nalisi delle politiche
Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia corso Bolzano, 44 – 10121 Torino Tel. + 39 011 4321428 – fax + 39 011 4324804 e-mail [email protected] LE POLITICHE Settore Programmazione Negoziata Via Lagrange, 24 – 10123 Torino Tel. + 39 011 4323989 – fax + 39 011 4325560 PER LO SVILUPPO LOCALE e-mail [email protected] DELLA REGIONE PIEMONTE (1994-2006) Siti web www.regione.piemonte.it/sit INQUADRAMENTO GENERALE E STUDI DI CASO www.regione.piemonte.it/edilizia www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/
Il Settore Programmazione Negoziata svolge attività di programmazione, monitoraggio e valutazione delle politiche dedicate allo sviluppo socio – economico e al riequilibrio territoriale fi nanziate con le risorse aggiuntive nazionali e regionali intersettoriali, attuate con strumenti di programmazione negoziata. La collana Analisi e Studi della Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia, nasce con l’Accordo di Programma Quadro sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico per la realizzazione di Azioni di Sistema. L’iniziativa è tesa alla progettazione e alla realizzazione di azioni che si pongono la fi nalità di supportare un processo di riforma in atto, di intervenire a correggere disfunzionalità o defi cit La ricerca “Le politiche per lo sviluppo locale della Regione Piemonte (1994-2006): di competenze; il fi ne è quello di contribuire a qualifi care il sistema istituzionali rispetto a Inquadramento generale e studi di caso”, i cui esiti presentiamo in questo Rapporto, politiche nuove o a modalità di attuazione che risultano particolarmente complesse. è stata promossa dalla Direzione Regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia e realizzata dall’Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte .
Direttore Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia: Livio Dezzani Il lavoro si colloca nel quadro delle attività defi nite con l’Accordo di Programma Quadro Responsabile dell’Accordo di Programma Quadro “Azioni di Sistema”, Dirigente Settore “Azioni di sistema di carattere innovativo a supporto della governance, delle attività di Programmazione Negoziata: Alfonso Facco programmazione, di verifi ca e di valutazione dell’Intesa istituzionale di programma”, Responsabile Analisi e Studi : Valentina Torta siglato tra Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Piemonte nel dicembre 2006, e Comunicazione esterna e diffusione: Rita Santisi fi nalizzato a migliorare la programmazione degli interventi pubblici. Segreteria del Settore: Clara Durbiano
L’IRES PIEMONTE, nato a Torino nel 1958, svolge la sua attività d’indagine in campo socio-economico e territoriale, fornendo un supporto all’azione di programmazione della Si ringraziano: Marzia Baracchino, Lorenzo Canova, Flavio Casale, Maria Cavallo Perin, Claudia Regione Piemonte e delle altre istituzioni ed enti locali piemontesi. Cobinotti, Bianca Eula, Alfonso Facco, Giulio Givone, Giovanni Iodice, Tommaso Leporati, Mario Lupo, Manuela Rebaudengo, Silvia Rizzi, Valentina Torta e tutti i rappresentanti delle istituzioni L’Area di Ricerca Politiche Pubbliche svolge attività di ricerca e divulgazione in tre del “Pinerolese” e del “Verbano” che hanno rilasciato l’intervista, senza di loro gli Studi di caso campi: l’analisi delle trasformazioni istituzionali, funzionali e fi nanziarie (federalismo non sarebbero stati possibili fi scale) del sistema autonomistico, l’impatto delle riforme amministrative con particolare riguardo per quelle connesse alla introduzione di metodi e strumenti di valutazione nelle amministrazioni pubbliche e l’evoluzione dei processi di governance locale.
http://www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/materiale-informativo-e- pubblicazioni.html
http://www.ires.piemonte.it
Finito di stampare: gennaio 2013
“Analisi e Studi” è pubblicata anche in formato elettronico all’indirizzo: http://www.regione.piemonte.it/programmazione/vetrina/materiale-informativo-e-pubblicazioni.html
Direzione Programmazione strategica, politiche territoriali ed edilizia
Le politiche per lo sviluppo locale della Regione Piemonte (1994-2006)
Inquadramento generale e studi di caso
Rapporto di ricerca
Presentazione
La ricerca “Le Politiche per lo sviluppo locale della Regione Piemonte (1994-2006). Inquadramento generale e studi di caso” illustra i modelli di progettazione integrata per lo sviluppo che hanno interessato il Piemonte negli ultimi vent’anni e sistematizza le regole di programmazione per l’accesso ai finanziamenti che hanno costituito lo sfondo a tali esperienze. Il lavoro si colloca nelle attività definite con l’Accordo di Programma Quadro “Azioni di sistema di carattere innovativo a supporto della governance, delle attività di programmazione, di verifica e valutazione dell’Intesa Istituzionale di Programma” siglato dalla Regione Piemonte con il Ministero dello Sviluppo Economico nel dicembre del 2006, e intende contribuire a migliorare la programmazione e la messa in opera delle politiche regionali che intendono affrontare il problema dello sviluppo. L’impegno conoscitivo si inserisce nell’alleanza strategica della Regione Piemonte con gli EE.LL piemontesi, testimoniata dell’impegno finanziario e gestionale in corso nelle aree urbane con i Programmi Integrati di Sviluppo Urbano (P.I.S.U) finanziati dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR FESR) e su buona parte del territorio regionale con la linea Programmi Territoriali Integrati (P.T.I) del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (PAR FSC). Si rivolge agli operatori istituzionali, i partner e i collaboratori di livello locale e ai titolari di funzioni di programmazione impegnati, a livello statale e regionale, nel disegno e nel coordinamento delle politiche per lo sviluppo, in quanto portatori di una facoltà di proposta di alternative che incentivino gli attori verso un comportamento auspicato, oltre che delle regole utili per l’accesso ai finanziamenti. La fase di scrittura degli indirizzi di programmazione economica e dei bandi ha rappresentato negli anni una finestra di opportunità importante per garantire la continuità e il sostegno delle forme di apprendimento maturate a livello territoriale, ma anche per l’introduzione di livelli di cambiamento “performanti” ma raggiungibili e per l’attenzione alla mitigazione degli effetti della competizione territoriale; ad oggi, l’opzione di scelta circa l’adozione dell’approccio di sviluppo locale nell’utilizzo delle risorse aggiuntive comunitarie 2014-2020, per l’attuazione della nuova strategia economica U.E, Europea 2020 COM (2010), riapre il terreno utile al confronto. Sino alla fine degli anni ’80 le politiche per lo sviluppo erano incentrate sull’immagine dello sviluppo veicolato da investimenti in infrastrutture di trasporto, aiuti all’attrazione di investimenti esogeni e all’industria pesante e si caratterizzavano per un approccio di intervento settoriale e la centralizzazione a livello statale: il territorio aveva un ruolo marginale. A metà degli anni
’90 questo modello entra in crisi, in risposta alla debolezza delle politiche statali (disponibilità di informazioni e conoscenze nell’allocazione delle risorse, capacità di adattamento degli interventi per affrontare problemi locali e di mobilitare gli attori chiave dello sviluppo e inerzia dei sistemi centralizzati), a vantaggio di una rinnovata programmazione strategica con la comprensione chiara delle richieste e dei bisogni locali. Le politiche sposano così l’approccio di sviluppo locale, assegnando un ruolo cardine alla centralità del territorio (con il riconoscimento che tutti i luoghi hanno un potenziale); alla rilevanza del comportamento istituzionale e all’apprendimento nella riproduzione di circoli virtuosi a livello territoriale; all’abilità di legare insieme politiche differenti, di mobilitare una pluralità di attori e costruire una partnership socio-economica territoriale strategica, creando nuove idee e migliorarando la conoscenza circa le risorse esistenti ma non sfruttate, o poco e male utilizzate. Accanto alla rassegna delle esperienze che hanno interessato il Piemonte dal 1994, l’approfondimento di due casi, il Pinerolese ed il Verbano, intende individuare alcuni elementi di supporto al disegno delle politiche. Ad un primo livello, ci si è interrogati sulla continuità e la coerenza delle politiche proposte dal livello locale, come espressione di preferenze ed elemento di vantaggio per massimizzare il potenziale in esso presente, affrontare problemi specifici e perseguire una visione futura delle aree prestando attenzione alla storia e ai dettagli, al di là del diverso quadro quadro regolatorio che fa da sfondo all’utilizzo delle risorse aggiuntive. Ad un secondo livello, viene offerto uno spunto di riflessione circa il consolidamento delle coalizioni degli attori istituzionali nei processi di concertazione avviati nel corso del tempo a livello locale, nella forma di contributo al dibattito sull’importanza dell’apprendimento istituzionale. Nella parte finale della Pubblicazione è raccolta in appendice una cartografia relativa alle aggregazioni di attori istituzionali proposte a livello locale in risposta a tre iniziative per lo sviluppo promosse dapprima dal livello nazionale e poi da quello regionale (patti territoriali, progetti integrati d’area - pia, progetti territoriali integrati - pti) per l’utilizzo delle risorse aggiuntive, statali ed comunitarie, e le loro sovrapposizioni con alcune articolazioni territoriali d’uso in ambito regionale (distretti sanitari, sistemi locali del lavoro, comunità montane, ambiti di integrazione territoriale ottimale approvati con il piano territoriale regionale del 16 dicembre 2008).
Livio DEZZANI Direttore Regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia
Indice
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Executive Summary/Sintesi della ricerca 1
Introduzione. Il contesto e gli obiettivi della ricerca 7 1. Presupposti della ricerca e domande del committente 9
Parte Prima. Politiche di sviluppo locale e progettazione integrata a livello regionale 13 1. Programmi integrati: dalla riqualificazione urbana allo sviluppo locale 15 1.1 I Programmi Integrati: la ricostruzione normativa 16 1.2 I “Programmi complessi” di trasformazione e riqualificazione urbana 20 1.3 Le caratteristiche e le regole di funzionamento dei Programmi Integrati di riqualificazione e trasformazione urbana 21 1.4 Due famiglie di Programmi complessi 27 1.5 I Programmi complessi della Regione Piemonte 28 1.6 I Programmi di Recupero Urbano (PRU) della Regione Piemonte 29
2. Progetti Integrati di Sviluppo Turistico d'Area e Progetti Integrati di Sviluppo Turistico 34
2.1 I Progetti Integrati di Sviluppo Turistico d'Area: quadro normativo 34 2.2 I Progetti Integrati di Sviluppo Turistico d'Area: caratteri 36 2.3 I Progetti integrati di sviluppo turistico (PIST): quadro normativo 38 2.4 I PIST: un modello di progettazione integrata del DOCUP 1997-1999 41 2.5 La fase di implementazione dei PIST 45 2.6 La valutazione dei Progetti Integrati di sviluppo economica: risultati 48
3. Programmi di Iniziativa Comunitaria Leader 50 3.1 I caratteri generali 51 3.2 Il Programma LEADER II in Piemonte 60 3.3 Il LEADER plus in Piemonte 68
4. Patti territoriali 83 4.1 Il quadro normativo 83 4.2 Caratteristiche e regole di funzionamento 86 4.3 Programmazione, selezione e implementazione 89 4.4 La valutazione dei Patti 91
5. Progetti Integrati d’area 98 5.1 Il quadro normativo 98 5.2 Il PIA come modello di progettazione integrata del DOCUP 2000-2006 102 5.3 La valutazione dei PIA 112
6. Programmi Integrati di Sviluppo Locale (PISL) 116 6.1 Il quadro normativo 116 6.2 Il modello di progettazione integrata 119 6.3 Gli studi di fattibilità 128 6.4 Dalla fase di selezione all’implementazione 130 6.5 Le valutazioni dei PISL 135
7. Programmi Territoriali Integrati (PTI) 139 7.1 Il quadro normativo 139 7.2 Il modello di progettazione integrata 144 7.3 Dalla fase di selezione all’implementazione 155 7.4 Una prima valutazione 161
8. Uno sguardo d’insieme 163
Parte Seconda. L’approfondimento empirico 173
1. Il caso del Pinerolese 175 1.1 Il contesto 175 1.2 La progettualità locale e l’azione collettiva 176 1.3 L’azione collettiva nelle esperienze di programmazione integrata per lo sviluppo 177 1.4 Conclusioni: apprendere dall’esperienza 193
2. Il caso del Verbano 196 2.1 Il contesto 196 2.2 La progettualità locale e l’azione collettiva 198 2.3 L’azione collettiva nelle esperienze di programmazione integrata per lo sviluppo 199 2.4 Conclusioni: apprendere dall’esperienza 217
Parte Terza. Conclusioni e suggerimenti per le politiche pubbliche 221
Riferimenti bibliografici 231
Appendice cartografica. Programmi di sviluppo locale Distretti sanitari Comunità locali Ambiti di Intergrazione Territoriale (AIT) Sistemi locali lavoro
ummary intesi
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processes (both regional and local In recent decades a new local level). development policies Carried out in the framework of APQ "Azioni di sistema", this study offers an model has gained acceptance. It is overview of the main experiences of geographically based, it stresses the integrated development cooperation between levels of programs/projects run in Piedmont in government, and it purports a the last fifteen years. More specifically, multisectoral character. On the basis of the focus is on inter-communal these assumptions, starting from the cooperation oriented programmes. The second half of the 1990s numerous programmes examined are, in order: programmes and/or projects for integrated projects of tourism integrated local development have development, local development plans, been initiated. The list of main pacts, integrated projects area (pia), programs/projects related to this area integrated local development projects of policy is telltale: local action (pisl), integrated territorial projects programmes (Leader), integrated (pti). The research has also touched on projects of tourism development, programmes carried out in urban territorial pacts, integrated projects, contexts (pru and prusst). Specific integrated area local development aspects of the various policies have projects, integrated territorial projects. been examined: regulatory Although each individual instrument frameworks, institutional has distinctive elements (objectives, arrangements, financial dimensions, procedural rules and territorial scope), territories and local institutions this set of policies shares some involved. The main sources of common principles: inter-institutional investigation were: the administrative cooperation, public-private documentation (community, national partnership, a cross-sectoral approach, and regional); analysis of available an explicit reference to the surveys and research; interviews with characteristics of the "territorial privileged witnesses (mainly regional context", and the important role of the officials and experts). Regional Government (promotion, financial support, coordination, etc.). The research, ended in March 2011, is the result of a work setting and group An ample administrative discussion by a IRES working group documentation (financial audit, composed by Stefano Piperno (IRES, monitoring report) and a body of research coordinator), Davide Barella research literature (evaluation process, (IRES), Filippo Barbera (University of case studies, etc.) are available to Turin), Elena Sinibaldi (University of illustrate the characteristics of single Turin). The drafting of the report was instruments or about specific local made by Filippo Barbera, Davide Barella experiences. On the other hand, studies and Elena Sinibaldi. on the evolution over time of these experiences are still sorely lacking. An inquiry about these experiences, besides putting them in a chronological context, may provide interesting insights. In particular, it would allow observation of all activated learning
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Negli ultimi decenni si è andato riflessione volta ad offrire un panorama complessivo sull’evoluzione nel tempo affermando un nuovo di queste esperienze. Studiare tali modello di politiche di esperienze in modo unitario, collocandole nella loro sequenza sviluppo regionale che temporale, può offrire interessanti poggia sulla centralità del territorio, la chiavi di lettura. In particolare consente cooperazione tra livelli di governo, ed il di osservare gli eventuali processi di carattere multisettoriale dei programmi apprendimento (sia a livello regionale di sviluppo. Sulla scorta di tali che locale) che si sono attivati. Il presupposti, a partire dalla seconda presente lavoro, svolto nell’ambito metà degli anni novanta sono state dell’APQ “Azioni di sistema”, propone avviate in Piemonte un numero assai una rassegna ragionata delle principali elevato di esperienze di esperienze di progettazione integrata programmazione e/o progettazione promosse in Piemonte con finalità di integrata dello sviluppo locale. L’elenco sviluppo nell’ultimo quindicennio. Più dei principali strumenti riconducibili a in particolare, si è scelto di focalizzare questo ambito di policy è di per sé l’attenzione sui programmi che sufficiente a dimostrare la ricchezza del prevedevano forme di cooperazione fenomeno: programmi di azione locali intercomunale. Gli strumenti presi in (Leader), progetti integrati di sviluppo esame nella ricerca sono, in ordine turistico, patti territoriali, progetti temporale, i seguenti: i progetti integrati di area, progetti integrati di integrati di sviluppo turistico, i piani di sviluppo locale, progetti territoriali sviluppo locale Leader, i patti integrati. Pur essendo ogni singolo territoriali, i progetti integrati di area strumento caratterizzato da specifici (pia), i progetti integrati di sviluppo elementi distintivi (per obiettivi, regole locale (pisl), i progetti territoriali procedurali ed ambito territoriale), integrati (pti). Per completezza si sono questo insieme di politiche richiamati anche alcuni programmi condividono alcuni principi comuni: la svolti in ambito urbano (pru e prusst). cooperazione interistituzionale, la Per ognuno di essi sono stati ricostruiti: partnership pubblico privato, i quadri normativi, gli assetti l’approccio intersettoriale, un esplicito istituzionali, le dimensioni finanziarie, i riferimento alle caratteristiche del territori ed i soggetti locali coinvolti. Le “contesto territoriale”, un ruolo principali fonti di indagine utilizzate significativo della Regione (promozione, sono state: la documentazione sostegno finanziario, regia, amministrativa (comunitaria, nazionale coordinamento, ecc.). e regionale); ricerche e indagini presistenti; interviste ad un gruppo di E’ disponibile una ricca documen- testimoni privilegiati (in prevalenza tazione di natura amministrativa funzionari regionali ed esperti). (rendiconti finanziari, monitoraggi realizzativi) e di ricerca (valutazione di Nel complesso emerge un ambito di processo, studi di caso, ecc.) in cui sono policy dalle dimensione finanziarie illustrate le caratteristiche di singoli significative in termini assoluti (anche strumenti o di specifiche esperienze se non particolarmente elevato in locali (ad es. per i piani integrati di area, termini relativi), in cui si sono i programmi integrati di sviluppo locale, manifestate diverse modalità di i patti territoriali della provincia relazione tra Regione, Province ed torinese). E’ invece assente una amministrazioni locali. Per quanto
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riguarda le caratteristiche dei diversi strumenti si rileva il passaggio da programmi prevalentemente monosettoriali a programmi più marcatamente plurisettoriali. Inoltre, sotto il profilo territoriale emerge un quadro abbastanza instabile con aggregazioni intercomunali che tendono a modificarsi nei diversi programmi che si sono succeduti nel tempo. In alcune parti del territorio regionale, si rileva tuttavia un processo di assestamento per alcune aggregazioni intercomunali (province di Torino, Cuneo e Verbano Cusio Ossola). Tali caratteri sono spiegati da due fattori: le diverse “regole di funzionamento” dei singoli programmi; il ruolo svolto dai diversi settori regionali coinvolti.
La ricerca, conclusasi nel marzo del 2011, è frutto di un lavoro di impostazione e discussione collettiva da parte di un gruppo di lavoro dell’IRES composto da Stefano Piperno (IRES, coordinatore della ricerca), Davide Barella (IRES), Filippo Barbera (Università di Torino) Elena Sinibaldi (Università di Torino). La stesura del rapporto è stata curata da Filippo Barbera, Davide Barella ed Elena Sinibaldi
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ntroduzione
IL CONTESTO E GLI OBIETTIVI
DELLA RICERCA
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1. Presupposti della ricerca e incentivi individuali al capitale e al lavoro tramite la leva fiscale e la domande del committente fiscalizzazione degli oneri sociali (Cersosimo, 2000). Si trattava, quindi, di Il lavoro si riallaccia ad uno studio di politiche top-down, settoriali, in cui il valutazione dell’Intesa Istituzionale di territorio e l’integrazione non programma Stato Regione Piemonte svolgevano alcun ruolo di rilievo. Questo completato nel 2006. Alla fine di quello modello di intervento entra in crisi a stesso anno la Regione Piemonte ha partire dai primi anni ’90 a causa dei siglato uno specifico Accordo di processi di declino regionale, programma quadro (APQ) finalizzato a dell’erosione delle prerogative statali e svolgere “Azioni di sistema di carattere della globalizzazione dei sistemi locali. innovativo a supporto della governance, Le conseguenze del nuovo modello che delle attività di programmazione, di va affermandosi sono sia una rinnovata verifica e di valutazione dell’Intesa centralità del territorio, che diventa un istituzionale di programma Stato- elemento costitutivo dello sviluppo Regione Piemonte”. L’accordo mira a regionale, al pari del capitale, delle supportare la programmazione degli infrastrutture e del lavoro, sia una interventi, l’attuazione degli stessi e la maggiore attenzione alla problematica loro gestione finanziaria nonché la dell’integrazione degli interventi. verifica dei risultati raggiunti. L’accordo Complessivamente tali esperienze sono costituisce una iniziativa che può espressione di quel più generale favorire lo sviluppo di alcuni processo di cambiamento nelle modalità approfondimenti tematici relativamente di azione dell’operatore pubblico, ad alcune tendenze generali delle avviato negli ultimi decenni, che si regge politiche pubbliche nel nostro paese. sulla diffusione di pratiche concertative e negoziali tra soggetti pubblici e tra L’approfondimento tematico promosso questi e i soggetti privati con questo lavoro mira a ricostruire le (programmazione negoziata). Nella loro principali politiche locali per lo sviluppo concreta applicazione, la contrat- realizzate in Piemonte nell’ultimo tualizzazione delle politiche pubbliche decennio. ha combinato elementi del diritto privato e del diritto pubblico (Bobbio, Fino alla fine degli anni ’80 le politiche 2000). Sanzioni formali e deliberazione per lo sviluppo regionale in Italia si sono pubblica, incentivi e valori, caratterizzate per alcuni elementi contrattazione e discussione, bilate- fondamentali (Sisti e Strada, 2006): ralismo e concertazione: queste e altre una focalizzazione sulla grande polarità analitiche hanno contrad- impresa, intesa come motore dello distinto l’applicazione di questi sviluppo territoriale; strumenti di policy. una marcata standardizzazione delle misure, che non considerava A partire dalla seconda metà degli anni l’eterogeneità dei territori; Novanta sono stati avviati in Piemonte, un preminente sforzo finanziario in talora in risposta alle sollecitazioni investimenti per opere pubbliche; dell’Unione Europea o dello Stato un ruolo centralizzato di guida del centrale, in altri casi per iniziativa settore pubblico. regionale, un numero rilevante di esperienze di programmazione e/o Questa famiglia di politiche si è basata progettazione integrata dello sviluppo su due leve principali: la costruzione locale con le quali sono stati ideati e centralizzata di infrastrutture e gli 9
realizzati interventi in diversi settori finanziaria: in base alla possibilità (turismo, attività produttive, beni del progetto di attingere a fondi culturali, ecc.). L’elenco dei principali diversi. strumenti riconducibili a questo ambito di policy è di per sé sufficiente a La governance rimanda agli effetti di dimostrare la ricchezza del fenomeno: governo concretamente prodotti Programmi di sviluppo rurale (Leader), dall’interazione cooperativa tra attori Progetti integrati di sviluppo turistico, pubblici e privati, elettivi e non elettivi, Patti territoriali, Piani integrati di area, che agiscono sul territorio. Una Programmi integrati di sviluppo locale, declinazione importante di questo Programmi territoriali integrati. Ogni concetto è la governance multilivello, singolo strumento è caratterizzato da che chiama in causa poteri e specifici elementi distintivi in ragione responsabilità sia dei diversi livelli di degli obiettivi perseguiti, delle regole governo (Stato, Regione, Province, procedurali utilizzate, dei territori Comuni, Enti di secondo livello), sia il ammissibili. Nel contempo tali strumenti ruolo delle aggregazioni territoriali di condividono, seppur in misura diversa, area vasta. Infine, il territorio è qui alcuni principi comuni – cooperazione inteso come un’entità complessa e orizzontale e verticale, partenariato, multidimensionale con proprie concertazione, partecipazione, program- specificità locali, storia e identità. mazione negoziata, integrazione, area vasta – che rimandano a tre elementi All’interno di queste coordinate il chiave: integrazione, governance e rapporto di ricerca analizza, con territorio. Si tratta di elementi sui quali, riferimento all’esperienza piemontese, nel corso degli ultimi anni, sono state in modo comparato i principali elementi proposte diverse (e non sempre che hanno caratterizzato questa coerenti) definizioni (Cremaschi 2002, stagione di policy in Piemonte, dai primi Saccomani 2004, Dematteis 2004, anni ’90 ad oggi. Per alcuni dei diversi Lanzalaco 2010). Per quanto riguarda il strumenti di programma- termine “integrazione”, nel rapporto zione/progettazione dello sviluppo verranno utilizzate le seguenti accezioni: locale promossi nella nostra Regione territoriale: quando gli interventi esiste una estesa e ricca docu- sono all’insegna di un’idea forza di mentazione sia di natura amministrativa “area vasta” non corrispondente a (rendiconti finanziari, monitoraggi confini amministrativi; realizzativi) che più propriamente di orizzontale: quando i finanziamenti ricerca (valutazione di processo, studi di sono rivolti a segmenti diversi di uno caso, ecc.). Le analisi e gli studi finora stesso settore. Ad esempio, il svolti tendono tuttavia ad avere un sostegno allo sviluppo rurale può oggetto di indagine piuttosto finanziare il capitale fisso delle circoscritto; essi infatti solitamente imprese, la formazione dei prendono in esame singoli strumenti (ad lavoratori, il marketing, la ricerca e es. i Piani integrati di area, i Programmi lo sviluppo, le infrastrutture integrati di sviluppo locale) o puntuali immateriali; esperienze territoriali (ad es. i Patti della pubblico-privato: quando i Provincia torinese). In altre parole, finanziamenti sono rivolti sia a sembra mancare una riflessione progetti pubblici che privati; retrospettiva di carattere diacronico multisettoriale: in relazione al volta ad offrire un panorama carattere più o meno settoriale degli complessivo sull’evoluzione nel tempo interventi; di queste esperienze per evidenziare,
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con riferimento a specifici profili, per comodità potremmo definire di eventuali continuità, sovrapposizioni e carattere “istituzionale”, destinata a incoerenze. In via preliminare sembra ricomporre in un quadro d’insieme i possibile, infatti, ipotizzare la presenza dispositivi (regole e procedure) adottati di possibili connessioni sia tra i diversi nei diversi strumenti di programmazione dispositivi istituzionali (regole e e progettazione dello sviluppo locale. In procedure) approntati per i singoli secondo luogo, occorre procedere ad strumenti, sia tra le diverse esperienze analisi di carattere “territoriale” ovvero succedutesi nel corso degli anni nei orientate a ricostruire “dal basso”, nei diversi ambiti territoriali. A sostegno di diversi ambiti territoriali, le vicende tale ipotesi sono sufficienti due connesse alla formulazione e attuazione constatazioni. La Regione ha spesso dei diversi programmi interpretandole svolto in tali strumenti un ruolo come passaggi di un percorso unitario. significativo (talora di promozione, altre Il presente rapporto si situa volte di regia e coordinamento, altre prevalentemente nel primo profilo di ancora di sostegno finanziario e in taluni analisi e propone una rassegna casi tutti questi ruoli insieme). Inoltre, i ragionata delle principali esperienze di diversi strumenti si sono a volte programmazione/progettazione integra- sovrapposti nelle medesime aree per cui ta promosse in Piemonte con finalità di singoli territori (e i soggetti istituzionali sviluppo nell’ultimo quindicennio. Più in e non in essi presenti) sono stati particolare, si è scelto di focalizzare impegnati, a più riprese, nella l’attenzione soprattutto sui programmi elaborazione ed attuazione dei che sollecitavano (e spesso programmi che si sono succeduti nel imponevano) forme di cooperazione e tempo. Osservare tali esperienze in concertazione intercomunale. Nel modo unitario, collocandole nella loro contempo, per completezza d’analisi, sequenza temporale, sembra quindi sono stati richiamati anche alcuni poter offrire interessanti chiavi di programmi/progetti integrati sviluppati lettura. In primo luogo, consente di in ambito urbano poiché essi declinano, verificare se ogni singola esperienza sia su scala più ridotta, medesimi approcci e un episodio a sé o se invece, nel loro principi. Le esperienze e i programmi di insieme, costituiscano i capitoli di una progettazione integrata presi in esame medesima storia. In secondo luogo dalla ricerca sono pertanto i seguenti: permette di osservare in quale misura Programmi complessi di ambito queste esperienze si siano sedimentate urbano (Programmi di riqualificazione promuovendo processi di urbana, Contratti di quartiere, ecc.); apprendimento (sia a livello regionale Progetti integrati tematici (settore che locale) o lasciando quantomeno turismo), previsti e finanziati con il significative “eredità” nella forma di DOCUP 1994-1999 (PIST); innovative forme di generazione e Piani di sviluppo locale iniziativa implementazioni di politiche, di consoli- Leader (diversi periodi: LEADER1: damento di aggregazioni intercomunali 1989-1993; LEADER 2: 1994-1999; ecc. LEADER+: 2000-2006); Patti territoriali (generalisti e agricoli); Inoltrarsi nello studio di tali esperienze Progetti integrati d’area (PIA), previsti con queste chiavi di lettura non è e finanziati con il DOCUP 2000-2006 tuttavia un compito semplice poiché è (MISURA 3.1.a); necessario operare su (almeno) due Programmi integrati di sviluppo locale distinti livelli. Innanzitutto, è (PISL), finanziati con Accordo di indispensabile svolgere un’analisi, che
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Programma Quadro dell’ottobre contesti urbani. Data l’importanza e 2004, risorse FAS; l’articolazione che il concetto di Programmi Territoriali Integrati (PTI), integrazione ricopre negli interventi di promossi e finanziati con Accordo di riqualificazione urbana, il primo capitolo Programma Quadro e risorse FAS. del rapporto illustra in modo sintetico il quadro normativo, le regole di Per ognuno di questi programmi sono funzionamento e la valutazione di questi state ricostruite: a) i quadri normativi e interventi. Infatti, pur non essendo programmatici di sfondo; b) le regole di interventi per lo sviluppo locale in senso funzionamento (con particolare stretto, l’analisi di questi programmi attenzione al ruolo della Regione e delle permette di mettere a fuoco le Province); c) il modello di riferimento e specificità dell’integrazione multi- le risorse impiegate; d) le procedure di settoriale. selezione e di valutazione. Infine, nelle conclusioni, per alcune di queste esperienze sono state effettuate alcune analisi geo-referenziate volte all’individuazione delle coalizioni locali e dei soggetti capofila che, dalla metà degli anni ’90 ad oggi, hanno guidato la progettualità locale. L’analisi ha così permesso sia di comparare le caratteristiche delle politiche, individuando elementi comuni e differenze, sia di mettere a fuoco come la progettualità locale si è diffusa e sedimentata sul territorio.
Le politiche e i programmi per lo sviluppo locale rientrano nella più ampia famiglia dei programmi territoriali complessi (PTC). Questi, nella loro diversità, rispondono all’esigenza di considerare il territorio e l’integrazione in una nuova prospettiva. Nei PTC un’autorità centrale (UE, Stato, Regione) finanzia interventi da parte di attori pubblici e/o privati del territorio. Gli attori in cambio si assumono la responsabilità di portare a termine gli interventi previsti. Oltre alle politiche per lo sviluppo locale, in questa famiglia di strumenti rientrano anche gli interventi pubblici in materia di edilizia e riqualificazione urbana. Si tratta di strumenti esplicitamente costruiti intorno all’idea di pianificazione multisettoriale, nella convinzione che la riqualificazione non si possa perseguire attraverso interventi di tipo fisico sui
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POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE E PROGETTAZIONE PARTE INTEGRATAPRIMA A LIVELLO REGIONALE
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1. Programmi integrati: dalla Questa modalità di pianificazione “integrata” degli interventi era stata riqualificazione urbana mutuata dall’esperienza americana allo sviluppo locale della Tennessee Valley Authority del New Deal. L’esigenza di integrazione, intesa come La logica multisettoriale è rimasta insieme di interventi in settori e ambiti preponderante nell’ambito delle territoriali differenti con il ricorso a politiche per le aree rurali anche negli risorse pubblico-privato, non è anni successivi: era la filosofia che esclusiva delle politiche di sviluppo sovrintendeva alla tipologia di progetti locale. Si tratta di un tema emerso nel che andavano sotto la voce di dibattito sull’intervento pubblico in “Integrated Rural Development”, materia di edilizia e riqualificazione finanziati in modo massiccio nel corso urbana, che ha avuto origine da una degli anni ‘70 da parte delle istituzioni valutazione negativa delle precedenti internazionali nei Paesi in via di politiche di carattere settoriale. sviluppo (Bianchi – Casavola, 2008). Nonostante la sua apparente Negli anni ‘90, dopo un periodo in cui la semplicità, l’applicazione pratica del progettazione integrata è stata vista principio dell’integrazione a livello con sospetto perché associata a un territoriale è di difficile attuazione, interventismo statale costoso e richiedendo il coordinamento di diversi pervasivo, ha guadagnato nuovamente centri di responsabilità settoriale della favore. Pubblica Amministrazione. Nel 1991, l’Unione Europea ha La pianificazione multisettoriale si promosso il Programma Leader che, collega tradizionalmente a nato all’interno di un filone di politiche un’immagine dello Stato forte. Non a fortemente connotato dal punto di caso, in Italia, l’idea di intervenire vista settoriale come quello dello simultaneamente in modo integrato sviluppo rurale, ha dapprima favorito per il miglioramento di specifiche aree un approccio integrato all’interno di era molto diffusa durante il Ventennio quella filiera e, nelle successive fascista. In particolare il principio era edizioni, ha interessato anche comparti alla base dell’ attività di bonifica assai diversi da quello agricolo. (“integrale”) e di colonizzazione In quegli stessi anni, in Italia i agricola condotta dall’Opera Nazionale Programmi di rigenerazione urbana Combattenti. hanno adottato un’ottica sistemica e Una nozione simile di pianificazione multisettoriale, nella convinzione che la degli interventi infrastrutturali in riqualificazione non si possa perseguire ambito agricolo è stata poi adottata attraverso interventi di tipo fisico sui dalla Cassa per il Mezzogiorno: il contesti urbani. L’introduzione del concetto di bonifica che la Cassa attuò, programma di iniziativa comunitaria infatti, si estese nel corso degli anni, Urban ha rafforzato questo orienta- ricomprendendo gli impianti produttivi mento e, in poco tempo, questo approccio ha contagiato anche le di trasformazione di prodotti agricoli e 1 forestali, piccole infrastrutture sociali politiche per lo sviluppo locale . (chiese e impianti sportivi), attività di assistenza sociale e formazione che 1 venivano svolte dagli enti regionali di L’ipotesi del “contagio” tra politiche urbane e politiche per lo sviluppo locale riguarda solo il Riforma Agraria. carattere multisettoriale degli interventi. Infatti, i Patti territoriali – come si vedrà nel seguito del
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1.1 I Programmi integrati: la fonti di finanziamento e di funzioni diverse di appoggio alla residenza (spazi ricostruzione normativa commerciali, direzionali, ecc.). Contemplando la possibilità di proporre I Programmi integrati vengono destinazioni d'uso in difformità con la introdotti nell’ordinamento italiano previsione degli strumenti urbanistici dall’articolo 16 della legge 179/92, ed evitando la procedura ordinaria di “Norme per l’edilizia residenziale variante, questi Programmi sono stati pubblica”, che li definisce come un considerati come un modo per rendere insieme di interventi coordinati tra di più flessibile e veloce l’attuazione del loro caratterizzati da una pluralità di PRG, a fronte di necessità ritenute funzioni e di soggetti attuatori. «Al fine impellenti per il Paese (la lotta alla di riqualificare il tessuto urbanistico, criminalità). edilizio ed ambientale, i Comuni promuovono la formazione di Il carattere episodico e l’ambito programmi integrati. Il programma legislativo in cui erano inseriti questi integrato è caratterizzato dalla Programmi integrati previsti dall’art. 18 presenza di pluralità di funzioni, dalla della legge n. 203/91 fa sì che la integrazione di diverse tipologie di letteratura (Seassaro, 1994; Saccomani, intervento, ivi comprese le opere di 2004) li annoveri come la prima urbanizzazione, da una dimensione tale esperienza di Programmi complessi ma da incidere sulla riorganizzazione faccia risalire l’avvio vero e proprio urbana e dal possibile concorso di più della stagione di questo tipo di operatori e risorse finanziarie pubblici e programmazione alla sopra citata legge privati» (art. 16, comma 1). n. 179 del 1992, meglio conosciuta come “Ferrarini-Botta”. In realtà, un primo caso in Italia di Il concetto di integrazione contenuto in Programmi integrati compare nella questa disposizione legislativa in legge 203/91 in materia di ordine materia di edilizia residenziale pubblica pubblico che, all’articolo 18, prevede la può essere considerato, da un lato, realizzazione di abitazioni da concedere come l’affermarsi della critica che, nel in locazione ai dipendenti statali corso degli ultimi decenni, si era impegnati nella lotta alla criminalità sviluppata nei confronti dei quartieri organizzata. In altre parole, questa monofunzionali e monoclasse che si normativa prevede programmi di erano venuti a formare in seguito intervento di edilizia residenziale all’attuazione della legge n. 167/62 e, destinata alla mobilità delle forze di dall’altro, come la risposta all’esigenza sicurezza dello Stato, all’interno di un di far convergere risorse private nella piano di azioni per la lotta alla politica per la casa. criminalità. Il carattere integrato è
rinvenibile nella presenza di differenti Così intesa, l’idea di integrazione era apparsa per la prima volta a livello nazionale in una delibera del CER rapporto – sono nati in modo autonomo dalle (Comitato per l’edilizia residenziale) per politiche urbane nel biennio ’92-’94. La normazione legislativa della seconda metà degli il biennio 1988-1989 del Piano anni ’90 ne accentua il carattere monosettoriale decennale per la casa, finanziato con i e, solo successivamente, le politiche per lo fondi ex-Gescal dalla legge n. 457/78, sviluppo locale saranno improntate alla che si rifaceva ad alcune significative multisettorialità, carattere che contraddistingue le politiche per la riqualificazione urbana. esperienze sviluppate dalle Regioni
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durante gli anni ’80. Le Regioni, infatti, a cui assegnare le case popolari, in avevano provato ad intervenire nella deroga alla normativa nazionale. politica della casa attraverso l’assegnazione dei fondi del Piano Questa normativa, però, viene decennale per l’edilizia economica e impugnata dalle Regioni, che fanno popolare, elaborando pionieristici ricorso alla Corte costituzionale Programmi integrati (per esempio, i PIR denunciando l’interferenza nelle della Regione Lombardia o i POER del prerogative regionali, disciplinate dal Piemonte). In queste sperimentazioni si decreto n. 616/77 attuativo della legge faceva riferimento all’integrazione di delega n. 382/75. La Corte accoglie risorse pubbliche e private, parte delle osservazioni regionali all’integrazione di interventi di nuova dichiarando l’incostituzionalità di alcuni costruzione e di riuso di edifici esistenti, commi, ma ribadisce la competenza infine, all’integrazione di destinazioni dello Stato nella disciplina di un istituto d’uso (residenza ed altre attività). volto a dare unità programmatica all’azione pubblica, includendo anche i La “Ferrarini-Botta”, confermando la Programmi integrati nella competenza validità di queste esperienze, stabilisce statale relativa alla definizione delle che i Programmi Integrati di Intervento linee fondamentali dell’assetto del (PII) possano essere promossi dai territorio (Cavallo Perin, 2005). Comuni per riqualificare il tessuto Successivamente le leggi regionali, che urbanistico, edilizio ed ambientale con recepiscono l’art. 16 della legge interventi in grado di incidere sulla 179/92, «hanno evidenziato i differenti riorganizzazione urbana. Proprio con orientamenti assunti dalle Regioni sulla l’esperienza regionale, infatti, si era programmazione integrata: da fatta strada l’esigenza di allargare il strumento finalizzato ad introdurre concetto di “abitazione” al contesto forme di mix sociale e funzionale ambientale in cui era inserita, al fine di nell’ambito delle politiche regionali evitare la costruzione dei quartieri dedicate all’edilizia residenziale “ghetto”. Inoltre, la legge n. 179 del pubblica a nuovo istituto per la 1992 introduce altre innovazioni sugli riqualificazione di parti importanti delle interventi di recupero fondamentali per città, per il recupero delle aree la promozione dei Programmi integrati: dismesse e periferiche» (Cavallo Perin, innanzitutto, dispone che i fondi ex- 2005). Gescal2 possano essere utilizzati anche per il recupero di immobili non La “Ferrarini-Botta” avvia un processo residenziali o per le “case parcheggio” costante di innovazione e in cui trasferire temporaneamente gli sperimentazione di strumenti per la inquilini; in secondo luogo, stabilisce riqualificazione urbana, a livello che con le risorse dell’edilizia agevolata nazionale e regionale. Vale la pena sia possibile finanziare il risanamento sottolineare che nel corso degli anni ’90 delle parti comuni degli edifici; infine, l’evoluzione dei Programmi complessi si attribuisce alle Regioni la possibilità di intreccia con la riforma della PA. In individuare particolari categorie sociali sintesi, si ricordano tre tappe importanti: le leggi n. 142/90 e n. 241/90 che riformano il sistema delle 2 Fondi che non provengono dal bilancio statale, autonomie locali e consolidano nuove ma che sono assegnati dallo Stato alle Regioni e modalità di rapporto pubblico-pubblico sono frutto di versamenti dei lavoratori e delle imprese per la costruzione delle case popolari. e pubblico-privato (Conferenza dei
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Servizi e Accordo di programma); la Successivamente, con il decreto del legge n. 80/93 che istituisce l’elezione Ministero dei Lavori Pubblici 21 diretta del Sindaco; le cosiddette “leggi dicembre 1994 vengono introdotti i Bassanini” (e i successivi decreti di Programmi di riqualificazione urbana attuazione: D.lgs n. 112/1998 e n. (PRiU). Si tratta di strumenti di 281/1997) che prevedono la delega e il programmazione e attuazione di trasferimento di funzioni interventi di riqualificazione nelle amministrative dall’amministrazione grandi aree urbane, finanziati dalla l. statale alle amministrazioni regionali e 179/92 e normati da successivi decreti locali, secondo il principio di del Ministero dei Lavori Pubblici (D. M. sussidiarietà. 4 febbraio 1995; D. M. 20 giugno 1995; D. M. 29 novembre 1995; D. M. 30 Nel 1993, l’articolo 11 della legge n. ottobre 1997). Con questo decreto i 493 introduce un altro strumento di Programmi complessi raggiungono una programmazione integrata nell’ambito fase di consolidamento: vengono dell’edilizia e della trasformazione delineati i caratteri distintivi, che si urbana: i Programmi di recupero distaccano progressivamente dalla urbano (PRU). «I programmi di matrice originaria legata ai quartieri e recupero urbano sono costituiti da un all’edilizia residenziale pubblica, inoltre insieme sistematico di opere finalizzate si delineano con maggiore chiarezza sia alla realizzazione, alla manutenzione e gli ambiti elettivi di applicazione (aree all'ammodernamento delle urbanizza- dismesse, complessi immobiliari zioni primarie, con particolare fatiscenti) e gli obiettivi prevalenti attenzione ai problemi di accessibilità (recupero, riqualificazione, valoriz- degli impianti e dei servizi a rete, e zazione immobiliare, ma anche delle urbanizzazioni secondarie, alla produzione di servizi, spazi e verde edificazione di completamento e di pubblico), sia i soggetti promotori e integrazione dei complessi urbanistici attuatori, sia, infine, le modalità e le esistenti, nonché all’inserimento di pratiche. Con i PRiU, quindi, il tema del elementi di arredo urbano, alla recupero urbano si estende a tutte le manutenzione ordinaria e straordinaria, aree in trasformazione delle grandi al restauro e al risanamento città e assumono particolare rilevanza conservativo e alla ristrutturazione le aree dismesse. edilizia degli edifici» (art.11, comma 2). Si tratta, quindi, di programmi che Nello stesso anno l’Unione Europea, riguardano operazioni di riqua- prendendo spunto dalle esperienze di lificazione edilizia e urbanistica degli “rigenerazione urbana” avviate negli insediamenti di edilizia residenziale anni ’60 negli Stati Uniti, prima, in Gran pubblica, attraverso una integrazione Bretagna, poi, e negli anni ’90 in Francia obbligatoria tra risorse pubbliche e che integravano interventi destinati a private. I PRU si riferiscono ad ampi combattere la marginalità sociale con ambiti territoriali che non vengono interventi di riqualificazione urbana e di perimetrati preliminarmente ma sviluppo locale, lancia il programma all’interno di essi si programmano Urban I (a cui farà seguito nel 2000 sistemi integrati di interventi per i quali Urban II). Questa iniziativa comunitaria, sono stabiliti soggetti attuatori, tempi e sperimentata con i Progetti Pilota risorse. urbani (ex art. 10 dei Fesr 1989-1993), si proponeva come obiettivo generale quello di “promuovere un
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miglioramento durevole delle considerate, come l’incremento condizioni di vita delle città, in dell’occupazione e la riduzione del particolare dei quartieri più poveri e disagio sociale (art. 5). In altri termini, socialmente degradati, mediante l’obiettivo principale dei Contratti di l'attivazione integrata di progetti quartiere è il raggiungimento di più innovativi”. In particolare, prevedeva elevati standard di vivibilità dei l’integrazione di azioni fisiche e quartieri residenziali e l’avvio di immateriali con il coinvolgimento delle processi di trasformazione in quegli comunità locali. ambiti non interessati da operazioni di Il programma Urban I coinvolge 16 città ristrutturazione urbanistica, attraverso italiane: 3 città in Obiettivo 2 (Trieste, una pluralità di azioni in settori diversi. Genova, e Venezia), 12 città in Obiettivo 1 (Napoli, Salerno, Foggia, Questa intersettorialità diventa ancora Bari, Lecce, Cosenza, Catanzaro, Reggio più ampia nei Programmi di Calabria, Palermo, Catania, Siracusa e riqualificazione urbana e di sviluppo Cagliari) e Roma. Ciò che risulta, però, sostenibile del territorio (PRUSST), di maggior interesse è che il metodo introdotti dal D. M. 8 ottobre 1998 e Urban contamina altri Programmi finanziati ancora una volta dall’articolo complessi: un esempio è rappresentato 2 della legge n. 179/92. In particolare, dai PRU attuati dalla Regione Piemonte, questi strumenti integrano interventi di di cui si parlerà nei prossimi paragrafi, riqualificazione urbana con azioni di che si ispirano proprio ai principi di sviluppo territoriale, al fine Urban I (Olagnero et al, 2000; Regione promuovere anche lo “sviluppo locale”. Piemonte, 2003). I PRUSST costituiscono, quindi, un trait d’union tra le politiche di A livello nazionale, questo tipo di riqualificazione urbana e un’altra politica di rigenerazione urbana si famiglia di politiche che si era afferma con i Contratti di quartiere I affermata in Italia in quegli stessi anni: (CdQ), introdotti dal Decreto M. del 22 le “politiche di sviluppo locale” (la L. ottobre 1997 e previsti dall’art. 2 della Finanziaria del 1995 introduce gli legge finanziaria legge n. 662/1996 “strumenti di programmazione (finanziaria del 1997). Si tratta, infatti, negoziata”). Inoltre, la possibilità che di uno strumento di riqualificazione questi programmi possano svolgere un urbana caratterizzato da chiare finalità ruolo di coordinamento tra i diversi sociali: innanzitutto, nella scelta degli interventi rivolti alla promozione dello ambiti di intervento (periferie sviluppo locale (ad esempio, gli stessi degradate, contesti di scarsa coesioni strumenti di programmazione sociale, aree con marcato disagio negoziata) arricchisce di una nuova abitativo); in secondo luogo, accezione il concetto di integrazione. nell’individuazione dei soggetti che «La chiave fondamentale per possono formulare proposte al Comune promuovere interventi efficaci appare (IACP, associazioni, organizzazioni di dunque l’integrazione fra politiche volontariato) nei tipi di opere proposte diverse, e in particolare tra politiche (qualità abitativa, spazi pubblici); infine, “settoriali”(…) e quadri di riferimento per quanto concerne le problematiche territoriali» (Pasqui, 1999, 34).
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Tab. 1 – Riferimenti normativi PI Programmi Integrati Riferimenti normativi
Programma Integrato di Intervento - Legge 179/92 (art. 16) (PII) -Quadro regionale di riferimento procedurale Programma di Riqualificazione Urbana - Legge 179/92 (art. 2, comma 2) (PRU) - D.L. 398/93 convertito in L. 493/93 - D.M. 21 dicembre 1994 (a valere sui finanziamenti Legge 179/92 (art. 2, comma 2) Programmi di riqualificazione urbana - D.M. LL.PP. 21 dicembre 1994 (PRiU) -a valere sui finanziamenti Legge 179/92 (art. 2, comma 2) Contratti di quartiere (CdQ) - D.M. 22 ottobre 1997 -L. finanziaria n. 662/1996, art. 2 Programmi di riqualificazione urbana e - D.M. 8 ottobre 1998 di sviluppo sostenibile del territorio (PRUSST)
1.2 I Programmi complessi delle risorse pubbliche disponibili e di un sempre maggiore protagonismo di trasformazione e degli operatori privati. riqualificazione urbana Questi strumenti vengono elaborati in I Programmi di trasformazione e risposta al cambiamento di scenario riqualificazione urbana vengono che si origina all’inizio degli anni ’80. denominati “Programmi complessi”. La Negli anni ’70, infatti, la politica di complessità fa riferimento Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) primariamente all’integrazione tra dopo aver raggiunto il culmine con le risorse pubbliche e private, tra edilizia grandi espansioni di edilizia economica residenziale pubblica e privata e tra e popolare nelle periferie urbane edilizia residenziale e non residenziale; avviate durante il boom economico, in secondo luogo, richiama la scala subisce un brusco rallentamento così urbana (intermedia fra Piano regolatore come la domanda di case in proprietà e e Progetto puntuale), il coinvolgimento di aree per attività di tipo terziario. di una pluralità di soggetti pubblico- Il crollo della domanda nel mercato privati e l’adozione di decisioni edilizio evidenzia la scarsa aderenza alla concertative o parternariali. realtà di un modello di Piano basato sull’espansione e sull’offerta quanti- La loro origine si ritrova nei Programmi tativa di lungo periodo: in 40 anni la di edilizia residenziale pubblica degli popolazione italiana è cresciuta di 1/5 anni ’90 che, oltre alla questione mentre il patrimonio abitativo è dell’emergenza abitativa, affrontano triplicato. Anche l’idea del Piano come problemi di manutenzione del strumento per dotare uniformemente patrimonio residenziale, di la città di servizi, in base agli standard miglioramento della vivibilità degli urbanistici (D.M. n. 1444/68), mostra insediamenti e di limitazione del segni di crisi di fronte all’emergere di consumo di territorio da urbanizzare, a domande diverse dal passato: fronte di una progressiva contrazione parcheggi, servizi specializzati, nuove
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infrastrutture per la mobilità (CdQ) e i Programmi di riqualificazione (Saccomani, 2005). urbana e di sviluppo sostenibile del Negli anni ’90, dai limiti degli strumenti territorio (PRUSST). Non verrà invece tradizionali di intervento pubblico presa in esame l’esperienza dei emergono nuove modalità di azione. La programmi integrati di sviluppo urbano risposta viene trovata nell’integrazione (PISU) promossa di recente nell’ambito funzionale e nello stimolo verso una del POR FESR relativo al nuovo ciclo di riqualificazione puntuale di parti programmazione europea (2007-2013), urbane, favorita dal fatto che in molte poiché ancora in fase di decollo città la riorganizzazione e il all’avvio della ricerca. I PISU sono decentramento produttivo delle grandi destinati ad agffrontare problematiche realtà industriali lascia in dismissione di sviluppo e di miglioramento della aree spesso localizzate nelle parti coesione nelle aree urbane (capoluogo centrali del tessuto urbano. La pratica di regione e capoluoghi di province). che si diffonde è quella di modificare l’uso di parti della città edificate Tab. 2 – Caratteristiche dei Programmi (degradate o sottoutilizzate) invece che complessi di riqualificazione urbana estendere, come nei passati decenni, i Caratteri comuni dei Programmi complessi: terreni urbanizzati secondo il modello pubblicistico espropriativo, previsto • integrazione funzionale (pluralità di dalla legge urbanistica n. 1150/1942 (il destinazioni d’uso), ambientale e principale meccanismo di attuazione sociale; del Piano Regolatore Generale, • integrazione di risorse finanziarie pubbliche e private; introdotto da questa legge urbanistica • scala urbana (intermedia fra piano e nazionale, era quello espropriativo). «I progetto); programmi integrati rappresentavano • coinvolgimento di una pluralità di dunque la soluzione più idonea sia per soggetti pubblici e privati; favorire l’offerta di nuovi alloggi inseriti • uso di forme concertative e/o parternariali. nel contesto urbano, sia per riqualificare le abitazioni occupate nei Prevedono: quartieri degradati. L’emergenza • agevolazioni amministrative per la nazionale sulla casa poteva così trovare definizione dell’iter procedurale (es. soluzione tramite programmi comunali Accordo di Programma); • accesso ai fondi pubblici a seguito di finanziati dal Governo centrale. procedure concorsuali o di selezione Purtroppo, come è noto, i fondi ex- sulla base si bandi pubblici. Gescal vengono soppressi nel 1995, Elaborazione Casati (2002) senza individuare nuovi canali di finanziamento per la costruzione di 1.3 Le caratteristiche e le abitazioni sociali» (Cavallo Perin, 2005). regole di funzionamento Di seguito si proveranno a descrivere dei Programmi integrati sinteticamente le caratteristiche di riqualificazione e principali e le regole di funzionamento trasformazione urbana dei Programmi complessi, richiamati nel paragrafo precedente: il Programma integrato di intervento I Programmi di intervento urbano - PII (PII), il Programma di recupero urbano (art. 16, L. 179/92 e Delibera CIPE 16 (PRU), il Programma di riqualificazione marzo 1994) sono programmi urbana (PRIU), i Contratti di quartiere urbanistici caratterizzati dalla presenza
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di una pluralità di funzioni, concordati norma nazionale contiene, quindi, sia negli obiettivi che nella indirizzi vincolanti per le Regioni nella progettazione con l’Amministrazione programmazione di fondi nazionali Comunale. Attraverso un confronto destinati all’edilizia sociale. Il successivo pubblico, infatti, soggetti pubblici o D.M. 1 dicembre 1994 detta privati, anche riuniti in Consorzi, disposizioni alle Regioni sulle modalità propongono al Comune la realizzazione di attuazione dei Programmi (Dogliani, del Programma, cui possono concorrere 2001). finanziamenti e operatori pubblici e L’obiettivo della riqualificazione privati. Successivamente, i PII vengono urbanistica, edilizia, funzionale e selezionati e finanziati dalle Regioni. ambientale può essere perseguita Una volta approvati, possono costituire attraverso: una variante agli strumenti urbanistici • la realizzazione, manutenzione e vigenti. ammodernamento delle Hanno la finalità di riqualificare il urbanizzazioni (servizi pubblici, tessuto urbanistico, edilizio ed impianti, servizi a rete); ambientale del territorio comunale. • la nuova edificazione di Sono rivolti ad ambiti di edilizia completamento e integrazione; preesistente ai fini della riqualificazione • la cura dell'arredo urbano; urbanistica, edilizia e ambientale di • la manutenzione, il restauro e aree urbane centrali e di periferie risanamento e la ristrutturazione degradate. degli edifici esistenti. Le caratteristiche dei Programmi integrati di intervento possono essere Gli ambiti di intervento sono le aree così sintetizzate: degradate: periferie, centri storici, aree • dimensione tale da incidere sulla dismesse. riorganizzazione urbana; Secondo quanto stabilisce la normativa, • concorso di più operatori pubblici e il Comune promuove la formazione dei privati; PRU sulla base delle indicazioni statali e • integrazione di risorse pubblico- regionali. Le zone e le tipologie di private. intervento sono articolate in una proposta unitaria da parte di soggetti Il Programma di recupero urbano - pubblici e privati, che deve garantire in PRU (art. 11, L. 493/93 e D.M. LL.PP. 1 particolare il contenimento degli dicembre 1994) riguarda operazioni di investimenti pubblici e la presenza di riqualificazione edilizia e urbanistica risorse aggiuntive private. Per degli insediamenti di Edilizia l'approvazione dei PRU in variante agli Residenziale Pubblica (ERP) attraverso strumenti urbanistici vigenti può essere una integrazione obbligatoria tra promossa la conclusione di un Accordo risorse pubbliche e private. di programma. La variante al Piano L’art. 11 della legge 493/93 prevede per deve prevedere una comparazione la prima volta che il 15 % dei fondi ex- economica delle convenienze pubbliche Gescal (legge 14 febbraio 1963, n. 60) e private. siano vincolati alla realizzazione di interventi al servizio prevalente del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica e che l’assegnazione dei finanziamenti pubblici sia condizionata al reperimento di risorse private. La
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Tab. 3 – Procedura di attuazione dei PRU avviare il recupero edilizio e funzionale PRU: la procedura di ambiti urbani attraverso interventi che riguardano le urbanizzazioni 1. Bando (DM 21/12/94) e stanziamento dei fondi; primarie e secondarie, la realizzazione 2. i Comuni individuano gli di interventi residenziali che innescano ambiti, i soggetti proponenti processi di riqualificazione fisica (privati o pubblici) formulano dell'ambito considerato e, infine, le proposte di programma; interventi non residenziali che 3. i Comuni selezionano le proposte e i soggetti attuatori, contribuiscono al miglioramento della approvano i Programmi e li qualità della vita nell'ambito inviano al CER (Comitato di considerato. Edilizia Residenziale); Gli ambiti urbani interessati dai 4. il CER seleziona i programmi e Programmi sono individuati in relazione li finanzia; 5. il Comune rivede i programmi al degrado: edilizio, urbanistico, secondo i finanziamenti ambientale, economico e sociale, al ottenuti e invia al CER la raggio di influenza delle opere di documentazione definitiva per urbanizzazione previste, al ruolo l’Accordo di Programma; strategico del Programma rispetto al 6. sottoscrizione di Protocolli d’Intesa e Accordi di contesto urbano e metropolitano. Programma; 7. avvio dei lavori (entro 10 I tipi di intervento previsti sono: mesi). • acquisizione di immobili da Elaborazione Casati (2002) destinare a servizi o residenza pubblica; La legge 4 dicembre 1993 n. 493 che • realizzazione di urbanizzazioni e istituiva i Programmi di Recupero riqualificazione di spazi pubblici; urbano non prevedeva espressamente • realizzazione, ampliamento, alcuna competenza delle Regioni. I due manutenzione, restauro e decreti adottati dal Ministro dei lavori risanamento, ristrutturazione di pubblici il 1° dicembre 1994 in edifici residenziali e non; attuazione della legge istitutiva dei PRU • ristrutturazione urbanistica. riconoscevano alle Regioni competenze di carattere programmatorio, grazie I soggetti beneficiari sono i Comuni che alle quali le Regioni hanno potuto devono predisporre i Programmi sulla configurare le attività amministrative base di un bando nazionale per relative alla formazione, approvazione l'assegnazione dei finanziamenti statali, e finanziamento dei Programmi con specificare gli obiettivi e i contenuti dei l’adozione di atti amministrativi PRiU, delimitare gli ambiti entro cui (Dogliani, 2001). anche i privati possono presentare le
loro proposte. I Comuni presentano le Ogni Regione, quindi, ha scelto un richieste al Cer che seleziona ed eroga metodo diverso per programmazione e direttamente i finanziamenti. La attuazione dei Programmi, sia per le selezione è approvata dalla Conferenza specificità dei quartieri da riqualificare Stato-Regioni. In seguito, sono gli stessi sia per la diversa legislazione Comuni che stipulano Accordi di urbanistica. Programma con il Ministero. Nei casi di
variazione degli strumenti urbanistici, I Programmi di riqualificazione urbana alla stipula degli accordi è prevista la – PRIU (art. 2, L. 179/92 e D.M. LL.PP. partecipazione anche delle Regioni. 21 dicembre 1994) si propongono di
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I PRiU affermano l’obbligatorietà della dell’edilizia) e di soggetti del terzo concorrenza di risorse pubbliche e settore (ONLUS, cooperative sociali) private. In particolare, nella guida per la per lo sviluppo di azioni di tipo sociale formazione dei Programmi viene così come il ricorso a forme di richiesta una «rappresentazione in partecipazione da parte degli abitanti termini economici sintetici» delle per la definizione e attuazione del risorse private attraverso una relazione Programma. Per questo è previsto il che compari le convenienze dei soggetti ricorso ad Accordi di Programma pubblici e privati: in caso di variante al (Saccomani, 2005). PRG, a favore dei privati, parte di Per quanto riguarda le procedure, le queste risorse dovrebbero tornare al Regioni selezionano e propongono al Comune. Cer massimo 5 progetti, il Cer successivamente compie la selezione a I Contratti di quartiere 1 – CdQ (DM. livello nazionale e trasmette alle LL.PP. 22 ottobre 1997) costituiscono, Regioni i fondi che queste, a loro volta, all’interno dei Comuni, dei Piani di erogano ai Comuni. recupero riservati a quei quartieri dove è presente: un diffuso degrado I Programmi di riqualificazione urbana dell'ambiente urbano e delle e di sviluppo sostenibile del territorio - costruzioni; una carenza di servizi; un PRUSST (DM. LL.PP. 8 ottobre 1998) si marcato disagio abitativo e una scarsa prefiggono quali obiettivi principali: la coesione, caratteristica questa da realizzazione, l’adeguamento e il evidenziare nella domanda attraverso completamento di attrezzature, sia a alcuni indicatori di disagio sociale. rete che puntuali, di livello territoriale e urbano in grado di promuovere Gli obiettivi principali dei Contratti di occasioni di sviluppo sostenibile, sotto quartiere sono: il profilo economico, ambientale e • il raggiungimento di più elevati sociale; la realizzazione di un sistema standard di vivibilità dei quartieri integrato di attività finalizzate residenziali; all’ampliamento e alla realizzazione di • l’avvio di processi di trasformazione insediamenti (industriali, commerciali e in quegli ambiti non interessati da artigianali), alla promozione turistico- operazioni di ristrutturazione ricettiva e alla riqualificazione di zone urbanistica. urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado. I Entrambe le finalità possono essere PRUSST intervengono su ambiti perseguite attraverso una pluralità di territoriali molto vasti (sistemi azioni in settori diversi, che vanno dal metropolitani e distretti insediativi). sociale alle trasformazioni urbane e Tra i soggetti promotori figurano i edilizie. Comuni, le Regioni e le Province, Possono essere stipulati accordi tra d'intesa con i Comuni interessati; tra i Amministrazioni pubbliche e operatori soggetti proponenti, invece, gli Enti privati per il finanziamento, la pubblici territoriali, Amministrazioni realizzazione, la gestione delle opere e pubbliche e i soggetti privati. delle attività previste nei progetti dei La normativa prevede il concorso di Contratti di Quartiere. In particolare, è risorse pubbliche (somme non spese prevista la presenza di soggetti pubblici per i PRiU, altre risorse pubbliche, fondi e privati (ad esempio, per interventi nel comunitari) e private (almeno 1/3 settore del commercio, dell’artigianato, dell’investimento totale previsto). Le
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risorse messe a disposizione dal lo sviluppo, affiancando iniziative già Ministero sono stanziate solo per le presenti sul territorio (ad esempio, gli attività di progettazione del strumenti di programmazione Programma. negoziata). Spetta allo stesso Ministero dei Lavori pubblici la selezione dei Programmi. Per questo, come già accennato nel Alla stipula di Protocolli di Intesa, paragrafo precedente, i PRUSST seguono Accordi di Programma Quadro rappresentano un elemento di per regolamentare l'attuazione degli connessione tra famiglie di politiche interventi. distinte: quelle urbane e quelle per lo sviluppo locale. È importante sottolineare che i PRUSST possono anche svolgere un ruolo di coordinamento degli altri interventi per
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Tab. 4 – Schema riassuntivo PROGRAMMA PROMOTORI OBIETTIVI LIVELLO DI VALUTAZIONE PII I Comuni sulla base Riqualificazione del Regione di proposte tessuto urbanistico, presentate da edilizio e ambientale soggetti pubblici e del territorio privati comunale di aree urbane centrali e di periferie degradate PRU Promotori sono i Riqualificazione Regione specifica Comuni che edilizia e urbanistica criteri generali rispettano i requisiti degli insediamenti di definiti a livello richiesti dal bando Edilizia Residenziale nazionale Pubblica (ERP) attraverso l’ integrazione obbligatoria tra risorse pubbliche e private. PRIU I Comuni (con più di Recupero edilizio e Stato 300.000 ab.) funzionale di ambiti specificano obiettivi e urbani attraverso contenuti dei PRiU, interventi di delimitano gli ambiti urbanizzazioni entro cui anche i primarie e privati possono secondarie, presentare le loro realizzazione di proposte interventi residenziali e non residenziali CdQ 1 Amministrazioni Raggiungimento di Stato/Regione pubbliche e operatori più elevati standard privati di vivibilità dei quartieri residenziali; avvio di processi di trasformazione in quegli ambiti non interessati da operazioni di ristrutturazione urbanistica.
PRUSST I Comuni, le Regioni Riqualificazione di Stato/Regione e le Province, d'intesa zone degradate, con i Comuni realizzazione di un interessati sistema integrato di attività economiche, azioni per l’occupazione e la formazione, rafforzamento e adeguamento delle infrastrutture per promuovere lo sviluppo sostenibile
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1.4 Due famiglie di questo orientamento al territorio si realizza, sia a livello nazionale che programmi complessi regionale, una progressiva convergenza di strumenti nati in contesti legislativi e Al fine di promuovere lo sviluppo nelle ambiti diversi: gli strumenti di aree sottoutilizzate, la legge finanziaria riqualificazione urbana, gli strumenti di del 1995 introduce la cosiddetta rigenerazione urbana e gli strumenti di “programmazione negoziata” intesa programmazione negoziata. In tutti come “regolamentazione concordata questi tipi di strumenti assume un ruolo tra soggetti pubblici, o tra soggetto chiave la multisettorialità, che pubblico competente e la parte o le arricchisce di una nuova accezione il parti pubbliche o private, per concetto di integrazione dei Programmi l’attuazione di interventi diversi, riferiti complessi. ad un’unica finalità di sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva Quando si parla di Programmi delle attività di competenza”. Nel suo complessi generalmente si fa ambito sono previsti alcuni strumenti - riferimento ai Programmi Integrati di il Patto territoriale, il Contratto d’Area riqualificazione e trasformazione e il Contratto di programma . destinati urbana e agli Strumenti di a promuovere lo sviluppo locale. Programmazione negoziata.
Tra i Programmi formulati a livello Nella prima famiglia sono ricompresi gli comunitario si affiancano poi i Patti strumenti elaborati in Italia nei primi territoriali per l’occupazione, i Progetti anni ’90 nel settore dell’edilizia integrati territoriali (PIT) previsti dal pubblica e quelli, formulati nel corso Quadro Comunitario di Sostegno (QCS, del decennio dietro l’influenza dei 2000-206) per le aree Obiettivo I. Programmi di iniziativa comunitaria, Bisogna ricordare che il primo relativi alla rigenerazione urbana. Programma di iniziativa comunitaria che sosteneva progetti ideati a livello Fanno parte di questo primo filone: locale per rivitalizzare il territorio è • i Programmi di intervento urbano stato il Programma Leader I: uno (PII) strumento di «sviluppo integrato, • i Programma di recupero urbano endogeno e sostenibile delle aree (PRU) rurali» • i Programmi di riqualificazione http://it.wikipedia.org/wiki/LEADER - urbana (PRIU) cite_note-0#cite_note-0(a Leader I, • i Contratti di quartiere 1 (CdQ) 1991-1193, hanno fatto seguito Leader • II, 1994-1999, e Leader plus 2000- i Programmi di riqualificazione 2006). urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (PRUSST). Il carattere distintivo di queste politiche Nella seconda famiglia, invece, si è la centralità della dimensione trovano i programmi integrati elaborati territoriale. Secondo questa nell’ambito della nuova disciplina della impostazione, lo sviluppo non programmazione negoziata (legge dovrebbe essere promosso da azioni 622/96, deliberazione CIPE del 21 calate “dall’alto” ma da pratiche che marzo 1997 e 11 novembre 1998), nascono “dal basso”, finalizzate alla principalmente finalizzati allo sviluppo valorizzazione delle specificità locali e economico delle aree svantaggiate e i all’uso delle risorse endogene. Su
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Programmi integrati di sviluppo locale, Progetti integrati di sviluppo turistico – approvati dallo Stato nel quadro della PIST (1997-1999), sempre nel comparto Programmazione comunitaria delle del turismo, che si sono ispirati alle Regioni Obiettivo 1 e nell’ambito delle esperienze di sviluppo locale Intese Stato-Regioni. austriache.
Fanno parte di questo secondo filone: Appartengono, invece, alla seconda • i Patti territoriali; categoria: i Programma di recupero • il Contratto d’Area; urbano – PRU (1994-1998), concepiti • l’Intesa Istituzionale di Programma; sul modello del PIC Urban I; i Piani • il Contratto di Programma; Integrati d’area – PIA (2000-2006); i • l’Accordo di Programma Quadro; Programmi integrati di sviluppo locale – • i Programmi integrati territoriali – PIT PISL (2005-2006), che si sono ispirati (QCS 2000-2006). all’esperienza nazionale dei PRUSST; i Programmi territoriali integrati – PTI 1.5 I Programmi complessi (2006-2007).
della Regione Piemonte Nel paragrafo successivo si proverà a dar conto dell’esperienza dei primi Circoscrivendo l’attenzione ai Programmi integrati “a carattere Programmi Integrati regionali, la generale”, adottati dalla Regione Regione Piemonte ha classificato questi Piemonte nell’ambito della programmi in due principali categorie: riqualificazione urbana: i PRU.
1) quelli a vocazione specifica: in cui Negli altri capitoli che compongono l’integrazione avviene all’interno di uno questo rapporto, invece, si stesso settore; analizzeranno in modo più 2) quelli a vocazione generale: in cui approfondito i Programmi complessi l’integrazione è trasversale a diversi per lo Sviluppo locale: partendo dai settori. progetti pilota sperimentati negli anni 1994-1996 nel comparto del Turismo Fanno parte della prima categoria: i (PI), fino ai Programmi Territoriali Progetti integrati di sviluppo turistico integrati del 2006-2007. d’Area-PI (1994-1996), che hanno costituito un progetto pilota sperimentato nel settore del turismo; i
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Fig. 1 – I Programmi complessi della Regione Piemonte
PROGRAMMI REGIONALI
A vocazione A vocazione specifica generale
PI e PIST PRU
… PIA
PISL
PTI
Fonte: elaborazione da Cavallo Perin (2006)
1.6 I Programmi di recupero soprattutto, deliberazioni di indirizzo del Consiglio regionale (Dogliani, 2001). urbano (PRU) della Regione Piemonte La "filosofia" che la Regione ha proposto per la redazione dei Come ricordato nelle pagine "programmi Pilota", in aggiunta alle precedenti, i decreti attuativi della finalità fissate dal decreto nazionale per legge che ha istituito i PRU hanno i PRU "standard", è sintetizzabile in due riconosciuto alle Regioni competenze di concetti centrali: integrazione fra carattere programmatorio. Grazie a interventi urbanistici ed azioni di tipo queste competenze la Regione sociale, partecipazione dei soggetti Piemonte ha potuto elaborare in modo locali (Olagnero et Al, 2004). La Regione originale le attività amministrative Piemonte, operando una “forzatura” relative alla formazione, approvazione rispetto alla legislazione nazionale che e finanziamento dei Programmi con proponeva prevalentemente dei l’adozione di atti amministrativi, Programmi di recupero urbanistico e
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edilizio, ha chiesto ai Comuni di Tenendo conto dei tempi ristretti a elaborare Programmi di recupero disposizione, la Regione ha scelto di urbano, applicando il Metodo Urban. La esaminare e classificare tutte le opere “forzatura” consiste nel fatto che le proposte dai Comuni, ma di finanziare risorse a disposizione erano vincolate a immediatamente solo gli interventi che opere pubbliche. avessero almeno tre requisiti Il tentativo, quindi, che la Regione fondamentali: proprietà delle aree e Piemonte ha fatto è stato quello di degli immobili in capo al soggetto utilizzare il metodo Urban, volto a beneficiario del finanziamento, rivitalizzare i quartieri degradati conformità urbanistica e idoneità attraverso interventi fisici e sociali, per tecnica rispetto alla destinazione d’uso. le trasformazioni urbane e la Per il rispetto dei tempi imposti dalla riqualificazione dei quartieri popolari. È legislazione nazionale sui lavori pubblici stato richiesto ai Comuni di formulare i (si trattava di 13 mesi per l’apertura dei Programmi con un approccio integrato, cantieri dall’assegnazione del che tenesse conto delle esigenze finanziamento), la Regione Piemonte ha sociali, culturali e di sviluppo scelto di scindere il finanziamento, con economico di ogni quartiere. Con i PRU, l’assegnazione in un primo tempo solo infatti, il Comune è stato chiamato ad della quota necessaria alla affrontare i problemi più gravi dei progettazione dell’intervento. Solo quartieri in cui il degrado urbanistico, quando il progetto esecutivo è stato edilizio, ambientale, sociale e approvato da tutti gli organi economico era aumentato nel corso competenti, sia a livello comunale che a degli anni. Questo obiettivo ha livello regionale o statale comportato un radicale cambiamento (Soprintendenza ai beni architettonici), nel modo di lavorare si è proceduto all’assegnazione del dell’Amministrazione locale che ha finanziamento per l’attuazione dovuto utilizzare un approccio dell’intervento stesso. La scissione del multidisciplinare, basato finanziamento tra la fase progettuale e sull’integrazione delle diverse politiche. la fase di attuazione dell’intervento ha avuto uno scopo principale: evitare che Tutti i fondi Gescal vincolati alla fosse ridotta la qualità progettuale a riqualificazione dei quartieri pubblici causa dei tempi ristretti a disposizione sono andati prioritariamente alle opere delle Amministrazioni comunali per la o al ripristino di opere finalizzate al realizzazione degli interventi (Cavallo recupero sociale. Sono state finanziate Perin, 2000). con priorità, all'interno di ciascun Tra il 1995 e il 1997, 14 Comuni hanno Programma: l’ammodernamento delle proposto 16 Programmi di Recupero scuole, la realizzazione di centri sociali urbano: 12 di questi sono stati e assistenziali, di impianti sportivi, di selezionati come più rispondenti al teatri e di centri culturali. metodo Urban e sono stati denominati Successivamente sono state selezionate "programmi pilota". le opere finalizzate al recupero A fine 2007, i Comuni sono diventati 17 ambientale: le strade, l’arredo urbano, (il Comune di Torino ha elaborato tre le piazze, le piste ciclabili e i percorsi PRU); 10 di questi sono collocati pedonali. Infine, sono state finanziate nell’area metropolitana torinese, degli le opere residenziali (Cavallo Perin, altri la metà sono nel resto della 2000). provincia di Torino e l'altra metà nel resto della Regione (Tab. 5). La Regione
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ha firmato 19 Protocolli d’Intesa relativi ai Programmi di Recupero urbano.
Tab. 5 – I Comuni dei PRU I TRANCHE II TRANCHE III TRANCHE BIELLA ALESSANDRIA ASTI CASELLE AVIGLIANA BEINASCO CIRIE CARMAGNOLA CHIERI LEINI COLLEGNO MONCALIERI GRUGLIASCO TORINO NOVI LIGURE VENARIA VOLVERA Fonte: sito internet Regione Piemonte (31.12.2007)
Ad agosto 2008, rispetto ai circa 120 singoli Programmi: eliminazione di milioni di euro inizialmente alcune opere e accorpamenti delle programmati, erano stati assegnati 115 risorse su un unico intervento milioni di euro. Le cause di questa all’interno dello stesso Programma minore attribuzione di risorse sono da comunale (fonte: sito internet Regione ricercarsi nei vari aggiustamenti dei Piemonte).
Fig. 2 – I territori dei PRU
Fonte: sito internet Regione Piemonte
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La tabella sottostante (tab. 6) riporta PRU, criterio utilizzato dalla Regione per singolo Comune l’avanzamento per erogare le risorse finanziarie asse- delle attività e dei lavori dei singoli gnate (aggiornamento giugno 2008).
Tab. 6- Finanziamenti assegnati PRU ASSEGNATO a giugno SPESO dai Comuni 2008 ALESSANDRIA € 2.826.622,32 € 2.826.622,32 100%
ASTI € 2.784.144,09 € 2.706.637,89 97% LEINI € 4.672.281,78 € 4.407.766,54 94% CASELLE T.SE € 2.008.720,78 € 1.850.126,64 92% BIELLA € 1.958.393,91 € 1.728.578,08 88% AVIGLIANA € 2.189.777,26 € 1.915.286,90 87% CARMAGNOLA € 1.524.246,31 € 1.328.351,63 87% VENARIA € 3.533.518,48 € 2.961.682,56 84% COLLEGNO € 8.010.550,26 € 6.637.982,55 83% NOVI LIGURE € 1.590.687,25 € 1.255.106,45 79% VOLVERA € 1.843.202,78 € 1.430.848,70 78% BEINASCO € 2.781.507,76 € 2.138.262,65 77% TORINO € 65.888.126,33 € 43.183.034,31 63% CIRIE ' € 3.231.655,99 € 1.743.555,93 54% MONCALIERI € 9.204.216,39 € 3.652.051,08 40% GRUGLIASCO € 3.610.033,72 € 361.003,37 10% CHIERI € 2.076.000,00 € 0,00 0 TOTALE € 119.733.685,41 € 80.126.897,60 67% Fonte: sito internet Regione Piemonte
Dalla tabella emergono due dar conto in modo sintetico di queste particolarità: il Comune di Grugliasco, problematicità riscontrate nell’indagine pur avendo portato a fine lavori le in questione. opere finanziate dalla Regione, a giugno Per quanto riguarda i tempi e le 2008 non aveva ancora richiesto i procedure, dal rapporto è emerso che finanziamenti alla Tesoreria regionale; dall'emanazione del decreto attuativo per quanto riguarda Chieri, l’importo dell'art. 11 della Legge n. 493/93 dei finanziamenti assegnati risulta pari all'avvio dei primi cantieri sono passati a zero perché ha dato avvio ad alcune oltre sei anni. L’approfondimento opere del Programma solo nel 2007. effettuato su un caso (con la Il Rapporto di valutazione dei PRU ricostruzione dell'iter procedurale condotto da Olagnero, Ortona e nazionale, regionale e comunale), ha Saccomani (2004) su quattro casi permesso di rilevare che gli slittamenti (Biella, Ciriè, Moncalieri e Torino Corso nel tempo delle scadenze regionali Grosseto) ha messo in evidenza i sono derivati dall'individuazione dei principali nodi critici nell’implemen- soggetti privati coinvolti nei PRU - tazione e realizzazione dei Programmi: i condizione per l'assegnazione e tempi e le procedure, il problema del l'erogazione dei finanziamenti – e dalle rendimento delle iniziative di difficoltà e lentezze nel processo formazione-lavoro, le reti e le decisionale locale, quando questo ha procedure, il problema del coinvolto soggetti privati. coinvolgimento dei privati. Si proverà a
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In merito al problema del rendimento operata dai PRU avrebbe dovuto delle iniziative di formazione-lavoro, rendere convenienti determinati nei quattro casi analizzati è stata insediamenti produttivi, commerciali o verificata una scarsa produttività di residenziali. queste iniziative. Nell'interpretazione Nei casi esaminati, invece, il PRU non della Regione Piemonte l'azione di sembra aver operato efficacemente rigenerazione urbana sviluppata come strumento in grado di offrire al attraverso i PRU non doveva limitarsi privato incentivi vantaggiosi, salvo in ad una riqualificazione fisica ma parte nel caso di Biella. Di fatto, la produrre anche iniziative in grado di complessità delle procedure, i tempi incrementare l'occupazione. In ristretti e la mancanza di tavoli generale gli effetti occupazionali istituzionali ha fatto sì che in tre dei casi specifici nei PRU esaminati non sono il privato si "affiancasse" semplice- risultati consistenti e, in particolare, gli mente al pubblico, spostando il livello esiti delle azioni di formazione-lavoro si di cooperazione verso il basso. sono rivelati scarsi. L'analisi dei casi ha mostrato che il ricorso alla formazione come elemento di promozione dell'occupazione, come anche l’offerta generica di lavori temporanei, non è un rimedio sufficiente alla disoccupazione di lungo periodo.
Per quanto attiene poi alle reti e alle procedure, l’indagine valutativa ha evidenziato più elementi di tipo procedurale che hanno reso difficile la formazione dei Programmi: in particolare, il rapporto con le ATC che, in alcuni casi, è stato problematico per l'incrociarsi dell'attuazione del PRU con i programmi di vendita degli appartamenti; in secondo luogo, le varianti ai Piani regolatori che, almeno in un caso, hanno rallentato l’attuazione del PRU. Infine, il rapporto si è concentrato in modo approfondito sulla questione del coinvolgimento dei privati, ritenendo che questo tema fosse trasversale alle altre tre problematicità riscontrate. La presenza di risorse e soggetti privati nei PRU era obbligatoria. Secondo la filosofia dei Programmi, la compresenza di soggetti pubblici e privati avrebbe dovuto produrre vantaggi per entrambi: in particolare, per l'operatore privato la riqualificazione urbanistica e sociale
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2. Progetti Integrati di selezione (1.4.3), di implementazione (1.5) e, infine, di dar conto dei risultati Sviluppo Turistico d’Area e della valutazione (1.6). Progetti Integrati di Svi- luppo Turistico 2.1 I Progetti Integrati di Sviluppo Turistico In Piemonte, i Progetti Integrati di sviluppo turistico d'area (PI) d’Area: quadro rappresentano l'esperienza pilota di normativo progettazione integrata adottata nell'ambito delle politiche di Sviluppo I Progetti Integrati di sviluppo turistico locale. Tale sperimentazione prende d'area (PI) rappresentano una delle avvio nella fase iniziale di prime esperienze di progettazione programmazione (1994-1996) del integrata in Piemonte. La Documento Unico di Programmazione sperimentazione di questo strumento 1994-1999 ed è finalizzata a sostenere prende avvio nella fase iniziale di interventi integrati in grado di innescare programmazione (1994-1996) del processi di sviluppo nel settore Documento Unico di Programmazione turistico. Nella seconda fase di 1994-1999 ed è orientata allo sviluppo programmazione (1997-1999), con i del settore turistico in particolari aree Progetti Integrati di Sviluppo turistico del territorio regionale, individuate (PIST) il policy - maker regionale dalla Regione. modifica, rafforza ed estende lo strumento dei Progetti integrati di Il Documento Unico di Programmazione sviluppo turistico d'area. L’eleggibilità (DOCUP) è il documento attraverso cui del finanziamento a ulteriori sistemi le Regioni dell'Obiettivo 2 comunitario, locali si accompagna, infatti, “Riconversione delle zone industriali all'introduzione di due criteri relativi colpite da declino e conseguente alle procedure di implementazione problema occupazionale” indicano la dell’intervento: innanzitutto, l'indivi- strategia e le risorse finanziarie duazione di un soggetto capofila con il disponibili per attuare un programma compito di coordinare gli attori locali pluriennale di investimenti pubblici e coinvolti; in secondo luogo, la privati e di altri interventi che ricadono previsione, al momento della pre- sui territori piemontesi considerati sentazione del progetto, delle modalità eleggibili dell'Unione Europea. di compartecipazione tra i vari soggetti Il programma presenta queste e l'elaborazione di una strategia di caratteristiche: sviluppo condivisa di medio termine. • ha una durata pluriennale; Nel presente capitolo viene ricostruito il • riguarda diverse aree di intervento; quadro normativo di riferimento di • prevede l’uso di diversi strumenti; entrambi gli strumenti (1.1 -1.4) e per • richiede la compartecipazione ognuno di essi vengono messi in luce gli finanziaria dei beneficiari finali degli elementi distintivi del modello di investimenti, quali le imprese, gli integrazione elaborato (1.2 – 1.4.1). Nel operatori, gli enti locali; caso dei Progetti Integrati di Sviluppo • viene approvato congiuntamente turistico (PIST), la disponibilità di una dagli attori pubblici che lo finanziano: letteratura grigia più consistente ha Commissione Europea, governo reso possibile considerare le regole di nazionale, amministrazione funzionamento (1.4.2), la fase di
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regionale. recupero dei rifiuti industriali e artigianali. Il quinto Asse è volto a Il DOCUP è suddiviso in Assi che sostenere la realizzazione di grandi costituiscono le priorità strategiche strutture attrezzate per l'insediamento individuate sulla scorta degli delle PMI e alla costruzione di nuove e orientamenti comunitari per l’utilizzo razionali possibilità localizzative per le dei Fondi strutturali e sull’analisi dei stesse. punti di forza e di debolezza del Il DOCUP viene impostato, quindi, dalla territorio. Ogni Asse viene articolato in Regione Piemonte secondo gli indirizzi più Misure, le quali sono composte da comunitari per l’utilizzo dei fondi Progetti. strutturali. I piani finanziari complessivi In particolare, il Documento di pro- (i DOCUP 1994-1996 e 1997-1999) grammazione piemontese 1994-1996 è dettagliano obiettivi, strumenti, articolato in cinque Assi (esclusa contributo finanziario e tempistica. La l’Assistenza tecnica): regia complessiva e l’attuazione del 1. Sviluppo e rafforzamento del Programma è pertinenza di tre Direzioni tessuto di piccole e medie della Regione Piemonte, alla Direzione imprese. Industria spetta un ruolo di 2. Turismo e valorizzazione del coordinamento. Nell’attuazione di patrimonio culturale. alcune fasi, la Regione coinvolge altri 3. Promozione e diffusione soggetti: istituzioni creditizie e innovazione tecnologica. finanziarie, propri enti strumentali o 4. Ambiente e sviluppo sostenibile. società partecipate, consorzi pubblici. 5. Riqualificazione urbana e del Infine, le modifiche e le integrazioni del territorio. Programma, così come il monitoraggio della sua attuazione, vengono curate Il primo Asse è costituito da misure congiuntamente con rappresentanti destinate alle PMI, volte a favorire gli della Commissione Europea, attraverso investimenti, le acquisizione di le attività del Comitato di Sorveglianza consulenze, la creazione e lo sviluppo di (organo paritetico). aree attrezzate. Il secondo Asse è I DOCUP sono soggetti a modificazioni rivolto alla promozione dell’offerta nel corso della loro attuazione, turistica, sia dal punto di vista relativamente ai volumi complessivi di infrastrutturale che in termini di investimento e ai contributi pubblici. promozione della domanda turistica. In Nel caso della prima fase del particolare, con la misura 2.4 introduce Programma, (1994-’96) ad esempio, il principio della progettazione quando venne approvato (dicembre integrata. Il terzo Asse annovera le 1994) gli investimenti complessi- misure attivate per favorire gli vamente previsti ammontavano a 2.531 investimenti nel campo della ricerca e miliardi di lire, con un contributo dell’innovazione. In particolare, la DOCUP complessivo pari a 828 miliardi. misura 3.1 rappresenta il punto di Il Documento finale, però, assestato partenza per la costruzione della rete quattro anni dopo, fu ridimensionato a dei Parchi Tecnologici. Il quarto Asse 1.864 miliardi (-26%) di investimento finanzia investimenti “ambientali”. complessivo (IRES, 1996). Tali modifiche Nello specifico, si tratta di investimenti sono state apportate in relazione a volti alla sistemazione di siti industriali diversi fattori: l’andamento della degradati, alla realizzazione di impianti selezione dei progetti ma anche i tempi di stoccaggio, allo smaltimento e di avvio di alcuni progetti
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infrastrutturali. filoni: la realizzazione di infrastrutture turistiche, l’erogazione di incentivi alle Il percorso attuativo del DOCUP imprese turistiche e lo sviluppo delle comprende una prima fase di Invito ai attività di promozione. L’obiettivo potenziali beneficiari (PMI, enti locali, indicato dal DOCUP 1994-'96 per gli consorzi di imprese, ecc.) alla interventi nel settore del Turismo era presentazione di progetti, che spesso si l’incremento generale delle presenze e sostanzia in un Bando pubblico per della loro distribuzione, sia nel tempo – l’ammissione a contributo dei singoli cioè tra le varie stagioni – che nei progetti da presentarsi entro un luoghi, evitando fenomeni di termine prefissato. In seguito, gli uffici affollamento stagionale. regionali verificano la rispondenza dei progetti formulati ai requisiti richiesti (dichiarazione di ammissibilità), e per le 2.1 I Progetti Integrati di misure “a bando” vengono predisposte le graduatorie di ammissione al Sviluppo Turistico finanziamento. Tale selezione può d’Area: caratteri venire fatta anche in base ad aspetti quali-quantitativi dei singoli progetti, Nel 1994 la Regione dà avvio alla con l’obiettivo di selezionare i migliori; sperimentazione dei Progetti integrati vi è comunque un limite dato dalla di sviluppo turistico d'area (Misura 2.4 disponibilità finanziaria complessiva per Asse 2), concentrati su alcune aree le singole misure. definite e comprendenti interventi infrastrutturali, promozionali e Per quanto riguarda specificamente investimenti privati. La principale l'Asse 2, la valorizzazione delle aree finalità di questa “prima generazione” turistiche è stato uno dei punti di forza di progetti integrati è quella di anche della prima fase di sostenere interventi in grado di programmazione (DOCUP 1989). innescare processi di sviluppo nel D'altra parte le aree Obiettivo 2 settore turistico. All’interno delle aree piemontesi comprendevano alcune Obiettivo 2 piemontesi vengono zone per cui si riteneva che il turismo individuati quattro territori per i quali si rappresentasse il comparto economico ritiene che l’idea-forza dello sviluppo di riferimento: le future valli Olimpiche territoriale sia appunto il turismo: la della provincia di Torino e l’area del Valle di Susa, il Canavese, il Lago Lago Maggiore. I fondi strutturali che Maggiore, il Cusio Mottarone (tab. 1). hanno finanziato i programmi hanno agito contemporaneamente su tre
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Tab. 1 – Aree bersaglio individuate dalla Regione (DOCUP 1994-1996) Aree di sviluppo turistico Obiettivi dei PI
Val di Susa - Riequilibrare e meglio distribuire i flussi turistici, ampliare la stagionalità, evitare la monocultura invernale attraverso l’integrazione tra gli elementi di attrattività sportiva invernale e quelli ambientali e storico-culturali.
Provincia di Torino - Sviluppare funzioni di servizio; - Valorizzare gli elementi culturali, sportivi e di spettacolo (musei, residenze sabaude, grandi manifestazioni).
Canavese - Valorizzare le risorse paesaggistiche, naturalistiche, ambientali e culturali (parchi, laghi, castelli).
Lago d’Orta - Incrementare le presenze turistiche nella bassa stagione attraverso la valorizzazione delle attrattive ambientali e facendo leva sul miglioramento dei servizi.
Fonte: Regione Piemonte (1997)
Questi progetti pilota sono viene lasciata la responsabilità della caratterizzati dai seguenti elementi: formulazione delle proposte 1. sono “monosettoriali”, orientati progettuali. esclusivamente allo sviluppo del comparto turistico; Nella tabella 2 si riassumono gli 2. realizzano un’integrazione di tipo interventi di valorizzazione turistica “orizzontale” tra segmenti differenti realizzati nella fase 1994-1996, tra cui di uno stesso settore. L’integrazione quelli realizzati attraverso i Progetti si realizza tra gli interventi integrati. Come emerge, le due infrastrutturali, quelli di principali modalità di intervento del agevolazione agli investimenti DOCUP sono l’aiuto diretto privati e quelli relativi alla all’investimento in strutture ricettive promozione dell’offerta turistica (in private (variabile tra il 15 ed il 7,5% modo tale da consentire che dell’investimento) e il sostegno l’integrazione tra queste diverse finanziario alla realizzazione di tipologie di intervento possa infrastrutture turistiche da parte di enti incidere sul “sistema” turistico pubblici, in questo caso con una più locale); elevata percentuale di contribuzione. 3. le aree “bersaglio” degli interventi vengono individuate dalla Regione, Per entrambi gli strumenti prevale la e indicate nel Documento di frammentazione e la piccola dimen- programmazione; sione dei progetti. 4. alle aree territoriali individuate
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Tab. 2 – Interventi di valorizzazione turistica DOCUP 1994-1996 INTERVENTI PROGETTI CONTRIBUTO INVESTIMENTO INVESTIMENTO REALIZZATI PB (MLD DI (MLD DI LIRE) MEDIO LIRE) Sostegno finanziario all'investimento per 33 9,9 80,3 2,434 strutture e impianti turistico-ricettivi privati Sostegno finanziario all'investimento per 158 76,5 78,0 0,493 strutture e impianti turistico-ricettivi pubblici Iniziative pubbliche di marketing e promozione 78 7,4 7,4 0,095 Individuazione e finanziamento di Progetti 95 44,5 66,6 0,701 Integrati di Area, con vari strumenti di intervento, gestiti da enti pubblici o privati di varia natura a) Strutture e impianti privati 28 3,6 25,0 0,892 b) Strutture e impianti pubblici 63 40,0 37,2 0,930 c) Iniziative di promozione 4 0,9 0,9 0,225
Totale interventi per il turismo 138,3 232,3
Totale interventi fase 1994-’96 489,8 1.887,4
Fonte IRES, 1996
2.3 I Progetti Integrati di un obiettivo da perseguire: 1. Sviluppo e rafforzamento del tessuto Sviluppo Turistico (PIST): di PMI. quadro normativo 2. Turismo e valorizzazione del patrimonio culturale; Nel Documento di programmazione 3. Promozione e diffusione 1997-1999, lo strumento dei Progetti dell’innovazione tecnologica e della integrati di sviluppo turistico d'area società dell’informazione; viene modificato in base alle “lezioni 4. Ambiente e sviluppo sostenibile; dell’esperienza” apprese, rafforzato e 5. Riqualificazione urbana e del esteso ad altri sistemi locali. In territorio; particolare, la Misura 2.2 6. Progetti integrati di sviluppo “Rafforzamento e sviluppo dei sistemi economico; turistici” dell'Asse 2 prende spunto 7. Valorizzazione delle risorse umane dalla Misura 2.4 del precedente ciclo di 8. Attuazione del programma. programmazione introducendo i Progetti integrati di sviluppo turistico Nella tabella che segue (tab. 3) per ogni (PIST). Asse vengono riportate le sue caratteristiche principali (obiettivi e Il quadro normativo di riferimento di strumenti), ad eccezione dell'Asse 2 che questo strumento è il DOCUP 1997- '99, verrà successivamente illustrato in mo- che si compone di 8 assi prioritari do più dettagliato. ognuno dei quali individua un settore o
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Tab. 3 – Assi del DOCUP 1996-1999 ASSE OBIETTIVO MEZZO
ASSE I Incentivare le PMI a migliorare e aggiornare la propria Sostegno finanziario e di struttura produttiva, consolidando uno sviluppo autonomo consulenza, formazione delle grandi imprese. professionale. ASSE III Promuovere la diffusione dell'innovazione tecnologica Promozione di consorzi misti presso le PMI. tra imprese private e enti di ricerca; completamento parchi tecnologici, formazione professionale. ASSE IV Salvaguardare l'ambiente, promuovere l'uso di tecnologie Ricerca sullo smaltimento dei “pulite” nelle PMI. rifiuti, interventi sui cicli di produzione e distribuzione tesi al risparmio energetico. ASSE V Ottenere un'ottimizzazione dell'uso del territorio, Sviluppo di strutture logistiche riqualificando le zone degradate. ASSE VI Stimolare cultura imprenditoriale e sviluppare le imprese Sostegno a iniziative promosse esistenti creando occupazione da enti pubblici territoriali. ASSE VII Favorire l'acquisizione da parte dei lavoratori di Aiuti all'occupazione sotto competenze sopratutto nel campo della sicurezza e forma di contributi per nuovi ambiente. posti di lavoro, misure per l'orientamento, la ricollocazione la formazione innovativa dei lavoratori. ASSE VIII Fornire assistenza tecnica per la formazione professionale Supporto tecnico, auditing in e l'attuazione del programma fase di implementazione, valutazione dei risultati, informazione e pubblicità. Fonte: Regione Piemonte (1997)
L’ Asse 2 del DOCUP 1997-1999 è in- specifico mira a ottenere un teramente dedicato al Turismo. La miglioramento, sia dal punto di vista scelta di sviluppare tale comparto è quantitativo che qualitativo, dell'offerta motivata dal ricco patrimonio naturale delle strutture e dei servizi ricettivi per ed architettonico dei territori oggetto di turisti. Il soggetto beneficiario della intervento ma anche dal perseguimento Misura è il settore privato delle piccole di una diversificazione industriale. e medie imprese turistiche. Queste possono richiedere contributi per L'Asse si compone di quattro Misure: realizzare i seguenti interventi: qua- • Misura 2.1: aiuti agli lificazione, ampliamento e realizzazione investimenti turistici. di strutture turistico ricettive, di servizi • Misura 2.2: rafforzamento e e attrezzature complementari a queste, sviluppo dei sistemi turistici. di impianti e attrezzature per la • Misura 2.3: valorizzazione del fruizione degli ambiti lacustri e fluviali; patrimonio culturale. rifacimento e ammodernamento di • Misura 2.4 formazione impianti sciistici obsoleti; adeguamento professionale per occupati. alle normative comunitarie e nazionali in materia di impiantistica, sicurezza nei La Misura 2.1 si prefigge di valorizzare luoghi di lavoro e nel rispetto le risorse turistiche sottoutilizzate e di dell'ambiente. I criteri utilizzati per la potenziare le strutture turistiche per selezione dei progetti di investimento diversificare le attività produttive delle privati della misura 2.1 si rifanno a aree coinvolte. Quale obiettivo quelli adottati per la selezione dei
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Progetti Integrati della misura 2.2: si l'elaborazione dei Progetti integrati di privilegiano i progetti inseriti in sistemi sviluppo turistico definiti come il turistici integrati, con un approccio di risultato dell'intervento di diversi filiera e innovativi. operatori e del finanziamento pubblico- La finalità generale della Misura 2.2. è privato. La Misura si rivolge a soggetti di innescare processi di sviluppo pubblici e privati che, rispondendo a un integrato al fine favorire lo sviluppo Invito e partecipando al successivo complessivo delle aree interessate. Gli bando di gara, possono presentare la obiettivi specifici per realizzare tale propria candidatura e ottenere un miglioramento passano attraverso il contributo per la realizzazione degli coinvolgimento di diversi settori, il interventi specificati nelle Sottomisure potenziamento delle strutture e dei A, B, C (tab. 4). mezzi di valorizzazione delle risorse, il loro accesso e, infine, le attività di promozione. La Misura prevede
Tab. 4 – Sottomisure della Misura 2.2. SOTTOMISURA TIPO DI INTERVENTO BENEFICIARI Sottomisura A Lavori di realizzazione, recupero, adeguamento e - Enti locali; ampliamento di impianti e strutture turistiche che - Associazioni turistiche, culturali, infrastrutturano il territorio e integrano l'offerta naturalistiche, ricreative e sportive; dell'impresa. - Consorzi pubblici; - Enti pubblici; - Enti Parco. Sottomisura B Lavori di potenziamento e qualificazione di Le piccole e medie imprese strutture ricettive e di impianti turistici. turistiche, definite ai sensi della disciplina comunitaria. Sottomisura C -Iniziative di tipo promozionale: materiale - Regione Piemonte; illustrato, azioni pubblicitarie. - Agenzie di promozione turistica, - Partecipazione a manifestazione turistico- regionali e locali. commerciali, workshop, stage per operatori. Fonte: Regione Piemonte (1997)
Lo scopo generale della Misura 2.3 è il occupazionali presenti nei vari comparti restauro e la valorizzazione di beni interessati e di favorire la riconversione architettonici e storici. Tra gli obiettivi della manodopera rimasta esclusa dai specifici prevede il recupero della processi industriali. L'obiettivo specifico Reggia di Venaria Reale e del Borgo riguarda la formazione di personale Castello di Mandria, il completamento qualificato nei diversi comparti del circuito relativo alle Reggie e dell'industria turistica. Favorisce Collezioni reali, l'insediamento di imprese o consorzi di imprese e le funzioni museali, di ricerca e di agenzie formative, concedendo formazione. La Misura favorisce la contributi per la promozione di corsi di Regione Piemonte, la Soprintendenza formazione. Nella selezione vengono dei Beni ambientali e architettonici del privilegiati i progetti che dimostrano di Piemonte, i soggetti pubblici e privati essere collegati a quanto proposto riuniti in Consorzi, attraverso la nelle altre misure dell'Asse, secondo il concessione di finanziamenti per le principio dell'organizzazione a filiera. opere di restauro e di recupero funzionale. La Misura 2.4 si propone di contribuire al mantenimento dei limiti
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2.4 I PIST: un modello di presentare le proposte progettuali; i Progetti, una volta redatti, vengono progettazione integrata inviati alla Regione accompagnati da un del DOCUP 1997-1999 “Patto” tra i diversi attori locali interessati. Inoltre, viene indicato un 2.4.1 Caratteri generali ente Capofila a cui spetta il compito di coordinare le azioni nella fase di im- La Regione Piemonte introduce per il plementazione del Progetto Integrato. ciclo programmatico 1997-1999 un mo- Il modello di integrazione elaborato dello di progettazione integrata che è presenta le seguenti caratteristiche: trova fondamento in due Misure di in- • integrazione settoriale: gli interventi tervento: “Rafforzamento e sviluppo dei coinvolgono uno o più settori sistemi turistici”, Misura 2.2 dell'Asse 2; economici caratterizzati da stretta “Progetti Integrati di bacini economici coerenza e da collegamento locali, aree sistema, distretti”, Misura funzionale; 6.1 dell'Asse 6. Entrambe le Misure • integrazione territoriale: i Progetti si individuano un comparto economico e realizzano in aree territoriali non le “aree bersaglio”, su cui intervenire in circoscritte da confini amministrativi. modo integrato e sinergico. Per quanto riguarda specificamente lo Tali caratteristiche vengono ritenute strumento di intervento integrato condizioni necessarie affinché il pro- predisposto nell'ambito del Turismo, getto proposto possa essere identificato come già anticipato, esso riprende la come integrato.
modalità operativa già sperimentata Nei paragrafi che seguono verrà con i Progetti integrati di sviluppo descritta la filosofia e metodologia che turistico d'area (PI), introducendo, ha guidato la costruzione dello però, alcune modifiche e elementi di strumento (Guida Progettare il innovazione metodologica e gestionale. cambiamento, 1996), la fase di In particolare, viene estesa l’eleggibilità selezione dei progetti e la loro al finanziamento a ulteriori sistemi implementazione; da ultimo, si darà locali e vengono inclusi due criteri di conto delle valutazioni dei PIST. maggiore chiarezza relativamente alle
procedure di implementazione dell’intervento: 2.4.2 Filosofia e regole di • individuazione di un Soggetto funzionamento dei capofila cui spetta il compito di PIST coordinare gli attori locali coinvolti nel Progetto Integrato e La finalità dei PIST è rappresentata dallo la funzione di raccordo con sviluppo dei territori a vocazione l’autorità responsabile dell’azione turistica conformemente con il principio di sostegno (la Regione); del turismo sostenibile (FIG. 1). Per • previsione, fin dal momento della soddisfare i criteri della sostenibilità, i presentazione del progetto, della Progetti devono fare riferimento ai formale dichiarazione delle seguenti concetti: modalità di compartecipazione • sviluppo integrato (risorse e sog- tra i vari soggetti e i ruoli da essi getti dell'area); svolti. • integrazione della filiera turistica; La Misura 2.2 viene attuata, quindi, • innovazione (di progetto e proces- attraverso la regia regionale: la so). Regione, invita gli Enti locali a
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FIG. 1 - I PIST E LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Progetto socialmente fondato
Principi per lo sviluppo sostenibile Autosostenibilità Milieu di forme di turismo culturale
Rete
MERCATO
I PIST si fondano su un'integrazione tra: integrazione previsto; le caratteristiche • soggetti; della progettualità auspicate; le • località e ambiti territoriali; procedure indicate nell'Invito. A un • tipologie di interventi. progetto integrato, quindi, è richiesto il soddisfacimento della combinazione di I presupposti stabiliti per la definizione queste tre tipi di integrazione e di un Progetto Integrato di Sviluppo progettualità, non solo di uno di essi Turistico riguardano: il tipo di (tab. 5).
Tab. 5 – Presupposti PIST TIPOLOGIA PRESUPPOSTI PER UN PROGETTO INTEGRATO DI SVILUPPO TURISTICO
Tipo di integrazione Integrazione tra soggetti diversi Integrazione tra ambiti territoriali Integrazione diversi tra interventi diversi
Tipo di progettualità Progettualità politica Progettualità strategica Progettualità operativa Tipo di procedure Patto associativo - Sintesi descrittiva - Studio di fattibilità Progetto definitivo
PROGETTO SOCIALMENTE MILIEU E SOSTENIBILITA' RETE FONDATO Fonte: Guida Progettare il cambiamento,1996
Per quanto riguarda il tipo di anticipare tendenze legate a uno progettualità, con Progettualità politica sviluppo compatibile. Da un punto di si fa riferimento alla volontà e capacità vista operativo, essa comporta che i di soggetti pubblici e privati di soggetti beneficiari del finanziamento si elaborare comunemente progetti di impegnino reciprocamente attraverso sviluppo del proprio territorio e di un atto formale, previsto nelle promuovere interventi in grado di procedure di candidatura, definito
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Patto associativo. le caratteristiche dei Progetti elaborati. Il Patto associativo, risultato di una fase Nel documento viene esplicitato di incontri e confronti tra potenziali l'indicazione dell'ente capofila e di tutti soggetti interessati, costituisce uno i soggetti partecipanti, viene descritto il strumento che vincola le parti anche territorio interessato, gli obiettivi del sotto il profilo finanziario e rappresenta Progetto, i tempi e i costi di la sintesi di un processo che trova realizzazione previsti. Obiettivo della concretezza in una Progettualità Manifestazione di interesse è fornire strategica di sviluppo turistico. indicazioni sul livello di condivisione L'elaborazione di una strategia implica locale delle finalità del Progetto una conoscenza dei punti di forza e (progettualità politica), sul livello di debolezza del territorio e una visione di chiarezza della visione strategica sviluppo a medio termine. Per questo la (progettualità strategica) e sulla Sintesi descrittiva del contesto determinazione progettuale nelle territoriale, economico e sociale formulazione delle ipotesi che vengono dell'area assume una rilevanza sviluppate in dettaglio nel Progetto fondamentale nell'ambito della definitivo (progettualità operativa). La soluzione progettuale individuata nello Regione esprime una valutazione di Studio di fattibilità. quanto riportato nel documento, La progettualità operativa, invece, formulando giudizi e indicazioni costituisce il momento di sintesi della (l'indicazione può essere negativa, progettualità politica e strategica ed è migliorativa, di apprezzamento) non finalizzata a garantire la realizzazione vincolanti ma aventi esclusivamente dei risultati rispetto agli obiettivi una funzione di indirizzo. L'obiettivo individuati. Nei Progetti Integrati di della Regione, quindi, non è quello di Sviluppo turistico si fa riferimento alla classificare preventivamente i progetti Progettualità operativa per indicare la ma di offrire collaborazione per necessità di utilizzare le tecniche legate migliorare i progetti o per consigliare il al project management e la presenza di loro abbandono perché ritenuti non una reale integrazione tra i progetti. sufficientemente solidi per poter superare con successo la presentazione dei Dossier di candidatura. 2.4.3 Le due fasi della La presentazione del Dossier di selezione candidatura costituisce il primo momento della verifica sul progetto Successivamente all'individuazione poiché i proponenti devono dimostrare delle aree, secondo quanto previsto dal una conoscenza critica e propositiva DOCUP 1997-1999, la Regione invita gli rispetto all'ambito territoriale Enti locali a presentare delle proposte d'intervento. Esso si compone di una progettuali in risposta al Bando/Invito Sintesi descrittiva del contesto pubblicato. territoriale, economico e sociale dell'area di intervento, uno Studio di Il Bando prevede una procedura che si fattibilità e un Progetto definitivo. Il articola in due momenti distinti. In una Patto associativo è parte integrante del fase preliminare, infatti, la Regione Dossier di candidatura, dal momento invita gli Enti locali a presentare la che raccoglie i dati dei contratti Manifestazione di interessi, un intercorsi tra l'ente pubblico capofila documento in cui si descrivono del Progetto integrato e i promotori sinteticamente la logica organizzativa e
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pubblici e privati dei singoli progetti che con cui vanno descritti: entrambi, vi aderiscono. infatti, considerano il processo di pianificazione, gestione e controllo. La Per quanto riguarda il documento pianificazione deve illustrare due Sintesi descrittiva del contesto aspetti del progetto: i tempi e i costi; la territoriale, economico e sociale gestione, invece, secondo quali dell'area di intervento, esso è finalizzato procedure e risorse umane si intende a illustrare, in modo discorsivo e realizzare il progetto; il controllo, infine, attraverso l'uso di dati statistici, la deve descrivere lo stato di avanzamento coerenza degli obiettivi previsti nei dei lavori. progetti rispetto ai punti di forza e di Per quanto attiene alla procedura di debolezza del territorio considerato. Ai valutazione, essa prevede una serie di Progetti integrati, quindi, viene “griglie” organizzate secondo due richiesto un'analisi sintetica dei sezioni (efficienza e coerenza interna; caratteri del contesto in cui gli stessi efficacia e coerenza con il contesto), a progetti si inseriscono. Anche agli loro volta suddivise in Categorie di operatori che presentano progetti valutazione. Ogni Categoria è articolata utilizzando la Sottomisura A e B viene in una serie di criteri (indicatori), scelti richiesto di elaborare una Sintesi in funzione dei vari aspetti oggetto descrittiva che metta in relazione il della valutazione. proprio obiettivo con le caratteristiche I criteri di selezione vengono riportati e le esigenze del contesto per verificare nei Criteri generali di selezione degli la sostenibilità economica, ambientale Inviti e del Bando. Essi sono aggregabili e occupazionale. in cinque categorie generali: • coerenza del progetto; Lo Studio di fattibilità e il Progetto • qualità del progetto; definitivo, invece, costituiscono i • metodologia; documenti contenenti le indicazioni • competenza dello staff coinvolto; operative per l'attuazione del progetto. • pianificazione, gestione, controllo. Lo Studio di fattibilità formula almeno due strategie progettuali di sviluppo e Il primo criterio Coerenza del progetto ne sceglie una, illustrando il criterio rimanda al soddisfacimento di due adottato, i vantaggi e i problemi legati sottocriteri specifici: coerenza allo sviluppo di ciascuna delle ipotesi. complessiva del progetto rispetto agli Esso considera, quindi, le diverse Inviti e al Bando; coerenza del progetto alternative confrontandole attraverso la e idoneità dell'intervento. valutazione di elementi quantitativi e Nel primo caso si fa riferimento qualitativi: analisi costi-benefici; tempi all'adempimento dei requisiti generali di realizzazione; difficoltà prevedibili; (finalità e obiettivi) e alla correttezza competenze necessarie. formale delle candidatura; nel secondo Il Progetto definitivo organizza la caso, alla razionalità e alla logica del pianificazione, la gestione e il controllo progetto. delle fasi e delle attività del progetto. La Con il criterio Qualità del progetto si relazione del Progetto definitivo richiede la presenza di elementi contiene la descrizione del progetto progettuali in sintonia con i principi generale e dei singoli interventi, generali presenti nel DOCUP. In illustrando la coerenza tra il livello particolare, la valutazione verte sulla generale e quello particolare. I due capacità del progetto di esprimere una livelli sono accomunati dalle modalità visione integrata di sviluppo dell'area
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indicata, sulla chiarezza delle strategie progetto nel settore turistico e al suo adottate per creare effetti moltiplicatori grado di esperienza in attività di in termini di sviluppo economico, sulla progetto legate allo sviluppo regionale. visibilità e riproducibilità del progetto. Infine, l'ultimo criterio richiama i Il terzo criterio Metodologia rimanda concetti di base del processo di project alle modalità organizzative e alle management. Si tratta di tre concetti tecniche adottate per realizzare il strettamente correlati dal momento progetto. che la pianificazione influenza la Con Competenza dello staff coinvolto si gestione e, successivamente, il con- fa riferimento al grado di esperienza trollo. maturata dal personale proposto per il coordinamento e la realizzazione del
Tab. 6 – Cronoprogramma PIST Fasi del progetto Scadenze temporali
FASE PREPARATORIA 1997 1998 1999 2000- 2001 Analisi critica dell'esperienza PRIMAVERA maturata nella fase di programmazione 1994-1996 Attività di ascolto del territorio ESTATE Definizione del modello di AUTUNNO intervento e individuazione aree bersaglio Attività di informazione nelle aree AUTUNNO interessate prima e dopo pubblicazione del Bando FASE DI PREDISPOSIZIONE Presentazione della Manifestazione OTTOBRE di interesse Verifica e discussione critica delle NOVEMBRE/ MI DICEMBRE Predisposizione e presentazione dei MARZO PIST FASE DI VALUTAZIONE Selezione e approvazione AGOSTO graduatoria Processo negoziale tra Regione e SETTEMBRE/ soggetti capofila OTTOBRE FASE DI ATTUAZIONE GENNAIO Inizio lavori e completamento PIST 2000/ DICEMBRE 2001
2.5 La fase di sono stati 18 mentre il numero di quelli approvati e ammessi a contributo implementazione dei pubblico è pari a 13, di cui 10 in aree PIST turisticamente deboli.
Le Manifestazioni di Interesse presen- I Comuni dell'Obiettivo 2 coinvolti tate sono state 27, i Progetti selezionati nell'attuazione dei Progetti Integrati di
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sviluppo turistico sono stati 106 e le associazionistico: imprenditori, Province interessate dagli interventi tre: associazioni, pro loco, enti parco, altre Torino, Alessandria e Verbano-Cusio- associazioni, esercenti privati, APT. In Ossola. certi casi si tratta di una coalizione locale già sperimentata: per 5 Progetti Il ruolo di Capofila è stato svolto da (Cusio, val Pellice, Pinerolese, val diversi soggetti istituzionali. In Chisone, Bassa val Susa) i partecipanti particolare: in un caso dalla Provincia sono anche i principali soggetti che (Torino); in cinque casi da Comuni promuovono o partecipano alle altre (Verbania, Novi Ligure, Cantalupa, Leinì, iniziative di sviluppo locale del Ivrea); e nei restanti sette casi dalla territorio. Il coinvolgimento di operatori Comunità montana (Comunità Montana esterni è invece nullo. valli Orco e Soana, Comunità Montana La tabella che segue (tab. 7) riporta i Cusio Mottarone, Comunità Montana titoli dei Progetti, il soggetto capofila e i val Pellice, Comunità Montana soggetti sottoscrittori del Patto Pinerolese Pedemontano, Comunità associativo. L’ordine di esposizione è Montana Alta val di Susa, Comunità quello risultante del punteggio Montana valli Chisone e Germanasca, conseguito nella graduatoria di Comunità Montana Bassa val di Susa e ammissione, dal maggiore al minore. val Cenischia). In generale i soggetti che Il numero di interventi realizzati è pari a partecipano ai Progetti sono gli 246, di cui 63 ad opera di privati (Tab. operatori significativi del territorio 8). interessato, di tipo imprenditoriale o
Tab. 7 – Caratteristiche PIST - Fonte: IRES, 2002 N. TITOLO DEL PROGETTO SOGGETTO CAPOFILA SOTTOSCRITTORI DEL PATTO ASSOCIATIVO 1 Percorsi turistici verbani Comune di Verbania 16 Comuni, enti parco, 1 museo, Pro-loco, 22 privati, ass. operatori turistici, associazione “Haute Ruote”, 1 parrocchia 2 Sviluppo del turismo naturalistico nelle Provincia di Torino Provincia di Torino, Comunità valli di Lanzo Montana, 19 Comuni, 11 strutture ricettive, 2 sciovie, 2 sezioni CAI 3 Riqualificazione turistica delle valli Orco Com. Mont. valli Orco e 1 Comunità Montana, 7 e Soana Soana Comuni, parco, 1 campeggio, 1 hotel, Club Alpinismo Piemontese, asociazione “Amici GP” 4 Dolci terre di Novi Comune di Novi Ligure 7 Comuni, 4 hotel, 2 enti non profit 5 La montagna tra i due laghi Com. Mont. Cusio 1 Comunità Montana, 8 hotel, Mottarone 2 club alpini, 3 parrocchie 6 Consolidamento del sistema turistico Com. Mont. val Pellice 1 Comunità Montana, 9 della val Pellice Comuni 7 Sviluppo delle attività turistico-terziario Com. Mont. Pinerolese 1 Comunità Montana, 6 nel Pinerolese pedemontano Pedemontano Comuni, 2 agriturismo, 2 privati, parco Martinat, associazione equestre 8 Val Noce Comune di Cantalupa 2 Comuni, 4 privati, 3 enti non profit 9 Le ali del nuovo millennio in un angolo Comune di Leinì 11 Comuni, 3 privati, 1
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del Canavese associazione 10 Turismo quattro stagioni in Alta val di Com. Mont. Alta val di Provincia di Torino, 9 Comuni, Susa Susa Ente Parco, 9 Privati, Associazione studi militari, CAI, 1 casa per ferie 11 Vallinsieme Com. Mont. valli Chisone e 9 Comuni, 1 Hotel, 1 Germanasca impianto di seggiovie, 2 parchi, consorzio “Pra Catinat”, ass.ne culturale, Pro-loco, 1 consorzio, centro ecumenico Concistoro Valdese 12 Magia di arte, storia e natura Com. Mont. Bassa val di 21 Comuni, 4 privati, 2 Susa e val Cenischia parchi, CAI, 1 consorzio, 3 parrocchie 13 Laghi morenici e castelli del Canavese Comune di Ivrea 26 Comuni, ATL
Tab. 8 – Interventi realizzati dai PIST N° PROGETTO NUMERO NUMERO INIZIATIVE INVESTIM. INVESTIMENTO INVEST INTEGRATO INIZIATIVE INIZIAT. PRIV. SUL TOT. TOTALE PRIV. SUL TOT PRIVATO DEI PIST PRIVATE (%) (%)
1 Comune di Verbania 41 15 36 42834 19591 45 2 Provincia di Torino 19 12 63 8840 4772 54 3 Comunità Montana 15 2 13 4840 240 5 valli Orco e Soana 4 Comune di Novi 11 3 27 6929 1748 25 Ligure 5 Comunità Montana 17 9 52 27472 24243 88 Cusio Mottarone 6 Comunità Montana 21 3 14 8114 1562 19 val Pellice 7 Comunità Montana 8 1 12 12045 401 3 Pinerolese Pedemontano 8 Comune di 10 3 30 16043 9730 61 Cantalupa 9 Comune di Leinì 15 3 20 11344 3906 34 10 Comunità Montana 24 6 25 17045 6826 40 Alta valle Susa 11 Comunità Montana 18 2 11 10064 4218 42 valli Chisone e Germanasca 12 Comunità Montana 27 2 7 10217 794 8 Bassa valle di Susa e val Cenischia 13 Comune di Ivrea 20 2 10 8029 1872 23 Fonte: IRES, 2002
Ogni Progetto Integrato è costituito da incidere sullo sviluppo turistico locale. I un insieme di interventi di varia natura: Progetti mirano infatti a “favorire la infrastrutturali, di riqualificazione della nascita e l’affermarsi di nuove attività ricettività privata, iniziative di turistiche a valenza economico- promozione e commercializzazione imprenditoriale” e a “garantire la dell’offerta (Tab. 9). La dimensione redditività delle iniziative complessiva deve essere tale da complessivamente proposte, sia quella
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d’impresa, sia quella del contesto 1997-1999), dando così luogo ad un socioeconomico interessato, attraverso effetto moltiplicatore dell’investimento la creazione di nuovi posti di lavoro e lo iniziale. svilupparsi di altre attività” (DOCUP,
Tab. 9 – Tipologia interventi PIST N. SOGGETTI CAPOFILA TIPOLOGIA INTERVENTI FUNZIONALI 1 Comune di Verbania recupero sentieristica; creazione punti informativi; ristrutturazione strutture ricettive 2 Provincia di Torino fruizione naturalistica di una grotta; realizzazione di un giardino botanico; infrastrutturazione itinerario per la val Grande; centro polivalente; adeguamento rifugi alpini; ristrutturazione/ampliamento strutture ricettive 3 Comunità Montana valli creazione di strutture per accoglienza e informazione turistica; creazione di Orco e Soana due strutture per la collettività; valorizzazione della sponda del lago di Ceresole; realizzazione di una nuova struttura extralberghiera; recupero di due strutture ricettive; promozione del prodotto turistico; formazione per gli operatori 4 Comune di Novi Ligure valorizzare le risorse storico-culturali locali; migliorare l’offerta turistica e la capacità ricettiva; creare una rete integrata museale 5 Comunità Montana Cusio opere di arredamento urbano; riqualificazione ambientale; completamento di Mottarone un centro congressi; ristrutturazione di edifici; ristrutturazione e completamento di strutture alberghiere; realizzazione di attività promozionali 6 Comunità Montana val interventi in Bassa valle; centri di educazione ambientale; centri visita legati Pellice al turismo didattico ambientale; itinerari tematici; struttura informativa; organizzazione della segnaletica 7 Comunità Montana ricettività alberghiera ed extralberghiera; itinerari urbani ed extraurbani; Pinerolese Pedemontano aree turistiche attrezzate; centri visita ed esposizioni; attività convegnistiche; promozione del territorio 8 Comune di Cantalupa creazione di un punto informativo; creazione del museo mercato del prodotto; ampliamento di strutture sportive ricreative; ampliamento impianti per la ricettività 9 Comune di Leinì recupero di centri per la comunità; varie opere di arredo urbano 10 Comunità Montana ampliamento rifugi alpini ed escursionistici; strutture per l’informazione Alta valle Susa turistica; strutture museali; recupero sentieristica; ampliamento e recupero di strutture alberghiere; manutenzione di impianti a fune; programma promozionale; programma formativo 11 Comunità Montana ristrutturazione di strutture alberghiere ed extralberghiere e di un impianto a valli Chisone e fune; strutture per l’informazione turistica; infrastrutture per la qualificazione Germanasca ambientale; strutture museali; percorsi escursionistici; riqualificazione urbana; programma promozionale; programma formativo 12 Comunità Montana struttura centralizzata per il coordinamento dell’accoglienza turistica; Bassa valle di Susa e qualificazione della ricettività alberghiera ed extralberghiera; valorizzazione val Cenischia dei parchi esistenti; promozione della Via Francigena; promozione delle abbazie; strutture per la riqualificazione ambientale; strutture polivalenti 13 Comune di Ivrea comunicazione di prodotto; cartellonistica stradale e campagna pubblicitaria; formazione; monitoraggio delle strutture alberghiere Fonte: IRES, 2002
Per quanto riguarda l'assistenza tecnica, essa è stata fornita principalmente dalla 2.6 La valutazione dei Regione che, avvalendosi della Progetti Integrati di collaborazione dell'Associazione Cultura Turismo Ambiente (ACTA), ha sviluppo economica: accompagnato gli Enti nel processo risultati. progettuale, attraverso periodici incontri e la predisposizione di una I Progetti Integrati di Sviluppo turistico guida metodologica Progettare il sono stati oggetto di analisi da parte cambiamento. dell'Ires – Piemonte nel luglio del 2001
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(sei mesi prima del termine previsto per In questa ottica la valutazione dei la fine dei lavori). Progetti Integrati può essere vista come La valutazione si è proposta di misurare strumento finalizzato a individuare gli gli effetti indotti dai PIST, così come elementi di debolezza delle percepiti dai protagonisti degli Amministrazioni locali rispetto al interventi, relativamente a due aspetti processo di ideazione/implementazione considerati decisivi per “stimare” il e gestione di programmi complessi, in successo dello strumento di sviluppo modo da favorire l’identificazione delle locale. Il lavoro si è basato sulle soluzioni appropriate per promuovere considerazioni fornite dai responsabili la “territorializzazione” dello sviluppo e (almeno due) di ogni Progetto la centralità degli enti locali nella Integrato, in risposta a interviste in definizione dei percorsi di crescita. profondità strutturate ad essi somministrate. Attraverso questo Qui di seguito, si proverà a sintetizzare i strumento di indagine si è messa in risultati della valutazione. evidenza la percezione “condivisa” relativamente: Per quanto riguarda l'impatto • all'impatto degli interventi sul percepito, dalle interviste è emerso che territorio; l’impatto dei Progetti Integrati più • alla fase di attuazione e diffuso riguarda le nuove opportunità di implementazione, per comprendere lavoro, sviluppate in sette Progetti; il ruolo della programmazione l’impatto appare, invece, meno certo partecipata nei processi di sviluppo nel consolidamento o sviluppo locale. dell’economia locale (solo due Progetti si ritiene incidano sul mantenimento L'indagine si è proposta di analizzare il dell’occupazione e che solo quattro successo comparato dei Progetti, al fine abbiano un impatto sull’offerta di individuare le caratteristiche e gli turistica). elementi che possano avere concorso In merito allo strumento, emerge che ad esso. tutti i Progetti vengono considerati Il successo dei Progetti è stato studiato innovativi. Un diffuso giudizio positivo prendendo in esame due aspetti: (in 10 casi su 13) riguarda l’adeguatezza • performance generale, cioè un territoriale dei Progetti e la varietà degli impatto economico compatibile con interventi contenuti; maggiori dubbi vi l’equilibrio naturale, sociale ed sono stati (5 progetti) sulla dimensione economico locale (lo sviluppo quantitativa dell’investimento. Per sostenibile era un importante quanto vengano segnalati quasi obiettivo preposto alla politica dei ovunque elementi di debolezza, in Progetti Integrati); generale emerge una valutazione • integrazione, intesa come positiva sul “Progetto Integrato”. coinvolgimento di comparti Inoltre, per tutti i casi viene dichiarata produttivi diversi e comunicazione una crescita nella fiducia e nel dialogo tra soggetti pubblici e privati per tra i partner coinvolti, così come un concordare una linea di sviluppo aumento della capacità di iniziativa turistico organica e coerente. locale. Il valore dei Progetti Integrati, rispetto a Gli esiti delle interviste sono stati politiche tradizionali di finanziamento successivamente integrati dai dati di singoli progetti, viene attribuito a: amministrativi e finanziari del progetto. • migliore selezione dei progetti
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(valenza scelta da 12 Progetti); è stata scarsa. I PI, inseriti in contesti • maggiore capacità di utilizzo dei stazionari, hanno contribuito a contributi pubblici disponibili migliorare le condizioni economiche (valenza scelta da 12 Progetti); locali; per la quasi totalità di questi casi, • processo decisionale più veloce il livello di performance economica è (valenza scelta da 9 Progetti). ritenuto soddisfacente (Comune di Ver- bania, Comune di Novi Ligure, Co- La diminuzione della conflittualità viene munità Montana Pinerolese indicata solo in 4 casi. Pedemontano, Comunità Montana Alta La performance economica è stata val di Susa). misurata considerando le seguenti Si sono, infine, indagati legami tra con- variabili esogene ed endogene: il testo e integrazione. Da quanto è contesto; le relazioni esterne ai PI; lo emerso, nei PI inseriti in contesti stato di attuazione; la tipologia, intesa dinamici non sembra che la vitalità come volume d’investimento, economica dei territori abbia favorito complessità, tipo di realizzazioni. Ad l’integrazione. Appare significativo, ogni aspetto indagato nei Progetti è invece, l’alto livello di integrazione stato assegnato un punteggio. Questa raggiunto dai PI inseriti in territori classificazione individua i casi di economicamente depressi. Questi maggior potenziale economico locale, Progetti, che nella dimensione relativa Cusio Mottarone e val Pellice, e i casi di alla redditività si sono collocati ai livelli minor potenziale, Ivrea e valli Orco e più bassi, hanno sviluppato un’alta Soana. Per quest’ultimo caso, viene integrazione e hanno rivelato una segnalato il problema del ripristino possibile tendenza: un contesto territoriale a seguito dell’alluvione economicamente debole riesce ad dell’ottobre 2000. Per Novi Ligure e val accogliere le iniziative di sviluppo con Pellice, le conseguenze della crisi un maggior spirito di integrazione e dell’industria dolciaria locale. collaborazione. Per quanto concerne la relazione tra performance economica dei PI e 3. Programmi di Iniziativa contesto, il lavoro di valutazione non stabilisce una simmetria positiva netta Comunitaria Leader tra contesto dinamico e alta performance economica perché dei due Il Programma di Iniziativa Comunitaria PI inseriti in un contesto (PIC) LEADER, acronimo di Liaison Entre economicamente favorevole - Comunità Actions de Développement de Montana Alta val Pellice, Comunità l'Economie Rurale, sostiene progetti di Montana Cusio Mottarone - solo il sviluppo rurale ideati e gestiti primo caso sembra avere una buona direttamente da partner locali (pubblici incidenza sull’economia locale. Al e privati), al fine di promuovere uno contrario, l'indagine afferma che esiste sviluppo endogeno, integrato e una simmetria negativa tra contesto sostenibile dei territori. I beneficiari del debole e bassa performance Programma sono i Gruppi d’Azione economica: in tutti i Progetti inseriti in Locale (GAL), che elaborano Piani di territori nei quali l’andamento Sviluppo Locale (PSL) a partire dell’occupazione, delle presenze dall’identità, dalle risorse e dalle turistiche e dell’incremento impren- conoscenze specifiche del territorio. La ditoriale era in calo, l’incidenza eco- caratteristica principale del LEADER, nomica delle iniziative contenute nel PI quindi, è quella di adottare un’ottica
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territoriale anziché settoriale agricola, integrato e sostenibile dei territori. Il favorendo azioni di diversificazione del Programma prevede azioni mirate reddito, in primo luogo tramite stimolo all’acquisizione di competenze da parte alla nascita di attività turistiche e di della popolazione locale (assistenza valorizzazione della filiera agro- tecnica, sensibilizzazione, messa in alimentare. LEADER si è caratterizzato contatto dei referenti locali, anche per il suo metodo innovativo: elaborazione delle strategie attraverso azioni immateriali e di tipo d’intervento, formazione) e dimostrativo, favorisce un approccio all’attuazione di modelli innovativi di allo sviluppo “dal basso”. Introdotta con sviluppo rurale (valorizzazione e la riforma dei fondi strutturali nel 1988, commercializzazione di prodotti locali, la prima generazione dell’Iniziativa conservazione e miglioramento (LEADER I) ha coperto il periodo 1989- dell’ambiente, sostegno al 1993; vista la sua efficacia, la mantenimento delle culture autoctone, Commissione Europea ha deciso di sostegno a turismo rurale ed riproporla anche per il periodo 1994- artigianato tipico). 1999 (LEADER II), con azioni proseguite In Italia, il Responsabile del Programma fino all’anno 2002. Esaurita anche la LEADER è il Ministero delle Politiche seconda tornata, è stata rifinanziata Agricole (MiPa), mentre l'attuazione e nuovamente per il periodo 2001-2006 la gestione del programma sono di (LEADER plus). Nel presente capitolo, competenza delle Regioni. Inizialmente, dopo una descrizione dei caratteri il MiPA ha ripartito, secondo criteri generali del Programma e delle sue territoriali e di concerto con i principali risultanze a livello europeo e rappresentati regionali, i fondi tra le italiano (par. 3.1), si dà conto aree interessate dall’Iniziativa (aree dell'Iniziativa LEADER II (par. 3.2) e Obiettivo 1 e 5b); successivamente le LEADER plus (par. 3.3) in Piemonte Regioni (e le due Province Autonome di (LEADER I ha conosciuto in questa Trento e Bolzano) hanno elaborato dei Regione una limitata attuazione di cui si Programmi LEADER Regionali (PLR). Per accenna nel par. 3.1). Per entrambe le elaborare i PLR, procedere alla edizioni verrà esaminato l'iter attuativo selezione e finanziamento dei Piani di (par. 3.2.1 – par. 3.3.1), le modalità di Azione Locale e dei beneficiari finali, le selezione e le caratteristiche dei GAL Regioni hanno istituito delle (par. 3.2.2 – 3.3.2 - 3.3.3). Infine, si Partnership di Concezione e di richiameranno le pratiche previste dai Decisione. I criteri ed i parametri di regolamenti europei per valutare valutazione per la selezione variano da l'azione comunitaria in tre momenti Regione a Regione. In generale, però, distinti: ex ante, in itinere ed ex post. sono state predisposte modalità di selezione basate su un’analisi 3.1 I caratteri generali multicriteria, con l’assegnazione di un punteggio a ciascun fattore di Il Programma di Iniziativa Comunitaria valutazione prescelto (Inea, 1999). (PIC) LEADER, acronimo di Liaison Entre La candidatura di un’area, la Actions de Développement de presentazione di una strategia per il suo l'Economie Rurale, sostiene progetti di sviluppo e, una volta approvato il sviluppo rurale ideati e gestiti finanziamento, la successiva attuazione direttamente da partner locali, al fine di è affidata al Gruppo di Azione Locale promuovere lo sviluppo endogeno, (GAL). Il GAL si configura come un
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consorzio di istituzioni pubbliche, ascendente, la partnership locale, associazioni di categoria, strutture l’innovazione, l’integrazione multi- formative, organizzazioni non profit, settoriale, la cooperazione inter- istituti di credito e soggetti privati territoriale (compresa la cooperazione emanazione diretta ed esclusiva del transnazionale), la collaborazione in territorio. I GAL sono promotori della rete e, infine, una gestione e un strategia di sviluppo del loro territorio e finanziamento decentralizzati3 (tab. 1). responsabili della sua attuazione, sulla base dell'elaborazione di un Piano di Azione Locale (PAL). Il PAL è multisettoriale, finalizzato alla rivitalizzazione delle aree rurali attraverso un insieme integrato di interventi sia di carattere economico (piccoli interventi a sostegno del settore agricolo, turistico, artigianale, agroalimentare, ambientale) che socio- culturale (azioni per sensibilizzare, informare, e formare le popolazioni locali). I membri del GAL hanno la possibilità di designare un capofila amministrativo e finanziario capace di gestire le sovvenzioni pubbliche oppure di costituire una struttura comune con personalità giuridica che svolga tali funzioni. Nel periodo 1994-1999, il Programma ha previsto anche un altro soggetto beneficiario, l’Operatore Collettivo (OC): un soggetto pubblico- privato che promuove Piani di Azione Locale tematici.
La caratteristica principale di LEADER è quella di adottare un’ottica territoriale anziché settoriale agricola, favorendo azioni di diversificazione del reddito. Ancora nel periodo 2000-2006, però, il 90% del bilancio previsto per la Politica Agricola Comunitaria (PAC) era destinato a iniziative settoriali di sostegno ai prezzi e appena il 10% era finalizzato a misure di sviluppo rurale di carattere territoriale (tra le quali lo stesso Programma). Il “Metodo” LEADER descrive una forma di programmazione e attuazione che prevede l’applicazione combinata e 3 In questo caso i diversi significati del termine sinergica di otto elementi caratteristici: “integrazione” assumono una declinazione non l’approccio territoriale, l’approccio sempre coincidente con quella utilizzata nel rapporto (cfr. introduzione).
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Tab. 1 - Le 8 specificità del Metodo LEADER 1. Approccio Contrariamente ad un approccio settoriale, lo sviluppo territoriale si concentra su un territorio specifico, su un uso migliore delle risorse endogene, su un’integrazione orizzontale delle attività locali, sulle identità comuni e su una visione condivisa per l’area.
2. Approccio La partecipazione attiva di tutte le persone e le
ascendente organizzazioni interessate alla pianificazione, al Gli elementi locali processo decisionale e all’attuazione dello sviluppo (rappresentati dal Gruppo sociale e economico. locale o dalla strategia locale di sviluppo) 3. Gruppo locale Coalizione temporanea di individui o collettività sulla (approccio basato base di un contratto che vincoli tutti i partner alle sulla partnership) stesse condizioni e per lo stesso scopo. 4. Innovazione Per dare nuove risposte ai problemi esistenti dello sviluppo rurale, che forniscano valore aggiunto e incrementino la competitività territoriale. 5. Integrazione La combinazione di attività di diversi settori economici multisettoriale o di attività pubbliche e private in un unico progetto e la coerenza strategica tra diversi progetti rispetto ad una visione comune. Gli elementi translocali 6. Collaborazione in La capacità e la disponibilità all’azione collettiva (emergono dalle rete insieme ad altri soggetti indipendenti per uno scopo interazioni tra i Gruppi comune. locali e tra le loro 7. Cooperazione Cooperazione di un numero indefinito di gruppi rispettive strategie) transnazionale LEADER situati in almeno due Stati Membri per la progettazione, la produzione e la commercializzazione comune di merci o servizi. L’elemento verticale 8. Gestione e Affidare l’attuazione dell’iniziativa LEADER alle (rappresentato e attuato finanziamento strutture nazionali e regionali degli Stati Membri e ai dall’autorità di decentralizzati gruppi di azione locale, riducendo a livello di programmazione. programma il ruolo della Commissione alla Fornisce il quadro partecipazione ad una “partnership di pianificazione e gestionale entro il quale i di decisione”. Gruppi locali svolgono le loro attività) Fonte: OIR Valutazione ex post Iniziativa comunitaria LEADER, 2003
La prima generazione dell’Iniziativa diversificazione e l’aggiornamento di LEADER ha riguardato il periodo 1989- settori tradizionali in crisi nelle aree in 1993; vista la sua efficacia, la questione: agricoltura, artigianato e Commissione Europea ha deciso di PMI, servizi e turismo rurale (che da riproporla anche per il periodo 1994- solo ha assorbito il 40% del totale dei 1999 (LEADER II), con azioni proseguite finanziamenti). Inoltre, il Programma ha fino all’anno 2002. Esaurita anche la incoraggiato lo scambio di esperienze e seconda stagione, l’iniziativa è stata conoscenze a livello europeo tra i nuovamente finanziata per il periodo soggetti coinvolti. 2001-2006 (LEADER plus). La prima edizione ha prodotto buoni LEADER II è stato lanciato con risultati, soprattutto in relazione l'obiettivo di “promuovere le azioni all'esiguità del fondo a disposizione innovative proposte da operatori locali, (400 milioni di ECU), dimostrando pubblici e privati, in tutti i settori di l’efficacia di un approccio basato su una attività dell’ambiente rurale, diffondere logica di programmazione bottom up e queste esperienze concrete in tutta la sull’integrazione delle attività in Comunità e aiutare gli operatori rurali un’ottica di sviluppo locale. In Europa, i dei vari Stati membri che lo desiderano progetti realizzati dai 217 GAL di prima ad avvalersi dei risultati ottenuti in altri generazione hanno favorito la territori e a realizzare alcuni progetti in
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comune” (Decisione della Commissione Sezione Orientamento del FEAOG e per del 15 giugno 1994, trasmessa con l’8,8% dal FSE. Le aree Obiettivo 1 Comunicazione agli Stati Membri il 1 hanno ricevuto il 59,6% dei fondi UE, le luglio 1994). aree Obiettivo 5b il 37,7% e le aree Diversamente che per LEADER I, la Obiettivo 6 lo 0,9%. L’1,8% (31,44 M di Commissione ha scelto di attuare il ECU) è stato riservato agli organismi Programma LEADER II “nella maniera europei e nazionali istituiti per la più decentrata possibile”, in collaborazione in rete. Il Programma è partenariato con gli Stati Membri. stato attuato da 906 GAL e da 92 altri Durante il periodo di svolgimento del OP (Inea, 1999). Programma, sono stati istituiti 102 programmi operativi, cinque dei quali a Per quanto riguarda l'Italia, LEADER II livello nazionale (Danimarca, Grecia, ha interessato una porzione Irlanda, Lussemburgo e Portogallo) e gli significativa di popolazione e di altri a livello regionale. territorio rurale: ha beneficiato, infatti, dell’Iniziativa il 43% del territorio Le misure in cui si articola l'Iniziativa nazionale e il 16% della popolazione LEADER II sono quatto: italiana contro l’8% e il 3% del Leader I. 1) Misura A "Acquisizione di In particolare, considerando i territori competenze"; potenzialmente eligibili, le aree 2) Misura B "Programmi di innovazione selezionate nelle Regioni centrali e rurale"; settentrionali hanno rappresentato il 3) Misura C "Cooperazione 76% delle zone Obiettivo 5b, mentre transnazionale"; nelle Regioni meridionali il 57% 4) Misura D "Creazione di una rete dell’Obiettivo 1. Si tratta generalmente LEADER II". di aree geograficamente limitate con una bassa densità della popolazione e Per gli stanziamenti iniziali del la presenza di alcuni fenomeni comuni a programma l’UE, gli Stati Membri e le quasi tutte le aree rurali: Regioni hanno mobilitato un spopolamento, invecchiamento della finanziamento totale di 3.868,34 M di popolazione, elevato tasso di ECU; includendo le spese finali, disoccupazione, rilevanza degli occupati l’indicizzazione e la riserva di nel settore agricolo (fig. 1). programma il totale stimato ammontava a circa 5.373,92 M di ECU. Nel contesto italiano, l'attuazione del Dell’iniziativa LEADER II erano LEADER ha seguito, dal punto di vista beneficiarie le regioni degli Obiettivi 1, amministrativo-burocratico, un iter che 5b e 6 della programmazione europea; può essere distinto in due fasi: fino al 10% degli stanziamenti assegnati poteva essere utilizzato anche in zone PRIMA FASE rurali limitrofe, non coperte dagli o elaborazione dei PLR, da parte delle obiettivi suddetti. Il territorio rurale Partnership di Concezione e De- ammissibile a contributo doveva avere, cisione regionali, sulla base delle a titolo indicativo, una dimensione procedure d’applicazione fissate dalla locale inferiore ai 100 mila abitanti. Comunicazione, di una circolare del L’iniziativa LEADER II è stata MiPA e delle manifestazioni di cofinanziata da tre Fondi Strutturali interesse presentate da gruppi di Europei: per il 46, 5 % (1.794,89 M di operatori economici e sociali locali; ECU) dal FESR, per il 44,7% dalla o presentazione dei PLR alla CE;
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o emissione di una Decisione della CE mica (CIPE) per la quota di di approvazione e di assegnazione finanziamento nazionale; del contributo comunitario; o pagamento della Ragioneria o emissione da parte delle Giunte Generale dello Stato (RGS) a titolo di Regionali di una Decisione di anticipo dei contributi comunitari. approvazione dei PLR (e da parte dei Consigli regionali di una Legge di SECONDA FASE: autorizzazione all’attuazione dei PLR o elaborazione dei PAL da parte dei e di iscrizione delle risorse in GAL/OC; bilancio); o presentazione dei PAL entro le date o successivamente alla Decisione della indicate nei PLR; CE e contemporaneamente alle fasi o selezione e emissione di una Delibera precedentemente descritte, appro- di approvazione della graduatoria dei vazione da parte del Comitato Inter- PAL selezionati; ministeriale Programmazione Econo- o emissione del primo accredito ai GAL.
FIG. 1 – LEADER II in Italia
Fonte. Inea, 1999
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Il Programma è stato attuato da 163 e culturale), e sostenerne la cre- GAL e 11 OP (tab. 2). Mediamente ogni scita; GAL era composto da 19 soci: la 4. individuare nuovi sbocchi di mer- componente privata era più cato; rappresentata, essendo in media 11 5. promuovere e sostenere forme as- soci rispetto a 8 di quella pubblica sociative fra i produttori; (Inea, 1999). 6. recuperare e consolidare l’appar- tenenza socio-territoriale. Nei Piani di Azione Locale sono state individuate modalità di Tra i settori strategici di intervento, programmazione diverse ma, in importanza particolare è stata data ai generale, esse possono essere settori del turismo rurale e delle piccole ricondotte ai seguenti assi strategici: e medie imprese (artigianato tradi- 1. riqualificare l’offerta produttiva zionale ed agroalimentare), i quali locale (da quella turistica a quella hanno assorbito buona parte delle artigianale e agricola); risorse finanziarie. La maggiore atten- 2. favorire lo sviluppo di attività zione verso questi settori è motivata economiche alternative e com- dal fatto che essi rivestono un ruolo plementari a quelle attuali; strategico nei processi di sviluppo 3. stimolare la domanda di servizi economico dei sistemi territoriali rurali. zonali (di natura economica, sociale
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Tab. 2- Distribuzione GAL e OP per Regione nel LEADER I e LEADER II REGIONE LEADER II LEADER I GAL OP GAL ABRUZZO 7 0 2 BASILICATA 9 2 3 BOLZANO 3 0 1 CALABRIA 16 0 2 CAMPANIA 7 0 3 EMILIA ROMAGNA 4 0 0 FRIULI V.G. 2 0 0 LAZIO 9 0 1 LIGURIA 6 0 0 LOMBARDIA 3 0 0 MARCHE 4 0 2 MOLISE 3 0 1 PIEMONTE 12 1 2 PUGLIA 14 3 2 SARDEGNA 10 2 1 SICILIA 23 2 2 TOSCANA 10 0 2 TRENTO 2 0 2 UMBRIA 6 0 2 VALLE D'AOSTA 1 0 0 VENETO 12 1 1 TOTALE 163 11 29 Fonte: Inea, 2002
Per il periodo 2000-2006, la e delle risorse. La definizione dei Commissione ha introdotto LEADER territori oggetto di LEADER plus plus. Con la Comunicazione della avviene, in pratica, attraverso due fasi Commissione del 14 aprile 2000, successive: l’Unione Europea ha reso noto che • individuazione delle aree rurali possono beneficiare dell’Iniziativa elegibili (azione di competenza della LEADER plus tutti i territori rurali, a Regione); differenza di quanto accadeva con • definizione di territori rurali LEADER I e II, per i quali si faceva omogenei facenti riferimento ai riferimento alla zonizzazione adottata Gruppi di Azione Locale (formati per l’Obiettivo 5b. La Commissione attraverso un processo ascendente assegna agli Stati Membri (nel caso nell’ambito delle aree elegibili). specifico italiano alle Regioni) la facoltà di circoscrivere l’applicazione solo a LEADER plus si propone di incoraggiare talune zone, al fine di evitare i protagonisti dei territori rurali a un’eccessiva dispersione delle iniziative riflettere sulle potenzialità di sviluppo
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del loro territorio in una prospettiva di finanziario capace di gestire le lungo termine. Gli operatori locali sovvenzioni pubbliche oppure di attuano la strategia che essi stessi han- costituire una struttura comune con no elaborato, sperimentando nuove personalità giuridica che svolga tali forme: funzioni. LEADER plus sostiene tutte le • di valorizzazione del patrimonio misure ammissibili al finanziamento del naturale e culturale; FEAOG - sezione Orientamento, del • di potenziamento dell'ambiente FESR e del FSE. Sono ammissibili al economico (per contribuire alla cofinanziamento comunitario tutte le creazione di posti di lavoro); spese connesse alla partecipazione alle • di miglioramento della capacità reti, all'animazione, all'informazione, organizzativa delle rispettive alla gestione, alla sorveglianza e alla comunità. valutazione del programma. Pertanto, fatti salvi i progetti su scala ridotta, non sono ammissibili gli investimenti per L'iniziativa si articola nelle seguenti tre infrastrutture, né gli investimenti sezioni: produttivi di importo unitario elevato. Sezione 1: sostegno a strategie In sintesi, tra LEADER plus e le pilota di sviluppo rurale a carattere precedenti edizioni del Programma territoriale e integrato, fondate su LEADER si possono rinvenire le seguenti un approccio ascendente e sul differenze: partenariato orizzontale; i meccanismi di finanziamento, che Sezione 2: sostegno alla non prevedono più il ricorso a tutti cooperazione interterritoriale e e tre i Fondi Strutturali ma transnazionale; esclusivamente al Feoga- Sezione 3: creazione di reti tra tutti Orientamento; gli interventi i territori rurali della Comunità proposti nei Piani di Sviluppo però europea, beneficiari o meno di possono prevedere anche il LEADER plus, e tutti i protagonisti finanziamento di progetti di misure dello sviluppo rurale. ammissibili ai sensi dei regolamenti
relativi al Fesr, al Fse, allo Sfop; La cooperazione costituisce un l’area di intervento che è stata elemento fondamentale di LEADER estesa a tutti i territori rurali anche plus. Essa può concretizzarsi tra territori se sono diventati più selettivi i di uno stesso Stato membro e tra meccanismi per entrare a far parte territori di diversi Stati membri, di un territorio eleggibile; eventualmente addirittura di Paesi la cooperazione tra territori che può terzi. Inoltre, una considerevole attività essere sia all’interno di uno stesso in rete permette di valorizzare e Stato Membro, che tra territori di divulgare nuovi modelli di sviluppo diversi Paesi sia all’interno rurale rivelatisi pertinenti. Di norma, la dell’Unione Europea che oltre i popolazione di un territorio rurale deve confini. essere superiore a 10.000 abitanti, senza però superare i 100.000 abitanti Per il periodo 2000-2006 è stato nelle zone a maggiore densità, assegnato a LEADER plus uno dell'ordine di 120 abitanti/km2. stanziamento complessivo del FEAOG - Beneficiari del contributo LEADER plus sezione Orientamento, pari a 2.020 sono i GAL che hanno la possibilità di milioni di EURO a prezzi 1999. Il FEAOG, designare un Capofila amministrativo e sezione Orientamento, può contribuire
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per una quota massima del 75 % del gione ha partecipato a tutte e tre le costo totale ammissibile nelle regioni edizioni dell’Iniziativa LEADER. Nei interessate dall'obiettivo 1 e del 50 % paragrafi seguenti si prenderanno in nelle altre Regioni. considerazione solo LEADER II e LEADER plus, in considerazione del In Italia, LEADER plus ha previsto un fatto che il Programma LEADER I ha investimento complessivo di 746 milioni conosciuto una limitata attuazione. di euro, dei quali il 40% destinato alle Regioni Ob.1. La quota di contributo Per il periodo di programmazione 1988- pubblico ha rappresentato il 65% delle 93, infatti, la Regione Piemonte aveva risorse disponibili. Le risorse destinate individuato un’area eleggibile all'Italia hanno subito una sensibile all’Obiettivo 5b piuttosto ristretta: i riduzione rispetto al precedente territori interessati erano quelli della periodo di programmazione; inoltre zona collinare meridionale di maggiore l'iniziativa è stata estesa a tutte le aree altitudine, l’Alta Langa (Provincia di rurali del paese. Ciò ha comportato una Cuneo e Asti). modifica sostanziale della ripartizione finanziaria tra Regioni a favore di quelle L’attuazione di LEADER I in Piemonte è del Centro-Nord, che nella passata stata pertanto limitata, sia in termini di edizione erano coinvolte, propor- area che di popolazione interessata. Si zionalmente in misura minore, costituirono solo due GAL: limitatamente alle aree ex Obiettivo 5b. GAL Alta Langa, formato da 43 A livello nazionale era previsto un comuni in provincia di Cuneo, con numero massimo di GAL finanziabili una superficie territoriale di 487 pari a 128, con una riduzione di circa 70 km2 e una popolazione di 20.583 gruppi rispetto alla passata abitanti al 1981; programmazione. A ciò ha corrisposto GAL Borba, costituito da 25 comuni un aumento della dotazione media per i in provincia di Asti, con una GAL fino a raggiungere circa 5,5 M di superficie di 476 km2 e una euro. La ripartizione tra componente popolazione di 15.713 abitanti. pubblica e privata all’interno dei GAL ha visto una predominanza della parte L’esperienza di LEADER I ha mostrato privata, pari al 57% della compagine notevoli difficoltà di avviamento e societaria a livello nazionale. Ciò in gestione a scala locale; inoltre, data la risposta alle nuove regole di piccola dimensione territoriale e funzionamento del LEADER plus che finanziaria dell’iniziativa, l’impatto sul limitava la presenza dei soggetti territorio rurale della Regione è pubblici ad una quota inferiore al 50% risultato modesto. L’effetto di maggiore del totale. Il rapporto tra presenza rilevanza è attribuibile alla formazione pubblica e presenza privata non dei due GAL che sono riusciti a presentava variazioni significative tra consolidare leadership locali, Regioni Ob.1 e fuori Ob.1 (Inea, 2005). partecipando successivamente anche a LEADER II (si veda la Valutazione Inter- Per quanto riguarda il Piemonte, la Re- media LEADER II, 2000).
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3.2 Il Programma LEADER II I. stabilizzare la popolazione e 4 intensificare il presidio del territorio, in Piemonte unendo agli interventi di sostegno all’agricoltura azioni mirate alla Come già sottolineato, l’Iniziativa nascita di iniziative per l’integrazione Comunitaria LEADER nasce dall’idea dei redditi nel mondo rurale; che per offrire alle comunità rurali II. promuovere la tutela ambientale nuove prospettive di sviluppo sia attraverso interventi di salvaguardia necessario valorizzare le risorse del territorio, in modo da rendere endogene dei territori e affidare la compatibili i diversi settori produttivi guida delle azioni agli stessi soggetti e consentire un uso appropriato delle locali. Negli anni in cui veniva elaborato, risorse ai fini di una valorizzazione tale approccio assumeva un carattere economica delle stesse; sperimentale poiché in Europa III. rafforzare l’economia attraverso il mancavano esempi di politiche di miglioramento della qualità e la intervento di tipo bottom-up per lo diversificazione dei prodotti locali ed sviluppo rurale. il rafforzamento dei processi di I risultati conseguiti da LEADER I hanno commercializzazione; orientato nel periodo 1994-1999 le IV. stimolare la crescita delle capacità scelte della Commissione Europea, che imprenditoriali offrendo i supporti ha individuato come leve strategiche su professionali necessari alla diffusione cui puntare i seguenti fattori: dell’innovazione tecnologica. o l’innovazione, considerata la risposta più efficace ai cambiamenti radicali Relativamente al carattere innovativo, che attraversano il mondo rurale; dimostrativo e di trasferibilità degli o la realizzazione di progetti di interventi, la deliberazione della Giunta investimento, aventi un carattere Regionale n. 120-16241 (approvata in dimostrativo e trasferibile; data 27/01/97), fissando le “Modalità di o la definizione di progetti di predisposizione, valutazione e selezione cooperazione transnazionale tra aree dei Piani di Azione Locale” (PAL), rurali, per la condivisione di buone stabiliva all’articolo 4 che “gli interventi prassi e lo scambio di esperienze e previsti dai PAL dovranno essere know-how tra tutti i soggetti locali, innovativi, dimostrativi e trasferibili. nell’ambito di una rete europea Saranno pertanto considerati coerenti LEADER per lo sviluppo rurale. con il PLR gli interventi che: o sono innovativi poiché il metodo di occio ai problemi è di tipo L’obiettivo principale del PLR Piemonte appr integrato; ciò significa che le azioni era di favorire lo sviluppo della previste dovranno essere collegate popolazione rurale sia dal punto di vista fra loro (non potranno cioè essere economico che sociale. La strategia fine a se stesse) e dovranno prevista per il conseguimento di tale riguardare settori diversi in un’ottica obiettivo si articolava nei seguenti di sviluppo multisettoriale. punti: Potranno inoltre essere considerati
innovativi gli interventi che
4 La ricostruzione è basata sui rapporti di privilegiano azioni che non siano valutazione effettuati dalla società mai state sperimentate in Ernst&Young. Si ringrazia la Dott.ssa C. precedenza sul territorio oggetto Cominotti per il materiale fornito.
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dell’intervento; • vigilanza sulla corretta attuazione o sono dimostrativi poiché le azioni del programma ai fini del previste costituiscono un valido conseguimento degli obiettivi esempio cui far riferimento; fissati, definendo anche idonee procedure di controllo; o sono trasferibili poiché potrebbero • autorizzazione delle variazioni dei essere realizzati in aree piani finanziari dei PAL nel limite del caratterizzate dagli stessi problemi 10% fra una voce e l’altra; anche in zone diverse dal territorio • proposta alla Commissione Europea regionale.” di eventuali variazioni e L’attuazione del PLR è stata assicurata adeguamenti del PLR che si fossero grazie all’attività di due strutture di resi necessari, anche per accele- coordinamento e indirizzo: la rarne la realizzazione; Partnership di concezione e di decisione • comunicazione al Comitato di Sor- e la Partnership di consultazione. veglianza delle informazioni riguar- L’autorità responsabile del do l’andamento del Programma. coordinamento della Partnership di In relazione all’approvazione dei bandi Concezione e Decisione è stato il di gara e all’attestazione della Settore Politiche Comunitarie della congruità tecnica e finanziaria dei Direzione Economia Montana e Foreste singoli progetti, il documento regionale della Regione Piemonte. dal titolo “Modalità di attuazione e In base a quanto previsto dal PLR rendicontazione dei Piani di Azione Piemonte, alla Partnership di Locale”, stabiliva al punto 6.1 che i concezione e decisione (istituita con bandi di gara devono essere approvati deliberazione di GR n. 159 - 12566 del dal Consiglio di Amministrazione (dei 30 settembre 1996) erano attribuiti i GAL) e, successivamente, al fine di seguenti compiti: acquisire il parere di non difformità • ricezione delle proposte degli Enti rispetto alla normativa comunitaria, pubblici per l’attuazione della nazionale e regionale, il bando deve Misura a) “Acquisizione di essere trasmesso alla Partnership di competenze”, valutazione del concezione e decisione, la quale è contenuto in rapporto agli obiettivi tenuta a rispondere entro 20 giorni che la Misura, proposta e lavorativi dal ricevimento.” definizione dell’entità del Sempre lo stesso documento stabiliva finanziamento; al punto 6.2 che «I progetti esecutivi, • messa a punto del meccanismo di approvati dal Consiglio di valutazione dei PAL e selezione Amministrazione del GAL, devono definitiva degli stessi; essere inoltrati alla Partnership di • definizione delle apposite concezione e decisione la quale è procedure per l’istruttoria tecnico- tenuta ad attestarne la congruità amministrativa dei singoli progetti e tecnica e finanziaria, a seguito dei bandi pubblici; dell’istruttoria effettuata a cura dei • formulazione del parere di non Settori regionali competenti, entro 20 difformità rispetto alla normativa giorni lavorativi dal ricevimento». regionale, nazionale e comunitaria Sempre lo stesso documento stabiliva al sui bandi presentati dai GAL, punto 6.2 che «I progetti esecutivi, attestazione della congruità tecnica approvati dal Consiglio di Amministra- e finanziaria dei singoli progetti; zione del GAL, devono essere inoltrati
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alla Partnership di concezione e La Misura A) riguardava le azioni di decisione la quale è tenuta ad assistenza tecnica ai GAL ed agli OC da attestarne la congruità tecnica e attuare preliminarmente alla finanziaria, a seguito dell’istruttoria progettazione del Piano di Azione effettuata a cura dei Settori regionali Locale (PAL). Poteva essere attivata, su competenti, entro 20 giorni lavorativi richiesta specifica dei beneficiari o dal ricevimento». autonomamente dalla Regione per In tal modo, la Regione Piemonte favorire l'animazione territoriale in zone fissava una serie di regole volte a marginali. garantire un efficace controllo ex-ante In particolare, la Misura prevedeva le sulla conformità dei bandi e sulla seguenti azioni: congruità dei singoli progetti esecutivi. • diagnosi territoriale locale; Tale impostazione, non comune alla • sensibilizzazione della popolazione gestione di altri Programmi Leader all'iniziativa; Regionali, aveva lo scopo di ovviare alle • assistenza tecnica per la forti carenze evidenziatesi nella fase di costituzione di partnership; elaborazione dei PAL. • assistenza tecnica per l'elaborazione Il PLR Piemonte ha previsto che la di strategie locali per lo sviluppo Partnership di consultazione (costituita locale; con delibera di G.R. n. 141-43654 del 6 • marzo 1995) «potrà essere consultata al assistenza tecnica per la ricerca di momento della selezione dei PAL, e finanziamenti. comunque ogni qualvolta la Partnership di concezione e decisione lo ritenga La Misura B) era costituita dall'insieme necessario». delle azioni finalizzate allo sviluppo Con la delibera di Giunta Regionale n. territoriale integrato, proposte a livello 159-12566 del 30 settembre 1996 è locale e presentate dai GAL e dagli altri stata costituita una Commissione OC. In essa viene privilegiata la tecnica interassessorile - unità flessibile presentazione di progetti multisettoriali di supporto ai lavori della Partnership di di sviluppo integrato, ad opera dei GAL, concezione e decisione - composta da dotati di tre caratteristiche: innovazione funzionari regionali designati dai Settori rispetto al contesto locale, carattere regionali interessati, su richiesta del dimostrativo e trasferibilità. La Misura Settore Politiche Comunitarie della dalla Regione Piemonte è stata Direzione Economia Montana e Foreste, articolata in cinque Sottomisure, che secondo le necessità emergenti dai PAL. contenevano le azioni ammissibili: Per quanto concerne il contenuto del Sottomisura 1 “Assistenza tecnica allo Programma LEADER II della Regione sviluppo rurale”. Azioni ammissibili: Piemonte (PLR), sulla base degli costi d’esercizio; orientamenti strategici comunitari, esso dotazione dell’attrezzatura è stato articolato in tre Misure: informatica necessaria Misura A): Acquisizione di competen- all’attuazione del progetto da ze. parte del GAL; Misura B): Programmi di Innovazione sensibilizzazione della comunità Rurale. locale sull’identità e sulle Misura C): Cooperazione transnazio- prospettive di sviluppo del nale territorio;
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