I PENTITI CHE LO HANNO ACCUSATO

Tommaso BUSCETTA E' il primo ad aver parlato di Andreotti, anche se in modo informale, al giudice nel 1984, secondo la testimonianza di Richard Martin, vice procuratore distrettuale di Manhattan. Le sue accuse legano il senatore a vita ai casi Moro, Pecorelli e Dalla Chiesa.

Antonino CALDERONE Fratello del capomafia Giuseppe, ha messo a fuoco per primo i legami mafiosi di Salvo Lima e ha raccontato i rapporti di Nino e Ignazio Salvo con i luogotenenti di Andreotti. Ha parlato dei rapporti tra mafia e Dc nella città etnea.

Francesco MARINO MANNOIA E' l'unico, insieme con Di Maggio, a dire di aver visto il senatore incontrare i boss di Cosa Nostra. La sua testimonianza abbraccia anche i rapporti di Cosa Nostra con Sindona e Gelli. Ha sostenuto che Andreotti impazziva per un quadro che poi Calo' gli procuro'.

Leonardo MESSINA Ha affermato che Andreotti era un vero e proprio uomo d'onore con tanto di giuramento rituale. Ha descritto la massoneria deviata e i suoi rapporti con Cosa Nostra

Gaspare MUTOLO Ha descritto il triangolo Lima-Andreotti-Carnevale per condizionare il maxiprocesso e, dopo l'esito infelice, l’uccisione di Lima per mandare un segnale al suo padrone.

Giuseppe MARCHESE Ha parlato delle attese, poi deluse, dei boss rinchiusi nelle gabbie del maxiprocesso

Baldassare DI MAGGIO Ha parlato del bacio tra Andreotti e Riina, a suggello di un accordo che il primo non avrebbe poi mantenuto, scatenando la reazione di Cosa Nostra. Ha visto Andreotti che poggiava le sue labbra sulle guance del boss corleonese. E' il momento più spettacolare (forse esageratamente spettacolare e per questo poco credibile) dell'accusa contro il senatore a vita.

Mario Santo DI MATTEO Ha parlato dei rapporti tra gli esattori Salvo e il sette volte presidente del consiglio.

Gioacchino LA BARBERA Killer di Ignazio Salvo, anche lui racconta dell'ira dei boss contro Andreotti che per la prima volta non aveva mantenuto il patto d'onore.

Salvatore CANCEMI Parla dell'omicidio Pecorelli e dei rapporti con il senatore per aggiustare i processi in Cassazione.

Gioacchino PENNINO Sostiene che Tani Sangiorgio, genero di Salvo, gli confermò di aver ricevuto da Andreotti un grosso piatto d'argento, come regalo di nozze. Vecchia volpe DC, con un piede nella mafia e l'altro nella politica, ha passato ai raggi x la corrente andreottiana in Sicilia

Salvatore ANACPNDIA Descrive i rapporti tra Andreotti, Gelli e la massoneria deviata.

Gaetano COSTA Detenuto a Pianosa, nel 1983 voleva organizzare una rivolta, ma Bagarella lo fermò, confidandogli che “il gobbo” si sarebbe adoperato per trasferirli. Il trasferimento avvenne dopo qualche giorno.

Marino PULITO Ha affermato di aver assistito ad una telefonata tra Gelli e Andreotti. Motivo: l'aggiustamento di un processo in Puglia.

Orlando GALATI GIORDANO Riferisce discorsi in carcere tra detenuti. Nino Marchese, fratello del , gli disse che la gobba di Andreotti era piena di omicidi.

Fabiola MORETTI Compagna di Danilo Abbruciati (), ha raccontato le cene di Claudio Vitalone con i boss della Magliana e ha indicato uno dei killer del delitto Pecorelli. Ha pesantemente accusato il giudice Carnevale.

Antonio MANCINI Esponente della banda della Magliana, accusa la corrente andreottiana di aver fatto uccidere Pecorelli perchè era in possesso di documenti scottanti sul rapimento di Aldo Moro.

Maurizio ABBATINO Ha parlato dei rapporti tra Vitalone e la banda della Magliana e tra quest'ultima e Cosa Nostra.

Rosario SPATOLA Ha raccontato dei rapporti tra Cosa Nostra e la massoneria e dei legami tra esponenti andreottiani del trapanese e la mafia.

Bartolomeo ADDOLORATO Ha sostenuto che la mafia in provincia di votava per la Dc andreottiana.

Giovanni DRAGO Ha raccontato nei dettagli il voto di mafia nel 1987, con il passaggio dalla Dc al Psi. Il candidato socialista era Claudio Martelli, impegnato in una durissima battaglia contro la Procura di e il Sindaco della stessa città Leoluca Orlando.

Giuseppe PULVIRENTI Ha raccontato il voto di mafia alla Dc di Andreotti a Catania e ha descritto i rapporti tra i palermitani andreottiani e Cosa Nostra a Catania negli anni del dominio di Santapaola, di cui egli era il luogotenente.

Paolo SEVERINO Ha raccontato il voto di mafia alla Dc di Andreotti a Enna , dove le famiglie mafiose sostenevano la candidatura dell'on. andreottiano Luigi Foti, il cui ufficio elettorale era retto da Michelangelo Cammarata, uomo d'onore della famiglia di Enna.