”, dell’area omogenea nel caso dei PIA materiali e immateriali, che possono non è un vero e proprio vincolo). Nel contribuire a migliorare la sinergia degli caso dei PIST la Regione individua interventi e delle azioni previste, anche dall’alto le macro-aree “bersaglio” al cui in presenza di politiche a vocazione interno i territori scelgono come specifica (non multisettoriali). A aggregarsi; nel caso dei PISL e dei PTI le riguardo, la descrizione dei Leader II e aggregazioni devono invece rispettare Plus consegna un interessante modello un vincolo demografico minimo. di integrazione orizzontale, nonché La fase di selezione (seconda colonna territoriale, che fa da cornice ad un tab. 4) è piuttosto complessa e a più programma a vocazione specifica livelli: quasi sempre l’articolazione del (sviluppo rurale). processo di selezione prevede una fase Per ciò che riguarda l’integrazione di valutazione dei contenuti distinta da pubblico-privato, qui intesa in senso una di valutazione degli aspetti formali. stretto come possibilità di finanziare Inoltre, dall’analisi effettuata sono direttamente progetti privati, si nota il emersi una pluralità di criteri di venir meno degli investimenti privati selezione adottati dalle politiche, anche solo nei PIA. Va però detto che in alcuni quando si trattava di politiche molto casi queste politiche prevedevano ravvicinate nel tempo. Ad esempio, PISL l’agevolazione indiretta di investimenti e PTI si basano su distinti metodi e privati, anche se non il loro criteri di selezione diversi: i primi finanziamento. L’integrazione settoriale utilizzano scale di valutazione vede invece un cambiamento quantitative, mentre i secondi si basano progressivo dalle politiche più piuttosto su variabili qualitative. Inoltre, “vecchie”, prevalentemente a vocazione tra le due politiche cambia specifica, a quelle più recenti, che sensibilmente la rilevanza attribuita ad insistono sul carattere multisettoriale alcune aspetti, tra cui l’analisi SWOT e degli investimenti. Il cambiamento che lo studio di fattibilità. Differenze ha interessato l’integrazione finanziaria significative si rilevano anche riguardo è invece strettamente legato alla gli esiti dei processi di selezione: infatti, regionalizzazione delle politiche per lo solo i PIST e i PISL hanno effettuato sviluppo e al venir meno del FESR per le un’effettiva scrematura dei progetti, aree obiettivo 2: nei PISL e nei PTI, mentre negli altri casi la selezione non infatti, i progetti possono essere ha prodotto vere e proprie esclusioni. Si finanziati attingendo a fondi regionali e riscontra poi una diversa attenzione per nazionali e comunitari. la presenza dello studio di fattibilità e Infine, le politiche analizzate presen- per il disegno della fase di gestione. tano sostanziali differenze riguardo le caratteristiche processuali (tab. 3) e a proposito del modello di governance multilivello adottato (tab. 4). Innanzitutto, come mostra la tabella seguente, le modalità di individuazione dell’area vasta vedono la costante presenza di meccanismi bottom-up, più o meno “puri”. Nel caso di Leader, Patti e PIA i territori si aggregano dal basso

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Tabella 3: Caratteristiche processuali

Individuazione area Selezione Implementazione Studio di Gestione Valutazione fattibilità

Due fasi: 1. fase preliminare con intento Manifestazione di IRES, 2001: Analisi di Mista (aree “bersaglio” di indirizzo (Manifestazione di Interesse presentate: 27 implementazione – PIST individuate top-down, interessi, MI) Manifestazione di Sì No giudizio degli attori aggregazioni bottom-up) 2. dossier di candidatura, Interesse selezionate: 18 sulla performance studio di fattibilità, progetto Progetti definitivi: 13 definitivo (PD)

Valutazione ex-ante, in Selezione regionale tramite itinere e ex post LEADER Aggregazione bottom-up bando pubblico e criteri di 10 GAL ammessi No Sì effettuata da plus rilevanza valutatore indipendente

Due fasi:

167 1. Tavolo di concertazione Ricerche e analisi, in locale per contenuti e 18 Patti: 12 generalisti, 6 PATTI Aggregazione bottom-up No No particolare valutazione coerenza; agricoli di processo. 2. Istruttoria bancaria per aspetti formali

Ecoter, 2005; Analisi di Due fasi: coerenza della misura 1. fase: Provincia seleziona i 3.1. con Docup; Aggregazione bottom-up “contenuti”; ProVa, 2005; Analisi PIA (definizione area Finanziati 19 PIA No No 2. fase: Regione effettua critica dell’ omogenea) valutazione “formale” (spese implementazione – ammissibili, cantierabilità) giudizio degli attori sulla performance

Aggregazione bottom-up Due fasi: 124 DC presentati; 64 Prevista, ma con vincolo demografico PISL 1. dossier candidatura hanno ricevuto Sì realizzazione No (5.000 ab.) 2. Programma Integrato e SdF finanziamento per II fase carente

Aggregazione bottom-up con Due fasi: 30 DC presentati; tutti Prevista PTI vincolo demografico 1. dossier candidatura hanno ricevuto Sì (in corso No (15.000 ab.) 2. Programma Integrato e SdF finanziamento per II fase d’opera)

L’ultima tabella (tab. 4) compara le svolgono funzioni di coordinamento e soluzioni di multilevel governance rapporto con i territori. Nei PIA viene adottate e le forme partenariali così meno il modello gerarchico che utilizzate. La cronologia delle politiche poneva al vertice la Regione e si assiste mostra la transizione da un modello ad un coinvolgimento istituzionale più tendenzialmente gerarchico o a “regia ampio che rafforza la governance regionale” a un modello multi-livello in multilivello. Nei PISL e nei PTI la cui Province e amministrazioni locali governance multilivello viene ridefinita: svolgono un ruolo più importante. A alla Province viene assegnato un ruolo riguardo, nei PIA – dopo l’esperienza più defilato e vengono attivati dei Patti che avevano visto un forte direttamente i territori ruolo delle Province – le stesse

Tab. 4 - Governance multilivello e Partenariato Modello di Regionale Provinciale Comunale o Enti Partenariato governance locali di secondo livello PIST Modello Regione: No Individuano Interistituzionale gerarchico individua aree capofila che orizzontale; bersaglio,“invita” coordina gli attori, Pubblico-privato; enti locali sottoscrivono Partecipazione “patto” e diffusa. elaborano una strategia di sviluppo LEADER Modello Regione: elabora No Partecipano ai GAL Interistituzionale gerarchico piano Leader orizzontale; regionale, Pubblico-privato; gestisce selezione Partecipazione e erogazione diffusa. fondi PATTI Governance Ruolo di ratifica, Variabile da Ruolo di “primo tra Interistituzionale multilivello: fino alla Provincia a Provincia pari”, spesso verticale; vengono regionalizzazione capofila Interistituzionale attivate orizzontale; province Pubblico-privato; PIA Governance Regione: definisce Provincia coordina Insieme a Interistituzionale multilivello: indirizzi e criteri enti locali e tavoli di Provincia, verticale; vengono concertazione; individuano Interistituzionale attivate Seleziona capofila orizzontale; province “contenuti” progetti; (sottoscrizione Pubblico-privato; “convenzione”) e definiscono idea- forza PISL Governance Regione: Provincia: Individuano Interistituzionale multilivello: promuove accompagnamento, capofila che verticale; vengono l’iniziativa, assistenza tecnica e coordina gli attori Interistituzionale attivati l’indirizzo e valuta selezione dei ed elaborano una orizzontale; territori e i Programmi; programmi. strategia di Pubblico-privato; Province sviluppo (convenzione)

PTI Governance Regione: Provincia: coordina Individuano Interistituzionale multilivello: promuove un partenariato capofila che verticale; vengono l’iniziativa, interistituzionale e coordina gli attori Interistituzionale attivati l’indirizzo e valuta può concorrere al ed elaborano una orizzontale; territori e i Programmi; finanziamento; strategia di Province sviluppo (convenzione)

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Infine, le tabelle seguenti riportano l’elenco dei soggetti responsabili delle politiche analizzate. Le informazioni raccolte permettono quindi di visualizzare quei Comuni, Province, Comunità Montane, Enti Parco e Unioni di Comuni che si sono “fatti carico” della conduzione e della regia delle politiche analizzate. La Tab. 5 mostra come su 125 programmi considerati7, il 50,4% dei soggetti capofila siano stati Comuni, seguiti dalle Comunità Montane (21,6%). Troviamo poi Province (12%) e GAL (8,8%), seguiti da agenzie/consorzi, Enti Parco e Unioni di Comuni. La governance multilivello è dunque stata complessivamente capace di attivare una progettualità diffusa sul territorio, scendendo sotto il livello provinciale.

Tab. 5 - Soggetti capofila

FREQUENZA PERCENTUALE VALIDI COMUNE 63 50,4 PROVINCIA 15 12,0 COMUNITÀ MONTANA/COLLINARE 27 21,6 GAL 11 8,8 AGENZIA/CONSORZIO 3 2,4 PARCO 5 4,0 UNIONE DI COMUNI 1 ,8 Totale 125 100,0

7 I patti agricoli sono stati inclusi solo quando non era già presente il corrispettivo Patto generalista.

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Ma quali, tra gli attori considerati, sono Torino, si notano tra le altre Alessandria stati i più attivi e hanno svolto più di e Verbania. Del resto, il caso di Verbania una volta il ruolo di capofila? La tabella pare più interessante ai fini della seguente riporta quei Comuni, continuità progettuale in quanto Province, Comunità Montane e GAL che Alessandria è stato capofila di 3 PIA, hanno ricoperto il ruolo di capofila 2 mentre Verbania di un PIA, un PISL e un volte o più nei programmi considerati. PTI. Tra le Comunità Montane, quella Nessuna agenzia, Ente Parco o Unione delle Valli Gesso, Vermenagna e Pesio è dei Comuni ha svolto questo ruolo più stata capofila di 4 politiche (Patto, PIA, di 1 volta. Tra i Comuni, a parte il caso PISL e PTI). Infine, il GAL Mongioie è di Torino, si distinguono Ivrea (PISL, stato capofila di un Leader e di un Patto, PIST, PTI), Verbania (PIST, PISL, Patto. PTI), Moncalieri (Patto, PISL, PTI) e

Settimo Torinese (Patto, PISL, PTI). Tra le Province, escludendo di nuovo

Tab. 6 - Capofila 2 volte o più

COMUNI N PROVINCE N COMUNITÀ MONTANE N GAL N Comunità Montana Valli Gesso, Comune di Torino 5 Provincia di Torino 8 4 Gal Mongioie 2 Vermenagna, Pesio

Comunità Montana Valli Orco e Comune di Ivrea 4 Provincia di Alessandria 3 2 Soana

Provincia del Verbano- Comunità Montana Alta Val di Comune di Verbania 3 2 2 Cusio-Ossola Susa

Comunità Montana Bassa Val di Comune di Moncalieri 3 2 Susa e Val Cenischia

Comune di Settimo 3 torinese Comune di Collegno 2 Comune di Pinerolo 2 Comune di Casale 2 Monferrato Comune di Vercelli 2 Comune di Asti 2 Comune di Chieri 2 Comune di Venaria 2 Comune di Cuneo 2

La tabella precedente restituisce quindi sfondo dell’ultima mappa presentata, l’elenco di quegli enti locali che, dal che aggrega i Comuni che sono sempre 1994 ad oggi, sono stati il perno politico stati insieme nelle tre politiche e organizzativo delle politiche integrate analizzate (cfr. anche Poggi et al, 2010). in Piemonte. Le informazioni fornite Si evidenziano alcune aree di dalla tabella possono essere lette sullo permanenza delle aggregazioni: (i) la

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Provincia del VCO nel Nord del Piemonte (area stabile, con uno stesso capofila e dove i confini della governance corrispondono a quelli del government); (ii) una zona corrispon- dente all’area metropolitana di Torino, che vede la tenuta di coalizioni guidate da Moncalieri, Chieri, Venaria, Settimo e Collegno. Una terza area a Ovest, Sud-Ovest e Nord-Ovest di Torino, dove emergono le aggregazioni del pinerolese (capofila Pinerolo) e dall’area dell’eporediese (capofila Ivrea). Ad eccezione di queste zone, le altre aree se confrontate con le mappe di cui in Fig. 1 mostrano in gran parte Comuni che “stanno insieme” con logiche a geometria variabile, non corrispondenti cioè a confini stabili tra le diverse politiche analizzate. Anche gran parte dell’alessandrino e del cuneese rientrano in questo insieme, con l’eccezione delle aree montane delle due province. Tra queste, emerge con particolare evidenza l’area corrispondente alla Comunità Montana Valli Gesso, Vermenagna e Pesio (area stabile, con uno stesso capofila e dove i confini della governance corrispondono a quelli del government). Si riconosce poi una vasta “zona bianca”, che corrisponde in parte a quelle aree del Piemonte non eleggibili in una o più delle tre politiche considerate8.

8 http://www.regione.piemonte.it/industria/docup/ poop/regpiemo.htm

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Tab. 7 - Aggregazioni tra Comuni nei Patti, PIA e PTI e confronto con aree ob.2 e Phasing Out

La scelta degli studi di caso, da dimenti che potranno essere utilizzati effettuarsi nella seconda parte della anche per verificare in che misura ricerca, potrà quindi considerare una l’attuale geografia amministrativa comparazione tra due tipi di aree: una sovra-comunale (ATO, Unioni, ecc.) e prima area di aggregazione stabile, quella prodotta dai diversi strumenti di guidata da uno stesso capofila e dove i programmazione locale possano confini della governance corrispondono contribuire alla individuazione di a quelli del government (ad es. dimensioni territoriali ottimali per la Provincia di Verbania o Comunità cooperazione intercomunale, anche alla Montana Valli Gesso, Vermenagna e luce del disegno di legge di riforma del Pesio); una seconda area di TU delle autonomie locali.9 aggregazione stabile, guidata da uno stesso capofila e dove i confini della governance non corrispondono a quelli del government (una delle zone dell’area metropolitana di Torino; il pinerolese; l’eporediese). In entrambi i casi si potrebbe vedere quali sono le 9 condizioni locali che hanno permesso la Ci riferiamo al ddl approvato dalla camera dei deputati il 30 giugno 2010 e attualmente in continuità progettuale tra le diverse discussione al Senato “Individuazione delle politiche analizzate, controllando anche funzioni fondamentali di province e Comuni, questa continuità in presenza/assenza semplificazione dell’ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al governo in di sovrapposizione tra governance e materia di trasferimento di funzioni government. amministrative, Carta delle autonomie locali. Riordino di enti ed organismi decentrati”, in Si tratta di un insieme di approfon- particolare all’art. 8, c.6.

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L’APPROFONDIMENTO EMPIRICO

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1. Il caso del Pinerolese degli anni 2000 sfiorava il 5% dei residenti. Nel 2003, tra i Comuni della Provincia di Torino con più di 10.000 1.1 Il contesto abitanti, Pinerolo è al quinto posto come presenza di stranieri. La L’area del Pinerolese10 contava nel crescente affluenza di stranieri è 2001 circa 156.00 abitanti, pari al 7,2% dovuta sia all’offerta di lavoro in settori della popolazione della Provincia di ad alto assorbimento di manodopera Torino. La popolazione residente è immigrata (edilizia, agricoltura), sia al stata, negli ultimi quarant’anni, in minor costo delle abitazioni. Venendo crescita, con valori stabili nell’ultimo al secondo elemento qualificante, si ventennio11. Come avviene spesso in rileva come il territorio mostri tassi di territori composti da zone di pianura e scolarità nella fascia di età 14-19 anni zone montane, il trend positivo ha superiori a quelli medi provinciali. caratterizzato la popolazione di L’offerta locale soddisfa la domanda di pianura, il Pinerolese Pedemontano e la istruzione, dal momento che quasi il bassa valle. Le zone montane hanno 90% frequenta scuole medie superiori invece mostrato segni di sofferenza della zona. demografica, così come la città di Pinerolo che ha perso residenti a favore L’organizzazione funzionale del dei centri limitrofi di minori dimensioni. territorio ruota attorno al Comune di Queste dinamiche demografiche hanno Pinerolo e mantiene una buona fatto sì che in metà del territorio si sia autonomia dall’area metropolitana di concentrata più dell’80% della Torino, pur in presenza di una popolazione. Anche la struttura per età crescente attrattività centrifuga negli riflette i problemi tipici di queste aree, anni recenti, che ha interessato i con una diminuzione della popolazione Comuni della pianura. Il Comune di giovanile e un aumento della Pinerolo rappresenta la cerniera tra le popolazione anziana. I tassi di natalità due forme insediative principali del evidenziano i dati positivi di Barge, territorio: l’area montana, da una Bagnolo, Pianura, Pinerolo, area parte, e i Comuni pedemontani e la Pedemontana e quelli negativi delle pianura dall’altra. aree montane. La struttura industriale individua tre Due ulteriori elementi contrad- sistemi locali: l’area di Pinerolo, con distinguono il territorio: la consistente imprese medio-grandi specializzate penetrazione di stranieri e il grado di nella meccanica e nel gomma-plastica; istruzione della popolazione. Riguardo l’area di Villar-Perosa, con imprese al primo aspetto, gli stranieri meccaniche, tessili e agroalimentari; costituiscono una componente della l’area di Airasca e della Bassa Val popolazione in crescita, che a metà Pellice, con vocazioni metalmeccaniche, agroalimentari, tessili e lavorazione di

minerali non metalliferi. In termini

10 I dati si riferiscono all’area del Patto quantitativi, l’occupazione è territoriale del Pinerolese. principalmente assorbita dalle medio- 11 Le informazioni sono tratte da “A. grandi imprese della metalmeccanica e, Mazzoccoli, Il Quadro territoriale: stato, in misura minore, da quelle tessili e dinamiche e criticità, in A. Borgarello, E. Dansero, G. Dematteis, F. Governa e B. Zobel, agroalimentari. Il settore delle Promozione della sostenibilità nel Pinerolese, costruzioni si caratterizza per le 2007.

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dimensioni medio-piccole delle imprese cioè Torre Pellice, Perosa Argentina e e si concentra in particolare in pianura Pinerolo. La progettualità è meno e nella zona pedemontana. Fornisce intensa, anche se più equamente circa il 15% degli addetti totali distribuita, nella pianura. Sui 98 dell’area. Anche le aziende agricole si progetti analizzati, ben 66 presentano concentrano in aree definite: in pianura azioni singole e solo 32 azioni multiple; o in zone collinari specializzate e in va sottolineato che, su questi 32 aziende medio-grandi che si sono progetti ad azioni multiple, sono 20 riorganizzate. Il terziario comprende quelli “a matrice”, cioè composti da più circa il 60% delle imprese del territorio azioni integrate alla luce di un’idea e il 40% degli addetti totali; all’interno guida. L’area di riferimento dei progetti del terziario, il commercio rappresenta è in maggioranza più ampia delle il settore prevalente, mentre meno aggregazioni istituzionali, come le sviluppato è quello dei servizi alle Comunità Montane; i progetti sono poi imprese. Infine, il turismo del perlopiù settoriali, con una prevalenza Pinerolese è stato a lungo legato alla dei settori “turismo”, “cultura” e monostagionalità e allo sci, “ambiente”. prevalentemente basato sulle seconde I soggetti che guidano la progettualità case. Negli ultimi anni si è avviato un sono perlopiù attori pubblici di primo e processo di riconversione verso un secondo livello, tra cui spiccano le turismo più orientato all’insieme Comunità Montane e il GAL Escartons e dell’offerta territoriale, anche in grado Valli Valdesi. I soggetti privati sono di cogliere gli aspetti ambientali e spesso partner o finanziatori, mentre culturali del territorio. più raramente ricoprono il ruolo di capofila o di promotori delle iniziative. L’analisi delle reti che hanno sorretto la 1.2 La progettualità locale progettualità locale mostra tre fasce e l’azione collettiva principali: la pianura, l’area pedemontana e le medie valli, che si

polarizzano sui Comuni sede delle tre La ricostruzione generale della Comunità Montane (Pinerolo, Perosa progettualità locale si basa sull’analisi Argentina e Torre Pellice). La pianura di 98 progetti sovracomunali che hanno ha un nodo centrale nel Comune di interessato l’area di riferimento, Cavour. Più nel dettaglio, emerge come soprattutto negli anni ’90 fino ai primi la rete della Val Pellice sia più densa e anni del decennio successivo.12 coesa, con una pluralità di soggetti L’analisi permette di isolare alcune attivi; la rete delle Valli Chisone e dimensioni costitutive della Germanasca sono centrate soprattutto progettualità locale di area vasta. sulla Comunità Montana e sul Innanzitutto, la progettualità non è Consorzio Pracatinat; infine, la rete uniformemente distribuita sul locale del Pinerolese pedemontano territorio, ma si concentra nei Comuni gioca soprattutto sul ruolo della sola sede delle (ex) tre Comunità Montane e Comunità Montana. Infine, l’analisi ha permesso di individuare i soggetti più presenti nei 12 E. Bignante e M. Santangelo, diversi progetti. A riguardo non è Analisi della progettualità, in A. Borgarello, E. emersa un’unica rete stabile di Dansero, G. Dematteis, F. Governa e B. Zobel, Promozione della sostenibilità nel Pinerolese, soggetti, che si è data obiettivi condivisi 2007. di lungo periodo e dotata di uniforme

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capacità di azione collettiva. Si sono azione collettiva e progettuale, cui invece registrate tre reti distinte, poste corrispondo anche altrettante a diversi livelli di aggregazione: la prima aggregazioni reticolari. è composta da quattro reti locali, ovvero dalle tre reti delle Comunità 1.3 L’azione collettiva nelle Montane e dalla rete dei comuni della pianura; la seconda è la rete delle esperienze di program- Comunità Montane, che si pone come mazione integrata per lo la principale meta-rete endogena del sviluppo territorio; la terza, infine, collega la rete delle Comunità Montane ad altri attori, 1.3.1 Il Patto territoriale: un non solo locali. Infatti, viene notato come esistano relazioni più fitte tra la esperimento di gover- rete delle Comunità Montane e la nance territoriale Comunità Montana Val di Susa che tra le tre Comunità del Pinerolese e i Comuni della pianura. Il Patto territoriale del Pinerolese In sintesi, quindi, il territorio si rappresenta la prima occasione di configura come un’area autonoma ricomposizione unitaria del territorio. rispetto a quella metropolitana di Hanno aderito al Patto 51 Comuni, 3 Torino ed è dotato di risorse specifiche Comunità Montane (Valli Chisone e che ne caratterizzano l’auto- Germasca, Pinerolese Pedemontano, contenimento economico e sociale. Del Val Pellice), la Provincia di Torino e 40 resto, ciò si accompagna ad una diversi soggetti rappresentanti delle rilevante eterogeneità interna, che si principali forze economico-sociali locali sostanzia nella presenza di almeno tre (tab. 1 e fig. 1). sub-aree dotate di diversa capacità di

Tab. 1 – Comuni aderenti al Patto Territoriale

Patto Territoriale del Pinerolese Comuni in Obiettivo 2 Fenestrelle, Inverso Pinasca, Massello, Perosa Argentina, Perrero, Pinasca, Pomaretto, Porte, Prali, Pramollo, Roure, Salza di Pinerolo, San Germano Chisone, Usseaux, Villar Perosa Comuni in Phasing out Airasca, Angrogna, Bagnolo Piemonte, Barge, Bibiana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Buriasco, Campiglione Fenile, Cantalupa, Cavour, Cercenasco, Cumiana, Frossasco, Garzigliana, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Macello, None, Osasco, Pinerolo, Piscina, Pragelato, Prarostino, Roletto, Rorà, San Pietro Val Lemina, San Secondo di Pinerolo, Scalenghe, Sestriere, Torre Pellice, Vigone, Villafranca Piemonte, Villar Pellice, Virle Piemonte, Volvera

Il Soggetto Promotore è stato la Città di Istruttore è stato la Banca Pinerolo, quello Responsabile la Mediocredito Spa. Il segretariato Provincia di Torino mentre il Soggetto tecnico è stato ricoperto dalla società di

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consulenza S.&T. Sono stati sottoscritti L'idea obiettivo del Patto territoriale quattro protocolli d’intesa: Protocollo del Pinerolese è quella di rafforzare d'Intesa del Patto, Protocollo del l'identità del territorio quale elemento Credito, Protocollo di Parità, Protocollo decisivo per attrarre nuove imprese, sulla Formazione. nuovi investimenti ed ottenere maggior credito a livello istituzionale.

Fig. 1 – Patti territoriali in Provincia di Torino

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Nel luglio ’98 viene indetta una prima Patto Territoriale. Gli incontri assemblea generale, in cui si raccolgono l’adesione degli Enti locali e raccolgono i consensi degli attori locali delle rappresentanze economiche. Nel e nel settembre del ’98 il Sindaco di novembre del ’98 viene steso un Pinerolo investe la S&T del compito di rapporto intermedio sul Patto del Segreteria tecnica. La Segreteria tecnica Pinerolese, sui suoi protagonisti e svolge gli incontri con gli attori locali, principali obiettivi. illustrando caratteristiche e finalità del

Tab. 2 - Principali eventi Patto del Pinerolese Prima fase: novembre ‘96-luglio ‘98 Seconda fase: settembre ‘98-dicembre Terza fase: dicembre ‘99-dicembre ‘99 ‘00

Novembre ’96: nascita FORUM per il Settembre ’98: la S&T è incaricata del Dicembre ’99: avvio dell’attività di rilancio del Pinerolese ruolo di segreteria tecnica istruttoria Luglio ’97: presentazione prima bozza Novembre ’98: stesura rapporto Maggio ’00: conclusione per lo sviluppo locale intermedio dell’attività di istruttoria Fine ‘97-metà ’98: incontro Novembre ’98: prima assemblea generale Dicembre ’00: finanziamento del rappresentanti FORUM con Sindaci promossa dalla Segreteria Tecnica Patto Territoriale locali Luglio ’98: prima assemblea generale Dicembre ’98: prima riunione Tavolo di promossa dal FORUM Concertazione Marzo ’99: prima riunione per lo Sportello Unico Maggio ’99: prima riunione Tavolo per la formazione Giugno ’99: prima riunione Tavolo per il credito Settembre-Ottobre ’99: fase di raccolta dei progetti imprenditoriali Settembre ’99: firma Protocollo d’Intesa Ottobre ’99: la CGIL minaccia di non firmare Ottobre ’99: si riunisce il Comitato d’Ausilio del Sindaco Novembre ’99: prima riunione Tavolo per le infrastrutture Novembre ’99: scadenza per la presentazione dei progetti Dicembre ’99: rientra il conflitto con la CGIL Fonte: Barbera, 2005

Il 1° Bando del Patto Territoriale del Produttive Decreto del Ministero delle Pinerolese è stato approvato con Attività Produttive del 18 maggio 2005 Decreto del Ministero delle Attività è stata approvata la Prima Produttive – Direzione Generale per il Rimodulazione del Patto, a favore delle Coordinamento degli Incentivi alle iniziative imprenditoriali, per un Imprese - del 4 dicembre 2001, e importo di euro 3.087.220,00. Il successivo decreto integrativo del 5 Ministero dello Sviluppo Economico, febbraio 2002, per l'importo con Decreto del 01 febbraio 2007, ha complessivo di euro 31.319.862,41, di approvato gli esiti istruttori della cui euro 23.738.688,30 relativo a Seconda Rimodulazione del Patto per la iniziative produttive ed euro realizzazione di un intervento 7.581.174,11 per l'attuazione degli infrastrutturale finalizzato all'imple- interventi infrastrutturali. Con il mentazione delle tecnologie di "banda Decreto del Ministero delle Attività

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larga", per l'importo di euro sottolineato il ruolo svolto da Pinerolo 1.723.073,26. nelle decisioni sui progetti infrastrutturali. Come già evidenziato, Prima del Patto il Comune di Pinerolo – Pinerolo occupa nel territorio una vero e proprio “leader naturale posizione strategica, sia perchè è il dell’area” – non era più che tanto Comune di dimensioni maggiori sia interessato ad assumere la leadership perché ricopre il ruolo di “cerniera” tra del territorio, le Comunità Montane le Valli e la pianura. Come detto, però, portavano avanti progetti singoli e i nel passato Pinerolo si era Comuni della pianura non guardavano sostanzialmente disinteressato del con grande interesse all’appartenenza territorio del Pinerolese: non aveva mai al territorio del pinerolese. assunto il ruolo di “leader” del territorio, dando anzi l’impressione di «Fino a qualche anno fa la situazione voler usare la propria posizione era che Pinerolo non faceva nessuno dominante per accentrare servizi e sforzo per rappresentare questo decisioni strategiche. Questa tendenza territorio. Gestiva le sue cose all’interno, cambia durante il processo di in modo molto chiuso. Non ha neanche concertazione locale del Patto mai individuato un asse strategico con territoriale. Il lavoro svolto dagli attori Torino: Pinerolo era Pinerolo e basta. locali durante il Patto è stato quello Sono state le Comunità Montane, Val caratterizzato: «da maggior Chisone in particolare, a cercare un concertazione territoriale, pur in dialogo. Ricordo che varie iniziative presenza di tendenze alla mera all’inizio erano quasi osteggiate da contrattazione e alla corsa Pinerolo. Qualcosa è cambiato nel ‘95- individualistica verso le risorse ’96. Il nuovo Sindaco Barbero, ci ha economiche». creduto». In termini pratici, questa intenzione si è Con il Patto (cfr. Barbera 2000) il tradotta in un atteggiamento non territorio comincia a muoversi in modo “pigliatutto” sulle infrastrutture, come collettivo, nella seconda metà degli emerge in precedenti lavori sul Patto anni ’90 nasce un coordinamento tra del Pinerolese, il Comune di Pinerolo: Comunità Montane, Comune di “ha rinunciato molto sulle Pinerolo e alcuni soggetti privati in vista infrastrutture” (Barbera 2000). Il dei mondiali del Sestiere. “primo passo” in termini di costi della concertazione, cioè, toccava proprio al Un paio di anni dopo, con l’apporto dei mancato leader dell’area, al Comune parlamentari locali, nasce il “FORUM che in passato, pur avendone le per il Rilancio del Pinerolese”, che inizia potenzialità, non aveva mai mostrato un’attività politica di discussione sulle interesse per il territorio. In definitiva, strategie per lo sviluppo locale. Con come è stato rilevato anche in l’istituzione del Tavolo di Concertazione precedenti ricerche, il Patto del del Patto, il FORUM viene trasformato Pinerolese è costituito da una forte nel “Comitato d’Ausilio del Sindaco di presenza del settore pubblico e la Pinerolo”, ma vede di fatto esaurito il tenuta della coalizione è in gran parte suo ruolo. da ricondurre: «all’atteggiamento del Comune capofila, attento a non Per qualificare il processo di concer- fagocitare il territorio in una logica tazione territoriale del Patto va accentratrice» (C.S.A.R., 2000, 77).

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1.3.2 Il Pia Torino 2006: aggiunti alcuni Comuni della pianura (None, Volvera), due Comuni dell’Alto debole integrazione Cuneese (Bagnolo Piemonte e Barge) e tra tecnica e politica un Comune montano dell’Alta Val Susa (Sestriere). Dal punto di vista Dopo l’approvazione del Patto, il Tavolo amministrativo, il territorio del Patto di concertazione ha gestito il PIA Torino delle Valli di Susa si presentava 2006, il cui soggetto capofila è stata la suddiviso nelle due Comunità Montane: Provincia di Torino. I promotori sono Bassa Valle di Susa e Val Cenischia (con 25 Comuni) e Alta Val Susa (con 11 stati il Patto territoriale del Pinerolese e Comuni). il Patto territoriale delle Valli di Susa. Il

Progetto Integrato d'Area Torino 2006 Il PIA Torino 2006 ha riguardato, quindi, ha coinvolto il territorio della provincia l’intero territorio del Pinerolese, che di Torino corrispondente al Patto morfologicamente si articola in una Territoriale del Pinerolese e al Patto Territoriale delle Valli di Susa, costituito parte di pianura, una parte di collina e da 87 Comuni (di cui 43 in Obiettivo 2 e in una di montagna, e l’intero territorio 44 in Phasing out) e 5 Comunità della Valle di Susa, che rappresenta un montane. L’ambiente amministrativo bacino unitario prevalentemente di dell’area del Patto del Pinerolese era montagna. Complessivamente l’area caratterizzato dalla presenza di tre del PIA Torino 2006 ha coinvolto una Comunità Montane: Val Chisone e popolazione di circa 222.727 abitanti Germanasca (con 16 Comuni), Val (144.260 per il Pinerolese e 78.467 per le Valli di Susa) e una superficie Pellice (con 9 Comuni) e Pinerolese territoriale di circa 2.471 Kmq (1.388 Pedemontano (con 8 Comuni), per il Pinerolese e 1.083 per le Valli di affiancate dalla tradizionale pianura Susa), (tab. 3 e tab. 4). pinerolese (14 Comuni), a cui si sono

Tab. 3 – Schema riassuntivo

PROMOTORI Patto Territoriale del Pinerolese – Patto Territoriale delle Valli di Susa SOGGETTO CAPOFILA Provincia di Torino AREA DI LOCALIZZAZIONE Patto Territoriale del Pinerolese e Patto Territoriale delle Valli di Susa: 87 Comun i e 5 comunità Montane; 222.727 abitanti al momento dell’avvio del PIA; 2.471 Kmq di superficie Ob. 2 euro 4.068.000,00 RISORSE DOCUP PREVISTE Sub-ambito Valli di Susa Ph. Out euro193.000,00 Ob. 2 euro 1.092.000,00 Sub-ambito Pinerolese Ph. Out euro 2.720.000,00 RISORSE EROGATE Ob.2 euro 5.216.421,71 Ph.o. euro 2.904.512,69 INTERVENTI REALIZZATI N° 21 interventi (Comuni in N° 15 interventi (Comuni in Ph. Ob. 2) Out) RISORSE Ob. 2 euro 8.336.188,19 Ph. Out euro 6.443.712,28 COMPLESSIVAMENTE IMPEGNATE

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Tab. 4 – Comuni coinvolti nel PIA Patto Territoriale del Pinerolese Comuni in Obiettivo 2 Fenestrelle, Inverso Pinasca, Massello, Perosa Argentina, Perrero, Pinasca, Pomaretto, Porte, Prali, Pramollo, Roure, Salza di Pinerolo, San Germano Chisone, Usseaux, Villar Perosa Comuni in Phasing out Airasca, Angrogna, Bagnolo Piemonte, Barge, Bibiana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Buriasco, Campiglione Fenile, Cantalupa, Cavour, Cercenasco, Cumiana, Frossasco, Garzigliana, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Macello, None, Osasco, Pinerolo, Piscina, Pragelato, Prarostino, Roletto, Rorà, San Pietro Val Lemina, San Secondo di Pinerolo, Scalenghe, Sestriere, Torre Pellice, Vigone, Villafranca Piemonte, Villar Pellice, Virle Piemonte, Volvera Patto Territoriale delle Valli di Susa Comuni in Obiettivo 2 Almese, Avigliana, Borgone di Susa, Bruzolo, Bussoleno, Caprie, Caselette, Chianocco, Chiomonte, Chiusa di San Michele, Condove, Giaglione, Gravere, Mattie, Meana di Susa, Mompantero, Moncenisio, Novalesa, Rubiana, San Didero, San Giorio di Susa, Sant’Ambrogio di Torino, Sant’Antonino di Susa, Susa, Vaie, Venaus, Villar Dora, Villar Focchiardo Comuni in Phasing out Bardonecchia, Cesana Torinese, Claviere, Exilles, Oulx, Salbertrand, Sauze d’Oulx, Sauze di Cesana

L'aggregazione territoriale del PIA è stato possibile chiedere alla Provincia di nata dalla volontà di tutto il territorio di integrare con risorse proprie il budget sfruttare l’eccezionalità dei Giochi totale, in modo da poter consentire olimpici invernali per rafforzare il anche ad alcuni Comuni, che altrimenti settore terziario, attraverso una non ne avrebbero avuto la possibilità, di riqualificazione del patrimonio garantire quello che in quel momento architettonico e ambientale, nell'inte- era la necessità». nto di attrarre un più consistente flusso di turisti, a prescindere dalla I Giochi Olimpici hanno costituito, stagionalità e dall'evento. quindi, una leva per avviare tramite la progettualità regionale un processo di «(…) il PIA veniva fuori da un interesse innovazione e miglioramento quali- di questi territori coinvolti nell’evento tativo del tessuto socio-economico di olimpico, di valorizzare i propri territori. tutta l'area. Inoltre, l'evento è stato (...) nel PIA uno dei problemi, posto da percepito dagli attori locali come un numero rilevante di Comuni, era di un'opportunità per superare le avere risorse che riqualificassero i centri divisioni territoriali tra zona montana e storici per le Olimpiadi. Grazie anche a di pianura. questa alleanza tra i due territori, era

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Secondo alcuni, in quel momento Non è mai riuscito a veder il proprio l'intero Pinerolese avrebbe potuto territorio come un qualcosa in cui riconoscersi in una identità unica se il l’unione faceva la forza, mettendo Comune di Pinerolo avesse assunto un insieme territori molto diversi che però ruolo trainante, attivando maggiori avevano delle caratteristiche anche risorse politiche. simili».

«Il problema è che in tutti questi anni c’è stata la domanda su cos’era questo Pinerolese. Secondo noi la domanda doveva farsela innanzitutto il Comune di Pinerolo, che avrebbe dovuto svolgere una funzione di Capofila di quell’area, era un’area che poteva variare nelle frange. (...) A livello politico, rispetto alle altre amministrazioni, non è mai riuscito a superare dei limiti di visione politica.

FIG. 1 – Rappresentazione grafica PIA “Torino 2006” Fonte: sito internet Provincia di Torino

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L’idea-forza del PIA si è focalizzata sul • integrare i diversi settori produttivi settore turistico proponendo la promo- per creare nuove opportunità zione di una diffusa vocazione turistica economiche; attraverso la valorizzazione del • creare una filiera del latte; territorio e dei suoi prodotti. Come già • tendere ad una ripolarizzazione del accennato, la strategia di intervento si è sistema; posta quale obiettivo il rafforzamento • porre attenzione alla “qualità” del delle relazioni tra territori montani e di prodotto, del processo e pianura e la riqualificazione del dell’ambiente; paesaggio per sviluppare un turismo • promuovere iniziative a favore con caratteri di pluristagionalità e dell’insediamento di attività diffuso su tutto il territorio, anche nella innovative; prospettiva della diversificazione • incrementare l’occupazione. industriale (che era alla base del disegno di policy del DOCUP 2000- Dal punto di vista ambientale: 2006). • rafforzare i nodi della vasta rete di aree naturalistiche del territorio; Nello specifico, il PIA Torino 2006 ha • adottare i criteri di sostenibilità perseguito i seguenti obiettivi: approvati nei Protocolli di Agenda • migliorare l’offerta turistica; 21. • articolare un sistema di offerta turistica sviluppando un turismo In sintesi, le linee guida del Piano sono “dolce” ed estivo; state principalmente due: • migliorare la dotazione dei servizi 1. interventi infrastrutturali di tipo (commerciali, sportivi, di connettivo per promuovere attività assistenza); di turismo naturalistico ed • valorizzare il “contesto turistico” ambientale quali: percorsi eco- attraverso le potenzialità locali; museali, sentieri naturalistici, • valorizzare l’ecoturismo, basato escursionistici, piste ciclabili, sull’offerta rispettosa delle risorse percorsi pedonali, equestri, culturali naturali, storiche, culturali; ed archeologici; • esaltare le particolarità 2. interventi di miglioramento naturalistiche e culturali locali dei qualitativo e quantitativo dell’offer- diversi luoghi; ta turistica di servizi, della ricettività • valorizzare il paesaggio e le e realizzazione di nuove strutture produzioni del territorio montano; eco-compatibili. • incoraggiare la professionalità agricola come attività di presidio al Gli interventi proposti sono stati territorio; realizzati in un’ottica di plurifondo, tesa • valorizzare il patrimonio forestale; a garantire sinergie tra diversi • incentivare forme di agricoltura Programmi già attivati. In particolare, il specializzata, innovativa e PIA si è integrato con gli obiettivi dei multifunzionale, rispettosa seguenti Piani di investimento: dell’ambiente; • investimenti infrastrutturali previsti • valorizzare le produzioni tipiche per per le Olimpiadi nella legge qualificare l’offerta turistica delle 285/2000; Comunità Montane; • investimenti infrastrutturali previsti nelle “opere connesse” ;

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• investimenti previsti nella Integrato d'Area è risultata consistente: Pianificazione strategica della a conclusione del processo, infatti, Provincia di Torino; l'investimento complessivo è stato pari • interventi promossi nell’ambito del a 14.779.900,47 di euro, con la Programma Provinciale Interventi realizzazione di 21 interventi in area Ambientali su fondi regionali; Obiettivo 2 e 15 in area Phasing out. In • iniziative comunitarie Leader + e aggiunta alle risorse impegnate dalla Interreg III. Regione Piemonte, gli enti locali hanno investito quasi 7 milioni (Tab. 2). Per quanto riguarda le risorse finanziarie, la dimensione del Piano

Tab. 2 - Quadro finanziario complessivo (2009) PIA Aree intervento N. progetti Investimenti Risorse DOCUP complessivi (ml di euro) (ml di euro) sub-ambito Valli di Susa OB. 2 14 5.774.314,95 3.654.091,04 PH.OUT 2 1.466.277,00 193.000,00 sub -ambito Pinerolese OB. 2 7 2.561.873,24 1.562.330,67 PH.OUT 13 4.977.435,28 2.711.512,69 OB. 2 21 8336188,19 5.216.421,71 P.I.A. "Torino 2006" PH.OUT 15 6.443.712,28 2.904.512,69

Fonte: Provincia di Torino, PIA Relazione finale (2009)

In merito al PIA Torino 2006, il patrimonio paesaggistico e alla Rapporto di valutazione realizzato da riqualificazione ambientale. Il rapporto Ecoter (2005) ha sottolineato che il ha poi evidenziato che nell'area Piano presentava una significativa interessata da Torino 2006, a differenza integrazione funzionale, determinata degli altri territori coinvolti dai PIA, si è dal fatto che molti interventi riscontrato un alto impatto sulla riguardavano il potenziamento della componente dell’infrastrutturazione ricettività locale e un numero trasportistica ma, ad una attenta altrettanto alto di interventi miravano analisi, ciò non è risultato essere un alla riqualificazione del paesaggio e effetto diretto del Piano quanto un dell’ambiente. In numero contenuto effetto indotto dai lavori per le sono risultati, invece, gli interventi Olimpiadi invernali - Torino 2006. relativi alla promozione dei prodotti tipici. Per quanto attiene Diversamente da quanto avvenuto con all'integrazione territoriale, l'analisi il Patto territoriale, la concertazione valutativa ha rilevato un livello basso a locale ha visto una forte accentuazione causa della scarsa presenza di delle componenti tecnico-procedurali, aggregazioni di Comuni in veste di senza una parallela crescita della beneficiari finali dell’intervento. Infine, dimensione politica. Questo aspetto è è risultata apprezzabile la valenza stato rilevato dagli stessi tecnici degli ambientale degli interventi, dato il enti locali coinvolti, presenti anche numero consistente di progetti nella progettualità pregressa del finalizzato alla valorizzazione del territorio, che hanno sottolineato come

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durante i PIA vi sia stata una scarsa carenza perché la visione politica deve integrazione tra le due dimensioni. avere un appoggio dalla parte tecnica, altrimenti si indebolisce». «c’è stata una difficoltà della politica in genere perché noi avevamo uno spazio «Il Pinerolese, per come l’ho vista io, assurdo per essere dei tecnici, cioè alla non si è organizzato per far fronte a fine noi andavamo a convincere i nostri una programmazione sullo sviluppo amministratori delle necessità del locale partendo dall’analisi dei territorio». problemi, indipendentemente dalle occasioni, che vuol dire La presenza della stessa Segreteria indipendentemente dai bandi di tecnica, che ha svolto attività di finanziamento. (…) Le scelte di accompagnamento per Patti territoriali definizione delle aree sono state uniti poi nel Pia, ha sicuramente influenzate da strutture tecniche (...) facilitato l’aggregazione perchè si anche perchè diciamo che i trattava di una società di consulenza professionisti quando vedono dei bandi, conosciuta dagli attori pubblici e privati dicono “noi facciamo tutto, vi portiamo del territorio; la scelta di affidarsi a a casa dei soldi”… questo è classico. questa organizzazione sembra sia Tante volte i progetti seguono inputs dipesa proprio dalla pregressa che arrivano dai tecnici e molte volte si esperienza ritenuta positiva. fanno dei progetti che fanno più male Secondo alcuni testimoni intervistati, che bene ai territori». però, il ricorso a competenze tecniche esterne si è a volte trasformato in Secondo gli intervistati, queste criticità delega e ha, da un lato, reso superflua relative all'internalizzazione delle la creazione endogena di meccanismi di competenze e degli strumenti appresi apprendimento di tipo programmatorio dagli enti per formulare e, e gestionale all'interno degli enti successivamente, implementare i coinvolti e, dall'altro, non è stata programmi di sviluppo, sono emersi in accompagnata dalla presenza di risorse modo più evidente nella fase di politiche del “leader naturale” progettazione dei Programmi dell'area, il Comune di Pinerolo, che Territoriali Integrati (PTI). avrebbero potuto dare al territorio un'identità coesa. 1.3.3 Il PTI: dalla struttura Se, infatti, appare indubbio che vi sia una collaborazione fluida tra le dei partenariati ai strutture di accompagnamento e i contenuti del tecnici locali altrettanto chiaramente Programma emerge come la politica locale non abbia investito i propri dirigenti di ruoli Nel PTI che ha avuto come Capofila il chiave durante i processi di Comune di Pinerolo, l’area di concertazione locale. riferimento ha compreso 53 Comuni (tab. ) così suddivisi: 8 Comuni nella «Pinerolo non ha mai costruito una Comunità Montana Pinerolese competenza al suo interno che si Pedemontano, 9 Comuni nella occupasse di sviluppo locale. (…) Comunità Montana Val Pellice (VP), 16 Pinerolo ha fatto partecipare Comuni nella Comunità Montana Valli pochissimo i suoi dirigenti, non c’era un Chisone e Germanasca (VCG), 6 Comuni dirigente su questo ruolo. Questa è una nella Comunità Montana Val Sangone

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(VS) e 14 Comuni appartenenti alla Comunità Montana Alta Val Susa (AVS).

Tab. - Soggetti coinvolti, superficie e numero di abitanti (31.12.2006) Enti locali Comuni Superificie Popolazione Comunità Montana Alta Val Bardonecchia – Cesana Torinese – Chiomonte – 64.197 13.649 Susa Claviere – Exilles – Giaglione – Gravere – Meana di Susa – Moncenisio – Oulx – Salbertrand – Sauze d’Oulx – Sauze di Cesana - Sestriere Comunità Montana Valli Fenestrelle – Inverso Pinasca – Massello – Perosa 55.824 19.035 Chisone e Germanasca Argentina Perrero - Pinasca – Pomaretto – Porte - Pragelato – Prali – Pramollo - Roure – Salza Di Pinerolo – San Germano Chisone – Usseaux – Villar Perosa Comunità Montana Val Angrogna – Bibiana – Bobbio Pellice – Bricherasio 29.302 23.057 Pellice – Luserna San Giovanni – Lusernetta – Rorà – Torre Pellice – Villar Pellice Comunità Montana Cantalupa – Cumiana – Frossasco – Pinerolo – 18.784 55.348 Pinerolese Pedemontano Prarostino – Roletto - San Pietro Val Lemina – San Secondo di Pinerolo (Pinerolo 34.640) Comunità Montana Val Coazze – Giaveno – Reano – Sangano – Trana – 16.728 28.209 Sangone Valgioie Tot. 53 Comuni 231.619 139.298 Fonte: Relazione Illustrativa PTI, sito Regione Piemonte

Rispetto al PIA, in questo PTI il «Nel momento in cui si è trattato di territorio di riferimento ha cambiato ragionare sul PTI noi abbiamo perimetro per ragioni legate a indirizzi cominciato a dire “si potrebbe provenienti dall’amministrazione regio- riprendere l’area del Patto». nale e anche per motivazioni politiche, interne ed esterne all’area. L'area del Pinerolese, però, si è distaccata ben presto da questa idea Per quanto riguarda il primo aspetto, iniziale e sotto la spinta centrifuga dei nei PTI l’indicazione proveniente dalla territori ha dato vita a inedite coalizioni Regione incentivava forme di rispetto a quelle formate aggregazioni territoriali ampie, con precedentemente, come dimostra la l’obiettivo di rafforzare la capacità delle tabella 5 che dà conto delle nuove comunità locali di progettare in termini aggregazioni territoriali nei PTI integrati, in funzione delle differenti costruite dai Comuni che avevano potenzialità e vocazioni delle aree nel preso parte ai Patti territoriali in loro insieme. Inizialmente i territori del Provincia di Torino (tab. 5). Pinerolese, per rispondere In particolare, nel Pinerolese le nuove all'impostazione regionale, hanno alleanze territoriali che si sono provato a costruire un ampio costituite nella transizione dal Patto-Pia partenariato, ricomponendo ai PTI, si sono formate all'interno di un l'aggregazione sperimentata nei Patti. mutato scenario politico. Questa idea di mantenere una continuità tra l’area Patto-PIA e il PTI è «Nel frattempo era cambiata stata sostenuta principalmente dai l’amministrazione: da Barbero con tecnici locali. l’assessore Rolando a Covato con

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l’assessore Vercelli. Sostanzialmente, secondo livello e dei Consorzi locali, nelle fasi di definizione degli ambiti prima dell'avvio della stagione delle l’area del Patto si è divisa in due: l’area politiche negoziate nella seconda metà di pianura si è allargata a un pezzo di degli anni '90. provincia di CN, la parte bassa che confina con Villafranca». «Su quel territorio le figure tecniche che La nuova Giunta comunale non aveva avevano seguito le altre esperienze vissuto in prima persona la fase Patto- sono rimaste, per poco perchè poi PIA e le strutture di accompagnamento alcuni son andati in pensione. Questo ci tecnico si sono trovate a ricostruire una ha aiutato a portare avanti il discorso, relazione ex novo con i rappresentanti ci ha aiutato perchè avevamo il della politica. Ciò è stato possibile riconoscimento come facilitatori e anche grazie alla continuità animatori del territorio». professionale dei “tecnici locali”. Del resto, va sottolineato che queste figure facevano parte degli Enti locali di

Tab. 5- Distribuzione dei Comini dai Patti territoriali ai PTI - Fonte: Rapporto Lapo, 2010 Patto Territoriale Distribuzione Comuni nei PTI

Patto Stura PTI Settimo T. PTI Valli Lanzo PTI Venaria Reale PTI Ivrea 41 Comuni 5/18 Comuni 21/68 11/15 Comuni 3/37 Comuni Patto Torino Sud PTI Chieri PTI Moncalieri PTI Carmagnola PTI Villafranca 25 Comuni 11/17 Comuni 4/4 Comuni 5/7 Comuni 2/26 Comuni Patto Canavese PTI Ivrea PTI Settimo T. PTI Valli Lanzo PTI Vercelli 124 Comuni 32/37 Comuni 6/18 Comuni 49/68 Comuni 1/78 Comuni Patto Pinerolese PTI Pinerolo PTI Villafranca PTI Saluzzo PTI Rivoli 51 Comuni 34/54 Comuni 14/26 Comuni 2/47 Comuni 1/37 Comuni Patto Sangone PTI Rivoli PTI Pinerolo 11 Comuni 5/37 Comuni 6/54 Comuni Patto Valli Susa PTI Rivoli PTI Pinerolo 37 Comuni 23/37 Comuni 14/54 Comuni Patto del Po PTI Settimo T. PTI Chieri 9 Comuni 07/18 Comuni 2/17 Comuni Patto Zona Ovest PTI Rivoli PTI Venaria R. 11 Comuni 8/37 Comuni 3/15 Comuni

Il processo di aggregazione ha portato tessuto produttivo, la riqualificazione la Zona Ovest a costruire un PTI con la del territorio e la conoscenza, con Val di Susa: i due territori hanno capofila Rivoli). Mentre la Bassa Val di provato a “correre” allo stesso livello di Susa, quindi, si è staccata dalla Torino, unendo un’area metropolitana coalizione che nel PIA l'aveva aggregata (Zona Ovest) con una zona di montagna al Pinerolese e si è collegata al PTI (Val di Susa) all’insegna dell’etichetta metromontano, l’alta Val di Susa si è “metromontano” (PTI Metromontano: alleata con Pinerolo e la Val Sangone verso la competitività sostenibile del (PTI Distretto delle Valli Olimpiche, del

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Pinerolese e della Val Sangone, con delle articolazioni territoriali che, capofila Pinerolo). proprio prendendo ad esempio il PTI con Capofila Pinerolo, scrive: “(...) non è il disegno di sviluppo che ha “Con i PTI l’input iniziale delle determinato la costruzione dei aggregazioni territoriali, soprattutto partenariati ma, al contrario, la per quanto riguarda la visione struttura dei partenariati ha piuttosto d’insieme di queste geometrie variabili determinato i contenuti del che aveva allora l’assessore regionale, Programma”. aveva indotto i territori a considerare che concentrare, fare massa critica era I contenuti progettuali per lo più l’obiettivo che bisognava raggiungere, sembrano avere determinato i processi l’input che veniva dato era questo… di aggregazione “per esclusione”, nel questa cosa qui ha condizionato i senso che la difficoltà di elaborare territori a tal punto da ricercare delle strategie di sviluppo in cui si aggregazioni che nel corso degli ultimi riconoscesse tutto il territorio ha spinto 10 anni non c’erano mai state”. alcuni a dar vita a nuovi partenariati. È

quel che è successo, ad esempio, a Dalle interviste emerge come alla base Villafranca Piemonte che, preso atto dei partenariati costruiti dai territori del delle differenti esigenze rispetto alla “Pinerolese” per l'elaborazione dei PTI coalizione guidata dal Comune di abbiano pesato fenomeni di Pinerolo, ha costituito una nuova opportunismo, specie di tipo politico. alleanza con altri 25 piccoli Comuni

fondata sugli interessi generali intorno «La Bassa Val di Susa non è rimasta e al parco. l’Alta Valle è andata con Pinerolo e Val

Sangone, perché lì ha giocato un ruolo Per quanto riguarda il PTI guidato dal la politica. Qui la geometria, al di là Comune di Pinerolo Distretto delle Valli delle previsioni regionali, è diventata Olimpiche, del Pinerolese, della Val ancora più variabile perché si sono Sangone, l'idea guida si è focalizzata sul spezzati quegli equilibri formati prima settore turistico, in continuità con il coi Patti e poi con i PIA e ancora una Piano Integrato d'Area. Anche se, come volta i confini geografici di sottolinea uno degli intervistati, le aggregazione sulla provincia sono differenze in termini progettuali tra le cambiati. (…) Si è inserito un player di due politiche sono rilevanti. peso diverso: la Zona ovest che ha rotto questi equilibri. Così la Val di Susa si è «Nel Pia il focus era la valorizzazione aggregata alla Zona ovest, Pinerolo che del tessuto del territorio, la ci aveva provato a proporre un PTI riqualificazione territoriale. Nel PTI i equilibrato come peso con Torino... focus sono stati orientati verso presunte L’obiettivo era un po’ quello: fare una potenzialità del territorio: (…) le Valli massa critica sufficiente per avere un del Pinerolese e l'Alta Valle di Susa (si peso che desse idea di un territorio concentrano, nda) sulla valorizzazione coeso e competitivo. Ma non è stato turistica e sull'altro aspetto: quello possibile. Non c’è niente da fare: l’area dell'energia. Valorizzazione turistica, metropolitana ha delle logiche diverse». quindi, ma anche di sostenibilità

energetica». Ciò sembra trovare conferma anche in quanto sostenuto nel Rapporto Lapo (2010) relativamente alla costituzione

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L'obiettivo generale di sviluppo del la rete dei percorsi in MTB nell'Alta Val Programma era di avviare un di Susa, e anche di opere di laboratorio permanente di sperimen- infrastrutturazione delle aree tazione per la costruzione di un industriali, come l'ampliamento della distretto turistico, a partire dalla Porporata; opere aventi come obiettivo valorizzazione dell’eredità delle lo sviluppo produttivo o di specifiche infrastrutture realizzate per l’evento filiere: rientrano in questa categoria, ad olimpico Torino 2006. esempio, gli interventi che riguardano la valorizzazione di sistemi naturali e In particolare, il Programma puntava su del patrimonio architettonico, tre obiettivi generali di sviluppo e di finalizzati al potenziamento dell'offerta riqualificazione: turistica; opere che raggruppano una 1. sviluppo in chiave imprenditoriale serie di progetti nel campo dell'energia di un sistema turistico sostenibile e e riguardano tanto le azioni rivolte alla integrato dell’insieme dei territori introduzione di tecnologie di risparmio del “distretto olimpico”; energetico quanto gli impianti per la 2. sostegno alla transizione produttiva produzione da fonti rinnovabili, come e all’innovazione-riqualificazione, ad esempio la realizzazione di centrali orientata alla sostenibilità idroelettriche in Val Chisone; un'ultima energetica del sistema produttivo categoria di opere che comprende i industriale; progetti immateriali: una variegata 3. implementazione, rafforzamento e gamma di interventi che tengono innovazione delle iniziative orien- insieme azioni rivolte allo sviluppo del tate all’investimento sulle risorse capitale umano, come ad esempio i umane sia per la formazione iniziale corsi per animatori territoriali di e continua che per l’alta Fenestrelle, e anche progetti che formazione. integrano iniziative di diversificazione dell'offerta turistica, è il caso delle L’idea guida e gli obiettivi generali di “ippovie pedemontane” lungo l'asse del sviluppo sono stati declinati in quattro torrente Chisone, o ancora iniziative di Assi strategici di intervento, che promozione, come quelle relative riprendevano le priorità regionali all'energia rinnovabile nell'Alta Val Susa indicate nel bando (innovazione e o della frutticoltura pinerolese. transizione produttiva; sostenibilità ambientale, efficienza energetica, Una parte dei progetti, in genere di sviluppo delle fonti energetiche importo contenuto, prevede interventi rinnovabili; riqualificazione territoriale; localizzati all'interno dei territori valorizzazione delle risorse umane) e, a comunali (perlopiù si tratta di opere di loro volta, sono stati suddivisi in riqualificazione di strutture), mentre la obiettivi specifici e in azioni progettuali maggior parte delle azioni insiste su più (tab. 6). ambiti territoriali (reti di inter- Gli interventi che costituiscono il connessione dei territori). Inoltre, i Programma sono eterogenei, in esso progetti si distinguono in interventi sono ricomprese: opere infrastrutturali pubblici, interventi pubblico-privati e finalizzate a migliorare le reti di interventi privati. connessione tra i territori, ad esempio

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Tab.6 – Assi e obiettivi specifici del PTI ASSE A - TRANSIZIONE E INNOVAZIONE ECONOMICA OBIETTIVI SPECIFICI: A1. Valorizzazione del Sistema Turistico locale A2. Sostegno al Sistema manifatturiero A3. Miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della P.A A4. Valorizzazione della filiera agroalimentare ASSE B – DIVERSIFICAZIONE DELLE FONTI ENERGETICHE E RISPARMIO ENERGETICO OBIETTIVI SPECIFICI B1. Valorizzazione e conservazione del patrimonio naturale B2. Adozione di processi e tecnologie finalizzate all’efficienza e al risparmio energetico B3. Promozione e diversificazione delle fonti energetiche rinnovabili ASSE C - RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE OBIETTIVI SPECIFICI C1. Valorizzazione del patrimonio architettonico e storico culturale materiale e immateriale: promozione e valorizzazione dei sistemi turistico-culturali (beni “faro”, sistemi e reti territoriali), tutela e valorizzazione del paesaggio e del patrimonio architettonico, sviluppo dei prodotti tipici di qualità C2. Tutela, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio naturale e antropizzato, in area urbana e rurale, come incremento del patrimonio territoriale ASSE D - VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE OBIETTIVI SPECIFICI D1. Promozione della formazione d’eccellenza D2. Promozione della formazione a sostegno dei settori produttivi Fonte: Relazione illustrativa PTI, sito Regione Piemonte

I territori del PTI sono stati individuati Anche nelle Valli Chisone e quali aree di intervento progettuali a Germanasca, il tema del turismo si seconda delle specificità locali. coniuga con quello dell'energia: questi Nell'Alta Val Susa, caratterizzata dalla territori, infatti, che sono meta di un presenza di infrastrutture derivanti turismo giornaliero e residenziale per il dall’eredità olimpica e dalla presenza di loro patrimonio architettonico e turisti dediti agli sport invernali, le naturale, si caratterizzano anche per la azioni riguardano principalmente il storica presenza di impianti di comparto turistico nell'intento di produzione di energia elettrica, potenziare questo settore e attrarre un distribuita in vaste aree della provincia maggior flusso di visitatori anche nel di Torino. Proprio questa peculiarità ha periodo non sciistico. Inoltre, questo trasformato l'area nel luogo ideale tema incrocia quello dell'energia: un dove avviare la sperimentazione di gruppo di progetti si propone, infatti, di produzioni energetiche alternative. ridurre e diversificare l’utilizzo delle In Val Pellice, il tema del turismo è fonti energetiche necessarie per declinato in chiave eno-gastronomica e garantire efficienza al sistema degli si ibrida con quello dell'energia, impianti turistici. trasversale a tutti i progetti: gli

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interventi previsti su questo territorio, lificare i servizi offerti per le attività che si caratterizza per la produzione di sportive e la diversificazione delle fonti prodotti tipici, si propongono di energetiche per il sistema degli impianti sviluppare fonti energetiche rinnovabili turistici. a servizio della produzione agro- alimentare. In merito al coordinamento del PTI con Per quanto concerne i progetti dell'area altri piani regionali e nazionali, esso si Pedemontana Pinerolese, caratterizzata pone in linea di continuità con: dalla presenza di insediamenti • il Piano Territoriale Regionale; produttivi industriali e artigianali • il Documento di Programmazione nonché dalla presenza di strutture Strategico-Operativa (DPSO); formative, si pongono diversi obiettivi, • il Documento Strategico Preliminare tra i quali: il potenziamento della Regione Piemonte 2007-2013 dell’infrastrutturazione industriale e (DSPR). l'ampliamento dell’offerta formativa rivolta ai manager sportivi. Il tema Per quanto riguarda il piano finanziario dell'energia è presente nelle azioni (tab.7), l'investimento complessivo volte a diversificare l’utilizzo delle fonti previsto dal Programma supera gli 86 energetiche, necessarie per rendere milioni di euro, ripartiti tra fonti di efficiente il sistema delle imprese e dei finanziamento pubbliche (42,62%), servizi turistici locali. pubbliche locali (10%) e private Infine, i progetti elaborati per la Val (47,37%). Sangone incrociano i temi del turismo e dell'energia con l'obiettivo di riqua-

Tab.7 - Ipotesi di fonti di finanziamento del PTI Fonte di finanziamento Entità Risorse

RISORSE PRIVATE € 36.862.500,00 RISORSE PUBBLICHE LOCALI € 8.646.406,08 ALTRE RISORSE PUBBLICHE € 40.955.154,68 TOTALE PROGRAMMA TERRITORIALE INTEGRATO € 86.464.060,75 Fonte: Quadro finanziario PTI, sito internet Regione Piemonte

Nel quadro finanziario del PTI le risorse «(…) non piccole aziende ma realtà private risultano cospicue tuttavia, private significative che avevano una secondo quanto emerge dalle progettualità che poteva incastrarsi, interviste, il ruolo delle singole imprese che diventavano complementari: penso private nella definizione dei alla possibilità di valorizzare la Val partenariati è stato poco significativo; a Chisone con delle centraline idro- partecipare sono state, infatti, elettriche. Ma c'era anche una grande soprattutto le associazioni di categoria. impresa che stava elaborando un Le imprese hanno svolto un un ruolo sistema per recuperare energia dalla più incisivo solo nella definizione dei sua lavorazione per cui sembrava progetti. potesse incrociare i temi di sviluppo che il PTI si era dato (…)».

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Il processo di accompagnamento del linee strategiche e dei progetti più PTI è stato seguito dalla stessa società verticali con la Provincia e la Regione. di consulenza del Patto territoriale e del PIA che, però, nel caso del PTI si è “Le scelte di definizione delle aree sono trovata a fronteggiare una situazione state influenzate da strutture tecniche. mutata rispetto a quella conosciuta con (...) anche perchè diciamo che i le politiche precedenti: diversa, infatti, professionisti quando vedono dei bandi, era la coalizione territoriale nelle sue dicono “noi facciamo tutto, vi portiamo componenti e diversi erano i referenti a casa dei soldi”… questo è classico. politici del Comune Capofila. Tante volte i progetti seguono inputs che arrivano dai tecnici e molte volte si “Una criticità è stata l'aggregazione fanno dei progetti che fanno più male della CM Val Sangone che non faceva che bene ai territori.” parte della precedente aggregazione: lì il nostro ruolo era più difficile, non ci “Quando si è trattato di fare la scelta conoscevano loro si sentivano un po' delle priorità tutto quello che erano i abbandonati (...)”. tavoli, la governance non ha contato molto… prima il Comune di Pinerolo “Mentre Barbero era un sindaco incontrava la Provincia per capire cosa riconosciuto tale che aveva una sua ne pensava;poi, riunione con il sindaco autorevolezza … lui era culturalmente e il suo assessore e dicevano “noi siamo integrato su quel territorio... per cui la stati in Provincia e secondo la Provincia fase di concertazione del Patto e del i progetti strategici sono questi, questi e Pia ha avuto delle dinamiche più questi”; quindi discussione con tavoli fluide... Nel Pti c'era un nuovo sindaco molto ristrettiin cui si è ricomposta la che ha condiviso la metodologia, ha divisione di risorse”. affidato la parte tecnica con la consapevolezza che lui avrebbe svolto 1.4 Conclusioni: apprendere la parte politica e avrebbe lasciato ai tecnici la parte di istruttoria”. dall’esperienza

Il cambiamento a livello politico, la In sintesi, il Comune di Pinerolo, mancanza di strutture dedicate ad hoc capofila “naturale” dell'aggregazione, per le azioni di sviluppo locale, con sembra essere uscito indebolito nel suo figure dirigenziali interne adibite al ruolo di rappresentante dell'area coordinamento e alla gestione di questi proprio per non avere consolidato né programmi, secondo alcuni intervistati, una leadership tecnica endogena, con hanno conferito un ruolo ancor più ruoli e strutture dedicate, né una preponderante, rispetto a quanto leadership politica riconosciute dal avvenuto con il PIA, alla Segreteria territorio al termine del ciclo di tecnica nella costruzione dei programmazione. partenariati e nell'elaborazione dei progetti. «Pinerolo ha avuto questo ruolo perché Inoltre, l’accentuazione delle modalità è la città che rappresenta tutto tecnico-procedurali dei processi quell'ambito. Il territorio ha tensioni decisionali del PTI ha ridimensionato il costanti su questa leadership - non lavoro dei tavoli di concertazione, a leadership riconosciuta: il territorio non favore di modalità di selezione delle vorrebbe dargliela ma per tutta una serie di condizioni (economiche, demografiche) deve farlo. (…) Adesso ci

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sono tensioni all'interno perché il territoriale, in grado di coprire i “buchi territorio dopo il PTI si è sfilacciato. In strutturali”, e la conseguente primo luogo perché il territorio è asimmetria informativa derivante da sottoposto ad una pressione questa assenza di relazioni, tra gli attori amministrativa dovuta dell'area; dall'altro, si ponga quale all'accorpamento delle CM e questo, ponte per collegare le istituzioni inevitabilmente, ha fatto saltare degli pubbliche con il mondo delle imprese. equilibri. Le tre CM avevano delle dinamiche, delle logiche ben precise, In particolare, il modello a cui viene adesso tutti insieme non riescono a fatto riferimento nelle interviste è organizzare granché. Più difficile è quello della OTT – Organizzazione diventato anche il rapporto tra la Territoriale Temporanea - delineato nel montagna e la pianura». Progetto “Promozione della sostenibilità del Pinerolese”. Questo Il caso citato da uno degli intervistati Progetto è stato promosso nel 2003 dal esemplifica, in effetti, come tra i Consorzio Pracatinat all'interno del soggetti pubblici e privati dell'area Patto Territoriale del Pinerolese, con guidata dal Comune di Pinerolo non vi l’obiettivo di ripensare lo sviluppo del sia stato un rafforzamento delle territorio secondo criteri di relazioni orizzontali tale da permettere sostenibilità. All'interno dello stesso lo sviluppo di nuove forme di azione progetto, le OTT sono state definite collettiva che andassero al di là di come organizzazioni che: coalizioni contingenti legate alla • interagiscono con quelle esistenti; programmazione negoziata e • svolgono compiti connessi allo comunitaria. sviluppo integrato, sostenibile e partecipato di un territorio; «(…) un esempio classico è che c’era la • svolgono compiti che gli attori possibilità di riutilizzare i fondi classici nella loro configurazione rimanenti del vecchio Patto, 4 milioni di tradizionale non svolgono o non euro, con un progetto di area unitaria a possono svolgere. supporto delle aree produttive. Il Pinerolese non è riuscito a trovare una Riprendendo le parole degli intervistati, proposta unitaria, perché una proposta le OTT possono essere considerate interessante condivisa da tutti non era come: condivisa da un Comune vicino perché «organizzazioni pubblico - private c’è sempre la politica “non nel mio senza poteri di government ma con giardino”. La proposta era quella di poteri di governance»; ampliare l’area industriale della Porporata sul Comune di Roletto ma o ancora: questo ha detto “No”. Alla fine non è «uno potrebbe chiamarla una micro- venuto fuori un progetto comune, agenzia di sviluppo locale, non un mega questo per dire che il problema dei carrozzone, ma quel minimo di campanili c'è sempre». organizzazione con figure tecniche che si ripagano perchè si acquisisce il Per queste ragioni, interrogati sul servizio esterno: se una volta prendo futuro del Pinerolese, alcuni intervistati una società di consulenza, un'altra volta affermano sia necessario costruire una ne prendo un'altra non crescono mai le organizzazione ad hoc che eserciti, da figure interne, c’è sempre qualcuno che un lato, una funzione di governance viene da fuori. Dovrebbero esserci,

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invece, quattro cinque persone nel formato un tavolo di lavoro nell’ambito Pinerolese che si occupano di queste del progetto “Promozione della cose». sostenibilità” dove avevamo deciso che partecipassero sempre gli stessi. Per me Le OTT si configurano, quindi, come quella è stata un’esperienza strutture organizzative e strutture di interessante in cui avevamo teorizzato governance. Secondo i rappresentanti che non si può lavorare con qualcuno del Consorzio Pracatinat, proprio senza mettere in gioco quel che si l'esperienza del Progetto “Promozione chiama “capitale sociale”. Se tu della sostenibilità del Pinerolese” ha costruisci la fiducia nell’altro puoi anche mostrato quanto sia importante la metterti in gioco, se non si crea questo presenza di un'organizzazione che rapporto che è anche personale e non gestisca e coordini le relazioni tra attori solo di conoscenza tra ruoli non si può pubblici e privati, tra istituzioni e diventare un gruppo di lavoro». settori, tra montagna e pianura, adottando regole condivise. Nell’ambito di tale Progetto si è costituito e sperimentato un «(...) nessuno degli attori e dei “embrione” di soggetto collettivo responsabili del Patto vedeva territoriale, la cui gestione è stata l’organizzazione come problema. Per seguita a un doppio livello: un tavolo cui eravamo rimasti colpiti dal fatto che tecnico e un comitato di pilotaggio c’era un tavolo decisionale in cui chi politico. Il tavolo tecnico era composto alzava la mano decideva di milioni di da ricercatori dell'Università degli Studi euro ma non si sapeva chi era e non si e Politecnico di Torino, psicologi e sapeva chi era quello che alzava la sociologi dello Studio APS di Milano mano e chi non c’era. Ogni volta (Analisi Psicosociologica), dalla società arrivava lo sconosciuto rappresentante di consulenza S&T, dal Consorzio di una SOMS o di un’associazione Pracatinat il cui staff, insieme a APS, ha culturale che alzava la mano al pari del progettato e monitorato in itinere gli sindaco e del presidente di una CM». sviluppi del progetto. Il tavolo tecnico ha agito rapportandosi con il comitato “Tutto questo ci ha portato a dire che di pilotaggio, che includeva sindaci e servono delle regole per cui chi presidenti di Comunità Montana, partecipa alle riunioni deve essere rappresentanti del territorio. sempre lo stesso soggetto. Si era

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2. Il caso del Verbano uscita (l’indice superiore a 100, infatti, segnala come la popolazione in uscita dal mercato del lavoro superi 2.1 Il contesto nettamente quella in entrata). Anche in questo caso, il confronto (dato 2006) La Provincia del VCO conta 163.151 con la media regionale (175,4) e abitanti (DemoIstat, 2010). Il territorio soprattutto nazionale (111,9) appare della Provincia è quasi esclusivamente penalizzante per l’area locale (185,2). collinare e montuoso, le uniche zone relativamente pianeggianti sono il Per quanto riguarda il mercato del fondo valle ossolano lungo il corso del lavoro, prima della crisi degli ultimi anni fiume , da Crevaldossola alla foce che ha avuto conseguenze significative del Lago Maggiore, alla Piana di Intra. per il sistema manifatturiero locale, il tasso di attività (67,1% nel 2007) e di Il VCO rappresenta, insieme a Biella, la occupazione (64,9%) era in linea con il Provincia piemontese con i tassi di dato regionale (62,5%) e decisamente incremento della popolazione minori più elevato della media nazionale all'interno della Regione13. (58,7%). Nel 2007, il basso tasso di Disaggregando il dato tra crescita disoccupazione era al 3,2%, dato ben al naturale e saldo migratorio, il primo di sotto sia del Piemonte (4,2%) sia risulta costantemente negativo e la dell’Italia (6,1%). Solo le province di dinamica della popolazione deriva dal Cuneo e Asti, registravano situazioni saldo migratorio, che tuttavia nel VCO migliori o comparabili. risulta all’ultimo posto tra le Province piemontesi. Si rivela soprattutto un Il settore che più contribuisce alla decremento significativo nella seconda formazione del valore aggiunto totale metà degli anni 2000 (da 8,5 del 2004 a della Provincia è quello manifatturiero, 4,3 del 2007). Anche la struttura seguito dal turistico-alberghiero, legato demografica è piuttosto fragile: l’indice alla presenza dei laghi e di vecchiaia, ovvero il rapporto tra la all’escursionismo montano. Importanti popolazione over 65 e quella di età fino sono anche il florovivaismo e il lapideo. a 14 anni, continua a crescere (da 180 Il settore manifatturiero si caratterizza nel 2002 a circa 190 nel 2006) e risulta per la fabbricazione e lavorazione di superiore alla media regionale (181) e prodotti in metallo, in particolare in modo particolare, a quella italiana utensili per la cucina e la tavola che, (142). Anche l’indice di ricambio, dato infatti, rappresentano il 60% delle dal rapporto tra la popolazione di età esportazioni del settore metal- compresa tra i 60 e i 64 anni e quella meccanico provinciale e pongono il compresa tra i 15 e i 19 anni, pari a 183 VCO tra le sei principali province nel VCO, rivela come la tenuta della italiane esportatrici di articoli in struttura del mercato del lavoro locale metallo. Nonostante la crisi attuale, sia già oggi minacciata dal rischio del soprattutto occupazionale e legata alle difficile reperimento di manodopera delocalizzazioni, l’industria dei casa- capace di rimpiazzare le classi di età in linghi è ancora il settore portante dell’economia provinciale in termini di

valore aggiunto. Le aziende che si

13 I dati e i commenti di questa prima parte sono occupano di fabbricazione di prodotti tratti dal Piano strategico della Camera di metallici rappresentano il 50% del Commercio di Verbania, 2008.

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comparto manifatturiero. Fra i 30 ambientali, che comprendono zone di principali produttori italiani di pentole e montagna e l’area del Lago Maggiore. Il stoviglie metalliche, otto aziende del lago è la principale destinazione VCO occupano le prime posizioni con turistica con il 22,8% delle presenze a circa il 40% del fatturato nazionale. livello regionale e il 75% della domanda Il settore è caratterizzato da un tessuto proveniente dall’estero. di piccole e medie imprese che operano su prodotti di alta qualità e in mercati Un altro settore di crescente prevalentemente di nicchia, anche se si importanza è la logistica: nelle strategie rileva la presenza di aziende del VCO assume importanza la significative quali Alessi, Bialetti o qualificazione di Domodossola come Lagostina (Violi 2008, 24). Qualità del “porta” nei confronti dei flussi che prodotto e design costiuiscono il punto percorrono il Sempione sull’asse del di forza delle industrie del distretto. Il Corridoio 24. Inoltre, ulteriori settori settore è coadiuvato da servizi strategici per la zona risultano essere la tecnologici di supporto alle aziende. Ad promozione di azioni per l’impegno esempio, il Tecnoparco del Lago delle abbondanti risorse idriche e Maggiore, Tecnolab, è l’unico forestali per la produzione di energia, la laboratorio in Italia completamente riduzione del rischio idrogeologico e del attrezzato per test su prodotti disordine insediativo. casalinghi in metallo. Negli ultimi due anni la crisi ha però colpito duramente Il florovivaismo rappresenta il terzo la spina dorsale industriale del settore leader dell’economia territorio e i comparti che più ne hanno provinciale e, grazie al microclima fatto le spese risultano quello locale, è polo di eccellenza nazionale manifatturiero e delle costruzioni che nella coltivazione di azalee, camelie, alla fine del 2009 occupavano 12.405 e rododendri, con una forte propensione 5.632 addetti, con un calo rispetto al all’export (30% del fatturato). Con una 2007 del 9,35% e 2,96%, ulteriormente quota di mercato superiore al 17% a aggravato nel corso del 2010. livello italiano per le azalee, il comparto è costituito da circa 200 imprese, di cui Molte aziende del VCO sono impegnate circa 70 si occupano di produzione nell’erogazione di servizi legati al specializzata di acidofile. Infine, il commercio e al turismo; settori settore lapideo è forse il comparto che rilevanti sono anche l’edilizia, risente maggiormente della pressione l’agricoltura, la floricoltura, l’estrazione competitiva internazionale. Le circa 280 e la lavorazione della pietra. In imprese che occupano oltre 1.200 quest’ultimo settore, grazie alla addetti (dato 2006) svolgono sia attività presenza di una grande varietà di di estrazione dei minerali che di materiali, operano quasi 300 aziende, trasformazione delle pietre estratte con 1.500 addetti. Il turismo ha un localmente o importate da altre regioni ruolo strategico nel sistema economico italiane e straniere. Sono presenti locale, come testimonia la presenza di anche alcune realtà per la fabbricazione sette consorzi turistici, soprattutto di macchine per la lavorazione del nella zona del Lago Maggiore. La materiale lapideo. Provincia, favorita dalla sua posizione geografica al confine con la Lombardia La capacità di export della provincia e con la Svizzera, ha una rilevante risulta piuttosto debole, con un volume dotazione di risorse naturalistiche e di vendite all’estero rapportato alla

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popolazione residente di circa il 40% operatori locali e l’Università Cattolica inferiore alla media nazionale (Violi di Milano” (ivi). 2008, 6). Le dotazioni infrastrutturali del VCO risultano diffusamente Possono anche essere ricordati Saia, inadeguate, sia sotto il profilo società che si occupa di ricerca e messa economico che nell’ambito dei servizi a disposizione di aree per insediamenti alla persona, conducendo a una industriali, e Tecnoverde, struttura valutazione complessiva ampiamente interna al Tecnoparco a supporto del distaccata dal livello medio nazionale settore florovivaistico. Sono infine (ibidem 12). presenti alcuni progetti di matrice pubblico-privata per il sostegno alle 2.2 La progettualità locale e piccole imprese attraverso forme agevolate di finanziamento. l’azione collettiva Infine, la ricerca di Violi segnala la Come sostenuto da Violi (2008, 30): nascita di un importante Consorzio per “Tra gli attori locali del VCO si riscontra la promozione dell’innovazione nel una crescente consapevolezza della comparto rubinetteria (Ruvaris), necessità di innovare ma ancora non si costituito tra le realtà locali e quelle di sono raggiunti risultati soddisfacenti, altri distretti italiani del settore soprattutto con riferimento all’utilizzo (Brescia, alcune aree della Toscana). delle strutture già presenti in funzione Tra le ipotesi progettuali è da delle diverse specializzazioni produttive considerare di fondamentale dell’area”. Se la capacità generale di importanza lo sviluppo di un apposito governance multilivello del VCO appare centro servizi per la rubinetteria, ancora da sviluppare, sono nondimeno localizzato nel Borgomanerese, che presenti iniziative collettive che possa colmare le lacune in termini di segnalano la presenza di esperienze servizi avanzati offerti in loco alle che, ancorchè limitate, potrebbero imprese (ivi). costituire le fondamenta per strutture più ampie. Ad esempio, nell’area è La recente istituzione della Cabina di attivo un Parco tecnologico dotato di Regia provinciale, organismo di un incubatore d’impresa che “però non governance che raccoglie i principali è mai riuscito a innescare processi di attori pubblici e privati del territorio, collaborazione duratura con le rappresenta un interessante tentativo imprese” (ivi). di azione collettiva che, partendo dalla Nel settore del lapideo è stato creato presa d’atto della crisi del un centro servizi, che vede la manifatturiero, individua alcuni assi partecipazione dell’Università del strategici e di lungo periodo intorno ai Piemonte Orientale e del Politecnico di quali far crescere il territorio. Il Torino. Obiettivo del centro è la ricerca percorso di collaborazione pubblico- nell’analisi dei materiali, formazione, privato, che ora trova nella Cabina di ricerche di mercato e promozione del Regia una sede istituzionale, nasce con prodotto. Sono anche presenti, con la il Patto del VCO, primo esperimento di collaborazione dell’Università del governance locale. Piemonte Orientale, corsi di formazione per gli operatori del settore turistico. Inoltre, su alcuni progetti: “si è registrata la collaborazione tra

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2.3 L'azione collettiva nelle Nel 1998, la città di Domodossola assume l’iniziativa di promuovere il esperienze di program- Patto Territoriale del Verbano Cusio mazione integrata per Ossola. Circa un anno dopo, si insedia il lo sviluppo Tavolo di Concertazione che individua il Soggetto Istruttore del Patto territoriale nella Banca Mediocredito 2.3.1 Il Patto territoriale: la Spa e, successivamente, il Soggetto nascita della leadership Responsabile nella Provincia del VCO provinciale (tab. 1).

Tab. 1 - Cronoprogramma LE FASI PRINCIPALI GIUGNO '98 La città di Domodossola assume l’iniziativa di promuovere il Patto Territoriale (PT) del Verbano Cusio Ossola. 24 APRILE '99 Si insedia il Tavolo di Concertazione che individua il Soggetto Istruttore nella Banca Mediocredito Spa 11 MAGGIO '99 Sottoscrizione d'Intesa del PT 31 LUGLIO '99 Avvio della fase di presentazione delle richieste di agevolazione per le iniziative imprenditoriali e le opere infrastrutturali. 1 OTTOBRE '99 Sottoscrizione del Protocollo del Sistema di Credito e di Garanzia del PT 30 OTTOBRE '99 Scadenza del termine di presentazione delle richieste di agevolazione per le iniziative imprenditoriali e le opere infrastrutturali. 22 NOVEMBRE '99 Il Tavolo di Concertazione individua il Soggetto Responsabile nella Provincia del VCO. 31 DICEMBRE '99 Avvio dell'attività istruttoria da parte della Banca Mediocredito SPA 4 DICEMBRE '01 Decreto n. PT 00095 del Ministero delle Attività produttive di approvazione del PT del VCO 19 MARZO '02 Sottoscrizione Atto di stipula definitivo del PT del VCO Fonte: sito internet Provincia VCO

Il Soggetto Promotore ha identificato, territorio (Tab. 2 e tab. 3). Al Patto d'accordo con la Provincia, l’ambito hanno aderito, quali Soggetti territoriale del Patto nei 77 Comuni Sottoscrittori, 42 diversi attori della Provincia del VCO compresi (fatta rappresentanti delle principali forze eccezione per il Comune di Verbania e il economico-sociali locali, presenti nel Comune di ) all'interno delle suddetto ambito. allora 10 Comunità Montane del

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Tab. 2 – Comuni aderenti al PT Comuni aderenti al Patto Territoriale del VCO Comuni in Obiettivo 2 , , , Beura Cardezza, , Calasca Castiglione, , , Cavaglio Spoccia, , , , , Cursolo Orasso, Domodossola, , Falmenta, Formazza, , , , , , , , , , , Premosello-Chiovenda, Re, Santa Maria Maggiore, , , , , , , , Viganella, , Villette, Comuni in Phasing out Anzola d’Ossola, , , , , Bee, Belgirate, Brovello Carpugnino, , , , , , , , , , Intragna, , Madonna Del Sasso, , , , , , , , , , , San Bernandino Verbano, , , Verbania,

Tab. 3 – Le Comunità montane aderenti al PT Comunità montane aderenti al Patto Territoriale del VCO CM prima della fusione CM oggi Alto Verbano, Cusio Mottarone, Val Oggi: Comunità Montana dello Strona e Basso Toce Valgrande, Valle Introna, Valle Anzasca Oggi: Comunità Montana Monte Rosa Valli Antigorio e Formazza, , Valle Oggi: Comunità Montana Antigorio, Divedro Ossola, Valle Vigezzo. e Formazza

L'aggregazione del Patto nasce dalla costituzione della Provincia, avvenuta volontà di coinvolgere tutto il territorio con decreto legislativo n. 277 nell'aprile all'interno dei confini amministrativi del 1992 (resa attiva con le elezioni del della neonata Provincia del Verbano- 1995), in seguito allo scorporo della Cusio-Ossola, con l'obiettivo di Provincia di Novara. superare le divisioni interne e provare a riconoscersi in un'identità comune. Il Il ruolo della Provincia del VCO nella Patto Territoriale, infatti, ha formazione della partnership rappresentato la prima esperienza di territoriale è stato cruciale sin dall'inizio politica concertata che ha messo del processo: l'Amministrazione insieme le diverse aree in un'unica provinciale ha avuto una funzione coalizione dal momento della chiave nell'attivazione del Patto e,

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subito dopo, nella istituzione di una distribuzione dei servizi derivanti dalla struttura dedicata, “l'Ufficio per le nascita dell'amministrazione politiche comunitarie e attività provinciale». produttive”. Così l’idea obiettivo del Patto ruota «(…) il Patto è partito su iniziativa del intorno al binomio “cooperazione- Comune di Domodossola e l'ex competitiva”, focalizzandosi sulla quali- presidente della Provincia del VCO, tà e sulla valorizzazione dell’ambiente Garrone. Dopo di che in questa come risorse che si integrano a vicenda. Provincia è stato creato “l'Ufficio per le politiche comunitarie e attività La strategia di intervento si propone, produttive” con dirigente Ventrilla». infatti, di rafforzare il legame tra i tre territori che compongono la Provincia, A partire dalla progettazione del Patto, ognuno caratterizzato da una diversa quindi, la Provincia ha investito nella specializzazione produttiva, nella creazione di un ufficio ad hoc per le convinzione che l'unione e il rappre- politiche di sviluppo locale con risorse e sentarsi in modo unitario costituisca un ruoli organizzativi dedicati, che ha punto di forza. In altre parole, si ritiene svolto poi un ruolo centrale nel che le differenti vocazioni del Verbano, processo di elaborazione e del Cusio e dell' Ossola possano implementazione dei Piani Integrati divenire una risorsa piuttosto che una d'Area. L’azione unitaria a livello causa di divisione e di debolezza. dell’intero territorio provinciale, «L’idea della competitività è secondo quanto riportato da tutti gli particolarmente positiva se esprime intervistati, veniva avvertita come una quell’elemento di cultura, ancora necessità imprescindibile, nel senso che debole nel nostro Paese, che si può qualsiasi altra strategia che non facesse individuare nella consapevolezza che perno su tutto il territorio veniva per creare vantaggio ad un territorio considerata perdente. occorre che questo sappia presentarsi all’esterno in modo coeso. In questo «noi siamo un territorio piccolo, la quadro diventano dannose per tutti le concorrenza c'è, dobbiamo fare un iniziative non concertate» (Rapporto di unico programma. Noi trasmettevamo programma, 2006). Inoltre, la questo messaggio al territorio e il cooperazione viene considerata una territorio si univa” (Intervista a leva per l'economia locale, in grado di funzionario provincia VCO)». promuovere una forte competitività territoriale. «In sintesi, cooperare per «(In riferimento all'aggregazione di competere significa apertura tutta la Provincia, nda) Secondo me vi è all’esterno pur conservando la propria una volontà politica di giustificare e identità e maggior qualità di vita, in accontentare la tripolarità di cui è altre parole equilibrio tra sviluppo e composta la provincia del VCO, una ambiente» (Rapporto di programma, tripolarità forte si è sentita fin dalla 2006). nascita e che si legge in modo chiara anche dall'organizzazione dei servizi: la Uno dei principali presupposti del Patto Camera di Commercio a Boveno, la è, quindi, quello ricercare una identità Motorizzazione civile a Domodossola, il condivisa in un territorio che, come Capoluogo provinciale a Verbania, il emerge dalle interviste, presenta forti Centro per l'impiego a Omegna. Una disomogeneità geografiche, econo-

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miche e tensioni tra aree di montagna e interesse generale o di categoria: gli di fondovalle. amministratori; le organizzazioni delle categorie economiche; le organizzazioni «Questa tripolarità è sempre stata un sindacali. limite, sottolineato da tutti. (…) Il Cusio Per coniugare la cooperazione con la è un'area che ha vissuto una grande competitività, però, viene sottolineata vocazione industriale, penso al la necessità che il pubblico collabori casalingo, che si è ormai totalmente con le imprese private. Nel Patto, anche persa (…) il Verbano è sempre stato di grazie all'attività di sensibilizzazione vocazione turistico, l'Ossola ha un portata avanti dalle istituzioni nei passato nel mondo nella siderurgica e confronti del mondo imprenditoriale, la della chimica oltre che nell'estrazione partecipazione delle aziende locali della pietra, che l'unico comparto che è risulta essere stata costante e rimasto con una occupazione numerosa. rilevante». « (…) io ricordo che con il Patto era «Sono aree profondamente stato dato materiale informativo per disomogenee (…) Val Dossola: turismo cercare di sensibilizzare gli imprenditori di montagna, acque minerali, locali e cercare di coinvolgerli, nel PIA è termalismo, cave e posto di frontiera; stato utilizzato molto meno e ancor Omegna attività di tipo industriale meno nel PTI. Questi strumenti di (casalingo ecc.), un tempo molto vivace programmazione negoziata necessi- estendendosi anche sulla rubinetteria terebbero di maggiore diffusione della del lago che è già in Provincia di cultura, delle modalità di Novara; il Verbano (da Cannobbio a funzionamento». Belgirate), la sponda del Verbano, che è il turismo storico nato i primi del '900, Per quanto riguarda le risorse una forte imprenditorialità turistica e le finanziarie, la dimensione del Patto grandi industrie scomparse. nell'Ossola Territoriale è risultata consistente: a poi, non ho detto, il fattore numero uno conclusione del processo, infatti, è l'energia. (…) E qui si attiva una forte l'investimento complessivo ha competizione nel senso che la Provincia raggiunto quasi i 76 milioni di euro, con vuole mangiare l'energia dell'Ossola». un contributo pubblico che ha superato i 20 milioni di euro (Tab. 4). Gli attori individuati come fondamentali in questo processo sono stati, in primo luogo, i soggetti di rappresentanza che esprimono la vocazione di agire per un

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Tab. 4 – Schema riassuntivo ALCUNI DATI Iniziative imprenditoriali Numero iniziative 51

Totale investimenti realizzati 56.298.812 euro SETTORE INDUSTRIA Totale contributi 8.115.583 euro Incremento occupazionale 289 unità Iniziative imprenditoriali Numero iniziative 1

Totale investimenti realizzati 702381,38 euro SETTORE AGRICOLTURA Totale contributi 316.071,62 euro Incremento occupazionale 10 unità Interventi Numero 14

Totale investimenti 18.865.654,07 euro INFRASTRUTURE Totale contributi 115.26.54,07 Fonte: sito internet Provincia

Nel Patto Territoriale, la concertazione maggiore capacità di rapportarsi con i locale sembra aver favorito in misura temi e gli strumenti della equilibrata la dimensione politica e programmazione negoziata e comu- quella tecnica. L'attività di nitaria. Ciò sembra essere avvenuto on accompagnamento è stata svolta da the job ma anche attraverso la consulenti esterni che hanno affiancato partecipazione a percorsi formativi i dirigenti del Comune di Domodossola specifici che ha consentito e della Provincia, fino alla creazione, l'apprendimento di tecniche di tipo all'interno di quest'ultimo ente, programmatorio e organizzativo. dell'Ufficio per le politiche comunitarie e attività produttive. In particolare, «Questa è una provincia che ha sempre questa struttura si è trovata a gestire la fatto molta formazione. Io, per fase di attuazione del Patto e esempio, ho fatto molta formazione. l'erogazione dei contributi, in seguito Vado sempre a fare formazione in uno alla rimodulazione delle risorse. sportello Europa di Confesercenti dove ci sono persone valide e all'epoca feci «(…) in questa Provincia è stato creato dei corsi organizzati dalla dott.ssa “l'Ufficio per le politiche comunitarie e Santiccioli … loro erano i primi ad avere attività produttive” con relativo seguito in Toscana i Patti territoriali». dirigente (...) il Patto l'abbiamo preso in quel momento, quando c'era il tavolo di Secondo quanto emerge dalle concertazione, gli interventi erano già interviste, il Patto territoriale ha stati definiti e bisognava erogare i generato negli Enti pubblici e privati dei contributi». tre territori provinciali una maggiore fiducia nell'azione collettiva: ha I soggetti tecnici e politici locali che rafforzato, a livello di reti orizzontali, la hanno preso parte all'elaborazione e collaborazione tra Amministrazioni implementazione del Patto hanno comunali e tra queste e altri soggetti sviluppato, proprio a partire dalla pubblici e privati; a livello di reti partecipazione a questo processo, una

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verticali, invece, ha stimolato la «La cosa che ci dà un qualche merito è cooperazione tra Comuni e Provincia. che le politiche negoziali sono molto difficile da applicare, gli amministratori Inoltre, il Patto ha visto l'affermazione pubblici sono più abituati ai bandi... noi di una leadership politica e tecnica, abbiamo visto che questo tavolo molto quella provinciale, che proprio in virtù ampio – c'erano tutte le associazioni di delle risorse sviluppate durante questa categoria, le CM tutti gli enti, i parchi e esperienza è riuscita a svolgere senza tutti i Comunin - e l'abbiamo tenuto difficoltà quella funzione di indirizzo in anche per il PIA implementandolo con tutto il processo di realizzazione del un tavolo tecnico: in uno venivano i successivo Piano Integrato d'Area (PIA) sindaci e i presidenti e davano le e di centralità del partenariato, prevista direttive, nell'altro c'erano i tecnici che dallo stesso strumento. dicevano ai politici “hai chiesto questo intervento ma nella 3.1 non è previsto». 2.3.2 Il PIA: il Dal punto di vista amministrativo, il PIA consolidamento della Verbano-Cusio-Ossola coinvolge tutto il leadership provinciale territorio provinciale, costituito da 78 Comuni (30 Comuni in Obiettivo 2, 38 La Provincia del Verbano-Cusio-Ossola in Phasing out); 10 Comunità Montane assume il ruolo di Capofila dell'unico (oggi tre, in seguito alla fusione: Piano Integrato d'Area (PIA) Comunità Montana dello Strona e presentato, utilizzando lo stesso Tavolo Basso Toce, Comunità Montana Monte di concertazione del Patto affiancato da Rosa, Comunità Montana Antigorio, un tavolo tecnico. Questo Tavolo di Divedro e Formazza); 2 Enti Parco concertazione “allargato” diventa il (Parco nazionale Val Grande, Parco “motore” del processo di naturale Veglia Devero). predisposizione, progettazione e Complessivamente l'area del PIA ha implementazione del PIA, rendendo riguardato una popolazione di circa fluida la transizione da una politica 160.674 abitanti e una superficie territoriale all'altra. territoriale di circa 2.261 Kmq (tab. 5).

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Tab. 5 - Schema riassuntivo COMUNI COINVOLTI NEL PIA Comuni in Obiettivo 2 ANTRONA SCHIERANCO, BACENO, BANNIO ANZINO, BEURA-CARDEZZA, BOGNANCO, CALASCA CASTIGLIONE, CANNERO RIVIERA, CANNOBIO, CAVAGLIO SPOCCIA, CEPPO MORELLI, CRAVEGGIA, CREVOLADOSSOLA, CRODO, CURSOLO ORASSO, DOMODOSSOLA, DRUOGNO, FALMENTA, FORMAZZA, GURRO, MACUGNAGA, MALESCO, MASERA, MONTECRESTESE, MONTESCHENO, PALLANZENO, PIEDIMULERA, PIEVE VERGONTE, PREMIA, PREMOSELLO CHIOVENDA, RE, SANTA MARIA MAGGIORE, SEPPIANA, TOCENO, TRAREGO VIGGIONA, TRASQUERA, TRONTANO, VANZONE CON SAN CARLO, VARZO, VIGANELLA, VILLADOSSOLA, VILLETTE, VOGOGNA Comuni in Phasing out ANZOLA D’OSSOLA, ARIZZANO, AROLA, AURANO, BAVENO, BEE, BELGIRATE, BROVELLO CARPUGNINO, CAMBIASCA, CAPREZZO, CASALE CORTE CERRO, CESARA, COSSOGNO, GERMAGNO, GHIFFA, GIGNESE, GRAVELLONA TOCE, INTRAGNA, LOREGLIA, MADONNA DEL SASSO, MASSIOLA, MERGOZZO, MIAZZINA, NONIO, OGGEBBIO, OMEGNA, ORNAVASSO, PREMENO, QUARNA SOPRA, QUARNA SOTTO, , STRESA, VALSTRONA, VERBANIA, VIGNONE Fonte: sito internet Regione Piemonte

Vale la pena di sottolineare che il dell'intervento, ciascuna caratterizzata territorio della Provincia del Verbano- al proprio interno da omogeneità di Cusio-Ossola era stato interessato dalla condizioni socioeconomiche e da gravi progettazione integrata sin nella problemi di disoccupazione. precedente programmazione (Docup Se in quel ciclo di programmazione '97-'99). furono approvati 5 interventi, con il PIA Si trattava di progetti pilota (punto di Verbano-Cusio-Ossola ne vengono partenza per l'evoluzione del modello approvati 51 con una dotazione realizzatasi con i PIA nel Docup 2000- finanziaria di 13.546.151,96 euro e un 2006) che venivano attuati attraverso la costo medio per singolo progetto di Misura 6.1 “Progetti Integrati di bacini 265.610,82 euro. economici locali, aree sistema, distretti”, finalizzata allo sviluppo Nella transizione dal Patto al PIA socioeconomico di aree predeter- vengono mantenute non solo le stesse minate. In quel caso, però, il ruolo di strutture decisionali, ma anche la stessa maggiore centralità era svolto dalla aggregazione territoriale. La coalizione Regione, e non dalla Provincia come ancora una volta mantiene stabili i con i PIA, che individuava “dall'alto” i confini provinciali e propone un unico Soggetti Capofila (anche in Progetto, nell'intento di tenere unito quell'esperienza era stata scelta la un territorio di dimensioni ridotte che, Provincia) così come le aree bersaglio secondo gli attori locali, corre il rischio

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di uscire svantaggiato dalla appartenenza all'intero territorio competizione con players più grandi. provinciale. Ciò sembra trovare conferma anche in quanto sostenuto nel Rapporto Prova « (In riferimento all'aggregazione del (2005) che, in merito alla costituzione PIA, nda) È stata una imposizione dell'articolazione territoriale del PIA politica non è nata dal basso perché le nella Provincia del VCO, scrive: “la nostre tre aree sono totalmente preoccupazione principale degli differenti e cercare di metterle insieme amministratori è stata quella di riuscire suscita grandi perplessità». a proporre un solo progetto integrato, che includesse tutto il territorio”, con il «Secondo me vi è una volontà politica fine di aggregare aree molto diverse. di giustificare e accontentare la tripolarità di cui è composta la «(...) noi siamo un territorio piccolo, la provincia del VCO, una tripolarità forte concorrenza c'è, dobbiamo fare un si è sentita fin dalla nascita (...)». unico programma». Per quanto riguarda l’idea-forza del PIA, «Il fatto che gli altri rispondano sì essa si pone in linea di continuità con all'aggregazione è perché come dicevo gli obiettivi del Patto: punta, infatti, al siamo piccoli e dobbiamo restare superamento dei problemi strutturali insieme... poi siamo una Provincia della Provincia attraverso un rilancio nuova». economico e sociale, basato sulla valorizzazione dell’ambiente e la Secondo quanto riferiscono alcuni cooperazione degli attori locali. Dalle intervistati, quindi, alla base del interviste emerge che in fase di processo che ha portato alla concertazione si è prestata attenzione formazione del partenariato sono agli interventi di tutela dall’ambiente e prevalse motivazioni di tipo alla valorizzazione del patrimonio strumentale “imposte” da una naturalistico, oltre che al leadership tecnico-politica, che pure miglioramento delle strutture integrate godeva di una sua legittimazione di partenariato. interna, piuttosto che da un senso di

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Tab.6 - Schema riassuntivo PIA “Verbano-Cusio-Ossola” Capofila Idea forza n. Interventi Investimenti Costo medio totali (euro) (euro) Provincia Superare i problemi strutturali della 51 16343323 320457,31 provincia, operando un rilancio economico e sociale basato sulla qualità e valorizzazione dell’ambiente attraverso la cooperazione degli attori locali

Fonte: Ecoter, 2005

In sintesi, gli interventi del Piano sono Società a prevalente capitale pubblico. stati principalmente di tre tipi: Interrogati su quale fosse stata la • interventi di recupero di edifici capacità dei PIA di stimolare l’inve- culturali, specie religiosi, e stimento privato per la realizzazione di riqualificazione urbana, a favore interventi legati a quelli realizzati dagli dello sviluppo del settore turistico; Enti locali, perlopiù gli intervistati • interventi infrastrutturali di tipo hanno risposto che gli interventi di connettivo, quali percorsi natu- riqualificazione urbana hanno costituito ralistici e culturali, volti alla un volano non solo per lo sviluppo valorizzazione del patrimonio turistico ma anche per gli investimenti ambientale e dell'enogastronomia; delle imprese locali “in risposta” ai • interventi di promozione e valo- miglioramenti dell'arredo urbano. rizzazione delle attività tradizionali, quale la lavorazione della pietra. «In quel Comune dove c'è un'emergenza architettonica ristrut- Per quanto riguarda il coordinamento turare quell'arredo urbano poteva dare con altri Piani di sviluppo locale, il PIA al territorio quella spinta in più che poi Verbano-Cusio-Ossola ha trovato forme metteva in moto tutta una serie di di integrazione con: investimenti privati». • il Piano Regionale di Sviluppo; • il Piano Territoriale di Coordi- Il Rapporto di valutazione realizzato da namento; Ecoter (2005) ha sottolineato che il • il Patto sociale per lo sviluppo e Piano presentava una scarsa l’occupazione; integrazione funzionale in quanto i • il Piano Territoriale Provinciale; progetti finanziati non mostravano un • le iniziative comunitarie Leader + e forte legame sinergico e risultava Interreg III. difficile individuare un nucleo centrale di progetti coerenti con l’idea forza, In merito, invece, alla collaborazione mentre rilevava una buona pubblico-privata, il PIA ha visto il integrazione territoriale per via coinvolgimento esclusivo di partner dell’ampia partecipazione di Comunità pubblici nella fase di concertazione e Montane e Enti Parco in qualità di progettazione probabilmente perchè lo Beneficiari finali. Per quanto riguarda la strumento stesso prevedeva che i valenza ambientale, essa veniva beneficiari finali dei contributi regionali valutata poco rilevante a causa del fossero Enti locali, Enti pubblici o ridotto numero di progetti con ricadute positive sull’ambiente.

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D'altra parte dalle interviste emerge «Con i Pia venivano da me e dicevo come l'integrazione degli interventi “bello il tuo intervento da 10 ma io ho 8 venga considerata perlopiù in rapporto per tutta la tua valle, il tuo intervento alla strategia generale. da 10 deve passare a 2” quando siamo andati in Regione abbiamo portato «Quella dell'integrazione è una chimera progetti per 18 mln di euro poi di difficile realizzazione. Faccio un qualcuno è caduto, ci sono stati i ribassi centro termale ma se non costruiscono d'asta e alla fine abbiamo fatto un una strada dove far passare i turisti... il Piano territoriale che ha finanziato tutti PIA ha avuto tanti interventi, non sono i progetti, ancora stanno arrivando dei polverizzati ma noi abbiamo trovato soldi». “turismo e valorizzazione” come i punti di forza endogeni e rispetto a questo «Diciamo che la concertazione sui PIA è siamo riusciti a far tante cose: prima del andata molto bene anche perché ci PIA non c'era, ad esempio, una hanno detto “arrivano i soldi” e i soldi cartellonistica». sono arrivati. Quando arrivano i soldi, le teste si mettono d'accordo». Il giudizio sui PIA risulta complessivamente buono: la Non mancano alcune voci critiche che, maggioranza degli intervistati, infatti, pur riconoscendo la validità e i risultati ha espresso un generale conseguiti dallo strumento, apprezzamento sullo strumento, sottolineano come alla base del definito semplice ed efficace. Anche il processo vi sia stata una logica processo concertativo, guidato dalla spartitoria delle risorse disponibili da Provincia, è stato valutato parte dei singoli Comuni, volta ad positivamente dai soggetti coinvolti accontentare tutti i territori. A questo tanto che tutti gli intervistati sono soliti proposito, un funzionario provinciale leggere in chiaro scuro le altre politiche rileva che una tale logica distributiva fa per lo sviluppo locale a cui hanno parte delle “regole del gioco”, purché la partecipato usando quale termine di partita si disputi nella massima paragone l'esperienza “di successo” dei trasparenza. PIA. Il merito riconosciuto alla Provincia è quello di aver speso la propria «È chiaro che poi quelli che partecipano “conoscenza del locale” per non vogliono andare a casa a mani raggiungere gli obiettivi prefissati. In vuote, un intervento bisogna altre parole, utilizzando risorse tecniche garantirglielo... garantirglielo no, ma e politiche l'Ente provinciale è riuscito a metterli in gara in maniera mediare tra gli interessi coinvolti e a trasparente». presentare un Piano di concreta realizzazione, specie dal punto di vista «Se poi andate a vedere i singoli della copertura finanziaria. progetti del PIA, puoi trovare delle cose integrate ma per lo più sono tirate per i «La forza dei PIA è stata la loro capelli ... come vi dicevo se vuoi semplicità e il fatto che la Provincia accontentare tutti, scontenti i territori, potesse valutare gli interventi proposti, scontenti la visione dei territori. Non fai a seconda che fossero il volano giusto o una scelta e fare una politica di sviluppo meno per quel territorio». locale vuol dire fare delle scelte».

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Come nel Patto, la progettazione nel leadership tecnico-politica delle PIA è stata svolta quasi del tutto Provincia. attraverso risorse interne all'Ufficio dedicato alla programmazione negoziata e comunitaria della Provincia: 2.3.3 Il PTI: quando cam- i funzionari responsabili hanno seguito corsi di aggiornamento e biano le regole del specializzazione, relazionato a convegni gioco nazionali e rivestito ruoli tecnici chiave nella formulazione e implementazione Nel PTI del Verbano-Cusio-Ossola del Piano. Il PIA ha permesso di Qualità in movimento, il Comune di consolidare, quindi, le competenze già Verbania assume il ruolo di Soggetto internalizzate durante il Patto Capofila in una coalizione composta da Territoriale. 77 Comuni, di cui 75 inseriti all’interno

di Comunità montane. Il territorio «Da un certo punto di vista il PIA è stato interessato ha un’estensione di 2.256 oneroso. Nel PIA il capofila era la kmq, una popolazione di circa 162 mila Provincia e noi abbiamo questo ufficio abitanti e una densità abitativa media dedicato, la concertazione era il nostro pari a 70,8 abitanti per kmq (tab.7). DNA. Noi come Provincia abbiamo questo ufficio politiche comunitarie dal Il Programma Territoriale presentato è Patto». unico per tutta la Provincia del VCO e vi

hanno partecipato tutti i soggetti «La nostra palestra è stato il Patto e poi istituzionali pubblici: le dieci Comunità il PIA. (…) Noi sul PIA abbiamo fatto Montane e i due Comuni non facenti tutto in house, poi quando io sono stato parte di Comunità Montane, Verbania e spostato a un altro ufficio hanno preso Belgirate. Al Programma Territoriale un consulente che ha chiuso il Integrato hanno aderito enti pubblici e programma». soggetti imprenditoriali privati,

presentando iniziative di sviluppo nei Se la transizione del Patto ai PIA si era settori della riqualificazione territoriale, svolta in modo fluido, non si può dire lo dell'innovazione e della ricerca, stesso riguardo al passaggio dai PIA ai dell'ambiente e delle energie Programmi Territoriali Integrati (PTI) rinnovabili, della formazione che avviene all'insegna di una professionale. Il Comune di Verbania discontinuità rilevante: il nuovo ha coordinato la Cabina di regia e ha strumento di progettazione integrata, fornito il supporto logistico, tecnico e infatti, mette in discussione il ruolo di amministrativo.

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Tab. 7 - Numero di residenti, superficie e densità abitativa soggetti PTI del VCO SOGGETTI COINVOLTI Numero di Residenti al Superficie in Densità abitativa 31.10.2006 kmq

Comune di VERBANIA 30.836 37,62 819,67

Comune di BELGIRATE 41 8,40 64,40

Comunità Montana ALTO VERBANO 6.279 78,10 80,40

Comunità Montana CUSIO MOTTARONE 30.409 181,65 167,40

Comunità Montana VALLE OSSOLA 31.956 322,85 98,98

Comunità Montana ANTIGORIO DIVEDRO 11.783 610,34 19,31 FORMAZZA

Comunità Montana MONTE ROSA 7.052 301,58 23,38

Comunità Montana VALLE ANTRONA 8.251 159,99 51,57

Comunità Montana VALLE VIGEZZO 6.232 212,18 29,37

Comunità Montana VALLE CANNOBINA 5.943 119,84 49,59

Comunità Montana STRONA E BASSO TOCE 12.969 96,56 134,31

Comunità Montana VALGRANDE 7.366 135,03 54,55

Totale 159.617 2264,14 70,55

Fonte: Relazione PTI, sito internet Regione Piemonte

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Come nel Patto e nel PIA, il contesto ha suscitato alcune critiche nei territoriale del PTI coincide ancora una confronti dello strumento. In volta con i confini amministrativi della particolare, i rappresentanti provinciali Provincia del VCO, caso unico in hanno riferito di essersi visti privati di Piemonte come illustrato dal Rapporto un ruolo di guida che conferiva all'Ente Lapo (2010). Nel partenariato si la possibilità di tenere insieme un presenta, però, una novità che non territorio eterogeneo, nell'intento di riguarda l'articolazione territoriale della costruire un'identità condivisa; altri coalizione, che appunto rimane soggetti coinvolti, invece, hanno invariata, quanto il ruolo della Provincia sottolineato come l'esclusione delle all'interno della stessa. Come Province dalla valutazione dei Progetti accennato sopra, si tratta di una cesura sia andato a discapito dell'intero importante rispetto alle esperienze processo di concertazione territoriale, precedenti di progettazione concertata. ritenendo che solo gli attori locali siano La Provincia, che si era guadagnata un in grado di selezionare le priorità ruolo di leadership sia dal punto di vista progettuali. tecnico che politico riconosciuto dai territori, con i PTI si trova a svolgere “Nel PTI la Provincia ha avuto un ruolo una funzione ancillare, di assistenza marginale: un ruolo di animazione tecnica ma non di responsabilità subito, che è anche il nostro ruolo, poi politica del processo. sono uscite direttive che dicevano che la Provincia doveva fare assistenza tecnica In effetti, l'impianto dello strumento ai Capofila, noi non potevamo essere assegna alle Province compiti di Capofila. Dare alla Regione supporto agli Enti Locali per la l'erogazione, ai Comuni i beneficiari, definizione e attuazione degli alla Provincia l'assistenza tecnica vuol interventi previsti, cofinanziamento dire tagliarla fuori. L'assistenza tecnica delle opere, implementazione del non vuol dire niente” (Intervista a monitoraggio e proposta al Comitato di funzionario Provincia VCO)”. Pilotaggio di eventuali rimodulazioni. Per quanto attiene agli adempimenti “(...) la Regione non ha la possibilità di previsti per la Regione, ad essa valutare i progetti, la Regione è troppo attribuisce compiti di coordinamento distante dai territori. Con i Pti c'era un dell'iter procedurale, monitoraggio professore universitario di riferimento, degli interventi e coordinamento delle la provincia è stata tagliata fuori. I Province per gli interventi che ricadano territori si rivolgevano a lui, agli Uffici in Province confinanti; per gli Enti regionali che, però, non avevano la Capofila, invece, prevede compiti di percezione di cosa servisse sul coordinamento del partenariato locale, territorio”. di cofinanziamento delle opere di competenza, di implementazione del “quando ho visto il PTI ho pensato “non sistema di monitoraggio (Bando PTI). contiamo niente” (si riferisce alla Provincia, nda)” Da quanto emerge dalle interviste, il fatto che le Province oltre a non essere Il Comune di Verbania, che aveva avuto tenute ad operare una selezione dei un ruolo importante nel processo di Programmi presentati non potessero elaborazione del Piano Strategico neppure concorrere al finanziamento avviato nel 2003 dalla Camera di

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Commercio di Baveno, diventa Sostenibilità ambientale, efficienza Soggetto Capofila e coordina la cabina energetica, Sviluppo delle fonti di regia di un partenariato che si energetiche rinnovabili; Riqualificazione aggrega più che altro per rispondere territoriale; Valorizzazione delle risorse alle richieste della Regione di costituire umane; il Movimento, invece, nella aggregazioni territoriali ampie, in modo costruzione di un Sistema orientato al da rafforzare la capacità delle comunità cambiamento, all’innovazione e alla locali di progettare in termini integrati. promozione verso l’esterno, al fine di attrarre nuovi investimenti Dalle interviste emerge che il ruolo di imprenditoriali e nuove conoscenze sul leadership del Comune di Verbania non territorio. era riconosciuto da tutti territori e che probabilmente, senza le indicazioni Le suddette priorità vengono suddivise provenienti dal livello regionale, il VCO nei seguenti obiettivi specifici: si sarebbe diviso formulando due 1. coniugare lo sviluppo del territorio Programmi Integrati distinti, come con la gestione sostenibile peraltro era già avvenuto l’anno dell’ambiente e con la promozione precedente con i Programmi Integrati di fonti energetiche rinnovabili; di Sviluppo locale (PISL). 2. incentivare lo sviluppo di un’economia basata “Verbania viene riconosciuta solo dai sull’innovazione del sistema Verbanesi. Il fatto che gli altri produttivo industriale; rispondano sì all'aggregazione è 3. incrementare la qualità della vita e perché, come dicevo, siamo piccoli e del lavoro attraverso la dobbiamo restare insieme”. riqualificazione del territorio, del sistema della logistica e della “Nel Pisl l'aggregazione è rimasta mobilità locale; insieme per inerzia: col Pia era andato 4. migliorare l’efficienza delle tutto bene, squadra che vince non si eccellenze produttive locali: cambia e siamo stati insieme. Nel Pti, turismo, lapideo, florovivaismo, invece, è stato consigliato: come ho casalingo; detto avevamo un tutor regionale. È 5. garantire le infrastrutture per la stato veicolato il fatto che “siete pochi, ricerca e la formazione, attività di le risorse sono poche”. Secondo me supporto trasversali e indispensabili dovevamo dividerci, la zona del lago allo sviluppo locale. non è uguale alle altre, ma la mia è una posizione minoritaria... questo, secondo Gli obiettivi specifici sono stati poi me, è un territorio che non riesce a declinati in interventi che, a loro volta, vocarsi”. sono stati aggregati in tre cluster progettuali, al fine di sviluppare in Per quanto riguarda i contenuti del PTI, modo integrato le singole azioni (fig. 1). riprendendo gli assi individuati dal Piano Strategico (2003-2007) e i temi I cluster progettuali individuati sono: del Piano Territoriale Provinciale, l'idea logistica; guida viene sintetizzata nel titolo del energia; Programma: Qualità in movimento. In turismo. particolare, la Qualità viene declinata nelle priorità indicate nel bando: Con le parole di uno degli intervistati, si Innovazione e transizione produttiva; può affermare che «il PTI ha

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individuato delle linee guida di tra le sub-aree provinciali e superare le sistema», delle linee cioè che sono in vocazioni di ogni territorio. grado di sfruttare le interdipendenze

Fig. 1 – I cluster progettuali

Fonte: Relazione PTI, sito Regione Piemonte

Da un'analisi sintetica dei contenuti strategiche individuate a livello emerge che il cluster relativo alla regionale e provinciale, tra cui: logistica si pone quale obiettivo la • deliberazione di individuazione dei realizzazione di un polo logistico nel poli della logistica regionale che VCO: un sistema insediativo basato comprende l’area di Domodossola sulla riqualificazione degli scali Domo 1 in una logica di “sistema regionale”; e Domo 2, i cui caratteri originari non • Piano Territoriale Provinciale che sono compatibili con le attuali modalità include lo sviluppo progettuale del di movimentazione delle merci. In polo della logistica nell’ambito particolare, gli interventi prevedono la dell'integrazione territoriale riconversione intermodale di Domo 2, il dell’area montana della Provincia; riuso dell’area Domo 1 nel contesto urbano e la trasformazione di 8 siti Il cluster relativo all’energia, invece, dismessi o sottoutilizzati in aree indica le seguenti tipologie di azioni del produttive ecologicamente attrezzate. PTI: Il modello si propone come sistema produzione di energia da fonti attrattivo delle attività d’impresa rinnovabili: connesse con i servizi logistici e le - idroelettriche; produzioni intermedie generate - biomasse; dall’intermodalità (ferrovia-gomma). - biogas; Il progetto strategico di qualificazione - fotovoltaico ed eolico; dell’Ossola risulta coerente con priorità

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R & S per attività di produzione di • azioni di valorizzazione identitaria energia e di sviluppo di tecnologie del patrimonio paesaggistico e applicate; storico-culturale; formazione di addetti ai settori di • interventi di qualificazione del attività connesse al settore sistema dei servizi ricettivi e energetico; turistici; insediamento di attività produttive • azioni di promozione del territorio- di impianti e componenti per le verde. energie rinnovabili. Le coerenze strategiche degli interventi e delle azioni del cluster turismo Queste azioni risultano coerenti con riguardano sia Programmi sia priorità Piani regionali e provinciali, in strategiche definite da strumenti particolare: attuali, tra i quali: I. gli interventi per nuovi impianti di • provvedimenti regionali (L.R. produzione di energia da rinnovabili 4/2000 e programmi integrati contribuiscono all’obiettivo d’area, L.R. 18) ; regionale della linea strategica • provvedimenti sulle azioni “uniamo le energie” con riduzione transfrontaliere (programmi di consumi ed emissioni (- 20%) e Interreg). incremento della quota proveniente da rinnovabili (+ 20%); Nel suo complesso il PTI del Verbano II. gli interventi per il settore Cusio Ossola presenta un numero di 64 idroelettrico sono assoggettati alla progetti, di cui: procedura di autorizzazione in • 29 pubblici, applicazione dei limiti di incremento • 13 in partenariato pubblico/privato, delle derivazioni previsti dal Piano • 22 privati. Energetico Ambientale Provinciale; L'investimento complessivo (tab.8) Infine, per quanto concerne gli previsto dal Programma supera i 190 interventi sul sistema turistico essi milioni di euro, ripartiti tra fonti di vengono raggruppati in: finanziamento pubbliche (20%), pubbliche-private (30%) e private (50%).

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Tab. 8 - Ipotesi di fonti di finanziamento del PTI Fonte di finanziamento Entità Risorse RISORSE PUBBLICHE € 57.036.149,50

RISORSE PUBBLICHE - PRIVATE € 30.187.900,00

RISORSE PRIVATE € 104.577.985,50

TOTALE PROGRAMMA TERRITORIALE INTEGRATO € 191.802.035,00

Fonte: Quadro finanziario PTI, sito internet Regione Piemonte

Le linee strategiche “di sistema” potremmo fare noi che conosciamo il individuate nel PTI (energia, logistica, territorio, perchè a livello locale ci turismo) si sono rivelate condivise dalla sarebbe il controllo del territorio. Da maggioranza degli attori che hanno quando Enel è completamente preso parte ai lavori. Tutti gli automatizzata si è persa occupazione intervistati, infatti, sono convenuti sul dentro alle Centrali (…) Enel fa gare a fatto che il patrimonio idrico così come livello nazionale e arrivano aziende da la posizione geografica, favorevole allo via a fare le manutenzioni che non sono sviluppo di una logistica “ad alto valore neanche specializzate. Le aziende del aggiunto”, rappresentino risorse non territorio non vincono mai, quindi non ci adeguatamente sfruttate. sono ricadute occupazionali. Basti pensare che l’energia, in termini Altro problema è quello dei di valore prodotto (da circa un collegamenti, e qui l'importanza della centinaio di centrali idroelettriche), logistica. Noi abbiamo una fortuna che costituisce di fatto la prima azienda del è l'autostrada che arriva a VCO con oltre 900 milioni di euro ma, Domodossola e quella che va a Berna in da quanto appreso, ciò ha scarse un'ora, che ha stravolto le mete ricadute nell’area: l'automazione delle turistiche degli svizzeri. Ma il turismo grandi centrali ha provocato la perdita arriva sui laghi e non nelle valli di posti di lavoro e le gare nazionali per montane. Noi qui abbiamo un turismo l'attività di manutenzione vengono giornaliero dalla Lombardia, in un'ora vinte da chi propone l'offerta più bassa, arrivano da Milano per sciare e poi la e raramente si tratta di aziende del sera tornano. Questa è una fortuna ma territorio. Il rischio, quindi, è che si c'è bisogno di più mobilità. Poi per disperdano anche le competenze locali. quanto riguarda il turismo, qui dappertutto può essere la soluzione dei «Certamente qui il problema problemi e fornire possibilità di fondamentale è l'energia, perchè c'è sviluppo». un'opportunità non sfruttata che solo il nostro Paese può permettersi di Gli attori si sono dimostrati concordi sprecare. In questo settore ci sarebbe nel sostenere che il PTI ha individuato da fare un lavoro enorme di dei validi obiettivi generali e, nello razionalizzazione, riorganizzazione. E lo stesso tempo, trasversali alle diverse

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sub-aree che compongono il VCO Camera di Commercio ma per me la tuttavia la maggioranza di essi ha Camera è un ente pubblico». espresso forti critiche per come è stato gestito il processo concertativo: alcuni In generale, il bilancio che gli hanno sottolineato che vi è stata una intervistati fanno sui PTI non è positivo. riduzione del peso dei piccoli Comuni L'accentuazione della complessità all'interno del Tavolo durante tutte le tecnico-procedurale del processo nelle fasi di formulazione dei progetti, altri due fasi (presentazione Dossier di hanno rimarcato che il Tavolo di candidatura e presentazione dei concertazione non ha lavorato Programmi con Studio di fattibilità) ha seguendo regole precedentemente ridimensionato il lavoro del tavolo di concordate, altri ancora hanno concertazione: gli attori non si sono sostenuto che il ruolo delle singole sentiti protagonisti nelle diverse fasi del imprese nella definizione del processo e buona parte del lavoro è partenariato e degli interventi stato affidato a consulenti esterni, che progettuali sia stato inesistente perchè non si sono avvalsi della collaborazione lo spazio dei privati è stato occupato dell'Ufficio provinciale dedicato. dalle Associazioni di rappresentanza Inoltre, dalle interviste emerge che il degli interessi. giudizio sui PTI è influenzato dall'incertezza della copertura «Nel PTI l'interesse è diventato sempre finanziaria: le politiche concertative più generale, le logiche individuate sono considerate onerose, il erano giuste (energia, logistica, finanziamento degli interventi ripaga turismo) ma il modo in cui è stato dagli sforzi compiuti. affrontato no. Dal PISL al PTI c'è stata una riduzione della partecipazione». «Forse i tempi erano maturi per i PIA ma non per i PTI. O forse mentre i PIA « (…) per me quello che fa funzionare i hanno dato una sensazione a tutti di tavoli di concertazione sono le regole e essere protagonisti, quando si va verso nei PTI non sono state create. Anche per queste complessità e intervengono in i tavoli di concertazione bisogna fare la modo preponderante le associazioni di delibera con le regole di categoria e gli enti di un certo tipo, i funzionamento. Nei PTI non si è fatta singoli scompaiono e gli enti locali sono nessuna delibera. Hanno fatto una costretti a dire di sì per non essere cabina di regia ma non hanno fatto una tagliati fuori... quindi, questa delibera dicendo “questa è la cabina di complessità che è quello che tutti regia”, anche perchè il meccanismo del dicono dietro le quinte non funziona». PTI richiedeva che tutto passasse nei Consigli comunali ma non è passato «Il PIA l'aveva fatto la Provincia con un niente». gruppo di lavoro del territorio, con i Comuni. Qui invece il progetto l'hanno «Rispetto al PIA poi il momento fatto i consulenti». concertativo dei PTI è cambiato moltissimo perchè è stata costituita una «Quando il PTI è stato finito, ed è Cabina di regia, con le CM, la Camera di costato alla collettività 200 mila euro commercio e il Comune Capofila che ha che non è poco (…) e questi soldi non elaborato questo PTI. Hanno deciso che arriveranno perchè hanno avuto la i privati sono stati rappresentati dalla sfortuna di appoggiarsi al Fas e non al Fesr».

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2.4 Conclusioni: apprende- La scelta di mantenere i confini amministrativi della Provincia per tutte re dall’esperienza le politiche, quindi, è nata dalla volontà di tenere unito un territorio di L'analisi sull’aggregazione territoriale dimensioni ridotte, che altrimenti si aveva messo in evidenza una rilevante sarebbe trovato a competere con stabilità dei confini territoriali nel VCO: players più grandi, risultando a partire dal Patto territoriale, infatti, il svantaggiato. Del resto, le ridotte territorio si è mosso mantenendo i dimensioni non significano omogeneità confini amministrativi della Provincia. interna, dal momento che le aree del L’approfondimento qualitativo, Verbano, del Cusio e dell’Ossola condotto attraverso le interviste, ha mostrano vocazioni e reso più chiare le ragioni sottostanti vincoli/opportunità piuttosto dissimili. questa stabilità. La scelta di correre insieme, dunque: La rappresentazione unitaria del «È stata una imposizione politica non è territorio è funzione del punto di nata dal basso perchè le nostre tre aree osservazione: dall’esterno, l’area sono totalmente differenti». appare in effetti capace di muoversi come un attore collettivo, anche A fronte di questa situazione, le perché le diversità interne passano in politiche per lo sviluppo locale secondo piano rispetto alle differenze analizzate hanno avuto diversa capacità con il resto della Regione: di sollecitare la progettualità locale. «Questo visto da dentro non è un Innanzitutto, gli intervistati hanno territorio, è una federazione di territori sottolineato la maggiore efficacia di ma se vado a Torino lo vedo come un politiche semplici: «La forza dei PIA è territorio perchè noi siamo diversi da stata la loro semplicità». La convinzione tutti gli altri. Quando vado a Torino noi generale è che un’eccessiva enfasi sulle proprio non ci capiamo, questa è procedure rischia di catalizzare le un'enclave lombarda in terra risorse scarse di tempo e attenzione piemontese». sugli aspetti formali, facendo passare in secondo piano i contenuti degli Al contrario, se il punto di osservazione interventi. Inoltre, si sottolinea come il è interno, prevalgono le differenze e le disegno di policy debba mettere prima eterogeneità: vuoi di tipo economico, di tutto gli attori locali in grado di morfologico o identitario. Come è stato selezionare le priorità: «la Regione non ripetuto in tutte le interviste effettuate, ha la possibilità di valutare i progetti, la gli Ossolani non si sentono Verbanesi o Regione è troppo distante dai territori». Cusiani. E questa eterogeneità interna non pare trovare soluzione nel La richiesta che proviene dagli attori, riconoscimento unanime e condiviso di quindi, rimanda alle complesse una leadership legittima tra gli attori relazioni di multilevel governance dell’area. implicate nelle politiche per lo sviluppo locale. Se appare chiaro che alla «In questo territorio non ci sono Regione deve essere riservato persone forti, capaci di creare un'unità l’obiettivo di stabilire gli obiettivi nel territorio, un leader che poi generali di sviluppo, è però variabile la concretizza e sia in grado di far lavorare definizione delle modalità tramite cui delle persone insieme, al di là raggiungere tali obiettivi. La soluzione dell'appartenenza partitica». suggerita dalle interviste è quella di un

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sistema di incentivi che stimolino i innescare nuovi meccanismi di diatribe territori a utilizzare la propria tra queste fazioni e accontentare un po' “conoscenza locale” per raggiungere gli tutti e questo è anche una chiave di obiettivi nel modo migliore possibile. In lettura per capire i contenuti delle altre parole, il livello regionale può politiche». indurre i territori a realizzare gli obiettivi non dettagliando tempi e Paradossalmente, del resto, questa modalità della realizzazione (enfasi tendenza distributiva viene meno sulle procedure), ma costruendo un proprio con la crisi attuale, quando cioè sistema di incentivi, regole e non è più possibile praticare giochi a opportunità capaci di attivare la somma positiva e le scelte allocative conoscenza locale. L’effetto virtuoso di diventano fortemente alternative. A questa seconda modalità, è da fronte di risorse scarse, in altre parole, ricondurre al fatto che nella definizione gli attori locali si trovano obbligati a del problema e nella ricerca delle gerarchizzare le priorità. Il quadro di soluzioni che coinvolgono le politiche vincoli/opportunità che il territorio si locali, è necessario attivare trova a dover affrontare richiede con informazioni, strategie e conoscenze urgenza una strategia siffatta. Ad possedute solo dai territori. esempio, la grande vocazione industriale del Cusio, il settore Occorre, cioè, che i territori siano messi casalingo, è oggi fortemente in crisi: di fronte ad un sistema di incentivi che recentemente anche la Alessi ha li obblighi a fare delle scelte, convocato i suoi fornitori, annunciando selezionando le priorità strategiche su la prossima delocalizzazione della cui scommettere. Il rischio, altrimenti, è produzione. A fronte di ciò, tra le di operare scelte generaliste, a tratti opportunità economiche più distributive, che cerchino di interessanti gli attori segnalano il accontentare tutti: settore energetico, ma ciò richiede «Questo territorio non deve tanto innanzitutto l’azione collettiva e la lamentarsi della mancanza di partecipazione degli attori locali: attenzione del livello nazionale e «Ci sono dei modelli da imitare come il regionale ma della mancanza di scelte, Trentino che ha fatto comprare da un non è mai stato capace di scegliere per pool bancario e ha rilevato da Enel tutte campanilismo e la volontà di le centrali del territorio per evitare che accontentare sempre tutti. Non si sono Enel le venda e per evitare lo mai trovati così degli investimenti smembramento che non permette il prioritari forti su cui il territorio si controllo da parte del territorio». mettesse in discussione». Questo modello ha importanti ricadute Questa tendenza “ad accontentare un positive sul territorio perchè consente po’ tutti” senza operare una selezione alle aziende locali di occuparsi delle delle priorità è spesso indicato come il manutenzioni, invece di seguire un “prezzo” da pagare per tenere insieme modello a gare nazionali al massimo un territorio eterogeneo. ribasso che premia grandi gruppi esterni. Il modello trentino ha costruito «Questa tripolarità è sempre stata un una delle principale realtà multi-utility limite, sottolineata da tutti. La volontà italiane (Gruppo Dolomiti Energia), la di tenere gli stessi confini in queste cui capogruppo (Dolomiti Energia) politiche dipende quindi dalla volontà di nasce nel 2009 dalla fusione di Dolomiti non andare ad aprire nuove fazioni, a Energia e Trentino Servizi. Trentino

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Servizi (multi-utility leader in Trentino del frontalierato. Il documento nella distribuzione e vendita di energia strategico licenziato dalla Cabina di elettrica e gas) con l’incorporazione di Regia poggia su 4 punti: fiscalità, Dolomiti Energia (l’azionista di semplificazione, formazione ed energia. maggioranza delle centrali Il metodo di lavoro seguito è stato idroelettriche del Trentino) ne prende il apprezzato da tutti gli attori coinvolti, nome diventando la nuova Dolomiti anche se non è ancora chiaro se questa Energia. È nato così un gruppo multi- soluzione sarà in grado di ovviare ai utility, attivo nei principali business problemi che riguardano la relativi a prodotti energetici, rappresentatività dei piccoli Comuni di nell’ambito del servizio idrico integrato, montagna che, con la riforma delle del teleriscaldamento, dei servizi Comunità Montane, fanno fatica a ambientali, di illuminazione pubblica e trovare canali di rappresentanza nelle di laboratorio, direttamente e decisioni di sviluppo del territorio. Ad attraverso società controllate e esempio, i rappresentanti dei piccoli partecipate. Il principale Socio di Comuni montani sono concordi Dolomiti Energia SpA è FinDolomiti nell’individuazione dell’energia come Energia, che possiede il 47,8% delle priorità strategica, ma criticano il quote; a sua volta, FinDolomiti Energia modello di gestione adottato: è una S.R.L a totale capitale pubblico «qui si attiva una forte competizione (33% Comune di Trento; 33% Comune nel senso che la Provincia vuole di Rovereto; 33% Tecnofin trentita utilizzare l'energia dell'Ossola, dicendo SpA). Il Presidente di FinDolomiti “siamo tutti la stessa provincia, bisogna Energia è un tecnico, di pluriennale distribuire su una territorialità più esperienza nel settore e i Consiglieri estesa” ma poi non è che Comune di appartengono ai Comuni del territorio. Stresa o di Verbania dà l'Ici a La gestione strategica dell’energia, così Cugnaga». come della logistica o di altre azioni che necessitano di investimenti di lungo La voce dei piccoli Comuni era garantita periodo, richiede una grande capacità dal ruolo delle Comunità Montane. Con di azione collettiva. la riforma è venuta meno la rappresentatività “alla svizzera”: 3 Del resto, rispetto a questi temi, il consiglieri per Comune, 2 di territorio pare muoversi nella direzione maggioranza e uno di opposizione. La giusta per favorire la partecipazione. A precedente rappresentanza faceva sì settembre, infatti, è nata una Cabina di che il Comune più piccolo valesse Regia a cui partecipano la Provincia, all'interno della Comunità Montana con l'Assessorato alle attività quanto quelli più grandi. Ciò garantiva produttive e l'Assessorato alle Politiche una forma di compensazione, dando del Lavoro, le Associazioni industriali, una priorità non al numero di abitanti quelle sindacali, dell'Artigianato, la ma alle problematiche del territorio. La Camera di Commercio, i Consiglieri e recente Unione dei Comuni delle Valli Senatori del territorio, il comune di Antigorio Divedro e Formazza è nata Verbania e Omegna. La Cabina di Regia proprio per recuperare la voce dei è stata istituita per dare una risposta, in piccoli Comuni montani. prima battuta, alla recessione del manifatturiero, con l’intenzione di estenderla, in un secondo momento, al comparto turistico, lapideo, agricolo e

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Conclusioni e

suggerimenti

per le politiche

pubbliche

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Quali lezioni generali è possibile trarre riflessione circa la riuscita dei processi dall’analisi empirica realizzata? Come di concertazione locale. Per disegnare politiche per lo sviluppo contestualizzare meglio i risultati locale efficaci e in grado di attivare empirici – e trarre lezioni di ordine processi cooperativi di lungo periodo generale – è necessario richiamare gli tra gli attori locali? L’analisi effettuata – elementi che contraddistinguono i pur non configurando un esercizio processi di concertazione locale ben valutativo in senso stretto – permette riusciti. La figura seguente illustra in di individuare alcuni elementi chiave di modo sintetico un percorso virtuoso, supporto al disegno delle politiche. Ciò che contraddistingue le politiche per lo a due livelli distinti: ad un primo livello, sviluppo locale caratterizzate da buoni è possibile interrogarsi sulla coerenza e processi di concertazione locale. continuità delle diverse politiche L’enfasi è soprattutto sulle dimensioni succedutesi nel corso del periodo di processo, ma vedremo come ciò sia analizzato. Ad un secondo livello, i casi collegato anche al livello di integrazione analizzati offrono più di uno spunto di del progetto complessivo.

Fig. 1. Il rischio decisionale nei processi concertativi locali

Condizioni organizzative e di contesto

Costi di concertazione

Fiducia

Intensità della leadership e del partenariato

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La dimensione chiave del processo è la infatti, il ruolo della Provincia viene presenza di costi di concertazione. È ridotto a quello di “valutazione” (Pisl) o importante, cioè, che il processo di di “coordinamento” (Pti). Il mutamento concertazione locale si caratterizzi per delle regole introdotte dalla regione va un significativo apporto di risorse quindi nella direzione di ridurre il ruolo proprie e di costi specifici pagati dagli delle province che molto avevano attori. In generale, cioè, nei casi di investito nelle prime esperienze. Così, il successo gli attori hanno pagato dei capitale di competenza e fiducia costi e rischiato risorse proprie nel accumulato viene meno e il processo progetto collettivo. Ciò si traduce tanto deve in qualche modo ricominciare nel concreto apporto tecnico- dall’inizio, con nuovi attori e nuove finanziario al progetto, quanto nella strutture. diffusione di atteggiamenti e comportamenti che implicano una Un chiaro esempio di costi di rinuncia o un parziale arretramento concertazione si trova nei cosidetti rispetto agli obiettivi e agli interessi “parametri aggiuntivi”, applicati in dell’organizzazione di appartenenza. alcuni Patti territoriali, tra cui il Patto Anzi, in realtà, è proprio questo territoriale della Zona Ovest in secondo aspetto (la rinuncia) a Provincia di Torino. Qui il bando per le qualificare in modo specifico il rischio imprese ha visto l’aggiunta di parametri decisionale nei processi di di Patto originali sui quale calcolare il concertazione locale. punteggio delle imprese ammesse ai finanziamenti. La definizione e la scelta Costituiscono esempi generali di costi di questi parametri di Patto ha richiesto di concertazione, ovvero di una discussione molto intensa tra gli investimenti e rischi specifici: attori locali. Nella coalizione locale, a) l’investimento in ruoli e strutture infatti, erano presenti posizioni molto dedicate; diverse: da una parte sindacato e alcuni b) la rinuncia a un comportamento amministratori che intendevano “pigliatutto” sulle risorse, in qualificare il Patto con l’aggiunta di particolare da parte degli attori più parametri specifici, dall’altra i importanti; rappresentanti degli imprenditori e altri c) la messa in discussione degli obiettivi amministratori che non volevano “formali” della propria differenziare il finanziamento da quello organizzazione di appartenenza. della legge 488/92. In definitiva la graduatoria è stata predisposta in base Nei casi di studio effettuati si ai seguenti parametri, di cui i riscontrano alcuni esempi di questi paramentri a-b-d erano comuni a tutti i costi di concertazione. Ad esempio, nel Patti e decisi dal Ministero, mentre il VCO la Provincia ha creato, sin dal Patto parametro c è stato deciso in modo territoriale, un ufficio dedicato alla autonomo dal Tavolo di concertazione: concertazione territoriale, con risorse e a) rapporto tra il capitale proprio ruoli dedicati. Questo rappresenta un immesso nell’iniziativa e “segnale” importante verso gli altri l’investimento complessivo; attori, che indica il livello di b) rapporto tra il numero di occupati investimento e fiducia verso la politica diretti incrementali attivati in questione. Questo investimento, dall’iniziativa e l’investimento però, viene meno con il cambiamento complessivo; delle regole regionali nella transizione c) indicatore di Patto, così composto: tra Patti-Pia e Pisl-Pti. In questi ultimi,

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- rapporto tra soggetti - Indicatore relativo al legame rientranti nelle “fasce deboli” funzionale e diretto con del mercato del lavoro avviati interventi infrastrutturali. al lavoro (donne, ultra- quarantacinquenni e svantag- L’importanza del parametro C - giati ai sensi dell’art. 4 legge aggiuntivo risiede nel fatto che questo 381/91 e s.m.i.) ed occupa- riflette esigenze e problemi fortemente zione complessiva attivata; caratterizzanti il modello locale di - presentazione delle idee sviluppo. La Zona Ovest è infatti progettuali14 entro il fortemente connotata da disoccu- 15.10.1999; pazione giovanile e, soprattutto, - formazione: impegno a femminile; inoltre, alcuni Comuni realizzare interventi formativi hanno conosciuto un piano di sviluppo per tutto il personale urbano dove le fabbriche si sono dell’impresa, quale risulta dal insediate a stretto contatto con le punto B.12 della scheda abitazioni, senza una zona industriale, e tecnica per l’esercizio a l’impatto ambientale ha conseguenze regime, per almeno 20 ore dirette per la cittadinanza. La rilevanza per addetto da effettuarsi di questi parametri non standardizzati entro 6 mesi dal comple- può essere oggetto di un esplicito tamento dell’investimento; disegno di policy che, accanto a - possesso o impegno a fornirsi parametri top-down che riflettono di certificazione di qualità ISO obiettivi generali, preveda alcuni 9000 o equipollente, qualora parametri “liberi”, scelti dagli attori l’impresa abbia già aderito o locali. I “parametri aggiuntivi” dei patti intenda aderire, entro territoriali costituiscono dunque degli l’esercizio “a regime” dell’ini- spazi di manovra lasciati al livello locale - ziativa da agevolare, al si- all’interno di un quadro generale valido stema internazionale ricono- per tutti. Ciò può avere due effetti sciuto di certificazione di virtuosi: innanzitutto lascia agli attori qualità ISO 9000 o equi- locali l’onere di selezionare quelle pollente; azioni specifiche, che riflettono più - possesso o impegno ad adot- direttamente i problemi territorio. In tare certificazione ambientale secondo luogo, attiva processi dialogici ISO 14000 o equipollente, e di confronto costruttivo che – al di là qualora l’impresa abbia già delle diverse posizioni e interessi – aderito o intenda aderire, sono utili per generare fiducia reciproca entro l’esercizio “a regime” e relazioni cooperative. dell’iniziativa da agevolare, al Inoltre, le ricerche mostrano che la sistema internazionale rico- concertazione con costo è facilitata nosciuto di certificazione dalla presenza di specifiche condizioni ambientale ISO 14000 o equi- contesto, quali: (i) il colore politico pollente. misto della coalizione, che richiede agli attori politici di “guadagnare” la legittimità delle proprie decisioni all’interno del tavolo di concertazione

locale; (ii) il debole sviluppo economico

14 Questo punto è dovuto al fatto che la dell’area, che consente agli attori di coalizione ha deciso di premiare i progetti focalizzare l’attenzione su uno specifico arrivati entro il 15.10.99 e che hanno mostrato problema del territorio, rendendo così “fiducia” verso lo strumento. 225

più efficiente l’allocazione delle risorse erogazione delle risorse nei PISL e nei e il coordinamento degli interessi; (iii) PTI, con poche eccezioni, ha costituito la presenza di relazioni di potere un evidente limite di queste due equilibrate, che limitino l’opportunismo esperienze, che rischia di mettere a di un attore “terzo” e che non riducano repentaglio il capitale fiduciario il tavolo di concertazione ad un ruolo accumulato nei territori. residuale di ratificazione di decisioni Inoltre, la creazione di fiducia richiede prese altrove. Dal punto di vista delle agli attori di essere effettivamente in politiche pubbliche, del resto, queste grado di rischiare. Se assumersi un condizioni di contesto non rappre- rischio è un atto intenzionale di fiducia sentano elementi sui quali intervenire mirato alla persuasione dell’altro, è attraverso il disegno istituzionale, al anche vero che per poter rischiare gli fine di facilitare la presa in carico di attori della coalizione devono poter costi di concertazione. disporre di effettivi ambiti decisionali. Le ricerche hanno però messo in Gli attori nei processi concertativi luce altri elementi, più di natura devono dunque ricoprire ruoli organizzativa, che possono invece decisionali importanti essere oggetto di uno specifico disegno nell’organizzazione di appartenenza: di policy. Innanzitutto, è necessario un decidere richiede, infatti, responsabilità periodo ragionevolmente lungo per lo politico-organizzativa. Questa variabile, svolgimento del processo di però, è lasciata in tutto e per tutto alla concertazione, così che gli attori discrezionalità dei territori: in alcuni possano sperimentare alleanze e casi, partecipano Sindaci, Assessori e risolvere i conflitti, trasformando Dirigenti, che possono assumersi rischi conflitti a somma zero in conflitti rilevanti e pagare così costi di costruttivi. Qui però un trade-off non di concertazione. In altri casi, al contrario, poco conto: i tempi della politica non la partecipazione ai Tavoli è affidata a devono entrare in tensione con i tempi funzionari e segretari comunali, che dell’economia. Le aspettative dei non possono assumere direttamente soggetti privati hanno orizzonti questo rischio. Un argomento analogo temporali non sempre compatibili con i vale per la parte privata: le associazioni vincoli e i tempi dei soggetti pubblici. degli interessi e gli attori della società Occorre quindi un disegno di policy che civile possono far partecipare ruoli e dia agli attori locali il tempo sufficiente figure di diversa rilevanza ai Tavoli di per costruire fiducia e prendersi dei concertazione, con conseguenze rischi, ma che poi sia molto efficiente diverse sull’efficacia del processo nell’erogazione dei fondi. Dunque, se è decisionale. Questi elementi sono necessario un periodo ragionevolmente lasciati al libero gioco degli attori locali, lungo per lo svolgimento del processo senza che vi siano regole istituzionali o di concertazione, è opportuno che ciò incentivi chiari che facilitino la venga tenuto in debito conto nella fase partecipazione di ruoli organizzativi di formulazione dei bandi (evitando di specifici. La rappresentanza, poi, chiedere la predisposizione di un necessita di regole di partecipazione ai programma entro tempi “irra- Tavoli chiare e ben calibrate, elemento gionevoli”). Se si chiede ai territori di non sempre presente come emerso lavorare e investire, occorre poi essere nelle interviste effettuate per i due casi molto puntuali nell’erogazione delle del pinerolese e del VCO. Da una parte, risorse economiche, sia verso gli attori viene sottolineata la necessità di regole privati che nei confronti delle istituzioni chiare e trasparenti per la locali. A riguardo la mancata partecipazione degli attori, mentre fino

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a ora tutto è stato lasciato alla scelta in altri casi (es: dal PIA delle Valli dei territori. Anche questo punto può Olimpiche ai PTI successivi del quindi rappresentare un ambito di Pinerolese e Metromontano) intervento specifico per il disegno l’aggregazione territoriale è fortemente complessivo di queste politiche, di influenzata dai cambiamenti politici, sia diretta responsabilità della regione. interni che esterni all’area, che di volta Dall’altra, è anche necessaria la in volta possono cambiare il territorio continuità nella partecipazione, ovvero di riferimento. È chiaro che ciò rientra che le persone che partecipano ai nell’autonomia della politica. Allo Tavoli in rappresentanza di una certa stesso tempo, non può non essere organizzazione non cambino nel corso sottolineato come questi cambiamenti del tempo. Nei casi analizzati gli attori mettano in tensione la capacità di lamentano spesso la scarsa continuità apprendimento delle coalizioni locali e nella partecipazione, elemento che dei territori. Al contrario un’eccessiva ostacola l’apprendimento e il tecnicizzazione del processo deci- consolidamento della coalizione. sionale, con una politica debole, rischia Ulteriore elemento che facilita i costi di comunque di non valorizzare concertazione è la presenza di una l’apprendimento: se la progettazione è buona relazione tra tecnica e politica. delegata in toto a strutture esterne, la La tecnica, da sola, non può essere componente tecnica interna non è in l’unico elemento per costruire un grado di dare continuità all’azione progetto di sviluppo locale di successo: progettuale. Qui un nodo cruciale, la tecnica deve trovare un equilibrio e relativo al rapporto tra competenze un modo di integrarsi con la tecniche interne ai Comuni e dimensione politica. Una difficoltà competenze dei consulenti esterni. specifica degli interventi complessi L’analisi mostra la necessità di risiede nel mantenere, allo stesso strutturare in modo più cogente gruppi tempo, un forte raccordo tra le due di lavoro che facilitino il trasferimento dimensioni che devono però anche delle competenze e permettano la rimanere autonome. Un eccesso di crescita del capitale umano interno alle politicizzazione del processo rischia di pubbliche amministrazioni. I Comuni annullare ogni valutazione tecnica degli sono spesso poco avvezzi alla interventi, mentre l’assenza della progettazione e gestione di progetti politica e il dominio della tecnica complessi. In questo senso la presenza rischiano di trasformare il processo in di un valido supporto tecnico esterno un mero fatto procedurale. La relazione deve anche costituire l’occasione per tra qualità progettuale e livello di arricchire le competenze dei tecnici integrazione tecnica-politica è dunque comunali, altrimenti – a lungo andare – ad “U” rovesciata: la performance è si possono generare processi di delega massima quando la relazione tra i due e deresponsabilizzazione eccessivi. È momenti lascia spazio anche quindi necessario che si creino gruppi di all’autonomia reciproca delle due lavoro intercomunali all’insegna dimensioni. A riguardo, le politiche e i dell’integrazione delle competenze. Ma programmi analizzati – se osservati nel per questo sono necessari incentivi tempo – mostrano un’eccessiva economici appositamente disegnati. Ad reattività ai mutamenti politici. Così, se esempio, andrebbero ricavate risorse a volte la geometria variabile dell’area specifiche che incentivino le attività di vasta è funzione di scelte tecniche e di co-progettazione dei Comuni coinvolti, nuove opportunità (es: dal Patto del con premialità indirizzate alle attività di Pinerolese al PIA delle Valli Olimpiche), progettazione interna o, perlomeno,

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mirate alla formazione di gruppi di Tavolo e che – in relazione alla diversa progetto formati da risorse interne ed capacità contrattuale e potere – esterne ai Comuni. riescono ad ottenere risorse per quegli La presenza di un buon equilibrio tra obiettivi. Al contrario, in presenza di tecnica e politica è importante perché costi di concertazione il progetto si gli impegni vincolanti e l’assunzione di avvicina di più alla sintesi integrata rischio richiedono la presenza di degli obiettivi individuali. In presenza di apparati tecnici ben integrati con certe condizioni organizzative e di l’azione politica. È cioè più semplice contesto, dunque, gli attori locali assumersi rischi specifici in presenza di assumono atteggiamenti e apparati tecnici in grado di qualificare il comportamenti rischiosi: non siedono razionale tecnico delle scelte, le loro al Tavolo di concertazione solo per conseguenze economiche e vincoli chiedere risorse per il soddisfacimento normativi adeguati. In sintesi, il circolo degli obiettivi delle singole virtuoso dentro la “scatola nera” del organizzazioni di appartenenza, ma processo decisionale è decisione- mettono in discussione questi obiettivi rischio-fiducia. La fiducia si attiva dove in vista di un fine generale, che ha gli attori possono scegliere come riferimento il territorio. intenzionalmente di “fidarsi della Tutto ciò rappresenta l’idea di un fiducia”, assumersi cioè un rischio processo che si autoalimenta nel suo pagando dei “costi di concertazione” e percorso e che permette di costruire un stimolare così ulteriore fiducia. progetto di sviluppo locale integrato e L’atteggiamento di chi “si fida della di qualità, mediante la valorizzazione fiducia” è contagioso, la fiducia cresce delle relazioni, che, se ben coniugate e con l’uso: in un processo ben riuscito, in sinergia, rappresenteranno chi rischia vincola moralmente gli altri condizioni per il successo dell’iniziativa. attori ad un comportamento Lo schema, come sottilineato, mostra cooperativo. Ciò, come detto, è come vi sia più di un punto d’accesso facilitato da particolari condizioni alla costruzione di un progetto ben organizzative e strutturali dei contesti riuscito: in particolare, le due leve decisionali. strategiche principali sono l’intensità La presenza di questa configurazione è della leadership e del partenariato, da collegata al livello di integrazione del una parte, e la presenza di costi di progetto di sviluppo. In assenza di costi concertazione, dall’altra. di concertazione, infatti, il progetto rispecchia la somma degli obiettivi delle organizzazioni che partecipano al

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Figura 2. Ingegnerizzazione di processo per la concertazione locale

Costi di concertazione

Assunzione di rischio

Creazione di fiducia

Intensità della leadership e del partenariato

Relazione tra tecnica e politica

Progetto Integrato

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La rilevanza dei costi di concertazione attore che, nonostante la sua posizione emerge anche riguardo la centralità “strutturale” dominante (es: il Comune della leadership e del partenariato. di dimensioni maggiori) non approfitta Tutte le analisi e le ricerche, infatti, del vantaggio iniziale e assume segnalano che nei processi ben riusciti intenzionalmente un atteggiamento appare cruciale l’intensità della caratterizzato da un orientamento al leadership e del partenariato. territorio nel suo complesso e non solo Sappiamo cioè che, nei casi di successo, agli interessi della propria la leadership durante il processo di organizzazione di appartenenza. concertazione è stata consensuale e In sintesi, le politiche per lo sviluppo legittima e non imposta dall’alto o locale hanno suscitato grandi speranze, derivata dalla forza dimensionale e a volte realizzato buoni risultati e altre politica degli attori. La leadership volte messo di fronte ad altrettanti associata a casi di successo, in altre grandi fallimenti. Il disegno istituzionale parole, emerge dal basso ed è frutto e l’ingegneria di policy hanno dei processi consensuali che si rappresentato un elemento decisivo di sviluppano nel Tavolo di concertazione. questi esiti, nel bene e nel male. È Lo schema mette in luce come una quindi importante che il disegno delle concertazione non predatoria o vuota, politiche si raccordi in modo più diretto dove gli attori più importanti e che con i risultati di ricerca e le valutazioni avviano e gestiscono il processo pagano delle politiche, contribuendo così a dei costi rilevanti, rappresenti anche il rinforzare quelle pratiche di evidence- mezzo principale per creare dal basso based policy ancora molto carenti nel una leadership legittima e consensuale. nostro Paese. Il leader, in questi casi, è spesso un

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Il Settore Programmazione Negoziata svolge attività di programmazione, monitoraggio e valutazione delle politiche dedicate allo sviluppo socio – economico e al riequilibrio territoriale fi nanziate con le risorse aggiuntive nazionali e regionali intersettoriali, attuate con strumenti di programmazione negoziata. La collana Analisi e Studi della Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia, nasce con l’Accordo di Programma Quadro sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione di Azioni di Sistema. L’iniziativa è tesa alla progettazione e alla realizzazione di azioni che si pongono la fi nalità di supportare un processo di riforma in atto, di intervenire a correggere disfunzionalità o defi cit La ricerca “Le politiche per lo sviluppo locale della Regione Piemonte (1994-2006): di competenze; il fi ne è quello di contribuire a qualifi care il sistema istituzionali rispetto a Inquadramento generale e studi di caso”, i cui esiti presentiamo in questo Rapporto, politiche nuove o a modalità di attuazione che risultano particolarmente complesse. è stata promossa dalla Direzione Regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia e realizzata dall’Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte .

Direttore Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia: Livio Dezzani Il lavoro si colloca nel quadro delle attività defi nite con l’Accordo di Programma Quadro Responsabile dell’Accordo di Programma Quadro “Azioni di Sistema”, Dirigente Settore “Azioni di sistema di carattere innovativo a supporto della governance, delle attività di Programmazione Negoziata: Alfonso Facco programmazione, di verifi ca e di valutazione dell’Intesa istituzionale di programma”, Responsabile Analisi e Studi : Valentina Torta siglato tra Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Piemonte nel dicembre 2006, e Comunicazione esterna e diffusione: Rita Santisi fi nalizzato a migliorare la programmazione degli interventi pubblici. Segreteria del Settore: Clara Durbiano

L’IRES PIEMONTE, nato a Torino nel 1958, svolge la sua attività d’indagine in campo socio-economico e territoriale, fornendo un supporto all’azione di programmazione della Si ringraziano: Marzia Baracchino, Lorenzo Canova, Flavio Casale, Maria Cavallo Perin, Claudia Regione Piemonte e delle altre istituzioni ed enti locali piemontesi. Cobinotti, Bianca Eula, Alfonso Facco, Giulio Givone, Giovanni Iodice, Tommaso Leporati, Mario Lupo, Manuela Rebaudengo, Silvia Rizzi, Valentina Torta e tutti i rappresentanti delle istituzioni L’Area di Ricerca Politiche Pubbliche svolge attività di ricerca e divulgazione in tre del “Pinerolese” e del “Verbano” che hanno rilasciato l’intervista, senza di loro gli Studi di caso campi: l’analisi delle trasformazioni istituzionali, funzionali e fi nanziarie (federalismo non sarebbero stati possibili fi scale) del sistema autonomistico, l’impatto delle riforme amministrative con particolare riguardo per quelle connesse alla introduzione di metodi e strumenti di valutazione nelle amministrazioni pubbliche e l’evoluzione dei processi di governance locale.

http://www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/materiale-informativo-e- pubblicazioni.html

http://www.ires.piemonte.it

Finito di stampare: gennaio 2013

“Analisi e Studi” è pubblicata anche in formato elettronico all’indirizzo: http://www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/materiale-informativo-e-pubblicazioni.html nalisi delle politiche

Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia corso Bolzano, 44 – 10121 Torino Tel. + 39 011 4321428 – fax + 39 011 4324804 e-mail [email protected] LE POLITICHE Settore Programmazione Negoziata Via Lagrange, 24 – 10123 Torino Tel. + 39 011 4323989 – fax + 39 011 4325560 PER LO SVILUPPO LOCALE e-mail [email protected] DELLA REGIONE PIEMONTE (1994-2006) Siti web www.regione.piemonte.it/sit INQUADRAMENTO GENERALE E STUDI DI CASO www.regione.piemonte.it/edilizia www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/