Cilento Antico Di Enrico Caracciolo
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Cilento antico CILENTO di Enrico Caracciolo Paestum e Velia sono a pochi passi ma questa volta il CAM PANIA Napoli Grand Tour parte e arriva da Prignano, sospesa tra il Monte Stella e Punta Licosa. La strada vola tra antiche Cilento CAMPANIA nobiltà, lumi di filosofia, menti brillanti e mani sapienti, nel segno dei fichi bianchi del Cilento sinceri testimoni di questa terra. lle 5 della mattina i giovani tornano dal- Nel segno della biodiversità «A la discoteca e quando il sole è già alto Il Cilento antico disegna crinali, valloni, spiagge sprofondano su qualche divano; io a quell’ora e scogliere seguendo i profili aspri del Monte comincio a lavorare. Per andare d’accordo con Stella, che si apre uno spazio verso il cielo com- questa terra ci vogliono passione, disponibilità, preso tra la valle dell’Alento e il mare. I borghi intelligenza». È una giornata incredibilmente lim- appaiono consumati dal tempo e riservati, im- pida e la luce dell’ovest mersi in un’atmosfera sembra voglia penetrare isolana. Il grande mare ovunque. E queste sono in cui va a scomparire parole di Natalino Gua- punta Licosa abbraccia riglia, coltivatore di fichi, eternamente uno dei capace di raccontare tratti costieri più belli del con poche parole l’es- Mediterraneo. Le pendi- senza di questo territorio ci rocciose della monta- che sembra proiettarsi gna mostrano uno sche- lontano nel tempo e nello letro obliquo caratteriz- spazio. Il Cilento antico zato dall’inclinazione del è tale non soltanto per DOLCI E PREGIATI Fichi bianchi del Cilento. Nella “Flysch del Cilento”, in una questione anagra- pagina a fianco: Giovanna De Cristoforo con una poche parole i sedimenti fica ma soprattutto per- “ginestra” carica di fichi mondi (sbucciati). provenienti dallo sman- ché regala percezioni di tellamento dei rilievi e un’affascinante e intrinseca lontananza. Natalino è dai sollevamenti tettonici del Quaternario. Il Ci- un uomo antico che guarda verso il futuro e vive lento è “antico” anche perché abitato dall’uomo intensamente il presente. Sotto un albero di fico ti fin da Paleolitico medio (500.000 anni a.C.). Gli racconta con parole semplici l’essenza di questa aspetti naturalistici e ambientali sono sintetizzati terra forte come la roccia, lucente come il cielo, nel Parco Nazionale del Cilento, uno dei più va- grande, aperta e misteriosa come il mare. L’albero sti del paese con oltre 180.000 ettari di esten- di fico è un’icona del Cilento e i suoi frutti, oltre ad sione. In considerazione dell’importante presen- un sapore dolcissimo raccontano il lavoro di intere za dell’uomo il territorio del Parco, dal 1997 fa famiglie che da secoli si dedicano, con l’aiuto del parte del Programma MAB (Man and Biosphere) vento e del sole, alla lavorazione dei fichi. Benve- dell’UNESCO, il cui obiettivo è mantenere un nuti nell’unico luogo al mondo in cui il detto “fare equilibrio, duraturo nel tempo, tra l’uomo ed il le nozze con i fichi secchi” non ha il senso comune suo ambiente attraverso la conservazione della del “volere senza potere” perché i fichi bianchi del diversità biologica, la promozione dello sviluppo Cilento essiccati sono ideali per celebrare feste economico e la salvaguardia degli annessi valori importanti. Se c’è qualche scettico in proposito si sociali e culturali. metta subito l’anima in pace al pensiero che i fichi L’itinerario da noi proposto si snoda tra il Monte di Prignano Cilento accompagnano i banchetti re- Stella e la costa lungo una strada che asseconda ali di Elisabetta, regina d’Inghilterra. curve e cambi d’umore di un territorio dalla for- 44 45 no. Proprio in quei giorni ho toccato con mano lo Pioppi, patria della Dieta mediterranea sgomento della gente forte e semplice del Cilen- La costa da Santa Maria di Castellabate ad Ac- to, colpita e ammutolita da questa tragedia. ciaroli, soprattutto fuori stagione, è un viaggio Ne parlavo con Antonio Longo, geologo, che ha che insegue angoli d’incomparabile bellezza e deciso di dedicare la sua vita a questa terra. Nel che termina nella piccola magia di Pioppi, frazio- 1999 ha deciso di continuare la tradizione fami- ne di Pollica e borgo di pescatori defilato dalle liare legata a pregi e virtù del fico bianco del Ci- folle di vacanzieri. Qui ha vissuto per circa 40 lento. Il fico bianco del Cilento è, per rimanere in anni Ancel Keys, ricercatore e medico epidemio- sintonia con la filosofia vichiana, un simbolo del- logo americano scomparso nel 2004 e amante la memoria storica di questa terra. Ancora oggi della civiltà classica che ha sviluppato studi sul- mani e antichi saperi aggregano persone e intere la nutrizione umana evidenziando il rapporto tra famiglie nella lavorazione di questo dolcissimo l’alimentazione locale e l’incidenza sulle malattie e pregiato frutto. Antonio Longo è l’anima della cardiovascolari e dimostrando le qualità benefi- Santomiele, piccola ma illuminata realtà impren- che della dieta mediterranea, attraverso l’assun- ditoriale che costituisce l’anello di congiunzione zione di alimenti come l’olio extravergine di oliva, tra i piccoli produttori del territorio e il resto del pesce azzurro, frutta (in particolare il fico bianco), mondo. Tutto avviene a Prignano Cilento, unico verdura. Il suo laboratorio fu il Cilento e, in se- luogo dove i fichimondi vengono prima sbucciati guito ai suoi studi, Pioppi è diventata la “patria e poi essiccati al sole. della Dieta mediterranea”. Il viaggio di scoperta Il luogo in cui avviene la lavorazione nobilita i fi- inizia nel settecenteso palazzo Vinciprova, dove chi, ma soprattutto uomini e donne che creano e si trovano il Museo del Mare e il Museo della Die- te identità. Le parole di Giuseppe Ungaretti e del fichi. A poca distanza palazzo de Vargas guarda lavorano. Prignano Cilento, per questo motivo, è ta mediterranea, e finisce, due passi dopo, sulla suo viaggio nel Mezzogiorno sembrano danzare lo spazio azzurro e verde dal piccolo borgo di Va- una piccola capitale del territorio. Nunzio Lom- bellissima spiaggia. su quella strada: “Da una penombra sbuchiamo tolla. Qui ha vissuto per nove anni Gian Battista bardo e la famiglia De Cristoforo con nonna Tere- Il Cilento più noto che passa per le antiche pietre sul mare. La costiera taglia il monte - siamo verso Vico dal 1686 al 1695 e il suo pensiero filosofico sa, mamma Carmecita e la giovanissima e bella di Paestum e Velia è a due passi, ma una volta Punta Licosa - e interrompe un avviarsi di magri affonda le radici nelle “aspre selve, solinghe, or- Giovanna raccontano con mani operose e menti tanto il Grand Tour parte e arriva da un luogo “mi- pini che giù ai nostri piedi tornano a vedersi sulla ride e meste, che non mai turberà, mentre respi- brillanti il legame tra i cilentani, notoriamente pra- nore” nel segno di un frutto dolce, morbido, co- discesa quasi a picco; tentennanti nel vento. Poi ro, i loro alti silenzi un mio respiro” (Affetti di un tici e decisamente poco inclini alla parola super- lorato e ricco di proprietà, amico della terra, del i pini diventano una folla che viene giù di corsa... disperato, 1695), e nella “...sua alta inespugnabil flua, e la loro terra. sole, del vento. Come la gente del Cilento antico. Poi i monti si fanno indietro; gli ulivi (sono d’una rocca”, dove si ritirava per meditare. Oggi palaz- foglia scura, più scura che in Liguria o in Toscana zo de Vargas è sede della Fondazione Giambat- LITORALE PROTETTO La costa cilentana tra Ogliastro Marina e Acciaroli. Nella pagina a fianco, in alto: le pendici del o in Provenza, e fremendo nell’aria, essa mostra tista Vico. Il messaggio vichiano indica come sia Monte Stella tra Pollica e Serramezzana; in basso: palazzo Vargas, sede della Fondazione Giovanbattista Vico . un argento pieno d’un ombra più annosa) si ra- indispensabile ricercare i principi su cui si fonda dunano, le creste salgono sino a Monte Stella, il la storia della civiltà sulla strada della pace e del mare torna, si stende, grigio infinito, sull’ultimo benessere: la memoria storica è il fondamento gradino del foro, e s’alza il sipario, ci viene incon- per la rinascita e l’emancipazione dalla condizio- tro la Valle dell’Alento appare Elea”. ne primitiva. E oggi palazzo de Vargas è il sim- bolo della memoria storica cilentana. Purtroppo Essenze di nobiltà, ingens sylva e menti la ingens sylva, il mondo rozzo e primitivo dove illuminate regna la barbarie è una radice ostica e difficile In questo lembo di Cilento, soprattutto nell’entro- da eliminare. Il filosofo napoletano mai si sareb- terra, niente è costruito su misura be immaginato che la barbarie delle per cercare di attrarre il turismo. origini, tre secoli dopo riaffiorasse. Una nobile e affascinante decaden- È accaduto lo scorso mese di set- za si respira nel salone da ballo di tembre quando Angelo Vassallo, palazzo Materazzi a Serramezzana, il sindaco pescatore, simbolo di il comune più piccolo della Cam- una sorta di rinascita “vichiana” è pania. Si affaccia verso il paradiso, stato colpito a morte nei pressi di sospeso tra cielo e mare. Vittorio e Acciaroli. La ingens sylva del terzo Rossana Materazzi sono persone millennio ha decretato la sua con- semplici e nobili dentro: sulle loro danna privandolo della vita e pri- spalle una storia e una famiglia im- vando la sua terra e Pollica, il suo portante, l’amore per questo luogo paese, di un uomo forte che rimarrà e la passione per la coltivazione dei un simbolo, anche in senso vichia- 46 47 Fichi Bianchi e nobili AFFRESCO DI CILENTO In alto, in senso orario: Palazzo Materazzi a Serramezzana; fico farcito con noci; fichi bianchi con melassa; Nunzio Lombardo a Prignano.