502 gennaio | febbraio marzo 2019

Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione

AAA FARI IN VENDITA SI PROSPETTA UNA GRANDE OPERAZIONE DI DISMISSIONE DELLA PROPRIETÀ PUBBLICA DELLE ANTICHE SENTINELLE DEI MARI 2 sommario

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma EDITORIALE il 6 marzo 1957, n°5683 Sped. A.p., art. 2 c. 20/b 45% legge 3 Il pasticcio di nuove architetture nei centri storici 662/96 Filiale di Roma MARIARITA SIGNORINI DIRETTORE Luca Carra REALIZZAZIONE GRAFICA – STAMPA OPINIONE LUCA CARRA 4 A scuola di clima sul Po SEDE Viale Liegi, 33 – 00198 Roma – tel. 068537271 fax 0685350596 P.I. 02121101006 – C.F. 80078410588 DOSSIER e-mail: [email protected] 5 Luci e ombre sulle dismissioni dei fari FLAVIA CORSANO e-mail redazione: [email protected] sito internet: www.italianostra.org ADESIONE A ITALIA NOSTRA 2019 9 Un patrimonio pubblico in vendita ANDREA GRIGOLETTO quota comprensiva delle spese di spedizione rivista SOCIO ORDINARIO: quota annuale euro 35,00 – quota triennale euro 90,00 NICOLA MARTINELLI 11 Il Cammino dei fari SOCIO FAMILIARE: quota annuale euro 20,00 – quota triennale euro 50,00 SOCIO GIOVANE (inferiore 18 anni): L’INTERVISTA quota annuale euro 10,00 – quota triennale euro 25,00 13 Genova: il futuro della Lanterna SOCIO ORDINARIO STUDENTE (fino a 26 anni): ANDREA DE CARO, INTERVISTA DI FLAVIA CORSANO quota annuale euro 15,00 – quota triennale euro 40,00 SOCIO SOSTENITORE: quota annuale euro 100,00 – quota triennale euro 270,00 DOSSIER SOCIO VITALIZIO: euro 2.000,00 (una tantum) 15 L’organizzazione dei fari in Italia e il loro reimpiego SOCIO BENEMERITO: quota annuale euro 1.000,00 ENTE SOSTENITORE: quota annuale euro 250,00 17 I fari dell’Arcipelago Toscano ANTONELLO MARCHESE SOCIO ESTERO: quota annuale euro 35,00 CLASSE SCOLASTICA: quota annuale euro 25,00 Versamenti su c.c.p soci n°48008007 20 Le isole perdute di Pelagosa e il “faro del possesso” oppure bonifico bancario IBAN LILIANA GISSARA IT16D0200805283000400039817 intestato a Italia Nostra – Roma Per informazioni su abbonamenti alla rivista per i non soci: Servizio abbonati – viale Liegi, 33 LA RICERCA 00198 Roma – Tel. 0685372723 22 Un mare di orti a Milano LUISA TOESCHI Finito di stampare: marzo 2019 ITALIA NOSTRA ONLUS ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E NATURALE 23 La grande sorpresa della metropoli degli orti GABRIELLA BALICE DELLA NAZIONE (riconosciuta con D.P.R. 22 VIII-1958, n. 1111) PRESIDENTE Mariarita Signorini SEGNALAZIONI VICE PRESIDENTI Alberto Ferruzzi – Ebe Giacometti 25 Il nostro NO convinto al sottoattraversamento Tav Teresa Liguori MARIARITA SIGNORINI CONSIGLIO DIRETTIVO Federico Anghelè – Sonia Barison di Firenze Edoardo Bartolotta – Giovanni Bassi – Antonella Caroli Rodolfo Corrias – Cesare Crova – Giovanni Damiani Luigi De Falco – Marco Di Fonzo – Alberto Ferruzzi 26 Perché il CR di Italia Nostra Piemonte è contrario alla Tav Luigi Fressoia – Marina Foschi – Ebe Giacometti ADRIANA ELENA MY Giacinto Giglio – Liliana Gissara – Maria Rosaria Iacono Vitantonio Iacoviello – Maria Cristina Lattanzi Teresa Liguori – Maria Paola Morittu – Filippo Pizzoni Maria Gioia Sforza – Mariarita Signorini 27 Isola Palmaria: quale lo scenario migliore? GIUNTA Giovanni Bassi – Cesare Crova LUCA CERRETTI, ENNIO CORTE E GIOVANNI GABRIELE Marco Di Fonzo – Alberto Ferruzzi – Ebe Giacometti Maria Rosaria Iacono – Teresa Liguori – Maria Paola Morittu Mariarita Signorini 30 Creatività e partecipazione nell’esperienza COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Virginia Ambruosi del patrimonio culturale MARIA ROSARIA IACONO Nicola Scalzini – Francesco Cantillo COLLEGIO DEI PROBIVIRI Luigi De Lisio Giancarlo Pelagatti – Maria Adele Teti Villa Sottocasa di Vimercate: un’assoluzione inaccettabile AMMINISTRAZIONE E RESPONSABILE UFFICI 31 Mauro Di Bartolomeo STEFANO DELLA TORRE SOCI E ABBONATI Emanuela Breggia SEGRETERIA DI PRESIDENZA Andrea De Angelis 33 Mini idroelettrico, predone di fiumi e torrenti Roberta Giannini GIOVANNA CEINER E LUIGINA MALVESTIO SEGRETERIA GENERALE Luciano Marco Blasi – Dafne Cola Jessica Continenza

35 Castello di Castiglioni: gli studenti al servizio della tutela Il pensiero ufficiale dell’Associazione sui diversi argomenti è espresso nell’editoriale. Tutti gli altri articoli SAIDA GRIFONI rappresentano l’opinione dei rispettivi autori. Normativa sulla Privacy: ai sensi del D.L. 196 del 30/06/03 i dati sono raccolti ai PAESAGGIO soli fini associativi e gestiti con modalità cartacea ed Una foto, un caso ORESTE RUTIGLIANO elettronica da Italia Nostra. In qualunque momento Lei 36 potrà aggiornare i suoi dati o cancellarli scrivendo ai nostri uffici di Viale Liegi, 33 – 00198 Roma ALLA SCOPERTA DI… 37 Muro Lucano, l’Atene della Basilicata CHIARA PONTE Stampato su carta ecologica senza uso di sbiancanti chimici IN COPERTINA ISBN 978-88-492-8394-5 Capo Miseno. Foto di Matthias Süßen (matthias-suessen.de, Creative commons CC BY-SA - tramite Wikimedia commons) editoriale | 3 Il pasticcio di nuove architetture nei centri storici Ovvero il complesso della Piramide del Louvre

pesso Italia Nostra è stata tacciata, te del corpo est, lungo via Borso. Tali nuovi MARIARITA SIGNORINI anche immeritatamente, di essere volumi, e la finitura per essi proposta, cam- Presidente nazionale Spregiudizialmente contro ogni possi- biano radicalmente l’immagine e la perce- di Italia Nostra bile intervento moderno sul costruito sto- zione del palazzo sia dal giardino, che da rico monumentale e di essere per l’immo- via Borso e hanno già sollevato le perplessità bilismo più totale verso ogni innovazione, della sezione ferrarese e oggi la ferma con- ma recenti polemiche su progetti di am- trarietà di Italia Nostra nazionale. pliamento di monumenti di grande valore Tutti questi esempi hanno un altro comun simbolico e l’approvazione del nuovo Piano denominatore: l’esistenza di spazi alter- Regolatore del centro storico di Firenze, che nativi negli edifici circostanti facilmente ammette la “ristrutturazione” dei palazzi utilizzabili per ospitare le attività o mostre al posto del “restauro”, non possono che che necessitano più ampi spazi. In Italia confermare la diffidenza dell’Associazio- siamo pieni di edifici storici di grande va- ne verso certe irresponsabili manomissioni lore abbandonati, vuoti o sottoutilizzati. dei nostri beni culturali. A partire dalla Carta di Gubbio, Italia No- Il grande valore del nostro patrimonio sto- stra è stata l’unica Associazione a contra- rico, architettonico e urbanistico, richiede- stare con decisione in tutte le sedi, anche rebbe al progettista voglioso di cimentarsi legali quando necessario, lo stravolgimen- con i vincoli e i modelli del passato un’enor- me sensibilità. Ogni epoca vuole lasciare Ogni epoca vuole lasciare il suo segno in architettura il suo segno in architettura ma in Italia, ma inserire nuove architetture nei centri storici dove la stratificazione storica ha già satu- rato di eccellenze monumentali quasi ogni a testimonianza delle tendenze più moderne e attuali città, inserire nuove architetture nei centri è sempre stato controverso e difficile storici a testimonianza delle tendenze più moderne e attuali è sempre stato contro- to dei palazzi e dei monumenti dalla ten- verso e difficile. Il dibattito antico/nuovo tazione di aggiunte moderniste: è da pochi non è certo una novità: Italia Nostra è sta- giorni che Italia Nostra ha impugnato al ta fermamente contraria, tempo addietro, Tar della Toscana la variante dello stru- alla sostituzione della teca dell’Ara Pacis mento di pianificazione edilizia del centro di Vittorio Morpurgo con la nuova, dise- storico di Firenze approvata dal Consiglio gnata dall’archistar Richard Meier, voluta Comunale. Se passasse questa variante sa- dall’allora Sindaco di Roma Rutelli. rebbe un pericolosissimo precedente che Altri casi recenti sono stati gli appelli per potrebbe essere d’esempio per stravolgere scongiurare l’edificazione di un amplia- anche i centri storici di altre città. mento di 600 mq nel cortile interno di Pa- Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, lazzo dei Diamanti a Ferrara, capolavoro legislazione della Regione Toscana, vecchio assoluto del Rinascimento, risolto grazie PRG di Firenze, Piano di Gestione Unesco e al “niet” del Ministro Bonisoli e a una peti- una consolidata prassi internazionale, di zione che ha raccolto le firme degli intellet- cui l’Italia è l’avanguardia, considerano il tuali del Paese. O la sfortunata vicenda del “restauro conservativo” come il metodo di bar futuristico, ricoperto di vetri a specchio, intervento più indicato per le città storiche. di fronte al Castello di Maniace a Siracusa, L’ammissione di interventi di profonda tra- contro cui è in atto l’azione legale d’Italia sformazione edilizia, quali sono la ristrut- Nostra. Per finire con l’altro esempio fer- turazione, il mutamento di destinazione e rarese odierno di Palazzo Massari, ove si è il frazionamento di edifici, si pone in netto progettata l’aggiunta di nuovo corpo verso il contrasto con la tutela assicurata dal Codi- giardino e la chiusura delle parti terrazza- ce con l’articolo 136 comma 1. T 4 opinione A scuola di clima sul Po

LUCA CARRA embrava fatto apposta. Proprio il Per questo i quattro regionali di Italia No- Direttore del Bollettino giorno in cui i quattro regionali di stra, fortemente sostenuti dalla presidente di Italia Nostra SItalia Nostra (Emilia Romagna, Lom- Signorini, hanno voluto a tutti i costi orga- bardia, Piemonte e ) organizzavano nizzare il 9 marzo scorso a Parma una prima un convegno sul bacino del Po a Parma, i giornata sullo stato del bacino del Po e le pos- giornali uscivano con articoli sugli ecce- sibili strategie di rinascita. Ecologi, clima- zionali livelli di magra del grande fiume. tologi, urbanisti, forestali, geologi si sono Piove poco, ma soprattutto manca la neve avvicendati a dare le coordinate di questa che dalle montagne alimenta l’afflusso grande crisi ecologica regionale che abbrac- d’acqua nel Po. cia il Nord Italia dal Monviso all’Adriatico. Italia Nostra ha fatto valere ovviamente Gualtieri (RE), Fiume Po. anche la sua specificità approfondendo Foto di Giorgio Galeotti pure gli aspetti di pianificazione e di pa- (Creative commons CC-BY- 3.0 – tramite Wikimedia esaggio, che sono intimamente connessi commons) agli aspetti geologici e chimico-fisici del degrado della Valle padana. Il Po, come è stato detto, è un filo di civiltà che si ricono- sce nelle corti e chiese di pietra e in cotto e nelle grandi cascine che si dipanano lungo i 187 comuni rivieraschi, un particolaris- simo crogiolo di tradizioni, arte, cultura, dialetti che danno carattere a questa terra fra le più creative e produttive d’Europa (il 40% de PIL nazionale nasce qui). L’incontro suggella anche l’adesione che Italia Nostra ha voluto dare alle giornate di “Sciopero del Clima” (ClimateStrike), na- te per ispirazione dell’adolescente svedese Greta Thunberg, che si stanno diffondendo in tutto il mondo coinvolgendo i giovani in un nuovo impegno ecologico. Italia Nostra non poteva che stare al loro fianco. E lo ha fatto con il suo stile: allestendo un semina- rio di studio su un tema concreto profonda- mente affetto dal cambiamento climatico. E così è di nuovo emergenza: nel momento È infatti nella natura di Italia Nostra essere in cui scriviamo di siccità, probabilmen- puntuale nell’affrontare i temi globali, dar te nei prossimi mesi di piene e alluvioni. loro un luogo e un’anima, unendo i temi Il Po, con le sue condizioni critiche, il suo scientifici dell’ecologia e dell’ambiente con inquinamento frutto dell’indigestione di quelli storico-culturali del paesaggio e del traffico, gli allevamenti (6 milioni di sui- patrimonio. ni, 3 milioni di bovini, 50 milioni di polli, Il successo di questa giornata va ascritto in 17 milioni di cristiani…), l’agricoltura in- pieno ai quattro regionali che hanno gettato sostenibile, è il simbolo della più generale il cuore oltre l’ostacolo organizzando questo crisi climatica che affligge il Pianeta. primo appuntamento di studio e lavoro sul La Pianura padana, insieme alle Alpi, è un Po. “Conoscere per deliberare”, diceva Luigi hot spot del clima che cambia. Se in media Einaudi. Abbiamo ricominciato a farlo par- la temperatura terrestre nell’ultimo secolo tendo dalla generosità e lo sguardo lungo è cresciuta di un grado, a questa latitudine dei regionali. Il prossimo Bollettino sarà in sfiora i 3 gradi centigradi, con effetti deva- buona parte dedicato alla sintesi dei lavori. stanti sulla salute delle persone (ondate di Ma seguiranno altri incontri su cui vi terre- calore, inquinamento), sulle acque e sulle mo informati, perché vorremmo tutti i soci rese agricole. con noi in questa nuova battaglia. T dossier | 5

Faro di Capo Spartivento (giugno 2010). Foto di Paolo Rossi (Creative commons CC BY-3.0 - tramite Wikimedia commons)

Luci e ombre sulle dismissioni dei fari

Agenzia del Demanio ha lanciato le condizioni del patrimonio del Demanio FLAVIA CORSANO nel 2015 un progetto di valorizzazio- Marittimo impongono nuovi sistemi gestio- Responsabile Ufficio L’ ne del patrimonio del demanio co- nali. Molti fari sono ormai automatizzati, Stampa di Italia Nostra stiero chiamato Valore Paese - Fari, torri nessuno più vive nelle abitazioni destinate ed edifici costieri al fine di dare in conces- ai guardiani o semaforisti e la manuten- sione a privati ‒ per un arco di tempo che zione delle strutture, che viene svolta dalla varia dai 20 ai 50 anni ‒ alcuni fari o sta- Difesa, è un costo gravoso per lo Stato. Vi- zioni di segnalamento (funzionanti e non) sto che le funzioni dei fari saranno in parte di proprietà del Ministero della Difesa o del sostituite dal GPS, alcuni finiranno inevi- Demanio dello Stato1. Da allora sono state tabilmente per “spegnersi”, costringendoci indette quattro gare di bando, sono stati a ripensarne gli usi, cercando di coniugare messi all’asta una cinquantina di beni e sostenibilità economica e tutela. circa una trentina di strutture sono state Non possiamo parlare, però, di fari senza date in concessione, fruttando allo Stato soffermarci su ciò che ha rappresentato per €760.000 in canoni diretti (importo relativo secoli nell’immaginario collettivo quel fa- ai primi due bandi). L’obiettivo del presente scio di luce proteso nell’oscurità a guidare i approfondimento è quello di analizzare luci naviganti sani e salvi fino al porto. Spesso e ombre di un’operazione innovativa che po- costruiti in luoghi impervi e desolati, la loro trebbe influenzare le modalità delle future architettura a volte slanciata, a volte tozza e ingenti dismissioni stabilite dal Decreto Fi- solida, costella con regolarità le coste italia- nanza dell’attuale governo, che prevede di ne in una rete pensata e sviluppata in modo 1 Vedi sito web ricavare 950 milioni dalla vendita del patri- sistematico dall’unità d’Italia, con alcuni http://www. monio immobiliare dello Stato nel solo 2019. segnalamenti già in uso dai tempi delle re- agenziademanio.it/ Va riconosciuto infatti all’Agenzia del De- pubbliche marinare o dei regni italici. opencms/it/progetti/ fari/ manio di aver affrontato con un notevole Oggi la rete viene gestita dal Servizio dei 2 Sito web http:// sforzo di trasparenza la questione fari, con Fari e del Segnalamento Marittimo, af- www.marina. difesa.it/cosa- modalità mai prima messe in campo. È, fidato per legge alla Marina Militare dal facciamo/fari/ credo, evidente a tutti che la consistenza e 19112, e dispone di 866 ausili per la naviga- Pagine/home.aspx) 6 dossier

temente, è uno dei cinque fari del Mediter- raneo, insieme a quello di Genova, tutelati dalla Commissione Europea e sede di un museo. Non possiamo dimenticare il Faro della Vittoria di Trieste, una vera e propria opera d’arte realizzata negli anni ’20. Il fa- ro sorge sulle colline intorno a Trieste, a 60 m.s.m. e domina il golfo di Trieste. Fanno parte del faro due sculture dell’artista Gio- vanni Mayer: una in marmo alla base dedi- cata ai marinai caduti nella prima guerra mondiale, il Marinaio Ignoto, e una Vittoria Alata in bronzo in cima alla struttura. Nell’ultimo bando Valore Paese - Fari, oltre a immobili di proprietà del Ministero del- la Difesa e del Demanio dello Stato, sono stati messi a gara anche edifici costieri di proprietà di Comuni e Regioni, con un po- sitivo sforzo di ricognizione e rilevamento dei beni e del loro valore. A questi vanno anche aggiunti fari o stazioni di segnala- Otranto, Punta Palascia zione di proprietà della Regione Sardegna. (foto Ufficio Stampa – Le linee guida del progetto di valorizza- Marina militare). In basso, sistema di segnalamento zione prevedono che gli operatori possano marittimo del Mar Grande “sviluppare un progetto dall’elevato po- di Taranto (©www.marina. tenziale per i territori e a beneficio di tut- difesa.it) ta la collettività, e che favorisca la messa in rete di siti di interesse storico-artistico e paesaggistico, migliorandone la fruizio- ne pubblica e sviluppando un modello di accoglienza turistica intesa non solo come ricettività, ma anche in relazione ad attivi- tà formative, di natura sociale e culturale zione costituiti da 147 fari e 719 tra fanali, e di scoperta del territorio”. mede e boe (i fari si differenziano dai fanali Paradossalmente, però, i fari finora ristrut- perché hanno una portata superiore alle 15 turati sono diventati dei resort di lusso, miglia nautiche). Da notare che, per tutti chiusi al pubblico per le visite e inaccessibili i fari funzionanti, la concessione non in- 365 giorni l’anno se non si è disposti a pre- clude la torre e la lanterna, che rimango- notare una stanza al modico costo di €500 a no in carico al Servizio Fari della Marina notte. Parliamo del Faro di Capo Spartiven- per la manutenzione. to a Chia, nel comune di Domus de Maria Alcuni fari sono iconici, come la Lanterna (CA), situato sulla punta meridionale della di Genova, eretto nel 1128, distrutto e rico- Sardegna, in un luogo di selvaggia bellez- struito nel 1543 nella sua forma attuale. I za, che l’imprenditore cagliaritano Alessio suoi 77 metri lo rendono il faro più alto del Reggio insieme al socio Massimo Balia ha Mediterraneo (il secondo d’Europa) e inoltre trasformato in un hotel a cinque stelle, il terzo faro in attività più antico del mondo. con piscina a filo orizzonte sul mare e pra- Il Fanale di Livorno, chiamato fanale ben- to all’inglese. Sul sito web del resort e sul ché abbia una portata di 36 miglia marine, cancello che sbarra l’accesso al faro non si risale all’epoca della Repubblica Marinara fa menzione di aperture al pubblico o visite di Pisa (la struttura attuale, però, è una ri- guidate. Oppure del Faro di Punta Fenaio, costruzione dell’originale andato distrutto sull’Isola del Giglio, preso in concessione nella seconda guerra mondiale). Il Faro di dall’imprenditore alberghiero Mario Pelle- Punta Palascìa è in una posizione splendi- grini, che l’ha trasformato in resort con 8 da, sul Capo d’Otranto, a picco sul mare nel camere e ristorante. Per finire con Faro di punto più a est dell’Italia. Restaurato recen- Punta Libeccio, a Marettimo e il Faro di Ca- dossier | 7 po Grosso, a Levanzo, entrambi in conces- sionati faristi che, per salvarlo dall’abban- sione all’imprenditore Lorenzo Malafarina, dono, festeggiarono in centinaia il Capo- milanese, fondatore del Seventyseven Ita- danno del 2000 con una fiaccolata al faro. lian Luxury Heritage, che vuole trasforma- Il recupero è arrivato quando il Comune di re i due edifici in alberghi “boutique” con Otranto ha ottenuto la concessione dall’A- servizio di maggiordomo e chef gourmet. genzia del Demanio e i finanziamenti Non si vuole interferire con le proposte tu- necessari per il lungo e difficile restauro. ristiche degli operatori del settore che, d’al- Gli accordi tra Comune, Regione Puglia, tronde, hanno il merito di investire risorse Università di Lecce, Marina Militare e il ingenti nel nostro patrimonio, ma quello coinvolgimento della popolazione locale che si chiede è che all’atto della concessione potranno garantire la fruizione pubblica si preveda l’obbligo per gli affidatari di ga- del bene, oggi destinato a Museo e Osser- rantire l’accesso gratuito al pubblico secon- vatorio su Ecologia e salute degli ecosistemi do un calendario congruo di visite guidate. mediterranei. Anche il Faro di Capo d’Orso Si chiede anche all’Agenzia del Demanio a Maiori, preso in gestione dal WWF, sarà di rivedere i criteri di scelta dei progetti un contenitore culturale pubblico, punto di meritevoli di concessione, in modo che pos- snodo di trekking sulla costiera amalfitana sano essere selezionate anche proposte per e i Monti Lattari, con l’obiettivo di svilup- Trieste, Faro della la creazione di ostelli o rifugi per i turisti, pare un turismo responsabile e la fruizio- Vittoria. Foto di Tiesse (public domain - tramite accordi con i circoli velistici e la Lega Navale ne di territori altrimenti abbandona- Wikimedia commons) per centri di supporto ai diportisti, osserva- ti. Più ancora, il Politecnico di Bari sta tori e centri di ricerca universitaria, centri sviluppando l’idea di creare un Cam- sociali e musei di varia natura, e non preva- mino di Fari italiani, sorta di “via della lentemente resort di lusso, come purtroppo luce” lungo le coste italiane, creando è avvenuto fino ad oggi. un’infrastruttura che possa mettere Per fortuna non tutti i fari hanno fatto que- in rete tutti i fari, sostenendo un tu- sta fine. Il Faro di Punta Palascìa è stato rismo lento, responsabile e sociale, in oggetto di una lunga battaglia da parte di cui ogni stazione di sosta o ostello del ambientalisti, cittadini pugliesi e appas- viandante sia un faro. T

Di seguito pubblichiamo un breve schema riassuntivo dei beni messi a gara e assegnati con i primi 4 bandi “Valore Paese” - fari, torri ed edifici costieri:

LUOGO BANDO CONCESSIONE

Calabria Faro di Punta Stilo, Monasterace Marina 2017 - Faro di Capo Rizzuto 2015/16/17 - Faro di Punta Alice 2017 - Torre Cupo, Corigliano Calabro 2017 25 anni - ristorante e scuola di alta formazione

Campania Faro di Capo d’Orso, Maiori 2015 25 anni - oasi del WWF Faro di Punta Imperatore, Ischia 2015 50 anni - hotel Complesso ex Polveriera di 2018 40 anni - centro polifunzionale, accoglienza, cultura e sport Torre Angellara 2016 -*

Emilia-Romagna Faro di Po di Goro 2016 50 anni - hotel/ristorante ex Colonia Onfa a Ravenna 2018 26 anni - centro polifunzionale, benessere e sport

Lazio Faro della Guardia, Isola di Ponza 2016 17 anni - hotel/ristorante, centro culturale

Liguria Torre Capitolare, Porto Venere 2018 - Faro Semaforo Nuovo, Camogli 2017/18 29 anni – resort, spazio culturale

Marche Faro di Colle Cappuccini, Ancona (AN) 2017 30 anni – nel campo della ristorazione Segue ▷ 8 dossier

◁ Segue

LUOGO BANDO CONCESSIONE

Toscana Faro di Punta Polveraia, Isola d’ 2016 17 anni - ristorazione Faro di Lividonia, Porto Santo Stefano 2017 - Faro di Punta Fenaio, Isola del Giglio 2015 19 anni - hotel Faro di Capel Rosso, Isola del Giglio 2015 19 anni - museo Faro delle Formiche, Formica Grande 2015/16 17 anni - ristorazione e laboratori didattici con Sea Turtles Friends Villa Celestina, Rosignano Marittimo 2018 44 anni - centro polifunzionale, benessere, enogastronomia e cultura Forte di Castagneto Carducci 2018 26 anni - spazio culturale, enogastronomia Villa Mirabello, Rosignano Marittimo 2018 -

Puglia Faro di S. Domino, Isole Tremiti 2015 50 anni - hotel Torre Castelluccia, Bosco Caggioni 2016 48 anni - museo Convento San Domenico Maggiore Monteoliveto 2016 48 anni - hotel Torre D’Ayala 2016/17 - Faro di Torre Preposti, Vieste 2016 - Torre Monte Pucci, Peschici 2017 50 anni - spazio culturale

Sicilia Faro di Capo Zafferano, Santa Flavia 2016 30 anni - hotel/ristorazione, eventi, museo Faro di Punta Omo Morto, Ustica 2017 - Faro di Punta Cavazzi, Ustica 2015 30 anni - spazio culturale Faro di Punta Libeccio, Isola Marettimo 2016 17 anni - hotel Faro di Punta Marsala, Favignana 2017 - Faro di Capo Mulini, Acireale 2016 17 anni - hotel Faro di Punta Spadillo, Isola di Pantelleria 2016 17 anni - hotel “fishing lodge” Faro di Capo Santa Croce, Augusta 2017 50 anni - resort Faro di Riposto 2016/17 - Faro Dromo Caderini, Siracusa 2017 - Faro Capo d’Orlando 2017 - Faro Capo di Milazzo 2016 17 anni - hotel Faro di Capo Faro, S. Maria di Salina 2016 17 anni - hotel di lusso, museo Faro di Brucoli, Augusta 2015 50 anni - accoglienza turistica, enogastronomia Faro di Capo Grosso, Isola di Levanzo 2015 20 anni - resort Faro di Murro di Porco, Siracusa 2015 50 anni – resort, spazio eventi Padiglione Punta del Pero 2016 25 anni - centro per sport nautici Stand Florio, Palermo 2016 50 anni - spazio eventi, mostre, concerti Castello della Colombaia 2018 -

Veneto Faro di Spignon 2016 50 anni - hotel Ottagono di Ca’ Roman 2017/18 50 anni - camping di lusso Isola di San Secondo 2017 50 anni - guest house, spazio eventi

* assegnato all’Associazione Sirio Cultura e Turismo con il bando Valore Paese - Cammini e percorsi Attenzione: i progetti assegnatari dei bandi sono stati ridotti a parole chiave per una facile lettura della tabella. Per informazioni dettagliate www.agenziademanio.it

Particolare è il caso della Sardegna dove forica di Capo Ferro (Arzachena); ex stazio- gran parte dei fari è diventata di proprietà ne di vedetta di Capo Fìgari (Golfo Aranci); della Regione e nel 2013 è stato approvato ex stazione segnali di Punta Falcone (Santa il Programma Integrato di Valorizzazione Teresa Gallura); ex stazione semaforica di (Delibera della Giunta Regionale n. 19/45) Punta Scorno (Isola dell’Asinara); faro di predisposto dalla Conservatoria delle Co- Capo Comino (Siniscola), ancora in capo ste della Sardegna per 15 aree con fari, se- allo Stato. mafori, torri costiere, immobili e infra- Nell’elenco del Programma Integrato di strutture. Valorizzazione ci sono poi il faro Capo Con il Progetto Orizzonte Fari sono stati Mannu (Oristano), l’ex stazione di vedet- messi a bando: vecchio faro di Razzoli, faro ta di Puntiglione e quella di Testiccioli (La di Punta Filetto ed ex stazione di vedetta di Maddalena), l’ex stazione di vedetta di Marginetto (La Maddalena); ex faro di Capo Capo Ceraso (Olbia), il faro di Torregran- d’Orso (Palau); ex stazione segnali di Capo de (Oristano) e la stazione segnali di Capo Sperone (Sant’Antioco); ex stazione sema- Sant’Elia a Cagliari. T dossier | 9 Un patrimonio pubblico in vendita

commi 422-434 della legge di Bilancio spetta di illegittimità costituzionale per il ANDREA GRIGOLETTO 2019 (legge n. 145/2018) prevedono un mancato coinvolgimento delle regioni). Esperto di legislazione Iprogramma straordinario di dismissio- Va detto che l’idea di far cassa mediante la dei beni culturali ni di immobili pubblici che dovrebbe ga- dismissione del patrimonio pubblico non è rantire un introito minimo di 950 milioni nuova. Dopo i tentativi del primo Governo di euro per l’anno 2019 e di 150 milioni di Prodi (1996), la vera “età dell’oro” si è avu- euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021. ta con il Governo Berlusconi del 2001: dalle Per fare questo entro il 30 aprile 2019 verrà cartolarizzazioni alla creazione della Patri- approvato un “Piano di cessione di immobi- monio dello Stato Spa (una sorta di clone li pubblici” che dovrebbe ricomprendere: a) dell’Agenzia del Demanio), dall’invenzione beni di proprietà dello Stato non utilizzati della Infrastrutture Spa (che avrebbe dovu- per finalità istituzionali (al momento non to impiegare i beni pubblici come garanzia è dato sapere se nell’elenco sia ricompreso per la realizzazione delle grandi opere pub- anche il demanio culturale che, lo ricordia- bliche) alla progressiva introduzione della mo, dal decreto Melandri del 2000 in poi è trattativa privata nella cessione dei beni. liberamente alienabile); b) beni in uso al “Età dell’oro” si fa per dire, poiché delle tre Ministero della Difesa diversi dagli alloggi operazioni in cui si è sostanziato lo stru- di servizio; c) beni del cosiddetto “federa- mento più efficace (le cartolarizzazioni), la lismo patrimoniale” la cui richiesta non è SCIP1 ottenne un qualche risultato, soprat- stata formalizzata dagli enti locali in tem- tutto per il lavoro prodromico effettuato po utile; d) beni di altri enti. dagli enti previdenziali, mentre la SCIP2 La legge di Bilancio non introduce nuove venne liquidata poiché i costi gestionali metodologie di cessione, ma un insieme di si rivelarono maggiori dei ricavi e la SCIP3 disposizioni che vanno a facilitare la mo- (che sarebbe dovuta essere dedicata ai beni difica delle destinazioni urbanistiche dei militari) neanche nacque. beni, il grande scoglio di ogni operazione Il periodo in cui l’Agenzia del Demanio è di alienazione del patrimonio immobilia- stata guidata da Roberto Reggi è sembrato re pubblico degli ultimi anni. Sono quindi segnare un’inversione di tendenza: alla po- previste royalties a favore dei comuni su ogni litica della vendita tout court si è sostituita singola vendita, destinazioni d’uso per zone quella della concessione a lungo termine, territoriali omogenee e assentibilità in via utilizzando una vecchia normativa intro- diretta degli interventi edilizi approvati in dotta dalla legge finanziaria del 2007 (la Ottagono Ca’ Roman. conferenze di servizi e accordi di program- “concessione di valorizzazione”) che ha da- Foto di Godromil ma (cioè attuabili direttamente dal privato to luogo a operazioni quali “Valore Paese (public domain - tramite mediante SCIA, norma quest’ultima so- – Fari” e “Cammini e Percorsi”. Wikimedia commons) 10 dossier

Parco del Cardeto e faro vecchio di Ancona, foto di Enrico Matteucci (Creative commons CC BY-2.0 - tramite Wikimedia commons). In basso, Faro di Capo Murro di Porco, foto di Alessandro Cataldo (GFDL - CC-BY-SA-3.0,2.5,2.0,1.0 - tramite Wikimedia commons)

Parallelamente si è cominciato a impiegare attraverso l’acquisizione di asset comunali un altro strumento di gestione finanzia- “non performanti”. ria del patrimonio immobiliare dello Sta- Infine un capitolo importante della teleno- to (simile alle cartolarizzazioni): i fondi vela dismissioni (anche se tecnicamente sa- comuni di investimento immobiliare ad rebbe più corretto parlare di trasferimento apporto pubblico. Per far questo sono state fra enti) è stato il “federalismo demaniale” costituite apposite società di gestione del (D.Lgs. n. 85/2010). Nato come costola del risparmio (SGR), che hanno come azioni- ben più noto federalismo fiscale, è resistito sta Cassa Depositi e Prestiti (CDP Investi- all’intervento demolitorio della normativa menti) o lo stesso Ministero dell’Economia autonomistica attuato dal Governo Monti (Invimit), con il preciso scopo di acquisire e si sostanzia nella cessione gratuita alle beni dall’Agenzia del Demanio e rivenderli regioni e agli enti locali di interi comparti o valorizzarli in un’ottica di mercato. Ma di patrimonio pubblico (demanio marit- poiché in Italia di buone intenzioni è lastri- timo, demanio idrico, demanio militare, cata la via dell’inferno, uno strumento che demanio aeroportuale, miniere, beni pa- mirava a introdurre elasticità nel sistema trimoniali, ecc.). si è trasformato nel 2013, durante il Gover- La parte ad oggi attuata, cioè quella rela- no Letta, in un meccanismo di salvataggio tiva ai beni patrimoniali (D.L. n. 69/2013) del bilancio di enti locali filo-governativi, e al demanio culturale, ha però messo in evidenza molte criticità, come l’acquisto di beni fuori scala rispetto alle risorse finan- ziarie e organizzative delle amministrazio- ni locali e la conseguente rivendita dei beni o la loro privatizzazione, con buona pace dei principi di fruizione pubblica previsti dal Codice dei beni culturali. Due esempi su tutti nel comune di Venezia: il tentativo di trasformare il rinascimentale Forte di Sant’Andrea in edificio di servizio di una vicina base nautica (sventato da un ricorso vinto al TAR dalla locale sezione di Italia Nostra), il complesso monumentale risa- lente alla grande guerra di Forte Cosenz, divenuto sede del dopolavoro dei dipenden- ti della Regione Veneto. T dossier | 11

Faro di Santa Maria di Leuca. Il Cammino dei fari italiani Foto di Isiwal (Creative commons CC BY-SA-4.0 - tramite Wikimedia commons)

on il convegno nazionale del 28 Set- nucleo di un data base georeferenziato NICOLA MARTINELLI tembre 2018 tenuto a Bari1 presso la che costituisce la banca dati necessaria a Dicar del Politecnico di Bari CFiera del Levante è ufficialmente qualsivoglia processo di riqualificazione Coordinatore scientifico nata in Italia la Rete di Ricerca sul Cammino e valorizzazione. della Rete di Ricerca dei Fari2, promossa dal Dipartimento Dicar Per la loro distribuzione territoriale, il sui Fari Italiani del Politecnico di Bari e sostenuta dall’As- loro rapporto storico con contesti cospi- sessorato all’Economia della cultura e del cui del paesaggio costiero, molto spesso i 1 turismo della Regione Puglia, finalizzata fari costruiscono relazioni fondamentali Tre le sessioni nel quale il Convegno a dar corpo ad un progetto di Cammino dei con altri sistemi territoriali come quello si è articolato: 1 Fari Adriatici e Tirrenici che possa coinvolgere delle torri costiere (in Puglia quelle del vi- Dismissione, Riconversione Valorizzazione dei Fari; tutte le regioni italiane e transfrontalie- cereame spagnolo della seconda metà del ripensare le Architetture re, che si affacciano sul mare Adriatico da XVI secolo), delle fortificazioni litorali pre dei Fari, 2 Architetture Santa Maria di Leuca all’isola di Corfù e e post-unitarie, dei siti archeologici, de- Storiche e paesaggi culturali. Fari, torri e sul mar Tirreno dalla alla Sicilia. gli edifici religiosi in punti terminali dei monumenti costieri tra Al contempo, presso il Dicar dal 2017 al Cammini di Pellegrinaggio, che devono la loro restauro, valorizzazione 2019 sono stati dedicati ben 3 Laboratori importanza all’indissolubile rapporto con e usi contemporanei, 3 Idee per un Cammino dei di laurea in Architettura su tale tema; promontori, falesie, isole, grandi e piccoli Fari Italiani. rispettivamente il Cammino dei Fari Adriatici bacini portuali. 2 Il Politecnico di Bari, l’Università (transfrontaliero), quello dei Fari di Sarde- A questo progetto il Dicar del Politecnico di Federico II di Napoli, gna e quello dei Fari di Sicilia. Il primo la- Bari ha voluto affiancare una ricerca sugli l’Università di voro sul bacino dell’Adriatico ha censito interventi legislativi che hanno delinea- Sassari – Alghero, la FdA dell’Università ben 200 fari e ha dato avvio ad un pon- to il progetto nazionale di costruzione dei G. D’Annunzio, deroso quadro di conoscenze su tale ricco fari italiani. Per tutta la seconda metà l’Università di Palermo, l’Università patrimonio a un tempo infrastruttura- dell’Ottocento e il primo Novecento le co- Politecnica di le, monumentale e paesaggistico. Primo ste italiane si vestono della luce dell’ac- Ancona. 12 dossier

so anno viene approvato il piano naziona- le di “Riordinamento dell’illuminazione delle coste del Regno”, che prevedeva la costruzione di 101 fari. In sede legislativa vengono anche definiti i modelli di costru- zione dei fari secondo precise norme mor- fo-tipologiche nel rapporto tra casamen- to, posto alla base della torre sormontata dalla lanterna. Per sostenere tale ricerca storica e legislativa il Dicar del Politecnico di Bari per iniziativa dello scrivente e dello storico del territorio Giuseppe Carlone ha dato vita ad una Collana Editoriale “Fari dell’Adriatico” che nel 2018 si è arricchita del suo quinto volume. Una collana edi- toriale della Adda editore di Bari che si affianca all’organizzazione di eventi in collaborazione con enti territoriali3 han- no consentito di costruire un primo qua- dro conoscitivo approfondito e dinamico sul grande patrimonio dei fari italiani e transfrontalieri, unitamente alla rifles- sione di tipo transdisciplinare su alcuni assi strategici per il riuso (recycling) di queste infrastrutture nella fase storica in cui subiscono processi di dismissione e ob- solescenza, imponendo una visione che ri- conosca il loro ruolo centrale nel patrimonio culturale costiero italiano e di un suo nuovo ciclo di vita. La collana è partita dal Faro di S. Maria di Leuca Porta d’Oriente, passando poi al faro portuale e urbano di S. Cataldo a Bari, al campione adriatico di Punta Penna a Vasto, a quello urbano di San Vito a Taranto, con- cludendosi con quello del faro portuale di Manfredonia che ha celebrato il suo cento- cinquantenario nel 2018. Un dato centra- le nello studio promosso dalla collana è il confronto dei modelli a cui prima si faceva Faro Punta Penna, Vasto. coglienza dei fari per sostenere il nuovo riferimento con i progetti realizzati e il ri- Foto di Zitumassin (Creative traffico marittimo generato nel Mediter- lievo dello stato dei luoghi effettuato con commons CC BY-SA- raneo dall’apertura del Canale di Suez le tecniche contemporanee della stazione 3.0 - tramite Wikimedia (1859-1869). Se prima dell’Unità nel Regno totale dei laboratori del Dicar del Politec- commons) delle Due Sicilie il decreto borbonico del nico di Bari. Questa fase della ricerca, 1859 aveva previsto la costruzione di 42 insieme alla ricostruzione del dibattito fari, con l’Unità il piano per “l’illumina- politico istituzionale che accompagna la 3 Agenzia del Demanio, Marina zione delle coste meridionali” è approvato costruzione dei fari italiani, restituiscono Militare – Marifari, nel 1861 e due anni dopo viene istituita la la dimensione culturale dei fari all’interno Soprintendenze, Regione Puglia e Commissione per la scelta dei siti. Il primo della Strategia marina della Unione Europea Regione Sardegna, elenco completo dei fari italiani è pubbli- che ha tra i suoi obiettivi la valorizzazio- Comuni di Bari, cato nel 1876 e cinque anni dopo viene fi- ne dell’identità degli insediamenti costie- Taranto, Vasto, Manfredonia, nanziata la costruzione di oltre 100 nuovi ri e delle loro comunità anche attraverso Castrignano del segnalamenti. la salvaguardia del patrimonio culturale Capo-Leuca, Archivi di Stato di Bari, È del 1885 la prima legge in materia di “Fa- marino e costiero in nuovi programmi di Lecce, Napoli… ri e segnalamenti marittimi” e nello stes- turismo sostenibile. T l’intervista | 13 Genova: il futuro della Lanterna Fra volontariato e nuova imprenditoria

La storia che vi raccontiamo è cominciata Per dare ancor più corpo alla nostra volontà ANDREA DE CARO nel 2014, quando un giovane neolaureato di coinvolgere il territorio, nel 2015 abbia- Intervista di Flavia Corsano in Urbanistica all’Università di Firenze, mo fondato l’Associazione Amici della Lan- Andrea De Caro, insieme ad un gruppo di terna che vede più 200 soci iscritti e il cui compagni di corso, i Giovani urbanisti, con il scopo è trasformare la Lanterna nel lessico supporto della Fondazione Mario e Giorgio Labò familiare di genovesi, liguri e turisti. decidono di assumersi l’onere di gestire il simbolo della città di Genova, la Lanterna, garantendone l’apertura al pubblico.

Andrea raccontaci come è cominciata questa avventura insieme al gruppo di volontari dei Giovani Urbanisti. In seguito alla difficile situazione in cui si trovava la Lanterna per i tagli di fondi pubblici ho convinto i miei colleghi ad im- pegnarci nelle opere di manutenzione più urgenti del complesso monumentale. Appreso che il monumento per via di ul- teriori tagli di bilancio avrebbe chiuso da lì a poco, cominciò a maturare nel nostro gruppo e nella Fondazione la decisione di mobilitarci e impegnarci volontariamente. Così il 1 luglio 2014 la Fondazione Mario e Quanto ha influito su questo tuo impe- Lanterna di Genova, Giorgio Labò, con il supporto operativo dei gno il fatto che tuo padre, Angelo, sia il foto ricevuta da Andrea Giovani Urbanisti, ha proposto al Comune “guardiano del faro”? De Caro di Genova l’adozione e la gestione a titolo Certamente essere cresciuto e aver abitato volontario e per conto dell’autorità comu- alla Lanterna ha sviluppato in me un senso nale del complesso monumentale della di appartenenza e affetto molto forte; per Lanterna, scongiurando così l’imminente questo, unitamente alle iniziative che già chiusura per gli ingenti tagli economici che avevamo intrapreso con i miei colleghi per hanno colpito la Provincia di Genova stessa il faro, appresa la notizia dell’imminente e il Municipio II Centro Ovest. chiusura non si configurava altra soluzione se non quella di mobilitarci. Cosa è stato fatto da allora? Da urbanisti, inoltre, non era pensabile ve- Con l’adozione della Lanterna, del suo Mu- dere un nuovo “vuoto urbano” rappresenta- seo, del Parco circostante e della passeggiata to dalla chiusura proprio del monumento d’accesso ci siamo fatti carico anche di tutti simbolo della città! gli interventi necessari per la manutenzio- La storia e conseguentemente gli edifi- ne del verde, della pulizia e delle spese ne- ci storici che ne racchiudono la memoria cessarie a rendere nuovamente funzionante costituiscono gli elementi fondamentali il museo multimediale, divenendo pertanto facendo leva sui quali è possibile costruire Orari di apertura: i primi sostenitori di questo monumento: il nostro futuro, ma al contempo non c’è fu- tutti i Sabati, un faro unico nel mondo in virtù della sua turo senza una lettura e interpretazione in Domeniche e Festivi dalle 14,30 alle 18,30 storia ma, soprattutto, unico faro al mondo grado di coniugare il passato nel futuro... e visite guidate ad essere simbolo di una città e depositario e non di tradirlo. su prenotazione di una storia millenaria: la costruzione ri- nei giorni feriali. Per informazioni sale al 1128, e da allora la Lanterna è spetta- Quali sono state le difficoltà amministra- sul programma di trice silenziosa di tutti gli avvenimenti che tive riguardanti la gestione della Lanter- mostre, eventi e laboratori in questi secoli hanno interessato la città, na? Come avete, per esempio, sbrogliato la http://www. il suo porto e il suo mare. difficile questione della proprietà e delle lanternadigenova.it/ 14 l’intervista

Il progetto “Insieme per la Lanterna” è stato di fondamentale importanza per far cono- scere, promuovere e animare il complesso monumentale. Contestualmente abbiamo anche messo in campo una comunicazio- ne più moderna non solo attraverso i social ma facente leva anche sui beacon che ha permesso con poche risorse di dare molta visibilità al monumento. La collaborazione con i tre enti (Mu.MA - Istituzione Musei del Mare e delle Mi- Due immagini della competenze sul promontorio, sulla torre grazioni, Marina Militare e Comune di Lanterna, a destra foto di e sul parco adiacente alla Lanterna? Genova) vede oggi un obiettivo comune: Twice25 & Rinina25 Le difficoltà amministrative riguardavano il una continuativa azione di promozione e (Multi-license GFDL coordinamento dei diversi enti istituzionali valorizzazione del complesso monumen- e Creative Commons CC-BY 2.5) e a sinistra che insistono sulla collina di Capo di Faro, tale e la definizione di efficaci strumenti foto ricevuta da questo è il nome dello scoglio su cui si erge indirizzati a tali obiettivi. Andrea De Caro la Lanterna. Innanzitutto si è dovuto fare ordine con gli uffici del Demanio e del Patri- Quali progetti per il futuro? monio del Comune, con la Capitaneria di Por- Dopo aver celebrato nel 2016 il 690° anni- to, l’Autorità Portuale e la Soprintendenza al versario dal primo lume ad olio che nel 1326 fine di definire la perimetrazione delle aree diede il nome Lanterna al faro, e nel 2018 con le rispettive competenze. A questa defini- l’890esimo anniversario dalla fondazione zione si è giunti nel dicembre 2017, dopo qua- della Lanterna, il prossimo obiettivo è il si 3 anni di lavoro. Si è trovato così un nuovo 2021 (1911 > 2021) in cui si celebrerà il 110° ordine parziale dove la torre, gli uffici e le anniversario della gestione da parte della abitazioni con le strade di accesso carrabili Marina Militare dei fari italiani. sono rimaste alla Marina Militare, il Parco e Grazie a fondi reperiti dal bando “I luoghi il Museo realizzati con i fondi G8 al Comune, della Cultura 2018” della Compagnia di mentre la passeggiata all’Autorità Portuale. Sanpaolo (Torino) saranno possibili inter- Una situazione estremamente difficile da di- venti quali il restauro dello stemma del stricare ma in cui è facilmente comprensibile Comune di Genova dipinto sulla facciata il ruolo d’intermediazione e coordinamento Nord, l’aggiornamento illuminotecnico a di cui la Fondazione Labò si è fatta carico. led del monumento (per un 70% di rispar- mio energetico), uno studio per la ridu- Come avete reperito i mezzi e i fondi per zione delle barriere architettoniche, una garantire la fruibilità del faro? nuova guida in formato cartaceo aggior- A parte le risorse stanziate dalla Legge nata e attività didattico culturali. Inol- 208/2015 e attualmente gestiti dal Provve- tre, è previsto un primo aggiornamento ditorato alle Opere pubbliche di Piemonte, museografico con il contributo dei nostri Valle d’Aosta e Liguria per la realizzazione partner e grazie a fondi Ministeriali, La sezione di Genova ha fatto di opere di manutenzione straordinaria, ci stanziati nella Legge 208/2015, saranno recentemente la siamo dovuti attivare in importanti azioni finalmente possibili importanti interven- proposta di creare di fundraising al fine di trovare le risorse ti straordinari come un nuovo parafulmi- un parco che unisca la Lanterna, la parte necessarie non solo per lo straordinario, ma ne a difesa dalle scariche atmosferiche, storica della centrale soprattutto per l’ordinario. Ciò ha generato e il ripristino della climatizzazione delle Enel e la sede della Compagnia unica una rete di sostenitori che vede oggi oltre 50 sale museali. dei “camalli ”. aziende e altrettante associazioni confluite A dimostrazione della sostenibilità di La proposta arriva nel progetto “Insieme per la Lanterna”, che queste azioni di tutela, oltre a esser riu- come reazione all’ipotesi di ci permette di diversificare l’offerta fruiti- sciti a far partire questa serie di progetti trasferimento, va, didattica ed esperienziale della strut- di conservazione e migliore accessibilità, proprio nell’area sotto la Lanterna, tura grazie ad importanti collaborazioni. ora stiamo lavorando anche alla nascita dei depositi di una startup, segno che forse la nostra chimici di Superba I visitatori annui sono passati dagli ini- volontà di valorizzazione della Lanterna, e Carmagnani avanzata dal ziali 8.000 agli attuali 20.000. Come ave- ed in generale dei fari, non era poi un’idea Comune te ottenuto questo risultato? del tutto infondata. T dossier | 15 L’organizzazione dei fari in Italia e il loro reimpiego

al 1911 il Servizio Fari nazionale è La rete nazionale dei segnalamenti marit- affidato alla Marina Militare che timi si sviluppa nei porti principali e lungo Dne assicura il funzionamento attra- le coste della penisola e delle isole per un verso la Direzione Fari e Segnalamenti del totale di 866 ausili per la navigazione costi- Faro di Livorno (foto Ufficio Comando Logistico, con sede a Napoli, con tuiti da 147 fari (di cui 71 abitati da faristi) Stampa – Marina militare) funzioni direttive e responsabilità di stu- dio, pianificazione, direzione e controllo, mentre i compiti esecutivi vengono assolti da 6 Comandi Zona Fari, opportunamente dislocati sul territorio nazionale ed arti- colati in reggenze, presidiate dai faristi, storiche figure originariamente evocative di vita solitaria, ma che oggi risultano in possesso di vaste cognizioni tecniche più funzionali alla dinamica gestione delle at- tuali e più moderne dotazioni. I Comandi Zona Fari (CZF), con sede a La Maddalena, La Spezia, Napoli, Messina, Taranto e Venezia, come organi territoria- li, operano alle dirette dipendenze dei ri- spettivi Comandi Marittimi (NORD, SUD, SICILIA) e, all’interno della propria area di giurisdizione, vengono impiegati al fine di e 719 fanali (comprese mede e boe). A tali 1 Cfr. articolo 175 del assicurare l’efficienza operativa dei segna- segnalamenti di primaria importanza, si T.U.O.M. 2 Cfr. articolo 172 del 1 lamenti loro affidati . I Comandi Zona Fa- affiancano segnalamenti complementari T.U.O.M. ri dipendono inoltre funzionalmente, per affidati a enti pubblici e soggetti privati. gli aspetti tecnici e logistici, dal Comando Tuttavia la responsabilità della rispon- Logistico. Sono dotati di officina mista e di denza dei segnalamenti alle esigenze del- magazzino materiali per l’esecuzione dei la navigazione risiede comunque nel Co- lavori di riparazione e di manutenzione mando logistico della Marina Militare per fino al secondo livello. Dai Comandi Zona il tramite della Direzione Fari, quale unica Il testo è tratto Fari dipendono direttamente le Reggenze autorità nazionale che si esprime sull’ade- da una relazione ricevuta dall’Ufficio dei Segnalamenti Marittimi che sono gli guatezza della segnaletica marittima alle Stampa della Marina organi operativi periferici del Servizio Fa- esigenze della navigazione2. Militare. ri, costituiti secondo necessità, in modo da ricoprire complessivamente la totalità delle coste nazionali. Alle dipendenze del Comando Logistico, per il tramite della Direzione Fari e Segna- lamenti, opera l’Ufficio Tecnico dei Fari, con sede in La Spezia, per lo svolgimento delle funzioni tecniche e logistiche a be- neficio dell’intera rete nazionale dei segna- lamenti marittimi e degli ausili per la na- vigazione. Effettua studi, ricerche e speri- mentazioni dei materiali e delle tecnologie da impiegare nel campo della segnaletica marittima. Dotato di un’officina mista e di laboratori detiene la capacità di intervento manutentivo sino al terzo livello. 16 dossier

Tutti i segnalamenti, direttamente gestiti lastro del Servizio – in grado di sviluppare o affidati ad altri enti, sono censiti nell’ap- nei propri laboratori e realizzare nelle pro- posito Elenco Fari pubblicato e costante- prie officine soluzioni di efficientamento a mente aggiornato dall’Istituto Idrografico beneficio dell’intera rete nazionale. della Marina Militare. Ai giorni nostri, il progresso tecnologico si Di seguito un prospetto numerico riepi- è tradotto nell’adozione di sorgenti lumi- logativo: nose a basso consumo, elevata durata, ali- mentati da pannelli solari e, soprattutto, CZF faristi reggenze fari fanali mede boe nella possibilità di controllare da remoto il 6 111 78 147 540 155 24 funzionamento e lo stato di efficienza dei segnalamenti, mediante un sofisticato si- Il Codice dell’Ordinamento Militare, il stema di tele-monitoraggio che allerta il Testo Unico delle disposizioni regolamen- personale preposto in caso di malfunzio- tari in materia di Ordinamento Militare, namenti. costituiscono le fonti normative del Servi- Il personale farista, infatti, viene attual- zio mentre i decreti ministeriali e le rac- mente coadiuvato da apposite squadre di comandazioni della “International Asso- pronto intervento in grado di ripristinare ciation of Lighthouse Authorities”, di cui tempestivamente il funzionamento dei l’Italia è membro, ne definiscono gli obiet- segnalamenti, consentendo al Servizio tivi di performance. Fari della Marina Militare di assicurarne A fronte di un livello di efficienza dei se- l’efficienza a livelli ben al di sopra degli gnalamenti pari almeno al 95%, la D.F.S. si standard prefissati in campo nazionale ed propone come obiettivo il consolidamento internazionale e fornire – senza soluzione del livello di efficienza su valori compresi di continuità – un irrinunciabile servizio tra il 97% ed il 99%, in aderenza a quanto a tutta la collettività dei naviganti mili- raccomandato dalla I.A.L.A. tari, commerciali, diportisti, nazionali Fari e segnalamenti sono da sempre stati ed esteri, concorrendo alla sicurezza della oggetto di un costante e progressivo am- navigazione. modernamento, grazie anche all’attività di In conseguenza della progressiva riduzione ricerca e sperimentazione dell’Ufficio Tec- del personale farista (causata dal blocco del nico dei Fari (UTF) della Spezia – ultimo pi- turn-over) e della conseguente riduzione delle esigenze alloggiative, ora si è deciso Faro di Trieste (foto Ufficio di perseguire, di concerto con l’Agenzia del Stampa – Marina militare) Demanio e Difesa Servizi S.p.A., un pro- gramma finalizzato al recupero e alla ri- qualificazione degli immobili non più utili al Servizio Fari, al fine di valorizzarli ed evitarne il deterioramento. Pertanto, nell’ambito del progetto “Valore Paese - fari” (periodo 2015-2017), 56 struttu- re costiere sono state finora rese disponibili per una possibile valorizzazione secondo il modello di lighthouse accomodation (dei quali 22 all’Agenzia del Demanio e 24 af- fidate a Difesa Servizi S.p.a., 10 in fase di istruttoria). Rimangono escluse dalla concessione le torri faro (e relative lanterne), inalienabili poiché strumentali alla funzione istituzio- nale di ausilio alla sicurezza della naviga- zione marittima svolta dal Servizio fari. Infatti, al fine di consentire le regolari manutenzioni del segnalamento, le con- cessioni prevedono il diritto di passaggio del personale del servizio fari. Lux nautis securitas! T dossier | 17

I fari dell’Arcipelago Toscano

in dall’antichità le strutture dei fa- etruschi che riducevano il minerale ferroso ANTONELLO MARCHESE ri hanno rappresentato un elemento per ricavare il ferro. Italia Nostra Scaratteristico del paesaggio costiero e Non abbiamo notizia di strutture di segna- Arcipelago Toscano le loro torri hanno svettato alte sui flutti. lazioni marittime presenti sulle isole di Già nell’antica Grecia i fuochi accesi sulle Toscana nell’antichità, ma sappiamo inve- sommità dei rilievi litoranei erano parte ce che nel medioevo, nel 1157, sulle secche degli scenari marini dato che Omero nel della Meloria, a poca distanza dalla costa XIX Libro dell’Iliade paragona lo scudo di livornese, sarebbe stato realizzato a opera Achille al fuoco acceso per indicare la rot- della Repubblica Marinara di Pisa quello ta ai naviganti: “[Achille] s’imbracciò lo scudo, che è ancora considerato il faro più antico che immenso e saldo di lontan splendea come luna, costruito in mare aperto su un fondale affio- o qual foco ai naviganti sovr’alta apparso solitaria rante. Come sappiamo la torre a base qua- cima, quando lontani da’ lor cari il vento li travaglia drata realizzata dai Pisani fu distrutta nel nel mar…”. 1284 durante l’omonima battaglia contro i Quando furono innalzati il colosso di Ro- genovesi. L’edificio, per segnalare le peri- di, spettacolare faro a forma di statua, e il colose secche, fu ricostruito nel 1598 e poi faro di Alessandria d’Egitto, il faro per de- ancora, avendo subito le offese dei violenti finizione, enorme torre costruita sull’iso- marosi, nel 1712, per giungere poi nell’Otto- la di Pharos, che avrebbe così dato il nome cento e nel secondo dopoguerra alla costru- Isola d’Elba, Lo Scoglietto a tutti gli altri fari della storia, all’Elba e zione dei fari più moderni realizzati a poca (foto Ufficio Stampa – sull’Arcipelago brillavano le luci dei forni distanza dalla vecchia struttura. Marina militare 18 dossier

Scoglietto di . Foto di Andrea Puggioni (Creative commons CC BY-2.0 - tramite Wikimedia commons)

Lasciando questa vera e propria pietra to riguardava il traffico navale in notevole miliare nella storia delle segnalazioni espansione, avrebbe provveduto qualche marittime e spostandosi più a sud, nella tempo dopo a migliorare i segnalamenti maggiore delle terre dell’Arcipelago, a Por- nel versante orientale isolano realizzando toferraio, sul bastione di grecale del Forte il Faro di Palmaiola nel 1844 e il faro di Forte Stella troviamo un’altra torre luminosa dal Focardo nel 1848. valore storico, che può essere considerata La gran parte delle torri luminose presenti tra le più belle e rilevanti presenti lungo le sull’Arcipelago fu creata dopo l’unità d’I- coste italiane. La costruzione del faro del talia, quando il neonato governo si rese Forte Stella fu iniziata nel 1788 per volontà conto della necessità della sicurezza della del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo e navigazione lungo le coste della penisola, completata nel 1790, nello stesso anno in finalmente unita, approntando una vera e cui il sovrano del Granducato succedette al propria cintura di luce che interessò anche trono di imperatore d’Austria e del Sacro le isole di Toscana, secche affioranti e iso- lotti compresi. Nacquero così i fari su tra- Accendere le luci di fari e fanali, vegliare affinché licci dello Scoglio d’Africa, della Meloria e la fiamma non si spegnesse (dopo le lampade ad delle Secche di Vada ( 1867) e poi il faro di olio le sorgenti luminose furono alimentate dalla Capraia (Punta del Ferraione, 1868), Piano- sa (1868), il faro di Punta di Capel Rosso a combustione dell’acetilene), pulire i vetri ed eseguire Giannutri (1882), i fari di Punta del Fena- la puntuale manutenzione della lanterna che io e punta del Capel Rosso al Giglio (1883), conteneva l’emissione luminosa, mantenere efficienti più bassi sul mare dato che il più vecchio faro delle Vaccarecce a 300 metri di altezza le torri e gli edifici di segnalamento divenne uno dei era spesso nascosto dalle nubi, il faro sulle mestieri delle genti delle isole formiche di Grosseto (1901), il faro di Punta Polveraia (1909), il faro dello Scoglietto di Romano Impero. Nella sua lanterna splen- Portoferraio (1910), il faro di Monte Poro, devano ventiquattro lampade ad olio che piccola struttura più recente realizzata nel divenivano trenta nelle notti più buie: sarà secondo dopoguerra. questa luce a rischiarare le notti di un altro Da allora accendere le luci di fari e fana- imperatore, l’esule Napoleone, che nell’e- li, vegliare affinché la fiamma non si spe- state del 1814 si accampò sul bastione dei gnesse (dopo le lampade ad olio le sorgenti Mulini, nel grazioso giardino sul mare in luminose furono alimentate dalla com- attesa che fosse completato l’ampliamento bustione dell’acetilene), pulire i vetri ed della sua nuova residenza. Il faro dello Stel- eseguire la puntuale manutenzione della la appare così nell’abbondante iconografia lanterna che conteneva l’emissione lumi- che ritrae l’imperatore all’Elba. nosa, mantenere efficienti le torri e gli Il restaurato governo granducale, vista l’im- edifici di segnalamento divenne uno dei portanza del Canale di Piombino per quan- mestieri delle genti delle isole. Così vi furo- dossier | 19 no all’Elba e sull’Arcipelago generazioni di Approfondendo la materia si viene così a fanalisti, intere famiglie che si dedicarono scoprire l’aspetto antropologico con la vita al lavoro di guardiano del faro. L’incarico, dei fanalisti, che in passato presidiavano, di una certa responsabilità, poteva spesso a volte in condizioni ambientali e di iso- rappresentare aspetti di isolamento, lonta- lamento assai difficili, se non estreme, le nanza dalla famiglia e difficoltà pratiche torri dei fari: l’argomento risulta interes- e logistiche che richiedevano un notevole sante sotto molti punti di vista dato che si impegno, ma visto che ormai tanti isola- tratta ormai di un tipo di vita appartenente ni erano già pescatori e marinai abituati a al passato e che ci racconta un particola- questo genere di problemi, l’attività, che re rapporto tra l’uomo, la terra, il mare e offriva un certo prestigio insieme ad una l’ambiente naturale in genere. remunerazione sicura, fu così abbraccia- to da numerosi giovani abitanti delle isole di Toscana. Fortunatamente molti degli edifici realizzati dopo l’unità d’Italia, sep- pur costruiti in luoghi isolati, erano stati pensati per ospitare i guardiani con le loro famiglie, per cui alcune situazioni di estre- ma solitudine e distacco dal nucleo fami- liare vennero così alleviate. Oggi i fari, pur rimanendo importanti strumenti per la sicurezza in mare sono stati affiancati da altri sistemi di naviga- zione. La gran parte degli edifici di segna- lamento è ormai automatizzata, per cui la romantica ma utilissima figura del guar- diano del faro va purtroppo scomparendo. Le torri luminose, strutture isolane com- prese, pur funzionando e accendendosi au- tomaticamente con l’arrivo del crepuscolo, rimangono chiuse, immobili e silenziose nelle loro affascinanti collocazioni. Nonostante tutto ciò, esse continuano a essere oggetto di attenzioni e curiosità degli amanti del mare e dei paesaggi ma- Nell’immaginario collettivo i fari rappre- Isola d’Elba, Forte Stella rini, anzi negli ultimi anni si è osservato sentano metafore di aiuto, illuminazio- (foto Ufficio Stampa – un aumento di interesse, dimostrato dalle ne e dedizione umana, luoghi romantici Marina militare) numerose pubblicazioni o dalle pagine del e remoti, simboli dell’elemento marino e web a loro dedicate. L’icona del faro appare naturale, e di tutto ciò che si oppone alle nelle pubblicità, sulle copertine dei libri, realtà e alle routine della vita moderna e nelle insegne dei luoghi di mare, conti- cittadina. Essi sono componenti caratteriz- nuando a essere un elemento che colpisce zanti e caratteristici dei territori marittimi l’occhio e la fantasia dell’uomo. e insulari, ingredienti specifici degli sce- La cultura del faro e dell’incontro dell’uomo nari costieri, moderni landmark, che hanno con il mare e l’ambiente naturale si è svi- richiamato da sempre gli sguardi e l’atten- luppata negli ultimi anni anche in Italia, zione degli uomini, ispirando la letteratu- che, con i suoi 7800 chilometri di coste e ra, la pittura, il cinema e l’opera dei foto- isole di piccole e grandi dimensioni, è un grafi. Fra gli scatti più noti al grande pub- territorio marittimo per eccellenza. Come blico sono quelli ritraenti i fari atlantici, ricordato, le strutture di segnalazione per soprattutto quelli francesi della Bretagna, la loro esigenza funzionale si trovano su ma anche le nostre strutture presentano promontori, isole, isolotti, scogliere e sco- insospettati aspetti e visioni, immerse in gli dall’elevato valore ambientale, e hanno eccezionali contesti naturali e circondate costituito spesso le ultime enclave umane, dai colori della flora mediterranea e dalle luoghi di confine, prima della realtà sel- mille tonalità delle onde e dei tramonti sul vaggia e solitaria rappresentata dal mare. mare dell’Arcipelago Toscano. T 20 dossier Le isole perdute di Pelagosa e il “faro del possesso”

LILIANA GISSARA Un corsivo apparso sul Corriere della Sera del 3 feb- sante. Una delle tante “storie della Storia” Consigliere nazionale braio scorso il cui spunto erano le trivelle in Adria- che i libri di scuola non raccontano. L’Arci- di Italia Nostra tico in prossimità di un arcipelago di cui sconoscevo pelago conserva segni della presenza umana l’esistenza, ha suscitato la mia curiosità per cui ho fin dalla Preistoria. I Romani vi costruirono cercato di approfondire l’argomento. Da siciliana, ho anche un tempio. Nel 1177 Papa Alessandro dimestichezza con “Pelagie”, il noto arcipelago nel III durante un suo viaggio, affascinato dal- Canale di Sicilia. Non con “Pelagosa”. la selvaggia bellezza di quelle isolette, volle “Pelagosa” è un piccolo arcipelago dell’A- fare una sosta a Pelagosa Piccola che, da al- driatico a una trentina di miglia dalle coste lora conserva il toponimo “Campo del Papa”. I n

Il faro di Pelagosa. del Gargano. È formato da “Pelagosa Gran- tempi successivi l’Arcipelago passò sotto il “Towards the Lighthouse de” (km2 0,29), “Pelagosa Piccola” (km2 0,26) dominio della Repubblica di Venezia che se of Palagruža”, foto di e da alcuni piccoli scogli. È compreso tra la ne servì per le sue rotte commerciali. Dopo Adam Sporka (CC-BY- costa garganica e l’isola di Lagosta. Geogra- varie altre dominazioni, le “Pelagosa” di- 2.0 - tramite Wikimedia commons) ficamente e geologicamente (non politica- vennero possedimento del Regno delle Due mente, ormai) l’arcipelago fa parte della Sicilie, assegnate amministrativamente al- “regione geografica italiana” presentando molte la Provincia della Capitanata (oggi, Foggia). analogie con le Tremiti e Pianosa. Sostan- Nel 1843 Ferdinando II vi trasferì un gruppo zialmente disabitate, le isolette presentano di pescatori ischitani. Per cui alle “Pelago- un ambiente ancora integro messo a rischio sa” si parlava napoletano. dalle trivellazioni autorizzate dalla Croazia Nel 1861, a seguito dell’Unità d’Italia, le alla quale appartengono dal 1991. Questo de- “Pelagosa” divennero territorio del Regno termina il paradosso, quasi una beffa, sotto- d’Italia. Tuttavia, negli anni che segui- lineato dall’estensore del corsivo: i pugliesi, rono le isolette furono oggetto di un’irre- che si battono per bandire le ricerche di idro- sponsabile disattenzione, tanto che non carburi in mare, si ritrovano all’orizzonte le si ritenne di predisporvi alcun caposaldo. trivelle autorizzate dalla Croazia. La disattenzione dello Stato italiano at- Le “Pelagosa”, seppure piccole e poco cono- tirò l’attenzione di quello austriaco che, sciute, hanno una storia abbastanza interes- nel 1873, con uno sbarco a sorpresa prese dossier | 21 unilateralmente possesso dell’Arcipelago Il nuovo assetto amministrativo delle “Pe- costruendo pure un Faro nel punto più alto lagosa” si rivelerà fatale ai fini dei succes- di Pelagosa Grande entrato in funzione il sivi risvolti della storia. Sarà proprio l’ap- 25 ottobre 1875. Come la gran parte di tali partenenza alla Provincia di Zara uno dei edifici, anche il punto in cui sorge quel faro motivi che consentirà alle potenze vinci- è di straordinaria bellezza paesaggistica. Il trici di assegnare anche quelle isolette alla faro, uno dei più importanti dell’Adriatico, Jugoslavia. alto circa 13 m, a cielo sereno consente una Così fino alla fine della II guerra mondiale visibilità fino a 26 miglia nautiche. che vide l’Italia rovinosamente sconfitta. A Roma la “proficua” sortita degli Austriaci Infatti, col Trattato di Parigi del 10 feb- produsse solo flebili rimostranze diploma- braio 1947 l’Italia, con la sovranità su Zara tiche e un sostanziale “nulla di fatto”. Nes- dovette cedere alla Jugoslavia anche Lago- suno del Governo aveva compreso l’impor- sta e le “Pelagosa” che di quella Provincia tanza di quegli scogli; nessuno dimostrò erano parte. L’unica concessione all’Italia di averli a cuore. fu la possibilità di proseguire le attività di

Appena scoppiata la I guerra mondiale, l’11 pesca in quel circondario. Nel 1991, a se- Pelagosa, Isola Grande. luglio 1915 l’Italia occupò l’Arcipelago e lo guito della dissoluzione della Jugoslavia, Foto di Kyknos (GFDL - mantenne per tutta la durata del conflitto, le “Pelagosa” passarono alla Croazia. Nel CC BY-SA-3.0 - tramite fatto salvo un tentativo di sbarco degli au- frattempo nel Medio Adriatico “fiorivano” Wikimedia commons) striaci il successivo 30 luglio prontamente le concessioni per la ricerca e l’estrazione respinto. di idrocarburi. Col Trattato di Rapallo, siglato il 12 no- La Croazia, consapevole della ricchezza vembre 1920 dal Presidente del Consiglio celata sotto il suo mare, ha incominciato Giovanni Giolitti, dal Ministro degli Este- ad osteggiare le attività di pesca sancite a ri Carlo Sforza e dal Ministro della Guerra suo tempo per non intralciare le ricerche Ivanoe Bonomi, venne sancita la sovrani- petrolifere. Ha emanato bandi per l’esplo- tà dell’Italia sulle “Pelagosa” e sull’isola di razione e lo sfruttamento dei fondali con Lagosta che, amministrativamente, era in tutte le ricadute del caso sull’ecosistema Provincia di Zara. marino. Le trivelle croate fronteggiano Anche le “Pelagosa” che di Lagosta furono proprio quei siti costieri vocati al turi- considerate frazione, ne seguirono la de- smo balneare e culturale che i pugliesi stinazione amministrativa. Negli anni ’30 vogliono tutelare. La vicenda induce a fu allocata nel faro una stazione meteoro- più di una riflessione, a più voci, a largo logica, probabilmente ancora in funzione. raggio. T 22 la ricerca Un mare di orti a Milano

LUISA TOESCHI opo un lavoro di due anni della se- a grandi città del nord Europa (Berlino e Presidente di Italia Nostra zione Milano Nord di Italia Nostra e Amsterdam) viene “captata” l’importan- Milano Nord – Ddel suo staff di Boscoincittà è stata za della presenza di orti urbani molto ben cintura metropolitana conclusa una grande ricerca sulle colonie di strutturati e organizzati dalla mano pub- orti che sono presenti nella città metropoli- blica che presidiano i parchi, li tengono vivi tana di Milano. Abbiamo scoperto così una e frequentati quotidianamente e danno un ricchezza insospettata, che ci racconta da esito sociale ed equilibrato alla ricerca, so- un lato la passione dei milanesi per il ver- prattutto della popolazione dei pensionati, de, dall’altro quanto la raccolta degli orti di trovare occupazione del loro tempo libe- possa integrare i consumi famigliari, ma ro. Da questa esperienza, con il supporto soprattutto quale risorsa siano gli orti per del Ministero Agricoltura e Foreste, è stata le famiglie e la qualità del verde pubblico. avviata nei primi anni ‘80 una ricerca di respiro internazionale per capire meglio il fenomeno degli orti “urbani” identifican- done le modalità di realizzazione e, ancor più, di gestione. Nel 1982 viene pubblicato il rapporto di ricerca “Orti Urbani: una risor- sa” (editore Franco Angeli) a cura di Giulio Crespi ai cui contenuti si ispira il progetto degli orti del Boscoincittà avviato nella se- conda metà degli anni ottanta, che si con- cretizza nella creazione di 5 diverse aree o recinti ortivi con oltre 200 orti assegnati con proprio regolamento e bando pubblico. All’esperienza di Italia Nostra seguono poi via via gli orti del Parco Nord, quelli voluti da AEM (oggi A2A), e tanti altri. Il tutto testimonia il fatto indiscutibile e concreto che oggi la metropoli vive inten- samente tutti i servizi propri della città ma richiede nello stesso tempo molto più verde pubblico e molto più verde da “utilizzare”, da praticare. E questi si chiamano orti urbani. Con la costituzione della Città Metropoli- tana di Milano (gennaio 2015) anche Fon- dazione Cariplo propone, fra gli altri temi, anche una riflessione sulla necessità di da- re consistenza e visione alla “idea” di città metropolitana. Italia Nostra Milano Nord risponde a questa chiamata riflettendo sul fenomeno degli orti urbani, fenomeno non sufficientemente conosciuto nella sua reale entità, nelle caratteristiche e potenzialità. Il come si è svolta l’indagine e a quali esiti o scoperte abbia portato l’intenso lavoro dei ricercatori dà conto il consistente rapporto di ricerca che presto verrà pubblicato da Fon- Immagine e mappatura L’interesse per gli orti di Italia Nostra data dazione Cariplo, e che vogliamo sperare pos- degli orti (tratte dalla da almeno 40 anni, da quando si è avviata sa essere un veicolo non solo di conoscenza, ricerca “La città degli orti”) l’esperienza Boscoincittà. A seguito di alcu- anche tecnica e quantitativa, del fenomeno, ni viaggi di studio promossi dai responsa- ma anche di promozione e un adeguato go- bili di Boscoincittà per conoscere meglio le verno del fenomeno con regole urbanistiche esperienze di forestazione urbana attorno civili e una certa grazia realizzativa. T la ricerca | 23

Immagine e scheda relativa alla stima del contributo degli orti urbani al bilancio economico delle famiglie (tratte dalla ricerca “La città degli orti”)

La grande sorpresa della metropoli degli orti

giugno è stata presentata al Boscoin- aggiornamento, di leggere e gestire il fe- GABRIELLA BALICE città, in un convegno pubblico molto nomeno orti in collaborazione di enti e isti- Italia Nostra Milano Nord Aseguito, la ricerca “La città degli orti”, tuzioni, è il grande database cartografico promossa e guidata da Italia Nostra Milano originale costruito a seguito di un lungo Nord con il sostegno di Fondazione Cariplo, e affinato lavoro di osservazione e fotoin- in collaborazione con DAStU - Dipartimento terpretazione del territorio dall’alto, fina- di Architettura e Studi Urbani Politecnico di lizzato all’individuazione e alla perime- Milano, DEMM – Dipartimento Economia, trazione delle aree coltivate a orto (colonie Management e Metodi quantitativi Uni- di orti). Nel database sono confluiti tutti i versità Statale, Scuola Agraria del Parco di dati raccolti sul campo grazie a numerosi Monza e Studio Legale Leone-Torrani. sopralluoghi che, attraverso la compilazio- Il lavoro ha preso avvio nel gennaio 2016 e ne di schede e interviste agli ortisti, hanno sono stati oltre due anni di intense ricer- fornito informazioni preziose sugli aspetti che, uscite sul campo e interviste agli or- di carattere quantitativo e qualitativo del tisti per raccontare il fenomeno degli orti fenomeno orti nel territorio milanese. urbani nell’area della Città Metropolitana Nell’area della ricerca (i 133 comuni della Cit- di Milano; per comprendere la loro funzio- tà Metropolitana e i 9 municipi di Milano, a ne sociale; per stimare quanto producono cui per completezza e coerenza nell’analisi e quanto contribuiscono al bilancio econo- territoriale sono stati aggiunti i 7 comuni mico delle famiglie; per capire come sono della provincia Monza-Brianza attraver- regolamentati e per delineare prospettive e sviluppi futuri della pratica ortiva amato- riale nel territorio metropolitano. Il risultato della ricerca è un corposo re- port, di oltre 300 pagine, che per la prima volta analizza il fenomeno degli orti alla scala metropolitana nella sua complessità e in tutte le sue sfaccettature. Un ulteriore prodotto innovativo dello stu- dio, che permetterà, grazie al suo continuo 24 la ricerca

sati dal Canale Villoresi) sono stati censiti incide solo per lo 0,15% sulla spesa totale del- 8.540.485 mq di orti costituiti da 2255 colo- le famiglie e per lo 0,02% su quella relativa ai nie, tra orti regolamentati e orti spontanei. consumi alimentari. Grazie alle 636 aree visitate sono state pro- L’aspetto economico della coltivazione ama- dotte 437 schede di rilevazione relative alle toriale dell’orto non è quindi forse così deter- caratteristiche strutturali delle colonie, per minante come a volte i media ci spingono a alcune delle quali altre informazioni più ap- credere, sostenendo che gli orti possono esse- profondite sono state ottenute attraverso 76 re un aiuto più che concreto all’attuale crisi questionari online compilati da Ammini- finanziaria che colpisce le famiglie. Oggi strazioni Pubbliche e Associazioni. però negli orti urbani, accanto alla produzio- ne di frutta e verdura a chilometro zero e quasi totalmente ottenuta con tecniche biologiche, è sempre più evidente e forte la funzione so- ciale. Funzione riscontrata durante i sopral- luoghi, dalle interviste agli ortisti, nell’at- mosfera positiva che si respira all’interno delle colonie ortive, ma anche confermata da numerosi studi realizzati da importanti istituti di ricerca nelle aree metropolitane di grandi città europee ed extraeuropee. L’orto favorisce il contatto con la natura e le relazio- ni tra le persone; stare all’aperto, vedere na- scere e crescere il prodotto del proprio lavoro è l’occasione per effettuare un’attività fisica non fine a se stessa e rappresenta una possi- bile via di fuga dalla frenesia della vita cit- Orti urbani nell’area della Gli aspetti qualitativi delle colonie ortive, tadina; l’orto è un’opportunità per favorire Città Metropolitana di le caratteristiche anagrafiche degli orti- l’integrazione e la solidarietà sociale. Gli orti Milano, immagine tratta sti, il tipo di organizzazione interna delle urbani sono un presidio contro la violenza e dalla ricerca “La città degli colonie, la qualità e la produttività delle il degrado delle città; gli orti rappresentano orti”, promossa e guidata da Italia Nostra Milano coltivazioni sono state stimate grazie a 33 infine un grande laboratorio di esperienze e Nord con il sostegno sopralluoghi specifici con interviste che culture che si confrontano quotidianamente di Fondazione Cariplo, hanno interessato circa 3000 ortisti pre- e potenzialmente sono un grande archivio di in collaborazione con senti in tutte le tipologie di orti, da quelli preziose conoscenze. DAStU - Dipartimento di Architettura e Studi Urbani regolamentati (comunali o gestiti da asso- La ricerca affronta infine il tema dei costi Politecnico di Milano, ciazioni e cooperative) a quelli spontanei. e dei modelli possibili per la realizzazione DEMM – Dipartimento La ricerca presenta poi un’indagine approfon- e la gestione di orti urbani in relazione ai Economia, Management dita della produttività degli orti amatoriali: benefici sociali e delinea alcune possibili e Metodi quantitativi Università Statale, Scuola confrontando i dati raccolti nei sopralluoghi prospettive future di sviluppo che tengano Agraria del Parco di Monza con la produzione di aziende professionali conto di molti aspetti, da quelli urbanisti- e Studio Legale Leone- si è potuto stimare che l’effettivo contributo co-progettuali, a quelli ecologici e di salva- Torrani. della coltivazione di un orto urbano non ha guardia del territorio, a quelli organizza- in media un significativo peso economico tivi e gestionali. Che tengano conto anche sul bilancio delle famiglie. Dalle rilevazio- però delle caratteristiche degli ortisti, la ni in campo è stato possibile infatti valutare cui figura è in continua evoluzione e vede alcuni elementi correttivi della produttività sempre più avvicinarsi alla pratica della media di un orto a gestione amatoriale e si coltivazione urbana persone di età, estra- è potuto così costruire un modello della pro- zione sociale, interessi e cultura differenti duttività del complesso delle colonie ortive rispetto al passato. milanesi, che vede di fatto in media più che La ricerca sarà presto un libro, la sua pub- dimezzato il valore della produzione profes- blicazione è prevista a breve. sionale. Questo elemento, poi confrontato Il database prodotto, come già detto, sarà con i dati rilevati da ISTAT sui consumi me- disponibile per ulteriori approfondimenti di e la spesa annua media familiare relativa e per enti e amministrazioni che vorranno all’area della Città Metropolitana milanese, informazioni sulla presenza e sulle caratte- porta a valutare che la produzione dell’orto ristiche delle colonie di orti sul territorio. T segnalazioni | 25 Il nostro NO convinto al sottoattraversamento Tav di Firenze

Cantiere per la stazione Foster a Firenze, inquadratura in particolare sulla rampa “kiss and ride” sul lato rivolto verso il Mugnone. Foto di Tiziano Cardosi

Parlare di autostrade, di alta velocità, di fiorentina, piano che tuttora manca. Nel ’99 MARIARITA SIGNORINI varianti di valico è purtroppo per l’Italia la stazione centrale di S. Maria Novella è sta- Presidente nazionale “parlare di distruzione indiscriminata ta cancellata dall’opposizione del Ministero di Italia Nostra del patrimonio paesistico e ambientale. Se dei Beni culturali e sostituita dalla stazione l’alta velocità è necessaria e indispensabile, sotterranea Foster a centinaia di metri di di- allora dobbiamo pretendere che per il suo stanza, a ridosso del subalveo del torrente passaggio venga scelto sempre il danno mi- Mugnone (esondato l’ultima volta nel 1992), nore. Le città d’arte, tra queste Firenze, devono avere con tutt’altre caratteristiche architettoni- non uno, ma mille occhi di riguardo. Chi studierà il trac- che, valenza trasportistica e funzioni urba- ciato non dovrà usare il pennarello (che traccia una nistiche, che non sono mai state presentate linea su una carta topografica non tenendo alla città, agli organi tecnici indipendenti, conto di nulla) né dovranno essere tenuti perché potessero esprimere osservazioni e presenti interessi politici locali o nazionali: suggerimenti. il bene della collettività deve prevalere su tutto”. Così L’attuale Presidente regionale toscano ha si è espresso oltre 20 anni fa il Soprintenden- scoperto solo grazie alle segnalazioni dei te per i beni ambientali e architettonici di cittadini che la stazione Foster, preteso Firenze, Prato e Pistoia, Domenico Valen- “segno” del futuro architettonico della cit- tino, a proposito del sottoattraversamento tà, non è mai stata sottoposta alla Commis- Tav di Firenze che prevede di scavare due sione VIA del Ministero dell’Ambiente. Sono tunnel a singolo binario di circa 7 Km sotto inoltre stati estromessi dalle decisioni sul la città Patrimonio dell’Unesco. Un proget- trasporto e al deposito delle terre di scavo to approvato nel 1999 (con la nuova stazione gli stessi Comuni destinati ad accoglierle, nel 2003) ma fermo ormai da decenni, che nonostante i gravissimi problemi ambien- è stato deciso e imposto alla città senza un tali che l’esperienza TAV in Mugello ci ha momento pubblico di confronto fra proget- lasciato, con oltre 200 sorgenti d’acqua com- ti, priorità, costi e benefici. Da anni Italia pletamente seccate e danni ambientali ir- Si ringrazia per il contributo Girolamo Nostra ha lamentato la clamorosa assenza reversibili anche a Monte Morello e a Sesto dell’Olio Presidente di un piano generale dei trasporti nell’area fiorentino. Il consenso di quegli stessi Co- Associazione IDRA 26 segnalazioni

Firenze, cantieri della davvero”, e amministratori regionali sono stazione Foster. Foto di stati riconosciuti responsabili di una “con- Tiziano Cardosi dotta gravemente colposa, (…) censurabile superficialità, insolita pervicacia e in vio- lazione a elementari norme di diligenza”. Il contraente generale a cui è stata affidata la costruzione dell’opera, svolge funzioni di controllore-controllato con imprese capofila venute meno, una dopo l’altra, per dissesti finanziari. L’attuale sindaco ha poi smantellato alla muni è stato acquisito scambiando rischi radice, da un giorno all’altro, il progetto di per l’ambiente con discutibili contropartite stazione Foster rivendicando la centralità di economiche. La Direzione Distrettuale An- S. Maria Novella, per poi tornare a difendere timafia ha evidenziato “il raccapricciante il vecchio progetto. mosaico di collusioni politico affaristiche” Neppure è stato rinnovato, da un anno, l’Os- nell’inchiesta sulla TAV fiorentina oggi fi- servatorio ambientale, l’unico strumento nita anch’essa in tribunale. di controllo pubblico degli equilibri della Il presidente dell’Autorità Nazionale Anti- falda, impattata perpendicolarmente dalle corruzione Raffaele Cantone ha definito la paratie e dagli scavi effettuati per prepara- vicenda TAV a Firenze “paradigmatica del re la mastodontica stazione Foster in zona peggio possibile in Italia”, 20 anni di sprechi Macelli-Circondaria. e di gestione inconcludente di un progetto Per concludere, il modello di offerta ferro- non condiviso. Non propone nemmeno viaria con l’entrata in esercizio della TAV ha qualche riflessione la sentenza della Corte progressivamente emarginato il servizio più dei Conti sulla vicenda TAV in Mugello, per economico e forse più sicuro, quello intercity la quale Italia Nostra Firenze si è costituita fra città prossime come Firenze e Bologna, parte civile, dove “Ministero e Regione po- riducendo il diritto dei cittadini alla scelta tevano e dovevano sapere prima quello che fra tipologie di trasporto diverse, in barba sarebbe successo e poi ciò che è accaduto all’art. 3 della Costituzione. T

PERCHÈ IL CR DI ITALIA NOSTRA PIEMONTE È CONTRARIO ALLA TAV

Sin da quando si è iniziato a parlare di TAV (sono passati ormai trent’anni!) il Consiglio Regionale di Italia Nostra Piemonte ha espresso la propria contrarietà a questa grande opera tanto costosa quanto inutile. Il previsto aumento del traffico merci in trent’anni non è avvenuto, la prospettiva di una devastazione della valle, già penalizzata da altre pesanti infrastrutture, a causa degli scavi per costruire i tunnel, con conse- guenti elementi quali la polvere di amianto, la radioattività, l’inquinamento delle falde acquifere profonde, la non sostenibilità energetica, la costruzione delle discariche per il materiale di scavo... e molti altri i fattori che hanno spinto la maggioranza degli abitanti della Val Susa ad opporsi, sono ragioni per cui il CR Piemonte si è sempre dichiarato contrario. Ma la ragione prima è che in Italia si vorrebbe creare un’infrastruttura di tale impatto quando non esiste un Piano Nazionale dei Trasporti e della Logistica. Coloro che a favore della ferrovia ad alta velocità prospettano il passaggio dalla gomma al ferro, passaggio a favore dell’ambiente, non considerano che questo passaggio non sarebbe automatico e non è detto avverrebbe. Non sta scritto da nessuna parte. Prima è necessario pianificare, poi si costruiscano le strutture in base alla pianificazione. In Italia tutto avviene invece caso per caso, senza una logica di sistema. Sappiamo inoltre quanto i potenti della gomma continuano e continuerebbero ad essere contrari al ferro, anche in presenza di una linea veloce. In sintesi, Italia Nostra rifiuta un modello di sviluppo non sostenibile, basato sulla crescita continua dell’economia con il pretesto della crescita del lavoro, che non ci sarebbe (le grandi imprese che opererebbero si servirebbero dei propri operai specializzati e già formati e non assumerebbero manodopera da formare), e su un consumo di suolo intollerabile, a scapito di urgenti opere di ripristino, messa in sicu- rezza idrogeologica e salvaguardia.

Adriana Elena My, Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Piemonte segnalazioni | 27

Palmaria - miticoltura. Foto di William Domenichini (GFDL - CC- BY-SA-2.5,2.0,1.0 - tramite Wikimedia commons)

Isola Palmaria: quale lo scenario migliore?

ià segnalata il 13 maggio 2018 da Ita- il rischio di non curare adeguatamente que- LUCA CERRETTI lia Nostra nella giornata dei Beni co- sto ricco e complesso patrimonio è concreto, Presidente di Italia Nostra Gmuni da proteggere, l’isola Palmaria soprattutto se le funzioni basilari del Parco La Spezia – Cinque Terre appare ancora un luogo a potenziale rischio, regionale venissero indebolite dalla cessione ENNIO CORTE per trasformazioni indebite e non conformi di parte del territorio a privati che, verosi- Italia Nostra Milano Nord alle sue eccezionali caratteristiche, natura- milmente, come spesso è già accaduto, fa- GIOVANNI GABRIELE li e culturali. Insieme a Tino e Tinetto co- rebbero precedere i propri interessi a quelli Italia Nostra La Spezia – stituente un arcipelago prospiciente il golfo dell’isola-parco intesa come bene comune e Cinque Terre spezzino, con la spettacolare falesia occi- patrimonio dell’Umanità. dentale ove il fiordaliso compare tra rocce Firmato nel 2016 un protocollo tra Mini- inaccessibili, l’isola Palmaria rappresenta stero della Difesa, Agenzia del Demanio, un esempio di biodiversità che è interesse Comune di Portovenere e Regione Liguria, comune proteggere e far conoscere. L’isola questa ha poi preceduto individuando un infatti è già, a diversi livelli di legislazione, committente (“Ire gruppo Filse”), un pro- un ambiente naturale protetto: essa rientra gettista (“Projector Leader”) e una finan- nel Parco Naturale Regionale di Portovene- ziaria (“Duff & Phelps”): dopo alcuni mesi, re (sito Unesco, insieme al Parco nazionale attraverso una cabina di regia, un tavolo delle Cinque Terre); è definita dal Ministero tecnico e un processo (abbastanza) parte- dell’Ambiente Zona Speciale di Conserva- cipativo, è stato di recente presentato un zione (ZSC, sia nella parte terrestre che ma- progetto finale (c.d. masterplan) che, pur ba- rina, rispettivamente con i D.M. 13.10.2016 sandosi sulla presenza storica, culturale e e D.M. 7.4.2017) ed infine è riconosciuta dal materiale della Marina Militare, dovrebbe 1997 sito di interesse comunitario (SIC) e sot- mirare a favorire il processo di “valorizza- toposta ai vincoli di Natura2000 e delle di- zione dell’isola Palmaria” quale esempio di rettive CEE 92/43 (per uccelli e habitat). Ma sviluppo sostenibile. 28 segnalazioni

Isola Palmaria e isola di Tino. Foto di William Domenichini (GFDL - CC-BY-SA-3.0 - tramite Wikimedia commons)

In considerazione delle due forti vocazio- Il primo scenario prevede il completamen- ni dell’isola – la natura col suo grande pa- to della rinaturalizzazione, con interven- trimonio paesaggistico-ambientale, e la ti minimali (per lo più di manutenzione cultura, con la notevole eredità immobi- ordinaria e straordinaria ai fini di tute- liare del suo passato militare – ragionan- lare e preservare il patrimonio cultura- do per estremi sono state configurate due le e paesaggistico ambientale esistente), alternative di sviluppo, pur procedenti con l’obiettivo strategico di assimilare la da principi completamente differenti: a) Palmaria ad un “Paradiso della Natura”, la prima, tendente per lo più alla conser- sufficientemente attrezzato per accogliere vazione, prevede interventi minimali di visitatori amanti della natura ed escursio- manutenzione al fine di preservare princi- nisti1. palmente il patrimonio paesaggistico-am- Il secondo scenario ammette il massimo bientale esistente; b) la seconda prevede al sfruttamento degli immobili ceduti, con contrario il massimo sfruttamento possi- un importante sviluppo infrastruttura- bile degli immobili (edifici e terreni) ma le e insediativo che coinvolge tutta l’isola anche il coinvolgimento di ulteriori am- (anche aree al momento non incluse nel biti (non facenti parte del programma di programma di valorizzazione). Questa valorizzazione ma considerati strategici diventa, così, un’isola completamente at- in virtù delle loro peculiarità e posizioni). trezzata, con un’ampia offerta di servizi e In questo contesto, accanto ad interventi con due importanti macro-ambiti destinati considerati indispensabili (manutenzioni a funzione ricettiva diffusa: il Terrizzo e di immobili; adeguamenti di infrastrut- la sommità dell’isola (Batteria Semaforo e ture primarie), ne figurano altri (cessione Forte Palmaria)2. di immobili, ruolo determinante di priva- Il terzo scenario considera il consolida- ti (suite), riqualificazione (o creazione?) di mento del fronte Terrizzo – Befettuccio: strutture nautiche e turistiche, perfino la esso prevede dunque la valorizzazione e il costruzione di una funivia…) che, deter- consolidamento dell’ambito a nord dell’i- minando rilevanti conseguenze sull’am- sola, che si estende appunto dal Terrizzo e biente, fanno mantenere alta la guardia, punta Befettuccio e procede fino alla som- mentre pare ignorata la valenza marina mità dell’isola stessa (Forte Palmaria). A dell’isola, anche in rapporto al Santuario sud dell’isola si interviene con operazioni dei Cetacei. minimali volte per lo più alla tutela del pa- Dalle due opzioni economico-culturali ci- trimonio esistente3. tate sono dunque scaturiti nel masteplan Il quarto scenario si apre verso il Capo cinque scenari, di seguito sinteticamente dell’Isola, prevedendo la riqualificazione descritti. dell’ambito sud dell’isola (in particolare del segnalazioni | 29

Capo, che diventa un importante nodo stra- d’isola in quanto programma strategico e tegico di arrivo e partenza per i flussi turi- partecipato: dunque una proposta concre- stici). Il fronte sud viene infrastrutturato ta, non invasiva, più economica, utile per anche al fine di decongestionare l’ambito la popolazione locale ed ecologicamente nord e di omogeneizzare i flussi su tutta sostenibile nei confronti degli ecosistemi l’isola, mentre il fronte nord dell’isola, già marino e terrestre, e anche coerente con la parzialmente strutturato, è interessato da vocazione e la destinazione del territorio interventi minimali volti per lo più alla tu- a parco regionale – una proposta che, per tela del patrimonio esistente4. mancanza di previsioni di finanziamento, Nel quinto scenario viene considerata la ri- non risulta per il momento interessare le attivazione completa tra natura e cultura: istituzioni. a differenza degli scenari precedentemente Nel frattempo, la nostra attenzione si descritti, questo si pone come obiettivo la mantiene concentrata sul primo scenario preservazione di entrambe le vocazioni pe- del masterplan, che prevede un range di inve- culiari dell’isola, la natura (sentieri, punti stimento compreso tra 8-10 milioni di euro belvedere, patrimonio vegetale) e la cultura per la necessaria manutenzione e rinatura- (cave, presidi militari, attività agricole), ri- lizzazione dell’isola. Tale stima si riferisce conoscendo nei due macro-ambiti dell’isola ai soli immobili ascrivibili al Comune di (nord e sud) due sistemi diversi ma comple- Portovenere, nello stato in cui si trovano, mentari, ed offrendo una vasta gamma di e non comprende i beni nella disponibilità servizi più strutturati a residenti e turisti5. della Marina Militare; i costi riportati do- Si tenga presente che, sin dal marzo 2016 vrebbero essere compensati dalla vendita la sezione locale di Italia Nostra (come di immobili a prevalente destinazione resi- “Laboratorio Palmaria”, formato insieme denziale (ma, con una recente e imprevista a Legambiente, Lipu, Grasp oltre che da comunicazione, il MiBAC ha definito ina- studiosi, tecnici e semplici cittadini), ha lienabili i beni principali presenti in Pal- contribuito a realizzare un progetto alter- maria, che dovrebbero pertanto rimanere nativo il cui scopo si manifesta già nel ti- di proprietà pubblica ed essere vincolati tolo – Palmaria Isola-Parco, Giardino botanico di all’uso testimoniale). terra e di mare – finalizzato a rendere disponi- Italia Nostra sarà comunque vigile e atten- bile a tutti il variegato patrimonio natura- ta agli sviluppi successivi, per impedire le che l’isola offre, fatto di paesaggi, pian- qualsiasi intervento speculativo da parte di te, fiori e arbusti, rocce e falesie, piccole privati, denunciando operazioni e inizia- spiagge e fondali marini. Tale “giardino tive che siano in contrasto con il manteni- naturalistico di terra e mare” si offre come mento ambientale dell’isola, attualmente luogo dove poter sperimentare tecniche di Parco Regionale. T gestione delle risorse e dei beni naturali comuni, compresa una scuola di restauro NOTE agro/rurale (scuola edile, anche per limi- tare il costo dei restauri obbligatori); come 1 Si prevedono le il sistema degli declinabile in tre seguenti tipologie di approdi; connettere azioni: 1. valorizzare “isola-campus” ovvero luogo di studio e ri- intervento: integrare e rifunzionalizzare e proteggere cerca multidisciplinare (dal Mar Ligure al- le infrastrutture i sistemi difensivi (biodiversità e tutela la flora e alla fauna), aperto a studiosi, alle primarie e dell’isola; del patrimonio gli impianti; riqualificare paesaggistico), Università europee e a tutti i cittadini in- riqualificare gli l’ambito del Terrizzo; 2. recuperare e teressati; come luogo ospitale per turisti e approdi esistenti; creare un nuovo rifunzionalizzare popolazione locale (che, a dispetto del fatto rendere fruibili i polo attrattivo (restauro del Forte sistemi difensivi al Befettuccio e Palmaria e messa in che La Spezia sia ricordata come città di dell’isola; vendere incentivare forme rete delle eccellenze mare, in realtà il mare possono solo guar- gli immobili del di agricoltura storico culturali), Terrizzo; manutenere multifunzionale. 3. accogliere darlo ma non usufruirne, in quanto quasi il patrimonio 3 Le tipologie di e connettere tutto il perimetro del golfo è occupato da naturale esistente; intervento rimangono (adeguamento strutture portuali, cantieristiche, mili- valorizzare la quelle dei due scenari dell’assetto rete sentieristica precedenti. del sistema tari, e gli unici accessi al mare sono agli esistente. 4 Oltre agli interventi infrastrutturale estremi del golfo, cioè le – piccole – spiag- 2 Oltre alle tipologie precedenti, è prevista esistente e precedenti, la vendita di immobili implementazione di ge nei dintorni di Lerici e Portovenere, e diventa attuabile: del Terrizzo. forme di trasporto l’Isola Palmaria). Strumento operativo riorganizzare 5 Tale scenario è ecosostenibile). per il “Laboratorio Palmaria” è il contratto 30 segnalazioni Creatività e partecipazione nell’esperienza del patrimonio culturale

MARIA ROSARIA IACONO l concetto di bene culturale è oggi molto tematiche tradizionali, abbiamo voluto Consigliere nazionale vasto: tutto quanto ha a che fare con la dare maggiore visibilità a temi come in- e referente Settore EDU Istoria dell’uomo e rappresenta una te- clusione, partecipazione, accessibilità, di Italia Nostra stimonianza importante della storia di un creatività, cosmopolitismo, così come so- popolo è oggi definibile bene culturale1 e no stati espressi nella riunione del 6 otto- perciò degno di essere salvaguardato e con- bre 2018 del gruppo di lavoro del Settore servato per le future generazioni. Proprio Educazione. ai giovani sono dedicate tutte le nostre bat- Sono tematiche che occorre riaffermare in taglie per la tutela del paesaggio e dei beni questi nostri tempi in cui la centralità del culturali materiali e immateriali. A loro ci patrimonio culturale nella vita del Paese rivolgiamo con le nostre iniziative di edu- viene spesso confusa con la promozione di cazione al patrimonio culturale, per farne iniziative effimere e mercantilistiche, e il dei “protettori” consapevoli e non semplici suo ruolo formativo si misura con il nu- “spettatori” o “consumatori”. mero dei biglietti di ingresso e non, per esempio, con il tempo che ogni cittadino “Patrimonio e dialoghi tra le culture. Educare trascorre nelle strutture museali, aree ar- all’accessibilità del patrimonio. Cosmopolitismo cheologiche, nei giardini storici. Tempo culturale, saperi artistici, paesaggi partecipati” necessario per comprendere e trasportare nel quotidiano i grandi valori che ci tra- è il titolo del prossimo Seminario di formazione smette il nostro patrimonio culturale che per i responsabili regionali e di sezione del Settore fin dalle origini della storia parla di scam- Educazione al patrimonio culturale di Italia Nostra bi, di inclusioni e di contaminazioni. Bisogna riaffermare la dignità del lavoro Non solo bisogna portare davanti agli oc- dell’uomo, che ha costruito città e plasma- chi di tutti gli “orrori dell’Italia mangiata to paesaggi, conservando l’equilibrio con dalle speculazioni edilizie, dalle avidità la natura che ora sembra smarrito, ricono- individuali, dalla corruzione e dall’igno- scendo il valore della partecipazione nella ranza2”, ci proponiamo di entrare in con- programmazione territoriale e dei saperi tatto con la società, e con quella parte della tradizionali, che ci possono aiutare nella società dove si forma o si dovrebbe formare salvaguardia di un patrimonio artistico, l’Italia del futuro: il mondo della scuola, gli storico, paesaggistico e naturale altrimen- insegnanti, gli studenti. ti destinato all’estinzione. Sono queste le fondamenta su cui poggia In quest’azione di salvaguardia l’innova- la prossima edizione del Seminario di for- zione tecnologica può e deve svolgere un mazione per i responsabili regionali e di ruolo insostituibile: penso ai droni utiliz- sezione del Settore Educazione al patrimo- zati per il controllo del territorio contro le nio culturale di Italia Nostra (Roma, 22/24 discariche abusive e alle applicazioni per marzo 2019). il monitoraggio del nostro patrimonio, so- Il tema scelto è “Patrimonio e dialoghi tra le cul- lo per fare due esempi. Negli incontri po- ture. Educare all’accessibilità del patrimonio. Co- meridiani del Seminario sarà dato ampio smopolitismo culturale – saperi artistici spazio ai referenti con interventi program- 1 Vedi Codice dei Beni culturali e del – paesaggi partecipati”. mati, per dare gambe alle idee e alle propo- Paesaggio (d.leg.vo L’obiettivo è quello di formulare insieme ste, per elaborare un’azione convincente, 42/2004): Art. 2. agli esperti, ai nostri referenti regionali partecipata e inclusiva, in modo che ognu- 2 A. Mottola Molfino nel suo e di sezione proposte e indicazioni per un no di noi possa riconoscersi nel progetto editoriale “Educare programma educativo triennale, a partire educativo nazionale 2019-2020 e rendersi al patrimonio”, Bollettino n. 457 del dal 2019-2020, da sviluppare in rete sia a protagonista attivo per la sua diffusione e 2010. livello nazionale che locale. Accanto alle attuazione. T segnalazioni | 31

Villa Sottocasa (ottobre 2005 – foto attribuita a Pier Luigi Mora, GFDL - CC-BY-SA-3.0 - CC-BY- 2.5 - tramite Wikimedia commons)

Villa Sottocasa di Vimercate: un’assoluzione inaccettabile

i è recentemente concluso al Tribunale caso si è costituita una verità processuale, STEFANO DELLA TORRE di Monza un processo per danneggia- che è obbligatorio rispettare, anche se ap- Consiglio Scientifico Smento al patrimonio culturale in cui pare lontana dalla verità dei fatti. Sia ben della Sezione di Milano Italia Nostra si era costituita parte civile. chiaro, il problema non è la mancanza di di Italia Nostra A Vimercate (Monza-Brianza) nel 2011 un sanzione per gli imputati, bensì le motiva- architetto aveva segnalato ai Carabinieri zioni della sentenza, in quanto il giudice è del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale entrato in questioni tecniche, che potreb- una serie di fatti sui lavori in corso nel- bero costituire un imbarazzante preceden- la parte privata di Villa Sottocasa (serre, te per vicende future. maneggio, giardino all’italiana), edifi- Il progetto di restauro architettonico non si cio tutelato ai sensi di legge, in parte di riduce alla demolizione di parti e alla nuova proprietà del Comune e sede museale. costruzione di altre, ma si sostanzia delle La segnalazione, centrata sul danno al lavorazioni sulle parti conservate, descrit- bene culturale, evitava accuratamente te o in grafici appositi, come in genere le di esprimere valutazioni sulla rilevanza Soprintendenze tassativamente richiedono penale dei comportamenti. La magistra- (ma che in questo caso non è avvenuto), o al- tura, sulla base degli accertamenti svol- meno in relazioni tecniche scritte. Nel caso ti, ha inquisito diverse persone, che sono in esame, alla Dichiarazione di inizio attivi- state rinviate a giudizio, e infine assolte*. tà risultò allegata una “Relazione tecnica” Il collegio giudicante ha confermato che di una sola pagina, che descrive proprio le gli abusi edilizi, ancorché prescritti, sono lavorazioni non autorizzate poi sanzionate stati commessi, mentre non ha condiviso come abusi: tra cui “scrostamento intonaco la ricostruzione del PM in merito a falsifi- interno e di facciata…, rimozione pavimen- cazioni e abusi d’ufficio. ti e rivestimenti, rimozione del solaio di le- * Con sentenza n. Le sentenze penali si basano sulla verità gno con rifacimento degli stessi con orditu- 2345/2018 depositata che si forma nel processo, e anche in questo ra in legno, … rifacimento della struttura il 15 ottobre 2018. 32 segnalazioni

portante del tetto mediante sostituzione le, ben si sarebbe guardata dal consentire di travi primarie e secondarie di legno am- opere inconciliabili con la sua sopravviven- malorate e posa dei listelli porta tegola, … za”. Ma neppure nella relazione di progetto rimozione dei serramenti di facciata…”. Un in cui si descrive il bene, il “teatrino alias foglio, tra l’altro, non protocollato, che pur finte grotte” viene citato, e l’omissione ap- recando una data anteriore all’inizio lavori, pare volontaria, perché la relazione è una già profeticamente parla anche della sosti- pedissequa copiatura da un libro del 2004, tuzione della struttura portante del tetto, con due soli passaggi omessi: quello relativo che secondo la verità processuale sarebbe alle finte grotte e quello relativo al giardino stata decisa solo qualche settimana dopo all’italiana: entrambi elementi citati nella avendone constatato il cattivo stato. In un relazione storico-artistica che motiva il vin- progetto molto povero negli elaborati gra- colo, e destinati alla distruzione (autoriz- fici, quelle poche righe erano l’unico filo zata, s’intende) nel progetto in questione. cui stava appesa la possibilità di definire Due elementi di cui la Soprintendenza po- i lavori, e controllarli. Ma di questo foglio teva autorizzare la distruzione solo se non nel processo poco si è discusso. Ed è stato avesse avuto sentore della loro esistenza, il blackout su questo documento a girare il che è incredibile, visto che il medesimo l’esito del processo a favore degli imputati. Soprintendente pochi anni prima aveva fir- Il tetto dell’edificio fu rimosso senza auto- mato, almeno per presa visione, la relazione rizzazione, e si sa che spesso le travi dei storico-artistica che li cita. tetti sono elementi ricchi di dati storici. La La storia mi ricorda tanto quella volta che Soprintendenza ha dichiarato credibile che un gruppo di studenti, dovendo nel loro pro- le travi andassero sostituite, perché am- getto risolvere il problema dell’accessibilità a un edificio storico per i disabili motori, La proprietà fu autorizzata a realizzare un nuovo edificio ebbero l’idea di far sparire dal rilievo una sopra il giardino all’italiana antistante le serre progettate rampa di scale. Io li sgridai molto duramen- da Luigi Canonica, e all’interno delle serre dei servizi te, ma non avevo capito che quegli studenti erano molto più avanti del loro professore: igienici al posto di “finte grotte” in forma scenica citate io ragionavo sulla base di una realtà pratica nel decreto di vincolo, ma non rappresentate nei rilievi e fattuale, loro erano già proiettati nel me- raviglioso mondo della verità processuale, malorate, ma nella relazione presentata quella dove appunto i fatti non sussisto- successivamente a supporto dell’avvenuta no. In questo mondo parallelo, in assenza rimozione ci sono solo fotografie prese da di consulenti tecnici che non siano quelli lontano, nessun dato ingegneristico, e una degli imputati, può accadere che sia preso valutazione qualitativa del tutto opinabi- per buono un accertamento di comodo dello le, perché un tecnico specializzato sarebbe stato dei luoghi. In realtà la sezione di Mon- stato in grado di progettare interventi loca- za di Italia Nostra aveva cercato di ottenere li tali da riabilitare la struttura: come del dalla Soprintendenza un annullamento in resto avvenne pochi anni fa nell’ala pubbli- autotutela dell’autorizzazione, ma anche il ca della stessa villa, dove il tetto non era in progetto di un nuovo edificio sull’area del condizioni migliori. giardino all’italiana infine fu approvato, La questione più clamorosa è però l’omissio- ancorché modificato. Nel processo la que- ne nel rilievo di alcuni dati, modificando stione non è stata approfondita, forse perché l’accertamento dello stato dei luoghi per i lavori erano stati interrotti quando questa facilitare la ristrutturazione del bene. Nel parte ancora non era stata avviata, e del re- nostro caso, la proprietà fu autorizzata a re- sto il cantiere non è tuttora finito. alizzare un nuovo edificio sopra il giardino In conclusione, lo scarso livello di dettaglio all’italiana antistante le serre progettate da degli elaborati progettuali è alla radice del Luigi Canonica (1831 ca.), e all’interno delle danno arrecato al patrimonio e della in- serre dei servizi igienici al posto di “finte capacità della giustizia di dare adeguata grotte” in forma scenica citate nel decreto sanzione. Si pone quindi il tema di dare un di vincolo, ma non rappresentate nei rilie- indirizzo alla discrezionalità tecnica degli vi. Secondo la sentenza “la Soprintendenza, organi di tutela, emettendo quelle linee di qualora avesse avuto anche solo il sentore indirizzo prevista dal comma 5 dell’art. 29 dell’esistenza di un elemento così pregevo- del codice dei beni culturali. T segnalazioni | 33 Mini idroelettrico, predone di fiumi e torrenti

i chiamano Grisol, Talagona, Andraz, ni allo sfruttamento dell’idroelettrico pra- GIOVANNA CEINER Mis, Maè, Liera e sono tra i pochissi- ticamente su tutti i corsi d’acqua montani, Presidente di Italia Nostra Smi torrenti di montagna in provincia compresi quelli in quota che sono gli ulti- Belluno di Belluno a conservare inalterata, o quasi, mi di mantenuta naturalità. Nel 2014 sono LUIGINA MALVESTIO la loro naturalità. Corsi d’acqua limpida e state presentate circa 2.000 domande (che Segretario di Italia Nostra cristallina, dalle vivaci cascatelle, che non significano un intubamento di ulteriori Belluno sono sfuggiti però alle brame dei predoni del 3.000 km di corsi d’acqua), di cui 150 nel mini idroelettrico. Dovrebbero essere tute- bellunese, che ricordiamo essere un terri- lati dalla Direttiva Europea Quadro Acque torio protetto in quanto parte integrante (2000/60/CE), dalla legge italiana, dalla de- del Patrimonio Universale Dolomiti Une- libera regionale sui siti non idonei, dalle mi- sco, del Parco Nazionale Dolomiti Bellune- sure di tutela per l’idroelettrico previste nel si, della Rete Europea Natura 2000 (oltre il piano di gestione del 2016 e delle Linee Gui- 50% del totale). da per la valutazione ex ante del 2017, tutte norme che, in teoria, dovrebbero tutelare il corpo idrico dal deterioramento e quindi vie- tare la costruzione di impianti su torrenti di stato buono o elevato come sono questi. Ep- pure la Regione Veneto ha rilasciato e conti- nua a rilasciare concessioni di sfruttamento idroelettrico sotto 1 MW di potenza. Dal 2009 ad oggi, nella sola provincia di Belluno, la Regione ha approvato più di una trentina di impianti idroelettrici di potenza inferiore ai 1000 KW escludendo- li dalla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e dallo screening di VIA, in diffor- mità da quanto previsto dalla legislazione nazionale. Il Decreto legislativo 152/2006, Ma come mai sta avvenendo tutto questo? Torrente Biois (Falcade): la fissa una soglia di 100 KW sotto la quale i È un combinato di alti incentivi statali e presa. Immagine ricevuta progetti sono esonerati da qualunque valu- di carenza normativa e pianificatoria, sia da Italia Nostra Belluno tazione di VIA, ma con una delibera (la n. relativamente alla conservazione ecosiste- 2834 del 2009) la Giunta Regionale Veneto mica dei corpi idrici, sia in materia di beni ha alzato questo limite a 1000 KW. E così pubblici indisponibili e del costituzionale sono sempre più numerosi gli impianti in obbligo di tutela paesaggistica. Nonostante successione sullo stesso corso d’acqua, con che, in seguito all’apertura della procedura rilascio delle acque da una centralina e im- “Pilot 6011/2014” da parte della Commissio- mediata captazione per quella successiva. ne Europea, Stato e Regioni abbiano inizia- Tutto questo significa fiumi, torrenti e to a mettersi formalmente in regola con le ruscelli a secco, centinaia di inguarda- normative europee, questo si sta rivelando bili cubi di cemento, cementificazione e un processo lento e contraddittorio: tutte le distruzione dell’habitat naturale. E quin- nuove prescrizioni introdotte sono di fatto di rischio idrogeologico, disboscamento, rese inefficaci dall’indicazione di non re- moltiplicarsi di strade di servizio, depau- troattività della loro applicazione alle do- peramento della fauna ittica e della biodi- mande già depositate. versità, danni irreparabili per l’economia Finora i governi hanno incentivato forte- turistica, principale risorsa per le comuni- mente la produzione idroelettrica, in parti- tà dei territori montani. colare quella minore, sul falso presupposto Negli ultimi anni si è verificato un aumen- che essendo definita rinnovabile, sia per to esponenziale di richieste e autorizzazio- questo anche sostenibile, ma noi sappia- 34 segnalazioni

L’incentivo statale al mo, e le evidenze dimostrano, quanto il gistico su cui far convergere gli investi- mini idroelettrico, finanziato da tutti mini idroelettrico sotto 1 MW sia fortemen- menti pubblici. Riteniamo però che l’unico noi con le bollette te invasivo e dannoso per gli ecosistemi ac- modo veramente efficace per porre fine a dell’energia elettrica, quatici, per la sicurezza idrogeologica e per queste modalità di sfruttamento delle ac- fa sì che esso sia oggi un investimento il patrimonio naturale. que a beneficio di speculatori, o di ammi- che genera enormi L’incentivo agli impianti di produzione sot- nistrazioni disposte a svendere il proprio marginalità per to 1MW di potenza non trova sostanziale territorio, sia eliminare gli incentivi al gli investitori. Ciò ha creato una vera giustificazione in termini di produzione mini idroelettrico. L’insostenibilità di que- e propria corsa di energia, basti pensare che il contributo sta situazione è già stata denunciata a più all’oro blu che ha raddoppiato energetico dei 2.304 impianti di questo tipo riprese. Da segnalare certamente la peti- il numero degli attivi in Italia al 2014 rappresentava appe- zione del 14 novembre 2017, sottoscritta da impianti mini- na lo 0,19% dei consumi totali di energia molte associazioni ambientaliste e centi- idro, passati da 1270 nel 2009 a (dati GSE 2014) e solo il 2‰ (due per mille) naia di comitati, uniti nel Coordinamento 3.000 nel 2017, con dell’energia complessivamente consumata Nazionale Tutela Fiumi-Free Rivers Italia: la conseguente erogazione di oltre in Italia (il 5% della energia idroelettrica). è stato chiesto al Governo di eliminare gli 1 miliardo di euro/ Contributo quasi irrisorio se paragonato a incentivi all’idroelettrico sotto 1 MW e di anno di contributi quello dei 1.137 impianti superiori a 1MV ridurli fortemente sotto i 3 MW. Si è chiesto incentivanti che dureranno per che producevano, nel 2015, il 94% del totale inoltre di eliminare il concetto di pubblica tutti i 20 anni di idroelettrico. utilità per tutti gli impianti sotto i 3 MW concessione (GSE: Rapporti statistici e di avviare in tutta Italia una politica di rinnovabili). Vedi tabella e grafico seguenti: recupero ambientale, paesaggistico e ricre- ativo dei corsi d’acqua. ANNO 2014 - CONSUMI E PRODUZIONI ITALIA La Sezione di Belluno di Italia Nostra con- Consumi finali lordi 118,60 Mtep tinuerà a seguire le vicende di quella che Consumi finali energia elettrica 26,80 Mtep ormai è diventata una battaglia a difesa del Produzione da fonte idraulica 3,94 Mtep bene comune più importante per la salva- Energia prodotta da 2034 impianti idroelettrici 3,94 Mtep guardia e la sopravvivenza socio-ambien- di potenza <1 MW (centraline) tale dei territori di montagna. T

Il 2018 si è chiuso con due ottime no- tizie per chi si batte per la difesa dei nostri torrenti: la Cassazione ha accolto i ricor- “si di Comitato Bellunese ABC, Mountain Wil- derness e WWF e ha annullato le concessioni a derivare ad uso idroelettrico sui torrenti Tala- gona e Grisol, sancendo così definitivamente che un corso d’acqua inalterato deve rimanere tale. Si attende ora l’approvazione della bozza di Decreto Incentivi alle Fonti Energetiche Rin- novabili proposta dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) di concerto con Ministero dell’Ambiente (MATTM) nel settembre 2018, che non concede l’incentivazione agli impianti idroelettrici installati su corsi d’acqua natura- li, mentre la mantiene su corsi d’acqua artifi- ciali, acquedotti, a sfruttamento sui deflussi minimi vitali. Regioni e Province autonome

Con l’efficientamento delle grandi centrali hanno dato parere negativo (non vincolante), Nel 2014: in rosso

storiche già esistenti e per lo più tecnolo- ma il decreto oltre a salvare i torrenti ed evi- i consumi finali lordi, in giallo i consumi finali gicamente superate, si potrebbe avere un tare sprechi di denaro pubblico eviterebbe di di energia elettrica, incremento di produzione che va dall’8 al incorrere nella Procedura di infrazione euro- “ in blu la produzione 20%, senza ulteriore consumo di territorio. pea che si aprirebbe qualora questi impianti da fonte idraulica, Senza contare che il risparmio energetico idroelettrici, che non rispettano la Direttiva in azzurro quella delle centraline sarebbe un’alternativa molto più vantag- Quadro 2000/60/EU, ottenessero aiuti con potenza <1MW giosa sia sul piano economico che paesag- di Stato. segnalazioni | 35 Castello di Castiglioni: gli studenti al servizio della tutela

l progetto didattico Gli allievi dell’Istituto di sabilizzazione. Si è voluto quindi restitui- SAIDA GRIFONI Istruzione superiore “Leonardo da Vinci” adotta- re ai beni culturali e all’ambiente dignità Consigliere della Sezione Ino un castello in rovina, che ha partecipato affettiva, e far diventare i ragazzi soggetti di Firenze di Italia Nostra al concorso di Italia Nostra “Le pietre e i di una “adozione” che fa vivere i valori e le cittadini”, non è solo una denuncia del de- potenzialità del territorio, che ne assapora grado del manufatto architettonico ubicato la ricchezza e ne riprogetta i tratti degrada- sulle colline fiorentine che sovrastano Ca- ti, che comunica i risultati raggiunti, che reggi, ma anche una condivisibile proposta monitora le conseguenze delle proprie atti- per il recupero del monumento. vità: studiare osservando e approfondendo, Il castello di Castiglioni, di fondazione camminando e discutendo, documentando longobarda, fu trasformato in villa rina- e comunicando. Non più solo simulazioni, scimentale dalla famiglia Catellini, citata ma veri e propri compiti di realtà, che si con- da Dante tra le casate illustri della Fioren- frontano giorno per giorno con gli ostacoli, za antica (Cacciaguida, Canto XVI del Paradiso). ma anche con le risorse della società civile. Patroni della pieve romanica di Cercina, dominata dal castello, i Catellini hanno lasciato tracce della loro presenza anche in città: ad esempio, alle spalle di piazza della Repubblica, mura e arco trecenteschi in pietra forte del lato nord del Palazzo Ca- tellini sopravvivono allo sventramento dell’antico centro storico di fine ‘800. Con la storia del maniero collinare, poi villa ri- nascimentale con annesso giardino forma- le, si intrecciano, fra le altre, le presenze dell’arcivescovo Antonino Pierozzi e di papa Leone X, e il coinvolgimento nell’assedio di Firenze del 1529-30 da parte delle truppe di Carlo V, testimoniato da un grande affre- sco, oramai quasi illeggibile. Le vicende re- centi restituiscono però un quadro desolan- te di degrado e saccheggio: il castello-villa è oramai un gigantesco scheletro cadente, Il video, accompagnato da una lettera, dove Castello di Castiglioni, tetti che crollano, pareti che cedono, me- gli studenti chiedono di attivare azioni di particolare dell’interno. morie che si cancellano. recupero condivise da pubblico e privato, è Immagine ricevuta da Italia L’attività didattica è stata orientata all’e- stato inviato a una lunga lista di autorità Nostra Firenze laborazione di accorte proposte di recupe- con la speranza di un positivo riscontro. ro che tengono conto delle esigenze della Per adesso, all’appello ha risposto – insie- comunità locale, oltre che delle caratteri- me con Italia Nostra – il deputato Alfonso stiche storico-architettoniche del luogo. Bonafede che ha anche partecipato alla I ragazzi le hanno raccolte in un video e, conferenza stampa (organizzata presso il filtrandole attraverso la propria sensibilità Caffè Storico Letterario Giubbe Rosse di Fi- e immaginazione, le hanno tradotte in sce- renze lo scorso dicembre) e si è attivato per nari percorribili da sottoporre all’attenzio- un’interrogazione parlamentare. In tale ne delle autorità competenti. L’intento del occasione, al deputato è stato anche con- progetto è stato quello di dare risposte po- segnato un elenco di altri beni paesaggisti- sitive ai sentimenti di frustrazione e impo- co-culturali dell’area fiorentina che, come tenza derivanti dall’insuccesso dei tentativi Castiglioni, versano in condizioni preca- precedenti, dalla rassegnazione, dai com- rie: le Gualchiere di Remole, le Cascine di portamenti rinunciatari e dalla derespon- Tavola, Badia a Settimo. T 36 paesaggio Una foto, un caso

ORESTE RUTIGLIANO aesaggio storico sul Versante orienta- dei Romani nel 297 a.C. A scendere il vec- Consigliere onorario le del Matese, da pochi mesi elevato chio convento di Sant’Antonio, divenuto di Italia Nostra Pa rango di Parco Nazionale. L’altura sede anche del locale Ginnasio. Ai piedi che si vede sullo sfondo è il sito sannitico un uliveto, qui piuttosto raro, che apre uno di Terravecchia, ove si conservano resti co- spazio solare tra i boschi di querce. In basso spicui della cinta muraria megalitica della la palestra della nuova scuola media inter- città distrutta nell’ultima decisiva vittoria comprensoriale.

Ecco come si distrugge giorno dopo giorno il paesaggio delle aree interne del meri- dione. L’edificio improvvido anche sotto il profilo ecologico, poiché in ferro e quindi dispersivo del calore, è il frutto della vio- lenza progettuale di un qualche architetto, qui giunto casualmente per vie amicali o politiche, che ha inserito in questo pae- saggio semplice, armonico ed equilibrato il frutto di un suo proprio impulso creativo, nato magari durante la visita di una fiera del ferro nell’edilizia o in un suo incubo notturno, o peggio nell’inconscia riprodu- zione di modelli visti chissà dove a riempi- re vuoti creativi, senza condivisione e sen- za meditazione alcuna di coerenza con il contesto destinato ad accoglierlo. Dietro a questo esempio che, moltiplicato per mille altri ad esso analogo, diventa da episodio fenomeno generale di distruzione, vi sono Il paesaggio storico sul versante orientale del anche le semplificazioni normative volute Matese e la palestra dalla classe politica: l’eliminazione delle della nuova scuola media commissioni edilizie; la non partecipazio- intercomprensoriale. ne della popolazione ai progetti; la crisi In basso, particolare del convento di delle Soprintendenze non in grado di fare Sant’Antonio con l’uliveto. fronte alle mille emergenze per scarsità di Foto di Oreste Rutigliano personale e in particolare di architetti. T alla scoperta di... | 37

Muro Lucano, l’Atene della Basilicata

uro Lucano è una cittadina del- (ceramiche, pavimenti musivi, corredi e CHIARA PONTE la Basilicata che vanta una sto- monumenti funerari) provenienti dalla Italia Nostra Mria plurimillenaria e stupendi Basilicata nord-occidentale; alcuni sono Vulture Alto Bradano scenari paesaggistici. Il primo sguardo stati rinvenuti in territorio murano pres- del visitatore è catturato dall’imponente so l’antica città fortificata di Numistrum, castello di origine medievale che occu- nota per la battaglia avvenuta nel 210 a.C. pa il vertice della collina in posizione di tra il celebre condottiero cartaginese Anni- predominio sulle abitazioni sottostanti, bale e il console romano Claudio Marcello. arroccate sulla roccia calcarea e disposte Caratteristici i due punti più panoramici di ad anfiteatro. Nel 1382 nella fortezza di Muro, il Belvedere “Torrione” e il Belvedere Muro si consumò il celebre delitto della di San Nicola; quest’ultimo ha l’aspetto di regina Giovanna I d’Angiò, per quasi qua- un labirinto ed è tutto ciò che rimane di un rant’anni sovrana del Regno di Napoli: la antico quartiere la cui vita si è fermata con sua intrigante vicenda storica e personale, il sisma del 1980. scandita da avventure amorose, congiure, Tra i luoghi di culto, risultano partico- misteri, lotte di potere e grandi sofferen- larmente interessanti la chiesa romanica ze… affascina ancora chiunque ne ascolta della Madonna delle Grazie di Capodigia- la narrazione. no (1200), sorta sulle rovine di un tempio Accanto al castello si estende un complesso pagano; una cappella con Crocifisso ligneo monumentale religioso: la Cattedrale che della scuola di Cimabue (XIII secolo) eret- custodisce opere d’arte di notevole pregio ta nelle vicinanze della chiesa seicentesca Muro Lucano, una città (in particolare il trono ligneo, la tavola intitolata alla Madonna del Soccorso in cui da scoprire. Foto ricevute fiamminga del Rosario e il tesoro di Va- è possibile ammirare originali pitture a da Chiara Ponte ladier) e che è dotata di una cripta per la sepoltura dei vescovi in posizione seduta e di ipogei recentemente scoperti; costruita nel 1009, fu completamente trasformata nel 1728 grazie all’intervento di papa Be- nedetto XIII dei conti Orsini, feudatari di Muro; la chiesa-cimitero di San Giuseppe, l’episcopio e il Seminario (1565) che in pas- sato ha contribuito a rendere la città un importante centro di diffusione culturale, tanto da meritare il soprannome di “Atene della Basilicata”. Nella storica cornice dell’ex Seminario so- no esposti numerosi reperti archeologici 38 alla scoperta di...

e dei bambini), ad esempio la sartoria e la casa natale; la casa-museo nel borgo Pia- nello, primo nucleo insediativo della città (XI secolo) che presenta vicoletti, casette pittoresche e una piazza di pochissimi metri. Tra l’“Acropoli” (castello e cattedrale), il centro storico e la frazione Capodigiano, è percorribile un antico tracciato rupestre che nell’ultimo tratto scende fino al preci- pizio delle Ripe, paesaggio caratterizzato da rocce calcaree che creano gole profonde, il quale suscita insieme sensazioni di terro- re per le vertiginose altezze e di meraviglia per la bellezza del luogo. Si tratta di un sito incontaminato e ricco di biodiversità di ti- Muro Lucano, l’Atene tempera a tema sacro, decorativo e natu- po floristico come la campanula fragilis, i della Basilicata ralistico; i luoghi di fede legati al ricordo garofani e le orchidee spontanee, e di tipo del giovane Santo Gerardo Maiella (patro- faunistico, ad esempio i granchietti di ac- no della regione e protettore delle mamme qua dolce, i bianconi, i falchi pellegrini e la rara cicogna nera che già da qualche anno ha scelto di nidificare in questo ambiente LA SALVAGUARDIA DELLA CITTÀ STORICA caratteristico. Nel suggestivo sentiero delle Ripe, databile Il volume raccoglie l’attività di ricer- al X secolo e in passato percorso quotidia- ca sviluppata negli ultimi dieci anni namente dagli abitanti del borgo, incon- da Giovanni Minutoli, lavoro svolto triamo cavità naturali, gradoni ricavati all’interno di gruppi di studio che sul banco roccioso, un piccolo ponte in sti- hanno valutato interdisciplinar- le romanico costruito nel 1100 che attra- mente le problematicità e le singola- versa il ruscello che sgorga nel burrone, i rità dei centri storici in diverse zone ruderi di un mulino medievale all’interno dell’Italia e del bacino del Mediterra- del quale sono visibili la macina in pietra neo. Nel libro si analizzano i molte- e il piano di molitura, vasche di conteni- plici aspetti che contraddistinguono mento, una fontana medievale che quasi i diversi centri, partendo dall’analisi al termine del tragitto dà ristoro al vian- delle superfici e della geometria del- “Percorsi di conoscenza per la dante con la sua acqua purissima. In realtà le forme per poi arrivare a valutare le salvaguardia della città storica” nelle Ripe, sin dall’epoca angioina, furo- tecniche costruttive e le problema- di Giovanni Minutoli Collana Ricerche no impiantati cinque mulini ad acqua e tiche strutturali dei singoli edifici di architettura, restauro, paesaggio, una gualchiera (opificio dove avveniva la design, città e territorio. e degli aggregati in cui si trovano, Dida press Dipartimento di lavorazione della lana), progressivamente nella consapevolezza che edifici e Architettura – Università degli Studi abbandonati quando le due ripide pareti aggregati sono organi fondamen- di Firenze (luglio 2018) rocciose furono collegate da un moderno tali dell’organismo centro storico e ponte in cemento armato ad arco paraboli- che dalla relazione dei singoli elementi nasce la capacità di un co, costruito negli anni della prima guerra centro storico di comportarsi come un insieme omogeneo do- mondiale contemporaneamente alla diga tato di unitarietà dell’immagine, ma anche e soprattutto di e alla centrale idroelettrica, opere estre- connessioni strutturali per la salvaguardia degli edifici e dei mamente all’avanguardia e le prime del loro abitanti. Si evidenzia come ogni singolo centro urbano è loro genere dell’Italia centromeridionale. da valutarsi come un unicum e nel suo essere unico non vanno Dunque il “Sentiero delle Ripe” è un sito stabilite ‘ricette’ generali idonee a tutti i contesti. Queste espe- ameno in cui si fondono natura, storia e rienze hanno evidenziato la necessità di individuare protocolli di tecnologia. approccio al problema che creino specifici “percorsi di conoscenza Muro Lucano è senza dubbio una città che per la salvaguardia della città storica” e che riescano a far emergere merita di essere scoperta nelle variegate tutte le peculiarità formali e strutturali necessarie a creare degli bellezze che offre, nelle affascinanti storie strumenti di salvaguardia e tutela del centro oggetto di analisi. che racconta e nelle antiche tradizioni che ha da tramandare. T

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Roma