Quindicinale della Diocesi di CON ANNO X N. 01 DEL 15 G ENNAIO 2012 - DISTRIBUZIONE GRATUITA DIVI DERE

BELICE, LA COPERTINA RINASCITA INCOMPIUTA il 15 gennaio 1968: le prime luci del - l’alba mostrano le A 44 anni dal terremoto del 1968 Servizi alle pagine 4 e 5 è macerie del vecchio centro di Gibellina distrutto dal terre - Editoriale Memorie moto. Il fotografo e giornali - Quell’ospedale a Sant’Egidio nel ‘500 Nella Valle del Belice c’è ancora spazio per la speranza? sta Nino Giaramidaro di monsignor Domenico Mogavero Fu fatto costruire dal Vescovo De Rubeis utti sapevano che la Valle del Belice era ad onsignor De Rubeis nel arriva sul posto con Mauro Talto rischio sismico, ma nessuno prevedeva M‘500 diede incarico per la De Mauro. Con la sua Fle - che il terremoto accadesse davvero e sconvolgesse terribilmente costruzione di un ospedale a Ma - xaret e un rullino datogli da un territorio impreparato a subirne l’impatto. L’evento di quel zara del Vallo. Prima del De Rubeis, un poliziotto, scatta queste gennaio 1968 registrò dei primati, tragici e ingloriosi, che ancora Mazara possedeva già un luogo de - foto in bianco e nero che rac - oggi lo consegnano all’attualità. Accenno solo all’improvvisa - dicato alla cura dei malati, che si tro - contano il dramma di un in - zione e alle lentezze nei soccorsi, al difetto delle comunicazioni, vava presso la chiesa di Sant’Egidio, ai ritardi nelle risposte della politica, alla frammentazione degli ma come descrive il testo, tale spazio tero popolo. Sopra quelle interventi per la ricostruzione, alla mancata concertazione tra era «incomodo alla salute dei poveri macerie oggi c’è il Cretto di istituzioni nazionali e locali ed esigenze della popolazione. infermi». Alberto Burri. (foto Nino Segue a pagina 2 a pagina 8 Giaramidaro) www.diocesidimazara.it n. 01-15 gennaio 2012 due editoriale L’anniversario/1 Gennaio 1968: LET Nella Valle del Belice SOM quando la Valle del c’è ancora spazio per la speranza? Belice tremò 4-5 segue dalla prima pagina MA TU L’anniversario/2 er la provvidenziale mancanza di recenti episodi si - La ricostruzione incom - mili, il Belice diventò, perciò, un terreno di speri - RIO RE pleta a 44 anni dal mentazione e la nostra gente pagò sulla propria pelle P terremoto 7 Grani di Vangelo l’imperizia negli interventi e l’immancabile malaffare colla - L’iniziativa di Erina Ferlito terale. Lo rilevò anche Giovanni Paolo II nella sua visita del Si celebra la Settimana Fotocronache Scandaloso appare, a un primo 20 novembre 1982: “Non tutto purtroppo […] si è svolto di preghiera per l’unità Gli eventi della Diocesi rac- sguardo, l’atteggiamento del Cristo con la necessaria limpidezza, ed è noto che in tali carenze dei cristiani 3 contata con le immagini nei confronti della propria famiglia, sono state ravvisate da molte parti le ragioni di lentezze e di 6 come si legge in Mc 3,20-21 e inadempienze nell’opera di ricostruzione”. Certamente, nel - Ricordi Memorie 3,31-35. Gesù entra “in casa” e la l’emergenza l’abnegazione e lo spirito di sacrificio dei soc - L’esempio di monsignor Quell’ospedale a Sant’Egi - folla lo circonda. Non in una casa corritori sopperì alle lacune dell’apparato, anche se Gaspare Caracci: una dio voluto da monsignor qualsiasi, bensì nel luogo delle rela - vita per il Signore De Rubeis zioni più intime. A questo punto i l’inesperienza e l’incapacità degli organi dello Stato fu pesante 3 8 suoi “uscirono per andare a pren - soprattutto nel dopo terremoto. Infatti, i rallentamenti nel derlo” ( Mc 3,21): non capiscono le progettare e finanziare la ricostruzione dilatarono oltre misura sue scelte, non riconoscono la casa la realizzazione degli interventi, mettendo a dura prova la pa - FLASH della fede. Esprimono su di lui un zienza degli abitanti della Valle. La distruzione dei paesi e lo giudizio che ha tutto il sapore di una sconvolgimento dei territori furono accompagnati anche SALEMI giustificazione: “È fuori di sé”. Il ter - dall’affievolirsi della speranza, concretizzatosi nell’inesorabile Otto postulanti al convento dei Frati Minori Cappucini mine “fuori” assume un ruolo di emigrazione, soprattutto delle giovani generazioni, che cer - primo piano per la comprensione carono altrove luoghi e opportunità per costruirsi un futuro profonda del testo. Marco sembra giocare con le parole: non è Gesù non precario. L’assenza di una adeguata programmazione fuori, ma sono i suoi a “uscire”; si ac - determinò, pertanto, una situazione paradossale nella quale costano alla casa, ma ne restano alla riedificazione materiale non si accompagnò una politica “fuori” ( cfr Mc 3,31); lo mandano di sviluppo del territorio. Le case furono rifatte, ma rimasero a chiamare ma rimangono sulla so - disabitate perché la gente frattanto era andata altrove. Non glia: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e si pensò allo sviluppo dell’agricoltura, vera risorsa della Valle, Otto postulanti sono arrivati alla Casa di Postulato Interpro - le tue sorelle stanno fuori e ti cercano” attraverso una modernizzazione della stessa e una specializ - (Mc 3, 32). La risposta di Gesù è vinciale dei Frati Minori Capuccini di Sicilia presso il con - zazione delle colture tipiche, salvaguardando nello stesso vento di Salemi. La Casa accoglie giovani in discernimento sconvolgente: chi è mia madre? Chi tempo l’ambiente. Si sarebbe potuto promuovere l’artigia - sono i miei fratelli? Ci appare para - vocazionale proventienti da tutte le tre provincie religiose cap - nato, mantenendo in vita un capitale di tradizioni che costi - dossale, dura e irriverente. Rinnega i puccine di Sicilia (, Messina e Siracusa). Ospiti a rapporti parentali; si volge a guar - tuivano un indiscutibile patrimonio immateriale di questa Salemi sono: Gaetano Maira, Domenico Stassi, Francesco dare coloro che gli stanno attorno e li terra. Senza trascurare il fatto che lo sviluppo di questi due Vaccarino, Luigi Scoglio, Antonino Costa Contastino, Augu - dichiara fratelli, sorelle e madre, per - settori avrebbe sicuramente fatto da volano a un turismo, sto Magno (nella foto) , Biagio Meli e Corrado Cavarra. A ché compiono la volontà di Dio ( cfr fatto a misura del territorio e di quello che esso avrebbe po - Salemi gli otto postulanti rimarranno sino alla fine di luglio Mc 3,33-34). Una nuova logica si tuto offrire. Dopo 44 anni continuiamo a celebrare un rito per poi passare alla fase di noviziato presso il convento di Mo - sostituisce all’antica. Fanno eco altri commemorativo, non solo per ricordare le vittime, ma anche rano Calabro (in provincia di Cosenza), dove ha sede la testi neotestamentari: il “perché mi per fare sentire ancora una volta la voce di questa Valle che Casa di Noviziato Interprovinciale per il Sud Italia. Ad ac - cercavate?” rivolto ai genitori in Lc non vuole smarrire la speranza. Servirà questo anniversario cogliere gli otto postulanti la Fraternità cappuccina di Sa - 2,49; il “donna, che vuoi da me?” a scuotere chi di dovere per scrivere la parola fine a una emer - lemi, composta da fra Alessandro Carlino, fra Salvatore con cui appella la madre in Gv 2,4; il terribile “se uno viene dietro a me e genza che sembra assumere i caratteri di una maledizione? Zagone, fra Antonio Traina e fra Mario Parrinello. non odia suo padre, sua madre non può essere mio discepolo” in Lc 4,25, La posta [email protected] misericordiosamente tradotto “non mi ama più di quanto ami”. Essere Il Comune di Campobello di Mazara “dimenticato” tra i messaggi dei sindaci madre, padre, fratello di Gesù, en - trare in intimità con lui, abitare con Pregiatissimo direttore editoriale, ho preso atto, leggendo il nu - Caro lettore, le vicende che stanno interessando la città lui la “casa” esige una profonda con - mero di fine anno di “Condividere” che Campobello di Ma - di Campobello esigono attenzione e prudenza. Nessuno versione, che capovolge criteri di valu - zara non fa parte della Sua Diocesi, così almeno pare. Perchè può sostituirsi a coloro che hanno il diritto-dovere di giu - tazione, mente e cuore. È il percorso tra i comuni per i quali i sindaci hanno scritto un messaggio dicare e, pertanto, è sembrato opportuno scegliere una lungo e sofferto di Maria che, custo - augurale, non risulta Campobello. Ma chi più di questo paese linea di cautela per non creare ulteriori imbarazzi e disagi. dendo le parole del Figlio nel suo meritava un messaggio di speranza? Chi non ha seguito la messa Ciò ha motivato la scelta della redazione di omettere il cuore ( cfr Lc 2,51), giungerà a non da Lei presieduta il 1° gennaio, leggendo il giornale penserà che messaggio alla città di Campobello, forti anche del fatto rivendicare il proprio ruolo di anche la Diocesi, oltre gli onorevoli, avrà preso le distanze dal che mancava l’intervento di un altro dei sindaci interes - madre, ma si farà sua discepola e, in - Comune. Ma, in assenza del sindaco, un altro amministratore sati. Peraltro, proprio la celebrazione presieduta dal Ve - sieme alla vera e unica famiglia del Signore, potrà abitare la casa dove non poteva scrivere il messaggio? scovo ha voluto significare vicinanza e solidarietà alla soffierà lo Spirito della Pentecoste. Luigi Manzo (Campobello di Mazara) cittadinanza campobellese e alle sue istituzioni. tre n. 01-15 gennaio 2012 www.diocesidimazara.it L’ iniziativa La divisione è il più grande ostacolo all’evangelizzazione nei diversi Paesi «I cristiani nel mondo non siano divisi» Preghiera nella Settimana per l’unità l compito arduo ma entusiasmante dell’unità questa preghiera è che tutti gli abitanti della terra di tutti i seguaci di Cristo anima la Settimana si facciano popolo di Dio; che Dio sia il loro Dio, Idi preghiera per l’unità dei cristiani, che si ce - e che l’umanità abbia la grazia di conoscere la lebra ogni anno dal 18 al 25 gennaio. «è fonda - gioia, la prosperità e la pace superando divisioni e mentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto conflitti. I cristiani devono pregare con pazienza il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, fino a quando saranno raggiunti «cieli nuovi e siano una cosa sola» dice Benedetto XVI (nella terra nuova»: solo allora «essi saranno mio popolo sulla Croce, è stato quello della comunione fra i foto col Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I) . e io sarò il loro Dio» ( Ez 37,23). Come può il suoi discepoli, della loro unità, così come egli e il La settimana di preghiera, il cui obiettivo è uni - messaggio del Vangelo risuonare autentico se non Padre sono una sola cosa. Era la sua volontà e il versalizzare la preghiera per l’unità, costituisce una proclamiamo e non celebriamo insieme la Parola suo comandamento, per noi, perché realizzassimo delle concretizzazioni dell’obiettivo tracciato dal che dà la vita? Come può il Vangelo convincere il quell'immagine nella quale siamo plasmati, quella Decreto Unitatis Redintegratio del Concilio Vati - mondo della propria intrinseca verità, se noi, che comunione di amore che spira fra le Persone della cano II. In tutto il mondo cristiano è ormai feli - siamo gli annunciatori di questo Vangelo, non vi - Trinità e che li rende Uno. (erina ferlito) cemente consolidato il consenso implicito a viamo la koinonia nel Corpo di Cristo? è la divi - considerare questa settimana di preghiera come sione e la mancanza di unità fra i cristiani il più l’appuntamento un tempo forte di preghiera ecumenica: è la setti - grande ostacolo all’evangelizzazione. La preghiera Domenica 22 alle ore 17 nella chiesa di San Ni - mana per eccellenza, durante la quale la Chiesa per l’unità, dunque, non è un accessorio opzionale cola a Mazara del Vallo si terrà il convegno sul prega intensamente per quella unità che Gesù ha della vita cristiana ma, al contrario, ne è il cuore. tema “La Madre di Dio nella spiritualità orto - invocato nella notte dell’Ultima Cena poco prima L’ultimo comandamento che il Signore ci ha la - dossa” con padre Giovanni Festa dell’Arcidiocesi della sua passione. La speranza sulla quale si fonda sciato prima di completare la sua offerta redentiva ortodossa d’Italia e .

Ri cordi L’esempio di monsignor Gaspare Caracci, una vita per il Signore e riferimento per intere generazioni o scorso dicembre monsignor Gaspare sacerdote da sempre amato e stimato. Ma chi è logica, sensibilità spirituale, preziose dunque per Caracci (nella foto) è stato accolto nella stato monsignor Caracci? Un uomo che ha servire la Chiesa di Dio. Da Vicario Generale, è LCasa del Padre. La comunità cristiana scelto di spendere la sua vita per il Signore, a ser - stato punto di riferimento per tutti, presbiteri e tutta ha vissuto con emozione la celebrazione vizio del Vangelo e della Chiesa, vivendo con laici, sollecitando la comunione tra di essi e con dei funerali, avvenuta nella stessa Chiesa dove coraggio e determinazione i servizi che gli veni - il Vescovo. Ha guidato e sostenuto l’immane la - gli erano già stati conferiti i sacramenti del Bat - vano affidati, compiendoli con fedeltà e privile - voro di preparazione e di celebrazione del Si - tesimo e dell'Ordine, fondamenta della sua esi - giando sempre la vita spirituale nelle forme che nodo diocesano, che ha impegnato, stenza cristiana e via via giudicava più adeguate alla crescita nella faticosamente ma con buoni frutti, la vita della sacerdotale: il fede del popolo di Dio. è stato un prete, figlio Diocesi per otto lunghi anni. Con grande co - battesimo, che del popolo partannese, radicato nella vita della raggio e dedizione, ha reso il Santuario della Ma - lo ha confor - sua città profondamente amata, sempre pronto donna della Libera e il complesso adiacente mato a Cristo a immedesimarsi nelle situazioni umane, anche luogo di preghiera, di riflessione e di formazione Gesù per vivere le più complesse, e ad assumere la vita delle per - per tutta la Chiesa diocesana. Giunto all’età della da figlio di Dio e sone incontrate nei diversi luoghi nei quali ve - pensione, non ha cessato di esercitare il suo mi - membro della niva mandato: come parroco a Campobello di nistero sacerdotale, impegnando le proprie forze Chiesa; l'ordina - Mazara, come direttore dell’Ufficio Catechi - nella predicazione e nella celebrazione dei Sa - zione presbite - stico, rettore del Seminario diocesano e poi Vi - cramenti e continuando ad essere per la Chiesa rale che, cario Generale, a Mazara del Vallo. Ha vissuto di Partanna una preziosa presenza. Si può sicu - conformandolo il suo ministero nella consapevolezza che, per es - ramente affermare che ha sempre costituito per a Cristo Capo, lo ha reso nella Chiesa guida di sere un buon prete, doveva prima vivere le qua - tutta la nostra Diocesi un solido punto riferi - quanti il Signore ha posto sul suo cammino. Ha lità di ogni autentico uomo. «Prima di essere mento, istituzionale, educativo e spirituale, non - presieduto la celebrazione eucaristica il nostro preti dovete essere uomini»: così diceva, da ret - ché una forte spinta al rinnovamento delle Vescovo, monsignor Domenico Mogavero; ad tore, a noi seminaristi, consegnandoci un mes - modalità dell’evangelizzazione, mai trascurando essa hanno partecipato la quasi totalità del pre - saggio che ci ha segnato di un’impronta il primato della fede, la fedeltà alla vocazione sa - sbiterio diocesano, religiosi e religiose e nume - indelebile. Una delle sue più grandi qualità è cerdotale e il servizio alla Chiesa. Adesso, dopo rosissimi fedeli laici, accorsi per pregare e stata la saggia intuizione di circondarsi di per - novant’anni di vita terrena, riposa tra le braccia testimoniare il loro affetto nei confronti di un sone dotate di buone capacità, preparazione teo - di Dio. (don Giuseppe Biondo) www.diocesidimazara.it n. 01-15 gennaio 2012 quattro cinque n. 01-15 gennaio 2012 www.diocesidimazara.it L’ anniversario Il racconto del giornalista-fotografo mazarese che raggiunse i paesi colpiti dal terremoto quella terribile notte: un viaggio tra gli sfollati e i soccorritori e la corsa verso “L’Ora” di Palermo A 44 anni dal sisma i comuni attendono ancora ulteriori fondi dallo Stato Nicola Catania: « È oramai necessario chiudere questa pagina di storia» Gennaio 19 68: quando la Valle del Belice tremò I soldi per opere pubbliche e case di Nino Giaramidaro Nei paesi ricostruzione incompleta falò si vedevano uscendo dall’ultima are quasi impossibile che a 44 anni dal 12.000 miliardi di vecchie lire. «I ritardi nella curva della Castelvetrano-Santa Ninfa. sisma che sconvolse la Valle del Belice ricostruzione infinita, dice ancora Catania, ILassù, sulla collinetta delle case Genco. si parli ancora di ricostruzione. sono imputabili interamente ed esclusiva - Vecchi col fasciacollo sulle orecchie, sotto la P Quando la maggior parte delle case sono state mente allo Stato centrale e ai governi che si coppola, bambini imprigionati nei plaid a ricostruite, si sono tirate su opere pubbliche fa - sono succeduti. Le procedure di ricostruzione quadri, nelle coperte e in qualsiasi altra lana. raoniche (in alcuni casi anche inutili) e intanto sono regolate da ben 13 leggi che si sono ac - Uomini e donne con pacchi e trusce tutt’in - i paesi si sono spopolati, i giovani cavallate nel tempo, senza un di - torno alla fiamma. Fuochi sempre più pal - sono andati via col sogno di uno segno organico ed unitario». lidi. Ed era appena domenica sera. Al bivio sviluppo economico mancato. Nel Finanziamenti che – secondo di Salemi della 119 c’era gente per strada. Belice che ricorda le vittime del di - Catania - «sono arrivati con il Passando sotto Santa Ninfa, verso Gibellina, sastroso terremoto del ’68 c’è an - contagocce e con provvedimenti bisognava rallentare: letti addossati ai muri a cora spazio per riflettere e per speciali chiesti a gran voce dalle secco, sotto i fichidindia, masserizie sin sulla chiedere allo Stato gli ultimi spic - popolazioni». Sin qui la questione carreggiata, gente che andava a zonzo col cioli necessari per non parlare più della ricostruzione delle case e peso delle cose che aveva tolto da casa e dello In questa foto: uno scorcio della piazza del vecchio centro di Poggioreale distrutto dal sisma. Sotto: il Cretto di Alberto Burri, la colata di cemento bianco sulle macerie di Gibellina (foto Firreri) di ricostruzione. Nel 2006 fu delle opere pubbliche che nel Be - spavento. Ogni tanto fermavo la 500 grigio militari in divisa e in borghese che scende - dirlo a parole. Bisogna immaginarlo, imma - sue cucine da campo, c’erano tende ospedale dalla baracca”, lunghi reportage che raccon - quantificato l’ultimo fabbisogno lice s’incrocia, come destino, con topo, scribacchiavo qualcosa, tentavo qual - vano verso il margine della distruzione. Sbat - ginare anche che vi erano sciacalli in mezzo di lingua straniera, tende chiesa, tende scuola, tavano quella vita dalla dignità trattenuta con della Valle: servono 300 milioni per l’edilizia l’ulteriore “ferita” di uno sviluppo economico che foto alla luce dei fari dell’auto. Ero partito tevi gli occhi per cancellare quell’orribile a quelle povere pietre. Immaginare con che tende barbiere. Distesa di tende congelate le unghie. La baracca “ferramenta”, il bar ba - privata e 150 per completare il piano delle mancato. La riconversione dell’agricoltura, le nel tardissimo pomeriggio da Mazara del miraggio, ma rimaneva lì. Col suo silenzio cuore i protagonisti della campagna elettorale dalla pioggia e dalla gara fra maestrale e tra - racca, le baracche scuole con le stufette elet - opere pubbliche. «Facendo i conti – dice il co - vie di collegamento e i piani d’insediamenti Vallo, dopo aver saputo che il comizio del scalfito dal rotolare di qualche tufo che aveva del maggio futuro andassero a promettere montana. Impressionante, mai viste prima triche dalla gittata di trenta centimetri, la ordinatore dei sindaci belicini Nicola Catania produttivi per far sì che il lavoro trattenesse i deputato regionale del Pci, Salvatore Giubi - perso l’equilibrio. Un poliziotto-fotografo mi mentre la gente salvava dalle ruspe in arrivo così tante. Le parole, le risate, le ire, le affet - baracca parrocchia di don Antonio Riboldi, (nella foto) – i soldi che sino ad ora sono stati terremotati e le future generazioni sul territorio. lato, a Santa Ninfa era stato annullato a causa diede un rullino Ferrania, e scattai le foto. I un cuscino, il bacile, un capezzale di carta, le tuosità, i rumori rimbalzavano tra i fogli di e quella municipio di Vito Bellafiore. E Da - erogati per il Belice sono un terzo di quelli dati Invece qui s’è registrato il fallimento di scelte di una scossa di terremoto. Ore 23 abbon - cavalli e le mule correvano nei pantani di scarpe screpolate del bambino. Pioveva sulle faesite, e si propagavano come un’onda im - nilo Dolci, Lorenzo Barbera, Ludovico Cor - al Friuli». Già, sembrano pochi ma, a somme non fatte e di un piano di sviluppo mai portato danti, il via vai si calmava. I bambini si erano Montevago fra mute di randagi, e si imbiz - tendopoli. E il freddo era da proverbio. Sul pudica per tre quattro cinque baracche. A rao schierati contro i “sopralluoghi rivalutate, il Belice ha avuto sino ad oggi circa avanti. E l’unica via, soprattutto da parte dei assopiti nell’addiaccio degli sgoccioli del 14 zarrivano davanti ai camion carichi di sterro, terriccio c’erano sporche tracce di neve. Sotto Rampinzeri, nel “Villaggio della Madonna conoscitivi” di coloro i quali volevano ancora giovani, è stata quella di scappare via. «Siamo gennaio. Bisognava non far spegnere i fuo - mobilio sconquassato, ferraglia. Gli autisti i teli si tossiva, e su ogni tenda c’era appolla - delle Grazie” e in tutti gli altri con i nomi qualcosa da quella gente che non aveva più nessun danno serio all’economia. «Un esasperati e il nostro è un grido di allarme ed chi. Temporeggiavo fra le curve dello stra - col fazzoletto sulla bocca, come nei film di iata la paura della meningite, del colera, delle oramai rifugiati nella memoria labile, che ap - nulla. Le proteste per l’acqua, i biglietti gratis morto è una tragedia, un milione di morti indignazione - dice Catania - lo Stato ci ha di - done, poi me ne tornai alle case Genco. Alle Tom Mix e di Randolph Scott, per difen - polmoniti e delle altre malattie che accorrono pare e disappare. A distesa nei terreni dove il a chi voleva emigrare, i viaggi a Roma con i una statistica», disse Iosif Vissarionovich menticato, ma se scempio e sprechi ci sono tre di notte, guidavo sotto Salemi. D’im - dersi dai temuti contagi in quell’aria oramai sui luoghi dei disastri, come iene invisibili. “grado babo” era stato schiaffeggiato da vagoni alla stazione di Palermo pieni di cop - Dzhugashvili, cioè Stalin. Le trecento o stati, a dilapidare risorse non sono stati gli am - provviso la macchina sbandò. A lungo. Ero fetida di roba andata a male, carogne di cani, Le medicine, i vaccini, l’acqua, i viveri si im - quello Mercalli. Montevago sconvolgente. pole e scialli, e bambini che issavano cartelli quattrocento vittime sotto le macerie e i 90 ministratori locali, ma il governo nazionale solo sulla statale. Riuscii a non uscire di asini, galline, topi. E di morti senza tomba. pantanavano con i camion nelle fanghiglie. Salaparuta, Poggioreale, Santa Margherita, più grandi di loro. Scandalo del Belice, mal - mila senza tetto (numeri incerti) sembra dell'epoca nelle cui mani la ricostruzione fu strada. E arrivai a Palermo. Al giornale L’Ora I volontari dai capelli lunghi, soldati, vigili Ogni mezzo che arrivava a tiro, veniva asse - sino a Salemi e Castelvetrano. Baraccopoli e governo, spreco, intrallazzi e mafia. Parole, siano stati considerati come una pre statistica, inizialmente affidata». Lo scorso anno s’è tor - c’erano Sergio Buonadonna e la famiglia De del fuoco, parenti scavavano. Anche con le diato da denutriti, gente squassata dal ca - case hangar di lamiera col freddo e il caldo entità e categorie che si addicono alla lunga un elenco senza urgenza. Alla fine degli anni nato a parlare di ricostruzione. I sindaci, con Mauro. Non si trovava nessuno. Nemmeno mani. Dovevano trovare circa trecento vit - tarro, volti provati pure nelle rughe della sbagliati, sole e pioggia che lavoravano all’in - vicenda dei terremotati della Valle del Belice. ’70, incominciarono a essere abitate le n ew in testa proprio Nicola Catania, sono tornati i fotografi. Poi arrivò trafelato il direttore Vit - time. Dovevano salvare Cudduredda dalle campagna. Si distribuiva pane, coperte, vitto fiacchimento. Dieci anni, venti anni. Gente Anche calcolato disinteresse. Nei primi town, innalzate su piani urbanistici definiti a battere cassa a Roma. S’è fatto poco, concre - torio Nisticò. Consegnai il rullino e, di fretta, macerie mentre la televisione riprendeva e militare. Roba che non bastava per i settan - che è morta chiedendo ancora quattro mura, giorni dopo la tragedia, un inviato scic con danesi, con circonlocuzioni architettoniche tamente. E Catania conclude: «Porteremo salii su un taxi coraggioso, con Mauro De scattavano i flash dei fotografi. Forse tempo tamila, forse novantamila, con le scarpe nel ragazzini cresciuti senza immaginare che gessato e scarpe inglesi, in un albergo di Ma - senza alcuna parentela con le g ost town che avanti la nostra battaglia senza guardare in fac - Mauro sdraiato sul sedile posteriore. Tra buio perduto. La bambina morì in braccio a un fango e sulla testa il sottile telo grigioverde cos’è una casa. Nel ’73, baracca numero 12. zara del Vallo, chiedeva agli inviati infangati le erbe di vento tentano di coprire. Con un cia nessuno e senza tener conto dei colori po - e chiarore di una giornata che si annunciava vigile del fuoco che piangeva. C’è sempre delle tende. Qualche centinaio era ricoverato Un lettino, tre coperte, la portatile Olympia, che cosa fosse successo. Poca cosa, fu la sua verde, autoctono e ramificato merletto di litici. Non vogliamo che i nostri interlocutori brutta, De Mauro bisticciava con un capi - lentezza nei soccorsi, c’è sempre un margine nei vagoni dei binari morti. Nei paesi rimasti la macchina fotografica Topcon . Il “Diario sintesi, qualche morto e casupole cadute: oblio. rimangano distratti, o ancor di più, sordi». tano dei carabinieri che non voleva farci av - di vita e di morte fra le mani familiari san - in piedi, gli sfollati stipavano le scuole. L’eser - (max firreri) vicinare al bordo strada, panoramico su guinanti e l’arrivo di tecnici sapienti ed estra - cito passava il rancio delle Gibellina. Vinse lui, l’abile giornalista. E sa - nei. Quello che accadeva in quei 14 rebbe stato meglio che avesse perso. Rovine ex paesi con i tetti di canne e a perdita d’occhio, non un tetto all’in piedi, gesso è difficile www.diocesidimazara.it n. 01-15 gennaio 2012 sei Foto cronache

A Riaperta al culto la chiesa di Santa Venera stata riaperta al culto la chiesa di Santa èVenera a Marsala. Ad officiare la prima messa dopo la riapertura è stato don Vito Buffa (al centro nella foto e alla sua destra il sin - daco Renzo Carini) . La chiesa ha riaperto i bat - tenti dopo il restauro conservativo predisposto dall’Amministrazione comunale che ne de - tiene anche il titolo di proprietà. Due le fasi del restauro: la prima ha riguardato il rifaci - mento della piazza e delle zone piantumate. La seconda fase ha riguardato l’interno della chiesa, col restauro condotto sotto la vigilanza della Sovrintendenza ai Beni culturali. Il Co - mune per questi lavori ha stanziato circa 130 mila euro che sono stati utilizzati per effettuare sia i lavori esterni che quelli interni. La chiesa di Santa Venera è di origine barocca, con un portale di pietra dura, presenta una navata unica con cinque altari ricavati nei muri.

CASTELVETRANO La chiesa del Purgatorio ospita “Le radici nel cielo” a chiesa del Purgatorio a Castelvetrano sino al 19 febbraio ospita l’in - Lstallazione “Le radici nel cielo” dedicata a Papa Giovanni Paolo II. Dopo Mazara del Vallo l’installazione con foto, video e postazioni d’ascolto audio, fa tappa a Castelvetrano prima di toccare gli altri centri della Diocesi. I visitatori lungo il percorso vengono “tuffati” nella storia del Papa Beato: dalle immagini di un giovane Woityla ai suoi viaggi nel mondo, al rapporto coi giovani. In una postazione d’ascolto con venti cuffie si potranno ascoltare i più bei messaggi del Papa. (Nelle foto: il sin - daco di Castelvetrano Gianni Pompeo e due angoli del percorso) .

SANTA NINFA “Rimpatriata” dei partecipanti al pellegrinaggio in Terra Santa el salone della parrocchia “Cristo Risorto” a Santa Ninfa Nsi sono ritrovati, qualche settimana addietro, i parteci - panti al pellegrinaggio diocesano in Terra Santa che si è svolto lo scorso luglio. La “rimpatriata” è stata l’occasione per poter vedere, per la prima volta tutti insieme, le foto e i video che ogni partecipante ha girato nelle diverse tappe che si sono toccate lungo il pellegrinaggio, da Gerusalemme a Betlemme. Prima della visione delle foto e dei video c’è stato il tempo per un brindisi augurale per il nuovo anno. A sorpresa ha anche partecipato all’incontro il Vescovo monsignor Domenico Mogavero, che anche lui ha partecipato al pellegrinaggio diocesano. Don Franco Caruso ha annunciato che il pros - simo pellegrinaggio diocesano si terrà a Mosca e San Pietroburgo. (Nella foto, in ordine sparso: Giuseppina Pirri, Antonia Di Girolamo, Vin - cenzo Lombardo, Dorotea Tavormina, Vita Ster - lina, Tommaso Lipari, Angela Iannazzo, Gianni Pompeo, Calogero e Maria Barbera, Mariangela Di Gregorio, Anna Maria Leone, Antonina Ra - gona, Caterina Rizzuto, Rosalba Giacalone, Sara Civello, Donatella Randazzo, Antonino Mar - giotta, don Franco Caruso, Caterina Cognata, Nino Centonze e monsignor Domenico Moga - vero). sette n. 01-15 gennaio 2012 www.diocesidimazara.it La riflessione Nella due giorni a Marsala il momento clou è stato l’incontro con don Luigi Ciotti, Biagio Conte e don Luciano Mazzocchi «Il nostro impegno quotidiano è verso gli “ultimi”» Al Convegno diocesano l’ascolto delle testimonianze vere re esperienze a confronto, missioni vis - sute a Torino, Palermo e Milano e pro - Ttagonisti gli “ultimi”, quelli senza un’identità, gli emarginati, quelli senza più un tetto dove ripararsi e dormire. Sono state le testi - monianze di don Luigi Ciotti (fondatore del “Gruppo Abele” di Torino), don Luigi Mazzoc - chi (missionario Saveriano a Milano) e Biagio Conte (fondatore della “Missione Speranza e Ca - rità” di Palermo) il momento clou del Convegno diocesano svoltosi a Marsala. I tre testimoni (nella foto con Antonino Ingoglia) della gratuità evange - lica hanno raccontato le loro esperienze, par - rienza della “Missione Speranza e Carità” di Pa - tendo da un interrogativo: «Come rispondete alla lermo è stata affidata alle parole del suo fonda - l’omaggio domanda di aiuto delle diverse categorie di ultimi tore, fra Biagio Conte: «Non è una società giusta Consegnato il Vangelo di Marco che incontrate sul vostro cammino?». «Sono i po - quella che non attenziona gli “ultimi” - ha detto veri che cambiano la vita - ha detto don Luigi il frate arrivato in sedia a rotelle - l’indifferenza è conclusione del Convegno è stata Ciotti, presidente anche dell’associazione “Li - peggio di qualsiasi altra malattia. Non è giusto offerta ai presenti una copia del bera” - in maniera disarmante oggi assistiamo alla chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie, anche AVangelo secondo Marco in edizione crescita del penale e, purtroppo, alla diminuzione quelle sociali, io l’ho fatto e su questa strada, in - speciale, stampata a cura della Diocesi. delle politiche sociali. Registriamo troppa edu - sieme a me, ho trovato altri fratelli». Impegno Come è noto proprio questo Vangelo rap - cazione alla disumanità, travolti dal consumismo concreto nella solidarietà, nell’aiuto verso gli “ul - presenta il testo biblico-guida per il cam - dove si perde spesso la coscienza collettiva, la cor - timi”, che ha contraddistinto anche la storia di mino pastorale della nostra Chiesa responsabilità. Ecco perché da decenni diffondo don Luciano Mazzocchi, oggi impegnato nella nell’anno 2011-2012. La copertina riporta il messaggio del “noi”, l’impegno di tutti per aiu - sua missione nell’ hinterland milanese, dopo le il simbolo dell’evangelista Marco, come raf - tare gli ultimi e lottare per chiedere giustizia. E esperienze nel mondo, compresi il Giappone e figurato sul retro della Croce dipinta della in questa terra di Sicilia - ha aggiunto don Ciotti Mazara del Vallo. «Oggi segniamo una bellissima nostra Cattedrale. La stampa è stata auto - - ci sono altri malanni che rendono le persone pagina di storia per la nostra Diocesi perché rizzata dalla Segreteria generale della Con - non libere: la mafia, che va combattuta con le l’ascolto di queste testimonianze vere ci è d’aiuto» ferenza Episcopale Italiana, titolare del azioni concrete ma anche con la cultura». L’espe - ha detto il Vescovo. (mf) diritto di copyright . Pa gine Manca il respiro : la riscoperta profetica del valore laicale come alito integrante del corpo di Cristo n prete e un laico riflettono sulla analisi e certe proposte che cercano solo il nuovo respiro forte per questa nostra Chiesa in affanno Chiesa italiana. Così recita il sottoti - e il consenso. Chiave per entrare nel testo è porsi non può che venire da quel polmone laicale che Utolo del libro di Saverio Xeres e Gior - la domanda: ma che ne è stato del Concilio Va - risulta ancora ampiamente inattivo. Il libro pro - gio Campanini che si intitola Manca il respiro . ticano II? Dove possiamo riconoscere e gustare pone una riscoperta profetica del valore laicale Un testo non solo a due mani ma anche defi - i frutti di quella intensa stagione ecclesiale? è come respiro integrante del corpo di Cristo, nito chiaramente in due parti: di Saverio Xeres una domanda in verità lontana dal quotidiano come corresponsabilità e della sfida che solo la la prima parte “la Chiesa italiana nel passaggio parrocchiale, e una domanda che spesso diventa povertà può porre ad una culturale degli ultimi decenni”, di Giorgio solo motivo di difficili dialoghi tra preti riguardo logica invece conforme Campanini la seconda “alla riscoperta della ca - al modo di celebrare o di governare, e una do - alla mentalità del tegoria conciliare di popolo di Dio”. Ho subito manda che non sorge spontaneamente negli mondo: laici e povertà letto questo libro per due ragioni profonde: da ambienti di formazione e di educazione eccle - due vie della profezia pa - un lato finalmente un nome e una descrizione siale. Questo testo riesce a definire con analisi e storale. Ma chi è seria - a quella sensazione condivisa, di questi tempi, con coraggio il disagio culturale per l’assenza mente interessato ad nelle nostre comunità cristiane, un senso di op - della domanda popolare sull’eredità conciliare. imboccarle? (don Vito pressione, quasi mancasse il respiro. Una chiesa Eppure il Concilio ha indicato e aperto una via Impellizzeri) in affanno. Dall’altro cercare di entrare nel di - profetica del rinnovamento ecclesiale; un rin - battito ecclesiastico attuale per la porta a due novamento che avesse la missione di attualizzare Manca il respiro Saverio Xeres e Giorgio Campanini ante della riflessione sociologica e credente così la viva Tradizione della Chiesa. Il Concilio per edizioni Ancora 2011, pag. 144 da non cadere e non cedere alle banalità di certe diventare eredità deve diventare Tradizione. è il 13 euro www.diocesidimazara.it n. 01-15 gennaio 2012 otto Me morie Nel 1574 i lavori su mandato del prelato che lo dotò anche di una rendita annuale In agenda MAZARA DEL VALLO/20 GENNAIO Quell’ospedale a Sant’Egidio nel ‘500 Al Seminario si presenta l’archivio digitale Venerdì 20 gennaio (ore 11) nell’aula magna del Seminario vescovile di Mazara del Vallo si Fu fatto costruire dal Vescovo De Rubeis presenta il progetto di digitalizzazione dell’ar - onsignor De Rubeis fu colui che dale di Mazara del Vallo. Nell’anno 1602 il De chivio diocesano curato dalla Soprintedenza ai beni culturali di . non solo diede il mandato per la Rubeis morì e a lui succedette monsignor Gio - Mcostruzione dell’ospedale ma che vanni De Gantes, per gli anni 1604 e 1605. MAZARA DEL VALLO/20 GENNAIO anche lo dotò di una rendita annuale. Nel testo Quindi divenne Vescovo Marco La Cava della Incontro sulla “La Chiesa che non tace” da cui traiamo notizie rintracciamo anche la mo - città di Palermo a cui toccò di veder continuare Venerdì 20 gennaio (ore 17,30) al Seminario tivazione che spinse il monsignore a costruire a quest’opera di pietà . Il testo racconta che il La vescovile di Mazara del Vallo si presenta il Mazara del Vallo un ricovero per infermi: quel - Cava contribuì ad arricchire l’infermeria di sup - libro “La Chiesa che non tace” di monsignor l’interno amore a beneficio de’ prossimi, con darci pellettili e che era sua consuetudine recarsi gior - Domenico Mogavero. anche ad intendere essere il sicuro porto di quante nalmente a visitare l’ospedale. Questa sua MAZARA DEL VALLO/24 GENNAIO crude tempeste minacciassero il naufragio alla mi - abitudine fu un esempio per la popolazione e I giornalisti in Curia per il patrono seria i de’ derelitti . Dunque Mazara del Vallo, ieri ognuno del popolo ambiva a requentarlo ”. Non vi I giornalisti dei paesi della Diocesi incontre - come oggi, luogo di cura e d’ accoglienza per co - è traccia nel racconto della data di fine dei lavori ranno martedì 24 gennaio (ore 10,30) in loro che affrontano le onde del mar Mediterra - ma un passo descrive l’architettura e il pregio Curia il Vescovo, in occasione della festa di neo. Ma torniamo alla nostra storia. Prima del della struttura il sito dello spetale in quadro fabri - San Francesco di Sales, patrono della categoria. De Rubeis, Mazara possedeva già un luogo de - cato porta invidia a qualsiasi altra religiosa comu - dicato alla cura dei malati, che si trovava presso nità, con un piano ampio vicino al mare, disposto CONDIVIDERE la chiesa di Sant Egidio, ma come descrive il all’aure d’un’ aria salutufera . La nobiltà della Quindicinale d’informazione della Diocesi di Mazara del Vallo testo, tale spazio era incomodo alla salute dei po - struttura fu tale da suscitare in Fra’ Giovanni Lo - Registrazione Tribunale di Marsala n. 140/7 -2003 veri infermi . Dieci anni dopo, cioè nel 1584 la zano di nazionalità spagnola, il desiderio di ag - EDITORE: Associazione culturale “Orizzonti Mediterranei”, piazza chiesa di Sant Egidio divenne sede del Seminario giungere all’edificio quadrato, un altro quadrato della Repubblica, 6, 91026 Mazara del Vallo (TP). REDAZIONE: telefono diocesano, il terzo della Sicilia dopo Palermo e e di porre nel frontespizio della porta maggiore 0923 902737, [email protected]. DIRETTORE EDITO - Catania. Il De Rubeis per tali motivi diede mano che guarda ad oriente una tabella di alabastro, RIALE: monsignor Domenico Mogavero. DIRETTORE RESPONSA - tuttora presente, in cui venne inciso BILE: don Francesco Fiorino. COORDINATORE DI REDAZIONE: Max al suo erario con far compiere d’ un tenimento di Fecit quod Firreri. HANNO COLLABORATO : Erina Ferlito, Nino Giaramidaro, case, possedute allora da Pantalea ed Antonio La erat rectum in oculis Domini (Fece ciò che era giu - Barbara Lottero. IMPAGINAZIONE E GRAFICA: Antonino Modica. Torre, situate nel piano volgarmente detto della sto alle pupille di Dio). STAMPA: Grafiche Napoli Campobello di Mazara. Questo numero è Concezione Chiesa del gran Martire S. Giorgio, fu Barbara Lottero stato chiuso in redazione il 12 gennaio 2012. iniziato il novello edificio insieme ricovero dell’ in - 2. continua Èvietata la riproduzione integrale o parziale fermi. Case comprate ab 13 gennaro 1594 . Siamo (La prima puntata è stata pubblicata di testi e foto pubblicati su questo giornale vicini al 418° anno della fondazione dell’ospe - nel n. 18 del 30 dicembre 2011)

Il nuovo

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i t CONDIVIDERE à direttore editoriale monsignor Domenico Mogavero direttore responsabile don Francesco Fiorino coordinatore di redazione Max Firreri È arrivata l’ora di mettere in vetrina la tua azienda...

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