©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

NELIDA CAFFARELLO

LA NECROPOLI DI POGGIO ROTONDO

el 1951, in due campagne di scavo, fu esplorata la Sud- Ovest la valle dell'Orda e si inserisce nel quadro N necropoli sul colle di Solaia (Sarteano}, presso la geomorfologico di una re~one, che possiede nella sua sommità, denominata Poggio Rotondo, in due settori: il quasi totalità un suolo dt origine marina e vulcanica, pnmo su di un'area di mq 450, che comprende le tombe naturalmente ferace, ed un sistema idrografico, come vedre­ 1-12; il secondo, un po' più ad Ovest dell'area esplorata mo, utilmente distribuito. in precedenza, su di un'area di mq I .050, che comprende Attraverso la valle dell'Orda, che si immette in quella le tombe 13-23 e I e II a camera (fig. I). l) deii'Ombrone, che sfocia a Sud di Roselle, il territorio G. Maetzke c'informa che la ricognizione dell'intera poteva essere collegato a Roselle stessa e a Vetulonia, zon1 e le notizie raccolte sul posto circa occasionali rin­ utilizzando anche il valico de " La Foce " (m 555), l4) venunenti avevano permesso d'identificare vari gruppi di attraverso il quale l'area chiusina sarebbe venuta in con­ altre tombe a pozzetto ed a camera (di cui molte, ancora tatto con quella più ricca dell'Etruria costiera; J5) un accessibili, erano evidentemente quelle frugate ne11"8oo secondo itinerario, superato il torrente Paglia ad Acqua­ da tali Fanelli e Borselli), non tutti indicati nella Carta pendente, passando a Nord del lago di Bolsena e seguendo 2 Archeologica. ) principalmente il corso del fiume Fiora, raggiungeva I primi scavi a Sarteano furono infatti intrapresi con Vulci, 16> seguendo un percorso al quale erano interessati il solo scopo di recuperare gli oggetti allora considerati anche Saturnia e Poggto Buco; mentre una terza strada p1ù preziosi, trascurando di tramandarci notizie più det­ importante, superato l'Astro ne, la congiungeva alla valle tagliate circa i ritrovamenti, compromettendo, come osserva del Chiana, 1 7> allora navigabile (STRAB., V, 2, g), che, g1ustamente M. Cristofani, 3) la situazione archeologica immettendosi nel Tevere presso Orvieto, apriva i suoi di questo territorio, " letteralmente sconvolto dagli scavi traffici verso l'area falisca e Roma, seguendo un percorso ottocenteschi. " al quale erano interessati oltre che Volsinii-Orvieto anche Soltanto nel 1927 R. Bianchi Bandinelli, redigendo la Falerii e Veio. Carta Archeologica della zona di Santa Fiora, ci ha dato Chiusi, che ancora in età romana è indicata come cen­ precise indicazioni sui ritrovamenti presso Sarteano, che tro agricolo, " produttrice di cereali, vino ed olio" (LIV., investono luoghi più circonvicini a Chiusi, che ci hanno XXVIII, 45, 5i DroN., XIII, 10, n) e 11 notevole per la lasciato materiali più arcaici: oltre che Solaia: Albinaia, caccia e la pesca" (STRAB. V, 2, g), non è grande come en- Sferracavalli, Baccaciano, Casolimpia, Madonna della Tea Piamporcelli e Castiglioncello del Trinoro. 41 '' Già in epoca preistorica le vallate del Chiana e della Orci,, era no sede di una popolazione relativamente fre­ quente" 5) mentre nell'età del ferro quest'area è " carat­ t e riz:~ata da piccoli nuclei insediativi situati su basse colline lungo l'asse Tevere-Chiana e lungo transiti trasversali, collegati con il sistema fluviale dell'Ombrone" , 6> come Sarteano e dintorni, cui consegue " una situazione demo­ grafica che si configura per abitati SJ?arsi in forma di villaggi " 7) ad economia chiusa. Infatti l'area chiusina è caratterizzata da gruppi isolati di necropoli, relative a nucle1 di popolazione sparsi, che sviluppavano un'attività agricola, con una costante omogeneità di suppellettile, in cu1 si nota la netta prevalenza della ceramica, quasi sempre d'impasto grezzo, sugli oggetti di metallo. 8> Mentre il Pernier 9) aveva notato che " per tutta l'epoca etrusca e fino all'età romana un notevole centro abitato" era " nel sito del moderno paese di Sarteano ", R. Bianchi Bandmelli Jo) sottolineava come le tombe di Sarteano, oltre ad aver dato i materiali più arcaici, conservandoci una necropoli villanoviana, mostrano una dispersione analoga, anche se minore di quelle del centro di Chiusi. ul Sarteano è situato a km 6.750 a Sud-Ovest di Chiusi ed a c1rca 5 da Cetona, in una collina che forma un con­ trafforte alla base della montagna di Cetona dal lato nord. u) A circa un miglio dal paese, sul versante occi­ dentale del colle, si trova Solaia '' indicazione molto vaga." di " un'altura lunga vari chilometri e larga varie centm:ua di metri " sulla estremità settentrionale della • l settore <)Il settore quale, presso la sommità, è situato Poggio Rotondo. 13l Po_ggto Rotondo, a sua volta, separato dalla collina, su I - NECROPOLI DI SOLAIA, POCGIO ROTONDO - I E II SETTORE CUt SI erge Chiusi, dal torrente Astrone, domina verso (da /.G.M. /29 I NE e NO, 121 II SE e SO)

57 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Gli scavi, eseguiti dal1'8.s.r9sr al r8.5.195I e dal 23. 7·195I al 31.7.1951, a Poggio Rotondo hanno rivelato la presenza di un sepolcreto, prevalentemente ad incinera­ zione, caratterizzato da tombe a pozzo ed a ziro deposte in pozzetti scavati nel banco calcareo e di due tombe a camera. Delle venticinque tombe allora messe in luce, soltanto cinque {tombe nn. 3,4,5,8 e n) non erano già state violate o depredate in passato e ci avrebbero consentito di ricostruire una più attendibile fisionomia archeologica di questa zona del territorio chiusino-sarteanese; ma, purtroppo, la disastrosa alluvione di Firenze del novem­ bre del 1966, che riempi di acqua e fango i magazzini del Museo Archeologico, in cui erano conservati i reperti, oltre ad aver danneggiato i materiali, ha disperso alcuni fra di essi. In questa sede dunque ci si è basati sul giornale di scavo del 1951 e, dopo aver identificato e ricostruito il più fedelmente possibile i corredi delle varie tombe, si è preso in esame prima quelli delle cinque tombe allora reperite inviolate, poi i corredi delle altre, quest'ultime divise per tipologia: tombe a pozzetto, a ziro ed a 2 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO - TOMBA 31 liRO camera. (foto Sopr. Archeologica, Firenze)

tità di capoluogo, ma notevole per il numero cospicuo dei IL PRIMO SETTORE centri secondari. I centri antichi dislocati a Sarteano, Ceto­ na, Dolciano, Chianciano, ad Ovest Castelluccio di Pienza, a Nord Bettolle e Manciano, oltre il Tevere Città della TOMBA 3 (a ziro) Pieve, alcuni dei quali non solo già noti, come abbiamo Alla profondità di m 0.40 pozzetto di deposizione con visto, in epoca villanoviana ma anche preistorica, ci offrono lastra d1 copertura in arenaria grigiastra, rozzamente sboz­ "l'aspetto di un tessuto organizzato secondo una gerar­ zata in forma tondeggiante. a2) chia di centri, tipico appunto di un' econonia fondamental­ Dello ziro globulare d'impasto grezzo, color rossiccio, co~ mente agricola " , 18> ma precocemente aperta ai com­ evidenti inclusioni, decorato sulla spalla da quattro cornettt merci, agli scambi e quindi ai rapporti artistici, soprattutto e con il fondo piano - come si legge nel giornale di scavo - con I'Erutria costiera, l'area faltsco-capenate e Roma. si è conservato il fondo (inv. 106632. Diam. cm 21,5) in fram­ 1 menti ampiamente restaurati ed altri sei frammenti, più o Non va da ultimo dimenticato con G. Camporeale, 9> meno grandi ed anch'essi ampiamente restaurati (74/10582), che riconosce nelle grandi arterie fluviali delle direttrici alcuni dei quali conservano 1 cornetti e danno l'idea della da seguire, come non siano state trovate ancora tracce forma globulare compressa dello ziro (fig. 2). di strade del periodo arcaico, che partano o passino per Chiusi; tuttavta se ne può postulare l'esistenza, seguendo Corredo: le varie direzioni in cui hanno viaggiato i prodotti dalle 1) Ossuario d'impasto grezzo rosso-bruno, con accurata più prospere città dell'Etruria, soprattutto costiera, verso levigatura a stecca; a bocca leggermente rientrante con Chiusi stessa, fondamentalmente recettiva. orlo arrotondato, corpo tronco-conico situliforme con spalla Non possiamo che augurarci con O. Terrosi Zanco che distinta, decorata da profonde solcature irre~olari; anse oriz­ un'intensa esplorazione della bassa valle dell'Ombrone, zontali a bastoncello, ora rotte, impostate Immediatamente della val d'Orcia e della bassa val di Chiana sia presto sotto la spalla; fondo piano (figg. 3,1 e 4). realizzata. Infatti " nella valle del Clanis, Chiusi " , come Ri composto da più frammenti e integrato (74/1o569)· Inv. ro6633. AJt. cm I717i diam. bocca cm t3,5ì diam. abbiamo visto, " assume una notevole importanza fin dal mass. cm 15,8; diam. base cm 7,5-8; spess. cm o,6-o,g. villanoviano, ed è al centro di importanti raccordi stra­ dali che la univano sia al mare (Vetulonia e Populonia 2) Vaso sferoidale d'impasto rossastro con tracce evidenti attraverso il valico de La Foce e la valle dell'Ombrone), di difetti di cottura, mancante dell'orlo della bocca, a gola concava e fondo piano (figg. 3,2 e 4). sia ad Arezzo che a Volsinii (strada a cui si sovrappone Ricomposto da più frammenti e parzialmente integrato più tardi la Cassia storica) e a Perugia, mediante il tratto (74/10571). . . terminale della via Amerina, che anch'essa deve aver Inv. ro6634- Alt. mass. cons. cm 16; d1am. bocca ne. ripercorso tracciati più antichi". ao) cm 9,5-IOì diam. mass. cm 16,5; diam. base cm 7,5-8; I rapporti fra Chiusi e l'area falisco-capenate e sabina spess. cm 0,5-1. sono stati messi in rilievo da M. Cristofani Martelli, che 3) Fuseruola d'impasto molto grezzo color bruno a forma sottolinea non solo il fatto che Chiusi, in età orientaliz­ troncoconica (fig. 3,3). zante, " si rivela largamente ricettiva di apporti culturali Parte superiore scheggiata (74/10586). . muoventi dal distretto falisco-capenate e irradiantisi pro­ In v. 106635· Alt. cm 2,1-2,5; parte su p. cm 2, m f. cm 3· prio attraverso quella grande arteria che è il Tevere " , 4) Kantharos d'impasto giallognolo, lucidato in superfici_e ma anche che " un fenomeno di vasta circolazione di mediante una sommaria levigatura a stecca; anse verticah, materiali o di tradizione artigiana collega ... Chiusi all'area forse a nastro, sopraelevare (in parte mancanti), impostate falisco-capenate, i centri dell'alto Fiora e il territorio sull'orlo e nel punto di massima espansione del corpo; volsiniese al Tevere ". al) orlo leggermente estroflesso, labbro svasato, collo appena s8 -- ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

3 o 1 L!._j cm

4 o 2 LL.J cm

5 o 2 LL.J cm

o 2 6 LL.J cm o 4 LL.J cm

3 - NECROPOLI DI SOLAIA, P OGGIO ROTONDO- TOMBA 3: 1) OSSUario n. J i 2) vaso sjeroida[e n. 2 3) juseruola n. 3; 4) Kantharos n. 4; 5) coperchio n. 5; 6) frammento di vaso d'impasto n. 6

59 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

. Da Giorn. Scavo: entro il cinerario sopra le ossn furono nnvenute: 1) Perla di collana ad anello, di pasta vitrea turchina, con tre occhi cerchiati in giallo (diam. cm 1,1); 2) fibula di bronzo a sanguisuga con campanellino di filo di bronzo infilata, con staffa a canale frammentan. (lungh. cm 3,8); 3) campanella di bronzo a bastoncello (diam. cm 2,7), 4) involucro di campanellini di filo di bronzo con pic­ colissimi anellini d'osso amalgamati; 5) catenella pendaglio da fibula o per collana, formata da tre anellini (diam. cm 1,5) di lilo di bronzo; 6) altra c.s. con anellini più piccoli; 7) resti di spirale di filo di bronzo. Sul fondo del pozzetto di deposizione della tomba 3, lato sud, l'una accanto all'altra sono state inoltre rinvenute: 8-9) due fibule gemelle di bronzo con l'arco a figurina dt animale (cavallo o leoncino ?). L'una presenta l'ardiglione spezzato alla molla e la staffa a canale framm. (lungh. cm 7,5); l'altra è mancante di più della metà dell'ardiglione e tn parte della staffa (lungh. cm 7,5).

Al momento del rinvenimento l'ossuario n. 1, 231 quasi pieno di ossa combuste e di terra di rogo, era ricoperto dal vaso sferoidale n. 2, costituendo un antecedente del canopo (fig. 4); quest'ultimo è morfologicamente confron­ tabile " con i coperchi a forma di ciotola con espansione a globo in luogo del normale fondo piatto, verosimilmente da interpretare come una rappresentazione molto sche­ matica di una testa umana" 24) da Saturnia, asl da Vulci 26l e di provenienza sconosciuta, conservato al Museo di Villa Giulia a Roma, :17) documentato anche nella ceramica italo-geometrica 28> e nella produzione dei bronzi lami­ nati 2 91 a partire dalla famosa tomba del Carro di bronzo, la cui cronologia è stata fissata dal Colonna al primo quarto del VII secolo a.C. :10> Non va dimenticato che i coperchi dei più antichi canopi chiusini, che il Cristofani fa risalire alla prima metà del VII secolo a.C., sono proprio

4 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO

TOMBA 31 OSSUARIO N. I RICOPERTO DAL VASO SFEROIDALE N. 2 COME ALL'ATTO DEL RINVENIMENTO (foto Sopr. Archeologica, Firenze)

concavo, spalla tesa, ventre globulare schiacciato, piede stretto ad anello, leggermente svasato con fondo convesso. Esso è decorato sul ventre, all'altezza dell'impostazione delle anse e da esse equidistanti, da due cuppelle circondate superiormente da impressioni semicircolari (figg. 3t4 e 5). Ricomposto da più frammenti e ampiamente integrato, soprattutto alla bocca ed al piede; le anse, spezzate, sono quasi totalmente scomparse (74/10565). Inv. ro6636. Al t. mass. cons. cm 8,6; diam. bocca ric. cm 5; diam. mass. cm 8,7; diam. piede cm 3; spess. cm 0,3- J· 5) Coperchio d'impasto, molto grezzo con inclusi evidentis­ simi, color rossiccio; con presa a cornetto, bacino irrego­ larmente concavo ed orlo a taglio arrotondato (fig. 3,5). La forma è alquanto irregolare (74/10573). Inv. ro6637· Alt. cm 5,7; diam. presa cm 3,7; diam. orlo cm g,8; spess. cm 0,5-3. 6) Parte inferiore di un vaso d'impasto rossiccio, molto grezzo con evidentissimi inclusi, a fondo piano. La forma non è accertabile (fig. 3,6). In due frammenti, ampiamente integrati (74/10570). 5 - NECROPOLI DJ SOLAIA, POGGIO ROTONDO

Inv. 106638. Alt. mass. cons. cm 8; diam. base cm 9 1:>i TOMBA 3, KANTHAROS N. 4 spess. cm o,8-I,7. (foto Sopr. Archeologica, Firenze) 6o ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

a forma di sfera, sulla quale sono appena accennati raluni particolari della faccia. 3•) La fuseruola n. 3, attestata nei corredi della I età del ferro, 32l fa parte di una classe di oggetti così differenziata, che non ci consente una classificazione più precisa, ma una semplice e generica definizione della forma. 33) Il kantlzaros n. 4 ricorda tipologicamente quello pre­ sente nel secondo complesso (acquisto Brogi 1892, Firenze, Museo Arch., inv. 7514D-75r8r) da una tomba a ziro da Montebello di periodo ' primitivo " 34) ed il kantlzaros (acquisto Brogi r882, Roma, Museo Pigorini, magazzini, inv. 24920) da una tomba presso Chiusi non meglio speci­ ficata, 35) ma privo delle due cuppelle; e morfologicamente, tenendo conto del fatto che il punto di frattura delle anse ci suggerisce che potevano essere a treccia, 36) i tre kantharoi dalla tomba del canopo Paolozzi delle Capanne (Firenze, Museo Arch., inv. 73572-'73574, inv. del complesso 73566), 37) l'ultimo dei quali è decorato sul collo e sulla spalla da un motivo a ventaglietti punteggiati; 38> il kantharos con anse a treccia da Cancelli (acquisto 1904, Firenze, Museo Arch., inv. 81873, inv. del complesso con canopo 8r86o) i 39) ed il kantlzaros del canopo fem­ 6 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO - TOMBA 41 ZIRO minile Brogi (Firenze, Museo Arch., inv. 72796, inv. (foto Sopr. Archeologica, Firenze) del canopo 72784). 40) Questi ultimi tre complessi andreb­ bero datati dal II quarto del VII secolo, col canopo Pao­ lozzi, alla fine del VII- inizi del VI secolo a.C., col canopo Inv. 106640. Alt. cm r6; diam. bocca cm 9,5; diam. Brogi. 4•> mass. cm 17,5; diam. piede cm 7; spess. cm 0,4-1 alle anse. Il coperchio n. 5 ci ricorda nella presa a cornetto di 2) Brocca d'impasto, molto grezzo, bruno con chiazze più forma caratteristica la fisionomia dei coperchi delle urne scure per difetto di cottura. Bocca conformata a becco a capanna e probabilmente doveva ricoprire in origine d'oca, corpo irregolarmente ovoide, ansa a bastoncello, il vaso n. 6 (forse un'olia?), del quale purtroppo è rimasta impostata sulla spalla e sull'orlo, che sormonta appena; solo la parte inferiore. fondo piano. La forma è alquanto irregolare {fig. 12,3). Per il tipo de!l'ossuario con coperchio a sfera (nn. I Ricomposta da tre frammenti e ampiamente integrata e 2) e del kantharos (n. 3) la tomba sembra databile nel­ alla bocca (74/II174). l'ambito del I quarto del VII secolo a.C. Inv. 106641. Alt. cm rg; diam. bocca cm 5,5 x 3 circa; Del materiale andato perduto, che si riscontra, eccetto diam. mass. cm 14; diam. base cm 8; spess. cm o,?- r,8. le fibule ad animale, 42 l frequentemente nei corredi della 3) Attingitoio d'impasto, molto grezzo, bruno. Labbro sva­ prima età del ferro, 43) notevole è la molteplicità degli sato, corpo ovoide, fondo piano, ansa verticale a baston­ ornamenti muliebri: vago di collana, 44) spirale, fuseruola, cello sormontante, impostata sull'orlo e a metà del ventre ecc. (fig. 12,5)· Non ci stupisce l'associazione di vasi d'impasto più accurati (nn. I, 2, 3) con vasellame d'impasto molto grezzo di chiara tradizione villanoviana, più volte riscontrato nelle tombe a ziro dell'area chiusina. 45\

ToMBA 4 (a ziro) Alla profondità di m 0,50 viene rinvenuta la lastra di coper­ tura in arenaria, rozzamente squadrata (m 0,50 x 0,52), che chiudeva la bocca dello ziro, incementato nella terra cal­ carea, che venne attentamente ricuperato. Ziro- ossuario 46) d'impasto grezzo color rossiccio, abba­ stanza uniforme, a corpo globulare schiacciato, bocca ad orlo arrotondato, labbro curvilineo, breve collo concavo (gola), fondo piano (figg. 6 e 12,1). Integro (74/II515). Inv. 106639· Alt. cm 41,5; diam. bocca cm 24; diam. mass. cm 44; diam. base cm 26,5; spess. cm 1,5-2. Corredo: 1) Vaso del tipo detto a "melone'', d'impasto bruno, luci­ dato in superficie. Orlo arrotondato con labbro ad anello, breve collo appena tronco-conico, corpo globulare con spalla e ventre arrotondati, piccole anse verticali a nastro, sormontanti, impostate sulla spalla; piede ad anello. Deco­ rato sulla spalla da solcature, che formano una serie di

angoli a denti di lupo, prolungati con il vertice sul ventre 7 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO

e desinenti in cuppelle impresse (figg. 7 e 12,2). TOMBA 41 VASO "A MELONE" N. l Integro. 47l (foto Sopr. Archeologica, Firenze)

6r 5 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Integro (74 111 77) . Inv. 106642. Alt. cm 7 con l'ansa (6 del corpo); dia m. bocca cm 4i diam. mass. cm 6; diam. base cm 3; spess. cm 0,7- 1,2. 4) Calice d'impasto bruno rossastro, lucidato in superficie e di fauura accurata. Presenta il bacino a fondo concavo e risega aggettante, sulla quale s'imposta la parete verticale scanalata; basso piede troncoconico (figg. 8 e 12,6) Ricomposto da più frammemi e ampiamente integrato (74/II 181). Inv. ro6643. Alt. cm 8; diam. bocca cm 14,5; diam. mass. cm 14,8; diam. piede cm 6,8; spess. cm o,s- 1,2. s) Ciotola d'impasto molto grezzo, di color bruno nerastro con evidentissimi inclusi. Bacino a forma di tronco di cono rovesciato con labbro rientrante e fondo piano, leg­ germente convesso all'interno e profilato all'esterno (figg. 9 e 12.4). Integra (74 r 1730). Inv. ro6644. Alt. cm ?i diam. bocca cm 13 ; diam. base cm. 7i spess. cm o,6-I,J. 8 6) Grande fibula di bronzo a navicella cava con lunga staffa a canale, terminante a globetto, e parte della molla a due giri, che si adatta perfettamente all'ardigHone, ritrovato in loco durante lo scavo. 48) Decorazione: sull'arco alle estremità due tori alternati a ~ole; sul dorso tre profonde incisioni longitudinali, da cu1 si dipartono lateralmente tre coppie di due linee, anche esse profondamente incise, a zig zag; il motivo è sovrapposto a tre fasci di fitte linee trasversali parallele graffite (figg. 10 e 12,7). Superficie corrosa con incrostazioni. Iov. 106645· Lungh. fibula cm n, ardiglione cm 8,1. 7) Grande fibu la di bronzo a navicella cava, priva dell'ardi­ gHone. Stessa forma e decorazione della precedente (fig. 12,8). Superficie corrosa con incrostazioni. Inv. 106646. Lungh. fibula cm 1 r. 8) Fibula di bronzo frammentaria a losanga cava, priva del­ l'ardiglione e di parte della staffa a canale (figg. II e 12,9). Superficie corrosa con incrostazioni. Inv. 106647. Lungh. cm s,s. 9 Il vaso del tipo detto a " melone" (n. 1), peculiare della zona di Chiusi, è il più noto, essendo attestato nelle tombe a ziro con ossuarto sia non antropomorfo 49) sia a canopo. ,o) Essi sono caratterizzati dal ventre sferico, le anse a nastro verticali, impostate sulla spalla, e il collo cilindrico; presentano un piede o anulare o troncoconico (campanulato), raramente il fondo è piatto; muniti gene­ ralmente d i un coperchio cilindrico, bombato alla som­ mità e provvisto di una presa a forma di asta appuntita o di bottone o, più raramente, ad anello. La maggtor parte degli esemplari hanno il corpo decorato da scanalature verticali, altri presentano su ciascun lato, a distanza eguale dalle anse, una protuberanza, - tipo di decorazione, che, lO

8 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO - TOMBA 4 CALICE N. 4 (foto Sopr. Archeologica, Firenze) 9 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO - TOMBA 4 CIOTOLA N. 5 (foto Sopr. Archeologica, Firenze)

IO - NECROPOLI DI SOLAtA, POGGIO ROTONDO - TOMBA 4 FIBULA A NAVICELLA N. 6 (foto Sopr. Archeologica, Firenze) II - NECROPOLl DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO - TOMBA N. 4 FIBULA A LOSANGA N. 8 (foto Sopr. Archeologica, Fi1enze) Il ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

2 3

o 4 L...l__l cm

5 6

()

7

12- NECROPOLI DI SOLA lA, POGGIO ROTONDO- TOMllA 4: 1) ZirO- Ossuario i 2) vaso 11 a melone " n. l i 3) brocca n. 2 4) ciotola n. 5; 5) attingitoio n. 3; 6) calice n. 4; 7) fibula n. 6; 8) fibula n. 7; 9) fibula n. 8 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte alle volte, accompagna le scanalature,- altri mostrano Olia d'impasto grezzo bruno-nerastro con evidenti inclu­ delle fini incisioni ad arco, altri ancora (due) sono decorati sioni, a c~rpo ovoide su largo fondo piano; usata come urna da un solco serpeggiante ed uno da una serie di archi. s•l cineraria U1g. 14,2). Mancante completamente della bocc Il calice n. 4 è tipologicamente confrontabile con il Corredo: n. 11 dalla tomba 27M da Narce, nl il n. 26 dalla tomba t) Fuseruola d'impasto bruno di forma troncoconica a base B di Poggio Buco, 54) il n. 6 dalla tomba B da Monte lenticolare. Decorazione: nella parte superiore esterna Michele, 551 in contesti databili dal 720 a.C. in poi in della superficie conica a puntini, nella faccia inferiore Etruria. s6> 11 Le coppe carenate con bordo scanalato, tipi­ lenticolare a rosette (figg. 13 e 14,5). che di Veio, di Vulci e del retroterra veiente sono inqua­ Superficie a brasa e scheggiata (74/1 1176). Inv. xo6655. Alt. cm 2,7; diam. sup. cm 1,3; diam. drabili nell'ambito della seconda fase della prima età del mass. cm 3,5. ferro" nell'Italia Meridionale 57) e nel IV periodo laziale nel Lazio (73o/2o-640/30 a.C.). sB> 2) Fibula di bronzo frammentaria a navicella cava, priva della molla, dell'ardiglione e di parte della staffa a canale allun­ La ciotola n. 5 per '' la forma di larga diffusione sia gata. Decorazione alle estremità dell'arco: serie di otto e temporale sia geografica risulta difficilmente " inquadra­ di dieci linee parallele anelliformi, incise rispettivamente bile, " se considerata al di fuori di un preciso contesto ". 59) al di sopra della staffa e della molla (fig. I4,1). Essa costituisce infatti una delle forme più diffuse nell'età Superficie corrosa ed incrostata. del ferro della penisola. 6o) lnv. xo664g. Lungh. cm 7,65 (dell'arco cm s,s). Il tipo di fibula a navicella cava (nn. 6 e 7) con com­ 3) Fibula di bronzo frammentaria a navicella cava, priva plessa decorazione sull'arco è ampiamente testimoniata in completamente della molla, dell'ardiglione e della staffa. Etruria, 6 •> nel La:zio 62 ) e marginalmente in Campania. 631 Decorazione alle estremità dell'arco: serie di nove e di dieci linee parallele anelliformi, incise rispettivamente al Il tipo di fibula a losanga n. 8 è ampiamente attestato di sopra della staffa e della molla (fig. 14,3). in Etruria, 64l nel Lazio 6s> e marginalmente in Campa­ Superficie corrosa ed incrostata. nia. 66) Inv. I066so. Lungh. cm s,6. Interessante è notare come nella tomba 4 il tipo di 4) Fibula di bronzo frammentaria a sansuisuga (a mignatta), fibula a navicella sia associato al tipo a losanga, come nella priva della staffa, dell'ardiglione e dt parte della molla. tomba B del Mandrione di Cavalupo di Vulci, nella tomba Decorazione alle estremità dell'arco: serie di dieci linee Polledrara (Roma) I I di Bisenzio, nella tomba 2 di Valle parallele anelliformi, incise al di sopra della molla e della La Fata di Veio e nella tomba 116 dell'Osteria dell'Osa. 671 staffa (fig. 14t4). La tomba 4 in base alla decorazione a denti di lupo, Superficie corrosa ed incrostata. desinenti in cuppelle, 68> del vaso del tipo detto " a melo­ Inv. xo6651. Lungh. cm 2,55. ne " (n. I), della coppa carenata con bordo scanalato 5) Fibula di bronzo frammentaria a sanguisuga ad arco molto (n. 4) e delle fibule (nn. 6,7,8) sembrerebbe quindi rigonfio, priva della staffa, della molla, dell'ardiglione, non­ ché delle estremità dell'arco stesso. Decorazione: due pro­ databile nell'ambito del I quarto del VII secolo a.C., fondi solchi anelliformi paralleli incisi formano una specie come del resto ci suggerisce la dimensione ridotta dello di toro al di sopra dell'attacco della molla e della staffa ziro, che funge da cinerario. (fig. 14,6). Superficie corrosa ed incrostata. Inv. 106652. Lungh. cm 3· T OMBA 5 (a pozzo) 691 6) Fibula di bronzo frammentaria a sanguisuga, priva di parte della molla, dell'ardiglione e della staffa. Non decorata A m 0,50 di profondità vengono rinvenuti i pezzi della (fig. 14,7>· lastra di pietra arenaria grigiastra, al di sotto dei quali appare Superficie corrosa ed incrostata. l'ossuario d'impasto, molto frammentario, circondato alla Inv. to6653· Lungh. cm 2,65. base da blocchetti e detriti calcarei e disposto in una irrego­ lare cavità naturale del banco calcareo stesso. 7) Fibula di bronzo frammentaria a sanguisuga, priva della molla, dell'ardiglione e di parte della staffa a canale allun­ gato. Priva di decorazione (fig. 14,8). Superficie corrosa ed incrostata. Inv. 106654. Lungh. cm 2,6 (dell'arco cm 1,8). Da Giorn. Scavo: 1) cinque vaghi di collana in pasta vitrea; 2) fibula di bronzo con l'arco a sanguisuga, decorato alla base, subito al di sopra dell'attaccatura della molla e della staffa, da lineette orizzontali e parallele incise; staffa a canale frammentaria (l ungh. cm 4,4). 70l

La genericità della forma dell'olia cineraria non con­ sente dei confronti puntuali, ma a livello del rituale fune­ rario si ricordano gli ossuari ovoidi di Sferracavalli da tombe a pozzetto con cornetti in luogo delle anse oppure con anse semicircolari, che, allontanandosi dalla forma 13 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO cosiddetta villanoviana, si vanno avvicinando, anche per TOMBA 5, FUSERUOLA N. I gli impasti, agli ossuari delle tombe a ziro con piccolo {foto Sopr. Archeologica, Fire11ze) dolio ovoide o sferico. ?•l Si confrontino anche le olle ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

------

o 4 2 LL._j çm

3 4

~" . ~ A . • 7 a . . 6CJ- •, ' .. . o 1 L!.._j çm

14 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO - TOMBA 5: I) fibula n. 2; 2) o/la; 3) fibula n. 3 4) fibula n. 4; 5) !useruola n. l; 6) fibula n. 5; 7) fibula n. 6; 8) fibula n. 7 ovoidi, generalmente assai semplici, dei canopi da Sar­ conduceva verso Bisenzio, legandola soprattutto a Chiusi teano. 721 Si rammentano inoltre l'ossuario di forma non ed al retroterra vulcente. n> tipica, spesso ovoide, senza decorazione 73) e l'ossuario Sullo scarso impiego del classico vaso biconico in fun­ globulare compresso d'impasto rosso privo di anse 741 zione di cinerario inoltre il Delpino nota come anche a della fase II 8 di Veio della Close- Brooks, 751 dove l'olia Cerveteri l'ossuario biconico è alle volte sostituito da vasi a corpo globulare depressa è anche usata come ossuario, di altre forme, 78) mentre a Bisenzio sottolinea la presenza assoctata spesso a fibule a sanguisuga con piede talvolta del peculiare tipo di ossuario a forma ovoidale con orlo corto, in genere allungato. rientrante: 79) dalla tomba a pozzo San Bernardino I della Si ricordano ancora, nel I periodo laziale, - parzial­ fase I I B I di Bisenzio, largamente coincidente con la mente contemporaneo al villanoviano antico - le urne fase II B I di Veio e databile al quinto decennio dell'VIII a forma di olia con coperchio conico apicato; 761 e nel secolo a.C. o poco oltre, Sol di forma decisamente diversa IX secolo a.C. ( II periodo laziale) gli ossuari a forma di dalla nostra, ma confrontabile a livello del rituale funerario, olia ovoide, contenenti le ossa combuste ed i bronzi di in base al quale il DelJ?ino sottolinea anche " la notevole uso personale, alloggiati in un pozzetto, chiuso da una concordanza tra Bisenzto e Poggio Montano, riscontrabile pietra o da uno scodellone rovesciato della necropoli di nella riluttanza ad utilizzare il canonico vaso Capua, città situata allo sbocco della via longitudinale, biconico come cinerario, usato a Poggio Montano una che attraverso le valli del Liri, del Sacco e del Tevere, sola volta su sette tombe " . 8•1 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Ziro frammentario d'impasto grezzo ressastro con evidenti inclusioni a corpo ovoide e fondo piano. Raccolto già m pezzi durante lo scavo, è stato ricomposto da minuti frammenti e ampiamente integrato, tuttavia manca completamente della bocca e di parte della spalla (74}15542). Inv. 10666o. Alt. mass. cons. cm 61; diam. mass. ric. cm 55i diam. fondo ric. cm 35,6; spess. cm IA-2,8. Entro lo ziro: I) Olla cineraria d'impasto gre:z:zo rOSSICCIO con evidenti inclusioni e all'esterno ampie macchie nerastre; labbro leggermente svasato ad orlo arrotondato, corpo ovoide allungato e fondo concavo (figg. 16 e Ig). Frammentaria alla bocca e ricomposta da più frammenti (74/1 I943). Inv. to666I. Alt. cm 29-30; diam. bocca cm 16,5; diam. mass. cm 25,5; diam. fondo cm 13,5; spess. cm 0,75-IA. 2) Ciotola-coperchio d'impasto bruno e fattura accurata; a bacino imbutiforme con risega aggettante, sulla quale s'imposta la spalla leggermente rientrante, obliqua, deco­ rata da solcature; orlo appena distinto a labbro arrotondato 15 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO e piede ad anello (figg. 17 e 20). SCHIZZO DELLA TOMBA N. 8

Da ultimo si confronti anche l'o11a sferico-ovoidale, usata come urna cineraria nel sepolcreto dell'Osteria dell'Osa, olia documentata nella fase iniziale II A della cultura laziale. Sal Il tipo di fibula a navicella cava n. 2, 83l che ci conserva parte della staffa a canale in misura sufficiente per poterla considerare del tipo allungato, è ascrivibile alla fine del1o VIII-inizi del VII secolo a.C.; 84l la decora:z:ione alquanto semplice non ci permette dei confronti più prec1si, se non con la fibula a mignatta da Poggio Civitate. Bsl La fibula n. 3 sembrerebbe del1o stesso tipo della n. 2, dal momento che presenta la stessa forma e decora:z:ione dell'arco, anche se non conserva la staffa. La fibula n. 4 a sanguisuga (a mignatta), la cui staffa è mancante, non ci consente di determinarne la forma, che tuttavia si potrebbe supporre simile a quella della n. 2, cioè a canale. 86l La fibula n. 5 è confrontabile per la decora:z:ione con la fibula n. 34 del catalogo della Viegi; 8?l la fibula n. 6 ha la staffa spez:z:ata in modo da non permetterei di defi­ nirne la forma o a dischetto ripiegato 88) o a canale; 89l o 4 infine la fibula n. 7 90l ci consente dei confronti con la LL.J cm fibula n. 6o da Veio (fase II B 4 della Close-Brooks), Ili) 16 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO con alcune fibule da Pontecagnano in contesti databili TOMBA 8, _OLLA' N. I dal 730 alla metà del VII secolo a.C. 92 l e con le fibule Este III A, databili al 7<>0-650 a.C. 93) La tomba 5 a pozzo, il cui ossuario doveva contenere le ceneri di una donna, come si può supporre dalla presenza dei vaghi di collana, della fuseruola e della gran quantità di fibule, proprio in base alla tipologia di queste ultime potrebbe essere datata al1a fine dell'VIII - tnizi del VII secolo a.C.

TOMBA 8 (a ziro) Alla profondità di m 0,50 si trova il lastrone di pietra are­ naria d1 chiusura del pozzetto, rozzamente sbozzata, di forma pressoché quadrangolare (cm 68 x 78; spess. cm g-u), o 2 sfaldatasi nel sollevarla; ed a m o, xo da essa un secondo !astro­ l__t_j cm ne (inv. 106659), seml're di pietra arenaria, irregolarmente esagonale e di minort proporzioni (cm 43 x 54,5; spess. 17 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO cm ~Io), 94) che fungeva da coperchio dello ziro (fig. I5). TOMBA 8, CIOTOLA-<:OPERCHIO N. 2 66 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Ricomposta da più frammenti e ampiamente integrata (74/11179)- Inv. ro6662. Alt. cm 8,5i diam. bocca cm I5i diam. mass. cm 15,8 i dia m. piede cm 7 i spess. o,35-o,8. 3) Oll.a d'impasto molto grezzo rossiccio con evidentissimi inclusi e macchie nerastrei a labbro imbutiforme, corpo ovoidale allungato, fondo piano profilato (fig. r8). Integro (74/ts6ss). Inv. xo6663. Alt. cm 20i diam. bocca cm I r,s; diam.

mass. cm 16,5; diam. fondo cm I21 5i spess. cm r,r- 1,6. 4) Coppa con anse verticali ad anello su basso piede di argilla rosa tenera; labbro espanso distinto, basso collo cilindrico, bacino a tronco di cono rovesciato, sul quale s'imposta la spalla tesa rientrante; anse verticali a bastoncello impo­ state tra il labbro, la spalla e l'inizio del bacino; bassissimo o 4 piede a fondo interno leggermente ombelicato (jigg. 18 e LL..J cm 21). Manca parte del labbro (74/1 I 175). Inv. 106664. Alt. cm s,6i diam. bocca cm II; diam. mass. cm 13,7; diam. piede cm 3,2i spess. cm 0,3- r,r. Da Giorn. Scavo: x) grossa perla fittile di forma semiglobulare (diam. cm 3), trovata entro J'olla cineraria tra le ossa combuste. Materiale non ra ccolto durante lo scavo: 2) lastra di chiusura del pozzetto, sfaldatasi nel sollevarla. o 2 LL..J cm ?) ciotola d'impasto friabilissima, frammentatasi in pezz1 così minuti da non poterla ricomporre. r8 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO TOMBA 8, OLLA N. 3 E COPPA N. 4

L'olia cineraria n. 1 è confrontabile con " l'ossuarìo di rozzo impasto rossiccio a forma ovoidale allungata ... di tipo dunque ancora chiaramente villanoviano " , del primo complesso da Montebello 95) e il cinerario n. 23 da una tomba da Cancelli. 96) Il Levi 97) scrive che essi 11 testimoniano il primo momento di passaggio dal cine­ rario di vetusta forma viiJanoviana alla nuova moda del cinerario antropomorfo a canopo ". La ciotola coperchio n. 2 trova dei confronti stringenti con la n. 7 dalla tomba XII da Pitigliano, 98> con la ciotola dalla tomba 4 da Heba, 99) n. 27 dalla tomba B di Poggio Buco 100>= n. 34 della tomba VI da Poggio Buco. 101> Cfr. la scodella n. 4 dalla tomba 4· 102> L'olla n. 3 è simile per forma alla n. 1 , ma di fattura alquanto più rozza. Il reperto caratterizzante di questa tomba è la coppa con anse verticali ad anello n. 4, che trova dei precisi con­ fronti in due coppe dalla tomba 4 da Cancelli, 1031 la cop­ pa della tomba XXV dal Piano della Guerruccia a Vo1- terra,104> le coppe nn. 16-19 dalla tomba 42F da Vulci, t<>s) le tre coppe dalla tomba del Guerriero di T arquinia, to6) la coppa n. 3 dalla tomba 65, Laghetto I, di Cerveteri to7l e le quattro coppe, conservate al Museo Archeologico di Tarquinia (R. C. 5493- 7151-8557-8875). 1o8) N ei magazzini del Museo Pigorini di Roma ho rintracciato quattro esem­ plari acromi di questo tipo di coppa (inv. 24926-24927- 24928- 24930), tutti provenienti, secondo l'inventario del museo, da tombe presso Chiusi, acquisto Brogi del marzo del 1882; e nel Museo Civico dì Chiusi altri tre esemplari (inv. I314-1362-2399), l'ultimo dei quali dono del Brogi, inventariati al momento della costituzione del museo stesso. Ricordiamo ancora il rinvenimento di questa forma in un saggio stratigrafico della fine dell'VIII secolo a.C. a Santa Marinella in un abitato protostorico de " La Castel­ lina " 109l e l'esemplare inedito presso I'Antiquarium di 19- NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO Ischia di Castro, che però non proviene da uno scavo TOMBA 8, OLLA N. I regolare. n o) (foto S opr. Archeologica, Firenze) ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

secondo lastrone della medesima pietra, ma più piccolo e più rozzamente sbozzato (cm 6o x 45, spess. cm 7), che copriva la bocca dello ziro e sosteneva i minuti frammenti di un vaso d'impasto, che al restauro si rivelò per un'olia globulare, originariamente posta entro la cassetta, formata dai medesimi lastroni, detta "vestibolo", "anticamera" o" sacrario" (fig. 22). 114) Ziro frammentario d'impasto grezzo rossiccio con evidenti inclusioni, a corpo ovoidale e fondo piano; decorato sulla spalla da un cordone a rilievo con quattro protuberanze equidistanti (si nota che gli incavi sono ottenuti mediante la pressione dei polpastrelli delle dita) (fig. 26,1). Bocca e spalla spezzate e mancanti, ricomposto da più frammenti e integrato (74/ II52o). lnv. ro666g. Alt. mass. cons. cm 52; diam. al cordone cm 33,5; dia m. mass. cm 45; dia m. fondo cm 26; spess. cm 1,5-2,5- Corredo: 1) Olia d'impasto grezzo rossiccio con evidenti inclusioni e macchie nerastre, con labbro svasato ad orlo arrotondato, breve collo imbutiforme, corpo globulare e fondo legger­ mente concavo (fig. 26,2). Ricomposta da più frammenti (circa 19) ed integrata 20 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO soprattutto alla bocca (74/ II941). TOMllA 8, CIOTOLA-COPERCHIO N. 2 (foto Sopr. Archeologica, Firenze) In v. 106670· Alt. mass. cons. cm 22,5; dia m. bocca ric. cm 14; diam. mass. ric. cm 22,5; diam. base ric. cm 12; spess. cm o,g-2. 2) Calice carenato d'impasto grezzo bruno, lucidato in super­ ficie; alto orlo verticale distinto da una leggera carenatura dalla vasca a calotta, basso piede troncoconico (figg. 23 e 26,3). Ricomposto da più frammenti e ampiamente integrato (74/ugrs).

f errJ. O.bO l 2I - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO TOMBA 8, COPPA N. 4 l (foto Sopr. Archeologica, Firenze) ~

Questo tipo di ceramica italo-geometrica si diffonde in Etruria verso il 700 a.C. 111> È opportuno sottolineare che il nostro esemplare è acromo, come le coppe ad anse piz­ zicate nn. 4 e 5 dalla tomba l e n. 2 dalla tomba III da Poggio Buco, 112> e probabilmente deriva la sua forma da modelli metallici come le suddette coppe. 1131 Nella tomba 8, accanto ad oggetti di fattura rozza rife­ ribili a tradizione dell'età del ferro (nn. 1 e 3) sono pre­ senti tipi di ceramica d'impasto più accurata e recente (n. 2 e 4), che ci sembra possano consentire di proporre una datazione al II quarto del VII secolo a.C.

TOMBA Il (a ziro)

. A poca distanza dalla tomba 10, sotto uno strato vegetale dt m o,6o, venne scoperto il lastrone di chiusura del pozzetto di pietra arenaria gngiastra, di forma tondeggiante del dia­ metro di cm So circa e dello spessore di cm 7-8 della tomba 22 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO I I. Alla distanza di m 0,30 circa da essa venne rinvenuto il SCHIZZO DELLA TOMBA~I I 68 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Inv. 106672. Alt. cm 8,2; diam. bocca cm 13; diam. mass. cm 13,8; diam. piede cm 7,5; spess. cm 0,35-0,9. 3) Ciotola d'impasto molto grezzo bruno rossiccio, con orlo leggermente rientrante non distinto dalla vasca tronco­ conica e fondo appena concavo. Si notano le impronte evidenti della lavorazione a mano (figg. 24 e 26,4). Integra (74/ I 5663). Inv. 106673. Alt. cm 5; diam. bocca cm u; diam. fondo cm 5· 4) Ciotola d 'impasto molto grezzo bruno rossiccio, con orlo leggermente rientrante e con un lieve accenno di distin­ zione dalla vasca troncoconica, fondo piatto all'esterno con leggera ombelicatura all'interno. Stessa lavorazione e tipo della precedente (fig. 26,5). Integra (74{II947). Inv. ro6674. Alt. cm 5,5-5,7; diam. bocca cm n,5; diam. base cm 5,5-6·5· li ~) 5) Piattello d'impasto molto grezzo bruno rossiccio su alto piede (tipo a clessidra), orlo tagliato obliquamente verso l'esterno, vasca a tronco eli cono rovesciato e piede a tronco eli cono cavo. Si notano le impronte evidenti della lavorazione a mano (figg. 25 e 26,8). Integro (74/ II948). Inv. to6675. Alt. cm 5,7-6; diam. bocca cm 9.5; 23 - NECROPOLl DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO diam. piede cm 4,5-5. TOMBA I I, CALICE CARENATO N. 2 6) Piattello d'impasto molto grezzo bruno rossiccio su alto (fow Sopr. Archeologica, Firenze) piede, orlo piatto, vasca a tronco di cono rovesciato, piede a tronco di cono cavo. Stessa forma, impasto e tipo del precedente, si notano infatti le impronte evidenti delJa lavorazione a mano (fig. 26,6). Integro (74/11949). Inv. 106676. Alt. cm 5,3; diam. bocca cm 8,5; diam. piede cm 4· 7) Piattello d'impasto molto grezzo bruno rossiccio, proba­ bilmente su alto piede troncoconico cavo, orlo piatto e vasca a tronco di cono rovesciato. Stessa forma, impasto e tipo dei precedenti (fig. 26,9); impronte evidenti della lavorazione a mano. Manca del piede (74/1 1950). Inv. 106677. Alt. mass. cons. cm 4.3; diam. bocca cm 8,5. u6> 8) Attingitoio d'impasto grezzo bruno a collo cilindrico con orlo curvo in fuori, distinto dal ventre sferico, ansa a nastro sormontante e piede piccolo troncoconico; sul ventre tre sporgenze a bugna circondate da impressioni semi­

circolari (figg. 26,7 e 27). 24 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO Ampia lacuna al piede; ricomposto da due frammenti: TOM.BA li, CIOTOLA N. 3 piede e corpo (74/11946). (fow Sopr. Archeologica, Firen ze) Inv. 106678. Alt. mass. con l'ansa cm I 1 -senza ansa cm 8; diam. bocca cm 7- 8; diam. mass. cm 8,5; diam. piede cm 3,2-3,4; spess. cm 0,5-1. g) Fibula di bronzo frammentaria a navicella cava, priva della staffa, dell'ardiglione e di parte della molla. Decorazione incisa a spinapesce sull'arco (figg. 26,ro e 28). 117) Superficie corrosa ed incrostata. Inv. 106671. Lungh. cm 5A· Da Giorn. Scavo: Lo ziro racchiudeva un cinerario (giacente orizzontalmente), fittile, rozzo, di tipo ovoidale con le anse spezzate (alt. cm 28), ricoperto da una ciotola fittile rovesciata (alt. cm 6,5; diam. cm 16), rotta in due pezzi combacianti e mancante di un tratto del labbro e del fondo. Lungo i margini della rot­ tura di questa ciotola coperchio si notano i forellini contrap­ posti di restauro antico (fig. 29).

La morfologia e le dimensioni dello ziro ci testimoniano l'appartenenza alla categoria ancora arcaica a corpo ovoi­ de, u8) che trae origine dagli ossuari villanoviani. ug) Essi sono ampiamente attestati nel territorio chiusino dalle 25 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO necropoli " presso Chiusi (Fonte all'Aia, Poggio Renzo, TOMBA I11 PIATTELLO N. 5 Ficomontano, Montebello ecc.) e, più lontano, a Nord (foto Sopr. Archeologica, Firenze) 6g ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

4

6 n

8 9 10

26- NI!CROPOLJ DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO- TOMBA 11: 1) ziro; 2) o/la n. l 3) calice carenato n. 2; 4) ciotola n. 3; 5) ciotola n. 4; 6) piattello n. 6 7) attingitoio n. 8; 8) piatte/lo n. 5; 9) piattello n. 7; 10) fibula n. 9 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

27 - NECROPOLI DI SOLAlA, POGGIO ROTONDO 28 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO

TOMBA 111 ATTINGITOIO N. 8 TOMBA TT, FIBULA A NAVICELLA N. 9 (foto Sopr. Archeologica, Firenze) (foto Sopr. Archeologica, Fir enze)

(Dolciano), anche presso il lago Trasimeno (zona di temporale sia geografica risul ta difficile, se considerato al Badia-Gioiella-Casttglione) e, a Sud, a Sarteano (Solaia, di fuori di un preciso contesto, sono confrontabili con la 120 1 Sferracavalli), a Cetona fino a San Casciano " > dei Bagni ciotola n. 5 dalla tomba 4 di Poggio Rotondo. 44l e, a Est, a Castelluccio di Pienza sul passo de la Foce. ml I rozzi piattelli nn. 5-7 sono confrontabili con i piat­ Spesso le tombe a ziro più arcaiche convivono in stretto telli da Poggio Montano, t45l da Cerveteri, r46l da Narce, 147) contatto con quelle più recenti, mostrando lo sviluppo da Poggio Buco, t4Bl da Veio, 149) da Capena, •sol da Bisen­ senza soluzione di continuità di questo tipo vascolare. ' 22l zio, tsì) da Tarquinia, 152 l da Roma e dal Lazio 1S3l e mar­ L'olia n. r è uno dei tanti reperti di carattere sostanzial­ ginalmente dalla Campania. 154) mente amorfo, che ritroviamo nei corredi delle tombe Sia le scodelle sia i piattelli rozzi sono vasi di forma 1 da Cancelli . (tomba 3, m> tomba 4, l24) tomba 5 125l e diffusissima nell'età del ferro della penisola, 55) sono già tomba 7 •26l) o a Poggio Buco in contesti databili alla documentati nel periodo finale dell'età del bronzo a Roma metà del VII secolo a.C., 127l mentre a Poggio Rotondo e nel Lazio 156l ed abbondano, come abbiamo visto, in perdura fino alla fine del VII secolo a.C. Etruria e nel territorio falisco-capenate, mentre sono Il tipo di fibula a navicella cava con decorazione a attestati sporadicamente "nel VII secolo a.C. in alcuni spinapesce sull'arco è attestato frequentemente in Etru­ centri della cultura a fossa della Campania settentrionale ria, 128) nel Lazio 129l e marginalmente in Campania. 13°> e non sono infrequenti, in fase orientalizzante, a Ponte­ Il calice n. 2 è confrontabile con il calice, non rappre­ cagnano e a Sala Consilina, dove tuttavia è più frequente sentato, del primo complesso da Montebello; i due calici, la forma con ansa semicircolare, a maniglia, impostata dei quali solo uno è rappresentato, dal secondo complesso sull'orlo ". 157) sempre da Montebello; •3•l i calici dalle tombe Paolozzi, mJ L'attingitoio n. 8 trova dei precisi confronti con l'attin­ tomba 3 133) e tomba 5 134) da Cancelli; del canopo virile gitoio del canopo Paolozzi delle Capanne, l58l con i tre Brogi 135) e della tomba a ziro da Montebello t36J e soprat­ attingitoi del canopo da Poggio Ren4o 1 59) e con i due tutto i tre calici nn. g-II dalla tomba a ziro da Poggio attingitoi del primo complesso da Montebello, t6oJ in con­ Renzo, 137l calici che, come sottolinea il Cristofani, •38) testi databili al II quarto del VII secolo a.C. 161) si trovano in complessi che 11 andrebbero datati dalla fine La tomba I I a ziro, in base alla tipologia del corredo, dell'VIII, secondo la datazione del Levi, o meglio dalla sembra dunque potersi datare al II quarto del VII secolo prima metà del VII, secondo la datazione del Riis, a a.C. tutto il VII secolo a.C." Si confrontino anche i calici n. 31 dalla tomba B, l39l n. 14 dalla tomba C, 140) nn. 4 e 6 dalla tomba D, l4tl n. 15 dalla tomba F 142l e n. 17 dalla Vengono ora prese in esame le tombe, sia a pozzo sia tomba III 143l da Poggio Buco. a ziro sia a camera, già scavate o depredate in passato, Le ciotole di rozza fattura nn. 3 e 4, il cui inquadra­ che ci hanno conservato soltanto o alcuni reperti, a volte mento cronologico per la forma di larga diffusione sia in frantumi, o parte di essi. '62> ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

nascondere la vista del pugnale con il fodero, ritrovati l'uno sull'altro, aderenti al corpo del cinerario stesso, esternamente, sul lato nord.

Benché tutti in ferro, i pugnali ripetono le caratteri­ stiche di quelli dell' età del bronzo e sono quindi di tipo molto arcaico, come sottolinea A. T alocchini, l64) che ricorda i quattro esemplari da Vetulonia (due dal quinto circolo della Sangrona e due dalla seconda tomb~ a inuma­ zione di Cerrecchio) e l'esemplare da Populorua {tomba a camera n. t di San Cerbone), definiti del tipo E; nonché i due esemplari visentini dalla tomba I a cassone da Capodimonte sullago di Bolsena, 165) l'esemplare volsiniese dalla tomba a camera dalla Cannicella di Orvieto 166> e i due esemplari caletrani dalle tombe LX e LXXVII della Banditella. 167>

TOMBA 6 Alla profondità di m 0,45: Olia cineraria d'impasto grezzo bruno-rossiccio con evi­ denti inclusioni e macchie nerastre I?er difetto di cottura; orlo arrotondato a labbro svasato curv11ineo, brevissimo collo imbutiforme, corpo globulare e fondo leggermente concavo (fig. 30,2). Lacune al labbro ed al collo, ricomposta da più frammenti e integrata (74/ r1178). Inv. ro6656. Alt. cm 23,8; diam. bocca cm I7t7ì diam.

mass. cm 23 15ì diam. fondo cm 14,5ì spess. cm 1-2,1. Cfr. l'olia, usata come cinerario, dalla tomba 5 168) e la n. 1 dalla tomba 1 r. 169> Corredo: 1) Ciotola d'impasto grezzo bruno-rossiccio con bacino a forma di tronco di cono rovesciato con labbro rientrante e fondo piano, leggermente convesso all'interno e appena profilato all' esterno (fig. 3oa). 29- NECROPOLJ DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO Frammentaria e ampiamente integrata (ne manca più TOMBA I I 1 DURANTI'! LO SCAVO (foto Sopr. Archeologico, Firenze) della metà) (74/1t18o). lnv. 106657· Alt. cm Ba; diam. base cm 8,2; spess. cm 0,5-1,3. Cfr. la ciotola n. 5 dalla tomba 4 170l ed anche i nn. 3 e Tombe a pozzo 4 dalla tomba 1 1. 171 ) TOMBA 2 Da Giorn. Scavo: sparsi qua e là furono trovati anche i Alla profondità di m 0,40: pezzi della lastra di copertura della solita pietra arenaria grigiastra. I saccheggiatori ebbero cura di rimettere a posto Cinerario d'impasto grezzo ross1ceto con evidenti inclu­ le ossa combuste entro l'olia cineraria, ritrovata " al suo sioni con anse oblique a bastoncello, delle quali una è spez­ posto originario " , colma dj terra " probabilmente del zata, impostate fra la spalla tesa e il corpo ovoide a fondo rinterramento ". In essa vennero anche rinvenuti " pezzetti piano. di bronzo riferibili a una o più fibule, coperti da una ciotola Frammentario, manca completamente la parte superiore, d'impasto, giacente capovolta" (= n. 1). probabilmente del collo, forse alto, e un'ansa: ampiamente integrato (74/15670). lnv. ro6629. Alt. mass. cons. cm 26; diam. mass. cm 27,5; diam. base cm T3ì spess. cm 0,7-1,7. TOMBA 7 Corredo: Alla profondità di m 0,30. 1) Pugnale in ferro a lama triangolare oblunga e impugnatura sagomata a profilo romboidale, desinente in un pomo a Corredo: forma di grande disco, anch'esso sagomato (figg. 30,1 e 31). 1) Fibula dj bronzo a sanguisuga, lunga staffa a canale, ardi­ Lo stato di conservazione è pessimo. glione frammentario (fig. 30,4). Inv. ro6630. Lungh. cm 28,2 (impu$natura cm 9,7 e Superficie corrosa ed incrostata. lama cm 18,5); diam. della testata disco1dale cm 5,7. lnv. ro6658. Lungh. cm 5,3. 2) Fodero del pugnale in ferro, rinvenuto in due frammenti Cfr. la fibula n. 6 dalla tomba 5 a pozzo, 172) tipo G I ricomponibill. ~ a del Sundwall. Stato di conservazione pessimo. 1 Inv. 106631. Lungh. totale cm 1915. 63) Da Giorn. Scavo: la fibula n. 1 fu ritrovata durante la estrazione della terra contenuta nel pozzetto, distinto con Da Giorn. Scavo: il cinerario con pochi resti di ossa com­ il n. 7, nel quale non venne rinvenuta traccia né della lastra buste si era incementato nella concrezione calcarea sì da di copertura né del cinerario né di altra suppellettile. 72 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

~,, r-· 'b.

\\ 3 o 4 l___j__J cm

j, ,:

\ k ' 2

o 4 L..LJ cm o 4 l___j__J crn

30- NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO- I) TOMBA 2, PUGNALE E FODERO NN. I e 2; 2) TOMBA 6, OLLA 3) TOMBA 6, CIOTOLA .N. I; 4) TOMBA 7, FIBULA N. l

TOMBA 13 Alla profondità di m 0,30: Cinerario di fattura rozza d'impasto grezzo rossiccio a corpo ovoide con protuberanze a cornetto sulla spalla e fondo concavo (fig. 32). Ricostruito da più frammenti e ampiamente integrato. La bocca è stata completamente ricostruita (74/1 1727). Inv. 10668o. Alt. mass. cons. cm 27; diam. mass. cm 23,3; diam. fondo cm 15-15,5; spess. cm r-I,5. Cfr. gli "orci'' b e c dalla tomba a ziro 6 da Cancelli, t n l gli ossuari ovoidi con cornetti sull'omero da tombe a poz­ zetto da Sferracavalli, ricordati da R. Bianchi Bandinelli 174l e l'ossuario del primo complesso da Montebello, descritto per la prima volta da D. Levi. I75l Da Giorn. Scavo: il pozzetto della tomba 13 misura m o,3o di diametro e m 0,45 di altezza. Sul fondo di esso, oltre al cinerario con poche ossa combuste, sul lato sud-est (fuori del cinerario stesso) venne raccolta una fibula di bronzo ad arco serpeggiante (lungh. cm 6,6), mancante della staffa e dell'ardiglione (di esso si conservava un piccolo tratto).

Tombe a ziro TOMBA I Ziro d'impasto grezzo a superficie rosata con anima nera­ stra, in cui si notano evidenti inclusioni e ampie macchie nerastre sull'orlo e sulla spalla per difetto di cottura. Bocca larga, orlo arrotondato, labbro curvilineo leggermente estro­ fiesso, breve collo concavo, spalla arrotondata con quattro protuberanze a cornetto spuntato, corpo 'ovoide allungato e fondo piano (fig. 33). Ricomposto da numerosi frammenti (74/ II517). Inv. ro6628. Alt. mass. cm 45; diam. bocca ric. cm 39,7; diam. mass. cm 41; diam. fondo cm 28; spess. cm 1,5-2.

31 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO - TOMBA 2 PUGNALE N. I E RELATIVO FODERO N. 2 (foto Sopr. Archeologica, Firenze)

73 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

o 4 LL..J cm

32 - NECROPOLI DI :soLA IA1 POGGIO ROTONDO - TOMBA 131 DURANTE LO SCAVO E DISEGNO DEL CINERARIO - (foto Sopr. Archeologica, Firenze)

33- NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO- TOMBA 11 DURANTE LO SCAVO E DISEGNO DELLO ZIRO (foto Sopr. Archeologica, Firenze)

La morfologia e le dimensioni dello ziro ci testimoniano TOMBA A ( r2 in pianta) la sua appartenenza alla categoria più arcaica, '' che si trova dentro i pozzetti più o meno completamente foderati di ciot­ Ziro d'impasto grezzo a superficie rosata con anima nera­ toli, che si avvicinano per struttura alle tombe caratteristi­ stra, in cui si notano evidenti inclusioni, e qua e là macchie che della civiltà villanoviana ". •76> Cfr. la discussione con brune per difetto di cottura. Corpo globulare e fondo piano; letteratura sullo ziro della tomba r r. '77) due anse, leggermente oblique, a bastoncello impostate nel punto di massima espansione del ventre e sulla stessa linea Da Giorn. Scavo: il pozzetto fu malamente scoperto in due prese cilindriche a bocca tonda con cavità centrale equi­ seguito ai lavori di scasso del cantie.re-scuola di rimboschi­ distanti dalle anse (fig. 34). mento del Consorzio per la bonifica della Valle d'Orcia. Lo Manca della bocca, di parte della spalla, di un'ansa, di ziro fu estratto, facendo sbalzare quella specie di cementa­ una presa e di parte del fondo; ricomposto da più frammenti zione calcarea durissima, formatasi dai detriti della stessa e ampiamente integrato (74/1 1512). roccia, collocati a riempimento dello spazio libero, che rima­ Inv. ro6679. Alt. mass. cons. cm 56,5; diam. mass. cm neva tra il vaso stesso e le pareti del pozzetto di deposizione. 55,5; spess. cm 1,5-3.

74 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

La morfologia dello ziro ci consente di proporre l'ipotesi che ci troviamo di fronte ad un ulteriore sviluppo di queste tombe a :tiro. 178) Si confrontino: lo ziro da Cancelli, 179) lo ziro trovato in località Pucciarelli presso il lago Trasi­ meno t8o} e lo ziro da Montebello. 181' Da Giorn. Scavo: il pozzetto, rinvenuto in seguito ai lavori di scasso eseguiti precedentemente e involontariamente dagli operai del suddetto cantiere, conteneva, incementato nel solito strato calcareo, lo ziro, ritrovato già mancante della parte superiore, dall'omero in su.

TOMBA B ( ~ 22 in pianta), a ziro con celletta laterale (fig. 35) Da Giorn. Scavo: fuori settore ad Est a poca distanza venne rinvenuto il pozzetto della tomba B già frugata. Tolto il terreno di riempimento, il pozzetto (alto m 1t45 e largo m 11 10) presentava una celletta laterale a Sud-Est sul fondo (alta m o,6o, profonda m 0,50 e larga m 0,75), confor­ mata a nicchiotto semicircolare e chiusa in origine da una sottile lastra di pietra arenaria, della quale furono rinvenuti i resti, conficcati al suolo. 182) Nel terreno vennero rinvenuti alcuni frammenti di tazza di bucchero con zona decorata, ripetuta a fregio continuo, 34 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO impressa a cilindretto (perduti). Si ricorda che R. Bianchi TOMBA A, ZTRO Bandinelli nota che il nicchiotto generalmente conteneva la suppellettile di bucchero. 1113>

} ozz. tf;~f/1 -1.1'4 a( /l' -/. f j ToMBA c (= 14 in pianta) / c ~#.c d . l!'"' p_ftJ c(//':,, . tJ. 6 17 Ziro d'impasto grossolano a superficie rosata con anima / nerastra, in cui si notano evidenti inclusioni e macchie brune sulla spalla {>er difetto di cottura. Bocca larga con labbro svasato rettilmeo ad orlo arrotondato, corpo ovoide e fondo piano. Nel punto di massima espansione del ventre (a cm l't- 17-19 dal labbro) cordone plastico a fune ricorrente irrego­ l lare (figg. 36 e 37). -:..- .f. 1 l- '- - -~ Ricostruito da più frammenti e ampiamente integrato, -- l..-. specie al di sopra del cordone (74/1 1513). ~ Inv. 106681. Alt. mass. ric. cm 62; diam. bocca ric. cm ...... 43,5; diam. mass. cm 55 i diam. fondo cm 32; spess. cm 1A-3· l Forma poco standardizzata, ma per le dimensioni potrem­ l mo propor~e di collocarlo alla fine del primo sviluppo delle l tombe a ztro. l Da Giorn. Scavo: la tomba C = 14, ubicata accanto alla l rg tomba B = 22, è anch'essa situata fuori settore. v

T OMBA D ( = I in pianta) 35 - NECROPOLI DI SOLAlA, POGGIO ROTONDO Da Giorn. Scavo: a m 0,40 di profondità fu rinvenuto il SCHI:z;:z;o DELLA TOMBA B pozzetto della tomba D (alta circa m x, larga all'imboccatura m 1,20 e al fondo m o,88), caratterizzata da tre loculetti sul fondo, nel lato sud~vest, scavati evidentemente per la ricezione del corredo, del quale furono rinvenute tracce nei resti calcificati di vasellame fittile, indicati nello schizzo a bastoncello, che s'impostano nel punto di massima espan­ (fig. 38). sione del ventre (fig. 40). Ricomposto da più frammenti e amfiamente integrato; un'ansa è parzialmente rotta (74/ II518 • Inv. 106666. Alt. mass. cm 58,5; diam. bocca cm 40,5; T OMBA 9 (fig. 39) diam. mass. cm 5515ì diam. fondo cm 29,5; spess. cm 1,4-3,2. Anche se la lavorazione è più accurata, le dimensioni sem­ Dal suddetto pozzetto fu anche recuperata la lastra di brano riportarci alla categona più arcaica. Si confrontino il copertura (inv. 106665) dello ziro, in pietra arenaria gri­ dolio della tomba Z 15 Aa di Veio (fase II B 4 della Close­ giastra, rozzamente sbozzata in forma pressoché quadrango­ Brooks) 184) e il dolio x dalla tomba 138 dell'Osteria dell'Osa lare (cm 6x x 58; spess. cm 8-9) trovata infissa vertical­ (fase laziale II A). 18sl mente nel terreno sul lato sud. Ziro d'impasto grezzo rossiccio con anima nerastra, in Da Giorn. Scavo: l'apertura di questa tomba trovasi alla cui si notano evidenti inclusioni. Bocca larga a grosso anello profondità di m 2,30 in relazione alla naturale pendenza del con scanalature nella parte superiore, labbro svasato ad orlo terreno. All'interno dello ziro, come del resto presso il poz­ arrotondato, ventre ovoide, fondo concavo ed anse oblique zetto, non venne rinvenuto alcun residuo della suppellettile.

75 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

l o. 4 o l

~- 1:" r-; -:::::-_:- --:::: ....__,'71:Zj;;:;;:-- ·~ => . ·,-·- ; . l - • ·· _:__.."' ··.,. - .

o 8 l____L__j cm

36 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO TOMBA C, :Z:I'RO 10.

38 - NECROPOLJ DI SOLAIA, POGGIO POTONDO SCHI:Z::Z:O DELLA TOMBA D

TOMBA IO Olia cineraria d'impasto friabilissimo color rosso-camoscio, grezzo con evidenti inclusioni e macchie nerastre. Corpo ovoidale allungato con labbro svasato rettilineo ad orlo diritto e fondo piano, concavo all'interno e leggermente profilato all'esterno (fig. 41,1). Ricomposta da più frammenti e ampiamente integrata (74/1 1941). Inv. xo6667. Alt. mass. cons. cm 30; diam. bocca ric. cm 13,5; dia m. mass. ric. cm 21; diam. fondo ric. cm 12,7; spess. cm o,g-1,8. Il tipo è ancora chiaramente villanoviano, anche se è stato rinvenuto in corredi più tardi. Cfr. l'olia cineraria n. I dalla tomba 8 a ziro. r86) Corredo: 1) Due frammenti d'impasto bruno combacianti,- dei quali uno ricomposto da due pezzi, - di una larga ansa a nastro con triplice scanalatura profonda, che conserva parte della attaccatura della bocca tonda del vaso (forse un askos) 37 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO (fig. 41 ,2) . TOMBA C, ZIRO Restauro (74/ II72I). (foto Sopr. Archeologica, Firenze) Inv. 106668. Lungh. rotaie cm 20. ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Da Giorn. Scavo: oltre aU'ansa furono rinvenuti numerosi frammenti spettanti ad un vaso fittile decorato sulla sfalla da una serie di angoli graffiti, prolungati con il vertice su ventre globulare (perduti); vari frammenti di vasi fittili- non meglio descritti e quindi oggi irreperibili -; il fondo dello ziro, per il resto tutto spezzettato, e nel cinerario poche ossa combuste. Da notare la presenza di uno strato (alto m 0,3s-oAO) di terra compatta di color rosso-mattone, mai riscontrato prima, sotto cui si viene a scoprire la roccia, nella quale è scavato il pozzetto, che si trova quindi alla profondità di m 1,20 dal poggio.

IL SECONDO SETTORE

T oMBA 12 ( = 21 in pianta) Ziro d'impasto grezzo rosso-mattone con evidenti inclu­ sioni e macchie nerastre. Bocca larga con labbro distinto svasato ad orlo arrotondato all'esterno, corpo ovoide rastre­ mato verso il fondo piano; le due anse, ora spezzate, proba­ bilmente oblique e a bastoncello, s'impostano nel punto di massima espansione del ventre (fig. 42). Ricomposto da più frammenti e ampiamente integrato (74/ 1151 1). Inv. ro6682. Al t. cm 68; diam. bocca ric. cm 45i diam. mass. cm 47; dia m. fondo cm 27; spess. cm 1,6-3. Forma poco standardizzata. Le sue dimensioni ci fanno supporre che appartenga alla categoria più recente. Da Giorn. Scavo: entro lo ziro - fra terra e fango - è stato rinvenuto un lungo ardiglione di fibula di bronzo con resti della molla (cm 15), nonché un piccolo tratto della staffa a canale (perduti).

39 - NECROPOU DI SOLAIA, POCCIO ROTONDO TOMBE 15-17, 19 e 23 TOMBA 91 DURANTE LO SCAVO (foco Sopr. Archeologìca, Fìrenze) Da Giorn. Scavo: conservano soltanto i rottami dei singoli ziri.

TOMBA 18 Da Giorn. Scavo: il pozzetto,- che conteneva solo la parte inferiore dello ziro, - nella parte mediana (larga m 0,79) presentava sul lato nord-ovest una celletta di m 0,75 x 0,35 (fig. 43).

TOMBA 20

Da Giorn. Scavo: dello stesso tipo della tomba B - 22, ma più piccola. •87)

Tombe a camera T oMBA I (= II in pianta) (fig. 44) Dromos d'accesso lungo m 3,90 e largo m r, scavato nella roccia calcarea in pendìo fino ad una profondità rispetto al piano di calpesùo di circa m 2. Esso è di dimensioni assai ampie rispetto a quelle deUa camera, alla quale si accede attraverso un'apertura di m o,8o di larghezza, m 0,22 di pro­ fondità e m o,96 di altezza. La camera, oltre ad essere piccola, è di forma alquanto irregolare (al centro misura m 1,88 x IAO x 0,98 di altezza); presenta infatti una parete d'entrata solo a sinistra di m o,58, la parete laterale sinistra di m 1,65, la parete di fondo ad anda­ mento irregolare di circa m 2 , la parete sinistra a nicchia, larga nel punto più ampio m 1 135· Il soffitto, di forma pia­ neggiante fino al centro (alt. m o,g8), va sensibilmente degra­ 40 - NECROPOLJ DI SOLAIA1 POCCIO ROTONDO dando verso le pareti laterali e quelle di fondo. TOMBA 9, ZIRO 77 ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

, --- ~ \

o 4 LLJcm

o 8 LL.J cm

42 - NECROPOLI DI SOLAJA1 POGGIO ROTONDO

TOMBA 121 ZIRO

Nel dromos venne rinvenuto, calcificato nella roccia, un cippo frammentario di tufo, a base quadrangolare con cimasa corniciata, sormontato da tre cuscinetti a toro, degradanti verso l'alto, che per mezzo di un collarino cilindrico - ora mancante- sostenevano un coronamento di forma sferica 41 - NECROPOLI DI SOLAJA, POGGIO ROTONDO appuntito a pigna; sulle facce della base si notano i resti TOMBA xo: 1) olla cineraria dell'incavo corniciato, che rappresenta in forma scbematica 2) frammento di ansa n. l una porta (fig. 45). r88) Inv. xo6683. Ptgna: alt. mass. cm 19,5; diam. base cm 21,5; base: alt. mass. cm 41; lati cm 31 x 3r. All'interno delia camera, colma di terra, fu rinvenuta sol­ tanto una fuseruola d'impasto fine nocciola chiaro, lucido in superficie, di forma troncoconica con base lenticolare, deco­ rata da una serie di xo piccoli elementi decorativi a 4 lin­ guette a stampo (fig. 46). Integra (74/ I 1217). Inv. xo6684. Alt. cm 2,5; diam. sup. cm o,8; diam. inf. cm 3·

Le dimensioni ridotte della camera e la sua forma irre­ golare c'indurrebbero a porla tra le prime testimonianze di tombe a camera dell'agro chiusino, "che cronologica­ mente ... si devono discostare di poco ... dalle ultime tombe a ziro ". •89> Purtroppo la mancanza di su~pellettile caratterizzante c'impedisce di essere più precist; infatti anche il cippo, -di cui non è sicura la pertinenza alla tomba, 1 90) - che si trova per lo più nel dromos accanto alla porta, 191l è del tipo attestato dalla fine del VII-inizi del VI secolo a.C. in poi. Per Bianchi Bandinelli l9al è attraente l'ipotesi del Bissing, che li ritiene rappresentazioni economiche delle tombe erette al centro del luogo ove si svolgevano i ludi funebri. A livello del rituale funerario sono quindi confrontabili

43 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO con i cippi di Vulci e Ferento, nei quali abbiamo la ripro­ SCHIZZO DELLA TOMBA 18 duzione di una tomba a dado, l93l senza coronamento a ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

2) frammento di bucchero con figura di cinghiale, che pro­ cede verso destra. Inv. 106686 (74(15049) (jigg. 48 e 49,2). 3) frammento di foculo in bucchero pesante con protome femminile, (perduto).

Anche questo tipo di tomba a camera può essere inqua­ drato nell'ambito cronologico delle prime tombe a camera de11' agro chiusino, dal momento che i pochi resti della s~I?pe llettile non ci aiutano a datarla con maggiore pre­ ctstone. Per quanto si riferisce al frammento di paletta n. t, possiamo ricordare che il tipo è stato definito chiusino, dal momento che proprio a Chiusi si hanno numerose riproduzioni in bucchero, come la nostra. 1'»> Invece il frammento con figura di cinghiale n. 2, pro­ babilmente riferibile ad un kantharos, tg6) rientra nel tipo canonico della produzione del bucchero pesante. La deco­ razione consiste in una stretta zona a motivo a zig-zag, limitato in alto da due linee ad incisione; nella parte cen­ 47 - NECROPOLI DI SOLAIA1 POGGIO ROTONDO RILIEVO DELLA TOMBA Il trale, delimitata in alto da due listelli - in basso si nota l'inizio probabilmente di un listello- un cinghiale pre­ senta il corpo in rilievo basso con i particolari sottolineati ad incisione (contorno del corpo, setole sul dorso, occhio, zampe, coda). R. Sunkowski ha messo in rilievo che il cinghiale è un motivo decorativo comune nella produzione del bucchero pesante, distinguendo in questa produzione 20 motivi decorativi, fra cui quello del cinghiale in tre varianti. 197> Il nostro presenta le setole che formano una linea continua sul dorso, particolare, che, come ba sottolineato G. Campo­ reale, era già noto nella ceramica protocorinzia ed era largamente diffuso nell'arcaismo etrusco. 198> A causa dell'esiguità del nostro frammento non pos­ siamo affermare con sicurezza se sia un prodotto locale - L. Banti aveva ipotizzato la presenza di una fabbrica a Sarteano l99) - oppure di provenienza orvietana, come potrebbe far supporre il confronto stringente con la deco­ razione del calice n. 35 della collezione alle Querce, zoo> per cui si può pensare anche per il nostro frammento ad una datazione non anteriore alla metà del VI secolo a.C.

48 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO - TOMBA U CoNCLUSIONI FRAMMENTO DI BUCCHERO CON CINGHIALE N. 2 Uoto Sopr. Archeologica, F~renze) La se9uenza cronologica delle cinque tombe, ritrovate ancora Intatte, in base alla suppellettile caratterizzante, sembra potersi così articolare: tomba 5 a pozzo: fine VIII- inizi VII secolo a.C.; tombe 3 e 4 a ziro: I quarto del VII secolo a.C. e tombe 8 e II a ziro: II quarto del VII secolo a.C. Riguardo alle altre tombe sia a pozzo (nn. 2, 6, 7, 13 inquadrabili nell'ambito della fine dell'VIII-I quarto del VII secolo a.C.), :IOI) sia a ziro (nn. r, A = r2, B = = 22, C = 14, D = I, g, xo, 12 = 21, 15, r6, 17, 18, 19, 20, 23, inquadrabili nell'ambito del VII-I metà del VI secolo a.C.), 202> sia a camera (nn. I = II e II = III, del tipo riù arcaico e quindi inquadrabili nell'ambito della metà de VI secolo a.C. o poco oltre), rimando al testo ~. 2 precedente, soprattutto per quanto riguarda le possibili indicazioni cronologiche sug~erite da alcuni riferimenti, che è stato possibile istitUlre con gli esemplari delle cinque tombe sopra datate. 49 - NECROPOLI DI SOLAIA, POGGIO ROTONDO La necropoli di Poggio Rotondo quindi si estende crono­ TOMBA II: t) Frammento di palella di bucchero n. l logicamente per un arco di tempo che va dalla fine dello 2) frammento di bucchero con cinghiale n. 2 VIII-inizi del VII secolo a.C. (con la tomba a pozzo 5) Bo ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte alla metà circa del VI secolo a.C. o poco oltre (con la Desidero esprimere il mio più vivo ringraziamento al prof. Gugli~lmo Maetzke, già soprintendente archeologo per la Toscana, che mt ha tomba a camera II). Essa non si discosta dalle altre necro­ gentilmente affidato questo materiale e sono veramente grata all'attuale poli del Chiusino sia per la tipologia sia per le suppel­ soprintendente prof. Francesco Nicosia, che mi ha dato la possibilità lettili, oltre che omogenee e relativamente povere. di revisionare e schedare i reperti, permettendomi di compiere per cosi dire, uno scavo nello scavo reperendo i suddetti materiali1 nei Abbiamo infatti tombe a pozzo, costituite da una fossa magazzini, nell'essiccatoio e nello stesso cortile del M useo Archeolo­ quasi cilindrica- nel fondo della quale è ricavato l'allog­ gico di Firenze, coadiuvata prima di tutto dal giornale di scavo, molto giamento dell'ossuario- ricoperta da una lastra di lava­ preciso e corredato da preziose fotografie e schizzi, nonché dalla affet­ gna locale, rozzamente sbozzata; tombe a ziro, nelle quali tuosa collaborazione del prof. G. Maetzke e del sig. C. Giuntini. Ringrazio a/tres! i fotografi C. Nannucci e R. Magazzini ed il dise· l'ossuario è sostituito da un dolio- detto in gergo toscano gnatore F. Guerrini. "ziro"-d'impasto, egualmente deposto in un pozzetto e ricoperto esso stesso da una lastra del tutto simile alla precedente ma, a volte, troviamo anche due lastre: una a chiusura del pozzetto, l'altra della bocca dello ziro, ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE come nella tomba 8 oppure nella tomba II, in cui esse formano una specie di cassetta, detta nella letteratura A]A 1958: H. HENCKEN, Syracuse, Etruria and the North; archeologica anche " vestibolo " , " anticamera " o " sa­ Some Comparisons, in A]A, LXII, 1958, p. 259 e ss. crario " , che conteneva un vaso di corredo. Sono presenti Arte Etruschi: M . CRISTOFANI, L'arte degli Etruschi. Produ­ anche tombe a ziro con celletta laterale (come le tombe zione e consumo, Torino 1978. B = 22, 18, 20) o con tre loculetti sul fondo (come la tomba D = I) per la recezione del corredo o di parte di BANTI: L. BANTI, Il mondo degli Etruschi, Roma 1969. esso, purtroppo già depredate. Bisenzio I: F. DELPINO, La prima età del ferro a Bisenzio. Aspetti della cultura villanoviana nell'Etruria meridionale A livello di rituale funerario l'uso dell'incinerazione, interna, in MemAL, XXI, I977r p. 453 e ss. peculiare della zona chiusina, sembra perdurare anche Bisenzio II: F. DELPINo, La prima età del ferro a Bisenzio. nelle tombe a camera I e II, dove non è stata rinvenuta Divisione in fasi ed interpretazione culturale, in SE, XLV, traccia di banchine di deposizione. 1977, p. 41 e SS. Tralasciando di tornare a parlare dei vasi d'impasto Chiusi: D. LEVI, IV Chiusi. Tomba a ziro rinvenuta in loca­ grezzo e di fattura locale rozza con evidenti tracce della lità " Montebello" , in NS, XIII, 1935, p . 228 e ss. lavorazione a mano, quali le scodelle e i così detti vasi Civ. Ferro: B. D'AGOSTINO, La civiltà del Ferro nell'Italia a clessidra, rinvenuti nelle tombe a ziro 4 e n, notiamo Meridionale e nella Sicilia, in Popoli e civiltà dell'Italia che anche alcuni vasi d'impasto di fattura più accurata, antica, Il, Roma 1974, p. t r e ss. spesso levigati a stecca e lucidati in superficie, che non Civ. Lazio: AA.VV., Civiltà del Laz io primitivo, Roma 1976. offrono elementi di confronto esterno, sono peculiari della CLOSE-BROOKS: J. CLOSE-BROOKS, III. Considerazioni sulla zona di Chiusi, così il kantharos della tomba 3, il vaso cronologia delle facies arcaiche dell'Etruria, in SE, XXXV, " a melone " della tomba 4, forse il vaso situliforme della 1967, p. 323 e ss. tomba 5, il calice e l'attingitoio della tomba II. 2031 Clusium : R. BIANCHI BANDINBLLI, Clusium : ricerche archeo­ Il cinerario situliforme con coperchio a sfera della tomba logiche e topografiche su Chiusi e il suo territorio in età etrusca, 3 ci riporta a Saturnia ed a Vulci, come la coppa carenata in MonAL, XXX, 1925, col. 209 e ss. con bordo scanalato delle tombe 4 (n. 4) e 8 (n. 2), che CoLONNA: G. CoLONNA, La presenza di Vulci nelle valli ritroviamo a Poggio Buco, ma anche a Pitigliano e ad del Fiora e dell' Albegna prima del IV secolo a.C., in La Heba oltre che a Narce, a Veio e nel retroterra veiente; civilità arcaica di Vulci e la sua espansione. Atti del X Con­ mentre la coppa con anse ad anello della tomba 8 (n. 4) vegno di Studi Etruschi ed Italici, Grosseto-Roselle­ acroma, della quale sono stati trovati esemplari singoli a Vulci 29 maggio-2 giugno 1975, Firenze 1977, p. 189 e ss. Volterra, Cerveteri, Santa Marinella, Ischia di Castro e CRISTOFANI: M. CRISTOFANI, Sul più antico gruppo di canopi quattro esemplari rispettivamente a Tarquinia ed a Vulci, chiusini, in AC, XXIII, 1971, p. 12 e ss. " presente " quindi " largamente nella ceramica etrusco­ D'AGOSTINO: B. D'AGOSTINO, VII Pontecagnano. Tombe geometrica della prima metà del VII secolo a.C.", 204> orientalizzanti in contrada Sant'Antonio, in NS, XXII, - infatti presentano tutte una decorazione geometrica - 1968, p. 75 e ss. dovrebbe costituire un'imitazione locale dei prodotti che GEMPELER: R.D. GEMPBLER VON DIEMTIGEN, Die etruskischen attraverso Poggio Buco, - in cui troviamo tre esemplari Kanopen, Herstellung, Typologie, Entwicklungsgeschichte, acromi, anche se con anse pizzicate -giungevano da Einsiedeln 1974· GIEROW 1: G. GIEROW, The Iron Age Culture of Latium, Vuki. I. Classification and Analysis, Skrifter Utgivna av Svenska Non mi sembra quindi azzardato supporre che la ne­ Institutet i Rom, XXIV, 1, Lund 1966. cropoli di Poggio Rotondo presenti precoci contatti con GIBROW II: G. GtBROW, The lron Age Culture of Latium, l'area vulcente, seguendo soprattutto la direttrice del II. Excavations and finds, I, The Alban Hills, Skrifter Fiora. Utgivna av Svenska Institutet i Rom, XXIV, 2, Lund 1964. Per quanto riguarda il materiale in bronzo, cioè le HALL DOHAN: E. HALL DoHAN, Italic Toml>-groups in the fibule, alcune sono semplici ed omogenee (nn. 2--? della University Museum, University of Pensylvania, Phila­ tomba 5); altre presentano una forma ed una decorazione delphia 1942. dell'arco di ampia diffusione (nn. 6 e 7 della tomba liENCKEN: H. HENCKEN, Tarquinia, Villanovas and early 4); altre ancora con decorazione a spina pesce sull'arco, Etruscans, Cambridge (Mass.) 1968. come la n. 9 della tomba II,-anch'esse di ampia diffu­ LEVI: D. LEVI, I canopi di Chiusi, in CrA, I, 1935}6, p. 18 e sione, ma con precisi riscontri a Ischia di Castro e Poggio ss.; Il, p. 82 e ss. Buco - non ci permettono di indicare una precisa area MATTEUCIG: G. MATTEUCIG, Poggio Buco. The Necropolis di influenza esterna, anche se, come giustamente ha sotto­ of Statonia, Berkeley and Los Angeles 1951. lineato B. D'Agostino, " le fibule come elementi di larga MILANI: L.A. MILANI, Sepolcreto con vasi antropoidi di diffusione rappresentano il mezzo più sicuro per stabilire Cancelli sulla montagna di Cetona, in MonAL, IX, 1899, una correlazione tra orizzonti coevi di culture diverse ". 20Sl col. 149 e ss. 8r ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

Mon. Etr.: L.A. MILANI, Monumenti etruschi iconici d'uso logica Bargagli a Sarteano, in Bollettino d'Arte, suppl. al vol. XIV, cinerario illustrati per servire a una storia del ritratto in VII, 1920, pp. 17- 23. Etruria, in Museo Italiano di Antichità Classica, I, Firen:z;e 3) Arte Etruschi, p. u8. 1885, p. 305 e ss. 4) R. BIANCHI BANDINELLI, Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000. Foglio 129 (S. Fiora), Firenze 1927. Per Solaia, MONTELIUS: 0. MONTEUUS, La civilisation primitive en !calie p. 5 n. 3: " necropoli ' villanoviana ' di to. a pozzetto e to. a :tiro "; depuis l'introduction des metaux, Stockholm 18g5-1910. e p. 6 n. 12: "o~getù neolitici in selce della coll. Bargagli a Sartea­ MORETUS: J. MORETUS, Une tete de canope inédite conservée no". Per Albi nata, p. 6 n. 13: "tombe a :tiro e a pozzetto villano­ à l' Akademisches Kunstmuseum de B onn, in Mélanges de viano". Per Sferracavalli, p. 7 n. 19: "to. a camera arcaica con buc­ étruscologie, Louvain Le Neuve 1978, p. 81 e ss. cheri decorati a cilindretto e vasi greco-italici "; n. 20: " necro­ poli di tombe a po:t:tetto di tipo villanoviano e, frammiste, tombe MORETUS PLANTIN: J. MORETUS PLANTIN, Masques et canopes a :tiro con ossuari antropoidi". Per Baccaciano, p. 7 n. 21: "tombe chiusins du VI!' siécle av.].C., Louvain 1967 (diss .. ) a pozzetto di tipo villanoviano e to. a ziro con vasi italo greci". MiiLLER-KARPE: H. MULLER-KARPE, Per Casolimpia, p. 7 n. 24: "tombe a ziro con ossuari antropoidi". Zur Stadtwerdung Roms, Per Madonna della Tea, p. 7 n. 25: "Scop. 1924. Quattro tombe Heidelberg 1962 (RM Suppl. VIII). a ziro con olla cineraria d'impasto con corpo a palla dee. a denti Origines: AA.VV., Origines. Studi sulla cronologia della di lupo a ~raffito, ed anse a nastro verticali, alto piede conico e civiltà di Este e Golasecca, Firenze 1975. coperchio' . Per Piamporcelli, p. 7 n. 26: " to. a pozzetto villano­ viano e a tiro " e n. 27: " oggetti eneolitici ". Per Casriglioncello PALM: J. PALM, Veiian Tomb-groups in the Museo Preistorico, del Trinoro, p. 9 n. I: " necropoli con tombe a camera e suppel­ Rome, Skrifter Utgivna av Svenska Jnstitutet i Rom, XVI, lettile di bucchero a rilievi ". O.A.VII, Lund 1952. 5) Ctusium, col. 496. PERONI: R. PERONI, Considerazioni ed ipotesi sul ripostiglio 6) Arte Etruschi, p. 1 x8. di Ardea, in BPI, LXXV, 1966, p. 175 e ss. 7) Ibidem, p. 120. Poggio Buco: G. BARTOLONI, Le tombe di Poggio Buco al 8) Rare sono le armi. Museo Archeologico di Firenze, Monumenti Etruschi, 3, 9) PERNIER, art. cit. a nota 2, p. 67. Firenze 1972. Io) Clusium, col. 383 e s. Preist. Lazio: G. COLONNA, Preistoria e protostoria di Roma II) "È da notarsi", sottolinea lo S., "che sotto il paese di Sar- e del Lazio, in Popoli e civiltà dell'/talta antica. II, Roma teano vi sono dei cunicoli praticabili come a Chiusi". 1974, p. 275 e ss. 12) Ctusium, col. 383. M. CR1STOFANI, recensione a R.D. GEM­ ree. Gempeler: 13) MAETZ.KE, art. cit. a nota I, pp. 299 e 300. PELER von DIEMT1CEN, Die etruskischen Kanopen. Herstell­ ung, Typologie, Entwicklungsgeschichte, Benziger AG Ein­ 14) Castelluccio Biforci o di Pienza. siedeln 1974, pp. 286, tavv. 40, in SE, XLIV, 1976, p. 15) Clusium, col. 392; BANTI, p. 220; Arte Etruschi, p. u8. 475 e ss. 16) BANTI, p. 220. P.J. Copenbagen 1941. 17) Che si restringe tra le ripide alture di Città della Pieve e la Rus: Rus, Tyrrenika, montagna di Cetona. SE 1971: M. CRISTOFANI, Per una nuova lettura della pisside x8) G. MANSUELLI, La civiltà urbana degli Etruschi, in Popoli e della Pania, in SE, XXXIX, 1971, p. 63 e ss. civiltà dell'Italia Antica, III, Roma 1974, p. 242i Arte Etruschi, SUNDWALL: J. SUNDWALL, Die alteren italischen Fibeln, p. u8 e ss. Berlin 1943· 19) G. CAMPOREALE, Irradiazione della cultura chiusina arcaica, Veii: J. CLOSE- BROOKS, Veii in the Jron Age. A proposal in Aspetti e problemi dell'Etruria interna. Atti dell'VIII Convegno di Studi Etruschi ed ltalici, Orvieto, 27-30 giugno 1972, Firem;e for a Division into Phases, in before the Romans. The I9.74, pp. 99-I30· Lo S. a p. Ioo, nota 2 precisa che " il periodo Iron Age, Orientalizing and Etruscan Periods, London­ villanov1ano può essere tralasciato per la relativa scarsezza delle New York-San Francisco 1979· testimonianze chiusine conservate e per la palese affinità di queste Veio: J. CLosE- BROOKS, IV Veio (Isola Farnese). Conti­ con quelle coeve di quasi tutti gli altri inse

XXX, 1925, coli. 631 e 635, fig. 25 (Firenze, Museo Topografico, p. 166 (fine VII secolo a.C.); MoRETUS, p. 90 e ss. (ultimo quarto inv. 8t6o3:..S162o, 81653:..a1659); Cfr. inolrre: A. MlNTo, I clipei del VII secolo a.C.) con ampia letteratura a p. 104. jun~rar! etruschi ed il problema sulle origini dell'imago clipeata /~ne­ 41) Cfr. CRISTOFANI, passim. rana, m SE, XXI, 1940/41, p. 47, figg. 25 e 26; AA.VV., L età del Ferro nell'Etruria Martttima, Catalogo, Grosseto 1965, p. 45, 42) Esse ci riportano al periodo orientalizzante, cfr. SUNDWALL, n. 51, t. VIII; CRISTOFANI, p. 25 (fine VIII - primo quarto del VII p. 62 e ss. e p. 253 e ss.; AlA I9S8, pp. 268 e 26g. Lo Hencken secolo a.C.). fa notare che la diversità delle forme e degli animali rende difficili i paragoni e che le fibule ad animale erano molto popolari nel VII 26) S. GsELL, Foui/les dans la nécropole de Vulci, Paris Il:!gt, secolo a.C. presso gli Etruschi. Cfr. anche R. BIANCHI BANDINEL ­ pp. 64 e 65 (tomba a fossa a cremazione XXII), pp. 86-Sg (tomba LJ, Materiali archeologici provenienti da Castelluccio di Pienza con­ a fossa a cremazione? XXVI), (Roma, Museo Pigorini, inv. 42457, servati alla R. Accademia dei Pisiocritici in Siena, in Rassegna d'Arte 42479); HALL DOHAN, pp. 81 e 82, t. XLIII, tomba XXV, n. 4; senese, XVII, 1924, p. 24 n. 18, nel quale l'A. ci descrive "due esem­ C1USTOFANI, p. 25 (fine VIII-primo quarto del VII secolo a.C.). plari di fibule, il cui corpo è formato da una figuretta di grifo ... 27) M. MORETTI, Il Museo Nazionale di Villa Giulia, Roma 1964, Tipo non raro nelle necropoli paleoetrusche " (vedi anche tav.A). p. 61 e s., fig. 45 (fine VIII-inizi del VII secolo a.C.); cfr. anche Si confrontino anche le fibule con arco zoomorfo da Este III B2 CRJSTOFANI, p. 25, nota 42· = Bologna III B2 in R. PERONI, Este III B, in Origines, p. 131, fig. 41 113, p. 136 e p. 157 (da Este III A ad Este III B), in cui 28) Cfr. Materiali di Antichità varia. III Scavi di Vulci. Materiale lo S. sottolinea la " prevalente tendenza al ritardo rispetto alle concesso a F. P. Bongiovì, Roma 1964, p. 26, n. 6o2 (recupero in facies contemporanee de!J'Italia centro-meridionale". località Osteria): stesso orizzonte cronologico della tomba vulcente XXII dello Gsell (cfr. DELPINO, art. cit. a nota 24, p. 182, nota 44) 43) Cfr. op. cit. a nota 32, tavv. LXXXI, LXXXII, LXXXVII, e soprattutto G. CoLONNA (La presenza di Vulci nelle valli del Fiora LXXXVIII e LXXXIX ed anche MrLANI, co!J. 152-158 (tombe e dell'Aibegna prima del IV secolo a.C., in op. cit. a nota 24, ~- 200, 1 e 2). fig. 2 e un esemplare inedito nella ex coli. Berman, Roma n. 27) 44) Preist. Lazio, p. 307 e s., dove l'A. ricorda "la penetrazione (tav. XL a) ... Come gli esemplari d'intpasto (Gsell forma (due dei commerci greci dell'VIII secolo nella valle del Tevere" ... , ess.); HALL DoHAN, tav. 43, tomba 25) che mette in rilievo come i in cui " è presente anche una componente di origine orientale, lineamenti del volto vengano come riassorbiti nel volume sferoi­ forse fenicia, ma più probabilmente mediata dai Greci, rappresen­ dale della testa. tata dai numerosi vaghi di collana di pasta vitrea blu o verdi con 29) Cfr. COLONNA, art. cit. a nota 28, p. 200 e nota 42: esemplari occhi gialli o bianchi, rinvenuti a Roma, Satrico, CaraC'Upa, Valvi­ bronzei: 1. G. SclcHI.Lom:, in Arte e Civiltà degli Etruschi, T orino scolo ", presenti anche nella fase IB a Capua, che "sttuata allo 1967, p. 33 n. 34i 2. Materiali di Antichità varia. II. Scavi di Vulci. sbocco de!Ja via longitudinale che, attraverso le va!Ji del Liri, dd Materrale concesso alla Soc. Hercle, Roma 1964, p. 36, n. 790; 3· Sacco e del Tevere, conduce verso Bisenzio, è legata soprattutto ined. ex co!J. Berman, Roma (n. 6o), (tav. XL b). a Chiusi ed al retroterra vulcente "; dr. Civ. Ferro, p. 14. 30) G. COLONNA, ree. a J. STROM, Problems Concerning the Ori­ 45) Cfr. Clusium, passinl; ma soprattutto col. 454 e ss. gin and Early Development of the Etruscan Orienta.lizing Style 46) Clusium, col. 445 (piccolo ziro che funge da olia cineraria) (Oklense University Classica! Studies, voi 2), Odense University e cof. 459 (dove l'A. flcorda " il graduale trapasso dai ~zzetti con Press, Odense 1971, pp. 318 e fig~. 105, raccolre in volume a parte ossuario villanoviano agli ziretti di piccole proporziom "); passim. di formato maggiore del testo, m SE, XL, 1972, p. 56g; IDEM, 47) Rinvenuto nell'essiccatoio del Museo Archeologico di Firenze. Ricerche nell'Etruria interna volsiniese, in SE, XLI, 1973, p. 63: "all'inizio dell'orientalizzante recente la direttrice del Fiora permette 48) Come si legge dal giornale di scavo, detto arcliglione fu rinve­ a Vulci di acquistare il ruolo di sbocco al mare di un vastissimo nuto a parte. retroterra, che arriva a Chiusi ed oltre ". 49) 1) Vaso del tipo detto a "melone" col corpo liscio (Chiusi 31) CRISTOFANI, p. 22 e ss. p. 235, fig. 6, inv. 75134-75139 dal primo complesso); 2) vaso del tipo a" melone", che funge da cinerario, decorato sul corpo da scana­ 32) Cfr. AA.VV., Dizionari ttrminologici. Materiali dell'etd del lature tra righe cordonate; 3 e 4) due vasi del tipo a "melone": Bronzo finale e della prima età del Ferro, a cura di G. BARTOLONI, uno con piede campanaro e due cornetti protuberanti fra le anse A. M. BIETTJ SESTIERI, M. A. FUCAZZOLA DELPINO, C. MOIUCI (ibidem, p. 235 e s., fig. 7, inv. 7514o-75181 3 ess. dal secondo com­ GoV1, F. PARISE BADONI, Firenze 198o, tav. LIV n. 6. plesso); 5, 6 e 7) tre vasi del upo a " melone ": uno liscio, uno con 33) R. PERONI, Vasellame fittile: Fusaiole, in Origines, p. 96 scanalatura verticale ed uno con due bottoni fra le anse (ibidem, P· 237, e s., fig. 24,2. fig. 8, inv. 75IB2-?)I8g dal terzo complesso). Tali complessi testi­ moniano il passaggiO dalla " vetusta forma villanoviana a!Ja nuova 34) Chiusi, p. 235 e s. e p. 234, nota 5· Cfr. Clusium. col. 284, moda del cinerario antropomorfo a canopo " (fine VIII-prima nota 1. metà del VII secolo a.C.); cfr. anche LEVI, p. 25; 8) vaso del tipo 35) Scheda della dott.ssa A. Magagnini, che per la decorazione a "melone" con piede campanulato decorato sul ventre da fa­ cfr. HENCKEN, p. 48, fig. 36 e. scette verticali di color biancastro e sulle anse da fascette de!Ja mede­ 36) LEVI, p. 82, nota 57 (kantharoi " con i manici attorti a fune, sima coloritura, disposte orizzontalmente (A. MINTo, I. Chiusi - il cui tratto arcuato s'innesta su una sbarra verticale partente dal Tomba a ziro rinvenuta in località " Montebello " nelle proprietd labbro"), del conte Paolozzi, in NS, XVI, 1938, p. u8, fig. 3). 37) MILAN!, col!. 182-186, figg. 43 e 46 (II metà VIII secolo 50)- 2 ess. da Poggio Renzo, Firenze, Museo Arch. (inv. 94,586- a.C.); LEVI, p. 24, nota 41, tav. 15, fig. 24 (fine vqi-inizi del YII 94587): R. ScHIFF GIORGINI, II - Chiusi- b) Altre esploraziom sul­ secolo a.C.); Rns, p. ro8,I e p. 154 (675 a.C. = dataztone alta e prlllla l'alto di Poggio Renzo, in NS, 1915, p. 22 d), fig. 43 ed e, di cui uno del 650 a.C. = datazione bassa); MoRETUs PLANTJN, p. 94 (I metà decorato da strisce di pittura rossa, che corrono secondo gli spicchi del VII secolo a.C.); CRISTOFANI, p. 17, nota 18 e p. 22 e ss. (II a melone del vaso; (tomba datata genericamente al VII secolo quarto del VII secolo a.C.); GEMPELER, p. 155 (dopo la metà del a.C.). Cfr. anche LEVI, p. 26 {inizio VII secolo a.C.); MORETVS VII secolo a.C.); ree. Gempeler, p. 477, dove il Cristofani ribadisce PLANTIN, p. 96 c ss. (tra il 725 e il 6?5, datazione alta del Riis la sua datazione. per i canopi del tipo I = gruppo C del Moretus); CIUSTOFANI, 38) Motivo uguale a quello che decora le spalle dei kyathoi (inv p. 13 e ss. (II quarto del VII secolo a.C.); GEMPELER, p. 157 e ss. La è 78330 e 78313), rispettivamente dalle tombe 8 e 7 da Cancelli ~MI­ (terzo quarto del VII secolo a.C.). datazione più attendibile LAN!, coli. 175-182, fig. 41 e coli. I7o-175, fig. 37), databili l uno quella proposta da M. CRtSTOFANI, in base a!J'oggetto più caratte­ alla fine del VII secolo a.C. e l'altro aUa fine del VII-inizi del VI m:zante, la tazza del tipo protocorinzio (inv. 946oo): un esem­ secolo a.C. (SE 1971, p. 8x); inoltre la zona superiore della coppa di plare di cup wirh offset rim distinto da F. K. JoHANSEN, Les vases derivazione protocorinzia n. 4 della tomb~ F di Monte Michele, sicyoniens, Copenhagen 1923, p. So e ss. e da H. PAYNE, Necro­ databile tra la fine del VII e l'inizio del VI secolo a.C. (M. CRJ­ corinthia, Oxford 1931, p. 23, fig. 88, p. 296. Per un'ampia STOFANI, Le tombe di Monte Michele nel Museo Archeologico di Fi­ letteratura si rimanda a CRISTOFANI, p. 18. renze, (Monumenti Etruschi. 2. Veio I), Firenze 196g, pp. 42 e 43, - I es. da tomba a ziro da Cancelli, acquisto 1904, Firenze, Museo fig. 20, 4 tav. XXI, 5 e p. 57). Arch. (inv. 8186g del canopo 8186o), databile al II quarto del VII secolo a.C.; sul ventre presenta due archi profondamente impressi 39) LEVI, pp. 82 e 83, tav. 59, fig. 42 (verso la metà del VII se­ ed al di sopra una serie di piccoli punti; cfr. anche p. 6t e nota 39· colo a.C.); MoRETUs PLANTIN, p. 102 e ss. (I metà del VII secolo - I es. da tomba a ziro da Cancelli, acquisto 1904, Firenze, Museo a.C.); CRtSTOFANI, p. 18 nota 18 (I metà del VII secolo a.C.); Arch. (inv. 8r868 del complesso 8t858), decorato sul ventre da due GEMPELER, p. 161 e ss. (l'A. definisce il kantharos di tipo antiquato archi impressi {LEVI, p. 82, nota 54 e tav. 56, fig. 30: II rpet~ del e precisa che è decorato sul ventre da un bottone rotondo). VII secolo a.C.; MoRBTUs PLANTTN, .P· 103 e ss.: postenore a!Ja 4'J) Mon. Etr., pp. 3o6 e 307 (viene considerata congiunta dell'in­ metà del VII secolo a.C. (lo S. parla di un "solco serpeggiante con­ cinerato del canopo virile Brogi inv. 72783); MoRETUS PLANTIN, tinuo"); CRISTOFANI, p. 18, nota x8: metà circa del VII secolo a.C.; p. IIO (il kantharos viene definito "indigeno di tipo elegante"); GEMPE.LER, p. 162: ultimo quarto del VII secolo a.C.; Moanus, CR!STOFANI, p. 18 e nota 18 (fine VII secolo a.C.); GEMPELER, p. 101, nota 39: parla di un solco serpeggiante continuo, interrotto ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

dalle anse con attacco inferiore a cornetto, che divide il ventre del - 4 ess. ricordati da GEMPELER, p. 28, n. 13, tav. 4,4 con funzione vaso io quattro quarti). La datazione più accertabile è quella pro­ di urna canopica (Copenhagen, Ny Carlsberg Glyptotek, n. H 78 posta da M . Crìstofani. da Chiusi); p. 44, n. 31 (Oxford, Ashmolean Mus., n. I895· 134, - I es. dalla tomba 5 da Cancelli (iov. 77846 del complesso 77844), da una tomba a pozzo di Chiusi, secondo l'inventario del museo); decorato sulla spalla da semicerchi inctsi che s'intersecano verso pp. 67 e 68, n. 57, tav. I8,3 con funzione di urna canopica (Copen­ l'alto (MILAN!, col. 163 e ss., fig. 26; LEVI, p. 83: ultimo terzo del hagen, Ny Carlsberg Glyptotek, n. H 79, provenienza sconosciuta); VII secolo a.C.; MoRBTUs PLANTIN, p. II4 e s.: ultimo terzo del pp. I3I e I32, n. 125, ossuario su trono (Copenhagen, Ny Carls· VII secolo a.C'j· CRISTOFANI, p. 18, nota 18: II metà del VII se­ berg Glyptotek n. H 72, provenienza sconosciuta). colo a.C.; SE 971, p. BI; GEMPELER, p. 167 e s.: fine del VII - I es., decorato da un piccolo giro di rosette impresse attorno secolo a.C.; MoRETUS, p. 149: ultimo terzo del VII secolo a.C.; lo S. al collo, descritto da I. PECCHIAI, Catalogo dei buccheri del Museo ricorda che il fregio che orna lo skyphos con anse a forma di testa di Civico di Fiesole, io SE, XXXV, 1967, p. 504 e s., n. so, tav. LXXXVb toro riproduce il motivo LII della classificazione di F. SCALIA, I cilin­ (iov. 87o), che erroneamente li data alla I metà del VI secolo a.C., dretti dì tipo chiusino con figure umane, in SE, XXXVI, 1968, p. 394, mentre il tipo è già attestato in corredi datati al II quarto del VII n. 241 e p. 395, fig. I re). secolo a.C. 2 ess. lisci da Fontecucchiaia, Copenbagen, Museo Naz. (iov. - 7 ess., ricordati da J. W. HAYES, The Etruscan and Italic Col­ 2076), dei quali uno presenta le anse a serpentello (citati per la lection in the Royal Onlario Museum Toronto: A Survey, in SE, pnma volta da J. UNosn, Antike Wagenformen, io Zeitschrìft f. XLIII, 1975, p. 24 e s., n. 41, tav. XXI 4 (n. 9I9·5·I59 da Chiusi Ethnologie, XXII, 18go, p. 65 e ss.), furono datati da G. O. Gt­ coli. Sturge), decorato con protuberanze a cornetto sulla spalla cuou, La tomba chiusina di Fontecucchiaia ora al Museo Nazio­ fra le anse e sul corpo da dodici scanalature verticali, di cui quattro nale di Copenhagen, in SE, III, I929, p. 475 alla prima metà più corte a causa delle protuberanze e delle anse; (9I9·5· 158) uguale del VII secolo a.C.; cfr. C. CHR. BLINXENBERG, K. FRns ]OHANSEN, al precedente, ma di dunensioni più pic.cole; un vaso a "melone" CVA, Kopenhagen, Nationalmus., I (Danemark) 5, IVB, tav. 209, 6 d'impasto più fine con decorazione 1ncìsa ad archi impressi, con­ e 7; Rns, p. 108,x e 154 propone una datazione sia alta al 675 frontabile con due vasi a " melone " con decorazione incisa a forma sia bassa al 6oo; MORETUS PLANTIN, p. 97 e s.: l metà del VII di archi ribassati con doppie linee (9I8.3.78 e 918.3.79); due esem­ secolo a.C.; GEMPELER, p. 159 con ampia letteratura propone il plari su piede più alto e con anse a serpente, che all'A. sembrano III quarto del VII secolo a.C.; ma prima di lui CRISTOFAN1, p. 2$, derivare da tips metallici e probabilmente vanno datati al 6oo a.C., aveva giustamente proposto di abbassarne la cronologia io base s1a cfr. p. 95, n. 42, tav. XXI, 5 (918.3.89, del secondo lo S. non dà ai sospetti che gravano sulla autenticità del carro io miniatura, già il n. d'inv.). espressi in Clusium, col. 445 e nota 2, sia alla tipologia delle anse - I es. conservato nei magazzini del Museo Pigorini di Roma a serpentello dell'olletta, anse che si ritrovano in un importante (iov. 23782), acquisto Brogi del febbraio 1882, proveniente dalle vaso con decorazione subgeometrica, proveniente dalla tomba della vicinanze di Chiusi, decorato da due solcature, antecedente dei cosi Cannicella di Orvieto, conservata al Museo di Firenze (inv. 76932), detti vasi a "melone", secondo la scheda della dott.ssa A. Maga­ in un contesto dell'orientalizzante maturo. gnini, che lo pone nella facies del villanoviano evoluto. - I es. dalla tomba Mignoni, Firenze, Museo Arcb. (inv. 75390 - I es. da Sarteano, acquìsto Santoni del I893, Firenze, Museo del complesso 75389) (MILANt, col. I86 e s., fig. 47: I metà del Arch. (iov. 75518) con scanalature a melone (cfr. Chiusi, p. 234, VII secolo a.C.; Clusium, col. 330, fig. 38 e coll. 524 e 52.5 n. I32: nota 4). metà del VII secolo a.C.; LEVI, p. 85, nota 66: inizio del VI secolo a.C.). Per l'aryballos piriforme con decorazione a spina di pesce - I es. da Cancelli, acquisto del 1901, Firenze, Museo Arch. cfr. M. CRISTOFANI MARTELLI, A proposito della cronologia del (inv. 79265): olia corrispondente per forma a quelle del tipo detto maestro Castellani, io SE, XXXIX, 197I, pp. 381, 387 e 388 fig. 3A a "melone", ma con anse a serpentello, alto collo cilindrico ed e tav. LXXXIIa con ampia letteratura, che ricorda la sua attesta­ alto piede a tromba. zione in molti centri dell'Etruria e del Lazio, in complessi perti· 51) Cfr. MoRETUs, p. I01 e s. nenti all'orientalizzante recente, ed anche Pogqio Buco, p. 1o6, 52) J. PoHL, The 1ron Age Necropolis of Sorbo at Cerveteri, Skrif­ tomba VII, n. 22, fig. 37 e tav. XLIII f, io cui st ricordano gli ary­ ter Utgivna av Svenska 1nstitutet t Rom, IV, XXXII, 1972, p. 146, balloi piriformi nn. 19-23, largamente attestati io Etruria dalla fine fig. 124,2· del VII secolo a.C. (cfr. G. COLONNA, Aspetti culturali della Roma 53) HALL DoHAN, p. 28 e s., tav. XIV (metà del VII secolo a.C.) primitiva: il periodo orientalizzante recente, in AC, XVI, 1964, con cfr. con la tomba XII di Pitigliano, ]di, Igoo, p. 175, fig. 18,7 p. 8 e ss.), per cui la tomba potrebbe essere datata alla fine del VII e p. 179, nn. IMO e con i nn. S e 6 da Narce 2 t. XXVII della sec. - inizio del VI secolo a.C.; cfr. anche GBMPELER, p. 174: I Dohan stessa. quarto del VI secolo a.C. " È probabile che Vulci fosse il centro di smistamento di questi vasi e che a Chiusi fossero giunti proprio da 54) MArrrocic, p. 25, tav. IV, I9 (del II quarto del VII secolo Vulci" (SE 1971, l'· SI e s. e nota 6o con ampia letteratura). a.C.)i Poggio Buco, p. _42, n. 18, fig. 15 e tav. XVIII, 4 dalla tomba - I es. (inv. 72785), che fa parte della suppellettile del canopo III ael II quarto del VII secolo a.C. virile Brogi, Firenze, Mus. Arch. (iov. 72783), decorato sulle spalle 55) ClusTOPANI, op. cit. a nota 38, p. 20, tav. IV, 4 (con cfr. da due archi impressi (citato per la prima volta in Mon. Etr., p. 304 nella necropoli di Veio (PALM), Vaccarecc.ia, tombe V, VI, VII, e SS., nn. 2- I3, tav. VIlla I-I3i 0. W. VON VACANO, Ein Etruski­ VIII, IX, XIV, XXI - ma con piede a tromba): databile alla III scher Kanopus, in RM, LXXV, I968, p. 7, nota 15 e pp. 28 e 29, fase A della Close-Brooks (720 a.C. in poi). nota I27: I metà del VI secolo a.C.; CRISTOFANI, p. 18 e nota I8: 56) Ibidem. fine VII-inizi VI secolo a.C.; GEMPELER, p. I64 e ss.: ultimo quarto 57) Civ. Ferro, p. 17; D'AGOSTINO, p. 122 e nota 3 (tombe XVI del VII secolo a.C.; MoRBTUs, p. 90 e ss. e soprattutto p. 103 con n. 21, XVIII n. 18 e XXXII n. I7, datate per i contesti dal 710 al ampia letteratura: ultimo quarto del VII secolo a.C., considerato 65o-6:as a.C., ma con parete scanalata leggermente concava). decorato da un solco serpeg~iante sul corpo). - 2 ess. al Museo di Chiusi, descritti per la prima volta io 58) Preist. Lazio, p. ~13; cfr. inoltre tav. Xla tomba XXIX n. 2 Chiusi, p. 23t, figg. 3 e 4 al centro: col corpo decorato da sottili (M. CATALDI DINI, Ruerva del Truglio (Marino), in Civ. Lazio, baccellature a melone e le anse a serpentello; LEVI, p. 25 e nota 42: p. 95, cat. I7i in contesto databile al secondo-terzo quarto del VII metà del VII secolo a.C. Per la datazione cfr. CRISTOFANI, p. 17 secolo a.C.) e tav. XXb, tomba XCV n. 2 (A. SoMMBLLA MuRA, e nota I8, che afferma che fra i corredi più tardi, da lui citati, an­ Il sepolcreto dell'Esquilino, ibidem, p. 139, cat. 42: databile attorno drebbe inserito quello di Montebello, in cui è presente una tazza al675 a.C.); tav. 24 n. 3a e_p. 129 n. 3 (G. BARTOLONI, M. CATALDI etrusco-corinzia della fine del VII secolo, nota a Chiusi nel corredo Drnt, Periodo IV A (730/20-640/30 a.C.), io La formazione della d,i Poggio alla Sala (M~m;ELIUS, tav. 218). Pe.r tipo ed associazione città nel Lazio, Seminario tenuto a Roma, 24-26 giUgno I9771 con st veda PA~E, op. c11. m questa stessa nota n. 709 e ss.; P. un contributo di C. Ampolo, in DdA, n.s. 2,2,I98o). Gli esemplari 0RLANDINt, m MonAL, XLVI, 1962, col. 65, n. I; ma anche, con più antichi presentano alto piede, i più tardi basso piede; da ultimo vari riferimenti M. CRISTOFANI MARTELLI, CVA, Gela, I, pp. t5 e cfr. fig. 7t3 p. 67 in C. MORSELLI, E. TORTORICI, Contributo per una 16 e tav. 2I, 2-4; GEMPELER, p. 168 e s.: fine del VII secolo a.C.; carta archeologica di Ardea in età protostorica, io AA.VV., Ricogni­ cfr. anche per la ta:~:za Poggio Buco, p. 168 e s., n. 22 (inv. 771 14), zione Archeologica. Nuove ricerche nel Lazio, in Quaderni dell'Isti­ fig. 83, 22 e tav. CXIIIb con riferimenti a E. GJERSTAD, Early Rome, tuto di Topografia Antica dell'Univ. di Roma, IX, 1981, p. 73 e II, The Tombs, io Skri/ter Utgivna av Svenska Institutet i Rom, XVII, nota 65 con letteratura. Lund 1956, tomba CXX\1 3, fig. 23I e G. VALLET,F. VILLARD, 59) Essa è presente nella tomba XIII della Guerruccia di Volterra Mégara Hyblea, II, La ceramique archaique, Paris I964, p. 78, tav. (G. GHBRARDINI, La necropoli primitiva di Volterra, in MonAL, LXIV 6. Databile all'ultimo decennio del VII secolo a.C. VII, I898, col. 182, nn. 1-3, fig. 36); nella tomba I da Poggio Buco - 3 ess. da Petriccio, Museo di Chiusi (ai quali accenna per la (Poggio Buco, p. 24, n. 25, fig. 7 e tav. IXd) · 3 ess. da una tomba a prima volta MoRETUS PLANTIN, p. I2I, che li data alla metà del VII ziro da Cancelli (P. TAMBURINI, Due corr/Ji inediti dalla necropoli secolo a.C.), decorati: due da scanalature a melone, il terzo col di Cancelli sul Cetona, in Ann. Fac. Lett. e Fil. Univ. Perugia, I, corpo liscio. Cfr. GEMPELER, p. x6o e s.: datazione incerta. Studi Classici, XVII, n.s. III, 1979j8o, p. 331 e s. e p. 342 e s. con Altri vasi del tipo detto a "melone" sono stati rinvenuti fuori letteratura, fig~. 3-5 e tav. II 3-5: m contesti databili tra il I quarto contesto e, a volte, sono di provenienza sconosciuta. del VII e l'in1zio del VI secolo a.C.). Si ricordano ancora 3 ess., ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte senza nn. d'inv. al Museo Arch. di Perugia (vetr. 106) e 2 ess. (inv. 68) Di chiara impronta villanoviana: dr. Preist. Lazio, p. 297· 238o4-23805) al Museo Pigorini di Roma da tombe presso Chiusi, 69) Le tombe a pozzo sono di epoca villanoviana e presso Sarteano acquisite nel I 881. già in Clusium, col. 383 è ricordata la necropoli arcaica di Solaia 6o) Cfr. M . R. FARIELLO, Un gruppo di ceramiche della cultura (cfr. anche NS, r8g2, p. 308), altura che domina la valle del Chiana delle tombe a fossa, in SE, XLVIII, 1980, p. x8 e s., tav. VIIb con e dell'Orcia; e di Sferracavalli (cfr. Bulllnst, 1875, p. 332 e ss. e ampia letteratura, relativa anche al Lazio ed alla Campania. NS, 1979, p. 329), sopra una delle colline, con cui la montagna di 61) È del tipo G l fJ c (SUNDWALL, p. 58 e pp. 21o-215)· Cfr. Cetona si abbassa verso Sarteano. anche G. VIECI, Le fibule dell'antico fondo Museo del " Guamacci" Cfr. da ultimo Arte Etruschi, p. II9, dove è sottolineato ancora di Volterra, in SE, XXIII, 1954, p. 422, n. 25 e p. 432 (del VII una volta come le tombe a pozzo dell'età del ferro siano per lo più secolo a.C.); Veio, p. 57, fig. 5, n. 6o e p. 64, n. 6o: fase Il B 4i costituite da una fossa, quasi cilindrica, sul fondo della quale, con CLOSE-BROOKS, p. 323 e ss.; F. NICOSIA, Il cinerario di Montescu­ pietrame, è ricavato l'alloggiamento per l'ossuario. In Clusium, daio, in SE, XXXVII, 196g, p. 372, n. 16 (tipo di fibula generica­ col. 386 e s. è ricordato che spesso una pietra segna il punto ove mente databile nell'ambito del VII secolo a.C., ma più precisa­ è la tomba, ma talvolta ve ne sono due o tre sovrapposte con strati mente anteriore alla metà del VII secolo a.C.: tipo F 6 p. 398 e s.) di terra tramezzo e qualche volta anche qualche piccolo vaso, parti­ con amplissima letteratura; M. T. FALCONI AMORELLI, Corredi di colare che ci ricorda la stessa caratteristica nella disposizione della tre tombe rinvenute a Vulci nella necropoli di Mandrione di Cavalupo, suppellettile di alcune tombe a ziro, che proseguono per struttura ibidem, p. 200 e s., nn. 19-20 (tomba B del Mandrione di Cavalupo, e tipologia i pozzetti villanoviani. Le tombe a pozzo del Chiusino databile tra la fine dell'VIII - prima metà del VII secolo a.C.); corrispondono alla l facies atipica di PALLOTTINO, art. cit. a nota Bisenzio l , p. 474; tomba Polledrara (Roma) II (Il fase villano­ 24, p. 129· viana avanzata: Il B 3 del terzo quarto dell'VIII secolo a.C.) con 70) Come si legge nel giornale di scavo. staffa leggermente allungata; E. LA RoccA, Crateri di argilla fif(u­ lina del geometrico recente a Vulci, in MEFRA, XC, 1978, 2, p. 481: 71) Clusium, col. 442 con letteratura. (col. 441: gli ossuari delle nella tomba 8 del Mandrione di Cavalupo sono presenti due fibule tombe a pozzo sono accompagnati da poverissima suppellettile). con arco a navicella e staffa leggermente allungata e due fibu.le a 72) Clusium, col. 387. Josanga, databili al III quarto dell'VIII secolo a.C. in contesti 73) Veio, p. 54, fig. 3, n. 5; Veii, p. 97, fig. r,5. della II fase villanoviana avanzata = Il B 2 di Veio e Il 8 2 di Bisenzio; G. BARTOLONI, F. DELPINO, Veio l, Il sepolcreto di Valle 74) Veio, p. 54, fig. 3, n. 6; Veii, p. 97, fig. r,6. La Fata, Roma 1979, p. 85, n. 14, tomba 2 (staffa non molto al­ 75) CLOSE- 8ROOKS, soprattutto p. 329; Veii, soprattutto p. 10.3 lungata) II fase villanoviana avanzata, con letteratura; Veii, p. 95 e ss. Fase Il 8 di Veio, corrispondente alla fase II A- B di Tarqui­ e ss., soprattutto p. 106, n. 6o e p. 107 e ss.: B. The Archaic Fa­ nia dello Hencken, villanoviano evoluto, a sua volta corrispondente cies of Etruria. Chronological Considerations. al III periodo laziale della metà dell'VIII secolo a.C., periodo in cui assai intensi sono i contatti con Capua, l 'agro falisco e l'Etruria 62) MULLER- KARPE, p. 94, tav. 32, nn. 29 e 37 (Roma, Esquilino interna (cfr. Preist. Lazio, p. 305 e ss.); fase contemporanea a Ro~a e Quirinale); GIEROW Il, p. 158, fig. 92,7 (Marino, Riserva del III del Miiller- Karpe: il cui inizio si pone attorno al 770 a.C., m Truglio, tomba VII, periodo IV); p. 226, fig. 131, no. 49-50 (Ma­ approssimativa sincronia con l'inizio del periodo Il B di Veio, se­ rino, Riserva del Truglio); GIEROW l, p. 320 X c e fig. 92,16 (Anzio); condo la classifica:~;iooe della Close-Brooks, (le cui date vanno leg­ Civ. Lazio, p. 162, n. 26, cat. 49, tomba XXXIII e tav. XXVII germente rialzate), secondo G. CoLONNA, C) Le fasi protourbane (orientalizzante pieno); G. BARTOLONI, M. CATALDI DtNI, 3) Fase dell'età del ferro dal IX al VII secolo a.C. (periodo llB, III, IV) IV A (730/20-630/20 a.C.) (t. Xlll- XVlll), in AA.VV., Ricerca in Civ. Lazio, p. 29. su una comunità del Lazio protostorico. Il sepolcreto dell'Osteria del­ l'Osa sulla via Prenestina, Foro Romano - Curia Senatus, Roma 76) Preist. Lazio, p. 287 e s. 1979, p. 78, n. 115 A, tomba n6, no. II e I8- il n. II ha la staffa 77) Civ. Ferro, p. 12 e ss. terminante a bottone globulare - , tav. XV 115 A e p. 173 e ss., tav. 78) Bisenzio II, p. 42 e ss. XLV: prima metà del VII secolo a.C., forse ancora nel l quarto; il tipo è presente nel VII secolo a.C. in tutto !'ambito etrusco- ira­ 79) Bisenzio l, p. 46g e ss., fig. 4:45, tav. XII a. lico, cfr. Preist. Lazio, p. 309 e ss. So) Ibidem, p. 47!. 63) D'AGOSTINO, p. 78 e s., fig. 3, tipo i; J. DE LA GENIÈRE, 81) Ibidem, p. 485 e nota 199 con letteratura. Recherches sur l'age du fer en ltalie Meridionale. Sala Consilina, 82) A. P. ANZ;IDEI, A. M. StETTI SESTIERI, I) l e 11 fase del sepol­ 1968, pp. no, III, 113, 239, 247 e 248 "periodo III A per la creto (ca.900-830 a.C.; ca .830-770 a.C. : fasi l A e Il B della cul­ presenza nel periodo III 8 iniziale di esemplari a staffa lunghissi­ tura laziale (tavv. IV-X), in AA.VV., Ricerca su una comunità ma: v. p. 133 ", cfr. NrcosiA, art. cit. a nota 6r, p. 372 nota 16. del Lazio Protostorico. fl sepolcreto dell'Osteria dell'Osa sulla via 64) È del tipo G Il P a (SUNDWALL, p. 58 e pp. 217-261). HALL Prenestina, Roma 1979, pp. 30 e 31 con letteratura e tav. IV 3· DoHAN, tomba 42 M di N'arce, nn. 27-29, tav. XVI, p. 31 e s.; 83) È del tipo G I {3 a e (SUNDWALL, p. 56 e pp. 198-206). tomba 2 F di Narce, n. 25, tav. XXXIV, pp. 66 e 67; tomba 7 F 84) M. PALLOTTINO, Sulla cronologia dell'etd del bronzo finale e di Narce, nn. 51 e 52, tav. XXXVII, pp. 71 e 73 (quest'ultima ad dell'età del ferro in Italia, in SE, XXVIII, 1960, p. 17, nota 6, arco pieno; presentano tutte una varia decoraz1one): tombe ascri­ che sottolinea come le fibule a lunga staffa si diffondano a partire vibili alla l metà del VII secolo a.C.; MATTEUCIC, tomba A n. 28, almeno dalla metà dell'VIII secolo a.C. e siano in uso fino al VI p. 22, tav. XXII, rr (I quarto del VII secolo a.C.; non decorata); secolo a.C.; PERONI, p. 181, trattando dei tipi a sanguisuga con Veio, p. 64, n. 62, fig. 5 (fase II B 4); CLosE- BRooKs, p. 327 staffa lunga e a navicella afferma che "la linea evolutiva suggerita (presente a Veio in tombe ancora della fine dell'VIII secolo a.C.); dall'esame dei notevoli materiali di Ardea farebbe propendere" per FALCONI AMORELLit.~rt. cit. a nota 6r, p. 200 e s., nn. 21-22 sempre una inven:!;ione locale italica piuttosto che per una innovazione intro­ dalla tomba B del Mandrione di Cavalupo di Vulci; Poggio Buco, dotta dai primi coloni grec1. I tipi suddetti " comunque dovettero tomba I, n. 30, fig. 8, tav. Xd (con letteratura), non decorata, in già aver generale diffusione sul versante tirrenico non più tardi del contesto databile al I quarto del VII secolo a.C.; Bisenzio l, p. 474 settimo decennio dell'VIII secolo, se li riscontriamo simultanea­ sempre dalla tomba Polledrara (Roma) r r; LA RoccA, art. cit. a mente nelle necropoli elleniche di Cuma, nel Lazio e in Etruria". nota 6r, p. 481 i 8ARTOLONI, DELPINO, op. cit. a nota 61, tomba 2, p. 88, n. 12 (con letteratura); Veii, p. 95 e ss. e soprattutto p. ro6, 85) A. TALOCCHINI, Poggio Civitate (Murlo. Siena). Ritrovamenti sporadici, in AA.VV., Poggio Civitate. Catalogo della Mostra, Ft­ n. 6o, ma anche n. 47· renze- Sieoa 1970, Firenze 1970, p. 13, n. 6s tav. !Ile (del periodo 65) MtiLLER- KARPE, p. 94 e tav. 31,3 e 32,22-23 (Esquilino: non orientalizzante). Cfr. anche M. PALLOTTINO, Nuovi orientamenti decorato); GIERow I, p. 322, XI A (Marino, Palestrina, Anzio: sulla cronologia dell'Etruria Protostorica, in RendPont.f!cc, ?QCII, non decorate); BARTOLONI, CATALDI DINI, art. cit. a nota 62, p. 78, 1946-47, p. 40 (l metà del VII secolo a.C.; forse del ttpo vtllano­ n. n6: tomba rr6, n. 29; tomba 148, n. ro (I quarto del VII VIano evoluto). secolo a.C.: decorate); A. SEDINI, F. CORDANO, Periodo 111 (770- 730/20 a.C.), in La formazione della città ... , cit. a nota 58, r, p. 102, 86) Oppure a dischetto ripiegato, cioè del tipo F 1. a b ,(SUND· n. 36, fibule con arco a navicella losangata senza decorazione (Ro­ WALL, p. 55 e p. 178) dalla metà dell'VIII secolo a.C. ID p01: data­ ma, Castel di Decima, Campoverde), tav. 17a, p. n9, n. 36. zione che andrebbe rialzata probabilmente a partire dal I quarto dell'VIII secolo a.C. in poi, secondo PERONI, p. 18o (con lettera­ 66) D'AGOSTINO, p. 79 e fig. 3 a, tomba X 2 (ad arco pieno, non tura); cfr. anche A]A 1958, p. 272 (per lo S. il piede a disco è carat­ decorate) e p. 195: databile tra il 73Q-7IO a.C. teristico della I età del Ferro in Italia così come nella Cuma pre­ 67) Ricordo che una prima sequenza cronologica basata sulla ellenica e nel l periodo in Etruria). tipologia delle fibule si trova in A]A 1958, p. 268 e ss.; ampliata 87) VIEGI, art. cit. a nota 61, p. 423 e fig. a p. 425· da G. BucHNER, Relazioni tra la necropoli greca di Pitecusa (isola 88) Tipo F I a b del Sundwall. d'Ischia) e la civiltà italica ed etrusca dell'VIli sec. in Atti del VI Congresso Internazionale delle scienze preistoriche e protostoriche, 89) Tipo G l P a del Sundwall. Roma 1966, p. 7 e ss. e da PERONI, p. 175 e ss. go) Tipo G I P a del SundwaU. ©Ministero per beni e le attività culturali-Bollettino d'Arte

91) Veio, p. 57 e p. 64; Veiì, p. 102, fig. 5 e p. 106. mo: CANCIANI (op. cit. a nota ro8, p. 40 n. 5 con ampia letteratura), 92) D'AGOSTINO, p. 7? e ss.; cfr. la fibula tipo b dal corredo XV, 1, che mette in rilievo come il MoNTEUUS, Il, tav. 339,4 dia un dise­ fig. 3 e le microfibule t1po l dai corredi XXII, 9i XXIV, 2, fig. 4 gno inesatto della coppa d'argento della tomba Regolini-Galassi, e XXV, 3 da Pontecagnano (ma con arco a sezione lenticolare). che ricorda assai da vicmo, anche per la forma del piede, l'esemplare d'impasto da Veio, Vaccareccia, tomba XIII (PALM, p. 68, n. II, 93) Corrispondente alla fase Bologna III A: R. PERONI, Este tav. 22). III A, in Oriqines, p. 125, fig. 35,5 e p. 154 (da Este III A ad Este III B), in CUI lo S. ricorda che le fibule a navicella semplice e con I I4) Tale sistema è stato riscontrato più volte nelle tombe a ziro arco a losanga e quelle a san~uigna e staffa allungata trovano riscon­ del c.biusino (cfr. D. RANDALL MACIVER, Villanovans and Early tro in contesti centro-meridionali dell'VIII secolo a.C. (con lette­ Etruscans, Oxford 1924, p. 234 e p. 237; Clusium, col. 445 e da ul­ ratura). Cfr. anche AlA 1958, p. 270 e ss., in cui lo S. considera timo MoRETUS, p. 92 e nota 20). Una descrizione dettagliata ci è le fibule con staffa alfungata di deriva:tione greca. data dal Brogi m occasione della scoperta di due tombe gemelle avvenuta nel 1884 a circa mezzo km a Sud- Est di Chiusi - con ziri 94) Rintracciato nell'essiccatoio del Museo Archeologico di Fi­ che contenevano cinerari canopici (cfr. Mon. Etr., p. 304 e tav. renze. VIlla) - il cui corredo era conservato quasi totalmente nel vestibolo 95) Chiusi, p. 234, fig. 6; LEVI, p. 25, nota 42· (eccetto un anello e una fibula), come nella tomba a ziro da Monte· 96) TAMBURINI, art. cit. a nota 59, p. 347 e s., fig. 23 e tav. V, bello (cfr. Chiusi, p. 228 e s.), in cui lo ziro conteneva l'ossuario ed p. 353 con letteratura. Egli sottolinea come la sua presenza ri­ una fuseruola, mentre nel " vestibolo " era conservato il resto del guardi soprattutto Ca.ncelli (Perugia, Museo Arch., vetr. 106, mate­ corredo. Di rado però rutto il corredo è esposto sulla lastra di co­ riale fuori associazione, 4 ess. senza numero d'inventario), Sferra­ pertura dello ziro; spesso infatti la suppellettile è ripartita tra lo zi· cavalli (Fireru:e, Museo Arch., inv. 11528, scavi 1892) e Madonna ro e l'" anticamera": cfr. la tomba a ziro dalla via Cassia (G. BROGI, della Tea (Firenze, Museo Arch., inv. 95131-95132, rinv. 1944). Sopra le tombe a pozzo scavate nell'agro chiusino, in Bullinst, 1875, Erroneamente afferma che i contesti in cui compare gli assegnano pp. 216-220; Clusium, coll. 243-244), la tomba a ziro da Dolciano una datazione tra l'ultimo quarto del VII e il pnmo quarto del VI (Nardi Dei: notizia riferita dal Fiorelli in NS, 1877, pp. 144 e 145), secolo a.C.; datazione troppo bassa, anche rispetto alla datazione la tomba a ziro da Montebello (MtNTO, art. cit. a nota 49, p. 116 delle ~~mbe a :tiro con canopo, in cui fa ancora la sua sporadica e ss.). Infine a volte era scavata per la rece:tione del corredo una appariZIOne. celletta laterale allo ziro (Mon.Etr., p. 304, nota 5; Chiusi, p. 97) Chiusi, p. 238. 230; MoRETus, p. 92 e nota 20). In analogia con la nostra nella tomba a ziro con canopo Foscoli- Mignoni la totalità della suppel­ g8) J. BoEHLAu, Dit Grabfunde von Pitigliano in Berliner Museum, lettile è deposta all'interno dello ziro, mentre un unico vaso è collo­ in fdl, XV, xgoo, pp. 175 e 179, fig. 18. cato nel "sacrario" (cfr. MoRETUS, ibidem). 99) A. MmTo, Per la topografia di Heba etrusca nel territorio di Magliano in Toscana, in SE, IX, 1935, p. 21, tav. II d. II5) Queste ultime due ciotole sono state rinvenute l'una dentro l'altra poste orizzontalmente all'interno del calice n. 2, cfr. fig. 29. 100) MATTEUCIG, p. 25, tav. IV 20 (II quarto del VII secolo a.C.). Detto ~:ruppo era collocato in senso verticale fra l'ossuario e la tOI) Poggio Buco, p. 72, fig. 33 e tav. VI, in contesto databile parete mterna dello ziro, lato sud-est. al III quarto del VII secolo a.C. II6) Il gruppo dei tre piattelli fu rinvenuto separato dal calice 102) Cfr. p. 62. n. 2 dall'attingitoio n. 8, cfr. fig. 29· 103) lnv. 78174 e 78175 del complesso 78168. Cfr. MILAN!, 117) Motivo definito da alcuni studiosi "a rarnicello ". col. 163 e fig. 24 (ultimo terzo del VII secolo a.C.). 1 18) Clusium, col. 444· 104) A. MmTo, Le scoperte archeologiche nell'agro volterrano dal 119) MONTELIUS, II, p. 786 e IV, tav. 167, fig. 13. Morfologica­ 1897 al 1899 (Da appunti manoscritti di Gherardo Gherardini), in mente sì confrontino anche i dolii: da Veio, Quattro Fontanili, SE, IV, 1930, p. 21, fig. 3· tomba JJ 17-18 (]. CLOSE-BROOKS, Terza campagna (ottobre 1962), 105) HALL DoHAN, p. g6, tav. XLIX: III quarto del VII secolo in AA.VV., II Ve1o (Isola Farnese). Scavi nella necropoli villanoviana a.C. in località " Quattro Fontanili", in NS, XVII, 1963, p. 77 e ss., 106) A. AKERSTRI5M, Der Geometrische Stil in Italien, Skrifter fig. 92a); dal La:tio, Colli Albani, Villa Cavalletti, tomba 4 (ca t. 5,I): Utgivna av Svenska Institutet i Rom, lX, 1943, p. 79 e tav. 21,I-2-3; A. M. BtETTt SESTIERI, in Civ. Lazio p. 77, tav. V A 1 (con cfr. con HllNcKBN, p. 2I3 e p. 219, fig. 194 a, che accetta la pertineCI%3 di la tomba T del Foro romano presso i( tempio di Antonino e Faustina, una sola coppa di questo tipo alla suddetta tomba (Villanoviano in Mìll.LER-KARPll, p. 35 e ss., tav. l, 11) e dalla Campania, Sala II B). Consilina, zona A, tomba 270: K. KtLlAN, III, Frllheisenzeitliche 107) L. CAVAGNARO VANONI, M ate.riali di Antichità Varia 5. Funde aus der SUdostnekropole von Sala Consilina, XV suppl. RM, Concessioni alla Fondazione Lerici: Cerveteri, Roma 1966, p. 91 Heidelberg 1970, l, p. 59 (B 4 a), Il, tav. 78, Il, I (fase II A). e tav. 6,5. 120) Cfr. la carta di distribuzione delle tombe a ziro con canor.i in: M. CRISTOFANI, Statue-cinerario chiusine di etd classica, Roma to8) L. Ricci PORTOGHESI, (Sopra alcuni vasi geometrici a deco­ razione bicroma provenienti dalla necropoli di Ta.rquinia, in SE, 1975· p. 76, fig. 4· XXXVI, 1968, p. 309 e s., nn. 1- 2-3-4 e tav. LXXI a-b-c-d e 121) ree. Gempeler, p. 479; Arte Etruschi, p. 119 e s. p. 312 e s. con letteratura) che ricorda anche le coppe nn. I9 dalla 122) P. TAMBURINI, art. cit. a nota 59, p. 342 (con letteratura). tomba XVI e 19-20 dalla tomba XXV da Pitigliano a Berlino (cfr. 123) lnv. 78293 del complesso 78295: MILANI, col. I68 e ss., BoEHLAu, art. cit. a nota 98, p. • 159 fig. 4,1 e p. 169 n. 19 nonché fig. 3; LllVI, p. 83: prob. II metà del VII secolo a.C.; MORETUS J?.· 173 nn. 19-20) e le coppe nn. 8 e 9 dalla tomba A di Poggio Buco PLANTIN, p. 107 e s.: metà del VII secolo a.C.; CR!sTOFANI, p. 18, (MATTEUCIG, p. 20 e tav. Il 4-5: databile dalla fine dell'VIII­ nota x8: quarta della sequenza (Il metà del VII secolo a.C.) ; GsM­ primo quarto del VII secolo a.C.), che appartengono invece ad un tipo PELER, p. 167: fine del VII secolo a.C. leggermente diverso, definito ad anse verticali pizzicate, cfr. F. CAN­ 124) lnv.. 78168: MILANI, col. 161 e ss., fig. 24; LEVI , p. 83: crANr, CVA, Italia LV, Tarquinia Ill, Roma I974• p. 39, n. I con stessa data:t1one della tomba 3; MoRETUS Pl.ANTIN, p. tog: metà letteratura e p. 40 nn. 2-3-4 e n. 5 con letteratura: ad anse pizzicate. del VII secolo a.C. Iog) O. V- Santa Marinella, Saggio di scavo eseguito nel­ Ton, I25) Inv. 77847 e 77849 del complesso 77844: MILAN!, col. 163 l'abitato pr~tostorico de "La Castellina", i':! NS, XXI, I967i p. 64, e ss., fig. 26; LBvr, p. 83: ultimo ter:to del VII secolo a.C.; MoRB­ C,1.4° taglio, n. 6; p. 72 e ss., C, 3,5° tagho, n. I; p. 67, fig. 7,Io; TUS PLANTIN, p. 114 e s.: ultimo terzo del VII secolo a.C.; SE p. 73, fig. Io,t o; p. 77, fig. I2,I e nota 3 a p. 72 con letteratura. 1971, p. 81: Il metà del VII secolo a.C.; nella sequenza proposta IlO) RICCI PORTOGHESI, art. cit. a nota Io8, p. 313 con ampia da Cristofani, p. 18, nota 18 occupa il settimo posto; GEMPBLER, letteratura. p. 167: fine del VII secolo a.C. (tre olle). III) CANCIANI, op. cit. a nota Io8, p. 39· I26) Inv. 78318 del complesso 78313: MII.ANt, col. 170 e ss., I12) Poggio Buco, p. I6 e ss., fig. 2, tav. VI c-d (tomba databile fig. 33; LEVI, p. 83 e s.: verso la fine del VII secolo a.C.; MoRE· alla fine dell'VIII-iniZi del VII secolo a.C.) con letteratura e p. 38, TUs PLANTIN, p. I I9 e s.: 625-6oo secondo la datazione alta del Riis, fig. 13, tav. XV c (tomba databile al II quarto del VII secolo a.C.). p. to8, tipo 4 e 5; SE 1971, p. So: fine del VII secolo a.C.; nella Le anse pizzicate sono considerate come teriomorfe (teste di uc­ sequenza proposta da CRISTOFANI, p. I8, nota r8: immediatamente celli?) (cfr. anche MATTEUC1G, p. 20). precedente alla tomba 5; GBMPELER, p. 17I: inizio del VI secolo II3) Già AKERSTRI:>M, op. cit. a nota 106, pp. 78 e 84 aveva a.C.; MoRETus, p. I37 e ss.: I decennio del VI secolo a.C. propos.to ~ raffronto. con la coppa in argento dalla to~?a Regolini­ 127) Poggio Buco, p. 6o, fig. 26, tav. XXVII c, n. 5 dalla tomba V. Galasst dJ Cerveteri (L. PARETI, La Tomba Regolmt-Galassi del Cfr. anche l'olla cineraria dalla tomba 5· Museo Gregoriano Etrusco, Città del Vaticano 1947, p. 222, tav. 16, 128) È del tipo G l f3 a (SUNDWALL, p. 56 e pp. t98-2o6). Cfr. n. 163), seguito da HENcKEN, p. 213 e da altri fino alla L . RICCI Mu.Am, col. 156b, fig. 13, dalla tomba 2 da Cancelli; A. MtNTO, PORT

reccia XIII (Il facies avanuta del Pallottino); E. FIUMI, La facies pp. 126 e 127, n. 5, tomba 8g fig. 105,5 e pp. 128-130, n. 4, tomba arcaica del territorio volterrano, in SE, XXIX 196r, p. 257, fig. re; 100 fig. to8.4: databili all'ultimo quarto dell'VIII-primo quarto Veio, p. 64, n. ~8 e fig. ~: fase Il B di Veio (76

88