DIGICULT

Digital Art, Design & Culture

Fondatore e Direttore: Marco Mancuso

Comitato consultivo: Marco Mancuso, Lucrezia Cippitelli, Claudia D'Alonzo

Editore: Associazione Culturale Digicult Largo Murani 4, 20133 Milan (Italy) http://www.digicult.it Testata Editoriale registrata presso il Tribunale di Milano, numero N°240 of 10/04/06. ISSN Code: 2037-2256

Licenze: Creative Commons Attribuzione-NonCommerciale-NoDerivati - Creative Commons 2.5 Italy (CC BY-NC-ND 2.5)

Stampato e distribuito tramite Peecho

Sviluppo ePub e Pdf: Loretta Borrelli

Cover design: Eva Scaini INDICE

Marco Mancuso Furtherfield.org: Coding Cultures – Part 1 ...... 3

Barbara Sansone The Influencers, Il Festival Della Sovversione ...... 10

Loretta Borrelli Aha Pre-camp: Dal Reale Al Virtuale E Ritorno ...... 14

Cristiano Poian Una Lettura Benjaminiana Della Software Art ...... 17

Monica Ponzini Diva: Digital Video Art Fair ...... 27

Giuseppe Cordaro Fabio Orsi Tra Sperimentazioni E Melodie ...... 32

Alessandro Massobrio Macchina , A Live Experience ...... 36

Bertram Niessen La Qualita’ Dello Spazio Per Pablo Valbuena ...... 40

Silvia Bianchi Play & Lafoxe: Cinema En Directo ...... 44

Luigi Pagliarini The Super Avatars ...... 50

Gigi Ghezzi Se Non Esistessero I Bisogni Tecnologici… ...... 57 Teresa De Feo Marcos Novak: Il Futuro E’ ...... 60

Silvia Scaravaggi La Vulnerabilita’ Video Di Tina Gonsalves ...... 64

Annamaria Monteverdi Il Theatre Du Soleil Per Guidare La Gente ...... 76

Massimo Schiavoni Il Teatro Che Verra’ ...... 81

Luca Barbeni Bruce Sterling: Beyond The Bits ...... 90

Alessio Chierico Eternita’ Presente: Il Sogno Di Comandare Aion ...... 95 Furtherfield.org: Coding Cultures – Part 1

Marco Mancuso

ha a mio avviso troppo bisogno di presentazioni: considerabile esso stesso come un lavoro artistico di networking, ha allargato negli anni i suoi orizzonti e i suoi progetti, fornendo una serie di piattaforme in Rete per la condivisione artistica e lo scambio di cultura e di idee.

L’idea di un articolo su Furtherfield.org mi stuzzicava da tempo, ma come scriverlo in maniera completa senza Questo articolo, costituisce la prima riuscire a fare due chiacchiere con parte di un progetto più ampio, che Marc (Garret) e Ruth (Catlow), suoi vedrà la sua conclusione nel prossimo principali rappresentanti e promotori? numero di Digimag di Maggio. Confrontandomi proprio con loro è Come fondatore e direttore di nata quindi l’idea di questo speciale: Digicult, sono intrinsecamente due puntate, questa prima in cui Marc interessato ai progetti artistici che e Ruth pubblicano un loro testo sulla rete lavorano seguendo ideologico che mi sono preoccupato dinamiche di networking, di tradurre e interpretare al meglio, e tendenzialmente indipendenti, basati una successiva seconda in cui su una reale filosofia “do it yourself”, risponderanno alla mia lunga senza aiuti istituzionali, senza intervista. investimenti alla base, in realtà Perché alla fine risulti chiaro (a chi li culturali e sociali particolari e in conosce e a chi no) la loro storia, la costante movimento. Uno dei loro attitudine, le loro idee e loro principali punti di riferimento in rete filosofia di fare arte, cultura e vita. per questo tipo di progetti è Buona lettura . sicuramente Furtherfield.org, che non

3 it yourself with others). In questo approccio, i nodi sono connessi e collaborano, creando le proprie strutture e utilizzando i network digitali e gli ambienti fisici condivisi, facendo un arte che è sia fatta che distribuita attraverso il network.

Come gruppo artistico, Furtherfield è diventata progressivamente sempre

. più interessata alk valore culturale delle visioni sviluppate in modo Di Ruth Catlow e Marc Garret collaborativi, opposte alla supremazia della visione del genio artistico La comunità di Furtherfield utilizza i individuale. Questo interessa ha media connessi per creare, esplorare, portato Furtherfield a sviluppare e promuovere l’arte che si verifica artwares (piattaforme software per quando si creano connessioni e si generare arte), che si basano, per condivide conoscenza, attraverso i creare significati, sull’atteggiamento confini delle istituzioni dell’arte creativo e collaborativo dei suoi stessi tradizionale e i loro mercati, nei utenti. Per spiegare e concretizzare progetti attivisti e artistici dal basso e questa attitudine, Furtherfield ha nelle comunità di sviluppatori creato quindi FurtherStudio, residenza software. Questo è uno spettro che online per artisti, e VisitorStudio, spazia dai creatori più strutturati di piattaforma per collaborazioni media art ai piccoli collettivi di multimediali online. Lavori quindi, specialisti, fino a progetti che creati e distribuiti in tempo reale criticano e modificano le strutture tramite la Rete. ieratiche dominanti come parte del loro processo artistico.

Questo testo vuole quindi fornire una breve retrospettiva di come Furtherfield, community e organizzazione no-profit, estanda la sua natura DIY, tipica di alcuni primi progetti di net art e tactical media, fino agli approcci più collaborativi che Furtherfield stessa chiama DIWO (Do

4 . Contro questo scenario, il primo sito di Furtherfield venne creato nel 1996. Una breve storia di Furtherfield-Come Ospitava ai tempi una piccola e perchè è nata. collezione di lavori artistici e piccole recensioni. La motivazione principale Dai primi anni Ottanta e all’inizio degli era quella di condividere l’entusiasmo anni Novanta, la cultura artistica nel per un particolare lavoro artistico con Regno Unito fu rapita dalle strategie un pubblico più ampio di quello che si di mercato di Saatchi and Saatchi, una poteva raggiungere negli spazi potenza nel mondo della pubblicità. galleristici di Londra. Il sito fu La stessa compagnia è stata inizialmente ospitato da Backspace responsabile per l’elezione del partito (1996-1999), uno spazio di produzione Conservatore (e della loro cultura) che informale vicino al Tamigi e al London ha portato all’elezione di Margaret Bridge. Il cyberlounge di Backspace Thatcher nel 1979. Saatchi and Saatchi era aperto a persone di tutti i livelli di promosse lavori artistici provenienti competenza tecnica, e incoraggiava la dalle proprie gallerie, sotto il brand condivisione di idée e di risorse populista di BritArt. Applicando le loro tecnologiche, sia nello spazio fisico tecniche di marketing e il loro potere che su Internet in tutto il mondo. Esso corporate, la compagnia sviluppò un agiva anche location per eventi e piano parallelo all’interno della sciena mini-conferenze, con una coscienza artistica britannica, creando un elite di DIY: la sfida non detta dei suoi artisti che sposarono una certa membri, era quella di creare qualcosa “commodification” delle loro di alternativo alla cultura commerciale personalità, a fianco di una totale dominante su Internet. Proveniva depoliticizzazione dei loro lavori. Il dall’esperienza e coinvolgimento dei dominio della BritArt degi anni suoi membri nelle radio e nelle Novanta in Inghilterra, del suo mondo televisioni pirata, nei bollettini digitali fatto di gallerie, mercato e stampa, e nell’uso delle strade come superfici con un numero molto basso di artisti e piattaforme per l’arte. Era connesso di altro profilo, ha totalmente con il lavoro di gruppi come I/O/D, destabilizzato la maggioranza degli Irational, Mongrel e Mute magazine, artisti. Essa provocò un degrado del per hackerare la cultura quotidiana discorso artistico, alimentando utilizzando piattaforme di un’attitudine competitiva e divisoria comunicazione pubblica per creare tra gli artisti, in opposizione alla lavori artisti e pubblicazioni creazione di piattaforme pubbliche indipendenti. I primi lavori presentati per la rappresentazione e la pratica quindi nelle prime release di dei loro lavori.

5 Furtherfield, hanno dato origine a un sviluppato una galleria per la dialogo vitale e incoraggiante tra networked media art a North London artisti attorno al mondo, inclusi gli chiamata HTTP e ha ricevuto fondi utenti di liste come Syndicate e regolati dal Arts Council of England Rhizome, dedicate alla discussione allo scopo di consolidare e sviluppare sulla cultura di fare rete. la sostenibilità delle sue attività.

In anni recenti, Furtherfield ha partecipato o iniziato progetti collaborativi che sperimentano e sviluppano lavori artistici, strumenti e strutture di cooperazione. Inventati o adattati dagli artisti stessi, da attivisti e tecnologi di ogni tipo, molti dei quali sono legati all’idea di scambio sociale attraverso la loro pratica artistica, connessi in modo specifico alla libertà, . all’apertura e alla democratizzazione dei media e della tecnologia. Uno di The Furtherfield Neighbourhood – Do questi progetti è il NODE.London It With Others (DIWO) Season of Media Arts A Londra, Dopo dieci anni, la comunità di organizzato da un gruppo di volontari. Furtherfield, si è estesa fino a 400 Nel Marzo del 2006, 150 progetti di collaboratori attivi e un pubblico di media art sono stati esposti in 40 lettori di oltre 16.000 persone in tutto locations a Londra, così come online, il mondo. Le sue attività e progetti nella forma di esibizioni, installazioni, sono cresciuti come scopi e software, eventi partecipatori, ambizioni: le sue attività principali di performance. recensione, critica e discussione sono Per molti comunque, la prima state sostenute e guidate dalla ricerca necessità è verso la community e dall’energia del team di Furtherfield, stessa, allo scopo che ognuno possa e dai suoi diversi gruppi di utenti a “interagire, condividere, conversare e livello internazionale, in genere su giocare con chiunque altro”. base volontaria. Specifici progetti che FurtherStudio, un progetto di hanno facilitato la collaborazione tra residenze di net art online e in tempo programmatori, artisti e artisti- reale, venne quindi lanciato nel programmatori, hanno ricevuto fond Settembre del 2003. Il progetto venne pubblici. Dal 2004, Furtherfield ha ispirato da una conversazione con la

6 net artista inglese Jess Loseby. Lei artistici, creando uno speciale spazio parlava della sua difficoltà, come sociale online dove essi stesso madre di tre figli, che viveva in un’area potessero sperimentare e imparare a rurale, di accedere alle risorse e a un vicenda utilizzando un semplice tool dialogo critico con altri artisti e di mixaggio audiovisivo. Visitata accademici, attraverso il solito giro presto da artisti, video artisti e delle conferenze e delle residenze. musicisti, la piattaforma forniva uno The FurtherStudio web facility nacque spazio creativo informale, che per offrire una finestra pubblica sul supportava l’insegnamento e la dektop degli artisti: le residenze condivisione tra utenti esperti e nuovi diravano per 3 mesi, periodo in cui gli arrivati, agendo come “un contenitore, artisti potevano lavorare dai loro studi connettore e nodo per artisti e o da casa, creando lavori che performers con il desiderio di unirsi incorporassero e rispondessero ai virtualmente in una jam session contributi dei visitatori. La chat e il online”. forum critico, consentivano agli artisti, ai critici e ai visitatori stessi di Per mezzo quindi di VisitorsStudio, discutere infatti del lavoro fatto dagli l’arte viene create e distribuita tramite artisti, in una serie di interviste e Internet in tempo reale da tantissimi dibattiti critici accessibili globalmente. partecipanti, connessi nello stesso momento, in grado di mixare e remigare files multimediali che loro stessi hanno creato o trovato in Rete e uploadato su un database comune e condiviso. Così come, in alternativa, i partecipanti possono manipolare e remigare file che sono stati uploadati sul database da altri utenti.

VisitorsStudio si colloca quindi nel territorio artistico della real-time art,

. della software art, della net art e della espressione partecipativa e VisitorsStudio , creato parallelamente collaborativa della cultura al FurtherStudio, venne creato quindi contemporanea e del remix digitale. come uno spazio di break-out per i Lo spostamento del tardo ventesimo visitatori di queste stesse residenze secolo verso la cultura online. L’idea era quella di dare ai dell’immateriale, e l’esplosione della visitatori una visione di molti processi cultura del copiare, duplicare e

7 ridistribuire artefatti culturali, significa di tematiche umane, politiche e che questo tipo di cultura è oggi globali: proiettando quindi anche aperta all’influenza di VisitorsStudio in spazi pubblici, questi produttori culturali non eventi possono connettere comunità “professionali”. Il processo è di persone attorno al mondo. Un buon ulteriormente accelerato esempio di ciò è la dall’adozione popolare, DissensionConvention ?A prevalentemente nel ragazzi dai 16 ai Transatlantic Multimedia Protest Jam, 25 anni, di spazi commerciali (ma che coincise on la Convenzione liberi) in Rete come Flickr, MySpace e Repubblicana a New York nel 2004. YouTube, che supportano la Oltre 20 artisti internazionali crearono condivisione di massa di file un boradcast lungo cinque giorni di multimediali. “polemica artistica collaborativi focalizzata su come Bush e i Repubblicani influenzassero negativamente ogni tipo di localismo attorno al mondo”. Il jam di protesta venne proiettato al RNC NODE presso la Postmasters Gallery e in alcuni bar e caffè di New York, e attrasse migliaia di utenti su Internet

Furtherfield sta attualmente lavorando sul progetto Furthernoise, . per sviluppare un programma di workshops chiamato CoMix, in cui Sono inoltre stati organizzati eventi giovani provenienti da Londra e Bristol più ampi, che possono essere riassunti possano collaborare con altri giovani in due categorie principali. La prima è del Bronx, New York, facendo collage lo showcase, dove quindi artisti e mixando file audio-video e conosciuti e musicisti collaborano allo preparando quindi delle performance scopo di creare atmosfere sofisticate, dal vivo tutti insieme. Un nuovo come nel caso della serie Month of database sarà quindi creato a questo Sundays organizzata dal gruppo di scopo, la prima nuova installazione del Furtherfield di base a Bristol. Il VisitorsStudio ad essere dedicata a secondo è il focus sulla condivisione specifici gruppi di utenti.

8 commerciali per visioni collaborative autorevoli e variegate, che includano l’utilizzo della tecnologia. Perché se non prendiamo il controllo di questi strumenti e dei media, e quindi non facciamo uno sforzo per rafforzare noi stessi e le communities che vogliamo valorizzare, potrebbero arrivare altri e farlo per noi .

.

DIWO significa quindi esplorare il http://www.furtherfield.org/ potenziale del condividere visioni e http://www.http.uk.net/docs/exhib1 risorse, attraverso la collaborazione e 2/exhibitions12.shtml negoziazione tramite network fisici e privati, mantenendo in questo una http://blog.furtherfield.org/ coscienza critica. Noi siamo http://blog.visitorsstudio.org/ consapevoli che in questa trattazione non abbiamo sottolineato le difficoltà http://www.furthernoise.org/ che fronteggiamo nel sostenere le nostre attività. Al contrario, vogliamo http://www.furtherstudio.org/online condividere la nostra conoscenza, che / arriva dalle nostre esperienze, sull’importanza di creare spazi non http://www.netbehaviour.org/

9 The Influencers, Il Festival Della Sovversione

Barbara Sansone

mutazione della cultura popolare globale e di usi aberranti delle tecnologie digitali”, in realtà rappresenta un momento di sollievo dagli abusi tecnologici ancora troppo di moda nell’ambito delle manifestazioni artistiche, per restituire dignità e importanza all’idea e alla dimensione sociale a servizio della quale (o contro la quale, spesso facendosene beffe) i bizzarri Ci sono molte ragioni per cui il festival personaggi invitati nel corso della The Influencers si distingue da quanto varie edizioni inventano le loro forme propone la scena culturale di espressive. Barcellona. Un altro ancora è che propone uno Uno è che si tratta di un festival sguardo ampio e attento su quanto variegato e originale, da cui non si sa accade nella scena mondiale, cosa cosa aspettarsi, anche se si può essere che spesso da queste parti non sicuri di divertirsi e di percepire una accade, se non a titolo di espediente profonda coerenza, data l’estrema per giustificare e contestualizzare la cura con cui è pensato e organizzato. tendenza a puntare un po’ troppo i Un festival che raccoglie personaggi riflettori sulle realtà locali, non senza dispettosi, curiosi, anticonformisti, una certa vena politica. spiritosi, sovversivi, indagatori, ironici, rivoluzionari e chi più ne ha più ne metta. Dei veri ” hacker ” della vita, dell’arte, della comunicazione.

Un altro è che, pur proponendosi come “un incontro dedicato a progetti indipendenti di sovversione comunicativa, di esplorazione e

10 . Stiamo parlando di Eva e Franco Mattes (nomi che forse possono Forse sarà perché le menti che stanno essere più eloquenti se sommati nella dietro in festival The Influencers in formula 0100101110101101.org) e di realtà sono italiane. Probabilmente in Bani (investigatore e designer attento un’epoca storica in cui la cultura si e appassionato, forte delle esperienze può definire “globalizzata” fatte in Italia, Spagna e Venezuela). (nell’accezione positiva del termine, nel senso dato dalle meravigliose I tre cominciarono a collaborare nel possibilità di comunicazione e 2000 con Digital Is Not Analog , un collaborazione su scala mondiale date festival sulla net art e la cultura della dalle nuove tecnologie) non ha senso Rete che si svolse in tre edizioni in etichettare un evento in base alla Italia (due a Bologna e una a nazionalità dei loro ideatori, tanto più Campobasso) prima di essere quando sono ormai integrati in un esportato a BarcelLona dove, accolto altro paese, ma mi si conceda la dal CCCB , è diventato l’attuale The licenza. Influencers , giunto quest’anno alla quarta edizione.

11 ideologica ( Laibach ) alle azioni antibelliche o pseudoieratiche di un gruppo di artisti che lavorano a stretto contatto con il territorio ( Alterazioni Video )

E se qualcuno non conosceva The Influencers e gli è venuta voglia di vedere qualcosa, in attesa della prossima edizione, può intrattenersi

. con la ricca documentazione di contenuti negli archivi on-line del sito Forzarlo dentro qualche categoria ufficiale del festival. Della maggior sarebbe quasi impossibile e parte degli interventi è possibile probabilmente una delegittimazione. vedere la registrazione video Nei tre giorni del festival (28 e 29 direttamente nel sito, per poi febbraio, 1º marzo) si è visto di tutto: proseguire con eventuali da personaggi di videogiochi che approfondimenti ed esplorazioni con prendevano coscienza della loro l’aiuto di Google e di YouTube. esistenza fittizia e pilotata e tentavano la ribellione (” Machinima del Absurdo “) a ostinati suicidi virtuali ( Brody Condon ); da un artista inventato che ha esposto ufficialmente al festival di San Paolo del Brasile ( ) a scuole per mendicanti e svenimenti contagiosi durante le trasmissioni televisive ( Alan Abel ); da un architetto che opera al limite dell’abusivismo, salvandosi sempre con la sua seconda . personalità di artista ( Santi Cirugeda ) Collegato al festival si è svolto anche a un professore che cerca di un workshop di tre giorni con smascherare i segreti celati dal Alterazioni Video , presso gli spazi governo degli Stati Uniti nel deserto dell’ Hangar . Si è trattato di un del Nevada ( Trevor Paglen ); da un interessante brainstorming su un loro gruppo rock che si è impossessato dei progetto in corso, ” Incompiuto mezzi di diffusione della cultura siciliano “, un tentativo di popolare per condurre la sua battaglia

12 interpretazione, accettazione e produzione di articoli e dossier. Un assimilazione del fenomeno delle progetto che, coerentemente con il opere pubbliche lasciate incompiute suo oggetto, è cominciato senza in Italia traducendolo in uno stile sapere bene dove andrà a finire… architettonico della nostra contemporaneità. Il risultato del workshop è stata la stesura della http://theinfluencers.org/ versione 1.0 del decalogo dell’Incompiuto siciliano. Il progetto http://www.d-i-n-a.net/ proseguirà con mostre, azioni di promozione turistica, ulteriori indagini http://www.cccb.org/ e contatti con politici locali, http://www.hangar.org/

13 Aha Pre-camp: Dal Reale Al Virtuale E Ritorno

Loretta Borrelli

sia il suo senso il suo scopo e la sua visione”, anche solo per evitare che networking diventi “un’altra frase vuota e prostituita come multiculturalismo, tolleranza, democrazia o società aperta”.

Ufficialmente l’incontro è finalizzato alll’organizzazione di un AHA Camp (termine derivato dall’ ironica rivisitazione dei barcamp), una “non- conferenza” sul modello degli Sottrarre le dinamiche di networking hackmeeting, ma orientato alla delle sfere virtuali e riversarle, anche sperimentazione e alla condivisione di solo per un giorno, nella concretezza percorsi e progetti legati ad arte, dello spazio reale, permette di hacking ed attivismo. Al di là del contestualizzare e di circoscrivere al dichiarato intento organizzativo, la meglio idee e concetti nello spazio giornata rivela da subito la voglia di della comunicazione dei corpi. intraprendere nuove modalità di Questa esigenza è stata sentita anche organizzazione e di autogestione del dagli iscritti alla mailing list del network. In questa direzione le progetto AHA (Activism-Hackin- proposte discusse sono diverse, dal -) che si sono dati più generico desiderio di appuntamento a Torino nella sperimentare nuovi strumenti piacevole cornice dello Share Festival, collaborativi (uno pseudo-blog come per discutere e riflettere di attivismo piattaforma intermediale artistico, politico e tecnologico a partecipativa e un wiki di cinque anni di distanza dalla nascita coordinamento in vista del Camp) a della lista. D’altro canto, come afferma proposte finalizzate a conoscere e far Aleksander Gubas, “una mailing list crescere le nuove scene sotterranee deve continuamente chiedersi quale dell’ in italia.

14 L’imbarazzo delle controculture digitali è del resto innegabile di fronte al successo e alla diffusione pervasiva delle nuove piattaforme corporate (Google, Yahoo, Microsoft), così come è altrettanto evidente che stentano a nascere proposte alternative, indipendenti e pro-positive. Ed è su questo punto che l’ahaCamp si vuole innestare, presentando una . piattaforma operativa di proposte progettuali, di workshop spontanei e La scelta formale del modello di di oper/azioni artivistiche. organizzazione si intreccia quindi, non Significativa infine la scelta della a caso, con un altro dei temi caldi location per il Camp, che si terrà a fine affrontati nel corso della giornata, Settembre presso i magazzini del ovvero l’impatto del cosiddetto web S.A.L.E. di Venezia, città simbolo della 2.0 sulle scene digitali e negli produzione artistica su cui tessere una ambienti dell’attivismo tecnologico. critica costruttiva ai luoghi sacri La discussione quI si anima e a chi dell’Arte ufficiale . propone di affiancare alla tradizionale mailing list i nuovi strumenti di social networking, con tutti i vantaggi che essi comportano, c’è chi storce il naso e propone una storia critica e sociale del web 2.0 che collega l’origine di questo fenomeno con il momento di crisi dei movimenti. Crisi che, alla luce della moltiplicazione delle sorgenti di informazione, sembra segnata da un generale senso di straniamento, da un venir meno delle classiche divisioni tra . cultura ufficiale e controculture. Se i social networks e la blogosfera hanno Dal virtuale al reale e ritorno. In attesa infatti ampliato le possibilità di di elaborare le proposte concrete e la networking, allo stesso tempo sembra logistica dell’incontro collettivo, la che ci sia stata una generale community fa ritorno al virtuale, omologazione nell’utilizzo di questi consapevole questa volta strumenti. dell’esistenza e della prossimità dei

15 corpi reciproci, condizione questa per Resoconto sul Camp di Tatiana poter operare incisivamente sui Bazzichelli processi di trasformazione del reale. http://isole.ecn.org/aha/

16 Una Lettura Benjaminiana Della Software Art

Cristiano Poian

spunti di discussione sullo statuto del rapporto arte-tecnologia. Citato da molti dei teorici della software culture soprattutto per indagare i punti di contatto tra la rivoluzione segnata dal cinema e quella del codice digitale, merita tuttavia un ulteriore approfondimento in questa sede perché ci permette di riflettere su alcuni concetti chiave della cultura e dell’arte del software. [ ]L’attuale decadenza dell’aura [ ] si In primo luogo, occorre chiedersi se il fonda su due circostanze, entrambe concetto stesso di riproducibilità connesse con la sempre maggior tecnica abbia ancora senso in un importanza delle masse nella vita regime softwarizzato. Come ho già attuale. E cioè: rendere le cose, sottolineato in precedenza, la spazialmente e umanamente, più fondamentale differenza tra i media vicine è per le masse attuali analogici e quelli digitali sta proprio un’esigenza vivissima, quanto la nella dissoluzione del concetto stesso tendenza al superamento dell’unicità di riproduzione intesa come ri- di qualunque dato mediante la presentazione di un contenuto. Si è ricezione della sua riproduzione – essenza Walter Benjamin, L’opera d’arte notato ampiamente come l’ nell’epoca della sua riproducibilità del software non sia da concepire tecnica, Giulio Einaudi Editore, Torino, come statica testualità di un 2000, pag. 25. programma in quanto sequenza sensata di caratteri alfanumerici, ma A distanza di settant’anni dalla sua vada ricercata nella sua pubblicazione su Zeitschrift fuer partecipazione dinamica alla Sozialforschung, L’opera d’arte costruzione di materiale significante nell’epoca della sua riproducibilità da parte dell’hardware. Il computer tecnica di Walter Benjamin rimane produce contenuto ad ogni ancora un saggio capace di fornire esecuzione del programma, processa

17 le istruzioni opportunamente tradotte sempre essere interpretata e dunque in sequenze di codice binario. Non calcolata da un particolare software: ricorda una precedente esecuzione, quello presente nella fotocamera, né rilegge semplicemente un quello installato sul mio desktop, messaggio salvato su un supporto. quello posseduto dai miei amici. Interpreta ogni volta una serie di dati, Finchè i software interpretano tale e opera una serie di trasformazioni su codice nella maniera corretta, tutto stati diversi del codice. Mi si potrebbe funziona. Ma posso sempre scrivere obiettare di non tenere conto che un nuovo programma che “legga” anche i dispositivi di riproduzione quella foto e tutte le altre secondo analogici poggiano su complesse altri algoritmi e regole, stravolgendo modalità di funzionamento: ciò è vero dunque l’output generato. Posso ma solo in parte, perché essi sono costringere un software musicale ad sempre impegnati in una attività di interpretarle come fossero file sonori. lettura di un segnale e non nella co- Posso aprirle con un editor di testi. La generazione di tale segnale tramite la rilevanza del software nella determinante mediazione di un produzione del contenuto è evidente: software. Inoltre, e non è questione da la struttura logica composta da poco, il medium digitale, in quanto hardware (il computer o la interattivo, necessita anche di una fotocamera) – software applicativo (il maggior partecipazione dell’utente programma della fotocamera o del per il completamento di alcune computer) – dati (la fotografia stessa) operazioni. Sembra dunque che il rappresenta una tripartizione inedita concetto di riproduzione tecnica sia nella storia dei media e pone nuove quantomeno messo in crisi nell’epoca problematiche. della software culture .

Pensiamo ad esempio ad una fotografia digitale. Verrebbe da pensare che il concetto di riproducibilità tecnica sia ancora perfettamente calzante per essa: in fondo, posso farne milioni di copie sul mio hard disk, passarla a qualche amico tramite una memoria removibile, distribuirla in rete, e così via. Il problema sta nel fatto che . quella fotografia non sarà mai Veniamo per un attimo al problema semplicemente riprodotta , ma dovrà

18 opera originale – copia: anche tali perché anche tale codice, o listato, categorie sembrano perdere parte del può essere copiato in infinite istanze e loro significato nel contesto dell’arte distribuito, prassi seguita da diversi del software. Più che di un’originale , artisti del software sostenitori della oggi, occorre piuttosto parlare di una cultura dell’open source. sorta di un’origine , una matrice da cui vengono ricavate poi le singole Per quanto riguarda il concetto di istanze dell’opera (copie). Il codice copia, mi sembra che anch’esso vada sorgente del software, il listato della ripensato in un simile contesto. programmazione, è l’istanza Innanzitutto, è questo è già evidente, attivatrice del processo di perché non vi è alcuna differenza tra generazione significante, e dunque copia e copia, con la tecnologia può a ragione essere visto come uno digitale. Ma soprattutto perché il status a priori dell’opera. Nel caso di concetto stesso di copia è alla base un linguaggio di scripting o altro del funzionamento dei nostri linguaggio interpretato, esso è ancora computer: ogni volta che consultiamo in un certo modo origine del processo un sito sulla rete, in realtà il browser (tramite la mediazione, ad ogni ne fa una copia intera sul nostro disco, attivazione dello stesso, di un istanza ogni volta che apriamo un’immagine traduttrice), mentre nel caso di un essa viene copiata tra i file temporanei linguaggio compilato, esso si stacca del sistema, ogni volta che da quella che sarà la processualità che scarichiamo un file dal web, ne andrà a generare l’output. Tuttavia, il facciamo in realtà una copia, e così codice sorgente non può essere anche ogni volta che spostiamo un file confuso con il concetto di originale, da una cartella all’altra del nostro dato che esso rimane una pura computer. Il computer scrive e copia astrazione simbolica di una serie di codice in continuazione, durante processi che porteranno alla qualsiasi sessione di lavoro,altro anche generazione dell’output. Esso è senza che ce ne rendiamo piuttosto origine dell’opera, la traccia necessariamente conto. La copia non della sua progettualità, una sorta di è dunque un elemento rispetto matrice da cui ricavare la stessa. alla produzione di un contenuto, ma Sarebbe altresì errato considerarlo alla ne fa parte in maniera intrinseca, ed è stregua di una lastra litografica da cui indistinguibile e inseparabile dal ottenere un certo numero di opere, processo stesso.

19 precisamente l’autorità della cosa .

Il concetto di aura espresso da Benjamin (non soltanto nell’ Opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica , ma anche nei saggi Piccola storia della fotografia del 1931 e Di alcuni motivi in Baudelaire del 1939) è tuttavia più complesso e multiforme di quanto sembri; in una

. loro analisi del concetto di aura applicato ai nuovi media, Jay David Resta da affrontare la questione più Bolter, Blair MacIntyre, Maribeth problematica, quella relativa alla Gandy e Petra Schweitzer dichiarano perdita dell’aura dell’opera d’arte. che: “Benjamin sometimes writes as if Anche in questo caso, verrebbe da aura were a quality (almost an pensare che l’opera d’arte fatta di emanation) of an object, such as a software rappresenti semplicemente painting. The ambiguity is apparent in un’ulteriore allontanamento da una the key phrase: aura is the “unique concezione di hic et nunc phenomenon of a distance, no matter dell’originale (concetto che abbiamo how near.” We will argue that this sostituito con quello di origine ) e di tension between far and near- “testimonianza della cosa”. between the unapproachable and the Un’ulteriore conferma della perdita approachable both at the dell’aura nell’era della psychological level and at the cultural tecnologizzazione dell’arte. and economic level – in fact insures that aura as our collective or L’autenticità di una cosa è la individual reaction to art can never quintessenza di tutto ciò che, fin simply disappear, as Benjamin seems dall’origine di essa, può venir to have expected”. tramandato, dalla sua durata materiale alla sua virtù di testimonianza storica. Poiché quest’ultima è fondata sulla prima, nella riproduzione, in cui la prima è sottratta all’uomo, vacilla anche la seconda, la virtù di testimonianza della cosa. Certo, soltanto questa; ma ciò che così prende a vacillare è

20 . termine caro a Bolter e Grusin, di “immediatezza“. L’aura benjaminiana è La loro analisi, rifacendosi vista sia come un approccio esplicitamente in più punti ai concetti nostalgico nei confronti di rimediazione, trasparenza e dell’esperienza non mediata ipermediazione introdotti da Bolter e dell’oggetto, sia, in più punti, come il Grusin , mira prevalentemente a senso di distanza (psicologica, rilevare la capacità di alcuni nuovi culturale, economica) nella presenza, media “ibridi” come l’ augmented che un oggetto, non importa quanto reality e la mixed reality di affermare vicino, riesce a comunicare ancora la resistenza del concetto di all’osservatore. Ogni nuovo medium aura benjaminiana. può allora letteralmente progettare l’hic et nunc dell’opera, la presenza Secondo tale impostazione, l’aura, dell’aura costruendo un senso di intesa principalmente come unicità “distanza nella prossimità”, obiettivo esperienziale dell’opera d’arte, non più semplice da raggiungere, scompare del tutto nell’era della appunto, in sistemi di realtà “mista”. riproducibilità tecnica, ma entra piuttosto in crisi, per ricomparire nuovamente in alcune forme di realtà mediata dal computer, che fanno avvertire al contempo la presenza e la distanza dell’oggetto rappresentato: “A media technology’s capacity to generate aura depends on the degree to which it convince the user that she is in the presence of the authentic; presence and authenticity therefore depend on assumptions that the user . has about the technology. Presence is not simply a question of visual Rifacendosi ancora alla concezione fidelity”. bolteriana di “immediatezza”, gli autori proseguono affermando che: La concezione di aura che emerge “Aura has not definitively decayed in dalla loro analisi lega strettamente il the age of mechanical and now concetto di autenticità electronic reproduction. Popular film (dell’esperienza dell’opera, oltre che and television indicate that our dell’opera stessa) con quello di non- culture’s desire for immediacy and mediazione , o, per utilizzare il therefore for auratic art remains

21 strong. However, we can say that (nei confronti di un’esperienza non media forms throughout the 20 th mediata dell’oggetto) e dunque century seem to be predicated on the riattualizzabile secondo la teoria della possibility (the opportunity and the rimediazione e la sua concezione di danger) of the decay of aura. Media immediatezza. Ma L’opera d’arte forms oscillate between offering a nell’epoca della sua riproducibilità non-auratic, reflective experience and tecnica può portarci ancora oltre reasserting the importance of nell’analisi del particolare statuto immediacy and aura. The moment of dell’opera d’arte fatta di software. decay never ends because each media form is constantly comparing itself with other older and newer forms. Media forms are constantly calling into question each other’s ability to represent the authentic, and these remediations raise the possibility of the decay of aura, the loss of authenticity of experience”.

Il concetto di aura coniato da Benjamin negli anni Trenta, dunque, . non avrebbe perso alcuna importanza Ripartiamo da quello che Benjamin nell’era dei media digitali, ancora scrive a proposito dell’unicità dell’arte capaci di farci esperire una sorta di hic in rapporto al contesto della et nunc : esso si troverebbe invece in tradizione: “Le opere d’arte più uno stato di continua oscillazione, e antiche sono nate, com’è noto, al dunque di crisi. E questa stessa crisi, servizio di un rituale, dapprima secondo gli autori, sarebbe una delle magico, poi religioso. Ora, riveste un chiavi di comprensione dei nuovi significato decisivo il fatto che questo media. modo di esistenza, avvolto da un’aura Al saggio di Bolter, MacIntyre, Gandy particolare, non possa mai staccarsi e Schweitzer va indubbiamente dalla sua funzione rituale”. riconosciuto il merito di aver tentato L’autore distingue tra valore cultuale di ricontestualizzare coraggiosamente e valore espositivo dell’opera d’arte, e la nozione di aura benjaminiana segnala come la produzione artistica nell’ambito dell’universo mediatico delle origini sia intrinsecamente legata contemporaneo, conferendo allo al concetto di culto. Le prime stesso termine un valore nostalgico

22 raffigurazioni che l’uomo dipingeva lettura, verrebbe da ritenere con sulle pareti delle caverne non erano sicurezza che quella del software sia fatte per essere viste da altri uomini, un’arte prettamente dotata di valore ma erano importanti in quanto espositivo e che invece rinunci semplicemente presenti. Esse erano totalmente a quello cultuale. Software dedicate agli spiriti, e avevano dunque artistici, installazioni interattive, opere qualcosa che trascendeva nella sfera della net art, si rivolgono sempre ad del magico. La storia dell’arte viene un utente e anzi ne richiedono una interpretata in questo senso anche partecipazione attiva inedita. come la storia di un passaggio sempre Vengono certamente esposte, sia che più marcato da un’arte dal valore si tratti di un museo che di un sito cultuale ad un’arte prettamente web. espositiva, realizzata per essere mostrata, condivisa, riprodotta. L’arte cultuale, altamente auratica , fa dell’inaccessibilità la sua caratteristica principale, dato che ad esempio ‘certe immagini della Madonna rimangono invisibili per quasi tutto l’anno, certe sculture dei duomi medievali non sono visibili per il visitatore che stia in basso» : è l’arte che si rivolge prevalentemente verso un altrove , . che porta con se sempre qualcosa di magico, che ‘in certo modo soltanto Eppure, qualcosa mi fa ritenere che più tardi venne riconosciuto come oltre all’indubbio fattore espositivo vi opera d’arte» ; al contrario, l’arte sia una particolare forma di residualità espositiva, nell’era della riproducibilità cultuale nella prassi artistica legata al tecnica, ‘diventa una formazione con software: “Ever since computer funzioni completamente nuove, delle programmers referred to written quali quella di cui siamo consapevoli, algorithmic machine instructions as cioè quella artistica, si profila come “code” and programming as “coding”, quella che in futuro potrà venir “code” not only refers to riconosciuta marginale» . cryptographic codes, but to what makes up software, either as a source Potremmo a questo punto chiederci a code in a high-level programming che cosa possono portarci tali language or as compiled binary code, riflessioni se applicate alla concezione but in either case as a sequence of di software come arte: ad una prima

23 executable instructions. With its speculazione estetica, magia e seeming opacity and the boundless, trasformazione del simbolico in fisico. viral multiplication of its output in the È computazionale sia il lavoro execution, algorithmic code opens up misterioso della natura secondo il a vast potential for cultural pensiero pitagorico (“codice sorgente” imagination, phantasms and del mondo basato su principi phantasmagorias. The word made matematici), che l’opera di Dio flesh, writing taking up a life of its secondo la Cabala (nella teoria della own by self-execution, has been a creazione divina secondo la utopia and dystopia in religion, combinazione delle lettere del nome metaphysics, art and technology alike” di Dio) . È computazionale la formula . magica (Cramer nota come le parole hocus pocus derivino dalla formula In Words Made Flesh, Florian Cramer, cattolica hoc est corpus meum). Sono da sempre interessato all’utilizzo computazionali i metodi di estetico del codice come materia generazione semantica del Lullismo e d’espressione, traccia un’affascinante dell’intelligenza artificiale, sono storia del codice eseguibile e dei computazionali (e fortemente basati sistemi di computazione, analizzando su una concezione “magica” del i punti di contatto che il codice linguaggio) gli esperimenti poetici di algoritmico dei computer mantiene Brion Grysin e William Burroughs. con altri codici computazionali (basati su algoritmi) della storia umana, dai geroglifici egizi, ai codici magici che mirano alla trasformazione del simbolico in fisico, all’idea pitagorica di un codice matematico soggiacente al mondo sensibile, alla Cabala, alla poesia combinatoria, all’ Oulipo di Raymond Queneau.

Il fenomeno dalla computazione e l’immaginario che esso evoca è . strettamente legato, dalle sue origini, ad una speculazione densa di L’idea alla base del pensiero di Florian significati metafisici e, spesso, magici. Cramer è che il codice informatico, e Gli algoritmi possono essere semplici dunque il software dei computer, sia strumenti computazionali, oppure erede di una tradizione che mescola possono diventare materiali di gioco e razionalismo e speculazione, calcolo e

24 magia, e che dunque la sua concetto di magia, come ricorda percezione non può essere slegata da Walter J. Ong: questi fattori, che fanno parte della “Writing is often regarded at first as an sua natura di codice algoritmico. A instrument of secret and magic proposito della “Parola fatta carne”, power. Traces of this early attitude riferendosi esplicitamente ai primi toward writing can still show versetti del Vangelo di Giovanni, etymologically: the Middle English Cramer ricorda che: “This figure of ‘grammarye’ or grammar, referring to thought, of a speech act that affects book-learning, came to mean occult physical matter instantly and directly, or magical lore, and through one is magical in its root. Material creation Scottish dialectical form has emerged from the word is an idea central to in our present English vocabulary as magic in all cultures. It is precisely ‘glamor’ (spell-casting power)”. what magic spells perform. Magic therefore is, at its core, a technology, servine the rational end of achieving an effect, and being judged by its efficacy. [ ] The technical principle of magic, controlling matter through manipulation of symbols, is the technical principle of computer software as well”.

Così come l’esecuzione orale della formula magica trasforma il simbolico . in fisico, e lo pone dunque in atto, allo Se dunque il lato visibile del software, stesso modo l’esecuzione del codice l’output che ne viene generato (la macchina da parte del processore “carne” secondo Cramer), è trasforma la formula algoritmica indubbiamente legato a quello che (programma) e la attualizza (output). Benjamin definisce il valore espositivo In entrambi risiede la potenza creativa dell’opera d’arte, gli aspetti nascosti, del codice, che la computazione legati alla programmazione (scrittura) trasforma in qualcosa di diverso. e alla computazione (esecuzione) del La programmazione potrebbe dunque codice, mi sembrano innegabilmente essere interpretata (e spesso, nella dotati di un particolare valore cultuale vulgata comune, lo è davvero) come , e dunque portatori di una forte aura. scrittura di una formula magica. In La prassi della programmazione, fondo, la scrittura stessa è legata al

25 dopotutto, è sempre stata oppressive. Some people flee this profondamente auratica e associata a image. Others, drawn toward it, have forti simbologie cultuali: contro la joined the cold-sterile-oppressive concezione di quella che veniva cult, and propagate it like a faith . definita computer priesthood (la Anche in questo caso, il ricorso alla tendenza a tenere oscuri i lati della parola “fede” è indicativo del forte programmazione e del funzionamento valore auratico (connotato da Nelson delle macchine) si schierò ad esempio in maniera univocamente negativa, e Theodor H. Nelson nel 1974, con il dunque da combattere per “liberare” il seminale Computer Lib/Dream medium) associato alla tecnologia; Machines, che si proponeva di sembra a questo punto evidente che il democratizzare l’accesso alla computer come macchina tecnologia e di liberare il rapporto computazionale performativa in grado uomo-computer da tale di mettere in atto il simbolico, oscurantismo: Man has created the ricolloca con forza la teoria myth of “the computer” in his own benjaminiana all’interno della image, or one of them: cold, dialettica codice/output, immaculate, sterile, “sceintific”, macchinico/umano, magico/razionale.

26 Diva: Digital Video Art Fair

Monica Ponzini

società, dell’impatto dell’informazione e delle nuove tecnologie, sono solo alcune delle tematiche esplorate nelle piattaforme più disparate – dal classico video monocanale alle proiezioni su diverse superfici, passando per i dispositivi portatili- ed esposte in una decina di “contenitori” pubblici e temporanei.

Un modo singolare di riaffermare una dimensione pubblica dell’arte, e in A fine marzo, a New York è tempo di particolare delle nuove arti digitali, fiere. Accanto all’Armory Show, ci sempre più legate alla fruizione sono diversi progetti paralleli che aperta, alla sperimentazione, al presentano settori particolari della rovesciamento e alla rottura con l’arte produzione artistica. DiVA – Digital & “canonica”. Come ci ha spiegato Video Art Fair è uno di questi, con un Thierry Alet direttore della fiera, e programma ricco di incontri, ma presidente di Frère Independent, soprattutto con un singolare spazio associazione no-profit dedicata alla espositivo: le strade di Chelsea. promozione delle arti digitali e video: Una serie di container collocati nel “L’idea di fiera è stata associata da quartiere di New York a più alta qualcuno a quella di casbah, un densità di gallerie hanno offerto al mercato tutto sotto lo stesso tetto – pubblico un peculiare approccio alla noi l’abbiamo spinta un po’ oltre: il videoarte e alle arti digitali: una tetto comune è Chelsea. In realtà sequenza di assaggi della produzione DiVA è un tipo molto particolare di più recente, disseminati in angoli esposizione: è una fiera d’arte che si trafficati, nei parcheggi e lungo rivolge ai curatori, collezionisti, marciapiedi affollati. Il corpo e il suo giovani compratori, ma è diversa dalla rapporto con lo spazio circostante, la tipica rassegna. C’è una forte relazione artista-storia, l’osservazione componente legata all’informazione, critica e ironica dell’ambiente, della al dare accesso diretto alle persone e

27 permettere loro di comprendere meglio i lavori esposti. Penso sia . importante unire l’aspetto di Unico “spazio di riferimento” promozione e diffusione della istituzionale della fiera è White Box, videoarte con quello del mercato. galleria no-profit dedicata alle arti Abbiamo voluto offrire soluzioni innovative, dove un fitto calendario di diverse all’interno di un ambiente che incontri e proiezioni ha fatto da è cambiato parecchio negli ultimi corollario alla dimensione puramente anni: c’è un’abbondanza di fiere, tutte espositiva. E proprio un critico invitato molto uniformi – molti collezionisti a tenere una delle conferenze in curatori mi raccontano di ricordarsi programma, Robert C. Morgan, ha quello che hanno visto, ma non dove approfondito il suo concetto di “neo- l’abbiano visto Uno dei nostri scopi è metafisica” nella videoarte e ne ha di differenziarci, portare qualcosa di commentato per Digicult passato, distinto anche nel format: i container presente e futuro. offrono questa soluzione, sono semplici, versatili, e sono nelle strade, Monica Ponzini: Può spiegarci cosa non si possono non notare! La intende per “dimensione neo- videoarte si è sviluppata in una gran metafisca” nella videoarte? varietà di soluzioni, offre più possibilità degli altri media, è Robert C. Morgan: Abbiamo innovativa, in un certo senso è un attraversato un periodo in cui molta genere molto più ampio di ogni altro arte è diventata teorica dal punto di genere, e continuerà a svilupparsi. vista linguistico e semiotico – e questo Non sono ancora sicuro delle fin da quando Minimalismo e modalità, dato che molti aspetti, Concettualismo hanno invaso il come per esempio la distribuzione, mercato, 40 anni fa. Il video è devono essere ancora definiti ” cominciato in sostanza come un medium per l’arte concettuale, per performance art e body art, ma credo che uno dei suoi sviluppi più interessanti in anni recenti sia stato un distanziamento da quello, non tanto in termini di “entertainment”, quanto più un altro tipo di resistenza dai media commerciali – l’essere meno coinvolto con la politica e più impegnato ad aumentare la coscienza dell’ambiente

28 circostante attraverso il tempo e ha raggiunto l’età adulta? consapevolezza del tempo stesso. La metafisica inizia secoli fa con Robert C. Morgan: Il filosofo Rudolf Aristotele, che ha trattato della realtà Arnheim, in uno dei suoi primi libri – fisica, materiale, e ha coniato una Film come arte – analizza come, una categoria per tutto quello che non era volta che il suono è stato incorporato dato di conoscere – la metafisica nel film, l’arte sia scomparsa. appunto. Quell’idea è continuata da Affermava che solo il film muto allora tra filosofi occidentali, fino potesse mantenere il suo essere all’inizio del XX secolo, quando si è “arte”. Devo dire che, parlando di verificato un profondo spostamento video, alcuni dei primi lavori negli anni verso il linguaggio. Wittgenstein nel ’60, ’70 e addirittura all’inizio degli suo Tractatus dice che “non possiamo anni ’80, sono semplicemente parlare di ciò che non conosciamo” – straordinari. Le video-performances di una diretta opposizione nei confronti Joan Jonas e i lavori di Abramovic e del “metafisico”. Penso che questo Ulai, Vito Acconci, Bruce Nauman abbia delle ripercussioni sul video, che sono geniali per come trattano il è un medium time-based e si occupa medium video in una fase primaria, di opposizione nel tempo – così come quando le cose non erano ancora ben De Chirico per esempio era definite, se non per il fatto che il video interessato alle opposizioni nello era in opposizione alla televisione e ai spazio. media commerciali. Nei media commerciali, il tempo è misurato e bisogna pagarlo, e quindi ci sono delle pause sistematiche in termini di contenuti e tema, mentre il video non aveva queste pause, dato che era libero e completamente aperto. Penso che l’apertura del medium fosse molto importante nel definire ciò che era.

Durante il mio intervento, ho mostrato

. un video intitolato Window (“Finestra”, NdT), realizzato dall’artista polacco Monica Ponzini: Molti definisco la Ryszard Wasko nel 1972: videoarte come un’arte giovane. A semplicemente una ripresa fissa, questo punto è davvero ancora diagonale, di una finestra, da cui si “giovane” o possiamo invece dire che vedono un marciapiede e un giardino,

29 ma nessuna persona. Quello che si . sente è della musica che proviene da Monica Ponzini: Le tendenze della una radio, qualche voce, e altri rumori video arte si sono sempre più che indicano ciò che avviene attorno. diversificate con l’ultima generazione Gli 8 minuti del video consistono nel di artisti. Mentre all’inizio c’erano delle sentire rumori provocati da esseri tematiche nette, ultimamente il umani, mentre la vista è sulla finestra. panorama sembra più frammentato. Considero questo come qualcosa di E’ d’accordo? metafisico, una sorta di contemplazione nel tempo. All’inizio Robert C. Morgan: Ho scritto e detto della conferenza ho mostrato un parecchio sui problemi del mercato e vecchio video del Dalai Lama e di delle tendenze a livello di moda. L’arte alcuni suoi filosofi in esilio, per esiste in opposizione alle “tendenze”: mostrare un altro punto di vista sui le tendenze appartengono al mondo termini in cui pensare al video. Alcune della moda, anche se i media le di queste idee buddiste sono utilizzano in continuazione. Insegno a interessanti per come pensiamo alla giovani artisti – ed è un’esperienza che videoarte e a come possiamo mi piace davvero – ma penso che formulare un criterio per certi aspetti l’attuale enfasi sull’arte giovane sia del significato. E’ un time-based eccessiva. Non bisogna fissarsi sui medium, dunque come possiamo giovani artisti piuttosto che sugli coglierlo all’interno del fluire del artisti di colore o sulle donne artista. tempo usando il tempo? Penso Bisogna considerare se questa arte ha l’artista polacco che ho citato prima lo un significato e sono molto faccia in maniera molto intelligente e interessato a questo aspetto del affascinante-. linguaggio, a come possiamo raggiungere un punto in cui l’arte può ancora significare qualcosa, senza essere “trendy” o essere commerciale.

www.divafair.com

www.frereindependent.com

www.whiteboxny.org

30 31 Fabio Orsi Tra Sperimentazioni E Melodie

Giuseppe Cordaro

E’ indubbio che il talento di Fabio è ormai una realtà più che consolidata, il sound intimista e astratto, uno dei pochi a trovare il giusto compromesso tra sperimentazione e melodia, spazia tra drone ambientali, strumenti acustici magistralmente suonati e field recordings.

Fabio Orsi è un uomo di poche parole. Ma nelle stesse poche parole che ci siamo scambiati in questa intervista è Il tarantino Fabio Orsi nel giro di pochi riuscito comunque a raccontarci le anni è diventato uno dei punti di impressioni ed i punti di vista sulla sua riferimento della scena della musica carriera artistica. sperimentale nazionale ed internazionale. Era il 2005 quando l’esordio di “Osci” rilasciato per la SmallVoice conquistò critica e pubblico, in seguito l’artista ha continuato un’intensa attività produttiva rilasciando lo split “For Alan Lomax” per A Silent Place nel 2006, uno splendido omaggio all’etnomusicologo americano con la collaborazione de My Cat Is An Alien, e poi una serie di cd realizzati in duo . con l’amico/compositore Gianluca Becuzzi, “Muddy Speaking Ghosts Giuseppe Cordaro: Sono sempre stato Through My Machines” uscito sempre affascinato dalla tua intensa attività per A Silent Place nel 2006 e “The produttiva, quando hai iniziato a Stones Know Everything” su Digitalis catturare e nello stesso tempo a Industries nel 2007. creare musica?

32 Fabio Orsi: Ti ringrazio, ho cominciato approccio molto istintivo e umorale a lavorare con i suoni non molti anni alla musica. prima dell’uscita del primo lavoro in vinile su Small Voices, sentivo la necessità di dar sfogo alle mie idee, possibilmente da solo e in modo diverso, da qui l’incontro con un primo computer e da lì tutto quello che ne è seguito.

Giuseppe Cordaro: La tecnologia ha rivoluzionato il modo di comporre, il digitale ha quasi sostituito l’analogico, per un field recorder come te cosa ha . significato questo cambiamento? Non Giuseppe Cordaro: Non pensi che il pensi che adesso attraverso questo termine field recordings sia un approccio, a volte quasi semplicistico, termine molto inflazionato nel sia cresciuto in maniere esponenziale contesto contemporaneo musicale? il numero di persone che crea in digitale generando un divario tra Fabio Orsi: Beh direi di si oramai è quantità e qualità? una procedura comune, trans- generica. E’ possibile ascoltare Fabio Orsi: Certo vero il digitale ha registrazioni ambientali o di campo sostituito l’analogico, ma il mio quasi dappertutto, anche in questo approccio alle registrazioni ambientali caso non ritengo che la cosa sia un e alla cura dei suoni è nato in un male, se alle spalle ci sono buone momento storico in cui l’avvento della idee. digitalizzazione era già ad un buon livello. In questi ultimi anni poi il Giuseppe Cordaro: Artisti come Luc processo è cresciuto in modo del Ferrari, Pierre Henry e Pierre Schaeffer tutto esponenziale. Io ritengo che furono i pionieri della “musica questo sia comunque un bene, nel concreta”, qual’è la tua visione mio caso facilita molto spesso il rispetto a questo tipo di approccio lavoro, sia per la trasportabilità e musicale? E’ in linea con il tuo maneggevolezza dei supporti, sia per concetto di musica? la facilità di utilizzo, tutto ciò permette di catturare quasi all’istante Fabio Orsi: Stimo molto gli artisti che idee e impressioni sonore, per me citi, ho ascoltato molto in passato direi indispensabile dato il mio riguardo la musica concreta.

33 Attualmente mi sento distante da ambientali sono volutamente messi in tutto questo (non che sia stato mai primo piano a caratterizzare tutta la così vicino..almeno nella mia musica..) narrazione, in altri casi fungono da sia per ascolti sia per stimoli personali. accompagnamento ad una melodia forte o ad un evento melodico, non in Giuseppe Cordaro: Qual’è il tuo primissimo piano ma avvertibili e approccio allo sterminato mondo di interiorizzabili comunque. suoni che ci circonda? Giuseppe Cordaro: Parliamo della tua Fabio Orsi: Ascoltare ascoltare e produzione musicale, dopo una serie ascoltare. Mi lascio facilmente di release in cd-r a tiratura limitata per circondare dai suoni. Ma spesso li alcune netlabels arriva “Osci” uscito maledico, una sorta di amore odio . per la Small Voice nel 2005 che ha segnato una svolta nella tua carriera, che peso ha quel disco per te?

Fabio Orsi: Ha tutto il peso che può avere vivere per 28 anni filati in un paese di provincia nel sud dell’italia. Peso e passione ed un forte spirito critico che aiuta a sopravvivere.

.

Giuseppe Cordaro: La commistione tra passato e modernità è una caratteristica ammaliante della tua produzione musicale, semplici melodie, chitarre pizzicate, drones delicati si mischiano con i rumori della vita reale, secondo te l’uso di suoni . ambientali nella musica è finalizzato a suggerire una drammatizzazione Giuseppe Cordaro: Una della narrativa? collaborazioni a mio avviso più suggestive è quella maturata con i Fabio Orsi: Si decisamente, in alcuni fratelli Opalio ed il loro gatto alieno casi il suggerimento è più marcato, nello split tributo ad Alan Lomax, ci come in Osci ad esempio, dove i suoni spieghi com’è nato questo progetto?

34 Fabio Orsi: L’amore per l’early blues . unito alla figura storica di Alan Lomax, una stima reciproca e una label in Giuseppe Cordaro: Ci dai qualche comune che ci ha permesso di anticipazione su quello che ci conoscerci e stringere rapporti aspetteremo da Fabio Orsi? amicali. Fabio Orsi: Certo, è in uscita per A Giuseppe Cordaro: Le tue ultime silent place il primo di tre lavori in produzioni ti vedono collaborazione con Valerio Cosi “We instancabilmente coinvolto con il could for hours”, vicino di casa nonché musiciste e amico Gianluca Becuzzi, bravissimo musicista, un nuovo lavoro cosa vi lega nell’approccio in coppia con Becuzzi, “Sound compositivo? postcards” sulla romana Cold Current, poi.. “The first born”un lavoro in Fabio Orsi: Anche in questo caso il coppia con Alessio Gastaldello rapporto d’amicizia che c’è tra noi (Mamuthones) batteria dei Jennifer caratterizza buona parte della nostra Gentle e per la fine dell’anno un mio produzione. Grossa intesa emotiva e doppio cd, “Audio for lovers” per compositiva. l’americana Last Visible dog.

http://fabioorsi.blogspot.com/

http://profile.myspace.com/index.cf m?fuseaction=user.viewprofile&friend ID=147734935

35 Macchina Autechre, A Live Experience

Alessandro Massobrio

Strp festival e Sonic Acts da Marco Mancuso per Digicult. Lo show, suggestivo e ben eseguito, attrae un pubblico ristretto, che si dimostra molto interessato al gioco sinestesico innescato dalle forme colorate e dai suoni diffusi nella piccola stanza. Gli Otolab gestiscono delle maschere di cartone nero ritagliate a mano, facendole girare su un piatto rotante artigianale dotato di led luminosi e Il concerto degli Autechre allo Share proiettando il tutto attraverso una festival di Torino è cominciato a notte telecamera. Gli impulsi luminosi inoltrata nella sala grande combinati con la rotazione delle dell’Hiroshima Mon Amour, dopo maschere e con altri interventi un’interminabile dj set di Rob Hall e il nascosti all’osservatore, creano una live poco convincente del duo SND. spirale di forme e colori accesi, in D’altra parte lo spettacolo, annunciato sincronia con il suono che si muove per le dieci, è rimandato anche per il perlopiù tra frequenze medie e basse. lento fluire del pubblico che tarda ad Il risultato è affascinante, anche se le arrivare e si intrattiene a lungo nel dimensioni ridotte dello spazio e il cortile di fronte all’entrata. Alla fine i telo usato per le proiezioni, che è locale è pieno. davvero molto piccolo, incidono di sicuro sul potenziale effetto Per fortuna al piano di sotto immersivo dell’improvvisazione. dell’Hiroshima c’era lo showcase di Reactable, il tavolo-sintetizzatore Nella sala concerti la gente è timida e interattivo progettato dai ricercatori solo dopo mezzanotte si comincia a dell’Università Pompea Fabra di sentire l’esigenza di un po’ di musica, i Barcellona, e nella piccola sala supporters hanno cessato il loro esposizioni al piano superiore gli estenuante calvario e il pubblico è Otolab con Circo Ipnotico, audiovisual pronto per cominciare. Gli Autechre performance presentata quest’anno a non deludono. Quello che

36 propongono è un vero concerto rock, lavorio sulle macchine che attira con volumi potenti, le braccia tese in l’attenzione di tutti nonostante il buio aria e tutto il resto. Quelli da stare e l’assenza totale di immagini. sotto in prima fila. L’attacco è netto, violentissimo, senza alcun crescendo, con tutti i suoni e le trame ritmiche già a mille, e così rimane per 60 minuti esatti senza stancare mai.

In un contesto (la cultura elettronica) dove spesso l’informazione prevale sull’esperienza diretta, gli Autechre hanno saputo offrire uno show emozionante e freschissimo, costruendo trame ritmiche inaudite in . un crescendo continuo e vertiginoso, in un’atmosfera rock coinvolgente e Lo scalino sonoro che si crea non autentica. Unico punto debole la appena i due attivano le macchine durata. Nello spazio di un’ora si può lascia interdetti: non si tratta del certo godere il meglio delle sonorità livello del suono, che ovviamente è , ma non soddisfare la voglia di più alto di prima, ma della sua ascoltare live gli Autechre più ipnotici eccezionale qualità. Il sound è e narrativi. curatissimo e si estende su un’ampiezza di frequenze vasta, dalla quale emergono con chiarezza impressionante i più piccoli dettagli. Le sequenze live, che fanno muovere con un bpm molto elevato, non c’entrano assolutamente nulla con , l’ultimo lavoro del duo, e nemmeno con Untilted e i dischi precedenti. L’effetto è dunque quello di assistere a un reale evento live e non ad un suo simulacro . multimediale. Gli Autechre danno l’impressione di suonare con la Rob Brown e Sean Booth si incontrano massima concentrazione, attraverso nel 1987 a Rochdale, cittadina di un ineccepibile, continuo, visibile provincia vicino a Manchester. Come

37 molti adolescenti negli anni ’80, i due equilibrate dentro strutture indefinite si divertivano a creare mix su cassetta e spesso volutamente caotiche, con la combinazione PLAY/PAUSE o a casuali. Sempre con Warp Records, registrare i suoni dalla televisione, Brown e Both realizzano altri otto mentre Rob stava imparando a dischi come Autechre, e in più suonare i piatti. Cominciano a collaborano autonomamente con utilizzare materiale d’ascolto per diversi musicisti a produzioni registrare cassette di loop e mix di destinate ai remix dancefloor e in musica hip-hop, fino a quando non progetti paralleli. hanno a possibilità di provare, grazie ad un amico, un computer Atari, alcune drum machine Roland e Casio e gli effetti a pedale Boss. Il desiderio di creare della musica propria arriverà molto più tardi, solo dopo aver sperimentato per lungo tempo con i suoni in circolazione e i preset delle macchine elettroniche. Nel frattempo Brown si dedica agli studi di architettura e Booth segue un corso di . ingegneria del suono. Quaristice è il nono del duo di Nel 1992, dopo alcuni tentativi con Rochdale, uscito lo scorso 3 marzo e piccole etichette locali gli Autechre già tutto esaurito su Bleep. Per questo firmano con l’allora pionieristica Warp disco, che contiene venti tracce, gli Records e l’anno seguente debuttano Autechre hanno utilizzato – oltre alle con Incunabula. Il disco viene accolto numerose macchine del loro studio bene e l’improvviso successo tra cui moduli Doepfer, sintetizzatori permette ai due di lasciare i rispettivi Korg, drum machine e sequencer lavori e diventare musicisti Roland – anche un Apple PowerBook professionisti. Negli anni ’90 gli con Max/Msp e Digital Performer. Autechre sono stati la cifra di uno stile inconfondibile – etichettato il più delle volte come electronica – caratterizzato da una miscela di www.toshare.it ambient e pulsazioni fantasiosamente

38 39 La Qualita’ Dello Spazio Per Pablo Valbuena

Bertram Niessen

costantemente in opera all’interno del club M12 di Berlino, un live audovisivo incentrato sulla riorganizzazione sinestetica delle superfici di uno schermo costituto da prismi.

In questo articolo abbiamo intervistato il madrileno Pablo Valbuena, che con il suo progetto Augmented Sculptures è probabilmente lo sperimentatore più interessante in questo campo. Il suo Già da alcuni anni il campo lavoro con le strutture architettonica dell’audiovisivo ha oltrepassato i limiti audiovisive è in costante evoluzione: dello schermo per espandersi sul ecelebrato alla scorsa edizione di Ars mondo fisico: a mio avviso, si tratta di Electronica, il progetto di “scultura un’ideale contrappeso allo spazio che aumentata” dell’artista spagnolo è la virtualità e l’immaterialità stanno stato esposto in diversi contesti e conquistando nelle nostre vite. situazioni, assumendo di volta in volta nomi e forme differenti. Da Di recente abbiamo avuto modo di Entramado-Plaza de luz, vedere lavori sempre più interessanti insallazione/scultura audiovisiva che miravano allo sconvolgimento urbana aumentata, all’ingresso del degli ordini spaziali e architettonici Medialab del Prado, a Conde Duque tramite la luce: dalle applicazioni di sviluppato invece per il festivl Claudio Sinatti con il suo Carillon Interactivos 07 sempre di Madrid: in Chandelier (che mi ha anche fatto tutti questi casi, il lavoro di Valbuena scoprire l’artista di questa intervista, e si dimostra assolutamente efficace e che ringrazio) e sulle facciate degli spetacolare, nel giocare edifici mediante un sapiente uso del percettivamente con i canoni software Isadore, al progetto conosicuti di suono, luce e spazialità Mangrovia (Visomat e Errorismith) presentato a Netmage quest’anno e Sincronia, sinestesia, ribaltamento dei successivamente a Transmediale e pregiudizi dello spettatore riguardo a

40 bidimensionalità e tridimensionalità linee di lavoro connesse a queste idee, sono gli elementi chiave del lavoro di una che ha a che fare con piccole Valbuena, per il quale il design installazioni e l’altra con vere estremamente raffinato non è un fine architetture e pezzi in grande scala. La (sterile) ma uno strumento per giocare scala qui gioca un ruolo con le nostre percezioni riguardo allo fondamentale, mi piace lavorare con spazio ed al tempo. concetti architettonici e introdurli in modi diversi nei miei lavori.

Bertram Niessen: come sviluppi I tuoi progetti? Quali sono i principali problemi metodologici e tecnici che ti trovi davanti?

Pablo Valbuena: Questa ultima serie di lavori, chiamate “augmented sculptures”, sono focalizzate sullo sviluppo di una struttura fisica che ha

. a che fare con la percezione spaziale degli oggetti ala quale viene collegato Bertram Niessen: Perché hai scelto di un altro layer per sviluppare la quarta lavorare con installazioni video- dimensione, quella temporale. In architettoniche site specific? questo modo lo spettatore percepisce tutto come un unico oggetto. Pablo Valbuena: Sono interessato alla ricerca sul tempo e lo spazio. Il mio Tecnicamente, la parte fisica è retroterra è connesso a questo, ho abbastanza semplice dato che il layer studiato architettura a Madrid e,dopo, proiettato è quello che produce più ho iniziato a sviluppare architetture lavoro; la geometria proiettata deve digitali per film e videogiochi; la essere precisamente corrispondente a questione spaziale è fondamentale quella reale per produrre l’illusione per me. Lo studio del tempo in che faccia tutto parte dello stesso relazione allo spazio è altrettanto oggetto. Al momento aggiustare la importante: lo spazio e il tempo sono proiezione è la parte di lavoro che qualcosa che non può essere porta via più tempo; per questo sto separabile. sviluppando alcuni strumenti per farlo automaticamente e ridurre i tempi di Al momento sto portando avanti due questo procedimento.

41 emergono prima visualmente e poi vengono sviluppate dal punto di vista audio, mentre in altri casi lavoro prima sulle strutture audio e trovo una parte visiva da collegare in seguito.

.

Bertram Niessen: Come sviluppi la relazione tra suono e immagine?

Pablo Valbuena: Il suono per queste serie di lavoro è importante: La visione . umana è programmata per percepire l’immagine e trarne un’impressione in Bertram Niessen: Come intendi il modo pressoché istantaneo; è concetto di “sperimentazione”? possibile suggerire un sentimento o un’idea complessa con un’immagine Pablo Valbuena: e’ difficile trovare il statica percepita solo per un attimo. significato di un termine che è usato in così tanti modi diversi; a volte Il suono lavora in un modo diverso: è queste parole abusate perdono il loro più cinematica, ed abbiamo bisogno significato originale. Dal mio punto di di tempo per ottenere un vista la sperimentazione deve essere sentimentoda un certo brano basata sulla ricerca, investigando idee musicale o da un certo suono. Un che non sono ancora pienamente istante di un suono isolato non ci dice sviluppate, cercando di aggiornare molto, quindi il suono sembra un conoscenze e concetti precedenti con buono strumento per lavorare con il un approccio aperto. tempo e sviluppare del tempo direttamente collegato allo spazio. Per questa serie di lavori alcune idee http://www.pablovalbuena.com/

42 43 Play & Lafoxe: Cinema En Directo

Silvia Bianchi

dimostrazione di un interesse crescente per questo tipo di arte anche nella capitale spagnola, dove la Casa Encendida svolge un rulo fondamentale per la sensibilizzazione del pubblico alle nuove forme di espressione.

La Casa Encendida e’un centro sociale e culturale della Opera Sociale della Caja Madrid aperto e dinamico, nel quale si da spazio alle espressioni Play Cinema in directo e’ una tre giorni artistiche piu avanguardiste come a che La Casa Encendida di Madridha corsi e laboratori su aree tematiche dedicato al live cinema nel passato come l’ambiente e la solidarieta mese di febbraio. Il festival, sociale. La programmazione culturale quest’anno alla seconda edizione dello spazio offre rassegne di cinema, e’stato curato da Andrew Davies e ha mostre e manifestazioni su ogni visto la partecipazione ditra gli altri di tipologia di creazione LaFoxe, Sue Constable e Letitia contemporanea. Dal primo momento Sunami, Murcof, XX+XY e La Casa Encendida appoggia i giovani Semiconductor. artisti nello sviluppo delle loro attivita La rassegna ha offerto al gremito con Residenze e Borse di Studio. Oltre puvbblico di spettatori la possibilita di a questo lo spazio offre ai madrileñi assistere a tre differenti sviluppi una biblioteca, una mediateca,una dell’estetica del live media, dando hemeroteca,e laboratori di radiofonia, spazio nei tre giorni di fotográfia e multimedia. programmazione ad Il festival è stato curato da Andrew un’interpretazione narrativa, grafica e Davies che abbiamo intervistato fisica dell’interazione audio video in durante la prima giornata di Play. modalita´ live. Il festival e’la

44 mostrare dei progetti che reputavo veramente interessanti. Silvia Bianchi: Il programma è molto vario e illustra tre accezioni differenti del significato di Cinema en Directo partendo oggi con due progetti narrativi e proseguendo domani con progetti grafici,,.

Andrew Davies: Si oggi abbiamo come

. ospiti LaFoxe e Sue Costabile & Laetitia Sonami: La foxe lavorano in 16 Silvia Bianchi: Come hai iniziato a mm , sfruttando al Massimo le lavorare con la Casa Encendida e possibilità della celluloide per come è nato il festival? manipolare found footage proveniente dal cinema Americano e Andrew Davies: Il progetto è stato trasformarlo in testo dalla grande ideato due anni fa come una forza plastica. Sue Costabile & Laeticia conseguenza logica del ricco sviluppo Sonami lavorano dal vivo che il campo del real time audio video direttamente su un copione ed un ha vissuto negli ultimi anni e del fiorire insieme di elementi visuali e sonori di nuovi progetti a cui abbiamo reali, in un specie di piccolo chimico assistito. Pensai che sarebbe stata una live ai confini tra scienza e narrazione. buona idea organizzare un festival di Il sabato esplora un linguaggio più Live Video, Live audio visual, Live grafico e una dimensione generativa cinema, lavorare ad una specie di con il lavoro degli XX+XY, realizzato showcase di cosa si stava muovendo per il recente Cosmos di Murcof e con in questo campo senza nessun il lavoro degli impareggiabili obiettivo specifico se non quello di Semiconductor. La domenica infine è offrire una panoramica delle possibili dedicata all’approccio fisico, con due modalità con cui audio e video concerti in cui il suono agita possono essere gestiti di un live. Mi letteralmente lo spazio, è il caso degli piace il programma perchè è stato esperimenti sul magnetismo di Kanta costruito in questo senso a mano Horio e dei laser di Edwin van der libera senza la necessarietà di essere Heide. completo ma piuttosto cercando di

45 brillante. Penso che in primo luogo questo dipenda dall’assenza di una grande quantità di buona musica. La presenza di una parte audio interessante è per me la chiave fondamentale perchè un progetto audio video sia valido, in assenza di questa è difficile che le imagine abbiano una chance di far succedere qualcosa. Alcuni paesi quali il . Giappone e il Regno Unito hanno una grande tradizione visuale e per questi Silvia Bianchi: Ho apprezzato molto la partono senza dubbio con un scelta di utilizzare il nome Cinema en vantaggio, altri fanno più fatica. Allo Directo, in questo momento si stesso tempo questi paesi hanno utilizzano mille termini differenti per anche un mercato discografico più descrivere I live audio video, forse forte e un’industria musicale l’utilizzo del termine Cinema ci indipendente più ricca il che fa si che permette però di avvicinarci di più a ci siano più possibilità per I visual tutti I pubblici. artist di lavorare alla realizzazione di Andrew Davies: Penso che la scelta di video-clip, dvd, e che garantiscono questo nome sia molto legata all’idea quindi introiti necessari per lo di mettersi a sedere e godersi un film sviluppo di una forma d’arte. In che ha in realtà molto a che vedere spagna c’è una scena grafica poi con quello che facciamo. La strada interessantissima e ricca, il writing è per Hollywood è ancora molto lungo, originalissimo, per quanto riguarda credo che il nostro pubblico sia ancora l’elettronica e la creazione audio video molto legato alla cultura elettronica e siamo ancora un pò indietro, ma è al cinema sperimentale più che al solo questione di avere un pò di resto. pazienza.

Silvia Bianchi: Che cosa pensi in merito alla scena audio video in Spagna?

Andrew Davies: Non è facile, sono quasi dieci anni che lavoro in questo campo in Spagna e devo ammettere che la situazione in Spagna non è così

46 . proiettori, il risultato del nostro lavoro cambia ogni volta e può cambiare Nei giorni del festival ho avuto modo titolo ad ogni esibizione. Ieri poi di incontrare e scambiare quattro pensavamo ad Orson Welles che non chiacchiere anche con i LaFoxe, duo ha potuto vedere l’uscita del suo film francese composto Gaelle Rouard e perchè ogni volta voleva cambiare Etienne Caire che lavorano nel qualcosa e non riusciva a vederlo laboratorio del cinema sperimentale finito. Ha un pò a vedere con quello Atelier MTK a Grenoble. Nelle loro che facciamo. performance utilizzano pellicole, sopratutto di Hollywood, che gia sono Silvia Bianchi: Quindi nel vostro lavoro state manipolate in laboratorio. Gli c’è un evoluzione narrativa? effetti dello sviluppo applicati al cinema sono il centro del lavoro dei LaFoxe: Si qualcosa, ma una narrativa Lafoxe: filtri, doppie esposizioni e molto astratta. colorazioni gli permettono di Silvia Bianchi: Lavorate nel vostro live improvvisare un gioco di sequenze con found footage, come collezionate che funziona tanto plasticamente il materiale che poi rielaboarate nel quanto in termini narrativi. Lavorando live? con tre proiettori 16 mm e sottoponedo audio e video a LaFoxe: Abbiamo un amico che manipolazioni multiple, La Foxe da colleziona film 16 mm , quindi vita ad una tensione astratta a partire prendiamo in prestito film da lui. Non dall’iconografia del cinema ci interessa tanto quello che I film commerciale. raccontano in partenza quanto la loro estetica e iconografia. Ci piace Silvia Bianchi: Dove e quando nasce il lavorare cosi facendoci trascinare da progetto LaFoxe? quello che ci capita nelle mani così LaFoxe: Lavoriamo insieme da circa che il risultato sia anche per noi dieci anni, non so precisamente inesperato e quindi sorprendente. quando abbiamo iniziato ma è Abbiamo un laboratorio dove davvero molto tempo e la lunga possiamo lavorare sulla pellicola strada di evoluzione che abbiamo copiandola e modificandola. fatto insieme ha portato il nostro Lavoriamo sulla pellicola prima del live lavoro dove lo vedete ora. Volevamo in modo analogico, cambiando suonare con le immagini e abbiamo contrasto, luce , colore e poi di nuovo deciso di lavorare alla creazione live di nel live su quello che non è stato una specie di film, suonando con I definito prima.

47 che alla fine è come se avessimo una pellicola molta lunga quando il frammento iniziale durava solo pochi secondi. È lo stesso principio della musica concreta, dove hai un suono e poi ci lavori, ci lavori e ci lavori fino a quando hai trasformato talmente tanto le frequenze che non sembra nemmeno lo stesso suono che avevi all’inizio. Però noi lo facciamo con I . chimici.

Silvia Bianchi: Ho visto nel sound Silvia Bianchi: Lavorate all’audio check che utilizzate tre proiettori 16 utilizzando direttamente l’audio dei mm e vari filtri applicati direttamente cut? sull’ottica della pellicola. LaFoxe: Si usiamo le colonne Sonore LaFoxe: Si, applichiamo prismi, filtri di dei film che rielaboriamo, alcuni vetro colorato e vari altri oggetti modificati altri direttamente in direttamente nel live, modificando in versione originali. Il terzo dei nostri modo analagico la pellicola che gia è proiettori 16 mm è dedicato a questo. stata elaborata con processazione chimica in laboratorio. L’immagine viene così plasmata in modo differente in ogni live. Non c’è una versione definitiva del film è come se fosse costantemente rielaborabile.

Silvia Bianchi: Il materiale che utilizzerate stanotte da cosa proviene?

LaFoxe: La maggiorparte dalla . cinematografia di Hollywood, qualcosa dagli anni 40 e 50 e abbiamo Silvia Bianchi: L’Atelier dove lavorate è anche un film moderno. Abbiamo l’MTK, l’Atelier ospita anche altre lavorato sul trailer in 35 mm di artisti per residenze temporanee Starship Troopers, lavoriamo facendo giusto? molte copie della stessa pellicola e modificandone ognuna in modo tale LaFoxe: Si l’Atelier è aperto a

48 chiunque voglia lavorare allo sviluppo lavorare con musicisti alla e alla modifica delle proprie pellicole. realizzazione di una parte visual live Ci sono molte persone che vengono a per trovare lo spazio meritato. Atelier lavorare con le loro pellicole e I loro MTK collabora in maniera costante film nel nostro laboratorio. Abbiamo con la “cellula di intervento” più volte richiesto fondi statali per Metamkine, una struttura a geometria invitare gli Artisti in residenza. variabile che raggruppa musicisti e cineasti. La Cellule progetta Silvia Bianchi: Come è la Francia nei performance basate sull’interazione confronti di questo tipo di arte? live film + suono. Si affida per lo più a strumenti analogici: dunque LaFoxe: Come qualsiasi altro posto. Il proiezione con pellicola per la parte cinema sperimentale non è visiva, nastri magnetici, sintetizzatori, sufficientemente riconosciuto ne motori, microfoni per la parte sonora. mostrato, ci sono poche persone che lavorano in questo campo e quello che lo fanno non hanno vita facile. Spesso sembra che ti facciano un favore a proiettare un tuo video in un festival. È necessario essere pazienti. www.lacasaencendida.es/LCE/lceCru Molto spesso siamo più conosciuti in ce/0,0,73537_0_73532_9355$P1=16,0 festival di musica, ed è più facile 0.html

49 The Super Avatars

Luigi Pagliarini

psicologia e dalla scienza alla tecnologia e che qui proverò a riassumere. In primis, il Superavatar definisce la sua ragion d’essere su di un piano artistico esprimendo una ricerca estetica multimediale e multidisciplinare che amalgami con originalità gli aspetti narrativi con quelli visivi e sonori e, in secondo luogo, si dispone in una prospettiva narrativa che, da una parte, lo collochi L’idea del SuperAvatar nasce nel 2007. in linea con la filosofia del teatro in È un progetto d’opera che, da tempo, maschera, la commedia dell’arte e la coltivavo nella mente parallelamente tradizione delle maschere italiane, all’analisi di questioni teoriche poi mentre, dall’altra, si manifesti quale confluite nella teoria dell’Intelligenza denuncia socio-politica diretta. “I primi ricordi risalgono ad uno Polimorfa e nella teoria del Big Sieve e schermo piatto e ad un’interminabile che, naturalmente, nel materializzarsi matrice di dati ”- Fatherboard ha assunto connotati nuovi, anche grazie all’intensa cooperazione con due insostituibili coautori: Mr.B.D. ed In particolare, FatherBoard – che è il Andrea Gabriele. Ovviamente, ciò primo dei personaggi da noi realizzati rende ancor più intricata la già difficile – veste, sotto tutti i punti di vista, il impresa di definirne e tracciarne i ruolo del rivoluzionario moderno, su contorni . almeno tre piani interpretativi. “ l’avevo scoperto nei database delle Comunque sia, la definizione di cliniche psichiatriche e tra le pagine Superavatar muove su più piani dei testi trovati su Google Scholar, che coltivando all’interno di ciascuna sfogliavo di notte all’insaputa dei maschera (e relative performances) sistemi di guardia della diversi aspetti artisti e concettuali che multinazionale”… vanno dalla socio-politica alla

50 aspira a rappresentare quell’eroe dei due mondi di cui già, socialmente, si avverte una certa necessità. È l’avatar che si divincola dalla mera identità virtuale per conquistare fisicità all’interno del mondo reale e che aspira all’emancipazione di se stesso e dei suoi pari – del “suo popolo” – dalla condizione d’assoggettamento assoluto al genere umano. . “La mia memoria virtuale è Nel versante culturale, poiché costantemente al limite, sta lì che rappresenta l’avatar che sfugge dai chiede gli venga rilasciato fiato, brama mondi virtuali e dal suo’padrone’, il più l’allocazione di spazio. Non credo di classico dei nerds, ammalato, alienato poter reggere a lungo..” – e deforme.”Ormai gli sbirri, mascherati Fatherboard. da hackers anarchici, da Rastafari pacifisti e Dio solo sa cos’altro, mi rincorrono su due piani di realtà. Lo sanno. Hanno intuito che prima che giunga il mio momento riuscirò a liberare il mio popolo, donandogli quel diritto d’esistenza che compete a qualsiasi forma d’intelligenza”

Poi, sul piano filosofico e sociologico, perchè cerca di rappresentare . l’emancipazione delle forme d’intelligenza artificiale rispetto al Oltre a questo, il Superavatar tenta di predominio culturale ed intellettivo vestire la metafora dell’essere che umano. Per ultimo, sul piano psico- sceglie categoricamente di sociologico perché evadendo da un disconnettersi, di non coltivare più mondo verso l’altro esalta ed incarna alcun legame – e nessun’intenzione di l’idea d’intersezione ed legame! – con qualsiasi forma di intercambiabilità tra identità e relazione, networking e personologie coesistenti tra virtuale e comunicazione reale-virtuale. La reale. Fatherboard, di conseguenza, rivoluzione di Fatherboard si esprime,

51 di fatto, oltre che come libertà pratica del fatto che il riciclo di diverse dall’uomo, anche come libertà componenti elettroniche non è dell’essere dalla digitalizzazione, dalle solamente auspicabile ma possibile – reti informatiche e dal controllo che e non passa, necessariamente, per la queste ultime, per tanti versi, distruzione degl’apparati preesistenti. implicano. L’altro aspetto politico e sociale forte manifestato da questo Un ulteriore aspetto della ricerca particolare costume è quello di espressa dallo studio sui Superavatar stampo ecologico. Difatti Fatherboard è da collocare nei paraggi della è un costume costituito dal 90% di psicosomatica. materiali di risulta e realizzato riciclando elementi hardware di risulta (computers, radio, televisori e via discorrendo) e integrandoli per il restante 10% con tecnologie d’ultima generazione. Fatherboard vuole esser – e probabilmente è – la dimostrazione

“Del resto, la rivelazione che io sono il mio corpo bussa alle porte della mia realtà e mi costringe a riconsiderare tutti gli aspetti della mia vita e del mio essere”. Fatherboard (liberamente tratto da Body-mind di Ken Dichtwald)

52 estremità, ora che le sento vibrare, ora che finalmente le muovo nel mondo, solamente ora riuscite a sentirmi vicino” – Fatherboard

Difatti i Superavatar rappresentano, per contrasto, un’estremizzazione del concetto di “robotica”. Più precisamente, tal artefatto rappresenta sia una rivisitazione che

. una ri-inizializzazione della ricerca nella Wearable Electronic Art nata alla Il Superavatar, visto in una certa metà degl’anni ’50 dal gruppo di ottica, è un’allegoria attraverso la ricerca artistica Giapponese quale viene espressa, all’interno della denominato Gutai Bijutsu Kyokai società e della psicologia del moderno (Gutai Art Association) e primeggiato Homo Sapiens, la volontà di dall’opera di Atsuko Tanaka riappropriazione del corpo e degli (Electricdress, 1956), un’autentica aspetti preistorici dell’uomo in gran precorritrice del genere. parte negati dall’evoluzione tecnologica. Viceversa, attraverso tal Tal settore di ricerca artistica, da applicazione viene manifestata allora, si è trasformato approdando in l’intenzione di utilizzare una data differenti stili (steampunk, cyberpunk, tecnologia per indagare le relazioni tra cyborg, robotics, humanoids, ecc.) corpo e psiche, tra movimento ed rappresentati da pregevoli autori elettronica (o robotica), tra internazionali (Stelarc, Marcel.li corpo e linguaggio comunicativo e, Antúnez Roca, Bill Vorn, Margot non ultimo, tra corpo ed estetica Apostolos, Ted Krueger, Ken Rinaldo, dell’arte. Nella costruzione dei Chico MacMurtrie, Martin Spanjaard, Superavatar la parte di studio che Ulrike Gabriel, Louis-Philippe Demers, riguarda le relazioni tra movimento ecc.) ed italiani (Teatro Fortebraccio, del corpo nello spazio è, quindi, sia Teatro dei Colori, Talkers, ecc.). profonda che centrale e costituisce in un qualche senso il trionfo di una possibile evoluzione della psicosomatica, in chiave moderna.

“..ora che anch’io manifesto un corpo, ora che ho sensorizzato le mie

53 . computazione (Wearable Computing) e d’abbracciare l’autonomia operativa Va chiarito che questi autori, di fatto, dell’artefatto. Fatherboard, quindi, per hanno spostato l’attenzione dalla via di una scelta concettuale, è Wearable Electronic su forme di costituito da un’elettronica priva di Wearable Computing caratterizzate – qualsiasi forma di digitalizzazione. Il oltre che dal legame con la corrente costume è, in sostanza, assemblato alternata – da nuove influenze di con circuiti espressi attraverso matrice robotica espresse attraverso sequenze di input-output. Laddove, tecniche (innesti meccanici, l’input è mediato da un qualsivoglia esoscheletri ecc.) dedicate, sensore (accelerazione, movimento, soprattutto, all’idea di estensione del vibrazione, ecc.) che attiva in modalità corpo e a forme di interconnessione, discreta o analogica un qualsivoglia attraverso Internet o altri strumenti di attuatore (acustico, luminosità, ecc.). comunicazione informatici. A ciò va aggiunto che, il Superavatar si Probabilmente, in quest’ambito, ritaglia un suo spazio d’unicità l’unica buona eccezione artistica è tecnico-teorica, compiendo un rappresentata da gruppi di ricerca ulteriore passo avanti attraverso quali gli Extralight che, dapprima, ha l’introduzione del concetto di espresso una continuazione della modularità funzionale, ereditato da ricerca impostata dal Gutai Project – settori della robotica più moderna. Ne rinnovandone lo stile interpretativo e consegue “l’invenzione” di quella che proponendo una ricerca su nuovi potrebbe esser definita una Robotica materiali – e che, in seguito, si è Modulare Indossabile che, nel nostro evoluto con l’emancipazione dal caso, viene ideata e realizzata con legame con la 220 proponendo intenti puramente artistici ma che nel performance caratterizzate futuro potrebbe estendersi in diversi dall’autonomia energetica dei settori applicativi. Tal modularità costumi, a beneficio delle potenzialità consiste nell’autonomia assoluta del espressive. modulo robotico/elettronico e nell’intercambiabilità dell’elemento Inseguendo tal linea di pensiero, i nello spazio d’applicazione. Nel Superavatars muovono dalla Wearable seguente disegno progettuale, viene Electronic Art e si collocano nel schematizzata la logica di riferimento versante della Wearable Robotic Art propria della Wearable Modular con il preciso intento di liberarsi dalla Robotics.

54 dell’opera. In Fatherboard, ad esempio, la quantità di sensori usati (circa una quindicina, per ora), la logica d’attivazione che sottendono e la posizione spaziale che occupano (sparsi qua e là per il corpo tra testa, mani, piedi, gambe, braccia, torace, colonna vertebrale, bacino, ecc.) rendono nulle le possibilità di controllo e consapevolezza delle . attivazioni da parte del performer. In sostanza, accade che l’estetica Chiaramente nella costruzione relativa espressa dalla maschera è dell’artefatto finale possono essere e guidata in gran parte dall’inconscio vengono fatte delle eccezioni ad hoc psicosomatico dell’attore – oltre che dovute a particolarità anatomo- dagl’eventi circostanziali – e, di funzionali proprie del corpo umano. conseguenza, risulta pressoché Eccezioni che, tuttavia, non irriproducibile. compromettono né l’aspetto concettuale, né quello applicativo dell’idea originale. Comunque sia, su Fatherboard – che può essere definita una versione β dell’idea di Superavatar – abbiamo installato sia elementi sonori (buzzers, beepers, ecc.) che visivi (led, digits, ecc.), nel preciso intento di effettuare uno studio di fattibilità esaustivo.

Concludo dicendo che la decisione . d’intraprendere ed abbracciare una strada che porti verso la Robotica Ultimamente, seguendo la suddetta d’Arte Modulare e Vestibile trova la linea di ricerca abbiamo messo in sua ragion d’essere nella mia antica cantiere un nuovo Superavatar che passione per un’ArteViva (o AliveArt), muoverà su un piano presupposto teorico da cui muovo da espressivo/applicativo circa quindici anni, ormai. L’AliveArt si “monomediale” (in particolare sonoro) distingue per la non prevedibilità, per e che, dal punto di vista semeiotico, si il non controllo e la non replicabilità concentrerà sull’intercambiabilità (o

55 composizione) dei moduli stessi. http://www.artificialia.com/AliveArt Colgo l’occasione per ringraziare la Fondazione Bevilacqua La Masa, il http://www.youtube.com/luigipaglia Centro di Cultura Contemporanea rini Strozzina e lo Share Festival per avere http://www.andreagabriele.it ospitato la presentazione del modulo prototipale del progetto. http://www.bevilacqualamasa.it/

http://www.strozzina.it http://www.artificialia.com/Fatherbo www.toshare.it ard

56 Se Non Esistessero I Bisogni Tecnologici…

Gigi Ghezzi

secolo è pronto a “metabolizzare” la tecnologia, considerandola da subito come normale esperienza.

Da un punto di vista psicologico- cognitivo, i problemi insorgono quando gli esseri umani passano dal single-tasking al multi-tasking: quando cioè vengono sottoposti a un carico di lavoro multiplo che tendenzialmente potrebbe modificare la loro struttura sensoriale a causa di La tecnologia espande la nostra un’eccessiva sollecitazione attraverso coscienza o la incapsula? E’ questo nuove forme di sinestesie: se non c’è uno dei temi del testo Technology alcun problema per ciò che riguarda Matters, dello storico comparatista l’ascoltare musica mentre si cucina o David E. Nye pubblicato nel 2006. Un si fanno le pulizie, il lavoro multiplo lavoro che non brilla certa di può diventare particolarmente originalità, ma che per la sua capacità stressante in situazioni di guida di di imbastitura di fonti e di ricchezza autovetture (il telefono cellulare è un bibliografica, lo rende un lavoro di classico caso) oppure davanti al notevole rigorosità scientifica. computer: chattare mentre si legge la Se partiamo da invenzioni scientifiche posta e si segue l’andamento di un come il microscopio o il telescopio, titolo o le notizie di un rss-reader e notiamo subito come la tecnologia ci così via. Le scienze dell’informazione permetta di espandere la nostra definiscono questa deriva sempre con esperienza sensoriale e di lo stesso nome: information overload, interpretazione del mondo, quindi il sovraccarico informativo – inteso anche le nostre capacità cognitive. Fin però anche come eccesso di stimoli, qui tutti si trovano d’accordo, eccetto di impulsi e di suggestioni – può creare qualche filosofo (ad esempio paradossi cognitivi, come Heidegger) impressionato dalla improduttività, fino ad arrivare a naturalezza con la quale l’uomo del XX disordini psichici più o meno gravi.

57 tecnologia. Theodore John Rivers, in un articolo intitolato Technology’s role in the confusion of needs and wants (n.1 2008, Technology in Society ), sottolinea il potere della tecnologia nel generare confusione tra human needs (bisogni, necessità), relativamente limitati e circoscritti alla condizione di vita o di morte degli individui e gli human wants (desideri) . potenzialmente infiniti perché legati al benessere e alla qualità della vita. Ciò nonostante l’uomo moderno sembra non ribellarsi in massa alla tecnologia e Nye si chiede se le donne e gli uomini moderni non siano talmente “acculturati” dalla tecnologia da non poterne più fare a meno. E’ a questo punto che tornano utili alcune sottili osservazioni di Heidegger sulla tecnologia (una pagina di partenza sulle considerazioni heideggeriane sulla tecnologia è la seguente: http://www.webcom.com/paf/hlinks . /techlinks.html). Bisogna partire dal presupposto che la Nel testo “The Turning”, della raccolta stessa distinzione tra bisogni e The Question concerning Technology desideri è molto meno solida di and Other Essays Heidegger afferma quanto possa apparire a prima vista: ci che la tecnologia è in grado di creare sono popolazioni che riescono a orizzonti pre-teorici dell’esperienza: fronteggiare situazioni di scarsità di l’uomo, grazie alla tecnologia, risorse primarie ed altre, come quelle considera la natura che lo circonda occidentali, che promuovono i come una forma di riserva desideri come necessità (per non permanente per il soddisfacimento parlare di dipendenze psicologiche e dei suoi bisogni. talvolta fisiche dalle droghe più o meno leggere che vengono vissute Vale la pena di soffermarsi sul con urgenze vitali). Ciò che importa al concetto di “bisogno” generato dalla nostro discorso è l’impatto della

58 tecnologia su di essi e la sua capacità di trasformazione. Non c’è bisogno di sottolineare la pervasività della tecnologia sia nel mondo dei bisogni che in quello dei desideri, nel primo caso, possiamo citare ad esempio le applicazioni mediche e agricole; nel secondo quelle legate alle tecnologie dell’informazione che hanno assunto il ruolo di “espressione identitaria . digitale”, cioè che sono diventate uno strumento per presentare a più E’ questo un discorso che in persone ciò che siamo o vogliamo antropologia potrebbe portarci molto essere. lontano, ma non dobbiamo dimenticare che pur nella sua Tale presenza ubiquitaria della potenziale malleabilità, la natura tecnologia nella società moderna ha umana è composta da una solidità, la posto il dilemma dell’artificialità dei cui variazione ne minerebbe la stessa desideri con insistente istanza: esistenza, come sostiene infatti possiamo affermare che la tecnologia Rivers: oscilliamo dalla naturalezza crea “bisogni tecnologici”? vale a dire con la quale utilizziamo la tecnologia genera desideri con gli stessi alla suggestione per la sua invadenza, strumenti con i quali dovrebbe ma non dobbiamo dimenticare che soddisfare le necessità in un circolo non è la tecnologia a creare necessità vizioso che può portare (l’autore fa l’esempio dell’insulina all’”incapsulamento” dell’uomo, ottenuta tramite DNA ricombinante), utilizzando il concetto coniato da piuttosto è la condizione umana che Nye? ci spinge a soddisfare desideri attraverso lo sviluppo di abilità legate agli strumenti tecnologici.

59 Marcos Novak: Il Futuro E’

Teresa De Feo

abitualmente.

Noto come l’architetto del cyberspace, Novak utilizza algoritmi matematici per costruire spazi ibridi ed intelligenti, tesi a realizzare una nuova architettura, la transarchitettura, in grado di fondere i due mondi, reale e virtuale, generando un terzo: “l’ibrido radicale dei due mondi” (Babele 2000). Il Marcos Novak è conosciuto come termine transvergenza indica architetto, musicista, artista digitale, l’atteggiamento prospettico di questo ma prima di tutto questo, Marcus nuovo modo di progettare, che supera Novak è un poeta visionario. E’ una di i concetti di divergenza e convergenza quelle menti eccezionali in grado di seguendo un vettore perpendicolare confezionare mondi alternativi, in in grado di generare una terza via, che grado di spostare, sfidando il Novak indica come “produzione paradosso, i limiti della percezione dell’estraneo“. abituale rendendo praticabile l’impossibile. La novità portata da Novak si esplica nel fenomeno della “eversione“, cioè la Laureato in architettura, Novak è il possibilità offerta dalle tecnologie padre della “Transarchitettura”, dell’ digitali e dalle nuove tecniche di “Architettura Liquida”, dell’ “Archi- prototipazione, di portare le music”, musica navigabile, di un nuovo sperimentazioni morfogenetiche, vocabolario per ridefinire le vecchie realizzate nel cyberspace, a coagularsi categorie spazio-temporali. Termini nella realtà, attraverso modalità come transvergenza, spime, allo- flessibili. L’esempio perfetto che atomi, neologismi caratterizzati dalla incarna questa modalità di continuo sfida alle logiche ossimoriche, sono i patteggiamento tra determinismo e nodi concettuali di una futuribile flessibilità, è fornita dal DNA e dagli fenomenologia dello spazio, della algoritmi genetici, che a pensarci sfida che Marcos Novak vince bene rivestono il ruolo dei sommi

60 architetti, degli architetti della vita. e risulta di “di scarsa utilità nel momento in cui il nostro sguardo si rivolge all’alieno creato da noi in arrivo”.

Quello che Novak prospetta, guardando a Negroponte e alla rivoluzione informatica caratterizzata dal passaggio dagli atomi ai bit, è la produzione di qualcosa di diverso sia dagli atomi che dai bit. Quello che ci accingiamo a progettare è “l’alieno”, . non bit e né atomo, ma l’alloatomo, non edifici o oggetti, ma le loro nuove Il concetto di architettura di Novak, particelle elementari costituenti, non a caso, è un concetto di caratterizzate dalla continua architettura iper-esteso, che porta mediazione tra reale e virtuale, tra l’anima identitaria della sua funzione, interno ed esterno, tra l’oggetto e la l’edificazione di nuove strutture, ad mente, in grado di superare ogni approfondirsi fino a travalicare i limiti logica oppositoria. Secondo Novak fisici della stessa struttura e della quello che ci aspetta è un universo forma. Quello che Novak si propone di totalmente nuovo: un allouniverso, creare non si limita alla simulazione ventre fecondo di ancora nuovi infiniti dei processi organici generativi per allomondi . realizzare nuove strutture fisiche o virtuali, ma mira alla produzione di nuove specie vitali vere e proprie: gli “Allo” , suffisso che indica la generazione dell’estraneo, dell’ “altro di un altro tipo”.

In passato era la bellezza mimetica a fare da guida, il desiderio di trovare nella capacità generativa della natura, e nella sua bellezza, le indicazioni per implementare al meglio i criteri delle . umane capacità progettuali. Ora la mimesis sembra avere esaurito il Ma diamo direttamente la parola a bagaglio delle sue possibili indicazioni Novak, il Giordano Bruno

61 dell’allofuturo, incontrato subito dopo dare ascolto? A suo tempo, la maggior il suo recente incontro milanese parte delle persone non capiva organizzato nella bellissima Sala neanche Galileo, oggi tutti invece Consiglio della Camera di Commercio siamo in grado di comprendere la da Naba – Nuova Accademia di Belle grandezza di Galileo. Non ponga la Arti di Milano, Fondazione Bevilacqua domanda chiedendosi se quelli la Masa di Venezia e Piemonte Share intorno a noi capiscono, l’importante è Festival di Torino. che la risposta arrivi al punto. E’ solo una questione di tempo. Teresa De Feo: Più volte lei ha detto che la sua finalità ultima consisteva Teresa De Feo: Secondo lei il “futuro” è nel fondere il mondo fisico e quello la possibilità di rendere visibile virtuale in transarchitetture , l’invisibile? Sembra che lei lavori molto attraverso cui rompere l’opposizione sul tentativo di spostare sempre di più tra fisico e virtuale verso un questo confine. continuum . Lei crede che le persone in genere siano pronte a reinventarsi Marcos Novak: Spero di si, spero che il un universo percettivo nuovo? La futuro vada in questa direzione. Prima nostra percezione è pronta a le ho mostrato la simulazione di Max confrontarsi con spazi così complessi, Planck dell’universo, così come noi lo che hanno come caratteristica l’ conosciamo: per me questo è onnicomprensività della dimensione l’astratto, è un’astrazione. Quello che mentale? Se sì, cosa si aspetta possa lei ha visto è la mappa della nostra accadere in futuro riguardo le nostre ignoranza, una vasta ignoranza. capacità percettive, la nostra capacità Un’intera galassia qui è più piccola di di gestire tale complessità? un pixel. Tutto quello che sappiamo è nient’ altro che polvere. Se non Marcos Novak: Non è importante tentiamo di scorgere l’invisibile, ci gestire o meno questa complessità. ritroveremo sempre con la polvere. C’è da chiedersi piuttosto: “chi è il noi?”. Questa è una simulazione dell’universo come noi lo vediamo oggi (Novak mi mostra un’immagine dell’universo sul suo laptop). Quello che lei vede qui non è un insieme di soli, ma un insieme di galassie. Molti possono già pensare in questi termini, riuscire a contenere questa infinità, altri invece non riescono, a chi dovrei

62 . tipo, di un’altra specie. Io intendo ricreare l’universo metamorfico di Teresa De Feo: Nella progettazione “allo”, un “allouniverso”: una “struttura delle sue forme lei guarda molto al allogenetica” all’interno della quale ci mondo biologico ed alla forma siano forme di vita artificiali consce ed organica, ma di più anocra ai processi intelligenti. L’”allouniverso” si fonda di generazione organica della forma. sull’idea di generare un continuum tra Oggi l’artista sembra non imitare più l’astratto e il concreto, con un la natura di per se stessa, ma passaggio senza strappi tra soprattutto i processi sottostanti. dimensione e dimensione: questo è Questa, secondo lei, non è di nuovo quello che stiamo cercando di fare. una forma di mimesis, cioè l’artista Oggi noi modifichiamo il genoma che compete ancora con la natura in umano, tentiamo di andare al di là del termini di abilità generativa? L’artista pianeta, stiamo cercando di generare sta cercando ancora in fondo di il “diverso”. Quello che ci guida è l’idea imitare la natura? di una bellezza aliena. Di un’altra specie. Marcos Novak: No, non possiamo competere con la natura, siamo troppo piccini. No, non è mimesi, semmai è allogenesi. E’ qui che gioca http://www.mat.ucsb.edu/marcos/C un ruolo fondamentale il concetto di entrifuge_Site/MainFrameSet.html “allo”, suffisso che indica non l’altro dello stesso tipo, ma l’altro di un altro http://www.centrifuge.org/marcos/

63 La Vulnerabilita’ Video Di Tina Gonsalves

Silvia Scaravaggi

dall’inizio dell’attività artistica si interessa alla condizione umana, al rapporto tra creatività, spazio privato ed emotività. Le tappe del suo percorso si sono avviate quasi casualmente, per diventare sempre più strutturate e scientifiche. La Gonsalves, grazie all’ Australian Network for Art and Technology , in collaborazione con il Governo Australiano ed il Consiglio d’Australia Che cosa succede quando si guarda per le Arti , è attualmente artist in un video? Quali cambiamenti residence del Wellcome Department avvengono nel corpo e nell’emotività di Neuroimaging della Brighton and del partecipante quando prende parte Sussex Medical School , oltre ad ad un’installazione interattiva? Le essere visiting artist presso l’Affective reazioni fisiche e psichiche del fruitore Computing Group del Medialab del sono una componente fondamentale MIT. della vita dell’opera d’arte e diventano Insieme a Tina ho ripercorso le tappe addirittura necessarie per la riuscita di della sua carriera artistica, un pezzo che racchiuda in sé rintracciando l’origine dei suoi tecnologia, creatività ed interazione. interessi ed i risultati che questa Sull’indagine delle sensazioni, delle ricerca sta ottenendo a livello emozioni e della consapevolezza del internazionale. corpo, che il pubblico sperimenta ed acquisisce entrando in relazione con l’opera, Tina Gonsalves (Sydney, 1972) ha basato una ricerca decennale, passando dall’uso dell’animazione, al video, fino all’interaction design.

Tina Gonsalves è una videoartista ed un’artista multimediale, che fin

64 . semiotiche “emozionali” dell’immaginario diagnostico, per Silvia Scaravaggi: In che modo sei ridare forma a tale immaginario arrivata al tuo interesse per le dandogli un significato e emozioni ed alla loro componente restituendogli un contenuto affettivo. fisiologica? Speravo che questo “richiamo Tina Gonsalves: Più di dieci anni fa, emotivo” fosse rilevante per i medici passando per l’Alfred Hospital di che partecipavano alla creazione ed Melbourne, ho osservato le persone all’interpretazione del materiale entrare ed uscire dall’edificio. originario. Ad un certo punto mi Guardando indietro, mi sembra che annoiai per l’apparente assenza di questo ospedale sia un punto cruciale impatto psicologico sui corpi nelle a livello emotivo: alcune persone immagini, ed iniziai a chiedermi quale sembravano tristi e spaventate; altre “verità” potesse essere ad esse gioiose, incontrando nuove famiglie o associata dalla lettura di queste la promessa della salute. Stetti seduta rappresentazioni così per un po’, testimoniando queste tecnologicamente sofisticate da parte dimostrazioni emotive causate dalla dei medici. vulnerabilità e dai disturbi del corpo umano. Entrai nell’ospedale, e scoprii il Dipartimento di Comunicazioni Visive, che fece nascere in me il fascino per l’immaginario medico e diagnostico. Ottenni l’autorizzazione per accedere all’archivio di immagini diagnostiche dell’ospedale; queste rappresentazioni erano estremamente private ed incredibilmente significative, una fredda evidenza della malattia o del trauma, della fine . della vita. Mi immaginai la particolare Il mio lavoro subì un’evoluzione nei reazione che i pazienti rappresentati cinque anni successivi, passando potessero avere di fronte ad esse; all’esplorazione dei complessi alcune causando delle crisi, altre paesaggi emozionali usando immagini offrendo la speranza della cura. in movimento e suono. I primissimi Ripensandoci, l’atto potente della corti utilizzavano varie tecniche per lettura di queste immagini scatenò trasferire i sentimenti in una forma un’esplorazione artistica delle

65 artistica metaforica in movimento. potesse coinvolgere il corpo emotivo L’intento era quello di catturare le del pubblico, utilizzando le emozioni emozioni, tradurle e poi dedicarsi agli per guidare la narratività dell’opera aspetti di contagio emotivo dell’opera, video. Volevo creare una “macchina cioè capire come esse si trasferissero diagnostica”, simile a quella da cui ero dalle immagini all’uomo e da uomo a rimasta affascinata anni prima. Ho uomo, generare un forte dialogo a lavorato con Tom Donaldson , un livello emotivo. ingegnere che si occupa di intelligenza artificiale, iniziando ad Le opere di ” Loss Series “, 12 video analizzare l’uso di sensori biometrici creati nel 2002, è il frutto di una come dispositivi per video narrazioni sperimentazione di varie tecniche emotive. Speravo di passare da opere audio e video per trasferire le mie monocanale ad installazioni video più emozioni e le mie vulnerabilità. immersive, così come ad opere più Attraverso le variazioni di tonalità, intime, indossabili. suono, colore, passo, guidati dai miei stati emotivi, ho cercato di creare un Questa esplorazione ha portato a ” corpo di opere visceralmente potenti. Medulla Intimata ” (2004), un Ho immaginato che ogni pezzo fosse prototipo di gioiello video digitale per lo spettatore una guida attraverso basato su un sensore, che cui riconoscere i propri stati interiori – monitorasse lo stato interno di chi lo il tempo di ogni video lascia qualche indossava utilizzando il sistema della minuto all’esperienza di auto- prosodia. Un videoritratto era riflessione sulle proprie emozioni. trasmesso in tempo reale sullo schermo, incorporato nel stesso gioiello, attivato dal tono emotivo della voce dell’indossatore. L’immaginario visibile era un autoritratto emotivo, un’esplorazione nella vita segreta emotiva, fisica, spirituale e psichica di chi vestiva l’opera. Volevo evocare il senso di vista sotto la superficie della pelle: attraverso il video, si rivela di più di quello che si farebbe usualmente, i . costrutti sociali si perdono, così come Dopo “Loss Series”, ho iniziato ad i codici di comportamento, lasciando esplorare il modo in cui la mia attività spazio ad una comunicazione più intima ed autentica con gli altri. Nella

66 fase di esposizione, è divenuta con i dati emessi dal corpo un’opera giocosa, una performance di emozionale. Ero anche interessata alle delicato “intervento pubblico”, un mix modalità con cui i paradigmi di iterazione, performance, biometria, neuroscientifici informano le tecnologia ed immagine in visualizzazioni emotive. Così ho movimento. Tom Donaldson e io iniziato a collaborare con il Dr. Hugo abbiamo indossato il gioiello e la Critchley , neuroscienziato presenza dell’oggetto ha alterato il dell’affettività, i cui interessi si modo in cui i presenti interagivano focalizzano sul cervello e sui con noi. Chi l’indossava poteva sentirsi meccanismi emotivi attraverso cui è più esposto e vulnerabile, ma al controllato il comportamento umano contempo, la conversazione diventava sociale e motivazionale. Nel 2005, più creativa, intima e profonda. abbiamo ottenuto una borsa di studio (Arts and Humanities Research Council/Arts Council England Arts and Science Fellowship) per un’indagine dei meccanismi attraverso cui le emozioni si modificano e si formano. Così sono diventata Artist in Residence all’Institute of Cognitive Neuroscience and Wellcome Functional Imaging Laboratory dell’University College di Londra.

. Le installazioni video “bio-sensibili” di ” Feel_Series ” sono un tentativo di Silvia Scaravaggi: In che modo hai rispondere agli stati emotivi del sviluppato la successiva “Feel_Series”? pubblico. Concettualmente queste C’è qualcosa che ti ha portato a opere seguono decenni di indagini ricercare fondamenti empirici per la creative che hanno provato a tua ricerca? nascondere e svelare le emozioni Tina Gonsalves: Completando all’interno della tematica “Medulla Intimata”, ho iniziato ad “esternalizzazione dell’interno”. avvertire delle lacune nel progetto. Se Questa serie enfatizza il modo in cui le volevo continuare ad usare i segnali esperienze artistiche permettono agli del corpo per modificare il lavoro, era spettatori di esplorare la propria essenziale partire da basi empiriche, vulnerabilità, e così facendo, provare i per lavorare in modo più intelligente propri stati d’animo. L’opera fa nettamente riferimento alle idee di

67 Beuys sul ruolo della pratica artistica stessa, è stato diviso in database a per generare vulnerabilità utile per seconda dell’effetto sul sistema connettersi agli altri e nervoso, e testato scientificamente condividere/ispirare creatività. Credo usando dispositivi medici come l’fMRI, che questo lavoro offra un modello EEG, MEG. Il suoi effetti sui più profondo di interattività, partecipanti sono notevoli, ma alla coinvolgendo direttamente il fine credo sai un lavoro troppo forte pubblico, entrando in profondità nella ed un poco alienante. sua esperienza. I bio-data dello spettatore danno forma alle installazioni interattive finali e alimentano il contenuto artistico dell’opera, così come ogni lavoro cerca di utilizzare scenari, contenuti e generare circuiti empatici di interazione. Alcune installazioni esplorano i segni fisiologici identificativi degli stati emotivi utilizzando biosensori e software . versatile per attivare il contenuto visivo. Tutti il lavori hanno narrative Dopo “Feel_Trace”, ho iniziato a molto potenti al livello emozionale lavorare a ” Feel_Perspire “, tale da causare cambiamenti emotivi un’installazione video pisco- nel corpo. fisiologicamente reattiva, che utilizza la risposta galvanica della pelle ( “Feel_Trace” , ad esempio, utilizza la Galvanic Skin Response) , variabilità del battito cardiaco per meccanismo che misura la attivare un video empatico. A seconda conduttività elettrica della pelle della frequenza, si attiva un database attraverso il suo contenuto idrico, di significativi stimoli visivi pre-filmati, indicato dal sudore, per attivare il così nel tempo le reazioni fisiologiche footage. Ho costruito un GRS interno del visitatore causano modifiche nel a “Feel_Perspire” che consentisse una video proiettato e nell’audio, ed al risposta immediata e continua, contempo il materiale video si allinea influenzando il controllo, e creando un costantemente in risposta allo stato loop del biofeedback per il interno del partecipante, creando un partecipante. Le tecnologie dialogo basato su risposte biologiche, biofeedback sono utilizzate per il biofeedback . Il contenuto video portare ad un livello di girato, editato e postprodotto da me

68 consapevolezza cognitiva le quiete del pubblico. In uno spazio esperienze tipicamente subconscie buoi,un video è proiettato su una del battito cardiaco, del respiro e parete; sono io in stato di ipnosi. In dell’attività del sistema nervoso. questa condizione sono portata a sperimentare nuovamente forti Così, attraverso la riflessione, il memorie emotive della mia vita. Nel pubblico può imparare ad identificare, momento in cui lo spettatore entra sentire e addirittura coordinare i nello spazio, mi sveglio dall’ipnosi e comportamenti fisiologici monitorati, solo dopo che il pubblico si è fatto condizionando il materiale video da completamente silenzioso il video attivare. In “Feel_Perspire” la riprende il racconto delle storie sudorazione è monitorata da un rivissute sotto ipnosi. “Feel_Insula” biosensore posizionato sul dito: in utilizza il concetto di quiete per stato di quiete, immagini di nubi generare un’interazione più poetica tendono all’astrazione, diventando ed empatica. Per il contenuto, ho indefinite e evocative come nei dipinti indagato l’uso di database Emotion di Rothko ; se il partecipante si expression, come “Karolinska” ed innervosisce, le nuvole crescono e “Ekman”, comunemente usati come diventano tempestose, coinvolgendo stimolo in esperimenti neuroscientifici il soggetto in questa furia. affettivi. Per questo lavoro ero alla ricerca di materiale nuovo, “espressioni più autenticamente emotive”.

Ho collaborato con il Dr. David Oakley , Direttore dell’Unità di Ipnosi dell’UCL, facendomi ipnotizzare per poter riprovare momenti della mia vita potenti a livello emotivo. Attraverso varie sessioni, ho provato gli stadi della paura, della tristezza, della . felicità e della tranquillità, in ognuno L’installazione successiva, ” dei quali il mio volto è stato ripreso Feel_Insula “, è un autoritratto con 3 telecamera digitali e un ricettivo, che vuole creare un circuito microfono ed un registratore ipod. emotivo tra l’artista e l’audience. È Questo materiale audio e video ha un’installazione video intima e formato il contenuto creativo di vulnerabile guidata dallo stato di “Feel_Insula.

69 sebbene rendesse la situazione più performativa per alcuni dei presenti. Il contenuto video che avevo creato era molto potente, in grado di generare variabilità nei partecipanti, ma in ogni caso troppo forte ed alienante. Talvolta ho preso appunti durante le esposizioni, riflettendo sul modo in cui i partecipanti reagivano all’opera. Ho utilizzando anche il video per fare . delle interviste, alcuni hanno provato davvero la sensazione di poter Silvia Scaravaggi: Che risultati hai controllare l’opera, integrandosi in ottenuto con “Feel_Series” in termini modo significativo con il lavoro. Altri di estetica e contenuto? non hanno provato nulla, altri ancora Tina Gonsalves: “Feel_Trace” è stata sono tornati per testare più volte il testata per ben 5 volte, incluso il pezzo, per scoprire come entrare in CynetArt Festival di Dresda, il Science relazione con esso, per controllarlo. Museum e la White Chapel Gallery di “Feel_Insula” è stata installata nella Londra, alcune parti sono riuscite, New Greenham Arts Gallery di altre hanno avuto meno successo. In Newbury nel Regno Unito. Il progetto ogni occasione, ho fatto indossare dei usa il movimento come modalità di sensori ai partecipanti ed ho chiesto interazione, chiedendo al visitatore di loro di sedersi in una stanza buia stare fermo per poter interagire. guardando il video proiettato. Questa modalità è risultata essere Sebbene i sensori fossero piccoli ed poetica, il video della mia ipnosi estetici, risultavano comunque ispirava vulnerabilità: l’ho considerato problematici ed instabili: ad ogni un pezzo riuscito, e godibile nella sua movimento si creava un’interruzione semplicità. “Feel_Perspire” è stato del segnale. I sensori non erano proposto tre volte al Wellcome wireless e i visitatori dovevano restare Department of Neuroimaging, collegati via cavo ad un computer, invitando esperti di biofeedbacks e limitando lo scenario di interazione neuroscienziati a partecipare. Alcune naturale che volevo. Inoltre, la parti dell’opera sono riuscite, vestizione e la preparazione nonostante alcuni problemi con la dell’utente causava un innalzamento sensibilità del sistema GSR, che del battito cardiaco, questa fase nuovamente hanno disturbato la preparatoria disturbava il risultato, naturalezza dello scenario, come nel

70 caso di “Feel_Trace”. I partecipanti si conduce l’attività di ricerca in questo sono però rispecchiati nel video, che si settore. Come Direttore dell’Affective avvicinava al loro stato Computing Group al MIT Media Lab, il psicofisiologico. Con “Feel_Perspire” suo gruppo di ricerca ha esplorato hanno potuto fare esperienza di un l’utilizzo di un numero crescente di livello di controllo, che ha permesso sensori che possono catturare ed un’esperienza più immersiva. In interpretare le diverse manifestazioni questo caso hanno potuto provare fisiche dell’emozione, attraverso anche un grande senso di presenza modalità differenti, dalla registrazione nell’opera. delle espressioni facciali, all’analisi del tono della conversazione, alla tensione dei muscoli.

Nel mio lavoro spesso guardo a questi nuovi sistemi di monitoraggio con l’intento di leggere le componenti fisiologiche delle emozioni per attivare l’interazione con le immagini in movimento. In modo interessante, sono le chiavi emozionali inconsce a guidare le opere interattive, ma . generalmente quando sono utilizzati questi elementi, mancano dati Silvia Scaravaggi: Alla luce di questa empirici per valutarne la validità. Per panoramica sulle tue ultime questo io voglio lavorare in videoinstallazioni, ritieni che esse connessione con la psicologia, la siano dotate di caratteristiche che neuroscienza, l’interazione uomo- trascendono i modelli convenzionali di computer, per sviluppare forti basi interattività? empiriche per l’analisi dei dati emotivi Tina Gonsalves : Sebbene le emozioni trasmessi dal corpo. Con un pervadano la vita di tutti i giorni, non background empirico, spero di esistevano prima strumenti in grado di ottimizzare l’efficacia dei metodi bio- sentire, misurare e rispondere alle sensibili per intraprendere esperienze informazioni affettive. Oggi, le nostre interattive più profonde per un vasto reazioni affettive inconsce possono pubblico. Una sfida concorrente è essere rivelate da tecnologie di quella di monitorare questi segnali monitoraggio fisico, ed attualmente la emotivi del corpo per costruire una Computer Scientist Rosalind Picard progressione estetica, metodi bio- sensibili naturalistici e non invasivi.

71 Spero di investire creativamente sugli conseguenze. Soprattutto voglio far sì sviluppi della neuroscienza affettiva, che il pubblico senta il proprio corpo, dell’affective computing e dei per essere più consapevole dei propri materiali intelligenti. movimenti, del respiro e delle sensazioni fisiche. E per fare questo è Silvia Scaravaggi: Vorrei riflettere un necessario creare scenari interattivi attimo su termini come interfaccia più naturali. La maggior parte dei (incorporata e trasparente); lavori interattivi si basano su metodi “ambientazioni empatiche” e convenzionali di interazione “tasto- consapevolezza. Puoi definirne la comando”. L’interazione è piuttosto posizione nel tuo lavoro ed il diretta – fai questo, fai quello, muovi significato? così il braccio. Io cerco invece interfacce che si scoprano nel tempo – Tina Gonsalves: Una visione più che siano più “trasparenti” ed intime, intergrata ed olistica della relazione situate tra le emozioni del corpo, il tra soggetti umani e tecnologia è software del computer e l’esperienza importante in questa ricerca. artistica. In un’opera psicofisiologica Merleau-Ponty (1962) affronta la questo è difficile da ottenere, perché dicotomia soggetto-oggetto: non molti sensori devono toccare il corpo esiste dualità tra coscienza e corpo per sentirlo. Sto cercando di trovare oppure tra corpo e mondo esterno. Le nuovi strumenti più piccoli, più nuove tecnologie sensoriali affrontano robusto, più naturali. Gli strumenti nuove strade di comprensione GSR possono essere inseriti negli dell’interazione uomo-computer in abiti? Nei gioielli? Nell’arredamento? termini di “embodiment”, integrazione, incorporazione. Negli scenari di interaction design, per capire meglio il modo in cui i computer possono identificare, monitorare, rappresentare le risposte emotive nei partecipanti, è essenziale creare un’interfaccia più aderente, incorporata e naturalistica, che generi un senso di presenza e consapevolezza nell’utente. La natura reattiva dell’opera genera . un’esperienza del sé, lentamente rivelata attraverso l’esplorazione di Silvia Scaravaggi: Che relazione una serie di azioni e delle loro intercorre tra un’artista, uno psicologo

72 ed un neuroscienziato? In che modo evocano un senso di scomodità nei riuscite a collaborare? partecipanti; creare potenti stimoli audiovisivi, può permettere di Tina Gonsalves: La mia attuale ottenere dati più efficaci per Synapse Residency, sostenuta identificare le risposte emotive dall’Australian Network for Art and corporee in un ambiente naturale, Technology, mi dà una fantastica fuori dai laboratori. Critchley ha detto opportunità di entrare nei centri di in passato “ la Gonsalves ha ricerca internazionali, promuovendo contribuito in modo significativo in l’innovazione artistica e la numerosi progetti di ricerca sperimentazione, rafforzando i legami neuroscientifica, esplorando stati tra me, i centri di sperimentazione più neuro-immaginifici avanzati indotti avanzati e le compagnie più durante l’esperienza emotiva e la innovative al mondo per la bio comunicazione ”. Per il Wellcome sensorialità. Durante questa Department of Neuroimaging (WDIN), residenza, lavorerò come artista alla ho dimostrato l’importante ruolo che Brighton and Sussex Medical School, l’artista può avere nella formazione al Wellcome Department of della conoscenza e dell’innovazione, Neuroimaging dell’University College garantendo nuove prospettive ed di Londra e come visiting artist con opportunità di collaborazione. l’Affective Computing Group del MIT. In queste collaborazioni, le mie Silvia Scaravaggi: Puoi darmi qualche ricerche arricchiscono le ricerche degli anticipazione del nuovi progetti che altri, è una comunicazione in due stai sviluppando? direzioni. Uno dei passaggi fondamentale per me è conoscere il Tina Gonsalves: Siamo all’inizio di un linguaggio della neuroscienza e della nuovo progetto ancor più ambizioso computer science; capire a pieno i “Chameleon”. Per essere chiara, te lo dati empirici, le metodologie descrivo com’è costruito, cioè in fasi, scientifiche è un lavoro che richiede utilizzando una struttura ad immagini: molto tempo ed una formazione Fase 1. creazione di strumenti per la continua. Per fare un esempio, nella comprensione del contagio emotivo collaborazione con Hugo Critchley, FOTO 8 mentre creiamo le opera, diamo vita anche ad “esperimenti-in-azione” per Fase 2. creazione di un identificatore informare la neuroscienza reale del contagio emotivo per psicofisiologica e l’affective analizzare le micro espressioni FOTO 9 computing. Di solito gli esperimenti avvengono nei laboratori, luoghi che Fase 3. test di algoritmi emozionali

73 senza interazione umana FOTO 10 neuroscienziato sociale Prof Chris Frith, il Prof Hugo Critchley, e le Fase 4. mappatura della propagazione scienziate del MIT Medialab Dr del contagio emotivo, algoritmi Rosalind Picard e Dr Rana Kaliouby, a emozionali per lavorare tra reti FOTO cura di SCAN con il contributo 11 dell’ANAT, della Liminal Screen Residency al Banff New Media Fase 5. introduzione di alter modalità Institute, e del Large Art Award della di interazione, per esplorare Wellcome Trust. I partecipanti sono l’interazione empatica FOTO 12 invitati in una galleria/spazio sociale. Fase 6. installazione finale, Le loro emozioni sono monitorate introduzione di algoritmi più attraverso uno strumento d’analisi complessi (personalità) con dell’emotività facciale molto discreto interazione umana multipla all’opera e sensibile con una tecnologia su multi schermi. sviluppata dal MIT Media Lab. Ne risulta una selezione di risposte virtuali visive e sonore dell’espressione emotiva mostrate su monitor multipli collegati, che circondano il partecipante. Il contenuto video è composto da footage pre-registrato di mimiche prese da un gruppo selezionato di persone.

Ogni volto, presentato su ogni

. schermo, svilupperà il suo codice algoritmico emotivo visivo Il progetto è guidato dall’espressione (personalità) basato su studi emotiva, permettendo ai partecipanti neuroscientifici affettivi e sociale di provocare ed esplorare la condotti da Frith e Critchley. Tutti i comunicazione all’interno ed visi sui monitor si adeguano attraverso i gruppi sociali. L’opera costantemente alle risposte emotive indaga il fondamento dell’empatia e del gruppo sociale virtuale così come dell’intrattenimento emotivi, allo stato effettivo del visitatore, analizzando le loro basi scientifiche tentando di costruire un circuito trasformandole in un’esperienza emotivo empatico tra di loro. Nel artistica. “Chameleon” è il prodotto tempo le dinamiche sociali e le della collaborazione con il gerarchie del gruppo divengono

74 chiare ed il gruppo virtuale capisce i metodi di lettura sensoriale, come adattarsi e rispondere permettono un sostanziale appropriatamente al partecipante. In avanzamento dello “stato dell’arte”, questo caso la mia ricerca amplifica il offrendo importanti conoscenze sui lavoro degli scienziati. Per il MIT modelli di comunicazione uomo- Media Lab è un’importante area di uomo, sulla visione computerizzate, ricerca, come sottolinea la Picard sull’indicizzazione ed il processo “ Tina in questo progetto ha multimediale. l’opportunità di illuminare gli aspetti più umani della comunicazione, esplorando lo sviluppo di nuove www.tinagonsalves.com tecnologie”. L’utilizzo del real time, ed

75 Il Theatre Du Soleil Per Guidare La Gente

Annamaria Monteverdi

Blu – Centro Culturale il Funaro (Antonella Carrara, Lisa Cantini, Mirella Corso, Francesca Giaconi, Elena di Stefano).

Una “missione” – come piace ad Ariane Mnouchkine definirla – che ha coinvolto per tre settimane in Afghanistan l’intera compagnia del Theâtre du Soleil, troupe interculturale e comunitaria per definizione, che nei suoi 40 anni di vita E’ in distribzione presso la FNAC ha messo in scena la Storia , la anche in Italia il bel film- Rivoluzione e la lotta dei popoli per la documentario “Un soleil à Kabul ou libertà, da “1789” a “Tambur sur la plutôt deux” , una testimonianza digue” a “Le derniere caravansérail”. appassionata e appassionante del Uno stage di regia, di drammaturgia, lavoro del Théâtre du Soleil diretto da di recitazione e di costume per i Ariane Mnouchkine a Kabul chiamato giovani afgani nel cuore di un paese dall’associazione umanitaria per la dilaniato da conflitti e Cultura e la Società Civile e realizzato fondamentalismi e dove l’arte in ogni da Duccio Bellugi Vannuccini, da sua forma è finita sotto il fuoco vent’anni membro italiano della compagnia, in collaborazione con incrociato dei vari regimi politici: dalla Sergio Canto Sabido e Philippe lotta contro il potere sovietico, alla Chevallier. guerra civile tra fazioni di mujahideen, fino al regime repressivo dei talebani Il film prodotto da Bel Air Media è che proibiva alle bambine di andare a stato presentato nel giugno scorso a scuola e alle donne di lavorare fuori Torino grazie al Coordinamento delle casa. La musica e gli strumenti erano Compagnie di Teatrocomunità dallo banditi, distrutti e bruciati stesso Vannuccini insieme con Nicola pubblicamente come del resto i libri. Il Savarese e il 31 gennaio di quest’anno film racconta l’avventura straordinaria a Pistoia su iniziativa del Teatro Studio di una compagnia che, come il Living

76 Theatre, non ha mai smesso i panni vivente: libertà, uguaglianza, dell’idealismo umanitario, che fraternità. La Mnouchkine rompe alla continua a contrastare i regimi fine ogni indugio: “Io vado”. autoritari, le barbarie dell’intolleranza, della violenza e dell’ingiustizia con le Il film intervalla immagini delle prove, armi affilate del teatro. I pericoli ci delle vestizioni, delle improvvisazioni saranno, gli attori vengono avvertiti a toccanti momenti di vita quotidiana sin dalla prima riunione alla nel cuore di Kabul tra passaggi felici di Cartoucherie e Ariane ammonisce i bambini che giocano e immagini del membri della compagnia a prendere degrado sociale, di povertà, dentro lo una decisione con convinzione. Dubbi, stadio dove avvengono le partite di timori per la propria sicurezza e calcio ma anche le esecuzioni incolumità fisica, ma non per Ariane. sommarie, o intorno al cimitero dei La missione chiama e il teatro martiri. Un teatro catapultato in Asia risponde, in nome del progresso, un minore, tra barbarie e oscurantismo progresso di civiltà e umanità. “Come ma dove la miccia della speranza di un puoi pensare che un paese possa cambiamento è rappresentata anche svilupparsi economicamente se la dal coraggio dei giovani iscritti allo metà della popolazione è tagliata stage, dalla loro voglia di esprimere fuori? Chi lo può dire se non voi? liberamente a teatro ideali condivisi. Questo è il vostro ruolo, questa la I bagagli della Compagnia sono bauli vostra missione, perché non c’è ARTE strapieni di costumi usati in SENZA MISSIONE. Il teatro permette precedenti spettacoli, maschere e di guidare la gente “. volumi che illustrano le vesti, i tipi e le scene della commedia dell’arte, della commedia all’improvviso. In uno spazio non attrezzato all’aperto, d’estate la compagnia insieme con le nuove leve afgane desiderose di imparare l’arte della scena, tirano su un palco provvisorio con assi di legno tagliate al momento e le quinte con stoffe colorate di arancione, di giallo, di verde. Robert, che ha chiamato la

. compagnia, ha radunato da tutta la regione numerosi attori professionisti Teatro come resistenza all’indifferenza e non, aspiranti registi, giovani e della società. Teatro come utopia giovanissimi; poche le ragazze, del

77 resto “in tutto il paese recitano per la prima volta e che forse non soltanto 2 o 3 donne”. Le famiglie hanno mai visto prima. L’obiettivo ostacolano questa attività leggera e dello stage, che Ariane spiega ai pericolosa che contrasta con giovani è di “recitare la maschera”, di l’aspirazione comune di vedere il “scendere nel cuore del personaggio proprio figlio arruolato nella polizia o ma il cuore del personaggio ha al limite meccanico, come raccontano bisogno del vostro cuore, vivete una i ragazzi puntualmente registrati dalla passione e dategli una forma!” telecamera. Il regista coglie la passione sincera che alberga in loro e Arlecchino persiano, Pantalone la gioia di fare parte finalmente di un talebano, padroni avari, servi astuti, gruppo, condividerne impegno, impostori di ogni epoca e di ogni dedizione, fatica ma anche sorrisi, la latitudine. Moliére a Kabul. Mettono in bonheur . Perché il teatro è una festa. scena sketch con i talebani come ignoranti zoticoni incapaci di leggere, e le donne che hanno finalmente la rivincita e li bastonano e li mettono alla berlina. Un mondo alla rovescia o il mondo come dovrebbe essere? Ariane approva queste improvvisazioni e ride commossa: “C’era davvero catarsi! Interpretare i talebani con queste maschere li rende umanamente accettabili e buffi, quindi è veramente una poetica . trattare il nemico con il comico. Come Chaplin con Hitler, con il Grande Ariane ha deciso: con le maschere di Dittatore, è la stessa cosa, lo stesso tutto il mondo, della tradizione processo”. balinese e italiane i giovani attori aiutati dalla compagnia reciteranno Chiede agli uomini di indossare in sulla scena per denunciare attraverso scena i panni femminili. Prima però il comico la stupidità e l’arroganza del devono indossare il tchari e avere il potere. Ariane è lì in prima fila, non coraggio di uscire veramente per la dirige, è più spettatrice casomai, aiuta strada: “Provate, siete attori, e avrete loro a esprimersi sintonizzandosi sul vergogna, sentirete su di voi questo ruolo, a trovare “il ritmo interiore”, marchio di infamia, camminate per la adeguando le improvvisazioni strada, chi può avere questo coraggio corporee alle maschere che indossano se non voi attori? Chi aprirà le gabbie?

78 “. la celeberrima Cartoucherie: “A tutti coloro che fanno brillare il sole dell’arte, del teatro, dell’amore, della fratellanza e dell’universalità dell’essere umano nella loro città fatta a pezzi: vi penso ogni giorno, siete all’inizio di un’avventura magnifica. E so che qualunque cosa accada, recitando “Romeo e Giulietta” voi rappresenterete la terribile e irrimediabile sconfitta dei Talebani”. La nuova compagnia parte per la . Francia , per due mesi vivono alla Per alcuni di loro questa sarà solo una Cartoucherie vicino al Bois de parentesi, per altri significherà il Vincennes, fanno stage di danza futuro, un lavoro dentro il teatro; c’è katakhali e pratica di mimo e teatro chi partecipa a questo stage di orientale e allestiscono in persiano il nascosto dai genitori, uno di loro, Tartufe di Moliere. scoperto, viene cacciato di casa. Ha Marian, la Giulietta dello spettacolo, perso una famiglia, ha trovato il rinuncia. La famiglia non vuole che lei teatro. Altri ancora prendono alla continui a fare teatro: “La libertà che lettera l’esortazione di Ariane: abbiamo trovato qua non sarà “Lasciate parlare il desiderio d’arte, possibile in Afghanistan”. La missione non importa la nazionalità, iniziate a continua. fare gruppo. Noi vi aiuteremo ma la spinta deve partire da voi”. 17 attori scelti da Ariane fondano alla fine dello stage il Teatro AFTAL (Teatro del Sole) e preparano per il Festival Internazionale del Teatro di Kabul “Romeo e Giulietta” guidati da Maurice che prende il posto di Ariane Mnouchkine alla guida della neonata compagnia.

Ariane è comunque sempre vicina, . manda messaggi di auguri da Parigi, dal quartier generale della compagnia, Nel film non c’è purtroppo traccia del

79 teatro che esiste oggi a Kabul e dei questa e il limite del film- suoi interpreti e soprattutto non c’è documentario di Vannuccini, ricco di traccia dei conflitti attualmente in spunti preziosi sull’arte del Theatre du corso in Afghanistan, degli scontri tra Soleil è quello di lasciarsi miliziani talebani e truppe della Nato, paradossalmente la Storia dietro la dei bombardamenti delle forze di porta, cosa che ci appare poco “in coalizione, dei numerosi campi minati, armonia” con una Mnouchkine pronta dei rapimenti, degli attentati suicidi a per ogni nuovo spettacolo, a un obiettivi militari, dei profughi, preliminare minuzioso lavoro di dell’integralismo, delle esecuzioni memoria e di documentazione. sommarie. Pensiamo alla straordinaria ricerca nei Secondo Peace Reporter la guerra tra campi profughi per Le dernier forze sovietiche e resistenza afgana caravanserail: la Storia ha una voce e (1979-1989), quella successiva tra le una volto che si manifestano varie fazioni di mujaheddin (1989- tragicamente davanti all’Assemblea 1996) e quella tra talebani e Alleanza teatrale. Del resto era proprio del Nord (1996-2001) hanno causato la Mnouchkine a proposito di Méphisto, morte di un milione e mezzo di afgani, a spiegare così il suo metodo: “Plus on due terzi dei quali civili. L’intervento pénètre profondément dans l’histoire, armato Usa alla fine del 2001 ha plus elle éclaire le temps présent”. provocato la morte di 14 mila afgani, di cui almeno 10 mila combattenti talebani e quasi 4 mila civili. La Storia http://www.theatre-du-soleil.fr/ in questa fetta dell’Asia Minore, è

80 Il Teatro Che Verra’

Massimo Schiavoni

Nel nuovo millennio si assiste alla eterna reperibilità, alla comunicazione universale, alla rappresentazione digitale dove l’attenzione è spostata verso una “condizione naturale performativa”, cioè quella vergine inconsapevolezza del bisogno di autorappresentarsi, di multidisciplinarsi ed esprimersi “a pieno carico”, forse esauriti ed esausti dall’epoca del visivo, della ridondante Le generazioni degli anni ottanta avanguardia e di una ricerca che forse culturalmente attente, intraprendenti, stupiva ma non “passava”. Dunque tecnologiche e anche nichiliste per negli ultimissimi anni si è verificata la usare il pensiero di Jane Deverson, nascita di una nuova e profonda erano attratte da una cultura cultura artistica, dotta ed istintiva, metropolitana e da sperimentazioni intellettuale ed originale, affamata ed che “uscirono” dalle grandi città; anni anche riservata. Sono ragazzi poco più riempiti da troppo ottimismo dove i che ventenni che hanno idee chiare giovani erano affascinati dall’ondata sul concetto di arte ed esperienze alle della musica vissuta in discoteca e loro spalle premature e significative, sognavano oltre all’indipendenza un spesso supportati da artisti già proprio gruppo musicale, un affermati e da studi universitari, computer per evadere ed un qui ed accademici con stage ben mirati e ora televisivo. Negli anni novanta poi selezionati. arriva l’apertura al mondo, la teatralizzazione di ogni azione, il Sto parlando di nuovi gruppi business per antonomasia e la privacy performativi, che sono lo specchio e violata dove i desideri generazionali l’anima di molti giovani e meno sono l’apparire, l’essere immagine e giovani che ora preferiscono l’essere globale, i pub ed i mega- incontrarsi, programmarsi e crescere cinema come luogo di affiliazione ed all’interno di Festival, teatri e circuiti interazione. privati, un vero e nuovo punto di

81 riferimento socio-culturale che ha Teatri Alchemici e Tubal Libre ognuno invaso l’ Italia nei luoghi e nei modi con una diversa provenienza, diversa anche fino a ieri non convenzionali, su poetica e stile per il teatro che verrà blog, siti web, MySpace, nei cantieri, sicuramente più contemplativo, più ex manifatture o fabbriche dimesse, armonioso, più spregiudicato ed cave o scuole; una realtà piena di impavido. Un teatro di qualità perché vigore e voglia di dare, di ricevere e nato già dentro una storia che è quella migliorare. Niente effetti speciali, della post-avanguardia, perché già niente paure o riverenze, nessun cullato e inizializzato da fenomeni pensiero all’instabilità e all’incertezza performativi nati dalla metà degli anni lavorativa, nessuna personale settanta oggi di successo affermazione ma solo entusiasmo, internazionale. Un teatro non più solo passione e competenze, lavoro e da vedere ma anche da pensare; un sudore. Un filo conduttore che unisce teatro empatico e d’identità, digitale quattro realtà made in Italy come i per convenienza, umano per Pathosformel , Fibre Parallele Teatro , ricchezza.

82 timidezza delle ossa è stato segnalato al Premio Scenario 2007 con la seguente motivazione “Per le molte potenzialità di un’invenzione che cela la scena teatrale e la lascia al lavoro immaginativo dello spettatore. Un medium espressivo elastico e inviolabile che separa e assorbe l’azione rivelandone (anche metaforicamente) l’ossatura, per . raccontare di una lotta per l’esistenza che coniuga il corporeo e l’incorporeo Pathosformel nasce nel 2004 e svela la scena come luogo all’interno dello IUAV di Venezia ancestrale del conflitto fra percezione dall’incontro di ragazzi provenienti da e illusione, in un crescendo di diverse discipline e diverse città quali tensione sapientemente orchestrato Milano, Bologna e Parma, e dalla su una campionatura di suoni volontà di progetti che operino negli quotidiani dalle risonanze primordiali” aspetti liminali del teatro. Il gruppo . parte da una concezione di assenza di gerarchia all’interno degli elementi, Un telo bianco e incorniciato divide che compongono una partitura completamente lo spazio; il corpo in teatrale: lavoro sul corpo, abilità scena da chi è venuto a vederlo. Una artigianali e tecnologiche, spunti superficie ininterrotta che sigilla la testuali e rapporto con lo spazio non visione, senza concedere immagini in predominano l’uno sull’altro a priori, trasparenza. A rompere l’attesa ma solo – di volta in volta – in virtù di appare una forma impressa sul telo una resa scenica. Pathosformel è dal retro, il primo frammento di un composto da Daniel Blanga Gubbay , corpo umano che nasce dalla materia, Francesca Bucciero, Filippo Andreatta per far risaltare alla luce le forme e Paola Villani i quali hanno sfumate delle proprie sporgenze. Sulla collaborato in maniera assidua con superficie bianca riaffiorano quelli che professionisti dell’ambito teatrale e sembrano essere resti umani o reperti non ed hanno già prodotto lavori di una civiltà sepolta: frammenti che si come Stille nacht , (che cosa sono le) affermano in rilievo, che sembrano nuvole , La timidezza delle ossa e sbocciare da questa materia lattea per l’ultimo Volta in collaborazione con generare un bassorilievo in continuo Loredana Scianna e coprodotto da movimento. La progressione delle Centrale Fies>drodesera festival. La immagini ricrea un corpo nell’atto

83 della propria formazione. Se dal spariscono fisionomia, tratti distintivi principio i frammenti appaiono e carne. In una lenta progressione il singolarmente, arrivano in seguito a corpo si distacca dalla materia, si ricomporre l’immagine familiare di un impone in maniera autonoma e corpo umano. Come feti che intraprende una lotta contro il telo, nel definiscono la propria anatomia perenne tentativo fallimentare di durante i mesi della gestazione, i corpi fissare la propria immagine o si modellano gradualmente e emergere oltre questo confine sperimentano la capienza dell’utero invalicabile. Così ogni volta che il premendo ciecamente contro le corpo si distacca, i rilievi vengono pareti di un pallido ventre materno; nuovamente inghiottiti costruiscono un corpo dall’indifferente omogeneità del telo, apparentemente privo di limitazioni come dettagli di un ricordo che si va gravitazionali, capace di mostrarsi lentamente perdendo; i frammenti lungo la totalità della superficie. divengono i caratteri di una nuova forma di scrittura che non può lasciare traccia o testimonianza. La timidezza è ora duplice. Da un lato una sorta di convenzionale timidezza a mostrare le ossa: ad esporre un corpo anonimo ridotto alla sua semplice struttura, privato di risvolti intimi a cui affezionarsi e tuttavia in grado di essere veicolo di costruzione scenica. Dall’altro è la dovuta timidezza che il corpo scenico trasporta con sé, . necessità di ritirarsi al termine Setto nasale, femore, nocche e dell’atto, nel donarsi e bruciare in un scapole sono scomposti ed esposti rogo scenico che non lasci traccia. attraverso un’epidermide talmente Potremmo assistere a La timidezza sottile da non riuscire più a celare delle ossa il 9 e 10 Aprile a La soffitta nulla: sono apparizioni che di Bologna e l’ 11 Aprile al Teatro delle privilegiano gli spigoli delle ossa e Briciole di Parma , mentre il nuovo comprimono la forma della carne, spettacolo Volta sarà il 4 e 5 Aprile al modificando la percezione del corpo PIM spazio scenico di Milano. fino a creare una sorta di danza La compagnia Fibre Parallele Teatro radiografica. Del corpo umano rimane nasce nel Novembre 2005 a Bari, in così la sola struttura portante e occasione della messa in scena dello

84 spettacolo .Zio Vanja. cartolina di campagna sintetica. I componenti del . gruppo sono Licia Lanera e Riccardo In quest’ultimo spettacolo la messa in Spagnulo, che hanno iniziato insieme scena è irresistibile, divertente e il loro percorso artistico nel 2003 dissacrante, conducendo lo spettatore presso il CUT di Bari; anche dal punto dal riso al pianto senza retorica né di vista lavorativo li accomuna un pregiudizi. ” La donna, il femminile, lungo periodo assieme in alcune avanza lentamente fino a rivelare il compagnie pugliesi, tra cui le suo volto. L’uomo, il maschile, è significative esperienze con il regista appeso a un grande crocifisso, Carlo Formigoni e con il duo immobile, capelli lunghi e panno Ricci/Forte. Nel Luglio 2006 la bianco. Aspetta. La preghiera di compagnia si costituisce legalmente, redenzione che innalza la donna fa assumendo la forma giuridica di compiere il miracolo inatteso: Cristo “associazione culturale” e nel Gennaio muove la sua testa fino a incontrare lo 2007 la compagnia si confronta con il sguardo della disperata. Questo teatro-ragazzi producendo Gastone incontro, questo cortocircuito genera non fare il pigrone! . Nel Novembre un’esplosione e una 2007 Fibre Parallele produce deframmentazione del concetto Mangiami l’anima e poi sputala d’amore e di religione, di anima e di semifinalista al Premio Scenario 2007, corpo, che si fronteggiano e si ha debuttato a Roma, presso Rialto fondono in una storia d’amore e di Santambrogio nell’ambito della sesta purificazione. Cristo, uomo tra gli edizione di Ubu Settete e ha riscosso uomini, un extracomunitario del clamoroso successo nelle repliche sentimento, offre il suo amore al proposte quest’anno al Colosseo grado zero, terreno, cioè il più Nuovo Teatro di Roma dal 18 al 27 semplice, ma incontra le resistenze e marzo. le barricate messe in piedi dalla donna, vincolata da una spiritualità dogmatica e restrittiva. Il racconto della storia, ombroso ed grottesco, sfiora a tratti una sorta di formulario del kitsch, che domina il senso religioso del Sud, tra altarini-museo e riti personali, trasformando la scena in una discarica”.

Tubal libre invece è una Compagnia

85 di Roma nata nel Maggio 2004. I rievoca la nascita e l’esito estremo del fondatori sono giovani studenti di suo casuale eppure profondissimo teatro e letteratura, spinti da una rapporto con Mauro Rostagno. passione per la ricerca storica e letteraria che, attraverso una rielaborazione drammaturgica, audio- visiva e musicale, è destinata al teatro e al sociale. A giugno 2006 ha così debuttato Racconto Per Emma , spettacolo corale che racconta la generazione “delle nostre nonne” attraverso il rapporto con maternità, la società maschilista e il nascere di un nuovo pensiero femminile. A questo . lavoro si affianca un secondo spettacolo, Due volte Mia , sulle I racconti si serrano e rimandano l’uno donne che parteciparono attivamente all’altro – sia testualmente, che alla Resistenza italiana. scenicamente (alcune formule o clausole vengono ripetute da Il sole dietro le montagne ha come entrambi i personaggi)– cosicché tema principale la lotta alla mafia e la storie lontane nel tempo come quella diffusione della cultura della legalità. di Giovanni Orcel, sindacalista ucciso Qui la scena vuota è idealmente dalla mafia nel 1920, e di Mauro tagliata da una linea mobile. Da una Rostagno, (sociologo torinese, leader parte o dall’altra agiscono i due della contestazione studentesca, personaggi della messa in scena, che ucciso a Trapani nel 1988 di fronte alla si sfiorano, si incrociano, si passano la comunità per il recupero di palla in un continuo alternarsi di voci e tossicodipendenti che aveva fondato) racconti, ma sempre ignorandosi. risultano nella loro tragica evidenza Zizou è la voce narrante che come storie eterne e sempre urgenti. attraverso episodi personali, Le due vicende, infatti, parlano dello ricostruzioni storiche e diari stesso slancio di queste due vite, delle ricompone un viaggio alla scoperta stesse lotte coraggiose e giuste per dell’ anima siciliana , un viaggio una società più giusta e coraggiosa. dell’anima ed al tempo stesso un Entrambi i protagonisti di “il sole reportage disincantato e ironico dello dietro le montagne”, di fronte alla sguardo che uno “straniero” volge ad necessità di raccontare la propria una terra complessa e contraddittoria; ossessione ammetteranno infine di: così come Annibale, il pedinatore,

86 “non saper raccontare come un’idea protagonisti. L’immagine complessiva divenga un’ossessione, come una è quella di un puzzle in movimento scelta, presa magari con leggerezza, che tenta di incastrarsi da solo divenga l’ossatura rigida dei giorni che (l’immagine del puzzle è presente dall’esterno ci contiene, ci schiaccia ci testualmente ed è la struttura deforma.” Sul fondo della scena su utilizzata nel comporre il testo). Tutto uno schermo vengono proiettati i si scioglie nel finale: la scena viene cartelli che rappresentano i svuotata, i due personaggi documenti storici ai quali la s’incontrano ed assieme compiono un’ Compagnia ha attinto per costruire la azione che rappresenta anche il drammaturgia, assieme ad alcune messaggio del testo: alle loro spalle in sequenze fotografiche della proiezione, vediamo i due personaggi fotoreporter Letizia Battaglia e nel mondo esterno, reale, portare se l’intervista a Marco Travaglio stessi a denunciare l’assurdo ed (entrambi concesse in esclusiva). esercitare l’unica forma residua di potere politico: il controllo. Potremmo Le immagini e le sequenze video, ammirare Il sole dietro le montagne dunque, nella loro seducente, piatta, dal 15 al 20 Aprile al Teatro Betti di evidente “banalità” rimandano alla Roma . realtà del mondo esterno e legano le storie raccontate ad un tessuto di esperienze che gli autori raccontano agli spettatori: lo spettatore, insomma, è messo nella condizione di comprendere che dietro le storie narrate c’è un doloroso nucleo di realtà, ma non si cede mai alla celebrazione o alla commemorazione. Si tratta di un tentativo di rendere uno sguardo lucido, critico, ironico e distaccato su un fenomeno . estremamente complesso, di fuggire Teatrialchemici è una Compagnia la retorica di un’antimafia di facciata, siciliana di Palermo, composta da di evitare una solidarietà figlia della Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi che commiserazione, di prendere ci dicono: (in prima persona) “Di coscienza delle proprie responsabilità alchimia non ne sappiamo niente ma civiche e morali. Gli oggetti scenici ci piace sorprenderci, non partire mai sono continuamente in movimento e da idee a priori, né da testi già scritti, passano da una mano all’altra dei due

87 preferiamo inventare, evolverci, che ci porteranno all’ultimo piano? E modificare; ovunque ci entusiasma la quanti anni impiegheremo per farli, trasformazione, vedere sotto i nostri Sergio? E chi li ha mai contati! Ma occhi la mutazione dell’idea in quella verrà il momento di salire. Ancora una che sarà la sua realizzazione il nostro lavata, due lavate, tre asciugate, incontro è alchemico la nostra storia quattro morvi, sette pisciate, tre anche le fasi del lavoro mutande, venti cacate, nove lenzuola, l’improvvisazione che si trasforma in 150 chili di madre, mezzo cervello di scrittura gli oggetti che troviamo, i fratello. Mai uscire. Guai a uscire. Non luoghi che visitiamo, le persone che ci posso fare a meno di te, Sergio, tu sei presentano, quelle che se ne vanno e la mia malattia preferita, lo senti? quelle che misteriosamente Osculta il silenzio lo senti il peso della rimangono”. Il loro ultimo spettacolo casa? E allora tieni il tetto, se no crolla, Desideranza ha stupito le platee per e non possiamo farlo crollare fino a l’energia ed il pathos con cui i due quando noi due siamo dentro. Resisti attori rappresentano un dramma ancora un poco perché è arrivato il familiare nella Sicilia contemporanea, momento di trasformare ogni cosa e in un sud che ancora mescola portarti via da qui, tra le stelle, nello religione e superstizione con un finale spazio desiderale. Oggi è Santantonio, doloroso e unicamente interpretato Sergio! Tudèi io e tu veri femus! dai due performer.

L’opera recita così. Viviamo in una casa di paese stretta e profonda, un utero pieno di vita destinato a non partorire mai. Pino, il fratello Sergio, primo fardello, la madre, secondo fardello tre decenni di vita insieme, almeno obiettivo: – liberarsi della casa indimenticabile malgrado Essa, prigione e rifugio, si sia incisa sulla nostra pelle – assumere la forma per . eliminare i rischi del vento – arrivare Saliamo nella stanza soprasopra e dritti nella casa dell’Orsa maggiore. partiamo, la processione fra poco Riempiamo ogni giorno la vasca per passerà sotto la nostra finestra. Tutto pulire lei: Stricala, lavacci le spalle, è il paese si ricorderà per sempre di tutta pisciata, sgrasciala tutta, solo co questo Santantonio! Ma dobbiamo lei dobbiamo stare le femmine sono prepararci, respirare, non mangiare, tutte buttane! Quanti sono i gradini

88 per arrivare? Puliti! E leggeri, come i alla fine sono suoi due bian? chi gigli! Senza cibo piccoli come formiche. Non avere nello stomaco e zavorre nella testa, o paura, seguimi, sali in groppa al vuoi arrivare cacato? No! Che cosa tappeto volante e raggiungiamo deve dire padre Gruppuso? Ce insieme la nostra nuova dimora, fin l’abbiamo fatta a salire i gradini, anche dentro la casa dell’Orsa maggiore: se sembrava impossibile, non è stato così complicato. Ciao, da oggi, mamma, ti laverai sola, ti asciugherai sola e mangerai sola! Guarda Sergio, vieni alla finestra, non avere paura dell’alto. È vero: da quassù siamo i padroni del mondo, dominiamo tuttecose: la chiesa Madre, la banda, i crudeli e i fedenti tutti,

libertà! Libertà! Eppy forevers, tudei io e tu veri femus!.

89 Bruce Sterling: Beyond The Bits

Luca Barbeni

screen a Club Transmediale 08 di Berlino, al catalogo di una mostra “d’arte per l’arte” come la neo annunciata “Holy Fire, the art of the digital age” presso il centro Imal di Brussels, all’esperienza come curatore ospite di Share Festival a Torino, il suo percorso ci indica da un lato la cifra culturale di questo personaggio dal fine intelletto, dall’altro la schizofrenia

E’ da un po’ di tempo che il grande ormai palese dell’universo dell’arte e romanziere americano Bruce del design contemporaneo. Sterlingfrequenta con competenza e Bruce Sterling è stato, come detto, sensibilità il mondo dell’arte digitale curatore ospite di Share Festival 2008, internazionale. un’edizione interamente dedicata al Il fatto che uno dei padri del nuovo fenomeno del “digital cyberpunk (ricordiamo in questo fabrication”, e supportata in questo senso “Artificial kid”, “La matrice senso dai pezzi provenienti dal spezzata”, “Isole nella rete”, “La workshop/mostra organizzato da macchina della realtà” e i più recenti Marius Watz per il CTM di poche “Caos Usa”, “Lo spirito dei tempi”, “La settimane prima. Una mostra di forma del futuro”), un teorico delle design questa che, sebbene non certo nuove tecnologie sociali (chi non ha nella sua interezza, ha indicato mai fatto un giro sul suo blog Beyond chiaramente le possibilità offerte da the Beyond legato a doppio filo alla questo tipo di progettazione / rivista Wired o su Dispatch from the prototipazione legata ai software Hyperlocal Future), un visionario di generativi, come felicemente esposto nuovi possibili futuri iper-mediali, sia da Luca Barbeni lo scorso numero di presente in contesti culturalmente e Digimag di Marzo artisticamente differenti. (http://www.digicult.it/digimag/artic Dall’inaugurazione della design le.asp?id=1101). Lo stesso Luca Barbeni exhibition Generator X-Beyond the ha quindi avuto modo di lavorare con

90 Sterling nel corso degli ultimi 6 mesi Se Sterling sta attendendo il giorno in alla curatela del festival Torinese, e cui un giovane scrittore a lui non si è fatto quindi sfuggire sconosciuto scriva un libro sul nostro l’occasione di fare due chiacchiere con pianeta Terra secondo un approccio lo scrittore Texano su temi cari sia alla linguistico e culturale totalmente comunità degli artisti digitali, sia agli “locale”, sfruttando una piattaforma amanti della pura letteratura “globale” come Internet, io fantascientifica. personalmente sono convinto che si possa lavorare per creare dinamiche artistiche, culturali e di senso sempre più complesse, fragili, compromesse, che facciano della compenetrazione, e non della separazione, la loro bandiera. E sebbene si questo articolo non ci sia, per ovvi motivi pratici, diritto di replica, penso che uno come Sterling mi possa vorrà dare ragione (Marco Mancuso).

.

Lo scenario che ne emerge, che sicuramente richiederebbe ulteriori approfondimenti che solo il tempo riuscirà a definire meglio, è estremamente interessante per quella generale sensazione di cui sopra: i mondi dell’arte, del design, della narrativa, della fabbricazione così come quello delle nuove tecnologie . sociali, sono elementi in collisione e compenetrazione. I tentativi degli Luca Barbeni: il titolo che hai scelto esperti di settore, siano essi critici, insieme allo staff di Shar è curatori, designer o scrittori, di Manufacturing. E’ questa secondo te mantenere questi universi separati, di la rivincita degli atomi? replicare su di essi dinamiche appartenenti a un era pre-digitale, Bruce Sterling: penso che gli atomi si sono forse futili retaggi di un epoca stiano semplicemente riprendendo il che non è più. loro tempo. Se ci pensi, i “bits” digitali

91 sono sempre e comunque “bits” di letteralmente nuovi paradigmi e atomi. I “bits” possono essere fotoni, approcci ogni giorno. Nel mio elettroni, piccoli buchi in dischi di manifesto del design “Shaping plastica; i “bits” sono sempre stati Things”, faccio molto caso alle nuove cose materiali, solo che molto molto possibilità offerte al design da parte di piccoli. Inoltre, i computers stessi attività digitali come il tagging, il sono oggetti di manifattura: tecniche tracking, i searching objects e le avanzate utilizzate inizialmente per nuove forme di interazione con i fabbricare “chips”, stanno diventando programmi e gli archivi di dati. Dei 6 sempre più disponibili per trends che ho identificato nel libro, mi manifatturare altri tipi di prodotti. sembra che proprio il digital Quindi, si può affermare che noi manufacturing sia quello che si sta stiamo assistendo a una nuova ondata muovendo più rapidamente. Il digital di “imperialismo bit” che si muove manufacturing sta letteralmente gradualmente all’interno degli atomi. portando nuove cose nel mondo Ancora un decennio, al limite due, e reale, molte di loro impossibili da quelle differenze tra bits e atomi, tra produrre con altri metodi. Si tratta virtuale e reale, diventeranno veramente di un nuovo significato di irrilevanti. Sembreranno argomenti produzione, una cosa sicuramente datati, vecchio stile, come parlare di molto rara. “superstrade dell’informazione” in un mondo dove tutti, sulle autostrade reali, utilizzano un cellulare in macchina.

Luca Barbeni: come cambia secondo te l’idea di design in un regime di realtà integrata?

Bruce Sterling: Il fatto che oggi noi possiamo usare un termine come

“realtà integrata”, indica quanto può . effettivamente cambiare il concetto di design. Chi in fatti potrebbe “integrare Luca Barbeni: cosa ne pensi dei queste realtà”, se non i designers? relatori su questo tema all’interno dei Interaction design, information giorni di Share. C’è qualcuno che ti ha architecture, we design, servizi colpito maggiormente? integrati in un numero crescente di Bruce Sterling: Beh, tutti sono stati oggetti: il design sta inventando

92 estremamente interessanti, ma devo indiscussi maestri, sappiamo tutti che sottolineare l’intervento di Donald dopo la conquista dello spazio è Norman autore del libro “Design of arrivato il cyberspazio. La mia future things”. Lui è uno dei maggiori domanda è, quale pensi che sarà la critici di design del mondo, e a buon “next big thing” nelle trame di motivo fantascienza?

Luca Barbeni: in circa sei mesi che hai Bruce Sterling: probabilmente la “next lavorato in Italia, che opinione ti sei big thing” sarà il collasso della fatto della situazione culturale del pubblicazione in quanto tale. I giochi nostro pease? di ruolo su Interner sono saturati di fantasia e fantascienza, e questi giochi Bruce Sterling: Bene, come molti non hanno alcuna “trama” nel senso stranieri, tendo a pensare che le cose tradizionale del termine. Vorrei in che gli Italiani si rimproverano, siano questo senso raccomandarti il libro alcune tra le cose più affascinanti che “Convergence culture” di Henry caratterizzano gli Italiani stessi. Gli Jenkins, se ne vuoi sapere qualcosa in Italiani sono molto auto-critici, ma più di dove sta andando la cultura alcuni di loro sono veramente troppo popolare. Il libro afferma, e mi trova duri con se stessi. Mi sembra concorde, che stiamo entrando in un abbastanza chiaro che il problema era in cui il nostro divertimento non culturale più grave in Italia sia la avrà alcuna “trama”, non più che i scarsità di Italiani. Ad ognuno piace nostri politici avranno reali “ideologie”. fare molta attenzione riguardo l’alta cultura Italiana, ma io sono molto più interessato alla vostra cultura nel quotidiano. Per esempio, pochi critici affermerebbero che un fumetto come “Tex” è un grande momento di letteratura Italiana: ma io vengo dal Texas, quindi inevitabilmente trovo “Tex” affascinante. Potrei scrivere un trattato di dottorato su “Tex”, allo stesso modo in cui gli intellettuali Italiani tendono ad essere entusiasti di . Mickey Mouse. Luca Barbeni: puoi suggerirci in Luca Barbeni: riguardo alla questo senso giovani scrittori, o fantascienza di cui tu sei no degli qualcuno di essi poco conosciuto?

93 Bruce Sterling: oh, sì, sicuro Victor scrittore di cui non ho mai sentito Pelevin, Johanna Sinisalo, Elena parlare, scriva un racconto “locale” sul Arsenieva, Zoran Zivkovic, Jean- pianeta Terra, nel senso “globale” del Claude Dunyach, Jean-Marc Ligny, H. termine. Non penso che questo H Loyche, Valerio Evangelisti, Vilma giorno sia molto lontano. Kadleckova. Nell’era di Internet, i linguaggi letterari al di là dell’inglese stanno diventando l’ondata di una http://blog.wired.com/sterling/ genuina differenza globale. Sto aspettando il giorno in cui un giovane www.toshare.it

94 Eternita’ Presente: Il Sogno Di Comandare Aion

Alessio Chierico

Amanda McDonald Crowley e Tommaso Trini.

E’ il sogno, frutto del nostro corpo/mente ad esplicarsi sempre più nel digitale. Il sogno è della stessa immaterialità di cui il cosmo stesso è soggetto: dello spazio e tempo; e della stessa immaterialità delle nostre concezioni sulle cosiddette quatto dimensioni. In questo ambito Antono Caronia intende focalizzarsi, “La società digitale ha dato la evidenziando che, nella realtà percezione che sia possibile sostituirsi apparente, la simultaneità è sempre a dio, e fermare il tempo fino stata subordinata allo spazio. Il mondo all’eternità”. Tommaso Tozzi) digitale è però un flusso continuo, è soggetto e simulacro; non è oggetto, La percezione/paradigma del tempo è né icona, né prodotto; per cui non uno degli aspetti più interessanti da risulta possibile attribuirgli coordinate osservare nell’esperienza del digitale. di localizzazione. E’ quindi con il Questo è stato il tema della cyberspazio che lo spazio viene conferenza: “Eternità presente, senso temporalizzato, diventa lo stesso hic ed esperienza del tempo nella società et nunc in cui l’uomo si misura in se digitale” svoltosi il 7 marzo presso il stesso, nella sua interiorità. Caronia GAM di Gallarate, in occasione della conclude il suo intervento dando degli presentazione di “Visibile invisibile”, indizi su cui riflettere, per una mostra personale degli artisti Bianco- resistenza alla lettura capitalizzante Valente. della spazializzazione del tempo:

La conferenza ha visto la presenza di – Il futuro di oggi è uno spasmo del studiosi di eccellenza nell’ambito delle presente, è slegato dall’atto arti e culture tecnologiche, quali: intenzionale. Antonio Caronia, Siegfried Zielinski, Tommaso Tozzi, Alessandro Ludovico, – La possibilità di crearsi una vita

95 parallela (es. Second Life) non crea funzioni. Kairos è la divinità nessun evento, ma uno scorrere del dell’istante, dell’attimo, tempo totalmente individualizzato. dell’inafferrabile ma concepibile. L’attenzione va tuttavia rivolta verso – Con i free software si è proprietari e Aion, la divinità che rappresenta controllori del nostro tempo. Con i l’eternità, il tempo infinito, software proprietari, il nostro tempo è l’inimmaginabilità umana. Aion, come subordinato e controllato dal volere di il concetto di nulla, di caos, era visto altri. con grande paura dai greci, perché se pure intuibile, era comunque materia che si sottraeva a qualsiasi intento conoscitivo.

Allo stesso modo, le scoperte scientifiche nella fisica del ‘900 hanno riacceso le stesse paure e insicurezze, ma con il digitale si può (o si può credere) di controllare e strutturare ciò che all’uomo non era mai riuscito: il tempo. Zielinski chiarisce subito che . l’invenzione del cinema era già stata in Il secondo relatore è Zielinski. La sua grado, in qualche modo di catturare il ricerca si focalizza sull’archeologia dei tempo (controllare Kairos forse?), ma media. E’ proprio dalla storia che è la cinematografia non è altro che un possibile vedere i tentativi dell’uomo inganno di movimento per i nostri di isolare il tempo, e il modo stesso di occhi. Il digitale invece, per sua concepirlo. peculiarità, può ricostruire un’ immagine statica o in movimento a E’ dalla culla della cultura occidentale prescindere dalla sua collocazione che è possibile risalire e analizzare i nella sequenza e nel tempo. Il digitale paradigmi che sostengono le stesso esula dal suo supporto concezioni di cui ancora oggi la referenziale, può determinare le società contemporanea è pregna. Gli strutture e i metodi di presentazione antichi greci sentirono la necessità di in ogni medium. In altre parole, si può, suddividere il tempo in tre concezioni, come negli esempi mostrati legate ognuna ad una divinità. successivamente da Alessandro Zielinski spiega che: Kronos era il Ludovico, visualizzare un video o dio/tempo a cui l’uomo appartiene immagine controllando il nello svolgimento della propria vita e comportamento di ogni pixel in modo

96 indipendente. “L’immagine digitale è capitalismo; ma come muta il tempo un insieme di mondi” aveva detto con il mutare del linguaggio che lo precedentemente Antonio Caronia. riguarda? Si sente per questo Zielinski chiude il suo intervento l’urgenza di un uso creativo delle reti affermando che è necessario telematiche, che ridisegnino le diventare piloti di Aion, dell’eternità, e strutture mentali, che mettano le comandare il tempo, per non mani nella scatola nera, e soprattuto, diventarne succubi. che facciano appropriare il mezzo alla collettività, prima che se ne approprino poteri economici e politici. Non a caso l’hacking deve essere emancipato dalle qualità “terroristiche” che la cultura mass- mediatica tende ad etichettargli, ed “elevarlo” allo stato dell’arte.

Il tempo non riguarda solo il cyberspazio, ma anche il nostro rapporto con le macchine. La capacità . di calcolo per esempio ci permette attese sempre minori, che tengono E’ nella rete, forse più che in ogni altro l’utente sempre più operativo e spazio, che il tempo soffre uno scarto produttivo non concedendogli pause, maggiore. Ed è Tommaso Tozzi a e tenendolo di fatto schiavo. Da parlare delle dinamiche della rete in quest’idea è nato il primo lavoro rapporto con il tempo. Il segno è ciò mostrato da Alessando Ludovico: che evoca l’oggetto nella sua assenza, Fake progress bar, un programma che e citando Pierre Lévy, ricorda che il simula un’interfaccia uguale alla cyberspazio è uno spazio di classica barra di progresso di prossimità. Non esistono distanze Windows, ma che è però possibile oggettive, ed è la potenziale controllare manualmente. Di fatto immediatezza del digitale a questo programma permette di stravolgere la percezione del tempo. prendersi pause avendo una Bisogna comunque considerare, come giustificazione verso un ipotetico ha affermato Tozzi, che il cibertempo superiore, ad esempio, (o forse anche si muove con i ritmi della corporeità. verso se stessi?). Per quanto a molti Su un piano sociale è bene possa sembrare un “banale gioco” si considerare che il tempo è il centro di tratta di fatto di un tentativo di controllo sulla natura, per il rimpossessarsi del tempo che il

97 computer tende ad assorbire sempre a Roma lo scorso primo dicembre da più. Questo era solo uno dei tanti Marco Mancuso per Digicult all’interno lavori mostrati da Ludovico, in cui il del programma di Enzimi 2007, tempo assumeva sempre forme attualmente non più residenti press differenti, testimonianza di come la Eyebeam ma nelle sale di FAT New versatilità del digitale può modellare York), i quali, seguendo la necessità di infinite differenti interpretazioni del riappropriarsi degli spazi pubblici, tempo. Jason Salavon ad esempio con hanno creato degli “stencil” con scritte l’opera Every Playboy Centerfold, The come: “NYC’s True Graffiti Problem” e Decades, ha elaborato quattro le hanno applicate sopra ai monitor immagini, ognuna in corrispondenza che propinano messaggi pubblicitari di una decade (anni ’60, ’70, ’80, ’90), in ogni angolo delle strade, metro ecc. facendo una media aritmetica tra … Questo sembra interessante anche tutte le immagini delle pagine centrali per ribadire un concetto che sembra di ciascuna rivista Playboy. scontato, ma che ancora vedo affrontato con troppa superficialità (forse a causa, in qualche modo, di ciò che McLuhan chiamava la “narcosi di narciso”?): si può fare media art senza dover necessariamente usare soluzioni hi-tech.

Anche l’interattività, come spesso viene confuso, non è una peculiarità esclusiva dei mezzi elettronici. Questo si può asserire pensando alle . produzioni di Michelangelo Pistoletto: i suoi famosi specchi in cui il fruitore si L’ospite americana Amanda McDonald ritrova all’interno dell’opera. E’ proprio Crowley, illustra Eyebeam, il su Pistoletto che Tommaso Trini laboratorio/galleria permanente di illustra un’attenta analisi su una delle arti elettroniche che dirige a New sue opere. Qui è ancora il tempo ad York. Molte delle azioni/opere essere analizzato: l’opera “Metro cubo dimostrano un chiaro intento sociale, d’infinito” si pone concettualmente e una volontà di operare nei media come un’eterna genesi del tempo. Un anche in modo non esclusivamente cubo di metallo con i lati interni “elettronico”. Ne è testimonianza costituiti da specchi viene penetrato l’opera mostrata di Graffiti Research dalla luce tramite fessure, il rimbalzo Lab (invitati per la prima volta in ITalia delle particelle di luce all’interno del

98 cubo danno vita ad un ciclo continuo, . infinito. E’ chiaro il richiamo all’orologio atomico, che sfruttando lo Non è facile capire come e se sia stesso meccanismo, misura il numero possibile controllare il tempo. di volte in cui la particelle di luce Sicuramente le nuove tecnologie, che rimbalzano, determinando con si susseguono a ritmi elevatissimi, assoluta precisione il passare del alterano le nostre percezioni. tempo. Dobbiamo prendere coscienza di questo, e controllare il nostro tempo, per non creare mostri. In questo si sente l’urgenza di un’arte in grado di mettere in discussione sia i nostri paradigmi sia le innovazioni della nostra epoca.

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