10 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 L’INEDITO L’altro Un romanzo di cento parole on ricordava da quanto tempo erano Aveva cominciato a picchiarlo. SSS di CYNTHIA COLLU chiusi lì dentro. Un giorno si era A volte da fuori arrivavano voci ovattate. Poi Nritrovato in quel posto, e l’altro una scossa squarciò le pareti. L’altro dormiva. c’era già. Gli mise le mani al collo. Strinse forte. Una

Cynthia Collu, milanese, All’inizio non gli aveva prestato attenzione, breccia si aprì sopra di lui, una mano gli ha esordito con il pensava solo ad arraffare il cibo che gli veniva afferrò i piedini. Sentì qualcuno dire, È vivo! romanzo Una bambina sbagliata (Mondadori, dato. Poi lo spazio si era ristretto, l’altro era Poi, un’altra voce, stanca e dolce, E l’altro? 2009), Premio Berto diventato ingombrante. © RIPRODUZIONE RISERVATA Opera Prima

Marivaux e i capelli blu Capelli blu intravisti tra la folla fanno risuonare in Adele le parole della Vie de Marianne (1731- 1741) di Marivaux: «E andavo via con l’idea che Ciak, si legge al cuore mancasse qualche cosa e che non sapesse che cos’era». La macchina da presa Caratteri di Cecilia Bressanelli seguirà da vicino il tentativo di colmare quel vuoto. Dopo La schivata (2003), Kechiche torna al Narrativa, saggistica, poesia, classifiche drammaturgo e scrittore francese per raccontare i primi due capitoli di una vita che prosegue oltre { la storia narrata dal film: La vita di Adele.

Discussioni L’allarme parte da alcuni utenti del Forum del Papersera. E subito si scontrano antichisti e modernisti Il nuovo italiano di di ALESSANDRO TREVISANI

ffervescente, spumeggiante, iri- descente. Ludica, comica, iper- bolica. E fantasiosa, sussiegosa, soprattutto spiritosa. La lingua italiana di paperi e topi, negli 81 Eanni di vita di «Topolino», è così ricca di scelte e registri da permettere, a chi voles- se presentarla in poche parole, uno zam- pillare di aggettivi. Non ce ne vogliano gli autori del settimanale milanese, che da decenni infornano il grosso della produ- zione mondiale di fumetti Disney, se fac- ciamo il verso al più classico dei loro vezzi linguistici: quello sciorinare elenchi di epiteti stentorei per conto loro, ma buffis- simi tutti insieme. Basti qui citare, come esempio, una battuta di Paperino, scritta da per «Topolino» nel 1969: «Buazzz! Disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera!», dice il nipote, ar- rabbiatissimo, a zio Paperone. Oppure «Gioia, gaudio e tripudio!», esclamazioni familiari a chi ha letto le storie scritte da Rodolfo Cimino, incontestato campione dell’italiano «topolinesco» di 40-60 anni fa, inventore di mondi fantastici che par- lano lingue giocattolo. Ma ecco che l’eccellenza linguistica del- le storie nostrane di Topolino sarebbe ve- nuta meno, per il dilagare di un italiano spiccio e avvizzito. L’allarme lo lanciano alcuni utenti del Forum del Papersera, il sito degli appassionati di Topolino in Ita- lia, che conta «5 mila iscritti e una media di 25 mila visualizzazioni al giorno», co- me ricorda il direttore Paolo Castagno. Una volta trionfava la parodia dei classici, oggi di web e serie tv Aprendo la discussione intitolata «Ricor- diamo la lingua italiana dei maestri Di- sney!», Evroniano scrive: «Con le K e le X I fan rimpiangono il passato, gli studiosi si interrogano che prendono il controllo in quest’Italia ignorante di tronisti e veline, cerchiamo neggiatori della tradizione disneyana ac- moda». Pietrini, al contrario, in edicola no degli anni 50, che il “fellone” detto da di ricordare con piacere la bellezza della costano arcaismi a elementi dell’italiano vede un «Topolino» arricchito dalla linfa Zio Paperone non è il “fellone” letto nel- lingua italiana che gli artisti disneyani, colloquiale informale». Un gioco palese «dell’inglese, del digitale, della tv», men- l’Ariosto, ma è una presa in giro dell’ita- con la loro maestria, hanno cercato di tra- in alcune esclamazioni. «Me misero, me tre il «topolinesco» di 50 anni fa inventa- liano aulico che imbeveva il sussidiario mandarci». Rammarico raccolto da Bas- i tapino, me derelitto!»: Francesco Artiba- va se stesso usando «i soli due poli del come la tv di Stato». L’Inferno di Topolino sotto: «Le storie Disney avevano un lin- ni, prolifico sceneggiatore disneyano, ri- dialetto e dell’italiano letterario». (1949), testi di Martina, disegni di Angelo guaggio ben più ricco e articolato di quel- Bibliografia corda un esempio classico, e parla di «te- Matteo Stefanelli, ricercatore della Cat- Bioletto, fu la prima delle «grandi paro- le odierne». Sul tema, si veda il libro Parola atralità che si travasa in “Topolino” dalla tolica di Milano e direttore di www.fu- die»: qui un diavolo mette in moto l’affet- A questo punto il caso c’è tutto, e la po- di papero (Franco Cesati Ed., Commedia dell’arte». mettologica.it, riassume così la questio- tatrice, le cui «palette» fanno a fettine il lemica divampa tra «passatisti» e «mo- pp. 416, € 30) di Daniela Ma quell’italiano pirotecnico si è impo- ne: «La lingua dei maestri Disney era mol- naso di Pippo. «Martina — commenta dernisti». C’è chi rievoca un vocabolario Pietrini, e sulla lingua non verito, nel «Topolino» di oggi? «No — ri- to più ricca del “Topolino” di oggi. Ma sa- Stefanelli — scrive tutto il fumetto in ter- fatto di «gaglioffo», «turlupinato», «tan- letteraria L’italiano nascosto di sponde Artibani — ma non ha più senso, rebbe un formidabile errore prospettico zine dantesche, e ci infila dentro termini ghero», «nequizia» e «cianciando», men- Enrico Testa (Einaudi, pp. VIII - oggi, usare formule proprie di altri autori, dire che “Topolino” si pose a baluardo del quotidiano: è questa la partita che ha tre l’utente Joe Carioca rintuzza i nostalgi- 328, € 20). Di usi e abusi pittoreschi e ricercati». , della lingua più classica». Come mai? giocato “Topolino” nella storia della no- ci citando una recente storia di Corrado linguistici si occupa Anche classe 1933, scrisse la sua prima storia Di- «Perché i coltissimi fumettisti disneyani stra lingua, una penetrazione continua Mastantuono, cui riconosce una «ampia meno. Viaggio nell’italiano low sney nel 1954: «Il mio italiano macchero- sfottevano e insieme omaggiavano la tra- dell’italiano parlato dentro la tradizione». gamma di variazioni verbali, come «gin- cost, di Stefano Bartezzaghi nico — rivendica — fu saccheggiato da dizione scolastica: è palese, per il bambi- Insomma, gli utenti del Papersera sem- gillarsi, gongolare, trafugare, sbraitare». (Mondadori, pp. 208, € 17); Monicelli, che infarcì L’armata Brancale- brano scambiare per voglia di tradizione Insomma, classicisti di qua, modernisti di sulla molteplicità dei linguaggi one con i dialoghi del mio Paperino il Pa- quella che era una presa in giro della lin- là. A chi dobbiamo dar retta? Una cosa è settoriali è Italiani scritti di ladino (1960, disegni di , SSS gua scolastica. Invece «Topolino» avreb- certa: la questione è da tempo di quelle Luca Serianni (Il Mulino, pp. ndr)». Chendi, entrando nella famiglia di be lavorato da avanguardia «democrati- serie, al punto che Daniela Pietrini, do- 229, € 19), mentre Carla «Topolino», si mette nel solco di Guido Confronti ca», infilando, come un cavallo di Troia, cente di Linguistica italiana all’Università Marcato scrive de I gerghi Martina, autore coltissimo e prolifico (ol- Carlo Chendi: «Oggi vedo un l’italiano delle «palette» nella poesia dan- Ruprecht-Karl di Heidelberg, ci ha scritto italiani (Il Mulino, pp. 187, € tre duemila sceneggiature). «I nostri pa- tesca. Soltanto che, guardandolo oggi, un libro, Parola di papero (Franco Cesati 17), e la varietà linguistica è peri, però — chiosa Chendi — oltre a fare compiacimento artificioso quello sfottò appare una lezione di italia- Editore, 2009). «La chiave del discorso è indagata da Andrea Camilleri il verso ai classici, parlavano anche il lin- nel seguire le mode». no… «Non solo — prosegue Stefanelli — l’espressività del linguaggio “topoline- e Tullio De Mauro in La lingua guaggio della mia generazione. Oggi, in- oggi “Topolino” parla una lingua più con- sco”», dice Pietrini a «la Lettura», il che batte dove il dente duole vece, vedo un compiacimento artificioso Daniela Pietrini: «No, inglese formista rispetto al suo contesto: accanto produce un «corto circuito ludico: gli sce- (Laterza, pp. 125, € 14) nel modo in cui si sfoggiano parole alla e internet portano ricchezza» al “fantastiliardo” ecco le parole mutuate DOMENICA 2 FEBBRAIO 2014 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 11 Anniversari Nasceva nel 1964 la bambina pestifera dell’argentino Quino Il mondo visto dai più piccoli fu una lezione disarmante per gli adulti Guevarista, no global e (molto) delusa Il manicomio sferico di Mafalda

di GIULIO GIORELLO © 1964, JOAQUÍN S. LAVADO (QUINO)/CAMINITO S.A.S. AGENZIA LETTERARIA

h, Mafalda! Che bella della contestazione, anche nell’America La- le malignità. La sua Mafalda passerà anni a culla hai fatto alla tua tina. «sciogliere il dilemma di chi è buono e chi è bambola!». E lei, quasi Non meno tormentata è la vicenda del cattivo su questa Terra», fino alla sospen- seccata: «Non essere suo autore. Nato a Mendoza nel 1932 da im- sione delle strisce il 25 luglio 1973, «senten- ignorante, mamma! È i migrati andalusi, doveva presto fare i conti dosi l’autore a corto d’idee». Dichiarazione «Oun divano da psicoanalista». Poi, messa a — prima di Mafalda — con i mali del nostro che va presa con cautela, visto che negli an- letto, così la piccola si rivolge all’altro geni- Globo. Come racconta in una breve nota au- ni successivi Quino, messosi a viaggiare per tore: «Papà… non posso dormire». E il pa- tobiografica, «all’età di quattro anni, nel il mondo e prediligendo varie città euro- dre: «Cosa fai qui? Torna a letto e conta le 1936, il piccolo Quino scopre che sono sal- pee, tra cui la nostra Milano (ove lui e la mo- pecore!». Mafalda: «Ma sei matto? Ho dato tati fuori degli spagnoli cattivissimi, che glie Alicia sono rimasti per sei anni), non una guardatina, e ce ne saranno circa sette- stanno uccidendo gli spagnoli buoni. Tede- smette di escogitare nuove vignette: «Dopo mila». Si tratti di complessi freudiani o di schi, italiani, preti e suore… stanno dalla aver creato Mafalda, nipote di Che Guevara grandi numeri, la logica di questa bimba ar- parte degli spagnoli cattivi». Tre anni dopo, e mamma dei No Global, Quino è apparso gentina rovescia gli stereotipi di cui è intes- «i cattivi hanno vinto» e le speranze sono sempre più degno allievo di Borges», nota- suto il mondo degli adulti. Le sue sono tipi- tutte nel Nuovo Mondo. Salvo che, finito il va, in una bella intervista («Corriere della che «domande dei bambini», come le chia- secondo conflitto mondiale e delineatasi la Sera», 16 gennaio 2004), un estimatore dei mava il regista Wim Wenders, quelle stesse guerra fredda tra Urss e Usa, Quino impara fumetti come Cesare Medail (se mi è lecito che, sbriciolando le facili sicurezze del con- «che italiani e tedeschi non sono poi tanto aggiungere, per me maestro e amico). formismo, finiscono per riportarci alla no- cattivi», mentre quelli che un tempo gli ap- Mafalda oggi all’anagrafe sarebbe una si- stra umana fragilità. In un piccolo monolo- Quino (Mendoza, 17 luglio 1932) parivano buoni possono peccare di notevo- gnora cinquantenne, forse dimentica dei go, degno quasi di Amle- suoi giovanili «eroici furori». Ma più proba- to, sempre lei dichiara di bilmente, ci fa sospettare Quino, potrebbe volersi congratulare con i essere una desaparecida all’epoca della cri- Paesi che guidano la po- minale dittatura di Jorge Rafael Videla e dei litica mondiale, ma subi- suoi complici. Comunque, in una occasio- to dopo aggiunge di spe- nale «cartolina», Quino la ritrae ancora una rare che un giorno ci sia- volta di fronte al mappamondo, simbolo no davvero i motivi per del nostro Globo, che contiene tanta soffe- Qui sopra, dall’alto: «Paperino e il campione farlo! renza, oggi come ieri, anche se cambiano dei super-piuma», 1970 (testi di Guido Mafalda «la contesta- modi e forme del dispotismo. E lei stessa Martina, disegni di ); taria» — come è stata non esita a porsi domande borgesiane: «Sa- «Paperinik il diabolico vendicatore», 1969 chiamata (il cognome rà stato Dio a brevettare questa idea del ma- (testi di Guido Martina, disegni di Giovan non importa) — ama la nicomio sferico?».

Battista Carpi); «Zio Paperone e il ballo in democrazia, la pace, i di- © RIPRODUZIONE RISERVATA maschera», 1962 (testi di Attilio Mazzanti, ritti umani, in particolare disegni di Pier Lorenzo De Vita); «Paperino quelli dei bambini; odia la minestra, sim- Le origini Don Chisciotte», 1956 (testi di Guido bolo del dispotismo casalingo, e — senza Miguel Brascó, disegnatore Martina, disegni di Pier Lorenzo De Vita). A alcuna esitazione — le armi e la guerra. E umoristico e scrittore, a sinistra: «L’Inferno di Topolino», 1949 (testi poi, della cultura della Gran Bretagna, il Pa- proposito della nascita di di Guido Martina, disegni di Angelo Bioletto) ese tradizionalmente «nemico» (occupa le Mafalda ebbe a dire: «Un isole Malvinas, che gli inglesi chiamano giorno mi chiamano da Falkland), salva i Beatles e detesta l’inossi- un’agenzia di pubblicità, la dabile James Bond. Agens, e mi chiedono un Mafalda è stata concepita da Joaquín Sal- disegnatore per creare una vador Lavado Tejón. Un nome «sonoro», striscia comica all’interno già dalla nascita sostituito da un ben più della promozione di una semplice Quino, per distinguerlo da uno linea di elettrodomestici zio omonimo, pittore e disegnatore pubbli- della ditta Siam Di Tella che dai nuovi media, da una società che tut- citario. Da cui avrebbe ereditato, peraltro, il sarebbe uscita sul mercato t’intorno, con le radio e le tv private, poi gusto per la battuta e il piacere del disegno. con il nome Mansfield. Ho nel web, si è trasformata. “Topolino” oggi Aveva esordito nel campo dello humour detto a Quino: tu sei la parla la lingua degli italiani, ma ha sem- grafico nel 1954. Del 1963 è il suo primo li- persona adatta. Poi gli ho pre lavorato per questo: per far leggere ai bro umoristico Mundo Quino (il titolo rie- suggerito di immaginare suoi lettori una lingua viva, in un mondo cheggia ironicamente quello del film docu- un fumetto in cui si di paperi e topi antropomorfi che 50 anni mentario italiano Mondo cane di Gualtiero combinassero i Peanuts con fa parlavano come Torquato Tasso, ma in- Jacopetti e Franco Prosperi). Nello stesso Blondie e Dagoberto». tanto dicevano “strippato” e “porcaloca”». anno concepisce la sua bambina terribile, Quino immagina una Per Luca Boschi, fumettista e curatore inizialmente per pubblicizzare una marca famiglia tipo del ceto medio di collane e testate Disney, «gli autori di di elettrodomestici, la Mansfield, il cui logo e, rispettando un’esigenza oggi inseguono il ritmo battutistico delle conteneva una M e una A, da cui appunto posta dall’agenzia, cerca sitcom, e alcuni, come Fausto Vitaliano, Mafalda, che non si stanca mai di lottare un nome per una bambina arrivano a coniare una gag a vignetta». In- per un mondo migliore (anche se troppo che inizi con la lettera M somma, la lingua in «Topolino» gioca og- spesso «qualche deficiente ha smarrito i (come gli elettrodomestici). gi altri giochi, fa ridere con altri elementi, progetti»!). Agens Publicidad propone mutuati da altri contesti (tv satellitari, se- Anche quell’idea non sarebbe andata in l’operazione al quotidiano rie americane), che prima non esistevano. porto: restarono a Quino alcune strisce, che «Clarín», ma all’ultimo non Insomma, «Topolino» ha parodiato per dovevano poi (1964) dare origine al fumetto si giunge a un accordo. decenni la lingua letteraria, avvertendola inizialmente pubblicato sul supplemento Allora Quino porta alcune come mamma e matrigna insieme. Ma umoristico della rivista «Leoplán». Poco strisce già realizzate (in alto) Mafalda sarà festeggiata ora che quel «regno» è venuto giù, la sua dopo Mafalda, la sua famiglia e i suoi amici allo stesso Brasco, che dirige con una mostra lingua si è riempita della parodia di nuovi dovevano traslocare al settimanale «Prime- in quel periodo «Gregorio», itinerante che farà tappa linguaggi, con espressioni come «top car ra Plana» di Buenos Aires. E l’anno succes- supplemento umoristico alla Fiera del libro élite versione exclusive» (citiamo dall’ul- sivo era la volta del quotidiano «El Mundo», della rivista «Leoplán», sul per ragazzi di Bologna timo numero). Il gioco continua, lo sfottò fino alla chiusura di quel foglio nel dicem- quale ne pubblica tre. In a marzo; al Salone del prende altre direzioni. E non è detto che bre 1967. Il 2 giugno 1968, infine, le strisce nessuna delle tre compare Libro di Torino a maggio; sia un male. di Quino dovevano riapparire sul settima- Mafalda; ma la bambina e al Festivaletteratura di

© RIPRODUZIONE RISERVATA nale «Siete Días». Erano appunto gli anni pestifera è già lì Mantova in settembre