Rassegna Stampa 18 Maggio 2015
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RASSEGNA STAMPA di lunedì 18 maggio 2015 SOMMARIO “Al nuovo beato - ha affermato il Patriarca Moraglia al termine della celebrazione di sabato mattina in Piazza S. Marco a Venezia (su www.patriarcatovenezia.it il testo integrale) - bene si addice l’immagine del prete-pastore “…con l’odore delle pecore” di cui si serve Papa Francesco e con la quale ha delineato l’identità del ministro ordinato. Tanto la Chiesa quanto la città di Venezia sono grate al Signore per aver ospitato questa solenne liturgia della beatificazione che, di nuovo, ci ha fatto sentire la bellezza d’esser Chiesa. Don Luigi - il cui vero nome era Ludovico Gasparo Maria Paolo - era un veneziano doc, nacque a Venezia il 7 giugno 1817; il papà Angelo era gondoliere, la mamma Elena proveniva da una famiglia di barcaioli specializzati nel trasporto delle merci… Oggi, per tutti noi, per la Chiesa che è in Venezia e per le Figlie di San Giuseppe è un momento di grande gioia perché siamo toccati da vicino dalla santità che, oggi, in questa Piazza, non risuona come parola astratta e lontana ma come deve essere in realtà, ossia storia vissuta, ed assume un volto concreto e dei lineamenti personali: quelli di Luigi Caburlotto, figlio del gondoliere Angelo. Il fatto, poi, che un parroco veneziano sia stato dichiarato beato interpella innanzitutto il presbiterio di Venezia (vescovo e presbiteri) sul valore della santità, intesa come vera ed irrinunciabile forza evangelizzatrice. Guardando a don Luigi Caburlotto, cogliamo subito il profondo legame che ebbe con tutta la città e non solo con la Chiesa veneziana. Qui a Venezia è nato e a Venezia è cresciuto; soprattutto a Venezia - tra campi, campielli e calli e in questa magnifica piazza, simbolo della città - si è speso nel suo instancabile ministero sacerdotale, generando frutti abbondanti e duraturi e rispondendo, così, alla chiamata alla santità nella forma della carità pastorale. E, proprio grazie a Lui e al suo apostolato, la Chiesa e la città di Venezia - partendo da quelle realtà “popolari” che oggi Papa Francesco chiamerebbe “periferie” - sono state attraversate da una luce che ancora mostra una traccia concreta, in particolare grazie alla presenza delle Figlie di san Giuseppe. Di don Luigi rimane viva la sua “carità pastorale” portata avanti con tenacia, creatività e fedeltà. Sì, la “carità pastorale” ha connotato l’intero corso della sua vita e del suo ministero, divenendo vera benedizione per quanti lo incontrarono. Carità pastorale vuol dire che il prete risponde alla personale chiamata alla santità essendo e facendo sempre il prete, e non attraverso scelte di vita o devozioni collaterali al suo esser prete. Don Luigi Caburlotto è, infine, attualissimo come educatore. Egli, nella non facile situazione della Venezia di metà Ottocento, era solito dire: “Per risanare una società occorre impegnarsi nel campo educativo”. Tale frase, oggi, risuona profetica; il nostro, infatti, è tempo in cui si avverte, più che mai, il bisogno di educatori che siano testimoni appassionati di quanto insegnano. “Gli educatori - sono parole del Caburlotto - devono vedere tutto, correggere poco, castigare pochissimo… devono propriamente vestirsi di Gesù Cristo e pensare che si addossano non solo la cura del corpo, ma bensì quella dell’anima, cosa assai delicata…”. La Chiesa che è in Venezia eleva così il suo grazie a Dio per il dono grande di don Luigi che - come ogni santo e beato - arricchisce tutta la Chiesa, ma conserva un legame speciale con la Chiesa particolare del suo battesimo e della sua ordinazione presbiterale. La Vergine Maria - a Venezia venerata con i titoli di Nicopeia e Madonna della Salute e dinanzi alle cui icone don Luigi si fermava a pregare -, attraverso l’intercessione del nuovo beato, ci doni santi sacerdoti, testimoni e guide sapienti, capaci d’educare i giovani sulla via di una fede gioiosa e capace di donare la vera felicità”. E durante l ’omelia il card. Angelo Amato aveva così tratteggiato la figura del nuovo beato: “Nella Lettera Apostolica Papa Francesco chiama il Beato Luigi Caburlotto, sacerdote e fondatore, «eminente educatore dei giovani, apostolo infaticabile della carità evangelica e maestro fedele della dottrina cristiana». Sono tutte qualifiche encomiabili, che hanno radice nella sua santità di parroco dinamico, ricolmo di carità pastorale e di saggezza educativa, convinto com’era che per il risanamento di una società occorresse l’impegno in campo educativo. Alla scuola della parola di Dio, quindi, il Beato si è rivestito «di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità», glorificando Dio in parole e in opere ed edificando il prossimo con la sua carità pastorale. In una recente biografia del Beato, le Suore ne hanno sintetizzato l’esemplarità con queste parole: «Come sacerdote ha vissuto l’obbedienza a Dio attraverso le mediazioni umane, quale cammino sicuro sulla strada della santità. Come fondatore ha incarnato l’ascolto, l’umiltà e la carità, luci che guidano orientano, illuminano e rivelano la volontà di Dio. Come educatore ha guidato molti sulla strada della responsabilità personale e della ricerca appassionata della salvezza delle anime»… La speranza fu la virtù che lo accompagnò nel fondare e guidare le sue opere educative a favore dei più bisognosi. Nella povertà di mezzi economici, nelle incomprensioni di ogni genere, nella promozione del suo obiettivo formativo non si perdeva d’animo, ma proseguiva con fiducia, sostenuto dalla certezza della presenza e dell’aiuto della divina Provvidenza e della collaborazione di persone magnanime. Per questo egli stesso tendeva la mano a chiedere aiuto. Un giorno gli fu suggerito di ridurre il vitto alle alunne. Ma egli si rifiutò decisamente, rispondendo: «Non sarà mai che le mie orfanelle abbiano a patire: aumentate se volete il loro numero e diminuite le retta, io cercherò altrove aiuti per continuare la mia opera». Nel processo di beatificazione, un testimone, Eugenio Canova, afferma: «Quando il governo voleva prendere le chiavi a mons. Caburlotto per distruggere gli orfanotrofi maschile e femminile, monsignore risoluto rispose: “Vi darò le chiavi quando non vi sarà più né un orfano, né un’orfana nella città di Venezia”, e continuò le sue opere con zelo indefesso». Era chiamato l’uomo della provvidenza, perché era un sacerdote di fede profonda e di viva speranza… L’amore a Dio si traduceva in carità verso il prossimo. Nelle memorie di Suor Gertrude Giuliani si legge questo episodio: «Ad un muratore, che pareva non volere accostarsi a far pasqua, [il Beato] chiese: “Figlio mio, perché non adempi il precetto pasquale? Perché non vai a ricevere Gesù?”. Rispose il muratore: “Monsignore, lo farei molto volentieri, ma sono senza scarpe e non ho i mezzi per procurarmele”. Allora il santo ministro di Dio, levatesi dai piedi le scarpe quasi nuove, le consegnava al pover’uomo ed egli infilava un paio di vecchi stivali che già da qualche tempo teneva sotto il letto perché diventati inservibili». Con la sua carità generosa provvedeva ai bisogni delle suore. Se erano ammalate le visitava premurosamente, mandava a chiamare un medico e procurava tutti i rimedi necessari. La stessa premura mostrava versp le piccole bisognose, per le quali aveva attenzioni paterne. Chiedeva aiuto ai benefattori e una volta scrisse anche a Vienna, all’Imperatrice, commuovendola con la descrizione della miseria delle bambine e ottenendo l’aiuto di cui aveva bisogno. Era generoso nelle elemosine e spesso a chi gli rimproverava la troppa prodigalità rispondeva, in dialetto veneto: «Per me, soldi e chiodi sono un tutt’uno». Per lui la carità non era mai in eccesso, ma sempre in difetto” (a.p.) 3 – VITA DELLA CHIESA CORRIERE DELLA SERA Pag 25 Il tenente scampato al naufragio. Per la Chiesa fu un “miracolo” di Vittorio Messori Il caso del sommergibile Pacocha nell’88 in Perù con cui fu beatificata suor Maria LA REPUBBLICA Pagg 14 – 15 Dal Medi o Oriente a Cuba, così Francesco rivoluziona la diplomazia del Vaticano di Paolo Rodari e Giampaolo Cadalanu Due sante palestinesi dopo il riconoscimento dello Stato. Restano aperti i dossier asiatici, Cina in testa L'OSSERVATORE ROMANO di domenica 17 maggio 2015 Pag 7 Sanità, carità, educazione I tre messaggi di don Luigi Caburlotto, beatificato a Venezia AVVENIRE di domenica 17 maggio 2015 Pag 17 Amato: Caburlotto parroco santo ricolmo di carità di Francesco dal Mas Ieri la beatificazione in piazza San Marco. Il patriarca Moraglia: ancora un sacerdote della nostra Chiesa elevato agli onori degli altari in pochi anni CORRIERE DELLA SERA di domenica 17 maggio 2015 Pag 20 La spinta del Papa per un sinodo della Chiesa italiana di Alberto Melloni Sarebbe la prima assemblea di vescovi nazionale CORRIERE DEL VENETO di domenica 17 maggio 2015 Pag 21 Il miracolo e la beatificazione. Don Luigi, 4mila per la festa di Margherita Cargasacchi La cerimonia a Venezia IL GAZZETTINO di domenica 17 maggio 2015 Pag 10 In migliaia da tutto il mondo per don Caburlotto beato di Vettor Maria Corsetti Parroco veneziano e fondatore delle Figlie di San Giuseppe IL GAZZETTINO DI VENEZIA di domenica 17 maggio 2015 Pag V Don Caburlotto beato tra i 5mila di piazza San Marco di Vettor Maria Corsetti Maria Grazia, guarita dalla malattia: "Mi ha detto: cammina. E l'ho fatto" LA NUOVA di domenica 17 maggio 2015 Pagg 18 - 19 Don Caburlotto Beato, cinquemila in festa di Nadia De Lazzari Fedeli da tutto il mondo per la cerimonia del secondo parroco veneziano elevato a questo titolo. Il Patriarca: "Figura attualissima di educatore". La gioia della miracolata: "Cammino grazie a lui" L’OSSERVATORE ROMANO di sabato 16 maggio 2015 Pag 7 In mezzo a frotte di ragazzi scalmanati di Roberta Balduit A Venezia la beatificazione di don Luigi Caburlotto AVVENIRE di sabato 16 maggio 2015 Pag 1 Con i più poveri di Gerolamo Fazzini La Chiesa, noi e il dramma nepalese Pag 2 Comunicare è innanzitutto generare di Chiara Giaccardi Domani la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali Pag 16 Oggi beato Caburlotto, apostolo dell’educazione di Francesco Dal Mas e Chiara Santomiero A Venezia fondò le Figlie di S.