Monumenti e documenti Restauri e restauratori del secondo Novecento

Atti del Seminario Nazionale a cura di Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero Monumenti e documenti Restauri e restauratori del secondo Novecento

Atti del Seminario Nazionale ( 2009-10) a cura di Giuseppe Fiengo, Luigi Guerriero

Direzione scientifica: G. Fiengo, L. Guerriero Comitato organizzatore: M. Bicco, C. Caputo, L. D'Orta, A. Manco, F. Miraglia, D. Pagano, L. Rondinella Coordinamento redazionale: A. Manco

# Arte Tipografica s.a.s. Napoli, Giugno 2011

Progetto grafico Dipartimento di Restauro e Costruzione dell'Architettura e dell'Ambiente II UniversitaÁ di Napoli

Videoimpaginazione Vincenzo Piccini

Stampa Arte Tipografica, Napoli

In copertina: Napoli, basilica di S. Chiara, sezione longitudinale dopo l'incendio del 1943 (ASBA-NA, Archivio Disegni, A2). Francesco Miraglia La ``liberazione'' della chiesa di S. Benedetto a

Il contributo analizza gli interventi condotti nel 1968 da Mar- struttura barocca» e che non era stato mai preso in considera- gherita Asso, allora funzionario della Soprintendenza ai Monu- zione fino ad allora un eventuale intervento, perche ritenuta di menti della , nella chiesa di S. Benedetto a Teano, proprietaÁ privata. Aggiunse, altresõÁ, che era stata «purtroppo centro di origine romana in Terra di Lavoro, lumeggiando i trasformata con la chiusura di due campate delle navi laterali e tratti significativi di una vicenda mai indagata. con la costruzione di pesanti volte su tutte le tre navate, con la conseguenza che a causa della spinta delle volte stesse le Il contesto operativo strutture (...) sul lato sinistro, che non trovano alcun appoggio o contrasto sono fortemente dissestate; in particolare il muro Il problema della conservazione della chiesa di S. Bene- esterno della navata sinistra presenta uno strapiombo molto detto a Teano (Fig. 1) fu sollevato, agli albori degli anni cin- sensibile». Infine, riferõÁ di aver «richiesto da tempo (...) infor- quanta del secolo scorso, da un'accorata missiva, indirizzata al mazioni in proposito a S.E. il Vescovo di Teano a mezzo del ministro pro-tempore della Pubblica Istruzione, della signora Rettore del locale Seminario, ma fino ad oggi non si eÁ avuto Angelina Parente in Martellini, sorella di un ispettore dei mo- alcuna notizia in proposito». numenti per la provincia di , l'avvocato Pasquale Pa- Il 28 febbraio 1953, il ministro, preso atto della relazione del rente. soprintendente, lo pregoÁ di sollecitare il presule, perche for- La scrivente, nella comunicazione, datata 24 giugno 1952, nisse chiarimenti in ordine al regime proprietario della chiesa. segnaloÁ che l'edificio sacro, annesso all'abitazione del marito, Ma, dai documenti d'archivio, null'altro emerge in proposito. dunque appartenente alla famiglia Martellini, manifestava uno Dopo circa tre lustri, il destino della piccola struttura in stato di degrado, dovuto all'abbandono nel quale da tempo questione fu nuovamente oggetto dell'attenzione della soprin- versava, che interessava in particolar modo il tetto e la volta tendenza campana, grazie all'avvocato Francesco Monti, al della navata centrale, lesionata in chiave (Fig. 2). Inoltre, ri- tempo presidente dell'ente provinciale per il turismo, che, il cordoÁ che il marito in passato aveva venduto un fondo per 3 agosto 1967, invioÁ all'ufficio di tutela una richiesta, caldeg- «trarre dall'oblio e dall'abbandono tale Chiesa» 1. Nel rilevare giata dal rag. Giovanni Broccoli di Teano, possessore di im- che, a suo parere, le opere necessarie per riparare i danni mobili attigui all'edificio sacro 3 (Figg. 3-4), per l'inserimento ammontavano a 200.000 lire, chiese, non potendo sostenere negli ``Intervalli'' RAI di un'immagine dell'interno di essa. la spesa, l'intervento del ministro «per la conservazione di tale Nella sua risposta, del 19 ottobre 1967, il soprintendente A. monumento in Teano». Dillon, nel presumere, forse avventatamente, che la chiesa Prontamente, il ministro, in una missiva del 22 luglio dello rappresentasse «un importante quanto raro monumento di stesso anno, invitoÁ il soprintendente Rusconi 2 a «fornire, con il epoca longobarda in Terra di Lavoro», perche probabilmente proprio parere, opportune notizie con cortese sollecitudine» in fondata verso la metaÁ dell'VIII secolo dai Benedettini, sostenne ordine all'eventuale necessitaÁ di un restauro. l'impossibilitaÁ di inserirne vedute negli intervalli televisivi se La risposta di quest'ultimo pervenne nel dicembre 1952. prima non si fosse «provveduto ad un restauro che la Ascrivendola ad una «fondazione molto remota», egli dichiaroÁ della banale decorazione ottocentesca e che ripristini le ele- che la chiesa si presentava, tuttavia, «sotto una goffa sovra- ganti forme dell'architettura altomedioevale».

439 Fig. 1. Teano, chiesa di S. Benedetto, fronte, 1968 (ASBA-CE, B. 254). Fig. 2. Teano, chiesa di S. Benedetto, interno, particolare della volta tardo- barocca della navata centrale con decorazioni del secondo Ottocento, 1968. Si noti la lesione in chiave, oggetto delle preoccupazioni della restauratrice (ASBA-CE, B. 254).

Questo giudizio, in linea con quello espresso dal predeces- articolo 11, rappresentoÁ la motivazione del restauro della strut- sore Rusconi, di inconcepibile inattualitaÁ a tre anni dalla reda- tura, celermente inserito nel programma di attivitaÁ del 1968, zione della Carta di Venezia, che, invece, consentiva una si- senza, peraltro, l'esecuzione di indagini preliminari e, soprat- mile operazione solo nei casi eccezionali contemplati dal suo tutto, di un progetto. Quest'ultimo, in forma di perizia, appron-

440 Fig. 3. Teano, chiesa di S. Benedetto, veduta del fianco sud, 1968. A ridosso Fig. 4. Teano, stralcio della mappa catastale d'impianto, rilevata tra il 1878 ed del fianco nord dell'abside e al di sopra del presbiterio si scorgono volumi il 1879 ed aggiornata nel 1908. La chiesa di S. Benedetto, raffigurata erro- solo in parte riferibili, forse, all'antica abbazia (ASBA-CE, B. 254). neamente con pianta trapezoidale, eÁ indicata con la lettera E; a ridosso della stessa, in direzione nord-est, si staglia il fabbricato appartenente alla famiglia Broccoli, indicato con la particella 32. Sul versante opposto, eÁ il grande giardino, tuttora esistente, indicato con la particella 45 (Agenzia del Territo- rio di Caserta, Teano, Mappa Urbana).

tata il 30 marzo, contemploÁ, per il detto anno finanziario, «rifa- La Asso cercoÁ di datare la chiesa, che, per le sue caratte- cimento del tetto rovinato e consolidamento delle strutture por- rizzazioni architettoniche, consideroÁ dapprima risalente alla tanti; liberazione delle volte dalla banale decorazione che risale seconda metaÁ dell'XI secolo, «dopo che l'abate Desiderio al 1877, come testimonia una scritta sull'arco trionfale» 4, preve- ebbe ricostruito l'abbazia di Montecassino». A suffragare que- dendo, per il primo lotto, un importo di quattro milioni di lire. sta iniziale ipotesi erano, secondo la sua lettura, «la pianta Progettista e direttore dei lavori fu Margherita Asso, impe- basilicale a tre navate divise da colonne tratte da antichi tem- gnata nel medesimo lasso di tempo in numerose intraprese di pli; le tre absidi; gli archi a tutto sesto delle navate in cui si restauro di monumenti di Terra di Lavoro 5. ritrova, anche sotto la pesante e banale decorazione ottocen- La relazione al progetto di restauro chiarisce la posizione tesca, il ritmo e le proporzioni delle arcate di S. Angelo in della restauratrice circa la necessitaÁ di leggere a fondo le stra- Formis, di S. Pietro ad Montes, di S. Benedetto di , di tificazioni della chiesa, probabilmente risalente, come giaÁ ac- S. Maria in Foro Claudio». cennato, all'epoca longobarda, ma al tempo caratterizzata in Invece, quello che definõÁ «un esame un po' piuÁ attento del maniera preponderante da una configurazione sette-ottocen- monumento», unito ad «una ricerca, per il momento somma- tesca (Figg. 5-7). Per di piuÁ vi era da riscontrare l'eventuale ria, di notizie storiche», le fece cambiare idea, facendola pro- sussistenza in loco di strutture appartenenti al monastero be- pendere per una datazione anteriore, riferibile alla metaÁ del- nedettino. l'VIII secolo: «si ha notizia, infatti, che Zotone, duca di Bene-

441 Fig. 5. Teano, chiesa di S. Benedetto, interno, scorcio della navata centrale, Fig. 6. Teano, chiesa di S. Benedetto, interno, navata centrale, particolare di 1968 (ASBA-CE, B. 254). un capitello di spoglio e degli stucchi delle arcate, 1968 (ASBA-CE, B. 254).

vento, nel 740 assale e distrugge l'abbazia di Montecassino. I La relazione suddetta, altresõÁ, fa comprendere che la Asso monaci riparano a Teano, dove fondano un'abbazia. Per ora nutriva serie preoccupazioni per le condizioni statiche dell'e- non abbiamo nessun elemento per affermare che si tratti pro- dificio, nel quale riteneva fossero presenti evidenti cinemati- prio di questo complesso; tuttavia, adiacente alla nostra chiesa, smi che interessavano diversi muri. Infatti, a tal proposito, sul fianco destro, sorge un edificio che oggi presenta solo affermoÁ: «i muri longitudinali della navata centrale, fuori tracce di strutture del XVIII sec.; esso peroÁ si inserisce in parte piombo, si sono distaccati dalla struttura della volta. CioÁ eÁ nella struttura della chiesa, e ad essa eÁ cosõÁ legato sia per la particolarmente visibile in corrispondenza dell'attacco delle disposizione planimetrica, sia per l'organismo strutturale, che unghie delle lunette con i muri longitudinali. La rotazione in ci fa pensare che potrebbe trattarsi dell'antica abbazia, sia pure fuori di questi ultimi eÁ limitata alla parte superiore». notevolmente trasformata». E ancora, riferendosi alle condizioni delle capriate, osservoÁ: Purtroppo, dai documenti d'archivio non risulta che sia «evidentemente negli ultimi decenni (o addirittura nell'ultimo stato approfondito questo filone di ricerca, che avrebbe potuto secolo) sono stati eseguiti rifacimenti della struttura del tetto da offrire significative informazioni circa la complessa articola- persone incompetenti che ± mantenendo inalterato l'appoggio zione degli edifici. Dall'analisi delle strutture, peroÁ, si puoÁ delle falde sulla trave di colmo ± hanno rialzato l'altro appog- comprendere come la chiesa fosse piuÁ lunga di almeno una gio in modo che la piccola orditura non si appoggia sulla campata; le absidi odierne, pertanto, non sono quelle antiche e capriata, ma eÁ indipendente da essa scaricando il peso del la prima campata eÁ piuÁ ampia delle altre. manto di copertura direttamente sui muri longitudinali. ChiarõÁ

442 Fig. 7. Teano, chiesa di S. Benedetto, interno, navata centrale, particolare di Fig. 8. Teano, chiesa di S. Benedetto, interno, particolare della parete sinistra una lunetta della volta, 1968 (ASBA-CE, B. 254). della navata centrale, al di sopra della volta settecentesca, 1968. Si scorge l'arcata di una monofora medievale ed il circostante apparecchio murario, che si direbbe ad opera listata (ASBA-CE, B. 254).

quindi che, «individuata la causa del dissesto, l'intervento eÁ Insomma, si profilava un piano di demolizione, ad esclu- semplicissimo: si tratta di smontare il tetto e di riscostruirlo, sivo danno delle stratificazioni moderne della chiesa, in linea sostituendo anche gli elementi delle capriate ormai parzial- con quanto spesso avveniva in quegli anni, soprattutto ad mente marciti e deteriorati dalle infiltrazioni d'acqua», non opera delle soprintendenze. Dal punto di vista della filosofia mancando di ribadire che «in questa occasione verraÁ esami- dell'intervento, dunque, la funzionaria aveva deciso di seguire, nata anche l'opportunitaÁ di demolire la volta, certamente non senza apparente esitazione, la posizione di Dillon e, in defini- originale, e che non pare presenti interesse: la data del 1876 tiva, di Rusconi. scritta sull'arco trionfale ne testimonia la probabile origine».EÁ Per converso, quasi a considerare troppo ardita la volontaÁ realistico ritenere, invece, che la data citata si riferisse alla sola di abbattere la volta, subito dopo affermoÁ la necessitaÁ, prima di decorazione pittorica e non giaÁ alla volta nel suo complesso, procedere, di effettuare «saggi nell'intradosso, per accertare ascrivibile piuttosto ad un'intrapresa costruttiva tardobarocca. che non ci troviamo invece di fronte ad un organismo da CioÁ nonostante, la Asso riteneva che la sua demolizione fosse conservare» (Figg. 9-13). Tuttavia, avendone verificato la pre- necessaria, perche le avrebbe consentito «di riaprire le fine- sunta origine ottocentesca, fece demolire il tetto e la volta strelle ad arco della chiesa medioevale, chiudendo quelle sottostante. brutte, sgraziate del secolo scorso e di rimettere in vista le La relazione si concludeva precisando che il primo lotto dei capriate, secondo lo schema tradizionale delle chiese medio- lavori avrebbe previsto anche la spicconatura dell'intonaco e evali della Campania» 6 (Fig. 8). degli stucchi ottocenteschi, riferendo che «la struttura originale

443 Fig. 9. Teano, chiesa di S. Benedetto, sezione longitudinale dopo la demo- Fig. 11. Teano, chiesa di S. Benedetto, pianta a quota 1,50 m (ril. M. Asso), lizione della volta tardobarocca della navata centrale ed il completamento 1968 (ASBA-CE, B. 254). delle strutture medievali annesse, 1968 (ril. M. Asso) (ASBA-CE, B. 254). Fig. 12. Teano, chiesa di S. Benedetto, pianta della zona presbiteriale a quota Fig. 10. Teano, chiesa di S. Benedetto, pianta della zona presbiteriale a quota 11,00 m (ril. M. Asso), 1968, part. (ASBA-CE, B. 254). 7,00 m (ril. M. Asso), 1968, part. (ASBA-CE, B. 254).

della chiesa che appariraÁ ci permetteraÁ di studiare meglio sia il occuparsi del fatto che, una volta spicconato l'intonaco e ri- monumento, che verraÁ anche rilevato graficamente, sia un mossi gli stucchi ottocenteschi, si sarebbe distrutto l'interno di eventuale successivo intervento di restauro». CioÁ senza pre- matrice sette-ottocentesca. Da queste informazioni si com-

444 Fig. 13. Teano, chiesa di S. Benedetto, sezione trasversale all'altezza del presbiterio (ril. M. Asso), 1968. Nel grafico eÁ riportata a tratteggio la proie- zione delle incavallature lignee della navata centrale (ASBA-CE, B. 254).

prende che, nonostante le premure emerse nella relazione, il primo lotto riguardoÁ, essenzialmente, lavori di demolizione, rimozione e ripristino di tutte le stratificazioni moderne. Il 13 maggio 1968, dopo aver registrato l'approvazione, da parte del ministero, della perizia di spesa, il soprintendente Dillon comunicoÁ alla curia arcivescovile di Teano la volontaÁ di eseguire, entro breve tempo, i lavori di liberazione 7. Dopo alcune settimane, l'impresa Modugno di Capua si aggiudicoÁ l'appalto e, anche se formalmente i lavori iniziarono il 2 set- tembre 1968, la Asso ± ritenendo evidentemente di dover su- bito agire per mettere in sicurezza la chiesa ± si premuroÁ di attivare immediatamente la procedura di consegna dei lavori, con riserva di stipulare successivamente il contratto. I lavori terminarono nel novembre 1968 8.

Gli interventi Analizzando la perizia di spesa, la relazione al progetto di restauro e quella che descrive i lavori effettuati, tutte relative al primo lotto 9,l'unicoeseguito,sipuoÁ ben comprendere come gli interventi di demolizione fossero assolutamente prevalenti e non affatto dipendenti dall'accertamento sullo stato delle strutture, interessando, come accennato, non soltanto il vecchio tetto, Altro intervento consistette nella completa rimozione del ma anche la volta tardobarocca e la liberazione delle piccole pavimento, realizzato con mattonelle esagonali ed ascrivibile monofore medievali laterali e quelle poste in facciata (Fig. 14). al 1928 12, per poter individuare l'originaria quota di calpestio Margherita Asso informoÁ di aver operato, dopo la rimo- della chiesa, posta a circa 25 cm piuÁ in basso e far riemergere zione del tetto, il raddrizzamento meccanico dei muri longitu- le basi delle colonne. La speranza della restauratrice, invero, dinali della navata centrale con l'utilizzo di tiranti in ferro 10 e la era di rinvenire un pavimento piuÁ antico, come era avvenuto sostituzione, dopo averne analizzato lo stato di conservazione, nell'abside centrale, dove aveva ritrovato un piccolo tratto di quelle che definõÁ «antiche capriate» 11 senza peroÁ ipotizzarne superstite di una pavimentazione in elementi di marmo bianco alcuna datazione; infatti, anche se finemente intagliate nel e nero intarsiato. monaco, nei saettoni e nelle mensole di appoggio, non le Grande fu la sua delusione allorquando, rimosso il pavi- consideroÁ in condizioni tali da poter essere conservate, es- mento novecentesco, emerse «un semplice battuto di lapillo, sendo quasi del tutto marcite. per di piuÁ rotto in vari punti da una serie di canaletti eseguiti

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