Emilia-Romagna
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Storia Regioni 002_069 2e 20-12-2009 17:40 Pagina 50 Emilia-Romagna TRACCE STORICHE di soggetto femminile probabilmente connes- sa con il culto della fertilità. Le civiltà preistoriche Gli insediamenti di epoca paleolitica Le basse pendici degli Appennini ospitarono i pri- L’età antica mi insediamenti paleolitici della regione grazie La colonizzazione della pianura e la civiltà alla loro posizione, sufcientemente al riparo dai villanoviana Con la difusione della cultura ter- pericoli derivanti dall’esondazione dei fumi del- ramaricola (XVI-metà XII secolo a.C.), che portò la pianura e non abbastanza elevata per incorre- allo sfruttamento agricolo della pianura, anche re nei rigori delle ultime glaciazioni. se venivano mantenuti numerosi insediamenti Al Paleolitico inferiore risalgono insediamenti rin- nelle tradizionali aree collinari e appenniniche, la venuti in numerose aree con queste caratteristi- regione entrava nell’età del bronzo ed esplorava che: nel Modenese, sul monte Poggiolo, sull’alto- l’uso della ruota, del cavallo, del carro, della rota- piano del Ghiardo, vicino a Reggio Emilia, in una zione delle colture e dell’allevamento di bovini e stazione stazione compresa tra le località di Cavriago e suini, della metallurgia e della ceramica. il termine indica una zona di Quattro Castella, sui terrazzi fuviali prossimi a L’area bolognese ospitò, nel IX e nell’VIII secolo insediamento umano in Calicella di Arola e tra Lesignano e Santa Maria del a.C., insediamenti della civiltà villanoviana, che epoca preistorica. Piano nel Parmense; tutti questi insediamenti te- prende il nome proprio da una necropoli prossima stimoniano la presenza dell’Homo erectus. al capoluogo, Villanova, e che può essere conside- Al Paleolitico superiore è invece attribuita la sta- rata la continuazione della civiltà delle terremare. H La “Venere di tuetta conosciuta come “Venere di Savigna- Essa era probabilmente collegata alla grande cor- Chiozza”, conservata no” (Modena), considerata la più antica mani- rente culturale del centro Europa e dell’area da- presso i Musei Civici festazione artistica rinvenuta in Emilia. nubiana, detta “dei campi di urne” poiché ricorre- di reggio Emilia. va all’incinerazione dei morti e all’uso di urne in Si tratta di una delle Il Mesolitico: nascono l’agricoltura, l’alle- terracotta per la raccolta delle loro ceneri, che testimonianze più vamento e la ceramica Con il netto miglio- venivano poi calate in appositi pozzetti. Essa è notevoli dell’arte ramento delle condizioni climatiche avvenuto considerata la progenitrice della civiltà etrusca preistorica emiliana, databile al tardo nel corso del Mesolitico (X-VI millennio a.C.), la e intrattenne rapporti commerciali con i Greci, di Neolitico. penetrazione umana negli Appennini raggiunse cui apprezzava la ceramica colorata e l’orefceria. i colli e le praterie in quota: nel Reggiano sono state rinvenute tracce di accampamenti mon- La dominazione etrusca e la calata dei Celti tani estivi di cacciatori. Negli insediamenti di L’espansione etrusca valicò le montagne del- partenza, come per esempio quelli parmensi di l’Appennino, che ne frenavano il moto verso Arola, Torrechiara, Ghiare di Badia, Langhirano nord, alla fne del VI secolo a.C. Il processo di e Monte di Santa Maria, si andavano intanto penetrazione fu molto rapido: dapprima furono sperimentando l’allevamento e l’agricoltura, fondati i centri di Misa (Marzabotto) e di Felsi- mentre le lavorazioni della pietra passavano dal- na (l’attuale Bologna) sulle colline che domina- la scheggiatura alla levigatura e si iniziavano a vano la pianura; poi una rapida avanzata portò, produrre le prime ceramiche. nello stesso secolo, alla fondazione di un atti- vissimo emporio commerciale a Spina, su uno Il Neolitico Il Neolitico portò in Emilia la co- siddetta cultura del Vaso a bocca quadrata cultura terramaricola (V millennio a.C.) e poi la cultura di Chassey- le “terremare” sono resti di villaggi agricoli preistorici risalenti alla media e tarda età del bronzo (1600-1200 a.C.), così Lagozza (V-IV millennio a.C.), le cui tracce so- denominati da “terra mara” (o “terra marna”), monticelli di no state rinvenute lungo il fiume Panaro (Mo- terreno ricco di sostanze organiche, cocci di vasi e ossa di dena), a Langhirano, Lesignano e Torrechiara animali, che i contadini dell’Ottocento sfruttavano come (Parma), a Lugo di Romagna (Ravenna), nelle deposito di fertilizzante e che solo in seguito si scoprirono essere siti archeologici di grande importanza. Lo sfruttamento campagne di Campegine, Rivaltella e soprat- ottocentesco di questi siti li ha purtroppo fortemente tutto a Chiozza (Reggio Emilia), dove venne danneggiati, rendendo più difficile il lavoro di ricostruzione ritrovata la “Venere di Chiozza”, una statuetta storica degli archeologi. 50 Storia Regioni 002_069 2e 20-12-2009 17:40 Pagina 51 Emilia-Romagna F dei rami del Po che correvano al mare. Quest’ul- Il battistero degli tima si rivelò centro fondamentale per il com- Ariani, eretto a Ravenna nella prima metà mercio con i Greci diventando, nel V secolo del VI secolo, all’epoca a.C. il maggiore polo per l’importazione della ce- del regno di Teodorico. ramica attica a figure rosse, che veniva poi ri- venduta in tutta la pianura Padana. H Una statuetta in Il fatto nuovo che mutò la situazione della re- bronzo ritrovata gione fu la calata in Italia, all’inizio del IV seco- nell’area archeologica lo a.C., di popolazioni celtiche che presero ra- di Marzabotto. La statuetta, che pidamente possesso della Lombardia e testimonia i fitti scambi iniziarono a penetrare in Emilia. Nel corso dello commerciali tra l’Emilia stesso secolo i Galli distrussero Misa, mentre e l’Etruria, costituiva il Spina andava lentamente decadendo a causa coronamento di un del progressivo interramento del Po, che avreb- candelabro. be formato in seguito quella sterminata palude nota come Valli di Comacchio. La romanizzazione porta prosperità e svi- luppo La costante minaccia che l’occupazione celtica dell’Emilia costituiva per la sicurezza di Le invasioni barbariche, e in particolare la ful- Roma indusse quest’ultima a impegnarsi in una minea incursione dei Visigoti del 410, investi- vasta campagna militare che portò, nel II seco- rono in pieno le aperte e ricche campagne emi- lo a.C., alla conquista dell’intera regione. Al- liane e romagnole, ma il prestigio di Ravenna si lo scopo di meglio controllare il territorio venne mantenne: quando Odoacre depose Romolo costruita la Via Aemilia, un rettilineo sulla di- Augustolo, confermò la città nel ruolo di capita- rettrice est-ovest opera del console M. Emilio le. Proprio in questo luogo egli subì il lungo as- Lepido, a cui deve il nome. sedio dell’ostrogoto Teodorico che, ottenuta- Il lungo periodo di pace che seguì alla conquista ne la resa, lo fece uccidere (493). romana portò una difusa prosperità nelle fer- tili terre agricole emiliane e romagnole e, a par- Le distruzioni della guerra fra Goti e Bizan- tire dall’inizio dell’Impero, crebbe incessante- tini e la conquista longobarda La guerra tra mente l’importanza commerciale del porto di Goti e Bizantini seminò in Romagna la sua por- Classis (Classe, vicino a Ravenna). zione di distruzioni; quando, vinti i rivali, Bisan- La ripartizione augustea dell’Italia assegnò l’Emi- zio dovette arretrare davanti ai nuovi invasori lia-Romagna alla Regio VIII Aemilia e la rete via- Longobardi (568), mantenne tuttavia il con- ria fu, come sempre, attentamente sviluppata: la trollo del cosiddetto Esarcato, comprendente il via Popilia, partendo da Ariminum (Rimini) per- territorio circostante Ravenna e alcune città in correva tutta la costa fno al Veneto, toccando esso contenute. La regione fu dunque divisa in Classe e Ravenna; la via Aemilia, come detto, due territori: la Romania, cioè terra dei Romani, procedeva da est a ovest, toccando, tra l’altro, Fa- che diede origine all’attuale nome di Romagna, ventia (Faenza), Bononia (Bologna), Mutina (Mo- rimase sotto il controllo bizantino, mentre la dena), Parma e Placentia (Piacenza). Da Mutina Longobardia (che passò, più tardi, a designare due strade portavano verso Patavium (Padova), una porzione più ristretta di territorio con il no- mentre da Faventia una via valicava l’Appenni- no verso l’Etruria e da Parma un’altra la imitava, ceramica attica a figure rosse proseguendo poi in direzione di Luca (Lucca). la produzione della ceramica attica (VI-IV secolo a.C.) può essere indicativamente divisa in due grandi periodi, quello dei vasi a figure nere (600-530 a.C.) e quello dei vasi a figure rosse (530-480 a.C.). La denominazione distingue la tecnica con cui veniva realizzata la decorazione Il Medioevo del vaso: nel caso della ceramica e figure nere, per la decorazione era utilizzata una vernice Ravenna capitale dell’impero d’Occidente nera che veniva applicata direttamente sullo sfondo color rosso-mattone del vaso. Con una Quando l’impero fu diviso, Flavio Onorio stabilì leggera incisione della vernice nera si facevano poi emergere i particolari della figura. Nel caso della ceramica a figure rosse si usava invece il procedimento inverso: tutto il vaso era dipinto di a Ravenna la sua capitale (402) e da lì governò vernice nera, eccetto le figure, che risultavano così del colore rosso dell’argilla del vaso. Questa tutto l’Occidente. seconda tecnica finì per prevalere perché si prestava di più alla rifinitura dei particolari. 51 Storia Regioni 002_069 2e 20-12-2009 17:40 Pagina 52 Emilia-Romagna E La contessa Matilde contesa fra papa e imperatore, che rivendicava i di Canossa a colloquio beni feudali della contessa. con papa Gregorio VII in una miniatura che Se il tentativo di Enrico IV di piegare il papa fnì illustra la Vita Mathildis, nel fallimento del 1077, non migliore esito ebbe scritta dall’abate quello di Federico II di restaurare la propria au- Donizone nel XII secolo torità sui comuni della regione: egli fu infatti per narrare le vicende sconftto a Parma nel 1248 e suo fglio Enzo ven- della potente contessa.