COMUNE DI PRATELLA Provincia Di Caserta C.F
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COMUNE DI PRATELLA Provincia di Caserta C.F. 82001970613 P.I. 01272940618 Via Roma 81010 0823/941045/941145 Fax.0823/941222 BOZZA PIANO TRIENNALE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2016-2018 1. OGGETTO DEL PIANO 1.Il piano triennale per la prevenzione della corruzione, è redatto ai sensi del comma 59 dell’art. 1 della L. 190/2012 e secondo le linee di indirizzo dettate dal Piano Nazionale Anticorruzione approvato dall’ANAC con delibera 72/2013, nonché dalla determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015, ad oggetto “Aggiornamento 2015 al Piano nazionale Anticorruzione”. Quest’ultimo documento, tenendo conto di una attività di monitoraggio svolta in relazione ad una pluralità di PTPC, ha avuto come suo obiettivo quello di offrire un supporto operativo che consenta alle PP.AA. di apportare eventuali correzioni volte a migliorare l’efficacia delle misure di prevenzione della corruzione. Il PTPC si prefigge i seguenti obiettivi: a) ridurre le opportunità che favoriscono i casi di corruzione; b) aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; c) stabilire interventi organizzativi volti a prevenire i rischi di corruzione. 2.Per raggiungere le predette finalità, il piano: evidenzia e descrive il livello di esposizione degli uffici e delle relative attività al rischio di corruzione e di illegalità, e indica gli interventi organizzativi e/o normativo- regolamentari volti a prevenire il medesimo rischio. 3.Destinatari del piano, ovvero soggetti chiamati a darvi attuazione, che concorrono alla prevenzione della corruzione mediante compiti e funzioni indicati nella legge e nel Piano nazionale Anticorruzione, oltre che nel presente documento, sono: - il Responsabile della prevenzione; - l’Organo di indirizzo politico; - i Responsabili dei Servizi, Referenti del Responsabile della Prevenzione della corruzione, relativamente ai settori di propria competenza; - l’ OIV o organismo corrispondente, se istituito; - l’Ufficio di supporto al responsabile della Prevenzione della Corruzione; - l’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari (UPD); - tutti i dipendenti dell’Amministrazione, ciascuno per quanto di propria competenza; - i collaboratori, a qualsiasi titolo, dell’Amministrazione, tenuti altresì all’osservanza delle prescrizioni contenute nel codice di comportamento. 4. I referenti del Responsabile della prevenzione della corruzione, coincidenti con i responsabili dei Servizi, curano la tempestiva comunicazione delle informazioni nei confronti del Responsabile della Prevenzione della corruzione, secondo quanto stabilito nel piano. 2. IL PROCESSO DI AGGIORNAMENTO DEL PIANO 1. Entro il 20 dicembre di ogni anno ciascun Responsabile di Servizio- Referente del RPC trasmette al Responsabile della prevenzione le proposte aventi ad oggetto l'individuazione delle attività nelle quali è più elevato il rischio di corruzione, suggerendo, altresì, le concrete misure organizzative da adottare dirette a contrastare il rischio rilevato. Qualora tali misure comportino degli oneri economici per l'Ente, le proposte dovranno indicare la stima delle risorse finanziarie occorrenti. In caso di mancata trasmissione di indicazioni da parte dei predetti Referenti, provvederà il responsabile della Prevenzione della corruzione. 2. Entro il 31 dicembre, il Responsabile della Prevenzione, anche, eventualmente, sulla scorta delle indicazioni raccolte ai sensi del precedente comma, aggiorna il Piano di prevenzione della corruzione, predisponendo una bozza aggiornata di quello della precedente annualità. 3. La bozza di piano, conformemente a quanto suggerito dalla determina ANAC 12/2015, che invita ad attivare, nell’aggiornamento dello strumento, la massima divulgazione, viene pubblicata all’Albo pretorio, con invito alla collettività a concorrere nella individuazione di aree di rischio specifiche, garantendo la partecipazione alla elaborazione del Piano ai portatori di interessi esterni ed in particolare alle associazioni impegnate sul territorio nella promozione della legalità, alle associazioni di categoria e imprenditoriali, ai cittadini portatori di interessi collettivi e/o diffusi. 4. Contestualmente alla pubblicazione all’albo pretorio, viene trasmessa apposita comunicazione alla Giunta comunale e a tutti i Consiglieri comunali, invitandoli a prendere visione del predetto documento e richiedendo, anche in considerazione della conoscenza del contesto territoriale, socio- economico e politico, una eventuale collaborazione volta alla individuazione di ulteriori misure specifiche e puntuali. 5. Entro il 31 gennaio di ogni anno (termine ordinatorio) la Giunta approva il Piano. 6. Come da comunicato del 18 febbraio 2015 del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità, una volta approvati, devono essere esclusivamente pubblicati sul sito istituzionale dell’Amministrazione, nella Sezione “Amministrazione Trasparente”, sotto sezione “Altri contenuti- corruzione”. Nessun documento, pertanto, deve essere inviato all’Autorità. 7. Nella medesima sottosezione del sito viene pubblicata, a cura del Responsabile, entro i termini indicati da disposizioni normative o da provvedimenti dell’ANAC, la relazione recante i risultati dell'attività svolta. 8.Per l’anno 2015, il RPC ha provveduto alla pubblicazione della relazione nella predetta sezione di Amministrazione Trasparente. 9. Il Piano potrà essere modificato anche in corso d'anno, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione, qualora mutamenti legislativi o organizzativi, o motivate indicazioni dei referenti, ne suggeriscano l’opportunità. 10. Qualora la Giunta comunale non voglia procedere alla adozione del Piano per come elaborato e trasmesso dal Responsabile della prevenzione della corruzione, provvederà a redigere apposita relazione dando atto delle modificazioni apportate al predetto. 3. ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO ED INTERNO 3. 1. ANALISI DEL CONSESTO ESTERNO L’analisi del contesto esterno, la cui rilevanza è specificamente sottolineata nel provvedimento dell’Autorità Anticorruzione al fine di evitare che le misure adottate siano scollegate dalla realtà di riferimento, può essere svolta, come suggerito dalla medesima Autorità, richiamandosi ai dati contenuti in documenti ufficiali quali ad esempio quelli delle relazioni prodotte sullo stato dell’ordine, della sicurezza pubblica e della criminalità organizzata, presentate al Parlamento dal Ministero dell’Interno. Nell’ultima relazione presentata dal Ministro dell’Interno Alfano, trasmessa alla Presidenza della Camera dei Deputati in data 25 febbraio 2015, si analizza, tra l’altro, la situazione della criminalità organizzata in Provincia di Caserta, caratterizzata dalla presenza di due grandi gruppi criminali operanti, prevalentemente, il primo nel Comune di Casal Di Principe e il secondo nei Comuni di Marcianise, Maddaloni, San Nicola La Strada, San Marco Evangelista, Capodrise e viciniori. La capacità collusiva e di infiltrazione nella P.A. è stata notevole, portando, nel 2013, allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Grazzanise nonché alle proroghe delle gestioni commissariali dei Comuni di Casapesenna, Castel Volturno, Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, le cui Amministrazioni sono risultate inquinate da diffuse connivenze tra camorra, politici, amministratori locali e imprenditoria locale. Nella dislocazione dei clan della Provincia di Caserta, la relazione del Ministero dell’Interno indica quali territori di operatività, i seguenti comuni: Caserta, Aversa, Casal di Principe, Gricignano d’Aversa, Cesa, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, Trentola Dugenta, Teverola, Casaluce, San Marcellino, Lusciano, Parete, Frignano, Villa di Briano, Villa Literno, Mondragone, Castel Volturno, Cancello Arnone, Sessa Aurunca, Carinola, Falciano del Massico, Calvi Risorta, Roccamonfina, Marcianise, Capodrise, San Marco Evangelista, San Nicola La Strada, Macerata Campania, Recale, Casagiove, Casapulla, San Prisco, Curti, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria a Vico, Arienzo, San Felice a Cancello, Pignataro Maggiore, Vitulazio e Teano. Anche nella relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia, presentata dal Ministro dell’Interno Alfano alla Camera dei Deputati in data 13/07/2015, è evidenziata la capacità pervasiva della camorra nel tessuto economico- finanziario e politico di vari Comuni della Provincia di Caserta, determinando lo scioglimento dei rispettivi Consigli comunali per condizionamento mafioso. Dai dati predetti emergono, con evidenza, due specifici elementi: - che l’infiltrazione camorristica nelle PP.AA. in Provincia di Caserta è dotata di notevole forza penetrante; - che alcuni territori, quali quelli del Comune di Pratella e numerosi altri confinanti e viciniori risultano, al momento, completamente estranei a certe logiche, probabilmente per una pluralità di fattori concomitanti che hanno determinato l’attuale contesto: fattori di dislocazione territoriale, fattori politici, fattori di tradizione culturale e di legalità. Naturalmente, l’ottimismo derivante dalla conoscenza del contesto odierno non deve essere elemento tale da indurre ad abbassare i livelli di guardia ma piuttosto deve fungere da incentivo, per ciascuno, nell’ambito delle rispettive funzioni e competenze, ad adoperarsi per garantire che la cultura della legalità sia argine sempre maggiore e più forte contro ogni tipologia di fenomeno corruttivo e di illegalità. 3.2- ANALISI DEL CONTESTO INTERNO Quanto