TRIANGOLO Giornale a cura IT dell’Associazione nazionale ex deportati politici Nuova serie - anno XVIII N. 1 Febbraio 1998 ROSSO Sped. in abb. post. Art. 2 com. 20/c legge 662/96 - Filiale di Milano

Una pagina di storia troppo spesso trascurata Così fascisti e nazisti perseguitarono gli zingari Il destino di centinaia di migliaia di “Rom” deportati e sterminati Le direttive di Mussolini che imponevan l’invio ad appositi campi di concentramento Una ricerca che si fonda prevalentemente sulle testimonianze orali Articolo di Giovanna Boursier

(A pagina 56)

All’interno Fine secolo La verità Il terzo Deportato a Perdono o sul tunnel elenco Mauthausen rimozione? di Bolzano di Dora ... nel 1915

(A pagina 2) (A pagina 6) (A pagina 23) (A pagina 53) Aldo Pavia IL PUNTO Perdonare o rimuovere? (a pagina 4) Gianfranco Maris n questi giorni la Chiesa Un articolo del dottor Riccardo Di Segni Le lezioni cattolica, sia a livelli lo- Icali (come nell’episcopa- to francese) che in Vaticano, della storia ha sollevato con clamorose (a pagina 5) iniziative il tema della re- A proposito sponsabilità cristiana nella per- secuzione degli ebrei, e con questo la necessità di rivede- della richiesta re i comportamenti del pas- sato; in queste occasioni si è ripetutamente parlato di una Milano: una lapide richiesta di perdono dei cat- di perdono della in stazione tolici agli ebrei. Davanti a questi problemi è a ricordo di tanti importante valutare quale pos- viaggi senza ritorno sa esser la reazione ebraica, Chiesa cattolica e in particolare quali siano le Mentre questo numero del riflessioni religiose e teolo- giornale va in tipografia, si giche che possano indirizza- agli ebrei svolge a Milano, nell'anniver- re il comportamento degli ebrei sario della liberazione di in queste circostanze. Auschwitz, la manifestazione per l'inaugurazione di una lapi- ul tema del perdono nel- una nuova esistenza. Dio non go di perdonare, così come de a ricordo dei deportati che l’ebraismo, e sulla ca- desidera la morte del malva- viene insegnato che Dio per- furono caricati proprio da que- Spacità ebraica di perdo- gio ma il suo pentimento, af- dona le colpe commesse nei sto scalo sui vagoni che li nare, ciò che in generale si finché viva in modo migliore. suoi confronti. avrebbero condotti nei campi conosce è una serie di infor- Il ragionamento su questi prin- nazisti, dai quali in maggioran- mazioni distorte e calunnio- a queste premesse de- cipi mette in evidenza alcuni za non fecero ritorno. se, che sono proprio la con- riva un’intera costru- concetti che, per quanto siano Alla manifestazione hanno seguenza diretta di una cam- Dzione teologica, che ovvii ed essenziali, nella pras- assicurato la presenza il cardi- pagna antica e sistematica con- esamina i molteplici aspetti si comune rischiano di essere nale Carlo Maria Martini, il tro l’ebraismo, condotta fin del problema. Le azioni del- dimenticati. Ne possiamo con- rabbino capo Giuseppe Laras, dalle origini dalle Chiese con- l’uomo hanno implicazioni su siderare almeno tre. Il primo il presidente dell’Aned tro l’ebraismo; secondo que- vari piani, come il rapporto riguarda lo stretto rapporto esi- Gianfranco Maris, oltre a una sta immagine distorta, l’e- con Dio, con gli altri uomini, stente tra chi commette un rea- folta rappresentanza di ex braismo sarebbe una religio- con la natura. to e chi è stato offeso. deportati. Sulla lapide è inciso ne basata unicamente sulla Quando si commette un’azio- questo testo: giustizia, a differenza del cri- ne scorretta bisogna ripararla, il colpevole che deve Tra il dicembre '43 stianesimo, basato tutto sul- cercando di eliminare le con- chiedere scusa e l’offe- e il maggio '44 l’amore. seguenze negative in tutte le éso che deve scusare. dai sotterranei In realtà entrambe le religio- direzioni. Ad esempio, nel ca- Nessuno può assumersi il com- di questa stazione ni, sia pure con determinate lendario ebraico esiste, come pito di chiedere scusa o di per- cominciò il lungo viaggio differenze, hanno una conce- è noto, un giorno speciale, il donare per altri. Il secondo di uomini , donne e bambini zione teologica nella quale en- Kippùr, che è destinato all’e- principio è che la richiesta di ebrei trambi gli aspetti, quello del- spiazione delle colpe com- scusa non ha senso se non c’è e oppositori politici la giustizia e quello dell’a- messe nei confronti di Dio; ma una coscienza della gravità del deportati verso Auschwitz more sono presenti e pratica- i reati commessi ai danni di reato, e un’intenzione precisa e gli altri Lager nazisti. mente indissociabili. altri uomini non sono perdo- da parte del colpevole di non La loro memoria vive tra Secondo l’ebraismo l’umanità nati a Kippùr, devono essere commetterlo più; il pentimento noi non potrebbe sopravvivere sen- perdonati dagli offesi, e pro- vero si riconosce quando il col- insieme al ricordo za la clemenza e la miseri- prio per questo motivo è ob- pevole, messo un’altra volta di tutte le vittime cordia divina, che riconosce bligo nei giorni che precedo- nelle circostanze identiche che dei genocidi del XX secolo. le debolezze dell’uomo, ne no il Kippùr recarsi a chiede- avevano prodotto il reato, rie- cancella le colpe e gli conce- re scusa a chi è stato danneg- sce a trattenersi e a non ripe- Poiché l'angoscia de la possibilità di ritornare giato e offeso. E d’altra parte terlo. Il terzo principio è che di ciascuno è la nostra sui passi sbagliati e costruire l’offeso ha un preciso obbli- ogni azione ha diverse conse- () Nessuno può sostituirsi alle responsabilità di chi ha commesso un'offesa. Il rischio di nascondere con un velo pietoso l'enormità dei delitti compiuti per secoli. Autocritica, non autoassoluzione guenze, sia sul nalizzazione e piano morale, che alla relativizza- su quello penale, zione delle azio- che su quello ci- ni commesse, vile ed economi- che come ha sot- co, e che ognuna tolineato il rab- di queste conse- bino Bahbout guenze deve ave- (nell’intervista a re la sua ripara- “l’Unità” del- zione. l’8.10.97) vanno Chi diffama una riconosciute nel- persona, non so- le loro realtà, che lo deve chieder- non è quella di gli scusa, ma de- incidenti di per- ve riparare con corso, quanto azioni opposte e quella di crimi- conseguenze ef- ni contro l’uma- ficaci il danno nità. Il ricono- provocato; chi ru- scimento delle ba non solo deve responsabilità ristabilire un rap- non può essere porto psicologico generico, ma de- positivo con chi ve coinvolgere ha danneggiato, ma deve re- sori; il passato non si può can- tutto questo con il nome di caso per caso, dalla respon- stituire il maltolto. Per molti cellare, ciò che è stato è sta- “perdono”, come se ciò po- sabilità precisa dei singoli altri reati la riparazione non è to, e deve servire di monito tesse essere chiesto o conces- leader (santi, pontefici, dot- possibile, e la legge indica la per il futuro. so, e con il rischio di nascon- tori della Chiesa), alla indi- sanzione necessaria per sana- dere con un velo pietoso l’e- viduazione delle vittime (bat- re, su piani di equità, il dan- er quanto riguarda que- normità dei delitti compiuti tesimi forzati, famiglie di- no inferto al singolo e alla so- sto secolo, bisogna fare per secoli, con determinazio- strutte, beni confiscati ecc.). cietà, e per impedire ad altri, Pun’ulteriore distinzione: ne perversa e recidiva; questa con il timore della sanzione, non si può dimenticare che non del “perdono” sarebbe solo una al punto di vista teo- la ripetizione del reato. pochi dei “persecutori”, colo- ipocrita liturgia, offensiva per logico, inoltre, la dot- ro che condividono e trasmet- tutti. Dtrina cristiana sull’e- rasferendo questi con- tono le tradizionali dottrine di La richiesta di “perdono” può braismo attende ancora una cetti generali al proble- opposizione cristiana all’e- partire solo da responsabili vi- revisione radicale, che gli ri- Tma del perdono della braismo sono ancora vivi e at- venti, pentiti, ed essere diret- conosca un ruolo indipendente Chiesa agli ebrei, emergono tivi. E non è la loro voce che ta a coloro che sono stati da e autonomo nella salvezza, e alcune problematiche. Per si ascolta in questi giorni, quan- loro offesi; le possibilità che in tal modo lo ponga al ripa- quanto riguarda il passato, c’è to quella di altri, innocenti o questo si verifichi sono estre- ro da qualsiasi tentativo di da rilevare l’assenza di colo- pentiti, che condividono la lo- mamente ridotte. evangelizzazione. ro che sono stati maggiormente ro fede, e che giustamente si E infine tutto questo rischia offesi, tutti coloro che nel cor- vergognano di loro. na volta chiarito che di restare lettera morta se non so dei secoli sono stati perse- In questi termini parlare di per- non di perdono biso- viene accompagnato da una guitati, umiliati, torturati, uc- dono è fuorviante. Non si pos- U gna parlare, se non in informazione sistematica e dif- cisi, perseguitati anche dopo sono confondere due diverse casi del tutto particolari, bi- fusa, in grado di rieducare mi- la morte. realtà. sogna anche indicare gli altri lioni di fedeli ad un rapporto Nessuno oggi, anche se di- Una è l’intenzione viva e sin- aspetti del problema, che ri- nuovo e costruttivo con l’e- scendente diretto, ha il diritto cera di costruire un nuovo rap- schiano di restare insoluti, sot- braismo che continua ad es- di cancellare con il perdono porto con l’ebraismo, elimi- to la cortina liturgica delle ce- sere presentato, anche ai no- ciò che è stato fatto ad altri. E nando o rivedendo nella tra- rimonie di perdono. stri giorni, con i caratteri ne- anche dalla parte di chi ha of- dizione cristiana tutti gli in- Il processo di revisione oggi gativi (di religione antica e feso, i persecutori dei secoli segnamenti aggressivi antie- avviato con notevole fervore superata, imperfetta perché scorsi non ci sono più; e co- braici; ed è un dato estrema- va condotto con rigore e obiet- senza Cristo, formalista ecc.) loro che oggi presiedono le mente positivo, che merita tut- tività. Anche se c’è molta au- che la tradizione cristiana gli stesse istituzioni non possono ta l’attenzione e il sostegno. tocritica, questo può portare ha attribuito per secoli. parlare a nome dei predeces- L’altra è la pretesa di chiamare all’autoassoluzione, o alla ba- Riccardo Di Segni

3 IL PUNTO

Un intervento di Aldo Pavia Perdonare o rimuovere?

n questo crescere di “millenarismo” si espande la “vo- colpa”. In poche e banali parole: “io ti chiedo perdono, tu glia di perdono”, il desiderio di “porgere scuse”, di mi perdoni, la colpa scompare e ricominciamo da capo”. pentimento, di “mea culpa” diffusi e ripetuti, di espia- zione (forse). Eppure tutto ciò in me non crea altro che l pensiero della cultura ebraica in merito sarà espres- I so da altri. Io comunque non ci posso stare. E poi, che dubbi e sospetti. Già, sospetti, perché temo solo la voglia – questa sì vera Ð di voltare pagina e “non parlarne più”. senso ha chiedere perdono per le persecuzioni Prendiamo quanto accaduto in Francia. La Chiesa france- Idell’Inquisizione, per i dei Crociati che, per- se ha chiesto pubblicamente scusa agli Ebrei per quanto correndo le lunghe vie per Gerusalemme, non trovavano di accaduto con riferimento alla deportazione, alla Shoah. meglio, in attesa di combattere gli infedeli, che massacra- Ciò che suona strano è che questo “mea culpa” si è regi- re qualche piccola comunità ebraica? strato quando il Vescovo di Parigi, guarda caso, è di origi- Che senso ha chiedere perdono per aver definiti “deicidi” ne ebraica e soprattutto quando l’Episcopato francese è gli Ebrei, quando proprio questa definizione è stata la ma- messo sotto accusa per le protezioni offerte, prima e dopo, la radice che ha permesso, nel silenzio reiterato, nell’in- ai fascisti e ai collaborazionisti del regime di Vichy. differenza dei massimi esponenti del clero, di arrivare per E quando, cercando di addossare al solo Papon, trasfor- tragici passi alla Shoah? mandolo in un mostro assoluto, la responsabilità della de- Che senso ha chiedere oggi perdono per le sciagurate pa- portazione degli Ebrei si tenta di assolvere la Francia. role di Padre Gemelli che, nel 1924, quando si suicidò Felice Ripetendo in altro modo quanto fatto da De Gaulle quan- Momigliano, scrisse su Vita e pensiero: “Se insieme con il do dichiarò il regime di Vichy “nul et non avenu” (nullo e Positivismo, il Socialismo, il Libero Pensiero e con non avvenuto). Momigliano morissero tutti i Giudei che continuano l’o- Papon deve essere processato per le sue responsabilità, la pera dei Giudei che hanno crocefisso Nostro Signore non Francia di Vichy per le sue, storiche e politiche. Ma sem- è vero che al mondo si starebbe meglio? Sarebbe una li- bra proprio, come sostiene Alain Touraine, che quest’ulti- berazione”. E perché chiedere perdono solo agli Ebrei e mo passo non si vuole fare. Ricorda Valéry Giscard d’Estaing, non ai Valdesi, ai Patari, a tutti coloro che nel nome del per esserne stato testimone, che gli autobus che portavano Cristo la Chiesa ha perseguitato e ucciso? i rastrellati del Vel d’Hiv, uomini e bambini, erano scorta- ti da agenti della polizia francese e che molti altri prefetti on di perdono la Chiesa cattolica ha bisogno ma e sottoprefetti francesi organizzarono le deportazioni. Mentre di una profonda revisione storica, di una chiara tutto ciò sta venendo alla luce, ecco che si chiede scusa assunzione di “colpa storica” e non di altro. Come agli Ebrei e che ci si stracciano le vesti. Nin Francia ha sempre o quasi, protetto il potere, ha benedetto bandiere ignobili, ha giustificato stragi ed or- n questa vicenda d’oltralpe non sembra di sentire echi rori, ha negato evidenze. di quanto accaduto in Italia durante il processo Priebke Salvo appropriarsi delle meritevoli azioni individuali di e di quanto agitato dalla destra nostrana, che eviden- suoi esponenti, spesso dei più umili dei suoi ministri, per temente ritiene miracolose le acque di Fiuggi? Veniamo attribuirsi meriti e aspetti di umanità che ne ripulissero la I facciata. Tradendo soventemente questi suoi ministri, la- ora al Vaticano ed alle attese che recenti decisioni hanno creato. sciandoli soli nelle baracche dei Lager, accantonandoli quan- Una eminente Commissione si è riunita per approfondire do il loro apostolato era troppo vicino agli uomini, alle lo- criticamente il bi-millenario comportamento della Chiesa ro esigenze, troppo rispettoso dei grandi valori umani e ci- cattolica nei confronti dell’ebrasimo. Premessa per una vili. Credo che il Papa debba istituire una commissione non grande, solenne richiesta di perdono. Confesso di avere ve- sull’Ebraismo, ma che debba rivedere profondamente la ramente scarse conoscenze di teologia. propria bi-millenaria vicenda. Tuttavia il dubbio nasce dal pensare che per i cattolici il Per poi chiedere perdono a se stessa. Certamente è stata “perdono” è strettamente connesso alla “remissione della cattolica. Cristiana sicuramente no. 4 Un intervento di Gianfranco Maris Le lezioni della storia

a fine del secolo bero dovuto fare contro il na- care che l’antigiudaismo e, sa essi abbiano fatto. é lon- evoca i grandi temi zismo e, aggiungo io, contro quindi, l’antisemitismo non tano il tempo del perdono della colpa e del il fascismo. furono soltanto pregiudizio, perché è lontano il tempo perdono. E non per Tutto ciò riceviamo ed ac- ma furono leggi, spoliazio- del riconoscimento delle re- L cettiamo con animo grato, ni, riduzioni degli uomini a sponsabilità storiche e per- millenarismo, ma per intrin- seco bisogno di verità. ma nella ribadita consape- cose, lutti, lacrime, massa- ché, ancora oggi, si opera Anche la Chiesa cattolica ha volezza Ð che sarebbe erro- cri. Il tempo del perdono e per evitare tale riconosci- sentito il bisogno di affida- re ancora più grave affievo- della riconciliazione per le mento, battendo le strade re a sessanta saggi una rilet- lire Ð che la strada per rag- responsabilità storiche è, dun- dell’ipocrisia e della misti- tura attenta del Nuovo Testa- giungere traguardi di vera que, ancora lontano. Anzi, ficazione. mento, per appurare se nel- giustizia, di diffusa e di con- viviamo tempi ipocriti e mi- ggi, sino ad oggi, l’interpretazione delle Sacre solidata pace per la definiti- stificatori, nei quali si im- è stata condanna- Scritture non si sia annida- va vittoria non solo sui pre- mergono troppe volte anche ta soltanto la per- to, sin dall’origine, un erro- giudizi ma sui risultati pra- uomini di cultura e persino O secuzione ebraica re dal quale nacque un pre- tici dei pregiudizi medesimi, delle istituzioni repubblica- come delitto, ma neppure giudizio, l’antigiudaismo, le violenze e i crimini, è an- ne e democratiche. questa condanna è suffi- fonte culturale, per la sua cora molto molto molto lun- Da più parti ci si affanna a ciente, perché, con essa, deb- parte, qualsiasi essa sia sta- ga. Le riletture e le rifles- pungolare la cultura laica, la bono essere condannate co- ta, del moderno odio razzia- sioni sul Nuovo Testamento, politica laica, gli uomini del- me delitto tutte le persecu- le, l’antisemitismo. che sciolgono l’intreccio tra le ideologie più o meno tra- zioni indistintamente, com- Ricerca per identificare l’er- teologia e politica, che se- montate e gli uomini del prag- presa la persecuzione poli- rore, per riconoscerlo, per ri- parano la teologia dai fatti matismo di ogni tempo per- tica. E ciò che accade nel muovere il pregiudizio, per storici, che distinguono, nel- ché tutti, ciascuno per con- nostro tempo lo impone, per- riscattarsi con la confessio- l’intreccio del potere degli to suo e tutti insieme, coral- ché le persecuzioni conti- ne dalla colpa, essendo l’an- uomini, i momenti della fe- mente, proclamino la colpa nuano, e milioni e milioni tigiudaismo e l’antisemiti- de da quelli dell’azione, si- delle loro idee, badiamo be- di uomini a causa di esse smo peccati contro Dio e con- curamente servono per la pu- ne, non delle loro azioni. perdono la vita, come nar- tro l’umanità. rificazione della memoria cri- Nel giorno di tutti i Santi, al rano gli orrori di Pol Pot, del Cosa buona è l’ansia di chia- stiana e con il riconoscimento Cimitero di Musocco a Mi- Ruanda, della Bosnia, del- rimento della identità della della colpa introducono, cor- lano è accaduto qualche co- l’Algeria. Esistono tante per- fede cristiana; cosa buona è relativamente, la giustizia sa di simile, che si è risolto, secuzioni quanti sono gli in- la riflessione rivolta ai cre- della riconciliazione e del nella sua sostanza, in una pra- teressi degli uomini e quan- denti perché eliminino erro- perdono; ma sottolineano an- tica laica di revisionismo sto- te sono le loro avidità, di de- ri e pregiudizi e approdino che che non vi può essere re- rico, che tutto equipara, che naro o di potere. Questa è la alla verità; cosa buona è la missione né di peccati né di ogni responsabilità storica lezione della storia: che tut- denuncia degli errori nel- delitti, che non vi può esse- cancella sulla base di una ma- te le persecuzioni debbono l’interpretazione dei testi del- re riconciliazione senza ri- lintesa pietà per i defunti, che essere combattute e tutte in- l’origine, che non potrebbe- conoscimento delle respon- tutto cancellerebbe, anche le sieme, e, massimamente, la ro essere sacri se contami- sabilità storiche. responsabilità per le azioni persecuzione politica che nati dall’errore; cosa buona poiché l’antigiu- delittuose contro gli uomini delle altre si avvale. Non esi- è il riconoscimento che, a daismo fu cultura e contro le istituzioni. Il 1¡ stono vittorie separate e nes- causa dell’errore e del pre- della versione mo- novembre è il giorno di tut- suna persecuzione sarà mai giudizio, i cristiani non han- E derna dell’odio raz- ti i Santi, non quello di tut- vinta se altre ne sopravvi- no fatto tutto ciò che avreb- ziale, non ci si può dimenti- ti gli uomini, qualunque co- vono. 5 Diverse segnalazioni arrivate al nostro giornale in seguito alla richiesta di informazioni su un episodio della vita del campo di Bolzano Dall’ultimo numero di Triangolo Rosso

Nell’inverno del ‘44 alcuni deportati tentano senza fortuna di fuggire scavando un passaggio sotterraneo.

Molte lettere sono giunte dopo la richiesta di informazioni da parte del compagno Giorgio Alessi.

Pubblichiamo le testimonianze di alcuni protagonisti.

Ricordiamo bene quel Armando Milani alcuni giorni stavano scavando é poi ripartito da Bolzano il questo tunnel. Per la verità a 20.1.45 e giunse a Flossenburg Milani non è capitata quella il 23.1.45. punizione di cui parla Alessi. A L’episodio di questa fuga non Due tentativi lui non è successo niente. riuscita, con relative conse- Probabilmente qualcuno ha guenze è evidenziato nel volu- fatto dei nomi compreso quello me della V. Morelli I deportati senza successo di Alessi, ma non quello di italiani nei campi di sterminio Milani. Fallito quel tentativo, da pag. 52 a pag. 54. Un parti- Milani ci riprovò, fuggendo colare: la matricola di Giorgio Operaio della Breda, dopo la scoperta due settimane dopo dai vagoni Alessi, 23543, è probabilmente dello scavo fuggì presso Vipiteno dai vagoni piombati, assieme ad altri 10 sbagliata perché in quel tra- piombati in viaggio verso la Germania. compagni, presso Vipiteno, sporto, le matricole vanno dal durante il trasporto del 43450 al 43850 - vedi I. Ripreso, fu deportato a Flossenburg, 14.12.44 che giunse a Flos- Tibaldi Compagni di viaggio, - dove riuscì a sopravvivere e a tornare. senburg il 20.12.44. Il Milani che sia 43543? con gli altri 10 è stato però Armando Milani è molto con- Era proprio fine novembre ‘44. terra oltre il recinto, ha mitra- subito ripreso, rinchiuso nelle tento ed emozionato nell’aver Anche Milani era al blocco B gliato per cui tutti sono rientrati carceri di Bressanone per qual- letto questa notizia. Sono pas- e questo tunnel sotterraneo era precipitosamente in baracca. che giorno e riportato al campo sati ormai 53 anni da quell’e- praticamente terminato. Solo Milani non ricorda i nomi che di Bolzano nelle celle... con pisodio e non ricorda assolu- che una guardia della garitta cita l’Alessi; sa che erano un tutte le reazioni violente che si tamente i nomi di quell’av- vedendo muoversi qualcosa in gruppetto di deportati che da possono immaginare. ventura.

6 Carlo Filippa Sandalo Una vicenda già nota Scoperti per una spiata

Egregio direttore, Caro Giorgio, già alcuni anni fa, avevo risposto ad una domanda tipo questa chi ti scrive è uno dei matti che con te collaborarono al buco che fatta dal compagno Giorgio Alessi su “Triangolo Rosso” n. 4 Ð ci portò oltre il muro di cinta del campo. Per ricordarti di me novembre 1997. devi solo ricordare Ð oltre al nome, Sandalo – dell’unico che nel Si tratta del Blocco E (pericoloso). Gli ideatori della fuga, sco- campo ha sempre portato la barba. Io infatti avevo conosciuto Ð perta il 24.12.44 la vigilia di Natale, erano cinque almeno quelli prima di Bolzano Ð il capo campo Lanz, l’unico che senza scorta che sono venuti fuori: l’ingegner Fausto Gavazzeni (Tenente oltrepassava le due file di filo spinato del nostro blocco e veniva Rossi) Val Ghisone (To) morto a Mauthausen; l’allora studente a ispezionarci. in ingegneria Giorgio Quazza (Giorgio Bolognesi) partigiano Val Io ero stato nominato da lui capo spazzino del campo, e con la Sangone (To) (gli è stata intitolata un’aula al palazzo Vela a carriola portavo via la terra scavata nel buco, non le pietre: quelle Torino, è morto in un incidente alpinistico); Libero Sergi parti- venivano nascoste. Io ho lavorato solo una sera nel buco, e mi giano Val Sangone morto a Mauthausen. E altri due dei quali non meraviglio che i giornali e la televisione non abbiano mai parlato ricordo più il nome e la provenienza. di quel tentativo. Ricordo Piero Caleffi, che poi è stato senatore, Probabilmente di questo tentativo di fuga ne sa di più l’amico e Massari, di Novara, morto a Mauthausen, che hanno collabora- Lodigiani, che mi aveva corretto qualcosa su “Triangolo Rosso” to sempre per portare fuori la terra estratta dal buco. già tempo fa. Quando si doveva uscire, il nostro tentativo è stato scoperto per una spiata di uno dei nostri. Noi, per fortuna, siamo stati salvati Cordiali saluti dalle fucilate delle SS che ci aspettavano fuori, grazie a una Carlo Filippa donna del blocco confinante con il nostro, che attraverso il foro Borghetto S.S. (Sv) dal quale ci comunicavamo le nostre cose ci ha avvisati del tradi- mento. Molti hanno saputo il nome del traditore. Anche il nostro don Gaggero a Mauthausen, dove ci trovammo nello stesso bloc- Catturato il 4.12.44 in combattimento durante azioni di rastrella- co, mi confidò di conoscerlo. mento senza munizioni ma con le armi in pugno. A Bolzano ero Resto in attesa di un appuntamento a Genova per ritrovarci. n. 7175, a Mauthausen n. 115487 Ð Greiss Ð Gusen II Bl 17 Ð Sandalo Gallesse S. Giorgio Stollesi 11 Comando BB4 (Sardigliano, Alessandria) tunnel verso la libertà Vittore Gorza impiccagioni. Fu condannato a netti a sfere. Clandestinamente decine di anni di reclusione. ricevevano pacchi con cibo ed Venni immatricolato e rinchiu- indumenti dai loro e nostri so nel lager nel Blocco E desti- familiari che poi passavano a Tutti i dettagli nato ai “pericolosi”. In questo noi del Blocco E. Qui rividi enorme stanzone i tedeschi con gioia Luigia Zannivan, che avevano ammassato circa 300 aveva diviso con me i giorni di di quel piano persone. prigionia a Feltre. Il nostro Blocco confinava col Alla Zannivan e ad un’altra Blocco F (riservato alle donne) mia vecchia amica, Idalma Con altri compagni di prigio- della delazione di un partigiano dal quale era separato da una Rech della valle di Seren del nia (fra i quali l’amico Augusto che non seppe resistere alle tor- tramezza di legno. Grappa, debbo molta gratitudi- De Zordi) entrai nel campo di ture. Ebbi la sventura di cadere Arrampicandosi sugli ultimi ne per aver alleviato un poco i concentramento di Bolzano nelle mani del Maresciallo ripiani dei castelli era possibile morsi della fame nel periodo (nome ufficiale del Lager Poli- delle SS Gugliel- comunicare con loro, in quanto del mio internamento nel lager zeiliches Durchgangslager mo Niedermajer, suddito tede- il divisorio non era molto alto. di Bolzano. Nel Blocco E ritro- Bozen - Gries) verso la fine del sco, ma nativo di Appiano Cosa molto utile per noi per- vai due miei paesani: Angelo mese di novembre 1944. (Bolzano). Il Niedermajer, noto ché, essendo le donne addette Maccagnan e Pasquale Zanin, Provenivo da Feltre ove avevo come Villy, seminò la morte ai lavori esterni, potevano usci- partigiani come me, arrestati trascorso una quarantina di nel Feltrino. Nel dopoguerra re dal campo per recarsi alla nel medesimo giorno. Anche giorni da incubo nella caserma venne più volte processato in galleria del Virgolo, ove erano loro seguirono la mia stessa Zannettelli dopo il mio arresto contumacia da tribunali militari installate le macchine della sorte: prima a Mauthausen, poi a Mugnai di Feltre a causa per assassinii, torture, ruberie e ditta Imi che produceva cusci- a Gusen II. Pasquale Zanin,

7 il rumore), sperando che quel regnava l’ottimismo, ma qui ragazze del Blocco F. Gene- rischio e quella fatica venissero successe l’imprevisto. Un rose, ci offrirono la metà delle premiati con la libertà. L’amico anziano del Blocco Ð ignaro loro razioni, tolte dai pacchi Pasquale Zanin, al mio invito a della fuga Ð si accorse che un ricevuti da casa. Aiuto e soste- collaborare, fu costretto a rifiu- pagliericcio Ð invece dei soliti gno lo ebbi, quel giorno, tare perché soffriva di clau- trucioli di legno Ð contenva ter- soprattutto da Luigina Zanni- strofobia. Ricordo anche l’ex riccio. La cosa lo insospettì e – van, che si dimostrò affettuosa tenente degli alpini di Calalzo frugando fra i castelli – scoprì come una sorella. Un po’ di Ricordiamo (di cui non rammento il nome l’ingresso della galleria sotter- conforto lo trovammo anche in e che sarebbe poi morto a ranea. Imprencando, disse che don Narciso Sordo, un prete di bene Gusen): quanta volontà mise avrebbe confessato tutto al Trento, che celebrò la messa al nel tentativo! Era inesauribile, capoblocco e che non voleva campo il giorno di Natale. rimaneva sempre molto a incorrere in eventuali rappresa- (Deportato a Mauthausen, quel tunnel lungo nel “buco”, molto più a glie. Vane furono le nostre morirà anch’egli a Gusen II). lungo del turno prestabilito. minacce: andò dal capoblocco Le punizioni per il tentativo di verso Davvero avrebbe meritato che e confessò tutto. evasione non si fermarono solo la fuga fosse andata a buon Il comando delle SS fu infor- all’interno del campo di Bol- la libertà fine! Si scavava con qualsiasi mato: improvvisamente entrò il zano, ma ebbero un seguito. oggetto: cucchiai, ferri, e spe- comandante del campo (ten. Mi fu raccontato a Mauthausen matricola 115782, morì a cialmente con le mani, riuscen- Tith) accompagnato dal capo da chi partì con il “trasporto” Gusen il 28 aprile 1945; do a compiere veri miracoli. Il disciplina, il sergente Hans precedente al mio (quello Angelo Maccagna ebbe la for- terriccio di riporto Ð trasportato Haage. Quest’ultimo ordinò di dell’8 gennaio), che Ð una tuna di rientrare a casa, dopo la con un gavettino Ð veniva rimuovere i castelli, rimanendo volta stipati nel vagone – salì liberazione del campo da parte nascoto nei pagliericci e getta- stupefatto e ammirato dalla Lanz, una guardia del campo degli anglo-americani il 5 mag- to nella latrina del Blocco e perfezione dell’opera. Poi ad spietata e feroce. Con lui, un gio 1945, ma morì alcuni mesi scaricato direttamente in un alta voce, ci avvisò che fuori ci ucraino e un SS. Lanz chiese dopo. ruscello. Al termine del turno aspettavano le mitragliatrici. ancora chi fossero gli esecutori Tutti nel Blocco eravamo con- di lavoro, alcuni compagni sta- Era la vigilia di Natale del materiali del tunnel nel Blocco sci che la nostra prigionia a zionavano di guardia sui castel- 1944. Tith e Haage ci fecero E. Non ottenendo alcuna rispo- Bolzano sarebbe stata di breve li che sovrastavano il tunnel, uscire tutti sul piazzale del sta, si infuriò. Poi tutti e tre, si durata: ci aspettavano i campi canterellando e fischiando per campo e, con tono minaccioso, lanciarono contro i deportati e di eliminazione in Germania. coprire i rumori che proveniva- dissero che si dovevano pre- – accecati dall’ira – colpirono Quindi un solo pensiero mar- no dal sottosuolo. sentare i colpevoli. In un primo selvaggiamente i malcapitati tellava continuamente il nostro Il nostro lavoro procurava tempo nessuno obbedì all’invi- più vicini con i calci dei mitra. cervello: fuggire ed evitare così lamentele da parte di chi igna- to. Rimanemmo parecchie ore L’ucraino si accanì con la baio- i “trasporti”. L’occasione di ro di ciò che stava accadendo - immobili sull’attenti. I due netta contro Benito Fossano fuga ce la fornì un giovane trovava in quei giorni la latrina comandanti ripeterono il loro che ebbe la fronte spaccata. ingegnere ligure che studiò il sempre occupata. Tutto proce- ordine. Un certo Marchetti Ð preso per lager e ne ricavò una piantina deva secondo i piani del nostro Nel frattempo alcuni furono il bavero da Lanz e stretto al con precisione meticolosa. bravo ingegnere. Dopo una individuati e portati nelle celle collo tra i due battenti della Radunò parecchi di noi, a parer ventina di giorni la nostra fati- del campo (ove, pare, sono porta scorrevole del vagone Ð suo i più “fidati”: 14 veneti, 12 ca poteva dirsi terminata: stati fustigati a sangue). I nostri venne quasi strozzato. Anche il liguri e qualche lombardo. secondo i calcoli avevamo sor- aguzzini, non soddisfatti del- prete di Trento don Narciso Angelo Maccagnan ed io ci passato il muro di cinta ed era l’esiguo numero di colpevoli, Sordo e un certo Pinna (che unimmo a questo gruppo. sufficiente scavare ancora rinnovarono la minaccia e morirà anch’egli a Mau- Il piano di evasione consisteva mezzo metro circa per guada- aggiunsero che Ð se non se ne thausen), rimasero feriti per le nello scavo di un pozzetto die- gnare l’esterno del campo e fossero presentati altri Ð avreb- percosse. Al mio ritorno da tro un “castello” appoggiato quindi la sospirata libertà. bero punito l’intero Blocco. Mauthausen ebbi modo di alla parete del nostro Blocco. Fu deciso che l’evasione sareb- Noi responsabili Ð questo biso- sapere Ð attraverso una testi- Da qui partiva una galleria di be avvenuta la notte di Natale. gna ammetterlo Ð indugiavamo monianza scritta Ð che colui circa 5 metri, alta 50 cm, Motivo: le SS, durante le festi- a farci avanti. che aveva avvisato le SS del rafforzata con traversine di vità, avevano l’abitudine di Un senso di vigliaccheria ci tentativo di fuga nel lager di legno (ricavate dai castelli), ubriacarsi, quindi la sorve- tratteneva: credo fosse giustifi- Bolzano, come premio del tra- seguendo le regole dell’arte glianza era notevolmente infe- cabile. dimento, aveva evitato la par- mineraria, che ci avrebbe por- riore. Poi, costretti da chi temeva per tenza per la Germania. tati in aperta campagna, al di là Avevamo inoltre stabilito di la sua sorte, ci decidemmo. Per Alla liberazione del campo, del muro di cinta. A piano ulti- tirare a sorte chi dovesse uscire porre termine a questo suppli- questi raggiunse Milano. In mato, il lavoro fu immediata- coi primi che avrebbero avuto zio, concordammo che una piazza del Duomo scivolò bat- mente iniziato e si prolungò maggior probabilità di riuscita. decina di noi doveva farsi rico- tendo il capo sul selciato, per- per quasi tutto il mese di Uno dei primi ad uscire sareb- noscere e tirammo a sorte. dendo la vita. Strano destino il dicembre. be stato un vecchio partigiano Sfortunatamente fui uno dei suo! I prigionieri del Blocco E A turno si doveva scavare, di Trento che (pratico della primi. Ricordo che invitai furono deportati interamente in stando ventre a terra, proprio zona ci avrebbe guidati per Angelo a seguirmi e tentennan- Germania. L’80% di essi non come le talpe. La durata dei strade oscure e accompagnati do alla fine accettò. Ce la fece più ritorno. turni di lavoro era di un quarto per un tratto. Egli raccomanda- cavammo con una buona dose d’ora ciascuno. Lì sotto ci si va a noi tutti che Ð una volta di schiaffi, quindi ci riportaro- Testimonianza di Vittore Gorza sentiva mancare il respiro ma liberi Ð non dovevamo assolu- no nel Blocco. Eravamo dispe- deportato a Mauthausen Ð tutti noi lavoravamo con acca- tamente chiedere aiuto agli rati, sfiniti e semiassiderati e, matricola 126227 Ð raccolta nimento (usando le più attente altoatesini: si correva il rischio per di più a digiuno dal giorno dal nipote Franco Ciusa nei precauzioni al fine di attenuare di essere denunciati. Fra di noi prima. A questo pensarono le primi anni del dopoguerra. 8 L'intervento di Irma Trhsak alla manifestazione internazionale di Ravensbrück ÇLe donne che qui soffrirono resteranno ad esempio per i giovani del futuroÈ

Il messaggio di Irma Trhsak, ex deportata a Ravensbrück, alla manifestazione internazionale del 29 giugno scorso Inaugurato il 9 novembre a Orbassano per l'inaugurazione della lapide con i nomi delle italiane deportate in quel Lager. Un giardino intitolato Egregio Presidente, rappre- il freddo, il lavoro da schia- sentanti di Governo, care ami- ve, l’umiliazione e ogni ge- a Primo Levi che e a tutti voi: nere di tortura. io sono una deportata di Inoltre le nostre sorelle ita- Ravensbrück, per tre anni so- liane che non comprendeva- Presente il figlio dello scrittore, è stato inaugurato il no stata rinchiusa in questo no il tedesco, ebbero una vi- 9 novembre scorso a Orbassano (Torino) il giardino campo, qui io ho perso la mia ta ancora più dura. La me- gioventù. moria di queste donne e di “Primo Levi” (situato tra le vie De Gasperi e Dante Le compagne italiane mi han- questi bambini diventati vit- Di Nanni). La manifestazione ha chiuso un ciclo di no chiesto di parlare in que- time della macchina morta- iniziative organizzate dal Comune, dalla Biblioteca e sta occasione durante l'inau- le nazista merita un perenne dall'Aned dal titolo “Primo Levi, la civiltà della gurazione della loro cellula ricordo. memoria”. Il 18 ottobre il gruppo teatro “Società nel vecchio bunker che oggi E quando i giovani italiani è Museo internazionale. del mondo intero verranno a popolare di mutuo soccorso” di Orbassano ha messo E io lo faccio volentieri. In visitare il Memorial di in scena La vita offesa, riduzione teatrale questo periodo, dove gruppi Ravensbrück, in questa cel- dell'omonima ricerca di Anna Bravo e Daniele Jalla; di estrema destra, xenofobi la, essi impareranno che mol- dal 16 al 24 ottobre è stato proiettato il film di e antisemiti sminuiscono i te donne italiane hanno sa- Francesco Rosi La tregua. tragici eventi della storia, i crificato qui il loro bene su- comitati internazionali dei premo, hanno donato la lo- Il 22 ottobre si è svolto un convegno sull'opera del campi, le organizzazioni del- ro vita per degli ideali, i più nostro compagno scomparso 10 anni fa, con la la Resistenza hanno un do- alti dell’umanità: gli ideali partecipazione di testimoni, ricercatori, storici. vere da compiere. della fedeltà e della frater- Il 6 novembre, infine, i ragazzi dell'istituto “Sraffa” Gli attacchi del revisionismo nità, impegnati nella lotta per hanno messo in scena con la regia di Marco Peirolo e la negazione dei crimini liberare la loro patria dalla nazisti esigono una decisa barbaria nazifascista e dalla la versione tedesca de La vita offesa, già presentata reazione da parte di tutti i guerra. con successo in Germania la scorsa primavera. compagni della Resistenza. E le compagne italiane fan- Errata corrige no il loro dovere sistemando la lapide con i nomi delle ita- liane qui deportate e qui mor- Orbassano, te. é impossibile con le parole Irma Trhsak non Avigliana! esprimere la sofferenza del- ex deportata le vittime che la dittatura na- di Ravensbrück Nello scorso numero del giornale abbiamo dato notizia zionalsocialista ha causato. del lusinghiero successo ottenuto in Germania dai ragazzi La terra di questo enorme (Ci scusiamo se per dell'ITC “Sraffa” con la recita della Vita offesa spazio è impregnata di san- un disguido questo testo nella traduzione in tedesco. gue e di lacrime di tante don- è “saltato” nel resoconto Per un involontario errore abbiamo scritto che l’Istituto ne innocenti. che abbiamo pubblicato è di Avigliana, mentre Ð come si evince con chiarezza Le donne italiane hanno sof- nello scorso numero dal testo – lo “Sraffa” è di Orbassano. ferto come noi tutte la fame, del nostro giornale). Cene scusiamo coi ragazzi e gli insegnanti dell’ITC. 9 Così Bice Azzali ricorda le "Festività" di 53 anni fa IL RACCONTO

“Quanta fame avevamo quella vigilia di Natale del ‘44”

■ La promessa del deportato francese: "Verrete un giorno a Parigi nel mio ristorante"

Caro Dario all’avvicinarsi del Natale, anche se sono trascorsi 53 anni, ricordo con grande dolore il Natale trascorso nel Lager. E, voglio raccon- tarti quel triste giorno perché sei giovane e potrai testimoniare. Era la sera della viglia di Natale del 1944. Dalla finestrella della baracca non si vedeva che neve e neve ed entrava un freddo gelido. Io e la mia compagna Gisella Ð diciot- tenne lei ed io ventiquattrenne Ð stavamo abbracciate sul letto a castello. Piangevamo disperate ricordando le nostre mamme a Ferrara e a Mantova, che cucinavano i tortelli di zucca e noi con una fame che ci obbligava a tenere lo stomaco compresso per non sentire il dolo- re, il dolore del vuoto. Era notte l’ora non la sapeva nessuno perché orologi catenine d’oro bracciali ci erano stati portati via dai boia tedeschi.

Ebbene era buio e la finestrella si spalancò ed apparve un soldato francese di Petain che solitamente ci distribuiva la zuppa di rape. Aveva fra le mani un ben di Dio, un catino pieno di patatine e qual- che costina di maiale. Io e Gisella non riuscimmo a scendere dall’alto del letto. Le altre compagne della baracca al contrario assalirono il catino delle pata- tine in una tremenda baruffa. Io e Gisella rimanemmo impietrite, di patatine non ne abbiamo trovate nemmeno una; metà mangiate e metà per terra nello sporco. Il francese s’arrabbiò a vedere il suo catino vuoto ed io e Gisella che non avevamo preso nulla: “Verrete un giorno, al mio ristorante di Parigi” ci disse. Aveva scritto bene quel nostro compagno “Si fa presto a dire fame” ma a sopportarla è un’inferno. Tanti carissimi saluti ed auguri di Felice anno nuovo Bice Azzali 10 Anche lei era nella lista dei Quindici Martiri di piazzale Loreto IL RACCONTO

La vicenda di Giuditta Muzzolon Finì a Ravensbrück, ma si salvò

■ Arrestata a Milano il 20 luglio 1944, scampò ■ In casa sua per un soffio alla fucilazione. Fu deportata si tenevano a Bolzano e poi in Germania. riunioni clandestine. ■ Nel ‘68 ricevette una medaglia d’argento dal Comune di Sesto San Giovanni per il suo impegno nella Resistenza.

Sull’ultimo numero del po ad avvisare Soncini, con “Triangolo Rosso” (nov. 97) dei gesti, di allontanarsi (lui è stato pubblicato un articolo arrivava in bicicletta), ma so- a pag. 17, relativo al decesso no stati arrestati tutti e tre. é di Francesco Castelli, a Milano. stata a S. Vittore, “graziata” Ad un certo punto dell’arti- all’ultimo momento dalla car- colo si dice “tra gli ostaggi in neficina dei 15 martiri di piaz- mano ai tedeschi figura anche zale Loreto del 10.8.44 e tra- una donna, Giuditta Muzzolon sferita a Bolzano il 18.8.44. Il nata il 18.10.1897, che venne 5.10.44 è partita da Bolzano graziata e trasferita in un cam- per Ravensbrück, dove è giun- po di concentramento, come ta l’11.10.44. Le hanno dato annunciò un comunicato del la matricola 77316. Tornò a comandante della sicurezza casa il 30.6.45. Esiste una sua della piazza di Milano. Di lei, dichiarazione del febbraio 1969 però, non si hanno ulteriori in cui dichiara di essere stata notizie”. Ebbene l’Aned di anche a Flossenburg, ma non Sesto San Giovanni è in gra- si capisce se prima o dopo do di dare queste notizie ul- Ravensbrück. L’Aned di Sesto teriori. Era nata a Lonigo (Vc), è in possesso di un’audiocas- sposata Agosti. é deceduta a setta contenente l’intervista al Sesto San Giovanni il figlio Natalino. 23.9.1976. Risiedeva a Milano Alla Muzzolon è stata con- e faceva la portinaia in via segnata il 25 aprile del 1968, Peccio n¡11. Era stata arre- dal nostro sindaco di allora, stata il 20.7.44, presso la por- Giuseppe Carrà, una meda- tineria, assieme a Soncini, del- glia d’argento e un diploma la Pirelli e Principato. In que- a ricordo del periodo in cui, sta casa Soncini, Principato e come vittima e come avver- altri facevano riunioni clan- saria del nazi-fascismo, ella destine in casa di un certo diede il suo contributo alla Barni e la Muzzolon faceva conquista della libertà del no- da “palo”. Lei, alla presenza stro paese. dei fascisti, aveva fatto a tem- Giuseppe Valota 11 Il diario di Ferdinando Ambiveri, deportato a Mauthausen

■ La testimonianza inedita ■ Lo sterminio di un “trasporto” conservata ora dall’Aned di circa 500 ebrei. di Sesto San Giovanni.

■ “Quando un borghese fece la spia, facendomi dare 25 nerbate”. “Pensavo alla Germania, ma soprattutto alla mia bambina”

Ferdinando Ambiveri immor- glie e i miei fratelli che mi ghe, ai piedi un paio di zoc- “Alla metà di maggio che la- talò la sua esperienza in un portarono la biancheria e di- coli viene mandato in barac- voravo in paese, un borghese diario giunto all’Aned di Sesto co loro piangendo di rabbia ca. Trascorrono tra botte, fred- che lavorava dove lavoravo io San Giovanni mancante pur- di non pensare a me bensì al- do e fame i primi 35 giorni “e andò dal comandante a dire troppo delle prime due pagi- la bambina che tanto le vole- dopo i miei compagni sono che non lavoravo e così dopo ne. Era nato a Busnago vo bene e diedi una saluto al- partiti per destinazioni ignote mezzogiorno mi chiamò e co- l’11.2.1912, lavorava alla Falck la moglie e alla bambina ed e sono rimasto solo con tre minciò a picchiare con una Unione come muratore quan- ora comincia la via crucis.” compagni perché eravamo mu- canna peer 25 volte e poi mi do venne arrestato il 28.3.44. é il cinque aprile quando ratori... Lavorato per costrui- mise a lavorare conme un ca- Giunto a Mauthausen l’8.4.44 Ambiveri parte da Bergamo re una cinta per allargare il vallo sotto l’aratro.” divenne la matricola 61546. alla volta di Mauthausen: “... campo. Vidi arrivare altri com- Il manoscritto continua rac- Il diario mancante delle pri- eravamo in 340 uomini e qua- pagni italiani che dopo due o contando la malattia soprag- me due pagine comincia co- ranta donne. Ci mettiamo in tre giorni mandarono a porta- giunta, la pleurite, la fortuna- sì “... a scendere dalla scala colonna, erano le ore 4.30 cir- re le pietre dove lavoravo io. ta e quasi miracolosa guari- con un pensiero che dovevo ca del giorno 8 aprile, dopo Erano più pesanti di loro, ac- gione date le condizioni igie- andare in Germania ma il se- tanta strada si arrivò vicino al compagnati dalle SS con dei niche ed alimentari più che condo pensiero era quello di campo, vidi una garetta con grossi cani lupo che facevano precarie e poi i bombardamenti lasciare la moglie e la bam- la testa di morte poi sentii un correre dietro le loro gambe. sulla città di Linz, la cattura e bina che aveva solo tre anni. odore di carne umana brucia- Io lavorando vedevo come trat- la morte immediata di quattro Appena giù dalla scala vidi ta, mi rivolgo ai compagni e tavano male i miei compagni paracadutisti catturati e subi- altri due carabinieri dopo 90 dico: sentite che odore di car- e mi cadevano lacrime dagli to portati al campo fino al tra- metri circa ne vidi altri due ne umana. Vidi il camino del occhi grosse come pugni pen- sferimento a Vienna dove “... ed io pensavo in me che se famoso crematorio e dico ai sando che le dovevo prende- si comincia di nuovo a lavo- avessi ammazzato un reggi- compagni: non si ritorna più re anch’io come loro”. rare come schiavi, era il mese mento di fascisti non veniva nessuno di qui.” “Il giorno dopo lavoravo sul- di luglio 44”. tutta questa gentaglia”. Il diario prosegue raccontan- l’altro lato della muraglia e vi- “Al mese di settembre una se- “Arrivai in paese (probabil- do l’ingresso nel campo, la di arrivare circa 500 ebrei uo- ra tornavamo tranquilli al cam- mente Ambiveri era stato pre- privazione dei vestiti e degli mini, donne e bambini picco- po (lavorava in un vecchio ca- levato da casa n.d.r) vidi un oggetti personali, la depila- li anche di 5 o 6 mesi. Venivano stello per trasformarlo in una furgone e mi buttarono su co- zione, la brutalità delle SS “vi- mandati nel blocco di elimi- officina n.d.r) tranquilli, d’un me se fossi un sacco di fieno, di un altro compagno preso nazione dove venivano scelti tratto una macchina passa a lì trovai altri compagni, il fur- per la cravatta che lo portaro- quelli abili al lavoro e il resto tutta velocità e investì i miei gone si mise in marcia e mi no sul marciapiede vicino a fucilati in massa e dopo tra- compagni che caddero stra- portarono in caserma a Bru- me e cominciarono a picchia- sportati nel forno crematorio. mazzati, io mi sono messo le gherio.” re con pugni sulla faccia e il Trascorso qualche giorno vidi mani in testa la macchina si Ferdinando viene poi manda- cane che lo prende per i pie- prendere un bambino di 5 me- ferma ed io con altri compa- to a Monza e dunque a Ber- di e gli stracciò tutti i panta- si circa lo presero per le gam- gni li abbiamo caricati. Uno gamo da dove riesce ad avvi- loni e le gambe che sembra- bine e lo buttarono in alto e era un italiano che si chiama- sare la famiglia “e dopo un va uno tutto tagliato”. Vestito l’altro soldato con una scari- va Melite Michele di Potenza paio di giorni arrivò la mo- con mutandoni e camicia a ri- ca di mitra ci fece il bersaglio.” (è Milito Michele matr. 76664 12 IL RACCONTO n.d.r) e altri due polacchi; in tiva il rombo dei cannoni rus- 5 giorni perché pioveva. Tutti tutto erano nove. Li hanno por- si vicini. ”La mattina del pri- conci e pieni di pidocchi sen- tati al campo ma il compagno mo aprile tutti i prigionieri za mangiare... in quei giorni italiano è morto e altri due so- vennero fatti preparare per la sono morti 5 compagni. Di se- no rimasti paralizzati ma il dot- partenza, destinazione ignota. ra tutti si lamentavano e così tore che era un italiano li cu- Ben presto la speranza della le SS saltavano dentro con le rava e dopo qualche mese so- liberazione venne infranta da scarpe ci camminavano sopra no guariti.” una marcia estenuante senza e picchiavano con il calcio del Seguirono quattro mesi di bom- mangiare né dormire per gior- fucile..... Il giorno della par- bardamenti, mancò l’acqua po- ni interi. tenza tutti quelli che erano sfi- tabile ma nella disperazione “Tutti i miei compagni che non niti sono stati fucilati e sepol- più totale si cominciava a re- potevano più camminare li am- ti sul posto in una sola buca spirare la possibilità della li- mazzavano con un colpo di fu- come quando si conservano le berazione da parte dei russi. cile dietro la nuca... Verso il patate.” “La sera del 31 marzo erava- cinque aprile ci siamo ferma- Riprende così la lunga mar- mo tutti contenti perché si sen- ti di nuovo in una cascina per cia, il 13 aprile arrivano alla città di Staer, e internati di nuovo in un campo. Il narra- tore con una meticolosità in- credibile cerca di ricordare esattamente date e quanti fu- rono i compagni morti. Tuttavia la sosta nel nuovo campo è breve, le truppe al- leate avanzano e i tedeschi de- cidono di riportare tutti i pri- gionieri verso Mauthausen. Vi arrivarono la mattina del 30 aprile. Subite nuovamente le procedure di internamento con tanto di doccia fredda e de- pilazione ricomincia la vita atroce del campo. Ma la liberazione è ormai vi- cina. “Alla mattina del primo maggio verso le ore nove si sente gridare che la guerra era finita, tutti ci baciavamo pian- gendo dalla contentezza ma io guardavo fuori dalle ba- racche per vedere se cambia- va il trattamento ma nel cam- po vidi ancora passeggiare le SS ed ho pensato subito ma- le perché era tanto tempo che aspettavamo la fine.” “Passarono altri 4 lunghi gior- ni di stenti fino al giorno 5 maggio alle ore 15.30 circa si vide arrivare un carro armato e due camionette con le ban- diere.” Il diario del nostro Ferdinando Ambiveri si con- clude così, senza ulteriori com- menti, ma con una lista di no- mi, uomini che aveva cono- sciuto e che voleva tenere a mente per darne immediata notizia alla famiglia o forse per donargli quel briciolo di immortalità che solo la me- moria ed il ricordo possono garantire. Ferdinando Ambiveri è mor- to negli annti settanta.

Monica Credi 13 La drammatica testimonianza di uno dei pochi superstiti La vera storia degli ufficiali italiani deportati nel campo di Unterlüss

■ Le sevizie inflitte in seguito al rifiuto ■ Violate tutte le convenzioni internazionali di lavorare per la Germania di Hitler. sui prigionieri di guerra.

Il 17 febbraio 1945, duecen- me internazionali di Ginevra, laborato per rendere agibile ci riconoscevano, ci impedi- toquattordici ufficiali italiani firmataria anche la Germania l’impianto. Fummo sistemati va di collaborare. Il coman- internati in Germania, fum- che noi, ufficiali prigionieri, in alcune camerate arredate dante del campo di aviazione mo obbligati a lasciare l’Oflag, non potevamo essere obbli- con letti a castello a due po- ci consigliava di adeguarci al- 83 di Wietzendorf per essere gati a lavorare. Il comandan- sti e qualche tavolo. Non ci le norme vigenti in Germania avviati al lavoro, in applica- te del campo italiano, Ten, col, rassegnammo all’idea di do- e di rinunciare alla nostra pre- zione dell’accordo Mussolini- Pietro Testa, a cui ci rivol- vere collaborare con i nostri sa di posizione perché pote- Hitler del 20.7.1944, secon- gemmo per intercedere nei detentori: per ogni uomo pre- va procurarci dei guai. E ci do cui gli internati nei campi confronti del lager-fuhrer, ci cettato per il lavoro, la ammoniva: “Se dovesse in- di concentramento tedeschi riferì che i tedeschi, malgra- Germania avrebbe ricavato un tervenire la adotte- venivano liberati e conside- do i suoi reiterati interventi, soldato. rebbe duri provvedimenti per rati liberi lavoratori in erano irremovibili; pertanto i dissidenti”. Germania. fummo costretti a lasciare il ■ Il rifiuto E venne il giorno della lager. Fummo portati in un di collaborare Gestapo. Dopo otto giorni di ■ A nulla valsero campo di aviazione civetta in Decidemmo all’unanimità di astensione dal lavoro, il 24 le proteste località Dedelsdorf. Era in- rifiutarci. Non eravamo di- febbraio 1945, entrò nelle ca- A nulla valsero le proteste ri- tendimento delle autorità mi- sponibili a prestare la nostra merate un capitano della volte, anche per iscritto al la- litari germaniche di riattivare opera. La dignità di ufficiali Gestapo, accompagnato da un ger-fuhrer con cui chiedeva- quel campo. I 214 ufficiali, prigionieri di guerra, posizione sottufficiale e da un galoppi- mo, in applicazione delle nor- col loro lavoro avrebbero col- giuridica che i tedeschi non no italiano, un sottotenente

14 IL RACCONTO

della R.S.I., che fungeva da annunciò che i componenti il che settimana di soggiorno in sponsabile della disciplina del interprete. Una persona seve- plotone non avevano nessuna quel luogo di tormento, che lager. Si avvaleva dell’opera ra, dal viso corrugato, dallo intenzione di prestare la loro era il lager di Unterlüss, ci sa- di militi S.S. e di aguzzini (i sguardo penetrante e pungente. opera per la Germania e chie- remmo ridotti nelle medesi- Kapos) scelti fra i più feroci Si fermò in mezzo alla ca- devano di sostituire i 21 com- me condizioni di quelle di- internati nel lager. I loro no- merata, ruotò il capo di 180°, pagni che erano stati portati sgraziate! mi erano: Ivan, Paulus, Jascka con gli occhi, che anticipan- via. All’ingresso della prigione e Peter. Quest’ultimo, un rin- do il movimento del capo, fo- del campo di aviazione in- ■ Un capannone negato serbo, dopo la fine del- tografò i nostri visi fieri e ri- contrammo i 21 e, conosciu- rettangolare la guerra fu condannato al- soluti. to il motivo dell’incontro, al- Mi è gradito riportare come l’impiccagione dal Tribunale cuni di loro si accodarono al si esprime il ten. col. Pietro alleato per avere bastonato a ■ “Intollerabile nostro gruppo. Così formam- Testa nel suo libro Wietzendorf morte un prigioniero. Il pri- ribellione” mo un plotone che in totale nel citare l’episodio dei 44 di gioniero bastonato era il no- Dopo avere ripetuto il rito in contava 44 unità. Ci condus- Unterlüss “... proprio da que- stro compagno Giorgio Ta- altre camerate, diede l’ordine sero nel cortile della prigio- sti obbligati uscì quella schie- gliente. Alla ferocia delle S.S. di adunarci nello spiazzo an- ne di forma quadrata di me- ra di uomini che affrontò se- si aggiungeva quella degli tistante il fabbricato che ci tri 10x10 circa con un muro renamente e volontariamen- aguzzini rendendo impossi- ospitava. Con l’aiuto dell’in- che lo cingeva da tre lati alto te il campo di punizione; uo- bile la vita ad un normale es- terprete e con l’arroganza che circa quattro metri. L’altro la- mini che toccarono le mete sere umano. il caso richiedeva, disse che to era delimitato dal fabbri- dell’autentico valore milita- la nostra ribellione agli ordi- cato della prigione. Restammo re ed anche quella della eroi- ■ Ci sparava ni impartiti dal Reich non po- nel cortile dalle 10 circa alle ca morte. mentre correvamo teva essere tollerata. “Sapete 16, quando arrivò un trattore Senza armi, già in potere del Era una serata fredda; la ne- che in Germania sono proibi- che tirava un rimorchio per nemico, essi hanno offerto se ve imbiancava i tronchi de- ti gli scioperi, voi avete avu- trasporto merci. Il trattore era stessi al quotidiano linciag- gli alberi ammassati nel cor- to l’ardire di scioperare, tra- pilotato da un aviere italiano. gio con la determinata volontà tile. Un sottufficiale delle sgredendo gli ordinamenti del La scorta armata era formata di perdere la forza di resi- S.S., alcuni aguzzini ed un paese che vi ospita. da alcuni militi S.S. stenza solo con l’ultima luce uomo in borghese dall’aspetto La Germania è in guerra e tut- Chiedemmo all’aviere dove di vita”. burbero (che successivamente ti, anche gli stranieri sono ob- fossimo diretti. “Ad Unterlüss, Il lager di Unterlüss era com- sapemmo trattarsi del lager- bligati a lavorare. In Germania ci rispose, dove c’è un lager.” posto di un capannone ret- fuhrer civile), ci accolsero chi non lavora non mangia.” tangolare in muratura coper- nel lager. Per darci l’idea del Adesso il sig. capitano, tra- ■ L’incontro to da un tetto di eternit on- luogo in cui ci trovavamo ci duceva il galoppino, indicherà con le giovani ebree dulata. Un lato destinato a cu- obbligarono a correre in gi- 21 di voi, cioè uno per ogni Prima di arrivare al lager in- cina. Il tutto contenuto in uno ro per il cortile, creando dieci, che saranno puniti. contrammo un gruppo di gio- spazio il cui perimetro era cin- un’atmosfera di terrore. Il Davanti a noi inquadrati, si vani donne ridotte allo stato to da un reticolato con relati- sottufficiale estrasse la pi- ergeva statuario il capitano scheletrico, con dei vestiti ze- ve torrette per le sentinelle stola scaricando il caricato- della Gestapo con le gambe brati e la stella di Davide. Le S.S. Ospitava circa 300 de- re nella direzione delle no- un po’ divaricate. Alzo il brac- sventurate, in fila per sei, si tenuti di tutte le nazionalità, stre gambe; per fortuna, non cio destro 21 volte per indi- reggevano in piedi perché si in prevalenza dell’Europa ci colpì. care altrettanti compagni, for- sostenevano a vicenda tenen- orientale. Gli aguzzini, armati di tubi di mando un plotoncino che ven- dosi per le braccia, formando gomma animati, scaglionati ne portato via. E, per conclu- una sola struttura che avan- ■ Il nostro compagno lungo il perimetro circolare dere, il capitano minacciò gli zava lentamente in mezzo al- bastonato a morte del nostro itinerario, sfoga- altri: “Questi vostri colleghi la strada che conduceva al la- Il lager era gestito da due la- vano la loro ferocia colpen- non li rivedrete più. Chi si ri- ger. Tornavano dal duro la- ger-fuhrer, un civile ed un uf- doci indiscriminatamente. Agli fiuterà di prestare la sua ope- voro con la superflua scorta ficiale della Gestapo. Il pri- animali dei circhi equestri, co- ra farà la stessa fine”. A que- dei Kapos, rientravano nel la- mo aveva il compito di gesti- stretti a trottare per lavoro, è sto punto un certo numero di ger consapevoli che le super- re la manodopera dei detenu- riservato un trattamento uma- dissidenti, decisi a non mol- stiti energie per la sopravvi- ti, moderni schiavi: costui ave- nitario, mentre noi esseri su- lare, coscienti di subire le re- venza erano ridotte al lumi- va l’incarico di fornire ma- perflui, fastidiosi per il Reich, lative conseguenze, uscimmo cino. Noi guardavamo incre- nodopera per quanti la ri- era riservato un trattamento dalle fila formando un nuovo duli ed esterrefatti quelle crea- chiedessero sfruttando i dete- peggiore di quello usato agli plotone. L’ufficiale anziano si ture; era ciò che restava di es- nuti che praticamente erano animali non protetti. recò dal capitano della Gestapo seri umani. In quei momenti considerati alla stregua degli che stava per allontanarsi ed non pensavamo che dopo qual- animali. Il secondo era re- Natale Ferrara 15 Pubblichiamo la bozza dello statuto che andrà al vaglio

Pubblichiamo il testo della bozza di statuto della nuova Fondazione alla quale l'Aned intende Il progetto della promuovere, per “dare alla memoria un futuro”. Su questo testo sarà chiamato ad esprimersi il Consiglio Nazionale, in una prossima che sarà il futuro riunione. Statuto

Art. 1 ni di quanti abbiano desiderio ed amore di potenziamento del- la Istituzione. L’Associazione nazionale Ex Deportati nei campi di sterminio La Fondazione provvede al conseguimento dei suoi scopi con nazisti, che verrà in seguito indicata come A.N.E.D. ha deci- le rendite del suo patrimonio. so, di costituire una Fondazione avente la denominazione: Il Consiglio di Amministrazione provvederà all’investimento “Memoria della deportazione”. dei beni che perverranno alla Fondazione nel modo che riterrà Centro Studi e documentazione sulla Deportazione nei Lager più sicuro e redditizio. nazisti. La Fondazione ha sede in Milano, Via Bagutta n. 12. Art. 4

Art. 2 Sono organi della Fondazione: Il Presidente, 2.1 La Fondazione non ha scopo di lucro. il Consiglio di Amministrazione, 2.2 é scopo della Fondazione la promozione degli studi e la il Collegio dei Revisori dei Conti, raccolta di documenti sulla deportazione nazifascista, affinché il Comitato Storico Scientifico dei Garanti. resti operante nel tempo la memoria storica e l’insegnamento 4.1 La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione della vicenda concentrazionaria. composto da un minimo di 9 a un massimo di 13 membri, sal- 2.3 La Fondazione intende, attraverso la ricerca storica, lo svi- vo il potere di cooptazione di cui all’art. 6.3. luppo permanente dell’istruzione e della cultura, favorire la Il Consiglio di Amministrazione resta in carica 3 anni. maturazione civile delle nuove generazioni facendo sì che pos- sano venire a conoscenza dei fatti di deportazione e delle azio- Art. 5 ni in cui si concretizzò l’oppressione nazifascista. 2.4 La Fondazione, intende altresì, sempre favorendo lo stu- 5.1 Sono membri di diritto del Consiglio di Amministrazione. dio e la raccolta documentale, continuare la valorizzazione, in Il Presidente Nazionale dell’A.N.E.D., campo nazionale ed internazionale, del grande contributo dei il Presidente della Unione Comunità Ebraiche Italiane, Deportati alla causa della Resistenza, riaffermandone così gli il Presidente dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento ideali perenni di libertà, di giustizia e di pace, di solidarietà e di Liberazione in Italia. di uguaglianza. I rimanenti 10 Consiglieri saranno nominati dal Consiglio 2.5 Per il raggiungimento dei propri fini la Fondazione po- Nazionale dell’A.N.E.D. trà, realizzando anche rapporti ed intese con altre Associazioni 5.2 I Consiglieri nominati dall’A.N.E.D. tra i propri Soci non o Istituzioni, a titolo esemplificativo, organizzare direttamente possono essere inferiori alla metà più uno dei componenti il o indirettamente ricerche, studi, convegni, incontri, mostre, Consiglio di Amministrazione. manifestazioni; potrà promuovere, coordinare e sovvenzio- 5.3 Qualora uno dei Consiglieri cessi dall’incarico provvederà nare iniziative analoghe altrui; potrà organizzare conferenze, alla sua sostituzione entro 180 giorni l’A.N.E.D. e, successi- corsi, seminari e viaggi studio; curare la costituzione e con- vamente alla estinzione di essa, il Consiglio di Amministrazione. servazione di archivi memoriali e monumenti; curare le pub- Il Consiglio di Amministrazione così eletto resta in carica si- blicazioni sui risultati degli studi, ricerche e della sua atti- no alla scadenza del mandato dell’organo. vità; istituire e sovvenzionare premi, borse di studio, finan- ziare pubblicazioni. Art. 6 Art. 3 6.1 Fino alla data di estinzione dell’A.N.E.D. la carica di Presidente della Fondazione spetterà di diritto al Presidente Il patrimonio della Fondazione è costituito dalla somma di L. protempore della stessa A.N.E.D.. 50.000.000.= (cinquantamilioni) indicata nell’atto di costitu- Il Consiglio di Amministrazione elegge nel proprio seno il zione della Fondazione del quale il presente statuto è parte in- Presidente che dura in carica tre anni è può essere riconfermato. tegrante: dalla biblioteca, dai quadri per le mostre, dall’archi- 6.2. Con la estinzione dell’A.N.E.D.: vio fotografico conferiti dall’ANED. Tale patrimonio potrà es- a) il Presidente in funzione continuerà a fruire il diritto della sere aumentato con oblazioni, donazioni, legati, ed erogazio- Presidenza della Fonazione; 16 del Consiglio nazionale L'istituzione si chiamerà "Memoria della deportazione Centro studi e documentazione sulla deportazione Fondazione nei Lager nazisti"

e avrà un patrimonio dell'Aned iniziale di 50 milioni. Fino a quando sarà operativa l’Aned avrà la maggioranza nel consiglio di amministrazione.

b) alla scadenza del Consiglio di Amministrazione in atto, i ferendo nel più breve tempo al Consiglio di Amministrazione; nuovi componenti saranno nominati dal Consiglio stesso, in- g) convoca e presiede il Comitato Storico Scientifico dei Garanti. tegrato dal Comitato Storico Scientifico dei Garanti, tra per- In caso di mancanza o di impedimento del Presidente ne fa le sone dedite alla tutela dei valori della deportazione e della veci il membro del Consiglio più anziano di carica. Resistenza, preferibilmente deportati superstiti o loro familia- ri o discendenti. Art. 10 6.3 Il Consiglio di Amministrazione avrà facoltà di cooptare altri Consiglieri oltre quelli già in funzione, sino a un massi- Il Consiglio di Amministrazione si riunisce di norma in sedu- mo di 13 qualora si manifestino utili per il prestigio o per i be- ta ordinaria due volte all’anno e straordinariamente ogni qual- nefici patrimoniali della Fondazione integrando, in quanto ne- volta il Presidente lo giudichi necessario o ne sia fatta richie- cessario. Il numero dei Consiglieri indicati dal Consiglio sta scritta dalla maggioranza. Nazionale dell’A.N.E.D. deve sempre essere assicurato dal- La convocazione è fatta dal Presidente con invito scritto a mez- l’osservanza della norma statutaria dell’art. 5.2 relativa alla zo raccomandata diramato almeno quindici giorni prima, con composizione del Consiglio di Amministrazione. l’indicazione dell’ordine del giorno da trattare. In caso di ur- genza la convocazione può essere effettuata con telegramma. Art. 7 Art. 11 Il Consiglio di Amministrazione in assenza del Presidente è presieduto di diritto dal componente più anziano di carica. Le adunanze del Consiglio di Amministrazione sono valide se è presente la maggioranza dei membri che lo compongono. Art. 8 Le deliberazioni sono prese a maggioranza assoluta ed a vo- tazione palese, quando lo statuto non preveda maggioranze Il Consiglio di Amministrazione qualificate. 8.1 Redige entro il mese di dicembre il bilancio preventivo per In caso di parità di voti prevale il voto del Presidente o di chi l’anno seguente ed entro il mese di febbraio il bilancio con- ne fa le veci. suntivo dell’anno precedente. 8.2 Ha tutti i poteri per l’amministrazione del patrimonio del- Art. 12 la Fondazione e per la gestione delle entrate ordinarie e straor- dinarie nonché per la utilizzazione delle dette rendite annuali I verbali delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione attraverso le quali la Fondazione perseguirà gli scopi sociali. devono essere trascritti in ordine cronologico su apposito re- gistro e devono essere sottoscritti dal Presidente e dal Segretario. Art. 9 Art. 13 Il Presidente ha la rappresentanza legale della Fondazione di fronte ai terzi ed in giudizio. Il Segretario del Consiglio viene nominato dal Consiglio stes- Inoltre il Presidente: so, il quale provvede pure a determinare i compiti e la even- a) convoca il Consiglio di Amministrazione e lo presiede pro- tuale retribuzione. ponendo le materie da trattare nelle adunanze; b) firma gli atti e quanto occorra per l’esplicazione di tutti gli Art. 14 affari che vengono deliberati; c) sorveglia il buon andamento amministrativo della Fondazione I componenti il Consiglio di Amministrazione non percepi- ed il perseguimento dei suoi scopi; scono alcun compenso per l’attività svolta, salvo il rimborso d) cura l’osservanza dello statuto e ne promuove la riforma delle spese sostenute per ragione di Ufficio. qualora si renda necessaria, con la presenza e con il voto di almeno 3/4 dei suoi componenti; Art. 15 e) provvede all’esecuzione delle deliberazioni del Consiglio e ai rapporti con le Autorità Tutorie; L’esercizio finanziario della Fondazione ha inizio il 1¡ (primo) f) adotta in caso di urgenza ogni provvedimento opportuno ri- gennaio e termina il 31 (trentuno) dicembre di ogni anno. 17 Il progetto della Fondazione Il riconoscimento consegnato il 23 dicembre che sarà Milano: medaglia d’oro il nostro futuro della Provincia all’Aned Il presidente della Provincia di Milano Livio Tamberi ha consegnato al presidente dell’Aned Gianfranco Art. 16 Maris una “medaglia d’oro di riconoscenza” per il suo contributo alla causa della libertà “e per l’affer- 16.1 Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da tre mem- mazione degli ideali perenni di giustizia e di pace”. bri effettivi e due supplenti nominati su richiesta del Presidente La consegna della alta onoreficienza è avvenuta nel- della Fondazione, dal Consiglio dell’Ordine dei Commercialisti. la sala consiliare il 23 dicembre scorso. Insieme alla Essi resteranno in carica tre anni e possono essere rieletti. La nostra associazione sono stati premiati uomini e don- carica non prevede emolumenti. ne ed enti che si sono particolarmente distinti nella 16.2 Il Collegio dei Revisori dei Conti provvede al riscontro vita civile della provincia. degli Atti di gestione, accerta la regolare tenuta delle scrittu- Questa la motivazione della medaglia: re contabili e la fondatezza delle va- lutazioni patrimoniali. Esprime il suo avviso mediante re- lazione sul bilancio preventivo e su quello consuntivo, effettua verifiche di cassa. I Revisori dei Conti hanno facoltà di assistere alle riunioni del Consiglio di Amministrazione.

Art. 17

17.1 Il Consiglio di Amministrazione nomina il Comitato Storico Scientifico dei Garanti presieduto dal Presidente della Fondazione composto da un mi- nimo di cinque a un massimo di quin- dici membri scelti a maggioranza fra personalità la cui collaborazione gio- vi alle finalità della Fondazione. 17.2 Il Comitato Storico Scientifico dei Garanti normalmente ha funzioni consultive. Esso si riunisce in seguito a convocazione con lettera raccoman- data o con telegramma del Presidente ogni... mesi (bisognerà stabilire quan- ti,n.d.r.) e ogni qualvolta sia ritenuto opportuno o necessario per chiederne un parere o recepirne una proposta e, in particolare, per l’e- sercizio delle funzioni previste dal successivo art. 17.3 oppu- “Fondata nel primo dopoguerra per iniziativa di grup- re art. 6.2 lettera ‘b’. In quest’ultimo caso il numero dei com- pi di ex deportati, riunisce i superstiti e i familiari ponenti del Comitato dovrà essere almeno pari a quello dei dei caduti nei campi di sterminio nazisti, senza di- Consiglieri in carica nominati elettivamente. stinzioni di credo religioso o d’orientamento politico. 17.3 Dopo l’estinzione dell’A.N.E.D., alle scadenze del Profondamente radicata nel tessuto culturale e sociale Consiglio di Amministrazione, la nomina degli amministra- cittadino, dedica ogni sua attività a far conoscere la tori elettivi sarà effettuata dal Comitato Storico Scientifico storia della deportazione soprattutto ai giovani, ai dei Garanti, unitamente a tutti i componenti del Consiglio di quali è affidato il futuro della libertà e della demo- Amministrazione decaduto, per ogni successivo triennio tra crazia. Attenta in particolare al mondo della scuola persone dedite alla tutela dei valori della Deportazione e del- organizza conferenze, dibattiti e corsi di formazione la Resistenza, preferibilmente deportati superstiti o loro fa- per il corpo insegnante, ma anche mostre e viaggi al- miliari o discendenti. l’estero all’interno dei campi di sterminio, cura ri- cerche, bibliografie, volumi e filmati. Basata sull’at- Art. 18 tività di volontari che mettono generosamente a di- sposizione la propria testimonianza diretta ed il loro In caso di scioglimento della Fondazione, i beni devono esse- lavoro, persegue la realizzazione del testamento idea- re destinati a Istituzioni aventi finalità di perseverare la me- le dei caduti, valorizzandone il grande contributo al- moria della Deportazione e gli scopi della Fondazione, quali la causa della libertà ed affermando gli ideali peren- ad esempio: Fossoli, Carpi, Risiera di San Sabba, oppure Istituti ni di giustizia e di pace”. della Resistenza o Enti analoghi. 18 Una mostra e tre convegni organizzati nella capitale Violante: perché nel dopoguerra si dimenticarono ■ Il discorso i deportati del 5 novembre a Roma, all'inaugurazione della mostra La liberazione dei campi e il ritorno dei deportati. Alla ricerca delle “radici nascoste della Repubblica”

■ L’identità ■ I giovani italiani nazionale si fonda visitino i Lager. sulla memoria storica.

19 La sezione di Roma alla ricerca delle “radici nascoste della Repubblica”

Nel Cinquantenario della Costituzione, l’Aned Con la mostra, tre momenti di riflessione, ha ritenuto opportuno tracciare il “percorso della articolati in tre incontri dedicati al ritorno delle donne, Memoria” che non solo facesse conoscere le difficoltà alla figura di Primo Levi e ai giovani ed alla loro che incontrarono i superstiti dei Lager al loro ritorno, identità in rapporto alla conoscenza storica. ma anche e soprattutto quali furono le “radici nascoste” della nostra Costituzione.

Il contributo dell’Aned di dei Deputati Luciano Violante, ■ Le toccanti Memoria, proprio come stre- Roma è consistito in una mo- alla presenza del presidente testimonianze nuamente voluto ed insegna- stra dedicata idealmente a nazionale dell’Aned, Gian- delle donne deportate toci dal grande italiano, dal Teresa Noce ed a Elettra franco Maris, del dottor Sandro grande testimone della de- Pollastrini, entrambe depor- Di Castro, presidente della Nel primo incontro, aperto portazione. Come magistral- tate e poi elette all’Assemblea Comunità Ebraica di Roma, da una relazione di Nadia mente sottolineato nelle pa- costituente. La liberazione dei di personalità del mondo del- Gallico Spano, deputato co- gine del recente volume Primo campi e il ritorno dei depor- la politica e della cultura. Di stituente, Bianca Paganini, Levi per l’Aned, l’Aned per tati è una mostra nata in particolare spessore il mes- Rosa Cantoni, Ida Marcheria, Primo Levi. Lisa Ginzburg ha Francia, realizzata da studen- saggio inviato dal vice presi- Elvia Bergamasco, Anna analizzato gli scritti di Levi. ti e insegnanti dell’Università dente del Consiglio e mini- Cherchi, Settimia Spizichino, Elsa Agalbato ne ha letto pas- di Versailles Saint - Quentin stro dei Beni culturali, Walter Isa De Sandres, Nella si significativi. en Yvelines. Integrata da pan- Veltroni. Baroncini, hanno portato una nelli realizzati dalla sezione Nelle parole, in totale sinto- serie di toccanti testimo- ■ La conoscenza di Roma, questa mostra, al- nia politico-culturale, di nianze dalle quali il nume- del mondo giovanile lestita nelle sale della Biblio- Maris e di Violante la ne- roso pubblico presente ha teca di Storia moderna e con- cessità di rafforzare e difen- potuto rilevare non solo la Infine nella terza giornata, temporanea di Roma, è stata dere la Memoria quale mo- difficile avventura umana un concreto approfondimento inaugurata il 5 novembre scor- mento fondante della nostra delle donne deportate ma an- nella conoscenza del mon- so dal presidente della Camera vita sociale. che il loro impegno, allora do giovanile, nel mondo dei come oggi. nostri eredi, spesso scono- sciuti nei loro comportamenti ■ Ricordata la figura e nelle loro necessità. di Primo Levi Il professor Luigi Cajani ha illustrto i risultati di una ri- All’incontro su Primo Levi cerca europea. era presente la sorella Anna Risultati commentati e ap- Maria. Molti gli studenti con profonditi nella relazione di i loro insegnanti. Tra il pub- Francesca Koch, nell’ottica blico il regista Rosi. di creare un percorso edu- Tra i relatori Lello Perugia, cativo proficuo per i giova- il “Cesare” della Tregua. ni. Molte le scuole che han- Ricordare la figura di Primo, no visitato la Mostra, folta le sue opere è stato il pre- la presenza degli studenti supposto per ribadire la ne- agli incontri, veramente in- cessità della costituzione e teressanti i loro interventi dell’approfondimento della Aldo Pavia 20 L'intervento del presidente della Camera dei Deputati Violante: perché nel dopoguerra si dimenticarono i deportati

Riproduciamo integralmente il discorso del presidente della Camera Luciano Violante, tenuto all’inaugurazione della mostra su La liberazione dei campi e il ritorno dei deportati, il 5 novembre scorso nella capitale, ringraziandolo per l’autorizzazione concessaci.

lmeno 40.000 ita- c’è un’altra ragione perché la battere, in tanti, nei campi a ancor più dure degli anni in liani deportati in memoria di quegli anni sia resistere. Furono in tanti a ca- cui, per vie diverse, si è rea- maggioranza per mantenuta viva. Solamente il dere, fucilati, torturati nelle lizzata una confusione, se non motivi politici, rapporto tra le generazioni che carceri, per gli stenti nei la- una vera e propria cancella- A si sono succedute nella storia ger, ma furono in tanti a pren- zione della memoria. 10.000 scomparsi, oltre 9.000 italiani ebrei rinchiusi nei la- di un Paese può dare a quel dere il loro posto. E furono all’indomani della ger a causa della loro religione Paese il senso della sua iden- tanti che caddero per la sem- liberazione, e per fatta coincidere con l’appar- tità nazionale. Questa identità plice, profonda ragione che decenni gli organi tenenza ad una razza: sono le si ritrova ripercorrendo il fi- erano italiani, testimoni di una D di informazione, cifre della barbarie subita dai lo che attraversa i fatti deci- nazione che non voleva pie- ma anche ampi settori del cittadini del nostro Paese ne- sivi della nostra storia, lonta- garsi. Colpevoli di vivere in mondo politico, hanno infatti gli anni del sangue, della vo- ni e vicini, per scoprire den- una terra in cui si combatte- confuso i deportati con gli lontà arrogante, stupida e ter- tro quei valori e dentro que- va per la libertà. I primi cad- internati militari, e tutti que- ribile, dell’uomo di umiliare sta storia il significato unita- dero perché combattenti, o sti con i reduci. Negli anni e distruggere l’altro uomo. rio che li rende nostri, riferi- perché erano di religione ebrai- ‘40-’60 lo spazio editoriale Migliaia di partigiani tortu- bili al modo in cui noi italia- ca. Gli altri caddero perché per le loro memorie fu par- rati ed uccisi. 650.000 solda- ni sentiamo la nostra appar- testimoni. Ricordiamo gli uni ticolarmente limitato, men- ti italiani catturati dopo l’8 tenenza al Paese. e gli altri con lo stesso affet- tre la storiografia ha lascia- settembre ‘43, deportati nel oi oggi possiamo to, con la stessa memoria. to questi temi ai margini del- Reich, ed in larghissima mag- essere uniti e liberi Quella generazione ci ha la- la sua riflessione sino ad an- gioranza poi capaci di rifiu- perché ci fu la lot- sciato una lezione, che va rin- ni molto recenti. Tutto ciò ha tare la libertà che venne loro N ta di Resistenza, la novata nella storia e nella me- determinato ulteriori soffe- offerta in cambio dell’ade- Resistenza armata e quella ci- moria. renze, nuovi isolamenti e so- sione al nazifascismo: sono le vile, e perché ci furono don- er questo la mostra litudini per chi aveva già su- altre cifre, gli altri volti, ne e uomini capaci di oppor- promossa dall’Aned è bito sulla propria pelle, nel dell’Italia che resistette e com- si alla barbarie accettando il importante. Una mo- proprio animo, le lacerazio- batté per la libertà insieme a rischio di essere deportati nei Pstra che è molto di più ni inflitte dagli uomini inu- chi finì a Mauthausen, ad lager. di una rassegna iconografica: mani dei lager, dai kapo. Sul Auschwitz, ad Ebensee, a Richiamarne le ragioni serve è appunto un percorso inten- piano politico e storico ciò Bergen Belsen, a Ravensbrück, a riappropriarci dei valori che so nel ricordo, nella storia, per ha determinato una sottova- a Dora, alla Risiera di San ispirarono quella lotta e quel- rinnovare la memoria. Ed è lutazione, più o meno con- Sabba di , nei campi la forza di resistenza. fondamentale che questo iti- sapevole, del ruolo che i de- transito di Fossoli, Borgo San I partigiani mentre combatte- nerario sia stato concepito e portati politici, ed anche gli Dalmazzo, Bolzano. vano, non sapevano se avreb- realizzato per una parte si- internati militari (la vicenda ono queste le donne e bero vinto o perso. Nei cam- gnificativa da studenti e do- di Dora insegna), ebbero nel- gli uomini, morti, o so- pi i deportati politici ed ebrei, centi universitari. In tal mo- la lotta antifascista, nella co- pravvissuti all’”infer- gli internati militari, erano te- do si è raggiunto un duplice struzione della democrazia, no dei vivi”, che han- nuti il più possibile all’oscu- obiettivo. é stato costruito un nell’affermazione dei valori S ro delle vicende belliche e po- documento storico-iconogra- che furono poi alla base del- no vinto sulla barbarie nazi- fascista. Li ricordiamo perché litiche. Tutto faceva pensare fico che rende immediata- la Costituzione. chi vive ha il dovere di ri- che avrebbero perso, che lo mente percepibili le violenze Questa mostra, e le inizia- prendere i valori per cui gli sterminio e la Shoah non si perpetrate sui deportati per af- tive collaterali dei prossimi altri sono stati imprigionati, sarebbero potuti arrestare pri- fermare l’arroganza stolida e giorni, assumono un grande sono morti, e renderli criteri ma dell’eliminazione totale. inumana del totalitarismo, le valore proprio per l’accen- guida della propria vita. Ma Eppure furono in tanti a com- difficoltà del rientro e quelle to posto su queste lacune, 21 Violante: perché nel dopoguerra si dimenticarono i deportati

su questi sfasamenti prodotti non hanno, se non eccezio- vissuta in ognuno di noi, nel- ideologica”, il 59.7% “per nella coscienza civile e po- nalmente, nella loro forma- la chiarezza e nella forza del- disorientamento”, il 30.9% litica degli italiani nell’e- zione la visita ai luoghi del- la loro evidenza storica, del- “per affermazione di iden- poca della Repubblica e del- lo sterminio nazista. Occorre la loro disumanità, costituirà tità”. Essi ritengono, inol- la democrazia. Le manife- fare in modo che le ragazze il vero argine contro qual- tre, che la prevenzione del- stazioni del Comitato, le te- ed i ragazzi italiani, come siasi nuovo tentativo di di- la violenza e dell’intolle- stimonianze che saranno re- fanno i loro coetanei tede- struggere l’altrui dignità. ranza non si ottenga con una se nel corso di questa setti- schi, olandesi o francesi, co- Bisogna riuscire, come ci forte repressione, ma inve- mana, permetteranno infat- noscano con i loro occhi propone questa mostra, a ce proprio con una maggior ti di comprendere le ragio- quella realtà ed imparino coinvolgere le nuove gene- informazione (43%) e con ni più profonde ed autenti- quanto è tragicamente faci- razioni nella riflessione co- strutture sociali (33.3%). che per cui nella nostra Carta le porsi sullo scivolo che por- mune, nella comprensione nche alla luce di fondamentale trovano am- ta alla distruzione dell’altrui dei fatti e dei meccanismi questi dati vi è, al- pia tutela i diritti inviolabi- dignità. Per questo è impor- che resero possibili i campi lora, un altro obiet- li dell’uomo e delle perso- tante l’inchiesta condotta sul- di concentramento, la de- A tivo che dobbiamo na, non solo quelli del cit- la coscienza storica dei gio- portazione politica, la Shoah, raggiungere, quello della pe- tadino, e così il principio vani europei che verrà pre- ma anche i silenzi dei con- netrazione in spazi sempre delle pari dignità sociali. sentata qui il 18 novembre. temporanei, l’indifferenza più ampi del mondo dei gio- a, dicevo, che le Ed è con questi stessi intenti attorno ai deportati che rien- vani. In questo senso credo modalità con cui che quest’estate, dopo una travano. E, d’altra parte, che, anche in Italia, si deb- è nata la mostra visita a Ravensbrück, ho un’indagine pubblicata lo ba avviare un’opera capace M costituiscono un scritto al presidente del scorso anno (si tratta del que- di togliere quella patina opa- ulteriore valore di questa ma- Consiglio chiedendogli di stionario “Dai lager alla ‘pu- ca che ogni tanto le parole, nifestazione, valore che va valutare l’opportunità che lizia etnica’: razzismo ed in- o i riti, di alcuni momenti apprezzato e rilanciato. Il nella prossima legge finan- tolleranza tra storia ed at- celebrativi depongono sulla fatto che in misura così ri- ziaria siano inseriti stanzia- tualità”, distribuito a studenti realtà di quei fatti. levante essa sia realizzata da menti per favorire le visite delle superiori in Val Se vogliamo davvero rag- studenti è di per sé un ele- ai campi di sterminio. Il pre- d’Aosta) ci dice che sono i giungere i più giovani in mento formativo e di cre- sidente Prodi mi ha risposto ragazzi stessi a voler sapere questa “iniziativa di diffu- scita culturale di straordi- tempestivamente, sensibi- di più sui campi di stermi- sione della memoria” è ne- nario valore per chi non ha lizzando i ministeri compe- nio: ben il 95% di loro. cessario evitare che un ec- vissuto quegli anni. Gestire tenti. a stessa inchiesta ci cesso di sacralizzazione insieme agli studenti la ri- Confidiamo in un rapido av- informa che il 55% commemorativa, o una me- costruzione della memoria vio di questa “iniziativa del- non conosce la real- ra demonizzazione di quei e la diffusione della cono- la memoria”, assicurando co- Ltà dei campi in momenti storici, compro- scenza delle vicende legate sì anche ai ragazzi del no- Italia, mentre per il 63% c’è mettano la percezione, la co- alla deportazione è un mo- stro paese un momento im- ancora molto da dire e da noscenza e quindi il rifiuto do incisivo con cui si ferma portante nel loro percorso documentare su quanto av- e la condanna del nazifa- nella coscienza di ognuno la formativo. venne nei lager perché “so- scismo anche nella forma in consapevolezza dell’orrore roprio in questi gior- no stati sempre poco valo- cui quella concezione oggi, della violenza e dello ster- ni, quando la Chiesa rizzati i testimoni, prefe- a volte, si presenta nelle no- minio, ma anche il rischio cattolica avvia una rendo ad essi un racconto stre strade. Solo così non si dell’oblio e la necessità del- Pserrata riflessione mediato da considerazioni riprodurranno i miti del- la memoria. sull’antisemitismo e sulle ra- generali”. Ma un dato ancor l’Eroe negativo o un’altret- é in questa direzione che tut- gioni che determinarono, se- più rilevante è che alla do- tanto pericolosa indifferen- ti dobbiamo impegnarci per condo le stesse parole del manda “perché il giovane za che è la premessa per qua- promuovere la diffusione del- pontefice, “un’attenuazione assume atteggiamenti di in- lunque degenerazione poli- la memoria degli stermini delle coscienze di fronte al- tolleranza?”, in una risposta tica. che hanno accompagnato e la Shoah” è importante ave- che ammette l’indicazione on. Luciano Violante seguito la seconda guerra re consapevolezza che solo di tre possibili cause, il presidente della Camera dei mondiale. I ragazzi italiani la memoria di quei fatti, ri- 50.9% risponde “per scelta Deputati 22 UNUN TERZOTERZO ELENCOELENCO

Pubblichiamo un terzo Ð e ultimo Ð DORAelenco di deportati italiani nel campo di Dora Mittelbau, così come ci è giunto dalla Fondazione del Museo di Dora. In questo elenco dovrebbero figurare i nomi dei deportati Ð militari e politici Ð im per i quali non esistono ulteriori annotazioni. Italienische Häftlinge Potrebbe trattarsi di deportati deceduti nei giorni dell'evacuazione del campo o successivamente al rimpatrio, Kz Mittelbau1943 -1945 - Dora tra il 1945 e il 1996. Mittelbau1996 - Dora Saremo come sempre grati a quanti ci segnaleranno eventuali errori EDV - Erhebungsprojekt der Kz - Gedenkstätte o inesattezze, per consentirci ulteriori modifiche e integrazioni.

23 Militari italiani internati nel Kz Dora Mittelbau

Nome Matricola Data Nome Matricola Data di nascita di nascita

Abati Giacomo 03163 20.12.1910 Campagnolo Antonio 0720 19.05.1910 Acconcia Oreste 0747 19.09.1919 Campolo Domenico 0721 29.04.1913 Agrippi Lamberto 0514 14.04.1914 Canale Luigi 0192 21.06.1912 Alborghetti Carlo 0610 30.11.1923 Canevari Fausto 0886 04.03.1924 Aleri Arman 119172 26.09.1912 Canini Battista 119134 01.09.1923 Alfieri Andrea 119173 06.02.1912 Cantolini Renato 0450 24.10.1912 Alvisini Domenico 119174 12.09.1914 Capitaneo Nicola 03174 07.12.1923 Amadu Giovanni 119125 24.07.1913 Capitani Angelo 0313 19.03.1910 Amico Calogero 0292 04.09.1912 Caranti Adelmo 0589 02.12.1919 Andreoli Antonio 0507 21.07.1913 Cardinati Italo 119135 06.09.1915 Andreoli Ones 014 22.06.1922 Cardoni Giuseppe 0475 23.02.1920 Antuzzi Vincenzo 0421 27.04.1922 Carina Pietro 0600 20.10.1915 Arcidiacono Pietro 0778 04.04.1914 Carlini Primo 03171 29.09.1915 Arcolaio Remo 0883 09.08.1917 Carminati Dino 0325 08.11.1917 Ardemagni Luigi 0657 27.11.1911 Carpenè Giuseppe 0387 05.02.1921 Ardoli Giuseppe 0856 29.08.1919 Carpenè Nicolò 0773 10.01.1921 Argentiere Carmine 0454 16.08.1917 Carraro Giovanni 0887 08.08.1924 Artoè Angelo 119175 13.08.1909 Casale Raffaele 0667 15.09.1905 Baccalini Augusto 0707 05.08.1902 Castaman Battista 119181 01.09.1914 Bagno Primo 0730 24.09.1919 Castelli Giuseppe 0208 15.01.1916 Baguis Giuseppe 0749 16.07.1923 Castellucci Egidio 03173 05.03.1917 Barberini Aldo 0857 27.12.1922 Casucci Serafino 0587 13.10.1910 Barbieri Alcide 0644 01.08.1915 Cattozzo Bruno 0889 13.03.1912 Bartolotti Giulio 0708 08.10.1923 Cavaliero Giovanni 0130 14.07.1910 Bassanini Mario 119176 03.05.1910 Cavaretta Giovanni 0890 17.06.1917 Battaglia Giuseppe 0709 15.06.1924 Cazzamani Cesare 0860 01.09.1912 Battigeli Aldiso 0521 22.04.1914 Cena Eligio 0174 17.02.1921 Belbusti Prospero 0381 08.10.1910 Ceretta Mario 0755 19.08.1919 Bellani Francesco 03164 03.04.1914 Cervone Corrado 119136 23.08.1906 Bellato Emilio 0630 26.06.1915 Chenchetti Pietro 0629 04.04.1909 Belli Adorno 0775 06.07.1915 Chiaramida Luigi 03175 29.03.1920 Bellina Calogero 119177 02.11.1911 Chiarini Pericle 0280 01.03.1911 Bellini Giovanni 119127 10.08.1914 Cianci Gaspare 0618 14.02.1922 Belmonte Giovanni 119128 28.07.1920 Ciani Alfredo 03167 22.03.1922 Bernini Vittorio 0858 21.12.1914 Colamussi Vito Paolo 0739 20.11.1907 Bessegato Ernesto 119178 31.03.1921 Colivazzi Ugo 0409 25.11.1923 Bet Angelo 119129 05.01.1920 Colloredo Silvio 011 23.12.1916 Bettin Carlo 0344 05.03.1910 Colombani Battista 0744 15.10.1917 Bevivio Bruno 0256 09.07.1920 Colombani Luciano 0681 27.01.1924 Bianchi Romolo 0143 11.07.1921 Colombi Mario 0862 17.08.1912 Biasutti Luigi 0427 09.12.1916 Colombo Angelo 0891 15.06.1920 Boccia Aniello 0182 30.04.1921 Colombo Renato 119182 29.12.1921 Boeri Leonardo 119130 20.07.1914 Colosimo Pasquale 03176 07.03.1915 Boldrin Erio 0234 09.09.1909 Comuzzi Antonio 0377 12.06.1922 Bonazzi Gino 0699 22.04.1911 Copat Tino Lino 03 26.09.1922 Boni Tonino 0404 29.08.1911 Coppola Giorgio 03168 27.11.1921 Bonora Enzo 0386 14.03.1911 Coracillo Mariano 119183 19.04.1914 Bonzini Giuseppe 0598 22.11.1910 Cordioli Giuseppe 03177 30.10.1919 Borelli Vezio 0230 07.11.1914 Corneli Nello 0531 16.11.1911 Boscolo Santo 119179 09.05.1911 Cortesi Ilario 0287 19.05.1913 Broglia Guerrino 0435 15.04.1916 Corticelli Novello 0627 17.08.1914 Bucovini Stanislao 0669 24.01.1921 Cosolini Pellegrino 0518 29.12.1916 Buono Tommaso 118985 26.02.1917 Costa Alfredo 0602 13.05.1910 Cabona Dante 0295 18.01.1911 Costa Isidoro 0564 12.07.1922 Caiani Eugenio 03169 10.11.1919 Cozza Roberto 02 24.05.1915 Cairo Giuseppe 0727 14.02.1916 Crispiani Armando 0436 12.07.1913 Calabrese Francesco 020 11.09.1921 Crosato Eliseo 119184 14.01.1910 Caltabiano Orazio 0121 27.09.1920 Cugnolio Piero 03172 15.12.1907 Camagni Enrico 0690 23.05.1913 D’Amato Vincenzo 0522 13.06.1923 Cambiaghi Carlo 119180 25.05.1923 D’Angelo Mario 0429 15.04.1919 24 Nome Matricola Data Nome Matricola Data di nascita di nascita

Dal Castello Mario 0364 18.02.1922 Franco Giuseppe 0864 08.09.1921 Dal Grande Giovanni 0257 05.08.1924 Frappa Enrico 0865 08.12.1917 Dall’Olio Carlo 0319 30.11.1909 Frazza Pietro 0346 01.06.1915 Damilano Giovanni 0336 25.09.1912 Freguglio Giuseppe 0468 22.09.1923 Danelja Luciano 0893 05.10.1923 Fuccaro Clemente 119144 25.09.1917 De Caria Antonio 0558 01.04.1916 Gabbianelli Sergio 0417 11.03.1921 De Cola Narciso 0631 25.04.1912 Galimberti Antonio 0152 11.10.1920 De Dominicis Vincenzo 0410 02.02.1912 Galli Giovanni 0305 22.09.1912 De Falco Antonio 0497 12.06.1916 Galli Mario 0651 17.07.1915 De Gennaro Vincenzo 0526 05.02.1902 Gallione Pietro 0686 23.08.1918 De Luca Giovanni 0380 17.03.1911 Gallo Gaetano 119145 28.10.1916 De Romani Rino 0289 27.01.1922 Gambassini Bruno 119146 18.10.1906 De Sanctis Lucio 0499 10.08.1919 Gambini Bruno 03182 26.06.1919 De Simone Basilio 0696 30.06.1920 Garavello Domenico 0293 11.08.1919 De Taddeo Cornelio 0770 02.12.1923 Garbesi Giuseppe 0260 29.04.1921 Del Bello Giovanni 0332 10.11.1913 Gentile Antonio 0180 16.04.1920 Del Sorbo Pasquale 0178 02.11.1923 Gentilucci Umberto 0179 02.11.1923 Dell’Omo Biagio 03194 08.10.1918 Gerlin Ermenegildo 0896 27.06.1917 Dellinghieri Mario 0444 24.09.1914 Giacchetti Claudio 119147 30.08.1911 Dellon Vittorio 119185 10.05.1917 Giacomini Mario 0189 29.07.1916 Di Camillo Vittorio 119372 04.11.1922 Giambattista Michele 0140 06.03.1921 Di Giacomo Vincenzo 03184 10.02.1920 Gianni Arcangelo 0528 28.10.1924 Di Giorgi Mario 0323 20.05.1919 Gigante Emilio 0639 22.09.1905 Di Giuseppe Luigi 0603 12.12.1913 Gigli Egidio 0181 12.04.1915 Di Giusto Francesco 0361 17.12.1908 Giona Emilio 0774 08.08.1916 Di Marco Amedeo 0330 03.03.1918 Giordani Agostino 05 14.04.1920 Di Millo Serafino 0694 01.10.1915 Giordani Alberto 0229 18.05.1918 Di Noia Luigi 06 23.10.1918 Giordani Francesco 03186 06.07.1918 Di Noris Domenico 0141 08.12.1918 Giurato Giuseppe 0866 17.11.1922 Dolli Mariano 0397 23.03.1923 Governatori Guido 0401 26.02.1911 Domeneghetti Giuseppe 119138 12.05.1920 Grandinetti Felice 0895 07.09.1924 Donato Costantino 119139 16.07.1921 Granzanti Quirino 0139 25.03.1918 Dondi Guido 0893 21.04.1921 Graziano Giuseppe 0769 16.02.1921 Dotto Ruggero 0321 03.10.1911 Greco Cosimo 119149 08.01.1907 Drago Calogero 03178 22.03.1922 Greco Giovanni 119150 25.12.1920 Dragonetti Bernardino 0486 29.04.1924 Guidi Augusto 0133 27.08.1915 Elmi Giovanni 03179 06.01.1910 Invernizzi Italo 0868 10.03.1922 Ercolini Ernesto 03180 31.08.1924 Invernizzi Vincenzo 0395 13.05.1919 Ermoli Franco 0640 20.08 1910 Iraci Giovanni 0154 19.06.1920 Fabbro Liberale 0771 23.05.1921 Iretti Bruno 0555 24.10.1921 Fabris Mario 0559 19.07.1914 Jeva Nicola 0614 15.09.1921 Facchinetti Giovanni 0368 04.11.1907 La Gamba Antonio 0525 03.08.1924 Faggin Angelo 119158 15.10.1911 Lamberti Mario 0320 03.12.1911 Falchini Domenico 0290 23.03.1914 Landoni Mario 0283 09.10.1911 Fantin Attilio 03181 30.06.1919 La Neve Angelo 0591 28.10.1910 Fatai Rinaldo 119140 22.08.1916 Lanteri Dionisio 0217 30.08.1924 Feffin Giulio 0245 07.01.1924 Lanteri Francesco 0491 08.07.1918 Ferdico Nicolò 0314 13.02.1913 Lazzaro Alberto 0363 14.03.1922 Ferrari Francesco 0483 02.01.1920 Leccese Vincenzo 03189 10.04.1922 Ferrari Rubens 0601 02.06.1918 Leone Antonio 0549 26.01.1923 Ferrario Alberto 0523 22.09.1924 Lessio Luigi 0869 16.11.1923 Ferretti Aldo 119141 15.10.1918 Levani Emilio 0582 24.11.1915 Ferrone Elmo 119192 08.08.1910 Liegi Luigi 04 11.09.1915 Festa Gino 0687 15.05.1924 Locatelli Isacco 0607 10.10.1924 Fibbi Gino 0863 08.07.1922 Lodo Giulio 0223 03.07.1923 Fiori Giovanni 0284 05.02.1911 Lo Faro Pietro 03190 13.03.1908 Fochesato Bruno 119142 08.01.1916 Lombardi Stefano 0897 27.10.1920 Forgiolo Giovanni 0221 05.12.1916 Longo Nicola 0163 22.12.1918 Forte Domenico 119187 10.02.1913 Lovadina Giovanni 0426 16.05.1915 Frabotta Alberto 119143 08.03.1921 Maderna Luigi 0428 07.11.1911 25 DORA Nome Matricola Data Nome Matricola Data di nascita di nascita

Maggio Giuseppe 0762 23.09.1908 Pansic Franz 0556 02.05.1918 Maggioni Camillo 0553 25.11.1914 Pappalardo Salvatore 0350 23.12.1908 Magni Giovanni 0258 15.04.1916 Paravisi Luigi 0150 22.02.1909 Maino Giuseppe 0265 02.08.1917 Parma Oreste 0460 07.06.1919 Malcarne Nicola 0870 08.11.1922 Parodi Sante 0310 28.11.1920 Mangano Giuseppe 0548 03.05.1917 Parroni Ottorino 119159 07.02.1913 Manichino Emanuele 0563 15.11.1915 Patruzzi Giuseppe 0609 18.03.1913 Mantegazza Santino 0713 04.08.1912 Patti Nicolò 0312 28.10.1911 Marchetti Goffredo 0731 19.05.1919 Pelizzari Giuseppe 0659 18.11.1921 Margeri Mario 0581 16.08.1918 Pellani Francesco 0452 31.01.1924 Mariani Pasquale 0470 08.03.1907 Pellegrini Aldo 0900 10.01.1917 Mariani Vittorio 0235 13.01.1920 Pelosi Roberto 024 26.11.1923 Marini Igino 0633 11.07.1924 Pepe Lillo 03195 12.05.1920 Martinelli Ugo 0307 02.02.1912 Perroni Andrea 0165 02.02.1917 Martucci Giovanni 0777 01.01.1914 Perucci Lorenzo 03196 15.03.1921 Marzo Mario 0120 02.04.1920 Pezza Luigi 0291 21.06.1911 Marzotta Giuseppe 0442 28.11.1913 Piccolo Antonio 0376 05.03.1904 Massi Giuseppe 0712 14.01.1922 Pignatari Lino 0729 23.02.1917 Masucci Paolo 0622 08.10.1919 Pinna Francesco 023 13.03.1922 Mattiazzi Ferruccio 0378 05.02.1913 Pira Giuseppe 119160 09.09.1914 Mazzone Livio Ciro 0126 23.03.1914 Piras Salvatore 0496 13.10.1917 Menegatti Corrente 0871 05.07.1920 Pisani Raffaele 0619 20.01.1910 Merlo Beniamino 0267 03.05.1910 Piva Giuseppe 022 02.01.1924 Miano Giuseppe 119152 06.06.1908 Plebani Giorgio 03199 21.02.1923 Michelucci Albino 0512 10.03.1918 Poda Fulvio 0474 08.03.1920 Midali Carlo 0144 08.08.1920 Podavino Angelo 0222 30.06.1922 Miglino Aniello 0413 11.02.1919 Pordon Bernardo 0197 24.12.1909 Millefanti Emilio 0297 27.12.1912 Poverino Giovanni 0137 09.02.1920 Mineo Francesco 119154 15.12.1923 Pozzati Luigi 0123 11.01.1914 Misuri Attilio 0742 05.03.1911 Pozzi Antonio 03201 28.12.1912 Monaco Michele 0159 17.01.1920 Pozzi Ercole 0532 20.12.1919 Montanari Adelmo 0872 27.02.1920 Premoli Ugo 0306 05.06.1912 Monti Vincenzo 0357 11.03.1922 Previdelli Bruno 0901 25.03.1924 Morandi Pierino 0700 17.02.1912 Principe Giuseppe 0562 07.10.1917 Moratti Bruno 0225 23.07.1921 Prisco Aniello 0717 26.08.1921 Moretti Amedeo 0336 24.02.1911 Proietti Giovanni 0567 11.10.1911 Moretti Angelo 0501 08.08.1922 Raganini Vittorio 0695 06.06.1921 Morgante Donato 0711 17.01.1924 Randazzo Giuseppe 0725 09.02.1923 Moroni Andrea 0873 09.03.1920 Rascona Paolo 0572 20.04.1908 Motta Andrea 119189 14.06.1909 Rasero Romeo 03203 09.12.1905 Motti Silvio 0403 04.06.1921 Raspini Gino 018 23.07.1917 Muscaritolo Antonio 0732 04.12.1921 Rebecchi Giuseppe 0570 10.04.1910 Musumeci Vincenzo 0492 15.05.1918 Ricci Cesare 0877 14.03.1916 Nana Ugo 0741 19.08.1924 Ricci Pietro 0446 13.05.1913 Nappi Gennaro 0469 16.05.1921 Ricciardi Pasquale 119193 07.03.1913 Nardo Francesco 119190 28.01.1910 Riccobelli Vittorio 0434 23.04.1921 Natalini Gino 0341 13.11.1905 Ricetti Antonio 0665 02.03.1912 Nicolella Giuseppe 0874 02.08.1924 Rizzo Cesare 0393 15.01.1922 Nicoletti Giuseppe 0372 29.04.1907 Rolik Massimiliano 03106 15.03.1924 Nicolosi Alfio 0738 10.08.1913 Romano Giuseppe 0689 08.12.1919 Nipoti Carlo 0135 30.12.1908 Romano Pasquale 0285 03.12.1916 Novello Angelo 0695 11.06.1909 Romito Alfonso 0660 18.01.1913 Omizzolo Giovanni 0632 09.04.1911 Ronco Giuseppe 0303 24.12.1912 Ormini Giovanni 0309 25.09.1912 Rossi Galliano 03202 08.07.1920 Ostinelli Maurizio 0300 26.04.1912 Rossi Renato 0702 20.12.1924 Pagani Pierino 0692 25.05.1914 Rossi Vincenzo 0578 Palma Michele 08 30.04.1917 Rossicone Tonino 119195 14.11.1914 Palumbo Giovanni 0375 02.01.1906 Rossignati Guerrino 0439 30.08.1915 26 Un'altra segnalazione dopo la pubblicazione dei primi elenchi

Nome Matricola Data di nascita

Rosso Dante 0308 04.11.1912 Rota Salvatore 03204 22.09.1924 Rubera Giuseppe 0568 27.10.1917 Ruggeri Angelo 119196 30.10.1908 Saccone Vincenzo 03206 16.08.1912 Sagliano Salvatore 0697 03.06.1920 Saiani Luigi 03208 22.09.1922 Scafari Primo 0147 27.09.1919 Scendrati Aldo 0539 19.05.1914 Scognamiglio Luigi 0176 16.03.1916 Scussat Luigi 119163 08.11.1919 Sebastianelli Livio 0432 26.11.1920 A Dora c'ero anch'io Segala Bruno 119164 30.03.1923 Selmo Eugenio 0754 16.02.1914 Deportato a Furstemberg Oder, all’avvicinarsi delle Semperboni Paolo 0504 28.08.1922 truppe sovietiche fu avviato a piedi con una marcia Sergio Giuseppe 0579 09.09.1920 della morte di 380 chilometri fino alle gallerie delle V2. Seri Pietro 0445 05.04.1913 Sgaramella Giuseppe 0617 07.11.1923 Leggendo il lungo elenco (Italo Tibaldi) dei superstiti del Sibona Giorgio 0158 16.04.1917 Kz Dora Nordhausen non risulta il mio nome. Pertanto Silveri Stefano 0879 13.12.1917 chiedo sia inserito nel prossimo numero di “Triangolo Sinisi Antonio 0161 31.12.1914 Rosso”. Solero Tino 0478 06.08.1921 In breve la mia storia: 8 settembre 1943 catturato a Trento Soppesa Giuseppe 0399 29.07.1913 dai tedeschi e deportato nel campo di Furstemberg Oder Sorce Michele 0541 01.09.1916 III B n. 301722 lavorando nella fabbrica di cannoni Sordello Carlo 0302 24.04.1912 Rheinmental Borsig a. K. Guben. In seguito all’avanzata Spada Luigi 0848 13.11.1917 delle truppe sovietiche in quella zona (gennaio/febbraio Spada Vincenzo 03207 05.11.1920 1945) siamo stati trasferiti a piedi per circa 380 Km. Squizzato Giuseppe 0371 06.04.1905 (colonna della morte) fino al campo di Dora Nordhausen, Stagnoli Giacomo 0396 07.07.1913 lavorando poi nella fabbrica sotterranea dei missili V1-V2 Stella Gabriele 03209 25.08.1904 (avvolgitore motori elettrici) con il N. st. NR. 94 107. Storchi Giovanni 119166 10.10.1913 Liberato dagli americani aprile 1945 rientrato in patria Strocco Annibale 0685 21.01.1924 agosto 1945. Supertino Livio 0168 10.11.1920 Tagliavini Roberto 0326 20.10.1913 Sisto Santin Tampieri Antonio 0571 29.07.1920 Ospitale di Cadore (Belluno) Termini Domenico 0157 20.10.1920 Testa Luciano 118979 19.07.1912 Tirelli Carlo 0835 11.02.1924 Tiso Silvio 0641 01.03.1923 Vangelisti Arturo 119171 08.06.1920 Titolo Guerrino 03212 20.09.1917 Venezia Luciano 0577 28.12.1924 Tonelli Dorando 0678 02.09.1908 Venturelli Luigi 03215 15.04.1911 Tonichi Stefano 0351 14.01.1910 Venturi Guido 0904 29.01.1920 Toriddo Vito 0516 01.04.1917 Vero Pierino 0742 16.02.1910 Torneri Erminio 015 25.12.1920 Viel Alberto 0767 17.09.1923 Torretta Mario 03211 07.01.1914 Vimercati Carlo 0705 21.05.1914 Tosatti Livio 0935 22.02.1925 Vinerbi Vittorio 0271 05.08.1914 Traversi Francesco 03213 08.09.1914 Violini Angelo 0119 09.08.1912 Trevisan Zefferino 119168 17.12.1909 Visentin Marcello 0253 17.12.1913 Trevisani Angiolino 0214 10.04.1924 Vivarelli Orlando 0905 09.06.1921 Trisolini Bruno 0779 07.02.1921 Zampieri Gerardo 0880 07.02.1921 Trombin Celeste 0338 10.01.1907 Zanbarbieri Mario 0838 27.10.1924 Trombone Ezio 0411 20.04.1920 Zanni Defendente 0654 02.05.1912 Tudino Liberale 0440 12.06.1920 Zannini Attilio 0546 11.08.1913 Turella Giulio 119169 27.04.1924 Zanon Marcello 03216 13.04.1915 Turquassio Tommaso 0544 Zatta Ginetto 0250 26.11.1924 Vallesi Osvaldo 119170 15.11.1917 Ziano Carlo 0222 30.03.1921 Valli Giuseppe 03214 16.08.1916 Zibotto Natalino 0642 22.10.1916 Valsecchi Narciso 0768 19.02.1916 Zunino Lorenzo 0348 05.07.1915 27 Deportati Politici nel Kz Dora (Conservano la matricola del Kz Buchenwald)

Nome Matricola Data Nome Matricola Data di nascita di nascita

Achenza Pietro 34626 30.08.1908 Bucci Vittorio 39039 08.10.1914 Achille Giovanni 100805 25.09.1918 Buzzoni Pietro 27968 29.01.1920 Adrio Alberto 39082 25.02.1918 Calcagno Giuseppe 24231 15.09.1918 Affinito Salvatore 59459 25.08.1923 Caligiuri Angelo 34933 22.01.1917 Alessandroni Martino 39574 12.11.1921 Caliz Pio 104480 13.07.1915 Almerigo Tommaso 35023 15.04.1926 Camerano Alfredo 59471 10.09.1912 Altomonte Severino 35278 26.12.1911 Caminiti Domenico 59466 04.08.1923 Altran Eugenio 30763 25.09.1910 Campione Giuseppe 50221 15.08.1919 Ammaturo Francesco 35205 25.09.1919 Camuzzi Ernesto 37234 30.05.1920 Amore Angelo 39840 05.04.1921 Candia Tommaso 37900 20.11.1900 Andrioli Tino 36434 06.12.1922 Capelli Luigi 45606 02.09.1915 Angeli Alessandro 89575 25.02.1917 Capobianco Vincenzo 36209 15.08.1919 Antololic Mirko 1780 17.01.1925 Caponi Anatolio 101100 17.01.1925 Antoni Michele 35277 10.01.1944 Cargnelutti Egidio 39295 12.10.1920 Aquilino Guido 59473 27.01.1919 Carrone Pasquale 34619 20.09.1911 Arcalini Angelo 34809 06.04.1923 Casabella Francesco 38184 26.12.1925 Ardissone Giuseppe 17361 06.09.1903 Casarini Quirino 111881 17.04.1912 Ardito Paolo 102142 08.01.1919 Casasanta Egidio 35118 03.07.1923 Aringhieri Sirio 104493 05.06.1918 Cascella Francesco 38124 26.12.1925 Auletta Stanislao 34742 24.12.1917 Casoni Giovanni 34633 18.08.1909 Bacchella Epifanio 59456 05.02.1920 Cassanelli Mauro 59058 02.05.1920 Badaloni Vincenzo 34748 01.05.1920 Castino Giovanni 35005 01.06.1915 Baicich Silvio 39025 23.07.1924 Castoldi Carlo 109865 06.10.1914 Balbi Spartaco 13376 10.06.1925 Castro Salvatore 34831 02.01.1912 Balboni Ivano 34565 26.10.1915 Catapano Antonio 35339 10.10.1915 Baldacci Redente 40018 24.06.1910 Caterino Francesco 89582 12.10.1910 Balducci Francesco 34980 13.07.1920 Caterino Raffaele 35292 21.02.1920 Banci Sinibaldo 31467 04.04.1913 Cecchi Giovanni 40635 12.04.1914 Bandani Giovanni 104707 19.11.1910 Cecco Erminio 89584 18.05.1921 Barbagallo Gaetano 34626 29.08.1903 Cecconi Giovanni 40655 12.04.1914 Barbieri Oliviero 37958 10.12.1923 Ceolato Giuseppe 41693 22.07.1914 Baroffio Marcello 43169 17.12.1914 Cerri Antonio 34987 15.04.1914 Barton Umberto 109315 03.01.1917 Cesaro Ivo 1139 23.09.1905 Barzelato Biagio 33617 17.01.1903 Cestaro Michele 34988 18.05.1903 Bassignani Gino 78229 05.03.1925 Chessa Mario 34618 27.01.1920 Becci Italo 31500 Chiamparini Viscardo 40943 16.03.1925 Bellucci Ubaldo 18006 09.09.1917 Chiodi Giovanni 59455 29.12.1910 Bellucco Ubaldo 89577 Ciac Gino 104426 25.12.1924 Beltramo Sebastiano 33329 18.03.1908 Cicuniak Adam 41002 24.06.1925 Benacchio Leonardo 15001 15.11.1915 Clavoro Paolo 104425 07.03.1919 Benedicenti Giovanni 9732 13.03.1913 Cobella Mario 35222 31.05.1918 Beneventi Felice 35930 08.09.1914 Cocci Matteo 40627 Beretta Gaetano 38847 15.08.1922 Coccini Rino 43842 07.11.1919 Beveguz Antonio 101060 03.03.1919 Collante Eugenio 1251 15.11.1919 Bezzi Giuseppe 115246 17.06.1909 Colussi Leo 31998 25.07.1925 Bibbiani Edoardo 101012 01.12.1911 Congiu Salvatore 33177 15.10.1921 Bizzero Bramante 59461 10.09.1914 Contento Francesco 35154 02.09.1911 Boaro Antonio 37819 08.05.1914 Cordoni Antonio 35680 29.11.1920 Bogareto Giovanni 34820 12.04.1912 Cossi Nascovi Giovanni 39077 09.05.1909 Bonaugurio Alfredo 78037 23.12.1921 Costanzo Alfio 34892 02.08.1922 Bonitta Dante 34818 30.09.1915 Crapanzano Salvatore 39085 25.05.1920 Bonuzzi Giuseppe 109316 07.08.1924 Crema Bruno 80816 18.03.1924 Borghini Attilio 35166 02.11.1917 Cucinella Francesco 27969 15.11.1913 Boschele Mario 101080 15.01.1921 Cumini Elio 30368 26.10.1923 Boscutti Aldo 31420 24.04.1922 Cuomo Luigi 34992 17.10.1920 Braccino Carmine 34637 29.01.1921 Dal Bello Andrea 34958 07.01.1922 Brambilla Felice 34945 11.11.1913 Dalisera Mario 67467 08.09.1906 Brovedani Osiride 76360 11.02.1893 D’Ambrosio Pietro 35253 21.04.1916 Brunetti Cosimo 76300 30.08.1920 Damiani Franz 1176 28.07.1902 Brunetti Natale 39024 25.12.1925 Danna Santo 55381 28 Nome Matricola Data Nome Matricola Data di nascita di nascita

Darsi Pilade 110086 17.05.1920 Galante Eugenio 89586 16.11.1919 Dascanto Carlo 35244 24.05.1923 Galin Vincenzo 104504 19.10.1919 De Angelis Fernando 101029 09.02.1927 Gallisi Bernardino 34976 21.08.1920 De Blasi Umberto 34634 22.07.1924 Gambin Giuseppe 68383 De Gallo Massimino 38541 01.02.1924 Gambin Giuseppe 78383 31.05.1895 Decaro Giuseppe 35133 20.10.1909 Garavini Bruno 69966 03.11.1914 Deiura Antonio 77555 06.09.1910 Garibaldi Giovanni 100607 09.01.1904 Del Bosco Cosimo 59454 17.04.1917 Garosci Paolo 75763 05.09.1926 Del Zenero Albino 39036 15.09.1911 Gastaldi Alessandro 59452 07.04.1914 Dell’Anno Umberto 35216 06.08.1921 Gavioli Angelino 40079 16.08.1903 Delli Zvani Valerio 39057 27.07.1922 Gedlnich James 32863 06.02.1902 De Pol 36404 07.12.1901 Genola Claudio 9402 22.08.1913 De Simone Angelo 35224 08.03.1927 Gerbi Alessandro 34747 30.10.1916 Detan Romano 22564 27.08.1925 Gettato Francesco 13508 01.02.1921 De Vita Dante 27755 06.07.1923 Ghersetti Marco 39033 De Witt Gherardo 35324 Giacomino Enrico 32061 09.06.1922 Di Giacomo Gianni 34832 30.03.1913 Giannotta Giuseppe 39023 01.07.1921 Di Giacomo Nicola 34632 30.03.1913 Ginello Mario 102150 11.09.1926 Di Lucia Emilio 1545 28.05.1905 Gioce Umberto 104481 07.07.1911 Di Mauro Ermenegildo 35556 06.12.1915 Giocini Armando 111638 20.02.1919 Di Salvatore Luigi 34661 18.10.1912 Giocondo Antonio 35320 30.03.1916 Di Siena Mario 2182 11.03.1921 Giorgio Leonardo 34654 29.12.1908 Diaferia Giuseppe 39645 10.01.1924 Giovi Giuseppe 102161 10.03.1920 Dolino Giovanni 89588 11.10.1900 Giuffreda Matteo 59465 02.12.1903 Domi Francesco 35306 14.02.1915 Giustiniani Giovanni 3496 Donati Ottorino 33751 26.10.1921 Giustino Enzo 35557 16.04.1923 Donato Vincenzo 44233 17.11.1916 Governare Renzo 34726 25.03.1917 Doniak Michele 100678 22.07.1900 Gozzini Salvatore 34669 04.10.1906 Drossi Carlo 39554 03.05.1923 Gracco Daniele 13909 08.10.1917 Durando Giuseppe 40406 19.12.1912 Gringolli Bartolomeo 39649 01.04.1915 Erzetic Alois 9070 30.09.1927 Gucciardi Salvatore 35560 11.09.1920 Espano Aldo 101436 10.12.1912 Guidi William 32579 24.07.1923 Fabretti Oreste 39066 14.08.1919 Guido Modesto 76355 15.02.1908 Faraguna Attilio 39020 12.11.1909 Guzzone Domenico 34787 30.11.1912 Farina Pietro 76369 21.01.1922 Infante Pantaleone 40597 06.10.1905 Fattinazzi Elvio 35116 04.07.1916 Iovine Igino 35243 30.03.1916 Femia Giuseppe 89593 16.09.1908 Ismelli Giovanni 34961 14.07.1922 Ferrando Leo 41369 18.03.1922 Jaboni 31954 16.06.1916 Ferrari Attilio 118904 11.01.1920 Jovine Salvatore 27887 11.11.1913 Ferrari Umberto 34995 13.12.1905 Juliano Salvatore 35093 05.04.1917 Ferrati Francesco 50799 04.09.1923 Jut Vittorio 32000 16.08.1915 Ferrato Carlo 34950 26.07.1922 Kassotti Felice 34617 27.12.1924 Festa Vincenzo 34604 31.08.1920 Komer Marino 31096 02.03.1921 Filetti Nando 55193 27.02.1918 Lambiasso Mario 34777 05.03.1922 Filippetti Filippo 89589 09.11.1911 Landi Lando 76396 09.11.1893 Filippetti Mario 89590 01.12.1903 Langes Bartolo 76412 13.04.1924 Filippetti Tomaso 89591 La Rosa Giuseppe 35289 12.12.1915 Finocchi Salvatore 67468 02.03.1922 La Terza Cosimo 34873 27.07.1920 Fioriti Mario 89592 01.05.1902 La Vacca Francesco 87857 26.11.1907 Fontana Umberto 35337 18.04.1912 Lenardon Cesare 103194 30.09.1917 Formisano Antonio 23372 07.07.1919 Leonti Raffaele 35167 10.02.1922 Francisec Rosario 101171 13.02.1913 Libertucci Raffaello 76402 18.03.1914 Franco Giacomo 39022 26.03.1925 Lizzi Vincenzo 9416 21.09.1917 Franco Mario 39021 13.05.1921 Lobedotte Vincenzo 59468 28.07.1923 Frascaroli Angelo 8583 16.06.1911 Lo Casi Giuseppe 35258 23.04.1914 Frattasi Michele 34614 05.09.1922 Lo Cicero Paolino 34991 05.01.1912 Fulka Stefan 32756 01.05.1918 Lombardo Calogero 34937 14.02.1908 Gabrioli Antonio 34982 06.10.1913 Longo Mariano 59470 12.12.1920 Gagliardi Giovanni 39560 Lorigiola Riccardo 39930 14.04.1914 Gaion Eugenio 60211 08.06.1911 Lovisotto Antonio 102175 22.02.1926 29 Nome Matricola Data Nome Matricola Data di nascita di nascita

Lucchesi Giulio 39079 16.02.1925 Passaro Pasquale 34978 03.04.1918 Lucchesi Mario 39078 07.09.1922 Pataccoli Armando 34606 10.08.1919 Ludovic Drago 35262 10.05.1926 Pavaretto Ferruccio 102158 18.08.1922 Luperto Luigi 35178 Pellegrini Armando 34819 17.06.1921 Maddaloni Vincenzo 67469 01.09.1920 Pellegrino Giuseppe 35257 24.05.1921 Maggio Raffaele 29675 Perazzolo Luigi 34631 31.01.1912 Maglia Ettore 67497 01.05.1917 Peridi Aquilino 43388 09.08.1902 Magro Ignazio 35040 Perini Gino 111862 27.06.1900 Malatesta Umberto 35559 04.09.1900 Perussini Rino 100552 10.03.1923 Mameli Giuseppe 43757 03.11.1912 Pettini Valdo 32072 14.08.1924 Manfredi Michele 34601 13.02.1914 Pezzotta Arturo 39064 18.11.1913 Manzini Giovanni 44264 28.07.1903 Piana Antonio 35252 02.06.1912 Marchitello Felice 34744 18.09.1920 Piatti Giuseppe 34750 02.09.1902 Marciano Francesco 35321 21.01.1922 Piletti Nando 35193 27.03.1918 Margutti Giuseppe 14419 17.01.1901 Pinocollo Salvatore 34664 02.05.1922 Marianovic Marco 59272 21.03.1917 Piperno Domenico 36374 Marinelli Pietro 1095 04.09.1923 Pirello Giuseppe 34595 Marotta Giovanni 27971 25.01.1922 Pocrais Giuseppe 39992 29.04.1923 Marsanich Carlo 35466 30.10.1907 Poggi Marsilio 34745 14.03.1917 Martini Mario 34615 28.01.1914 Polidori Mario 34920 30.03.1921 Martino Ildebrando 21132 20.01.1917 Pompili Dante 40851 30.03.1923 Martorelli Giuseppe 59462 10.08.1922 Pontel Luciano 38244 17.11.1926 Marzan Daniele 13793 08.10.1927 Portolano Antonio 34942 23.09.1919 Masala Paolo 22181 18.06.1913 Postiglione Luigi 59464 01.07.1920 Masala Tullio 15268 24.12.1902 Pozzi Giovanni 1752 13.01.1912 Melis Salvatore 12132 04.07.1923 Proncille Alessio 76395 30.05.1900 Melo Santo 34699 11.03.1918 Quargnenti Vittorio 34630 02.01.1922 Meroi Alfio 31363 08.08.1923 Ragher Luigi 35220 08.09.1912 Mesini Santo 103543 25.10.1915 Ramalli Gino 76400 29.08.1923 Mezgec Ludovik 104498 02.08.1916 Randazzo Francesco 34752 28.02.1922 Michelin Giuseppe 54810 01.04.1922 Rantoni Ottorino 38971 16.04.1925 Migliarina Giuseppe 34984 01.01.1917 Rava Rosario 34786 11.04.1918 Milli Livio 40658 14.03.1900 Redaelli Mario 35043 23.07.1912 Miridian 76908 Reditti Gina 39074 03.06.1917 Molluso Antonio 27877 05.05.1919 Resanovic Savo 31629 12.01.1907 Montana Salvatore 34586 01.05.1915 Restivo Domenico 35413 10.10.1922 Montanaro Martino 34790 20.06.1913 Ricca Francesco 34985 26.07.1920 Morgante Gaspare 34944 14.03.1915 Richetti Giovanni 104497 28.10.1913 Moro Domenico 22188 04.08.1923 Righetti Guerino 42206 23.07.1915 Mottalanza Vittorio 39083 24.12.1925 Rigotti Giovanni 43890 30.05.1919 Muto Raffaele 34810 10.10.1921 Riscossa Eraclito 34879 11.01.1915 Muzzo Cosimo 34743 20.06.1914 Risso Attilio 50543 Nannini Oscar 102061 03.04.1906 Riva Attilio 49015 24.04.1924 Nasi Rocco 19070 19.06.1922 Rivettini Romeo 39904 13.01.1917 Negrin Ivan 22728 15.04.1923 Romano Arnaldo 35705 04.11.1922 Oliverio Matteo 35256 30.03.1920 Ronco Domenico 113930 24.10.1924 Olivieri Antonio 31966 12.08.1923 Rossi Domenico 40533 06.12.1917 Onda Luciano Eugenio 120137 09.10.1917 Rotella Domenico 34936 10.02.1921 Orsi Ettore 34857 18.06.1917 Russo Giuseppe 35204 07.04.1922 Ovelcelli Antonio 34309 09.07.1927 Russo Pietro 76401 12.09.1908 Pagano Vincenzo 55925 07.07.1914 Saba Luciano 36617 12.02.1922 Paggetti Rolando 34974 16.07.1916 Salvato Vincenzo 34806 12.02.1919 Paggi Felice 101556 06.08.1900 Salvemini Domenico 27970 07.03.1911 Pahor Vladimiro 34144 01.03.1908 San Vitale Raffaele 13498 05.10.1922 Pais Salvatore 34620 14.09.1919 Sancez Francesco 35179 09.08.1913 Palazzo Giuseppe 34947 07.06.1919 Sanfelici Gabriele 76414 05.08.1921 Paolucci Eliseo 1703 08.02.1901 Santarosa Santo 43386 26.09.1904 Parma Ambrogio 76445 14.01.1916 Santilli Carmine 34996 28.05.1921 Pascolari Pietro 84362 08.08.1913 Savorgnan Mario 76382 23.01.1893 Pasqua Luigi 115077 21.03.1921 Sberille Franco 102479 07.11.1922 30 Nome Matricola Data Nome Matricola Data di nascita di nascita

Scandolera Luigi 29617 07.04.1920 Zannier Daniele 2064 17.07.1906 Scarpa Ernesto 34600 05.04.1914 Zapolla Ignazio 35217 07.02.1913 Scarponi Michele 35223 07.03.1923 Zara Giovanni 89607 05.05.1903 Scobolo Giuseppe 34889 24.03.1914 Zatti Giulio 33740 09.02.1916 Scutari Erminio 102480 09.08.1926 Zorzenon Alfredo 33817 04.08.1923 Siccardi Francesco 60212 11.10.1906 Zucchet Aldino 41019 06.08.1922 Signorelli Pietro 44175 16.08.1910 Zucco Luigi 38160 22.04.1926 Soderino Battista 116695 16.01.1914 Zuccon Ilario 29753 31.08.1917 Spaccaferro Gino 76413 09.12.1919 Spampinato Antonio 35003 24.02.1920 Spano Giovanni 34894 29.04.1914 Spinelli Carmine 34072 18.03.1903 Stanfel Antonio 89602 10.07.1914 Stario Giacomo 38787 18.11.1904 Suligoi Lodovico 100916 15.05.1912 Sussatti Carlo 38855 23.10.1924 Tinella Salvatore 38821 04.10.1917 Tinelli Marco 42151 13.10.1903 Titone Luigi 35187 16.08.1914 Tofanelli Narcisio 39909 13.01.1903 Tomadozzi Giuseppe 39558 24.06.1925 Tomasin Ugo 16274 16.04.1926 Nel prossimo Tonelli Amedeo 42191 13.10.1903 Tonietti Federico 28924 15.10.1907 Tonon Antonio 1978 24.06.1900 Tonzar Valentino 78352 22.12.1915 numero Topo Libero 38388 07.04.1919 Tortora Enrico 35340 12.02.1918 Tronolone Michele 34704 23.06.1920 Turino Mario 13056 17.09.1926 del nostro Ugliengo Gabriele 34627 26.02.1900 Uliaz Ottorino 39550 27.12.1923 Urbani Santo 35392 21.03.1910 giornale Uva Giuseppe 59457 01.12.1923 Vacca Pasquale 34659 Valsecchi Alessandro 15373 Vellmar Ernesto 54744 25.07.1925 gli atti Ventre Domenico 35126 22.05.1921 Verdini Ercole 40010 21.03.1913 Veronesi Narciso 101974 06.06.1925 Vertelli Edoardo 2003 13.09.1913 del Convegno Vidoni Davide 28927 Viglietti Giuseppe 59460 09.10.1914 Vincenzi Ulisse 77648 01.01.1923 Viola Antonio 35207 21.10.1921 Internazionale Visciano Luigi 34596 19.06.1923 Visconti Giovanni 59472 01.04.1917 Viscovich Milo 32978 05.09.1909 Vitanza Giuseppe 34665 01.12.1913 di Salsomaggiore Vitrani Antonio 34951 12.11.1919 Viviani Francesco 101978 Vocale Vincenzo 35000 28.01.1922 Volpatto Severino 37259 19.02.1921 sul campo Dora Volpe Giuseppe 109314 08.10.1911 Wiche 102076 12.05.1926 Winter Andrea 41611 13.02.1923 del 25 e 26 Wostar Alcide Giuseppe 30710 03.02.1909 Zani Alessandro 41296 15.08.1905 Zanier Costantino 38581 19.06.1911 Zanni Dario 35134 13.02.1921 ottobre scorso 31 Lo straordinario successo dell’ultimo film di Roberto La vita è bella

■ Una scena dal film La vita è bella: Roberto Benigni nel campo di concentramento anche in un Lager? “Abbiamo vinto! Abbiamo vin- trionfo: “Abbiamo vinto!”. to!” Giosuè (im- Non solo la pellicola ha strac- personato da Giorgio Can- ciato ogni record di incassi tarini) alza le magre braccia per un’opera di questo ge- al cielo nel grido del trionfo, nere, ma all’attore e regista ritrovando la mamma alla libe- toscano sono giunte le felicita- razione del Lager. zioni anche dei critici più se- Nei cinema di tutta Italia cen- veri, oltre che da molti super- tinaia di migliaia di persone hanno riso e pianto vedendo l’ultimo film di Roberto Beni- ■ gni, certamente il più diffici- Altre scene le e rischioso. Vista l’acco- del film: con Benigni glienza riservata alla sua pel- è il piccolo licola dal pubblico e dalla cri- Giorgio Cantarini, tica, anche Benigni può or- che impersona mai tirare un sospiro di sol- il figlio del deportato. lievo e lanciare il grido del 32 Benigni

■ La scommessa Il film corre lungo questo sot- tilissimo crinale tra il tragico dell’attore toscano: e il burlesco, spingendosi fi- raccontare no a mostrare le selezioni per le camere a gas, il lavoro for- una favola intensa zato, il fumo nero del cami- e grottesca no dei crematori. Una favola amarissima, che raggiunge l’o- che parli biettivo di raccontare con il dello sterminio linguaggio della poesia l’or- rore dei campi, e prima an- degli ebrei cora delle leggi razziali che nei campi nazisti. anche nel nostro paese hanno discriminato, colpito, perse- guitato tanti italiani sotto il fascismo, fino al giorno in cui a migliaia sono stati strappa- ■ Un film ti dalle loro case e deportati che fa ridere sui carri per i Lager. Figlio di un internato militare, e piangere. Benigni voleva raccontare da anni Ð lo ha ricordato lui stes- so – l’orrore dei Lager. L’ha fatto ora, con il linguag- ■ E soprattutto gio e la poetica che gli sono propri, avvalendosi della con- discutere. sulenza di alcuni esponenti del Centro di documentazione ebrai- ca contemporanea di Milano che hanno avuto l’intelligenza e la sensibilità di collaborare con lui intervenendo sulle sce- ne, sui costumi, sull’intera vicen- da. Qualcuno, anche tra di noi, ha per la verità storto il naso, negando la liceità di un tenta- tivo di questo genere: non è cor- retto Ð ha detto Ð cercare di far ridere il pubblico mostrando i Lager; non si può irridere il stiti dello sterminio nazista. dramma di tanti milioni di ca- Perché, per chi non lo sapes- duti dei campi. Altri hanno so- se, tutto il secondo tempo del prattutto apprezzato Ð e noi sia- film si svolge in un immagi- mo tra questi – l’intento del nario Lager, dove l’ebreo to- film di servire proprio alla cau- scano Guido Orefice (lo stes- sa della memoria dello stermi- so Benigni) è deportato in- nio e dell’infamia delle leggi sieme al figlioletto Giosuè, razziali fasciste. che incredibilmente rimane Certo, La vita è bella non è con lui. Nel tentativo di te- un documentario costruito su nere il figlio al riparo dal- rigorose basi scientifiche. é l’orrore, il padre inventa un piuttosto una sorta di favola gioco pazzesco a uso e con- moderna, che va presa per sumo del bambino, “tradu- quella che è, senza fermarsi a cendo” la vita del Lager in al- controllare la veridicità stori- trettanti improbabili passaggi ca di ogni fotogramma. Poteva di un gioco a premi, di quel- un padre nascondere nel suo li “da schiantarsi dalle risate”. “block”, nel campo, un figlio 33 di pochi anni? Perché la mo- tavano sul petto triangoli di glie del protagonista (imper- altri colori? sonata da Nicoletta Braschi), La discussione continua. E che non è ebrea, ha nel cam- questo giornale sarà lieto di La vita è bella po la divisa a righe e il nu- ospitare Ð oltre a quelli che mero ma non il triangolo co- pubblichiamo qui di seguito Ð lorato? Non sa Benigni che i commenti di chi i campi di oltre agli ebrei c’erano mi- Hitler li ha conosciuti dal ve- lioni di altri deportati che por- ro, e non soltanto al cinema.

niente toccato dalla tragedia (perché fu una tragedia!), si sposa “Ho visto il film, non mi ha convinto” tranquillamente con una non ebrea e apre anche la sua piccola cartolibreria. Ma il peggio, come sappiamo, doveva ancora venire con l’8 Si possono scrivere settembre e l’arrivo dei tedeschi. Quando tutti gli ebrei italiani cercarono disperatamente un rifugio, Guido Orefice non sem- bra preoccuparsi, e quindi viene preso in casa insieme al figlio favole su Auschwitz? Giosuè. La moglie sceglie per amore di seguirli e tutti i tre sal- gono sul maledetto treno che li porta in un campo di concen- Confesso che l’altra sera al “Politeama” di Arezzo ero molto tramento, anzi in un campo di sterminio vero e proprio con emozionato, come mi capita tutte le volte che sto per assistere tanto di camera a gas e forno crematorio. Sul viaggio infernale a un film sull’Olocausto. La domanda che viene sempre in nessun accenno. Orefice scende in buono stato e pronto a mente in questi casi è se chi non ha vissuto direttamente l’orro- scherzare per non rattristare il figlio (lodevolissima intenzione, re dei campi di sterminio sia “autorizzato” a parlarne, come se ma vi prego di credermi: dopo un viaggio del genere Ð lo so da l’Olocausto fosse una sorta di “mistero sacro” che soltanto chi mio padre Schulim che quel viaggio lo fece con la moglie lo ha vissuto in prima persona può tentare timidamente di sve- Anna e la figlioletta Sissel Ð neanche Dio avrebbe potuto lare. Sono note a tutti le polemiche nate dopo tentativi analo- scherzare...). E poi come non ricordare che le donne con i ghi, dalla Scelta di Sofia a Schindler’s List: è sufficiente l’arte, bambini venivano subito avviate alle camere a gas, mentre gli anche la più grande, per parlare dell’indicibile? uomini idonei diventavano schiavi. Dov’è nel film l’”ex uomo” E confesso inoltre il mio imbarazzo nello scrivere a caldo que- di Primo Levi, “che lavora nel fango, che non conosce pace, ste note di carattere assolutamente personale: criticando, come che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no”? mi appresto a fare, il film di Benigni, mi sembra di parlar male Guido Orefice, invece è sempre piuttosto lucido e allegro, di Garibaldi. ... E poi chi osa farlo è proprio un ebreo, che regala perfino il suo pane al figlio: Benigni e il suo sceneggia- dovrebbe invece essere grato al geniale comico toscano per tore non hanno mai letto nelle numerose testimonianze che aver affrontato con simpatia questo tragico argomento (anche anche i padri e i figli si rubavano il pane pur di sopravvivere, sulla “doverosa” gratitudine degli ebrei si potrebbe parlare a che i tedeschi, oltre a uccidere il corpo dei prigionieri, avevano lungo...). Comunque, prima del film non ero certo prevenuto, loro ucciso anche l’anima? sia per gli apprezzamenti positivi che avevo già letto sia perché Certo, poi Guido Orefice si “riscatta” morendo per salvare la ho sempre stimato Benigni (e, intendiamoci, lo stimo ancora, moglie e il figlio, la guerra finisce con la vittoria (per chi ha se non altro per la buona intenzione di fare questo film). potuto vederla) e del dopo non si dice più nulla. Tranne che va Avendo avuto delle illustri e sbandierate collaborazioni, mi bene così, che la vita è bella, che in fondo viviamo nel miglio- immaginavo che dal punto di vista storico-documentario il film re dei mondi possibili, a parte qualche tragica parentesi, dove fosse pressoché perfetto e soprattutto lo volesse essere. Mi però con la buona volontà, il senso dell’umorismo e una sana sono invece subito imbattuto in una strana superficialità appe- innocenza ce la possiamo tutto sommato cavare... na si accenna alle leggi razziali del 1938: dov’è quel terribile Anche mio padre, che da Auschwitz tornò solo (perché eviden- choc che tutti gli ebrei italiani provarono del tutto inaspettata- temente non fu così bravo da inventare un gioco per la sua mente? Invece, Guido Orefice, il protagonista del film, per Sissel), diceva (per me misteriosamente) che la vita è bella. Ma

■ RICERCATORE. Marcello Pezzetti, ■ SUPERSTITE. del centro Shlomo Venezia, di documentazione ebreo, ex deportato ebraica, ad Auschwitz, uno dei massimi unico superstite studiosi di Auschwitz: italiano fra i ha fornito a Benigni ÇSonderkommandoÈ, un imponente i deportati materiale storico. che introducevano le vittime nelle camere a gas: ha aiutato Benigni a ricostruire gli ambienti.

34 che strazio nella sua voce, quando lo diceva... Valenti critici cinematografici diranno che il film è una favola a fin di bene e La sezione di Udine comunica Il 30 dicembre '97 ci ha che quindi la verosimiglianza non è importante... Ma allora io i nominativi degli ex deportati lasciati l'amico mi domando, parafrasando una famosa frase: “Si possono scri- politici nei campi nazisti dece- vere favole su Auschwitz?” duti nel corso del 1997: Iginio Bussi E infine un’ultima osservazione: migliaia di ragazzi, che non sanno nulla dell’Olocausto, attratti dal Robertaccio nazionale, Salino Comuzzo Nato a Tivoli il 24 marzo andranno a vedere questo film. Quale sarà la loro impressione? 1914, era stato deportato a Daniel Vogelmann ex deportato a Mauthausen; Dora, matricola 0151 per 23 lungi mesi. Lo ricordano con Riccardo Angeli affetto Guido Bianchedi, il Consiglio direttivo e gli iscritti partigiano combattente, ex tutti della sezione di Roma “Non si può descrivere l’indescrivibile” deportato a Dachau; Maria Vellescig L'Aned di Sesto San Giovanni Non andrò a vedere annuncia con dolore l'improv- ex deportata a Mauthausen. visa scomparsa dell'ex deportato neppure questo film Bruno Zerbinati é deceduto a Milano il 16 novembre scorso di 84 anni, avvenuta il 31 ot- No, non andrò a vederlo il veramente era come noi su- tobre scorso. Nativo di Carta- film La vita è bella del perstiti l’abbiamo vissuto e Walter Poloni gnano (Verona) lavorava alla Roberto Benigni nazionale. che altri, con tutto il rispet- Breda di Sesto. Ha partecipato Non andrò a vederlo come to per la loro buona volontà, fratello del compagno Emilio ai grandi scioperi del marzo mi sono rifiutato di vedere cercano di ricostruire. Poloni, ucciso a Mauthausen 1944 e per questo è stato arre- tutti gli altri film nei quali Il Lager non può essere ri- il 25 aprile del 1945. stato dai fascisti il 14 marzo. registi di vario calibro han- costruito. Andrei più in là: Deportato a Mauthausen (matri- no tentato di far vedere che non deve essere ricostruito. cola 59214) fu trasferito il 24 cosa era e come era un Kz Lasciatemi dire come i no- La sezione di Schio annuncia a marzo a Gusen, dove rimase nazista. Faccio già fatica a stri vecchi: scherza con i fan- tutti coloro che lo conobbero la fino alla liberazione. All'arrivo capire quello che mi è ca- ti e lascia stare i santi. scomparsa, avvenuta nel no- degli Alleati era al Revier, pitato, a ricordare quello che Io apprezzo l’interesse di vembre scorso, del compagno ormai prossimo alla morte il Lager era, come era, co- tanti per la nostra vicenda e me l’ho vissuto. il tentativo di renderla com- Quirino Quinz Mi vengono in mente le pa- prensibile. L'Aned si stringe all'Anei nel role di quel tenente inglese Premesso che comprensibi- di Sappada (Belluno), arrestato cordoglio per la scomparsa, av- che, entrato per primo nel le non è, non sarà mai, te- nel novembre 1944, deportato venuta nel novembre scorso, di Kz Belsen Berger, iniziò il mo che rievocarla sul gran- a Bolzano e quindi a Dachau. suo rapporto ai superiori con de schermo provochi anco- Paride Piasenti queste parole “dovrei de- ra una volta traumi terribi- scrivere l’indescrivibile”. li. Penso non solo ai super- La sezione di Milano ha il do- presidente nazionale Anei coe- Figuriamoci, lui che aveva stiti, penso anzitutto ai fa- loroso compito di annunciare rente e lucido combattente per l’ecatombe lì davanti ai suoi miliari. Che poi migliaia di la scomparsa del compagno la libertà dell'Italia, strenuo occhi, lui che aveva visto spettatori vadano ad emo- difensore dei valori della Resi- questo e altro, davanti a quel- zionarsi al cinema, questo è Francesco Amoruso stenza e della Costituzione. lo spettacolo terrificante, non un altro discorso. trovò le parole perché, quel- E mi chiedo se questa in- napoletano, ex deportato a Do- lo era veramente indescri- terpretazione cinematogra- ra-Norhausen (matricola 0132). Il 7 gennaio è mancato il socio vibile. fica, a prescindere dagli sva- Non si tratta solo delle im- rioni che ognuno di noi av- Elio Fontana magini (forse si tratta pro- verte, serve veramente a far La sezione di Schio piange la prio di quelle) cioè dei fin- capire la spaventosa dimen- scomparsa, avvenuta l'11 ago- di 74 anni, ex deportato a ti, volti emaciati, dei mille sione del crimine commes- sto dello scorso anno, del com- Bolzano (matricola 5.138). particolari che sfuggono al so. Si dirà: è gente che non pagno La sezione di Schio si unisce più attento osservatore, ma vedrebbe documentari, al- al dolore dei familiari. che ti colpiscono immedia- meno così si fa un’idea di Lorenzo Griffani tamente, si tratta di ben al- quello che è stato. Può es- tro. Dell’atmosfera, del pe- sere. Nato a Valdagno il 3 giungo del La sezione di Sesto San Gio- so dei silenzi, del fetore, del- Ma, per me, è sempre un’i- '23, dirigente operaio, sindacali- vanni annuncia che il 19 gen- le urla, della tensione ner- dea distorta che apre inutil- sta alla Marzotto, partigiano naio è scomparso il compagno vosa, della paura, della fa- mente nuove piaghe nei no- combattente nel gruppo di me. Si tratta di quella per- stri già abbastanza tormen- Malga Campetto, arrestato nel Pietro Terruzzi versa distruzione della no- tati ricordi. marzo del '44 e deportato in vari stra personalità che non si Lager tedeschi, fu nel dopo- arrestato a Sesto il 12 dicembre può in alcun modo visua- Teo Ducci guerra per molti anni consi- 1943, deportato a Bolzano e di lizzare. gliere comunale a Valdagno e lì a Dachau (con matricola E allora tutto è fasullo, tut- animatore di innumerevoli ini- 113.579) e quindi a Bad to è artificiale. Il Lager non ziative in ricordo della Re- Gandersheim (con matricola è, non può essere, quello che sistenza e dei caduti nei Lager. 94.566) e infine a Buchenwald. 35 Le polemiche giornalistiche (e non solo) sul cosiddetto “oro dei nazisti” Il nazismo non guardava in faccia Tutti i nessuno deportati Due libri utili per saperne di più

All’argomento dell’oro dei nazisti la stampa interna- venivano zionale ha dedicato innumerevoli servizi giornalistici. Sono usciti in italiano recentemente anche due libri sul- l’argomento. Il primo dal titolo decisamente fuorvian- te Oro di razza, è stato scritto dal corrispondente dell’Ansa da Tel Aviv Furio Morroni, ed è edito dalle edizioni del settimanale “Il Mondo” (1997, 24.000 lire). depredati A dispetto del titolo, Morroni spiega bene la diversa natura dei fondi di cui si cerca di ricostruire la prove- nienza: una cosa sono l’oro e le valute strappate dai na- zisti a tutti i deportati e alle popolazioni dei territori occupati; un’altra i fondi depositati in Svizzera da fa- nei campi miglie poi travolte dalla guerra e dallo sterminio nazi-

Troppa confusione su temi di ricerca assai diversi tra loro. Le polemiche sui depositi svizzeri non riscossi e sulle polizze vita non rivendicate da nessuno nel dopoguerra. é davvero un problema di indennizzi? E a favore di chi?

Passati cinquant’anni dalla “oro dei nazisti” subito ri- le banche svizzere. é su que- disponibile a sanare queste fine della guerra, si sono aper- battezzato per “l’oro degli sto che il Cme vuol mettere situazioni creando una Fonda- ti gli archivi sui quali stori- ebrei” che il Congresso mon- le mani. zione apposita. ci e ricercatori di vario cali- diale ebraico si è messo a re- Noi sappiamo che, nell’im- Resta da vedere chi e con bro si sono buttati alla cac- clamare a gran voce. mediato dopoguerra, la Ger- quale criterio sceglierà gli cia del documento inedito per Sappiamo che chiunque sia mania Federale ha negozia- eventuali aventi diritto e qua- creare possibilmente il caso entrato in un Lager nazista è to con i vari paesi un inde- le voce avremo noi supersti- clamoroso. stato spogliato e derubato di nizzo destinato ai superstiti ti (perché si tratta dell’oro Così è stato con la scoperta, tutti i propri averi. ed ai familiari dei caduti. sottratto a tutti noi) nella ri- da parte di uno studioso in- é toccato a tutti, non solo Ne abbiamo goduto anche partizione dell’immenso pa- glese dell’origine ebraica di agli ebrei. Questa immensa noi. trimonio. alcuni anche alti ufficiali del- quantità di valori è stata dai Senonché alcuni stati del- Parallelamente alla questio- le forze armate naziste, così nazisti depositata in Svizzera l’area sovietica, invece di ne dell’oro ne è sorta un’al- è stato per il libro di Gold- e usata per acquistare, attra- procedere alla ripartizione tra si tratta di conti correnti hagen tendente a dimostrare verso un paese neutrale, quel- dell’indenizzo, hanno prefe- che a suo tempo persone che che in Germania tutti sape- le materie prime, quegli ali- rito incamerarlo e gestire in evidentemente avevano una vano dei Lager e quindi ne menti, quelle armi di cui ave- altro modo l’assistenza ai su- certa disponibilità finanzia- sono tutti responsabili, il che vano estremo bisogno. perstiti e familiari secondo ria, hanno aperto in banche non è vero. Così è stato con Una parte di questo patri- l’ideologia ufficiale vigente. svizzere e non si sono più la scoperta del cosiddetto monio è tutt’ora giacente nel- La Svizzera si è dichiarata fatti vivi. 36 sta; altra ancora infine le risorse rapinate da Hitler nel- le casse delle banche centrali dei paesi occupati. Ancora più fuorviante l’impostazione redazionale da- ta dalla Rizzoli a un testo della canadese Isabel Vincent, pubblicato con il titolo L’oro dell’Olocausto (1997, 30.000 lire). In copertina la celebre immagine della cassetta di vere d’oro ritrovata dagli alleati dopo la liberazione a qualche chilometro dal campo di Buchenwald, con questa didascalia: "Gioielli appar- tenuti a ebrei ritrovati nel campo di Buchenwald" (quasi che gli antinazisti tedeschi e gli operai e i par- tigiani rastrellati in tutta Europa non avessero avuto la vera all’anulare). Il testo della Vincent, a dire il vero, è più corretto e documentato di quanto non lasci supporre la sciatta presentazione editoriale della pur importante casa editrice italiana.

S’è sparsa la voce che sa- se aperto quel conto e che ■ In alto: una cassa rebbero morte tutte nei Lager ben pochi sono andati in fu- di vere nuziali strappate nazisti e dato che le banche mo nei Lager nazisti. L’intero ai deportati rinvenuta svizzere nicchiano nel met- scandalo si è risolto in una dagli Alleati presso tere a disposizione il saldo, bufala. Buchenwald. sono state accusate di ap- Infine v’è stata una cavillo- Qui a fianco: propriazione indebita. A que- sa vicenda di una signora che la restituzione dell’oro sto punto le banche svizze- pretende il pagamento del ca- sottratto dai nazisti re hanno perso la pazienza e pitale derivante da una po- alla Francia. hanno pubblicato in 27 gior- lizza di assicurazioni che un nali di tutto il mondo nome suo parente avrebbe acceso, e cognome dei titolari dei a suo tempo, presso una com- conti, invitando eventuali pagnia d’assicurazioni po- dossi l’onere ed onorino la é triste che su un tema dram- aventi diritto a dimostrarlo lacca. polizza. È questione tutt’o- matico che coinvolge tante vi- ed a farsi avanti. Essendo questa compagnia ra aperta e controversa ma cende umane si scatenino po- é risultato che, fra i duemi- stata nazionalizzata, la ri- che, come quelle preceden- lemiche e interessi la cui va- la cognomi, solo alcuni so- chiedente pretende che le temente citate hanno rimes- lidità è tutta da dimostrare. no attribuibili ad ebrei, che Generali di Firenze che in so in circuito una campagna molte famiglie ignoravano quella compagnia hanno avu- antisemita che proprio non che il proprio congiunto aves- to una partecipazione si ad- ci voleva. T.D. 37 Un viaggio “di aggiornamento e confronto” tra responsabili di grandi Musei

Come conservare gli ex Lager?

Come spiegarli ai giovani?

Quanto pesano ancora le scelte politiche A questa iniziativa hanno ade- presentanti di istituzioni or- e culturali dell’ex Rdt. L’iniziativa rito 14 istituzioni museali di mai note ad un vasto pub- della Fondazione “Topografia del terrore” 12 nazioni: Argentina, Au- blico quali ad esempio l’Ho- stria, Belgio, Canada, Israele, locaust Memorial Museum di Berlino. Presenti i rappresentanti Italia, Norvegia, Olanda, di Washington o il Museo di di 14 istituzioni museali di 12 nazioni Polonia, Romania, Stati Uniti Auschwitz e di istituzioni in (per l’Italia la Risiera di San Sabba). e Ucraina. Erano presenti rap- fase di allestimento come la 38 ■ I dépliants informativi dei musei di Sachsenhausen e di Breitenau. Nella pagina precedente foto di gruppo dei partecipanti al viaggio. Il nostro “inviato” è il primo a destra accovacciato.

lebrativo. Il modello storio- grafico che la Rdt aveva pro- posto non metteva sullo stes- so piano i termini vittime ed eroi, vedi il caso della man- canza di riferimenti allo ster- minio degli zingari nel mu- seo di Dora Mittelbau oppu- re l’assenza di lapidi che fac- ciano riferimento agli ebrei detenuti a Buchenwald, pri- ma del 1989. Dopo la caduta del muro di Berlino, nei musei dell’ex Germania Orientale (Buchen- wald e Sachsenhausen), so- no state prese in considera- zione dalla storiografia an- che le vittime dei campi so- vietici realizzati dopo la se- conda Guerra Mondiale, ope- rando una corretta distinzio- ne fra le vittime dei Lager nazisti e quelle della dittatu- ra sovietica. Sul piano opposto possiamo collocare, come punto di ri- ferimento, la struttura del German Resistance Memorial Museum di Berlino che si tro- va nella via intitolata alla me- moria del colonnello von Stauffemberg, l’esecutore ma- teriale dell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944. L’edificio che ospita il pic- colo museo era utilizzato dal- l’esercito tedesco quale sede di comando. Nel cortile in- terno dell’edificio, in uno spa- zio limitato, una scultura a grandezza naturale che ri- produce un uomo con le ma- ni legate, posto di fronte ad Fondacion Memoria de Holo- Rdt. Un percorso che voleva me del nazismo in Germania un simbolico plotone di ese- causto di Buenos Aires. evidenziare le differenze del- e l’attività curata nelle altre cuzione identificato con un In rappresentanza dell’Italia la politica culturale dei vari istituzioni. Uno dei temi cen- semplice rialzo del terreno, era presente il Museo della Lander. Responsabile di que- trali è il ruolo che i grandi evoca il sacrificio di tutti co- Risiera di San Sabba di Trie- sta iniziativa era il prof. T. mausolei di Buchenwald o loro che si sono opposti al ste. Lutz (incaricato delle rela- Sachsenhausen oggi svolgo- nazismo, e la nuova mostra Durante la settimana dal 2 al zioni con l’estero per conto no: queste strutture non so- inaugurata nel 1989 docu- 10 settembre scorso si sono della Fondazione per la no le più adatte a narrare la menta l’intero campo della svolte visite a 8 musei di sto- Topografia del Terrore). storia ma risultano essere uno resistenza tedesca. ria contemporanea lungo un Durante il viaggio è stato pos- degli aspetti della politica in- Vorremmo presentare sche- percorso che si sviluppava sibile mettere a confronto l’at- terna della Rdt, non prevale maticamente le varie struttu- dalle regioni occidentali del- tività didattica dei musei e sicuramente l’aspetto didat- re e l’attività che in esse vie- la Germania a quelle della ex memoriali dedicati alle vitti- tico ma predomina quello ce- ne svolta. 39 UN VIAGGIO Questa iniziativa è stata re- sa possibile grazie l'inter- DI AGGIORNAMENTO vento economico della Fon- E CONFRONTO dazione Topografia del Terrore di Berlino ed al con- tributo dell'Aned che ha fi- ORGANIZZATO DALLA nanziato il mio viaggio. FONDAZIONE Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno re- TOPOGRAFIA DEL TERRORE so possibile questa espe- rienza. FRANCOFORTE Ð BERLINO S.F. Gedenkstätte Hadamar 2 Ð 10 SETTEMBRE 1997

Strutturalmente il centro oggi ricca di materiale che è sta- chiesa protestante di Gux- artistico-documentaria nella è diviso in museo, casa di cu- to tratto dall’archivio dell’o- hagen si trova dentro al Lager quale sono messi a confron- ra per malati psichiatrici e car- spedale stesso, dell’archivio stesso. Le celle e le camera- to immagini e materiali che cere per tossicodipendenti. centrale di Kassel e da ar- te dei prigionieri si trovano riguardano la società tedesca La struttura utilizzata come chivi privati; il museo si è dietro alla parete dove è col- durante la dittatura; da una centro per lo sterminio è ri- dotato di uno strumento di locato l’organo della chiesa. parte le immagini ed i mate- masta intatta. Scendendo nel- questo tipo a partire dal 1983. Le cause della morte dei pri- riali della società “corretta” lo scantinato si entra nello Negli altri centri per l’“eu- gionieri nel campo vanno ri- e dall’altra foto e oggetti de- spazio utilizzato come ca- tanasia” la situazione è di- cercate nelle condizioni di vi- gli esclusi. Nell’allestimento mera a gas vicino alla quale versa: nel caso di Hartheim ta del Lager piuttosto che al- si possono osservare il regi- si trova l’obitorio. I forni cre- non esiste alcuna mostra, le violenze dirette dei carce- stro con i dati dei prigionie- matori di Hadamar sono sta- mentre a Bernburg è stata al- rieri che provengono anche ri, usato anche dopo la fine ti rimossi dalla loro sede al- lestita soltanto nel 1996. dalla zona di Guxhagen; so- della guerra per i nuovi de- la fine del 1941 e trasferiti in Nel centro di Hadamar lavo- lo alla fine del conflitto una tenuti del carcere ed i fasci- Polonia. Al loro posto sono rano stabilmente tre pedago- trentina di prigionieri eva- coli personali redatti dalle au- state collocate due fotogra- gisti la cui attività riguarda cuati sono stati fucilati. Le torità naziste. fie dei forni a grandezza na- studenti di età superiore ai salme di questi uomini non Il pubblico ha a disposizio- turale. Nella sala dei forni quindici anni. Il personale del sono state sepolte vicino al ne le riproduzioni dei fasci- crematori si trovano dei pan- museo ha fatto osservare co- campo ma al confine con la coli dai quali è stato cancel- nelli con le foto di alcune vit- me gli abitanti di Hadamar Rft per una scelta degli abi- lato il cognome, gli origina- time; è particolarmente si- non frequentino il museo, tanti stessi di Guxhagen. li sono conservati nel museo. gnificativa quella di un ra- mentre sono soprattutto le Nel museo si possono visi- é particolarmente significa- gazzo sofferente di epilessia scuole che portano gli stu- tare: le celle per i detenuti, tivo l’allestimento curato da contratta in seguito ad un ba- denti a visitare il centro. utilizzate nel dopoguerra an- un gruppo di giovani artisti. nale incidente (una caduta da Particolarmente significati- che per le ragazze rinchiuse Nell’attività del museo pre- un albero), a testimonianza ve, segnalate dai pedagogi- nel riformatorio creato nel ex vale sopra ogni aspetto l’at- che nell’operazione di “eu- sti, sono le lettere che alcu- campo nazista ed una mostra tività educativa. tanasia” furono coinvolte per- ni nipoti hanno spedito ai non- sone oggi ritenute perfetta- ni mai conosciuti ed elimi- mente normali, ma allora con- nati ad Hadamar. Il catalogo Kreismuseum Wewelsburg siderate “balasten leben”os- della mostra è stato edito nel sia “vite zavorra”. 1994 con il titolo Verlegt na- Nel centro di Hadamar è a ch Hadamar - Die Geschichte La struttura di questo museo no costretti a scavare nella roc- disposizione del pubblico una einer NS -”Euthanasie”- regionale è suddivisa in due cia, sotto le fondamenta della mostra storico-documentaria Anstalt parti distinte: una dedicata al torre settentrionale del castel- castello medioevale e l’altra lo, una sala circolare del dia- realizzata per la storia con- metro di venti metri e profon- Gedenkstätte Breitenau temporanea. da oltre cinque. Durante i la- Wewelsburg divenne per vo- vori dei quasi 3900 prigionie- Questo campo è stato usato tra il 1940 e il 1945, diven- lontà di H. Himmler il luogo ri, oltre 1200 perirono. dai nazisti come campo di ne un Arbeitserziehungslager dove creare il rito pagano del- Del campo di concentramen- punizione per lavoratori coat- cioè un campo di rieduca- le SS, il centro dove si teneva to rimangono solo poche trac- ti o altri detenuti, uomini e zione attraverso il lavoro nel il cerimoniale per la nomina ce; dista dal castello circa cin- donne. Anche questa struttu- quale vennero rinchiusi cir- degli alti ufficiali delle que chilometri e sulla sua area ra è stata realizzata utiliz- ca 8.000 prigionieri. Una si- Allgemeine SS. Nelle vicinanze sono state realizzate numero- zando edifici preesistenti: tuazione tollerata dagli abi- del castello sorse il campo di se abitazioni. Ad esempio le quello che fu un convento, tanti del vicino paese di concentramento per i prigio- cucine del campo sono state alla fine dell’Ottocento di- Guxhagen che di fatto con- nieri utilizzati come manodo- trasformate in caserma dei vi- venne un carcere nel quale vivono con questo luogo di pera nei lavori di radicale tra- gili del fuoco, oppure l’edifi- venivano rinchiusi zingari, detenzione e di morte. sformazione voluti dal regime. cio utilizzato come ingresso è mendicanti e prostitute. Durante l’attività dei nazisti, Con mezzi primitivi i prigio- divenuto una casa privata. Durante il 1933 la struttura i fedeli del rito protestante nieri, all’inizio testimoni di é stata una scelta operata da- fu utilizzata come campo di sono costretti, per recarsi nel Geova e poi anche prigionie- gli stessi cittadini, soprattut- concentramento per opposi- luogo di culto, ad entrare nel ri di guerra russi e oppositori to profughi, stabilitisi lì do- tori politici e successivamente, Lager, dal momento che la politici di altre nazioni, furo- po la guerra. 40 ■ Così si presentò uno dei tunnel del campo Dora ai primi tecnici del Memorial, dopo che erano state rimosse le macerie provocate dalle mine fatte brillare nel '45 dai nazisti in fuga. (Foto di A. Gilens, tratta dal volume Discovery and despair dimensions of Dora, Berlino 1995).

KZ-Gedenkstätte Dora Mittelbau guarda la proprietà del ter- dove venivano gettate le ce- muro di Berlino è stata po- reno poiché una parte delle neri delle vittime tra le qua- sta una lapide a ricordo dei gallerie si trovano oggi su un li vanno calcolati migliaia di Sinti e dei Rom. L’attività di- Il campo era una fabbrica sot- terreno privato e non sono ac- francesi. Con la caduta del dattica è in fase di sviluppo. terranea utilizzata per la rea- cessibili per il divieto dei pro- lizzazione di missili balisti- prietari. ci (le V2). Dopo il 1989 que- Di notevole importanza la Gedenkstätte Buchenwald st’area ha mantenuto l’aspetto mostra che è suddivisa in due monumentale ma si è voluto aspetti: modernità e tecnolo- La struttura monumentale del rico-documentaria di altissi- sviluppare un percorso sot- gia da un lato e sfruttamen- mausoleo, con le grandi sca- mo livello e rigore. Realizzato terraneo prima dimenticato. to dall’altro. Da una parte so- linate, i bracieri e la torre cam- all’interno del campo nazista Un lungo tratto di galleria è no protagonisti i manufatti, panaria, non è sicuramente un in una palazzina che era uti- stato reso agibile (circa 500 le schede tematiche, i pro- elemento che favorisce la vi- lizzata come magazzino, l’al- m.). Oggi sono stati risco- getti, dall’altra gli schiavi. I sione della reale struttura del lestimento presenta manufat- perti gli accessi alle gallerie forni crematori sono stati con- campo. L’appropriazione di ti, reperti, fotografie, docu- che nel 1948 le forze arma- servati; purtroppo nell’epo- Buchenwald da parte del re- menti che sono contenuti in te sovietiche avevano fatto ca della Rdt non è stato fat- gime della Rdt è evidente. Una cassoni metallici di cui solo crollare. Anche in questo ca- to nessun intervento per quan- corretta visione del campo è il 30% è spazio espositivo. Il so esiste un problema che ri- to riguarda la fossa comune fornita dalla nuova mostra sto- rimanente 70% del conteni- 41 tore è la rappresentazione vi- Nell’immediato dopoguerra era l’ingresso del campo, la é una mostra assolutamente siva del vuoto documentario la dirigenza della Rdt prende visuale si proietta verso l’o- fuorviante, dove l’aspetto ma- inerente il campo di Buchen- una posizione molto chiara ed belisco costruito come ele- cabro prevale su qualunque wald: solo un terzo della sto- esclude dalle decisioni che ri- mento monumentale; davan- discorso educativo, ma so- ria del campo ci è nota e que- guardano la realizzazione del ti a questo è stata costruita prattutto unisce materiali ete- sta viene presentata. Nella monumento i reduci, alcuni una tribuna in muratura. Tale rogenei che provengono da struttura del crematorio è sta- dei quali vengono fra l’altro progetto ha cambiato radi- realtà diverse, senza fornire to mantenuto l’allestimento deportati in gulag con la fal- calmente la prospettiva dal- riferimenti adeguati per una dato dalla Rdt che aveva ri- sa accusa di collaborazioni- l’ingresso e, nella costruzione visione della “sperimenta- costruito la struttura della “scu- smo. del monumento, tutte le ba- zione” medica. deria” (originariamente col- Le autorità tedesco-orientali, racche sono state rimosse. Gli attuali curatori del mu- locata in un’altra area del in maniera strumentale, so- Oggi esistono grossi proble- seo hanno spiegato, ad esem- Lager) quel luogo cioè uti- stengono di avere l’appoggio mi nella gestione del museo. pio, per quali esperimenti ve- lizzato per lo sterminio, me- dei reduci del Lager quando Le strutture costruite dalla nivano utilizzati i prigionie- diante fucilazione, di decine questo non è vero. Rdt sono fatiscenti ed è in ri di Sachsenhausen: agli in- di migliaia di prigionieri di La visione è quella tipica del- fase di progettazione un ser- dividui venivano distribuiti guerra sovietici. la Rdt che suddivide i reduci vizio rivolto alla scuola an- scarponi non adeguati alla I problemi che l’attuale dire- in vittime ed eroi; nel caso de- che se i problemi finanziari misura dei loro piedi e con zione del museo deve affron- gli eroi, solo gli antifascisti, sono notevoli. Della struttu- un carico sulle spalle veni- tare sono legati al lavoro di re- gli oppositori al regime, i par- ra originale del campo sono vano fatti correre su una stra- cupero archeologico della strut- tigiani hanno un peso nelle rimaste alcune baracche, le da lastricata di fronte all’in- tura del campo. Mediante del- celebrazioni e nei monumen- celle di detenzione, le mura gresso del campo fino al lo- le campagne di scavo, nelle ti. L’appropriazione politica di recinzione, le torri di guar- ro decesso. Di questo non vi quali sono coinvolti anche stu- della loro vicenda è uno stru- dia; sono andati invece per- è traccia nella mostra curata denti, recentemente è stata ri- mento di autolegittimazione duti i forni crematori, de- dalla precedente ammini- portata alla luce la banchina del regime tedesco orientale. moliti dai sovietici per rea- strazione. Negli scantinati di ferroviaria sulla quale veni- La prospettiva per l’attività lizzare, al loro posto, un po- alcuni edifici sono stati sco- vano scaricati i prigionieri. didattica e per Buchenwald è ligono di tiro. Anche in que- perti dei graffiti fatti dai pri- Una nuova attenzione viene forse la migliore poiché il con- sto museo vengono eseguiti gionieri del campo sovietico rivolta alle fosse comuni, per fronto fra il mausoleo “so- dei lavori di scavo di tipo ar- che erano stati cancellati dal- lungo tempo dimenticate nel- vietico” ed il museo attuale cheologico. La struttura del- le autorità. le manifestazioni degli anni permette una elaborazione ul- l’obitorio è rimasta intatta, Sono notevoli i problemi che ‘60 e ‘70 e soprattutto alla teriore fra la retorica del re- con le cantine utilizzate per riguardano il patrimonio im- realtà nella quale il campo vie- gime e la storia materiale del- ammassare i cadaveri ed i ta- mobiliare; ad esempio gli sta- ne realizzato: nelle vicinanze la vita nel Lager. voli per la sezione delle sal- bilimenti industriali attigui al di Weimar, la città tedesca più Vi è un salto di qualità nella me. campo nazista non fanno par- nazionalista, antisemita e con- costruzione di una memoria In tale struttura è rimasta in te del museo, così come so- servatrice secondo il dott. V. collettiva dalla quale si svi- visione la mostra allestita dai no escluse dal museo le abi- Knigge che ci ha accompa- luppa una coscienza demo- ricercatori della Rdt. tazioni utilizzate dai nazisti. gnato nella visita. Un aspetto cratica vera. Questa attenzio- questo che non va rimosso ma ne è riscontrabile nell’attività ulteriormente documentato, didattica. Uno dei responsa- HausderWannsee- così come vanno spiegate le bili metteva in evidenza il bi- Konferenz reali motivazioni della tra- sogno, la necessità che le do- sformazione di Buchenwald mande nascano dal pubblico La struttura della villa dove e sulle pareti sono state col- con la rimozione delle barac- e che certe informazioni e con- si tenne la Conferenza inter- locate le foto di tutti i parte- che e degli altri elementi strut- siderazioni debbano emerge- ministeriale del 20 gennaio cipanti alla conferenza. turali. re da chi sta ascoltando. 1942 per la Soluzione finale L’aspetto della sala è quello della questione ebraica in originale. Europa è dal 1992 un museo. Importante il servizio didat- Gedenkstätte und Museum Una ricca mostra storico do- tico: nell’anno di apertura so- Sachsenhausen cumentaria si sviluppa attra- no state effettuate 712 visite verso le sale della villa. La guidate alla mostra e nel cor- La struttura del museo è sta- co: un campo a forma di sala più significativa è quel- so del 1996 ne sono state ef- ta realizzata dopo la chiusu- triangolo per rendere più fa- la che presenta su di un espo- fettuate 860. Nello stesso an- ra del campo sovietico. Nel cile il controllo dei prigio- sitore orizzontale tutti i ver- no ai seminari tematici han- suo aspetto generale è uni- nieri. Dalla palazzina, che bali della conferenza del 1942 no partecipato 329 gruppi. 42 ■ Materiale illustrativo nel campo di Breitenau. Il Memorial è fortemente orientato all'attività educativa.

IT Esiste una biblioteca parti- si su orientamenti diversi. colarmente ricca ed una me- Ogni singolo pannello ripro- diateca. Nel giardino è stata duce la foto dell’individuo, Triangolo Rosso - Giornale a cura dell’Associazione Nazionale ex Deportati collocata temporaneamente una cronologia con la data in Politici - via Bagutta 12 - 20121 Milano. Tel. 02/76006449 - Fax 02/76020637 la mostra 1945: Jetzt wohin? cui è emigrato e l’ultimo in- Direttore responsabile: Dario Venegoni Exil und Ruckkehr (1945: dirizzo conosciuto a Berlino. Registr. Tribunale di Milano n. 39, del 6 febbraio 1974. Adesso dove? Esilio e ritor- Queste persone si sono spo- Collaborazione editoriale di Franco Malaguti, Maria Rosa Torri, Fabiana no) dedicata all’emigrazione state nel mondo in mille di- Ponti, Marco Micci, Monica Pozzi, Nicole Mustaccioli ebraica dalla Germania e dal- rezioni diverse, così come i Numero chiuso in redazione il 26 gennaio 1998 la città di Berlino. Dei pan- pannelli si dispongono con il Stampato da: Mettere mar- nelli verticali, liberi di ruo- vento. chio Guado tare su se stessi, girano a se- Via Picasso Corbetta - Milano conda del vento disponendo- Stefano Fattorini 43 ■ Se ci sono volentorsi amici dell’Aned pronti Una “lettera aperta” di Teo Ducci a darci una mano, sull'annosa questione del rinnovamento perché non si fanno avanti? ■ La soluzione è davvero l’allargamento Perché nel nostro paese dell’associazione a chi con la deportazione non ha è mancata all’appello avuto nulla la seconda generazione? a che fare?

Caro Dario, a conclusione dell’ultima riunione del Consiglio della sezione di Milano ho sentito ancora una vol- ta la tua appassionata filippica in favore dell’al- largamento dell’Aned verso i giovani. Premesso che la sezione di Milano questa apertu- NOI E I GIOVANI ra l’ha già realizzata perché nel Consiglio ci siete tu, Gabriella Cardosi, Silvana Fabello, Giancarlo quale siamo stati riconosciuti in Ente morale ri- Bastanzetti, Giovanna Massariello e fino a poco fa schia di farci perdere questo prezioso riconosci- anche Aldo Pavia, se l’ho ben capita la tua preoc- mento. cupazione che l’Aned con l’inevitabile estinzione Personalmente temo che la questione sia stata mal dei superstiti vada incontro all’estinzione della sua posta. Prima di tutto penso che se giovani o meno esistenza è certamente comprensibile, ma m’indu- giovani amici dell’Aned intendessero darci una ma- ce a ben altre riflessioni. no dovrebbero cominciare col darcela, senza con- La prima e la più grave è che, oltre a voi quanti dizioni e senza pregiudiziali. Comincino col farsi altri figli e nipoti di superstiti o di familiari parte- vivi, comincino a darsi da fare. Ci sono tante co- cipano alla vita dell’Aned? Perché nella maggio- se che si potrebbero, che si dovrebbero fare. Non ranza di essi v’è il rifiuto di riconoscersi nell’Aned c’è che l’imbarazzo della scelta. Poi, quando que- come portatori di un messaggio che trova le sue sta attività avrà assunto consistenza e dimensione, radici nelle esperienze, nel passato, nell’impegno si potrà esaminare e discutere un adeguato asset- politico dei loro congiunti? Perché questo passato to societario. dice poco o nulla alla loro generazione? Come si Ma, a questo punto, vorrei puntare il riflettore su spiega questo rigetto? Hanno qualcosa da rimpro- un’altra zona rimasta nel buio. Parlo della famosa verare a genitori o congiunti? O all’Aned? Come fantomatica Fondazione della quale stiamo dibat- mai non si rendono conto che la vicenda concen- tendo da almeno trent’anni. Perché la Fondazione trazionaria dei loro congiunti ha spianato la stra- dovrebbe essere l’istituzione attraverso la quale la da alla loro vita nella libertà e nella democrazia? vita dell’Aned si proietterebbe nel futuro, in altra é una brutta, inquietante serie di interrogativi. veste, con altre finalità, ma con quella fondamen- Di fronte a questa grave e tristissima constatazio- tale del dare un futuro alla memoria. E la fonda- ne tu proponi – e non da oggi – di “aprire” l’Aned zione dovrebbe essere aperta a tutti quindi anche ai giovani cioè ad altri giovani che, secondo te, sa- ai tuoi famosi giovani. So di battere la lingua do- rebbero disponibili a rinsanguare le esauste vene ve il dente duole. So di sollevare un problema che del nostro sodalizio. Benissimo, ben vengano. Io a me sembra ovvio e che invece continua a trova- qui a Milano non ne ho visti né conosciuti. Tu di- re misteriori ostacoli. ci che ce ne sono. Ma dici anche che essi “entre- Io mi sono stancato di chiedere la costituzione del- rebbero” se gli si desse adeguato spazio negli or- la Fondazione. Guardo al domani con grande preoc- gani direttivi dell’Aned, cioè con responsabilità e cupazione e mi chiedo chi raccoglierà il testimo- capacità decisionali sugli indirizzi dell’attività, le ne e porterà avanti un discorso che per cinquant’anni iniziative e le finanze. A questo punto Gianfranco abbiamo faticosamente imbastito. Tu pensi ai tuoi Maris alza il segnale presidenziale e dice: alt! noi giovani. Vorrei che tu avessi ragione. Ma vorrei ve- siamo un Ente morale strettamente riservato ai so- der realizzare il tuo proposito prima di sgombrare li superstiti ed ai familiari dei caduti. Chi non è né il campo a mia volta. l’uno né l’altro non può entrare nei Consigli di se- Datti da fare, Dario, perché il tempo stringe. zione, nel Consiglio nazionale o nella Presidenza. E una eventuale modifica dello statuto in base al Teo Ducci

44 Le impressioni dei ragazzi della III A Dal 28 al 31 ottobre scorsi si stesso percorso svolto da lui è svolto un viaggio-studio in quando lo deportarono: è sta- di Perosa Argentina (Torino) alcuni luoghi della memoria to molto emozionante. Ci ha dello sterminio nazista: Da- spiegato ogni cosa delle ba- chau e Mauthausen. Questo rache, della vita nel campo, viaggio ha unito in un’unica che era veramente terribile. esperienza adulti e ragazzi, Visitare i due Lager mi ha aiu- “Non è stata una che hanno convissuto per quat- tata a capire meglio le condi- tro giorni con le stesse sen- zioni in cui dovevano stare i sazioni, con emozioni simili prigionieri. Credevo però che bella idea o diverse, ma comunque in- mi avrebbero colpita di più e tense. forse questo non è accaduto Ci ha guidati il sig. Sergio perché sono stati ricostruiti in Coalova, deportato a Mau- gran parte...”; “di tutto il cam- ricostruire così thausen per quasi un anno, fi- po Ð scrive Ilenia Ð sono ri- no alla liberazione. Non di- maste intere un paio di barac- ciamo “ex deportato”, perché che, i forni crematori, le ca- i campi” abbiamo capito che “ex” i de- mere a gas e Ð aggiunge Ste- portati non lo sono mai, “non fania Ð la stanza di seziona- si è mai ex e mai deportati”, mento e dove conservavano i ■ abbiamo letto, “che lo si vo- corpi”. Dal 28 al 31 ottobre scorso il compagno Sergio glia ricordare o no”, “è un’e- Sempre Stefania aggiunge: “... Coalova, ex deportato a Mauthausen, sperienza che cambia total- appena sono entrata dentro a ha accompagnato un gruppo di ragazzi e di adulti mente l’esistenza”. Dachau ho sentito il sangue in un viaggio nei campi di sterminio nazisti. “Il sig. Coalova è stato mol- gelarmi, mi è venuta persino to importante, per noi e mol- la pelle d’oca; forse adesso i ■ Partecipavano all’iniziativa gli allievi della III A to positivo perché ci ha spie- campi di concentramento non della media statale “Gouthier” e i corsisti gato molto bene la vita che si fanno neanche più tanto ef- dell’Università della terza età di Perosa Argentina in svolgeva quotidianamente al- fetto perché è quasi tutto ri- provincia di Torino. l’interno del campo di con- fatto; però è meglio vederli centramento di Mauthausen, dal vivo che sentirli descri- ■ dove lui ce la fece a salvarsi, vere. Le cose che mi hanno Riportiamo di seguito ampi commenti Ð scrive Simone e Giordana fatto più impressione, forse al viaggio scritti dai ragazzi della III A. aggiunge Ð Ci ha fatto fare lo voi pensate che siano state le

“Mi ha molto impressionato il freddo gelido di Dachau che contrasta con la bellezza delle” colline di Mauthausen”.

■ I ragazzi delle medie e i corsisti dell’Università della Terza età a Mauthausen e a Dachau. 45 NOI E I GIOVANI camere a gas, invece sono sta- ti i forni, i vestiti e le foto. In particolare a Mauthausen mi ha fatto molto effetto la stan- za dove conservavano i mor- ti: qui ho provato un senso di angoscia, volevo andarmene dalla stanza, immediatamen- te, volevo uscire, vedere il cie- lo, prendere aria. Arrivata a casa ho detto a mia madre che le avrei fatto ve- dere le foto ma che non le avrei raccontato nulla perché o queste cose le constati tu con i tuoi occhi e le tue ma- ni, oppure non puoi capire.” Ancora Simone (e come lui, la maggioranza della classe) aggiunge: “quello che ci ha colpito di più sono stati i for- ni crematori e le camere a gas, in quanto è davvero atroce pensare che realmente le per- sone venivano bruciate e asfis- siate a centinaia.”

■ Le risposte a molte domande Ilenia prosegue riflettendo sul freddo: “A Dachau, mi ha im- pressionato molto il gelido vento che penetrava nelle os- sa, e mi ha fatto riflettere: se noi avevamo freddo con la gnor Coalova che quel che fatto? Quando siamo entrati sono passati 50 anni, e gli giacca a vento, ed eravamo raccontava non erano fando- in Dachau... si trasformò tut- adulti sono più vicini a quei ben nutriti, loro cosa doveva- nie, ma fatti che, purtroppo, to in ricordo dei tanti docu- periodi. no fare solo con una misera erano accaduti. Lo leggevo sul mentari che avevamo visto, “Di questa gita – scrive Alessio camicia e senza mangiare?” viso dei deportati, che erano testimonianze lette sui libri, – mi ha interessato di più la Lara riflette più in generale: in quei vari filmati che ab- e la testimonianza del signor visita ai campi di concentra- “Entrambi i campi sono stati biamo visto. No non possia- Coalova. Ogni volta che ve- mento... Il campo di Dachau significativi per me, perché mo dimenticare solo perché è devo una foto di chi viveva lì, è stato ricostruito all’interno mi hanno fatto capire dove e passato così tanto tempo, dob- ogni baracca che vedevo, mi in parte, mentre le camere a perché molta gente era mor- biamo fare nostra la testimo- chiedevo come degli esseri gas e i forni crematori, intat- ta. Hanno risposto a molte do- nianza di molti deportati an- umani potevano trattare altri ti sono quelli già esistenti al- mande che mi ero posta: per cora vivi. (...) Se da grande esseri umani in quella ma- lora, sono quelli che colpi- esempio: come era effettiva- avrò ancora questa opportu- niera. (...) scono profondamente nel cuo- mente il loro vestiario? Come nità andrò di nuovo a visitar- A Mauthausen questa sensa- re. Adesso era tutto in ordine dovevano vivere? E soprat- li, affinché non scompaiano zione di dispiacere si eviden- sembrava quasi un giardinet- tutto come erano maltrattati? mai dai miei pensieri.” ziò di più perché con noi c’e- to, ma ho immaginato cosa Sì tutto questo non l’ho visto, ra il signor Coalova che ci fe- doveva essere quella struttu- ma già da fuori, da quell’im- ■ Cosa pensavano ce fare lo stesso percorso che ra nel periodo in cui vi erano periosa muraglia, mi sembra- i tedeschi? fecero fare a lui, quindi, in i prigionieri e quello che si è va di sentire orrore e mal- Anche Davide si è posto al- parte, quello che provava lui svolto dietro quelle mura, ma trattamento, anche se sono cune domande: “cosa pensa- lo provavo anch’io. ho pensato che non mi farò passati più di 50 anni. vano i tedeschi quando face- Noi soffrivamo meno rispet- mai un’idea giusta delle atro- Lo vedevo negli occhi del si- vano quello e perché l’hanno to agli adulti, perché ormai cità commesse qui.” 46 Un concorso tra gli allievi delle scuole di una zona dell’Hinterland milanese Un monumento alla deportazione

■ Le immagini vanti al monumento italiano, del museo ed io ho pensato che noi po- “Pensi che serva “Inoltre nel campo di Dachau tevamo non deporre questa co- vi era un museo, dove vi era- rona se questo non fosse suc- no raccolte immagini, foto- cesso.” o sarà inutile?” grafie, documenti, didasca- Conclude Elisabetta, riflet- lie, che mi hanno fatto pen- tendo sul fatto che “non sia sare e alcune accapponare la una buona idea aver ricostruito Sarà dedicato alla memoria “Le stele della memoria, trac- pelle. In particolare mi ha gran parte dei campi. Ora è storica e al suo significato ce e spunti di riflessione. Su colpito una frase che racco- tutto bello, i prati verdi sono l’undicesima edizione del con- una collinetta del Parco Nord glie in sé il significato di tut- ben tenuti, gli enormi campi corso “Sesto e i suoi studen- fra poco vedremo innalzarsi to quello che è successo, scrit- deserti e silenziosi... (come ti” indetto dalla città di Sesto un monumento che comme- ta da un filosofo tedesco ver- scrive Federica: ‘sembrano dei San Giovanni in provincia di morerà coloro che più di cin- so la metà dell’Ottocento: grossi magazzini... perché trop- Milano. Per gli studenti se- quant’anni fa furono depor- ‘Coloro che bruciano i libri po rifatti’), un tempo era tut- stesi delle scuole medie infe- tati nei campi di sterminio na- finiscono con il bruciare an- to diverso, urla e spari conti- riori e superiori statali e non, zisti e lì trovarono la morte. che gli uomini’.” nui... vittime... tutto ciò è stra- l’invito rivolto dalle princi- Pensi, si chiede ai ragazzi, che “(...) A Mauthausen ... mi ha volgente. pali organizzazioni combat- si tratti di un’iniziativa cele- colpito profondamente la bel- Molti mi chiedono come è an- tentistiche e dall’Aned con brativa inutile, oppure che quel lezza del luogo, questo pae- dato questo viaggio e io mi l’assessorato alla cultura, di monumento potrà avere una se è situato sulla riva sinistra limito a rispondere un ‘bene’ comporre elaborati scritti di funzione ideale importante? del Danubio, mi sembra im- perché altro non riesco a di- qualunque natura (racconto, Servirà a far conoscere alle possibile che in questa oasi re, mi sono spesso chiesta il articolo, intervista, lettera, dia- giovani generazioni una pa- di pace e tranquillità si sia perché di questa reazione e, ri ecc.) su tracce diverse di at- gina tragica della storia con- potuta distruggere la vita di durante un incontro che ab- tualità come “la scuola che temporanea, oppure cadrà nel- tante persone, sia fisica che biamo avuto tutti insieme i vorresti” o l’uguaglianza uo- l’indifferenza dei ragazzi e spirituale. partecipanti al viaggio, con- mo donna, è ormai diventato delle ragazze che girano per frontando le nostre emozioni un appuntamento fisso. il parco in tuta sportiva e ■ Una ripida stradina sotto la guida di una psicolo- Quest’anno però la gara con walkaman? conduce alla fortezza ga, ho trovato che non sono tanto di borse di studio per il Primo Levi, dopo aver de- “Una lunga, ripida stradina solo io ad avere questo pro- primo, secondo, terzo classi- scritto gli orrori dei campi di conduce alla fortezza che su- blema, ma molti dei miei com- ficato, medaglie d’oro dal sterminio durante l’ultima bito dà esempio della durez- pagni sono come me; hanno quarto all’ottavo e d’argento guerra mondiale, concludeva za di quel luogo, come ci ha colpito loro di più i film, ma dal nono al ventesimo inte- con un invito: “Meditate che anche spiegato il signor quando qualcuno chiede le lo- resserà tutti i comuni che si questo è stato”. Credi che ser- Coalova: ‘quando siamo arri- ro impressioni, non rispon- affacciano sul Parco Nord, una va ancora meditare su quello vati lassù ci mancava il re- dono (...). grande zona verde dell’hin- che è stato? Non tutti coloro spiro, sia per la camminata, Nei film vediamo tutti quei terland milanese con la qua- che furono deportati sono mor- spinti dalle SS con i cani, che poveri bambini, uomini, don- le confinano Sesto San Gio- ti, sono stati sommersi dallo per la vista di quell’immane ne e soprattutto anziani che vanni, Cinisello Balsamo, sterminio; alcuni sono anco- costruzione illuminata a gior- muoiono a causa della fame, Cologno Monzese e Muggiò. ra con noi e possiamo ascol- no’. (...) Mentre seguivo le pa- delle malattie e delle dure con- L’occasione di un tale allar- tarli. Raccogli la memoria di role del signor Coalova pen- dizioni di vita. Ma nella realtà gamento di “orizzonti” è sta- chi si è salvato. savo che io vedevo tutto quel- non riusciamo a pensare che ta fornita da un connubio di Gli elaborati dovranno esse- lo che lui aveva vissuto in pri- tutto questo sia accaduto so- attualità e tradizione. Sul ter- re presentati entro il 31 mar- ma persona, anche se era tut- lo circa 50 anni fa.”. reno del Parco Nord verrà in- zo alla segreteria della pro- to molto triste, per me non an- fatti costruito un monumento pria scuola. Sul bando di con- dava al di là dell’immagina- Gli alunni della III A: Marco, “In memoria della deporta- corso è riprodotto il progetto zione, mentre lui certamente Raffaele, Michel, Fabrizio, zione” e così si è pensato di del futuro monumento costi- rivedeva i visi dei compagni, Alex, Alessio, Sabina, Elisa- chiedere ai ragazzi dei comuni tuito da una stele con a capo riviveva le loro tristi vicende, betta, Federica, Valentina, che hanno appoggiato e vi- un agglomerato di pietre rac- mentre io vedevo un sempli- Simone, Giordana, Luca, vranno questo evento cosa ne colte durante i pellegrinaggi ce camino, lui rivedeva le al- Michela, Stefania, Daniela, pensano dell’importanza di nei campi di sterminio e sim- te fiammate che salivano e si Lara, Ilenia, Andrea, Daniele, raccontare la storia, partendo boleggiante l’oppressione di sprigionavano da esso! Davide (e Cinzia di riflesso, proprio da uno dei suoi epi- tutte le forme di schiavitù. Alla fine della visita noi ab- perché si è ammalata e non ha sodi più oscuri e vergognosi biamo deposto una corona da- potuto partecipare al viaggio). quale la deportazione. M.C 47 L’iniziativa della sezione di Udine NOI E I GIOVANI Un tema per le medie superiori Ai vincitori un viaggio nella memoria

L’Aned di Udine ha istituito per la prima volta, in aggiun- ta alle tradizionali attività, un premio riservato ai giovani delle ultime scuole superiori. Ai vincitori è stato offerto un viaggio nei campi di Dachau, Ebensee e Mauthausen, oltre ad alcuni volumi sulla depor- tazione. Molti ragazzi hanno aderito all’iniziativa, inviando i pro- pri lavori che sono stati esa- minati da una commissione nominata dal Provveditorato agli studi e dall’Aned. La commissione ha delibera- to di assegnare il primo pre- mio a Varuska Driutti e Stefano Pol dell’Istituto d’arte, e Paola Zanet del Liceo classico. Buoni libro da 200.000 lire sono stati assegnati a Serena Stocco, Anna Bassi e Fran- cesca Martinelli (quest’ulti- ma ha poi partecipato al viag- gio insieme ai 3 vincitori). Il viaggio negli ex Lager na- zisti si è svolto dal 2 al 4 mag- gio scorsi, accompagnato dal nostro Paolo Spezzotti, pre- sidente dell’Aned di Udine.

■ Nella foto in alto: i vincitori del concorso insieme a Paolo Spezzotti a Dachau.

In basso: la delegazione di Udine alla manifestazione internazionale di Mauthausen. 48 Per gli amici TRIANGOLO IT che collaborano ROSSO sette regole da ricordare Questo giornale come probabilmente tutti sanno – e se no è bene ribardirlo – si fonda sul lavoro volontario. Nessuno percepisce una lira per la sua redazione e per la sua impaginazione. Chiediamo dunque una mano a tutti coloro che fossero intenzionati a collaborare, per riuscire a fare meglio.

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3 - Se utilizzate un computer, vi saremo grati se ci invierete anche un dischetto con il vostro testo (così che non dovremo ribatterlo inutilmente). Tutti i formati più diffusi vanno ugualmente bene.

4 - Se riuscite, evitate di inviarci pacchi di documenti con la raccomandazio- ne di ricavarne noi un articolo. Cercate prima sul posto qualcuno - magari un giovane, uno studente - che possa fare per voi questo lavoro. Aiuterà noi alleggerendo il nostro lavoro, e contribuirà a raccogliere attorno all’Aned anche energie fresche.

5 - Allo stesso modo evitate, se potete, di inviarci lunghi documenti da tradurre da una lingua straniera (ne sono arrivati anche in polacco). Se conoscete il testo che ci inviate, per favore fate tradurre la parte che ritenete più significativa.

6 - Una immagine conta più di molte parole. Inviate insieme alle notizie delle vostre iniziative anche delle fotografie. C’è sempre qualcuno con una macchina fotografica!

7 - Nel dubbio, in ogni caso, scrivete! Fateci avere commenti, giudizi, suggerimenti, proposte. Indirizzate sempre a: “Triangolo Rosso”, presso Aned, via Bagutta 12, 20121 Milano. Potete utilizzare anche il fax (02-76020637), specificando nell’intestazione che è indirizzato alla redazione di “Triangolo Rosso”.

49 Tanti giovani con i rappresentanti degli enti locali all’annuale viaggio dell’Aned Dal Piemonte Fare ancora resistenza a Bergen alla spersonalizzazione é da molti anni che la città di Torino, medaglia d'oro del- la Resistenza, partecipa con convinzione a questa manife- stazione. E anche quest'anno è presente in veste ufficiale con il gonfalone e con una delegazione di 2 consiglieri. Belsen (...) Farei solo una riflessione, soffermando l'attenzione su questa toccante esperienza, ringraziando coloro che hanno dato la loro disponibilità ad accompagnarci in questo viag- gio, con la loro memoria storica vivente. Oltre alle imma- Si è svolto dal 5 al 9 settembre dello scorso anno l'annuale gini ed alle sensazioni personali, dobbiamo portarci a ca- viaggio organizzato dall'Aned piemontese nei campi sa un insegnamento in una società che tenta di "spersona- nazisti. In questa occasione sono stati toccati i campi lizzarci" quotidianamente con violenze che non sono fisi- di Bergen Belsen, Natzwiller Struthof. Al viaggio hanno che ma altrettanto efficaci, dove è sempre più frequente l'ap- partecipato molti giovani, selezionati come ogni anno piattimento dei valori e l'assenza di ideali, dobbiamo abi- nelle scuole della regione. Ad accompagnarli, insieme tuarci a "far resistenza" a nostra volta (e questa è una gran- ad alcuni ex deportati, rappresentanze ufficiali del Comune de responsabilità soprattutto dei giovani ed è forse quello di Torino e di Novi Ligure, delle Province di Novara che ci chiede oggi l'Aned), valorizzando l'importanza della e Torino e della Regione Piemonte, presenti con i rispettivi persona sul resto, contrapponendo la solidarietà e la con- gonfaloni. Di fronte al monumento ai caduti di Bergen vivenza civile all'intolleranza ed all'individualismo. E in Belsen si è tenuta una commossa cerimonia, nel corso della aiuto ci vengono proprio queste persone dell'Aned, che han- quale hanno brevemente preso la parola i rappresentanti no sofferto in prima persona e che attraverso questi viaggi degli enti locali piemontesi. Riportiamo una testimonianza ci chiedono di aiutarli affinché non si dimentichi. di una delle più giovani partecipanti al viaggio e stralci Marco Borgione (consigliere comune di Torino) degli intervenuti dei rappresentanti degli enti locali

■ Ferruccio Maruffi insieme ad altri superstiti dei Lager mentre parla davanti al monumento ai caduti di Bergen Belsen. 50 Le impressioni di una ragazza di Novi Ligure

ero immaginata questi luoghi, Devo ammettere che tutto que- ma in maniera totalmente di- sto ha prodotto su di me un ef- Un viaggio versa da come sono in realtà. fetto assai strano: la mia vo- Vederli, visitarli mi ha fatto glia di vivere è inspiegabil- comprendere veramente il pas- mente aumentata. nel passato sato, ho potuto “toccare con Probabilmente il sapere, il ve- mano” quello che poco più di dere in che modo tanti ragaz- cinquant’anni fa è avvenuto zi uguali a me sono stati ucci- nel cuore dell’Europa, ho avu- si, come è stata annientata pri- per guardare to la certezza che quelle cru- ma la loro libertà, poi la loro deltà più volte descritte da te- personalità e infine il dono più stimoni, ma a cui spesso si bello che Dio ha dato a ognu- al futuro stentava addirittura a credere, no di noi, e cioè la vita, mi ha sono accadute sul serio. fatto apprezzare ancora di più Sono una ragazza di quattor- é molto triste pensare come la mia, mi sono accorta di quan- dici anni e a giugno ho ter- sapendo che non si trattava di milioni di persone che non to sia importante e bella. Credo minato la terza media. Per i cinque giorni di divertimen- avevano alcuna colpa sono sta- che condurre giovani come me buoni risultati scolastici che to. Il nostro è stato un viag- te sterminate per il semplice in questi campi di sterminio sia sono riuscita ad ottenere, ho gio attraverso la memoria: ab- fatto di essere ebrei, o zinga- molto utile: innanzitutto per avuto l’opportunità di parte- biamo visitato il Lager di ri, oppure oppositori del re- noi stessi, ma anche perché cipare ad un viaggio organiz- Bergen Belsen prima, quello gime che vigeva nel loro pae- quello che è accaduto durante zato all’Aned che il comune di Natzwiller Struthof poi e se. Alcuni uomini hanno stron- la seconda guerra mondiale non di Novi Ligure ha offerto ad infine la linea Maginot a cato, hanno posto fine alla vi- venga dimenticato, ma sempre alcuni studenti meritevoli. Lembach. ta di altri loro simili, hanno ricordato, affinché serva come Appena ho saputo che nel me- Sul mio libro di storia non ucciso anche centinaia di mi- esempio: mai e poi mai deve se di Settembre sarei partita c’erano molte foto dei campi gliaia di bambini, bambini che accadere sulla faccia della Terra verso la Germania e la Francia, di concentramento e della li- hanno visto solo morte, di- ciò che è stato qualche decen- sono stata molto felice, pur nea sul fronte francese: io mi struzione, crudeltà... nio fa.

■ La bandiera dell’Aned insieme ai gonfaloni degli enti locali piemontesi alla testa del piccolo corteo in marcia verso il monumento di Bergen Belsen. 51 Tuttavia il nostro viaggio è no più regimi dittatoriali, con stato anche rivolto al futuro: l'Europa di cinquant'anni fa una nostra meta è stata infat- quando chi si opponeva al re- ti il Parlamento Europeo, a gime del proprio stato veniva Strasburgo. Questa visita si è ucciso. Per concludere, voglio rivelata molto importante so- ringraziare il comune di Novi prattutto perché ci ha permesso Ligure, che mi ha offerto il di guardare verso il domani e viaggio e l'Associazione na- il domani di tutti noi si chia- zionale ex deportati politici ma Europa. Non è stato faci- nei campi nazisti, che lo ha le confrontare l'Europa di og- organizzato in maniera dav- gi, che si avvia verso la for- vero efficiente. mazione di una società mul- Laura Laguzzi NOI E I GIOVANI tirazziale e in cui non esisto- studentessa Novi Ligure

L’intervento del consigliere regionale Chiezzi

fedi religiose, appartenenze Tibaldi, ex deportato, che da culturali. Le differenze che anni svolge attività di ricerca Impegno per c'erano non dovevano osta- dei dati e delle ragioni della colare la resistenza al nazi- deportazione. In molti Lager, smo che, ricordiamoci, orga- i direttori svolgono studi; è in un museo della nizzò lo sterminio e lo sfrut- atto un coordinamento tra i tamento non soltanto degli av- musei. Questo è l'impegno che versari politici ma anche del- possiamo assumere, tutti, so- le realtà più deboli della so- prattutto voi giovani. Vedere deportazione cietà. Furono deportati, tor- le parole che sentiamo durante turati scientificamente mala- i racconti dal Lager di Anna ti, portatori di handicap, non Cherchi, Ferruccio Maruzzi, Ringrazio il sindaco della città A questi viaggi partecipa da furono risparmiati bambini ed Giovanni Merlo, si riferisco- di Bergen per l'attenzione con molti anni una rappresentan- anziani, si perseguitarono e no a quanto patirono nei Lager la quale ci accoglie e per le za della regione Piemonte che sterminarono zingari, rappre- da ragazzi pressappoco della parole dette in questa circo- da tempo svolge anche diret- sentanti di etnie giudicate fa- vostra età. Grazie alla loro lot- stanza. Fa piacere vedere che tamente un'attività volta a far stidiose, e gli ebrei. ta la mia generazione e voi i rappresentanti delle istitu- conoscere e studiare la realtà Gli ebrei per i quali si tentò giovani abbiamo potuto vive- zioni democratiche tedesche della deportazione agli stu- di organizzare lo sterminio to- re in democrazia e libertà. sono sempre presenti in que- denti piemontesi. I lavori di tale. Questa atroce ipotesi na- Di fronte a loro ed a tutti i de- ste nostre visite ai luoghi nei studio e ricerca svolti duran- zista di organizzare un domi- portati, tutti eroi di alta uma- quali il fascismo ed il nazi- te l'anno scolastico vengono nio della società da parte di nità, prendiamo questo impe- smo realizzarono la propria premiati con viaggi di studio una cosiddetta razza ariana gno di organizzare meglio le mostruosa disumanità. e di memoria nei Lager in superiore è stata battuta a pre- conoscenze della deportazio- Qui, nel Lager di Begen Italia ed in Europa. scindere dalle differenze, fat- ne in Piemonte come memo- Belsen, uno dei più terribili In queste visite rendiamo ono- te piccole e nella lotta al na- ria che ci aiuti a costruire una per le sofferenze che patiro- re alle vittime, insieme ai so- zismo ininfluenti. società libera e giusta. no decine di migliaia di per- pravvissuti. Attraverso queste Quelle differenze che in un In Piemonte si sta ancora di- sone deportate, 60.000 pre- sofferenze è passata la scon- sistema democratico sono ba- scutendo per la realizzazione senti al momento della libe- fitta del nazifascismo, dob- se per un rafforzamento del- di un Museo della deporta- razione del Lager, come ve- biamo saperlo e ricordarlo. la democrazia ed il progesso zione, un luogo di ricerca, stu- diamo non è rimasto nulla. La Non per rimanere nel ricordo sociale. dio, documentazione e cono- situazione che trovarono gli di un passato slacciato dai pro- Penso che questo insegna- scenza, dove tutti gli studen- inglesi che liberarono il Lager blemi di oggi e del nostro fu- mento, quando parliamo dei ti piemontesi possano avere il era talmente spaventosa che turo, ma per portare la me- Lager, debba essere non solo primo contatto con la storia li indusse, dopo aver seppel- moria di quei fatti, una società rispettato ma messo in prati- della deportazione. Un museo lito in fosse comuni migliaia senza memoria non ha futu- ca. I piccoli interessi politici nel quale raccogliere docu- di morti, ad incendiare tutto ro, nelle nostre iniziative, nel di ogni giorno devono star lon- menti, testimonianze, reperti, il campo. Ora possiamo ve- nostro agire civile, sociale e tani con i loro calcoli ed op- collegato con il sistema sco- dere che è nato qualcosa in politico. Partendo da un in- portunistiche parole dal giu- lastico e degli enti locali, in questo campo dopo quella di- segnamento che ancora oggi dizio sulla realtà dei Lager. rapporto di collaborazione con struzione, un severo monu- Ferruccio Maruffi ci ricorda: Non si può strumentalizzare i musei dei Lager in Europa. mento in ricordo delle vitti- nel Lager, la lotta per la so- queste vicende a fine di cal- E' un'iniziativa che ha biso- me ed un museo che con pravvivenza, che era la lotta coli di parte. gno di forze per essere attua- un'agghiacciante documenta- di resistenza dei deportati, uni- Dobbiamo invece impegnar- ta. Tutti voi potete farla cre- zione fotografica testimonia va tutti i deportati per com- ci ad organizzare meglio la scere e realizzare. l'orrore organizzato dai nazi- battere insieme la barbarie or- conoscenza della realtà della sti che non ha uguali nella pur ganizzata dai nazisti e dai fa- deportazione che è stata la no- Pino Chiezzi numerosa serie di delitti ed scisti. Tutti insieme lottarono stra esperienza storica di ita- (consigliere regionale del efferatezze di chi è macchia- senza divisioni tra opinioni liani e di piemontesi. Ci so- Piemonte) ta la storia dell'umanità. politiche, condizioni sociali, no studi in corso; ricordo Italo 52 In un libro il dramma di un prigioniero di Mauthausen durante la prima guerra mondiale Lettere dal Lager

Che Mauthausen fu sede di un campo di concentramento erano imparagonabilmente per prigionieri di guerra durante il primo conflitto mondiale peggiorate. è cosa nota. Un operaio di Prato, arrestato ai primi di marzo Il campo di prigionia del del ‘44 e deportato nel Lager nazista costruito là – il 1915 non aveva pratica- compagno Castellani lo racconta spesso Ð aveva avuto la mente nulla in comune ventura con quello Ð munito di di passarci, appunto come prigioniero della prima guerra camera a gas e di forni mondiale. crematori Ð degli anni E ci tornò nel ‘44, per restarvi: le condizioni di detenzione, Quaranta. nel Lager, alla fine del secondo conflitto mondiale, Eppure ritrovarsi tra le mani le lettere che ri- portano la testimonianza in “presa diretta” di un prigioniero di Mauthau- sen tra il 1915 e il 1918 fa ugualmente un grande Datate effetto. E si deve alla Società sto- rica abbiatense se questo volumetto ha visto la luce, se questa testimonianza di- gnitosa ma non per questo meno disperata di un prigio- niero dell’Impero austriaco è riuscita a giungere fino a noi. Battista Origgi fu preso nel giugno 1915, praticamente alla prima azione sul fronte. In un battibaleno le sue am- 1915 bizioni militari svanirono: la sua compagnia accerchiata e disarmata; il “campo della gloria” subito tramutato nel disonore della cattura. In pochi giorni Battista Origgi arriva a Mauthausen. Qui è stato allestito un campo di concentramento: gli austria- ci erano ottimisti sull’anda- mento del conflitto; pensa- vano di fare molti prigionie- ri, e avevano per tempo at- trezzato una struttura ade- guata a riceverli. Il campo doveva sorgere dove poi fu fatto edificare, in pietra, il Lager nazista. Non aveva le sinistre co- struzioni nel campo cono- sciuto dai deportati di mez- za Europa negli anni Qua- ranta, ma non era per questo meno opprimente. Le lettere di Battista Origgi da Mauthausen seguono l’an- Il campo di concentramento di Mauthausen nel 1915: damento, giorno per giorno, al centro i prigionieri e ai lati il filo spinato e le baracche. del suo umore, delle sue spe- 53 Lettere dal Lager

ranze e delle sue disillusio- ni. E l’andamento stesso del conflitto, con gli alti e bas- si delle fortune delle armate imperiali austriache. Prima pochi biglietti, poi let- tere più distese, con la ri- chiesta di pacchi, di pacchi, di pacchi: Battista Origgi chiedeva ai suoi di inviargli abiti, romanzi d’amore, ro- ba da mangiare, raccoman- dando che l’abbigliamento fosse di buon taglio; anche in quel campo ci teneva a fa- re buona figura. Il conflitto si era impanta- nato nel fango delle trincee. Il fronte non si schiodava dal- le montagne dove italiani e austriaci si fronteggiavano in uno stillicidio di inutili as- litare) Battista Origgi può barbabietole alla sera e bro- salti. scrivere finalmente Ð era il do di cipolle con 150 gram- E la Croce Rossa era riusci- 19 marzo 1918 Ð quello che mi di pane di tutti i colori a Cartolina postale inviata da ta ad attivare un efficiente si- vede con i suoi occhi: “Ho mezzogiorno: potete imma- Origgi ai familiari stema di comunicazione at- passato una quarantina di ginarvi in quali condizioni (15.9.1915) traverso i due eserciti, in una giorni che credevo proprio disperate mi trovavo, vi ba- Origgi a Mauthausen direzione come nell’altra: di fare la fine del Conte sti sapere che in un mese so- con altri prigionieri: mentre i fratelli si sparava- Ugolino: la frontiera era chiu- no morti più di mille uomi- Battista è il secondo no, qualcuno provvedeva a sa e quindi pacchi non ne ar- ni sfiniti per la fame”. da destra recapitare messaggi e pacchi rivavano, il rancio era ridot- Disperato, abbandona la di- delle famiglie ai prigionieri to a metà, e cioè un po’ di plomazia dei biglietti posta- dei due versanti. Le lettere di Battista Origgi coprono l’arco di tutto il con- flitto. Piano piano le prete- se di eleganza lasciano spa- zio a richieste più elementa- ri: nel campo c’è sempre me- no da mangiare: tutti dima- griscono a vista d’occhio, è vitale che i familiari riesca- no a inviare derrate alimen- tari. “Ti ricordi, babbo, scri- ve il 10 maggio 1917, quan- do mi rimproveravi perché sprecavo qualche tozzo di pa- ne? Quando volevo fare il deli- catino? E tu mi dicevi le famose pa- role: ‘Bada che un giorno non abbia a mangiare le briciole di pane?!’. E’ venuto quel giorno, babbo”. In un messaggio scritto con una calligrafia minutissima su un foglietto affidato a un amico liberato (e quindi sfug- gito alla rigida censura mi- 54 NOTIZIE Un convegno a Bolzano I campi in Italia L’assessorato comunale alla Cultura di Bolzano ha organizzato il 28 novembre scorso un convengo nel corso del quale sono state presentate relazioni su tutti i principali Lager nazisti e fascisti in Italia. Anna Muncinelli ha parlato del campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Stefano Fattorini della Risiera di San Sabba a Trieste, Annalisa Melodi di Fossoli e Carla Giacomozzi di Bolzano. Luigi Emer, ex deportato a Bolzano, ha portato la sua testimonianza diretta sulla vita del campo.

Angeli Giulio Cerchiamo nato a Muccia il 16.9.1891 deportato a Dachau il 9 otto- notizie di bre 1944; trasporto partito da Bolzano (o da Verona) il questo 5.10.44 proveniente da Verona; deceduto a Dachau l'8 feb- compagno braio 1945 ucciso a matricola 113139 Chiunque avesse informazio- Dachau ni su di lui è pregato di con- tattare l'Aned di Roma.

li, sottoposti alla censura del la casa lontana. Quelle di campo; chiede aiuto, racco- questo volumetto sono lette- manda di non mollare, o per re struggenti, che arrivano al lui, assicura, non ci sarà un cuore nonostante le arcaiche futuro. E’ una lettera dram- forme lessicali dell’epoca, le matica: il conflitto per l’Au- preoccupazioni piccolo-bor- stria sta andando male; l’Im- ghesi, le ingenuità politiche Assegnati a Firenze pero non ha neppure di che dell’autore. Come tanti de- sfamare il suo esercito (quel- portati della seconda guerra i premi Miriam Novitch lo che aveva disceso i mon- mondiale, anche Origgi scri- ti “con orgogliosa sicurez- ve, si appiglia a ogni mezzo za”), i prigionieri italiani ne pur di fare avere notizie ai fanno le spese per primi. familiari rimasti a casa, per Sono stati assegnati il 13 dicembre scorso, nel cor- Nome sinistro davvero quel- ricordare i tanti che anche so di una cerimonia nell'aula magna della Facoltà lo di questa cittadina au- dalla prigionia combatteva- di Scienze politiche "Alfieri" i premi "Miriam striaca, eppure ancor oggi co- no e pativano la fame. Novitch" ai due vincitori del concorso indetti dalla sì ridente, pulita e tranquil- A distanza di 80 anni dalla Facoltà fiorentina e dall'Istituto Andrea Devoto. la, adagiata lungo il Danubio. loro stesura, queste lettere I premi riguardavano tesi di laurea sui temi del na- Già quasi 30 anni prima del- appassionate lanciano anco- zismo, dei campi della morte e più in generale del l’immane eccidio nazista al- ra con forza intatta il loro pregiudizio, del razzismo, del totalitarismo, della de- tre migliaia di prigionieri di grido di dolore: un grido con- portazione e del genocidio. La giuria, dopo avere guerra vi hanno conosciuto tro la guerra che viene da esaminato le tesi pervenute, ha deciso di assegnare la fame, gli stenti, la degra- Mauthausen. i premi a due neo laureate, le dottoresse F. Brambilla dazione fisica e morale, han- Quando da Mauthausen era e S. Lorenzini. no maledetto il nome di ancora lecito pensare di scri- Mauthausen nel ricordo del- vere a casa. 55 Una ricerca che purtroppo è ancora soltanto agli inizi Il fascismo e la persecuzione degli zingari

“Mia figlia Lalla è nata in Sardegna a Perdasdefogu il 7 gennaio 1943, perché erava- mo lì in un campo di con- centramento.” Quella di Rosa Raidic (Lacio Drom n.2/3, 1984) è una delle rarissime voci di zingari testimoni del- la seconda guerra mondiale, una delle poche testimonian- ze che riguardano l’interna- mento in Italia, sotto la dit- tatura fascista, di un popolo sempre perseguitato e, anche per questo, ignorato e di- menticato dalla memoria e dalla storia delle dittature na- zifasciste. Dello sterminio degli zingari si sa infatti molto poco, trop- po poco. No- nostante sia ormai appu- rato che, co- me gli ebrei, furono vittime della persecu- zione e dello sterminio raz- ziali praticati dai nazisti in Germania e nei paesi del- l’Europa oc- cupata, nor- malmente si tralascia la lo- ro vicenda o, nel migliore dei casi, se ne accenna in la- vori che si oc- cupano del Terzo Reich o del sistema concentrazionario in Scarsissime le fonti, basate soprattutto generale includendoli tra le sulle testimonianze orali. vittime per poi tralasciare cau- Le disposizioni del settembre 1940 se e conseguenze della loro persecuzione. Questo anche sull’internamento dei “Rom” presenti in Italia. a causa del fatto che per mol- Più che lacunosa la documentazione sui campi to tempo dopo la guerra lo di concentramento nel nostro paese. sterminio del popolo zingaro Le vittime del nazismo furono almeno mezzo milione. 56 non è stato riconosciuto co- poche e contraddittorie e si me razziale ma lo si è consi- basano quasi esclusivamente derato conseguenza (quasi ov- sulle testimonianze raccolte via) di quelle misure di pre- nel dopoguerra dai pochi stu- Le disposizioni venzione della criminalità che diosi (tra i quali spicca la fi- ovviamente si acuiscono in gura di Mirella Karpati, del del 1940 caso di guerra. Una tesi che Centro studi zingari, che ha trova fondamento nella defi- raccolto quasi tutta la docu- per l’internamento nizione di “asociali” con la mentazione orale oggi dispo- quale inizialmente gli zinga- nibile) che si sono occupati Çsotto rigorosa vigilanzaÈ ri furono deportati, ma che della deportazione degli zin- non considera il fatto che, se- gari, senza mai ricevere la do- L’11 settembre 1940 vengono emanate le prime disposizio- condo le teorie nazionalso- vuta attenzione. ni per l’internamento degli zingari italiani: una circolare te- cialiste, gli zingari erano ta- I dati storici raccolti a oltre legrafica del Ministero degli Interni, firmata dal capo della li perché le caratteristiche lo- cinquant’anni dai fatti sono polizia Bocchini e indirizzata a tutte le prefetture fa espli- ro attribuite dai nazisti erano scarsi, tanto da non permet- cito riferimento all’internamento degli zingari italiani, dan- nei loro geni, nel loro sangue, tere ancora di stabilire con do per scontato il fatto che, in base ad altre direttive quelli che li rendeva “irrecuperabi- certezza come e quanto gli stranieri debbano essere respinti e allontanati dal territorio li” condannandoli quindi al- zingari siano stati perseguita- del regno. Nella circolare è scritto che “sia perché essi com- lo sterminio, alla cosiddetta ti nell’Italia fascista e per qua- mettono talvolta delitti gravi per natura intrinseca et moda- “soluzione finale”. li ragioni. lità organizzazione et esecuzione, sia per possibilità che tra Va comunque tenuto presen- Eppure la documentazione medesimi vi siano elementi capaci di esplicare attività anti- d’archivio ci fornisce testi- nazionale... est indispensabile che tutti zingari siano con- monianze orali, ci restitui- trollati”. Si dispone quindi “che quelli nazionalità italiana scono un quadro ancora con- certa aut presunta ancora in circolazione vengano rastrella- traddittorio ma di grande in- ti più breve tempo possibile et concentrati sotto rigorosa vi- teresse. Coloro che si sono oc- gilanza in località meglio adatte ciascuna provincia...”. cupati dell’argomento hanno finora generalmente afferma- to che la politica discrimina- toria fascista era indirizzata in par- ché, nei documenti ticolare contro gli d’archivio, è seguito da zingari stranieri una fitta corrisponden- presenti in territo- za che indica come i rio italiano e do- prefetti eseguano gli or- vuta a ragioni di dini procedendo al ra- ordine pubblico. strellamento degli zin- Secondo questa gari nelle loro provin- ipotesi fu essen- cie: esistono lettere e zialmente l’occu- telegrammi delle auto- pazione della Ju- rità di Campobasso, goslavia e la con- Udine, Ferrara, Ascoli seguente fuga de- Piceno, Aosta, Bolzano, te che, almeno per ciò che ri- gli zingari da quel Trieste e Verona, che, guarda il nazismo (e grazie paese a costringe- rispondendo agli ordi- soprattutto all’impegno della re le autorità italiane a inter- ni, indicano come, rapida- studiosa ebrea Miriam Novitch nare gli zingari. In un certo mente, gli zingari diventino che dedicò gran parte della senso è persino ovvio che le una preoccupazione urgente sua vita a raccogliere docu- misure di internamento e de- e importante in tutto il Regno. menti sullo sterminio del po- portazione degli zingari sia- Poi, il 27 aprile 1941, il Mini- polo Rom), esiste oggi una no aumentate e divenute più stero dell’In- documentazione sufficiente a intransigenti con l’occupa- terno emana dimostrare che gli zingari so- zione della Jugoslavia, anche un’altra cir- no stati tra le vittime dello solo perché è da quel territo- colare avente sterminio razziale e che al- rio che molti zingari scappa- ancora per og- meno 500.000 di loro sono rono in Italia dopo l’occupa- getto l’Inter- morti nei Lager, dopo esser zione nazifascista. namento degli stati imprigionati, torturati e é quindi possibile ipotizzare zingari italia- violentati come tutti gli altri che le misure di deportazio- ni”. Purtrop- prigionieri. Altri sono stati uc- ne per gli zingari, italiani e po, finora, l’e- cisi nelle esecuzioni di mas- non, si siano acutizzate sul fi- sistenza dei sa nei paesi dell’est, ma su nire del 1941, ma questo non campi di con- questo i dati sono davvero esclude atteggiamenti discri- centramento scarsissimi. minatori anche in preceden- per zingari è Non si può invece parlare di za e non necessariamente in- documentata ricerca per quel che riguarda dirizzati contro gli zingari stra- quasi esclusi- l’Italia dove le conoscenze nieri. vamente dalle testimonianze sulla persecuzione degli zin- Come si vede si tratta di un orali. I ricordi degli zingari gari durante il fascismo sono ordine importante anche per- sono frammentari, spezzati 57 Le carte e gli atti degli archi- Il fascismo vi comunali Ð sui quali ha la- vorato in particolare Anna e la Maria Masserini (Storia dei nomadi, GB od., 1990) Ð di- persecuzione cono che risulta funzionante dal 21 ottobre 1940 e che dal- Esposti per la prima volta in pubblico, degli zingari l’estate del 1942 ci sono an- che prigionieri zingari, in con- a mezzo secolo dalla loro realizzazione, dizioni mise- alcune decine di dipinti dell’ex segretario revoli descrit- generale dell’Aned. te dal diretto- re del campo e dall’ufficia- le sanitario come invivi- bili. Testimonian- ze sparse ri- cordano altri luoghi di de- tenzione: Vi- terbo, Monto- poli Sabina, Collefiorito, le isole Tremiti. é anche do- dalla riservatezza della me- cumentata la presenza di zin- moria e dalla mancanza di una gari a Ferramonti di Tarsia, tradizione scritta che caratte- uno dei più grandi campi di rizza la loro cultura, ma rac- concentramento italiani, esi- contano l’esistenza di luoghi stito dal luglio 1940 al set- di detenzione come Perda- tembre 1943. sdefogu, in Sardegna, il con- Come è noto, dopo l’8 settem- vento di San Bernardino ad bre e con l’inizio dell’occu- Agnone, in provincia di pazione tedesca, molti cam- Campobasso, Tossicia, in pro- pi dell’Italia centro-meridio- vincia di Teramo. nale vennero smantellati, an- Mitzi Herzemberg (Lacio che per l’arrivo degli alleati, Drom n. 1, 1987) ricorda che ma questo non significò la fi- ad Agnone, dove gli zingari ne della deportazione in Italia, erano rinchiusi nel convento nemmeno per gli zingari. di San Bernardino, talvolta gli Il Rom abruzzese Arcangelo uomini venivano portati fuo- Morelli racconta di esser sta- ri a scavare buchi per le mi- to rinchiuso e torturato nel ne che servivano a ritardare manicomio dell’Aquila, tra- l’avanzata alleata. sformato in quartier generale Le guardie fasciste infieriva- della Gestapo e sappiamo an- no con punizioni durissime che che a Gries di Bolzano, sui prigionieri: lui, che allo- anticamera dei Lager nazisti, ra aveva quattordici anni, la- erano detenuti anche gli zin- vorava in cucina e cercava di gari. passare un po’ di cibo ai suoi Giuseppe Levakovich, in un familiari, venne portato fuo- libro che è la sua memoria, ri per essere fucilato con al- ripercorre molte delle vicende cuni altri. Si salvò perché al- degli zingari negli anni del- l’ultimo momento la sua pe- le dittature e della guerra, na fu commutata in bastona- prima in Jugoslavia poi in ture e segregazione. Italia e ricorda, con amarez- Antonio Hudorovic è stato pri- za, la storia di sua moglie, gioniero a Tossicia: “Una vol- Wilma, e di altre due giova- ta, Ð dice Ð quando eravamo ni zingare, Muja e Mitska, a Tossicia, è venuto un uffi- internate a Ravensbrück e poi ciale tedesco. Ci ha preso tut- a Dachau. te le misure, anche della te- sta. Ha detto che era per dar- ci un vestito e un cappello”. Tossicia è l’unico campo di concentramento sul quale si Giovanna Boursier hanno dati abbastanza certi. 58 Una commuovente mostra a Milano La sensibilità di Abele Saba

Riuniti per la prima volta in pubblico dal 4 al 19 dicem- bre presso la Società Umani- taria di Milano i quadri Ð al- cune decine Ð che rappre- sentano la produzione pitto- rica di Abele Saba. Saba, per tantissimi anni segretario ge- nerale dell’Aned, fu infatti non solo capace organizzatore politico e valente giornalista. Egli coltivò in privato con sensibilità non comune la sua passione per la pittura. Una passione che però ab- bandonò già nell’immediato dopoguerra, forse provato dal- l’esperienza del Lager, di cer- to “distratto” da un impegno culturale e politico che lo as- sorbiva interamente. Dei dipinti presentati nella rassegna – per lo più paesag- gi e ritratti di grande pene- La mostra Abele Saba Pittore passionato impegno per trazione psicologica Ð solo ha costituito l’occasione uni- l’Aned. uno era già stato esposto in ca di “scoprire”, a mezzo se- Un quadro esposto alla rasse- pubblico, nel corso di una ras- colo dalla conclusione anti- gna milanese Ð un delicato segna degli anni 40. cipata della sua produzione, vaso con fiori Ð fa ora bel- Gli altri erano rimasti custo- un pittore di grande talento; la mostra di sè nella sede diti nell’intimità dell’abi- essa è risultata particolar- nazionale dell’Aned, in via tazione del nostro caro compa- mente commuovente per i Bagutta. gno, scomparso alla fine del tanti che hanno conosciuto Pensiamo che il nostro Saba 1992 a Milano. Saba nei decenni del suo ap- ne sarebbe contento. BIBLIOTECA

Aldo Carpi, messo prima a la- ve ricordare, infatti, che se “Diario di Gusen" di Aldo Carpi vorare nelle cave, a caricare fosse stato scoperto mentre blocchi di pietre su un treno, scriveva o anche se gli fosse- sarebbe sicuramente morto se ro stati trovati addosso i fo- non fosse stato per il suo ta- gliettini, non avrebbe avuto Quando un disegno lento di pittore, scoperto da scampo. un aguzzino del campo che Nei campi di sterminio, d’al- racconta già tutto gli chiese un ritratto da man- tronde, si veniva ammazzati dare ai famigliari. Ne segui- per molto meno. rono tantissimi altri ai figli Come scrive Primo Levi, qua- degli ufficiali, alle mogli, al- si sempre era il caso a deci- Ripubblicato da Einaudi in edizione tascabile le fidanzate, prendendo sem- dere. Che, per la vita, deci- il racconto autobiografico dell’ex direttore pre per modello una fotogra- deva raramente. Per chi en- dell’Accademia di Brera. fia. Piacevano questi ritratti e trava in quei lager la possibi- Giorni e giorni di colloqui con il figlio Pinin. anche altri quadretti con sog- lità di sopravvivere era ridot- getti vari, principalmente pae- ta quasi a zero. saggi. Grazie a questa attività Per uno come Carpi, inoltre, L'inferno dall’interno, rac- tro mesi dopo, braccato dalle artistica, Carpi poté lavorare c’erano anche i pericoli do- contato da Aldo Carpi, pitto- brigate nere, venne ucciso con in un ambiente chiuso, rela- vuti alla rivalità di altri. Scrive re milanese di Vaglia, arre- una raffica di mitra in via tivamente caldo guadagnan- Corrado Stajano, nella bellis- stato dai fascisti la mattina del Solferino. dosi anche qualche zuppa sup- sima prefazione al Diario di 23 gennaio del 1944 a Mon- Dei sei figli Paolo venne cat- plementare e altro cibo, che Gusen, che “quando arrivò al donico, un piccolo paese del- turato nel luglio del ‘44 dal- provvedeva a distribuire an- suo primo lager, fu accolto la Brianza, dove era sfollato, le SS. che ad altri prigionieri. dall’ostilità di altri pittori de- con la moglie Maria e i sei fi- Portato prima a Flossenburg Atto di grande coraggio il suo portati che temevano la sua gli: Fiorenzo, Pinin, Giovanna, e successivamente nel campo diario, che, per chi voglia leg- concorrenza, lo maltrattaro- Cioni, Paolo e Piero. di sterminio di Gross-Rosen, gerlo, è stato ristampato re- no, gli rubarono i colori che Insegnante all’Accademia di fu ucciso dai nazisti con una centemente dalla Einaudi nel- era riuscito faticosamente a Brera al momento dell’arre- iniezione a diciassette anni. la collana dei tascabili. Si de- portare con sé. sto, avvenuto su delazione di un collega, aveva 57 anni. Avvisato dell’arrivo dei fa- scisti avrebbe potuto facil- mente salvarsi, ma anzichè fuggire prese la strada di ca- sa, nella speranza, conse- gnandosi alla cattura, di sal- vare i figli, che riteneva fos- sero nell’abitazione. Nessuno di loro, tutti già attivi nella Resistenza, era in casa. Avvisati da contadini, pote- rono mettersi in salvo. Carpi invece fu portato a san Vittore e successivamente deportato a Mauthausen e, infine, a Gusen, che ne eera una spe- cie di sottosezione, dove scris- se su foglietti con scrittura mi- nuscola, uno sconvolgente dia- rio. In casa, quando arrivaro- no i fascisti, c’erano la figlia Giovanna, il figlio Piero, che allora aveva tredici anni e due partigiani di Lodi, uno dei quali (Egidio Lovati) venne arrestato mentre l’altro (Gino Molina) fu rilasciato, ma quat- 60 “La notte dei girondini” di Jacob Presser Primo Levi Una novella due raccolte Einaudi: sul contagio del male - Un’antologia della critica, a cura di Ernesto Ferrero - Conversazioni e interviste 1963-1987, a cura di Marco Belpoliti Ripubblicato a quasi vent’anni dalla precedente edizione il testo proposto La lettura dei due volumi consente un approfondimen- alla casa editrice Adelphi da Primo Levi, to della personalità di questo straordinario testimone ed che ne scrisse anche la prefazione. eccezionale scrittore. Nell’antologia della critica apre le testimonianze quella di Norberto Bobbio, Primo Levi, perché tratta da Primo Levi, Il presente del passato a cu- ra dell’Aned, Franco Angeli 1993.

“A Gusen fu più fortunato, in- “Bahnof” del blocco 3, la ca- Nel 1976 Primo Levi propose volte, e non mi è più uscito di contrò un medico polacco, mera della morte. E come ad Adelphi di pubblicare un li- mente... Non credo che si trat- Felix Kaminski, che aveva una avrebbe potuto dimenticare bro che gli stava molto a cuo- ti del come questa storia è nar- grande passione per l’arte e l’operaio Alfredo Borghi che, re, tanto che si propose come rata... é tuttavia palesemente un altro medico, di Poznan nell’anticamera della morte, traduttore e prefatore. Si trat- veridica, punto per punto, epi- anche lui, Toni Goscinski che lasciato senza cibo e senza ta di La notte dei girondini. sodio per episodio (la confer- lo protessero, gli permisero di acqua, gli grida: “Carpi, damm L’autore, Jacob Presser (Jaques mano numerose fonti e chi è rimanere in uno sgabuzzino de bev”. O quel ragazzino rus- Presser) era nato nato nel feb- stato ad Auschwitz vi ha ri- dell’ospedale dove Carpi, che so, “bolscevico di dodici an- braio del 1899 nel quartiere trovato i ‘passeggeri’ superstiti era riuscito a preparare dei co- ni”, il piccolo Zucarov, che ebraico di Amsterdam: suo pa- del treno di Westerbock)... é lori, lavorò sistematicamente carezza come fosse suo figlio dre era un tagliatore di dia- ingenuo, assurdo e storicamente come un dannato. tenendoselo stretto come estre- manti. Laureatosi nel ‘26 in falso ritenere che un sistema In un anno di lager dipinse, a mo saluto, con la angosciosa Letteratura Olandese, aveva demoniaco, qualera il nazio- tempera o a olio, 74 quadri: consapevolezza che non avreb- pubblicato nel ‘39 L’antisemi- nalsocialismo, santifichi le sue il capitano medico, fiori, don- be potuto strapparlo alla mor- tismo come fenomeno storico. vittime: al contrario, esso le ne e rose, il figlio del capita- te. Finisce finalmente l’incu- Allo scoppio della guerra, con degrada e le sporca, le assi- no, la donna velata, la donna bo, arrivano i liberatori ame- la moglie, aveva tentato di mila a sé, e ciò tanto più esse del sergente, l’ex ergastola- ricani e Carpi, sia pure con espatriare in Inghilterra. Nel sono disponibili, bianche, pri- no, la bionda del lago di Co- un ritardo di tre mesi perché ‘43 la moglie, trovata con un ve di un’ossatura politica o mo, il figlio del dottor Kamin- anche agli americani piace far- documento rozzamente falsi- morale... da molti segni, pare ski, il padre del dottor Kamin- si ritrarre da lui, torna nella ficato, veniva arrestata ed im- sia giunto il tempo di esplo- ski, il monte Rosa, madre e sua casa, in mezzo ai suoi ca- prigionata a Westerbork, poi rare lo spazio che separa le vit- bimbo in montagna, ragazza ri, trovando però il doloroso deportata a Sobibor, da dove time dai carnefici... Esiste un morta durante un bombarda- vuoto del figlio Paolo, giova- non faceva più ritorno. Presser contagio del male: chi non - mento, nudino veneziano. Ma nissimo partigiano, assassi- si salvava cambiando via via uomo disumanizza gli altri, solo dopo, al ritorno, potrà di- nato dai nazisti. nascondiglio. Dopo la libera- ogni delitto si irradia, si tra- pingere le scene strazianti del A furor di critici, pittori, mo- zione dell’Olanda diventava pianta intorno a sé, corrompe campo della morte, indimen- delle e bidelli, Aldo Carpi vie- prima Professore alla Facoltà le coscienze e si circonda di ticabili nel loro orrore.” ne nominato direttore dell’Ac- di Scienze Politiche e poi nel complici sottratti con la pau- Racconta il figlio Pinin, che cademia di Brera. Nel libro è ‘59 Ordinario di Storia Mo- ra o la seduzione al campo av- ha ammirabilmente curato le riprodotta la foto di un car- derna Generale e Nazionale, verso. é tipico di un regime memorie del padre, intervi- tello con scritto. “Vogliamo pubblicando nel 1965 la fon- criminoso, quale era il nazi- standolo per giorni e giorni Carpi a dirigere Brera”, con damentale opera Sterminio. smo di svigorire e confonde- per colmare gli stacchi fra un moltissime firme di artisti, al- La persecuzione e la distru- re le nostre capacità di giudi- foglietto e l’altro e per chie- lora giovani, che diventeran- zione dell’Ebraismo olande- zio”. In questa prefazione dergli chiarimenti su perso- no famosi: Cassinari, Morlotti, se 1940-1945. Primo Levi sembra anticipare naggi e vicende appena ac- Dova, Ajmone, Crippa, Del In precedenza, anonimamen- i temi e le riflessioni ancora cennate nel diario, che, tor- Bon, Funi, Soldati, Cavaliere. te aveva dato alla stampa La magmatiche che prenderanno nato a casa, parlò senza mai Fra i critici, primeggia la fir- notte dei girondini, da lui con- via via sempre più corpo, in- fermarsi per due giorni, poi ma del nostro Mario De siderato un passo dovuto, li- cisività e lucidità confluendo basta. E non volle neppure ri- Micheli. beratorio ed al tempo stesso di nel 1986 ne I sommersi e i sal- leggere i suoi foglietti di me- Vivrà ancora per ventotto an- presa di coscienza per poter vati, somma dell’esperienza e morie, nemmeno uno, perché ni. Carpi muore a Milano il poi affrontare la stesura del- delle continue ricerche sul mon- “non si è mai sentito in gra- 27 marzo 1973. Restano le l’opera sua più importante. Un do del Lager. do di farlo”. sue opere di grande pittore e romanzo novella Ð documen- Ancora negli ultimi anni fa- resta la sua testimonianza, tario di cui Levi, nella sua bre- Aldo Pavia ceva fatica a parlare del la- fra le più alte di quei terri- ve ma suberba prefazione, scri- ger. Non ce la faceva a di- bili anni. ve: “Su questo racconto sono Jacob Presser menticare i compagni che ogni caduto per caso, parecchi an- La notte dei girondini giorno aveva visto entrare nel Ibio Paolucci ni fa; l’ho letto, riletto molte Adelphi, Lire 20.000 61 BIBLIOTECA

Lettera a un amico ebreo, di Sergio Romano

lei o per l’editore (vedi quar- é davvero ta di copertina) il genocidio degli ebrei è persino “in- “ingombrante” gombrante”. la memoria Bruno Vasari dello sterminio? P.S. In questo libro carico di consigli elargiti a destra e a sinistra c’è un cenno – pag. Un testo che ha sollevato una polemica 118 Ð gratificante per noi: “... non ancora sopita. Sono “troppi” i libri, la sinistra resistenziale e an- le testimonianze, i film? tifascista è la più vecchia, la L’impegno cinquantennale dell’Aned a favore più pigra, la più conservatri- della testimonianza. ce delle sinistre europee”.

Del libro di Sergio Romano, sca. Se Romano ha questi sen- ambasciatore, autore di nu- timenti certamente non lascia “In memoria della deportazione” merosi libri, editorialista del- trasparire il suo animo trin- la Stampa, dal titolo Lettera cerato dietro l’oblio della sto- a cura di Teo Ducci ad un amico ebreo, Longanesi ria. L’oblio della storia? Di & C., se ne sono occupati in molti fatti la memoria si at- molti. Per parte mia riferirò tenua, di altri la memoria re- Architetti italiani sul punto che più mi ha addo- sta confinata nelle biblioteche larato e contrariato. e nelle università, ma chi per che non dimenticano Romano accentua il concetto esempio è insensibile allo spet- di oblio della storia (l’olo- tacolo del circo in cui i leoni Teo Ducci osserva: “Ogni giorno che passa lo sparuto causto Ð per me meglio la straziano i cristiani, il sacco numero dei superstiti dei Lager nazisti diminuisce. Alcuni, Shoah – è pure un fatto sto- di Roma, le vittime della ghi- cercando di esprimere l’indicibile, hanno scritto e de- rico). Fra una generazione il gliottina ai tempi della Rivo- scritto quello che hanno visto e vissuto; altri l’hanno af- testimone del Lager sarà un luzione francese, ecc. Per noi fidato all’indistruttibilità delle pietre”. In un volume centenario chiamato a deco- prima delle distinzioni ebrei Mazzotta sono illustrati i “memorial” eretti da architetti rare con la sua presenza il gior- e non ebrei esiste un’unica italiani dal 1946 all’’83. A fondamento della serie, due no delle rimembranze. umanità. capolvori il cubo trasparente al Monumentale di Milano E Romano, rilevato il crescente Romano sembra lamentarsi dello studio B.B.P.R.; e il memorial alle Fosse Ardeatine numero, via via che ci si al- dei troppi libri, dei troppi film, a Roma. Seguono Mauthausen di Mario Labò con scul- lontana dall’avvenimento di ma egli non considera, al di tura di Mirko; la Risiera di San Sabba a Trieste di Romano libri e di film, attribuisce il là di ogni fine utilitario, l’im- Boico; Auschwitz dei B.B.P.R. con affreschi di Mario fenomeno ad un bisogno di portanza della testimonianza Samonà; Como, con le strutture sul lago di Gianni Colombo. sicurezza, specie di polizza di corale che tende a tramanda- Testimonianze semplici, antiretoriche e autenticamente assicurazione e per Israele una re la memoria in ogni fami- travolgenti. straordinaria arma diplomati- glia, in ogni città, in ogni vil- ca. Mi sembra che Romano laggio attraverso la conoscenza Bruno Zevi non avverta sufficientemente dei fatti illustrati da persone (da l’Espresso) lo scandalo Ð rappresentato conosciute, vissute in mezzo dal maggior crimine della sto- a noi. ria – che contamina tutta l’u- Questo è l’indirizzo al quale manità. Superfluo che io ri- si è attenuta l’Associazione cordi ai nostri lettori l’effe- ex deportati politici (anche gli ■ ratezza e l’ottusità, l’ampiez- ebrei sono deportati politici) Opere za, l’enormità del genocidio, nel promuovere le sue cam- di architetti argomento di cui direi non si pagne su il dovere di testi- italiani in ha il diritto di trattare se non moniare. memoria si partecipa, non si interio- Ambasciatore Romano ci sen- della rizzano sentimenti di profon- tiamo distanti a meno che lei deportazione, da ripulsa: dico poco se non non abbia affidato alla carta a cura di Teo si prova un moto di vergogna e alla stampa tutti i suoi sen- Ducci. di appartenere ad un’umanità timenti e abbia tenuto una Mazzotta , capace di atti disumani così parte per sé: la più preziosa. 1997, pagg. 98. ripugnanti, su scala gigante- Ambasciatore Romano per 62 Presentati a Trieste il 15 dicembre scorso, per iniziativa dell’Aned triestina e dell’isti- A Trieste tuto regionale per la storia del movimento di liberazione nel -Venezia Giulia, i vo- lumi curati dall’Aned del Piemonte: La deportazione femminile nei Lager nazisti, Primo i libri Levi per l’Aned, l’Aned per Primo Levi,e Un’etica della testimonianza. La memoria del- la deportazione femminile e Lidia Beccaria Rolfi. All’incontro hanno partecipato, con il dell’Aned coordinamento di Giovanni Miccoli dell’Università di Trieste, Bruno Vasari dell’Aned del Piemonte, Tristano Matta e Marina Rossi dell’Irsml F-VG, e Annamaria Vinci piemontese dell’Università di Trieste.

Bibliografia della deportazione, noscenza di tutte le opere scritte da testimoni della con- di Teo Ducci centrazione, ma anche le ope- re narrative sul fenomeno complessivo della fenome- L’unica risposta nologia concentrazionaria nazista. Questa nuova Bibliografia è possibile l’unica risposta possibile al cosiddetto revisionismo ne- al revisionismo gazionista, che nulla ha di storico, perché non è nep- pure impegnato in un uso po- negazionista litico della storia, essendo soltanto funzione di una azio- Il testo della prefazione di Gianfranco Maris ne più generale, spregevol- mente rivolta a rilegittimare al volume che raccoglie le schede dei libri di po fa, sono state invase da soggetti che la storia, espun- ricerca e di memoria sulla deportazione. opere come Die Lüge von gendoli dalla stessa politica, Marzabotto, in un tempo in ha definitivamente collocato Nel corso dei secoli, dall’e- Siamo ormai lontani dai cri- cui non solo case editrici spe- nel crimine. poca ellenistica e romana, at- teri adottati nelle biblioteche cializzate, ma persino le ba- La presente Bibliografia, traverso il Medioevo, l’Uma- di Alessandria e di Pergamo, cheche delle Università ita- quando nessun testimone avrà nesimo, il Rinascimento, il dagli indici dei grandi mo- liane sono state invase da più voce per dire a questi re- Risorgimento sino ai giorni nasteri del Medioevo e an- lunghi elenchi di opere mi- visionisti negazionisti: nostri, l’indicazione, la de- che dai cataloghi di Aldo stificatorie, messe in circo- “Tu sei un mentitore, perché scrizione e la catolagazione Manunzio e da quelli del ‘600 lazione da una chiusa sotto- io ho visto le camere a gas delle opere di poesia e di pro- e del ‘700: siamo oggi nel cultura di destra, come La e i miei compagni gasati”, sa, di storia e di scienza, han- vivo di una insopprimibile menzogna di Ulisse, in un ripeterà a tutti i negazionisti no conosciuto forme sempre necessità di conoscere, in una tempo in cui, addirittura, pro- nei tempi futuri: più erudite, per arrivare, nei spasmodica ricerca di tutte fessori universitari hanno “Tu sei un mentitore, perché tempi più recenti, a forme le fonti di informazione pos- proposto e sostenuto tesi per- quelli che hanno scritto que- pragmatiche, finalisticamen- sibili per evitare le mistifi- ché venisse avvalorata la fal- sti libri sono stati testimoni te predisposte per soddisfa- cazioni. sità delle testimonianze in del crimine; essi hanno vi- re necessità di informazione In un tempo in cui le vetri- ordine all’esistenza delle ca- sto ciò che tu neghi”. più puntuale, più diffusa, più ne delle edicole nelle sta- mere a gas nei campi di ster- controllabile nei suoi ele- zioni ferroviarie della Ger- minio nazisti, non solo di- E così resterà aperta la via menti di verità. mania, sino a non molto tem- venta indispensabile la co- alla verità.

Tra martirio e Resistenza frontare i campi di concen- tramento pur di non venir meno ai loro principi. Il li- bro dimostra come essi non Triangoli viola furono semplici vittime ma veri e propri martiri e paci- per non abiurare fici oppositori dei regimi più totalitari di questo secolo. Dimostra come la loro de- Il volume è firmato da Matteo Pierro, nuncia delle atrocità naziste instancabile animatore del Centro rimase inascoltata e quale di documentazione sui Testimoni di Geova atteggiamento assunsero nel- e testimonia la persecuzione fascita e nazista lo stesso periodo le altre con- fessioni religiose. dei “Bibelforscher”. Il volume contiene anche il catalogo dei documenti e ■ Tra martirio e Resi- Il testo, dice l’autore, si pro- ti avrebbero potuto evitare delle testimonianze dispo- stenza, di Matteo Pierro. pone di non far cadere nel- l’Olocausto abiurando la pro- nibili presso il Centro di do- Editrice Actac 1997 (Co- l’oblìo il sacrificio di quan- pria fede ma preferirono af- cumentazione. mo). Pagine 96, lire 15.000 63 ULTIMA ORA La scomparsa di Franco Ferrante

Il magistrato di Ebensee

Franco Ferrante ha concluso il suo cammino affrontando la malattia dalla quale era stato aggredito con il coraggio, con la dignità, con la serenità che lo hanno accompagnato in tutte le difficoltà, anche le più tragiche, della sua vita. Un atteggiamento sicuramente espressione della sua cultura, della sua indole, del suo carattere, ma anche della educazione e della tradizione fami- gliare. Ancora studente, si rifiutò di iscriversi alla mili- zia universitaria e quando, dopo l'8 settembre 1943, la Repubblica Sociale Italiana, si apprestò a chiedere il giuramento di fedeltà dei giudici, insieme ad altri colleghi del Tribunale di Milano si oppose fieramente a prestarlo e promosse l'op- posizione diffusa degli altri giudici. I suoi sentimenti e la sua attività antifascista lo indicarono come bersaglio privilegiato del fasci- smo di Salò ed il 2 marzo 1944, nel quadro della grande repressione operaia per il grande sciope- é scomparso a Milano il 21 gennaio il compagno ro contro la guerra e contro l'occupazione nazista, Franco Ferrante, ex deportato a Reichenau, fu arrestato alle 2 del mattino e consegnato dai Mauthausen e Ebensee. fascisti al reparto tedesco del carcere di San Magistrato, stimato per l’impegno morale e civile Vittore, insieme agli avvocati Dragoni, Girola e De Martino. e per la sua altissima concezione della giustizia, Franco narra che in quel momento ripensò a Ferrante è stato salutato con una cerimonia civile Francesco Carnelutti, il quale diceva che un giu- nel cortile della sede nazionale dell’Aned, a Milano, dice, per divenire veramente perfetto, avrebbe alla quale hanno partecipato tra gli altri Umberto Loi, dovuto provare l'esperienza di almeno sei mesi di primo presidente della Corte d’Appello di Milano, reclusione in un carcere. "Da come si mettevano le cose Ð annota Franco Ð ritenni che, almeno da Francesco Saverio Borrelli, capo della Procura quel punto di vista, il corredo di esperienza della Repubblica e Livia Pomodoro, necessario per divenire un buon giudice, secondo presidente del tribunale dei minori. Pubblichiamo la teoria del mio maestro, si sarebbe completato". ampi stralci dell’estremo saluto di Gianfranco Maris. Da San Vittore a Bolzano, da Bolzano a Reichenau e da lì a Mauthausen. Il tratto più forte della personalità di Franco fu senz'altro la sua profonda coscienza del valore della solidarietà, che lo accompagnò sempre, nella sua vita. Appena andò in pensione manten- ne la promessa che aveva fatto all'Associazione degli ex deportati politici, alla sua associazione, portando la sua memoria viva nelle scuole. Nel 1996 andò a parlare ai ragazzi in ben 23 scuole di Milano e nelle biblioteche comunali di altri luoghi, come a Treviglio ed in Valle D'Aosta e soltanto nel 1997 l'aggressione della malattia lo indusse a rinunciare a questo impegno che gli era caro. I tuoi compagni ti dicono addio, Franco, e ti dicono che ti hanno voluto molto bene e che non ti dimenticheranno mai. Gianfranco Maris 64