DI VALBRONA PROVINCIA DI

PIANO DEL GOVERNO DEL TERRITORIO legge regionale 12/2005

DOCUMENTO DI PIANO PIANO DEI SERVIZI PIANO DELLE REGOLE

relazione illustrativa

Sindaco Sergio Rossini

Segretario generale Mauro Bacchini

Ufficio tecnico Ilario Gandola

Progettista Marco Ortalli

Margherita Mojoli Giacomo Ortalli Gaelle Verrier

Piano geologico Raffaele Boninsegni V.A.S. Claudio Febelli

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Indice generale

Documento di Piano 1. Metodologia e obiettivi del Documento di Piano 2. Il ruolo di Valbrona nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 3. Gli ambiti agricoli produttivi 4. Gli ambiti di rilevanza naturalistica 5. Gli ambiti produttivi/ artigianali 6. Gli ambiti commerciali 7. Gli ambiti di espansione e di trasformazione 8. I beni di interesse storico-monumentale 9. Il sistema della mobilità 10. Gli obiettivi quantitativi di sviluppo del Piano di Governo del Territorio 11. Elenco elaborati del Documento di Piano

Piano dei Servizi 1. Introduzione – Evoluzione normativa della legge urbanistica 2. Metodologia e obiettivi del Piano dei servizi 3. La classificazione dei servizi 4. Aree standard del Piano dei Servizi e modalità attuative 5. Servizi alla persona 5.1. Attrezzature scolastiche 5.2. Servizi sociali-assistenziali 5.3. Servizi amministrativi-istituzionali e servizi culturali 5.4. Servizi religiosi 5.5. Servizi sanitari 5.6. Cimiteri 6. Servizi del Verde e degli spazi aperti 7. Servizi della mobilità e della sosta 8. Servizi tecnologici e ambientali 9. Servizi alla produzione 10. Dimensionamento del Piano dei Servizi 11. Elenco elaborati del Piano dei Servizi

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Piano delle Regole 1. Metodologia e obiettivi del Piano delle Regole 2. Gli ambiti del tessuto consolidato 3. I nuclei di antica formazione e i beni storico-artistico-monumentali 4. Gli ambiti agricoli produttivi 5. Gli ambiti di rilevanza naturalistica 6. I vincoli 7. La viabilità 8. Elenco elaborati del Piano delle Regole

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DOCUMENTO DI PIANO

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1. Metodologia e obiettivi del Documento di Piano La prima fase per la stesura del P.G.T. è la redazione del Documento di Piano che, partendo da una ricerca di conoscenza specifica del territorio, anche attraverso la descrizione delle diverse componenti presenti, aiuta a percepire quali siano gli elementi patrimoniali del territorio oggetto dello studio. Data l’estrema complessità e varietà di paesaggio presenti nel Comune di Valbrona e la necessità di una conoscenza approfondita di tematiche quali geologia, idrologia, ecc., ci si è avvalsi dell’apporto del Dott. Geologo Raffaele Boninsegni per la redazione dello Studio Geologico del Comune e del Dott. Agronomo Claudio Febelli per la redazione della Valutazione Ambientale Strategica che, sulla base degli studi effettuati hanno contribuito a restituire puntualmente le criticità e le vocazioni di Valbrona. Nella fase di elaborazione del Documento di Piano si è lavorato in parallelo con gli altri professionisti organizzando tavole rotonde di confronto finalizzate alla verifica delle prime ipotesi progettuali che hanno poi trovato, in fase di definizione finale, conferma o che sono state parzialmente modificate in base a quanto è emerso dagli studi specifici. Il parere della V.A.S. sul Documento di Piano risulta complessivamente positivo. Riassumendo le principali criticità generali emerse nel rapporto ambientale redatto dall’Agronomo Febelli emerge quanto segue: - a carico delle aree di espansione, deve essere verificata la reale consistenza del bosco e la sua tipologia; - in accordo con la Provincia di Como dovrà essere attuato un programma per il monitoraggio e la tutela delle aree umide; - a carico della rete fognaria dovrà essere proseguita la separazione delle acque chiare da quelle scure e dovrà essere attuato un piano di monitoraggio degli sversamenti nella rete idrica superficiale; - deve essere prevista un’area di possibile esondazione del Fiume Foce in corrispondenza dei prati di Visino. Il Studio Geologico evidenzia invece, per la realizzazione di qualsiasi intervento urbanistico, alcuni accorgimenti da seguire: - allo scopo di evitare l’eventuale allagamento degli scavi, il drenaggio delle acque dovrà avvenire in modo controllato al fine di scongiurare possibili effetti negativi sulla stabilità degli edifici limitrofi; - durante la predisposizione degli scavi in terreno o roccia, si dovrà assicurare la stabilità dei medesimi, quella delle strutture in adiacenza nonché del sistema viario urbano e agroforestale per gli interventi posizionati al limitare.

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Nella fase istruttoria del Piano di Governo del Territorio si è proceduto, anche a fronte di incontri pubblici con i cittadini, a sondare le aspettative e le esigenze degli abitanti per poter costruire una realtà a misura di chi in effetti ci abiterà. Sono state pertanto raccolte, catalogate e restituite su cartografia le osservazioni pervenute alla Pubblica Amministrazione dai cittadini, dalle Associazioni e dai vari enti e nell!elaborazione delle prime ipotesi progettuali di sviluppo di Valbrona si è data risposta puntuale a tutte le osservazioni, utilizzando come criterio di recepimento o meno delle stesse la loro fattibilità. La maggior parte di esse chiedevano, anche a fronte della concessione di aree standard, possibilità edificatoria. In molti casi la concessione dell!edificabilità è stata possibile proprio per la vicinanza delle aree in oggetto a parti di città già ampliamente urbanizzate; in altri casi viceversa, quando l!area oggetto dell!osservazione si trovava in zona a vocazione naturale e completamente slegata dall!urbanizzato si è respinta la richiesta di edificabilità per preservare l!ambito naturale. Completato il lavoro di analisi sono stati individuati gli strumenti per garantire la salvaguardia e la riqualificazione del territorio tenendo conto che il Comune in oggetto è costituito da quattro frazioni ben distinte con i relativi centri storici, tutte caratterizzate da una storia differente e quindi generanti obiettivi e modalità di intervento ad hoc per ognuno.

2. Il ruolo di Valbrona nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Ai sensi dell’art. 8 comma f) della L12/2005 si illustrano di seguito le modalità di recepimento delle previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale all’interno del Documento di Piano di Valbrona e nel caso specifico con lo strumento vigente: il P.T.C.P. Estraendo i punti che possono essere riferiti al Comune di Valbrona dall’art. 1 delle N.T.A. del P.T.C.P. si evidenziano puntualmente per ogni argomento, i criteri adottati nella redazione del Documento di Piano nel rispetto delle previsioni del P.T.C.P. Per quanto riguarda l’assetto idrogeologico e la difesa del suolo, si evidenzia la presenza sul territorio comunale di un interessante reticolo idrico minore ricco di rogge, torrenti e sorgenti appartenenti a due distinti bacini idrografici che sono causa, in particolari condizioni metereologiche, di fenomeni di parziali esondazioni e ristagno delle acque in puntuali aree del Comune. Il P.T.C.P. individua due zone di rispetto dei pozzi per uso idropotabile ed una serie di

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dissesti relitti o quiescenti; il territorio comunale insiste in gran parte su formazioni rocciose calcaree, a cui si associano, nei bassi e medi versanti, vaste aree con depositi morenici; il fondovalle è invece caratterizzato in prevalenza dalla presenza di depositi di natura fluvioglaciale, con aree di depositi lacustri fini; si rimanda, per considerazioni specifiche in merito, allo studio del Geologo R. Boninsegni che, evidenziando su cartografia le fasce di rispetto a seconda dell’importanza dei fenomeni suddetti garantirà la naturalità degli ambiti e la sicurezza dell’edificazione. Per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e la valorizzazione degli ecosistemi viene garantita la loro conservazione. Nel Documento di Piano sono state restituite su cartografia sia le aree boscate esistenti, sia le aree agricole produttive e gli ambiti di rilevanza ecologico-paesaggistica. Le aree umide del fondovalle sono state sottoposte ad azioni di tutela. Il territorio comunale non presenta aree protette, ma si inserisce in un’area di collegamento tra la “zona di rilevanza ambientale” del Triangolo Lariano ed il SIC del “Sasso Malascarpa”. La porzione settentrionale del territorio comunale viene definito dal P.T.C.P. “zona di rilevanza ambientale”, come confermato anche dalla cartografia del Documento di Piano. La costituzione della rete ecologica in Valbrona passa dalla difficoltà evidente rappresentata dalla rete ecologica provinciale; nella cartografia del P.T.C.P. infatti Valbrona vede gran parte del proprio territorio compreso nelle “aree sorgenti di biodiversità di primo livello - CAP” e negli “ambiti a massima naturalità – MNA; la cesura è rappresentata dall’abitato del fondovalle. In fase di definizione delle strategie per il potenziamento e la salvaguardia del patrimonio naturale comunale si è cercato di inserire dei corridoi ecologici che colleghino i due ambiti naturali attraversando zone del tessuto urbano consolidato ancora inedificate, potenziando il verde e inserendo vincoli di destinazione per il perseguimento dell’obiettivo. Negli elaborati grafici del P.T.C.P. viene attribuito a Valbrona un vincolo di “bellezza d’insieme” ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Il P.T.C.P. evidenzia nella tavola 4 Rete ecologica, le aree urbanizzate esistenti e previste dal P.R.G. vigente. La scelta progettuale di incrementare lievemente il tessuto urbanizzato con limitate aree di espansione è dettata dall’andamento demografico generale dell’ultimo decennio che evidenzia una costante crescita della popolazione insediata di Valbrona e un consolidamento delle attività artigianali/ produttive presenti sul territorio, tale da rende necessario un adeguato incremento delle aree residenziali e contestualmente l’individuazione di porzioni

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di territorio dove consentire l’espansione delle aree produttive, limitandone comunque l’incremento entro i limiti consentiti dall’art. 38 delle N.T.A. e rientrando perfettamente in tutti i parametri descrittivi previsti dalla Provincia che indicano di fatto la sostenibilità insediativa in relazione al consumo del suolo urbanizzato (vedere Allegato 1).

3. Gli ambiti agricoli produttivi In allineamento con la maggior parte delle attività agricole nei comuni montani, attualmente il settore attraversa un periodo di grande difficoltà. L’ultimo censimento ISTAT evidenzia che il ruolo di Valbrona in questo ambito è molto marginale, con eccezioni legate all’attività del vivaismo o all’agriturismo. Delle 9 aziende agricole censite, meno della metà rappresentano realtà produttive significative (la dimensione media di tutte le aziende è 3,17 ettari) e la scarsa presenza di capi bovini e ovicaprini (5 delle aziende hanno 26 capi bovini e 2 delle aziende 66 capi caprini), a fronte di una grande sproporzione verso la produzione foraggera caratterizza ancor più negativamente il dato rilevato. Si segnala inoltre la presenza di una rete di alpeggi di una certa consistenza che oggi non sono praticamente più attivi, ma che non molti anni fa consentivano un carico zootecnico ben maggiore. All’interno del Documento di Piano viene confermata l’area esistente di 127.220 mq (suddivisa in intensiva 28.690 mq ed estensiva 98.530 mq) con vocazione agricola produttiva. Per quanto riguarda la piana all’ingresso di Valbrona, attualmente a prato verde, vista la presenza di torbiere, si è deciso di salvaguardarne l’ambito naturale inserendo il vincolo di tutela che esclude ogni possibilità edificatoria (comprese quelle legate all’uso agricolo dei terreni). Soluzione da perseguire per restituire slancio al settore potrebbe essere quello di caratterizzarlo con produzione di generi agro-alimentari di qualità e incentivando le attività di gestione del territorio agricolo e boschivo connesse al turismo. Per una visione più di dettaglio di quanto sopra esposto, accompagnata anche da tabelle che riassumono la consistenza delle attività agricole presenti si rimanda alla relazione della V.A.S.

4. Gli ambiti di rilevanza naturalistica All’interno di questo ambito troviamo quelle aree di valore paesaggistico quali le aree umide della piana di Valbrona, le superfici a prato semplice e alberati e la fascia di castegneti e boscata a ridosso dell’ambito urbanizzato verso la parte

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montuosa del comune. Anche le superfici boscate e i prati-pascoli degli alpeggi rivestono elevata valenza naturalistica e sono pertanto da preservare e consolidare. L’ambito boscato in particolare, individuato in cartografia congruamente con il perimetro del Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana – Triangolo Lariano, alla data odierna non ancora adottato, viene tutelato con linee di indirizzo gestionale finalizzate alla conservazione degli ambiti di rilevanza ecologico-paesaggistica e alla potenziale riconversione di aree oggetto di recente ricolonizzazione (in particolare le neoformazioni forestali a ridosso degli alpeggi).

5. Gli ambiti produttivi/ artigianali Il territorio comunale ospita, in particolare al suo ingresso da , una buona serie di attività produttive di carattere artigianale, localizzate all’interno del tessuto consolidato. Proprio questa vicinanza, che a volte è addirittura compresenza (vedi attività nel centro storico di Visino), di attività residenziali e artigianali, renderebbe necessaria la delocalizzazione di alcune attività esistenti. E’ anche per perseguire questo scopo che si è deciso di confermare la previsione del P.R.G. vigente di espandere l’area produttiva dove già esistente (vedere ATp1). Non sono presenti industrie a rischio di incidente rilevante. Per quanto riguarda l’area a vocazione produttiva presente in prossimità di Candalino, verranno conservate le attività presenti non considerate di disturbo per le residenze adiacenti (attualmente il P.R.G. identifica questa come zona “residenziale-artigianale mista”), per le altre si prenderà in considerazione la dislocazione nell’area industriale di Via Roma.

6. Gli ambiti commerciali Attualmente all’interno del Comune di Valbrona sono presenti solamente attività di commercio al dettaglio che sono dislocate in prossimità del tessuto edilizio delle singole frazioni di Valbrona, ai piani terreni degli edifici. All’interno del Documento di Piano non sono previste aree di espansione e/o trasformazione dedicate a questa funzione. L’incremento commerciale, nei rispetto delle N.T.A. del Piano delle Regole, è compatibile con le previsioni di Piano.

7. Gli ambiti di espansione e di trasformazione Il criterio generale utilizzato per l’individuazione di nuove aree di espansione residenziale è stato quello di prevedere l’utilizzo di territorio non urbanizzato

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solamente in quelle aree contigue all’urbanizzato e quindi già dotate dei servizi primari e secondari necessari. Si affiancano alle aree di espansione le aree di trasformazione che ricadono parzialmente o per intero all’interno del tessuto urbanizzato della Provincia e per le quali si è pensato, nella fase progettuale, in alcuni casi, ad un cambio totale o parziale di destinazione urbanistica rispetto al P.R.G. vigente, laddove la previsione edificatoria non sia stata ancora attuata. Si pensi per es. all’AT 16 (completamento e allargamento del tratto di strada da Via Foppa a Via Dosso) o ancora all’AT 17, dove cambiando destinazione urbanistica da artigianale a residenziale, a fronte di una limitata possibilità edificatoria concessa, verrà ceduta e attrezzata a verde l’area delle vecchie fornaci a Candalino e contestualmente verrà prevista la conservazione della torre esistente e il recupero della cava abbandonata adiacente all’area. Per quanto riguarda invece le AT 19 e AT 20, il cambio di destinazione d’uso da produttivo a residenziale si è reso necessario per l’incompatibilità della funzione con il contesto esistente ampliamente residenziale e per la dislocazione di esse all’interno degli ambiti antichi rispettivamente di Visino e Osigo. In entrambe le ultime due aree a fronte della concessione di possibilità edificatoria con funzione residenziale, verranno realizzate aree da adibire alla sosta, a parziale risoluzione del problema del parcheggio nei centri storici. Anche le aree di espansione sono state nella maggior parte dei casi inserite nel Documento di Piano per il ruolo strategico di esse nel completamento del sistema viario di quartiere esistente, che risulta incompleto in alcune aree. In fase di rilascio della concessione edilizia infatti sarà prescrittiva la realizzazione dell’intervento viabilistico previsto nelle singole schede di progetto delle N.T.A. del Documento di Piano. Si vedano per es. l’AT 8 (realizzazione del tratto di strada che collega Via Segantini a Via Le Scuole), l’AT 10 (completamento del tratto di strada che collega Via Maiago a Via Dosso) e l’AT 14 (completamento del collegamento pedonale tra la parte più a monte del nucleo antico di Maisano e la Via Roncareggi e realizzazione di area da adibire alla sosta). Il criterio usato invece per le aree di espansione artigianali/ produttive, è stato quello, in accordo col P.R.G. vigente, di espansione all’ingresso di Valbrona provenendo da Asso, dove già è chiara la vocazione funzionale produttiva. Nel delineare l’ipotesi progettuale si è cercato di garantire la salvaguardia degli ambiti naturali esistenti inserendo nelle future edificazioni di carattere produttivo coni ottici verdi (vedere per es. ATp 1) che consentano di rispettare il verde esistente

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garantendo la continuità visiva tra la montagna e la pianura, incrementando la dotazione di servizi dedicati alle attività artigianali e migliorando la viabilità interna e di accesso ai lotti. Per quelle aree di trasformazione presenti del Documento di Piano, ricadenti all’interno del Piano di Indirizzo Forestale (che si ricorda non ancora adottato alla data odierna) la scelta progettuale, in accordo con quanto evidenziato dalla V.A.S., è stata quella di garantire in questi ambiti piantumazione integrativa, se necessaria e salvaguardia dell’ambito naturale boschivo esistente. Sulla base di un’analisi molto approfondita della forma fisica e dei caratteri urbani del territorio oggetto di trasformazione ed espansione i numerosi sopralluoghi hanno rivelato una forte eterogeneità dei luoghi, che si diversificano molto l’uno dall’altro soprattutto in ragione della grande complessità topografica del territorio comunale. I sopralluoghi sono stati fondamentali non solo per prendere coscienza della grande qualità ambientale di molte Aree di Trasformazione, ma anche per cominciare a riflettere sulla possibilità, con l’elaborazione del Piano di governo del Territorio e in particolare con il Documento di Piano, di meglio controllare le nuove edificazioni in modo che queste ultime possano rispettare e valorizzare i caratteri specifici dei luoghi in cui si insediano. Il lavoro di analisi effettuato a partire dai sopralluoghi è stato successivamente trascritto in “schede analitiche”, una per ogni Area di Trasformazione, che sono state organizzate nel modo seguente (vedere N.T.A. del Piano delle Regole): - localizzazione, descrizione dell’ambito di intervento, degli obiettivi di progetto e dei parametri urbanistici (superficie territoriale, superficie fondiaria, indice sfruttamento massimo consentito, Slp massima consentita, altezza massima consentita, superficie coperta massima consentita, eventuale superficie in cessione ad uso pubblico); - rappresentazione cartografica con estratto catastale area interessata dall’intervento; - planimetria di progetto con sezioni tipo dei nuovi edifici inseriti nella linea naturale del terreno. Questi criteri di analisi sono stati molto utili per poter non solo individuare la “specificità” di ogni Area di Trasformazione, ma anche e soprattutto per poter definire una certa gerarchia di valori tra le singole Aree, che nasce proprio dal carattere eterogeneo del territorio.

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Le schede descritte sopra vengono inserite come descrittive nelle N.T.A del Documento di Piano, ma risultano parte integrante delle N.T.A. del Piano delle Regole. Nell’Allegato 2 si può visualizzare un riepilogo delle aree di trasformazione di espansione a confronto con il perimetro urbanizzato del P.T.C.P.. Per un quadro riassuntivo degli obiettivi di sviluppo complessivi del P.G.T. si veda l’Allegato 3.

8. I beni di interesse storico-monumentale Oltre ai quattro nuclei di antica formazione denominati Candalino, Maisano, Osigo e Visino, Valbrona possiede all’interno del suo territorio una serie di beni architettonici-culturali e naturali, che meritano di rientrare nelle categorie di tutela descritte nelle N.T.A. del Piano delle Regole e che vengono di seguito elencati e riportati in cartografia, come previsto dall’art. 1 comma b) della L12/2005. Vengono di seguito elencati e sono contestualmente riportati su cartografia (vedere tavola DP 1). La tabella contiene sia gli edifici appartenenti ai nuclei di antica formazione che gli altri beni sparsi sul territorio. Per quelli appartenenti ai suddetti centri storici si rimanda alle schede specifiche di analisi dei centri storici, per gli altri invece, in base alla categoria di intervento prevista nella quarta colonna si rimanda direttamente alle N.T.A. del Piano delle Regole.

1 Villa Scheiber Candalino 2 Ghiacciaia Villa Scheiber Candalino 3 Fornaci Tacchini (Torre “La Mora”) Candalino 3 Vecchie fornaci Candalino 4 Villa Rosti Candalino 5 Mura Castello Candalino 6 Santuario Madonna Addolorata Candalino 7 Lavatoio Candalino 9 Nucleo rurale Caprante 10 “Pra Castel” Caprante 11 Ponte Madonna della Febbre Caprante 12 Ponte Caprante Caprante 13 Cimiteri Caprante 14 “Candispin” Caprante 15 “Crotto Ceppo Palazzolo” Caprante 16 “La Crus” Caprante

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17 “Campiano” Caprante 18 Rifugio Polalba Corni 19 Rifugio S.E.V. Corni 20 Nucleo rurale Oneda Corni 21 “I Pian” Corni 22 “Pianezz” Corni 23 “Piazz” Corni 24 “Sasso della Cassina” Corni 25 “Ceppo della Forca” Corni 26 “Cepp de la Bela Dona” Corni 27 “Gaget” Corni 28 Filanda Maisano 29 Mola pubblica Maisano 30 Villa “Villa” Maisano 31 Torre Maisano 8 Santuario Madonna della Febbre Maisano 32 Chiesa di S. Rocco Maisano 33 Cappella SS. Trinità Maisano 34 Convento Via Fontana Maisano 35 Convento Via Roncareggi Maisano 36 Lavatoio Maisano 37 Fonte di S. Carlo Maisano 38 “Campora” Maisano 39 Nucleo rurale Monte Megna 40 Rogogea Megna 41 Ossa Megna 42 Villa Gandini Osigo 43 Villa Acquistapace Osigo 44 Villa De Marchi Osigo 45 “Curt di Biunt” Osigo 46 Chiesa SS. Materno e Apollinare Osigo 47 Fontana Via Montegrappa Osigo 48 Lavatoio Osigo 49 “La Tur” Osigo 50 Filatoio Visino 51 Filatoio Genorin-Lattuada Visino 52 Palazzo De Herra Visino 53 Antico Palazzo Comunale Visino 54 “Casa della Contessa” Visino 55 Palazzo Gorio Visino 56 Torre Visino 57 Chiesa S. Michele Visino

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58 Cimitero S. Michele Visino 59 Chiesa Beata Vergine Assunta Visino 60 “Puntecc” Visino 61 Lavatoio Via Roma Visino 62 Lavatoio “Alto” Via S. Michele Visino 63 Fontana Via De Herra Visino 64 “Ponte Castell” Visino 65 “Cà di Frà” Visino Legenda: archeologia industriale

architettura civile

architettura militare

architettura religiosa

architettura rurale/ manufatti storici

toponomastica storica

9. Il sistema della mobilità Per quanto riguarda il sistema viario si è optato per una generale e puntuale riqualificazione dell’esistente, inserendo nelle strade di interesse comprensoriale, urbane primarie e principali di quartiere, ovunque il calibro stradale e il tessuto edificato lo consentissero un marciapiede pedonale (almeno su un lato della carreggiata). Gli interventi di carattere più innovativo e che comporteranno anche un consistente investimento economico saranno l’inserimento di un anello di pista ciclabile (che dall’ingresso di Valbrona colleghi la periferia fino al centro storico di Osigo, sede delle attività amministrative del Comune come Municipio, Ambulatorio medico, mercato, Chiesa e Scuola Materna) e la creazione di una bretella di sdoppiamento stradale in corrispondenza del nucleo antico di Osigo, che consenta l’alleggerimento del carico viabilistico attraverso la creazione di un sistema di sensi unici, eliminando così i punti di strettoia e di parziale congestionamento del traffico a favore sia della sicurezza dei pedoni che del miglioramento generale della viabilità. Attualmente infatti la S.P. 46 ha un attraversamento veicolare molto elevato in entrambi i sensi di marcia.

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Questo, in accordo con le previsioni della Tavola 07 del P.T.C.P. consentirà, migliorando la situazione del traffico di attraversamento generale, di snellire anche i tempi di percorrenza del trasporto pubblico locale (rete di autobus) che attualmente attraversa Valbrona fino a raggiungere il lago di Como. Per quanto riguarda la problematica della congestione dei centri storici (sia viabilistica che dovuta alla carenza di parcheggi ad uso dei residenti), presente diffusamente su tutti e quattro i nuclei antichi è risolvibile solo parzialmente studiando nel dettaglio un sistema di sensi unici (alcuni tra l!altro obbligati dalle dimensioni stradali), e ideando aree da adibire a parcheggio nelle zone in adiacenza al tessuto residenziale storico di modo da alleggerire il più possibile il traffico all!interno dei nuclei di antica formazione.

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10. Gli obiettivi quantitativi di sviluppo del Piano di Governo del Territorio

Allegato 3.

Il Documento di Piano individua i seguenti obiettivi di sviluppo quantitativo:

nuova volumetria residenziale massima realizzabile 64.500 mc

nuova superficie produttiva massima realizzabile 1.254 mq

dotazione di aree per servizi pubblici e di interesse pubblico o 22 mq/ 100 mc generale per nuova volumetria residenziale realizzabile

dotazione di aree per servizi pubblici e di interesse pubblico o 32 mq/ 100 mq generale per nuova Slp produttiva realizzabile

N.B. nel computo dei servizi pubblici o di interesse pubblico o generale non sono stati calcolati i mq da cedere per realizzazione di nuova viabilità.

11. Elenco elaborati del Documento di Piano Il Documento di Piano è costituito dalla presente Relazione di sintesi, da Norme Tecniche di Attuazione e da un insieme di tavole di seguito elencate, suddivise tra quelle che contribuiscono a definire il quadro conoscitivo attuale e quelle che definiscono il quadro programmatorio futuro: Allegato A - Relazione generale di analisi TAV. 1 – Fotogrammetrico urbanizzato al 31/12/2006, scala 1: 5.000 TAV. 2 – Inquadramento territoriale, scala 1: 10.000 TAV. 3 – I vincoli, scala 1: 5.000 TAV. 4 – Il reticolo minore, scala 1: 10.000 TAV. 5 – Il P.R.G. vigente all’adozione del P.G.T., scala 1: 5.000 TAV. 6 – Segnalazioni P.R.G. vigente e P.G.T., scala 1: 5.000

DP 1 – Previsioni di Piano, scala 1: 5.000 DP 2 – Calcolo possibilità edificatoria secondo P.T.C.P., scala 1: 5.000

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GLI ELABORATI SOPRAELENCATI, TRANNE QUELLI DI ANALISI (TAV. DALLA 1 ALLA 6) HANNO VALORE PRESCRITTIVO.

Alle suddette tavole e documenti si aggiungono le seguenti integrazioni: ! lo studio della componente geologica, idrogeologica e sismica del territorio comunale di Valbrona (Co), redatto dallo Studio Geologico Boninsegni e Laveni Associati, composto da: • Relazione tecnica + schede allegate; • Elaborati grafici: - TAV. 1a e 1b – Carta idrografica, idrogeologica, della rete fognaria, acquedottistica e delle opere idrauliche, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 2a e 2b – Carta geologica, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 3a e 3b – Carta geomorfica e del dissesto, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 4a e 4b – Carta litologia e geotecnica, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 5a e 5b – Carta dell’acclività, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 6a e 6b – Carta idrogeologica e della permeabilità, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 7a e 7b – Carta dell’uso del suolo, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 8a e 8b – Carta della pericolosità sismica locale, scala 1: 5.000 (ANALISI); - TAV. 9a e 9b – Carta dei vincoli, scala 1: 5.000 (SINTESI/VALUTAZIONE); - TAV. 10a e 10b – Carta di sintesi, scala 1: 5.000 (SINTESI/VALUTAZIONE); - TAV. 11a e 11b – Carta di fattibilità delle azioni di piano, scala 1: 5.000 (PROPOSTA); - TAV. 12a, 12b e 12c – Carta di fattibilità delle azioni di piano, scala 1: 2.000 (PROPOSTA). ! la Valutazione Ambientale Strategica, redatta dalla Coop. REA. Coordinata dal Dott. Agr. Claudio Febelli, composta da: • Relazione tecnica; • Elaborati grafici: - TAV. 1 – Quadro conoscitivo ambientale “Utilizzazione del Suolo”; - TAV. 2 – Quadro conoscitivo ambientale “Vegetazione”; - TAV. 3 – Quadro conoscitivo ambientale “Rilevanza”; - TAV. 4 – Documento di Piano “Azzonamento”; - TAV. 5 – Documento di Piano “Azioni di Piano”.

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PIANO DEI SERVIZI

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1. Introduzione – Evoluzione normativa della legge urbanistica La Legge Regionale 12/2005 ha confermato le significative modifiche sul tema della dotazione di servizi pubblici introdotte dalla L.R. 1/2001, che istituiva il nuovo strumento del Piano dei Servizi. Il Piano dei Servizi rinnova profondamente il modo di concepire la dotazione dei tradizionali “standards urbanistici” che il Piano di Governo del Territorio deve assicurare. Fino all’entrata in vigore della nuova Legge urbanistica regionale, era la legge regionale n° 51 del 1975 che prescriveva la dotazione minima di standards urbanistici che doveva essere garantita dal Piano regolatore generale. Questa dotazione era maggiore rispetto a quella definita dalle leggi statali (la Legge 1150 del 1942, e soprattutto il D.M. 1444 del 1968 che aveva introdotto gli standards urbanistici): ad esempio, la legge regionale imponeva una dotazione minima di 26,5 mq per abitante per la residenza in luogo di 18 mq, oppure 100% di aree standard rispetto alla slp per destinazioni terziarie contro l’80%. Le modifiche apportate dalle L.R. 1/2001 e 12/2005 riguardano i punti seguenti: 1° Il Piano dei Servizi è un documento del Piano di Governo del Territorio che possiede una propria autonomia e specificità. L’obiettivo del Piano dei Servizi è quello di documentare lo stato dei servizi pubblici o di interesse pubblico esistenti, e di definire le scelte relative alla politica dei servizi da realizzare nel periodi di operatività del PGT. Inoltre, il fine del Piano dei Servizi è di superare una visione prevalentemente quantitativa della dotazione dei servizi per proporre una logica maggiormente legata alle prestazioni e alle qualità dei servizi. 2° Nella legislazione urbanistica nazionale e regionale, la nozione di “abitante insediabile”, oppure di “abitante teorico”, si definisce a partire dalla quantità “astratta” di metri cubi che viene associata ad ogni singolo abitante. Questa quantità era definita nella L.R. 51/1975 nella misura di 100 mc per abitante, mentre nella L.R. 1/2001 questo rapporto fu modificato in 150 mc per abitante, rapporto confermato nella L.R. 12/2005. Questo cambiamento ha portato a ridimensionare fortemente il fabbisogno teorico di aree standard, perché a parità di metri cubi previsti dal Piano corrisponde un minor numero di abitanti insediabili. Inoltre, mentre la Legge regionale prima vigente obbligava una dotazione minima di standards di 26,5 mq per abitante insediabile, con la nuova L.R. 12/2005 questa dotazione minima di standards è stata abbassata a 18 mq per abitante insediabile. 3° Sono cambiati anche i criteri di calcolo degli abitanti “già insediati” per il dimensionamento delle aree a standard all’interno del Piano di governo del

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territorio. La L.R. 51/1975 prevedeva che il numero degli abitanti “esistenti” dovesse essere calcolato sulla base del numero maggiore tra la quantità di abitanti reali e la quantità di vani esistenti all’interno dei centri edificati. Il fatto che il numero dei vani risultasse sempre maggiore rispetto a quello degli abitanti reali, portava ad un numero di abitanti insediati (calcolato sulla base dei vani) sensibilmente superiore rispetto a quello degli abitanti reali. Questo spiega perché nei Piani regolatori precedenti la stima di espansione urbana era spesso fortemente sovradimensionata, se confrontata con lo sviluppo reale dei tessuti urbani. La nuova Legge regionale determina che debbano essere considerati solo gli abitanti “reali”, effettivamente censiti all’anagrafe comunale l’anno precedente la data di adozione del Piano di governo del territorio. Per le aree ancora non edificate, si fa invece riferimento alla misura di 150 mc per ogni nuovo abitante da insediare. 4° Un’altra innovazione importante riguarda il concetto stesso di “servizio” che ha un significato più esteso rispetto al concetto tradizionale di “Standard”. La nuova legge rinuncia all’elencazione fatta nel D.M. 1444/68 e nella precedente Legge regionale, ampliando il significato tradizionale di attrezzatura pubblica o ad uso pubblico. Il Piano dei servizi deve quindi essere inteso come uno strumento di regolazione delle attività, attrezzature e servizi pubblici, e uno dei suoi compiti deve essere quello di definire ciò che effettivamente diventa “standard” e deve sottostare ad un criterio di verifica dimensionale. 5° Un altro concetto innovativo riguarda la possibilità che alcuni servizi pubblici possano essere erogati da soggetti privati mediante apposita convenzione. Anche i servizi e le attrezzature private di uso pubblico o collettivo possono quindi concorrere alla definizione quantitativa e qualitativa dei servizi oggetto del Piano dei servizi. Questo allargamento della concezione del “servizio” ha come conseguenza importante il fatto di superare la condizione “esclusivamente pubblica” del tradizionale standard urbanistico: non è più necessaria la proprietà pubblica del servizio stesso, da acquisire con l’esproprio o attraverso altre modalità. 6° L’elemento principale di novità è forse rappresentato dal concetto di “fattibilità degli interventi”. Questo concetto fa diretto riferimento alle variabili del “tempo” e delle risorse finanziarie, variabili spesso disattese nella pianificazione comunale. Il concetto di fattibilità conduce inoltre a modificare gli approcci tradizionali dei Piani regolatori. Essendo il Piano dei Servizi un documento programmatico attraverso il quale l’Amministrazione comunale assume degli impegni in un arco

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temporale definito, deve dimostrare la sua effettiva fattibilità soprattutto in relazione al problema, introdotto dalla giurisprudenza (sentenza Corte costituzionale n° 179 del 20 maggio 1999), riguardante l’obbligo di prevedere un indennizzo per la reiterazione dei vincoli preordinati all’esproprio. Questa questione introduce il problema delle diverse modalità di acquisizione delle aree necessarie per la realizzazione dei servizi, facendo riferimento da un lato ai meccanismi tradizionali connessi all’esproprio (da usare per le previsioni certe che devono attuarsi in tempi brevi), dall’altro lato a meccanismi innovativi quali ad esempio quelli connessi alla perequazione urbanistica (da usare per le previsioni che hanno minore possibilità o necessità di essere programmati in tempi brevi).

I nuovi concetti e metodi di pianificazione, introdotti dalla L.R. 1/2001 e confermati nella L.R. 12/2005, obbligano quindi a pensare in modo innovativo l’elaborazione del Piano dei servizi. Mentre le precedenti disposizioni individuavano in modo univoco quali servizi pubblici erano da considerare come standard urbanistico, la nuova norma lascia ampia libertà nell’individuazione dei servizi di interesse generale che il Piano deve assicurare nelle quantità fissate. Mentre in precedenza, ad eccezione dei luoghi di culto, gli standard dovevano essere acquisiti dall’Ente Pubblico o asserviti all’uso pubblico, ora è possibile, se non in taluni casi raccomandato, coinvolgere i privati, ed è di conseguenza consentito considerare nello standard anche servizi ed attrezzature, anche privati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d’uso, conformi alle modalità che il Piano dei Servizi deve precisare, che assicurino l’effettivo svolgimento delle attività collettive cui sono destinati. Tenuto conto di questo quadro innovato, il Comune deve effettuare una ricognizione "dello stato dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale esistenti in base al grado di fruibilità e di accessibilità che viene assicurata ai cittadini per garantire l’utilizzo di tali servizi e precisa le scelte relative alla politica dei servizi di interesse pubblico o generale da realizzare nel periodo di operatività dimostrandone l’idoneo livello qualitativo, nonché l’adeguato livello di accessibilità, fruibilià e fattibilità" . E' innegabile che la valutazione degli effettivi problemi di fattibilità, richiesta dalla nuova normativa, attribuisce un nuovo rigore alle scelte urbanistiche, in quanto lo stato delle finanze locali limiterà nel futuro i margini di previsione. In sintesi, occorre pensare ad una pianificazione urbanistica dinamica, strettamente

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correlata ai programmi concreti ed alle risorse effettivamente disponibili.

2. Metodologia ed obiettivi del Piano dei servizi Lo schema concettuale del Piano dei Servizi porta a considerare quattro diversi momenti, distinguibili nel modo seguente:

1° Ricostruzione dello stato di fatto; 2° Verifica della domanda da parte delle diverse categorie di utenti; 3° Analisi dell’offerta e definizione del quadro delle azioni; 4° Determinazione dei servizi da considerare come standards urbanistici.

La ricostruzione dello stato di fatto è stato effettuata a partire da un’analisi approfondita di tutti i centri di servizio attualmente esistenti sul territorio di Valbrona. Sono stati effettuati sopralluoghi sistematici, insieme con l’acquisizione di documenti e scambi di parere con i responsabili dei diversi settori. Per ogni edificio, ma anche per tutti gli spazi aperti destinati a Parcheggio o a Verde pubblico, è stato elaborata una schedatura sistematica, contenente i dati dimensionali, i dati sull’utenza del servizio, ma anche valutazioni qualitative che sono servite per determinare le possibili situazioni critiche e la risoluzione delle stesse prevedendo anche l’impegno economico necessario. La verifica della domanda da parte delle diverse categorie di utenti ha seguito lo stesso metodo utilizzato per la ricognizione dello stato di fatto dell’offerta. Sono state d’aiuto le interviste ad alcuni testimoni privilegiati: i responsabili dei vari Settori del Comune di Valbrona interessati alle diverse politiche dei servizi e i responsabili degli Istituti scolastici presenti sul territorio, in modo da raccogliere programmi funzionali, orientamenti, indicazioni e richieste che potessero utilmente concorrere alla formazione del Piano dei servizi. La verifica dell’offerta e definizione del quadro delle azioni è stata elaborata parallelamente con la ricognizione dei servizi esistenti e l’analisi della domanda. Sono stati definiti per ogni tipologia di servizio i relativi parametri qualitativi, in base ai quali effettuare la verifica dei servizi esistenti e definire il successivo quadro delle azioni. Sono stati verificati in particolare i termini di accessibilità e fruibilità dei singoli servizi, come richiesto dalla Legge regionale, perché sono principalmente questi due criteri, declinati a seconda della tipologia di servizio, a determinare la selezione dei parametri qualitativi: sono state quindi prese in

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esame sia le condizioni del contorno (viabilità, capacità di sosta, condizioni ambientali), sia le condizioni intrinseche delle strutture (rispondenza a standard dimensionali minimi, stato di conservazione e manutenzione degli immobili, qualità dell’attrezzature degli spazi verdi, ecc…), in relazione con la caratterizzazione dei bisogni precedentemente definita. A partire da questa verifica è stato quindi elaborato il quadro delle azioni da promuovere per ottimizzare il livello qualitativo delle strutture esistenti che si intende confermare, in rapporto ai parametri minimi individuati, insieme con quelle necessarie per implementare i servizi di cui si è riscontrata una carenza sul territorio. Questo quadro delle azioni costituisce quindi la parte del Piano dei Servizi a carattere prettamente programmatorio dell’Amministrazione comunale, che dovrà necessariamente confrontarsi con gli altri strumenti programmatori, in primo luogo il Programma triennale delle opere pubbliche, per ottenere una pianificazione coerente delle azioni previste. La determinazione dei servizi da considerare come standards urbanistici dipende da due aspetti. In primo luogo, sono da includere nella categoria di “standard” quelle tipologie di servizi riconducibili a quelle indicate dal D.M. 1444/68 presenti in Valbrona, e cioè: - scuole dell’obbligo; - attrezzature religiose, culturali, sociali, assistenziali, ecc.; - aree a parco, per il gioco e lo sport; - parcheggi; - attrezzature sanitarie. Per queste tipologie di servizio si è posto come obiettivo il rispetto di quantità minime fissate dei servizi comunali. Non sono stati invece considerati come “standard” quei servizi ed attrezzature genericamente riconducibili alle opere di urbanizzazione primaria. In secondo luogo, si sono selezionati all’interno di queste categorie i centri di servizio esistenti e previsti, che garantiscono il rispetto dei requisiti di accessibilità e fruibilità, al fine del loro computo nella verifica delle quantità minime fissate. Sono state invece escluse quelle strutture dove l’attività del privato, pur riconosciuta come servizio di interesse generale, si svolge in campi tradizionalmente non interessati dall’azione pubblica, perseguendo finalità di lucro che possono condizionare i contenuti e la qualità del servizio (per esempio bar, ristoranti, alberghi, ecc.).

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3. La classificazione dei servizi La classificazione dei servizi proposta all’interno del Piano dei Servizi di Valbrona è stata definita in rapporto all’utente del servizio stesso e in relazione alla possibilità offerta da alcuni servizi, per il loro carattere sistemico (principalmente il verde pubblico e gli spazi urbani ma anche i servizi alla mobilità), nel definire forme di riorganizzazione urbana di carattere generale. Questa classificazione viene riportata nei seguenti elaborati grafici del Piano dei Servizi: nelle tavole PS 1A - PS 1B - “Classificazione dei servizi e modalità di intervento”, scala 1:2.000, intero territorio comunale e PS 2A - PS 2B – “Modalità attuative”, scala 1:2.000, intero territorio comunale. L’insieme dei servizi rilevati e di progetto è stato così classificato in 6 categorie. Sono indicati con un asterisco [*] i servizi che non vengono conteggiati come aree standard.

A- servizi alla persona - Attrezzature scolastiche; - Servizi sociali-assistenziali; - Servizi amministrativi – istituzionali; - Servizi religiosi; - Servizi culturali; - Cimiteri*

I servizi alla persona sono conteggiati come standard ad eccezione dei Cimiteri.

B- servizi del verde e degli spazi aperti - Servizi sportivi; - Verde; - Piazze*; - Viali alberati*

I servizi del verde e degli spazi aperti sono conteggiati come standard ad eccezione delle Piazze e dei Viali alberati.

C- servizi della mobilità e della sosta - Aree di sosta; - Piste ciclabili*;

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- Rotatorie*; - Nuova viabilità*

I servizi della mobilità e della sosta sono conteggiati come standard solo relativamente alle aree di sosta.

D- servizi tecnologici e ambientali - Impianti tecnologici*; - Piattaforma ecologica*

Si tratta dell’insieme di strutture destinate alla fornitura di determinati servizi quali il gas, l’acqua, ecc., oppure allo smaltimento dei rifiuti. I servizi tecnologici non sono conteggiati come aree a standard.

E- servizi alla produzione - Attrezzature di servizio

Si tratta dell’insieme di strutture destinate alla fornitura di determinati servizi alle attività produttive, come mense, parcheggi di pertinenza, ecc., che possono essere realizzate e gestite dalle aziende produttive nelle determinate Aree con vincolo di destinazione. I servizi alla produzione sono conteggiati come aree a standard.

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4. Aree standard del Piano dei Servizi e modalità attuative

L’attuazione delle previsioni del Piano dei Servizi, in relazione al reperimento delle aree necessarie per la realizzazione delle previsioni stesse, avviene quindi secondo una classificazione delle aree che tiene in considerazione sia la proprietà attuale dell’area, sia la classificazione del PRG vigente prima dell’adozione del PGT, sia la qualità ambientale e paesaggistica delle singole aree e il grado di utilità dello standard all’interno del sistema urbano di Valbrona. Per l’attuazione del Piano dei Servizi di Valbrona vengono quindi previste le seguenti modalità attuative, specificatamente individuate nella tavola PS 2A - PS 2B “Modalità attuative”, in scala 1:2.000, riferita all’intero territorio comunale.

A- Aree standard già acquisite. Per queste aree gli interventi riguardano la riqualificazione e il miglioramento del servizio già prodotto nell’area, oppure la nuova attrezzatura dell’area per ottenere il richiesto servizio, in relazione con il vincolo di destinazione d’uso indicato dal Piano dei Servizi.

B- Aree con vincolo di acquisizione confermato Queste aree del Piano dei Servizi, per le quali è prevista l’acquisizione da parte dell’Amministrazione Comunale, erano già vincolate a standard nel precedente PRG e sono state confermate in ragione dell’utilità del servizio da produrre all’interno del contesto urbano specifico. Questa conferma dell’utilità è stata decisa sulla base di valutazioni, fatte area per area, che hanno dimostrato la necessità dell’acquisizione. L’acquisizione delle aree così individuate avviene secondo le modalità previste dalla normativa nazionale e regionale vigente regolanti le misure espropriative. In alternativa all’acquisizione per esproprio potrebbe essere prevista la modalità che prevede che il proprietario realizzi direttamente gli interventi di interesse pubblico o generale mediante accreditamento o stipula di convenzione con il Comune per la realizzazione/gestione del servizio.

C- Aree con nuovo vincolo di acquisizione Queste aree non erano vincolate nel precedente PRG, e vengono vincolate a standard dal Piano dei Servizi in ragione della grande utilità del servizio da

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produrre all’interno del contesto urbano specifico (vedi area vicino alle scuole elementari, parcheggio a Visino). Analogamente alle Aree di tipo B, l’acquisizione delle aree così individuate avviene secondo le modalità previste dalla normativa nazionale e regionale vigente regolanti le misure espropriative. In alternativa all’acquisizione per esproprio potrebbe essere prevista l’applicazione della compensazione urbanistica come meccanismo di acquisizione.

D- Aree standard interne alle Aree di trasformazione Queste aree del Piano dei Servizi dovranno essere acquisite attraverso la cessione gratuita all’Amministrazione comunale di una quota dell’Area di trasformazione. Per queste aree classificate come “AT e ATp” nel nuovo PGT, appare del tutto indispensabile mantenere una quota significativa di aree standard, in modo da migliorare la qualità di vita non solo dei nuovi abitanti da insediare, ma anche degli attuali residenti nel caso di una carenza di servizi attualmente presenti, in particolare per quanto riguarda i parcheggi, ma anche per la creazione o il rafforzamento di percorsi carrabili e di corridoi ecologici. La cessione di aree appare inoltre indispensabile per completare la rete stradale di quartiere, quando sottodimensionata e con situazioni di grande criticità (strade a vicolo cieco, assenza di marciapiedi, lotti interclusi non accessibili direttamente dalla viabilità pubblica). La quota di cessione, normata dalle schede contenute nelle Norme tecniche di attuazione del Documento di Piano, varia a secondo della classificazione paesaggistica e ambientale dell’area e dell’effettiva necessità di cessione dello standard; nel caso di Aree di Trasformazioni in zone del tessuto edificato già dotate di tutti i servizi necessari (parcheggi, …) è possibile, mediante accordo tra la proprietà e la Pubblica Amministrazione la monetizzazione che sarà finalizzata al reperimento delle risorse necessarie al progetto generale di riqualifica delle aree pubbliche di Valbrona. In generale, l’individuazione prescrittiva delle aree da cedere corrisponde alla necessità di controllare il disegno complessivo della “città pubblica”, attraverso la continuità e la coerenza degli spazi aperti che concorrono all’identità formale dei tessuti urbani e del paesaggio comunale.

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E- Aree con vincolo di destinazione Le aree del Piano dei Servizi per le quali è previsto il solo vincolo di destinazione non sono preordinate all’esproprio e vengono conteggiate come “aree standard” (aree religiose, aree lungo il Torrente Foce). Le destinazioni vincolate sono quelle indicate nella tavola PS 1A - PS 1B “Classificazione e modalità di intervento dei servizi”, scala 1:2.000, intero territorio comunale e sono in gran parte aree verdi di rilevanza naturalistica, per le quali è prevista soltanto la conservazione della funzione ecologica già esistente.

5. Servizi alla persona

5.1 Attrezzature scolastiche A fronte di sopralluoghi effettuati e colloqui con il corpo insegnante della scuola elementare di Valbrona in Via De Amicis si evince che attualmente la struttura consente lo svolgimento generale corretto delle attività didattiche ex cathedra. La struttura ha un buono stato di conservazione e recentemente sono anche stati svolti lavori per adeguamento alle normative in materia di sicurezza e prevenzione antincendio. Le carenze sono concentrate all’esterno, dove è evidente l’impossibilità, anche per motivi di sicurezza legati ai dislivelli del terreno presenti, di utilizzare gli spazi per le attività ricreative. Nell’ipotesi preventivata di acquisizione di area a confine del lotto edificato con caratteristiche morfologiche pianeggianti, si potrebbe risolvere la problematica evidenziata. Questa idea di progetto si renderebbe ulteriormente necessaria nell’ipotesi di completamento della viabilità urbana che, collegando la Via De Amicis con la Via Le Scuole proprio in prossimità dell’ingresso all’edificio scolastico renderebbe del tutto inutilizzabile dai bambini lo spazio esterno esistente. Per quanto riguarda invece la scuola materna ubicata in Piazza dei Caduti, le problematiche sono opposte. Gli spazi esterni risultano garantire l’attività ricreativa dei bambini in sicurezza, mentre per quanto riguarda quelli interni si rileva una carenza di spazi, seppur quelli presenti siano in buono stato di conservazione anche a fronte di un recente progetto di ristrutturazione e adeguamento L13/1989. L’idea di progetto, eliminando l’ipotesi non percorribile di spostare la scuola materna all’interno dell’edificio delle scuole elementari, sarebbe quella di recuperare il piano interrato dell’edificio esistente (attualmente

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utilizzato solo come deposito) spostando in esso la funzione della mensa e ricavando pertanto nuovi spazi interni per lo svolgimento delle attività didattiche.

5.2 Servizi sociali-assistenziali Non sono previste integrazioni del servizio esistente.

5.3 Servizi amministrativi-istituzionali e servizi culturali L’edificio municipale di recente costruzione, è più che sufficiente per le esigenze amministrative. All’interno dello stesso edificio si trovano una sala biblioteca ed una sala civica con possibilità di utilizzo per conferenze. Non sono previste integrazioni del servizio esistente.

5.4 Servizi religiosi Gli oratori svolgono una funzione sociale molto importante (vedi quello di Visino e Osigo). Non sono emerse problematiche particolari se non la scarsa dotazione di parcheggi. Non sono previste integrazioni del servizio esistente, se non eventuali interventi puntuali di ristrutturazione degli immobili.

5.5 Servizi sanitari Attualmente Valbrona ospita due ambulatori medici pubblici negli spazi adiacenti alla Sede del Comune. Per le questioni sanitarie specifiche pubbliche fa riferimento al bacino di Erba. Non sono previste integrazioni del servizio esistente.

5.6 Cimiteri Attualmente Valbrona ospita all’interno del suo territorio n° 2 cimiteri funzionanti: quello di Visino (vicino alla Chiesa di S. Michele) e quello in prossimità della Chiesa di Osigo. Non sono previste integrazioni del servizio esistente anche a fronte del recente progetto di espansione del cimitero centrale.

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6. Servizi del verde, degli spazi aperti e dello sport In coerenza con l’analisi puntuale della prima fase il Piano individua una strategia relativa alla dotazione di spazi verdi i cui obiettivi possono essere così sintetizzati: - creazione di pista ciclo-pedonale e viale alberato ad anello che colleghi l’ingresso di Valbrona dalla Via Roma al centro storico di Osigo (sede Palazzo Comunale) lungo il Torrente Foce; - realizzazione e ampliamento di fasce di mitigazione e compensazione ambientale con nuovi viali alberati lungo le strade principali e anche, quando possibile, lungo la viabilità secondaria all’interno delle singole AT; - riqualificazione delle aree già di proprietà pubblica, ma non utilizzate perché non attrezzate; - riqualificazione della piazza di Visino e Candalino.

Il Piano dei Servizi individua i seguenti corridoi ecologici: - la grande piana posta a sud all’ingresso di Valbrona, in prossimità dell’area produttiva/ artigianale collegata all’ambito collinare situato a monte della Chiesa di S. Michele; - la fascia a verde che dalla zona in prossimità del Pozzo di Rossana sale verso l’ambito collinare a monte dell’AT6; - la fascia a verde che collega la zona a valle con la zona a monte lungo la ia Ziniga.

Per quanto riguarda le attrezzature sportive, considerato il recente progetto realizzato del centro sportivo attrezzato sulla Via Milano, non sono previste integrazioni del servizio.

7. Servizi della mobilità e della sosta L’analisi della domanda relativa alla mobilità si è tradotta nell’individuazione di un modello che possa contribuire alla qualità ambientale, diminuendo i livelli di inquinamento atmosferico ed acustico ed a migliorare la sicurezza dei cittadini, improntato ai seguenti principi: - gerarchizzazione delle strade e loro riqualificazione; - accessibilità ciclabile e pedonale alle attrezzature di uso quotidiano;

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- priorità della nuova strada tangenziale realizzata in Osigo per consentire l’alleggerimento del traffico veicolare, che attualmente attraversa il centro storico in prossimità del Municipio.

L’obiettivo di fondo che caratterizza il progetto della mobilità e sosta, in coerenza con i modelli di riferimento sopra esposti, è dar luogo ad un paese che consenta una compresenza equilibrata delle varie modalità di spostamento, pedonale, ciclabile, trasporto pubblico e trasporto privato. Evidentemente le modalità da privilegiare sono quelle a minore impatto ambientale, ma non di meno, il mezzo automobilistico privato costituisce una modalità da cui non si può prescindere. Il Piano articola il proprio progetto di mobilità sui seguenti principi: - riqualificazione degli spazi pubblici; - rete delle piste ciclabili; - gerarchizzazione delle strade; - nuovi parcheggi da realizzare in prossimità dei quattro centri storici che consentano l’alleggerimento del traffico veicolare legato alla funzione di residenza.

La riqualificazione degli spazi pubblici Il Piano assume tra i propri obiettivi la riqualificazione degli spazi urbani, non tanto intesa come operazione di arredo, quanto come necessità di ricomposizione delle funzioni che si svolgono nelle strade. Porre ordine agli spazi, assegnare a ciascuno di essi uno specifico ruolo (percorso pedonale, spazio per la sosta, corsia calibrata, controllo delle fermate dei bus), dare risalto e dignità in termini dimensionali e materiali a ciascuna parte dello spazio pubblico consente di creare un effetto urbano di elevata qualità, che renda anche più gradevole e sicuro lo spostamento pedonale e i luoghi della relazione sociale.

Il sistema della sosta Il Piano assume alcuni criteri semplici, ma efficaci: - chiarezza di impostazione, senza promiscuità tra varie tipologie di sosta - individuazione di spazi riservati alla circolazione e/o alla sosta dei residenti - implementazione dell’offerta.

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Gerarchizzazione della rete viaria Il Piano, dovrà privilegiare alcuni percorsi stradali rispetto ad altri, in modo da razionalizzare e rendere più chiaro l’orientamento all’interno del centro abitato. Le azioni necessarie per conseguire questo obiettivo sono spesso semplici e possono essere messe in atto anche in tempi relativamente brevi: sensi di marcia, fasi semaforiche, segnaletica stradale, ridefinizione delle sezioni stradali, rotatorie.

Completare la rete esistente La ridefinizione dei ruoli all’interno della rete stradale esistente passa anche attraverso la realizzazione dei necessari completamenti. Diventa pertanto fondamentale la realizzazione della strada “tangenziale” prevista in prossimità del nucleo storico di Osigo per alleggerire, creando un anello a senso unico, il traffico di attraversamento del centro storico in corrispondenza delle funzioni pubbliche più importanti (Municipio, Chiesa, mercato). Vengono inoltre create alcuni nuovi tratti stradali a completamento del sistema viario di quartiere esistente (vedere PR 4A e PR 4B). Appare inoltre molto importante anche riqualificare la rete stradale minore, in particolare in adiacenza alle Aree di trasformazione, con la creazione di nuove strade per eliminare certe situazioni di forte criticità in quartieri residenziali densamente edificati (strade a vicolo cieco, lotti interclusi privi di accesso diretto dalla viabilità pubblica, assenza di marciapiedi, ecc…).

8. Servizi tecnologici ed ambientali La rete di illuminazione pubblica, gestita dalla Società Sole, non evidenzia problematiche allo stato di fatto. La rete acquedottistica comunale invece risulta, come evidenziato dalla relazione tecnica redatta dall’A.S.I.L. commissionata dalla Pubblica Amministrazione per valutare la fattibilità dell’allacciamento alla rete comunale della frazione S. Giorgio, con problematiche puntuali che rendono necessaria per la valutazione degli interventi, una campagna di rilevamento e misurazione adeguata. La rete fognaria pubblica risulta allo stato di fatto incompleta per la frazione di Visino.

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Non emergono particolari deficienze quantitative per quanto riguarda la dotazione di servizi tecnologici ed ambientali. La piattaforma ecologica esistente in corso Via Ziniga risulta sufficiente.

9. Servizi alla produzione I servizi alla produzione risultano scarsi. Per favorire la creazione dei necessari servizi alla produzione, è stata prevista la cessione all’interno delle At con destinazione produttiva di zone dedicate. In queste aree potranno essere realizzate tutte quelle attrezzature di servizio alla produzione che hanno l’obiettivo di dotare il sistema produttivo delle attrezzature minime per un organico funzionamento delle stesse (per esempio viabilità interna, parcheggi).

10. Dimensionamento del Piano dei Servizi La popolazione residente a Valbrona nel 31 Dicembre 2007 è di 2.668 abitanti “reali”. Considerando che la volumetria massima residenziale realizzabile prevista nelle Aree di Trasformazione è di 64.500 mc, si ha un incremento di “abitanti teorici” di 430 (66.560 mc: 150 mc/ab.) per un totale di 3.098 abitanti complessivi con un aumento quindi di poco più del 15%. La dotazione di aree standard previste nel P.G.T. è di 140.860 mq (per il calcolo di dettaglio vedere la tabella di seguito riportata); di queste 62.000 mq risultano già di proprietà pubblica. A fronte di questi dati si ha una fotografia precisa della situazione di Valbrona che, anche allo stato di fatto, non presenta particolari problemi di carenza di standard, infatti calcolando 62.000 mq: 3.098ab = 20,01 mq/ab si ottiene uno standard esistente superiore a quello richiesto dalla L12/2005 (18,00 mq/ab). La scelta di aumentare comunque la dotazione di aree standard presenti a Valbrona è legata principalmente alla volontà di risolvere le problematiche contingenti della viabilità (l’aumento previsto di dotazione parcheggi, specialmente in prossimità dei centri storici, ha lo scopo di alleggerire il traffico veicolare in entrata in essi) e la tutela e conservazione del verde con valenza ambientale presente. Pertanto l’aumento delle aree a standard già di proprietà pubbliche da 62.000 mq a 140.860 mq è finalizzato a quanto detto sopra. Questo garantisce l’aumento di standard da 20,01 mq/ab. a 45,47 mq/ab.

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Altro obiettivo dell’Amministrazione Comunale sarà il miglioramento qualitativo della dotazione di servizi alla persona, mediante l’attrezzatura e la riqualificazione di una parte consistente del patrimonio delle aree già di proprietà comunale. Sulla base delle analisi effettuate e delle previsioni di Piano, vengono riportati i dati quantitativi riferiti alle categorie di servizi da erogare, e alle modalità attuative.

Classificazione dei Servizi

A- servizi alla persona - Attrezzature scolastiche mq 8.565 - Servizi sociali-assistenziali mq 340 - Servizi amministrativi – istituzionali mq 1.180 - Servizi religiosi mq11.990 - Servizi culturali mq 250 - Cimiteri* mq 5.895 TOTALE MQ 22.325

B- servizi del verde e degli spazi aperti - Servizi sportivi mq 17.940 - Verde mq 73.780 - Piazze di quartiere *; mq 2.280 - Viali alberati* TOTALE MQ 91.720

C- servizi della mobilità e della sosta - Aree di sosta mq 25.000 - Piste ciclabili*; - Rotatorie*; - Nuova viabilità* TOTALE MQ 25.000

D- servizi tecnologici e ambientali - Impianti tecnologici *; - Piattaforma ecologica *; mq 2.270

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E- servizi alla produzione - Attrezzature di servizio mq 1.815 TOTALE MQ 1.815

TOTALE STANDARD COMPLESSIVO MQ 140.860

Modalità attuative

A- Aree standard già acquisite mq 62.000 B- Aree con vincolo di acquisizione confermato mq 13.600 C- Aree con nuovo vincolo di acquisizione mq 4.200 D- Aree standard interne alle Aree di trasformazione mq 22.460 E- Aree con vincolo di destinazione mq 38.600

TOTALE STANDARD COMPLESSIVO MQ 140.860

Da un punto di vista quantitativo il patrimonio delle aree standard rappresenta meno dell’1% dell’estensione comunale (140.860 mq all’interno dei 13,60 kmq). Tra di esse troviamo aree che hanno una funzione collettiva di importanza elevata (si veda per esempio l’area di quasi 18.000 mq adibita a centro sportivo e spazio di aggregazione per manifestazioni o l’Oratori di Visino con un’area di più di 7.000 mq). Altre sono adibite a parcheggio e altre ancora hanno attualmente un ruolo inesistente figurando semplicemente come “libere”. Da un punto di vista della dotazione servizi, Valbrona non ha particolari problematiche da risolvere. Si rimanda alla successiva fase progettuale del P.G.T. la riqualificazione e la definizione di funzioni specifiche per le aree a standard che attualmente figurano semplicemente come “vuoti”.

11. Elenco elaborati del Piano dei Servizi Il Piano dei Servizi è costituito dalla presente Relazione di sintesi, da Norme Tecniche di Attuazione e da un insieme di tavole ed elaborati di seguito elencati, che contribuiscono a definire il quadro conoscitivo attuale e quelli che definiscono il quadro programmatorio futuro: Allegato A – Relazione d’analisi

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Allegato B – Schede aree con descrizione (foto, mq, stato di fatto, ipotesi di intervento) TAV. 1 – Fognatura esistente, scala 1: 5.000 TAV. 2 – Acquedotto esistente, scala 1: 5.000 TAV. 3 – Illuminazione pubblica esistente, scala 1: 5.000 PS 1A – Classificazione dei servizi e modalità di intervento, settore sud, scala 1: 2.000 PS 1B – Classificazione dei servizi e modalità di intervento, settore nord, scala 1: 2.000 PS 2A – Modalità attuative, settore sud, scala 1: 2.000 PS 2B – Modalità attuative, settore nord, scala 1: 2.000

GLI ELABORATI SOPRAELENCATI, TRANNE QUELLI DI ANALISI (TAV. DALLA 1 ALLA 3), HANNO VALORE PRESCRITTIVO.

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PIANO DELLE REGOLE

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1. Metodologia e obiettivi del Piano delle Regole Il Piano delle Regole, che è la parte del PGT più assimilabile al tradizionale PRG, ai sensi dell’art. 10 della LR 12/2005, disciplina, mediante cartografia specifica e le norme tecniche di attuazione, l’intero territorio comunale, compresi gli ambiti di trasformazione individuati nel Documento di Piano, determinando le connotazioni fondamentali di ogni intervento (i limiti quantitativi massimi, le vocazioni funzionali da privilegiare, l’impostazione generale di progetto dal punto di vista morfo- tipologico, le eventuali specifiche esigenze di dotazioni di servizi). Il Piano delle Regole è la parte del Piano di Governo del Territorio destinata a indirizzare e definire le modalità di intervento nel territorio consolidato. La finalità del Piano delle Regole è duplice, individua l’insieme dei vincoli e tutele che devono essere salvaguardate in ogni azione di trasformazione del territorio e stabilisce i criteri di intervento per le parti del territorio non soggette a trasformazione urbanistica. Ai sensi della legislazione urbanistica nazionale e regionale vigente il territorio comunale consolidato è soggetto, per destinazioni d’uso ed altri vincoli, alla disciplina urbanistica definita dalle tavole di progetto del Piano di Governo del Territorio, in particolare dalle tavole del Piano delle Regole e dalle norme tecniche di attuazione. La disciplina urbanistica si applica: - a tutte le costruzioni (e loro trasformazioni) pubbliche e private eseguite nell’ambito comunale durante il periodo di validità del Piano di Governo del Territorio; - alle altre opere che, a norma delle disposizioni vigenti, sono subordinate a Permesso di Costruire o sono soggette all’obbligo di autorizzazione, denuncia o notifica; - a tutte quelle opere che comportano comunque una trasformazione del suolo o una sua diversa utilizzazione. Gli immobili che alla data di adozione del Piano di Governo del Territorio sono in contrasto con le sue disposizioni possono subire trasformazioni solo per adeguarvisi. Il Piano delle Regole si attua, in conformità con le disposizioni legislative vigenti mediante: - Permesso di Costruire; - Denuncia di Inizio Attività.

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Nei limiti e con le prescrizioni della legislazione nazionale e regionale vigente è sempre consentita la Denuncia di Inizio Attività in alternativa al Permesso di Costruire. Gli interventi sono autorizzabili se i relativi progetti sono conformi al Piano di Governo del Territorio e al Regolamento Edilizio. In particolare il progetto depositato presso la Pubblica Amministrazione deve essere conforme alle Norme del Regolamento Edilizio vigente e a tutte le altre norme giuridiche che regolano la materia. L’edificabilità di un’area è subordinata all’assenza di previsioni sulla suddetta area di PTR o di PTCP che, a norma della legislazione vigente, sono prevalenti sulle indicazioni del Piano di Governo del Territorio. La sola conformità dell’intervento alla previsioni del PGT, in particolare del Piano delle Regole non comporta quindi l’automatica edificabilità di un’area.

2. Gli ambiti del tessuto consolidato A seguito delle analisi sul territorio svolte nella fase istruttoria e partendo dall’azzonamento del P.R.G. vigente, si è stabilito, come criterio generale, una semplificazione delle categorie relative all’uso del territorio. Per quanto riguarda il tessuto residenziale si è deciso di stabilire due diverse zone che, rispecchiando la consistenza edilizia esistente, definiscono l’ambito consolidato residenziale e quello residenziale rado. Essendo presenti sul territorio di Valbrona aree con presenza mista di attività residenziali ed artigianali, senza particolari problemi di convivenza delle due funzioni, salvo la viabilità precaria per le aree miste di Candalino, si è deciso di confermare la categoria residenziale/ artigianale mista, prevedendo in normativa sempre la possibilità di passaggio dalla funzione produttiva a quella residenziale e limitando l’inserimento di eventuali nuove attività artigianali a quelle non arrecanti disturbo. Le aree definite come produttive e identificate nel P.R.G. vigente con tre sottocategorie (D1, D3 e D4) sono state accorpate in un’unica categoria. Le aree agricole produttive e quelle rurali- boschive sono rimaste invariate. Nella categoria “aree di interesse collettivo” troviamo quelle parti di città già di proprietà pubblica che svolgono servizi per i cittadini o quelle aree per le quali si prevede all’interno del Piano di Governo del Territorio la previsioni di funzioni di pubblica utilità.

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3. I nuclei di antica formazione e i beni storico-artistico-monumentali Nel settembre 2006 è stato presentato all’Amministrazione comunale il lavoro di indagine conoscitiva del centro storico di Valbrona. Questo approfondito lavoro di analisi, di conoscenza attenta, ma anche di rappresentazione sistematica (strada per strada, corte per corte, casa per casa, in modo da poter definire con precisione le modalità di intervento che potranno restituire valore e dignità ai centri storici del Comune) è stato restituito su schede specifiche per ogni edificio e su una cartografia complessiva del territorio comunale avente funzione di sintesi e ha rappresentato la premessa indispensabile per la pianificazione degli interventi di conservazione e riqualificazione degli edifici e degli spazi pubblici.

Successivamente a questa fase sono state affrontate alcune questioni che riguardano la “struttura urbana”, le relazioni tra i singoli centri storici e le aree immediatamente confinanti, il traffico e i parcheggi ed è stato ridefinito, in relazione alle previsioni generali riguardanti le aree standard e lo sviluppo delle principali funzioni urbane, il ruolo dei centri storici di Candalino, Maisano, Osigo e Visino rispetto all’intera estensione del territorio comunale di Valbrona. L'indagine conoscitiva ha consentito infatti non solo di conoscere, ma anche e soprattutto di “interpretare” il carattere dei centri storici: solo con questa premessa è stato possibile elaborare soluzioni chiare in merito alla conservazione, al riuso e alla modifica degli edifici e degli spazi pubblici che lo costituiscono.

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Il lavoro di analisi si è basato su numerosi sopralluoghi che hanno consentito di raccogliere tutte le informazioni necessarie per una conoscenza approfondita del tessuto edificato, ma anche degli spazi aperti privati e pubblici. In corrispondenza di ogni numero civico del centro storico di Candalino, Maisano, Osigo e Visino sono stati fotografati gli edifici situati sul fronte stradale e all’interno dei cortili. Per ogni edificio è stata elaborata una scheda descrittiva che restituisce le informazioni analitiche corrispondenti a 10 categorie di analisi: altezza dell’edificio, tipologia originaria dell’edificio (al momento della sua costruzione, e quindi indipendentemente dalla sua eventuale trasformazione nel corso degli anni), stato di conservazione, grado di trasformazione (per valutare se l’edificio è stato trasformato nel rispetto o in contrasto con i caratteri architettonici originari), destinazioni d’uso al piano terra e nei piani superiori, grado di utilizzo, materiali di pavimentazione dello spazio aperto privato, tipologia dello spazio aperto privato e annotazioni varie specifiche caso per caso.

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“internità” Candalino

“internità” Maisano

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“internità” Osigo

“internità” Visino

Osservando il Catasto Teresiano si può notare la mancanza di un vero e proprio centro dove convergano tutte le vie o dal quale partano le connessioni con l’esterno, ma l’esistenza di tre nuclei storici distinti dalle caratteristiche morfologiche e di rapporto col territorio molto differenti. I centri storici appaiono come una presenza compatta e isolata nel mezzo di una campagna intensamente coltivata, nella quale è perfettamente leggibile il disegno dei campi, delle stradine e delle rogge.

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maisano

osigo

candalino

Immagine catasto teresiano – 1722 La storia di Visino, pressoché sovrapponibile a quella di Valbrona (unione di Candalino, Maisano e Osigo) per quanto riguarda la storia del susseguirsi delle diverse dominazioni subite, risulta dagli atti storici distinta fino al 1927, quando i due comuni vengono uniti e ritroviamo lo stato attuale delle cose. I quattro nuclei storici sopra elencati e per i quali segue di seguito breve descrizione specifica, hanno conformazione compatta e ben definita e sin dalla cartografia del catasto teresiano si nota una certa individualità nell’estensione dei loro perimetri. La viabilità di collegamento è costituita da una fitta rete di strade strette di uso locale all’interno dei rispettivi centri e da una viabilità principale che si può leggere nell’attuale attraversamento della strada denominata che ancora oggi unisce Canalino, Maisano, Osigo, Visino al resto del territorio. L’ampia estensione del confine comunale si affianca nella lettura e comprensione della struttura morfologica all’identificazione dei compatti nuclei storici che sin dal 1722 si vedevano immersi in ampie porzioni di territorio in buona parte coltivato e in altra parte abbraccianti porzioni di paesaggio montano caratterizzante il Comune. E’ necessario fare alcune considerazioni sulla forma insediativi della “corte”, ricorrente in molti centri rurali della Lombardia e a Valbrona molto presente. La "corte" era anticamente un luogo unitario in cui più famiglie vivevano secondo

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relazioni positive di vicinato, in cui la residenza (spesso nella forme della tipica "casa a ballatoio") era mescolata con le attività lavorative (nella forma del "fienile" e della "stalla"), in cui lo spazio aperto centrale era vissuto come spazio collettivo e non come spazio "privato": un luogo che originariamente possedeva tutte le qualità di un "microcosmo" urbano e che costituiva di fatto il nucleo della vita sociale del paese. Oggi molte tra queste "corti" sono state suddivise, modificate, frammentate e hanno quindi perso il carattere di spazio urbano per limitarsi ad una funzione solo residenziale. Nel centro storico sono stati anche costruiti nel dopoguerra edifici o gruppi di edifici isolati, che non si rifanno a forme insediative della tradizione locale. Le importanti espansioni residenziali del dopoguerra sono state realizzate in assenza di un chiaro disegno urbanistico: sono semplici “addizioni” quantitative, che hanno man mano saturato lo spazio a diretto contatto con il centro storico.

Candalino comprende la parte di territorio che si estende tra la strada principale della valle e le prime pendici del rilievo montuoso dei Corni di ; caratterizzato dalla presenza di un corso d’acqua si evince che questo elemento diventi fondamentale per la comprensione delle modalità e dei tipi insediativi presenti. Nella storia si legge questo forte legame col contesto con lo sfruttamento della risorsa acqua in esso presente legandosi alla produzione di energia e all’evoluzione di importanti attività produttive sul territorio (per es. molatura, lavorazione seta).

Estratto catasto teresiano – 1722 – Candalino

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Il territorio di Maisano è invece caratterizzato dall’intervento dell’uomo sul paesaggio naturale attraverso opere di terrazzamenti e dalla creazione di numerosi sentieri storici. Ha da sempre vocazione di economia rurale derivante dalla presenza storica di alcuni conventi. Le forme e la struttura urbanistica del nucleo storico sono di chiara origine medioevale con funzioni di controllo e di difesa all’interno del nucleo stesso. Se confrontiamo la situazione odierna al catasto cessato notiamo una struttura pressoché inalterata dell’estensione del nucleo storico e delle strade di collegamento interne. Questo porta a dover considerare la problematica dell’attuale carico di traffico all’interno di questi percorsi dalle dimensioni non adatte a supportare il continuo passaggio di veicoli seppur essendo non un traffico di attraversamento ma un traffico diretto alle abitazioni presenti al suo interno.

Estratto catasto teresiano – 1722 – Maisano

La posizione centrale di Osigo rispetto alla totalità del territorio della valle lo rende da sempre luogo privilegiato per quanto riguarda il controllo e la difesa; articolata attorno alla strada principale che attraversa la valle stessa dal XX secolo vede l’edificazione di numerose ville residenziali; il nucleo originale è

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caratterizzato da edifici a corte di carattere rurale collegati ancora con antichi tracciati. La caratteristica compatta già accennata sopra dei quattro nuclei storici in oggetto, è sottolineata anche dalla mancanza di spazi riconducibili alla funzione di piazze o spazi pubblici in generale.

Estratto catasto teresiano – 1722 – Osigo

La posizione decentrata di Visino rispetto all’attuale strada Valassina di collegamento tra il Comune di Valbrona e il resto del territorio si spiega con il fatto che fino ad inizio secolo Visino era Comune a sè stante e solo successivamente accorpato a Valbrona. La Via Roma, tutt’oggi strada principale della frazione, ricalca quello che probabilmente in passato era il tracciato originario della vecchia strada di collegamento con i comuni limitrofi.

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Da una prima analisi dell’impianto urbano emerge che i centri storici di Candalino, Maisano, Osigo e Visino presentano una struttura urbana molto frazionata, ovvero articolata su di una fitta serie di strade e percorsi seppur con un calibro ridotto. Questa estesa rete di vie dalle dimensioni contenute ha contribuito in epoca moderna ad aumentare il problema del congestionamento dei centri storici, intasati dal percorrere delle macchine e invasi da auto parcheggiate pressoché ovunque. Allo stato attuale delle cose emerge l’immagine di un centro storico che ha conservato in buona parte l’identità originaria, pur vedendo gli spazi di territorio liberi ridotti a causa dell’edificazione contemporanea avvenuta immediatamente in adiacenza agli antichi nuclei. Si può facilmente quindi capire che il problema principale dei singoli centri storici non è solo il degrado tipologico del tessuto edilizio (in alcuni casi tra l’altro contenuto), ma il traffico di pertinenza delle singole frazioni. La mancanza di parcheggi, causata dal ridotto calibro delle strade, complica la situazione viabilistica ad uso dei residenti. La previsione di nuove aree parcheggio, per ciascun centro storico, sono proposte in posizione esterna ai suddetti centri data l’impossibilità di attestarli, a causa delle dimensioni dei calibri stradali esistenti ridotti, all’interno del tessuto insediativo storico. Riqualificare il centro storico significa offrire ai cittadini la garanzia di poter riappropriarsi dello spazio pubblico attraverso la sua fruizione come pedone e non come automobilisti. Per questa ragione occorre favorire non solo l’uso dei percorsi pedonali già esistenti, ma anche la scoperta e la creazione di nuovi percorsi di collegamento magari proprio tra i diversi nuclei. Si propone di aumentare le strade pedonali esistenti, in modo da valorizzare i luoghi più interessanti del centro storico: luoghi da godere durante le passeggiate, ma anche da usare per eventi culturali, mercati e per le attività collettive. Si sottolinea la necessità assoluta della creazione di queste nuove aree parcheggio dato che le esistenti non riescono a garantire la richiesta di posti auto a servizio dei residenti nei centri storici. Anche lo spazio interno alle corti ha subito un analogo processo di degrado: ha perso molto del suo carattere di spazio di relazione e di socializzazione, il suo carattere semi- pubblico e collettivo, per servire il più spesso solo come spazio di parcheggio. Lo spazio comune è stato suddiviso e frammentato, sono comparsi muri, inferriate, cancelli che rappresentano la separazione sociale e non solo la distanza fisica, tra i nuclei familiari. Nelle corti domina ora l’asfalto, il cemento e sempre più raramente troviamo le antiche pavimentazioni con il tipico

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acciottolato o il più povero ghiaietto. Il verde scarseggia, rimangono solo alcuni orti, soprattutto nei margini del centro antico. Per una riqualifica delle aree centrali residenziali, eliminando parte delle auto in sosta lungo le strade, non è possibile altra soluzione progettuale che quella sopraccitata di attestare in adiacenza ai centri storici parcheggi pubblici ad uso residenti.

Dall’analisi approfondita effettuata sull’insieme degli edifici del centro storico (vedere tavola di analisi), emerge che buona parte degli edifici hanno mantenuto i caratteri “originali”, o hanno subito trasformazioni rispettose degli stessi. Si evidenzia comunque la presenza di edifici che hanno subito trasformazioni in contrasto con i caratteri originari o che sono stati costruiti dopo il 1950 con caratteri stilistici diversi da quelli dell’edilizia “storica”. Il grafico di seguito elaborato, in percentuale sul totale degli edifici dei singoli centri storici divisi in categorie, evidenzia la situazione specifica frazione per frazione. Per gli edifici che hanno già subito interventi negativi di ristrutturazione, appare difficile tornare indietro e ritrovare i caratteri architettonici originari. E’ possibile invece definire regole precise che consentano di controllare la qualità dei futuri interventi di trasformazione. Abbiamo quindi definito Norme tecniche di Attuazione vincolanti per gli interventi di ristrutturazione: più che prescrivere soluzioni e materiali una volta per tutte, questo nuovo regolamento consente di

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proibire l’uso di alcuni materiali come il calcestruzzo a vista, l’alluminio anodizzato, la plastica, il vetro scuro, l’intonaco non tinteggiato che hanno contribuito non poco al degrado estetico del centro storico. Le nuove Norme di Attuazione dovranno consentire di garantire la qualità architettonica e costruttiva di tutti gli interventi: sia nel controllare gli interventi di risanamento conservativo che dovranno tutelare gli edifici che hanno conservato qualità originarie, sia nell'imporre di “correggere” errori del passato in edifici precedentemente ristrutturati, sia nel definire regole chiare per ricostruire edifici da demolire e per costruire edifici nuovi.

categorie di intervento Candalino

categorie di intervento Maisano

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categorie di intervento Osigo

categorie di intervento Visino

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Restauro conservativo Questa categoria si applica nel caso di alcuni, rari edifici che possiedono grande valore storico-architettonico. Il restauro conservativo è la categoria d’intervento più vincolante, in quanto "consiste in un insieme sistematico di opere finalizzato a conservare e ripristinare l'immobile consolidandone i caratteri costruttivi e formali valorizzandone i caratteri architettonici, tipologici e strutturali consentendo l'insediamento di una destinazione d'uso compatibile anche ricorrendo all'impiego di tecniche non tradizionali, purché tale impiego sia strumentale e assolutamente necessario alla conservazione del fabbricato o di una sua parte”.

Risanamento conservativo Questa categoria si applica nel caso di edifici che hanno in parte o del tutto conservato caratteri tipologici originari, per i quali appare importante conservare le facciate e le strutture nello stato originario. Per facilitare i cambiamenti d’uso e l’adattamento alle moderne esigenze abitative, proponiamo tuttavia che per questa categoria sia possibile effettuare alcuni interventi “propri alla ristrutturazione edilizia” come la chiusura di logge e portici con l'uso esclusivo di vetro trasparente, ma anche la creazione di soppalchi e di scale interne impiegando tecnologie leggere che garantiscano il minimo incremento di carico delle strutture contigue. Gli interventi possono quindi comportare limitati incrementi della superficie lorda di pavimento, mentre non possono comportare alterazioni significative della sagoma tridimensionale dell'edificio e dei criteri compositivi delle facciate dell'edificio, né modificazioni della concezione strutturale e del principio distributivo interno.

Ristrutturazione edilizia Questa categoria si applica nella maggior parte dei casi, quando gli edifici hanno già subito interventi di ristrutturazione. Sono previste due modalità per la ristrutturazione. Nel caso di edifici che presentino ancora nella volumetria e nel disegno delle facciate un certo rispetto dei caratteri architettonici originari (ristrutturazione tipo A), si propone di consentire ristrutturazioni interne nel rispetto tipologico delle

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facciate e dei volumi esistenti: in questo caso si applicano gli stessi principi del risanamento conservativo per quanto riguarda l'aspetto esterno dell'edificio, mentre all'interno sono consentiti interventi di modificazione che cambino sia la concezione strutturale sia il principio distributivo interno.

Nel caso di edifici che hanno perso ogni rispetto dei caratteri architettonici originari (ristrutturazione tipo B), o nel caso di edifici costruiti nel dopoguerra si propone invece di estendere la possibilità di ristrutturazione anche alle facciate e volumi esterni, modificando il numero e la posizione delle bucature, il numero e la posizione degli aggetti e delle terrazze, la sagoma tridimensionale dell'edificio.

Demolizione e ricostruzione Questa categoria si applica nel caso di alcuni edifici compresi all'interno di Piani di recupero, già costruiti al di fuori delle regole insediative del centro storico. Per questi edifici è prevista una ricostruzione secondo regole dettate dalle Norme di attuazione della Ristrutturazione edilizia di tipo B.

4. Gli ambiti agricoli produttivi Sin dalla Relazione del Documento di Piano, redatta parallelamente al rapporto della V.A.S., si conferma la necessità di prevedere un'attenta tutela ambientale per tutte le aree agricole produttive esistenti sul territorio di Valbrona. Attualmente il settore agricolo, specialmente nelle realtà montane, versa in condizioni di grande crisi, legate da un lato alla difficoltà e alla precarietà di un mestiere sempre più ai margini dei settori produttivi, dall’altro alle attrattive di realtà lavorative più comode e percorribili. Delle 9 aziende agricole censite, meno della metà rappresentano realtà produttive significative (la dimensione media di tutte le aziende è 3,17 ettari) e la scarsa presenza di capi bovini e ovicaprini (5 delle aziende hanno 26 capi bovini e 2 delle aziende 66 capi caprini), a fronte di una grande sproporzione verso la produzione foraggera caratterizza ancor più negativamente il dato rilevato. Si segnala inoltre la presenza di una rete di alpeggi di una certa consistenza che oggi non sono praticamente più attivi, ma che non molti anni fa consentivano un carico zootecnico ben maggiore. All’interno del Piano delle Regole viene confermata l’area esistente di 127.220 mq (suddivisa in intensiva 28.690 mq ed estensiva 98.530 mq) con vocazione

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agricola produttiva. Soluzione da perseguire per restituire slancio al settore potrebbe essere quello di caratterizzarlo con produzione di generi agro-alimentari di qualità e incentivando le attività di gestione del territorio agricolo e boschivo connesse al turismo.

5. Gli ambiti di rilevanza naturalistica Vengono identificate in questo ambito tutte quelle aree da preservare per le loro peculiarità ambientali. Alcune di esse, come per esempio , la piana all’ingresso da Asso a Valbrona, è un’area pianeggiante a prato con presenza di torbiera, altre aree, come quella a monte della precedente, contribuiscono all’esistenza della rete ecologica attraverso il tessuto consolidato e sono pertanto da salvaguardare come naturali evitando in ogni modo qualunque tipo di possibilità edificatoria al loro interno. Anche la fascia a ridosso del tessuto urbanizzato nella parte occidentale di Valrona che si configura come boschiva è da preservare e consolidare dove necessario. In generale tutti gli ambiti con presenza di boschi vengono trattati con la massima tutela. Ai sensi dell’art. 16 delle NTA del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, per promuovere la conservazione e la valorizzazione degli esemplari arborei di valore monumentale, vengono inseriti in questa categoria ed evidenziati da apposita simbologia gli alberi ritenuti di pregio e che vengono perciò tutelati da apposita normativa (vedere NTA Piano delle Regole). A tal fine è stato introdotto un nuovo ambito “agricolo di rilevanza ambientale”. Questo ambito comprende le ampie zone esterne al tessuto urbanizzato di pianura interessate prevalentemente da prati e che hanno particolare rilevanza ambientale e paesaggistica. Possono essere utilizzate per favorire lo sviluppo dell’agricoltura con particolare attenzione ai vincoli esistenti.

6. I vincoli Dalla fase di analisi, alla fase progettuale vera e propria, volta a garantire un corretto sviluppo urbanistico di Valbrona ci si deve necessariamente confrontare con la presenza dei numerosi vincoli esistenti sul territorio. Infatti se da un lato esiste il vincolo idrogeologico che segna il confine tra l’attuale tessuto edificato e la zona boschiva più montuosa, dall’altro ci sono i numerosi corsi d’acqua che attraversano il comune con le rispettive fasce di rispetto che dettano importanti regole per la pianificazione delle future aree di espansione. La Carta di Sintesi dello Studio idro-geologico redatta dal Geologo fornisce un quadro sintetico

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d’insieme dello stato del territorio sotto l’aspetto morfodinamico e definisce gli indirizzi per la redazione della carta della fattibilità geologica che evidenzia la possibilità realizzativa degli interventi previsti sul territorio di Valbrona. Gli ambiti di pericolosità intrinseca (rischio idrogeologico) evidenziati sul territorio riguardano le seguenti categorie di rischio: aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti, aree vulnerabili sotto l’aspetto idrogeologico, aree vulnerabili sotto l’aspetto idraulico ed aree con caratteristiche geotecniche scadenti e/o di variabilità litologia. Da questo si evincono di conseguenza le classi di fattibilità e delle azioni di Piano: classe 2a e 2b - fattibilità con modeste limitazioni, classe 3a, 3b e 3c – fattibilità con consistenti limitazioni, classe 4 – fattibilità con gravi limitazioni. Questi importanti dati, riportati sulla Carta Tecnica Regionale, insieme ai vincoli di rispetto cimiteriale, alla fascia di rispetto prevista per la strada provinciale 46 e alle Aree di Traformazione così come meglio descritte nelle N.T.A del Documento di Piano, vengono riassunte nella tavola PR 3A e PR 3B. Per eventuali specifiche in merito si rimanda agli elaborati del citato Studio idro-geologico.

7. Elenco elaborati del Piano delle Regole Il Piano delle Regole è costituito dalla presente Relazione di sintesi, da Norme Tecniche di Attuazione, generali su tutto il tessuto urbanizzato e specifiche sugli ambiti di antica formazione e da un insieme di tavole di seguito elencate, suddivise tra quelle che contribuiscono a definire il quadro conoscitivo attuale e quelle che definiscono il quadro programmatorio futuro: Allegato A – Relazione di analisi TAV. 1 – Destinazioni esistenti, intero territorio comunale, scala 1: 5.000 TAV. 2 – Altezze edifici e viabilità esistente, intero territorio comunale, scala 1: 5.000 CS Visino – Analisi, rilievo e schedatura del nucleo di antica formazione di Visino, scala 1: 1.000 CS Candalino – Analisi, rilievo e schedatura del nucleo di antica formazione di Visino, scala 1: 1.000 CS Osigo – Analisi, rilievo e schedatura del nucleo di antica formazione di Visino, scala 1: 1.000 CS Maisano – Analisi, rilievo e schedatura del nucleo di antica formazione di Visino, scala 1: 1.000

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PR 1 – Usi e modalità di intervento, intero territorio comunale, scala 1: 5.000 PR 2A - Usi e modalità di intervento, settore sud, scala 1: 2.000 PR 2B – Usi e modalità di intervento, settore nord, scala 1: 2.000 PR 3A - I vincoli, settore sud, scala 1: 2.000 PR 3B – I vincoli, settore nord, scala 1: 2.000 PR 4A - Viabilità e schemi sezioni stradali, settore sud, scala 1: 2.000 PR 4B – Viabilità e schemi sezioni stradali, settore nord, scala 1: 2.000 PR 5 – Categorie di intervento nei nuclei di antica formazione, scala 1: 1.000

GLI ELABORATI SOPRAELENCATI, TRANNE QUELLI DI ANALISI (TAV. 1, TAV. 2 e TAVOLE CS) HANNO VALORE PRESCRITTIVO.

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