Il Pentito Di Maggio Ordinava Omicidi Arrestato L'uomo Che Fece Prendere

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Il Pentito Di Maggio Ordinava Omicidi Arrestato L'uomo Che Fece Prendere 15INT01A1510 ZALLCALL 11 22:31:29 10/14/97 LE CRONACHE l’Unità 13 Mercoledì 15 ottobre 1997 A ordinarne la cattura sono stati gli stessi pm palermitani. Lo hanno scoperto grazie a un nuovo collaboratore Non voleva trasferimento La protesta 15INT01AF03 Il pentito Di Maggio ordinava omicidi 1.0 di Pulvirenti 7.0 Arrestato l’uomo che fece prendere Riina che ingoia Caselli: «Ma rimane un teste credibile, ha fatto ammissioni piene» una lametta Dalla Prima PALERMO. Prima Ferone, poi Avo- CATANIA. Ha ingoiato una lamet- la e Samperi e poi, ancora, Totuc- taperprotestarecontrountrasferi- cio Contorno. Adesso tocca a lui, mento «a rischio» che lo avrebbe a Baldassare Di Maggio, il pentito che ha fatto finire in carcere dopo riportato a Catania. Giuseppe Pul- 23 anni di serena latitanza Salva- virenti, «u malpassotu», boss pen- tore Riina, il capo dei capi, l’uomo tito ieri mattina ha improvvisato Procura di Palermo, non chiude- al quale aveva giurato fedeltà per la protesta, davanti agli agenti che re neanche un solo occhio di fron- la vita, in quella campagna di San lo avrebbero dovutoaccompagna- te ai comportamenti criminali di Giusepe Jato, dove lo avevano condotto per la «pungitina» dopo re, anche con la forza, per deporre uno dei testimoni più significativi in un processo che si sta celebrano del cosiddetto «processo del seco- il suo primo omicidio. Un pentito lo». Intendiamoci. L’arresto di un che per Cosa nostra è stato come a Catania e che vede alla sbarra pentito non è una novità. Non ab- un terremoto. Balsassare Di Mag- suoi affiliati accusati di associazio- biamo dimenticato Salvatore «To- gio da martedì notte è in una cella ne mafiosa e delitti avvenuti negli dell’Ucciardone perchè, secondo i tuccio» Contorno che spacciava magistrati di Palermo, avrebbe ri- anni scorsi a Catania. Sono stati gli dosi di eroina ai «viados», fra una costituito la sua cosca e ordinato stessi uomini del servizio di prote- deposizione processuale e l’altra o addirittura due delitti, uno dei zione che lo hanno soccorso e tra- Giuseppe Ferone che a Catania quali fallito, ma non certo per vo- spediva i suoi killer per cimiteri a sportato nell’infermeria del carce- lontà dei sicari. 15INT01AF01 re di massima sicurezza del centro regolare vecchi conti di «fami- A farlo cadere forse l’eccessiva glia», fra una deposizione proces- sicurezza. La convinzione che il 4.0 Italia dovesi trovaattualmente. Le suale e l’altra. Collaborare con la suo status di pentito di «serie A» sue condizioni, restano comun- giustizia, svelare i segreti dell’orga- lo avesse messo al riparo per sem- 18.50 quenongravi. nizzazione criminale alla quale si è pre da controlli ed indagini. E in- Il braccio di ferro fra il pubblico appartenuti, ricostruire migliaia di vece così non è stato. In Procura ministero Nicolò Marino, che per pagine nere con nomi, date, e hanno tirato dritto anche quando moventi; ecco, tutto ciò non è si- dalle carte è spuntato il nome di motivi «di sicurezza», si era oppo- nonimo né di «conversione» né di un collaboratore sul quale l’accusa sto al trasferimento dei pentiti e il scoperta di valori deamicisiani. Au- punta molte delle sue carte in presidente della III sezione del Tri- gurarsi e fare il possibile che ciò quello che forse per l’ufficio diret- bunale di Catania Roberto Passa- accada, è sacrosanto. Pretenderlo, to da Giancarlo Caselli, è il proces- lacqua, aveva portato all’ordine di o darlo per scontato, sarebbe co- so più importante, almeno sul pia- me dire che il «malato cronico» no dell’immagine: quello contro trasferimento coatto all’eventuale (tornato di moda in questi giorni), Giulio Andreotti. «Questa Procura rifiuto dei pentiti. Si riaccendecosì in via di miglioramento, debba es- non guarda in faccia nessuno...». la polemica sui collaboratori di sere - per decreto del medico - al Il procuratore Caselli lo ha detto giustizia. riparo da qualsiasi ricaduta. Abi- con serenità. Nessuno sconto, nes- suna comprensione. In Sicilia, an- «Lo Stato abbandona i pentiti - tuiamoci a considerare i «collabo- ha denunciato Enzo Guarnera, le- ratori di giustizia» per quello che cora una volta chi sbaglia paga e sono, alla stregua di «malati croni- duramente. Ne sanno qualcosa i gale di Giuseppe Pulvirenti, e di al- ci», appunto. Eviteremo tutti tante pentiti catanesi, come Giuseppe tri pentiti di mafia, e la lotta alla delusioni e tante polemiche prete- Ferone che, approfittando della mafia». I tre collaboratori ha ag- stuose. Lunedì, nell’aula bunker di protezione dello Stato, tornò in città per far fuori la moglie del Il procuratore della repubblica in Palermo, Gian Carlo Caselli durante la conferenza stampa; in basso Giulio Andreotti Nacari/Ansa giunto Guarnera sono tra i mag- Santa Verdiana, a Firenze, a con- boss Nitto Santapaola. Adesso giori accusatori di Cosa nostra a clusione della prima parte della «Cammisedda» è in una cella dove Catania: «È impensabile, per la lo- deposizione di Giovanni Brusca sul attende un ergastolo che neppure è stato condotto alle «Tre Torri» strerebero proprio il ruolo che il suo delitto più orrendo, sequestro ro sicurezza, costringerli a tornare un miracolo potrà evitargli. ad attenderlo, negli uffici della pentito aveva nella «reconquista» inunacittàarischio.Denunciaan- e morte di un ragazzino di 15 an- Dia, ha trovato i magistrati che lo Sulle colline che sovrastano la che la fazione anti-Brusca stava zi l’esistenza di un progetto per pe- ni, il pubblico ministero ha osser- valle dello Jato, che si respirasse hanno sottoposto ad un lungo in- tentando sul territorio dello Jato. Il legale di Andreotti: vato: «quella di Brusca è stata una aria di guerra la gente lo aveva ca- terrogatorio per chiarire il ruolo Intercettazioni che hanno riscon- nalizzareicollaboratori». deposizione limpida, solare, puli- pito da tempo. Lì, a San Cipirelo e che aveva avuto nella faida dello trato in pieno le dichiarzioni di Ieri mattina, «u malpassotu», ta». Voleva dire che, a suo giudi- a San Giuseppe Jato, in pieno re- Jato. Di Maggio ha tergiversato, «Alfa» che aveva indicato anche il «Era chiaro che mentiva» doveva testimoniare con altripen- zio, Brusca si è caricato sulle spalle gno corleonese, che la pax mafio- poi ha capito che non aveva vie vertice del nuovo titi, nell’aula bunker del carcere di tutte le sue responsabilità, quelle d’uscita e alla fine ha ammesso in sa garantita dal ferreo controllo di clan, del quale faceva Bicocca, nel processo denominato che per sua stessa ammissione Giovanni Brusca era finita lo si era buona parte le sue responsabilità, parte anche Nicola («ne ho fatte di cotte e di crude») capito dopo il suo arresto in una spiegando di aver ordinato i delit- Lazio, che avrebbe La notizia dell’arresto di Balduccio Di Maggio «Ariete 2», contro trenta affiliati al gli pesano di più. Può dunque es- villetta di San Leone. Altri perso- ti perchè temeva per al vita dei deciso la condanna a piomba nell‘ aula della quinta sezione penale boss,accusatidiquindiciomicidie sere «limpida, solare, pulita» la de- naggi, fuori da Cosa nostra, cerca- suoi famigliari, che secondo il suo morte di Arato e Co- del tribunale, dove si svolge il processo a Giulio di associazione mafiosa. La sera posizione processuale persino del vano di prendere il sopravvento. racconto, sarebbe stata messa in stanza. Andreotti, mentre è in atto un duro scontro tra prima, per lo stesso processo ave- pericolo dai picciotti rimasti fedeli più incallito delinquente. I pentiti, Si diceva che fossero uomini vici- Immediate ieri a Giovanni BruscaeaVitoVitale. accusa e difesa. Il pubblico ministero Roberto vano deposto altri due pentiti, non sono tutti uguali. Ognuno - ci ni a Di Maggio, che come lui ave- mattina le reazioni A far scattare le indagini su Di Scarpinato sta interrogando uno dei testi, il MaurizioAvolaeClaudioSeverino siscusilaovvietà-èunlibroche vano dovuto subire lo strapotere della difesa al proces- Maggio sono stati l’omicidio del va letto dalla prima all’ultima pagi- di Giuvanninu ‘u verru, ma che so Andreotti. «Questi magistrato della prima sezione della Samperi. meccanico Vincenzo Arato, ex so- na. Con la lente di ingrandimento, adesso rialzavano la testa per im- fatti - ha detto l’avvo- Cassazione Vitaliano Esposito, ma l‘ avvocato Pulvirenti, dunque, si sarebbe cio di Di Maggio, ma assai vicino a 15INT01AF02 quando anche una sola parola non porre la loro legge. Nulla di strano cato Gioacchino Gioacchino Sbacchi, uno dei difensori dell‘ trovato davanti, trenta deicinque- Giovanni Brusca, ammazzato a convince. Non esiste infatti un’uni- in questo, tutto perfettamente in Sbacchi - confermano 1.0 colpi di fucile il 24 settembre da- imputato, contesta vivacemente il modo in cui cento affiliati al suo clan, che rap- ca testuggine composta da pentiti linea con le logiche mafiose: cade che Di Maggio perse- vanti alla sua casa di San Cipirello. 10.0 vengono rivolte le domande. Per sedare gli presentava il braccio armato della e nascosti da un gigantesco e in- un capo e subito i «perdenti» cer- guiva più che una Poche settimane prima, esatta- differenziato scudo collettivo. cavano di riemergere. Il fatto sor- dissociazione un di- animi il presidente Francesco Ingargiola famiglia catanese di Cosa nostra mente il 7 agosto, era stato ferito Quando questa diventerà una veri- prendete è che alla loro testa c’era segno di egemonia sospende l‘ udienza per qualche minuto. guidata da Nitto Santapaola. Nel l’imprenditore Francesco Costan- lo stesso Baldassare Di Maggio che mafiosa». Sbacchi ne approfitta per raggiungere corso del processo, infatti, tra i de- tà acclarata e indiscutibile per tut- za, parente della moglie di Enzo ti, otterremo il risultato - che non adesso viveva lontano dalle colli- ne dello Jato, in una località segre- Brusca e considerato dai magistra- Sul futuro di Di velocemente i vicini uffici della Procura e litti più eclatanti trattati, quello di è poca cosa - di trattare il cosid- ta con un altro nome e la prote- ti uno dei prestanome di Giovan- Maggio sono difficili assistere alla conferenza stampa di Gian Carlo un marocchino assassinato nell’o- detto «pentitismo» mafioso per zione dello Stato con il quale ave- ni Brusca.
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