Itinerario Tra Le Opere Nel Territorio Conegliano
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da Cima da Conegliano al rogo di Riccardo Perucolo a cura di Giandomenico Romanelli e Giorgio Fossaluzza Conegliano, Palazzo Sarcinelli, 1 marzo - 8 giugno 2014 itinerario tra le opere nel territorio conegliano L’itinerario attraverso i luoghi dell’arte e degli artisti di questo primo inquieto Cinque- cento inizia proprio da Conegliano: “una quasi città” che si rapporta con il suo castello, arroccato sulla collina subito sopra. La città nasce con l’espansione della borghesia dal Trecento in poi, si snoda ai piedi della collina con un’asse viaria unica, principale, la Strada Granda, attualmente via xx Settembre, sulla quale prospetta il Palazzo Sarcinelli. Nel Palazzo i fregi affrescati nell’androne e nel salone al piano nobile (in parte visibili), e altri fregi sulla facciata che prospetta sul cortile interno sono realizzati da Riccardo Pe- rucolo, e sono la sua unica testimonianza artistica. Alcuni di questi, di altra mano, sono forse di Francesco Beccaruzzi. riccardo perucolo e francesco beccaruzzi Conegliano, Palazzo Sarcinelli, Fregi L’itinerario urbano comincia uscendo o affac- ciandosi da Palazzo Sarcinelli. Si nota il fronte del Monte di Pietà, una straordinaria copertu- ra totale della facciata con angeli che recano, tra nuvole, i simboli della passione di Cristo, rappresentato in pietà nella lunetta centrale. Gli affreschi sono opera di Ludovico Fiumicelli, artista di origine vicentina operante negli anni venti e trenta a Conegliano, poi passato a Treviso e Padova. Pittore noto per poche opere con le quali si mostra interprete dell’arte di Tiziano e di Pordenone e che, nella facciata del Monte di Pietà (oggi Albergo Canon d’oro), compie un’opera di grande libertà compositiva, sostenuta proprio dal modello di Pordenone, veramente molto rara nell’ambito delle facciate affrescate di cui la Marca Trevigiana è così ricca. 1 itinerari ludovico fiumicelli Conegliano, Monte di Pietà, Affreschi della facciata L’altro punto importante lungo la Strada Granda è la Scuola della Confraternita laicale di Santa Maria dei Battuti. Furono i com- ponenti di questa Scuola a promuovere la costruzione del Duomo nel corso del rinnovamento della parte bassa della città, che muta e si differenzia rispetto alla città più antica del castello. I confratelli commissionano la pala a Cima da Conegliano nel 1492 e, negli anni venti del Cinquecento, il ciclo di affreschi della Sala delle riunioni della confraternita che occupa il grande spazio sopra il porticato antistante il Duomo. Tali affreschi sono di Francesco da Milano, artista dunque di origini lombarde ma già da tempo documentato a Conegliano e a Serravalle, il quale rimane all’opera nel territorio fino agli anni quaranta. Qui realizza il ciclo con Storie di Cristo desumendo le figure, i paesaggi e le scene stesse dalle xilografie di Albrecht Dürer (realizzate poco tempo prima, un decennio, due, prima del loro utilizzo a Conegliano). Per i dettagli dei paesaggi egli mescola alle incisioni di Dürer quelle di Giulio e Domenico Campagnola, due artisti legati al mondo giorgionesco e tizianesco. Ma per le figure di forte impronta espressiva attinge anche al repertorio grafico di Martin Schongauer, grande incisore di Colmar che fu modello ideale di incisore anche per lo stesso Dürer. Francesco da Milano, che viene da fuori, a Conegliano dà prova, impegnandosi per una confraternita laicale, di un lin- guaggio aperto a tutte le istanze che vengono dal mondo d’Ol- tralpe, ma dimostra anche di conoscere bene anche la linea più moderna della pittura veneziana – quella di Giorgione e Tiziano – attraverso la grafica dei Campagnola. Prima di accedere alla splendida Scuola dei Battuti salendo la sca- la esterna a fianco del Duomo, si può entrare dal porticato nella chiesa attraverso il portale maggiore. All’altare maggiore è collocata la pala di Cima del 1492. Poco noti ma degni di attenzione sono i Quattro patriarchi (Abra- mo, Giacobbe, Noè, Mosè) di Marco Basaiti. marco basaiti I quattro patriarchi (Abramo, Giacobbe, Noè, Mosè) Conegliano, Duomo 2 itinerari francesco da milano Affreschi della Scuola dei Battuti Conegliano, Scuola dei Battuti, via xx Settembre 44 La passeggiata cittadina comprende le opere d’arte esposte alla città, si può visitare quello che oggi si definisce “il museo diffuso”. Per esempio il sottopor- tico di Casa Sbarra, che si trova all’angolo di piazza Cima. Un bel palazzetto gotico con una decorazione in facciata molto ben conservata della fine del Quat- trocento. E qui, proprio nel sottoportico, circa nel 1530, Francesco Beccaruzzi realizza un affresco: apre un tendaggio e fa vedere una Madonna con il bambino fiancheggiata da santi. francesco beccaruzzi Conegliano, Affreschi del sottoportico di Palazzo Sbarra Salendo verso il castello, si imbocca una strada mol- to particolare, a ridosso delle mura carraresi tardo trecentesche della città che su quel lato sono parti- colarmente ben conservate. Quasi alla fine di questo percorso ben restaurato e custodito, giunti in pros- simità del castello, si incontra una chiesina dedicata alla Madonna della neve. Al suo interno sono sta- ti recuperati una ventina di anni fa gli affreschi di Francesco Beccaruzzi degli anni venti. Anche qui c’è una Madonna con il bambino, un’immagine votiva preesistente messa come immagine di protezione all’interno di una porta che controllava l’accesso alla rocca, al castello. Successivamente questa im- magine devozionale venne valorizzata perché Beccaruzzi compose attorno un riquadro con angeli musicanti per dare di nuovo valore a questa immagine di protezione. Siamo intorno al 1520, quando ormai non aveva più significato una porta di controllo all’ac- cesso al castello e quindi questa costruzione – un tempo di baluardo, di sicurezza – viene trasformata in oratorio. francesco beccaruzzi Affreschi dell’Oratorio della Madonna della neve Conegliano, Chiesa della Madonna della neve Tornando al piano e dopo essere passati di nuovo da- vanti al Monte di Pietà, si giunge alla Porta Montica- no, uno degli accessi principali alla città, l’unico che 3 itinerari si conserva nella sua struttura antica, cinquecentesca, che prospetta verso il Friuli. Qui si conserva abbastanza integra la grande immagine policroma monumentale del Leone di san Marco che tradizionalmente è assegnato a Giovanni Antonio Pordenone. Ciò può essere vero per quanto riguarda l’ideazione. In realtà è probabilmente opera del genero di quest’ultimo, quel Pomponio Amalteo che lavora in modo sistematico con Pordenone. In ogni caso quest’opera, dal punto di vista dello stile, può con- fermare gli interessi per Pordenone e la sua scuola a Conegliano, dove il grande maestro è presente in fase giovanile. Si completa così l’itinerario urbano. giovanni antonio pordenone e pomponio amalteo Leone di san Marco e stemmi di podestà Conegliano, Porta Monticano campolongo di conegliano Uscendo nella periferia di Conegliano, a qualche chilometro a sud si incontra un borgo, ora indistinto dall’espandersi della città. A Campolongo di Conegliano si trova una chiesa, trasformata nel dopoguerra, che conserva ancora l’abside cinquecente- sca originaria. Entro un’incorniciatura in pietra sulla parete di fondo un trittico include le immagini ad affresco del Cristo crocefisso e dell’Annunciazione da attribuirsi a Ludovico Fiu- micelli, lo stesso artista che abbiamo citato per la facciata del Monte di Pietà. Sulla parete di destra del presbiterio cinque- centesco è emerso qualche anno fa un affresco coevo con la Re- surrezione di Cristo da attribuirsi probabilmente a Beccaruzzi. In questo edificio sacro inglobato nella città che si espande nel dopoguerra troviamo a confronto due artisti, uno coneglia- nese e uno vicentino, i quali costituirono una società che si sperimentò in lavori soprattutto a Treviso. Qui entrambi si trasferirono dopo la parentesi giovanile coneglianese. La loro esperienza conferma come situazioni artistiche trevigiane e co- neglianesi debbano essere lette unitariamente senza creare una storia dell’arte che guardi ai campanili. ludovico fiumicelli Cristo crocifisso e Annunciazione Campolongo, Chiesa parrocchiale francesco beccaruzzi Resurrezione di Cristo Campolongo, Chiesa parrocchiale 4 itinerari susegana Lasciando l’itinerario cittadino, il percorso può seguire il quadrante occidentale o il quadrante orientale. Scegliendo quello occidentale si prosegue, quindi, per Suse- gana. Nella Chiesa parrocchiale di Susegana si conserva un capolavoro assoluto del territorio: un grande dipinto su tavola, ottimamente conservato, la Madonna con bambino e santi di Giovanni Antonio Pordenone, 1515 circa. giovanni antonio pordenone Pala di Susegana Susegana, Chiesa parrocchiale L’artista fu a lungo a servizio della famiglia comitale dei Collalto, realizzando per essa un ciclo di affreschi e alcu- ne pale d’altare collocate nelle chiese del Castello di San Salvatore, oggetto di grande recupero negli ultimi anni. Le truppe italiane dalle postazioni di Nervesa della Battaglia, nel 1917 – siamo sulla linea del Piave che esce dal Montello proprio in prossimità del Castello – bombardarono il castel- lo e la chiesa subì grandi danni, in particolare fu perduta la Cappella vecchia o di San Salvatore che presentava un ci- clo di affreschi trecenteschi di notevole importanza dovuto a maestranze riminesi, in particolare a Pietro da Rimini e bottega del 1320 circa. La stessa chiesa per l’altra metà era af- frescata dal giovane Pordenone. Altre opere furono eseguite da Pordenone per le chiese dell’ambito del Castello di San Salvatore, la Trasfigurazione che si trova alla Pinacoteca