I LUNEDI DELLA MUSICA 2013

Quindicesima Stagione Concertistica

Quindicesima Stagione Concertistica I LUNEDÌ DELLA MUSICA 17 concerti 5 luoghi 34 interpreti 92 composizioni

Gentile pubblico, ci prepariamo a festeggiare i quindici anni di attività pre- sentandovi la nuova Stagione Concertistica di Società della Musica:

I Lunedì della Musica 2013. GENNAIO

Dopo quindici anni di proposte concertistiche è ancora la mu- 28 gennaio sica da camera ad ispirare il nostro repertorio: è infatti a que- Teatro Bibiena, ore 20.45 sto linguaggio, così puro ed essenziale, che riconosciamo forse Gino Paoli, voce più di ogni altro la capacità prodigiosa di far vibrare le corde Danilo Rea, pianoforte più intime dell’anima, di nutrirne le suggestioni. “Due come noi che…” E seppur in un momento così diffi cile per la nostra collettività (ma forse, proprio per questo) resta saldo più che mai il nostro desiderio di tener vivi i contatti con la comunità mantovana FEBBRAIO offrendo, ci auspichiamo, momenti di appagamento e grati- fi cazione. 4 febbraio Anche “I Lunedì della Musica 2013” conservano la loro im- Madonna della Vittoria, ore 20.45 postazione “itinerante”: il Teatro Bibiena, l’Auditorium Mon- Ribalta Giovani teverdi, Madonna della Vittoria, il Chiostro di San Barnaba e Vanessa Innocenti, fl auto la Sala Ovale dell’Accademia Virgiliana rappresentano le linee Daniele Rocchi, clavicembalo e gli snodi del nostro tracciato musicale. musiche di Bach e Gervasoni Un’attenzione particolare viene rivolta ai “Giovani” con un progetto che da una parte ne valorizza le prime affermazioni professionali, dedicando due concerti ai vincitori di prestigiosi concorsi e dall’altra desidera incoraggiarne la curiosità, riser- vando tre lezioni/concerto agli studenti mantovani. È questa, eccezionalmente, un’edizione tutta “italiana” la cui inaugurazione è affi data ad un pioniere della grande canzone 11 febbraio d’autore: Gino Paoli, in duo con il pianista jazz Danilo Rea, darà avvio il 28 gennaio ad un cammino di diciassette con- Incontri con le scuole certi che si completerà con le celebrazioni del bicentenario Auditorium Monteverdi, ore 11.00 della nascita di Giuseppe Verdi al quale renderemo doveroso Trio Diaghilev omaggio con due appuntamenti riservati alla sua produzione (pianoforte a 4 mani e percussioni) cameristica, il 20 maggio, presso il Teatro Bibiena. Desideriamo infi ne ringraziare tutti gli Enti, gli Sponsor, i Auditorium Monteverdi, ore 20.45 Club di Service e gli "amici" di Società della Musica che hanno Trio Diaghilev scelto di accompagnarci in questo nuovo percorso musicale e (pianoforte a 4 mani e percussioni) ci auguriamo di poter ricambiare pienamente la loro fi ducia musiche di Bernstein e Stravinskij nonché l’affetto e la fedeltà del nostro pubblico. 18 febbraio Società della Musica Madonna della Vittoria, ore 20.45 Ribalta Giovani Luca Oberti, clavicembalo musiche di Bach e Coppens

2 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 MARZO 22 aprile Teatro Bibiena, ore 20.45 4 marzo Milena Vukotic, voce Mario Ancillotti, fl auto Incontri con le scuole Simone Soldati, pianoforte Auditorium Monteverdi, ore 11.00 musiche di Mozart, Debussy, Dorina Frati, mandolino Reinecke Piera Dadomo, chitarra

Chiostro di San Barnaba, ore 20.45 Altri Suoni Dorina Frati, mandolino Piera Dadomo, chitarra musiche di Boni, Vivaldi, Riggeri, Bach, Ponce, Calace, Paganini

11 marzo Sala ovale dell’Accademia Virgiliana, ore 20.45 MAGGIO Massimo Mercelli, fl auto Edoardo Catemario, chitarra 6 maggio musiche di Mozart, Schubert, Auditorium Monteverdi, ore 20.45 Piazzolla Alberto Maria Ruta, violino Antonello Cannavale, pianoforte musiche di Schubert, Françaix, Dvorák

18 marzo Auditorium Monteverdi, ore 20.45 Quartetto di sassofoni Accademia musiche di Singelée, Glazunov, Françaix, Romero, Escaich 13 maggio Chiostro di San Barnaba, ore 20.45 Altri Suoni APRILE Fabio Furia, bandoneon musiche di Gardel, Villoldo, 8 aprile Cobian, Piazzolla, Troilo, Bach, Arolas, Rodriguez Incontri con le scuole Auditorium Monteverdi, ore 11.00 20 maggio Gianfranco Grisi, cristallarmonio Teatro Bibiena Viva Verdi Altri Suoni • ore 19.00 Chiostro di San Barnaba, ore 20.45 Quartetto di Venezia Gianfranco Grisi, cristallarmonio • ore 20.00 Buffet Trio d’archi di Bergamo • ore 21.00 musiche di Bach, Mozart, Morricone Marcello Nardis, tenore Bruno Canino, pianoforte 15 aprile Musiche di Verdi Auditorium Monteverdi, ore 20.45 Duo OttoeQuindici (sassofono e pianoforte) musiche di Schulhoff, Schumann, Fitkin, Musorgskij, Debussy, Milhaud, Swerts

3 con le proprie opere, la più entusiastica ammirazione. TEATRO BIBIENA Nell’anno anzidetto 1767 erano ancora viventi e operosi, oltre ad Antonio, altri due dei Bibiena architetti: il fratello Giovan Maria e il i luoghi storici nipote Carlo Ignazio, dimoranti entrambi oltr’Alpe. Unico Antonio, dunque, rappresentava in Italia la gloriosa stirpe. Quando gli accademici mantovani gli affi darono l’incombenza di progettare e di eseguire la loro sala, egli era già settantenne, essen- do nato a Parma nel 1697, ma l’età avanzata non aveva diminuito la Mantova dopo il crollo vigorosa capacità inventiva, cui era unita un’energia fi sica sorpren- A del regime gonzaghe- dente. sco avvenuto nel 1707, cui Circa la detta sala è da dire che essa, ancor prima di venire concreta- successe il governo della ta, ricevette la qualifi cazione di teatro “scientifi co”, in rapporto con casa d’Austria, l’eredità la fi nalità precipua che i Timidi si proponevano di assegnarle... spirituale fu raccolta dai Ti- …La sala voluta dagli accademici doveva essere sì un teatro, però midi, il cui sodalizio soprav- sui generis, destinato quale era a manifestazioni da godere più con visse, oscillando per qual- l’udito e con l’intelletto, che non attraverso la visione di allestimenti che tempo fra tendenze spettacolari. di gusto arcadico e sempre Si trattava addirittura di rinunciare al palcoscenico, inteso secondo la più vigorose suggestioni spaziosa accezione divenuta consueta nell’età barocca, e di colloca- razionalistiche… re invece in fondo all’ambiente una tribuna. Antonio recepì il senso della committenza mantovana e concepì il concludersi dello spazio …Nel 1766 il rettore dell’Accademia dei Timidi, conte Carlo Ottavio con un ritorno alla scena fi ssa: però una scena fi ssa confi gurata, con di Colloredo, inviò a Milano al plenipotenziario per la Lombardia au- insolita formula, come una sorta di loggiato praticabile, teso fron- striaca, Carlo di Firmian, un ambizioso piano di trasformazione del talmente a due piani, cioè come due corridoi costruiti uno sull’altro, vetusto ente letterario in un istituto di altro tipo, dotato di un’artico- il che venne a donare all’ambiente una singolare nota di circolarità, lazione appoggiata a una molteplicità di competenze e largamente appena accennata nella mossa e sapiente sintassi della composizione aperto a istanze di ordine scientifi co, in piena aderenza, ormai, agli architettonica generale. entusiasmi intellettuali del momento. Il Bibiena adempì in soli due anni all’obbligo che nel 1767 aveva con- Il Firmian, esaminato il progetto, lo trasmise con parere favorevole a tratto coi Timidi: vi adempì anzitutto ideando lo speciale teatro che Vienna per l’approvazione da parte dell’imperatrice Maria Teresa... da lui si desiderava, poi dirigendone i lavori di fabbrica e infi ne, con …In attesa della deliberazione imperiale i Timidi decisero di demo- abilità di pittore oltre che di architetto, affrescando personalmente lire, nell’interno del palazzo, il teatrino cinquecentesco, nonché un gli interni de i numerosi palchetti con fi gurazioni monocrome, che assieme di vani contigui, e di creare nello spazio così ottenuto una sono pure esse documento prezioso dell’attività artistica dell’insigne sala solenne e capace da impiegare per sessioni pubbliche, cioè aper- maestro. Il 3 dicembre 1769 lo “scientifi co”, fi nito di tutto punto, te alla cittadinanza. poteva essere inaugurato. Animava nel contempo gli accademici mantovani la speranza di esse- re presto in grado di ricostruire l’intero palazzo per adeguare la sede La brillante soluzione data da Antonio al problema creativo postogli alle esigenze nuove e pressanti che erano venute maturando. dagli accademici mantovani aveva generato non soltanto un gioiel- Nel marzo del 1767, mentre si provvedeva a demolire il vecchio tea- lo squisito per gli equilibri fra movimento ed eleganza, ma anche trino, i Timidi stabilirono che anche la nuova sala dovesse presentarsi un’opera da valutare come notevolissima nell’ampio quadro delle a guisa di teatro: un teatro non più a gradinata come quelli rinasci- suddette sperimentazioni bibienesche e come una delle formulazioni mentali, ma a palchetti cingenti la platea in due ordini sovrapposti, architettoniche più signifi cative del tardo Settecento europeo. secondo il genere di struttura inventato nel Seicento e che ormai Poco più di un mese dopo l’inaugurazione, il 16 gennaio 1770 il gio- imperava. vinetto Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giunto D’altronde, una sala così formata avrebbe consentito l’ammortamen- a Mantova nel giro della sua prima tournée italiana, consacrava, per to della spesa di costruzione attraverso i proventi che sarebbero de- così dire, l’incipiente vita del leggiadro teatro “scientifi co” dandovi rivati dalla concessione dell’uso dei palchetti. insieme col padre, Leopold, un memorabile concerto. E, certo allo scopo di stimolare le richieste in tale senso, fu prospetta- Il 26 gennaio Leopold Motart in una lettera inviata alla moglie par- to dagli accademici un programma d’impiego della sala non limitato lava di quella serata e nel contempo descriveva lo “scientifi co” con ad adunanze scientifi che, ma aperto anche a recite e a concerti. acuta percezione della realtà di esso: “Nella mia vita non ho mai visto nulla, nel suo genere, di più bello... Così fi ssati gli intendimenti, è logico che per i disegni dell’ambiente Non si tratta propriamente di un teatro, bensì di una sala a palchetti, desiderato e per la realizzazione di esso i Timidi si rivolgessero a un costruita sul tipo dei teatri d’opera. esperto di creazioni teatrali. Ove dovrebbe trovarsi il palcoscenico sta una tribuna per chi suona; Presero accordi, infatti, con un architetto che in quel campo godeva dietro di essa corre una galleria che somiglia a una serie di Palchetti della massima rinomanza: un Galli Bibiena, Antonio, membro tra i ed è fruibile da parte degli spettatori”. più geniali della famosa casata emiliana che, nell’arco dell’età ba- Non poteva essere formulata una defi nizione più precisa. rocca, aveva generato un folto gruppo di artisti consacratisi ad ogni In Mantova il teatro accademico fu tra gli ultimi trionfi della fanta- settore dell’architettura, ma soprattutto specializzati nell’ideare con sia barocca, prima del vittorioso sopraggiungere degli orientamenti stupefacente e inesauribile fantasia interni di teatri, scene per spet- neoclassici. tacoli, apparati per fastose pompe.

Con vivacità prodigiosa, pari alle risorse dell’estro, i Galli Bibiena, detti anche i Bibiena senz’altro, avevano percorso quasi tutta l’Euro- Testo tratto da: pa, dall’Italia all’Austria e alla Francia, dalla Spagna alla Boemia, dal- Ercolano Marani, Il palazzo accademico di Mantova e teatro “scientifi co” di la Germania all’Olanda e all’Inghilterra, dal Portogallo alla Russia e Antonio Bibiena, in: Il teatro di Antonio Bibiena in Mantova e il Palazzo acca- alla Svezia, servendo preminentemente le Corti e destando ovunque, demico, Mantova, E.M.M., 1979

4 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 28 gennaio Teatro Bibiena, ore 20.45

GINO PAOLI voce

DANILO REA pianoforte

“DUE COME NOI CHE…” il concerto è realizzato grazie a:

5 GINO PAOLI DANILO REA

ino Paoli, uno dei cantautori che ha scritto alcune tra le anilo Rea, riesce ad attirare l’attenzione degli ascoltato- Gpiù belle pagine della musica italiana è l’autore di “Senza Dri soprattutto grazie alla grande versatilità e all’apertura fi ne”, “Sapore di sale”, “La gatta”. Originario di Monfalcone, musicale. è a Genova, dove si è trasferito da bambino, che Gino Paoli - dopo aver fatto il facchino, il grafi co pubblicitario e il pittore Dopo gli studi di pianoforte classico al Conservatorio di San- - debutta come cantante da balera, per poi formare una band ta Cecilia a Roma e l’esperienza come musicista nel mondo musicale con gli amici Luigi Tenco e Bruno Lauzi. del , Danilo debutta nel mondo del jazz con il “Trio di Roma” nel 1975, raggiungendo la notorietà interna- Quando la gloriosa casa discografi ca Ricordi, che aveva tenuto zionale. Inoltre la sua musica è ricca di sorprendenti momenti a battesimo Bellini e Donizetti, Verdi e Puccini, decise di esten- di improvvisazione di grande lirismo che gli sono valsi l’acco- dere la propria attività alla musica leggera, scritturò questo stamento al grande Keith Jarrett. cantante dalla strana voce miagolante, oggi riconosciuto come uno dei più grandi rappresentanti della musica leggera Tuttavia, a differenza della star americana, Rea trae la propria italiana degli anni sessanta e settanta. ispirazione dalla tradizione musicale della sua terra di origine, dai classici e dal pop italiano, piuttosto che dal “Great Ameri- Ha scritto e interpretato brani quali “Il cielo in una stanza”, can Songbook”. “La gatta”, “Senza fi ne”, “Sapore di sale”, “Una lunga storia E quindi non sorprende che in Italia venga considerato come d’amore”, “Quattro amici”; ha partecipato a numerose edi- il grande poeta tra i musicisti di jazz e che sia diventato fa- zioni del Festival di Sanremo; ha collaborato con numerosi moso suonando con molti cantautori e cantanti come Claudio colleghi alla realizzazione di album e di singoli di successo; ha Baglioni, Domenico Modugno, Gianni Morandi, Pino Daniele composto musiche per colonne sonore di fi lm. e Mina.

6 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 note all’ascolto

ià compagni di avventura nel progetto “Un incontro in GJazz” di cui la Parco della Musica Records ha pubblicato l’album “Auditorium Recording Studio” (2011), Gino Paoli e Danilo Rea tornano con “Due come noi che…”, il nuovo disco pubblicato dalla Parco della Musica Records.

“Due come noi che…” è un prezioso esempio di come due artisti assoluti possano interpretare in modo innovativo alcuni classici della storia della musica italiana.

Solo piano e voce, solo Danilo e Gino, solo la loro capacità di inseguirsi, di smarcarsi e ritrovarsi su una strada che è quella delle canzoni più belle del nostro patrimonio. Le canzoni più amate di Gino, da “Averti addosso” a “Il cielo in una stanza”, da “Vivere ancora” a “Perduti” passando per “La gatta” e “Come si fa”, insieme a chicche dei cantautori genovesi, che per Gino sono gli amici di una vita: “Canzone dell’amore per- duto” e “Bocca di rosa” (strumentale) di De André, “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, “Vedrai Vedrai” di Tenco e “Se tu sapessi” di Bruno Lauzi. Nella track list anche “Non andare via” traduzione italiana della meravigliosa “Ne me quitte pas” che proprio Jacques Brel chiese di tradurre a Paoli e “Albergo a ore”, il commovente brano di Herbert Pagani.

Con Due come noi che… Paoli e Rea stanno già collezionan- do un sold out dopo l’altro nei concerti dal vivo sui palcosce- nici più prestigiosi in Italia e all’estero, incantando ed emo- zionando il pubblico ogni volta. Un successo che di certo non stupisce dato il duo d’eccezione: la voce e il carisma di Paoli, uno dei più grandi autori e interpreti della canzone italiana, affi ancata da uno dei più lirici e creativi pianisti riconosciuti a livello internazionale come Danilo Rea.

7 MADONNA DELLA VITTORIA i luoghi storici

a chiesa fu edifi cata nel 1495 per volontà del marchese Francesco LGonzaga, che volle legare la costruzione dell’edifi cio alla vittoria da lui ottenuta sui francesi di Carlo VIII, al comando della Lega Ve- neziana, nella battaglia di Fornovo. Fu consacrata l’anno successivo. La responsabilità del progetto è da assegnare a Bernardino Ghi- solfo, in quel periodo responsabile delle fabbriche gonzaghesche. La semplice facciata della chiesa, in stile tardo gotico, si affaccia sulla piazzetta di san Simone; presenta un fregio in terracotta che corre sotto il cornicione, sui lati visibili dell’edifi cio.

L’apparato decorativo interno è rinascimentale, di ambito sicura- mente mantegnesco: infatti una stretta relazione con le idee di Andrea Mantegna, con il suo gusto per l’antichità classica e per i marmi romani, è riscontrabile nell’effetto illusionistico della pittura che caratterizza l’intera navata della chiesa. La parete di fronte alla porta d’ingresso presenta ancora parti di una raffi nata tappezzeria a fi nto cuoio cordovano ed è contro di essa che s’innalzava la pala mantegnesca della Madonna della Vittoria. La pala, commissionata da Francesco II ad Andrea Mantegna, fu iniziata nel 1495 e termi- nata nel 1496, proprio come la chiesa che l’avrebbe poi ospitata e Da questa data la chiesa, diventata museo di se stessa, è aperta al con la stessa motivazione. pubblico e, utilizzata per conferenze, convegni, concerti e mostre temporanee, svolge una funzione di riferimento artistico e di aggre- La trionfale composizione è inserita in un pergolato lussureggiante gazione per la città e il territorio. di fi ori, frutta, uccelli, pietre preziose, dal brillante effetto croma- tico. La Madonna in trono col Bambino è raffi gurata mentre be- nedice Francesco II, guerriero inginocchiato a chiedere protezione. Attorno personaggi sacri: San Michele, San Giorgio, Sant’Andrea, San Longino e, ai piedi della Vergine, Santa Elisabetta e San Gio- vannino. Sulla base marmorea del trono si legge l’intera sequenza raffi gurante la creazione dell’uomo, il peccato originale e la caccia- ta dal Paradiso terrestre.

Questa splendida pala, tempera su tela, di grandi dimensioni (cm. 280x166), requisita dai francesi nel 1797, è oggi conservata al mu- seo del Louvre. Recentemente, su una felice intuizione del direttore del Museo Ci- vico di Palazzo Te, Ugo Bazzotti, sono stati scoperti, intatti, nelle dodici vele delle volte della chiesa, affreschi raffi guranti immagini di santi e beati. La stupefacente scoperta delle volte non è visibile dalla navata della chiesa: un soffi tto ottocentesco divide infatti l’aula inferiore dalla parte alta. In proposito resta acceso il dibattito tra sovrintendenti e studiosi sull’opportunità di rimuovere tale soffi tto che, attualmente fa da pavimento agli spazi occupati dal soprastante asilo Strozzi Valenti Gonzaga. L’asilo trovò collocazione al piano superiore della chiesa dal 1899. Il piano inferiore, dopo varie utilizzazioni, fu sede, dal 1942 al 1986, prima di un’offi cina meccanica, poi del laboratorio di cromatura e nichelatura con bagni galvanici della ditta Staboli.

Dal 2001 la Chiesa è stata affi data in concessione dal Comune di Mantova all’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Manto- vani, che si è assunta l’onere del risanamento e del recupero dell’e- difi cio e che, grazie anche ai contributi di numerosi sponsor e del Ministero dei Beni culturali (attraverso la Direzione Regionale per i Beni Ambientali e il Paesaggio della Lombardia e la Soprintendenza per i Beni Ambientali e il Paesaggistici di Brescia, Cremona, Manto- va), hanno restituito alla città, dopo anni di lavori, lo straordinario monumento, inaugurato il 5 settembre 2006.

8 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 4 febbraio Madonna della Vittoria, ore 20.45

VANESSA INNOCENTI fl auto

DANIELE ROCCHI clavicembalo

RIBALTA GIOVANI “Bach e Oltre…”

J. S. Bach S. Gervasoni Sonata in mi minore BWV 1034 Phanes I e Phanes II Adagio ma non tanto Allegro J. S. Bach Andante Sonata in si minore BWV 1030 Allegro Andante Largo e dolce J. S. Bach Presto Sonata in sol minore BWV 1020 Allegro J. S. Bach Adagio Sonata in do maggiore BWV 1033 Allegro Andante Allegro J. S. Bach Adagio Sonata in mi bemolle maggiore BWV 1031 Menuet I Allegro moderato Menuet II Siciliana Allegro

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9 VANESSA INNOCENTI

ata nel 1989, a soli 17 anni si diploma in Flauto Traverso Appassionata di musica contemporanea, ha registrato per la tv Ncon il massimo dei voti sotto la guida della prof.ssa Vanda e la radio Svizzera un’opera del M° Quadranti, diretta dal M° Moraschini presso l’Istituto musicale “G. Donizetti” in Berga- Mario Ancillotti. Il M° Stefano Gervasoni le ha dedicato due mo. Vincitrice di diverse borse di studio promosse dalla provin- brani per fl auto solo intitolati “Phanes I” e “Phanes II”. cia di Bergamo, si è classifi cata al primo posto, primo assoluto e secondo posto in numerosi concorsi nazionali ed internazionali Nel 2010 ha conseguito con la lode il “Master of arts in mu- quali il “concorso strumentistico città di Giussano”, “Concours sic Performance” e nel 2012 ha conseguito, sempre con lode il international Nerini” di Parigi, “Concorso Riviera della Versilia “Masrer of Arts in Specializrd music Performance”. Daniele Ridolfi ”, “Concorso di esecuzione musicale della Rivie- Presso il Conservatorio della Svizzera Italiana ha suonato in ra Etrusca”, “European Competition for fl ute” presso Salonicco importanti manifestazioni musicali diretta da maestri quali G. (Grecia) e Concorso “Crescendo” di Firenze, nel quale ha otte- Bernasconi, V. Ashkenazy, Tamayo, Lombard e Vedernikov. nuto il Premio speciale “Onerati” come migliore fl autista del Nel novembre di quest’anno si è laureata in lettere col massimo concorso, Concorso internazionale “Giovani musicisti” Treviso. dei voti e la lode, discutendo una tesi su Edgar Varèse. Nel 2010 si è classifi cata al secondo e terzo posto nei concorsi nazionali per soli fl autisti “Francesco Cilea”, e “Emanuele Kra- kamp”, considerati i più importanti concorsi nel mondo fl auti- stico italiano; nel 2012 ha ottenuto il primo posto a Concorso internazionale per giovani interpreti “Città di Chieri”.

Sin da giovanissima ha partecipato a diversi corsi di perfeziona- mento internazionali tenuti dal M° Raffaele Trevisani, R. Wilson dalla professoressa Daniela Pisano, dal M° Marco Zoni, dal M° Alfredo Persichilli, M° Mario Caroli, nonché dal M° Mario An- cillotti. Partecipa a numerosi concerti sia da solista che in musica da camera, è membro fi sso del “Trio Beatrice”, formazione con cui si esibisce sul territorio nazionale e internazionale e che ha ottenuto il primo Assoluto e il Primo posto presso concorsi per musica da camera, tra cui “Concorso primavera Cameristica” a Lugano, “Concorso nuovi Orizzonti” a Firenze e Concorso “Ro- vere d’oro”.

Si è esibita con l’ensamble Europavoce di Parigi e ha fatto parte dell’ “Orchestra italiana di fl auti” diretta dal M° Alzek Misheff, suonando alla biennale di Venezia. In qualità di solista ha suo- nato per il Festival itinerante dei giovani talenti promossa dall’ associazione “Musica Rara”.

Ha collaborato con l’orchestra stabile di Bergamo. È stata scelta come esecutrice della Sonata per fl auto e pianoforte composta dal M° Giancarlo Aquilanti (docente di composizione presso l’u- niversità di Stanford, in California).

10 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 DANIELE ROCCHI note all’ascolto

a studiato organo e composizione organistica presso l’I.M.P. Bach: Sonate per fl auto e cembalo H“Gaetano Donizetti” di Bergamo sotto la guida di Matteo Messori e si è diplomato in clavicembalo presso il Conservatorio correndo la produzione strumentale di Sebastian Bach ed “Evaristo Felice Dall’Abaco” di Verona con Marco Vincenzi, con Sosservando il suo confrontarsi con generi e forme sempre cui ha concluso il biennio di specializzazione. differenti, v’è da credere che egli pensasse innanzitutto a misu- rarsi con se stesso. Particolarmente congeniale all’approfondi- Nel 2010 ha vinto una bor- mento delle espressioni profane fu la corte di Köthen (o meglio sa di studio Erasmus con cui Cöthen, qual’era il nome di questa piccola capitale del Princi- ha studiato presso la Ho- pato omonimo, al tempo del servizio bachiano) tra il 1717 ed il chschüle für Musik “Franz 1723. In quella manciata d’anni nacquero infatti alcuni dei suoi Liszt” di Weimar nella clas- più celebri lavori: molte opere per tastiera, i Concerti Brande- se di clavicembalo di Bern- burghesi, le Sonate e Partite per violino, le Suites per violoncel- hard Klapprott. Collabora lo e poi le Sonate per violino e clavicembalo, quelle per viola con Matteo Messori come da gamba e tastiera e per lo meno le tre Sonate per fl auto e assistente, continuista e nel- cembalo BWV 1030-1031-1032 («che cacciano nel museo tutte la realizzazione di incisioni discografi che. Ha seguito corsi di le precedenti opere per fl auto e basso numerato», ha osservato perfezionamento con Ana Mafalda Castro, Francesco Baroni e Piero Buscaroli), laddove la tastiera non è più solo un supporto Stefano De Micheli, Liuwe Tamminga, Rinaldo Alessandrini e armonico allo strumento a fi ato o ad arco, ma un autentico e Ottavio Dantone. dialogante partner alla pari. Cöthen nel secondo decennio del Settecento era una corte che Si è esibito come solista all’organo partecipando nel 2008 alla amministrava la vita di poche migliaia di abitanti, ed era ret- rassegna “Echi d’organo” di Gandino (BG) e nel 2009 alla Ras- ta dal giovanissimo, poco più che ventenne, principe Leopold, segna organistica della provincia di Bergamo; nel 2010 ha inau- la cui passione per la musica poteva dirsi pari al suo talento. gurato la rassegna “Vespri d’organo” presso la basilica di san Talento indubbiamente non comune, tanto da permettergli di Martino a Bologna. suonare con simile perizia il violino, la viola da gamba e il cem- balo. Ha partecipato a progetti in qualità di continuista: tra gli al- Al suo servizio stava un organico orchestrale di nemmeno due tri con il gruppo “Cappella Augustana” (Castello Svevo di decine di strumentisti, a governare il quale si poneva, in quel Bari-2007), “Musica Ritrovata” (Sala teologica del Santo a Pa- 1717, il trentaduenne Bach, reduce da un doppio incarico come dova-2008); è risultato fi nalista al concorso “Premio delle Ar- organista di corte, prima, e Concertmeister, poi, alla corte del ti-edizione 2010”, vincitore di una borsa di studio per la parte- duca di Weimar, dove la musica per la chiesa aveva rappresen- cipazione al progetto “Laboratorio di orchestra barocca - Villa tato l’interesse prevalente. Contarini” edizione 2011 (sotto la direzione di Alfredo Bernar- La bravura dei musicisti di Cöthen, unita alla libertà d’azione dini). Dal 2009 collabora con il gruppo “Il Gene Barocco” con che il compositore tedesco poté esercitare, si mostrarono ele- cui si è esibito in numerose manifestazioni in Italia (fra gli altri menti decisivi per l’apparizione delle opere più sopra rammen- Festival “Monteverdi-Vivaldi” edizione 2012 a Venezia) e all’e- tate: prodigi di una sperimentazione possibile, aderente alle stero (Festival “Via Julia Augusta” Kötschach -Austria e festival opportunità presenti in quel luogo specifi co. “Oude Muziek” edizione 2011 Utrecht - Olanda). La produzione ed il favore di Bach per il fl auto si manifesta- rono in sette Sonate che possono dividersi in due gruppi: uno formato da quattro numeri (BWV 1020, 1030, 1031, 1032) in cui la tastiera sviluppa, su un piano formale di tre movimenti, una scrittura concertante, evoluta e tematicamente intrecciata

11 con lo strumento a fi ato; ed un secondo gruppo di tre numeri alla fragilità tenace del rumore impalpabile del loro battere (BWV 1033, 1034, 1035) nei quali i movimenti divengono quat- d’ali questa composizione fa appello», ha scritto l’autore). tro e dove la scrittura più semplice per lo strumento a tastiera è Insomma, un incrocio di suggestioni prende vita in questo dit- affi data all’inventiva dell’esecutore, sulla traccia di un basso ci- tico, che presenta una prima sezione dalla scrittura rapida, di- frato. Sebbene vi siano dubbi sull’autenticità di tutte le Sonate namicamente sbalzata, terminante, acquietandosi, in “pianissi- (almeno due sono state attribuite a Bach dal fi glio Carl Philipp mo”; ed una seconda dall’andamento inizialmente più regolare Emanuel) la fattura di ognuna di esse appare sciolta, misurata ma poi sfociante in un frastagliato disegno dal virtuosismo cre- e comunicativa, con qualità di chiarezza e luminosa espressività scente, ma infi ne di nuovo sovrastato da suoni sussurrati e dal di cui l’ascolto si giova. In ogni caso le Sonate testimoniano le silenzio. potenzialità di uno strumento che godrà poi di grandi favori Di questo lavoro Stefano Gervasoni ha voluto sottolineare l’im- come il fl auto traverso, probabilmente scoperto da Bach alla pegno sul tema del “lirismo inespressivo”, «ricerca che è cuore corte di Dresda poco prima dell’approdo a Cöthen. Anche in delle mie preoccupazioni estetiche di questi ultimi anni». questo caso, come in altri riscontrabili nella storia bachiana, L’assunto di partenza è la convinzione che la forza espressiva si crede che la conoscenza di esecutori d’eccezionali qualità, di una composizione artistica risulta magnifi cata dalla volon- come Johann Heinrich Freytag, dipendente del principe Leo- tà profonda del suo creatore quando questi consapevolmente pold, o di Pierre Gabriel Buffardin, primo fl auto dell’orchestra si oppone al desiderio di manifestarla in maniera diretta. (…) di Dresda, abbia avuto infl uenza determinante sull’invenzione Dare voce musicale alle proprie idee signifi ca svestirle della mu- di questi lavori, in cui spunti caratteristici ed idee memorabili sica superfi ciale (…) e svelare il fascino del mistero inspiegabile si sposano con la coerenza intelligente, sigla inconfondibile del che le cose che l’uomo ha da dire contengono». genio di Eisenach. Andrea Zaniboni

Gervasoni: Phanes

erritorio inesplorato, inquietante e persino inospitale T- come è stato scritto recentemente dal pianista Aldo Or- vieto - la musica di Stefano Gervasoni, compositore bergama- sco classe 1962, s’è guadagnato uno spazio considerevole nel mondo dell’avanguardia artistica, tra commissioni prestigiose, un Premio Abbiati della critica ed una carriera realmente inter- nazionale, riconoscibile anche nella docenza ottenuta al Con- servatorio di Parigi. Phanes, per fl auto solo, nacque inizialmente con la sezione che oggi si intende come I, e solo successivamente fu prolungato con la II. L’edizione a stampa (Suvini-Zerboni) riporta la data di conclusione dell’opera, 25 agosto 2010, così come la dedica a Vanessa Innocenti che ne è stata prima interprete (al Domaine de Kerguéhennec, centro bretone d’arte contemporanea) ma anche ispiratrice del titolo, nel quale si congiungono fonetica- mente frammenti dei nomi Stefano (Gervasoni) e Vanessa (In- nocenti). Ma il titolo non è solo questo, perché Phanes evoca la divinità mistica della procreazione, la luce della nuova vita, quanto la grande farfalla multicolore Vanessa atalanta, capace di grandi viaggi migratori («Al mistero della vita delle farfalle,

12 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 11 febbraio Auditorium Monteverdi, ore 20.45

TRIO DIAGHILEV

MARIO TOTARO e DANIELA FERRATI pianoforte IVAN GAMBINI percussioni

il concerto è realizzato grazie a:

L. Bernstein: West Side Story Fondazione Comunità Mantovana onlus Suite The rumble Prologue Meeting Scene Tonight con la partecipazione di: Mambo Cha-cha One hand, one heart Cool Scherzo Somewhere Finale

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I. Stravinskij: La Sagra della Primavera Quadri della Russia Pagana I Parte: L’adorazione della terra II Parte: Il sacrifi cio

Rotaract Mantova

13 TRIO DIAGHILEV MARIO TOTARO, pianoforte DANIELA FERRATI, pianoforte IVAN GAMBINI, percussioni

l Trio Diaghilev “… offre continui colpi di scena, fi no a tra- Così si può leggere nelle critiche del Suddeutsche Zeitung di Isformare un semplice concerto in un vero e proprio spettaco- Monaco. La bravura strumentale dei tre musicisti, il virtuosismo lo, proponendo effetti infi nitamente più audaci rispetto alle dei pianisti, l’imponente presenza delle percussioni, il gusto versioni orchestrali…”; “…impressionante il modo in cui il Trio raffi nato, la rispettosa spregiudicatezza unita al piacere dell’in- riusciva a creare suoni sinfonici e impressionante la dinamicità venzione e della creatività e la grande tensione emotiva offerta dei due pianoforti e delle percussioni …”. dall’insieme, trasformano i concerti del Trio Diaghilev in serate travolgenti e innovative. “…Con un audace spirito di ricerca, un’effervescente musicalità e sempre vigile intelligenza interpretativa, il Trio propone se- rate spettacolari e culturalmente rigenerative…”. Il repertorio del Trio Diaghilev, è costituito da alcuni fra i maggiori capola- vori musicali del ‘900 storico (Bartók, Stravinskij, Milhaud, Satie, Holst, Ravel, Bernstein, Gershwin, Weill) e da opere originali composte espressamente per questa formazione.

Il gruppo, inizialmente selezionato “per meriti eccezionali” da Piero Rattalino e Roberto Hazon per la Gioventù Musicale Italiana, ha sempre riscosso durante una ormai lunga e den- sa attività concertistica, ampi ed entusiasti consensi di pub- blico e di critica, partecipando ad importanti manifestazioni (Musica 2000-Cidim-Roma, Rossini Opera Festival-Pesaro, Au- tunno Musicale-Como, Sagra Musicale Malatestiana-Rimini, I Concerti dell’Ateneo-Roma, Associazione Scarlatti-Napoli, Gioventù Musicale Italiana-Milano, Ente Concerti-Pesaro, In- ternazionale Meister Konzerte-Iffeldorf-Monaco, Amici della Musica-Ancona, Teatro Moore-Seattle, Benaroya Hall-Seattle, Rialto Theater-Tacoma, Futuroma nella serata inaugurale delle celebrazioni del centenario del movimento futurista-Palazzo Wedekind-Roma, XLuna per i festeggiamenti del quarantesimo anniversario dello sbarco sulla luna-Planetarium-Roma), colla- borando con la Compagnia Italiana Balletto diretta da Carla Fracci e Beppe Menegatti, il Balletto Teatro di Torino diretto da Matteo Levaggi e la Spectrum Dance Theatre di Seattle (USA) diretta da Donald Byrd.

In più occasioni, hanno partecipato in diretta alle trasmissio- ni radiofoniche negli Studi di “Radiotre Suite” di Roma e dal “Salone del Lingotto” di Torino per Radio RAI. Hanno inciso Le sacre du printemps, Petrushka di I.Stravinsky, e Der Wunderba- re Mandarin di B.Bartòk per l’etichetta discografi ca Taukay Edi- zioni Musicali di Udine distribuita in tutto il mondo dall’Eroica Classical Recordings.

14 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 note all’ascolto

Leonard Bernstein (Arr. Totaro) - West Side Story Suite di più dissonanti e lontani dagli stereotipi di Broadway che si possano immaginare. evo subito dire che non sono d’accordo con coloro che Scrisse, inoltre, parti vocali assai diffi cili ed accrebbe consi- Dconsiderano Leonard Bernstein un mediocre composito- derevolmente l’orchestra. Con tali premesse, era diffi cile im- re: quest’artista straordinario, dalla personalità complessa, era maginare che l’opera avrebbe potuto essere realizzata e, per infatti capace di scrivere opere geniali costruite in modo assai parecchi mesi, la lavorazione dello spettacolo fu funestata da rigoroso. innumerevoli controversie fra gli autori e i produttori del mu- Forse una delle ragioni di un certo “snobismo”, da parte della sical. critica “uffi ciale”, nei confronti del Bernstein compositore, è A dispetto di tutto ciò, West Side Story fu un grande trionfo quella che si ricollega al suo personale ideale estetico che gli e, caso raro all’interno di un genere che teme il tempo, è tut- rendeva impossibile staccarsi del tutto dal linguaggio tonale. tora uno degli spettacoli più amati ed apprezzati dai pubblici Si trattava di una presa di posizione molto precisa che a molti di tutto il mondo. “Ci cercò persino la Columbia Records, che sembra tuttora semplicistica e superfi ciale: “...Per me la tona- in principio non aveva voluto investire neanche un dollaro in lità della musica è la sua stessa natura. Si può e si deve riam- uno spettacolo che, secondo loro, sarebbe morto nel giro di modernare il linguaggio della musica, ma non si può per que- una settimana! In realtà, questo spettacolo ha poi salvato dal sto negare la musica stessa. Negare la tonalità sarebbe come fallimento proprio la Columbia Records!”. negare l’essenza dell’uomo, i suoi principi ed i suoi sentimenti Qual è il segreto? Senza dubbio la genialità dell’autore, che essenziali.” qui riesce ad unire sperimentazione, grande potenza espressi- va e gusto pressoché infallibile. Tralasciando le polemiche, occorre dire che questa presa di posizione del musicista americano, se da un lato non gli ha La Suite che ho ricavato dall’opera, del tutto differente da impedito di svolgere comunque, come interprete, una grande quella preparata dello stesso Bernstein, segue il più possibile opera di divulgazione del repertorio musicale del Novecen- l’andamento del dramma: dal Prologo, dove si affrontano le to (e non solo di quello legato alla tonalità), dall’altro gli ha due bande rivali (corrispondenti ai Capuleti e Montecchi del permesso di dedicarsi unicamente ai generi che gli erano più dramma shakespeariano, qui newyorkesi e portoricani), all’in- congeniali (tra i quali spicca il musical), regalandoci pagine di contro dei due protagonisti (Tony e Maria), a tutte le loro vicis- indiscutibile maestria e memorabili per la loro freschezza in- situdini ed allo sviluppo del dramma. Danze vivaci e colorite si ventiva e la forte intensità espressiva e comunicativa. alternano a momenti d’intimismo. La piacevolezza dell’insieme potrebbe, però, farci dimenticare West Side Story, forse la sua opera migliore (certamente la più che si tratta di un vero dramma. Ecco, dunque, il Finale tragico: popolare), composta verso la metà degli anni ‘50, è appunto esso dipinge un corteo funebre che si allontana mestamente e un musical, che presenta non poche singolarità. la Suite si chiude, in pianissimo, con un ultimo agghiacciante Occorre tenere presente che, a quell’epoca, scrivere per Bro- colpo di timpano. adway una commedia musicale (ambientata nel West Side di New York) su un soggetto tragico, liberamente tratto da Mario Totaro Shakespeare (Romeo e Giulietta), che affrontasse da vicino il problema razziale e che prevedesse due omicidi in scena rap- presentava una vera e propria scommessa. Come non bastasse, Bernstein lavorò utilizzando tecniche di elaborazione motivica derivate direttamente dallo studio dei “classici” e decise di usare, come cellula generatrice dell’opera, un gruppo di tre note che, insieme, formano uno degli accor-

15 The rite of spring In effetti, la sua nota abitudine di lavorare sempre al piano- forte, in una totale aderenza alla realtà del suono, avvalora na volta Robert Craft chiese a Stravinskij cosa egli aves- l’ipotesi di uno Stravinskij compositore empirico e rivelatore Use amato di più in Russia ed egli rispose: “La violenta di una scienza infusa. primavera russa, che sembra iniziare in un’ora ed è come se Ho molto insistito su questo aspetto perché più di un critico la terra intera si spezzasse. Quello è stato l’avvenimento più presente alla prima esecuzione del “Sacre” parlò di “forze straordinario di ogni anno della mia infanzia”. primordiali incontrollate”. Secondo Guido Salvetti, “la musi- Chi non ha vissuto abbastanza a lungo in Russia riesce diffi - ca cessa qui di essere confessione dell’animo dell’autore per cilmente a comprendere questa concezione della primavera divenire scatenamento di forze che in fondo non gli appar- come fenomeno magico, come ritorno alla vita. È il mito del tengono”. rinnovamento della natura dopo il sonno invernale, della vit- toria del sole dispensatore di vita sulla rigidità della morte. Che si creda o no all’interpretazione romantica del genio, è Alla base della creazione del “Sacre du printemps” sta pro- innegabile che Stravinskij inauguri, col “Sacre”, mondi sonori prio questa potente immagine, unitamente a una visione che totalmente nuovi ed insospettabili. Stravinskij afferma di aver avuto, inaspettatamente, durante Nel 1913 Schoenberg aveva da un pezzo abbandonato la tona- la primavera del 1910: “Vidi con la mia immaginazione un so- lità (il “Pierrot Lunaire” è contemporaneo di “Petrushka” e lenne rito pagano: vecchi saggi, seduti in circolo, osservavano del “Sacre”), mentre Stravinskij si sarebbe accinto, di lì a poco, una giovane danzare fi no alla morte. La sacrifi cavano per pro- a “restaurarla” con i suoi lavori neoclassici. piziarsi il dio della primavera”. Eppure la concezione adorniana di uno Schoenberg rivoluzio- Stravinskij era convinto di aver rivelato, in questo caso, una nario e di uno Stravinskij conservatore è stata da tempo con- realtà virtuale che esisteva al di fuori di lui e che gli si era offer- futata (Boulez scriverà, nel 1951: “Schoenberg è morto; Stra- ta naturalmente, come in un sogno. Altri sogni, altre visioni vinskij rimane”). Se i metodi di lavoro di Schoenberg, infatti, sono alla base delle concezioni di numerosi suoi lavori. Rife- derivano direttamente da quella tradizione della quale egli rendosi in particolare al “Sacre”, egli disse: “I am the vessel si riteneva uno degli ultimi anelli, Stravinskij utilizza, nel “Sa- through which Le Sacre passed”, letteralmente “sono il vaso, cre”, modi realmente inediti di organizzazione del materiale recipiente (ma anche nave, vascello) attraverso il quale pas- sonoro, tali da non aver esaurito forse nemmeno oggi il loro sò il Sacre”. potenziale di novità. Questa concezione del genio che non inventa ma svela verità Questa opera-chiave senza precedenti, da qualunque punto superiori ricevute come doni è un concetto romantico che non di vista la si esamini (armonico, ritmico, timbrico-strumentale, ci aspetteremmo da Stravinskij. Eppure sono sue queste paro- formale…), occupa una posizione isolata nella sua unicità. le: “Al tempo del Sacre non sapevo niente della tradizione È vero che alcuni aspetti di essa sono ancora basati sulla vec- accademica ma sapevo come dovevo scrivere il Sacre”. chia organizzazione; ma sappiamo che la cosiddetta musica E c’è di più: “Non fui guidato da alcun sistema mentre compo- nuova nascerà solo grazie alla convergenza di due esperien- nevo il Sacre. Quando penso alla musica degli altri composi- ze: quella della Scuola di Vienna da una parte e dello Stra- tori di quel tempo (…Berg … e Webern, ad esempio), questa vinskij del “Sacre” dall’altra. mi sembra assai più teoretica del Sacre. Questi compositori appartenevano ad una grande tradizione ed erano sorretti da A differenza di “Petrishka”, nel “Sacre” non abbiamo né sog- essa. Dietro al Sacre non esiste, invece, né tradizione né te- getto drammatico, né azione continuativa, né personaggi. Così, oria. Avevo solo il mio orecchio ad aiutarmi. Ascoltai e mentre la musica di “Petrushka” fu scritta su un programma, scrissi ciò che avevo ascoltato”. qui fu il programma (imposto oltre tutto dal coreografo) ad es- Altrove leggiamo: “Debbo dire che nella mia arte io seguo una ser determinato dalla musica. Disse a tal proposito Stravinskij: logica istintiva e ne formulo la teoria ex post facto”. “Ho scritto un brano architettonico, non aneddotico”.

16 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 Si tratta, dunque, di una musica più pura della maggior par- Paradossalmente, la discorsività del “Sacre” risiede nella sua te delle opere ballettistiche, e difatti il lavoro ha da sempre non-discorsività: gran parte del suo fascino deriva proprio riscosso più consensi nelle sale da concerto che sui palcosceni- dalla mancanza di variazioni e di sviluppi del materiale e dalla ci. Del resto, qualunque “messa in scena” è sembrata sempre conseguente ossessività ritmica e motivica. inevitabilmente soccombere alla complessità ed alla ricchezza Inutile dire che non vi è nulla di meccanico in questi ritmi insi- della partitura. stenti ed ostinati: il tumulto espressivo che nasce da essi si lega saldamente ad un melos straordinariamente coinvolgente, di Se a livello compositivo si può parlare di sviluppo, approfondi- origine popolare. mento e radicalizzazione di alcuni aspetti già embrionalmente Le analisi strutturali hanno messo in evidenza i calcoli che si ce- presenti in “Petrushka” (soprattutto dal punto di vista metri- lano dietro ai rapporti fra durate ed accenti; tuttavia, il gioco è co-ritmico), a livello espressivo fra i due lavori si apre un solco condotto con un tale senso dell’asimmetria da entusiasma- incolmabile: ironia e festosità, infatti, sono qui totalmente as- re per la sua apparente spontaneità. senti, mentre si può parlare di immaginazione delirante, di co- Furono queste qualità a far dire a Boulez: “Non vi fu mai… lore “tropicale”, di fuoco inestinguibile, di torbida sensualità. coalescenza più grande fra le risorse del linguaggio e la forza Un critico presente alla “prima” disse: “Non si era mai ascol- poetica, fra i mezzi di espressione e la volontà di espressione” tata musica così brutale, selvaggia, aggressiva ed apparente- mente caotica; essa investiva il pubblico come un uragano…” Mario Totaro “Nel Sacre non c’è più spazio né per l’ordine, né per il piace- vole, né per il sentimentale”, scrive Salvetti, e Boulez rincara la dose: “Con il Sacre può dirsi defi nitivamente morto e sepolto il concetto di bello dell’epoca classico-romantica”. Sembra, in effetti, che Stravinskij abbia deliberatamente ricer- cato qui le dissonanze più crude e le più asimmetriche combi- nazioni ritmiche. In realtà, sta proprio qui la vera grandezza del “Sacre”: per risalire oltre la civiltà dell’uomo, Stravinskij sentì il bisogno di distruggere l’ordine delle forme tradizionali. Fu proprio grazie a questa radicalità che “la pietra angolare della musica moderna” (Boulez) segnò l’inizio di una nuova era, agendo in profondità sulla coscienza critico-estetica no- vecentesca. Si pensi al nuovissimo impiego della pulsione ritmica, mes- so magnifi camente in luce proprio da Boulez: vi sono episodi (come la “Danza degli Adolescenti”), dove le funzioni armo- niche e il melos sono sospesi e tutto ciò che resta è la reitera- zione ossessiva di un accordo, secondo uno schema ritmico del tutto imprevedibile. Ancor più notevoli sono, a mio avviso, le zone dove i blocchi sonori si susseguono senza alcuna potenzialità discorsiva. In questi casi le ripetizioni di motivi dal fraseggio corto, irrego- lare, sembrano sospendere la vettorialità temporale e le più spregiudicate dissonanze sorgono proprio dallo scontro di li- nee orizzontali fra loro non comunicanti.

17 Sofi a Gelsomini, ospite di Società della Musica nella stagione 2012

18 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2012 18 febbraio Madonna della Vittoria, ore 20.45

LUCA OBERTI clavicembalo

RIBALTA GIOVANI “Bach e Oltre…”

J. S. Bach J. S. Bach Fantasia e fuga in la minore BWV 904 Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo BWV 992 Arioso. Le moine degli amici per impedire il viaggio. Toccata in do minore BWV 911 Rappresentazione dei diversi incidenti che potrebbero capitargli in terra straniera. Concerto nach Italiänischen Gusto BWV 971 Adagiosissimo. Lamento generale degli amici. Allegro Qui gli amici, vedendo che non è possibile dissuaderlo, Andante si congedano. Presto Aria di Postiglione. Fuga all’imitazione della posta. ••• Partita in do minore BWV 826 C. Coppens Sinfonia Remembering Maeterlinck Allemande Courante Sarabande Rondeau Capriccio

19 LUCA OBERTI

n clavicembalista eccezionale: “uno dei musicisti più La passione per la storia e per gli strumenti antichi “Uinteressanti dell’ultima generazione di barocchisti” sviluppa in Luca Oberti una curiosità che diventa poi (Radio Classica, “Ultimo grido”). “Uno dei migliori talenti del scelta di vita grazie all’incontro con Emilia Fadini, cembalo in Europa” (Musica, Luca Ciammarughi). con la quale scopre la ricchezza del mondo musicale antico, e con Christophe Rousset, che lo guida nella Vincitore nel 2012 della venticinquesima edizione della “Ya- ricerca di un’estetica sonora personale. manashi Harpsichord Competition” (Giappone), l’attività con- certistica di Luca Oberti comprende le principali sale europee Fra i riconoscimenti si segnalano le vittorie al concor- (La Monnaie di Bruxelles, Théatre des Champs-Elysées di Parigi, so organistico “M. Galanti” di Mondaino, ai concorsi di Theater an der Wien, Abbaye Royale de Fontevraud, Konzer- clavicembalo “G. Gambi” di Pesaro e “P. Berardi” di Bolo- thaus di Berlino, Sala Verdi e Teatro dal Verme di Milano) e col- gna, il diploma di merito dell’Accademia Chigiana di Siena, laborazioni con i più importanti solisti ed ensembles specializ- e il Premio Nazionale delle Arti, assegnatogli dal Ministero zati nel repertorio barocco: Les Talens Lyriques, La Venexiana, dell’Istruzione, Università e Ricerca Italiano. Academia Montis Regalis, Christophe Rousset, Enrico Onofri, Amandine Beyer, Stefano Montanari, Roberto Gini, Veronique Gens, Anne Sophie von Otter, Lawrence Zazzo, Topi Lehtipuu, Jeremy Ovenden, Hilary Summers, ecc.

Il suo repertorio spazia dai capisaldi del repertorio clavicemba- listico (Frescobaldi, Bach, Couperin, Rameau, Scarlatti) al reper- torio del Novecento, sia solistico che con orchestra, fi no a opere contemporanee scritte negli ultimi anni. Appassionato studioso dei meccanismi di apprendimento, si de- dica allo sviluppo di innovativi e più effi caci metodi di studio applicando, fra i primi, le tecniche di programmazione neuro- linguistica alla musica.

Nella convinzione che l’insegnamento sia parte fondamentale della crescita artistica di un musicista, Luca Oberti si dedica ad esso con passione, sia presso la Scuola Musicale di Milano e l’Ac- cademia Santa Cecilia di Bergamo, dove insegna regolarmente, sia in occasione di masterclass e laboratori presso istituzioni eu- ropee ed extraeuropee, come l’Assumption University di Ban- gkok, dove tiene corsi di clavicembalo e laboratori di musica d’insieme.

20 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 note all’ascolto

el corso della sua vita Johann Sebastian Bach studia, appro- Il compositore e pianista belga Claude Coppens (1936) scrive Nfondisce e rielabora tutte le forme musicali del suo tempo Remembering Maeterlinck nel 2012, su commissione del Fe- e del passato. Questo programma presenta i diversi stadi dell’e- stival di Musica Antica di Bruges. Il brano è dedicato al premio voluzione della scrittura bachiana, per arrivare alla piena rie- Nobel per la letteratura Maurice Materlinck (1862-1949) nell’oc- laborazione dei modelli e degli stili nazionali in un linguaggio casione del 250° anniversario di nascita. Autore, fra i tanti, di Pél- inconfondibilmente personale. leas et Mélisande, è proprio a questa opera che Coppens trae più di altre ispirazione, costellando il testo musicale di precisi riferi- La Fantasia e fuga in la minore BWV 904, opera della ma- menti letterari pur negando ogni programmaticità in favore di turità, ci pone di fronte a una situazione abbastanza ricorren- un sottile e ricercato simbolismo. Il brano, di grande complessità te nella produzione bachiana: l’accostamento in dittico di due metrica, è una sorta di struttura isocrona, dove nonostante gli brani scritti in anni e in stili differenti. La severa ma malinconi- innumerevoli e complessi incastri ritmici, una pulsazione quasi ca Fantasia si presenta come un ampio affresco di ispirazione fi siologica fa da collante delle varie sezioni. Nel panorama del- contrappuntistica, simile ai modelli frescobaldiani “di durezze la musica contemporanea per clavicembalo il brano di Coppens e legature”, mentre la complessa fuga in stile più strumentale mostra una profonda conoscenza dello strumento, che, grazie ci sorprende per l’introduzione, oltre la metà, di un nuovo sog- anche alla minuziosa accuratezza della notazione, permette di getto cromatico, che porta la composizione a chiudersi in vere e esplorare nuove combinazioni sonore, perfetta espressione di proprie spirali armoniche. una scrittura assolutamente simbolista. Con la giovanile Toccata in do minore BWV 911 ci addentria- Il Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo mo invece nello Stylus Phantasticus, la cui matrice frescobaldiana BWV 992 è una delle più interessanti opere giovanili di Bach. viene fi ltrata dalle innovazioni degli organisti del Nord Europa, Scritta all’età di circa 19 anni, quando il fratello Johann Jacob si Buxtehude e Böhm in primis. Ad un vigoroso exordium toccati- trasferì alla corte di Carlo II di Svezia, è una vera composizione stico segue un adagio dalla solida struttura imitativa per giun- programmatica, dove l’intento espressivo delle singole sezioni è gere, dopo un’altra sezione in stile toccatistico-improvvisativo, annotato da precise descrizioni. Il linguaggio retorico dell’epoca alla monumentale fuga. E proprio nella lunga fuga si insinuano, è qui presentato con un ampio vocabolario: il basso cromatico dapprima in modo discreto e poi sempre più evidente, delle se- ostinato del lamento, le dure modulazioni degli “incidenti in ter- zioni in stile di nuovo toccatistico-virtuosistico, fi no a disgregare ra straniera”, i frivoli ornamenti delle “moine degli amici”, piut- la fuga stessa in un fi nale inaspettato. tosto che l’imitazione onomatopeica del corno di postiglione, Con il Concerto nel gusto italiano BWV 971 ascoltiamo, in sono solo i più evidenti degli innumerevoli mezzi dispiegati dal tutta la sua maturità, l’opera di assimilazione bachiana degli stili giovane Bach per massimizzare l’attinenza testo-musica. nazionali. Dopo aver trascritto anni addietro numerosi concerti Con la Partita in do minore BWV 826 torniamo alle grandi di Vivaldi, Marcello e altri, Bach è perfettamente in grado di scri- opere della maturità bachiana: le sei Partite in particolare, rag- vere un concerto in stile italiano, superandone il modello stesso giungono il vertice della scrittura tastieristica bachiana. Le matri- per arricchirlo della propria impronta stilistica. Si giunge quin- ci degli stili nazionali italiano, francese e tedesco, pur restando di ad un Concerto notevolmente più complesso di quello che riconoscibili, sono ormai perfettamente fuse e rielaborate nell’o- avrebbe scritto un compositore italiano dell’epoca, ma nel quale riginale e unico stile del compositore. sono mantenuti i capisaldi formali e stilistici. Un brillante primo Il contenuto emotivo di questa partita in do minore, già dal primo tempo con le chiare alternanze di solo e tutti (indicate da Bach movimento, apre l’orizzonte a una nuova sensibilità. Si fa strada stesso con “piano” e “forte”) lascia presto spazio a un ampio un sentimento che emerge in alcune delle ultime opere di Bach: adagio in cui la melodia, riccamente ornata come nella migliore l’inquietudine. Quella stessa inquietudine che anticipa la dram- tradizione violinistica italiana, si dipana su un vivaldiano basso maticità romantica e che va a tendere un braccio a Beethoven. staccato dall’andamento ipnotico. A concludere un virtuosistico Presto di nuovo caratterizzato dal dialogo solo-tutti. Luca Oberti

22 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 4 marzo Chiostro di San Barnaba, ore 20.45

DORINA FRATI mandolino

PIERA DADOMO chitarra

ALTRI SUONI il concerto è realizzato grazie a:

G. G. Boni M. M. Ponce Sonata IX Sonatina Meridional Allegro per chitarra sola abacogroup.eu Adagio Allegro R. Calace Notturno op. 186 A. Vivaldi per mandolino solo Concerto in re maggiore, RV 93 Allegro N. Paganini Adagio Sonata concertata Allegro Allegro spiritoso Adagio A. Riggieri Rondò Tema con variazioni “La Fustenberg” per mandolino solo

J. S. Bach Concerto Italiano BWV 971 Allegro Andante Presto

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23 PIERA DADOMO DORINA FRATI

i è formata alla scuola chitarristica di Angelo Gilardino, dap- onsiderata fra i più grandi virtuosi del panorama mando- Sprima con due suoi ex-allievi bresciani, Roberto Ferraresi e Clinistico internazionale, ha compiuto gli studi musicali con Marco de Santi, poi con Gilardino stesso. A vent’anni ha vinto il M° Giuseppe Anedda diplomandosi, prima in Italia, presso il il Concorso Internazionale di Lagonegro, dedicato al repertorio Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova. L’intensa attività con- del Novecento; l’anno successivo, si è diplomata con il massimo certistica, la vede impegnata sia in formazioni cameristiche sia dei voti presso il Conservatorio di Cuneo; nel 1995 ha concluso con le più prestigiose orchestre sinfoniche italiane: Filarmonica con valutazione di eccellenza il triennio di perfezionamento te- della Scala e Accademia di Santa Cecilia. Invitata dal M° Riccar- nuto dal M° Gilardino presso l’ Accademia “L. Perosi” di Biella. do Muti, è stata ospite dei Wiener Philarmoniker e della Bayeri- Diverse le fi gure di musicisti che hanno ulteriormente contribu- scher Rundfunk Simphonieorchester di Monaco. ito alla sua crescita artistica: tra i chitarristi, Tilman Hoppstock, in particolare per quanto concerne il repertorio barocco, e Du- Con quest’ultima ha inciso “Das lied von der erde” di Gustav san Bogdanovic. Mahler diretta dal M° . Come solista o in formazione da camera - in duo con la mando- Il lungo sodalizio con i Solisti Veneti diretti da C. Scimone le linista Dorina Frati o con il chitarrista Vincenzo Torricella - ha ha consentito di esibirsi nelle sale più importanti del mondo, tenuto concerti presso Festival Chitarristici Internazionali e pre- partecipando a numerose tournée e festivals. stigiose Associazioni musicali in Europa e Giappone. È primo mandolino dell’Orchestra del Teatro alla Scala e del- la Filarmonica della Scala, con cui collabora dal 1987. È stata Ha pubblicato un cd per la MAP di Milano, dedicato integral- diretta da Carlos Kleiber, Carlo Maria Giulini, , mente alle opere del compositore messicano Manuel M. Ponce Daniel Barenboim, Antonio Pappano, Lorin Maazel, Giuseppe (“Disco del mese” per la rivista “Seicorde”); per Dynamic ha Sinopoli, , D. Gatti, Riccardo Chailly. Ha inciso per realizzato un cd di musica da camera con Dorina Fra- Sony, Emi, Decca ed Erato; con Dynamic si è dedicata negli ulti- ti, dedicato a J. S. Bach, con trascrizioni per mi anni alla riscoperta di un interessante ed inedito repertorio mandolino e chitarra curate dal duo. per mandolino.

Nel 2008 la rivista “Seicorde” ha pubbli- Nel 1981 ha fondato l’Orchestra a plettro del Centro Musicale cato come cd allegato una sua registra- del Villaggio Sereno di Brescia, che tuttora dirige e con la quale zione dedicata al repertorio romantico. ha ottenuto importanti riconoscimenti in Europa e Giappone. È stata interprete di diverse prime esecuzioni assolute, tra cui Svolge un’intensa attività didattica, ricordiamo il Concerto per mandolino, chitarra e Orchestra da quest’anno anche presso il Liceo Musi- Camera “Fiori di Novembre” di Angelo Gilardino ed il brano cale di Mantova, per tre Attori recitanti e Orchestra a Plettro “L’Isola dell’Amo- e collabora rego- re” del compositore svizzero Francesco Hoch, quest’ultimo a lei larmente alla Ma- dedicato. sterclass estiva or- È docente di Mandolino presso il Conservatorio “Cesare Pollini” ganizzata all’interno di Padova e tiene masterclass e seminari di interpretazione per del Festival Chitarristico enti e associazioni musicali. di Castell’Arquato (PC). note all’ascolto

a prima parte del programma, interamente dedicata al pe- chitarra come una sorta di ideale “cembalo colorato”, abbia- Lriodo barocco, offre diversi esempi di composizioni tutte mo deciso di attingere alla versione bachiana per la trascrizio- dedicate agli strumenti a pizzico in voga all’epoca: mandolino, ne del celeberrimo Concerto di Alessandro Marcello, originale liuto e clavicembalo. per oboe e orchestra.

La Sonata IX del compositore bolognese Giuseppe Gaetano Boni, con cui si apre il programma, fa parte di una raccolta di La seconda parte del concerto è dedicata al repertorio del No- 12 sonate, intitolata “Divertimenti per camera a violino, violo- vecento storico e dell’Ottocento. ne, cimbalo, fl auto e mandola, op. II”, pubblicata a Roma pre- sumibilmente nel 1720: si tratta di una composizione articolata La Sonatina Meridional è una delle opere più felicemente ri- in tre brevi movimenti, nella cui fresca inventiva melodica si uscite del messicano Manuel Maria Ponce, intimo amico del può ravvisare l’infl uenza di Arcangelo Corelli. chitarrista Andrés Segovia, personalità carismatica che negli anni Venti e Trenta ebbe il merito di portare la chitarra in tut- Tra i numerosi concerti che Antonio Vivaldi scrisse per strumen- to il mondo e di stimolare diversi compositori di vari Paesi ad ti solisti e orchestra, quello per liuto in Re maggiore RV93 è arricchire il repertorio per chitarra. senz’altro tra i più celebri: suddiviso nei canonici tre movimen- Nei tre movimenti della Sonatina, elementi ritmici e melodici ti Allegro-Largo-Allegro, è stato da noi trascritto in modo che propri della musica folklorica messicana si fondono in una for- parte orchestrale e parte solistica vengano affi date in modo ma elegante e compiuta, d’ispirazione europea: Ponce visse e alternato ai nostri due strumenti, privilegiando l’aspetto della studiò infatti per lunghi anni a Parigi, e questo gli permise di ricchezza timbrica, tanto cara a Vivaldi. elaborare uno stile compositivo estremamente raffi nato, che ispira composizioni quali la Sonata III, le Variazioni e Fuga sulla Le dieci variazioni su tema detta “La Fustemberg” del com- Follia di Spagna, il Concierto del Sur e tanti altri capolavori per positore Antonio Riggieri, appartengono a una serie di pub- chitarra. blicazioni fatte a Parigi tra il 1781 e il 1783; le variazioni rap- Di Raffaele Calace, autore napoletano tra i più conosciuti del presentano quanto di più completo e virtuosistico il repertorio panorama mandolinistico internazionale, il Notturno ….cielo barocco per mandolino solo offre; le peculiarità timbriche e stellato è una successione di suoni rarefatti eseguiti con la tec- tecniche dello strumento sono messe in risalto dalla maestria nica del “tremolo”, effetto tipicamente “partenopeo”che ha del compositore, sicuramente esperto conoscitore degli stru- riconosciuto per più di un secolo il mandolino come rappre- menti a pizzico. sentante più signifi cativo della musica popolare napoletana. Il programma si conclude con un’opera classica, la Sonata Con- La musica barocca italiana era talmente ammirata a livello certata di Niccolò Paganini, anch’essa articolata in tre movi- europeo che quando Johann Sebastian Bach prestò servizio menti. Lo straordinario violinista genovese si dilettava anche presso la corte di Weimar negli anni 1708-1716, fu invitato dal con la chitarra, per la quale scrisse pagine molto ricche; si dedi- colto Principe Johann Ernst di Sassonia, abile clavicembalista, cò anche al mandolino, con alcune brevi composizioni. a trascrivere per il proprio strumento diversi concerti di auto- Pertanto ci permettiamo di eseguire questa Sonata con il man- ri italiani (in primis Vivaldi e Marcello) originali per orchestra dolino, anziché con il violino, come è stata pensata originaria- d’archi: naturalmente il genio di Eisenach non si limitò a fare mente. Il carattere “concertato”, che vede alternare l’esposi- un lavoro di mera trascrizione, ma aggiunse elementi suggeriti zione dei temi ai due strumenti, anima la composizione, in un talvolta dalla tecnica cembalistica (variazioni in arpeggio, fi o- gioco di botte e risposte vivaci e giocose. riture melodiche) o da esigenze di arricchimento contrappun- tistico, che rendono queste opere ancora più interessanti degli Dorina Frati e Piera Dadomo originali. Per questa ragione, immaginando il duo mandolino-

25 ACCADEMIA NAZIONALE VIRGILIANA i luoghi storici

a ricostituzione dell’Accademia Nazionale Virgiliana risale a un Leditto di Maria Teresa Imperatrice d’Austria del 1768. Mantova traversava un periodo storico diffi cile.

Con l’ascesa al trono di Maria Teresa d’Asburgo anche Mantova è investita da quella corrente di rinnovamento e di riforma che carat- terizzò tutto il regno dell’Imperatrice.

L’Istituzione, denominata allora “Reale Accademia di Scienze e Bel- le Lettere” divenne in realtà una vera e propria scuola superiore e universitaria articolata in tutte le discipline e divisa in varie classi. Tale altezza di compiti le assicurò rapidamente una meritata cele- brità in Italia e all’estero. Fino da allora le fu destinata la sede ove si trova tuttora: il Palazzo Accademico restaurato dall’architetto neo- classico Paolo Pozzo, e abbellito dallo splendido teatro di Antonio Galli da Bibiena inaugurato nel 1769 (Mozart tredicenne vi suonò il 16 gennaio 1770).

La “Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere” nata allora risorge- va sulle radici di una tradizione di sodalizi di cultura che risaliva al Rinascimento e al dominio gonzaghesco. Assunse il nome di Virgiliana per volontà di Napoleone Bonaparte; e la qualifi ca di Nazionale nel 1983.

In origine l’Accademia costituiva una struttura culturale e didattica fondamentale per la città di Mantova; e le era stata assegnata la proprietà di tutti i beni artistici e librari pubblici mantovani. Dopo alterne e diffi cili vicende che l’hanno gravemente impoverita, essa ha riavviato negli ultimi decenni una vivace operosità di produ- zione culturale nelle tre Classi che la compongono: Lettere e Arti, Scienze matematiche fi siche e naturali, Scienze morali. Il Corpo accademico è costituito da 170 tra accademici ordinari, onorari e soci corrispondenti.

Nella sua sede l’Accademia conserva e mette a disposizione di stu- diosi e ricercatori quanto rimane del tesoro artistico e librario ori- ginario; pubblica dal 1863 la rassegna annuale degli «Atti e Memo- rie»; svolge un’intensa attività editoriale in diverse collane proprie, per i tipi della casa editrice Leo S. Olschki di Firenze, divulgando in tutto il mondo i risultati degli studi e delle ricerche compiuti nella su a sede.

Celebra periodicamente convegni frequentati da studiosi eminen- ti, e cicli di conferenze di vario indirizzo e di alta specializzazione culturale.

26 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 11 marzo Sala ovale dell’Accademia Virgiliana, ore 20.45

MASSIMO MERCELLI fl auto

EDOARDO CATEMARIO chitarra

il concerto è realizzato grazie a:

W. A. Mozart Sonata K. 331 per fl auto e chitarra (arr. Graf/Ragossnig) Andante Grazioso Minuetto Rondò alla turca si ringrazia:

F. Schubert Sonata in la minore D. 821 “Arpeggione” per fl auto e chitarra (arr. A. Grande) Allegro moderato Adagio Allegretto

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A. Piazzolla Da “Cinco Piezas para guitarra sola” Campero Acentuado Compadre

Da “Studi per fl auto solo” Studio n. 1, n. 3, n. 2

Histoire du Tango per fl auto e chitarra Bordel 1900 Café 1930 Night club 1960 Concert d’aujourd’hui

27 MASSIMO MERCELLI

llievo dei celebri fl au- d’anima piena” diretto dal compositore stesso e ha partecipa- Atisti Maxence Larrieu to, alla Filarmonica di Varsavia, al festival dedicato ai 75 anni di ed André Jaunet, Massimo Krszystoff Penderecki. Mercelli a diciannove anni Nella stagione 2009-10 ha suonato al MITO Festival di Milano, diviene primo fl auto al Te- al Teatro Nazionale di Praga con Denice Graves, in Cina con Luis atro La Fenice di Venezia, Bacalov al Expo di Shangahi e ha effettuato la prima esecuzione vince il “Premio Francesco mondiale del concerto per fl auto ed orchestra di Michael Nyman Cilea”, il “Concorso Inter- a lui dedicato. Recentemente ha suonato alla Cajkovskijj Hall di nazionale Giornate Musi- Mosca sotto la direzione di Yuri Bashmet e al MusikVerein di cali” e il “Concorso Interna- Vienna. zionale di Stresa”. Nel 2012 ha suonato in Russia,Cina, Europa e Sud America in im- Suona regolarmente nel- portanti sedi come le Filarmoniche di Berlino, Vilnius, Praga. Nel le maggiori sedi concer- mese di settembre 2012 è uscito il cd con l’integrale della musica tistiche del mondo: Carnegie Hall di New York, Herculessaal e per fl auto di Philip Glass edito da “Orange Mountain Record”. Gasteig di Monaco, Mozarteum di Salisburgo, Teatro Colon di Buenos Aires, Concertgebouw di Amsterdam, Auditorium RAI di Torino, Victoria Hall di Ginevra, San Martin in the Fields e Wigmore Hall di Londra, Parco della Musica di Roma, Filarmo- nica di San Pietroburgo, Filarmonica di Varsavia, e nei Festival EDOARDO CATEMARIO di Ljubljana, Berlino, Santander, Vilnius, San Pietroburgo, Bonn, Festival Cervantino, Reihngau, Jerusalem, Warsaw, collaboran- do con artisti quali Yuri Bashmet, Jean-Pierre Rampal, Krzsystoff doardo Catemario, è Penderecki, Jiri Belohlavec, Albrecht Mayer, Gabor Boldowsky, Enato a Napoli ed ha in- Philip Glass, Michael Nyman, Massimo Quarta, Ennio Morricone, trapreso lo studio della chi- Luis Bacalov, Peter-Lukas Graf, Maxence Larrieu, Aurele Nicolet, tarra all’età di cinque anni. Anna Caterina Antonacci, Ramin Bahrami, Federico Mondelci, Ha studiato con Jose Tomàs Jan Latham Koenig, Catherine Spaak, Susanna Mildonian, e con e Maria Luisa Anido. Piano- orchestre come la Philarmonia, i Moscow Soloists, i Wie- forte e analisi con Titina De ner Symphoniker, i Solisti della Scala, i Virtuosi Italiani, i Salzburg Fazio ed interpretazione Chamber Soloists, la Moscow Chamber Orchestra, i Musici. con Leo Brouwer. Direttore artistico e fondatore dell’Emilia Romagna Festival, dal Chitarrista estremamen- 2011 è stato eletto vice presidente della prestigiosa European te versatile, passa con di- Festival Association. Appassionato della musica del nostro tem- sinvoltura dal repertorio po, ha eseguito in prima esecuzione “Facades” di Philip Glass romantico (suonato su col compositore al pianoforte,oltre a prime esecuzioni di Nyman, strumenti originali) a quello barocco, al novecento storico alla Glass, Morricone,Penderecki, Bacalov che sovente gli hanno de- musica contemporanea e d’avanguardia. Il suo repertorio inclu- dicato i brani. L’11 settembre 2006 ha suonato presso l’audito- de una enorme quantità di pezzi solistici, da camera e 44 con- rium dell’ONU, a New York. certi per chitarra ed orchestra. Nella stagione 2008 si è esibito alla Filarmonica di Berlino nella Artista DECCA dal 2008. Vanta al suo attivo numerosi primi pre- stagione uffi ciale e alla Filarmonica di Mosca in un Galà con Yuri mi di concorsi nazionali ed internazionali. Bashmet e Gidon Kremer. Nell’agosto 2008 si è esibito come soli- Ha vinto, tra l’altro, il primo premio dei prestigiosissimi concorsi sta nella prima assoluta della cantata di Ennio Morricone “Vuoto “Andres Segovia” di Almuñecar (Granada) nel 1991 e di Ales-

28 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 sandria nel 1992. Ha suonato in prima assoluta composizioni a note all’ascolto lui dedicate tra cui: “Carpe Diem” di Gerard Drozd, “El Kalasha de Avalokitesvara” di Eduardo Morales Caso, “I racconti di Mamma Orca” di Roberto De Simone per chitarra e quartetto Mozart: Sonata in la maggiore K. 331 d’archi, “Cuadernos de Danzas” di Marcelo Sotelo per violino, chitarra e ensemble ed il “Concerto Serenata” di Oliviero Laca- ella primavera del 1778, Mozart e sua madre giunsero a gnina per chitarra e orchestra d’archi. È stato ospite in quali- NParigi, ambìta meta di un ennesimo viaggio avviato nel set- tà di solista di grandi orchestre: Melbourne Synphony, Wiener tembre dell’anno precedente, e concepito a scopo di carriera. Akademie, Orquesta Nacional de Andorra, Pomeriggi Musi- Fu in questa città, viva di salotti, teatri, dispute intellettuali cali, Orchestra di Padova e del , Accademia Bizantina, e fi gure infl uenti che il ventiduenne compositore compì una Orchestra della Toscana, Orchestra di Stato del Messico, Solisti serie di cinque sonate per pianoforte che oggi appaiono come di Fiesole con direttori quali: Martin Haselboek, Oleg Caetani, un punto fermo nella sua evoluzione: rifl esso dell’ambiente Marzio Conti, Michael Helmrat, Inma Shara, Ottavio Dantone, nel quale si trovò a vivere, ed immagine rielaborata di infl uen- Enrique Batiz e Nicola Paszkowski. Catemario affi anca alla sua ze musicali altre, tra cui - riconosciute dagli esegeti - quelle di carriera da solista una intensa attività cameristica che lo ha por- Johann Schobert e Johann Christian Bach. tato a collaborare con musicisti quali: Alain Meunier, Massimo La Sonata in la maggiore K. 331 è divenuta celeberrima in par- Quarta, Alexandre Da Costa, Mario Carbotta, Roberto Fabbri- ticolare in ragione dell’Allegretto “Alla turca” che ne è a con- ciani, Antonello Farulli, Mario Ancillotti, Sylvie Gazeau, Silesian clusione, ma si distingue anche per altre caratteristiche tra cui string quartet, Vega string quartet. Edoardo ha partecipato ad un primo ampio movimento in forma di variazioni (originato emissioni radiofoniche e televisive per le maggiori reti naziona- da un tema puro e malinconico). Si tratta di una Sonata che li BBC (UK), ABC (Australia), CBC (Canada), TVE2 (Spagna), RTF3 esibisce, anche per la presenza di un Minuetto centrale, un evi- e ARTE (Francia), RAI1 e RAI3 (Italia), TV2000 (Vaticano). dente carattere “francese”, interpretato nel senso di quell’eso- Ha tenuto concerti da solista nelle sale più prestigiose del mon- tismo di radice turca che percorreva l’Europa in una brillantez- do: Grosser Saal of the Wiener Musikverein (Vienna), Audito- za non aggressivamente espansionistica, ma con l’ironia di una rio Nacional e Teatro Real (Madrid), Wigmore Hall e St John’s lontananza un pò selvatica, ma pacifi cata e innocua, anche se Smith Square (Londra), Weill Hall at Carnegie Hall (New York), la storia ci racconta che la pressione ottomana sull’Est europeo Bolshoi Saal della Philarmonia (San Pietroburgo), Suntori Hall e non fu certo placata in quella fi ne secolo. Tokyo Opera Hall (Tokyo), Sidney Meyr Bowl e Town Hall (Mel- bourne), Citè de la musique (Parigi), Gewandhaus (Lipsia), Tea- tro Coliseo (Buenos Aires), MusikHalle (), Auditorium Schubert: Sonata in la minore per arpeggione (violon- Cariplo (Milano), Villa Rufolo () etc. cello) e pianoforte D. 821 La sua produzione discografi ca include lavori per: DECCA Re- cords, ARTS Music e Koch Schwann. Le sue registrazioni hanno a Sonata per arpeggione e pianoforte risale alla fi ne del vinto numerosi premi della critica quali: Cinque stelle di “Musi- L1824, anno in cui Schubert, già colpito dalla sifi lide, si defi - ca” (Italia), Scelta del mese di CD classica (Italia), Scelta dell’edi- niva “la creatura più infelice e sciagurata del mondo” (così si tore di Guitart (Italia), Joker di Crescendo (Belgio) fra le altre… legge in una lettera indirizzata all’amico Leopold Kupelwei- Nel Gennaio 2004 la sua incisione del Concerto n1 di Giuliani ser). Si tratta di una pagina non cruciale dell’inventiva schu- è stata allegata al BBC Music Magazine. Catemario è anche un bertiana, ma tuttavia in grado di rappresentare compiutamen- apprezzato didatta, ha dato Master Classes in Francia, Spagna, te un fascinoso profi lo estetico al quale concorrono in egual Italia, Regno Unito ed Austria. Collabora con la Royal Academy misura una ispirazione melodica raffi natissima, la pulizia della di Londra dove è regolarmente invitato dal 2006, ha tenuto forma ed una fresca espressività salottiera, eco del mondo bor- corsi durante la “Sommer Akademie” del Mozarteum di Sali- ghese ed amico della musica del quale il maestro viennese fu sburgo, alla Musikhochschule di Lipsia, all’Indiana University, spesso partecipe. Brooklyn University ed altre istituzioni. È stato titolare della Lo strumento ad arco per il quale la Sonata fu progettata, cattedra di perfezionamento ed interpretazione presso il “Con- venne presto accantonato dalla pratica concertistica trovan- servatoire International de ” (Parigi, Francia) dal 1995 fi no do però un degno sostituto nel violoncello a partire dal 1871 al Giugno del 2001. Edoardo Catemario suona con corde Royal quando apparve in una trascrizione dedicata; con quest’ultimo Classics “Sonata light”. strumento l’arpeggione condivideva all’incirca la dimensione

29 ma non il numero delle corde (erano 6 anziché quattro), men- bilanciato tra il nuovo mondo e la vecchia Europa. Erede ma tre accordatura e forma rimandavano alla chitarra. Questo il non portavoce della tradizione, Piazzolla rielabora la voce di motivo dei nomi alternativi, quali chitarra-violoncello, chitarra Buenos Aires fi ltrandola attraverso la sensibilità jazz e l’appli- d’amore o chitarra ad arco dello strumento ideato nel 1823 cazione di impeccabili stilemi della musica classica europea. dal liutaio viennese Johann Georg Staufer, artigiano geniale Una Buenos Aires idealizzata cui sollevare la gonna in cera for- ma sfortunato. se di intimi segreti da svelare attraverso una sorta di viaggio La Sonata schubertiana, che come tutti i lavori di successo co- nei suoi luoghi, nella sua storia, o nei suoi personaggi tipici. nobbe molti altri adattamenti, e della quale forse il chitarrista Le Cinco Piezas sono cinque ritratti che colgono l’essenza più e violoncellista italiano Mauro Giuliani fu primo interprete, intima dei “Porteños”, intimamente lacerati da un eterno dis- consta di tre movimenti che lasciano allo strumento ad arco sidio di passioni incurabili: Campero giocato tra un improba- piena libertà d’esprimere momenti di felicissima cantabilità: bile tango in 7/4 ed il ritmo di milonga pampeana, Romantico l’”Allegro moderato” si appropria di stilemi propri di un vir- che alterna tenerezza e passionalità in un alternante gioco tuosismo vocale con gusto squisito, l’”Adagio” si esprime in un chiaroscurale, Acentuado dove le percussioni risuonano come lirismo accolto e vibrante, ed un’agile delicatezza contrasse- colpi mortali inferti ad un’anima già sofferente, Triston quasi gna il conclusivo “Allegretto”. un gioco intellettuale d’abbandono alla morte, Compadre col A. Z. suo linguaggio frammentato mette un improbabile parola fi ne a questa serie. Le passioni, come nelle Tango-Études per fl auto solo scritte nel Le musiche di Astor Piazzolla 1987, sono alla base anche dell’Histoire du Tango. In origine il tango fu musica di bordello (Bordel 1900), portavoce ella pro- stor Piazzolla: ci troviamo di fronte ad un compositore vocatoria ilarità un po’ spaccona di immigrati italiani francesi Ache ha una collocazione storica quanto mai ambigua: e spagnoli. Musica da strada, sottofondo di duelli a colpi di troppo classico per essere folklorico e viceversa! D’altronde lui coltello e di sfi de lanciate alla polizia. Nel periodo successivo stesso cercando di ricomporre la distanza che lo separa dalla (Café 1930) il tango sale di rango, entra nella società bene, tradizione confessava: «…io faccio musica di Buenos Aires…». perde parte della sua freschezza e “cattiveria” per assumere Dunque non semplicemente tango! connotazioni più lente e melanconiche. Si arricchisce dal punto Come fortunatamente spesso avviene, l’ostilità serbata al no- di vista armonico e passa ad essere anche un genere di musica stro compositore da ambienti più o meno tradizionalisti è stata da ascolto. Night Club 1960 ci porta un tango “innovativo”, palesemente smentita dal grande successo di pubblico. Ci sono forse infl uenzato dalla musica brasiliana. Le tradizioni comin- autori la cui musica tocca corde profonde dell’anima, le nostre ciano a vacillare sotto l’urto di una contestazione generazio- passioni più intime, i dolori inconfessati. C’è musica che fa af- nale che prebde, almeno da un punto di vista musicale, toni fi orare dal profondo tutto ciò che fa male ma che fa sentire quasi rivoluzionari. Il dissidio passionale diventa lucida follia in vivi. Astor Piazzolla lo sapeva… “Un pensamento triste para Concert d’aujourd’hui. È un Piazzolla che fa da ideale collega- bailar…”. Non ricordo più dove ho letto questa defi nizione del mento tra ‘900 storico (Bartók e Stravinskij in testa) e ciò che tango, certo è che l’ho sentita ripetere tante volte riferita a potrebbe essere il tango del futuro. tutto il tango cosiddetto classico. Ebbene se lo volessimo esten- dere ad Astor Piazzolla bisognerebbe vestirla di una dimensio- Edoardo Catemario ne assolutamente nuova. “Tristezza che immersa in un mare di solitudine diventa passione”. Una solitudine fi glia del nostro tempo e delle grandi metropoli. Una solitudine che va al di là del semplice gioco intellettuale, che è reale nella sua fi sicità. Allievo di Alberto Ginastera e di Nadia Boulanger, Piazzolla è il ponte ideale tra Buenos Aires e Parigi. Respira da sempre cultura metropolitana e se ne fa interprete. Ha profondamen- te assimilato gli umori, le incoerenze, i modi di espressione, i sentimenti di Buenos Aires. Questo patrimonio lo usa non per un lavoro di semplice traslazione ma per la formulazione di un pensiero musicale proprio, personalissimo e perfettamente

30 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 18 marzo Auditorium Monteverdi, ore 20,45

QUARTETTO DI SASSOFONI ACCADEMIA

GAETANO DI BACCO, sassofono soprano ENZO FILIPPETTI, sassofono contralto GIUSEPPE BERARDINI, sassofono tenore FABRIZIO PAOLETTI, sassofono baritono

il concerto è realizzato grazie a:

J. B. Singelée J. Françaix Premier Quatuor op. 53 Petit quatuor Andante- Allegro Gaguenardise Adagio sostenuto Cantiléne Scherzo Sérénade comique Finale A. Romero A. Glazunov Cuarteto Latinoamericano Quartetto op. 109 Fandango Allegro Serenata Canzona variée Chôro y tango Variazione I Variazione II T. Escaich À la Chopin Tango Virtuoso Scherzo Finale

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31 GAETANO DI BACCO, sassofono soprano QUARTETTO DI SASSOFONI ENZO FILIPPETTI, sassofono contralto ACCADEMIA GIUSEPPE BERARDINI, sassofono tenore FABRIZIO PAOLETTI, sassofono baritono

l Quartetto di Sassofoni Accademia si è costituito nel 1984 ed Ha collaborato con solisti e compositori di rilevanza interna- Iè considerato a livello internazionale tra i gruppi italiani più zionale come Claude Delangle, Luisa Castellani, Bruno Canino, attivi nel suo genere, sempre mantenendo la stessa formazione. Massimiliano Damerini, Jan Van der Roost, Zagreb Saxophone Ha tenuto più di 1500 concerti in Italia e all’estero svolgendo 70 Quartet, Fundacion Sax Ensemble di Madrid, Ennio Morricone, tournée in 26 Paesi (Europa, America del Nord e Sud, Medio ed Vittorio Fellegara, Ada Gentile, Franco Mannino, Marco Di Bari Estremo Oriente, Africa). e Aldemaro Romero. Si è esibito per importanti istituzioni musicali e festival in sedi Attivo sia nell’ambito della musica contemporanea, con più di 70 prestigiose quali La Biennale di Venezia, Mozarteum di Salisbur- opere scritte e dedicate, che nella ricerca di musica rara per sas- go, Conservatoire National Superieur de Musique de Paris, cap- sofono, come le musiche dei compositori francesi dell’ottocento pella Paolina al Quirinale a Roma, Teatro “Teresa Carreño” di incisi in prima mondiale nel Cd “Hommage a sax”, ed i concerti Caracas, Palau de La Musica di Valencia, Konzerthaus di Berna, per quartetto e orchestra dei compositori italiani Lovreglio e Ric- Museo di Arte Contemporanea di Barcellona, Teatro “Lisinski” ci-Signorini, più volte eseguite nel mondo. Tiene corsi, master- di Zagabria, University Concert Hall di Klapeida, Centro “Bellas class e conferenze a San Francisco, Parigi (Conservatoire Natio- Artes” di Madrid, Sala dei concerti del Conservatorio “G, Verdi” nal Superieur de Musique), Slovenia, Spagna, Albania, Turchia, di Torino, Teatro “Rossini” di Pesaro, Teatro “G. Verdi” di Trieste, Venezuela e Italia. I suoi componenti sono docenti di sassofono Teatro “Alfi eri” di Torino, “Ted Mann“ Teather di Minneapolis, nei Conservatori di Musica di Roma, Udine, Pescara, e L’Aquila. Philarmonie di Lussemburgo, Accademia Filarmonica di Bologna, L’attività discografi ca del Quartetto Accademia consta di una Filarmonica “Laudamo” di Messina, ASAM di Siracusa, Istituzione dozzina di compact disc per Nuova Era, Dynamic, Edipan, Iktius, Universitaria dei Concerti di Roma, Società dei Concerti “Barat- BMG-Ariola, Paganmusic e Riverberi Sonori. telli” dell’Aquila, Società dei Concerti della Spezia, festival “Ro- Per la carriera svolta è stato insignito del prestigioso “PREMIO maeuropa” a Roma, du Maurier Toronto Downtown Jazz Festival, SCANNO”, XXXIX edizione. 1st European Jazz Festival in Athens, Festival Pontino, festival di “Musica Verticale”, festival “Nuova Consonanza”, Roma, festival “Nuovi Spazi Musicali” Europalia” a Bruxelles, aecc.

note all’ascolto

Jean Baptiste Singelée, Premier Quatuor op. 53

iolinista e compositore nato a Bruxelles, fece parte di di- Vverse orchestre (tra cui quella dell’Opéra Comique di Pa- rigi), prima di diventare violino solo al Théâtre Royale di Bru- xelles. Prolifi co compositore, scrisse due Concerti e numerose Fanta- sie per violino, oltre che diversi altri pezzi strumentali e musica per balletto (per il Teatro de La Monnaie). Singelée, intimo amico di Adolphe Sax, inventore, verso la metà dell’Ottocento, dello strumento che porta il suo nome, fu tra coloro che sollecitarono lo sviluppo dei quattro sassofoni

32 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2012 principali insieme a Demerssemann (il brevetto della famiglia Jean René Françaix, Petit Quatuor completa avvenne nel 1846). Il Premier Quatuor op. 53 pubbli- cato nel 1857, è probabilmente, tra le prime opere scritte per resciuto fra musicisti professionisti (sua madre era insegnan- questa formazione strumentale, di cui Singelée fu l’iniziatore Cte di canto e suo padre compositore e direttore del Conser- e promotore. vatorio) Jean Français divenne un prodigio musicale, potendo Questo lavoro, differente dal resto della sua produzione, fu vantare di avere avuto la sua prima pubblicazione all’età di scritto in uno stile che potrebbe essere chiamato “post-classi- dieci anni. A diciotto anni divenne allievo di Nadia Boulanger. co”, stile in voga agli inizi del XIX secolo. I quattro movimenti, Françaix è conosciuto come compositore amabile ed elegante la preceduti da un’introduzione “Andante”, seguono la forma cui musica è pervasa di spirito e ironia. tradizionale: l’”Allegro”, in forma sonata; l’”Adagio” (in cui si Il Petit Quatuor pour saxophones scritto nel 1939, quando la sua nota l’introduzione del secondo tema di una delicatezza tutta carriera internazionale si era già solidamente avviata, è un mo- mozartiana) poi “Scherzo” e “Finale”. dello di gusto ed eleganza tutta francese. La immediatezza della partitura, come in altre opere di questo maestro, non scaturisce da facilità o superfi cialità, ed è sempre sostanziata da sinceri im- Alexander Glazunov, Quartetto op. 109. pulsi musicali, impreziositi spesso da una piacevole ironia.

lexander Glazunov è conosciuto principalmente per la Aqualità della sua musica strumentale. In giovane età stu- Aldemaro Romero, Cuarteto Latinoamericano. diò con Elenovsky e Rimskij-Korsakov, componendo la sua pri- ma Sinfonia all’età di sedici anni. ome Brahms, Friedrich Gulda e Leonard Bernstein, Aldema- Glazunov diresse una serie di concerti di musica russa a San Pie- Cro Romero si destreggia bene nella musica accademica come troburgo e a Parigi durante l’Esposizione Universale del 1889. in quella popolare. Oggi suona con il suo trio jazz, ma dirige Nel 1900 diventò professore del Conservatorio di San Pietro- anche le orchestre sinfoniche nei più grandi teatri del Venezue- burgo e nel 1906 fu eletto direttore e riorganizzò il Conserva- la, interpretando la più ampia gamma di generi musicali, che va torio di Leningrado dopo la guerra del 1914-1918. da Mozart agli autori contemporanei. Ha curato arrangiamenti Lasciò la Russia nel 1928 e, dopo aver soggiornato in Spagna musicali per Stan Kenton, Dean Martin, Tito Puente e molti altri; e negli Stati Uniti, si stabilì a Parigi. Queste esperienze ebbero ed ha diretto orchestre come la London Symphony Orchestra e un’infl uenza cosmopolita su Glazunov, sconosciuta agli altri la Royal Philarmonic Orchestra, svolgendo tournée negli USA, in compositori della Scuola russa. tutto il Sudamerica, in Europa e in Giappone. Romero, con il suo Il Quartetto op. 109 del 1932, è una delle ultime composizioni Cuarteto Latinoamericano para saxofones ha inteso ricercare più di Glazunov e fu scritta per il Quatuor de Saxophones de la che il recupero vero e proprio del materiale folclorico, la reinven- Garde Republicaine. Benché in stile russo, questo pezzo mostra zione di uno stile popolare. Infatti le melodie, costruite su effetti una chiara infl uenza francese. Il primo movimento è un “Alle- timbrici e ritmici, sono creazioni originali in cui sono presenti di- gro” brillante e pittoresco con un eccitante episodio “Più mos- rette suggestioni folcloriche, naturalmente trasfi gurate e fi ltrate so” fi nale. Il secondo movimento, un “tema con variazioni”, dalla sensibilità di un musicista cosmopolita e originale. è uno dei più interessanti della letteratura per quartetto di sassofoni. Il tema della “Canzona” ha un carattere in stile russo che continua attraverso le variazioni e, comunque, mostra an- Thierry Escaich, Tango Virtuoso che l’infl uenza della musica europea che spesso è attribuita ai lavori di Glazunov. Il “Finale” presenta con una introduzione ango Virtuoso, infi ne, è un’opera originale per quartetto confezionata con il materiale musicale che lo precede, sulla Tdi saxofoni scritta dal francese Thierry Escaich (1965), com- quale s’innesta il tema del “rondò”. positore, organista e improvvisatore di fama internazionale Qui Glazunov coltiva particolarmente la breve cellula ritmica che ha dedicato anche altre composizioni allo strumento di dell’Introduzione che, con l’accentuazione dei controtempi, Adolphe Sax (per tutte Le Chant des Ténèbres). Tango virtuoso acquisisce un’aura di danza russa. Il tutto termina con una può esser defi nito come un divertissement costruito su un tem- “coda” molto sviluppata, concludendo in un progressivo ac- po di tango che il compositore esalta con una scansione ritmica celerando con una formula cadenzale sul presto di grande vir- molto marcata, la cui complessità è pari a quella dei “vocalizzi” tuosismo. affi dati al sax soprano.

33 SAN BARNABA i luoghi storici

a facciata si propone quale prototipo delle varie chiese rinnovate L a Mantova e nel corso del XVIII secolo. Guarda su una piazzetta che si apre sui due lati, rispettivamente verso via Chiassi e via Poma e può ben essere considerata una delle più ampie chiese di Man- tova. La facciata, progetto di Antonio Bibiena, conclude nel 1737 un globale rifacimento affi dato all`architetto Moscatelli Battaglia e alla direzione del ticinese Giovanni Maria Borsotto (1716-1736).

Committente è l`ordine dei Servi di Maria, qui presente con con- vento e chiostro del XIV sec. al 1797; demolito il convento, sotto il porticato che corre lungo i due lati superstiti del chiostro, adia- cente alla chiesa, certamente ampliato nel corso del Quattrocento per lievi assonanze coi modi di Luca Fancelli, le lunette affrescate nel tardo `500 o nel primo `600 raccontano episodi e propongono fi gure dell`ordine dei Serviti.

La lunga navata settecentesca della chiesa, verso la quale si apro- no gli altari di accurato impianto architettonico, è solennemente cadenzata sino alla profonda abside davanti alla quale lo spazio si dilata in corrispondenza della sovrastante cupola. Lungo le pareti eleganti incorniciature a stucco di gusto rococò racchiudono tele coi santi ed i beati dei Serviti; si tramanda memoria dell`ordine dei Servi di Maria con l`effi ge di San Filippo Benizzi nella tela di Giusep- pe Orioli (1730), pala del terzo altare a sinistra dell`ingresso. Nella parete di fondo dell`abside, al di sotto di un pregevole gruppo scul- toreo in stucco con l`Eterno Padre, la pala raffi gura La Madonna con Bambino e i Santi Barnaba e Marco, dipinto di ignoto autore del Cinquecento, certamente rimaneggiato nella presentazione dei due santi in periodo più tardo. Sulla parete sinistra del presbiterio, nella cornice a stucco è la tela di Teodoro Ghisi, con aggiunta set- tecentesca nella parte superiore, raffi gurante con imponente so- lennità il Salvator Mundi; le sta di fornte il quadro di Bernardino Malpizzi che propone Madonna con Bambino e San Filippo Benizzi (fi ne `500).

Ai lati della bussola d`entrata si notano acquasantiere cinque- centesche di pregevole fattura, mentre sulla parete sovrastante è collocata la grande tela di Lorenzo Costa il Giovane che svolge, in orizzontale e con modi pacati, il tema della Moltriplicazione dei Pani e dei Pesci (1582-1583); le opere provengono dalla chies di San Sebastiano. All`altare della terza cappella, ovali in cui sono raffi gu- rati I Sette Fondatori dell`Ordine Servitico (copie) inquadrano un gruppo ligneo del tardo Cinquecento che propone una Pietà di ac- cento fortemente greve.

Nell`altare della seconda cappella sul alto sinistro è inserito un af- fresco strappato, della fi ne del Quattrocento, con l`immagine della mantovana Beata Elisabetta Picenardi, del Terz`Ordine dei Servi di Maria (1428-1468). Sulla cantoria del alto sinistro del transetto un grande quadro di Alessandro Maganza (ultimi decenni del XVI sec.), forse destinato al refettorio dei Serviti, con Le Nozze di Cana, mo- stra un accento quasi veronesiano.

Gli ambienti in cui è la cappella invernale, in fondo al primo portica- to del chiostro, corrispondono alla sala capitolare ed alla sagrestia dell`antico convento dei Servi di Maria; recentemente sono stati portati alla luce oranati a fresco del XVI sec. Nella cappella è pala d`altare un dipinto del primo XVI sec., Madonna con Bambino, at- tribuito al Bonsignori.

34 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 8 aprile Chiostro di San Barnaba, ore 20.45

GIANFRANCO GRISI cristallarmonio TRIO D’ARCHI DI BERGAMO PIERANTONIO CAZZULANI, violino CHRISTIAN SERAZZI, viola MASSIMO REPELLINI, violoncello

ALTRI SUONI il concerto è realizzato grazie a: “Da Bach a Morricone”

Il Concerto “Da Bach a Morricone” spazierà dai compositori classici fi no ad arrivare ai giorni nostri con l’esecuzione di alcune famose colonne sonore di fi lm come “Romeo e Giulietta”, “Amarcord” di Nino Rota, “C’era una volta il West”, “C’era una volta in America”, di Ennio Morricone e con il brano originale di Gianfranco Grisi “Medsommernat”.

Gianfranco Grisi ha perfezionato e brevettato il Cristallarmonio, uno strumento unico al mondo, costituito da bicchieri di cristallo suonati con i polpastrelli tramite sfregamento. La particolare disposizione dei calici permette l’esecuzione di accordi fi no a sei note simultaneamente, ottenendo sonorità ed effetti musicali assolutamente originali.

35 GIANFRANCO GRISI

l percorso musicale di Gianfranco Grisi parte dal Conservato- Irio: ha studiato Pianoforte, Composizione, Direzione d’Orche- stra e Direzione di Coro. Ma Grisi è anche un musicista eclettico; pianista e direttore d’orchestra unisce ad una rigorosa forma- zione accademica una rara capacità d’invenzione. Ha trascorso buona parte della sua gioventù in giro per l’Europa, suonando con formazioni di genere diverso. Nel suo ricco curriculum di autore fi gurano musiche di scena, colonne sonore per docu- mentari, opere di musica da camera, lavori per coro e orchestra, partiture di teatro musicale. Sue opere per chitarra sono adot- tate dai programmi di studio di alcuni Conservatori in Spagna.

La Münchner Gitarrenorchester gli ha commissionato Tre Pre- ludi su poesie di F. GarciaLorca incisi su CD per la Koch Inter- national. Per la Gioventù Musicale Italiana è autore dell’opera Luna per soli, coro di voci bianche e orchestra da camera. Gli sono stati riconosciuti prestigiosi premi nell’ambito del Concorso Internazionale Federazione Cori del Trentino e del Concorso Nazionale di Como. Per conto dell’Istituto di Cultura Ladina ha orchestrato e diretto l’opera Laurin di L. Canori, con incisione su CD e ripresa RAI.

Autore del Concerto d’Arcadia per chitarra e orchestra, ne ha Con l’orchestra del Teatro Donizetti di Bergamo ha eseguito diretto la prima a Monaco di Baviera con l’orchestra I Virtuori di nell’opera “Lucia di Lammermoor” l’aria della Pazzia, concepi- Praga; nella direzione di Leo Brouwer il concerto è stato inciso ta in origine da Donizetti proprio per Armonica a Bicchieri, sia in CD per la Koch International. nella stagione di Bergamo 2006, sia in Giappone nel gennaio 2007 esibendosi anche al Metropolitan di Tokyo. Nel 1999 ha curato l’orchestrazione e la direzione del Gran Dal 1989 è docente presso il Conservatorio F. A. Bonporti di Concerto per il solstizio d’estate per conto dell’APT di Riva Trento, nella sezione di Riva del Garda come titolare di catte- del Garda. Composizione in collaborazione con Walter Abt, or- dra, in sede centrale per laboratori e stage. Per alcuni anni ha chestra: I Virtuosi di Praga, incisione su CD per Calig. tenuto laboratori nel corso di Etnomusicologia presso il conser- È fondatore e direttore dell’orchestra da camera Dissuono, vatorio Pollini di Padova. dedita alla musica del Novecento.

Dal 1995 prosegue l’attività concertistica dal vivo con alcuni strumenti assolutamente originali: Cristallarmonio e Concer- tina inglese. Con la concertina inglese e Walter Abt, famoso chitarrista di Monaco, nel 2006, per la Zappel Music è uscito il CD Argentine Tangos & Klezmer.

36 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 PIERANTONIO CAZZULANI, violino TRIO D’ARCHI DI BERGAMO CHRISTIAN SERAZZI, viola MASSIMO REPELLINI, violoncello

l gruppo si é costituito nel 2007 a seguito di una esperienza Ilavorativa comune eseguendo Lucia di Lammermoor di Doni- zetti in Giappone dove in orchestra era previsto l’utilizzo del Cristallarmonio.

Da quel momento Il gruppo (Cristallarmonio accompagnato da violino, viola e violoncello) ha effettuato numerosissimi con- certi sia in Italia che all’estero riscuotendo enorme successo di pubblico e di critica anche e soprattutto grazie all’eccezionalità dello strumento, unico al mondo, costruito dopo anni di ricer- che dal Maestro Gianfranco Grisi.

Tutti e tre i musicisti hanno suonato con numerose orchestre in Italia e all’estero sotto la guida dei più importanti direttori del panorama internazionale.

37 cucina, il refettorio e, al piano superiore, le celle. La restituzione del AUDITORIUM convento fa emergere pure antiche storie che rimandano alla sua fondazione. Nessun documento, purtroppo, ci fornisce informazio- ni esatte sui tempi del cantiere di Santa Maria della Misericordia MONTEVERDI o sull’architetto che ne diresse i lavori. Si può tuttavia presumere che possa aver usufruito dell’iniziale consulenza del prefetto del- i luoghi storici le fabbriche allora in carica: Bernardino Ghisolfo. Ma non fu solo l’iniziativa marchionale a promuoverne la costruzione quanto una serie di vicende legate alla religiosità popolare in auge nella città l convento di Santa dei Gonzaga. IMaria della Miseri- A Mantova - così si narra - Benvenuta, sorella del terzo ordine dei cordia era uno spazio, Serviti, per intercessione della beata Elisabetta de Picenardi era alquanto malandato, uscita da un’inguaribile malattia e aveva dedicato ogni cura per- destinato a sede tem- ché molte donne si riunissero in un luogo comune, per condurre poranea per vari isti- una vita religiosa: era il giorno della festività della purifi cazione di tuti scolastici oppure Maria Vergine, il 2 febbraio 1482. È questa la data che si può assu- una sede momenta- mere simbolicamente come momento di aggregazione del primo nea quando situazioni nucleo delle Servite. La data simbolica di fondazione della struttura d’emergenza lo impo- dell’attuale via Conciliazione va posta invece al 2 febbraio del 1497, nevano. Per i più, l’e- vale a dire al quindicesimo anno di costituzione della piccola comu- difi cio era conosciuto nità di religiose. Allora solo otto suore avevano vestito uffi cialmen- come la vecchia caser- te gli abiti impegnativi del secondo ordine dei servi di Maria, un ma Palestro e quasi abito che prevedeva la clausura. nessuno rammentava la precedente intitolazione a Ferdinando di Gradualmente, il monastero si dotò di una struttura funzionale, Savoia immediatamente assegnata dopo il 1866 con l’ingresso di con un ampio refettorio, una camera del fuoco comune, un chio- Mantova nel regno d’Italia. Gli austriaci, prima, la chiamavano sem- stro, opportuni parlatoi, camere di ricevimento, ghiacciaia, passet- plicemente caserma di San Barnaba: caserme Sankt Barnaba. La nuo- ti, bugadera e altri servizi appropriati. Le maestranze dei cantieri va destinazione d’uso dell’antico convento era però stata decretata, ducali offrirono i loro servizi per l’abbellimento delle sale di rap- nel 1797, durante l’occupazione francese. presentanza, a cominciare dal refettorio. Anzi, sotto la centenaria Oltre due secoli dopo, grazie all’intervento della Provincia, l’antico coltre di colori, dovrebbe ancora sopravvivere parte di quei decori spazio virginale delle Servite, è ritornato a fasti antichi per trasfor- che Gianfrancesco Tura (Tura mantovano) vi realizzò. L’artista, come marsi in «cittadella della Musica», per ospitare lo storico Conserva- attestano i documenti, ricevette una mercede di “ducati vinti, a sol- torio Campiani, la sua ricchissima biblioteca della musica, il museo di 93 per ducato, per depinzere alle sore de Santo Barnaba, quali degli strumenti musicali e un moderno e funzionale «auditorium». sono stà sborsati per il spectabile messer Iulio suprascripto, de co- E il tutto è avvenuto con un intervento di recupero che ha restitui- missione del prefato signor nostro”. Dunque anche Giulio Romano to, con misura fi lologica, l’antico spazio cinquecentesco, uno spazio dovette dedicare al complesso religioso una non proprio fugace che nonostante le multiformi utilizzazioni non aveva subito altera- attenzione. La buona organizzazione del cenobio e la qualità abi- zioni drastiche. tativa degli spazi furono premiate con la vestizione nel monastero Dei tempi della caserma sono ora riemerse durante recenti saggi, di molte donne di casa Gonzaga. nascoste da numerosi scialbi, le tracce di scritte che riferiscono del Un grande intervento di rinnovamento architettonico che investe più recente stanziamento dei militari italiani. Negli ambienti che si soprattutto la chiesa esterna avviene nel 1757: “incominciossi a ri- affacciano sul chiostro si può così leggere: prigionia di rigore ca- fabbricare la detta chiesa e si terminò come ella è al presente l’an- porali e soldati, prigionia semplice caporali, spaccio, e una interes- no 1759”. Il corpo di fabbrica della chiesa, ortogonale alla strada, sante mappa dell’Italia dipinta ad olio direttamente sull’intonaco. coperto da un tetto a due spioventi, affi ancato da un campanile Nello spazio del grande refettorio, ripartito oggi in più ambienti, oggi scomparso, fu rinnovato anche nella facciata, grazie anche alla sopravvive sulle volte una dimessa decorazione fl oreale di primo consulenza di Giovanni Maria Borsotto. novecento. Sulle lunette che chiudono il salone ricavato nel refet- Gli interventi modifi carono radicalmente l’aspetto della chiesa torio due allegorie militari, di modesta fattura, rimandano ancora esterna, delineando una navata unica con paraste e capitelli corinzi alla stagione della vecchia destinazione militare. È proprio in que- in stucco e ripartendo con fasce rilevate l’originaria volta a botte sta sala, ancora da restaurare, che i saggi tecnici hanno portato in in mattoni.La chiesa interna conservò, invece, l’assetto originario, luce lacerti della decorazione cinquecentesca realizzata da Gian- senza alcun adeguamento al gusto settecentesco. francesco Tura. Le superfi ci esterne che si affacciano sul chiostro principale sono state già oggetto di un paziente restauro che ha L’intervento realizzato in questi ultimi anni ha ridato dignità pro- fatto emergere testine di angeli, fasce decorative con girali vegeta- prio a tale ambiente, trasformato in un auditorium che rifunziona- li, cornici rosse e gialle intorno alle fi nestre e alle ghiere degli archi, lizza lo spazio senza intaccare le linee del luogo sacro. L’architetto tondi con santi aureolati, sfi ngi dal volto di donna e il corpo di leo- Carmine Mastromarino ha anche lasciato in essere l’antica divisione ne, delfi ni e amorini, papere e uccelli e, su fondo blu, il busto di un tra le due chiese. Gli spazi della chiesa esterna, ravvivati dagli stuc- misterioso giovane dalla chioma bionda e fl uente. Certamente poco chi di Stanislao Sommazzi, hanno così riconsegnato un ambiente per immaginare una impegnativa campagna decorativa che, proba- utilizzato, fi no a pochi anni fa, come palestra scolastica. La chiesa bilmente, aveva visto anche il coinvolgimento di Lorenzo Leonbruno. restituita, sebbene spoglia delle preziose tele che la ornavano, di- Ma ciò che più conta è che la realizzazione della Cittadella della venta quindi oggi un ideale foyer che guida all’auditorium vero e Musica ha creato una esperienza di rigenerazione urbana che ha proprio. I 40 metri di lunghezza delle due distinte navate emergo- ridato dignità a un esempio tipico dell’architettura conventuale no in tutta la loro autorevole dignità, frutto di una rivitalizzazione cinquecentesca. Il complesso delle Servite esprime infatti, tuttora, architettonica fi no a pochi anni fa impensabile. Quello che sembrò, la dimensione aggiornata introdotta dagli ordini mendicanti nella a metà settecento, il canto del cigno della “picciol compagnia” re- tradizione degli antichi monasteri. La disposizione generale segue ligiosa, quando si era alla vigilia di eventi che avrebbero cambiato comunque una tradizione che prevede l’opportunità di porre la per sempre l’organizzazione della comunità mantovano, riemerge Chiesa vicino al chiostro, quest’ultimo circondato dagli altri edifi ci ora limpido dalla polvere della storia. strategici del convento, con al piano terreno la sala del capitolo, la Gianfranco Ferlisi

38 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 15 aprile Auditorium Monteverdi, ore 20.45

DUO OTTO E QUINDICI

ALFREDO CERRITO, sassofono ANNA LISA GIORDANO, pianoforte

il concerto è realizzato grazie a:

E. Schulhoff Hot Sonate

R. Schumann Adagio e Allegro op. 70

G. Fitkin Gate

•••

M. Musorgskij Il vecchio castello (dai “Quadri di un’esposizione”)

C. Debussy Rapsodia

D. Milhaud Scaramouche Vif Modéré Brasileira

P. Swerts Klonos

39 DUO OTTO E QUINDICI note all’ascolto

l Duo 8 e 15 nasce Erwin Schulhoff - Hot Sonate Inel gennaio 2009, e deve il suo nome rwin Schulhoff, compositore ceco nato nel 1894, compose la all’incontro fortuito Esua Hot Sonate per sassofono e pianoforte nel 1930. che ha portato alla Era, quello, il periodo in cui l’”Hot Jazz”, il genere musicale sua formazione, in- nato a New Orleans ai primi del ‘900, negli anni ‘30 appunto, contro avvenuto fra spopolava ormai anche in Europa. Questo stile deve il suo nome la pianista Anna Lisa alle “folli” improvvisazioni che avvenivano quasi contempora- Giordano e il sassofo- neamente fra tutti gli strumenti che componevano una band, nista Alfredo Cerrito in buona parte strumenti a fi ato. Schulhoff strutturò la Hot So- sul treno Roma - Na- nate in quattro movimenti. poli delle 8:15. Il primo movimento è un lento e quasi ammiccante dialogo I due musicisti hanno in cui il sassofono ha un ruolo da protagonista, mentre il pia- avuto modo di esibir- noforte accompagna in maniera dinamica le “improvvisazioni si in diversi Festival scritte” del sax. Nel secondo movimento il ritmo si fa più incal- e importanti sale da zante, e i due strumenti ingaggiano una lotta di ritmo e fram- concerto in Italia e menti melodici in cui nessuno dei due sovrasta l’altro, mentre all’estero: in occasione del Festival di Musica di Formia, del Festi- Il terzo è un vero e proprio swing, che trasporta idealmente val di Musica da Camera di Campagnano, della Stagione “Oro, l’ascoltatore in un locale di New Orleans di inizio secolo. Incenso e Musica” di Villa Torlonia, del Festival “LeXGiornate”di Il quarto e ultimo movimento è una sorta di sintesi dei tre pre- Brescia, presso Palazzo Monsignani a Imola, presso il Salone Ber- cedenti, ed in un breve arco temporale vengono ripercorsi tutti nareggi di Bergamo, l’Auditorium “San Barnaba” di Brescia, il i temi e le atmosfere ascoltati in precedenza, per poi culminare teatro Aurelio a Roma, il palazzo Ducale di Lucca, l’Auditorium con un liberatorio e “folle” fi nale, in perfetto stile Hot Jazz. Gaber a Milano, l’Auditorium “Sant’Alessandro” di Bergamo, la Società Umanitaria di Milano, il castello di Ptuj (Slovenia). Il Duo ha frequentato il corso di Musica da Camera presso l’Ac- Robert Schumann - Adagio e Allegro op. 70 cademia “Incontri col Maestro” di Imola e attualmente si per- feziona sotto la guida del M° Konstantin Bogino e dell’Ars Trio uesto bellissimo brano, considerato uno dei più belli com- di Roma. Qposti da Schumann, venne in origine scritto per corno e Il Duo ha partecipato a numerosi Concorsi Internazionali di Mu- pianoforte, poi riadattato, per ragioni commerciali, in numero- sica da Camera, riscuotendo sempre ampio successo; nel 2011 se altre versioni, per violoncello, viola, clarinetto, oboe. i due musicisti sono risultati vincitori del I premio al concorso Entrò ben presto a far parte anche del repertorio per sassofono internazionale di Bellagio e del I premio al prestigioso concorso e pianoforte. internazionale “Camillo Togni” di Brescia, nel 2012 del I° pre- Nell’inverno 1849, lasciata Dresda - diventata troppo turbolen- mio al concorso internazionale “Città di Rocchetta”, I° premio ta a causa dei moti rivoluzionari che stanno infi ammando mez- al concorso internazionale “Alice bel Colle” (la cui giuria era za Europa - e trasferitosi nel piccolo villaggio campagnolo di presieduta dal M° Marcello Abbado), I° premio al concorso in- Kreischa, Schumann trascorre una stagione tra le più prolifi che ternazionale “Premio Schubert”. della sua vita, alternando momenti di depressione ad altri di Nel mese di ottobre 2012 Alfredo Cerrito, in duo con Anna Lisa euforia creativa. L’Adagio e Allegro op. 70 vede la luce in soli Giordano, è risultato fra i vincitori della selezione per l’assegna- tre giorni, tra il 14 e il 17 febbraio. zione di tre borse di studio indetto dalla Società Umanitaria a A dispetto della sua relativa brevità e della marginalità cui so- Milano. litamente viene relegato rispetto alle composizioni di maggior

40 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 respiro, l’Adagio e Allegro op. 70 è una pagina tutt’altro che come una passeggiata ad una mostra, ed ognuno dei brevi bra- incidentale. Essa inaugura, anzi, una serie di brevi composi- ni è la rappresentazione musicale di un dipinto. L’unico a fare zioni per organico ristretto (Fantasiestücke, Romanzen, Stüc- eccezione è Promenade, un breve “intervallo” che rappresenta ke im Volkston, Märchenbilder, Märchenerzählungen, in una la passeggiata dello spettatore - ascoltatore all’interno della sequenza di combinazioni strumentali l’una diversa dall’altra) mostra, in un itinerario di “osservazioni”. che vedranno la luce nel giro di pochi anni, tutte in forma libe- Nel 1922 Maurice Ravel compose un arrangiamento per orche- ra e talvolta, non a caso, ispirate a un immaginario fi gurativo stra dell’opera che divenne, col tempo, più nota della versione di carattere fantastico. Calato in una dimensione di metafi sica originale per pianoforte. Ravel utilizzava spesso il sassofono serenità, l’Adagio (“con molta espressione”) presenta un tema nelle sue orchestrazioni, e lo fece anche in questo caso: ne “Il legato, privo di forti contrasti dinamici eppure imprevedibile Vecchio Castello”, il secondo quadro (ma quarto brano della nelle sue virate melodiche, caratterizzato da lunghe note tenu- composizione, perché il primo e il terzo sono due promenades), te e frequenti passaggi cromatici. la voce che espone il tema principale è affi data al sassofono. Discretissimo, il pianoforte sostiene morbidamente il canto del La versione per sassofono e pianoforte deriva quindi dall’arran- corno con semplici fi gure d’accompagnamento, che abbando- giamento orchestrale di Ravel. na, di tanto in tanto, per rilanciare l’impulso tematico. Il clima cambia bruscamente con il fulminante attacco dell’Allegro. Le rapide fi gurazioni che il corno deve sostenere, spaziando in Darius Milhaud - Scaramouche una vasta area della sua estensione naturale, danno l’idea del carattere virtuosistico di questo pezzo e della grande abilità uest’opera nasce come Suite per due pianoforti da Dari- tecnica richiesta all’esecutore. Strutturato in forma di “rondò”, Qus Milhaud su commissione di Ida Jankelevitch e Marcelle l’Allegro alterna il tema principale con episodi più lirici, tra i Meyer, nel 1937, riprendendo una musica di scena realizzata, quali spicca l’ultimo, in una tonalità lontana, in cui riemergono nello stesso anno, per la farsa Il medico volante di Molière. spunti melodici e ritmici riconducibili all’Adagio introduttivo. Nel 1939 egli ne compose una versione per sassofono e orche- stra, che viene anche eseguita nella riscrittura per sassofono Giovanni D’Alò e pianoforte. L’autore aveva vissuto, durante la prima guerra mondiale, in Sud America, ed era rimasto molto colpito e am- mirato dal folklore e dai ritmi locali. Questo risulta evidente soprattutto dal terzo ed ultimo movimento della vivace e se- Graham Fitkin - Gate ducente Suite, una vera e propria samba intitolata “Brasileira”.

raham Fitkin, nato nel 1963 è considerato uno dei più Gpromettenti compositori britannici della sua generazione, Piet Swerts - Klonos e le sue opere - che rientrano nel genere minimalista e post- minimalista - sono state eseguite nelle più importanti sale da iet Swerts è un valente direttore, pianista e compositore bel- concerto del mondo. Fitkin, vincitore per due volte del British Pga nato nel 1960. Autore di un già vasto catalogo che oggi Composer Award, ha composto diverse opere per sassofono, e assomma ad almeno 200 lavori eseguiti in ogni parte del mon- Gate (scritto nel 2001 per sassofono soprano e pianoforte) è un do, Swierts si è dedicato più volte ad opere su commissione, in brano di dimensioni contenute che prende vita da due semplici special modo per competizioni strumentali. note che si alternano; la struttura va arricchendosi durante lo Klonos è stato composto nel 1993 come brano obbligatorio per sviluppo della pagina, e dà la sensazione di un lungo crescendo uno dei più importanti concorsi internazionali di sassofono, il che sfrutta l’agilità tipica del sax soprano. Concorso internazionale di Dinant, città natale dell’inventore del sassofono, Adolphe Sax. Si tratta di un brano altamente vir- tuosistico, composto in un classico schema ternario A - B - A, Modest Musorgskij - “Il vecchio castello” in cui la parte centrale rappresenta un’interessantissima ricerca timbrica basata su un gioco di armonici fra sassofono e piano- el 1874 Modest Musorgskij compose un’opera per piano- forte. La prima e la terza parte, al contrario, sono una folle cor- Nforte che sarebbe diventata celeberrima: quindici brani in- sa virtuosistica in cui sassofono e pianoforte gareggiano fi no al titolati Quadri di un’esposizione. La composizione è strutturata travolgente fi nale, in cui nessuno esce sconfi tto.

41 Amanda Sandrelli e il Duo Bandini Chiacchiaretta, ospiti di Società della Musica nella stagione 2012 22 aprile Teatro Bibiena, ore 20.45

MILENA VUKOTIC voce MARIO ANCILLOTTI fl auto SIMONE SOLDATI pianoforte

“Quando la musica è rifl esso della vita” Un intreccio di letture e musica a svelar l’origine dell’ispirazione musicale

W. A. Mozart P. Louys Lettera alla cugina Lettura di estratti da “Les chansons de Bilitis”

Sonata in do maggiore per fl auto e pianoforte, K. 14 C. Debussy Allegro Sei epigrafi antiche, per fl auto e pianoforte Allegro Pour invoquer Pan Minuetto I e II en carillon Pour un tombeau sans nom Pour que la nuit soit propice Lettera ad un amico e al padre scritta durante il viaggio Pour la danseuse aux crotales a Parigi per la morte della madre Pour l’Egyptienne Pour remercier la pluie au matin Sonata in mi minore per fl auto e pianoforte, K. 304 Allegro L. M. Fouqué Tempo di Minuetto Lettura di estratti della favola “Undine”

••• C. Reinecke Sonata in mi minore per fl auto e pianoforte op. 167 “Undine” Allegro Intermezzo Andante tranquillo con la partecipazione di: Finale

43 MILENA VUKOTIC

ilena Vukotic è nata a Roma da padre jugoslavo com- Nel 2002 le è stato assegnato il premio “Eleonora Duse” in ri- Mmediografo e da madre italiana, pianista e compositrice. conoscimento della sua prestigiosa carriera teatrale, in partico- Ha seguito gli studi artistici a Londra, Vienna e, in seguito, a lare per le interpretazioni, in quello stesso anno, di “Le donne Parigi, dove ha studiato pianoforte, danza e recitazione e ha di Picasso” di Brian McAvera, con la regia di Terry D’Alfonso, e vinto il primo premio per la danza al Conservatoire National “Notte di grazia scendi” di Samuel Beckett, diretta da Mario de Musique. Morini. Nelle stagioni teatrali 2004-05 e 2005-06 ha interpreta- Dopo una breve esperienza nel corpo di ballo dell’Opéra, ha to il dramma “Lasciami andare, madre” di Helga Schneider, per fatto parte per alcuni anni della compagnia internazionale la regia di Lina Wertmüller, e i monologhi “Il piccolo portinaio” Grand Ballet du Marquis de Cuevas e della compagnia di Ro- di Marco Amato, regia di Walter Manfré, e “Alice x Alice = Ali- land Petit, con le quali ha girato tutto il mondo. ce” di Valeria Moretti, con la regia di Marco Mattolini. A Parigi, allo stesso tempo, seguiva i corsi di recitazione alla prestigiosa scuola di Tania Balachova e faceva le prime espe- È stata la voce recitante in numerosi lavori, tra cui “Pierino e il rienze di attrice nei teatri di avanguardia. lupo”, “Histoire du soldat” ed “Enoch Arden”, con importan- ti orchestre, con il violinista Salvatore Accardo, il violoncellista Tornata a Roma negli anni Sessanta, ha iniziato la carriera te- Rocco Filippini e i pianisti Antonio Ballista, Bruno Canino, An- atrale nella compagnia Morelli-Stoppa, lavorando via via con gela Annese, Filippo Faes, Giuseppe Bruno. registi come Giorgio Strehler, Franco Zeffi relli, Franco Enriquez, Maurizio Scaparro, Paolo Poli, Benno Besson, Piero Maccarinel- li, Mario Missiroli, Lina Wertmüller, ecc. Quanto all’attività cinematografi ca, particolarmente intensa con oltre cento titoli all’attivo, ha recitato in fi lm diretti, tra gli altri, da Alessandro Blasetti, Federico Fellini, Alberto Lat- tuada, Lina Wertmüller, Mauro Bolognini, Ettore Scola, Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Dino Risi, Bernardo Bertolucci, Andrej Tarkovskij, Jean- Jacques Beineix, Nagisa Oshima, in ruoli sia drammatici che di genere leggero e comico. È stata interprete degli ultimi tre fi lm del grande Luis Buñuel ed è particolarmen- te popolare per la serie dei fi lm di “Fantozzi” (sugli schermi tra il 1980 e il 2000) in cui ha il ruolo della moglie Pina.

Nel 2003 ha preso parte a “Le seduttrici”, regia di Mike Baker e nel 2007 a “Saturno contro”, di Ferzan Ozpetek. Nel 2007 ha ricevuto il Ciak d’oro alla carriera. È molto attiva anche in televisione, per la quale ha iniziato con il “Giamburrasca” (1964) di Lina Wertmüller e ha partecipato a sceneggiati diretti, tra gli altri, da Guido Stagnaro, Raffae- le Maiello, Renato Castellani, Sandro Sequi, Vittorio Cottafavi, Massimo Scaglione, fi no alla recente e popolare serie “Un me- dico in famiglia” nella quale interpreta uno dei ruoli principa- li. Ha spesso recitato, sia per il cinema che per la televisione, anche all’estero, negli Stati Uniti, ma soprattutto in Germania, Austria e Francia.

44 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 MARIO ANCILLOTTI

ario Ancillotti è uno dei musicisti più rappresentativi Ha insegnato per venti anni ai Corsi Speciali della Scuola di Mitaliani, sia nell’ambito del suo strumento che nella sua Musica di Fiesole che riunisce i più titolati musicisti da tutto il recente attività di organizzatore e direttore. La sua fama è uni- mondo. versalmente riconosciuta ed ha avuto attività nei cinque con- tinenti. È inoltre docente da 20 anni alla Scuola Universitaria di Musica di Lugano, Svizzera, e tiene corsi e seminari in Austria, Germa- Si è formato al Conservatorio di Firenze dove ha incontrato nia, Usa, Messico, Cile, Argentina, Cina, Repubblica Ceca, Italia . grandi musicisti: Luigi Dallapiccola, Roberto Lupi, Quartetto La sua attività si è poi allargata con il complesso Nuovo Con- Italiano, Piero Bellugi. Successivamente si trasferiva a Roma ri- trappunto di cui è direttore ed animatore. I progetti nati da coprendo assieme a Severino Gazzelloni l’incarico di 1° Flauto esso, sono stati divulgati in Italia, Austria, Svizzera, Svezia, e dell’Orchestra della Rai e successivamente di Santa Cecilia. sono stati incisi in due CD dedicati a Debussy, Ravel e de Falla Più tardi si è dedicato interamente all’attività solistica, colla- nella doppia veste di direttore e di solista. Organizza due sta- borando con grandi musicisti: Accardo, Muti, Berio, Petrassi, gioni musicali molto particolari a Firenze e all’Isola d’Elba. Penderecki, Sciarrino, Henze, Canino, Spivakov, Giuranna, e La rassegna fi orentina, SUONI RIFLESSI, da lui ideata, lo ha suonando sotto la guida di Maag, Bellugi, Cambreling, Bour, portato ad essere invitato come direttore in diverse orchestre Soudant, Gelmetti, Penderecki, Melles, Muhai Tang, etc. italiane.

È uscito nel marzo 2012 un suo CD interamente dedicato a mu- siche bachiane per la rivista Amadeus, e ora l’intera opera per fl auto per la Camerata Tokyo. Dunque musicista con interessi e partecipazioni anche fuori dell’ambito strettamente musicale che ne fanno un personag- gio moderno e di ampio respiro culturale.

45 SIMONE SOLDATI

attività discografi ca di Simone Soldati, in larga parte Radio Swiss Classic. Simone Soldati ha studiato pianoforte L’dedicata alla divulgazione dei musicisti nati a Lucca - sua all’Istituto Musicale “Pietro Mascagni” di Livorno con France- città natale - (Boccherini, D.Puccini, Catalani, G.Puccini, Giani sco Cipriano diplomandosi con il massimo dei voti e la lode. Luporini) ha riscosso negli anni importanti consensi dalla critica Ha proseguito la sua formazione con Andrea Lucchesini, Maria specializzata (“...Grande vitalità ed ottimo effetto…” Riccardo Tipo, Alessandro Specchi, Dario De Rosa e Konstantin Bogino. Risaliti su CD Classics) e meritato l’attenzione di Riccardo Muti. Ha fatto parte del Consiglio Direttivo del Centro “Tempo Re- Primo premio in numerosi concorsi pianistici, Soldati rivolge, ale”, fondato a Firenze da Luciano Berio ed attualmente con- in particolare, la sua attività alla musica d’insieme suonando tribuisce attivamente alla programmazione dell’Associazione con Mario Ancillotti, Simone Bernardini (violinista dei Berliner Musicale Lucchese. Philarmoniker), Alberto Bologni, Alain Meunier, Franco Mag- Per la sua attività artistica e per il suo impegno nel campo della gio Ormezowsky, Gabriele Ragghianti, Cristiano Rossi, Susanna diffusione della cultura musicale è stato insignito del Premio Rigacci, Natasha Korsakova con la quale ha tenuto un concerto ”Lions Club Le Mura”. a Roma, in Piazza del Campidoglio, alla presenza del Presidente Insegna al Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova. della Repubblica Italiana.

Interessato alla letteratura e alle arti visive ama realizzare progetti in grado di favorire l’incontro della musica con altre espressioni artistiche. Con l’Ensemble Nuovo Contrappunto ha avuto modo di collaborare con Moni Ovadia, la vocalist Anne Ducros, le cantaore Esperanza Fernandez e Charo Martin, gli attori Pino Caruso, Ugo Pagliai, Elio Pandolfi . Ha lavorato inol- tre con Lello Arena, Arnoldo Foà ed il giornalista e scrittore Antonio Caprarica. Ha tenuto prime esecuzioni di musiche di Gaetano Giani Luporini, Fabrizio Festa e Marcello Panni.

Simone Soldati è stato presente nelle stagioni di prestigiose isti- tuzioni tra le quali Bologna Musica Insieme, Bologna Festival, Amici della Musica di Foggia, Palermo, Perugia, Pistoia e Udine, Festival Opera Barga, Festival di Camerino, Festival Pianistico di Carrara, Società Barattelli a L’Aquila, Camerata Musicale Bare- se, Centro Busoni di Empoli, Teatro di Monfalcone, I Concerti della Normale a Pisa, Festival Suoni Rifl essi a Firenze, Società della Musica di Mantova, Festival Lucca in Musica, Orchestra Cantelli di Milano, Associazione Scarlatti di Napoli, Festival di Portogruaro, Istituzione Universitaria dei Concerti a Roma, Unione Musicale e Festival Settembre Musica a Torino, Associa- zione Filarmonica Umbra a Terni, Società dei Concerti di Trieste. Ha suonato poi in Austria dove grazie a Gustav Kuhn ha parte- cipato al Tiroler Festspiele di Erl, in Germania al Berlin Interna- tional Music Festival, in Inghilterra e Svizzera. È stato ospite in trasmissioni della RAI e le sue esecuzioni sono state trasmesse dalla Radio Vaticana, Rete Toscana Classica,

46 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 note all’ascolto

Musica e parola ormai è un classico. Poi le meravigliose Sei Epigrafi antiche di Debussy, scritte per pianoforte a quattro mani, ma sul materiale preesistente delle Perché? Perché la musica è un rifl esso della vita, nasce da tutte Chansons de Bilitis, un affascinante brano per 2 fl auti, 2 arpe, quelle emozioni, situazioni, stimoli culturali che hanno movi- e celesta in cui la musica è intervallata dalle stupende liriche di mentato l’esistenza degli autori. Pierre Louÿs, materiale, dunque, che legittima la bella trascri- zione per fl auto e pianoforte, nella quale si è voluto ripristinare E sempre dietro la scrittura di una opera musicale si celano mo- l’alternanza con le liriche per illustrarne in maniera stupenda la tivazioni personali ed intellettuali. È perciò interessante inda- comune poetica. gare su come e su perché esse sono nate e ancor più mostrarlo E infi ne, e in questo caso quasi di musica a programma si trat- al pubblico, che spesso tende a credere che l’”ispirazione” na- ta, la bella Sonata “Undine” di Carl Reinecke che ripercorre la sca da una sorta di affl ato divino. storia della ninfa dei boschi e del principe Huldebrand, secondo il binomio Eros-Thanatos, in un clima di romanticismo natura- Ecco allora il Mozart fanciullo della Sonata K. 14, che fa par- listico e fantastico che nasce dalla favola di La Motte Fouqué, te della unica serie di sonate dedicate al fl auto, accanto alle di cui verranno letti degli estratti, ma anche dalle impressioni sbarazzine lettere alla cugina, e la bellissima Sonata K. 304 in dell’ascolto dell’opera Undine di E.T.A Hoffmann. mi min. scritta in occasione della morte della mamma, durante La presenza di una attrice come Milena Vukotic, che nasce da il suo viaggio a Parigi del 1778, intima, dolorosa e visionaria, famiglia di musicisti e che nella musica ha sempre avuto un che rielabora un minuetto infantile come tenera rimembranza punto di riferimento per la sua arte, è la splendida valorizza- dell’amore materno, accanto alle due lettere scritte in occasio- zione per un programma particolarmente raffi nato e bello. ne del tragico avvenimento ad un amico per preparare il padre alla tremenda notizia, e al padre stesso. Mario Ancillotti

47 Uto Ughi e Alessandro Specchi, ospiti di Società della Musica nella stagione 2012 Foto di Mirko Di Gangi - archivio Gazzetta Mantova

48 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 6 maggio Auditorium Monteverdi, ore 20.45

ALBERTO MARIA RUTA violino

ANTONELLO CANNAVALE pianoforte

“La Sonatina per violino il concerto è realizzato grazie a: e pianoforte”

F. Schubert Sonatina op. 137 n. 2 in la minore Allegro moderato Andante Menuetto: Allegro Allegro

J. Francaix Sonatine (1934) Vivace Andante Thème varié

•••

A. Dvoràk Sonatina op. 100 in sol maggiore Allegro risoluto Larghetto Scherzo: molto vivace Finale: allegro molto

49 ALBERTO MARIA RUTA

nizia lo studio del violino con Giovanni Leone, viola del cele- Premio Rimbotti 2003) ed è impegnato in una intensa attività Ibre Quintetto Chigiano, sotto la guida del quale si diploma concertistica (Amici della Musica di Firenze, Padova, Palermo, con il massimo dei voti a 18 anni. Successivamente su consiglio Ass. Mozart Italia, Musica Insieme Bologna, Accademia Filar- di N. Brainin (primo violino del Quartetto Amadeus) approfon- monica Bologna, Concerti del Quirinale con diffusione dal vivo disce i segreti della tecnica violinistica a Londra dove segue il su Radio 3, Wiltons Hall Londra, Sala CiaikovsKy Mosca, Unione corso “Advanced Solo Studie” con Yfrah Neaman, discenden- Musicale Torino, Concerti de La Sapienza Roma, Teatro Verdi te della scuola di C. Flesch, presso la Guildhall School, quindi Salerno, Accademia Filarmonica Romana, Lingotto Musica Tori- presso la Scuola di Musica di Fiesole con P.Vernikov, Z. Giles, Y. no, Ravello Festival, di Spoleto, Bologna Grubert. Festival, Festival Santander, Mozart Box, Biennale Venezia). La rivista Classic Voice ha pubblicato l’integrale dei 6 Quartetti Hanno fortemente contribuito alla sua formazione illustri mu- di L. Cherubini con un doppio cd, disco che ora è un Doppio CD sicisti quali: P. Farulli, A. Nannoni, N. Brainin, H. Beyerle, M. con etichetta Stradivarius pluripremiato (Premio del Disco Clas- Skampa, P. N. Masi, V. Berilinky. Si è esibito per le più prestigio- sic Voice, Premio Disco dell’Anno 2008 Musica e Dischi, Premio se società di concerti italiane in formazioni cameristiche con ar- 5 Stelle MUSICA, AMADUES, SUONARE NEWS). Recentemente tisti di calibro internazionale quali F. Petracchi, D. Rossi, V. Men- ha eseguito in tournèe il Triplo Concerto Op. 56 di Beethoven delsshon, A. Meunier, M. Campanella, G. Andaloro, M. Fossi, A. con il pianista A. Cannavale e il violoncellista A. Meunier. Lucchesini, F. J. Thiollier, R. Cominati, C. Ivaldi, C. Giuffredi, B. A. M. Ruta è spesso invitato a tenere Master Classes di Violino Canino, G. Corti, A. Farulli, S. Gazeau, M. Quarta. e Musica da Camera.

È il primo violino e fondatore del Quar- Recentemente ha eseguito il Concerto per violino K216 di W. tetto d’archi Savinio (con il quale ha A. Mozart con la Orchestra Rossini di Pesaroe e la Sinfonia Con- vinto il primo premio alla 17° edi- certante K364 con S. Braconi alla viola. A partire del 2012 sarà zione del Concorso Internazionale impegnato nell’esecuzione dell’Opera Integrale Quartettistica di Musica da Camera di Caltanis- Beethoveniana. Sempre col Quartetto Savinio, ha ricevuto il setta, 3° Premio D. Shostakovich Premio Carloni 2011 (Miglior Interprete) e ha fatto il suo de- Competition Moscow 2004, butto con la prestigiosa eticchetta DECCA. Nel 2013 da segnalare la 1° esecuzione di FETZEN di W. Rihm al Teatro La Pergola per gli Amici della Musica di Firenze, Ravello Festival, i Comcerti del QUIRINA- LE, Accademia Filarmonica Romana ecc..

Di lui hanno scritto: “…sicuramente, viste le sue innate doti tecniche e la sua sensibilità interpre- tativa, giocherà un ruolo importante nella vita musicale del suo paese.”(Yfrah Ne- aman),” provvisto di un’eccellente tecnica violinistica, mette con grande intelligenza e sensibili- tà al servizio del testo musicale queste sue bellissime doti.”(Piero Farulli). Suona un violino Marino Capicchioni 1963 Rimini.

50 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2012 ANTONELLO CANNAVALE

nimato da una profonda attrazione per la Musica da Ca- Amera ha collaborato con artisti del calibro di A. Meunier, B. Boano, F. Petracchi, R. Mallozzi, L. Piovano, I. Grubert, C. Giuf- fredi, V. Ceccanti, J. Pernoo, S. Gazeau, M. Caroli.

Con Alberto Maria Ruta, primo violino del Quartetto Savinio, ha eseguito le più belle pagine del repertorio cameristico come l’opera integrale delle sonate di Beethoven, Brahms, Prokofi ev. Un recital del duo è stato recentemente trasmesso da Radio Vaticana e da Rai Radio-tre.

Si è esibito per prestigiose società di concerti quali la Scarlatti di Napoli, l’Unione Musicale di Torino, il Ravello Festival, la Socie- tà del Quartetto di Vercelli, il Rossini Opera Festival di Pesaro, l’Ass. Filarmonica Umbra, il Festival MozArt Box, la Società dei Concerti di Parma, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese...

Insieme al pianista Francesco Caramiello è ideatore del Duo Wunderkammer, impegnato nella ricerca e diffusione del re- pertorio per due pianoforti di rara esecuzione. Ha eseguito la Nona Sinfonia di Beethoven nella trascrizione di F. Liszt per due pianoforti con il coro del Teatro San Carlo di Napoli al Ravello Festival e nella Stagione Autunnale del San Carlo.

Dopo gli studi pianistici con M. Bertucci e di composizione con B. Mazzotta, presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Na- poli, si è specializzato in Musica da Camera presso l’Accademia Pianistica di Imola e la Scuola Superiore Internazionale del Trio di Trieste. È docente di musica da camera al Conservatorio di Cosenza e ai corsi di perfezionamento del Gubbio Summer Festival.

51 note all’ascolto

Schubert: Sonatina n. 2 in la minore op.137 ed il pianista Alfred Cortot, suddivisa in tre sezioni piuttosto articolate: un “Vivace” d’apertura dallo spirito pungente, un altro Schubert, verrebbe da dire incontrando le cosiddet- “Andante” percorso da due spunti lirici diversi, e dall’impronta L’ te Sonatine per violino e pianoforte (tre in tutto) che egli quasi infantile, ed infi ne un “Tema variato” (cinque le varia- scrisse nel corso del 1816, immettendovi la grazia e la purezza zioni) che si apre ad atmosfere contrastanti, ora salottiere, ora della sua ispirazione. Uno Schubert che qui non si pone alla vivacissime, ove la virtuosità strumentale si manifesta in sapide ricerca di messaggi eterni, ma di un’arte immediata, domestica, scritture di un bell’effetto trascinante. ed illuminata dallo splendore della semplicità. Il tono di queste tre partiture, che l’editore Diabelli decise di non titolare secondo la disposizione dell’autore (il giovane ma Dvorák: Sonatina in sol maggiore op.100 già esperto compositore - con già cinque sinfonie alle spalle - le aveva classifi cate Sonate), è colloquiale e di una comunicativa a Sonatina op.100 fu l’ultimo lavoro “americano” da came- immediata, ma non mancano spunti di notevole interesse. Lra composto da Dvorák. In genere, in tutta la produzione Anche nella seconda Sonatina della serie, in la minore, l’elegan- risalente agli anni del suo soggiorno negli Stati Uniti, ove tra te scrittura possiede doti d’indagine espressiva che vanno ben l’altro egli ebbe a dirigere il Conservatorio di New York con oltre il compito dell’intrattenimento, facendo balenare malin- spirito umanitario (i poveri di talento poterono frequentare conie, spunti rifl essivi e toccanti sottolineature drammatiche. gratuitamente le lezioni), gli infl ussi del folclore s’intrecciano A questo Schubert che sgorga naturale fra le memorie e le tra- con le eredità di stile e di gusto europei, con esiti di indubbio dizioni del suo mondo, si guarda con ammirazione e sorpresa: fascino. Così è anche per questa partitura di contenute dimen- nella piccola dimensione si ritrova il cuore pulsante del genio, sioni ma di densa scrittura, dove lontane rimembranze patrie l’umanità amichevole di chi, con la musica, racconta frammenti si sovrappongono ad echi di motivi carpiti alle minoranze del di vita. “nuovo mondo”, alle molte e diverse voci degli immigrati, fra tinte espressive che sembrano anche richiamare suggestioni pa- esaggistiche. Français: Sonatina Questa Sonatina, vibrante e vitale, fu dedicata da Dvorák a due dei suoi 6 fi gli, Otilka e Tonik (allora di rispettivamente quin- ean Français non aveva che ventidue anni quando, nel 1934, dici e dieci anni) e venne composta rapidamente, nel giro di Jebbe a scrivere l’unica Sonatina per violino e pianoforte del due settimane, sul fi nire del 1893 (il maestro boemo era giunto suo catalogo da camera, rimasto per la verità non ricchissimo, negli Stati Uniti l’anno precedente) nello spirito di una gustosa sebbene ampliato fi no alla fi ne degli anni Ottanta. e subitanea comprensibilità. Un particolare successo arrise, fi n Formatosi alla scuola celebre di Nadia Boulanger, ed inserito, da subito, al secondo movimento “Larghetto”, in origine inti- senza farne parte formalmente, nella grande corrente moder- tolato “Leggenda”, dominato da una liricità declinata in mille, na novecentesca frequentata anche da Poulenc e Milhaud, de- cangianti rifl essi. bitrice di un precedente rinnovamento stilistico e di pensiero, Français (pianista di valore, fra l’altro) fu un maestro di gusto A. Z. eccellente e di penna abile e raffi natissima, senza assumere le sembianze dell’avanguardista iconoclasta. Lo defi nirono, non a torto, un «Offenbach formatosi alla scuola di Ravel», perché le sue pagine, scritte con autentica bravura, sono spesso ricche di briose leggerezze e deliziose malinconie che affascinano. Così anche la Sonatina per violino e pianoforte, dedicata a due interpreti celeberrimi come il violinista Jacques Thibaud

52 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 13 maggio Chiostro di San Barnaba, ore 20.45

FABIO FURIA bandoneon

ALTRI SUONI il concerto è realizzato grazie a: “La Ultima Curda”

C. Gardel J. S. Bach S.C.M. Tecnologie S.r.l. Aeration & Mixing El dia que me quieras Preludio e fuga in do minore Tecnologie per l’ambiente

A. Villoldo A. Piazzolla El Choclo Chiquilin de bachin

C. Cobian E. Arolas La casita de mis viejos La cachila

A. Piazzolla A. Troilo Los Suenos Garua

A. Piazzolla A. Piazzolla Regreso al amor Adios Nonino

A. Troilo G. M. Rodriguez La ultima curda La cumparsita

A. Troilo Che Bandoneon

•••

53 FABIO FURIA

abio Furia, compositore ed arrangiatore, è considerato dal- dell’associazione culturale “Anton Stadler”, nonché ideatore Fla critica uno dei migliori bandoneonisti d’Europa. di importanti rassegne musicali quali: Festival Internazionale di La sua attività concertistica lo ha portato ad esibirsi in tutto Musica da Camera, Colori e Note, Festival ARTango, Libereven- il mondo nelle più importanti sale da concerto fra cui la Dvo- to etc. rak Hall del Rudolfi num di Praga, il Teatro Bozar di Bruxelles, il Dal 2008 è direttore artistico di “Vinum in Musica”, poi “Cari- Teatro Lirico di Cagliari, l’Onassis Culture Center di Atene e la gnano Music Experience”. Großer Saal di Klagenfürt.

Molto apprezzato a livello internazionale, il suo talento è noto a numerose istituzioni e festival musicali, nazionali ed interna- zionali. Tra gli altri: il Festival di Lubjana, l’Emilia Romagna Fe- stival, il Festival de Nancy, il Maggio dei Monumenti (Napoli), Nei Suoni dei Luoghi, Festival Spaziomusica, Settimane musicali bresciane, Gubbio Summer Festival, Les Floraison Musicales, Re- contres musicales en Lorraine.

Ha collaborato con prestigiosi musicisti ed ensemble, quali: Solisti della Scala, Anna Tifu, Antony Pay, Franco Maggio Or- mezowski, Stefano Pagliani, Roberto Cappello, Turner String Quartett, Kodàly String Quartett, Budapest String Orchestra, Accademia Strumentale di Roma, Pierre Hommage, Michel Mi- chalakakos, Jean Ferrandis, Hugues Leclere, Salzburg Chamber Soloists, Orchestra Sinfonica di Kiev, Baden Baden Sinphony Orchestra, I Filarmonici Italiani, Kso Kärtner Sinfonieorchester, Gubbio Festival Ensemble, Quartetto Archimede, Romeo Scac- cia, Trio Wanderer, Anne Gastinel, Duo Pepicelli.

Si è esibito come solista in Italia, Canada, Messico, Croazia, Re- pubblica Ceca, Germania, Francia, Slovenia, Macedonia, Litua- nia, Austria, Spagna, Giappone, Korea, Grecia, Libano e Stati Uniti. È fondatore e solista dei “ContraMilonga” con il quale si esibi- sce il tutto il mondo... Inizia lo studio di pianoforte e fi sarmonica classica all’età di sette anni sotto la guida della professoressa Eliana Zajec. Suc- cessivamente, all’età di sedici anni, studia clarinetto al Conser- vatorio di Cagliari diplomandosi, con il massimo dei voti, in soli quattro anni, sotto la guida del M° Roberto Gander.

Si è perfezionato con alcuni tra i migliori clarinettisti del mondo tra i quali Antony Pay, Alessandro Carbonare e Wenzel Fuchs. È direttore artistico della Scuola Civica di Musica di Iglesias e

54 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 note all’ascolto

La Ultima Curda

n repertorio interamente dedicato al bandoneon, stru- Umento principe e simbolo del tango. Utilizzato alle origini esclusivamente in Germania per le chiese che non potevano permettersi un armonium, il destino rega- la al bandoneon una storia un pò bizzarra conducendolo nei bordelli di Buenos Aires ad interpretare il tango, musica tanto sensuale ed affascinante, quanto considerata allora proibita e scandalosa.

Così, in questo programma, si fondono le due anime del ban- doneon: quella “sacra” del suo suono grave e legato alla litur- gia della chiesa luterana, e quella “profana” della musica che da sempre lo contraddistingue, spaziando da Bach al tango tradizionale di Gardel, Villoldo e Arolas sino al tango nuevo di Piazzolla.

Un repertorio che va oltre i più diffusi programmi di tango, proponendo una selezione di capolavori e rarità musicali di grande impatto emotivo. Grandi pagine della storia musicale classica e contemporanea si mescolano a brani meno noti ma di grandissimo pregio arti- stico, affi ancando ad arrangiamenti di celebri interpreti qua- li Leopoldo Federico ed Astor Piazzolla, rivisitazioni originali dello stesso Fabio Furia. Sessanta minuti di grande musica, tra tradizione e avanguardia, in un’atmosfera di fascino e charme.

Fabio Furia

55 56 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 20 maggio Teatro Bibiena

ore 19.00 QUARTETTO DI VENEZIA

ore 21.00 MARCELLO NARDIS tenore BRUNO CANINO pianoforte

“Viva Verdi”

ore 19.00 - Quartetto di Venezia ore 21.00 - Marcello Nardis, Bruno Canino G. Verdi G. Verdi Quartetto in mi minore per archi Composizioni vocali da camera Allegro L’esule (1839) Andantino La seduzione (1839) Prestissimo Scherzo, fuga II poveretto (1847) Stornello (1869) 6 Romanze (1838): - Non t’accostare all’ urna - More, Elisa, lo stanco poeta - In solitaria stanza - Nell’ orror di notte oscura - Perduta ho la pace - Deh, pietoso, oh Addolorata 6 Romanze (1845): - II tramonto - La zingara - Ad una stella - Lo spazzacamino - II mistero - Brindisi” (2a versione) il concerto è realizzato grazie a:

57 ANDREA VIO, violino QUARTETTO DI VENEZIA ALBERTO BATTISTON, violino GIANCARLO DI VACRI, viola ANGELO ZANIN, violoncello

ella loro vocazione ai vertici più ardui del camerismo è te- Times (WQXR), ORF1, Schweizer DRS2, Suisse Romande, Radio Dstimone Bruno Giuranna: Clasica Espanola, MBC Sudcoreana. “È un complesso che spicca con risalto nel pur vario e vasto pa- Spinto dal piacere del suonare assieme, l’ensemble ha col- norama musicale europeo. La perfetta padronanza tecnica e la laborato con artisti di fama mondiale tra i quali Bruno forza delle interpretazioni, caratterizzate dalla spinta verso un Giuranna,”Quartetto Borodin”, “Quartetto Prazak”, Piero Fa- valore assoluto propria dei veri interpreti, pongono il “Quartet- rulli, Paul Szabo, Oscar Ghiglia, Danilo Rossi, Dieter Flury (1° to di Venezia” ai vertici della categoria e fra i pochissimi degni Flauto dei Wiener Philarmoniker), Pietro De Maria, Alberto di coprire il ruolo dei grandi Quartetti del passato”. Nosè.

Sfogliando il volume delle testimonianze critiche, l’elogio più In occasione del 25° anniversario, il “Quartetto di Venezia” ha bello sembra quello formulato sul “Los Angeles Times” da Da- ricevuto l’alto riconoscimento del Presidente della Repubblica niel Cariaga: ”questo quartetto è più che affascinante, è since- Italiana Giorgio Napolitano. ro e concreto”. Rigore analitico e passione sono i caratteri distintivi dell’ensem- Dall’agosto 2010 Giancarlo di Vacri è la nuova viola del quartet- ble veneziano, qualità ereditate da due scuole fondamentali to e sostituisce, dopo più di 25 anni di attività, Luca Morassutti. dell’interpretazione quartettistica: quella del “Quartetto Ita- Nel 2013 il QdV festeggerà i primi 30 anni di attività artistica. liano” sotto la guida del M° Piero Farulli e la Scuola Mitteleu- ropea del “Quartetto Vegh”, tramite i numerosi incontri avuti con Sandor Vegh e Paul Szabo.

Il “Quartetto di Venezia” ha suonato in alcuni tra i maggiori Festivals Internazionali in Italia e nel mondo tra cui la National Gallery a Washington, Palazzo delle Nazioni Unite a New York, Sala Unesco a Parigi, IUC a Roma, Serate Musicali di Milano, Kissinger Sommer, Ossiach/Villach, Klangbogen Vienna, Palau de la Musica Barcellona, Tivoli Copenhagen, Societè Philarmo- nique a Bruxelles. È stato recentemente invitato dal CIDIM per una lunga tournée in Sud America: Argentina, Brasile e Uruguay. Ha avuto l’onore di suonare per Sua Santità Papa Giovanni Pa- olo II e per il Presidente della Repubblica Italiana.

Il repertorio del “Quartetto di Venezia” è estremamente ricco ed include, oltre al repertorio più noto, opere raramente ese- guite come i quartetti di G. F. Malipiero (“Premio della Critica Italiana” quale migliore incisione cameristica). La vasta produzione discografi ca include 19 CD per la Dynamic, Fonit Cetra, Unicef, Aura, Koch. Ultima produzione è l’uscita dell’integrale dei sei quartetti di Luigi Cherubini, registrati per la DECCA in tre cd. Numerose sono anche le registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI & RAI International, Bayerischer Rundfunk, New York

58 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 note all’ascolto

l Quartetto di Giuseppe Verdi nasce con una storia da subito con l’atmosfera dominante, ma anzi con tratti nuovi e originali. Icontroversa forse a causa dell’atteggiamento contraddittorio In altre pagine si risolve infatti il suo atteggiamento contrad- del suo stesso creatore; questi lo defi nì “una pianta fuori clima” dittorio e si evince che il suo desiderio fosse in particolare teso destando il dubbio che lo ritenesse un fi glio ‘minore’, in più alla corretta esecuzione della sua musica: “… tutto deve sortire, occasioni scrisse di averlo composto non credendoci molto ma anche nei contrappunti più complicati, netto e chiaro; e que- piuttosto per vincere l’ozio. sto si ottiene suonando leggerissimamente, e molto staccato in modo che si distingua sempre il soggetto sia dritto che rovescia- Suo malgrado però, nonostante alla prima esecuzione in for- to”. Il compositore si riferisce in particolare all’ultimo tempo in ma privata a Napoli il 1° aprile 1873 fossero presenti non più forma di fuga, ma lo stile composto e cristallino risulta di parti- di otto persone, in breve tempo il Quartetto fu apprezzato e colare effi cacia anche negli altri tempi e sottolinea con convin- conosciuto negli ambienti musicali italiani e dopo soli tre anni zione il contrasto di omoritmia e scrittura contrappuntistica che fu pubblicato e eseguito in Francia, Inghilterra e persino nella risulta essere uno dei caratteri salienti dell’opera. patria del genere, ovvero nel mondo austro-tedesco. La struttura del lavoro, che si basa sul ritorno quasi ciclico di Nel 1876 Ricordi menziona il successo del Quartetto dichia- cellule ritmiche e motiviche scaturite dal primo tema, presen- rando che il lavoro fosse “degno della fama del suo autore” tato in apertura dal secondo violino, conferma che il quartetto e che in particolare il pubblico era stato impressionato favo- sia tutt’altro che un diversivo ma anzi un’opera melodicamente revolmente dal tema del violoncello nel terzo tempo tanto da studiata nei minimi dettagli. richiederne un bis. Dopo il primo tempo con carattere spesso vigoroso e dai toni È pur vero che ci furono rivalità sotterranee, da quell’ambiente perentori, i tempi centrali si presentano più leggeri nel caratte- quartettistico di gusto “classico” che predominava in Italia e re e meno complessi nella forma, con una discendenza più ac- che fu la causa della tarda esecuzione del lavoro verdiano pres- clarata dallo stile strumentale italiano, permeato di gesti ope- so la Società del Quartetto di Milano, avvenuta solo nel 1901. ristici, a mò di teatro da camera per quattro strumenti. Ne è un Proprio a questo pubblico si riferiva forse Verdi nella dizione esempio il tema civettuolo del primo violino nel 2° tempo o il “fuori clima”, avvertendo di presentare un’opera non in linea già citato cantabile del violoncello nella sezione centrale del 3°.

59 MARCELLO NARDIS BRUNO CANINO

[…] grazie alla maestrìa vocale di Marcello Nardis che è il più runo Canino, nato a Napoli, ha studiato pianoforte e com- grande cantante di Lieder italiano dei nostri giorni, forse di Bposizione al Conservatorio di Milano, dove poi ha insegnato sempre […] IL ROMA 01.06.12 per 24 anni; e per dieci anni ha tenuto il corso di pianoforte, e musica da camera al Conservatorio di Berna. i è laureato con lode in Greco antico e archeologia cristiana, Come solista e pianista da camera ha suonato nelle principa- Sconseguendo parallelamente I diploma di pianoforte, canto li sale da concerto e Festivals europei, in America, Australia, e musica vocale da camera nei Conservatori di Musica di Roma, Unione Sovietica, Giappone, Cina. Napoli e Firenze. Ha completato la formazione musicale perfe- Suona in duo pianistico con Antonio Ballista, e collabora con zionandosi alla Liszt Hochschule di Weimar con Peter Schreier e illustri strumentisti come Accardo, Ughi, Amoyal, Itzahk Perl- al Mozarteum di Salisburgo con Kurt Widmer. man, Blacher. È stato dal 1999 al 2002 direttore della Sezione Già pianista, ha debuttato come tenore nel 2003, per la Gior- Musica della Biennale di Venezia. nata Mondiale della Gioventù in Canada, alla presenza di Papa Si è dedicato in modo particolare alla musica contemporanea, Giovanni Paolo II. Da quel momento ha iniziato una intensa lavorando, fra gli altri, con Pierre Boulez, Luciano Berio, Karl- attività artistica, ospite di Istituzioni come: il Teatro alla Scala, Heinz Stockhausen, Georgy Ligeti, Bruno Maderna, Luigi Nono, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia o il San Carlo di Napoli, Sylvano Bussotti, di cui spesso ha eseguito opere in prima ese- il Liceu di Barcellona o il New National Theatre di Tokyo, il Fe- cuzione. stival di Salisburgo, l’Opéra di Parigi a fi anco di direttori quali Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Muti, Chailly, Sawal- Muti, Rousset, Savall o Chung e pianisti come Ballista, Campa- lisch, Berio, Boulez, con Orchestre come La Filarmonica della nella, Canino. Scala, Santa Cecilia, Berliner Philarmoniker, New York Philar- Particolarmente dedito al repertorio liederistico, di cui è rico- monia, Philadelphia Orchestra, Orchestre National de France. nosciuto interprete italiano di riferimento, ha eseguito più di Tiene regolarmente masteclass per pianoforte solista e musica 70 volte il ciclo schubertiano della Winterreise talvolta nella da camera, in Italia, Germania, Giappone, Spagna, e partecipa doppia veste, simultaneamente, di pianista e cantante. al Marlboro Festival negli Stati Uniti. Attualmente insegna all’I- Ha cantato per le massime Società di concerto italiane ed estere stituto Música de Cámara a Madrid. È spesso invitato a far parte - primo tenore italiano a Bayreuth- sarà presente alla Carnegie di giurie di importanti concorsi pianistici internazionali. Il suo Hall di New York nel gennaio del 2013, nell’ambito del proget- libro “Vademecum del pianista da camera” è edito da Passigli. to “The Song Continues”. note all’ascolto

iuseppe Verdi, come ben si sa, fu essenzialmente uomo nome di Verdi non solo dal citato Oberto, ma anche da Nabuc- Gdi teatro. Tanto la sua produzione operistica testimonia co, Giovanna d’Arco e Attila, che prolungarono la collaborazio- un’insistenza appassionata e vitale, tradotta anche in un forte ne fra i due fi no al 1846. sacrifi cio personale (i cosiddetti “anni di galera”, da lui stesso Nel 1845 la casa editrice di Francesco Lucca pubblica la secon- evocati, compresi tra il il 1843 e il 1850, che videro nascere la da serie di Romanze verdiane, raccolta di maggiori ambizioni bellezza di dodici nuovi titoli), così il catalogo delle musiche ca- espressive e di accentuata vivacità, per la quale sono utilizzati meristiche appare come un prodotto secondario, dettato dalle versi di tre autori: Manfredo Maggioni (per La zingara, Lo spaz- circostanze. zacamino), Andrea Maffei (Il tramonto, Ad una stella, Brindisi) Le non molte pagine di questo genere nascono, grosso modo, e Felice Romani (Il mistero), gli ultimi due legati anche ad opere verso la metà del secolo, nel pieno di un’età romantica che fuo- del bussetano, rispettivamente I Masnadieri (1847) e Un giorno ri d’Italia assistette all’apparire di una musica vocale diversa, di regno (1840), e con ciò si conferma lo stretto legame che in carica d’un sentimento ed un approfondimento di toni lega- Verdi si manifesta, fra scena lirica e salotto. tissimi all’eccellenza dei testi poetici. Di qui una storia fi tta di capolavori incancellabili, peraltro mai sentiti necessari (ed oggi Segue, poco appresso, un’altra breve pagina isolata, Il poveret- l’estraneità non è molto dissimile da quel passato) nella patria to, ancora su parole di Maggioni (1847), pietosa supplica di un del melodramma. militare indigente, mentre Stornello (1869) è un’allegra, ironica Dunque, con Verdi si assiste ad un camerismo, appunto, del e disincantata visione dell’amore. La paginetta, gradevolissima, tutto italiano: nella chiarezza - spesso sintetica se non persino comparve in un album fi rmato anche da altri autori in omag- semplifi cata - della scrittura, nella espressione robusta, nella gio a Francesco Maria Piave, il librettista verso il quale Verdi fu evidente assonanza ad uno stile asservito alle esigenze della più debitore (suoi, fra l’altro, Macbeth, Rigoletto e Traviata); e scena, o meglio del personaggio in scena. l’allegrezza che la pervade sembra proprio un inequivocabile, affettuoso ringraziamento. La serie di 6 Romanze che compare nel 1838 inaugura un ca- talogo che rimarrà, negli anni, di piccole dimensioni, ed illu- A. Z. stra, con molteplicità di sfumature, l’aspirazione ad intensità dolorose, di un’umanità sofferente. Il tono patetico è prevalen- te, e lo stile è senza dubbio fortemente parente di quello che giungerà in teatro, con sottolineature testuali che si rifl ettono in modifi cazioni del dettato musicale, svolgendo gli ariosi in episodi concatenati.

Ogni attenzione va alla parola, all’accento chiarifi catore ed eloquente (due dei 6 testi appartengono a Goethe, tradotto in lingua italiana dal poeta bussetano Luigi Balestra) mentre la scrittura pianistica si mantiene fedele ad una pulizia e sempli- cità di tratto ad essa integrata, ma con ruolo complementare. Tutto ciò avviene l’anno precedente il primo titolo operistico verdiano, Oberto, conte di San Bonifacio, titolo che invece è contemporaneo di due altre pagine da camera isolate: La se- duzione, una commossa pagina, ancora su testo di Balestra, e L’esule, lavoro ben più articolato ed esteso, quasi una scena liri- ca, su parole di Temistocle Solera, un poeta-librettista legato al

61 artisti ospiti di Società della Musica

Accademia degli Invaghiti, Joaquin Achucarro, Romano Adami, Giuseppe Albanese, Alti & Bassi, Mario Ancillotti,

Alberto Arbizzi, Arena di Verona Brass Quintet, Art Ensemble of Soccavo, Artango, Auer Quartet, Austrian Brass

Quintett, Luis Bacalov, Andrea Bacchetti, Stefano Bagnoli, Ramin Bahrami, Giampaolo Bandini, Anna Lisa Bellini,

Maria Grazia Bellocchio, Paolo Beltramini, Maurizio Ben Omar, Umberto Benedetti Michelangeli, Manlio Benzi,

Boris Berezowski, Sonia Bergamasco, Luca Bertazzi, Umberto Bertetti, Camillo Bertetti, Riccardo Biancoli, Fabio

Bidini, Stefano Bollani, Paolo Bonomini, Angelo Borroni, Pietro Bosna, Laura Bortolotto, Tara Bouman, Enrico

Bronzi, Mario Brunello, Eduard Brunner, Stanislav Bunin, Cristiano Burato, Davide Burani, Pierluigi Camicia,

Bruno Canino, Sandro Cappelletto, Alessandro Carbonare, Mauro Carbone, Giuliano Carmignola, Edoardo

Catemario, Stefano Cerrato, Cesare Chiacchiaretta, Emanuele Cisi, Coro da Camera Ricercare Ensemble, Miriam

Dal Don, Michel Dalberto, Massimiliano Damerini, Elisa De Luigi, Vincenzo De Vivo, Dedalo Ensemble, Enrico

Degli Esposti Elisi, Daniele Di Bonaventura, Diego Dini Ciacci, Dire Gelt, Avi Downes, Shana Downes, Andrea

Dulbecco, Duo Alkan, Duo Franzoso Ongaro, Duo Gulli Cavallo, Duo Mantovani Miodini, Duo Meunier Turicchia,

Duo Pepicelli, Duo Petrouchka, Duo Poltera Kolly, Duo Smailovich De Simone, Duo Tumeo Rapetti, Ensemble

Contemporaneo del Conservatorio di Mantova, Ensemble Nuovo Contrappunto, Ensemble Variabile, Giuseppe

Ettorre, Fabrizio Falasca, Michael Flaksman, Flatus Chordis, Angelo Foletto, Paolo Fresu, Richard Galliano, Filippo

Gamba, Cecilia Gasdia, Roberto Gatti, Sofi a Gelsomini, Ugo Gennarini, Teodora Gheorghiu, Paolo Ghidoni,

Stefano Giavazzi, Javier Girotto, Gramelot Trio, Corrado Greco, Gruppo Musica Insieme di Cremona, Roberto

Guglielmo, Simone Guiducci, Franco Gulli, Sofya Gulyak, Matthew Halls, Harp & Piano, Angela Hewitt, Ideko

Hudagawa, Monica Huggett, I Fiati Associati, Janacek Quartet, Zoltan Kocsis, Natasha Korsakova, Sergej Krylov,

62 - I LUNEDì DELLA MUSICA 2013 L’arte dell’Arco, La Moreria, John Olaf Laneri, Enrica Lisciani Petrini, Rolf Lislevand, Louis Lortie, Andrea

Lucchesini, Relja Lukic, Benedetto Lupo, Antonio Lysy, Alexander Madzar, Luca Magariello, Mandelring Quartet,

Tito Mangialaio, Meditation Quartet, Fabrizio Meloni, Franco Mezzena, Marian Mika, Francesco Moi, Federico

Mondelci, Marina Morelli, Neofonia, New Time in Tango, Nextime Junior Ensemble, Nuovo Quartetto Italiano,

Orchestra d’Archi del Conservatorio di Mantova, Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra Sinfonica Arturo

Toscanini, Aldo Orvieto, Ottetto dei Virtuosi Italiani, Stefano Pagliani, Antonello Palombi, Vittorio Parisi, Murray

Perahia, Eva Perfetti, Giovanni Gabriele Picciati Pieranunzi, Roberto Plano, Rodney Prada, Antonio Pulleghini,

Paola Quagliata, Quartetto Anton Webern, Quartetto Bernini, Quartetto d’Archi della Scala, Quartetto d’Archi

Prometeo, Quartetto di Cremona, Quartetto Fonè, Quartetto Klimt, Quartetto Kuss, Quartetto Meridies, Quartetto

Prometeo, Quartetto Savinio, Quartetto Saxsofollia, Quartetto Tartini, Quintetto Bibiena, Piero Rattalino, Danilo

Rea, Stefania Redaelli, Massimo Repellini, Luca Reverberi, Susanna Rigacci, Maria Ronchini, Danilo Rossi, Nagy

Sandu, Amanda Sandrelli, Luca Schieppati, Marco Scolastra, Alexander Semchuk, Daniele Sepe, Alessandro

Simoncini, Luca Simoncini, Wen Sinn Yang, Simone Soldati, Alessandro Specchi, Loris Stefanuto, Markustockhausen,

Edoardo Maria Strabbioli, Jeffrey Swann, Swisschamberbrass, Tangoseis, Franco Testa, Marco Tezza, The Hilliard

Ensemble, The Terem Quartet, Joel Francois Thiollier, Anna Tifu, Triestango, Trio Abendlied, Trio Broz, Trio d’Archi della Scala, Trio de gli Archi Italiani, Trio Debussy, Trio Des Alpes, Trio di Parma, Trio Italiano, Trio Johannes, Trio

Matisse, Trio Tchaikowsky, Trio Wanderer, Sonia Turchetta, Hideko Udagawa, Uto Ughi, Mariangela Vacatello,

Vienna Piano Trio, Sonia Visentini, Lorna Windsor, Simone Zanchini, Andrea Zaniboni, Mario Zara, Cristina

Zavalloni, Lilya Zilberstein, Alexander Zimbrovsky, Leonardo Zunica, Michelangelo Zurletti

63 SOCIETÀ DELLA MUSICA

Italo Scaietta, Presidente Studio Chiesa, Comunicazione

Stefano Giavazzi, Direttore artistico Daniela Oliani, Segreteria

Andrea Zaniboni, Consulente musicale Giulia Buzzi c/o Orchestra da Camera di Mantova, Biglietteria Davide Bardini, Consulente amministrativo

Ivan Fiaccadori, Consulente tecnico seguici su:

Valerio Novara, Relazioni esterne

Giovanna Gamba, Addetto stampa

HANNO SOSTENUTO IL NOSTRO PROGETTO:

Fondazione Comunità Mantovana onlus

S.C.M. Tecnologie S.r.l. Aeration & Mixing abacogroup.eu Tecnologie per l’ambiente

sponsor tecnici:

collaborazioni:

Viale Risorgimento, 98 - 46100 Mantova [email protected] - www.societadellamusica.com