Progetto di Piano per la valutazione e la gestione del rischio di alluvioni

Art. 7 della Direttiva 2007/60/CE e del D.lgs. n. 49 del 23.02.2010

IV A. Area a rischio significativo di alluvione ARS Distrettuali 2. Schede monografiche

Fiume Panaro dalla cassa di espansione alla confluenza in

22 DICEMBRE 2014

Descrizione dell’ARS e del sistema difensivo L’area a rischio significativo del fiume Panaro interessa tutto il tratto dalla cassa di espansione di , alla confluenza in Po e racchiude il territorio di Pianura Padana compreso tra il fiume e il fiume Reno delimitato dal perimetro delle aree inondabili nello scenario di piena di scarsa probabilità chiuse a monte all'attraversamento dell'Autostrada A1 (sezione PAI 136) e a valle alla confluenza del Panaro in Po e sul tracciato dell'argine maestro destro del Po, con un'estensione di circa 1250 km 2. Essa comprende tutte le aree potenzialmente inondabili in seguito a scenari di rottura dei rilevati arginali maestri del Panaro e interessa 38 Comuni, di cui 24 emiliani in Provincia di Modena, Reggio Emilia, e Ferrara, e 14 lombardi in Provincia di Mantova. Sono interessati i seguenti comuni: in Emilia Romagna: , SAN GIOVANNI IN PERSICETO, SANT'AGATA BOLOGNESE, BONDENO, CENTO, SANT'AGOSTINO, , , , , , , , , , MODENA, , , SAN CESARIO SUL PANARO, , , , ; in Lombardia: BORGOFRANCO SUL PO, CARBONARA DI PO, FELONICA, MAGNACAVALLO, PIEVE DI CORIANO, POGGIO RUSCO, QUINGENTOLE, , REVERE, SAN GIACOMO DELLE SEGNATE, , SCHIVENOGLIA, SERMIDE, VILLA POMA. Tale territorio è ricco di centri abitati e abitazioni sparse, servizi di primaria importanza, zone industriali, infrastrutture viarie di rilevanza nazionale e internazionale, attività produttive e agricole. Una parte di esso si trova in condizioni altimetriche tali da essere potenzialmente inondabile anche per eventi di rottura del sistema arginale del Po, del Secchia o del Reno (e del suo scolmatore in Po), oltre che per esondazioni dal reticolo di bonifica che lo serve. Una parte importante del territorio è stata interessata dagli eventi sismici del 2012. Il sistema che difende la pianura dalle inondazioni del fiume Panaro è composto dalla cassa di espansione localizzata tra la l'Autostrada A1 e la via Emilia (parzialmente delimitata da rilevati arginali), da un'area di naturale espansione delle piene compresa tra la cassa di espansione e la confluenza del torrente Tiepido, in sinistra Panaro, e dal sistema arginale maestro che si sviluppa con continuità su entrambe le sponde a valle della confluenza del Tiepido. La lunghezza complessiva degli argini che compongono tale sistema è di circa 135 km. L'area della cassa di espansione è compresa tra il ponte dell'Autostrada A1, all'altezza della sezione 136 del PAI, e il manufatto moderatore dei deflussi, localizzato circa alla sezione 131 del PAI. Il sistema arginale della cassa di espansione, che raggiunge anche i 10 m di altezza sul piano di campagna, si origina, sia in destra che in sinistra idraulica dalle quote dei piani di campagna le cui scarpate delimitano l'invaso nel primo tratto di monte. La cassa di espansione occupa una superficie di circa 430 ettari ed ha un volume di invaso di circa 35 milioni di metri cubi. E' sostanzialmente in linea, anche se presenta zone interne che si invasano solo al di sopra di certe soglie di livello, pertanto è sempre impegnata, anche solo parzialmente, dalle piene. La regolazione avviene normalmente attraverso il manufatto moderatore costituito da uno sbarramento con soglia di sfioro frontale e luci di fondo a geometria fissa, ma dotate di paratoie mobili, che permettono di variare le luci effettive di deflusso. Il sistema arginale maestro del fiume Panaro si sviluppa con continuità su entrambe le sponde poco a valle della cassa di espansione. In particolare, in destra idraulica ha origine circa 350 m a valle del manufatto moderatore, dopo l'immissione del diversivo Muzza, mentre in sinistra ha origine alla confluenza del torrente tiepido, risalendo lungo di esso fino al ponte della via Emilia in località Fossalta di Modena. Tra la cassa di espansione e la confluenza del torrente Tiepido vi è pertanto un'area "polmone" di espansione delle piene, delimitata in parte da scarpate naturali, in parte da rilevati stradali, in parte da rilevati arginali “secondari”. Gli argini maestri si sviluppano poi con continuità giungendo fino al Po, ove si raccordano con le sue arginature maestre.

1 All'interno degli argini maestri il fiume Panaro è sostanzialmente privo di significative aree golenali, se si eccettuano i primi 8 e gli ultimi 5 chilometri di asta arginata.

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Descrizione degli eventi di piena recenti ed analisi delle portate di riferimento Gli eventi alluvionali storici di riferimento per l’asta del fiume Panaro sono quelli verificatisi nel 1940 e del 1973. In occasione di quest'ultimo si verificarono 5 rotte arginali con tracimazioni estese complessivamente lungo 8,35 km di cui 4,60 in destra e 3,75 in sinistra, con l'allagamento di estese porzioni della pianura retrostante, tra cui i centri abitati di Bastiglia e Bomporto e il quartiere di Modena Est. L'evento del 1973 fu anche quello in cui fu stimata la massima portata al colmo in prossimità della via Emilia, con valore di circa 1400 m 3/s a . A seguito di tali eventi venne realizzata la cassa di espansione, in funzione dal 1982, più volte modificata con ampliamento dei volumi di invaso grazie sia all'ampliamento della superficie che all'innalzamento della quota di sfioro superficiale del manufatto moderatore, tanto che nelle ultime principali piene occorse dal 2008 ad oggi, che hanno messo a dura prova il sistema arginale di valle, non si è mai completamente invasata, mostrando anzi ancora un buon margine di volume di invaso. Storicamente, gli argini del Panaro, nel tempo ed in seguito agli eventi di piena più rilevanti, sono stati progressivamente rialzati e ringrossati, fino a diventare delle vere e proprie dighe in terra pensili sul piano di campagna, di altezza massima anche di 10 metri e ad oggi non più significativamente adeguabili in quota per raggiunte condizioni limite strutturali. Oltre al rischio di tracimazione, essi sono quindi soggetti ad altre due tipologie di rischio: il rischio di sifonamento e sfiancamento e il rischio di erosione (in certi tratti, sono praticamente in froldo). Proprio recentemente nel corso dell'evento di piena del 17-19 gennaio 2014, si sono verificati segnali di fragilità (ad es. filtrazioni) che, in assenza di un pronto intervento, avrebbero potuto causare rotte arginali. Allo stesso tempo nel tratto a monte della cassa di espansione, si sono evidenziato processi di incisione dell’alveo che hanno portato al crollo, negli ultimi sessant'anni, di importanti opere di attraversamento e opere di protezione dall'erosione. A seguito di tali processi si è ridotta la capacità di espansione e laminazione delle piene nelle aree di pertinenza fluviale, a discapito dei tratti di valle. Per tali ragioni le proposte di adeguamento del sistema difensivo contenute nel PAI, prevedono soltanto limitati adeguamenti delle quote arginali e puntano sul miglioramento della capacità di deflusso dell'alveo arginato e sul miglioramento della stabilità e resistenza strutturale del sistema arginale maestro. Le portate di piena di riferimento sono indicate nella tabella 31 dell'apposita Direttiva del PAI, che indica a , per il tempo di ritorno di 200 anni, la portata al colmo di 1380 m 3/s e, in ingresso alla cassa di espansione, la portata al colmo di 1480 m 3/s. A valle delle casse di espansione, nel PAI è indicato un valore di portata al colmo di riferimento valido per tutto il tratto arginato. Tale valore, assunto pari a 940 m 3/s, è un valore obiettivo, relativo all’assetto di progetto del corso d’acqua definito nel Piano, sostenibile solo in condizioni di buona manutenzione. Tale valore necessità oggi di attenta verifica, poiché l’attuale capacità del tratto arginato, fortemente condizionata dallo stato di manutenzione della vegetazione dell’alveo e dalla sedimentazione sui piani golenali, risulta complessivamente inferiore.

3 Analisi delle mappe di pericolosità e diagnosi di criticità La mappatura delle aree inondabili è stata effettuata tenendo conto degli eventi di piena storici, delle risultanze dei più recenti studi e delle conoscenze locali fornite dal Servizio Tecnico di Bacino della Regione Emilia Romagna e dall'AIPO. In linea generale, per lo scenario di piena di elevata e media probabilità, il limite delle aree inondabili è delimitato in corrispondenza del tracciato delle opere arginali esistenti e degli altri elementi di contenimento che costituiscono il sistema difensivo, mentre per lo scenario di piena di scarsa probabilità o di evento estremo, la delimitazione contiene nel suo perimetro tutte le aree allagate nel corso delle rotte storiche. Più in particolare, il sistema difensivo è composto come segue. In sinistra idraulica:

• dal sistema delle arginature perimetrali della cassa di espansione e dai suoi manufatti di regolazione,

• dal sistema di rilevati arginali secondari compreso tra la cassa e il Tiepido,

• dal rilevato arginale del torrente Tiepido nel tratto a valle del ponte della via Emilia in località Fossalta, che costituisce argine di rigurgito del Panaro,

• dall'argine maestro sinistro del Panaro che si estende con continuità fino alla confluenza in Po,

• dai manufatti idraulici che regolano l'ingresso in Panaro delle acque dei canali del reticolo secondario naturale e artificiale di pianura. In destra idraulica:

• dal sistema delle arginature perimetrali della cassa di espansione e dai suoi manufatti di regolazione,

• dall’argine maestro destro del Panaro, che si origina a valle dell'immissione del Diversivo Muzza circa 350 metri a valle del manufatto moderatore della cassa e si estende con continuità fino alla confluenza in Po,

• dai manufatti idraulici che regolano l'ingresso in Panaro delle acque dei canali del reticolo secondario naturale e artificiale di pianura.

Il limite delle aree inondabili per gli scenari di piena di elevata e media probabilità coincide con i rilevati arginali che costituiscono tale sistema e con il limite morfologico di contenimento dei livelli di piena nei brevi tratti privi di rilevati arginali. In base alle valutazioni a supporto del PAI, tale sistema è adeguato, in quota, rispetto allo scenario di piena di media probabilità, salvo alcuni brevi tratti, in particolare nei pressi di Bondeno. Il sistema risulta invece critico rispetto alla stabilità e resistenza strutturale, per la presenza, in tratti significativi, di froldi, lenti sabbiose sulla fondazione dei rilevati, sagome arginali insufficienti. In relazione a tali inadeguatezze, non sono ancora stati realizzati tutti gli interventi di adeguamento, pertanto permangono attualmente condizioni di criticità, da gestire, in caso di evento, mediante provvedimenti di protezione civile. Va inoltre tenuto in adeguata considerazione il fatto che l’idoneità in quota del sistema arginale è connessa, nel PAI, a condizioni di buona manutenzione, nelle quali il tratto arginato, è ritenuto adeguato al transito della portata al colmo di 940 m 3/s. Poiché tale valore necessità oggi di attenta verifica, essendo l’attuale capacità del tratto arginato fortemente condizionata dallo stato di

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manutenzione della vegetazione dell’alveo e dalla sedimentazione sui piani golenali, la possibilità di controllare la portata massima rilasciabile dalla cassa di espansione del Panaro mediante la regolazione con paratoie mobili delle luci di fondo del manufatto moderatore, garantisce notevole flessibilità gestionale rispetto a tale situazione. A tal fine è necessario tuttavia completare le verifiche in corso per definire l’attuale capacità di deflusso del tratto arginato e quindi la portata compatibile a valle della cassa e, di conseguenza, i criteri di regolazione delle luci di fondo del manufatto moderatore, per la laminazione più efficace delle piene di media probabilità.

A completamento del quadro, si evidenzia l'insufficiente protezione idraulica della città di Modena rispetto al reticolo secondario scolante in Panaro. Il canale Naviglio di Modena, che raccoglie le acque di drenaggio urbano di buona parte della città di Modena e le recapita al Panaro in sinistra idraulica presso Bomporto, è dotato di un sistema arginale alquanto inferiore in quota e pertanto è regolato alla confluenza da porte vinciane che, in caso di alti livelli di Panaro, evitano la risalita delle sue acque nel canale Naviglio, impedendo però allo stesso di scaricare. Non vi sono infatti, né sono in progetto, sistemi alternativi di scarico per pompaggio. E' invece prevista la realizzazione di una cassa di espansione del canale Naviglio nell'area compresa tra il cavo Minutara e il cavo Argine in località Prati di San Clemente. La possibilità di regolare le luci di fondo del manufatto moderatore della cassa di espansione del Panaro mediante paratoie mobili, garantisce notevole flessibilità gestionale sia rispetto alle condizioni di piena del Tiepido, sia rispetto all'immissione del Naviglio di Modena, sia anche in relazione all'eventuale concomitanza di condizioni critiche del reticolo secondario compreso tra il Secchia e il Panaro a valle di Modena. Tuttavia manca, ad oggi, un protocollo di gestione di tali organi mobili. La questione, ai sensi della normativa vigente dovrà essere esaminata nel Piano di laminazione di competenza regionale.

In relazione all’evento estremo, lo scenario di riferimento è quello che considera la possibile rottura dei rilevati arginali, con o senza tracimazione e il limite delle aree inondabili per tale scenario comprende un'area molto ampia, di circa 1250 km 2, e include anche tutte le aree allagate nelle rotte storiche.

5 Analisi delle mappe di rischio

% delle superfici comunali interessate nei Superfici allagabili per i diversi scenari diversi scenari

Superficie INVILUPPO totale Comuni INVILUPPO H ML H ML HML compresi nelle HML ARS km² km² km² km² km² % % % % 15,87 17,72 1.256,16 1.256,16 1.761,50 0,90% 1,01% 71,31% 71,31%

Abitanti potenzialmente coinvolti nei diversi % degli abitanti potenzialmente coinvolti nei scenari diversi scenari rispetto agli abitanti totali

Abitanti totali INVILUPPO Comuni INVILUPPO H ML H ML HML compresi nelle HML ARS ab ab ab ab ab % % % % 206 237 223.161 223.161 477.287 0,04% 0,05% 46,76% 46,76%

Superficie residenziale potenzialmente % della superficie residenziale potenzialmente esposta ai diversi scenari esposta ai diversi scenari rispetto al totale Superficie INVILUPPO totale tes. res. INVILUPPO H ML H ML HML nei Comuni HML ARS km² km² km² km² km² %%% % 0,04 0,07 68,48 68,48 113,38 0,03% 0,07% 60,39% 60,39%

Superficie produttiva potenzialmente esposta % della superficie produttiva potenzialmente ai diversi scenari esposta ai diversi scenari rispetto al totale

Superficie INVILUPPO totale att. prod. INVILUPPO H ML H ML HML nei Comuni HML ARS km² km² km² km² km² % % % % 0,01 0,02 38,69 38,69 59,12 0,01% 0,03% 65,44% 65,44%

Strutture ospedaliere potenzailmente esposte per i diversi scenariscenario INVILUPPO H ML HML n° n° n° n° 0 0 10 10

Strutture scolastiche potenzialmente esposti ai diversi scenari INVILUPPO H ML HML n° n° n° n° 0 0 178 178

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Patrimonio culturale (Lombardia) N.28 elementi, per eventuali approfondimenti si rinvia al dato originale fornito dalla Regione Lombardia Fonte Database SIRBeC - MIBAC 2011

Patrimonio culturale (Emilia Romagna) N.212 elementi, per eventuali approfondimenti si rinvia al dato originale fornito dalle Regione Emilia Romagna Carta del rischio MIBAC 2006

Aree protette Fonte regione Reticolo Reticolo secondario N. Categoria Scenario Scenario Lombardia Principale collinare e montano 1 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 2 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 3 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 4 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 5 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 6 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 7 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 8 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro X Frequente 9 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 10 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 11 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 12 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 13 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 14 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro 15 Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile PTUA 2006 X Raro

Aree protette N. Denominazione Fonte Anno rilievo Tipo 1 Isola Boscone Regione Emilia Romagna2006 SIC 2 Torrazzuolo Regione Emilia Romagna2013 SIC 3 Cassa di espansione del Fiume Panaro Regione Emilia Romagna2013 SIC

4 Fiume Po da Stellata a Mesola e Cavo Napoleonico Regione Emilia Romagna2013 SIC

N. 121 insediamenti produttivi o impianti tecnologici potenzialemente pericolosi dal punto di vista ambientale

7 Corpi idrici del PdGPo (2010 1) compresi nell’ARS Si riportano di seguito le informazioni sui corpi idrici ricompresi all’interno del perimetro dell’ARS.

1 I dati verranno aggiornati con le analisi condotte nell’ambito della redazione del Progetto di PdGPo II ciclo.

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Criteri per la definizione degli obiettivi di gestione La strategia di gestione del rischio di alluvione per l’area è stata incentrata da un lato sul miglioramento locale delle performance del sistema difensivo, al fine di garantire un omogeneo ed adeguato livello di sicurezza ai territori di pianura protetti dal sistema stesso, e dall’altro sul controllo della capacità di deflusso delle piene nel tratto arginato, sulla definizione del Piano di laminazione delle piene relativo alla cassa d’espansione del Panaro e sul completamento e potenziamento del sistema difensivo della città di Modena costituito dal Diversivo Martiniana e dal torrente Grizzaga a monte di Modena e dal Canale Naviglio a valle, oltre che dalla rete di drenaggio, sia urbano che rurale, ad essi connessa.

9 Obiettivi e misure Di seguito sono riportate le misure specifiche previste per l’ARS necessarie per il conseguimento degli obiettivi di mitigazione del rischio. Oltre a tale misure devono comunque attuarsi, come specificato nella parte IIIA della relazione di piano, tutte le azioni già previste nella pianificazione e programmazione di bacino e riguardanti le macrocategorie previste dalla Direttiva (prevenzione, protezione, preparazione, ritorno alla normalità e analisi).

Obiettivi generali di Obiettivi di ARS Misure (da attuare al 2021) distretto MIGLIORARE LA Migliorare la conoscenza del grado di Sviluppare una campagna di indagini in situ e di laboratorio per la CONOSCENZA DEL stabilità e resistenza delle arginature caratterizzazione dei terreni di fondazione e dei corpi arginali ed RISCHIO effettuare verifiche di stabilità e resistenza in condizioni di piena e, laddove necessario, in condizioni sismiche. Completare la conoscenza topografica Estendere i DTM effettuati con rilievi laser scanner all'intera area delle aree allagabili allagabile per evento estremo (scenario L) secondo i programmi presentati al MATTM e secondo le ulteriori esigenze successivamente emerse (destra Panaro tra Modena e Crevalcore). Migliorare la conoscenza del rischio Sviluppare modelli idraulici bidimensionali descrittivi della residuale e costruire scenari di riferimento dinamica evolutiva degli eventi negli scenari di rischio residuale per i piani di protezione civile e per la conseguenti alla rottura dei rilevati arginali . pianificazione urbanistica

MIGLIORARE LA Garantire una adeguata manutenzione Sviluppare il programma di sorveglianza e manutenzione dei PERFORMANCE DEI ordinaria e straordinaria degli alvei e dei rilevati arginali e delle opere complementari (chiaviche, manufatti SISTEMI DIFENSIVI sistemi difensivi sollevamento, ecc.) organizzato per criticità. ESISTENTI Predisporre, comunicare ed attuare il programma di gestione della vegetazione ripariale dell’alveo finalizzata a garantire una adeguata capacità di deflusso del tratto arginato. Garantire la più efficace riduzione dei Definire il piano di laminazione della cassa di espansione colmi di piena a valle della cassa nell’ambito di un apposito tavolo tecnico istituito a livello regionale d’espansione (con definizione, in particolare, del massimo grado di laminazione delle onde di piena di tempo di ritorno di 200 anni) Adeguare strutturalmente e Predisporre la progettazione di fattibilità ed individuare le fonti di funzionalmente il sistema arginale finanziamento degli interventi di adeguamento in quota e in difensivo sagoma delle arginature a valle della cassa fino al fiume Po per evitare il sormonto rispetto alla piena di TR 200 anni definita nel Piano di laminazione, e garantire la stabilità e resistenza dei rilevati arginali. Migliorare la protezione idraulica della Realizzare gli interventi già programmati e finanziati riguardanti il città di Modena rispetto al reticolo completamento e potenziamento del sistema difensivo della città secondario di Modena costituito, a Sud, dal Diversivo Martignana e dal torrente Grizzaga, a Nord dal Canale Naviglio e dalla rete di drenaggio sia urbano che rurale ad esso connessa ASSICURARE Aumentare la capacità di deflusso Predisporre la progettazione di fattibilità ed individuare le fonti di MAGGIORE SPAZIO dell’alveo di piena nel tratto arginato finanziamento degli interventi di rimodellamento dei piani golenali AI FIUMI nei tratti maggiormente pensili rispetto al piano di campagna, per garantire un adeguato franco rispetto alla piena di TR 200 anni definita nel Piano di laminazione.

DIFESA DELLE Salvaguardare il territorio urbanizzato Applicare criteri di invarianza idraulica alle modificazioni territoriali CITTA’ E DELLE rispetto agli eventi di pioggia intensi ed urbanistiche nei territori di pianura da Modena alla confluenza AREE in Po. METROPOLITANE

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Obiettivi e misure di preparazione e ritorno alla normalità (art.7, comma 3, lettera b del D.lgs 49/2010)

Obiettivi generali di Obiettivi di ARS Misure (da attuare al 2021) distretto Ridurre l’esposizione al Previsione delle inondazioni e allarmi – Implementazione di prodotti previsionali utilizzati nel Centro Rischio messa in opera o miglioramento di un Funzionale/Agenzia Protezione Civile (monitoraggio, sistema di previsione o di allerta modellistici, etc..); aggiornamento delle tecnologie utilizzate. Analisi e aggiornamento dei documenti, procedure e delle tecnologie del sistema di allertamento regionale finalizzata alla revisione dello stesso, tenendo conto anche del percorso di omogeneizzazione promosso dal DPCN sul territorio nazionale Verifica e miglioramento delle procedure di diramazione delle allerte a livello regionale anche attraverso la creazione di uno spazio web dedicato e l’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione. Analisi e potenziamento delle reti di monitoraggio per la gestione in emergenza del rischio idraulico lungo il tratto del fiume Panaro dalla cassa di espansione alla confluenza del Po. Acquisizione e utilizzo nella gestione delle emergenze dei risultati delle attività previste relative all’elaborazione di scenari di rischio residuale collegati alla presenza di arginature contigue lungo i tratti di pianura dei corsi d’acqua principali. Pianificazione della risposta alle Verifica dello stato di attuazione della pianificazione di emergenze – misure per stabilire o emergenza ai vari livelli istituzionali. migliorare un piano istituzionale di risposta in caso di inondazione. Supporto agli enti territoriali ai vari livelli per l’adeguamento dei Piani di Emergenza in relazione al rischio idraulico, anche mediante l’elencazione degli elementi fondamentali dei piani di emergenza dei diversi livelli territoriali, tra i quali l’utilizzo delle mappe di pericolosità della Direttiva 2007/60/CE nella definizione degli scenari e dei risultati delle attività previste relative all’elaborazione di scenari di rischio residuale collegati alla presenza di arginature contigue lungo i tratti di pianura dei corsi d’acqua principali, con priorità di analisi per i comuni rivieraschi del fiume Panaro che risultino ancora privi di PEC. Verifica della presenza o aggiornamento della pianificazione di emergenza a valle della cassa di espansione anche in relazione alla normativa vigente e alla Direttiva del Dipartimento di Protezione Civile sugli indirizzi operativi al fine di aggiornare i documenti di protezione civile per la finalità di gestione del rischio idraulico a valle delle dighe. Raccordo con la Pianificazione di emergenza degli Enti gestori di infrastrutture lineari e di servizi mediante protocolli di intesa o predisposizione di specifici piani di emergenza. Informazione preventiva e preparazione Implementazione/aggiornamento delle pagine WEB degli Enti del pubblico agli eventi di inondazione Istituzionali; creazione di uno spazio web dedicato, nell’ambito della revisione del sistema di allertamento, finalizzato ad una migliore e puntuale diffusione delle informazioni utili alla previsione e gestione di eventi. Supporto alla promozione di una “cultura del rischio” anche attraverso un uso ottimale dello spazio web previsto che permetta il pieno coinvolgimento degli enti locali (Sindaci ed altre Autorità di protezione civile) e che sia anche da supporto alla formazione dei cittadini stessi sui temi della prevenzione del rischio meteo-idrogeologico-idraulico e della gestione delle emergenze. Sensibilizzare i comuni, in particolare quelli maggiormente

11 interessati dagli scenari di pericolosità di alluvioni delle mappe, al fine di calendarizzare incontri informativi con la popolazione e attività esercitative di verifica dei Piani di Protezione Civile. Brochure informative sui fenomeni e aree critiche. Brochure informative per l’autoprotezione. Altre forme di preparazione per ridurre le Supporto ai Comuni per l’inserimento di pannelli esplicativi e conseguenze negative delle inondazioni segnaletica sul territorio. Formazione degli operatori del sistema di protezione civile. Verifica della Pianificazione di Emergenza mediante attività esercitative. Analisi e potenziamento del Sistema di Protezione Civile (strutture di protezione civile, attrezzature specialistiche per il rischio idraulico, Volontariato) Migliorare la performance Ritorno alla normalità individuale e Disposizione di finanziamenti per interventi indifferibili ed dei sistemi difensivi sociale. Ripristino della funzionalità degli urgenti al verificarsi o nell’imminenza di situazioni di pericolo. esistenti edifici e delle infrastrutture, ecc. Azioni di L.R. 1/2005 art. 10 supporto alla salute fisica e mentale. Richiesta dello Stato di Emergenza Nazionale in caso di Aiuti finanziari e sovvenzioni. calamità naturali o connesse con l'attività dell'uomo che in Rilocalizzazione temporanea o ragione della loro intensità ed estensione debbono, con permanente. immediatezza d'intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo. Legge n. 225/1992 e ss.mm Piani degli Interventi urgenti di cui alle OPCM di Protezione Civile in seguito a dichiarazione dello stato di emergenza. Legge n. 100/2012 art. 1

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Dati associati alle misure richiesti per la compilazione del Flood reporting A ciascuna delle misure individuate saranno associati, nel corso del processo di partecipazione del 2015, i dati richiesti dal Reporting Sheet (Guidance document n. 29) riportati nella seguente tabella.

Measure Measure Measure Measure Measure Geografic WFD Pri oritisation(8) Progress of Responsible Code (1) type (2) name (3) Aspect Location (5) Coverage Measure Implementation (9) Authority (10) (4) (6) Code (7) … … … … … … … … … …

(1) Codice univoco della misura (<250 caratteri) (2) Tipologia misura - indicate dal Flood reporting (V.05, giugno 2013): M11, M21, M23, ecc. (3) Breve nome descrittivo della misura (<250 caratteri) (4) Misura singola (S) o aggregata (A) (5) Descrizione dell’ambito in cui la misura o il gruppo di misure sono realizzate (<5000 caratteri) (6) Descrizione dell’ambito in cui la misura o il gruppo di misure hanno effetto (7) Codice misura prevista nel PoM del PdgPo II ciclo (8) Livelli di priorità: bassa, media, critica, alta, molto alta (9) Non avviata, avviata la procedura amministrativa, in corso di realizzazione, completata (10) Autorità responsabile dell’attuazione

13 B A G N O L O S A N V I T O S U S T I N E N T E O S T I G L I A M E L A R AB E R G A N T I N O S E R R A V A L L E A P O R E V E R E G I A C C I A N O C O N B A R U C H E L L A B O R G O F R A N C O S U L P O C A S T ECLAGNUDGAL I E L M O Q U I N G E N T O L E C A R B O N A R A D I P O T R E C E N T A P I E V E D I C O R I A N O C A S T E L N O V O B A R I A N O S A N B E N E D E T T O P O B A G N O L O D I P O C A S T E L M A S S A C E N E S E L L I

M A G N A C A V A L L O Q U I S T E L L O V I L L A P O M A S E R M I D E

S C H I V E N O G L I A C A L T O

F E L O N I C A S A L A R A P O G G I O R U S C O S A N G I A C O M O D E L L E S E G N A T E S A N G I O V A N N I D E L D O S S O S T I E N T A F I C A R O L O M O G L I A G A I B A

F E R R A R A

C O N C O R D I A S U L L A S E C C H I A

B O N D E N O S A N P O S S I D O N I O M I R A N D O L A

N O V I D I M O D E N A

M E D O L L A V I G A R A N O M A I N A R D A S A N F E L I C E S U L P A N A R O F I N A L E E M I L I A C A V E Z Z O M I R A B E L L O

S A N T ' A G O S T I N O C A R P I C A M P O S A N T O S A N P R O S P E R O

P O G G I O R E N A T I C O

G A L L I E R A B O M P O R T O S O L I E R A

C E N T O B A S T I G L I A R A V A R I N OC R E V A L C O R E P I E V E D I C E N T O S A N P I E T R O I N C A S A L E

C A S T E L L O D ' A R G I L E

N O N A N T O L A M A L A L B E R G O

S A N T ' A G A T A B O L O G N E S E S A N G I O R G I O D I P I A N O M O D E N A S A N G I O V A N N I I N P E R S I C E T O B E N T I V O G L I O S A L A B O L O G N E S E M I N E R B I O

C A S T E L F R A N C O E M I L I A A R G E L A T O

C A S T E L M A G G I O R E Legenda B U D R I O S A N C E S A R I O S U L P A N A R O Limite dell'area a rischio significativo G R A N A R O L O D E L L ' E M I L I A Insediamenti industriali, artigianali, commericiali, C A S T E L N U O V O R A N G O N E A N Z O L A D E L L ' E M I L I AC A L D E R A Rdi Ase rvDiziI e aRgrEicoNli. OImpianti tecnologici e C A S T E L V E T R O D I M O D E N A inceneritori S P I L A M B E R T O Tessuto residenziale

C A S T E N A S O C R E S P E L L A N O ReBti fOerrLovOiarGie Ne sAtradali primarie e spazi accessori B A Z Z A N O M O N T E S A N P I E T R O Discariche M O N T E V E G L I O 0 0,75 1,5 3 4,5 6 7,5 9 Z O L A P R E D O S A S A N L A Z Z A R O D I S A V E N A V I G N O L AS AKMV I G N A N O S U L P A N A R O C A S A L E C C H I O D I R E N O

DIRETTIVA 2007/60/CE VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI DI ALLUVIONE MAPPE DEGLI ELEMENTI ESPOSTI PANARO B A G N O L O S A N V I T O S U S T I N E N T E O S T I G L I A M E L A R AB E R G A N T I N O S E R R A V A L L E A P O R E V E R E G I A C C I A N O C O N B A R U C H E L L A B O R G O F R A N C O S U L P O C A S T ECLAGNUDGAL I E L M O Q U I N G E N T O L E C A R B O N A R A D I P O T R E C E N T A P I E V E D I C O R I A N O C A S T E L N O V O B A R I A N O S A N B E N E D E T T O P O B A G N O L O D I P O C A S T E L M A S S A C E N E S E L L I

M A G N A C A V A L L O Q U I S T E L L O V I L L A P O M A S E R M I D E

S C H I V E N O G L I A C A L T O

F E L O N I C A S A L A R A P O G G I O R U S C O S A N G I A C O M O D E L L E S E G N A T E S A N G I O V A N N I D E L D O S S O S T I E N T A F I C A R O L O M O G L I A G A I B A

F E R R A R A

C O N C O R D I A S U L L A S E C C H I A

B O N D E N O S A N P O S S I D O N I O M I R A N D O L A

N O V I D I M O D E N A

M E D O L L A V I G A R A N O M A I N A R D A S A N F E L I C E S U L P A N A R O F I N A L E E M I L I A C A V E Z Z O M I R A B E L L O

S A N T ' A G O S T I N O C A R P I C A M P O S A N T O S A N P R O S P E R O

P O G G I O R E N A T I C O

G A L L I E R A B O M P O R T O S O L I E R A

C E N T O B A S T I G L I A R A V A R I N OC R E V A L C O R E Legenda P I E V E D I C E N T O Limite dell'area a rischio significativo S A N P I E T R O I N C A S A L E Impianti individuati nell'allegato I del D.L. 59/2005 C A S T E L L O D ' A R G I NL° Eelementi /

N O N A N T O L A 1 - 2 M A L A L B E R G O 3 - 4 S A N T ' A G A T A B O L O G N E S E 5 - 7 S A N G I O R G I O D I P I A N O 8 - 11 M O D E N A S A N G I O V A N N I I N P E R S I C E T O B E N T I V O G L I O S A L A B O L O G N E S E Impianti RIR M I N E R B I O Aree per l'estrazione di acqua ad uso idropotabile N° elementi / Comune 1 C A S T E L F R A N C O E M I L I A A R G E L A T O 2 C A S T E L M A3 -G 4 G I O R E

Depuratori B U D R I O S A N C E S A R I O S U L P A N A R O N° elementi / Comune G R A N A R O L O D E L L ' E M I L I A 1 C A S T E L N U O V O R A N G O N E A N Z O L A D E L L ' E M I L I AC A L D E R A R A D I R E N O C A S T E L V E T R O D I M O D E N A 2 S P I L A M B E R T O 3

4 C R E S P E L L A N O B O L O G N A C A S T E N A S O B A Z Z A N O Aree ZPS M O N T E S A N P I E T R O M O N T E V E G L I O Aree SIC - ZSC 0 0,75 1,5 3 4,5 6 7,5 9 Z O L A P R E D O S A S A N L A Z Z A R O D I S A V E N A V I G N O L AS AKMV I G N A N O S U L P A N A R O C A S A L E C C H I O D I R E N O

DIRETTIVA 2007/60/CE VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI DI ALLUVIONE MAPPE DEGLI ELEMENTI ESPOSTI PANARO R O N C O F E R R A R O C A S T A G N A R O B A D I A P O L E S I N E B A G N O L O S A N V I T O G I A C C I A N O C O N B A R U C H E L L A S U S T I N E N T E O S T I G L I A M E L A R AB E R G A N T I N O S E R R A V A L L E A P O R E V E R E B O R G O F R A N C O S U L P O 1 1 C A N D A Q U I N G E N T O L E S A N B E N E D E T T O P O 6 6 C A R B O N A R A D I P O P I E V E D I C O R I A 2N O T R E C E N T A 2 1 C A S T E L N O V O B A R I A N O C A S T E L M A S S A C E N E S E L L I 2 2 2 S E R M I D E Q U I S T E L L O 3 V I L L A P O M AM A G N A C A V A L L O

S C H I V E N O G L I A C A L T O 7 B A G N O L O D I P O F E L O N I C A S A L A R A P O G G I O R U S C O 1 1 P E G O G N A G A 1 4 S A N G I O V A N N I D E L D O S S O F I C A R O L O S A N G I A C O M O D E L L E S E G N A T E G A I B A 1

F E R R A R A M O G L I A

4 35 13 C O N C O R D I A S U L L A S E C C H I A 15 B O N D E N O

S A N P O S S I D O N I OM I R A N D O L A

8 11 12 17 M E D O L L A V I G A R A N O M A I N A R D A 1 F I N A L E E M I L I A N O V I D I M O D E N A C A V E Z Z O S A N F E L I C E S U L P A N A R O M I R A B E L L O 1 3 1

2 3 6 4 S A N T ' A G O S T I N O C A R P I 6 C A M P O S A N T O 44 S A N P R O S P E R O 11 P O G G I O R E N A T I C O

28 3 10 2 3 G A L L I E R A B O M P O R T O 3 S O L I E R A C E N T O B A S T I G L I A 6 1 R A V A R I N OC R E V A L C O R E P I E V E D I C E N T O

S A N P I E T R O I N C A S A L E

1 C A S T E L L O D ' A R G I L E 8 3 6 N O N A N T O L A 10

11 6 S A N T ' A G A T A B O L O G N E S E LSeAgNen dGaI O R G I O D I P I A N O 3 M O D E N A 5 S A N G I O V A N N I I N P E R S I C E T O Limite dell'areBaE aN risTchIioV sOigGnifLicaItiOvo M A L A L B E R G O S A L A B O L O G N ESStrEutture sanitarie M I N E R B I O N° elementi / Comune 1 - 3

4 - 6 B U D R I O C A S T E L F R A N C O E M I L I A A R G E L A T O 7 - 17

C A S T18E -L 4 4M A G G I O R E

C A S T E L N U O V O R A N G O N E Scuole S A N C E S A R I O S U L P A N A R O N° elemGeRntiA / CNoAmuRneO L O D E L L ' E M I L I A

F O R M I G I N E A N Z O L A D E L L ' E M I L I AC A L D E R A R A D I 1 R- 3E N O 4 - 6 S P I L A M B E R T O 7 - 17 M A R A N E L L O B O L O G N A S A V I G N A N O S U L P A N A R O C R E S P E L L A N O 18 - 28 0 0,75 1,5 3 4,5 6 7,5 9 M O N T E S A N P I E T R O KM C A S T E N A S O C A S T E L V E T R O D I M O D E N A B A Z Z A N O Z O L A P R E D O S A V I G N O L A M O N T E V E G L I O

DIRETTIVA 2007/60/CE VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI DI ALLUVIONE MAPPE DEGLI ELEMENTI ESPOSTI PANARO R O N C O F E R R A R O C A S T A G N A R O B A D I A P O L E S I N E B A G N O L O S A N V I T O G I A C C I A N O C O N B A R U C H E L L A S U S T I N E N T E O S T I G L I A M E L A R AB E R G A N T I N O S E R R A V A L L E A P O R E V E R E B O R G O F R A N C O S U L P O C A N D A Q U I N G E N T O L E 6 11 C A R B O N A R A D I P O S A N B E N E D E T T O P O 2 T R E C E N T A P I E V E D I C O R I A N O C A S T E L N O V O B A R I A N O C A S T E L M A S S A C E N E S E L L I 1 M A G N A C A V A L L O 2 S E R M I D E Q U I S T E L L O V I L L A P O M A S C H I V E N O G L I A C A L T O 3 B A G N O L O D I P O F E L O N I C A S A L A R A P O G G I O R U S C O P E G O G N A G A 1 2 S A N G I O V A N N I D E L D O S S O F I C A R O L O S A N G I A C O M O D E L L E S E G N A T E G A I B A

1 M O G L I A F E R R A R A

29 12 C O N C O R D I A S U L L A S E C C H I A

B O N D E N O S A N P O S S I D O N I OM I R A N D O L A

23 21 M E D O L L A 2 V I G A R A N O M A I N A R D A N O V I D I M O D E N A S A N F E L I C E S U L P A N A R O F I N A L E E M I L I A C A V E Z Z O M I R A B E L L O

1 4

S A N T ' A G O S T I N O C A R P I 5 38 C A M P O S A N T O S A N P R O S P E R O P O G G I O R E N A T I C O

22 4 6 G A L L I E R A B O M P O R T O

S O L I E R A C E N T O B A S T I G L I A 3 R A V A R I N OC R E V A L C O R E P I E V E D I C E N T O S A N P I E T R O I N C A S A L E 1

24 C A S T E L L O D ' A R G I L E 7 N O N A N T O L A

2 S A N T ' A G A T A B O L O G N E S E S A N G I O R G I O D I P I A N O

M O D E N A 4 S A N G I O V A N N I I N P E R S I C E T O B E N T I V O G L I O M A L A L B E R G O S A L A B O L O G N E S E M I N E R B I O

B U D R I O 4C A S T E L F R A N C O E M I L I A A R G E L A T O

LCeAgeSnTdaE L M A G G I O R E

Limite dell'area a rischio significativo C A S T E L N U O V O R A N G O N E S A N C E S A R I O S U L P A N A R O BGenRi cAuNltuAraRli O L O D E L L ' E M I L I A N° elementi / Comune F O R M I G I N E A N Z O L A D E L L ' E M I L I AC A L D E R A R A D I R E N O 1 - 5 S P I L A M B E R T O 6 - 12 M A R A N E L L O S A V I G N A N O S U L P A N A R O 13B - O29L O G N A C R E S P E L L A N O 0 0,75 1,5 3 4,5 6 7,5 9 30 - 38 M O N T E S A N P I E T R O C A S T E N A S O C A S T E L V E T R O D I M OKMD E N A B A Z Z A N O Z O L A P R E D O S A V I G N O L A M O N T E V E G L I O

DIRETTIVA 2007/60/CE VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI DI ALLUVIONE MAPPE DEGLI ELEMENTI ESPOSTI PANARO