Studio Relativo Alla Disponibilita' Idrica Dei Corpi Idrici Significativi Ricadenti
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PROVINCIA DI GENOVA STUDIO RELATIVO ALLA DISPONIBILITA’ IDRICA DEI CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI RICADENTI NEL BACINO DEL FIUME PO IL BACINO DEL TORRENTE TREBBIA Elaborato Verificato Verificato Regolarità tecnica Data Rev. Geol. Alessandro TOMASELLI Geol. Ilaria SPINETTI Ing. Luca DE FALCO Geol. Biol. Geol. Geom. Alessio BRANDINO Giugno 2007 1 Geom. Marco GRITA Aurelio GIUFFRE’ Maria TRAVERSO Mauro LOMBARDI PROVINCIA DI GENOVA - Area 06 - Difesa del Suolo, Opere ambientali e Piani di Bacino Largo F. Cattanei, 3 16147 – Genova Quarto - Telefono 010/54991 - fax 010/5499.861 e-mail: [email protected] Certificato N°6556/02 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po 1. CARATTERIZZAZIONE DEL BACINO 1.1 Inquadramento geografico e definizione del bacino idrografico Il Fiume Trebbia ha origine alle pendici Sud-Est del Monte Prelà, a quota 1135m s.l.m.. La lunghezza del tratto di corso d’acqua che ricade nel territorio regionale ligure corrisponde a circa 30 Km; il fiume entra nel territorio della provincia di Piacenza a quota 509 m.s.l.m. dopo la località Gorreto. La superficie del bacino idrografico nel territorio della regione Liguria è di 175 Km2 è interessa un’area prevalentemente montuosa con crinali piuttosto elevati. Il bacino del F.Trebbia confina a Sud con il bacino idrografico del F.Entella, ad Est e Sud- Est con il bacino del T.Aveto, ad Ovest con il T.Scrivia ed infine a Nord e Nord-Ovest è delimitato dai confini con la regione Piemonte e l’Emilia Romagna. A partire dal monte Prelà lo spartiacque tra il bacino del Trebbia e quello dello Scrivia, andando in direzione Sud-Nord, comprende i Monti Duso e Cremado, il Monte Antola (1597 m), il Monte delle tre Croci e raggiunge il Monte Carmo al confine tra le Regioni Liguria, Emilia e Piemonte. Il crinale che separa la Val Trebbia dalla Val d’Aveto comprende il Monte Laghicciola, il M. Gifarco, il M. Roccabruna, il M. Montarlone e il M. Orama e prosegue al di fuori del territorio regionale Ligure fino alla confluenza dei due corsi d’acqua. I principali affluenti del F.Trebbia in destra idrografica sono: R. Bagordo, Fosso Costafontana, T. Cavagnaro, T. Cascinetta, T. Solve, T.Craveghie, T. Sermigliasca e T. Pescia. In sinistra idrografica troviamo: T. Brugneto, T. Terenzone, T. Cassingheno e T. Tagliana. Da segnalare la presenza dell’invaso artificiale del Lago del Brugneto. Pagina 2 di 108 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po 1.2 Inquadramento geologico - geomorfologico finalizzato alla caratterizzazione idrogeologica L’inquadramento geologico – geomorfologico qui di seguito presentato, è riferito alla porzione di bacino idrografico del Fiume Trebbia, ricadente nei confini della Provincia di Genova, direttamente interessata dal presente Studio sul Bilancio Idrico. Il bacino idrografico oggetto di studio risulta geologicamente controllato da terreni facenti capo alle Unità strutturali dell’Antola (Cretaceo Superiore – Paleocene), del Gottero (Cretaceo Superiore – Paleocene) e d’Ottone – Casanova (Cretaceo Superiore). Riferendosi alla cartografia geologica ufficiale (Foglio 83 della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100000, Rapallo - IIª edizione 1970), si fornirà una panoramica generale ma esaustiva, delle Formazioni che caratterizzano il bacino analizzato. In particolar modo il versante orografico sinistro è prevalentemente impostato su terreni facenti capo all’Unità del Monte Antola, presente sia attraverso il “complesso di base” emipelagitico delle Argilliti di Montoggio (costituito da argilliti grigio scure con intercalazioni di livelli varicolori), sia attraverso i Flysch del M.te Antola (costituiti da successioni torbiditiche in prevalenza marnoso – calcaree), e su terreni facenti parte della Formazione di Ronco, appartenente all’Unità del Gottero (costituita da alternanze di livelli torbiditici, di potenza generalmente pluridecimetrica, costituiti da banchi calcarenitico – siltosi e da banchi argillitico – marnosi, questi ultimi predominanti rispetto ai primi). Analizzando la distribuzione delle litologie sul versante orografico destro, si rileva che la parte alta del bacino risulta caratterizzata dalla presenza di terreni facenti capo alla Formazione di Ronco ed alla Formazione della Val Lavagna, anche quest’ultima facente parte dell’Unità del Gottero, la quale risulta costituita da argilliti scistose, più o meno siltose, generalmente scure e calcareniti fini con intercalazioni di marne plumbee e rari strati calcarei. La porzione di bacino approssimativamente compresa tra l’abitato di Rovegno, M. Oramara e loc. Vallescura risulta caratterizzato dalla presenza di litologie ascrivibili alla Formazione delle Arenarie di Casanova e alla Formazione delle “Argille a Palombini” del Lago di Giacopiane. Litologicamente nel caso delle Arenarie di Casanova, si tratta di arenarie ed argilliti siltose scure, talora scistose, ben stratificate, con intercalazioni di marne, calcari marnosi e di calcari di tipo palombino; nella zona in esame inoltre tale formazione risulta presente sottoforma sia di termini costituiti da brecce e conglomerati poligenici, sia di termini dati da brecce a matrice argillosa. Tale Formazione include masse, anche di dimensioni notevoli, di ofioliti e diaspri. Le Argille a Palombini sono costituite da alternanze di argilliti grigio – scure, scagliettate e di calcari silicei grigio – chiari. La Carta Geolitologica prodotta nell’ambito del presente Studio sul Bilancio Idrico è stata derivata a partire dalla cartografia tematica della Regione. E’ stato infatti effettuato a livello regionale un raggruppamento per categorie delle varie formazioni affioranti o subaffioranti. Il criterio che ha condotto all’associazione in una stessa categoria di più tipi Pagina 3 di 108 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po di rocce è stato basato generalmente sulla natura litologica delle stesse; talvolta tuttavia, rocce di natura diversa sono state associate perché simili da un punto di vista geotecnico. Sono state distinte dieci classi che vengono riportate nella legenda associata alla Carta Geolitologica del bacino del Fiume Trebbia. Dal punto di vista della caratterizzazione geomorfologica uno degli aspetti che si ritiene utile ed indicativo sottolineare ai fini della tipologia di studio condotta è la presenza e distribuzione sul territorio delle coltri detritiche, per le quali si rimanda alla Carta Geolitologica prodotta. Le coltri detritiche in generale a seconda infatti della loro composizione (legata al substrato roccioso di origine), della loro granulometria, oltre che delle loro dimensioni (sia areali che dal punto di vista della potenza), possono diventare sede di falde di versante anche di una certa importanza, configurandosi potenzialmente come serbatoi idrici quantitativamente significativi. Tale aspetto, ossia la caratterizzazione delle coltri detritiche, ma più in generale dei differenti litotipi affioranti come serbatoi idrici (si arriva a parlare infatti in taluni casi di vere e proprie rocce o formazioni serbatoio), verrà affrontato al capitolo 4, mediante un’analisi puramente statistica riguardante la distribuzione e la concentrazione delle sorgenti per le classi litologiche Hydro.co. Naturalmente si capisce come un’analisi di questo tipo non sia sufficiente per stabilire le potenzialità delle classi litologiche Hydro.co s.l. come serbatoi idrici, ma occorrerebbero a tal fine studi approfonditi ed indagini di tipo specialistico. Inoltre le classi Hydro.co utilizzate ai fini dello studio sono classi litologiche derivate appunto dall’accorpamento delle differenti litologie affioranti e subaffioranti, invece com’è intuibile la delimitazione spaziale delle cosiddette “rocce serbatoio” o “rocce magazzino” avviene attraverso l’individuazione di limiti significativi dal punto di vista idrogeologico, che non vengono studiati nell’ambito del presente lavoro. Si sottolinea pertanto come lo scopo di tale studio è esclusivamente quello di fornire indicazioni sulle classi litologiche Hydro.co che potenzialmente potrebbero coincidere, comprendere o a loro volta essere comprese in ipotetiche formazioni o rocce serbatoio. Analizzando il territorio dal punto di vista della presenza e diffusione delle coltri detritiche e facendo riferimento in questo caso allo Studio condotto ai fini di realizzare la Carta Geomorfologica del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali del sottobacino del Fiume Trebbia, si possono effettuare alcune considerazioni di carattere generale, ma particolarmente significative ai fini del presente studio, soprattutto alla luce di quanto precedentemente detto. Nella porzione di bacino indagata nell’ambito di tale studio, ossia l’area che individua le fasce fluviali propriamente dette, i versanti ed alcune aree esterne, le coperture detritiche di origine eluvio-colluviale individuate, sono generalmente rappresentate da ghiaie e ciottoli immersi in una matrice limoso-argillosa. Si può inoltre effettuare un distinzione tra le coperture derivanti da litotipi competenti quali calcari, calcari marnosi ed ofioliti che presentano una granulometria grossolana e le coltri sviluppatesi su un substrato a spiccata componente argillitica, granulometricamente più fini (A.T. Studio Paoletti Ingegneri Associati – Dott. Geol. Giovanni Battista Piacentino – Natour S.C.A.R.L., 2004). Pagina 4 di 108 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici